TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 799 di Giovedì 26 ottobre 2000


MOZIONE

relativa alla mancata conversione del decreto-legge n. 111 del 2000
in materia di cancellazione dalle liste elettorali dei cittadini irreperibili


La Camera,
preso atto della sconcertante ed allarmante replica del Governo all'interpellanza ex articolo 138-bis, a firma Pisanu, Selva, Pagliarini, Follini, Volontè e Rebuffa, in ordine alla decadenza del decreto-legge 10 maggio 2000, n. 111

impegna il Governo

a compiere senza indugio gli atti indispensabili a ripristinare la situazione anteriore al decreto-legge e a rendere così conformi alla legislazione vigente le liste elettorali;
a comunicare alla Camera entro il 30 settembre 2000 gli atti compiuti e l'elenco degli elettori cancellati e reintegrati nelle liste elettorali indicandoli con le complete generalità.
(1-00473) «Pisanu, Selva, Pagliarini, Volontè, Follini, Rebuffa».
(20 luglio 2000)



MOZIONE

Vicende del popolo armeno durante la prima guerra mondiale


La Camera,
considerato che:
durante la Prima Guerra Mondiale, a causa degli scontri sanguinosi avvenuti tra l'Impero Ottomano e la Russia zarista, tutti i popoli della regione, soprattutto gli armeni, patirono grandi sofferenze e subirono gravi perdite;
l'argomento è di estrema sensibilità, come è emerso recentemente anche durante le udienze del congresso degli Stati Uniti, dove gli storici intervenuti non sono riusciti ad accordarsi sulla conformità dell'uso della definizione di «genocidio» per gli eventi e i fatti accaduti allora;
la crisi crescente, su tale argomento, assume dimensioni minacciose sia per gli interessi della popolazione della Repubblica Armena, che per la stabilità della regione del Caucaso,

impegna il Governo:

a favorire la convocazione di una riunione scientifica volta ad accertare pienamente le realtà storiche, chiedendo a tutti gli Stati, a cominciare dalla Repubblica di Turchia, di mettere a disposizione degli studiosi di storia, degli storici e dei ricercatori, i loro archivi senza alcuna limitazione;
ad impegnarsi a portare avanti una mediazione per la normalizzazione e lo sviluppo delle relazioni tra Turchia e Armenia.
(1-00481) «Fei, Peretti, Pagliuzzi, Frattini, Delmastro delle Vedove, Biondi, Costa, Niccolini, Frau».

(11 ottobre 2000)



INTERPELLANZE URGENTI

A)

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in data 10 settembre 1997 è stato bandito un concorso pubblico per il conferimento di 158 posti di vice commissario del ruolo dei commissari della polizia di Stato, pur essendo vacanti, alla data del 31 giugno 1996, 472 posti, di cui 464 proprio alle qualifiche di vice commissario e commissario;
la graduatoria di merito è stata pubblicata in data 4 aprile 2000;
il ministero dell'interno ha successivamente utilizzato la graduatoria concorsuale, nominando vincitori, a seguito dell'aumento di un decimo dei posti messi a concorso, 174 concorrenti;
risulta all'interpellante che il ministero dell'interno è in procinto di bandire un nuovo concorso, anche sull'onda del crescente allarme sociale provocato dal fenomeno della microcriminalità. Ciò nonostante la presenza, in graduatoria di merito, di 18 candidati risultati idonei alle precedenti prove concorsuali;
si tratta, in particolare di: Dell'Apa Monica; Fioravanti Federico, La Marca Linda, Rende Agostino Antonio, Furcolo Margherita, Esposito Stefania, Fumarola Maria, Interdonato Giuseppina, Falco Francesca, Peroni Patrizia, Cotardo Rosalba, Pagano Patrizia, Pala Bibiana, Gola Elena, Panarace Gabriella, Di Lalla Vittorio, Lomartire Maria, Villano Anna Maria;
in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994, articolo 15, le graduatorie dei vincitori rimangono efficaci per un termine di 18 mesi, dalla data di pubblicazione della graduatoria, per eventuali coperture di posti per i quali il concorso è stato bandito. Termine aumentato a 24 mesi dall'articolo 20 della legge n. 488 del 1999;
la accertata vacanza di personale imporrebbe, quindi, al ministero competente, di coprire tali posti, disponendo l'aumento delle assunzioni, in considerazione dell'immediata disponibilità di idonei a cui assegnare il posto;
tale comportamento è, tra l'altro, confermato dalla prassi sino ad oggi seguita dalle pubbliche amministrazioni, dalla migliore dottrina e dalla costante giurisprudenza che, in applicazione dei princìpi costituzionali (articolo 97 della Costituzione) e dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico, prevedono, nei casi di vacanza di posti dalla pianta organica, l'immediato ampliamento delle assunzioni, onde realizzare l'interesse pubblico, attraverso:
a)l'immediata assunzione di altro personale;
b)un notevole risparmio dell'erario (evitando un'ulteriore concorsuale);
c)la tutela delle aspettative giuridicamente tutelate degli idonei non vincitori collocati utilmente in graduatoria -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare in relazione alla questione posta e, in particolare, se intenda o meno disporre l'ampliamento dei posti relativi al concorso in oggetto, nonché lo scorrimento della graduatoria a favore dei 18 candidati risultati idonei, nel caso di rinunce, dimissioni o decadenze dei vincitori.
(2-02586) «Manzione».
(19 settembre 2000)


B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere - premesso che:
sulla strada statale 88 «Fondovalle Tammaro», collegante Benevento con il Molise, l'11 agosto 2000 si è verificato l'ennesimo incidente (201 morti in 25 anni) che è costato la vita a sette persone ed altrettante sono rimaste ferite per il ribaltamento di un tir;
il 22 agosto 2000 si è tenuto un vertice presso la prefettura di Benevento al quale sono stati presenti il Ministro dei lavori pubblici ed il sottosegretario dell'interno Nello di Nardo, oltreché i vertici dell'Ente nazionale per le strade, ex Anas, mentre la rappresentanza parlamentare, eletta dai cittadini, non è stata neanche invitata;
nella suddetta riunione il Ministro Nesi ha annunciato la disponibilità di 100 miliardi per la realizzazione di una quarta corsia sulla statale 88, che taglia a nord il beneventano, ma che nel frattempo, data anche la sfiducia crescente della popolazione locale, sarà potenziato l'organico della Polstrada con alcune unità di agenti in più;
l'assessore regionale ai trasporti Cascetta intervenuto al summit ha reso noto che la giunta Bassolino ha approvato un fondo a favore degli enti locali per la realizzazione di progetti per la messa in sicurezza di alcune arterie stradali e che il presidente della regione Campania è a conoscenza che la situazione della viabilità nel beneventano, ma soprattutto nel Fortore, richiede un radicale e decisivo intervento -:
se l'informazione riportata dalla stampa circa l'impiego di una somma di 100 miliardi per l'ampliamento della strada in esame sia vera, poiché l'ampliamento della statale 88, senza affrontare il problema viabilità nel suo complesso potrebbe alimentare speculazioni sul fenomeno con gravi ricadute per lo sviluppo del territorio sannita in cui rientra anche il Fortore, territorio emarginato e solo in parte lambito dalle strade di grande comunicazione.
(2-02583) «Mario Pepe, Boccia».
(19 settembre 2000)


C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere - premesso che:
la Autostrade spa, privatizzata nel dicembre 1999, ha avviato nei primi giorni di giugno un processo di riorganizzazione con previsione di nuove macro-strutture; in particolare, pare sia emersa la volontà di accorpare la Società autostrade meridionali, la tangenziale di Napoli ed il tronco di Cassino dell'A1; la decisione potrebbe pertanto ulteriormente privare la città di Cassino di strutture ed uffici di società un tempo pubbliche, con conseguenze occupazionali reali e pesanti sull'indotto, ma anche sui lavoratori della medesima società, posti di fronte all'alternativa tra onerosi trasferimenti e «scivoli» pensionistici;
nel parere espresso dal Parlamento sulla privatizzazione della Autostrade, era stato posto l'accento su tre fattori: il mantenimento dei livelli occupazionali; lo scorporo dai bilanci del «core business» di fattori estranei che indebitamente potevano essere posti a carico degli utenti; il miglioramento della qualità del servizio e della sicurezza; da quanto espresso in premessa, dalla presenza di Autostrade in società di telecomunicazione, dalle dure parole rivolte dal ministro Nesi l'11 settembre in merito alle carenze manutentorie della rete, sembra evidenziarsi il rischio che queste condizioni non siano appieno rispettate -:
quali provvedimenti si intendano adottare in merito al rispetto della volontà parlamentare e dei contenuti contrattuali che legano Autostrade ed Anas, in particolare sui punti evidenziati, tenendo conto della condizione di monopolio in cui la società opera ed i crescenti utili - 366 miliardi nel primo semestre 2000 (+21 per cento) - che ne conseguono.
(2-02617) «Testa, Monaco».
(29 settembre 2000)


D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri per le politiche comunitarie e della sanità, per sapere - premesso che:
l'articolo 3, comma 4 del Regolamento CE 258 del 1997 sui nuovi prodotti ed i nuovi ingredienti alimentari prevede che i nuovi prodotti, compresi prodotti o ingredienti alimentari derivati da Organismi geneticamente modificati (Ogm) ma che non contengono più Ogm, possono essere messi in commercio senza sottostare alla completa procedura di autorizzazione prevista all'articolo 4, se e solo se tali prodotti sono «sostanzialmente equivalenti» ai prodotti o ingredienti alimentari esistenti, riguardo alla loro composizione, valore nutritivo, metabolismo, uso a cui sono destinati e tenore di sostanze indesiderabili contenute;
detta procedura semplificata deve essere autorizzata dallo Stato membro al quale è stata presentata la domanda per la immissione sul mercato per la prima volta, sulla base di valutazione espressa da propria autorità competente per i prodotti alimentari;
tra il 1997 e il 1998 l'autorità di controllo britannica Advisory committe on Novel food processes (Acnfp) certificava la sostanziale equivalenza - e, per ciò, autorizzava l'adozione della procedura semplificata - per alcuni prodotti, tra i quali alcune varietà di mais, Mais Bt 11, Mais Mon 810, Mais Mon 809, Mais T25, nonostante il fatto che vi fosse precisa evidenza della presenza di molecole modificate, in netto contrasto con quanto prescritto dall'articolo 3, comma 4 del Regolamento Ce 258 del 1997; ciò consentiva alle imprese produttrici dei prodotti OGM di porli in commercio e di omettere l'invio dei dossier scientifici corrispondenti alle autorità sanitarie dei quindici partner europei;
il 15 settembre 1999 l'associazione Verdi ambiente e società si rivolgeva al ministero della sanità chiedendo chiarimenti sulla vicenda ed in particolare sulla legittimità della procedura semplificata adottata per sette prodotti: tre varietà di olio di colza e le quattro varietà di mais sopra ricordate;
il Ministro della sanità pro-tempore Rosy Bindi richiese, sulla questione avanzata dall'associazione ambientalista, il parere dell'Istituto
superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità; l'Iss si pronunciava il 22 ottobre 1999, esprimendo il parere della «non sussistenza dell'equivalenza sostanziale» e trasmettendo poi la propria valutazione al Consiglio superiore di sanità, che, il 16 dicembre 1999 dichiarava i sette prodotti non conformi ai requisiti di «sostanziale equivalenza»;
il successivo Ministro della sanità Umberto Veronesi, mentre dichiarava la sua perplessità di fronte alle sollecitazioni, da più parti pervenute, perché procedesse alla sospensione della circolazione dei citati prodotti causa l'inadeguatezza della procedura di autorizzazione seguita, richiedeva un nuovo pronunciamento all'Istituto superiore di sanità che, in data 4 luglio 2000, riaffermava ancora che per i sette prodotti Ogm in questione «non sussiste l'equivalenza sostanziale dal punto di vista composizionale»;
tale documento dell'Iss non veniva mai messo a disposizione del Consiglio dei ministri che, in più occasioni, nel corso del mese di luglio 2000, affrontava la questione della legittimità della procedura adottata per la circolazione dei sette prodotti citati;
il Ministro della sanità richiedeva invece all'Iss ancora un nuovo pronunciamento ottenendo, in data 28 luglio, un documento ulteriore, questa volta sottoscritto personalmente dal direttore Benagiano, nel quale, pur riportando (ma senza alcuna valutazione conseguente) la presenza di molecole modificate, si inseriscono giudizi ambigui e contorti, volti ad una possibile lettura del testo a sostegno di legittimazioni della circolazione dei prodotti e, pur citando alcune indicazioni sui possibili rischi comparse nella letteratura scientifica più recente, si conclude dichiarando che «alla luce delle conoscenze scientifiche attuali, non risultano esistere rischi per la salute umana ed animale derivanti dal consumo dei derivati degli Ogm indicati nella tabella», con un uso evidentemente capzioso del termine «attuale» dal momento che sono in discussione nella comunità scientifica gli effetti a medio-lungo termine del consumo di tali alimenti, certamente oggi non conosciuti;
di fronte alla persistente decisione del Ministro della sanità di non provvedere al decreto di sospensione per i sette prodotti in oggetto, il Presidente del Consiglio, in nome di un uso rigoroso del principio di precauzione, assumeva la decisione di emanare proprio decreto di sospensione, e tuttavia, causa il mancato supporto di un chiaro documento dell'Iss, riduceva la sospensione alle quattro varietà di mais, escludendo le tre varietà di olio di colza per le quali più incerto appariva il parere dell'Iss del 28 luglio;
la sostituzione del documento dell'Iss del 4 luglio - mai prodotto dal Ministro della sanità - con quello del 28 luglio fornisce al decreto di sospensione del Presidente del Consiglio base scientifica ben più debole di fronte a contestazioni, sia in sede di istituzioni europee, sia di interessi privati;
il Commissario alla protezione del consumatore, David Byrne, pur essendo stato inutilmente sollecitato più volte, sia dal ministro Bindi che dal ministro Veronesi, a richiedere al Comitato scientifico dell'alimentazione umana un parere sulla sostanziale equivalenza dei sette prodotti citati, informato tuttavia dell'intenzione del Governo italiano di procedere al decreto di sospensione, convocava finalmente detto Comitato scientifico, ma ponendo ad esso non la questione posta dall'Italia sulla sostanziale equivalenza sulla quale era ampiamente scontato il parere negativo, ma una valutazione sul rischio sanitario associato all'uso dei prodotti citati;
ciò nonostante, il draft preliminare del Comitato scientifico, redatto dal professor W. Grunow il 2 agosto 2000, sostiene, aggiornandole, tutte le motivazioni che hanno indotto a considerare illecita la commercializzazione dei sette Ogm, sostenendo, fra l'altro che: «Le valutazioni di sicurezza presentate dall'Acnfp britannico e dal Comitato scientifico sulle piante (Scp) della Commissione europea sono state eseguite tra il 1995 e il 1998 sulle basi di metodi e principi considerati sufficienti all'epoca. Quindi il Comitato ha l'impressione (non può escludere) che dovrebbero essere considerate desiderabili ulteriori evidenze riguardo la sicurezza, se i prodotti dovessero essere sottoposti a una rivalutazione. Riguardo la sostanziale equivalenza, il Comitato sottolinea che l'Acnfp non ha fatto distinzioni, fra sostanziale equivalenza totale o parziale, come è stato fatto nelle »linee guida per la valutazione dei nuovi cibi« del Scf. In contrasto con l'Acnfp, il Comitato vorrebbe applicare queste linee guida e caratterizzare le piante modificate geneticamente e i loro prodotti contenenti le sequenze introdotte come »sostanzialmente equivalenti tranne per la sequenza specifica«, come pure ha fatto il Scp nelle sue valutazioni;
il 7 settembre 2000 il Comitato scientifico dell'alimentazione umana ha reso noto il proprio parere che, ribaltando il parere preliminare del 2 agosto, ignorando il problema della sostanziale equivalenza che è alla base del decreto di sospensione del Presidente del Consiglio, ma concentrando invece l'attenzione sul rischio sanitario ed utilizzando il documento dell'Iss del 28 luglio, conclude per l'assenza di rischio, spianando la strada ad una decisione, che la Commissione europea potrebbe sottoporre alla prossima riunione del Comitato permanente per i prodotti alimentari prevista per il 18 ottobre 2000, con la quale potrebbe intimare all'Italia di revocare il decreto di sospensione relativo ai quattro prodotti -:
come sia potuto accadere, innanzi ad una questione di tale rilevanza per il Paese e per il Governo, che il parere dell'Iss del 4 luglio 2000 che confermava per i sette Ogm in questione come «... non sussiste l'equivalenza sostanziale dal punto di vista composizionale» non sia stato reso noto dal competente ministero, così inducendo gravemente in eclatante difetto d'istruttoria il Presidente del Consiglio ed il Governo tutto nella trattazione dell'affare e nell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2000 -:
se non reputi il Presidente del Consiglio altamente lesiva della collegialità del Consiglio dei ministri una omissione informativa di tale rilevanza e quali iniziative intenda assumere;
se non vada censurata, sotto il profilo della scorrettezza del metodo scientifico e della funzione di lealtà istituzionale a cui è tenuto il massimo organo di consulenza sanitaria dell'Esecutivo, la relazione predisposta in occasione del Consiglio dei ministri del 4 agosto ove il direttore dell'Iss capovolge i precedenti e difformi pareri espressi, - e nel caso del succitato parere del 4 luglio 2000 addirittura opportunamente e fisicamente rimossi - in base ad apodittiche affermazioni e volute imprecisioni terminologiche e concettuali;
se non reputi inoltre il Governo estremamente grave e scientificamente quanto proceduralmente incomprensibile, se non alla luce di inconfessabili motivazioni di oggettiva sudditanza dei competenti organi della Commissione europea agli interessi dell'industria biotech, il pronunciamento del Comitato scientifico Ue ove esso, in assoluta difformità dello studio della problematica e della proposta avanzata dai componenti relatori sul caso, ha confermato l'assenza di rischio sanitario nell'uso dei prodotti Ogm in questione;
se tale fatto, eventualmente portato alla base di una posizione della Commissione contraria al divieto di commercializzazione disposto dall'Italia, non leda gli interessi e la dignità del Paese;
se tale vicenda nel complesso non crei un gravissimo precedente procedurale basato su falsi presupposti e su evidenti intenti di umiliare ogni legittima e doverosa iniziativa assunta da quegli Stati membri maggiormente attenti ed ossequiosi del principio precauzionale, solo a parole posto a base delle politiche ambientali dell'Europa;
quali iniziative intenda quindi assumere il Governo in sede UE affinché sia ristabilita verità scientifica e correttezza procedurale così da garantire i primari interessi alla salute ed all'ambiente di tutti i cittadini dell'Unione.
(2-02652) «Paissan, Procacci, Tattarini, Giannotti, Maura Cossutta, Crucianelli, Malentacchi, Galletti, Gardiol, Amato, Bandoli, Bartolich, Cangemi, Cento, Cerulli Irelli, De Benetti, Duilio, Fioroni, Frigato, Giacalone, Giordano, Leccese, Lenti, Lento, Mantovani, Marini, Michelangeli, Moroni, Nardini, Niedda, Ortolano, Pisapia, Pistone, Edo Rossi, Saia, Saraceni, Scalia, Trabattoni, Turroni, Valpiana».
(17 ottobre 2000)


E)

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri della difesa e della giustizia, per sapere - premesso che:
il 16 agosto 1999, nel centro di addestramento dei paracadutisti della Brigata Folgore, nella caserma Gamerra di Pisa, veniva rinvenuto il corpo senza vita del giovane Emanuele Scieri, paracadutista in forza solo da poche ore presso la stessa caserma;
il corpo del giovane Emanuele Scieri veniva rinvenuto davanti ad una scala-torre dalla quale, si suppone, sarebbe caduto dopo un volo di circa 10 metri;
pur essendo stato visto rientrare in caserma da alcuni commilitoni, il giovane militare di leva è risultato assente al contrappello dalla tarda serata di venerdì 13 agosto 1999, fino al rinvenimento avvenuto il lunedì successivo, senza che si operasse alcun concreto tentativo di ricerca all'interno della caserma;
pur essendo stato fatto immediatamente «quadrato» dai vertici militari nel respingere ogni ipotesi di collegamento del decesso della giovane recluta con fenomeni di nonnismo, nell'opinione pubblica si è invece radicato il convincimento contrario;
da pochi giorni si è venuti a conoscenza che il procuratore capo presso il tribunale di Pisa dottor Enzo Iannelli avrebbe chiesto l'archiviazione del procedimento penale aperto in seguito alla denuncia presentata dai genitori del povero Emanuele, con la quale venivano prospettate specifiche responsabilità di natura colposa a carico di quei militari che, la notte del 13 agosto 1999, omisero di attivarsi per ricercare la giovane recluta. Tanto anche perché è stato accertato dai periti medico legali che il giovane Emanuele, non avendo riportato ferite mortali in seguito alla caduta, sarebbe rimasto agonizzante per circa 10 ore e quindi, ove fossero state disposte le ricerche del caso, sarebbe stato tranquillamente salvato;
appare assurdo dover riconoscere che, in un caso del genere, la vita di una giovane recluta non conti assolutamente nulla, essendo abbastanza agevole immaginare che ove, ad esempio, si fosse smarrito il cagnolino del comandante della caserma immediatamente si sarebbero attivate le ricerche del caso mentre - anche se il giovane Emanuele Scieri era stato visto rientrare in Caserma - nessuno per circa 3 giorni si è preoccupato di procedere alle ricerche del caso;
è inverosimile e vergognoso che, dopo 8 mesi dalla denuncia ed a 14 mesi dai fatti, intervenga una richiesta di archiviazione che attesti l'assoluta normalità dell'accaduto. In particolare il procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Pisa, con la sua richiesta di archiviazione, ha avallato e coperto un comportamento altamente irresponsabile, facendo così intendere che non impartire preventivamente alcuna direttiva di ricerca all'interno della caserma o comunque non attivarsi per procedere alle ricerche rappresentano condotte rispettose perfino della comune diligenza, prudenza e perizia del buon padre di famiglia -:
se siano state ascoltate tutte le persone informate sui fatti;
a chi siano state delegate le eventuali indagini o se, invece, gli eventuali testimoni siano stati ascoltati direttamente dal magistrato procedente;
quali siano state le risultanze degli accertamenti medico-legali, sia con riferimento alla natura delle ferite ed all'epoca della morte, sia con riferimento alla compatibilità delle ferite con l'ipotesi di caduta accidentale;
se comunque si possano condividere le conclusioni della pubblica accusa presso il tribunale di Pisa che, per l'omessa ricerca, l'omissione di soccorso e l'intervenuto decesso del giovane Emanuele Scieri, non ravvisa alcuna responsabilità di ordine penale a carico di quanti, invece, avrebbero dovuto e potuto impedire una tragica morte.
(2-02662) «Manzione».
(19 ottobre 2000)


F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi ed anni sono in continuo aumento i casi di pedofilia e di pornografia minorile che scuotono la coscienza della società civile e, in aumento, sono pure i siti Internet attraverso i quali le organizzazioni criminali, che gestiscono questo squallido mercato, si nascondono e utilizzano per adescare giovani vittime e guadagnare nuovi adepti attraverso tutto il mondo;
il senso di impotenza del quale il singolo cittadino è preda nell'assistere, giorno dopo giorno, a continue scoperte circa la misura o, sarebbe meglio, la dismisura assunta dal fenomeno pedo-pornografico e pornografico in genere attraverso Internet, inoltre, non è lenito dall'esistenza, nel Paese, di una efficace tutela da parte dello Stato, sia sul versante più prettamente legale che su quello operativo in materia;
numerose proposte di legge, sia della maggioranza che dell'opposizione, hanno cercato di affrontare in maniera compiuta le problematiche connesse in particolare alla diffusione di materiale pedo-pornografico attraverso Internet, proponendo, in particolare quella presentata dal partito che i sottoscritti rappresentano, l'attacco dei siti pedo-pornografici mediante virus informatici che li distruggono o li rendono inutilizzabili ed il sequestro o l'oscuramento dei siti, anche se promananti da Paesi stranieri;
l'ultima, solo in ordine di tempo, scoperta di un sito pornografico che presenta immagini di ragazze che al massimo sono appena maggiorenni, è quello visitabile attraverso il collegamento, via Internet, al sito «unioneeuropea.com», denominazione sotto la quale l'ignaro utente si aspetterebbe di trovare tutt'altro, e che, oltre a configurare l'illecito del materiale pornografico, propone un altro tema di profonda importanza in materia di disciplina dell'accesso ad Internet, cioè quello cosiddetto del cybersquatting;
la pratica dello cybersquatting, o anche, della pirateria informatica, anch'essa oggetto di una proposta di legge di Alleanza nazionale, presentata già nello scorso mese di marzo ma a tutt'oggi lontana dall'essere calendarizzata, si sostanzia nell'utilizzo abusivo, da parte di soggetti estranei, di denominazioni di persone fisiche o giuridiche al fine di trarre in inganno gli utenti di Internet -:
in quale modo il Governo intenda attivarsi per trovare delle soluzioni tempestive ed adeguate alla vastità del fenomeno nella lotta, da un lato ai casi di pedofilia e pornografia che purtroppo costellano le cronache quotidiane del nostro Paese e, dall'altro, allo sfruttamento del nuovo mezzo di comunicazione di massa per eccellenza, Internet, al fine di attirare nuovi clienti e nuove vittime nel «mercato dei bambini», non ultimo, accordando una corsia preferenziale alle iniziative legislative in materia.
(2-02671) «Lo Presti, Mussolini, Alboni, Foti, Fragalà, Armaroli, Amoruso, Franz, Gissi, Migliori, Marengo, Fino, Antonino Carrara, Caruso, Gnaga, Marino, Alemanno, Polizzi, Antonio Rizzo, Trantino, Urso, Zacchera, Martini, Malgieri, Lembo, Matteoli, Ascierto, Fiori, Giudice, Misuraca, Matranga».
(24 ottobre 2000)


G)

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per sapere - premesso che:
il ministero del tesoro detiene, ancora, una partecipazione azionaria nel Banco di Napoli pari al 16,16 per cento del capitale;
con il decreto del Presidente della Repubblica del 29 settembre ultimo scorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 ottobre, si prevede che lo Stato possa dismettere le proprie partecipazioni societarie, non maggioritarie, anche con modalità in uso nella prassi dei mercati finanziari per l'alienazione dei titoli azionari, e diverse rispetto a quelle individuate con la precedente legge 30 luglio 1994, n. 474;
tali originarie modalità erano limitate all'offerta di pubblica vendita ed alla trattativa diretta;
a seguito di una serie di interventi normativi rivolti al risanamento ed alla ristrutturazione del Banco di Napoli, il controllo dell'istituto fu acquisito dalla neocostituita Bnl Holding-spa, detenuta dall'Ina per il 51 per cento e da Bnl, per il restante 49 per cento, lasciando al Tesoro una partecipazione pari, appunto, al 16,16 per cento e ad investitori e piccoli azionisti il capitale residuo;
le operazioni volte al risanamento della banca hanno dato i loro frutti, tanto è vero che anche le agenzie internazionali di rating riconoscono il Banco di Napoli come sano, efficiente ed attivo, con un adeguato coefficiente di capitalizzazione;
nel 1998 si è evitata una sospetta e rischiosa operazione di fusione per incorporazione del Banco di Napoli nella Bnl, con modalità che avrebbero, nei fatti, cancellato l'identità ed il ruolo dell'istituto meridionale e vanificata l'esigenza di mantenere nel Mezzogiorno una banca radicata nel territorio, adatta a valorizzare lo sviluppo e sostenere le azioni di incentivazione e di promozione varate dal Governo e dal Parlamento;
da alcuni mesi si sta portando avanti un'ipotesi di integrazione tra Banco di Napoli e San Paolo-Imi, attraverso cui l'istituto torinese andrebbe a rilevare il 100 per cento di Bnl Holding-Spa, con il dichiarato obiettivo di realizzare un modello divisionale con il Banco di Napoli Spa;
la possibilità, però, come in precedenza accennato, di fare ricorso a modalità di dismissione delle partecipazioni analoghe a quelle normalmente utilizzate nell'ambito dei mercati finanziari, consentirebbe al Tesoro di favorire l'imprenditoria meridionale, attraverso la cessione dei titoli ad imprese sane del mezzogiorno;
ciò consentirebbe all'istituto di non perdere la sua individualità, il suo radicamento e la sua missione per Napoli e per l'intero meridione;
al contrario, avallando l'operazione con il San Paolo-Imi, quest'ultimo otterrebbe una partecipazione totalitaria del capitale azionario del Banco di Napoli. In tal modo l'istituto si troverebbe ad essere una banca non più partecipata, bensì interamente posseduta, con inevitabile progressivo affievolimento delle sue caratteristiche originarie;
inoltre, perseguendo tale itinerario, non vi sarebbe alcuna garanzia per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Circa 3.500 lavoratori, compreso l'indotto, si troverebbero a forte rischio di espulsione dal sistema;
al Mezzogiorno occorre una grande Banca nel cui capitale coesistano una pluralità di interessi tali da fame un soggetto veramente distinto dal suo azionista di controllo -:
quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle sue competenze e dei suoi poteri di utilizzo e controllo, ed alla luce del recente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 settembre 2000, al fine di favorire una diversa suddivisione del capitale azionario del Banco di Napoli, rispetto al progetto San Paolo-Imi, nell'ambito di una più generale azione governativa volta ad incentivare e facilitare investimenti produttivi nelle aree deboli del Paese.
(2-02663) «Manzione».
(19 ottobre 2000)


H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per sapere - premesso che:
all'articolo 54, comma 1, tab. 3, punto 2 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, sono previsti limiti di impegno quindicennali rispettivamente per 5.000 milioni a partire dal 2001 e 5.000 milioni a partire dal 2002 per interventi di ricostruzione nelle zone colpite da eventi sismici del Belice;
all'articolo 56, comma 2, della legge 23 dicembre 1998, n. 488, si stabilisce che i mutui concernenti i finanziamenti per il Belice possono essere assunti direttamente dagli enti beneficiari secondo criteri stabiliti con decreto del Ministro del tesoro;
con decreto ministeriale 9 agosto 1999 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 agosto 1999, n. 203, sono stati definiti criteri, modalità e limiti per la contrazione dei predetti mutui;
la prescritta convenzione tra gli enti interessati ha individuato quale ente beneficiario che deve provvedere alla contrazione del mutuo il comune di Vita;
a distanza di 10 mesi il ministero del tesoro ancora non ha autorizzato il predetto comune alla contrazione del mutuo di cui innanzi (coi limiti di impegno a partire dal 2001) con la Cassa depositi e prestiti -:
quali siano le cause che hanno impedito al ministero del tesoro di autorizzare la contrazione del mutuo, quali iniziative lo stesso intenda assumere per rimuoverle, ma, soprattutto, quali azioni concrete intenda porre in essere per consentire ai comuni interessati del Belice di ottenere i finanziamenti che il Parlamento già da un anno ha destinato per il completamento della ricostruzione nelle zone terremotate del Belice.
(2-02674) «Giacalone, Abbate, Acquarone, Giovanni Bianchi, Bindi, Borrometi, Carotti, Cerulli Irelli, D'Alia, De Mita, Delbono, Ferrari, Fioroni, Jervolino Russo, Lo Jucco, Lombardi, Lucchese, Lumia, Marini, Palma, Mario Pepe, Piccolo, Pistelli, Risari, Romano Carratelli, Ruggeri, Scozzari, Servodio, Soro, Tuccillo, Valetto Bitelli, Voglino, Volpini, Rabbito, Rizza».
(24 ottobre 2000)


I)

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in occasione dell'incontro a Lussemburgo del Consiglio affari sociali europeo il Ministro del lavoro, Cesare Salvi, ha violentemente criticato la Banca centrale europea, accusandola di agire «con ortodossia ultra monetarista e con clamorosa superficialità, approssimazione e improvvisazione» e ha soggiunto che «occorre al più presto creare un governo dell'economia che faccia da contrappeso alla Banca centrale europea»;
sempre a Lussemburgo, dove si trovava per la riunione dell'Ecofin, gli ha risposto il Ministro del tesoro Visco che, in difesa della Banca Centrale Europea, ha affermato: «Ognuno dovrebbe occuparsi delle cose che conosce, di cui è informato e competente. È inutile aggiungere confusione a confusione»;
il Ministro dell'economia olandese Gerrit Zalm ha sprezzantemente commentato la dichiarazione del Ministro Salvi come segue: «Non è molto intelligente dire cose di questo genere. Solo il Presidente della Banca Centrale Europea e il Presidente del Consiglio dei Ministri finanziari hanno titolo per parlare dell'euro»;
il Ministro del tesoro Salvi ha replicato con una nota, diffusa ai giornalisti, nella quale ha ribadito le sue posizioni, sostenendo che: «Le politiche della Banca centrale europea sono prive di ogni effetto nel sostegno della moneta e introducono altresì elementi restrittivi»;
i due autorevoli Ministri del Governo italiano, membri dello stesso partito, si sono così abbandonati ad una pubblica rissa, inqualificabile e clamorosa, sulla scena europea;
il Ministro del lavoro ha formalmente messo in dubbio nientemeno che uno dei pilastri fondamentali dell'attuale assetto istituzionale dell'Europa, cioè l'indipendenza della Banca centrale europea;
l'indegno comportamento dei Ministri italiani si è verificato, per giunta, in un giorno di grande tensione sui mercati valutari e in un momento molto delicato per le sorti dell'euro, tanto è vero che i quindici ministri finanziari hanno concordato un rigoroso silenzio sulla politica monetaria nella Banca centrale europea;
nel merito, peraltro, una gestione permissiva della moneta europea non è affatto desiderabile, dal momento che essa aggraverebbe le difficoltà dell'euro, erodendone ulteriormente la fiducia sui mercati;
il Governo italiano, che indulge quotidianamente a vantare benemerenze europeistiche in gran parte immaginarie, con la lite tra i suoi Ministri, ha dato una pessima immagine internazionale dell'Italia, ha incrinato irresponsabilmente la credibilità del nostro Paese e nuociuto gravemente all'Europa;
in base all'articolo 95 della Costituzione il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e mantiene l'unità d'indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri -:
quali siano le valutazioni e gli intendimenti del Governo in ordine alla condotta irresponsabile, antieuropea, antinazionale dei Ministri del tesoro e del lavoro, dalla quale inoltre risulta che in seno all'esecutivo esiste una conclamata insuperabile divaricazione, costituzionalmente inammissibile, dell'indirizzo governativo concernente le istituzioni politiche e monetarie europee.
(2-02665) «Pisanu, Frau».
(19 ottobre 2000)


L)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
l'Italia ha subito una grave sconfitta diplomatica in occasione del rinnovo dei membri non permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu;
l'eclatante bocciatura dell'Italia (soli 57 voti a favore) ha dimostrato una grave situazione di isolamento internazionale del nostro Paese;
la candidatura italiana, rispetto a quelle vincenti di Irlanda e Norvegia, è stata presentata con notevole ritardo;
il ministero degli esteri e le rappresentanze diplomatiche italiane avevano imprudentemente assicurato che esisteva un vasto consenso all'Italia;
autorevoli diplomatici, giornalisti ed osservatori hanno espresso la convinzione che tale disastroso risultato sia dovuto alla linea ondivaga tenuta dall'Italia;
questa politica contraddittoria e furbesca del Governo, e del ministero degli esteri in particolare, si è dimostrata per di più velleitaria ed illusoria, mentre l'insuccesso poteva essere evitato senza danni per l'Italia;
lo scacco dell'Italia è tanto più bruciante se si considera che è il quinto contribuente del bilancio ordinario dell'Onu e il terzo per le operazioni di pace, senza contare gli interventi nella cooperazione internazionale multilaterale;
la condotta della Farnesina ha rivelato incertezze e divisioni determinateanche dalla eterogeneità della maggioranza di Governo -:
quali siano le valutazioni e gli intendimenti del Governo in ordine alla suddetta esclusione dell'Italia, alle prossime scadenze relative all'assegnazione di ulteriori seggi permanenti nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, all'auspicabile posizione comune dell'Ue, all'opportunità di una rappresentanza unica europea in seno al Consiglio di sicurezza, alla partecipazione dell'Italia alle missioni «peace keeping».
(2-02669) «Pisanu, Selva, Pagliarini, Follini, Volontè, Guarino, Frau, Gasparri».
(24 ottobre 2000)


M)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
la gara per la concessione delle licenze Umts si è conclusa con un introito per lo Stato largamente inferiore alle aspettative;
sono risultate prive di concreto fondamento le previsioni avanzate sia dal Ministro delle comunicazioni, che dal Ministro del tesoro che facevano affidamento su cifre superiori al doppio di quella definita con l'esito della gara;
simile risultato assume valenza particolarmente negativa, atteso che per legge le entrate straordinarie vanno destinate a riduzione del debito pubblico, come del resto per il caso specifico è stato confermato dalla Camera dei deputati che ha approvato la mozione presentata in materia dalla «Casa delle libertà»;
la già concreta tendenza al rialzo dei tassi di interesse rende più gravoso sostenere l'onere del debito pubblico;
l'intera operazione dimostra improvvisazione ed irresponsabilità nella sua conduzione politica. Il Governo ha inanellato una serie incredibile di errori tra i quali basta ricordare il rialzo della base d'asta rispetto a quella inizialmente annunziata, l'eccessivo numero di licenze poste contemporaneamente all'asta, l'elevatezza della soglia di accesso alla gara, l'effetto deterrente delle dichiarazioni pubbliche rilasciate dai Ministri delle comunicazioni e del tesoro circa le entrate attese dalla gara -:
se non ritenga innanzitutto necessario procedere con decisione, trasparenza e serietà all'attuazione del programma di dismissione delle aziende pubbliche da privatizzare e se non ritenga indispensabile invitare a dimettersi i Ministri che hanno compiuto gli errori di conduzione politica sopra richiamati.
(2-02672) «Selva, Carlo Pace, Armaroli».
(24 ottobre 2000)


N)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro per la funzione pubblica, per sapere - premesso che:
la legge 31 dicembre 1996, n. 675, ha istituito il Garante per la protezione dei dati personali;
l'ufficio del Garante per la protezione dei dati personali, in sede di costituzione, ha provveduto a reclutare il primo contingente di personale (45 unità), composto da pubblici dipendenti collocati in posizione di comando o fuori ruolo dalle amministrazioni di rispettiva appartenenza;
il criterio adottato per il reclutamento del suddetto contingente di personale è stato quello della chiamata diretta e nominativa e che, quindi, non essendo stata assicurata alcuna forma di pubblicità alle procedure di reclutamento, è stato compiuto un grave atto di generalizzata cooptazione;
con deliberazione del 28 giugno 2000, il Garante per la protezione dei dati personali ha adottato il regolamento di organizzazione interna (n. 2 del 2000) con cui tutto il personale in servizio è stato inquadrato nei ruoli del Garante con trattamento economico pari all'80 per cento di quello previsto per il personale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (a quest'ultimo compete lo stesso trattamento economico previsto per Bankitalia);
in data 31 luglio 2000 (confrontare Gazzetta Ufficiale - Concorsi ed esami - 22 agosto 2000, n. 65), il Garante per la protezione dei dati personali ha deliberato di approvare tre bandi di concorsi, esclusivamente riservati al personale interno, per l'accesso alle aree dirigenziali (8 posti), direttiva (5 posti) e operativa (1 posto);
secondo una costante ed univoca giurisprudenza della Corte costituzionale (confrontare sentenze nn. 3131, 314 del 1994; 134, 478, 479, 514 del 1995; 1 del 1996; 1 del 1999), i concorsi riservati al solo personale interno per il passaggio da un livello all'altro sono illegittimi, in quanto producono una distorsione che lede gravemente i principi costituzionali del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione;
in data 6 ottobre 2000, il sindacato della dirigenza dello Stato (Dirstat) ha denunciato al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la funzione pubblica ed a tutti i parlamentari, la irresponsabile decisione assunta dai componenti dell'ufficio del Garante per la protezione dei dati personali di bandire concorsi per dirigenti da riservare unicamente al personale interno -:
se ritenga che la vigente normativa relativa all'attività del Garante per la tutela dei dati personali debba interpretarsi nel senso di ritenere applicabili i principi generali in materia di pubblico impiego, come risultano integrati anche dalla citata giurisprudenza della Corte costituzionale secondo la quale i concorsi riservati al solo personale interno sono illegittimi, in quanto producono una distorsione che lede gravemente i principi costituzionali del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione;
quali ulteriori iniziative il Governo intenda assumere per riaffermare la legalità nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento ai concorsi pubblici che richiedono sempre che la selezione avvenga con criteri di pubblicità, tali da prevedere e consentire la partecipazione anche agli estranei, assicurando così il reclutamento dei migliori.
(2-02673) «Chiappori, Alborghetti, Anghinoni, Ballaman, Balocchi, Bianchi Clerici, Borghezio, Bosco, Calzavara, Caparini, Cè, Chincarini, Paolo Colombo, Copercini, Covre, Donner, Guido Dussin, Faustinelli, Fontan, Formenti, Giancarlo Giorgetti, Grugnetti, Molgora, Pagliarini, Parolo, Pirovano, Rizzi, Guido Giuseppe Rossi, Santandrea, Stefani, Dalla Rosa, Michielon, Rodeghiero».
(24 ottobre 2000)