Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal deputato Amedeo MATACENA, con riferimento ad un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il Tribunale di Monza (n. 2376/95 R.G.N.R. - n. 6453/96 R.G.G.I.P.) per il reato di concorso in diffamazione col mezzo della stampa aggravata.
Il reato, asseritamente commesso in concorso con il giornalista Cuomo, sarebbe consistito nella pubblicazione di alcune dichiarazioni nell'ambito dell'articolo «Matacena non va in carcere e spara a zero sul giudice Macrì», apparso sul periodico «L'indipendente» pubblicato in Paderno Dugnano il 25 agosto 1995, offensive della reputazione del dottor Vincenzo Macrì, magistrato della direzione nazionale antimafia, indicandolo come «l'ispiratore di un "complotto" contro il Matacena stesso». In particolare, le frasi che figurano nel capo di imputazione sono le seguenti: «Vincenzo Macrì è un soggetto neurolabile e ho chiesto al Guardasigilli che venga sottoposto ad una visita medica collegiale».
L'articolo in questione - del quale la Giunta ha preso conoscenza integrale - concerneva, tra l'altro, la polemica da lungo tempo in corso tra l'onorevole Matacena e il giudice Macrì, nonché alcune maxi operazioni giudiziarie che l'onorevole Matacena aveva avuto modo di criticare.
La Giunta ha esaminato la questione nella seduta del 22 marzo 2000, ascoltando, com'è prassi, il deputato Matacena.
Nel corso della sua audizione l'onorevole Matacena ha fatto presente che proprio in quei giorni, e precisamente in data 4 agosto 1995 aveva presentato un'interrogazione al Ministro di grazia e giustizia con la quale criticava alcune prese di posizione assunte dal giudice Macrì nel corso di alcune interviste a quotidiani nazionali ed in particolare chiedeva al Ministro «Se non si ritenga opportuno, utile, indifferibile ed urgente disporre che il dottor Vincenzo Macrì, Sostituto Procuratore Nazionale antimafia venga sottoposto a visita collegiale al fine di accertare il suo stato di salute mentale. L'interrogazione in questione non fu dichiarata ammissibile dalla Presidenza della Camera.
Il giorno successivo, tuttavia, l'onorevole Matacena ritenne di scrivere egli stesso al Ministro sottoponendogli le fotocopie delle interviste rilasciate dal dottor Macrì. In tale missiva, che l'onorevole Matacena ha consegnato alla Giunta, il collega affermava testualmente «sono farneticanti ed essendo a noi ben noto quale deve essere il ruolo, la serenità, la qualità morale, etc. di un magistrato devo sottolineare come le stesse evidenziano chiaramente lo squilibrio mentale del magistrato».
L'opinione prevalente nell'ambito della Giunta è stata nel senso che le frasi proferite dall'onorevole Matacena costituiscono, con chiara evidenza, un giudizio ed una critica di natura sostanzialmente politica su fatti e circostanze che all'epoca erano al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica reggina nonché del dibattito politico-parlamentare locale e nazionale. È apparsa, inoltre evidente la connessione e anzi l'identificabilità delle frasi riportate nell'articolo con l'attività parlamentare in quanto, indipendentemente dal fatto che le medesime costituiscono la ripetizione di un'interrogazione ritenuta inammissibile, esse costituiscono la riproduzione di alcuni concetti espressi - in forma evidentemente paradossale - in una lettera indirizzata da un parlamentare a un Ministro, attività quest'ultima che deve ritenersi intrinsicamente funzionale.
Per questi motivi la Giunta ha deliberato, a maggioranza, di riferire all'Assemblea nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
Carmelo CARRARA, Relatore.
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