CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 21 febbraio 2001


Sulla pubblicità dei lavori ... 145

Esame della proposta di documento sugli scarti di macellazione e sulle farine animali (relatore: Presidente Massimo Scalia) ... 145

Audizione di Willer Bordon, Ministro dell'ambiente ... 147

Seguito dell'esame della proposta di documento sulle tecnologie relative allo smaltimento dei rifiuti ed alla bonifica dei siti contaminati (relatore: senatore Franco Asciutti). ... 149

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 21 febbraio 2001


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Mercoledì 21 febbraio 2001. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA, indi del Vicepresidente Giuseppe SPECCHIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Esame della proposta di documento sugli scarti di macellazione e sulle farine animali (relatore: Presidente Massimo Scalia).

Massimo SCALIA, presidente, anche in qualità di relatore, rileva che le problematiche connesse al manifestarsi in alcuni Paesi europei del fenomeno noto come «mucca pazza» ha comportato l'adozione di numerosi provvedimenti in sede comunitaria e nazionale, riguardanti la tutela della salute ed una serie di attività di controllo per l'immissione sul mercato dei rifiuti di origine animale destinati a fini diversi dal consumo umano.
Fa presente che la legislazione italiana di ricezione delle direttive comunitarie è costituita da disposizioni specifiche per la lotta contro la BSE e da disposizioni più generali connesse al controllo sulla produzione, macellazione e smaltimento degli animali con gli scarti di lavorazione. Cita i provvedimenti più significativi in materia.
Si sofferma in seguito sui provvedimenti di maggiore interesse per la Commissione per l'immissione sul mercato dei rifiuti di origine animale, in particolare sul decreto ministeriale 29 settembre 2000 e sull'ordinanza del ministro della sanità 13 novembre 2000. Svolge anche considerazioni sull'ordinanza del ministro della sanità, di concerto con il ministro dell'ambiente,


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3 gennaio 2001, sul decreto legge n. 1 del 2001, che ha ribadito l'obbligo dell'incenerimento e del coincenerimento, e sul decreto legge 14 febbraio 2001, n. 8, che ha previsto un inasprimento delle sanzioni vigenti in materia di mangimi, nonché misure di sostegno ed agevolazioni per gli operatori del settore.
Dà conto dell'attività svolta nelle scorse settimane dalla Commissione, che ha inteso approfondire alcuni aspetti connessi allo smaltimento degli scarti di macellazione e delle farine animali: sono stati effettuati alcuni sopralluoghi tra il 24 gennaio ed il 9 febbraio scorsi, al fine di ricostruire l'intera filiera delle carni e dei prodotti derivati, con specifica attenzione per lo smaltimento dei materiali specifici a rischio. Cita gli stabilimenti di macellazione oggetto di attenzione da parte della Commissione.
Stesso discorso vale per gli impianti di pretrattamento, quelli cioè che risultano autorizzati dal Ministero della sanità a ricevere il materiale specifico a rischio e quello ad alto rischio, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Rende noti gli impianti considerati nell'indagine.
Osserva che l'impianto di incenerimento visitato è stato quello di Brescia, poiché esso dispone della tecnologia adeguata ad uno smaltimento corretto delle farine animali: attualmente esso risulta destinatario del materiale specifico a rischio trattato sul territorio nazionale unitamente ad un altro impianto simile esistente in Sardegna. Per lo smaltimento si fa ricorso a due distinte procedure: nella prima, la più ricorrente, l'incenerimento segue alla fase di trasformazione degli scarti in farine, mentre nella seconda, più costosa, è previsto l'incenerimento diretto degli scarti di macellazione.
È finora evidente l'elevato costo dello smaltimento del materiale specifico a rischio tal quale; non vi è poi un'omogenea distribuzione sul territorio nazionale delle ditte che effettuano operazioni di pretrattamento, quindi con una lievitazione dei costi di mercato e con possibili attività illecite da parte di operatori attratti dal facile business.
Si registra anche una proliferazione delle strutture di stoccaggio degli scarti tal quali, essendo gli impianti di pretrattamento molto distanti dalle zone di produzione; del resto, l'esistenza di numerosi intermediari rende più difficoltoso il controllo sulla movimentazione dei rifiuti di origine animale, con il possibile nocumento della salute pubblica.
Esistono soltanto gli impianti di Brescia e di Cagliari per lo smaltimento finale mediante incenerimento e ciò può dar luogo a comportamenti illegali da parte di operatori senza scrupoli; in tale ambito, va valutato positivamente l'avvio delle farine animali per la distruzione presso cementifici idonei. In Italia devono essere distrutte circa 550 mila tonnellate di farine animali ogni anno, mentre i cementifici hanno una potenzialità di assorbimento di circa 500 mila tonnellate e gli impianti di incenerimento hanno una capacità di sole 170 mila tonnellate.
Presso gli impianti di pretrattamento risultano giacenti notevoli quantitativi di grassi provenienti dal processo di colatura degli scarti animali, per i quali si pongono seri problemi di riutilizzo: la Commissione auspica, a tale riguardo, un pronto intervento governativo con l'emanazione di norme che consentano l'uso dei grassi animali come combustibili presso le centrali termiche.
Quanto ai controlli nella filiera dalla macellazione allo smaltimento finale delle farine animali, osserva che la proliferazione delle fasi di stoccaggio e dei trasporti conseguenti favorisce le violazioni, con conseguenze negative sia sul mercato che sulla salute pubblica.
Esprime anche considerazioni sulla tendenza alla formazione di cartelli tra imprese del settore che operano in distinte aree geografiche. Nel corso dell'audizione del 15 febbraio scorso, il ministro Pecoraro Scanio ed il sottosegretario Fumagalli Carulli hanno fatto cenno alle predette problematiche, mentre il commissario Alborghetti ha convenuto sulla necessità di controlli capillari e sistematici nonché sull'eventuale attivazione del potere straordinario di ordinanza spettante


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alle prefetture per fronteggiare le emergenze e per reprimere qualsiasi tentativo di speculazione.
Sottolinea poi l'impossibilità di ricollegare documentalmente gli scarti di macellazione del capo bovino all'avvenuto smaltimento delle farine, da cui dipende l'incertezza nella stima dei quantitativi totali e la difficoltà di verificare le violazioni.

La Commissione valuta favorevolmente la risposta tempestiva da parte dei competenti Ministeri a fronteggiare l'attuale situazione di emergenza, ma evidenzia le numerose difficoltà di attuazione pratica della normativa esistente, nonché quelle a livello organizzativo e di coordinamento fra le strutture delegate ai controlli: del resto, la collaborazione fra i vari organismi preposti può rendere maggiormente efficace il contrasto di fronte a comportamenti illegali.
Concludendo, sottolinea la necessità di razionalizzare il sistema normativo vigente quando sarà esaurita la fase emergenziale, nonché di raccordare le normative dei singoli Stati europei prevedendo anzitutto una classificazione omogenea dei rifiuti di origine animale: altrettanto positivi sono gli obblighi introdotti dai più recenti regolamenti comunitari, che mirano a garantire la rintracciabilità del prodotto carne e dei suoi sottoprodotti.

Audizione di Willer Bordon, ministro dell'ambiente.

Massimo SCALIA, presidente, invita il ministro a prendere la parola, in particolare sulle problematiche riguardanti il decreto ministeriale sui rifiuti pericolosi e sui tempi necessari alla sua emanazione; chiede anche di esprimere valutazioni sulla classificazione dei rifiuti da impianti di cogenerazione che utilizzano il tar (catrame) come combustibile; chiede infine maggiori specificazioni sull'attuazione del «decreto Ronchi».

Willer BORDON, ministro dell'ambiente, fa presente che è stato predisposto lo schema di regolamento per il recepimento della direttiva comunitaria 99/31 in materia di discariche: è prevedibile che sarà emanato entro il 16 luglio prossimo, termine ultimo stabilito dalla direttiva.
Precisa che lo schema di decreto ministeriale per i rifiuti pericolosi è stato trasmesso alla Commissione europea il 1o dicembre 1999 per acquisire il prescritto parere, di cui alla direttiva 75/442: ciò perché le norme tecniche sul recupero dei rifiuti pericolosi non possono essere adottate dagli Stati membri senza il preventivo parere favorevole dell'apposito comitato. Nella prossima riunione del comitato, prevista per il 28 marzo prossimo, la Commissione europea dovrebbe porre all'ordine del giorno e presentare la propria posizione in merito, che alla luce di quanto concordato dovrebbe essere favorevole all'adozione del decreto ministeriale.
Quanto al tar, si sofferma sulle caratteristiche tecniche e sui processi di lavorazione, specificando che la nuova lista dei rifiuti approvata con la decisione comunitaria 2000/532 chiarisce la classificazione e lo inquadra nell'elenco dei rifiuti pericolosi. Le scorie e le ceneri prodotte dal tar debbono essere classificate come rifiuto pericoloso se dalla caratterizzazione analitica in funzione delle modalità operative di gestione dell'impianto risultino possedere le caratteristiche di pericolosità di cui alla predetta decisione comunitaria: in definitiva, un rifiuto che possiede le caratteristiche di pericolosità previste dalle decisioni comunitarie deve essere classificato rifiuto pericoloso dai singoli Stati.

Giuseppe SPECCHIA (AN) chiede notizie sulla procedure riguardanti le aree dichiarate a rischio ambientale, per le quali sono già stati predisposti i piani di risanamento; se poi a tali piani debbono seguire ulteriori piani particolareggiati, il tempo necessario per giungere alla conclusione si allarga a dismisura. Domanda se per l'area brindisina il Ministero dell'ambiente intenda procedere con le stesse modalità di Porto Marghera.


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Roberto LASAGNA (FI) fa innanzitutto riferimento all'audizione svolta nei mesi scorsi dal sostituto procuratore dottor Franz, che ha illustrato anche facendo ricorso a proiezioni video la situazione relativa alla discarica di Pitelli negli ultimi quarant'anni: emerge un disastro ambientale di dimensioni enormi, che riguarda un'area molto vasta, in cui risiedono circa 200 mila persone. Successivamente il procedimento giudiziario è stato trasmesso ad un altro magistrato della procura di La Spezia, essendo stato trasferito il dottor Franz presso il tribunale di Genova.
Ricorda che l'area di Pitelli è stata inclusa fra i siti che prioritariamente saranno oggetto di procedimenti di bonifica: il Governo deve adottare al più presto tutti i possibili atti affinché la questione giunga a soluzione ed in particolare deve appurare i motivi per i quali in un così lungo arco temporale non si è proceduto da parte degli organi giudiziari.

Giovanni IULIANO (DS) esprime preoccupazione per la grave emergenza manifestatasi in Campania nel ciclo dei rifiuti: la Commissione ha affrontato più volte la questione, con missioni e sopralluoghi, ma ancora non si è giunti a soluzioni soddisfacenti, con grave pericolo fra l'altro per la salute pubblica.
Alcune regioni, quali l'Umbria e l'Emilia Romagna, hanno espresso disponibilità a risolvere temporaneamente le necessità dello stoccaggio dei rifiuti e di questo va dato loro atto: non è però il modo per risolvere il problema, sia per ragioni sanitarie che per i costi enormi che debbono essere affrontati.
Ritiene che il Governo, ed in particolare i ministri Bianco e Bordon, debba adottare tutte le misure che possano valere a rimediare alla grave situazione attuale: in tal modo, si renderà anche difficoltosa l'azione delle organizzazioni criminali, che più volte in passato hanno dimostrato interesse al business derivante dai rifiuti.
Fatto riferimento alle aree campane maggiormente in crisi, precisa che deve essere posta dal Governo la massima attenzione anche in ordine alla situazione di crisi ambientale nell'area del fiume Sarno.

Massimo SCALIA, presidente, fatto cenno all'intervento svolto dal ministro Bordon nel corso del seminario organizzato dalla Commissione sui sistemi di rilevazione e controllo svoltosi lunedì scorso, ritiene che anche per l'area di Brindisi si può ragionevolmente pensare che gli agenti cancerogeni derivanti dai rifiuti industriali possano aver intaccato la falda acquifera, con grave pregiudizio per la salute della popolazione.
Per quanto riguarda la Campania, deve sottolineare l'estrema difficoltà di localizzazione degli impianti, anche quelli di vagliatura e di compostaggio, a causa della netta opposizione dimostrata dalle popolazioni interessate: poiché si pongono anche problemi di efficienza della struttura commissariale, ricorda che nel documento XXIII n. 52, approvato il 21 dicembre scorso, la Commissione invita il Governo a valutare attentamente gli atti posti in essere dai commissari delegati all'emergenza rifiuti, soprattutto quando il commissariamento si protrae, come in Campania, da ben sette anni.

Franco GERARDINI (DS-U) accoglie favorevolmente le notizie fornite dal ministro Bordon sulla prossima emanazione del decreto relativo ai rifiuti pericolosi; auspica che ciò avvenga anche per l'attuazione dell'articolo 18 del «decreto Ronchi» e chiede se il Ministero dell'ambiente abbia assunto una posizione specifica nei confronti della DG 11 comunitaria riguardo al trattamento degli imballaggi, tema trattato nel documento della Commissione XXIII n. 36, approvato il 21 ottobre 1999.

Willer BORDON risponde diffusamente ai quesiti formulati, precisando che le somme destinate alla bonifica dei siti industriali in Puglia raggiungono l'importo di circa 100 miliardi, di cui la maggior parte andranno all'area di Brindisi. Assicura che il Governo in generale, ed il


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Ministero dell'ambiente in particolare, porranno la massima attenzione nel valutare gli atti ed i comportamenti tenuti dalle strutture commissariali per l'emergenza rifiuti nelle regioni meridionali; quella campana è una situazione che presenta aspetti drammatici e che oltrepassa addirittura lo stesso concetto di emergenza, anche perché l'opposizione delle popolazioni locali a qualsivoglia impianto di trattamento dei rifiuti impedisce un approccio logico ai problemi.
Condivide le preoccupazioni espresse dal senatore Lasagna riguardo alla grave situazione ambientale dell'area di Pitelli e ritiene che anche il Ministero della giustizia dovrà svolgere le opportune indagini per appurare eventuale responsabilità nel passato: avverte che nei prossimi giorni sarà approvato il piano generale delle bonifiche, con 90 miliardi destinati alla Liguria, di cui la maggior parte andrà all'area di Pitelli. È in corso l'istruttoria nazionale sul risanamento, nonché le azioni di messa in sicurezza ed il piano di caratterizzazione per comprendere la natura dei materiali presenti nella discarica.
Fornisce infine notizie sulle terre di scavo, nonché sul decreto relativo all'assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti solidi urbani.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE SPECCHIA.

Roberto LASAGNA (FI) ribadisce l'invito al Governo ad adottare decisioni rapide riguardo all'area di Pitelli, per soddisfare fra l'altro le richieste della cittadinanza, che per quarant'anni non hanno trovato risposta.

Willer BORDON ribadisce al senatore Lasagna ed alla Commissione che si adopererà in tutti i modi affinché si faccia luce sulla situazione riguardante l'area di Pitelli. Avverte che invierà alla Commissione una documentazione scritta per integrare le risposte fornite nell'odierna seduta.

Giuseppe SPECCHIA, presidente, ringrazia il ministro Bordon e lo congeda, auspicando che le intenzioni testé manifestate trovino al più presto attuazione.

Seguito dell'esame della proposta di documento sulle tecnologie relative allo smaltimento dei rifiuti ed alla bonifica dei siti contaminati (relatore: senatore Franco Asciutti).

Giuseppe SPECCHIA, presidente, invita il relatore a prendere la parola, anche tenendo conto delle proposte emendative finora presentate.

Franco ASCIUTTI, relatore, giudica assai complesso il testo del documento, che ha richiesto un lavoro approfondito; si dichiara disponibile ad esaminare ogni proposta di modifica che sarà predisposta dai commissari.
Ritiene che, essendosi protratta oltre il previsto l'odierna seduta, il seguito dell'esame possa essere rinviato a domani.

Giuseppe SPECCHIA, presidente, ritiene che, se non vi sono obiezioni, possa essere accolta la richiesta del relatore.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Giuseppe SPECCHIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 22 febbraio 2001, alle ore 12.30, per l'audizione dei rappresentanti della ESSO Italia, nonché del sindaco dell'Aquila e dei rappresentanti dei comitati ambientalisti del territorio aquilano; successivamente, proseguirà l'esame della proposta di documento sulle tecnologie relative allo smaltimento dei rifiuti ed alla bonifica dei siti contaminati, di cui è relatore il senatore Asciutti.

La seduta termina alle 15.15.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.