CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Giovedì 15 febbraio 2001


Sulla pubblicità dei lavori ... 143

Audizione di Alfonso Pecoraro Scanio, ministro delle politiche agricole e forestali, di Ombretta Fumagalli Carulli, sottosegretario di Stato per la sanità, e di Guido Alborghetti, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative volte a fronteggiare le conseguenze della BSE ... 143

Comunicazioni del Presidente ... 147


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di giovedì 15 febbraio 2001


Pag. 143


Giovedì 15 febbraio 2001. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 12.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Alfonso Pecoraro Scanio, ministro delle politiche agricole e forestali, di Ombretta Fumagalli Carulli, sottosegretario di Stato per la sanità, e di Guido Alborghetti, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative volte a fronteggiare le conseguenze della BSE.

Massimo SCALIA, presidente, precisati i compiti della Commissione secondo la legge istitutiva n. 97 del 1997, sottolinea che le odierne audizioni riguardano una materia di grande interesse per l'opinione pubblica e per le istituzioni, che prevede anche alcuni profili riguardanti il ciclo dei rifiuti.
Poiché il ministro Pecoraro Scanio raggiungerà la Commissione fra breve, invita il sottosegretario Fumagalli Carulli a prendere la parola.

Ombretta FUMAGALLI CARULLI, sottosegretario di Stato per la sanità, fa innanzitutto presente che la produzione e la trasformazione dei rifiuti di origine animale sono disciplinate dal decreto legislativo n. 508 del 1992, che recepisce la direttiva comunitaria 90/667: in esso vengono stabilite le norme sanitarie per l'eliminazione, la trasformazione e l'immissione sul mercato di rifiuti di origine animale e la protezione dagli agenti patogeni dei relativi alimenti.
In seguito si sofferma sulle circolari applicative del predetto decreto e sui decreti specifici relativi ad alcuni profili tecnici: il decreto ministeriale 15 maggio 1993, sui sistemi di trattamento dei materiali


Pag. 144

ad alto rischio con l'accertamento dei requisiti microbiologici sul prodotto finito, la circolare del Ministero della sanità 24 maggio 1993, n. 22, per la definizione del campo di applicazione del decreto legislativo n. 508, mentre i materiali di imballaggio rimangono disciplinati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982.
Osserva poi che il decreto del Ministero della sanità 26 marzo 1994 fissa i requisiti che devono essere posseduti dagli automezzi adibiti al trasporto dei rifiuti ad alto e basso rischio, per ottenere l'autorizzazione da parte delle competenti aziende sanitarie locali: la modifica di tale decreto, già firmata dal ministro della sanità, è alla controfirma del ministro dell'ambiente dal 22 novembre 1999.
Quanto alla circolare ministeriale n. 25 del 19 dicembre 1994, in essa vengono elencate le caratteristiche degli automezzi e dei contenitori che trasportano rifiuti di origine animale, nonché le modalità di invio delle carcasse degli animali negli impianti di incenerimento, le modalità di registrazione dell'avvenuto trattamento, e quelle di lavaggio e disinfezione degli automezzi.
Svolte alcune considerazioni sull'attuazione di alcune parti del «decreto Ronchi», precisa che in passato i sottoprodotti di origine animale, non destinati al consumo umano, non dovevano essere eliminati ma utilizzati per l'alimentazione animale, nell'industria agricola come fertilizzanti, nel settore dei pellami e nella produzione di cosmetici: quindi non rifiuti di cui disfarsi, oggetto del «decreto Ronchi», ma materie che rientrano nel ciclo produttivo.
Rileva che l'eliminazione dei prodotti di origine animale ha acquistato, a partire dal 1996, un'importanza notevole anche in relazione alla scoperta della probabile trasmissione del prione attraverso le farine di carne incorporate nei mangimi: i vari comitati scientifici che si sono occupati della materia hanno cercato di disciplinare il settore con la minimizzazione del rischio di trasmissione delle encefalopatie spongiformi. A tale riguardo, dà conto dei provvedimenti emanati per dare attuazione alle decisioni comunitarie.
Rileva che nel corso del 1999 e del 2000 sono state effettuate ispezioni ministeriali in quasi tutti gli impianti previsti nel decreto legislativo n. 508 del 1992, al fine di verificare l'adeguamento alla decisione CEE 96/449 e la validazione dei parametri in essa previsti: su un totale di circa venti impianti, non si sono riscontrate, a parte due casi, gravi inadempienze. Su tale aspetto, presso il Ministero della sanità è in via di elaborazione una relazione riassuntiva, che sarà disponibile nelle prossime settimane.
Riguardo all'attuazione della decisione comunitaria 2000/418 che impone l'eliminazione del materiale a rischio, precisa che le regioni sono state informate circa la necessità di dare ad essa puntuale applicazione. Tenendo conto delle presenti difficoltà organizzative di reperire in tempi brevi impianti di incenerimento, rileva di aver convocato nei mesi scorsi un tavolo tecnico con la partecipazione dei Ministeri dell'ambiente, delle politiche agricole e dell'industria, cui è seguìta l'emanazione dell'ordinanza 13 novembre 2000 a firma del ministro della sanità: in essa, per conseguire un recupero energetico negli impianti di coincenerimento, è previsto un allegato tecnico elaborato dal Ministero dell'ambiente.
A causa delle difficoltà riscontrate nell'applicazione della predetta ordinanza, ricorda che si è verificata un'emergenza sanitaria per l'impossibilità di smaltire il materiale specifico a rischio tal quale oppure pretrattato: tale emergenza ha determinato un eccessivo stoccaggio di materiale specifico a rischio, fino a determinare in alcuni casi la chiusura degli impianti di pretrattamento e quella dei mattatoi.
Con l'ordinanza del ministro della sanità del 3 gennaio scorso, concordata con il commissario straordinario Alborghetti, fra l'altro sono stati obbligati i titolari degli impianti di incenerimento ad accettare per la distruzione il materiale specifico a rischio, sia il tal quale che quello sottoposto a trasformazione preliminare.


Pag. 145


Si sofferma in seguito sul contenuto del decreto-legge n. 1 dell'11 gennaio scorso, per assicurare l'incenerimento oppure il coincenerimento, nonché per definire la procedura relativa all'ammasso pubblico proveniente dalla trasformazione dei prodotti a basso rischio; elenca anche le proposte di modifica al predetto provvedimento, predisposte d'accordo con il commissario Alborghetti.
Successivamente dà conto del decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri il 6 febbraio scorso e pubblicato in data odierna, che prevede misure di sostegno ed agevolazioni per gli operatori coinvolti nell'emergenza BSE, oltre all'inasprimento delle sanzioni previste dalla legge n. 281 del 1961, in materia di mangimi, con la possibile sospensione dell'attività fino al massimo di un anno in caso di violazioni reiterate e , in casi di particolare gravità, il divieto di ottenere nuove autorizzazioni per un periodo di cinque anni.
Fa presente che è in discussione a livello comunitario un nuovo regolamento per sostituire la direttiva 90/667, che stabilisce le norme sanitarie per l'eliminazione, la trasformazione e l'immissione sul mercato di rifiuti di origine animale: dovrà essere operata una distinzione netta fra ciò che deve andare effettivamente alla distruzione, mediante incenerimento e coincenerimento, e ciò che potrà essere invece riutilizzato nella zootecnia, nell'industria farmaceutica, nonché nella produzione di prodotti tecnici e di alimenti per animali d'affezione.
Ritiene che debba essere attentamente considerata la possibilità di ripristinare le sanzioni di natura penale nell'intero settore dei mangimi e dei farmaci utilizzati in zootecnia, nonché nel settore dei residui: è certo che essi incidono fortemente sulla salute pubblica.
Conclude rilevando la necessità del corretto funzionamento dei predetti settori, che debbono essere considerati nevralgici per la tutela dei consumatori, e del potenziamento dei servizi veterinari centrali e regionali: anche i servizi ispettivi della Commissione europea hanno evidenziato carenze di personale per il coordinamento e la vigilanza.

Giovanni IULIANO (DS) apprezza l'azione finora predisposta dal Governo per risolvere concretamente le problematiche connesse all'emergenza della BSE, osservando che la normativa vigente appare sicuramente sufficiente per permettere la continuità e l'efficacia delle relative attività.
Chiede quali siano le caratteristiche dei sistemi di controllo che il Governo intende definire a livello territoriale.

Giovanni LUBRANO di RICCO (Verdi-U) ritiene notevole il numero delle norme vigenti in materia: sarebbe forse opportuno ipotizzare nel prossimo futuro un testo unico per rendere a tutti più facilmente consultabile il loro contenuto.
Chiede quali siano le iniziative governative per contrastare la proliferazione dei mattatoi clandestini, specie in alcune regioni «a rischio», come la Campania.
Ritiene che, anche nel settore degli scarti di macellazione e delle farine animali, sia necessario prevedere apposite norme nel diritto penale per stroncare i comportamenti illeciti, sempre più frequenti ed aggressivi.

Massimo SCALIA, presidente, chiede di conoscere quali siano gli organismi che debbono effettuare i controlli, a partire dalla macellazione fino all'incenerimento; chiede anche notizie sugli standards di qualità nonché un elenco dei relativi impianti, anche in considerazione della carenza riscontrata nelle regioni centro-meridionali.
Ricorda che la Commissione, fin dal 1998, ha approvato un documento per l'introduzione del delitto ambientale nel codice penale: esso non ha purtroppo avuto finora seguito, anche se le emergenze finora verificatesi dimostrano sempre più la necessità di sanzionare penalmente i comportamenti gravemente illeciti in ordine alla tutela dell'ambiente.


Pag. 146

Ombretta FUMAGALLI CARULLI risponde dettagliatamente alle domande formulate, precisando che i controlli sono affidati ai servizi veterinari della aziende sanitarie locali ed alle agenzie regionali di protezione dell'ambiente. Precisa inoltre che è stato dato incarico ai nuclei antisofisticazione dell'Arma dei carabinieri di intensificare i controlli: nonostante ciò, si assiste ad un incremento dei comportamenti illeciti nel settore. Si dichiara d'accordo sulle preoccupazioni testé espresse in ordine all'eccessivo numero delle norme vigenti.
Fatti conoscere gli studi per giungere alla costruzione di nuovi forni al fine di pervenire all'eliminazione delle farine animali, assicura che renderà disponibile nei prossimi giorni un elenco completo degli inceneritori presenti nelle varie aree territoriali.

Massimo SCALIA, presidente, invita il commissario Alborghetti a prendere la parola, in particolare su alcuni aspetti tecnici del processo di incenerimento e sulle remunerazioni connesse all'intera filiera.

Guido ALBORGHETTI, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative volte a fronteggiare le conseguenze della BSE, rileva innanzitutto che, nell'attuale momento emergenziale, appare assai difficile prevedere una stima della quantità di rifiuti prodotti.
Svolte diffuse considerazioni sulle varie ipotesi connesse alla quantità totale degli scarti di macellazione e delle proteine trasformate, si sofferma dettagliatamente sul contenuto del decreto-legge n. 8 del 2001 pubblicato in data odierna: il numero degli inceneritori arriva a 42, anche se deve tenersi conto che essi già funzionano per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Ritiene quindi che i cementifici - circa 60 - possano essere ampiamente utilizzati e che è questa la direzione cui devono essere rivolti gli sforzi del Governo: probabilmente quelli aventi le caratteristiche adeguate per procedere allo smaltimento sono 46 o 47 e raggiungono una capacità complessiva di almeno 500 mila tonnellate annue.
Osserva che i controlli nelle varie aree territoriali debbono essere sistematici ed omogenei: farà pervenire alla Commissione una nota relativa al coordinamento del settore da attuare nel prossimo futuro. Si sofferma infine sulle caratteristiche di un prototipo di forno mobile predisposto dall'ENEA, utilizzabile anche per il tal quale.

Massimo SCALIA, presidente, non ritiene praticabile la via dei forni mobili, mentre si dichiara del tutto d'accordo sull'utilizzo dei cementifici; chiede che vengano forniti al più presto alla Commissione alcuni dati sugli aspetti tecnologici degli incenerimenti.
Invita il ministro Pecoraro Scanio a prendere la parola.

Alfonso PECORARO SCANIO, ministro delle politiche agricole e forestali, rileva dapprima che la circolare dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura n. 1359 del 19 gennaio scorso contiene un elenco degli impianti di smaltimento esistenti. Si dichiara in ogni caso favorevole all'utilizzo dei cementifici, in armonia del resto con quanto avviene in altri Paesi europei: essi possono fruire di appositi contributi, anche se deve riconoscersi che non tutti quelli esistenti possiedono le caratteristiche necessarie. Deve poi essere valutata l'opportunità di acquisire, in tempi il più possibile brevi, il consenso delle popolazioni residenti nei pressi degli impianti.
Espressa contrarietà alla costruzione di inceneritori ad hoc per fronteggiare l'emergenza BSE, rileva che devono essere distrutte circa 550 mila tonnellate di farina l'anno e che i cementifici hanno una potenzialità di assorbimento di circa 500 mila tonnellate, mentre gli impianti di incenerimento possono distruggere circa 170 mila tonnellate.
Si sofferma poi sulle particolari problematiche connesse allo smaltimento del grasso e del sangue degli animali. Per lo smaltimento del sangue esistono in Italia


Pag. 147

due soli impianti, ma l'intenzione è di apportare modifiche al decreto-legge n. 1 del 2001 per permettere accordi di filiera in vista di soluzioni adeguate. Per quanto riguarda il grasso, i costi dello smaltimento sono compresi nella cifra che viene riconosciuta per le farine: si dovrebbe passare dalle 726 mila lire a circa 1.450.000 la tonnellata e ciò dovrebbe rendere appetibile lo smaltimento, anche considerando che il grasso può essere usato per autoconsumo energetico. Il Ministero dell'ambiente, di concerto con il Ministero della sanità, sta predisponendo una circolare in materia.
Esprime diffuse considerazioni sul contenuto del decreto-legge n. 1 del 2001, in particolare sulle farine animali a basso e ad alto rischio: si assiste al fiorire di attività speculative nel settore ed è quindi importante prestare la massima attenzione per giungere a soluzioni soddisfacenti. Se dovesse prospettarsi la necessità, potrebbe essere presa in considerazione la possibilità di far ricorso ai poteri di ordinanza attribuiti al commissario straordinario Alborghetti.

Roberto NAPOLI (UdeuR) si sofferma sullo studio compiuto dall'università di Messina in merito alle caratteristiche del procedimento di ossidodistruzione, di cui sembrerebbe possibile l'utilizzo anche al fine di evitare l'incenerimento: è necessario che il Governo promuova ogni possibile azione per favorire la ricerca e quindi permettere ai giovani ricercatori di trovare le condizioni più adatte in Italia per portare avanti il loro lavoro.

Massimo SCALIA, presidente, fa presente che del procedimento testé citato si dà conto nel documento sulle tecnologie, di cui è relatore il senatore Asciutti, attualmente all'esame della Commissione.

Guido ALBORGHETTI risponde diffusamente, osservando in particolare che deve ancora essere risolta la questione della definizione di rifiuto e che i cementifici non hanno residui di combustione: vi sono quindi le garanzie di natura ambientale per iniziare ad utilizzarli per lo smaltimento.

Ombretta FUMAGALLI CARULLI presenta un elenco degli impianti di pretrattamento autorizzati dal Ministero della sanità, mentre gli inceneritori sono autorizzati e controllati dal Ministero dell'ambiente.

Alfonso PECORARO SCANIO ribadisce che il Governo farà quanto possibile per rimediare agli inconvenienti conseguenti all'emergenza BSE.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia gli intervenuti e li congeda, invitandoli a far pervenire nelle prossime settimane le integrazioni che si renderanno disponibili.

Comunicazioni del Presidente

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi lunedì prossimo, 19 febbraio 2001, alle ore 14.30, per ascoltare i presidenti dell'Associazione nazionale grassi animali e dell'Associazione nazionale fra i produttori di alimenti zootecnici.

La seduta termina alle 14.20.

N.B.: Il resoconto stenografico sarà pubblicato in un fascicolo a parte.