CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 10 gennaio 2001


Sulla pubblicità dei lavori ... 112

Esame della proposta di relazione sul Veneto e Friuli-Venezia Giulia (relatori: on. Copercini ed on. Marengo) ... 112

Comunicazioni del Presidente ... 114

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 10 gennaio 2001


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Mercoledì 10 gennaio 2001. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Esame della proposta di relazione sul Veneto e Friuli-Venezia Giulia (relatori: on. Copercini ed on. Marengo).

Massimo SCALIA, presidente, formula gli auguri per il nuovo anno ai commissari, ai collaboratori ed agli uffici di segreteria della Commissione.
Avverte che uno dei due relatori, il deputato Copercini, è impegnato in altra sede parlamentare; dà quindi la parola all'altro relatore, il deputato Marengo.

Lucio MARENGO (AN), relatore, ringrazia innanzitutto il Presidente, i collaboratori e l'intera segreteria per l'ottimo lavoro svolto dall'inizio dell'attività della Commissione, che ha permesso fra l'altro di svolgere un'efficace azione di denuncia presso tutti gli organismi interessati, sia nazionali che locali, al fine di contrastare i numerosi illeciti riscontrati nel ciclo dei rifiuti.
Prima di passare all'illustrazione della bozza in titolo, sottolinea con forza quanto riscontrato nel corso dell'attività della Commissione circa il disinteresse, e talora la complicità, di alcune amministrazioni locali nella gestione complessiva dell'intero settore relativo ai rifiuti.
Quanto al Veneto e Friuli-Venezia Giulia, precisa che, data la continuità territoriale e di problematiche nelle due regioni, la Commissione ha ritenuto di predisporre un'unica relazione: esse mostrano


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analogie dal punto di vista del tessuto industriale e da quello dell'aggressione criminale, poiché si sta dipanando una direttrice nord-nord degli smaltimenti illeciti. Ricorda poi che la Commissione ha effettuato alcune missioni nelle due regioni, con sopralluoghi ed audizioni presso le prefetture di Venezia e di Trieste.
Quanto alla pianificazione, osserva che è stato riscontrato un buon livello normativo della regione Veneto, dotatasi in tempi recentissimi di un nuovo strumento gestionale: dichiarata conclusa l'attività del precedente piano regionale risalente al 1988, si è intrapresa la strada, indicata dal «decreto Ronchi», degli ambiti territoriali ottimali, preferibilmente coincidenti con il territorio provinciale.
Precisa che negli ultimi anni il Veneto ha fatto registrare notevoli progressi riguardo alla raccolta differenziata: infatti, secondo i dati disponibili, circa il venti per cento dei rifiuti solidi urbani è recuperato o inviato all'incenerimento; la situazione è comunque variegata, essendovi punte di eccellenza nella provincia di Treviso e di arretratezza in quella di Rovigo, dove la raccolta differenziata non supera il sette per cento.
Circa i rifiuti industriali, osserva che il Veneto è la regione con la maggiore produzione pro capite soprattutto per la presenza di un polo come Porto Marghera: complessivamente in Veneto sono prodotti annualmente circa sei milioni di tonnellate di rifiuti speciali, compresi quelli pericolosi, che vengono smaltiti quasi integralmente nelle discariche e nei termodistruttori presenti sul territorio regionale, mentre una parte marginale è destinata al recupero.
Il Friuli-Venezia Giulia si presenta più omogeneo circa la gestione dei rifiuti solidi urbani, con una media di circa il tredici per cento per la raccolta differenziata, con punte che si avvicinano al quindici per cento nelle province di Gorizia ed Udine. Rileva che la pianificazione regionale risale a una legge del 1987, modificata da normative successive per adeguarla e renderla sufficientemente omogenea al quadro nazionale e comunitario.
Quanto ai rifiuti speciali, il Friuli-Venezia Giulia presenta un'elevata produzione pro capite, che però in termini assoluti raggiunge circa un milione di tonnellate di residui ogni anno, che vengono inviati agli impianti regionali, dove risultano trattate circa quattrocentomila tonnellate di rifiuti in più rispetto alla produzione, indice di una ricezione di rifiuti prodotti in altre aree.
I sopralluoghi della Commissione hanno avuto per oggetto il petrolchimico di Porto Marghera, i termodistruttori di Padova e Trieste, nonché l'impianto di compostaggio di Udine, oltre particolari aree dove sono stati sversati illecitamente i rifiuti, come il sito Geotecas di Rovigo, quello ex Esso di Trieste e la discarica abusiva di Savogna d'Isonzo. È stato anche visitato il territorio del comune di Firmano, dove si registra una concentrazione di discariche probabilmente unica in Italia.
Riguardo alla gestione illecita dei rifiuti, sottolinea che i territori delle due regioni vengono attualmente utilizzati per la realizzazione di vere e proprie discariche abusive: è comunque allarmante il fatto che in tali traffici risultano implicati personaggi collegati con la criminalità organizzata, in particolare con la 'ndrangheta calabrese.
Risulta poi che il Friuli-Venezia Giulia è un'area di passaggio per prodotti provenienti dall'Europa orientale, ad esempio rottami metallici, in diverse occasioni contaminati radioattivamente: se ai valichi maggiori la situazione appare sotto controllo, anche grazie ad accordi specifici con la Croazia e la Slovenia, rimane difficile la situazione dei valichi minori, che non vengono presidiati durante la notte e con i cancelli che restano praticamente aperti.
Per quanto riguarda Porto Marghera, la Commissione ha seguìto con attenzione le indagini giudiziarie relative alla presenza di numerose discariche abusive, nonché all'individuazione di discariche in


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laguna di materiali altamente tossici: i procedimenti penali in corso vedono coinvolti gli esponenti delle società interessate, che tuttora operano nel polo industriale, e nei quali l'accertamento delle responsabilità è reso oltremodo difficile dalla continua evoluzione societaria fatta registrare di recente dal settore chimico. Sembra tuttavia appurato che le aziende operanti a Porto Marghera in passato erano a conoscenza dei rischi connessi con le lavorazioni effettuate e con la gestione irregolare dei residui.
Riguardo all'area ex Esso di Trieste, precisa che non è operativa da diversi anni e che non sono più presenti in superficie i resti della raffinazione durata quasi un secolo: tali resti sono invece evidenti confrontando le diverse carte topografiche, da cui si rileva che il continuo utilizzo del bacino per le attività di smaltimento ha allontanato la battigia di alcune decine di metri. Vi sono poi ingenti quantitativi di residui catramosi allo stato semiliquido in alcune vasche naturali e manca un'analisi dei residui nel sottosuolo e nelle tubature ancora presenti: la Commissione ritiene necessario esaminare attentamente la situazione, dovendosi tener conto anche della presenza di numerosi residui bellici inesplosi.
Afferma che, dal punto di vista gestionale e pianificatorio, le due regioni presentano uno standard sicuramente superiore alla media nazionale: esistono tuttavia alcuni punti critici, a causa degli smaltimenti illeciti e dell'irregolare gestione dei rifiuti di origine industriale.
La Commissione sollecita una più attenta vigilanza sull'intero territorio, visti anche i rischi di infiltrazione criminale collegati agli smaltimenti illeciti; per i rifiuti industriali dovranno essere gli organi amministrativi a svolgere una continua attività di vigilanza, considerata anche la presenza di situazioni macroscopiche come Porto Marghera.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia il relatore per la concisione e la chiarezza dell'esposizione ed avverte che la bozza in esame sarà inviata domani a tutti i commissari, in modo che, nella seduta di mercoledì prossimo, 17 gennaio, potrà avere inizio la discussione.

Comunicazioni del Presidente.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo, 17 gennaio 2001, alle ore 13.30, per ascoltare il prefetto di Massa Carrara e per proseguire l'esame della proposta di relazione sul Veneto e Friuli-Venezia Giulia; nella seduta del 18 gennaio, sempre alle ore 13.30, sarà ascoltato il ministro dell'ambiente.

La seduta termina alle 14.15.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'Ufficio di Presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.45.