CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Martedì 12 dicembre 2000


Sulla pubblicità dei lavori. ... 117

Audizione di Carlo Ferrigno, prefetto di Napoli, di Enrico Laudanna, prefetto di Salerno, di Raffaele Vanoli e Giulio Facchi, vicecommissario e subcommissario per l'emergenza rifiuti della regione Campania. ... 117

Audizione di Stefano Narduzzi, prefetto di Brindisi, di Nicola Frucis, presidente della provincia di Brindisi, e di Giovanni Antonino, sindaco di Brindisi. ... 121

Comunicazioni del Presidente. ... 123


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di martedì 12 dicembre 2000


Pag. 117


Martedì 12 dicembre 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Carlo Ferrigno, prefetto di Napoli, di Enrico Laudanna, prefetto di Salerno, di Raffaele Vanoli e Giulio Facchi, vicecommissario e subcommissario per l'emergenza rifiuti della regione Campania.

Massimo SCALIA, presidente, riferendosi all'ordinanza commissariale per l'emergenza rifiuti riguardo alla regione Campania, svolge alcune considerazioni sull'esperienza del commissariamento finora acquisita ed invita il dottor Ferrigno a prendere la parola, in particolare sugli aspetti operativi e sulle possibili proposte.

Carlo FERRIGNO, prefetto di Napoli, ricorda innanzitutto che, in relazione a quanto previsto dall'ordinanza del ministro dell'interno n. 3032 del 21 dicembre 1999, è stato nominato un apposito gruppo tecnico con il compito di individuare i limiti dell'utilizzo delle discariche attualmente in funzione; è stata quindi disposta la prosecuzione dello smaltimento per le nove discariche in esercizio nell'intera regione che, al 31 marzo scorso, avevano quasi interamente esaurito la possibilità di utilizzo.
Non può non sottolineare che negli ultimi mesi sono aumentati il disagio e le proteste della popolazione e degli amministratori locali per sollecitare l'immediata chiusura degli impianti. Fornisce informazioni


Pag. 118

sulle caratteristiche dello smaltimento in sopraelevazione e sulle relative difficoltà gestionali.
Inoltre, la prosecuzione dell'attività di smaltimento comporta il rinvio delle attività di bonifica già programmate, con il sigillo della discarica e la captazione del biogas: è emerso, dai sopralluoghi tecnici di recente effettuati, che l'intero sistema potrà subire un grave collasso, con imprevedibili ripercussioni sotto il profilo geo-ambientale, se sarà condotto oltre i limiti accettabili di tollerabilità e sicurezza.
Osserva che anche la giurisdizione amministrativa, prendendo spunto dalle iniziative recenti in materia, pur riconoscendo che non sembra venuto meno l'interesse pubblico a garantire lo smaltimento di rifiuti sulla base dei provvedimenti del prefetto delegato, ha fatto presente che non sembra ipotizzabile una proroga oltre il 31 dicembre prossimo; anche l'avvocatura distrettuale dello Stato ha sollecitato l'adozione di misure definitive ed alternative alle discariche, non essendo prospettabile un esito altrettanto favorevole nel caso di un'impugnativa giurisdizionale di ulteriori futuri provvedimenti di proroga dell'esercizio degli impianti.
Sottolinea che gli impianti di termovalorizzazione e per la produzione di combustibile derivato dai rifiuti, che sarebbero dovuti entrare in funzione entro la fine del mese in corso, stanno subendo ritardi per ripensamenti ed opposizioni da parte degli amministratori locali nonché delle forze politiche e sociali: gli impianti di cdr entreranno quindi in esercizio presumibilmente entro il luglio 2001 per le province di Avellino, Caserta e Napoli, entro l'aprile 2002 per la provincia di Benevento ed entro il giugno 2002 per la provincia di Salerno, sempre che sia individuata la localizzazione dell'impianto.
Conclude fornendo dettagliate informazioni sulle discariche in attività, nei comuni di Ariano Irpino, San Bartolomeo in Galdo, Benevento, Santa Maria la Fossa, Tufino, Giugliano, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano e Polla.

Enrico LAUDANNA, prefetto di Salerno, consegna alla Presidenza una relazione sull'emergenza rifiuti nella provincia di Salerno, con dieci documenti allegati.
Osserva che sono trascorsi quasi sette anni dall'inizio dell'emergenza in Campania per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con un doppio regime di intervento straordinario: al prefetto di Napoli il potere di adottare i provvedimenti di estrema urgenza per le situazioni più a rischio ed al presidente della giunta regionale il compito di delineare le iniziative per il superamento dell'emergenza con l'adozione del piano territoriale per lo smaltimento dei rifiuti.
Si sofferma ampiamente sulla gestione complessiva del ciclo dei rifiuti nella provincia di Salerno, rilevando che la situazione appare difficile a causa della saturazione delle discariche attualmente in esercizio e considerando che il protrarsi dello stato di emergenza ha provocato reazioni di intolleranza nelle aree in cui erano state insediate le discariche ed in quelle in cui erano stati individuati i siti per realizzarne di nuove.
Precisa le caratteristiche delle discariche per le quali non è potuta proseguire la completa messa in opera.
In ordine alla discarica di Parapoti, nel comune di Montecorvino Pugliano, fa presente che entro il prossimo 31 dicembre sarà raggiunta la quota di smaltimento prevista dal progetto originario: quindi, l'impianto non potrà essere più utilizzato, come del resto è riportato nell'ordinanza del 19 luglio scorso con la quale il TAR di Salerno, respingendo la domanda di sospensione dell'esecuzione presentata dall'amministrazione comunale avverso i provvedimenti del commissario delegato, osserva come non ipotizzabile una proroga.
Fa conoscere dettagliatamente l'esatta cronologia dei recenti eventi riferiti alla discarica di Parapoti, sottolineando le ipotesi alternative in considerazione della sua possibile chiusura.
All'inizio del novembre scorso, il comune di San Cipriano Picentino ha dichiarato la disponibilità ad ospitare un


Pag. 119

impianto di produzione del cdr, in un'area distante dal centro abitato e geologicamente idonea; nelle ultime settimane si è registrato un sensibile incremento delle iniziative dei vari organismi interessati nonché dell'attenzione pubblica e delle reazioni delle parti sociali.
Il 30 novembre scorso, il subcommissario per l'emergenza rifiuti dottor Facchi ha incontrato una rappresentanza dei 49 comuni del consorzio Salerno 4 e dell'amministrazione provinciale, caldeggiando l'individuazione di un sito per il processo di vagliatura - separazione secco/umido - dei rifiuti; nello stesso periodo i comitati delle «mamme antidiscarica», che presidiano il sito di Parapoti, hanno bloccato l'accesso dei compattatori all'impianto, provocando l'intervento del NOE e l'attenzione della procura della Repubblica.
Dopo la proposta di localizzare il sito di vagliatura nel comune di Giffoni Valle Piana, sono seguiti altri incontri per mettere a punto le procedure ed il sindaco di tale comune ha ricevuto minacce per dissuaderlo dal realizzare l'ipotizzato impianto: a ciò sono seguite interrogazioni al Governo e riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Infine, un comitato formato dai sindaci di Battipaglia, Bellizzi, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano e Giffoni Valle Piana ha chiesto la definitiva chiusura delle discariche di Parapoti e di Sardone, nonché la cessazione dei poteri straordinari commissariali.
Il consiglio provinciale di Salerno, l'11 dicembre scorso, ha approvato all'unanimità il piano provinciale per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, per il quale sono stati consultati le associazioni interessate, i consorzi di bacino ed i sindaci.
Conclude esaminando le varie ipotesi che possono delinearsi e ritenendo che la soluzione dell'emergenza rifiuti vada ricercata in un ciclo integrato della raccolta e dello smaltimento, con sinergie operative e strategie sociali facilmente applicabili in ambito locale ma ben difficilmente - comunque, a costi molto elevati - trasferibili in ambiti maggiori.

Raffaele VANOLI, vicecommissario per l'emergenza rifiuti della regione Campania, espone dettagliatamente alcune note sulle tematiche e sul programma transitorio di gestione dell'emergenza rifiuti, precisando che il 21 aprile 1999 si è tenuta una riunione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri in cui è stato stabilito che il commissario delegato si sarebbe impegnato a realizzare gli impianti di produzione del cdr entro 24 mesi e che si sarebbe dovuto assicurare il coordinamento tra la messa in funzione di tali impianti e la chiusura delle discariche attraverso l'avvio di due ulteriori discariche.
La gara di affidamento del servizio e di realizzazione degli impianti, espletata nel dicembre 1998, prevedeva le procedure per l'aggiudicazione e per la redazione dei progetti e dei pareri di compatibilità ambientale, gli accordi di programma con i Ministeri dell'ambiente e dell'industria, nonché il contratto con l'organismo affidatario: in merito a tali punti, elenca dettagliatamente i provvedimenti finora adottati, soffermandosi in particolare sul contenuto dell'ordinanza ministeriale n. 3060 del 2 giugno scorso, che ha abrogato l'accordo di programma, e sul contratto stipulato per la provincia di Napoli il 7 giugno scorso.
Osserva in seguito che sono in costruzione ed in corso di realizzazione quattro impianti di produzione del cdr - Caivano, Tufino, Avellino e Santa Maria Capua Vetere - mentre per l'impianto di Giugliano sono sorte difficoltà per l'avvio dei lavori, che dovrebbero iniziare nei prossimi giorni. È poi in corso di approvazione il progetto per l'inizio dei lavori nell'impianto di Casalduni, in provincia di Benevento.
Fornisce successivamente dettagliate notizie sulla localizzazione dell'impianto per la produzione di cdr nella provincia di Salerno, specificando che il 19 giugno scorso presso la presidenza della giunta regionale campana si sono incontrati i rappresentanti degli organismi interessati ed è stata dimostrata la disponibilità dei comuni di Salerno, Pontecagnano e Serre


Pag. 120

ad ospitare l'impianto di cdr; in seguito, sono state ritirate le candidature di Salerno e Pontecagnano, mentre per Serre si sarebbero dovuti definire alcuni interventi per l'eliminazione del rischio idraulico ipotizzato dall'autorità del bacino interregionale del Sele.
È stata poi individuata una localizzazione nel comune di San Cipriano Picentino, con sopralluoghi e soluzioni formulate d'accordo con l'ANAS e con il dipartimento trasporti dell'Università di Napoli: si può quindi affermare che gli impegni presi dalla struttura commissariale il 21 aprile 1999 sono stati in gran parte rispettati. È stato anche dato grande impulso alla raccolta differenziata.

Giulio FACCHI, subcommissario per l'emergenza rifiuti della regione Campania, svolge innanzitutto alcune considerazioni sull'attività dell'organismo commissariale per l'intero territorio regionale, soffermandosi in seguito sullo scenario relativo al sistema impiantistico per ciascuna provincia; formula anche alcune valutazioni riguardo alle attività commissariali nel periodo compreso tra la chiusura definitiva delle discariche attuali e l'entrata in funzione degli impianti di cdr.
Ritiene che, in particolare nelle province di Napoli e Salerno, si stia verificando una condizione di «emergenza nell'emergenza», mentre nelle altre province lo sviluppo della raccolta differenziata e l'esercizio da parte del prefetto di Napoli dei poteri di cui all'ordinanza ministeriale n. 3032 del 1999 possano risultare sufficienti affinchè la durata delle discariche coincida con l'entrata in servizio degli impianti: in ogni caso, è necessario in ciascuna provincia nei prossimi mesi prevedere i giacimenti per le discariche per il sovvallo, gli stoccaggi provvisori e le aree di trasferenza.
Svolte considerazioni sulla raccolta differenziata della parte umida in riferimento soprattutto alle province di Salerno e di Napoli, fa presente che si è chiusa la gara per la costruzione di diciotto impianti di compostaggio, che potrebbero entrare in funzione entro i prossimi novanta giorni.
Appare evidente che la scelta di ricorrere al sistema di vagliatura risulta una scelta obbligata per promuovere in breve tempo un sistema industriale e integrato dei rifiuti, tenendo anche conto della necessità di salvaguardare i livelli occupazionali.
Ribadisce in conclusione l'assoluta emergenza attuale, che potrà essere affrontata solo con poteri straordinari e di concerto fra tutti gli organismi istituzionali interessati: sono necessarie attività immediate per accelerare lo sviluppo della raccolta differenziata e la definizione degli impianti di vagliatura, mentre dovrà essere emanata un'ordinanza ministeriale per la proroga dell'emergenza e la definizione di poteri ulteriori, per autorizzare in particolare i siti di vagliatura e di allocazione della frazione organica stabilizzata. Tali attività andrebbero comunque poste in essere nelle aree dove non è più possibile proseguire con le azioni definite nell'ordinanza ministeriale n. 3031 del 2000 di sopraelevazione delle discariche attuali.

Lucio MARENGO (AN) ritiene sconcertante il fatto che, dopo tanti anni, ancora non siano stati programmati interventi per una soluzione definitiva delle emergenze riguardanti il ciclo dei rifiuti finora denunciate: è necessario avviare al più presto le operazioni di bonifica e messa in sicurezza, anche per rispondere concretamente alle esigenze manifestate dalla popolazione e dalle amministrazioni locali riguardo alla salvaguardia ambientale ed alla salute pubblica.
Ritiene che, in base alle esperienze acquisite dalla Commissione nonchè alle denunzie formulate dagli organismi locali e dalle popolazioni interessate, possa essere accresciuta la convinzione che l'esperienza del commissariamento non potrà continuare con le modalità finora delineate, ma che avrà bisogno, per incidere


Pag. 121

effettivamente sulle diverse realtà, di essere dotata di poteri ben più ampi di quelli attuali.

Giovanni IULIANO (DS) valuta sicuramente utile un approfondimento delle tematiche affrontate nell'odierna seduta, anche in vista dell'approvazione del documento della Commissione che si occupa dell'istituto del commissariamento per l'emergenza rifiuti.
Ricorda che l'allarme relativo alla regione Campania, ed alla provincia di Salerno in particolare, è stato amplificato da alcune interrogazioni parlamentari e da molti articoli apparsi sulla stampa: in ogni caso, osserva che il commissario delegato dovrà adottare decisioni immediate per risolvere i drammatici problemi sul tappeto.
Precisato che l'amministrazione comunale di Salerno ha offerto la disponibilità per ospitare sul territorio alcuni impianti di compostaggio, chiede quando potranno entrare in esercizio quelli in precedenza delineati per le province di Salerno e di Napoli; chiede anche delucidazioni sulla situazione complessiva relativa al bacino Salerno 4, che incide direttamente sull'equilibrio geo-ambientale del parco del Cilento.
Chiede infine quali siano gli ostacoli per giungere all'emanazione dell'ordinanza ministeriale cui si è fatto in precedenza cenno: auspica che la Commissione possa eventualmente intervenire per sollecitare la conclusione del relativo iter.

Paolo RUSSO (FI) svolge innanzitutto diffuse considerazioni sulle procedure finora adottate per avviare a soluzione le drammatiche attuali problematiche.
Chiede maggiori delucidazioni sulle procedure definite ed in corso di definizione per giungere alla localizzazione degli impianti di compostaggio e di vagliatura.
Esprime forti preoccupazioni per l'allarme suscitato presso la popolazione e presso le amministrazioni locali dalle decisioni della struttura commissariale campana: si svolgono addirittura «ronde», formate da cittadini e da vigili urbani, per impedire l'allocazione sul territorio degli impianti.
Conclude rivolgendo al dottor Facchi ed al professor Vanoli ulteriori domande sulle procedure volte ad individuare i siti di smaltimento.

Massimo SCALIA, presidente, ritiene che le considerazioni finora esposte possano essere eventualmente inserite nelle valutazioni conclusive del documento sull'istituto del commissariamento in esame da parte della Commissione, che sarà approvato nelle prossime settimane.

Giuseppe SPECCHIA (AN) si dichiara d'accordo sull'inserimento nel documento sul commissariamento, di cui è relatore, di alcune osservazioni formulate nell'odierna seduta.
Ritiene in generale, anche in base alle notizie avute dagli auditi, che le decisioni sulla localizzazione degli impianti relativi al ciclo dei rifiuti debbano essere sempre sostenute dal consenso delle popolazioni interessate.
Riferendosi alle emergenze in precedenza citate, chiede maggiori delucidazioni sulle possibili procedure alternative.

Raffaele VANOLI risponde dettagliatamente ai quesiti ed alle richieste di chiarimento testé formulati.

Giulio FACCHI risponde alle domande sotto il profilo più specificamente tecnico e fornisce approfondite delucidazioni sulle caratteristiche degli impianti di vagliatura nonché sulla situazione relativa al bacino Salerno 4.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia gli intervenuti e li congeda.

Audizione di Stefano Narduzzi, prefetto di Brindisi, di Nicola Frucis, presidente della provincia di Brindisi, e di Giovanni Antonino, sindaco di Brindisi.

Massimo SCALIA, presidente, ricorda che, nel corso dei sopralluoghi e delle


Pag. 122

audizioni svolti in Puglia, la Commissione si è resa conto di alcune difficoltà relative allo smaltimento dei rifiuti nella regione, in particolare nella provincia di Brindisi.
Fa presente che il commissario delegato all'emergenza rifiuti, presidente della giunta regionale, non è potuto intervenire all'odierna seduta per impegni sopravvenuti del suo ufficio.
Invita il presidente Frucis a prendere la parola, osservando che le valutazioni che emergeranno dall'odierna seduta potranno essere inserite nel documento sul commissariamento attualmente in esame.

Nicola FRUCIS, presidente della provincia di Brindisi, afferma innanzitutto che un commissariamento che dura da sei anni non può essere definito straordinario: è quindi necessario analizzare le cause che hanno determinato tempi così lunghi e la mancata soluzione dei problemi sul tappeto, sia in ordine ai rifiuti in generale sia riguardo alla gestione delle acque.
Ritiene che le ordinanze finora succedutesi abbiano determinato molta confusione, essendo stato conferito dapprima un ruolo alle province, in seguito non più confermato.
Osserva che complessivamente la situazione non presenta aspetti di assoluta drammaticità, ma va sicuramente posta sotto controllo, in particolare riguardo ai rifiuti solidi urbani.

Stefano NARDUZZI, prefetto di Brindisi, precisa che il suo incarico riguarda i rifiuti solidi urbani.
Ricorda che è stato autorizzato l'esercizio di una discarica a titolarità e gestione pubblica affidata a tutti i comuni della provincia di Brindisi, con un comitato di gestione composto da dieci sindaci: ciò è apparso un discreto risultato, tenuto conto che fino ad alcuni mesi fa non era stata delineata alcuna soluzione.
Vi è stato, fra l'altro, un notevole abbattimento dei costi, compresa la quota destinata all'accantonamento per proseguire la costruzione della discarica; in una riunione con il comitato di gestione nonché con i rappresentanti regionali e provinciali è stato stabilito di chiedere all'organismo tecnico della provincia di verificare le possibilità alternative, mentre alla regione è stato chiesto di verificare se sia il caso di conferire i rifiuti fuori dalla provincia, essendo entrata in funzione una discarica a Cavallino, in provincia di Lecce.

Giovanni ANTONINO, sindaco di Brindisi, fa presente che il commissariamento ha rappresentato per Brindisi una soluzione patologica, essendo stato commissariato anche il comune, oltre la regione, almeno riguardo alle competenze in materia di rifiuti: ciò perché nella fase di individuazione dei siti fu individuata nel 1994 un'area senza una specifica indicazione delle parti interessate, per cui provvide un commissario nominato dal presidente della regione.
Precisato che la legge regionale prevedeva un consorzio di comuni per la costruzione e la gestione degli impianti e che tale consorzio non fu costituito, sottolinea che, se non si fosse costituito il consorzio, si prevedeva che dovesse provvedere il comune.
Fa poi presente che il comune ha chiesto ed ottenuto dai fondi CIPE un finanziamento di ventisette miliardi per un impianto di trattamento integrale dei rifiuti: urbani, inerti e produzione di cdr.
Quanto alla discarica, è stato utilizzato un finanziamento di tre miliardi e mezzo da parte del commissario delegato ed è stata realizzata la prima parte del lotto: fornisce una serie di notizie relative al completamento dei lavori, all'autofinanziamento ed alle tariffe praticate.
Conclude facendo presente che la situazione di Brindisi si sta evolvendo positivamente: è entrata anche in funzione una discarica di tipo 2C, di proprietà del consorzio che fornisce servizi alle imprese, in cui vengono smaltiti i rifiuti tossici e nocivi, servendo così anche l'area industriale, mentre sono state ultimate discariche di tipo 2B per i rifiuti pericolosi.


Pag. 123

Massimo SCALIA, presidente, chiede di fornire alla Commissione maggiori dettagli relativi alla discarica di tipo 2C.

Giovanni ANTONINO assicura che invierà i dati alla Commissione al più presto; la proprietà della discarica è pubblica e la gestione è stata affidata alla Termomeccanica. Essendo prevista fra breve l'entrata in funzione di un forno, dovrà essere fatto un esame in tempi brevi per verificare il livello delle emissioni.

Giuseppe SPECCHIA (AN) ritiene che la situazione riguardo ai rifiuti solidi urbani sia stata sottovalutata per la città e la provincia di Brindisi.
Chiede maggiori notizie circa l'ipotizzata società mista, nonché sulla situazione finanziaria legata al completamento del primo lotto dei lavori della discarica. Chiede inoltre se siano state rilasciate le necessarie autorizzazioni per il completamento dei lavori, svolgendo una serie di ipotesi alternative alle procedure attualmente in corso e domandando quali siano i tempi per la loro definizione.
Concludendo afferma che la struttura commissariale si è finora mossa in maniera superficiale e ritiene che la Commissione possa sollecitare il commissario regionale delegato ad assicurare i necessari finanziamenti per il completamento dei lavori.

Lucio MARENGO (AN) chiede notizie particolareggiate sulla bonifica della ex Ines Sud e sulle modalità di smaltimento dei rifiuti finora praticate: ritiene che tali notizie possano essere fatte conoscere alla Commissione nei prossimi giorni.

Nicola FRUCIS assicura che sarà inviata al più presto una nota scritta per rispondere alla richiesta testé formulata.

Stefano NARDUZZI fornisce ulteriori delucidazioni sulle discariche in precedenza citate; precisa che la società mista non potrà essere costituita entro il corrente mese e sottolinea che finora i costi sono risultati sicuramente inferiori a quelli sostenuti in precedenza.

Massimo SCALIA, presidente, ritiene che non si debbano ipotizzare impianti polivalenti, ma che gli impianti debbano essere progettati o per i rifiuti solidi urbani o per i rifiuti speciali.

Giovanni ANTONINO fornisce ulteriori risposte, soffermandosi sulle caratteristiche delle discariche e sulla necessità di risolvere alla radice le problematiche finora emerse.

Giuseppe SPECCHIA prende atto che non sono emerse difficoltà per quanto riguarda i finanziamenti per i nuovi impianti e ricorda il contenuto dell'ordinanza n. 3045 del 2000, secondo cui il commissario regionale promuove la costituzione in ogni provincia delle società miste.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia gli intervenuti e li congeda.

Comunicazioni del Presidente.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, mercoledì 13 dicembre 2000, alle ore 13.30, per il seguito dell'esame della proposta di documento sull'istituto del commissariamento per l'emergenza rifiuti e per il seguito dell'esame della proposta di documento sui traffici transfrontalieri di rifiuti.

La seduta termina alle 16.40.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.