CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Giovedì 30 novembre 2000


Sulla pubblicità dei lavori. ... 186

Seguito dell'esame della proposta di documento sui traffici transfrontalieri di rifiuti (relatore: Presidente Massimo Scalia). ... 186

Seguito dell'esame della proposta di documento sull'istituto del commissariamento per l'emergenza rifiuti (relatore: senatore Giuseppe Specchia). ... 188

Comunicazioni del Presidente ... 189


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di giovedì 30 novembre 2000


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Giovedì 30 novembre 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Seguito dell'esame della proposta di documento sui traffici transfrontalieri di rifiuti (relatore: Presidente Massimo Scalia).

Massimo SCALIA, presidente, intervenendo in qualità di relatore, ricorda che l'inizio dell'esame della proposta in titolo risale al marzo scorso: da allora essa ha «dormito» per alcuni mesi per varie cause, in particolare per la necessità di avviare puntuali ricerche sul campo e per il protrarsi dei lavori relativi al «Ronchi quater».
È certamente un settore, quello dei traffici transfrontalieri di rifiuti, di grande interesse per pervenire ad una soluzione razionale di molti problemi; preoccupazioni sono suscitate dal fatto che il settore non è al centro dell'attenzione delle autorità preposte ai pubblici controlli, da cui consegue il rischio che si avvantaggino delle occasioni di guadagno soggetti non affidabili o anche direttamente le organizzazioni criminali.
Deve rilevare che la proposta in esame rappresenta un momento di completamento delle tematiche finora affrontate mediante i numerosi documenti approvati, limitandosi peraltro ad esaminare i profili leciti dell'attività degli operatori che si occupano dei traffici transfrontalieri; invece, per quanto riguarda le restanti attività, ricorda che di recente, il 25


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ottobre scorso, è stato approvato il documento riguardante le problematiche connesse ai traffici illeciti ed ai comportamenti criminosi delle cosiddette «ecomafie».

Pierluigi COPERCINI (LNIP) esprime alcune valutazioni sulle diverse parti della proposta in titolo, specificando che nell'ambito della riunione congiunta della Commissione controllo bilancio dell'Unione europea con i rappresentanti dei Parlamenti degli Stati membri, svoltasi a Bruxelles nella scorsa settimana, è stata prefigurata l'istituzione di un procuratore europeo in materia di frodi nei confronti della Comunità, con particolare riferimento alle tematiche legate ai traffici illeciti transfrontalieri, con l'interessamento di organismi di vario tipo, come ad esempio le dogane, l'Europol e la DEA statunitense.
È stata inoltre delineata la predisposizione di un corpus iuris relativo alle esperienze finora accumulate dai Paesi comunitari, in previsione della costituzione del nuovo punto di riferimento rappresentato dal predetto ufficio di procura.
Ritiene che nel testo in esame possa essere sottolineata la necessità di favorire, da parte della Commissione, con gli strumenti a sua disposizione, l'avvio di un coordinamento, fra tutte le forze di polizia e di controllo del territorio, nel monitoraggio quotidiano dei traffici di rifiuti fra Paesi diversi.

Massimo SCALIA, presidente, si limita a precisare che in molti dei documenti della Commissione, in specie in quello sui traffici illeciti e le ecomafie approvato il 25 ottobre scorso, sono segnalate con forza le maggiori problematiche relative ai traffici transfrontalieri, in particolare la necessità di affinare la sensibilità degli strumenti di rilevazione presso le dogane e le autorità portuali.
Ringrazia il deputato Copercini per la segnalazione delle recentissime iniziative in sede europea e ritiene che le valutazioni sull'ufficio di procura possano essere eventualmente inserite nel testo.

Giuseppe SPECCHIA (AN) chiede che eventuali ulteriori interventi sulle linee generali della proposta in titolo possano essere svolti anche nella prossima settimana, fissando beninteso il termine ultimo per la presentazione delle proposte emendative.
Giudica del tutto positivo il contenuto del documento e concorda con le considerazioni conclusive in esso contenute. È certo che la mancata armonizzazione tra i codici doganali e quelli OCSE, CER e Basilea non rende attualmente possibile una conoscenza adeguata dei flussi di rifiuti in ingresso ed in uscita né dall'Italia, né dalla Comunità europea: sarebbe forse opportuno sollecitare al Governo l'assunzione di una posizione ufficiale per avviare a rapida soluzione le problematiche finora emerse.
Altro punto non risolto riguarda la definizione di rifiuto, di cui si è ampiamente dibattuto nella relazione della Commissione alle Camere sul primo biennio dell'attività svolta, approvata il 20 ottobre 1999; si sofferma in seguito sul testo attualmente in discussione alla Camera e sulle diverse ipotesi sottese alla definizione di rifiuto.
Riferendosi alla disomogeneità dei comportamenti applicativi nei confronti della normativa e della «tenuta» organizzativo-gestionale, osserva che alcune regioni e province esercitano le proprie competenze con apprezzabili risultati, mentre altre risultano in materia del tutto carenti; inoltre, ed è un dato di rilievo, tra i controlli svolti dagli enti territoriali e quelli statali si registra una totale difformità metodologica, da cui consegue che i dati disponibili sono divergenti e non comparabili.
Rimane quindi abbastanza evidente che gli operatori privati del settore che si comportano onestamente si sentono frustrati, non avendo un interlocutore con indirizzi univoci, mentre gli operatori disonesti, sempre presenti, assai agevolmente riescono ad inserirsi nelle maglie di una normativa talvolta caotica e di un'amministrazione spesso impreparata.


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Conclude preannunziando il voto favorevole della sua parte politica.

Massimo SCALIA, presidente, assicura che sarà rivolto un invito al Governo a promuovere la soluzione delle problematiche testé sollevate.
Ritiene che, se non vi sono obiezioni, il termine ultimo per la presentazione di eventuali proposte emendative rimane fissato alle ore 19 di martedì prossimo, 5 dicembre 2000.

Seguito dell'esame della proposta di documento sull'istituto del commissariamento per l'emergenza rifiuti (relatore: senatore Giuseppe Specchia).

Giuseppe SPECCHIA, relatore, ricordato che nella seduta del 16 novembre scorso si è soffermato sinteticamente sulle linee generali del documento, svolge alcune valutazioni sullo strumento normativo ad origine dell'istituto del commissariamento, in particolare sulla legge n. 225 del 1992, limitandosi ad osservare che l'intervento finale del Ministero dell'interno non altera il fatto che è invece il Ministero dell'ambiente il vero depositario dell'intero iter procedimentale.
Si tratta di uno strumento ideato per la protezione civile e sono sorti contenziosi con evidenti forzature interpretative in una materia già assai complessa. È però fuor di dubbio che l'attuale articolazione delle attribuzioni non consente al ministro dell'interno di svolgere le funzioni ed i compiti propri del Ministero dell'ambiente: sembra quindi un semplice passaggio procedurale che deve solo impegnarsi a non costituire occasione di ritardo nell'emanazione dei pareri e dei provvedimenti di competenza.
Ritiene che le dichiarazioni di emergenza ed i commissariamenti abbiano fatto emergere le crisi politiche delle passate gestioni e l'incapacità di governarle con gli strumenti ordinari: quindi, lo strumento che è sembrato più agevole adottare, non comportando giudizi o responsabilità di natura politica o amministrativa, è parso essere quello del commissariamento. Il regime di concertazione tra le amministrazioni regionali, i Ministeri dell'interno e dell'ambiente, la Presidenza del Consiglio, ha evitato che i provvedimenti emergenziali assumessero natura sanzionatoria o surrogatoria, con giudizi quindi di natura politica sull'operato delle amministrazioni: di qui l'accordo sostanziale sulle procedure e sul regime di concertazione.
Conclude precisando che, per le considerazioni in precedenza esposte, il commissariamento non avrebbe potuto risolvere in breve tempo le problematiche esistenti, pur dovendo riconoscere un'obiettiva carenza di strumenti normativi ad hoc: si deve però affermare che l'ampio arco temporale del commissariamento in alcune regioni non sembra aver assicurato una soluzione soddisfacente alle esigenze prospettate. Quindi, per uscire finalmente dall'emergenza rifiuti, si rivela necessario ipotizzare un diverso sistema.

Massimo SCALIA, presidente, si dichiara innanzitutto d'accordo sull'opportunità di riferire al Ministero dell'ambiente l'intera procedura relativa al commissariamento.
Ricorda che nei seminari organizzati in materia dalla Commissione a Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo è emerso che il commissariamento «lungo» tende a deresponsabilizzare gli organismi locali, pur dovendo riconoscere che non tutte le situazioni appaiono comparabili e che, vista la rilevanza delle problematiche sul tappeto, talvolta appare inevitabile il protrarsi dei tempi.
Premesso che le regioni commissariate da ultimo hanno sicuramente beneficiato delle esperienze precedenti, osserva che un commissariamento di molti anni non è auspicabile.
Rifacendosi a quanto dichiarato dal prefetto di Napoli, secondo il quale il commissariamento in ordine alle discariche ha permesso di escludere dalla loro gestione le organizzazioni camorristiche, ritiene che nel testo in esame debba essere maggiormente specificato tale


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aspetto; finchè non saranno del tutto definiti gli obiettivi complessivi del nuovo sistema di gestione del ciclo dei rifiuti, ritiene che le discariche dovranno essere sottoposte al controllo pubblico.

Giovanni LUBRANO DI RICCO (Verdi-U) si riferisce alla parte del testo in esame relativa alla regione Campania ed in particolare ai risultati della gestione commissariale: chiede se le bonifiche cui si fa cenno siano da riferire all'ambito pubblico o a quello privato.
Osserva che, dopo l'approvazione della legge per l'elezione dei presidenti regionali, i commissariamenti dovrebbero avviarsi all'esaurimento, dovendosi peraltro porre termine al sistema delle proroghe per la gestione delle discariche: tutto ciò tenendo presente che in alcune regioni, in particolare in Campania, rimane pressochè drammatico il problema della gestione dei rifiuti.
Conclude sottolineando che, nonostante le apparenze, i diversi commissariamenti non risalgono ad un'iniziativa del Governo che si è reso conto della drammaticità della situazione, ma hanno origine da precise richieste delle regioni interessate: è quindi del tutto plausibile auspicare con forza che le regioni si facciano carico della gestione.

Pierluigi COPERCINI si augura che siano esperiti tutti i tentativi per porre fine all'esperienza dei commissariamenti per l'emergenza rifiuti.

Massimo SCALIA, presidente, espresse alcune osservazioni sui procedimenti riguardanti le bonifiche «in danno» da parte dei comuni, si sofferma sul contenuto della legge n. 426 del 1999 ed in particolare sullo stanziamento di 560 miliardi per avviare i monitoraggi e gli studi specifici per la bonifica di quattordici aree dislocate sull'intero territorio nazionale, che rappresentano i momenti più preoccupanti della gravissima aggressione all'ambiente finora perpetrata; si limita a ricordare che nel testo del progetto di legge fìnanziaria licenziato dalla Camera è compreso lo stanziamento per gli stessi scopi di 600 miliardi in un triennio.
Espressa la considerazione che in una società iperconsumistica i rifiuti costituiscono l'altra «faccia», per alcuni forse da rimuovere, ma per la quale è in ogni caso necessario predisporre le soluzioni appropriate, osserva che normalmente gli ambiti territoriali ottimali possono costituire l'occasione per gestire i rifiuti prodotti nel proprio territorio, anche se è evidente che per alcune tipologie di rifiuti ipotizzare ambiti provinciali o sub-provinciali è del tutto eccessivo.
Conclude rilevando che è necessario acquisire un nuovo livello culturale del problema, non disdegnando il fatto che il business rifiuti può essere anche fonte di rilevanti guadagni.

Comunicazioni del Presidente.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo, 5 dicembre 2000, alle ore 13, per ascoltare il presidente dell'ANPA; al termine, è prevista la riunione dell'Ufficio di Presidenza.

La seduta termina alle 15.

N.B.: il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.