CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 29 novembre 2000


Sulla pubblicità dei lavori ... 173

Audizione di Massimo Cenerini, per la conferenza Stato-regioni, di Maurizio Cumo, della SOGIN, di Roberto Mezzanotte, dell'ANPA, e di Piero Risoluti, dell'ENEA ... 173

Comunicazioni del Presidente ... 176


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 29 novembre 2000


Pag. 173

Mercoledì 29 novembre 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Massimo Cenerini, per la conferenza Stato-regioni, di Maurizio Cumo, della SOGIN, di Roberto Mezzanotte, dell'ANPA, e di Piero Risoluti, dell'ENEA.

Massimo SCALIA, presidente, dà il benvenuto, specificando che oggetto dell'audizione è la verifica dello stato del procedimento riguardante le strategie di intervento per la disattivazione degli impianti nucleari e per la sistemazione dei rifiuti radioattivi, inclusi quelli derivanti dallo smantellamento degli impianti nucleari.
Ricorda che, nel documento in materia approvato dalla Commissione il 29 aprile 1999, veniva suggerito di procedere all'individuazione di un unico sito, adottando le soluzioni tecnologiche connesse all'esperienza spagnola, quindi un sito cosiddetto «aperto».
Invita il dottor Cenerini a prendere la parola, per conoscere a quali conclusioni sia giunto il gruppo di lavoro da lui presieduto su delega della conferenza Stato-regioni che ha iniziato i lavori nel gennaio scorso, anche in previsione di un possibile futuro varo di un atto normativo volto ad istituire l'Agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi.

Massimo CENERINI, per la conferenza Stato-regioni, precisa innanzitutto che il gruppo di lavoro testé citato è composto da sette esperti ed ha il compito di sottoporre alla conferenza Stato-regioni le possibili opzioni e la situazione complessiva riguardo alla gestione dei rifiuti


Pag. 174

radioattivi: è stato insediato l'11 gennaio scorso e dovrà terminare i suoi lavori entro il prossimo 31 marzo.
Sottolineato che il gruppo di lavoro ha tenuto nel massimo conto le valutazioni espresse nell'apposito documento della Commissione approvato il 29 aprile 1999 nonché le elaborazioni formulate in materia dal Ministero dell'industria, precisa che le osservazioni finali non prevederanno l'individuazione del sito ma unicamente una serie di suggerimenti che possano indurre alla riflessione gli organismi interessati al fine di avviare il processo decisionale conclusivo.
Elenca successivamente le valutazioni cui è giunto finora il gruppo di lavoro in merito soprattutto ai compiti da attribuire alla predetta Agenzia, la cui istituzione può rappresentare senza dubbio un momento assai importante per avviare la soluzione definitiva di un problema di così grande rilevanza.
Osservato che elemento fondamentale per il prosieguo del procedimento è la comunicazione, che conduce ad un'effettiva campagna di sensibilizzazione in materia (del tutto necessaria), si sofferma sulle ipotesi esaminate dal gruppo di lavoro diverse dall'individuazione di un sito unico. Premesso che l'attuale normativa non si occupa sufficientemente della gestione dei rifiuti radioattivi ma solo degli aspetti connessi ai fenomeni radioprotezionistici, ritiene opportuno che siano delineate soluzioni procedurali che permettano di arrivare all'individuazione del sito con il consenso di tutte le parti interessate.
Espresse precisazioni in merito alla conformità delle opere pubbliche agli strumenti urbanistici disponibili nonché all'applicabilità dell'istituto negoziale al procedimento relativo all'individuazione del sito, sottolinea che il gruppo di lavoro ha tratto innumerevoli spunti dagli studi effettuati dalla task force dell'ENEA per il sito nazionale di deposito dei materiali radioattivi: è certo però che risultati significativi non potranno ottenersi in tempi brevi, sempre nel rispetto delle condizioni necessarie per l'avvio delle procedure finali.

Maurizio CUMO, della SOGIN, precisa innanzitutto che lo smantellamento dei centri in cui sono contenuti attualmente i materiali radioattivi non può compiere significativi balzi in avanti se non si procede all'individuazione del deposito nazionale; ritiene anche che sia necessaria la previsione di un unico gestore per la gestione dei rifiuti radioattivi, compresi quelli a bassa attività derivanti ad esempio dall'attività delle strutture sanitarie.
Si sofferma diffusamente sulle caratteristiche dei rifiuti radioattivi di terza categoria e sulle conseguenti necessità di individuazione di siti geologici profondi, osservando in particolare che una parte di essi perdono le loro caratteristiche dopo circa trecento anni, mentre altri - percentualmente in quantità limitata - richiedono tempi enormemente più lunghi, la cui gestione è quindi demandata alle generazioni che si succederanno anche nel prossimo millennio.

Massimo SCALIA, presidente, svolge approfondite considerazioni sulle caratteristiche del sito cui si è fatto testè riferimento e sui possibili futuri sviluppi tecnologici che potranno rendere non contaminanti i materiali radioattivi.
Ringrazia il dottor Risoluti ed il dottor Mezzanotte per il contributo fornito in occasione dei lavori preparatori per pervenire al varo del documento della Commissione in precedenza citato.
Chiede che siano fornite notizie sul confronto svolto con analoghe esperienze di altri Paesi, in particolare della Germania.

Roberto MEZZANOTTE, dell'ANPA, esordisce esprimendo l'auspicio che non si preferisca la soluzione di istituire tanti depositi di materiali radioattivi quanti sono i centri dove attualmente essi sono stoccati.
Fornite risposte sul confronto effettuato con esperienze di altri Paesi, ritiene


Pag. 175

che si debba privilegiare il criterio della reversibilità: la scelta del sito non deve tradursi in onere obbligato per le generazioni future e le barriere di protezione debbono essere progettate per tempi massimi di durata, quindi privilegiando soluzioni del tutto opposte a criteri di provvisorietà; inoltre, la progettazione per un eventuale recupero deve prevedere condizioni radioprotezionistiche confrontabili con quelle della fase di «caricamento».
Si sofferma in seguito sulle esperienze condotte in altri settori nucleari da vagliare nella fase di studio: protezione antisismica, eventi naturali di diverso tipo, nonché derivanti da attività umane quali, ad esempio, l'impatto aereo e l'onda «piana» di pressione.
Esprime infine diffuse considerazioni sul contenuto del decreto legislativo n. 241 del 2000, la cui attuazione è prevista per l'inizio del prossimo anno, soffermandosi in particolare sul trattamento dei materiali fissili speciali.

Massimo SCALIA, presidente, invita il dottor Mezzanotte a fornire ulteriori delucidazioni su tali materiali fissili.

Roberto MEZZANOTTE, risponde dettagliatamente, esprimendo poi diffuse valutazioni sul contenuto del decreto legislativo n. 300 del 1999 ed in particolare sugli organismi preposti alle fasi di controllo.

Massimo SCALIA, presidente, non consente con quanto previsto dal predetto decreto legislativo ove l'ANPA viene configurata come una struttura «troppo» interna al Ministero dell'ambiente.

Roberto MEZZANOTTE conclude rilevando che non è stato finora previsto un soggetto fondamentale nel procedimento complessivo: il richiedente.

Piero RISOLUTI, dell'ENEA, sottolinea che il lavoro di studio per l'individuazione del sito prospettato alla Commissione nel marzo 1999 ha compiuto notevoli progressi: la task force sito dell'ENEA è operativa dal 1997 e fino al 1999 è stato attivo presso la commissione grandi rischi della protezione civile un gruppo di lavoro per la sistemazione dei rifiuti radioattivi. Nel febbraio 1999 è stato approvato all'unanimità, con la presenza del sottosegretario Barberi, un documento di indirizzo nel quale venivano delineati i criteri seguìti dalla task force per lo svolgimento delle indagini geografiche, riconoscendo come adeguati alla situazione italiana il deposito di tipo superficiale e la localizzazione sullo stesso sito del sistema di immagazzinamento centralizzato dei materiali radioattivi ad alta attività.
Elenca dettagliatamente la ripartizione dei volumi per ciascun esercente, sia per i materiali di seconda che di terza categoria, precisando che in quelli di terza categoria dell'ENEL - 5600 metri cubi - sono compresi i rifiuti di qualsiasi provenienza.
Rileva che è stato completato il progetto concettuale e di sistema del deposito definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa attività, nel quale vengono definiti i criteri e gli obiettivi di sicurezza, il criterio e la tecnica di messa a dimora dei rifiuti nonché la concezione delle barriere artificiali, la capacità del sistema ed il dimensionamento di celle e componenti, gli impianti di processo e le installazioni ausiliarie e centrali, ed infine i criteri e le modalità di esercizio in tutte le fasi di vita del deposito.
La soluzione individuata è di tipo modulare, che comporta la sistemazione dei manufatti in speciali contenitori in calcestruzzo armato di forma parallelepipeda, nei quali viene colato il riempimento: il modulo costituisce un'unità compatta nella quale si realizza una doppia barriera ed i moduli, a loro volta, vengono disposti nelle celle su più strati. Le celle quindi vengono chiuse, sigillate ed impermeabilizzate. Ritiene che la soluzione modulare comporti alcuni importanti vantaggi, consentendo una più affidabile qualificazione delle barriere, comportando una maggiore flessibilità di gestione e rendendo non irreversibile la messa a dimora dei rifiuti.


Pag. 176


Illustra dettagliatamente, mediante immagini computerizzate, le caratteristiche dei predetti moduli e delle celle su più strati, nonché le dimensioni ottimali di tali celle, anche riguardo alla copertura mobile.
Fa presente in seguito che con l'impiego delle procedure GIS - Geographical Information System - a tre livelli di dettaglio sono state completate o sono in corso di completamento alcune attività, quali l'individuazione sul territorio nazionale, sulla base di criteri di esclusione, delle aree considerate potenzialmente idonee; inoltre, è stata effettuata l'analisi di dettaglio delle aree individuate con la classificazione per livello di idoneità e sono state individuate le aree proponibili per indagini non intrusive di pre-caratterizzazione.
Tale sistema è una tecnica che integra cartografia tematica e banche dati, ed il livello di analisi conseguibile dipende dal livello di dettaglio spazio-temporale e dal grado di omogeneità dei dati disponibili; per l'identificazione delle aree potenzialmente idonee sono state prese a riferimento le metodologie di analisi territoriale sperimentate a livello internazionale, basate sulla valutazione congiunta dei fattori geo-morfo-climatici e socio-economici che descrivono il territorio.
Esposti i criteri di esclusione applicati su scala nazionale per le procedure GIS di primo e secondo livello, illustra dettagliatamente, sempre con immagini computerizzate, le aree potenzialmente idonee scaturite da analisi GIS di secondo livello.
Passando all'approfondimento delle analisi territoriali, fa presente che le aree selezionate con la procedura GIS di secondo livello sono in corso di valutazione ad un livello di dettaglio di gran lunga superiore - GIS 3 -, sufficiente all'individuazione delle aree su cui concentrare l'attenzione per una caratterizzazione geo-ambientale; a questo livello, non essendo disponibili adeguate basi di dati omogenee su scala nazionale, si procede per gradi utilizzando studi e cartografia a carattere locale, oltre che fotografie aeree. Le informazioni disponibili per ogni area, sia nei sistemi informativi che provenienti da studi a carattere locale, vengono utilizzate per la catalogazione delle aree selezionate, quanto al grado di idoneità, attraverso una procedura di pesi e punteggi (cosiddetto sistema di «pesi e misure»).
Espresse ulteriori considerazioni sulla procedura GIS di terzo livello nell'analisi a scala delle aree potenzialmente idonee, fornisce delucidazioni sull'integrazione dei dati in tale procedura nonché sul procedimento di assegnazione di pesi e punteggi relativi al calcolo dell'indice di idoneità e dell'indice di inserimento territoriale delle aree non escluse.
Conclude illustrando ampiamente la tabella riassuntiva della valutazione delle aree potenzialmente idonee, sia riguardo ai fattori fisici ed ambientali, sia circa l'inserimento territoriale.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia gli intervenuti e li congeda, invitandoli a far pervenire alla Commissione l'ulteriore documentazione che si renderà disponibile; nelle prossime settimane sarà ascoltato il presidente dell'ANPA, in particolare sulle conseguenze originate dalla recente alluvione sul livello di sicurezza del sito nucleare di Saluggia.

Comunicazioni del Presidente.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, 30 novembre 2000, alle ore 13.30, per il seguito dell'esame della proposta di documento sui traffici transfrontalieri di rifiuti nonchè della proposta di documento sull'istituto del commissariamento per l'emergenza rifiuti.

La seduta termina alle 15.30.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.