CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 20 settembre 2000


Sulla pubblicità dei lavori. ... 116

Audizione di Gianni Mattioli, ministro per le politiche comunitarie. ... 116

Comunicazioni del presidente ... 118

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 20 settembre 2000


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Mercoledì 20 settembre 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Gianni Mattioli, ministro per le politiche comunitarie.

Massimo SCALIA, presidente, invita il ministro a prendere la parola, in particolare sulle problematiche emerse in ordine alle posizioni italiane in sede europea sulla definizione giuridica di rifiuto: sul tema un gruppo di lavoro in seno alla Commissione ha avviato un approfondimento ed è quindi necessario tener conto degli orientamenti governativi finora elaborati.

Gianni MATTIOLI, ministro per le politiche comunitarie, ritiene innanzitutto che il suo dicastero possa contribuire alla definizione di un quadro normativo in tema di rifiuti sotto due aspetti: un'ulteriore iniziativa in sede europea per completare le direttive e le norme tecniche finora emanate, nonché un intervento propositivo in ambito interno, qualora si propongano atti in contrasto con il diritto comunitario.
Facendo riferimento a quanto già esposto nella Commissione ambiente della Camera, sottolinea che si è attivato per ottenere un coordinamento interministeriale in vista di modifiche della normativa europea sui rifiuti: ritiene che uno dei problemi principali sia l'assenza di una presenza coordinata delle varie amministrazioni italiane nei gruppi di lavoro che si occupano della materia.


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Nei giorni scorsi è stato raggiunto un primo e rilevante risultato: la predisposizione di una posizione comune sostenuta nel comitato tecnico TAC, previsto dalle direttive vigenti in tema di rifiuti, per l'inserimento nell'allegato II B della direttiva 75/442, modificata dalla direttiva 91/156, di una voce specifica inerente le operazioni di recupero di determinati rifiuti per ottenere materie prime secondarie. Il coordinamento tra i Ministeri dell'ambiente e dell'industria è stato laborioso, ma utile per raggiungere un equilibrio in vista dell'ottenimento di risultati in sede europea.
Osserva che il tema della materie prime secondarie è all'attenzione anche di altri Paesi e la proposta italiana va nella direzione di definire una specifica disciplina; resta ferma l'applicabilità ai materiali in questione della normativa sui rifiuti qualora il loro utilizzo uscisse dai confini rigidi fissati sulla base delle caratteristiche e della destinazione, oppure qualora il soggetto se ne disfi o abbia intenzione di farlo.
Nel documento testè citato si prende poi posizione affinchè la Commissione europea, come auspicato dalla Corte di giustizia, assuma un atto di indirizzo contenente linee guida sulla definizione di rifiuto-non rifiuto applicabile ai casi concreti, al fine di uniformare l'interpretazione in tutti gli Stati membri: per un'iniziativa del Governo di tale contenuto, ricorda che si è espressa il 29 settembre 1998 la Commissione ambiente della Camera con una risoluzione.
Precisa di aver fatto presente, con lettera del 19 luglio scorso alla Commissione ambiente della Camera e nel corso di valutazioni espresse nel Comitato ristretto, che esiste il rischio di invadere campi di competenza comunitaria qualora si giungesse ad una definizione di rifiuto tramite l'interpretazione autentica del termine «disfarsi»: la questione sollevata è, fra l'altro, se competa agli Stati membri l'adozione di una definizione di rifiuto escludente sostanze od oggetti suscettibili di riutilizzazione economica.
Ribadendo ciò che ha affermato in altre sedi, ritiene inammissibile un'operazione simile, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia, poiché essa non spetta agli Stati membri, essendo la definizione in fattispecie astratta della definizione di rifiuto contenuta in atti normativi europei di rango primario, recepiti dai singoli Stati, mentre la qualificazione delle fattispecie concrete sarà compito delle autorità amministrative e giudiziarie che tali norme sono chiamate ad applicare alla luce delle circostanze di fatto tenendo conto delle finalità della direttiva, per non pregiudicarne l'efficacia e, se necessario, ponendo la questione in via pregiudiziale alla Corte di giustizia.
Non è poi possibile introdurre elementi rigidi di interpretazione autentica che diano come provata la destinazione di una sostanza e l'intenzione del detentore sulla base di comportamenti astratti o qualità merceologico-industriali, tali da escluderla dalla normativa sui rifiuti; inoltre, una definizione astratta nell'attuale situazione italiana potrebbe introdurre ulteriori rischi, vista la presenza di operatori disonesti e disattenti nei confronti delle compatibilità ambientali.
Osserva in seguito che la raccolta differenziata multimateriale crea problemi agli operatori, non essendo possibile accedere alla procedure semplificate previste dal «decreto Ronchi» per le operazioni di recupero, poiché l'articolo 6 parla di «frazioni merceologiche omogenee»; inoltre, non esiste traccia nelle direttive europee di tale modalità, tanto che i codici CER non classificano questo tipo multimateriale.
Ritiene che si debba modificare la normativa nazionale per prevedere la raccolta differenziata, anche non omogenea. Deve poi essere definita una norma o una nota tecnica per individuare una nuova categoria nel catalogo dei rifiuti, nonchè nelle procedure di recupero e riciclo per questo insieme di materiale: materia di non facile soluzione, in quanto è molto labile il confine tra multimateriale e


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raccolta indifferenziata della frazione secca, soprattutto se letto con il rigore degli interpreti comunitari.
Concludendo concorda sulla rilevanza del tema relativo ai codici CER e codici doganali, poiché in molti casi si riscontra la non corrispondenza tra di essi, con confusione e possibilità di illeciti alle frontiere; inoltre, il codice europeo per i rifiuti è carente e non uniforme nei Paesi europei. Su questo punto è necessario fare chiarezza e per questo nei giorni scorsi ha svolto apposite considerazioni il comitato TAC in precedenza citato.

Lucio MARENGO (AN), ringraziato il ministro per la sua esauriente esposizione, ritiene che il dibattito in Commissione debba continuare in una seduta da convocare per le prossime settimane.

Massimo SCALIA, presidente, consente con la proposta del deputato Marengo: nella seduta odierna verranno svolte le prime valutazioni, che proseguiranno successivamente.

Gianni MATTIOLI, ministro per le politiche comunitarie, si dichiara d'accordo.

Franco GERARDINI (DS-U) ringrazia il ministro Mattioli per le sue considerazioni ed osserva che, dal decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982 che regolamentava compiutamente il settore, per la prima volta si interviene efficacemente sul complesso tema della definizione giuridica di rifiuto.
Svolge poi diffuse considerazioni sugli atti governativi e parlamentari che si sono occupati della materia dei rifiuti, anche pericolosi, in particolare sulla risoluzione approvata dalla Commissione ambiente della Camera nel settembre 1998; successivamente il Senato ha approvato un progetto di legge sulla definizione di rifiuto, a seguito del quale è emersa più chiaramente la necessità di sostenere un'azione governativa in sede europea per l'istituzione di un vero e proprio sistema industriale.
Si sofferma anche sull'articolo 6 del «decreto Ronchi» e sulle relative direttive comunitarie, nonché sul contenuto delle sentenze della Corte di giustizia in materia.
Premesso che il problema va affrontato in sede europea e all'interno dei singoli Stati, ritiene valida la proposta testè formulata dal ministro, che costituisce per l'Unione europea un concreto contributo in vista di un chiarimento definitivo della materia; ritiene anche che, dopo la proposta del ministro, potrebbero essere ritirate alcune proposte emendative presentate nel corso dell'esame parlamentare del «Ronchi quater».
Fatto cenno alle questioni attinenti alle frazioni merceologiche omogenee, soprattutto riguardo alle decisioni adottate da alcune regioni italiane, si dichiara d'accordo sul fatto che i codici CER devono essere chiari, anche per non favorire i profitti conseguiti dalle associazioni criminali.

Giuseppe SPECCHIA (AN), premesso di condividere l'analisi testè svolta dal Vicepresidente Gerardini, ritiene che debba essere addebitato all'Italia, pur in presenza di un'interpretazione disomogenea fra gli Stati comunitari, il mancato approfondimento delle problematiche connesse alla definizione giuridica di rifiuto: è infatti noto che, negli anni scorsi, si è registrata una diversità di orientamento in materia tra i Ministeri dell'industria e dell'ambiente, con la conseguenza che si sono verificati ritardi significativi nella soluzione del problema.
Ritiene in conclusione che il Governo debba promuovere in sede europea ogni azione volta a favorire una tendenziale omogeneità delle normative dei singoli Stati.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia il ministro Mattioli di essere intervenuto, ribadendo che il seguito del dibattito sulle sue dichiarazioni è rinviato ad una seduta da tenersi nelle prossime settimane.

Comunicazioni del presidente

Massimo SCALIA, presidente, comunica che la Commissione tornerà a riunirsi


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domani, giovedì 21 settembre 2000, alle ore 13.30, per il seguito dell'esame della proposta di documento sui traffici illeciti e le ecomafie.

La seduta termina alle 14.30.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 20 settembre 2000.

L'Ufficio di Presidenza si è riunito dalle 14.30 alle 14.50.