CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse |
SOMMARIO
Martedì 27 giugno 2000
Sulla pubblicità dei lavori
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Audizione di Paola Pirotta, sostituto procuratore della Repubblica di Milano
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Seguito dell'esame della proposta di relazione sulla regione Basilicata (relatore: on. Ermanno Iacobellis)
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Seguito dell'esame della proposta di documento sui rifiuti speciali sanitari (relatore: on. Franco Gerardini)
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Martedì 27 giugno 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA, indi del Vicepresidente Giuseppe SPECCHIA.
La seduta comincia alle 13.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Audizione di Paola Pirotta, sostituto procuratore della Repubblica di Milano.
Massimo SCALIA, presidente, ricorda che l'odierna audizione si inquadra nell'ambito dell'iniziativa della Commissione volta a recepire le più significative azioni giudiziarie nel settore del ciclo dei rifiuti in ordine alle attività svolte dalla criminalità organizzata.
Paola PIROTTA, sostituto procuratore della Repubblica di Milano, premesso di essersi sempre interessata alle problematiche ambientaliste e di far parte attualmente del dipartimento ambiente della procura di Milano, si sofferma sulla normativa introdotta dal «decreto Ronchi», a suo giudizio particolarmente evoluta sotto il profilo tecnico, con riferimento alla ripartizione delle competenze, al sistema dei controlli, ai diversi regimi previsti nonché alla particolare attenzione posta all'effettivo ripristino ambientale; segnala anche, nello stesso tempo, che il «decreto Ronchi» è carente dal punto di vista sanzionatorio e scarsamente utile sotto il profilo operativo.
agli articoli 31 e 33 si nascondono attività di smaltimento illecito ufficialmente dichiarate «di recupero». Ciò è favorito dalla mancata imposizione di garanzia fideiussoria per la comunicazione e dalla mancanza di adeguati controlli da parte della pubblica amministrazione, in particolare della provincia; vi è poi l'inadeguatezza strutturale degli uffici che si occupano di ambiente, la quasi totale assenza di sopralluoghi prima dell'inizio dell'attività nel termine dei novanta giorni previsti, la scarsità di provvedimenti volti al divieto di iniziare o proseguire l'attività, l'inadeguatezza dell'anagrafe provinciale istituita per ragioni sociali e non per persone fisiche, nonché l'interpretazione che non solo le operazioni di recupero ma anche la realizzazione degli impianti sono soggette al regime della comunicazione e non dell'autorizzazione.
Massimo SCALIA, presidente, ricorda che la Commissione nel 1998 ha approvato un documento teso ad introdurre una diversa normativa nel codice penale riguardo ai reati ambientali: purtroppo però, fino al momento attuale, non si è dato ad esso alcun seguito concreto.
(La Commissione delibera di procedere in seduta segreta. I lavori procedono in seduta segreta. Indi riprendono in seduta pubblica).
Giuseppe SPECCHIA, presidente, ringrazia la dottoressa Pirotta e la congeda, invitandola a far pervenire alla Commissione ulteriori dati e notizie relativi ai procedimenti testé segnalati che si renderanno disponibili.
Seguito dell'esame della proposta di relazione sulla regione Basilicata (relatore: on. Ermanno Iacobellis).
Giuseppe SPECCHIA, presidente, ricorda che il relatore ha svolto il suo intervento nella seduta del 21 giugno scorso; non essendovi commissari che
intendono intervenire sulla proposta in titolo, fa presente che rimane fissato alle ore 18 di martedì prossimo, 4 luglio 2000, il termine per la presentazione di eventuali proposte emendative e che il seguito dell'esame è previsto per il successivo mercoledì 5 luglio.
Seguito dell'esame della proposta di documento sui rifiuti speciali sanitari (relatore: on. Franco Gerardini).
Giuseppe SPECCHIA, presidente, ricorda che nella seduta del 22 giugno scorso è stata svolta la relazione sulla proposta in titolo.
Franco GERARDINI, relatore, ringrazia innanzitutto i collaboratori della Commissione per il buon lavoro svolto, in una materia peraltro del tutto nuova ed essendo la produzione dei rifiuti di origine sanitaria quantitativamente importante, la cui pericolosità impone attenzione nel processo di gestione sia per i possibili danni ecosanitari sia per le ricorrenti attività illecite in un settore in cui i benefìci economici sono rilevanti.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, ringrazia il relatore e, non essendovi altri commissari che intendono intervenire, fa presente che rimane fissato alle ore 18 di mercoledì 5 luglio il termine per la presentazione di eventuali proposte emendative,
mentre il seguito dell'esame è previsto per la seduta di giovedì 6 luglio.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 5 luglio 2000, alle ore 13.30, per ascoltare il dottor Giovanni Russo, sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli, nonché per proseguire l'esame della proposta di relazione sulla regione Basilicata.
La seduta termina alle 15.30.
N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.
Dà quindi la parola alla dottoressa Pirotta.
Osserva in seguito che dietro il paravento della procedura semplificata di cui
Cita successivamente le indicazioni interpretative sull'applicazione del «decreto Ronchi» deliberate nel 1998 dalla conferenza dei presidenti regionali, nonché la mancanza di qualsiasi tipo di analisi per la classificazione del rifiuto; può affermare che attualmente le attività di gestione dei rifiuti sono di regola effettuate in regime di comunicazione e più raramente in regime di autorizzazione, con ciò invertendo il dettato normativo. Ciò è riscontrabile nella proliferazione di numerosissime società, di cui sono legali rappresentanti «teste di legno» nullatenenti, formalmente esercitanti recupero dei rifiuti ma sostanzialmente dedite all'illecito smaltimento, di fatto gestite da soggetti già dediti da tempo a comportamenti illegali nel settore.
Precisa che raramente viene esercitata un'attività di effettivo riutilizzo e trattamento, mentre di frequente si scoprono discariche, anche di rifiuti pericolosi, non autorizzate e poi abbandonate, con un danno sia per il proprietario del capannone che contiene i rifiuti sia per il comune, sul quale poi grava l'obbligo di bonifica del sito. Le aree settentrionali sono cosparse di discariche di questo tipo: non solo la provincia di Milano, ma anche ad esempio quelle di Bergamo, Pavia, Novara, Vercelli e Ferrara, nonché il territorio di Vigevano.
Risulta ricorrente la trasformazione soltanto cartolare del rifiuto, mediante il cosiddetto giro bolla fra società commerciali e di trasporto, regolarmente registrate ma di fatto inesistenti.
Esprime poi diffuse considerazioni sulla qualificazione giuridica delle fattispecie illecite riscontrate nei singoli procedimenti, ricordando che molti di essi sono ancora nella fase delle indagini; sottolinea anche le difficoltà riscontrate non solo per la carenza di elementi specializzati della polizia giudiziaria, ma anche per i numerosi vincoli burocratici ed economici posti da alcune amministrazioni cui essi appartengono.
Dà quindi la parola al Vicepresidente Gerardini.
Espresse alcune considerazioni sulle caratteristiche particolarmente complesse dei rifiuti in questione, ricorda che la spesa per lo smaltimento si aggira intorno ai 500-600 miliardi annui e che il settore è controllato da un ristretto numero di società.
Si sofferma ampiamente sui lavori in ambito ministeriale propedeutici all'emanazione del decreto attuativo dell'articolo 45 del «decreto Ronchi», rilevando l'opportunità che la Commissione esprima al riguardo - in particolare sull'attività connessa alla sterilizzazione ed alla termodistruzione del rifiuto - una precisa iniziativa.
Ricordate sommariamente le problematiche più importanti affrontate nel documento, la cui trattazione appare svolta in maniera corretta, precisa che si è registrata un'apprezzabile difficoltà nel reperire dati completi ed attendibili a seguito della compilazione dei questionari, risultando anche evidente che non esiste un collegamento tra chi gestisce operativamente i rifiuti ospedalieri (raccolta, disinfezione, movimentazione) e chi cura gli aspetti amministrativi.
Rileva alcune distorsioni rilevate nelle modalità di conferimento dei rifiuti, precisando che la pesa viene effettuata dai trasportatori e non dalle strutture ospedaliere produttrici dei rifiuti; sono stati anche rilevati costi significativamente diversi nelle diverse regioni per servizi sostanzialmente identici, nonché attività illegali delle imprese di trasporto e comportamenti poco trasparenti all'interno delle strutture ospedaliere.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, le gare di appalto assegnate «per volume» possono facilitare rapporti non corretti tra le strutture sanitarie e le imprese, nonché innescare processi elusivi da parte di quelle imprese che si avvalgono della possibilità di utilizzare società di intermediazione commerciale; è quindi opportuno che gli ospedali si dotino di strumenti idonei alla determinazione del peso e che la stipulazione dei contratti venga rapportata al peso e non al volume dei rifiuti prodotti.
Ritiene infine importantissimo il documento per avviare una moralizzazione nel settore: è rivolto soprattutto ai responsabili delle strutture ospedaliere, che hanno per lo più dimostrato insensibilità al problema. Una volta approvato, il documento dovrà essere fatto conoscere a tutti gli operatori ed all'opinione pubblica, cosicchè in futuro possa determinarsi un'effettiva trasparenza delle attività legate al settore, con risparmi anche rilevanti.
Ritiene infine necessario apportare una lieve modifica alla parte riguardante i rifiuti radioattivi.