CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse |
SOMMARIO
Giovedì 23 marzo 2000
Sulla pubblicità dei lavori
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Esame della proposta di documento sui traffici transfrontalieri di rifiuti (relatore: Presidente Scalia)
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Seguito dell'esame della proposta di documento sugli assetti societari degli operatori del ciclo dei rifiuti (relatore: Presidente Scalia)
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Comunicazioni del Presidente
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Giovedì 23 marzo 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.
La seduta comincia alle 13.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Esame della proposta di documento sui traffici transfrontalieri di rifiuti (relatore: Presidente Scalia).
Massimo SCALIA, presidente, ricorda in qualità di relatore che la Commissione ha avviato una specifica indagine sul problema dei traffici di rifiuti, facendo riferimento sia alla raccolta che al trasporto, per terra e per mare. Si tratta di un settore di grande interesse, che genera preoccupazione, non essendovi la necessaria attenzione da parte delle istituzioni preposte, cui si accompagnano notevoli guadagni, spesso percepiti dalle organizzazioni criminali.
possibile al luogo di produzione e dell'autosufficienza dei Paesi comunitari nello smaltimento.
Seguito dell'esame della proposta di documento sugli assetti societari degli operatori del ciclo dei rifiuti (relatore: Presidente Scalia).
Massimo SCALIA, presidente, invita i commissari a prendere la parola, ricordando che nella seduta del 9 marzo scorso ha illustrato in qualità di relatore il documento, soffermandosi in particolare sul metodo di lavoro utilizzato e sull'analisi dei gruppi imprenditoriali presi in esame.
Franco GERARDINI (DS-U), ringraziati i collaboratori della Commissione che hanno offerto il loro apporto tecnico all'elaborazione del documento in esame, sottolinea che in Italia la realtà dei servizi ambientali è caratterizzata da un mercato distorto e di dimensioni insufficienti, con una polverizzazione delle aziende ed un'eccessiva presenza del settore pubblico, il tutto unito ad un'insufficiente efficienza gestionale con pesanti interferenze delle organizzazioni criminali.
Massimo SCALIA, presidente, conferma che il documento in esame costituisce soltanto il primo passo per avviare una ricostruzione completa delle imprese operanti nel settore.
Giovanni IULIANO (DS-U) osserva che il documento in esame affronta l'intera problematica in maniera organica e del tutto condivisibile sotto il profilo metodologico. Il contenuto del documento rappresenta soltanto una piccola parte di quello che potrà essere rinvenuto approfondendo la materia: quando nell'assetto da «scatole cinesi» si arriva a società svizzere o lussemburghesi, non è possibile individuare i soggetti realmente operanti. Essendovi plurime scappatoie legali, devono essere individuati gli strumenti per fronteggiare il perpetuarsi di fenomeni di tipo criminoso.
Massimo SCALIA, presidente, ritiene che nella seduta di mercoledì 29 marzo altri commissari potranno intervenire nella discussione, per procedere poi alla votazione finale. Avverte che eventuali proposte emendative potranno essere presentate entro le ore 18 di martedì 28 marzo.
Massimo SCALIA, presidente, ricorda che nelle sedute del 10 e 16 febbraio scorsi sono state affrontate le problematiche relative al naufragio della nave Erika lungo le coste bretoni; ricorda anche di aver proposto l'elaborazione di un documento della Commissione rivolto al Governo, per stimolarlo a colmare una lacuna esistente nella legislazione, in particolare il decreto ministeriale del Ministero dell'ambiente, d'intesa con i Ministeri dell'industria e della sanità, volto a disciplinare le operazioni di recupero dei rifiuti pericolosi.
La seduta termina alle 14.30.
N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.
Fatti presenti i costi di smaltimento dei rifiuti urbani, di quelli ospedalieri e di quelli industriali, sottolinea che per le aziende del settore il profitto è garantito anche se vengono rispettate le prescrizioni normative e che esso è notevolmente maggiore se vengono poste in essere attività illecite; naturalmente gli scarichi abusivi, ed in ogni caso non conformi alle prescrizioni sanitarie, determinano considerevoli danni all'ambiente ed alla salute umana.
Il documento in titolo espone i principì giuridici che regolano la materia dei traffici, in particolare il regolamento comunitario 93/259: si riferisce ai principì della riduzione della necessità di trasporto dei rifiuti, dello smaltimento più vicino
Precisa che nell'elaborazione del documento sono stati interpellati in primo luogo gli organismi preposti al controllo e sono state svolte alcune verifiche di tipo ispettivo presso imprese private e sedi doganali: sono stati esaminati in specie i settori del legno e dell'alluminio, che dispongono dei dati più significativi per l'importazione di rifiuti.
Riferendosi alle conclusioni contenute nel documento, rileva una carenza di coordinamento tra le prescrizioni comunitarie e quelle contenute nei trattati relativi ai traffici internazionali: deve peraltro rilevare che tali insiemi normativi non prescrivono l'adozione di codici merceologici uguali e pienamente compatibili.
Sottolineata la disomogeneità dei controlli da parte degli organismi preposti, ribadisce la permanenza di una disattenzione nei confronti delle problematiche connesse ai rifiuti, i quali sono oggetto di traffici spesso illeciti che determinano anche disastri ecologici, come è accaduto di recente con il naufragio della nave Erika lungo le coste bretoni.
Ritiene che nella seduta di mercoledì 29 marzo i commissari potranno svolgere le loro valutazioni sul documento in esame.
Riferendosi al rapporto per il 1999 predisposto dalla Fise Assoambiente, osserva che gli impianti di smaltimento di rifiuti urbani risultano gestiti per il 59,1 per cento da aziende pubbliche, con un 8,1 per cento di gestione comunale, mentre solo il 22,2 per cento degli impianti sono gestiti da imprese private, con il restante 4,5 per cento di società miste.
Emerge con chiarezza l'insufficiente dimensione del mercato del settore ambientale considerato nel suo complesso, mentre deve rilevare che il «decreto Ronchi» unito alla riforma dei servizi pubblici ha avviato un recupero di produttività del settore, stimolando gli investimenti, con un fabbisogno stimato in 15 mila miliardi aggiuntivi nei prossimi cinque-dieci anni.
Fatti presenti gli elementi che caratterizzano il documento in esame, rileva che le aziende operanti nel settore costituiscono spesso vere e proprie holdings affaristiche operanti sull'intero territorio nazionale. Del resto, le aziende private hanno interesse soprattutto ad occuparsi dello smaltimento dei rifiuti speciali, che presenta alti costi ed un notevolissimo impatto ambientale: circa il 45 per cento dei rifiuti speciali viene smaltito abusivamente e ciò determina un interesse stringente delle organizzazioni criminali, visti gli enormi guadagni che si rendono possibili, in un quadro di ricorrente inefficienza dei controlli e spesso di collusione con esponenti delle istituzioni locali.
Svolte diffuse considerazioni sulle caratteristiche degli assetti societari degli operatori del ciclo dei rifiuti e sulle cosiddette «scatole cinesi», si sofferma sulla partecipazione delle aziende alle gare di appalto che, come è dimostrato anche nei procedimenti giudiziari in materia, spesso vengono organizzate in modo tale che vi sia una soddisfazione economica per tutte le imprese partecipanti.
Ritiene che l'indagine di cui è traccia nel documento in esame debba essere perfezionata, al fine di mettere in evidenza le caratteristiche più riposte dell'intero fenomeno; si deve anche rilevare che la presenza di aziende lussemburghesi e svizzere nel settore fa pensare ad una diffusa volontà di sfuggire alle imposizioni fiscali.
Conclude preannunziando la presentazione di una proposta emendativa, in cui si parla della necessità di verificare, per i gruppi industriali presi in esame, la partecipazione a gare di appalto eseguite in comuni diversi, al fine di valutare la loro effettiva trasparenza amministrativa nonché la partecipazione a società miste costituite anche con enti pubblici.
Giudica opportuna la proposta emendativa testé preannunziata dal Vicepresidente Gerardini, anche tenendo conto della necessità di svolgere attività di prevenzione nei confronti dei fenomeni di imprenditoria «deviata».
Sottolinea che la parte relativa agli appalti dovrà essere approfondita: in particolare, anche quando la partecipazione pubblica è maggioritaria, si rivela necessario indire gare ad evidenza pubblica, avendo il sistema dell'asta in molti casi sconfitto ogni fuga di notizie essendovi un solo «passaggio», l'apertura delle buste, che non permette la conoscenza delle ditte concorrenti e facilita quindi una maggiore garanzia. Sarebbe opportuno conoscere i tipi di appalto, nonché le modalità di affidamento dei lavori per fare maggiore chiarezza sulle società operanti.
Propone quindi che il 30 marzo prossimo sia inserita all'ordine del giorno della Commissione una proposta di documento di considerazioni contenente un invito al Governo a provvedere nel senso prima riportato; il testo sarà a disposizione dei commissari nei prossimi giorni, per permettere l'eventuale presentazione di proposte emendative.
In conclusione, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo, 29 marzo 2000, alle ore 13.30, per proseguire l'esame delle due proposte di documento, sugli assetti societari degli operatori del ciclo dei rifiuti e sui traffici transfrontalieri.