CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 15 marzo 2000


Sulla pubblicità dei lavori ... 152

Audizione dei rappresentanti dell'Associazione esposti amianto e rischi ambientali, dell'Associazione verdi ambiente e società, del Comitato vertenza amianto di Casale Monferrato e del Coordinamento macchinisti uniti ferrovie dello Stato. ... 152

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 15 marzo 2000


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Mercoledì 15 marzo 2000. - Presidenza del Presidente Massimo Scalia.

La seduta comincia alle 13.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.


Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione dei rappresentanti dell'Associazione esposti amianto e rischi ambientali, dell'Associazione verdi ambiente e società, del Comitato vertenza amianto di Casale Monferrato e del Coordinamento macchinisti uniti ferrovie dello Stato.

Massimo SCALIA, presidente, ricorda i motivi dell'audizione e dà la parola all'avvocato Traverso, dell'Associazione verdi ambiente e società.

Daniela TRAVERSO, rappresentante dell'Associazione verdi ambiente e società, illustrate brevemente le finalità associative, ricorda che l'Associazione è impegnata in due importanti procedimenti giudiziari, nei quali si è costituita parte civile. Uno riguarda la questione del sito ex Fibronit di Bari, il cui suolo è ormai contaminato al settanta per cento e per una profondità di cinque metri: tale degrado ambientale, oltre a suscitare preoccupazione per il disastro che ha colpito i luoghi, ha avuto già conseguenze in termini di patologie e decessi di molte persone. Il sito è oggetto di interventi di bonifica, ma sorprendentemente il comune di Bari ha in animo di farlo attraversare da un sottopassaggio veicolare e, comunque, non si è costituito parte civile nel processo.
La Puglia, del resto, è una regione ancora mancante di un piano di bonifica, pur in presenza di notevoli elementi architettonici contenenti amianto, specialmente negli edifici scolastici e ospedalieri.


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Un'altra vicenda che l'Associazione ha seguìto con attenzione è quella relativa ai due siti, ex Eternit ed ex Italsider, di Bagnoli, nei pressi di Napoli. Espone al riguardo che è venuta in possesso di una videocassetta che dimostra inoppugnabilmente come tali aree, pur malsane per la presenza significativa di amianto, non siano state in alcun modo confinate, sicché esse sono meta di visite scolastiche e di giochi per bambini nonché di ricovero per barboni.
L'Associazione ha pertanto presentato due esposti alla magistratura. Quello riguardante il sito dell'ex Italsider è basato sulla ricostruzione in ordine alle operazioni aventi ad oggetto i materiali contenenti amianto. Da essa emerge che, ufficialmente, la società incaricata della bonifica ha smaltito legalmente solo 87 tonnellate di amianto, mentre mancano i documenti che possano attestare il corretto smaltimento di ulteriori 1.600 tonnellate. Peraltro, anche la demolizione dello stabilimento siderurgico ha comportato lo smantellamento di strutture e macchinari in amianto, della cui sorte non si ha notizia.
Conclude affermando che vi sono fondati sospetti che molto del materiale contenente amianto sia finito in discariche situate in provincia di Avellino.

Rosa Chiara CERNUTO, rappresentante dell'Associazione verdi ambiente e società, precisa che le società incaricate dello smaltimento e della bonifica sono la Garboli REP e la Italrecuperi.

Daniela TRAVERSO osserva che i dati ufficiali forniti nella recente conferenza nazionale sull'amianto circa i siti di Bagnoli non sono persuasivi. Stando ad essi, infatti, la bonifica iniziata nel giugno 1999 sarebbe stata completata al sessanta per cento nel marzo 2000; peraltro, sottolinea che il contratto d'appalto con l'impresa incaricata dalla bonifica prevede ancora il conferimento del materiale in una discarica di tipo 2C.

Antonio D'ACUNTO, rappresentante dell'Associazione verdi ambiente e società, aggiunge che occorrerebbe dedicare la dovuta attenzione anche agli stabilimenti delle raffinerie ubicati nella zona orientale del capoluogo campano. Concorda con quanti ipotizzano che molto dell'amianto sia finito in discariche per inerti e ricorda che la presenza del cemento-amianto è diffusa negli edifici ospedalieri.

Pierluigi COPERCINI (LNIP) domanda chi sia il magistrato titolare dell'inchiesta.

Rosa Chiara CERNUTO risponde che si tratta della dottoressa Ribera.

Giovanni IULIANO (DS-U) domanda se l'Associazione sia a conoscenza di altre vicende relative a stabilimenti ex Eternit, come, ad esempio, quello di Torre Annunziata; domanda altresì se siano a conoscenza del fatto che nel comune di Sarno sono stati reperiti residui di amianto in una zona in passato «gestita» dal boss Pasquale Galasso, in cui oggi si vorrebbe insediare una «roulottopoli» di prima accoglienza gestita dalla protezione civile.

Rosa Chiara CERNUTO risponde che non risultano informazioni in merito.

Antonio D'ACUNTO precisa tuttavia che nella zona del baianese risultano esservi molte discariche abusive, sottolineando che il problema dell'amianto è molto avvertito a Castellammare di Stabia e presso l'impresa SOFER di Pozzuoli.

Giovanni TIBERIA, responsabile per la sicurezza del Coordinamento macchinisti uniti delle ferrovie dello Stato, rileva che, se fin dal 1983 è notoria la pericolosità dell'amianto, ad oggi le azioni concrete da parte delle ferrovie dello Stato sono state largamente insufficienti. Rispetto al problema della presenza dell'amianto su locomotori e vagoni, in particolare nella parte elettrica, le ferrovie dello Stato risposero inizialmente in modo superficiale, ed è questo il motivo della costituzione del comitato «Bastamianto».


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Espone altresì che sui dati relativi alla presenza dell'amianto sui rotabili non vengono offerte informazioni attendibili.
Segnala al riguardo una serie di episodi. Nella seconda metà degli anni ottanta le ferrovie dello Stato, determinatesi a porre in atto un programma di decoibentazione, incaricarono di tale operazione un'impresa legata al Graziano, noto alle cronache per la vicenda delle c.d. «lenzuola d'oro», la quale - a quel che risulta - smaltì il materiale in modo non corretto. Nel 1995 peraltro le ferrovie hanno ammesso che molte delle operazioni di messa in sicurezza precedenti al 1990 non potevano dirsi totalmente affidabili.
Un altro episodio che tiene a segnalare è quello relativo al blocco, avvenuto al confine con la ex Jugoslavia, di una quantità significativa di vagoni coibentati con l'amianto; cita infine il problema di diversi rotabili fermi su binari secondari presso lo smistamento ferroviario di Roma Salario, sito che non è in alcun modo confinato, sicché manca ogni controllo circa l'accesso di terzi al materiale rotabile.
Concludendo afferma che il quadro legislativo vigente non consente di individuare un'autorità di controllo imparziale che possa svolgere verifiche sulla gestione del problema da parte delle ferrovie dello Stato, le quali al momento appaiono essere incaricate di controllare se stesse.

Massimo SCALIA, presidente, osserva a quest'ultimo riguardo che compiti di controllo spettano alle agenzie regionali di protezione dell'ambiente.

Carlo SABUCCO, presidente dell'Associazione per l'assistenza legale del COMU FS, si sofferma su alcuni aspetti della relazione testé svolta, osservando in particolare che nella tratta ferroviaria fra Orte e Terni - in cui risulta presente una parte del materiale rotabile in esame - sono rilevabili numerose falde acquifere; deve poi rilevare la non conoscenza da parte degli organi di controllo, in specie nella regione Lazio, di situazioni ancora pericolose che permettono una totale contiguità dei manufatti contenenti amianto con i lavoratori. È purtroppo da sottolineare che finora permane un uso di materiali in qualche modo contenenti amianto.

Massimo SCALIA, presidente, chiede ai rappresentanti del COMU delle FS di far pervenire alla Commissione, con ogni possibile urgenza, la documentazione relativa ai dati ed alle notizie in precedenza esposti.

Pierluigi COPERCINI chiede informazioni sulle modalità di utilizzo dei lavoratori dell'azienda Isochimica di Avellino nonché sulle tipologie dei manufatti di amianto contenuti nei vagoni ferroviari che si sarebbero dovuti inviare all'estero.

Massimo SCALIA, presidente, ritiene che le notizie sul materiale rotabile ferroviario fornite nella seduta odierna potranno essere integrate con i dati formulati dai rappresentanti dell'azienda nel corso delle audizioni svolte di recente.

Vito TOTIRE, rappresentante dell'Associazione esposti amianto e rischi ambientali, ricorda innanzitutto che l'organismo da lui rappresentato non basa la sua attività soltanto sulle problematiche connesse all'amianto, che resta naturalmente uno dei campi d'azione, e ritiene che sulla questione non esista ancora una sufficiente sensibilità, anche tenendo conto delle aspettative legate al varo della legge n. 257 del 1992; deve però riconoscere che in alcune regioni sono stati compiuti di recente alcuni passi in avanti.
Rigettata la «pericolosa» tesi del limite di riferimento o di accettabilità riguardo alle fibre di amianto, ritiene che in materia esistano alcune questioni prioritarie, che riguardano la modifica della normativa pensionistica per i lavoratori ex esposti e la garanzia del monitoraggio sanitario nei loro confronti, con la realizzazione di un registro di tutte le patologie correlate all'uso dell'amianto.


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Un altro aspetto sicuramente importante riguarda la bonifica del territorio in condizioni di sicurezza per i lavoratori e per l'intera popolazione: segnala, ad esempio, la gravissima situazione dell'azienda Fibronit di Bari, nonché quelle dell'area di Casale Monferrato e dell'Italsider di Bagnoli.
Esposte alcune valutazioni sulle problematiche connesse al limite di sicurezza delle cento fibre per litro, si sofferma sulle bonifiche dei siti dismessi, che devono realisticamente considerare anche interventi di confinamento in situ, a volte l'unica ipotesi credibile sotto il profilo operativo anche se talvolta confliggente con altre ipotesi urbanistiche.
È poi necessaria la bonifica immediata dell'amianto friabile con una programmazione riguardo alla matrice cementizia o vinilica, anche ricorrendo all'adozione di nuove tecniche di monitoraggio, come il rilevamento aereo con il sistema LARA del CNR ed il metodo depositometrico ideato dal professor Chiappino dell'università di Milano.
Sottolinea che sarebbe opportuno dare nuovo impulso alla ricerca delle metodiche di inertizzazione, anche perché appaiono di grande problematicità le definizioni inerenti ai materiali sostitutivi, che presentano pericoli talvolta analoghi a quelli dell'uso dell'amianto; ricorda in seguito che i dati sui mesoteliomi pleurici confermano la gravità anche delle esposizioni a basse dosi.
Vale poi prestare la massima attenzione alla razionalizzazione delle modalità di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto procedendo a definire piccoli bacini e gestendo un sostegno allo smaltimento gratuito o agevolato dell'amianto proveniente dagli ambiti domestici.
Ritenuta opportuna l'istituzione di una commissione di studio sulla questione amianto per ricostruire storie e motivazioni delle strategie finora adottate, valuta utile, anche per dare nuovo impulso all'attività della commissione nazionale amianto di cui all'articolo 4 della legge n. 257 del 1992, aumentare a tre il numero dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste.

Massimo SCALIA, presidente, svolge considerazioni e formula domande sui controlli effettuati sui materiali sostitutivi dell'amianto.

Vito TOTIRE risponde dettagliatamente, riservandosi di integrare le notizie fornite nelle prossime settimane.

Bruno PESCE, rappresentante del Comitato vertenza amianto di Casale Monferrato, riferendosi all'esperienza dello stabilimento ex Eternit, ritiene che non possa esserci un uso «sicuro» dell'amianto, anche perché le indagini epidemiologiche riguardanti le patologie neoplastiche possono talvolta rappresentare una sottostima della situazione reale.
Per quanto riguarda la bonifica del sito, l'amministrazione comunale ha acquistato lo stabilimento dalla procedura del fallimento cui è conseguita la definizione di un piano di bonifica, finanziato nel 1997 ed ulteriormente oggetto di nuovi finanziamenti con la legge n. 426 del 1998 che si occupa dei siti ad alto rischio ambientale.
Dopo essersi soffermato sulla bonifica dei cosiddetti utilizzi impropri dell'amianto, quali i cortili ed i solai, ritiene che occorra recuperare i ritardi finora accumulati soprattutto dagli enti locali per portare a termine i censimenti nell'ambito delle priorità di intervento delle bonifiche, nonché per seguire le realtà produttive riconvertite; deve poi essere incrementata l'informazione alla popolazione, ai lavoratori ex esposti ed agli operatori, prevedendo altresì misure di sostegno allo smaltimento con la creazione di apposite discariche e convenzioni volte a creare un efficiente sistema di trasporto.
Premesso che le discariche devono funzionare nel territorio di produzione dei rifiuti, valuta opportuno che, secondo il «decreto Ronchi», sia rimossa la prescrizione dell'analisi del livello di tossicità


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dei materiali in cemento amianto anche per piccole quantità, sempre allo scopo di favorire la creazione di un sistema efficace di smaltimento.
Quanto agli aspetti sanitari, sarebbe opportuno perfezionare la ricerca ed il controllo epidemiologico, nonché il coordinamento e la gestione dei dati sull'intero territorio nazionale, anche tenendo conto dell'esperienza di altri Paesi.

Massimo SCALIA presidente, ringrazia sentitamente gli intervenuti per le notizie ed i dati forniti, sottolineando l'entusiasmo operativo delle associazioni che si occupano delle problematiche connesse all'amianto.
Si limita a ricordare che alcune delle questioni sollevate non possono essere soddisfatte dalla Commissione, trattandosi di tematiche di pertinenza delle Commissioni legislative delle due Camere; riguardo ad altre questioni, la Commissione intende approfondire i vari aspetti ascoltando esponenti di tutti gli organismi coinvolti, anche al fine di definire un documento nei prossimi mesi che faccia il punto della situazione attuale.
In questo contesto, invita gli intervenuti a consultare in rete gli atti ed i documenti risultanti dai lavori della Commissione, facendo pervenire nelle prossime settimane notazioni aggiornate sui fatti citati nella seduta odierna.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 16 marzo 2000, alle ore 13.30, per proseguire l'esame della proposta di documento sulle connessioni societarie nel ciclo dei rifiuti.

La seduta termina alle 15.40.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.