CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Giovedì 10 febbraio 2000


Sulla pubblicità dei lavori ... 93

Audizione di Giuseppe Rositani, comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri ... 93

Audizione di Eugenio Sicurezza, comandante generale delle capitanerie di porto ... 95

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di giovedì 10 febbraio 2000


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Giovedì 10 febbraio 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Giuseppe Rositani, comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri.

Massimo SCALIA, presidente, invita il colonnello Rositani a prendere la parola sulle linee ordinative dell'organismo da lui diretto e sulle problematiche relative allo smaltimento degli oli minerali e vegetali contaminati, nonché - in base alle notizie giornalistiche del pomeriggio di ieri - sul sopralluogo effettuato a Milazzo dal NOE in merito al «caso Erika».

Giuseppe ROSITANI, comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri, precisa che la richiesta di sopralluoghi a San Filippo del Mela, nei pressi di Milazzo, ed a Piombino è stata formulata dal ministro dell'ambiente il 31 gennaio scorso, fra gli altri, al NOE ed all'ANPA: si è proceduto al campionamento del contenuto dei serbatoi contenenti l'olio combustibile ed è stata acquisita la relativa documentazione amministrativa. Ritiene che i risultati delle analisi potranno essere disponibili nelle prossime settimane.
Fa presente in seguito che dal 15 novembre 1999 sono in funzione cinque nuove sezioni del NOE ad Udine, Genova, Pescara, Ancona e Potenza, e che il distaccamento di Caserta è stato elevato al rango di sezione: quindi, oltre al comando ed alla sezione operativa centrale di Roma con competenza sul Lazio e sull'Umbria,


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vi sono sedici sezioni sull'intero territorio nazionale, con una forza totale di 170 unità.
In base a tale situazione, è stato possibile ridurre i tempi di intervento sul territorio ad un massimo di due ore, con una migliore conoscenza delle realtà locali, un costante contatto con le autorità giudiziarie e la possibilità di coordinamento con gli organismi amministrativi e di controllo, oltre a permettere minori spese per gli spostamenti del personale. Sono state inoltre perfezionate le metodologie operative, con l'impiego di attrezzature tecniche e modalità di indagine già sperimentate nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata, in un'osmosi continua con i reparti territoriali dell'Arma e con le altre forze di polizia.
Ritiene che fra i progetti futuri si ponga la necessità di dotare il NOE e le altre forze di polizia di tecnologie che permettano un più completo controllo del territorio: a tal fine, nell'ambito dei fondi strutturali europei 2000-2006, è stato elaborato un sistema di controllo per impedire azioni criminose nel settore dello smaltimento dei rifiuti e delle sostanze pericolose, nonché in quelli dell'inquinamento idrico ed atmosferico e dell'abusivismo edilizio. Il sistema verrà realizzato presso la sede del NOE, con il supporto tecnico-scientifico del CNR, e potrà essere utilizzato anche da altri organismi pubblici. Circa lo smaltimento degli oli minerali e vegetali contaminati, è stata valutata dal NOE la possibilità di impiego degli oli esausti nei processi di produzione dei mangimi animali, nonché le modalità di smaltimento adottate dai produttori e dai detentori. Per la gestione degli oli vegetali esausti, salve le problematiche connesse ai consorzi operanti nel settore, dà conto delle aziende che effettuano l'attività di recupero e trasporto.
(La Commissione delibera di procedere in seduta segreta. I lavori proseguono in seduta segreta. Indi riprendono in seduta pubblica).

Giuseppe ROSITANI si sofferma in seguito sugli oli minerali esausti, precisando che nel 1996 il NOE ha svolto indagini a seguito del ritrovamento presso una società concessionaria del consorzio obbligatorio oli usati di un autoarticolato contenente circa 25 tonnellate di solvente proveniente da una società di Avigliana, nei pressi di Torino. Dà conto dei successivi accertamenti e delle ipotesi di reato rilevate, osservando che le ispezioni effettuate hanno permesso di appurare in molti casi la mancanza di autorizzazione allo stoccaggio di oli usati e di controllo analitico qualitativo dell'olio e delle emulsioni raccolte.
Si sofferma poi su un procedimento penale pendente presso la procura di Roma originato da un esposto dell'associazione «Ambiente e/è vita», relativo all'uso di olio minerale esausto nei fertilizzanti prodotti negli stabilimenti Enichem come antipolvere: sono stati acquisiti i documenti attestanti i rapporti intercorsi tra l'Enichem ed il consorzio obbligatorio oli usati, nonché il trasporto dell'olio esausto conferito da alcuni concessionari e destinato agli stabilimenti Enichem di Gela e Barletta per l'utilizzazione come antipolvere nei fertilizzanti. Fornisce anche i dati relativi a tale procedimento penale.

Giuseppe LO CURZIO (PPI) ringrazia innanzitutto il colonnello Rositani per le informazioni testé fornite, che considera molto interessanti.
Chiede quindi notizie in ordine alla strutturazione complessiva del NOE sull'intero territorio nazionale e domanda se esistano unità operanti all'interno dei grandi complessi industriali. Chiede anche maggiori delucidazioni sulle indagini relative al ritrovamento del mezzo autoarticolato contenente circa 25 tonnellate di solvente della SOLVECO di Avigliana e sulla situazione complessiva relativa ai porti di Gioia Tauro e di Augusta, che costituiscono aree ad alto rischio e riconosciute tali anche a livello europeo.

Giovanni IULIANO (DS-U) chiede alcuni chiarimenti sul potenziamento del NOE e sulle linee di sviluppo future,


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anche tenendo conto dei tempi di attuazione.

Lucio MARENGO (AN) si sofferma sull'efficacia dei controlli effettuati dalle istituzioni in sede locale riguardo alle attività illegali che costituiscono attentati alla salvaguardia dell'ambiente: la Commissione ha dovuto spesso verificare inefficienze e ritardi, che dovrebbero essere superati al più presto. Chiede quindi quali accertamenti possano essere svolti in proprio dal NOE.

Massimo SCALIA, presidente, ritiene che la situazione sia più confortante di quella prospettata testé dal deputato Marengo: infatti, il NOE può rivolgersi per le analisi di laboratorio anche alla struttura centrale dei carabinieri, oltre che, dopo aver inoltrato la notizia di reato all'autorità giudiziaria, utilizzare per quanto necessario altri laboratori di analisi pubblici e privati.

Giuseppe ROSITANI risponde dettagliatamente, specificando che il personale del NOE possiede un'elevata specializzazione ed opera alle dipendenze del Ministero dell'ambiente: le aree di intervento riguardano tutte le regioni ed il NOE si avvale del supporto delle stazioni locali dei carabinieri.
Ricordato che è stato presentato un progetto di legge tendente ad istituire un Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, sottolinea che si sta procedendo alla mappatura delle aree a rischio, fra cui i due porti citati dal senatore Lo Curzio.

Audizione di Eugenio Sicurezza, comandante generale delle capitanerie di porto.

Massimo SCALIA, presidente, invita l'ammiraglio Sicurezza a prendere la parola essendo la Commissione interessata alle informazioni inerenti al carico della nave Erika che, secondo notizie desunte dalla stampa e dalla rete Internet, avrebbe trasportato prodotti petroliferi aventi la caratteristica di rifiuti pericolosi, con i porti di Livorno e di Milazzo destinatari del carico.
Chiede quindi che siano fornite notizie sul carico della nave Erika e sulle procedure esistenti per garantire che il trasporto dei materiali sulle navi avvenga in regime di sicurezza; chiede anche delucidazioni sulla disponibilità dei documenti relativi al carico della nave e sulla classificazione del materiale trasportato.
Fa presente che l'ammiraglio Sicurezza è accompagnato dai comandanti delle capitanerie di porto di Livorno e di Milazzo.

Eugenio SICUREZZA, comandante generale delle capitanerie di porto, ricorda innanzitutto che la nave Erika è partita alle ore 19 dell'8 dicembre scorso dal porto di Dunkerque per Livorno con un carico di circa 31 mila tonnellate di olio combustibile a medio tenore di zolfo, mentre la portata massima della nave era di circa 37 mila tonnellate; oltre al carico ed al combustibile aveva a bordo qualche centinaio di tonnellate di residui di lavaggio stivati nelle apposite cisterne.
Precisa che la nave Erika faceva parte di una serie di otto navi costruite in Giappone circa 25 anni fa: sei di esse ancora navigano, mentre una è stata avviata alla demolizione. Il porto di destinazione era Livorno - e successivamente Piombino per mezzo di «cisternine» - dove la nave era appoggiata all'agenzia marittima Gastaldi ed avrebbe scaricato nel deposito costiero D'Alesio, che avrebbe ricevuto il carico per conto dell'ENEL.
Sottolinea che per la nave era indicato «Milazzo for orders», secondo l'indicazione riportata nel bill of loading, con l'individuazione quindi di un porto petrolifero baricentrico del Mediterraneo, prima del quale la nave avrebbe avuto la sua destinazione definitiva; rileva anche che l'olio combustibile trasportato era presumibilmente destinato alle centrali termoelettriche ENEL di Livorno e di Piombino e che il prodotto era stato analizzato dalla raffineria delle Fiandre e classificato, secondo i parametri francesi,


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come fuel oil n. 2, mentre, secondo i parametri anglosassoni, la classifica è fuel oil n. 6 oppure bunker C. Si tratta in ogni caso di olio combustibile denso, con un tenore di zolfo compreso tra il due ed il quattro per cento (nella fattispecie 2,28 per cento), compatibile quindi con la normativa italiana che permette un tenore massimo del tre per cento.
Fa poi presente che l'ENEL dispone di circa quindici terminali marittimi per la ricezione e lo smistamento dell'olio combustibile destinato alle centrali elettriche e che annualmente i terminali registrano via mare un movimento di circa tredici milioni di tonnellate di olio combustibile denso (in passato denominato «nafta da caldaia»).
Dopo aver elencato i terminali principali, osserva che la maggior parte dell'olio combustibile proviene dalle raffinerie nazionali e da centri di raffinazione dei Paesi produttori, soprattutto la Russia e quelli mediorientali, mentre una quota minore, circa il quindici per cento, proviene dai Paesi comunitari che, avendo sviluppato il nucleare, presentano eccedenze di olio combustibile. Unica eccezione è la centrale termoelettrica di Milazzo, che consuma annualmente circa un milione di tonnellate di olio combustibile denso, per il novanta per cento proveniente dall'attigua raffineria.

Massimo SCALIA, presidente, esprime alcune considerazioni sulla differente classificazione, da parte francese e da parte anglosassone, del combustibile trasportato dalla nave Erika ed auspica il sollecito varo del decreto ministeriale sui rifiuti pericolosi, atteso da più parti, che potrà fare chiarezza nel settore.
Chiede maggiori ragguagli sulla classificazione del materiale trasportato e sugli strumenti di intervento delle capitanerie di porto in materia.

Giuseppe LO CURZIO chiede chiarimenti sulla quantità di materiale trasportato dalla nave Erika, sul tenore di zolfo del combustibile e sul ruolo svolto nella vicenda dal porto di Augusta.

Eugenio SICUREZZA risponde dettagliatamente, soffermandosi in particolare sulle procedure generali di controllo da parte delle capitanerie di porto e su quelle svolte specificamente sulla nave Erika, con la precisazione che il controllo del carico è esercitato dall'autorità doganale.

Massimo SCALIA, presidente, ritiene che da quanto testé detto emerga che il controllo esercitato dalle capitanerie di porto si esplica sulla struttura delle navi e non sul materiale trasportato. È auspicabile quindi un coordinamento fra l'autorità doganale e quella marittima, in particolare riguardo ai rifiuti pericolosi.

Giuseppe LO CURZIO auspica che la Commissione svolga un'attenta riflessione sulla necessità di perfezionare il coordinamento fra l'autorità marittima e quella doganale.

Eugenio SICUREZZA esprime alcune ulteriori considerazioni, rilevando in particolare che da poco tempo esiste un'unità organizzativa delle capitanerie di porto presso il Ministero dell'ambiente; precisa infine che le capitanerie di porto in via ordinaria non effettuano prelievi sul carico trasportato dalle navi.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo, 16 febbraio 2000, alle ore 13.30, per ascoltare i rappresentanti dell'ENEL.

La seduta termina alle 15.05.

N.B.: il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.