CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 26 gennaio 2000


Sulla pubblicità dei lavori ... 187

Audizione di Mario Valentini, responsabile del servizio ambiente e smaltimento rifiuti della regione Umbria ... 187

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 26 gennaio 2000


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Mercoledì 26 gennaio 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Mario Valentini, responsabile del servizio ambiente e smaltimento rifiuti della regione Umbria.

Massimo SCALIA, presidente, dà il benvenuto al senatore Lo Curzio, che sostituisce il senatore Polidoro, entrato a far parte del Governo.
Dà quindi la parola al dottor Valentini, precisando che il vicepresidente della giunta regionale umbra ed assessore all'ambiente Monelli non è potuto intervenire all'odierna seduta per sopravvenuti motivi di salute.

Mario VALENTINI, responsabile del servizio ambiente e smaltimento rifiuti della regione Umbria, ricorda che negli anni passati la provincia di Perugia ha predisposto un progetto chiamato SUWMIRA per la realizzazione di un impianto di trattamento delle biomasse per la produzione di ammendanti agricoli di qualità provenienti dal bacino del lago Trasimeno: tale impianto non rispondeva ai criteri dettati dalla programmazione regionale che invece prevedevano la creazione di un impianto per il compostaggio delle macrofite e del fragmiteto asportati dal lago.
Nel febbraio 1997 il sindaco di Castiglione del Lago dichiarava disponibile un'area del territorio comunale per la realizzazione del predetto impianto, subordinando la fattibilità del progetto alla valutazione dell'impatto ambientale da parte di un'apposita commissione tecnica, che ha individuato come idonea un'area in località Villastrada nel comune di Castiglione del Lago.


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Anche in base ai numerosi esposti successivamente presentati, la CEE, approvando il progetto SUWMIRA, ha evidenziato l'opportunità di realizzare l'impianto in un'area diversa. Nel luglio 1999 è stata richiesta la realizzazione dell'impianto nel sito di Poggio Montorio, ricadente nel territorio dei comuni di Magione e di Perugia, ubicato quindi all'esterno del bacino del lago Trasimeno; da parte della regione è stata fatta presente la necessità di integrare la documentazione fino a quel momento presentata, in particolare con il parere della commissione di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 203 del 1988 in materia di emissioni.
Rileva in seguito che l'impianto potrà essere realizzato in una cava in via di dismissione, in cui si sta realizzando il ripristino ambientale e la messa in sicurezza, e che l'area interessata è contingua ad un sito di interesse naturalistico e ad un bosco di lecci; si sofferma anche sulle tipologie dei rifiuti da trattare, precisando che le quantità complessive dovrebbero ammontare a 41 mila tonnellate annue e che i prodotti ottenuti consistono in terricci, concimi ed ammendanti organici.
Rifacendosi agli articoli 31 e 33 del «decreto Ronchi», fa conoscere le modalità della procedura per richiedere l'iscrizione al registro delle ditte che si occupano del recupero dei rifiuti speciali: fino ad oggi in Umbria sono state autorizzate all'avviamento 310 attività di recupero in materia.
Ritiene che le attività avviate e le procedure autorizzative semplificate richiederebbero controlli mirati che invece non possono essere effettuati in modo soddisfacente: tali attività di fatto sfuggono completamente alla programmazione regionale in materia di rifiuti ed a quella della gestione del territorio, di pertinenza dell'ente locale. Si assiste così all'indiscriminata proliferazione nelle aree industriali di numerose attività di recupero dei rifiuti, talvolta ad alto rischio e con notevole impatto sull'ambiente.
Auspica il varo di una disciplina più organica circa la provenienza dei rifiuti, poiché il «decreto Ronchi» non consente lo smaltimento dei rifiuti urbani in regioni diverse da quelle di produzione. Ritiene anche opportuna l'acquisizione, prima dell'iscrizione nel registro da parte della provincia, del parere della conferenza dei servizi volto alla valutazione degli aspetti ambientali; si deve poi specificare se la costruzione di un impianto di recupero ammesso alla procedura semplificata debba essere sottoposto all'autorizzazione prevista dall'articolo 27 del «decreto Ronchi» e debbono essere prestate idonee garanzie finanziarie per lo svolgimento dell'attività di recupero, in armonia con quanto previsto per quelle sottoposte all'autorizzazione di cui all'articolo 28 del predetto decreto.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia il dottor Valentini per la sua esauriente esposizione riguardo all'impianto ipotizzato nei comuni di Magione e Perugia ed alle procedure semplificate da parte delle imprese che intendono occuparsi del recupero dei rifiuti.

Franco ASCIUTTI (FI), anche riferendosi alle informazioni fornite dal dottor Valentini, chiede se venga ravvisata la necessità di un nuovo impianto di riciclaggio delle sostanze organiche nel territorio umbro.
Poiché sull'intera area regionale esistono esigenze ambientali e paesaggistiche che debbono essere in ogni caso rispettate, chiede se gli uffici regionali conoscano, nel contesto della complessiva attività programmatoria, la quantità dei rifiuti provenienti da altre regioni e quale sia la percentuale in rapporto alla produzione interna.
Chiede infine di specificare le previsioni riguardo alle necessità impiantistiche del prossimo futuro negli ambiti territoriali ottimali in cui è stata divisa l'intera regione.

Giuseppe LO CURZIO (PPI) ringrazia innanzitutto il Presidente Scalia per le cortesi espressioni manifestate nei suoi confronti.
Ritenuto che in Italia le problematiche esistenti nel ciclo dei rifiuti siano in numero elevato e talvolta di difficile soluzione,


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soprattutto in alcune regioni, chiede di conoscere quali siano i criteri definiti per lo smaltimento dei rifiuti in Umbria, anche alla luce delle innovazioni prospettate dalla normativa contenuta nel «decreto Ronchi».
Ricorda poi che i comuni effettuano lo smaltimento dei rifiuti urbani e di quelli assimilati attraverso appositi regolamenti ispirati a princìpi di efficienza, efficacia ed economicità: domanda al dottor Valentini di esporre i parametri adottati in Umbria nello svolgimento delle procedure autorizzative volte all'istituzione di nuove strutture impiantistiche.

Mario VALENTINI risponde dettagliatamente ai quesiti formulati, precisando che i rifiuti urbani provengono da territori extra regionali in quantità trascurabili, essendo praticamente il solo comune di San Sepolcro in Toscana, a pochi chilometri da Città di Castello, ad utilizzare le strutture regionali.
Ricordato che nell'area ternana i residui delle lavorazioni industriali vengono normalmente trattati dall'azienda produttrice e che in altre aree della regione i rifiuti speciali vengono trasportati per lo smaltimento in impianti situati in regioni diverse, può affermare che i dati e le informazioni in materia di rifiuti speciali non sono disponibili da parte degli uffici competenti, sia regionali che provinciali.
Rifacendosi all'iscrizione di 310 nuove attività di recupero dei rifiuti speciali nel territorio umbro, precisa che l'istituzione di ogni nuovo impianto deve rispondere ad una «griglia» di parametri di valutazione; si sofferma poi sul mancato inizio delle procedure per il recupero energetico dai rifiuti e sulle procedure cosiddette semplificate di cui agli articoli 31 e 33 del decreto legislativo n. 22 del 1997.

Massimo SCALIA, presidente, riguardo alla complessa questione delle procedure semplificate, ricorda che nel convegno organizzato dalla Commissione nel marzo 1998 affermò che esse si erano prestate ad un'utilizzazione illecita: la questione è certamente delicata e purtroppo non esiste un sufficiente livello deontologico da parte del sistema delle imprese, che spesso si limitano a far giacere i rifiuti senza procedere ad alcun recupero.
Deve poi sottolineare l'inesistenza di un sistema di controllo che valga a scoraggiare l'attività illecita delle imprese in materia: negli ultimi due anni molto è stato fatto anche riguardo a tale problematica e le agenzie regionali di protezione dell'ambiente sono quasi tutte in grado di funzionare a pieno regime. Ritiene che un controllo stringente e sistematico da parte loro permetterebbe di verificare le reali capacità operative delle ditte che iniziano l'attività di recupero dei rifiuti.

Mario VALENTINI afferma che terrà nel debito conto le valutazioni emerse nel corso dell'odierna seduta.

Massimo SCALIA, presidente, ringrazia il dottor Valentini e lo congeda, invitandolo a far pervenire ogni integrazione alla documentazione testé presentata che si renderà disponibile.

Comunicazioni del Presidente.

Massimo SCALIA, presidente, comunica che il Presidente del Senato, con lettera del 24 gennaio scorso, ha chiamato a far parte della Commissione il senatore Giuseppe Lo Curzio, in sostituzione del senatore Giovanni Polidoro, entrato a far parte del Governo; essendo il senatore Polidoro Segretario di Presidenza, nella seduta del 3 febbraio prossimo è prevista la relativa elezione.
Avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 27 gennaio 2000, alle ore 13.30, per ascoltare i rappresentanti dell'ISPESL e del centro regionale amianto del Piemonte.

La seduta termina alle 14.40.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.