CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse |
SOMMARIO
Giovedì 20 gennaio 2000
Sulla pubblicità dei lavori
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Deliberazione ai sensi dell'articolo 13 del regolamento interno
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Sulla pubblicità dei lavori
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Audizione di Umberto Biasin, presidente del consorzio obbligatorio oli usati (COOU), di Getulio Curzi, presidente del consorzio oli e grassi esausti (CONOGE), e di Renzo Restani, presidente del consorzio oli esausti (CONOE)
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Giovedì 20 gennaio 2000. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA, indi del Vicepresidente Giuseppe SPECCHIA.
La seduta comincia alle 9.40.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Massimo SCALIA, presidente, propone di procedere in seduta segreta.
(La proposta è approvata).
Deliberazione ai sensi dell'articolo 13 del regolamento interno.
(La Commissione procede in seduta segreta).
(La seduta riprende in seduta pubblica).
Massimo SCALIA, presidente, sospende la seduta.
La seduta, sospesa alle 9.45, è ripresa alle 13.30.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE SPECCHIA.
Sulla pubblicità dei lavori.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, la parte della seduta relativa alle audizioni verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.
Audizione di Umberto Biasin, presidente del consorzio obbligatorio oli usati (COOU), di Getulio Curzi, presidente del consorzio oli e grassi esausti (CONOGE), e di Renzo Restani, presidente del consorzio oli esausti (CONOE).
Giuseppe SPECCHIA, presidente, nel ricordare le ragioni delle odierne audizioni dà la parola al presidente Biasin.
Umberto BIASIN, presidente del consorzio obbligatorio oli usati, rilevati i motivi della nascita del consorzio degli oli usati e la sua natura, espone i compiti assegnatigli dal decreto legislativo n. 95 del 1992. In particolare sottolinea la funzione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica fissata in tale decreto ed il ruolo di attore centrale nella raccolta degli oli usati dai detentori e dalle imprese autorizzate.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, dà la parola al presidente Curzi.
Getulio CURZI, presidente del consorzio oli e grassi esausti, riassume brevemente gli ostacoli sorti per il funzionamento del consorzio istituito ai sensi dell'articolo 47 del decreto legislativo n. 22 del 1997.
con il CONOE e che, eventualmente, sarebbe anche possibile giungere ad un accorpamento dei due consorzi.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, invita il presidente Restani a prendere la parola.
Renzo RESTANI, presidente del consorzio oli esausti, riferendosi al disposto dell'articolo 47 del «decreto Ronchi», si sofferma diffusamente sulle vicende intervenute negli ultimi anni, in particolare in vista della definizione dello statuto del consorzio in applicazione del dettato legislativo.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, domanda ad Umberto Biasin che cosa intenda per olio contaminato e se esso sia stato mai usato come antimpaccante e antipolvere per fertilizzanti o mangimi. Domanda altresì che cosa si intenda per emulsioni.
Umberto BIASIN chiarisce che per olio contaminato si intende quello dal quale non si può ottenere recupero energetico, quei grassi il cui contenuto di cloro è troppo alto per consentirlo ai sensi delle vigenti disposizioni. Rileva che tali grassi, talora mischiati anche con gasolio, sono spesso usati dall'industria delle lamiere.
Giovanni IULIANO (DS-U) domanda quali siano i costi della termodistruzione delle emulsioni.
Umberto BIASIN afferma che i prezzi oscillano tra le 390 e le 480 lire al chilo.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, rileva che la situazione configurata negli interventi dei rappresentanti del CONOGE e del CONOE appare poco chiara; chiede quindi se vi siano spazi per rimediare in positivo all'impasse finora emerso e superare
le problematiche che non hanno trovato soluzione. Ritiene che, in caso contrario, dovranno intervenire gli organi ministeriali per attuare le previsioni contenute nel «decreto Ronchi».
Giovanni IULIANO, giudicati nebulosi i motivi del contendere tra il CONOGE ed il CONOE, ritiene che il Parlamento dovrebbe farsi promotore presso i Ministeri competenti per giungere rapidamente ad una soluzione soddisfacente. Pone poi alcuni quesiti di natura tecnica sugli oli vegetali.
Getulio CURZI rigetta decisamente quanto affermato dal rappresentante del CONOE in merito alle responsabilità del CONOGE per il mancato rispetto della previsione legislativa. Ritiene che il parere espresso dal professor Scoca, di cui ha fatto cenno in precedenza, costituisca lo strumento maggiormente praticabile per pervenire ad una soluzione soddisfacente in materia: non si è finora pervenuti ad un accordo non essendosi manifestata una concreta volontà in tal senso. Ricorda di aver ribadito tali concetti nel corso della riunione svoltasi il 18 gennaio scorso con la presenza del Vicepresidente Gerardini e dei funzionari dei Ministeri dell'ambiente e dell'industria.
Renzo RESTANI, rilevato che al momento attuale appare più difficoltosa la via per giungere ad un accordo per la costituzione del consorzio obbligatorio, sottolinea che nel febbraio 1999 le parti interessate furono convocate presso l'Osservatorio nazionale rifiuti per giungere in brevissimo tempo ad una soluzione; il CONOE presentò una proposta, cui venne risposto che sarebbe stato necessario il suo scioglimento per la creazione di un consorzio diverso.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, ringrazia gli intervenuti e li congeda, invitandoli a fornire ogni ulteriore documentazione che si renderà disponibile. Assicura che la Commissione si attiverà presso le istituzioni interessate affinché si faccia al più presto chiarezza in materia.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo, 26 gennaio 2000, alle ore 13.30, per ascoltare l'assessore all'ambiente della regione Umbria.
La seduta termina alle 15.
N.B.: il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.
Quanto alla funzione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, precisa che il consorzio vi ha dedicato ampie energie, anche perché l'elevato numero dei detentori di oli usati e la loro dispersione sul territorio costituiscono una delle difficoltà principali per l'operatività del consorzio stesso Osserva anche che un efficace conseguimento dell'obiettivo deve poter contare su un'azione educativa di ampio respiro e sull'accesso ai canali a disposizione della Presidenza del Consiglio per la comunicazione pubblica.
Quanto invece all'attività di raccolta degli oli, osserva che il consorzio si avvale - in sede periferica - di 6 società mandatarie con funzioni di coordinamento e di 68 raccoglitori concessionari. Sul mercato italiano vengono annualmente immesse 600 mila tonnellate di olio lubrificante: di queste, la quantità stimata di residuo ammonta a circa 200 mila tonnellate. Mentre nel 1985 il consorzio è riuscito a recuperarne il 41 per cento, nel 1998 tale quota è salita all'84 per cento e nel 1999 all'87 per cento: da un chilo e mezzo di olio usato si può ottenere circa in chilo di base lubrificante di qualità. I dati citati pongono l'Italia in una posizione di tutto rispetto con altri Paesi europei.
Ritiene che l'entrata in vigore del «decreto Ronchi» ponga problemi di coordinamento con il predetto decreto legislativo n. 95 del 1992, i quali rischiano di generare incertezze in un settore sinora assai soddisfacente riguardo al funzionamento ed al conseguimento degli obiettivi. Auspica pertanto un intervento legislativo che chiarisca, in via interpretativa, il rapporto di specialità intercorrente tra i due decreti legislativi, in modo che la disciplina degli oli usati dettata dal decreto legislativo n. 95 continui ad essere applicata, rendendo inefficace il decreto ministeriale n. 392 del 1996.
Dopo aver accennato ai problemi relativi all'incentivo economico per il consorzio e a quello delle emulsioni, afferma che i risultati positivi del 1999 possono essere ragionevolmente migliorati nel 2000.
Ricordato che i raccoglitori del materiale usato si sono dotati di un regolamento e che è stata portata avanti costantemente una sensibilizzazione di tutti gli operatori del settore, ritiene che sarebbe opportuno, pur non nascondendosi le difficoltà esistenti per giungere ad un tale risultato, definire un nuovo consorzio piuttosto che procedere ad un accorpamento del CONOGE e del CONOE.
Rileva, a tale proposito, che il professor Scoca dell'università «La Sapienza» di Roma è stato invitato a formulare un parere pro veritate in merito alla procedura per la costituzione del consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e di trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti prevista dal «decreto Ronchi». In particolare, nel parere si afferma che, verificata l'irregolarità della procedura sin qui attivata, potrebbe essere risolutivo un intervento dei Ministeri competenti che, azzerando la situazione di fatto, convochino - in primo luogo - un'assemblea di tutti i soggetti interessati, con funzioni in qualche modo costituenti ed elettive degli organi dell'unico consorzio obbligatorio creato dalla legge, e - in secondo luogo - approvino lo statuto consortile adottato, conferendo ad esso piena legittimazione.
Conclude osservando che il CONOGE è disponibile ad un accordo soddisfacente
Ricordato che il CONOE è stato costituito nell'ottobre 1998 ed il CONOGE nel novembre successivo, ritiene che quest'ultimo non abbia alcun presupposto di legittimità, né alcuna rappresentatività aziendale, basandosi sul fatto che le imprese associate alle confederazioni di categoria sono automaticamente iscritte ad esso. Ricorda anche il contenuto degli incontri svoltisi presso l'Osservatorio nazionale rifiuti ed i Ministeri dell'ambiente e dell'industria, in cui non si sono prodotti effetti non essendosi il CONOGE espresso sulle proposte avanzate dal CONOE: l'ultima riunione si è svolta il 18 gennaio scorso, con la presenza del Vicepresidente Gerardini.
Ribadita l'inaccettabilità del fatto che un consorzio ritualmente costituito ed operante non sia posto nella condizione di svolgere le funzioni previste, sottolinea che il CONOE fin dal febbraio 1999 è pronto ad operare sul territorio; tuttavia, la ritardata nomina dei revisori e l'antagonismo dell'altro consorzio vengono interpretati dai terzi che si dovrebbero consorziare come un mancato riconoscimento. Del resto, anche le imprese consorziate mantengono una posizione di attesa e di appoggio condizionato nel timore di essere penalizzate commercialmente di fronte alle altre imprese non iscritte.
Premesse tali considerazioni, al CONOE viene meno il supporto finanziario per lo sviluppo dell'attività, anche perché il Ministero dell'ambiente non ha emesso il decreto per la determinazione del contributo di riciclaggio richiesto nel febbraio 1999.
Conclude auspicando un intervento della Commissione affinché cessi la situazione attuale e si proceda alla nomina ministeriale dei revisori dei conti.
Afferma che tali sostanze sono talora usate sui fertilizzanti ma mai sui mangimi, mentre per il resto sono termodistrutte con costi a carico del detentore. Al riguardo, offre alcuni ulteriori dettagli sulle quantità e dichiara che fornirà alla Commissione quelle informazioni che saranno eventualmente richieste.
Circa le emulsioni, precisa che esse indicano quelle sostanze grasse il cui contenuto di acqua è superiore al 15 per cento: è una materia non disciplinata dalla legge, di rilevante interesse per le aziende municipalizzate.
Precisato che nel parere del professor Scoca emerge anche la linearità delle posizioni sostenute dal CONOE, si sofferma sugli elementi emersi nella riunione svoltasi il 18 gennaio scorso, in cui, fra l'altro, il CONOE ha mostrato anche la disponibilità ad assumere la vicepresidenza del costituendo consorzio e non la presidenza.
Auspica che la Commissione intervenga presso le istituzioni interessate perché si giunga in breve tempo all'istituzione del consorzio obbligatorio previsto dal «decreto Ronchi».
Conclude fornendo una serie di risposte tecniche al senatore Iuliano.