CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Giovedì 23 settembre 1999


Sulla pubblicità dei lavori ... 117

Audizione del commissario delegato all'emergenza rifiuti della regione Campania, Andrea Losco (presidente della Giunta regionale) ... 117

Audizione del dottor Giuseppe Russo, presidente del Consorzio nazionale dell'acciaio e del dottor Walter Ganapini, presidente dell'ANPA ... 120


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di giovedì 23 settembre 1999


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Giovedì 23 settembre 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.35.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del commissario delegato all'emergenza rifiuti della regione Campania, Andrea Losco (presidente della Giunta regionale).

Massimo SCALIA, presidente, introducendo l'ospite ricorda lo scopo dell'audizione.

Andrea LOSCO, commissario delegato all'emergenza rifiuti della regione Campania, premette che l'argomento su cui è chiamato ad esprimersi è ricco di profili problematici e che, con il succedersi delle ordinanze del Governo, l'ambito della situazione di emergenza si è esteso alle necessità di bonifica di alcune zone del territorio campano e alla depurazione idrica.
Le ragioni del commissariamento sono purtroppo ancora attuali. D'altronde la Campania è sempre stata una regione difficile dal punto di vista ambientale, si pensi soltanto alla circostanza che il piano di depurazione emanato all'inizio degli anni '70 non ha mai trovato adeguata attuazione. La regione è tuttora luogo di cospicui sversamenti e abbandoni illeciti di rifiuti.
Afferma che occorre superare l'emergenza e restituire agli organi istituzionalmente preposti le loro responsabilità e i loro poteri. Per questo egli ha interpretato, sin dall'assunzione della carica di presidente della giunta regionale e dunque di commissario delegato, i poteri commissariali come modo di accelerazione dei tempi procedurali nonché come mezzo


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per superare taluni dei dissensi che fatalmente si creano nella ordinaria gestione politico-amministrativa. In questo contesto tuttavia non ritiene che l'attribuzione di poteri al prefetto sia sempre opportuna.
Espone che i poteri commissariali attribuiti all'amministrazione regionale hanno conseguito risultati soddisfacenti. Al riguardo tiene a puntualizzare che la raccolta differenziata oggi è svolta con finanziamenti di derivazione regionale (300 miliardi di lire). I soggetti affidatari in questo settore sono imprese specializzate della Lombardia e dell'Emilia Romagna.
Espone altresì che la gestione commissariale da lui guidata sta rispettando i tempi per quanto riguarda l'affidamento degli appalti per la realizzazione dell'impiantistica. È stato in particolare predisposto un piano che annovera 7 impianti di fabbricazione di combustibile da rifiuto (CDR), localizzati 3 nella provincia di Napoli e 1 in ciascuna delle altre province. Il piano prevede anche la realizzazione di 2 termodistruttori con recupero energetico a Battipaglia e Acerra. Queste ultime due ubicazioni sono state scelte dall'impresa responsabile del progetto.
I progetti dei 7 impianti di fabbricazione del CDR sono già stati presentati alla direzione generale per la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) del Ministero dell'ambiente, ricevendone un parere favorevole con la sola eccezione dell'impianto previsto per la provincia di Avellino, per il quale è stato consigliato lo spostamento del luogo di realizzazione, cosa che è avvenuta anche con il consenso degli esponenti degli enti locali interessati. Del resto in quella provincia vi è stato un periodo di crisi gravissima durato ben 4 mesi che ha prodotto seri danni.
Concorda con la diagnosi fatta dal prefetto di Napoli, dottor Romano, sulla circostanza che oggi in Campania il problema più delicato è quello dell'individuazione dei siti anche perché le amministrazioni locali sono più propense ad assecondare il malcontento delle popolazioni che a trovare soluzioni alternative.

Massimo SCALIA, presidente, domanda se la direzione generale VIA abbia dato un parere anche su uno dei due termodistruttori.

Andrea LOSCO risponde che non gli risulta ma che ugualmente sono allo studio altre possibilità di ubicazione.
Per quanto riguarda l'attività di bonifica, espone che la società incaricata deve presentare i piani operativi per riportare a piena funzionalità i depuratori entro il 31 ottobre 1999.
Nella sua opinione l'esperienza commissariale può considerarsi complessivamente positiva a condizione che vi sia una consapevolezza generalizzata dell'importanza della questione rifiuti e che gli enti locali si rendano maggiormente responsabili, tesaurizzando anche le acquisizioni amministrative e tecniche della gestione straordinaria.

Franco GERARDINI (DS-U), nel domandare se il «modello istituzionale» del commissariato possa ritenersi utile, anche alla luce delle affermazioni piuttosto pessimistiche fatte nella seduta del 21 settembre dal prefetto Romano e dal dottor Di Carlo. Da queste infatti egli trae l'impressione che più che di una gestione straordinaria si sia trattato di una normale amministrazione di un'emergenza. In questo senso egli ha inteso le parole delle persone ascoltate come un richiamo critico alla classe dirigente della Campania.
Nell'osservare, per esempio, che a suo avviso la costruzione degli impianti di fabbricazione del CDR necessita di molto tempo, domanda se nella zona domizio-flegrea il commissariamento abbia portato dei miglioramenti e, se avesse avuto voce in capitolo, quali parti delle ordinanze il presidente della giunta regionale avrebbe cambiato.

Giovanni IULIANO (DS-U), nel premettere che non prova invidia per la posizione del presidente Losco, domanda se la gestione commissariale in merito alla raccolta differenziata abbia condotto delle


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campagne di informazione nei confronti della cittadinanza e se abbia attuato delle politiche tariffarie mirate nei confronti dei consorzi.
In ordine alla politica seguita dalla gestione commissariale di perseguire la costruzione di termodistruttori, osserva che è difficile cambiare binario col treno in corsa, ma che il dottor Facchi, noto esperto dell'argomento, propugna il graduale abbandono dell'incenerimento come mezzo di smaltimento.
Domanda infine se nei lavori di costruzione degli impianti progettati dalla gestione commissariale saranno veramente impiegati i lavoratori socialmente utili e quali notizie possa fornire in ordine allo smaltimento degli inerti.

Giovanni POLIDORO (PD-U), nell'intendere che il presidente Losco lamenta che vi sono amministrazioni locali che «remano contro», domanda se voglia essere più preciso e se ritenga che l'attività ostruzionistica sia mossa solo dalle popolazioni rappresentate o - peggio - da interessi individuabili.

Lucio MARENGO (AN), allo stesso proposito, domanda se il presidente Losco abbia sentore di legami tra esponenti politici e soggetti coinvolti nella criminalità organizzata.

Andrea LOSCO, premette che a suo avviso anche il panorama di vivibilità democratica della Campania sta mutando in meglio.
Afferma che gli impianti di produzione del CDR saranno approntati entro il mese di agosto del 2000, tanto più che nei capitolati di appalto sono previste penali per gli imprenditori che mancassero alla consegna.
Osserva che probabilmente il prefetto Romano ha esposto le sue difficoltà, causate da talune strumentalizzazioni della protesta, prevedibili del resto in prossimità della campagna elettorale. Comprende che è assai difficile spiegare alla popolazione di un comune il motivo per cui si cambia l'ubicazione di una discarica spostandola sul suo suolo, poiché gli abitanti del comune vicino l'hanno rifiutata.
Ritiene che il modello commissariale debba rimanere una risorsa istituzionale esclusivamente destinata alle emergenze, giacché esso è per definizione derogatorio dell'ordinamento vigente. In questo senso ritiene che i provvedimenti commissariali da lui emanati hanno cercato di ridurre l'ambito discrezionale, anche politico, attribuito al commissario. Così facendo la propensione alla protesta si è drasticamente ridotta.
Osserva che i risultati di una gestione devono essere verificati a valle e che non si può aprire un fuoco di fila già al momento del progetto.
Quanto al litorale domizio-flegreo, sottolinea che in esso si concentrano diverse emergenze (quelle dell'abusivismo edilizio, dell'inquinamento da rifiuti, della prostituzione, eccetera). Ritiene che occorra riqualificare la zona cominciando da presenze istituzionali pubbliche autorevoli e in grado di avviare un circuito di legalità.
Per quanto riguarda la situazione dei rifiuti inerti, ritiene che si tratti di un problema avviato a soluzione con l'adozione da lui attuata del piano delle cave.
Afferma infine che le strumentalizzazioni della protesta popolare sono un ostacolo alla soluzione dei problemi.

Massimo SCALIA, presidente, si domanda che fine facciano le finalità perseguite dall'accordo tra l'associazione nazionale dei comuni e il CONAI se la gestione commissariale ha prediletto la realizzazione degli impianti per il CDR. La vocazione agricola della terra campana, inoltre, farebbe pensare alla desiderabilità di una raccolta intelligente della frazione umida volta alla produzione di compost.

Andrea LOSCO precisa che gli impianti di compostaggio sono previsti nel suo piano e che gli inceneritori si spiegano con il fatto che la Campania conta ben 6 milioni di abitanti.


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Massimo SCALIA, presidente, nota che si tratterà di svolgere un'analisi comparata dei tempi di smaltimento a seconda della popolosità del territorio.

Andrea LOSCO precisa comunque che i tempi prefissati saranno rispettati.

Audizione del dottor Giuseppe Russo, presidente del Consorzio nazionale dell'acciaio e del dottor Walter Ganapini, presidente dell'ANPA.

Massimo SCALIA, presidente, introduce gli ospiti e dà la parola al dottor Russo.

Giuseppe RUSSO, presidente del Consorzio nazionale dell'acciaio, nel premettere che il Consorzio è nato nel 1978, afferma che esso in realtà è soltanto in grado di riciclare il materiale di scarto e non di riusarlo.
Ritiene che introdurre severi obblighi di riuso possa portare a delle distorsioni del mercato interno comunitario. Al riguardo cita l'esempio della Danimarca, nella quale - per risolvere il problema dell'impossibilità di riusare le lattine - ne è stato completamente bandito il commercio. Sicché il mercato danese è precluso a chi produce bevande in lattina.

Walter GANAPINI, presidente dell'ANPA, chiede se sia possibile far intervenire due sue collaboratrici, le quali più direttamente hanno seguito i lavori della revisione della «direttiva imballaggi».

Massimo SCALIA, presidente, poiché nessuno si oppone, lo consente.

Rosanna LARAIA, dirigente dell'ANPA, espone che in realtà in nessuno dei paesi dell'Unione vi sono dati affidabili sul conseguimento degli obiettivi stabiliti nella direttiva 94/62/CEE. In Italia è stato stilato il rapporto congiunto ANPA-Osservatorio dei rifiuti, ma esso perviene essenzialmente a delle stime, sia pure assai verosimili.
In sede comunitaria è all'opera un gruppo di lavoro sulle statistiche ma in tale ambito è emerso che la misurazione delle quantità di rifiuti prodotti e poi recuperati non è omogenea in tutta l'Unione. Del resto non vi è neanche un concetto armonizzato di rifiuto.
Afferma quindi di non ritenere affidabili le stime complessivamente riferite all'Unione e crede che il raggiungimento degli obiettivi attualmente previsti dalla direttiva sia lontano.

Mariella MAFFINI, consulente dell'ANPA, concorda che è difficile confrontare le diverse realtà nazionali all'interno dell'Unione poiché ciascuno stato membro parte da grandezze diverse nel misurare il raggiungimento degli obiettivi.

Franco GERARDINI è d'accordo sul fatto che non si possa seriamente procedere ad una revisione delle soglie attualmente previste senza partire da un quadro di dati affidabili.
Chiede agli intervenuti quale sia la loro opinione circa il privilegiare il riuso rispetto al recupero energetico e circa la tendenza, emersa nella direzione generale XI della Commissione europea, di rafforzare il principio della responsabilità del produttore a scapito di quello della responsabilità condivisa, che ritiene il più congeniale all'Italia.
Osserva che non gli è propria una posizione di pregiudiziale contrarietà ad una revisione della direttiva, ma ritiene che si debba partire con il piede giusto.

Massimo SCALIA, presidente, rimarca che, tuttavia, il principio del riuso, rispetto a quello del recupero energetico, è più compatibile con la finitezza delle risorse sulla Terra.
Quanto alla responsabilità condivisa, ritiene che essa in Italia abbia cominciato a funzionare soltanto quando l'adesione al CONAI è divenuta obbligatoria.

Giuseppe RUSSO afferma che il consorzio oggi non consegue gli obiettivi della direttiva, quantificabili in 60 mila tonnellate all'anno. Ritiene pertanto del tutto irrealistico un innalzamento al 75 per


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cento dell'obiettivo del riuso. Crede più giusto il principio della responsabilità condivisa rispetto a quello della responsabilità del produttore.

Walter GANAPINI ricorda che, secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, la produzione dei rifiuti è uno degli indicatori che la Conferenza di Kyoto ha individuato per misurare l'andamento dello stato dell'ambiente sulla Terra. Tale produzione nei paesi comunitari anziché diminuire continua ad aumentare.
Concorda con quanto asserito precedentemente che in Europa vi è un problema di armonizzare i dati. È strano infatti che, per esempio, per quel che concerne l'acciaio, l'Italia dichiari di riciclare il 7 per cento, la Danimarca il 54 e la Germania l'80.
Esprime conclusivamente l'auspicio che sul piano politico si dia vigore al circolo virtuoso dello sviluppo compatibile con l'ambiente.

La seduta termina alle 15.40.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.