Audizione dei rappresentanti del Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari (SUNIA), del Sindacato inquilini casa e territorio (SICET) e dell'Unione nazionale inquilini ambiente territorio (UNIAT) sulle dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza.
Il PRESIDENTE, ricordato che le audizioni in atto sulle dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza si svolgono a seguito della circolare emanata nell'agosto scorso dal Ministro del lavoro il quale ha, per parte
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sua, sollecitato il più ampio confronto sul tema in sede di Commissione parlamentare di controllo, invita i rappresentanti dei sindacati convocati nella seduta odierna a precisare, preliminarmente, in termini percentuali, il grado di rappresentanza degli inquilini. Sollecitate quindi informazioni, dall'angolo visuale degli inquilini, sulla propensione all'acquisto e sulle condizioni richieste (prezzo, accesso al credito), invita i rappresentanti sindacali a esprimere una valutazione sul processo di determinazione dei prezzi e sulla questione degli immobili di pregio. Occorre approfondire il tema del rapporto tra dismissioni immobiliari degli Enti e il mercato - si pensi alle turbative del mercato, al rischio del rifiuto dell'offerta e al pericolo di svendite - nonché riflettere sulla necessità di evitare che coloro che sono già stati privilegiati nella locazione possono continuare ad esserlo nell'acquisto degli immobili di proprietà degli enti. Il Presidente chiede infine di conoscere se la quota di immobili pari al 25 per cento del patrimonio complessivo, da vendere in una prima fase, sia da considerarsi agevolmente reperibile: qualora si verificasse tale circostanza, sarebbe infatti più agevole riflettere sulle procedure da adottare nelle fasi successive della operazione di dismissione immobiliare.
Il dottor PALLOTTA, premesso che i sindacati convocati nella seduta odierna fanno riferimento ai sindacati confederali e rappresentano il 50 per cento degli assegnatari di alloggi di proprietà degli enti pubblici di previdenza con i quali sono stati sottoscritti accordi nazionali e territoriali, esprime il timore che il piano di vendita di cui si discute possa essere un altro piano annunciato. Non va dimenticato, infatti, che il piano ordinario oggi scavalca il piano straordinario di vendita per 3.000 miliardi che non ha dato alcun esito, nonostante fosse stata accertata la disponibilità all'acquisto da parte degli inquilini. Al riguardo ritiene corretto che gli alloggi per i quali si era già identificato l'inquilino acquirente siano stralciati dal piano straordinario e siano immediatamente venduti. Osservato poi che il fenomeno dei cosiddetti inquilini vip è circoscritto ad alcune centinaia di casi e che occorre comunque evitare una proroga nel tempo del privilegio ottenuto con la locazione degli immobili di pregio, respinge l'idea che si possa procedere alla vendita all'asta, dovendosi, a suo giudizio, porre mano a un nuovo intervento legislativo, in ipotesi cogliendo l'occasione della prossima legge finanziaria. Dichiarato quindi di ritenere che vi sia una identificazione dell'immobile di pregio con l'inquilino cosiddetto vip, rileva che vi sono elementi oggettivi che possono concorrere ad una chiara definizione dell'immobile di pregio. Al riguardo denuncia la circostanza che gli Enti, nonostante quanto previsto dal decreto legislativo n. 104 del 1996, non abbiano proceduto al confronto con i sindacati volto alla individuazione dell'immobile di pregio. Sottolineata l'esigenza di sostenere ogni iniziativa intesa a favorire gli inquilini nell'acquisto degli immobili, il dottor Pallotta esprime consenso sulle modalità di definizione del prezzo di vendita. Tuttavia, nell'incontro con l'Osservatorio è risultato - lamenta - che i quattro enti maggiori individuano quattro diversi modelli per la individuazione dei prezzi di vendita. Manifesta quindi perplessità sui risultati delle indagini condotte dagli Enti in ordine alla propensione all'acquisto: le risposte degli inquilini a una generica richiesta di disponibilità non hanno evidentemente lo stesso significato delle dichiarazioni di intenti espresse essendo note le effettive condizioni di vendita. Per il 68 per cento delle famiglie si registrerebbe un'alta propensione all'acquisto a condizione che il prezzo di vendita risulti conveniente e il tasso dei mutui appetibile. Segnalata poi un'incongruenza nel decreto legislativo n. 104 e nella circolare del Ministro del lavoro, laddove prevedono un rinnovo per un anno della locazione, rispetto alla legge che prevede una durata minima di quattro anni del canone di locazione libero e di tre anni del canone di locazione calmierato, sottolinea la necessità che, nel condurre il piano di dismissioni, siano favoriti gli inquilini con propensione all'acquisto,
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che vi sia un confronto con le amministrazioni locali per evitare tensioni sociali e che risulti chiaro che è prevista la vendita anche della parte nobile del patrimonio immobiliare per la quale la legge non prevede alcuno sconto.
L'architetto ROSSINI ritiene prioritaria la tutela di coloro che non possono comunque acquistare l'immobile, neppure al prezzo ridotto: si tratta, in larga misura, di persone anziane che devono essere garantite e, nota, risulterebbe particolarmente preoccupante la condizione dell'inquilino di un immobile del quale l'Ente dovesse conservare l'usufrutto. In generale - prosegue l'architetto Rossini - con una riduzione progressiva dell'offerta di edilizia pubblica si rischia di non poter tutelare convenientemente quella parte della popolazione che è esclusa dal mercato e alla quale non si offrirebbe alcuna copertura sociale. Auspicato che si giunga rapidamente ad un confronto con gli Enti per individuare i criteri atti a definire di pregio un immobile, ritiene altresì opportuno che si adottino misure intese a favorire l'acquisto in blocco degli immobili, operazione che, evidentemente, risulterebbe più favorevole sia per gli Enti che per gli inquilini.
Ricordato preliminarmente che la rappresentanza del 50 per cento degli inquilini degli immobili degli Enti deve riferirsi agli iscritti ai sindacati e che deve tuttavia considerarsi che vi è un largo settore di inquilini i quali, pur non iscritti ai sindacati ne seguono poi le indicazioni, il dottor AMODIO denuncia, sul piano generale, una divaricazione di fondo nella politica della casa. Occorre scegliere se il diritto alla casa debba essere assicurato con la proprietà dell'alloggio o piuttosto - come sarebbe più giusto e più conveniente sotto il profilo della spesa sociale - attraverso lo strumento delle locazioni. Sostenuto poi che può individuarsi una serie complessa di criteri oggettivi intesi alla definizione degli immobili di pregio, operazione da condurre nel confronto tra i sindacati e gli Enti di previdenza, prospetta l'ipotesi di adottare anche il criterio del reddito dell'inquilino: a un certo livello di reddito potrebbe prevedersi l'esclusione dal beneficio di una riduzione del prezzo. Dichiaratosi d'accordo con le considerazioni svolte dal dottor Pallotta in ordine alla insufficiente attendibilità dei dati relativi alla propensione all'acquisto, il dottor Amodio sottolinea l'opportunità di misure che si facciano carico, oltre che delle persone che non potranno mai acquistare l'alloggio anche di quella quota di inquilini che sarebbero costretti a compiere un grosso sforzo per accedere, da acquirenti, al piano di dismissioni. Nella individuazione del 25 per cento del patrimonio immobiliare da porre in vendita in una prima fase, particolare attenzione dovrà essere dedicata dagli Enti, nel necessario confronto con le organizzazioni sindacali e gli enti locali, nell'individuare parametri volti ad evitare al massimo grado tensioni sociali.
Dopo che il dottor PALLOTTA ha osservato che la circolare del Ministro del lavoro del 1997 si limita a definire criteri per l'individuazione degli immobili di pregio e ha invitato la Commissione a verificare i costi, pagati dalla collettività, dei diversi programmi di dismissione, interviene il Presidente DE LUCA il quale, ringraziati i rappresentanti sindacali per la fiducia manifestata nella Commissione, ne precisa le competenze. La Commissione è intervenuta sull'argomento delle dismissioni immobiliari su sollecitazione del Ministro del lavoro, ma restano - prosegue - le competenze di gestione degli Enti, di vigilanza del Ministro e di monitoraggio dell'Osservatorio. La Commissione esercita un controllo sull'operazione di dismissione e verifica l'operatività della normativa, anche secondaria, che regola l'operazione. Il Presidente De Luca invita quindi i rappresentanti sindacali a fornire, con un apposito documento, una ipotesi di definizione di immobile di pregio e dei relativi criteri di vendita. Esprime quindi la speranza che, almeno per la prima quota del 25 per cento, l'operazione di vendita possa essere attuata nei tempi stabiliti così da rendere
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effettive scelte giuste, a suo tempo compiute per restituire gli Enti alla loro funzione istituzionale, per porre fine ad una attività spesso caratterizzata da favoritismi e da scandali e per eliminare una gestione dalla quale gli Enti traggono redditi spesso negativi.
Il deputato CANGEMI, invitati i rappresentati sindacali a sviluppare il tema delle condizioni di tutela richieste, sollecita una valutazione della gestione del patrimonio immobiliare da parte degli Enti e chiede se risulti che siano stati registrati un aumento dell'importo degli affitti e una diminuzione del ricavato allorché gli Enti hanno affidato la gestione del patrimonio immobiliare a società esterne. Ricordato un ordine del giorno approvato dalla Camera, volto a privilegiare la vendita del patrimonio immobiliare non abitativo che assicura un minor reddito agli Enti, invita i rappresentanti sindacali a esprimere un giudizio sull'ipotesi di compensare l'insufficiente offerta di edilizia pubblica con l'acquisizione, da parte degli enti locali, di una quota del patrimonio immobiliare degli Enti di previdenza. Infine sollecita un parere dei sindacati degli inquilini sul ventilato ricorso a società di intermediazione nella operazione di dismissioni.
L'architetto ROSSINI, dichiarato che effettivamente risulta un minore reddito derivante agli Enti dagli immobili ad uso non abitativo, fenomeno talora dovuto a una incongrua fissazione dei canoni che determina l'inutizzabilità dell'immobile o, più spesso, alla morosità delle amministrazioni pubbliche, ritiene che debba considerarsi deficitaria la gestione del patrimonio immobiliare affidata a società esterne agli Enti. Concorda poi sull'ipotesi che gli enti locali possano acquistare immobili da destinare alle fasce di inquilini più deboli, spesso anziani, al fine di impedirne, tra l'altro, lo sradicamento dall'ambiente sociale. A tale scopo si prospettano anche accordi tra i rappresentanti dell'utenza e della cooperazione intesi ad assicurare comunque un alloggio a particolari categorie di inquilini.
In tema di tutela degli inquilini, il dottor PALLOTTA giudica positivamente il decreto del 4 agosto 1999 del Ministro del lavoro e indica nell'accordo tra le cooperative acquirenti e i sindacati un altro strumento inteso a garantire l'alloggio a tempo indeterminato a inquilini in condizioni particolarmente disagiate. Riguardo alla gestione del patrimonio immobiliare, il dottor Pallotta denuncia il fatto che gli Enti non siano stati in grado di realizzare dalle locazioni quanto avrebbero dovuto, pur in presenza di un accordo con i sindacati di categoria, a riprova di una incapacità gestionale di fondo.
Il dottor AMODIO, rilevato che la gestione del patrimonio immobiliare affidata a società esterne da enti locali e da privati ha funzionato, risultando remunerativa nonostante i vincoli posti dalla legge, fa presente che l'operazione di acquisto di immobili da parte degli enti locali potrebbe riguardare, per la mancanza di adeguate risorse, solo limitate situazioni marginali e esprime infine dissenso rispetto all'ipotesi di affidare la vendita a società di intermediazione, procedura che nel passato ha causato difficoltà alla tutela degli inquilini e inconvenienti sotto il profilo della trasparenza.
Il PRESIDENTE, ringraziati i rappresentanti del Sunia, del Sicet e dell'Uniat per il contributo assicurato ai lavori della Commissione, dichiara conclusa l'audizione.
CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi, nella prossima settimana, in due sedute convocate per martedì, 28 settembre 1999, alle ore 14, per procedere all'audizione dei rappresentanti dell'Unione inquilini, dell'ANIA, dell'Assocasa, dell'ASIA, della CONIA e della SAI e per mercoledì, 29 settembre 1999, alle ore 14, per procedere all'audizione del professor Tamburini, Presidente dell'Osservatorio sul patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.
La seduta termina alle 15,20.