CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse |
SOMMARIO
Mercoledì 22 settembre 1999
Sulla pubblicità dei lavori
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Seguito dell'esame della proposta di relazione sulla Sicilia (Relatore: onorevole Copercini)
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Mercoledì 22 settembre 1999. - Presidenza del Vicepresidente Giuseppe SPECCHIA indi del Presidente Massimo SCALIA.
La seduta comincia alle 13.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Sulla pubblicità dei lavori.
Giuseppe SPECCHIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Seguito dell'esame della proposta di relazione sulla Sicilia (Relatore: onorevole Copercini).
Giuseppe SPECCHIA, presidente, dà la parola al relatore.
Pierluigi COPERCINI (LNIP), relatore, ad integrazione e completamento di quanto affermato nella seduta del 21 luglio 1999, precisa che la relazione da lui predisposta è una «fotografia» dello status quo. Tale quadro inevitabilmente reca uno scarto rispetto al divenire continuo del ciclo dei rifiuti. Ritiene di poter affermare che la relazione non costituisce un'arida esposizione di dati.
Massimo SCALIA, presidente, avverte che il seguito e la conclusione dell'esame della proposta di relazione sulla Sicilia avrà luogo nella seduta di mercoledì 29
settembre e che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 12 di martedì 28 settembre. Avverte altresì che il relatore ha già messo a disposizione, presso la segreteria della Commissione, alcuni degli emendamenti che intende proporre.
La seduta termina alle 13.50.
N.B.: il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.
Ritiene che in futuro l'attività propositiva della Commissione debba prendere in considerazione l'ipotesi dell'istituzione di un organismo nazionale di contrasto dell'inquinamento da rifiuti, in modo tale che l'attività repressiva degli illeciti sia condotta in modo uguale in tutto il territorio nazionale. A suo avviso, infatti, la situazione siciliana, pur grave, non è tra le peggiori del Paese. Del resto, l'imprenditoria mafiosa risulta più pericolosa quando, ben lungi dal rimanere isolata nel contesto d'origine, trova sponde e ramificazioni in altre parti d'Italia e anche fuori di essa.