CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse |
SOMMARIO
Giovedì 16 settembre 1999
Sulla pubblicità dei lavori
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Audizione del dottor Franco Todisco, presidente dell'ASSOVETRO, del dottor Carlo Montalbetti, direttore generale del COMIECO e del dottor Mario Magnini, presidente del COREPLA
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 16 settembre 1999. - Presidenza del Vicepresidente Franco Gerardini.
La seduta comincia alle 13.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Franco GERARDINI, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Audizione del dottor Franco Todisco, presidente dell'ASSOVETRO, del dottor Carlo Montalbetti, direttore generale del COMIECO e del dottor Mario Magnini, presidente del COREPLA.
Franco GERARDINI, presidente, espone che la finalità delle audizioni odierne è quella di acquisire dati ed opinioni che possano essere di ausilio all'elaborazione di un documento apposito della Commissione sulla modifica della «direttiva imballaggi». Dà la parola al dottor Todisco.
Franco TODISCO, presidente dell'ASSOVETRO, osserva che vi è stato nei diversi paesi comunitari, che hanno recepito le direttive comunitarie in materia di rifiuti e di imballaggi, uno sviluppo assai differenziato. In Italia, per esempio, è risultato difficoltoso il percorso che ha portato all'operatività del CONAI. Neanche il sistema di raccolta dei rifiuti è giunto ancora a regime. In questo contesto ritiene velleitari i propositi della Commissione europea di innalzare le percentuali di recupero e riuso contenute attualmente nella direttiva 94/62/CEE.
Carlo MONTALBETTI, direttore generale del COMIECO, illustra che il consorzio di cui è dirigente conta 3400 imprese consorziate, vale a dire oltre il 90 per cento del settore di riferimento. Nel 1997 ha realizzato il recupero del 39 per cento del materiale immesso sul mercato e il riciclo del 36 per cento. Da questi dati ritiene di poter trarre la conclusione che nell'industria cartaria italiana vi è una importante vocazione al riciclaggio.
Il COMIECO, come prescritto dal sistema CONAI, ha elaborato il proprio programma di prevenzione. In esso è previsto che si passi dal recupero e riciclaggio delle 4 milioni e 180 mila tonnellate del 1998 a 4 milioni e 900 mila nel 2001.
Mario MAGNINI, presidente del COREPLA, illustra che al consorzio di cui è presidente aderiscono 1950 imprese e che esso recupera 380 mila tonnellate all'anno di plastica, pari al 20 per cento dell'immesso al consumo. Per le proprie attività il consorzio ha investito più di 200 miliardi. Esso ha in Italia 47 centri di conferimento e 17 di selezione per una capacità complessiva di 140 mila tonnellate.
la plastica, sottolinea come il riuso in senso proprio sia quasi del tutto impraticabile (sono per esempio imballaggi di plastica sia le bottiglie che i bicchierini di yogurt).
Franco GERARDINI, presidente, nel ringraziare gli intervenuti, domanda al dottor Todisco se può chiarire meglio le sue osservazioni circa le modalità di conteggio delle percentuali; al dottor Montalbetti chiede di spiegare meglio la sua idea sugli accordi di reciprocità e al dottor Magnini domanda un'opinione circa il recupero energetico.
Franco TODISCO afferma che l'industria del vetro da molti anni utilizza il rottame, tuttavia la quantità di quest'ultimo non soddisfa le esigenze di materia prima. Di qui la necessità dell'importazione. A suo avviso le quantità di materiale recuperato importato dovrebbero rientrare nei conteggi.
Carlo MONTALBETTI tiene a ricordare che nel concetto di prevenzione devono rientrare tutte le tre leve (incenerimento, compostaggio e riuso) e sottolinea nuovamente che persistono troppe differenze nei diversi paesi comunitari.
Mario MAGNINI osserva che l'uso della plastica recuperata come combustibile è un uso nobile poichè non solo consente di sfruttare a pieno le proprietà della plastica ma anche di risparmiare altri carburanti. Del resto non mancano tecnologie che permettono la combustione della plastica prevenendo emissioni gassose tossiche.
Franco GERARDINI, presidente, ringrazia gli intervenuti e, poiché nessuno chiede la parola, li congeda.
La seduta termina alle 14.40.
N.B.: il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.
Ritiene che non si possano confondere i concetti di riciclaggio e di recupero, poichè a suo avviso per riciclaggio si deve intendere soltanto l'attività di recupero dei rifiuti che porti al reimpiego del materiale recuperato nello stesso settore di provenienza. Per esempio non sarebbe riciclaggio in senso proprio il riutilizzo di rottami di vetro di bottiglie nell'edilizia.
Un altro punto problematico che ritiene opportuno sottolineare è quello relativo al modo di misurare il rispetto delle percentuali da parte dei destinatari della norma. In particolare ritiene che debbano essere computati nel calcolo anche i quantitativi di materiale di recupero importato da altri paesi comunitari, giacchè deve ritenersi che lo spazio comune europeo deve essere tale ad ogni riguardo. A ciò si aggiunga che, poichè le bottiglie di vetro sono suscettibili di molti e ripetuti usi, nel computo delle percentuali dovrebbe essere considerato anche questo aspetto.
Ulteriore punto meritevole di attenzione è quello relativo alla produzione degli imballaggi. È da considerare infatti che in molti settori merceologici l'imballaggio è diventato da necessità tecnica e pratica un veicolo di promozione e pubblicità.
Con riferimento alla direttiva 94/62/CEE, osserva che nonostante alcune difficoltà pratiche, essa abbia cominciato a dare i suoi frutti. Ritiene tuttavia che la sua revisione offra l'occasione per alcuni necessari adeguamenti. In particolare afferma la necessità di una migliore definizione di imballaggio, poichè anche questa è decisiva per il computo delle percentuali. Si domanda, per esempio, se le buste e le etichette costituiscano imballaggio.
Allo stesso riguardo ritiene che vada rivista anche la classificazione degli imballaggi in primari, secondari e terziari. Su tale classificazione è impostata la direttiva che invece dovrebbe essere ispirata al concetto dei «flussi», che consideri la provenienza e il percorso degli imballaggi, anzichè la loro funzione in senso statico.
Venendo all'ipotizzato innalzamento delle percentuali, ritiene che sarebbe più realistico fissare come obiettivi le soglie che attualmente costituiscono i massimi delle forchette previste nella direttiva.
Per quanto riguarda il concetto di prevenzione, ritiene che non sia corretto aspirare alla riduzione della produzione degli imballaggi, anche perchè la commisurazione di tale produzione non si rivela sempre funzionale agli obiettivi, giacchè per esempio la carta riciclata pesa di più di quella prodotta all'origine.
Afferma altresì che per raggiungere l'obiettivo di un'applicazione più omogenea della normativa comunitaria nei vari paesi, sarebbe auspicabile la conclusione di accordi di reciprocità nonchè l'istituzione di una banca dati europea per il controllo delle quantità.
Illustra che nell'ambito dell'accordo tra l'ANCI e il CONAI, il COMIECO si è assunto l'impegno di garantire insieme alla raccolta della carta grafica anche quella della carta da imballaggio. In tale contesto il consorzio profonderà un particolare sforzo nelle regioni meridionali.
Quanto alle ipotizzate modifiche della direttiva 94/62/CEE, ritiene che i nuovi obiettivi sono irrealizzabili sotto ogni profilo. In particolare per quel che concerne
Quanto alla prevenzione, non condivide l'impostazione che marginalizza l'incenerimento, mentre per quel che concerne la responsabilità condivisa afferma che il maggior peso in questo settore debba spettare ai produttori dei beni di consumo contenuti negli imballaggi e non sui produttori degli imballaggi stessi.
Non vuole esimersi dal riconoscere che il sistema CONAI complessivamente funziona, ma osserva che la plastica è un materiale problematico.
Auspica che il gettito di vetro recuperato utilizzabile per l'industria possa aumentare nell'immediato futuro con una migliore resa della raccolta differenziata, per la quale però occorre non solo una migliore educazione civica ma anche un più proficuo rapporto con gli enti locali, specie al meridione.