CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 15 settembre 1999


Sulla pubblicità dei lavori ... 230

Esame della proposta di relazione alle Camere sul biennio di attività della Commissione ... 230
ALLEGATO ... 233


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 15 settembre 1999


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Mercoledì 15 settembre 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.40.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Esame della proposta di relazione alle Camere sul biennio di attività della Commissione.

Massimo SCALIA, presidente, ricordando che è stata di recente approvata la legge che proroga i termini dell'attività della Commissione, prega i relatori di esporre le linee introduttive della relazione. (L'indice provvisorio della relazione è riportato in allegato).

Franco GERARDINI (DS-U), relatore per i paragrafi 1, 2, 5, 6 e 10, ricorda come nella presente legislatura la Commissione di inchiesta sia stata istituita con legge mentre nella precedente essa era un organismo inquirente monocamerale istituito dalla sola Camera dei deputati.
Espone che la relazione redigenda conterrà dei riferimenti alla struttura organizzativa della Commissione e al metodo di lavoro che essa ha seguito. In tal senso sottolinea come non siano stati utilizzati appieno i poteri dell'inchiesta giudiziaria, essendosi preferito contare sullo spirito di collaborazione degli interlocutori. Ricorda altresì che la Commissione ha svolto numerose missioni in loco e ascoltato in audizione formale 348 persone.
Attenendosi ai paragrafi di cui è relatore, menziona - tra i settori specifici d'indagine cui la Commissione ha dedicato attenzione - quello dei rifiuti nucleari. A tal proposito è stato approvato un documento in cui la Commissione prefigura la costituzione a livello nazionale di un'apposita agenzia deputata al trattamento dei rifiuti radioattivi inclusi quelli derivanti dallo smantellamento degli impianti nucleari.


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Sempre a proposito dei settori specifici d'indagine, afferma che la relazione tratterà anche gli aspetti tributari del ciclo dei rifiuti che la Commissione sta esaminando anche in collaborazione con il SECIT. Tale attività d'indagine è volta a verificare la corrispondenza delle dichiarazioni e della contabilità delle società commerciali operanti nel settore con l'attività che queste effettivamente esercitano. L'indagine riguarda sia i produttori che i trasportatori e gli smaltitori di rifiuti.
Venendo alle proposte normative, afferma che una importante parte della relazione sarà dedicata all'attività propositiva svolta dalla Commissione. È noto infatti che in ben 4 documenti approvati sono state predisposte vere e proprie proposte di modifica della legislazione vigente in materia di rifiuti. Partendo dalla convinzione che l'applicazione di alcune norme talora si è rivelata un fattore di rigidità costosa per gli operatori e non vantaggiosa per il raggiungimento degli obiettivi ambientali - sia pure dando un giudizio di persistente validità della filosofia delle direttive comunitarie recepite col decreto legislativo n. 22 del 1997 - la Commissione ha avanzato alcune proposte.
Nel documento XXIII-9 il contenuto della proposta è quello di definire i meccanismi per la realizzazione di un sistema industriale nella gestione dei rifiuti, in particolare sollecitando elementi di responsabilizzazione interni alle imprese quali l'Environmental Management Audit Scheme - EMAS - volte a far sì che in modo autogestito le imprese facciano propri gli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti e di recupero del materiali. La proposta del DOC. XXIII-9 tuttavia contiene anche proposte di incentivi fiscali e di spesa pubblica per i comportamenti ecologicamente virtuosi. In tal senso - peraltro - la Commissione svilupperà questo percorso propositivo con la stesura di taluni progetti di provvedimenti di natura finanziaria che possano essere inseriti nel contesto dei provvedimenti collegati all'esame delle Camere durante la sessione di bilancio. In particolare l'ipotesi all'attenzione è quella di una serie di forti incentivi fiscali (tra cui anche momenti di detassazione) in favore delle imprese aderenti ai consorzi di filiera che avviino iniziative volte a facilitare le varie fasi del ciclo dei rifiuti, specialmente se tali iniziative sono rivolte all'utenza. Cita al riguardo la possibilità di detassare gli investienti fatti per la costruzione di "rifiuterie".
In una seconda proposta (il DOC. XXIII-17) vengono prospettati meccanismi d'introduzione nel mercato delle piccole e medie imprese non solo dell'EMAS ma anche dei marchi di qualità ecologica.
Una terza (il DOC. XXIII-18)- che si potrebbe definire di «patteggiamento ecologico» - è volta a incentivare l'emersione delle situazioni illecite dal punto di vista della gestione dei rifiuti da parte delle imprese, attraverso l'accordo con le autorità di controllo su tempi e modi di superamento delle non conformità alla legge in cambio della mancata applicazione delle sanzioni.
Da ultimo ricorda la proposta (il DOC. XXIII - 5) di introdurre nel codice penale alcune figure delittuose di reato che potrebbero consentire una più efficace tutela penale dell'ambiente dai fatti lesivi realizzati in occasione della gestione del ciclo dei rifiuti.

Giuseppe SPECCHIA (AN), relatore per i paragrafi 3, 4, 7, 8 e 9, per le parti di cui è relatore ricorda che la Commissione, nel corso della sua attività conoscitiva del territorio, ha riscontrato una realtà assai eterogenea sia dal punto di vista dell'attività di programmazione e controllo da parte delle regioni e degli altri enti locali, sia sotto il profilo fattuale delle discariche (controllate e abusive) esistenti, dell'impiantistica e delle percentuali di raccolta differenziata. In particolare afferma che la relazione conterrà ampi riferimenti sia a regioni che hanno dimostrato di saper adeguarsi alla nuova realtà normativa di derivazione comunitaria, come per esempio il Piemonte e l'Emilia Romagna, sia a regioni in cui la situazione è più preoccupante, vuoi per una discrepanza tra la


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programmazione regionale e la realizzazione degli obiettivi prefissati, vuoi per patologie gestionali assai spinte che hanno condotto addirittura al commissariamento. A quest'ultimo proposito ricorda i casi della Puglia, della Campania e della provincia di Roma.
Quanto alla criminalità ambientale e alla mafia dei rifiuti, constata che le attività illecite connesse al ciclo costituiscono tuttora motivo di grande preoccupazione, siano esse espressione di condotte illecite non preordinate ad ulteriori obiettivi perché frutto di scarsa attenzione alle problematiche di un corretto trattamento, siano esse invece espressione della crescente attenzione che la criminalità organizzata ha rivolto al settore.
Afferma che la relazione conterrà dei riferimenti alle iniziative pubbliche organizzate dalla Commissione (i convegni di Roma e di Napoli) e alla realtà dell'associazionismo ambientalista la cui funzione sociale di sensibilizzazione è assai importante.
Ritiene che la relazione debba far riferimento anche alle iniziative che, al momento della sua approvazione, la Commissione avrà soltanto iniziato quali l'indagine conoscitiva sull'amianto, quella sulle gestioni commissariali e quella sugli effetti della modifica della "direttiva imballaggi" (la n. 94/62/CEE).

Massimo SCALIA, presidente, rinvia il seguito dell'esame della relazione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.