CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 7 aprile 1999


Sulla pubblicità dei lavori ... 191

Audizione del presidente dell'Assovetro, dottor Franco Todisco ... 191

Esame di un documento sulla gestione dei rifiuti radioattivi, predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal Presidente Scalia ... 192

Comunicazioni del Presidente ... 194


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 7 aprile 1999


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Mercoledì 7 aprile 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del presidente dell'Assovetro, dottor Franco Todisco.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, chiede al dottor Todisco di far conoscere lo stato della trattativa con l'ANCI riguardo alla fissazione della tariffa per lo smaltimento del vetro; chiede anche di conoscere le valutazioni dell'Assovetro sulle diverse modalità di raccolta, nonché sui costi da sostenere.

Franco TODISCO, presidente dell'Assovetro, fa innanzitutto presente che la trattativa con l'ANCI è ancora pendente, essendovi sensibili differenze fra il prezzo offerto - 44,8 lire al chilogrammo - e quello richiesto dall'ANCI - 94 lire al chilogrammo -. Si deve anche ricordare che, nel corso della trattativa, è intervenuta la mediazione del ministro dell'ambiente, il quale ha proposto di giungere alle 60 lire al chilogrammo.
Dopo aver svolto alcune considerazioni su tali cifre ed aver osservato che in alcune città è certamente possibile rientrare perfettamente nei costi con il prezzo di 44,8 lire al chilogrammo, precisa che la raccolta dei rifiuti deve essere differenziata per materiali omogenei, poiché la disomogeneità crea rilevantissimi problemi per il riciclo e la qualità del materiale prodotto.
Premesso che le giustificazioni addotte per la raccolta multimateriale riguardano la necessità di evitare un'eccessiva proliferazione del numero delle «campane», sottolinea che l'imballaggio vetro è riciclabile al cento per cento e praticamente all'infinito: è nel contempo indispensabile


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ottenere un alto grado di purezza del vetro dopo la raccolta ed il trattamento per consentire il corretto reimpiego nei forni di fusione come materia prima e seconda. Il grado di purezza del vetro da riutilizzare dipende fondamentalmente dal tipo di raccolta, con la precisazione che tutte quelle «miste» danno risultati insoddisfacenti.
Elenca poi una serie di dati, riguardanti la comparazione analitica dei vari sistemi di raccolta secondo un'analisi merceologica dei materiali e gli scarti ottenuti nella fase di selezione del materiale relativi ai diversi sistemi di raccolta, nonché alcune considerazioni sul bilancio economico tra i diversi sistemi anche facendo ricorso ad esempi di altri Paesi europei.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, premesso che la presenza della ceramica nella raccolta multimateriale è da evitare per i problemi che essa crea nei forni di fusione, precisa che la ceramica ed il vetro fondono a temperature diverse: chiede se possa essere attuata la separazione fra i due materiali nel corso del procedimento di fusione.

Il dottor Franco TODISCO risponde dettagliatamente, fornendo altresì numerosi dati tecnici.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che la Commissione, fin dalla sua costituzione, ha operato per favorire una corretta gestione dell'intero ciclo dei rifiuti: auspica che, non essendo ancora stato raggiunto l'accordo fra l'ANCI e l'Assovetro, si giunga nel più breve tempo possibile ad una sua definizione.
Chiede al dottor Todisco se l'Assovetro sia disposta ad accollarsi una parte dei costi che le amministrazioni comunali dovrebbero sostenere per dislocare lungo le strade le «campane» destinate unicamente alla raccolta del vetro.

Il dottor Franco TODISCO ricorda che l'Assovetro ha promosso circa trent'anni fa la raccolta monomateriale: essendo il vetro perfettamente riciclabile, tale raccolta ha prodotto risultati assai soddisfacenti senza che vi fossero particolari problemi. Fa presente che l'Assovetro è disponibile per giungere ad un accordo con l'ANCI, tenendo conto delle esigenze prospettate dagli imprenditori, anche in relazione ai costi da sostenere per la collocazione di nuove «campane». Precisa infine che una «campana» per la raccolta del vetro costa circa 700 mila lire e che si finanzia con il prezzo di 44,8 lire al chilogrammo, in precedenza esposto.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, invita l'Assovetro ad esperire ogni possibile tentativo per giungere ad un accordo sollecito con l'ANCI, derivando da ciò un notevolissimo beneficio per la popolazione.
Ringrazia il dottor Todisco per l'ampia ed analitica documentazione fornita e lo congeda.

Esame di un documento sulla gestione dei rifiuti radioattivi, predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal Presidente Scalia.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, relatore, ricorda che il gruppo di lavoro che si occupa delle problematiche concernenti il back end del ciclo del combustibile nucleare, da lui coordinato, si è riunito più volte nei mesi scorsi, con la partecipazione di diversi esperti della materia, per predisporre un documento relativo alla complessa questione della gestione futura dei rifiuti radioattivi; è stata finora predisposta una relazione introduttiva contenente anche una serie di dati tecnici, necessari data la complessità della materia, che non è ancora disponibile nella stesura definitiva dovendo essere apportate alcune integrazioni e modifiche, mentre è pressoché giunta al termine la stesura della bozza di articolato. Nella seduta odierna si limiterà a far conoscere a grandi linee le caratteristiche del documento.
Risalendo ad oltre undici anni fa la cessazione delle attività nucleari, la pianificazione


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della disattivazione e dello smantellamento delle installazioni, nonché l'adeguata sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi e del combustibile irraggiato costituiscono un tema non più rinviabile: il trascorrere del tempo determina un progressivo esaurimento delle risorse umane e delle necessarie competenze, mentre si determina il graduale deterioramento delle strutture e della componentistica, che potrebbe richiedere interventi sempre più onerosi con risultati non sempre affidabili.
Si dovrà quindi giungere alla scelta di uno o più siti per la sistemazione dei rifiuti radioattivi, oltre alla disattivazione e smantellamento degli impianti: in questo quadro si pone la necessità di costituire un'unica Agenzia nazionale, come soggetto istituzionale di coordinamento e pianificazione delle attività nonché di gestione del sito, fungendo da garante per la disattivazione degli impianti.
Oltre all'Agenzia, si prevede la costituzione di società da essa controllate, come soggetti operativi dedicati alle operazioni di disattivazione e smantellamento; è poi cruciale prevedere misure «premiali», di carattere finanziario o tributario, destinate a compensare i vincoli di indisponibilità e di limitazione nell'utilizzo del territorio da parte della regione che ospiterà il sito.
Fatto riferimento alla convenzione internazionale sulla sicurezza della gestione dei rifiuti radioattivi e degli elementi di combustibile nucleare esaurito, firmata dall'Italia nel gennaio 1998, ricorda che la Commissione ha effettuato nei mesi scorsi la visita ai centri di smaltimento di El Cabril in Spagna e de L'Aube in Francia, rilevando elementi di grande interesse per la futura predisposizione di un centro in Italia.
Si rende quindi necessario il ricorso ad un provvedimento legislativo volto ad attuare un piano nazionale integrato e coordinato, capace di affrontare le problematiche connesse con la chiusura del nucleare, nel rispetto dei valori essenziali che presiedono alla protezione dell'ambiente ed alla salvaguardia della salute della popolazione.
Passa quindi ad esporre le linee guida dell'articolato predisposto dal gruppo di lavoro.
Ricorda, in particolare, che viene innanzitutto enunciato il principio che le attività connesse alla scelta del sito ed alla gestione dei rifiuti radioattivi sono di preminente interesse nazionale. Vengono poi specificati i compiti e le funzioni attribuiti all'Agenzia nazionale, nonché quelli dei suoi organi e del comitato tecnico-scientifico, passando in seguito alle norme sull'organizzazione interna, in specie per quanto attiene alla pianta organica del personale che, in sede di prima attuazione, sarà reperito trasferendo all'Agenzia alcune strutture provenienti dall'ENEA e dall'ENEL, nella considerazione che in tali enti sono attualmente concentrate le maggiori capacità tecniche di gestione e le residue esperienze operative in materia nucleare.
Vengono poi previsti gli obblighi cui devono attenersi gli esercenti ed i detentori dei rifiuti radioattivi, nonché la costituzione di organismi societari con gli esercenti per la disattivazione degli impianti. Si passa successivamente alle modalità di finanziamento delle attività dell'Agenzia, per assicurare un efficace svolgimento delle competenze istituzionali: risorse finanziarie destinate alla disattivazione, al deposito temporaneo del combustibile irraggiato e di altri rifiuti ad alta attività, al conferimento dei rifiuti a media e bassa attività, nonché risorse economiche necessarie al complesso delle attività, da reperire nel bilancio statale con finanziamenti ordinari e con finanziamenti relativi ai programmi di tutela ambientale; sono inoltre previste altre fonti di finanziamento, fra cui i corrispettivi versati dai detentori di rifiuti radioattivi.
È anche previsto il conferimento all'Agenzia della maggioranza delle azioni delle società costituite per l'esercizio delle attività concernenti la disattivazione delle centrali elettronucleari, la chiusura del


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ciclo del combustibile e le azioni conseguenti: la disattivazione delle centrali costituisce l'impegno più consistente e più a lungo termine sotto il profilo delle risorse finanziarie e della funzione di garanzia che l'Agenzia è chiamata ad assicurare.
Fatto riferimento al piano programmatico e finanziario che l'Agenzia dovrà predisporre ogni tre anni, si sofferma sulla figura del Garante, organo collegiale costituito da tre membri, che ha il compito di condurre e coordinare la concertazione preventiva alla scelta del sito, attraverso consultazioni con le regioni, le province ed i comuni, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni ambientaliste, per poi riferire periodicamente al Parlamento, al Governo ed alla conferenza Stato-regioni. La decisione sull'individuazione del sito viene adottata dal Governo sulla base dei pareri del Garante, delle Commissioni parlamentari competenti e della predetta conferenza; in sede governativa sono altresì adottate le opportune misure a favore degli enti territoriali, anche di carattere finanziario e tributario, in relazione alla realizzazione del sito ed alla gestione del centro di smaltimento.
Sono anche previsti le procedure ed i tempi di attuazione per la scelta del sito nazionale, quelli per l'autorizzazione degli impianti, nonché le sanzioni per la violazione di taluni obblighi di particolare rilevanza, tra cui il mancato conferimento dei rifiuti all'Agenzia; al fine di rafforzare la tutela penale, si è prevista un'apposita figura delittuosa di grave alterazione dello stato dell'ambiente, in coerenza con il documento approvato dalla Commissione il 26 marzo 1998, volto in particolare ad introdurre nel codice penale la figura del delitto ambientale.

Il deputato Ermanno IACOBELLIS (AN) anche a nome della sua parte politica, esprime vivo apprezzamento al Presidente Scalia per il lavoro compiuto in seno al gruppo di lavoro al fine di avviare a soluzione le complesse problematiche attinenti allo smantellamento degli impianti e delle centrali nonché alla gestione dei rifiuti radioattivi.
Ritiene che in Italia non sia ancora presente in vasti strati della popolazione una «cultura» consolidata volta a favorire il corretto smaltimento dei rifiuti, di qualunque tipo essi siano: la scelta di un sito incontra inevitabilmente l'opposizione netta della popolazione residente nell'area, come sta avvenendo ad esempio a Trani, dove si intende predisporre un deposito di rifiuti di seconda categoria. Ciò è tanto più vero se si considera l'esperienza di altri Paesi europei, che da tempo hanno affrontato la questione ed approntato soluzioni soddisfacenti.
Ritiene quindi che nel documento, anche per quanto riguarda la scelta del sito per i rifiuti radioattivi, di cui ha ampiamente parlato in precedenza il Presidente, si debba far riferimento alla necessità di «creare» il consenso delle popolazioni interessate.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, fa presente che la Commissione, fin dalla sua costituzione, ha inteso promuovere in ogni modo quelle iniziative utili a formare nella popolazione una «cultura» dello smaltimento: ritiene necessario perseguire tale obiettivo con forza per definire una sensibilità nuova e ciò potrà essere ottenuto anche predisponendo un'informazione capillare da parte di tutti i mezzi di comunicazione. Ricorda che, in tale prospettiva, sarà la conferenza Stato-regioni a dare al ministro Bersani il «via libera» per addivenire alla scelta del sito per i rifiuti radioattivi.

Comunicazioni del Presidente.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 8 aprile 1999, alle ore 13.30, per ascoltare il sindaco di La Spezia.

La seduta termina alle 14.50.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.