CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 24 marzo 1999


Sulla pubblicità dei lavori ... 166

Audizione del prefetto Luigi Rossi del SECIT ... 166

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 24 marzo 1999


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Mercoledì 24 marzo 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del prefetto Luigi Rossi del SECIT.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, dopo aver ringraziato il prefetto Rossi di essere intervenuto all'odierna seduta, si sofferma sulla necessità di svolgere indagini fiscali sulle imprese che si occupano del ciclo dei rifiuti, anche per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, nel settore tradizionalmente operante. Si riferisce alla collaborazione del SECIT con la direzione nazionale antimafia per dare continuità all'azione di contrasto nei confronti del crimine organizzato e cita la lettera inviata nel gennaio scorso al ministro delle finanze per valutare la possibilità di un raccordo operativo fra il gruppo del SECIT, di cui il prefetto Rossi è coordinatore, e la Commissione.

Il prefetto Luigi ROSSI del SECIT precisa di essere stato incaricato dal ministro delle finanze di coordinare un gruppo che si occupa dell'analisi delle implicazioni patrimoniali e tributarie della criminalità di tipo mafioso, nonchè dei comportamenti degli uffici finanziari.
Dopo aver esposto i riferimenti normativi che presiedono all'attività del SECIT e fatto riferimento all'attività degli esperti tributari aventi compiti ispettivi e di analisi economico-fiscale, si sofferma sul contenuto della direttiva del ministro Visco n.4436 del 20 febbraio 1998 per l'istituzione del gruppo di cui si è parlato in precedenza.
Sulla scorta delle esperienze di altri Paesi, l'attività di contrasto della criminalità organizzata viene spostata da un livello giudiziario e militare ad un livello che tiene conto dell'osservazione dei fenomeni


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economici e finanziari: si tratta di un obiettivo ambizioso, che richiede l'apporto di conoscenze diversificate, nonchè di metodologie del tutto nuove di approccio e di conduzione delle indagini.
Con tali premesse, il gruppo del SECIT ha cominciato ad operare selezionando i soggetti sui quali effettuare i controlli e tenendo conto delle situazioni fiscali degli amministratori pubblici, degli imprenditori e dei funzionari inquisiti, nonchè delle modalità di manifestazione dei fenomeni di riciclaggio nelle zone che registrano una forte presenza della criminalità organizzata.
Fa presenti in seguito le varie fasi in cui si è finora concretizzata l'azione del gruppo di cui è coordinatore, precisando che l'obiettivo è di sottrarre il maltolto alla criminalità organizzata per riconsegnarlo allo Stato ed alla società civile; giudica interessante, in tale contesto, che l'attività del gruppo possa svolgersi anche in collaborazione con la Commissione, fornendo ogni possibile contributo da parte dell'amministrazione finanziaria e ricevendo nel contempo indicazioni meritevoli di sviluppo e di approfondimento.
Ricordata l'investitura avuta da parte del procuratore nazionale antimafia sulla necessità di approfondire il contenuto delle operazioni nelle regioni a rischio attinenti alla gestione del ciclo dei rifiuti, precisa che la principale fonte di reperimento dei dati fiscali, successivamente catalogati ed elaborati, riguarda le interrogazioni rivolte all'anagrafe tributaria: la raccolta dei dati, soprattutto in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, è stata indirizzata all'acquisizione degli elementi in grado di fornire una valutazione dell'attività del soggetto segnalato, nonchè degli eventuali controlli effettuati da parte della Guardia di finanza.
Fa conoscere poi le diverse fasi dell'attività di schedatura dei dati, nonchè il numero e la materia relativi ai codici interessati dalla selezione informatica; si sofferma anche sull'effettuazione di consultazioni incrociate espletate sulle varie basi informatiche presenti nel sistema dell'anagrafe tributaria, al fine di ottenere un quadro analitico delle informazioni fiscali e civilistiche riguardanti i soggetti interessati.
Non essendo la metodologia utilizzata mai stata applicata in precedenza su un campione così vasto, l'intenzione è di procedere per gradi con l'obiettivo di non disperdere le risorse disponibili, necessariamente ristrette: pertanto lo screening si sta concentrando su alcune province, Catania, Palermo e Caserta, per valutare l'efficienza delle informazioni acquisite in funzione di un criterio univoco di selezione dei soggetti operanti nelle aree a rischio: finora si dispone di notizie complete su 57 imprese che operano nel recupero e nel riciclaggio, nonchè su 192 imprese che operano nella raccolta e nello smaltimento, con l'avvertenza che per ciascuna posizione sono stati rilevati tutti i dati estratti dall'anagrafe tributaria e dal CERVED.
Espone successivamente i primi risultati dell'analisi svolta, con l'individuazione dei primi codici «d'allarme», riferendosi in particolare ai dati rilevati dal modello 770, che ogni imprenditore presenta al fisco quale sostituto d'imposta, a quelli rilevati dal pubblico registro automobilistico, a quelli riscontrati presso l'INPS e presso il sistema informativo relativo ai contratti d'appalto registrati; di particolare interesse si è rivelato l'esame delle notizie attinenti alla natura societaria, fornite dalle camere di commercio e dal CERVED.
Fatto riferimento all'opportunità di predisporre indici statistici completi per costituire parametri certi sul rapporto fra volume d'affari e numero dei dipendenti di ogni società, si sofferma sull'analisi dei codici connessi alla produzione del calcestruzzo ed al movimento terra. Ricorda anche i limiti delle fonti informative utilizzate, nonchè la debolezza identificativa del codice di attività delle diverse imprese.
Definisce il quadro finora emerso di estremo interesse, perchè consente di individuare ditte formalmente operative ma che non hanno conseguito alcun appalto; ditte che, pur operando in settori richiedenti


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personale e beni strumentali, non possiedono né l'uno né gli altri; inoltre, pur essendo apparentemente concorrenti, esse presentano gli stessi amministratori e gli stessi soci, e non hanno alcun reddito dichiarato, per di più includendo tra gli amministratori ed i soci soggetti conosciuti per fatti connessi alla criminalità organizzata.
Concludendo afferma che l'indagine non ha finora dato i risultati all'inizio ipotizzati, essendo quelli presenti nei sistemi informativi dati approssimativi e non aggiornati: è auspicabile quindi un contatto sempre più stretto con le Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, le camere di commercio e l'albo nazionale dei costruttori, nonchè con la Commissione, che può senz'altro operare fattivamente per rimuovere i numerosi ostacoli emersi, consentendo agli organismi interessati di attuare un maggiore coordinamento ed organizzare l'attività istituzionale avendo di mira comuni strategie, metodologie d'indagine ed acquisizione di dati.

Il deputato Lucio MARENGO (AN) si dichiara deluso dall'esposizione del prefetto Rossi in merito all'attività del gruppo del SECIT di cui è coordinatore, pur tenendo conto che esso non può svolgere azioni operative ma si deve limitare ad un'attività preparatoria di studio per le iniziative che verranno successivamente assunte dal ministro delle finanze o dall'autorità giudiziaria.
Chiede di conoscere quali siano i poteri effettivi e quali gli obiettivi di tale gruppo, nella considerazione che è conoscenza comune il difficoltoso funzionamento degli uffici finanziari, con un'evasione fiscale sempre preoccupante, senza che vengano approntati gli strumenti necessari a sconfiggerla: si ha anzi l'impressione che non vi sia una volontà precisa di superare l'attuale stato di impasse.
Per superare tale situazione, auspica un sollecito potenziamento degli uffici periferici dello Stato, non solo nel settore finanziario ma anche nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata: ad esempio, in ordine alle forze di polizia che si occupano della prevenzione e del perseguimento dei reati contro l'ambiente, sarebbe opportuno un potenziamento dell'attività del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri, che ha finora ottenuto notevolissimi risultati, anche fornendo un adeguato supporto all'azione della magistratura.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che l'attività testè esposta dal prefetto Rossi coincide sostanzialmente con quella svolta dall'apposito gruppo di lavoro istituito in seno alla Commissione: il contrasto della criminalità organizzata richiede una fase di studio ed azioni operative anche sotto il profilo fiscale e tributario, nella considerazione che i soggetti criminali negli ultimi anni hanno affinato considerevolmente i loro strumenti operativi. Definisce l'attività del gruppo coordinato dal prefetto Rossi preparatoria rispetto all'attività ispettiva del SECIT da svolgere in una fase successiva.

Il prefetto Luigi ROSSI ritiene che debba essere posta particolare attenzione sulle problematiche connesse alle azioni criminali presenti nel settore dei rifiuti, perfezionando metodologie adeguate che debbono essere poi concretamente verificate.

Il membro del gruppo di lavoro del SECIT, Tommaso COTTONE, sottolinea i risultati positivi finora conseguiti dal gruppo coordinato dal prefetto Rossi, riferendosi in particolare al settore degli appalti, in cui si è rilevata spesso una fittizia partecipazione alle gare, con la conseguenza che si assiste ad un sostanziale monopolio o al più ad un oligopolio fra pochissime imprese. È obiettivo del gruppo del SECIT continuare gli studi e le verifiche, al fine di pervenire all'esclusione dagli albi di quelle ditte che si comportano in maniera illecita: ciò recherà un beneficio agli imprenditori onesti che operano nel settore ed all'intera società civile.


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Il deputato Lucio MARENGO (AN) chiede a chi siano fatti conoscere i risultati dell'attività del gruppo del SECIT.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ritiene che non siano necessari nuovi interventi legislativi nel settore dei rifiuti, ma una decisa volontà nell'attuare un coordinamento fra i diversi organismi che si occupano della materia: fino a pochi anni fa la gestione dei rifiuti avveniva in un clima da far west, mentre attualmente si registra una diversa attenzione del mondo politico e della cittadinanza.

Il prefetto Luigi ROSSI risponde ai quesiti formulati, fornendo altresì valutazioni sull'attività futura del gruppo da lui coordinato.

Il membro del gruppo di lavoro del SECIT, Gigliola SCIUTTI, precisa che il lavoro del gruppo è iniziato soltanto da alcuni mesi e che risultati concreti potranno arrivare entro il corrente anno; fatto riferimento alla mancanza di coordinamento fra i vari organismi operanti nel settore dei controlli, fa presente che le indagini si accentreranno anche sulle movimentazioni bancarie dei soggetti interessati al traffico dei rifiuti.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ritiene che il raccordo con il gruppo del SECIT possa concretizzarsi soprattutto nell'ambito del gruppo di lavoro sui traffici illeciti da lui coordinato, al fine di predisporre in tempi brevi una bozza di documento da sottoporre successivamente all'esame della Commissione.
Ringrazia gli intervenuti e li congeda.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 7 aprile 1999, alle ore 13,30, per l'audizione del presidente dell'Assovetro, dottor Todisco, e per l'inizio dell'esame di un documento sulla gestione dei rifiuti radioattivi predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal Presidente Scalia.

La seduta termina alle 15.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.