CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse |
SOMMARIO
Giovedì 18 marzo 1999
Sulla pubblicità dei lavori
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Audizione del presidente di Enirisorse, ingegner Graziano Amidei
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La seduta comincia alle 13.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Audizione del presidente di Enirisorse, ingegner Graziano Amidei.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che il 10 marzo scorso si è svolta l'audizione del dottor Vichi, responsabile del progetto dell'impianto di Scarlino per la società Ambiente. Poiché è stata fornita risposta soltanto ad una parte delle domande in quella sede formulate, chiede all'ingegner Amidei quale sia l'assetto attuale dell'area industriale, dopo l'acquisizione da parte dell'ENI dei vecchi impianti, quali siano gli impianti gestiti da Enirisorse, quali quelli gestiti dall'ENI e quali dalla società Nuova Solmine.
oggetto di indagini della magistratura per aver causato pericolose contaminazioni del suolo, delle falde idriche e delle acque marine.
Il presidente di Enirisorse, Graziano AMIDEI, precisa che, dopo la cessione della Nuova Solmine avvenuta nel 1997, Enirisorse è presente nell'area delle colline metallifere del Grossetano con la consociata Mineraria Campiano, che è dotata dei mezzi tecnici e finanziari per effettuare le operazioni di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti dismessi.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, chiede se nella Nuova Solmine vi sia in qualche modo una partecipazione dell'ENI.
L'ingegner Graziano AMIDEI risponde negativamente.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, svolge diffuse considerazioni sulla presenza del mercurio nei rifiuti tossico-nocivi, sottolineando che gli aspetti squisitamente tecnici debbono essere valutati con la massima attenzione in sede di predisposizione dei progetti di bonifica.
Il funzionario dell'ARPAT provinciale di Grosseto, Silvano GIANNERINI, fa presente innanzitutto che nella piana del
Casone esistono attualmente le aziende di grandi dimensioni Ambiente, Tioxide Europe e SOLMAR, oltre ad altre di recente attivazione, di dimensioni inferiori, quali la MarZinc e la Dayco.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, premesso che esiste una differenza sostanziale fra i programmi di messa in sicurezza e quelli di bonifica, chiede di conoscere le caratteristiche dei progetti per l'avvio delle bonifiche delle aree contaminate.
Il dottor Silvano GIANNERINI risponde ampiamente, precisando che sono state approfondite le indagini per verificare la presenza generalizzata dell'arsenico nelle zone interne ed esterne agli impianti industriali.
Il liquidatore della società Mineraria Campiano, Alessandro CIANCIO, fornisce dati tecnici approfonditi riguardo a quanto in precedenza affermato dall'ingegner Amidei sulla predisposizione dei progetti di bonifica ed esprime osservazioni sui ritardi verificatisi finora da parte degli enti locali, auspicando l'approvazione il più possibile sollecita dei progetti presentati.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, chiede delucidazioni su alcuni profili attuativi della normativa riguardante la titolarità delle azioni di bonifica.
Il vicepresidente della società Mining Italiana, Massimo GUARASCIO, si sofferma in particolare sulla normativa, contenuta nel «decreto Ronchi» e nelle direttive europee, concernente la bonifica dei siti contaminati, fornendo altresì valutazioni tecniche sui progetti presentati.
L'ingegner Graziano AMIDEI valuta opportuno richiedere ai rappresentanti della Nuova Solmine di mettere a disposizione della Commissione le informazioni connesse alla messa in sicurezza degli impianti dismessi. Ribadisce la necessità di un avvio sollecito della bonifica delle aree interessate, anche perché Enirisorse dispone di tutti i mezzi e del personale necessari ad una soluzione definitiva del problema.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che, in un recente incontro con esponenti politici e comitati cittadini della provincia di Grosseto, è emersa la preoccupazione che la presenza del cogeneratore di Scarlino possa alterare l'equilibrio ambientale complessivo, incidendo in modo preoccupante sui livelli di inquinamento.
L'ingegner Graziano AMIDEI risponde dettagliatamente, facendo presente che la società Ambiente ha disposto
gli investimenti e definito la documentazione necessaria per l'avvio del cogeneratore del Casone, rispettando puntualmente le prescrizioni normative. Non si può dire lo stesso, invece, per quanto riguarda l'impianto di incenerimento di Valpiana.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ringrazia gli intervenuti e li congeda, invitandoli a far pervenire ogni altra documentazione che sarà prodotta in materia.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 24 marzo 1999, alle ore 13,30, per ascoltare il prefetto Luigi Rossi del SECIT.
La seduta termina alle 15.
N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.
Giovedì 18 marzo 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.
Per quanto riguarda le problematiche sul tappeto, osserva che desta preoccupazione la contaminazione del territorio delle colline metallifere nell'area di Scarlino-Empoli: infatti, le colline già "sfruttate" da Montedison e poi dall'ENI hanno comportato la produzione di notevoli quantità di rifiuti tossico-nocivi, con la presenza, tra l'altro, di piombo, arsenico, cadmio e mercurio, nonché di 24 discariche abusive che hanno contaminato le falde idriche per la presenza dei metalli in precedenza citati.
Inoltre, lo stato di completo abbandono delle miniere ha causato un forte dissesto idrogeologico con smottamenti soprattutto nella zona di Niccioleta: appare quindi che la scarsa riconversione alle nuove tecnologie dell'attuale sistema industriale determina conseguenze preoccupanti, anche in riferimento alle perdite di acido solforico dall'impianto della Nuova Solmine,
Si pongono così urgenti problemi di bonifica del territorio, ai quali deve essere data una risposta sollecita.
Ricordato che le miniere di pirite sono state utilizzate fino agli inizi degli anni novanta, fa presente che nel 1992 l'impianto di Scarlino è stato ristrutturato e che le miniere sono state chiuse, ultima in ordine di tempo quella di Campiano, fermata definitivamente nel 1994.
Con la cessazione dell'attività mineraria, si è posto il problema della messa in sicurezza dei siti, ancora in regime di concessione e quindi sotto il controllo del Ministero dell'industria, nonché quello del loro risanamento ambientale e recupero. Il problema appare assai complesso a causa dell'estensione delle aree interessate, delle attività minerarie protrattesi per un periodo pluridecennale e della difficoltà di definire compiutamente le competenze degli organismi pubblici riguardanti la messa in sicurezza e quelle riguardanti la bonifica.
Sottolinea che solo nel settembre 1997, con l'individuazione da parte dell'Agenzia regionale toscana per la protezione dell'ambiente dei siti da bonificare e delle linee guida da seguire, si è potuto procedere all'elaborazione dei progetti per tutti i siti gestiti dalla Mineraria Campiano: sono stati predisposti 21 progetti, di cui 4 sono stati definitivamente approvati e 17 permangono allo stato preliminare. A ciò si deve aggiungere che solo pochi giorni fa è stata concessa l'autorizzazione alla demolizione dell'impianto di frantumazione della pirite di Scarlino in un'area di proprietà della Nuova Solmine, oggetto di un progetto di bonifica ambientale in corso di approvazione.
Afferma che la Mineraria Campiano è particolarmente interessata a portare avanti, con la massima celerità possibile, gli interventi di bonifica ambientale, ritenendo che un'azione coordinata e puntuale degli organismi interessati consentirebbe di conseguire uno snellimento delle procedure, una rapida attuazione degli interventi ed un recupero delle aree interessate.
Svolge successivamente alcune osservazioni tecniche sul tema delle bonifiche dei siti contaminati e ricorda le attività industriali promosse da Enirisorse, per circa 400 posti di lavoro, nella zona di Scarlino.
Conclude rilevando la necessità di un'accelerazione delle procedure per la verifica dei progetti e dei preprogetti presentati da Enirisorse, poiché i ritardi hanno un costo e non possono essere ulteriormente tollerati.
Chiede le ragioni del ricorso al test di cessione IRSA-CNR con anidride carbonica, assai blando, e non a quello con acido acetico, più pertinente ed adeguato alle condizioni ambientali ed applicative, soprattutto in una zona industriale con presenza di piogge acide.
Osserva che le problematiche ambientali più importanti sono legate, in gran parte, alla produzione di acido solforico a partire dalla pirite ed a quella di biossido di titanio a partire dalle scorie titanifere; inoltre, l'arrostimento delle piriti per ottenere l'acido solforico ha provocato la produzione di notevolissime quantità di ceneri e di altri residui, determinando quindi la presenza di rifiuti tossici per il loro contenuto in arsenico e per la capacità di cedere piombo. Si ha poi la produzione di biossido di titanio e di anidride carbonica, che viene compressa e venduta per usi alimentari.
Si sofferma assai diffusamente su diverse problematiche tecniche attinenti all'attività dell'ARPAT, in particolare sui controlli relativi all'impianto di cogenerazione di Scarlino ed all'ex impianto di pellettizzazione; si sofferma anche sulla bonifica dell'area industriale della Nuova Solmine e sull'impianto di frantumazione delle piriti, nonché sulle discariche della società Tioxide, dove sono stati stoccati in passato i gessi chimici derivanti dalla neutralizzazione degli effluenti forti e deboli con la marmettola, derivante dalla lavorazione del marmo di Massa Carrara.
Chiede quale sia in materia l'orientamento di Enirisorse e se si intendano privilegiare in ogni caso le soluzioni che prevedono un minore impatto ambientale.