CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 10 marzo 1999


Gruppo di lavoro concernente i traffici illeciti nazionali ed internazionali in relazione allo smaltimento delle diverse tipologie di rifiuti (coordinatore: Presidente Massimo Scalia) ... 136

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Audizione del dottor Mario Vichi, responsabile dell'impianto di Scarlino di Ambiente spa ... 136

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 10 marzo 1999


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Gruppo di lavoro concernente i traffici illeciti nazionali ed internazionali in relazione allo smaltimento delle diverse tipologie di rifiuti (coordinatore: Presidente Massimo Scalia).

Il gruppo di lavoro si è riunito dalle 12,30 alle 13,30.

Mercoledì 10 marzo 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta inizia alle 13,30.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del dottor Mario Vichi, responsabile dell'impianto di Scarlino di Ambiente spa.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che nelle settimane scorse ha avuto un incontro con alcuni sindaci, esponenti politici e comitati cittadini della zona di Follonica i quali, insieme al presidente della giunta provinciale, hanno mostrato preoccupazione per l'impianto di cogenerazione di Scarlino, attualmente in costruzione.
Tale impianto, noto anche come inceneritore del Casone, dovrebbe sorgere in un territorio con vocazione turistica, dovrebbe bruciare rifiuti urbani, provenienti anche da altre province, per un totale di 140 mila tonnellate annue, e consisterebbe in una riconversione di vecchi forni industriali e di strutture obsolete.
Poiché la reindustrializzazione della zona deve essere compatibile con il territorio, sembrerebbe non giustificarsi la presenza di un impianto di cogenerazione, considerando anche che nell'area sono già presenti una centrale ENEL, gli impianti della Tioxide Europa e della Solmine, nonché l'inceneritore di Valpiana.
Rileva che le colline in passato già sfruttate dalla Montedison e poi dall'ENI hanno comportato la produzione di notevoli


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quantità di rifiuti tossico-nocivi, con la presenza, tra l'altro, di piombo, arsenico, cadmio e mercurio, con una ventina di discariche abusive che hanno contaminato le falde idriche; inoltre, lo stato di completo abbandono delle miniere ha causato un forte dissesto idrogeologico, con smottamenti soprattutto nel territorio di Niccioleta.
Ritiene che l'attuale sistema industriale, proprio perché scarsamente riconvertito alle nuove tecnologie, non operi correttamente: si pensi alle perdite di acido solforico, verificatesi di recente, dall'impianto della Nuova Solmine, già oggetto di indagini della magistratura per aver causato contaminazioni del suolo e delle falde idriche nonché morìe di pesci. Si pongono quindi urgenti problemi di bonifica del territorio nel rispetto della vigente normativa, con l'inclusione nel piano regionale delle aree contaminate dell'ex impianto di pellettizzazione che l'ENI vorrebbe escludere.
Passa successivamente ai quesiti.
Chiede quali delle aree contaminate siano state censite o denunziate e quali siano i programmi di bonifica e le tecnologie già predisposti.
Chiede anche le ragioni per cui l'ENI intenda escludere dal piano regionale di bonifica le aree dell'ex impianto di pellettizzazione, invitando gli auditi a fornire dettagli, copie di progetti ed informazioni tecniche sulle tecnologie impiegate.
Per quanto riguarda il cogeneratore, intende conoscere quali fra i vecchi forni ed impianti verranno riconvertiti, con quali costi e quali nuove tecnologie, motivando la necessità di importare rifiuti da altre province per bruciarli a Scarlino; invita anche a fornire informazioni sulla composizione dei rifiuti, specificando se siano solidi urbani tal quali o derivati dai rifiuti. Chiede anche dove verranno smaltiti i residui della combustione e di conoscere gli eventuali studi utilizzati in ordine all'impatto ambientale ed ai modelli di dispersione atmosferica.
Intende anche conoscere le procedure per decontaminare le falde dell'area di Follonica dalla presenza di mercurio, arsenico, piombo e cadmio, nonché le quantità di peci clorurate prodotte in passato dalle attività chimiche, le modalità ed i siti di smaltimento.
Concludendo chiede le ragioni per cui, per utilizzare le ceneri di pirite come rilevato stradale, si sia fatto ricorso al test di cessione -IRSA-CNR con anidride carbonica e non a quello con acido acetico, più pertinente ed adeguato alle condizioni ambientali, esprimendo preoccupazione per possibili pericolose contaminazioni del suolo e delle falde.

Il responsabile dell'impianto di Scarlino di Ambiente spa, Mario VICHI, precisa che la sua responsabilità è riferita al progetto di impianto, ora in fase di realizzazione, situato in un'area al confine con il comune di Follonica.
Osserva che la società Ambiente ha acquisito circa due anni fa gli impianti dismessi e fornisce notizie sulle procedure adottate per l'avvio della costruzione dell'impianto, anche in rapporto alla necessità di ottenere la valutazione di impatto ambientale.
Può affermare che, anche a seguito di rilevazioni effettuate dai competenti organismi addetti al controllo, l'impianto non presenta rischi e che si prevede l'utilizzo di combustibile derivato dai rifiuti per un totale di circa 120 mila tonnellate annue.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, sottolinea che le popolazioni residenti nel territorio in questione hanno a più riprese manifestato timori per la presenza di diossine: chiede quindi se l'abbattimento degli inquinanti sia stato portato ai livelli attualmente riconosciuti adeguati per non compromettere la salute pubblica.

Il dottor Mario VICHI fa conoscere i dati relativi al rispetto dei livelli di sicurezza per la salute della popolazione, che definisce rassicuranti.
Si sofferma poi diffusamente sugli aspetti tecnici dell'impianto, fornendo una serie consistente di dati e valutazioni; esprime osservazioni, in particolare, sull'ex


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impianto di pellettizzazione, ricordando che il 19 febbraio scorso si è svolto un seminario sulla messa in sicurezza e sulla bonifica complessiva del territorio interessato, organizzato dalla provincia di Grosseto e dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Toscana.
Quanto alla decontaminazione, svolge approfondite riflessioni sui dati finora acquisiti, in particolare sulla presenza di arsenico e di cadmio nelle falde acquifere e sul terreno.
Per quanto riguarda gli altri quesiti formulati dal Presidente Scalia, ritiene che le risposte possano essere fornite più propriamente dalla società Enirisorse.

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, dopo aver osservato che non risultano in Toscana impianti in esercizio per la produzione di combustibile derivato dai rifiuti, rinvia alla prossima settimana il seguito delle audizioni relative alla materia trattata nell'odierna seduta.
Ringrazia il dottor Vichi e lo congeda, invitandolo a far pervenire alla Commissione la documentazione connessa alle questioni esposte.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Il deputato Massimo SCALIA, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 11 marzo 1999, alle ore 13.30, per ascoltare l'assessore Cavallera, in rappresentanza della Conferenza Stato-regioni, ed il vicepresidente dell'ANCI Zanonato.

La seduta termina alle 14,30.

N.B. Il resoconto stenografico della seduta verrà pubblicato in un fascicolo a parte.