CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Giovedì 22 ottobre 1998


Sulla pubblicità dei lavori. ... 3

Audizione dei rappresentanti dell'ISPESL, dell'Istituto superiore di sanità, dell'ENEA e dell'ANPA in materia di radioprotezione, in relazione al rischio radiologico connesso con la chiusura del ciclo nucleare. ... 3


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di giovedì 22 ottobre 1998


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Giovedì 22 ottobre 1998. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione dei rappresentanti dell'ISPESL, dell'Istituto superiore di sanità, dell'ENEA e dell'ANPA in materia di radioprotezione, in relazione al rischio radiologico connesso con la chiusura del ciclo nucleare.

Il Presidente Massimo SCALIA ricorda che nei mesi scorsi è stato costituito in seno alla Commissione un gruppo di lavoro, di cui è coordinatore, che si occupa delle problematiche concernenti il back-end del ciclo del combustibile nucleare ed i traffici illeciti di rifiuti radioattivi: nel corso delle riunioni, è stata esaminata, tra l'altro, la tematica relativa alla strategia di intervento per la sistemazione definitiva dei rifiuti di media e bassa radioattività, inclusi quelli derivanti dallo smantellamento degli impianti nucleari.
È stata decisa quindi l'odierna audizione per disporre di elementi il più possibile completi nella predisposizione del documento del gruppo di lavoro in materia: chiede, in particolare, che siano espresse valutazioni sulla distribuzione per tipologia dei radionuclidi presenti in Italia nonché sulle problematiche radioprotezionistiche da affrontare, con la solidificazione dei rifiuti radioattivi nei centri della Trisaia e di Saluggia e la sistemazione degli elementi di combustibile irraggiato, cui si aggiunge l'individuazione del sito di deposito delle scorie radioattive.

Il rappresentante dell'ISPESL, Renzo DELIA, si sofferma sulla documentazione pervenuta dall'ENEL ai sensi dell'articolo 55 del decreto legislativo n. 230 del 1995, in relazione alla disattivazione dell'impianto nucleare di Caorso, con riferimento particolare allo scarico degli elementi di combustibile irraggiato dal reattore alla piscina.
Riferisce poi le argomentazioni addotte dall'esercente ENEL, con riferimento alle prescrizioni tecniche di sicurezza, esprimendo infine parere favorevole all'operazione prospettata; il compimento della prima fase di attività comporta un aumento della sicurezza sia per i lavoratori


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della centrale di Caorso che per la popolazione residente nelle sue vicinanze.
Auspica che avvenga al più presto anche lo stoccaggio a secco degli elementi di combustibile irraggiato, ribadendo che non è possibile rinvenire un incremento del pericolo sanitario per la popolazione.

Il rappresentante dell'Istituto superiore di sanità, Eugenio TABET, ricorda che l'organismo di cui fa parte svolge una consulenza in varie materie per il Ministero della sanità: in tale ambito, è stato sollecitato un suo parere in ordine ai rischi sanitari per la popolazione a seguito della disattivazione delle centrali nucleari.
Si dichiara d'accordo sulla disattivazione non differita, in quanto gli impianti nucleari registrano al momento attuale un tempo di fermata da ritenere sufficiente, con la precisazione che i tempi di disattivazione debbono avvenire con continuità.

Il Presidente Massimo SCALIA, facendo riferimento ai lavori della commissione tecnica istituita dalla regione Emilia-Romagna per valutare il termine del decommissioning, chiede informazioni sulla correlazione fra dose collettiva di radioattività e tempi per portare a termine l'operazione, invitando l'Istituto superiore di sanità a far pervenire un documento in materia.

Il professor Eugenio TABET risponde ampiamente, precisando che l'elemento della dose collettiva di radioattività deve essere valutato, ma non costituisce un elemento fondamentale nel complesso iter per l'individuazione del sito di deposito delle scorie radioattive.
Per quanto riguarda la bozza del documento predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal Presidente Scalia, esprime un parere di massima positivo, con la precisazione che non sembra opportuno prevedere un'Agenzia nazionale che proponga i termini di clearance per i rifiuti radioattivi: preannunzia l'invio alla Commissione di una serie di valutazioni in ordine all'articolato contenuto nella bozza prima citata.
Conclude ricordando che, nell'arco dei trecento anni previsti, la problematica radioprotezionistica tende naturalmente a diminuire d'importanza, in considerazione della riduzione dei valori di radioattività nel corso del tempo.

Il Presidente Massimo SCALIA fa presente che una delegazione della Commissione si è recata nel giugno scorso in Spagna e Francia per visitare i depositi già in funzione: anche in base a tale esperienza, reputa necessario procedere con estremo rigore sotto il profilo tecnico, scientifico e radioprotezionistico.

Il dirigente dell'ENEA, Gian Felice CLEMENTE, consegna alla Presidenza un documento sullo stato della radioprotezione in Italia, elaborato dall'ENEA, dall'ANPA e dall'ENEL.

Il direttore dell'istituto per la radioprotezione dell'ENEA, Giuseppe TARRONI, fa presente che il documento testé consegnato intende evidenziare le esigenze derivanti dai programmi attuali e dai progetti di attività con rischio da radiazioni ionizzanti, nonché dagli obblighi derivanti dalla sottoscrizione di accordi internazionali.
Partendo dall'analisi della situazione attuale, viene proposto un esame puntuale del sistema della radioprotezione in Italia, articolato secondo i riferimenti degli organismi che hanno a carico la vigilanza, il settore tecnico-scientifico e l'aspetto operativo. Vengono anche evidenziati i problemi e le carenze circa l'efficacia del sistema di radioprotezione in Italia, come primo passo necessario a migliorare gli aspetti dell'affidabilità e della trasparenza.
Ricordato che il documento sarà ulteriormente modificato e perfezionato nelle prossime settimane in previsione della conferenza nazionale sull'energia e sull'ambiente prevista per la fine del prossimo novembre, si sofferma in particolare sulle garanzie per gli utilizzatori finali, sulla credibilità dell'intero sistema di radioprotezione, sulle fonti di finanziamento e sui rapporti con gli altri Paesi, in specie quelli europei.


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Ricorda che dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 230 del 1995, in vista del prossimo recepimento della direttiva n. 96/29 dell'EURATOM, la qualificazione in campo radioprotezionistico non può più essere basata su scelte volontarie, ma deve assumere anche in Italia una connotazione basata su precisi adempimenti.

Il Presidente Massimo SCALIA, facendo riferimento all'incarico conferito dal Governo all'ENEA per l'individuazione del deposito per le scorie radioattive, chiede quali siano i rapporti tra la task force dell'ENEA ad essa destinata ed il settore radioprotezionistico dell'ente.

Il dottor Giuseppe TARRONI precisa che finora tali rapporti non sono ufficialmente presenti.

Il Presidente Massimo SCALIA ritiene che la Commissione debba acquisire un inventario dei rifiuti radioattivi che comprenda un'esplicitazione dei radionuclidi per ciascun sito.

Il rappresentante dell'ANPA, Giuseppe GROSSI, si sofferma innanzitutto sulla vigilanza radioprotezionistica esercitata dagli ispettori dell'ANPA, facendo rilevare che sono attualmente dieci i centri per la rilevazione della radioattività ambientale: auspica che tale numero possa essere incrementato e che essi siano posti in relazione con centri analoghi presenti nell'ambito comunitario.
Esprime alcune valutazioni sulla situazione del personale dell'ANPA, di elevata qualità ma quantitativamente ridotto ai minimi termini, osservando che si rende necessario un ricambio graduale affinché non siano disperse le conoscenze finora acquisite.
Per quanto riguarda l'inventario dei rifiuti liquidi, nota che, essendo possibile l'effettuazione dei campionamenti, si possono individuare con facilità i radionuclidi presenti nella soluzione radioattiva; circa i rifiuti solidi condizionati, esistono stazioni di rilevazione spettrometrica non invasiva, mentre per quelli non condizionati si può procedere a misurare il contenuto radioattivo, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, una volta che sia stato perfezionato il procedimento di condizionamento.
Espresso consenso sulla disattivazione non differita degli impianti nucleari, sottolinea che al momento attuale le tecnologie del decommissioning sono assai perfezionate, al punto che è possibile ridurre le dosi di radioattività al personale essendo possibili sistemi remotizzati di intervento.
Si sofferma infine sull'identificazione e sulla caratterizzazione del deposito delle scorie radioattive, con riferimento alle prescrizioni della guida tecnica n. 26 dell'ANPA.

Il Presidente Massimo SCALIA fa presente che è intendimento del gruppo di lavoro in precedenza citato valutare anche la possibilità di suggerire modifiche all'articolo 55 della legge n. 230 del 1995.
Chiede di conoscere le ragioni per cui sono trascorsi undici anni dal fermo della centrale citata prima di concedere lo scarico degli elementi di combustibile irraggiato dal reattore alla piscina.

Il dottor Giuseppe GROSSI ritiene che ciò sia dipeso anche dalla politica perseguita dall'ENEL per i combustibili irraggiati, poiché sembrava che essi dovessero «emigrare» all'estero per il riprocessamento.

Il Presidente Massimo SCALIA chiede agli intervenuti di far pervenire con ogni possibile sollecitudine, oltre all'inventario dei rifiuti radioattivi, anche il quadro completo del combustibile irraggiato di tutti gli impianti nucleari presenti sul territorio nazionale.
Chiede di conoscere le ragioni della scelta del processo di cementazione dei rifiuti radioattivi contenuti nel serbatoio W100 del centro ricerche della Trisaia.

Il dottor Giuseppe GROSSI fa presente che i motivi che hanno indotto l'ANPA ad accettare la richiesta dell'esercente ENEA


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possono sintetizzarsi nel fatto che la cementazione è un processo accettabile tecnicamente per questo tipo di rifiuto, anche in considerazione dell'impossibilità di trasferire presso il centro di Saluggia gli stessi rifiuti liquidi, sia per mancanza di un contenitore di trasporto omologato sia per opposizione delle amministrazioni locali.

Il dottor Gian Felice CLEMENTE fa presente che alcune considerazioni sui temi trattati nell'odierna seduta sono state già espresse dal presidente dell'ENEA Cabibbo nell'audizione svoltasi in Commissione nei mesi scorsi.

Il Presidente Massimo SCALIA ringrazia sentitamente gli intervenuti, invitandoli a far pervenire le loro valutazioni nei prossimi giorni.

La seduta termina alle 15,45.

N.B.: Il resoconto stenografico sarà pubblicato in un fascicolo a parte.