CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Martedì 7 luglio 1998


Sulla pubblicità dei lavori. ... 108

Audizione del dottor Franco Bernabè, amministratore delegato dell'ENI. ... 108

Comunicazioni del Presidente. ... 111


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di martedì 7 luglio 1998


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Martedì 7 luglio 1998. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del dottor Franco Bernabè, amministratore delegato dell'ENI.

Il Presidente Massimo SCALIA, espresso apprezzamento per l'impegno dell'ENI e delle società collegate nel settore ambientale, ritiene che nell'odierna seduta possano essere sottolineati alcuni aspetti relativi ad inchieste giudiziarie o ad emergenze ambientali legate in qualche modo all'attività dell'ENI.
In relazione all'inchiesta sulle «morti bianche» di Porto Marghera, ricorda che anche nei giorni scorsi si sono verificate emissioni fuori norma; circa gli scarichi in laguna, dopo il sequestro dello SM15 e la scoperta di un altro scarico mai denunciato, precisa che ogni anno sono stati riversati 47 mila chili di metalli pesanti. A proposito dell'inchiesta del dottor Casson, osserva che le difficoltà ambientali ora rilevate sono conosciute fin dal 1987.
Per quanto riguarda l'inchiesta sull'impianto di Paderno Dugnano, sembrerebbe che la società Enirisorse abbia fittiziamente declassificato i rifiuti provenienti dalla triturazione delle batterie per auto, inviandole in discariche di prima o seconda categoria anzichè in quelle di livello superiore; dall'inchiesta emerge che un'analoga attività è stata svolta nel centro di Marcianise, collettore delle batterie per il centro-sud.
Rileva in seguito che, per i siti di Manfredonia e Brindisi, non risulta essere stato ancora predisposto un piano per la messa in sicurezza o per la bonifica delle aree interessate dalla presenza di caprolattame.
Precisa poi, riguardo alla Basilicata, che nei pozzi realizzati dall'AGIP per le prospezioni in Val d'Agri - che hanno dato esito negativo - sono stati smaltiti illecitamente rifiuti: alcuni di essi potrebbero provenire dalle attività svolte su quel territorio per la realizzazione dei pozzi, con rifiuti che presentano anche un contenuto radioattivo.
Sull'azienda del gruppo ENI operante a Pertusola Sud, osserva che i rifiuti pericolosi sono finiti in discariche abusive o in discariche non adeguate, come è stato


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accertato dall'inchiesta della procura di Catanzaro, che ha portato all'arresto, tra gli altri, dell'assessore all'ambiente della regione Calabria.
Chiede infine notizie sullo smaltimento dei rifiuti effettuato nello stabilimento petrolchimico di Gela.
Invita il dottor Bernabè a prendere la parola, chiedendogli in particolare di soffermarsi sulle azioni che l'ENI intende portare avanti per un concreto e definitivo risanamento ambientale, che vuole anche dire rispetto per la salute della popolazione.

L'amministratore delegato dell'ENI, Franco BERNABÈ, ringrazia innanzitutto il Presidente Scalia e la Commissione per avergli offerto la possibilità di esporre gli aspetti fondamentali della politica ambientale dell'ENI.
Ricorda che fin dal 1992 è stata avviata un'operazione di trasparenza e di comunicazione in materia, sollecitando le imprese ENI a migliorare strumenti, organizzazione e metodologie, per far risaltare il principio della prevenzione del danno ambientale: strumento di questa operazione è il rapporto annuale sull'ambiente, in cui sono illustrate le principali iniziative per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la formazione nel settore, per la tutela del territorio e per la certificazione ambientale. Nell'anno in corso, per la prima volta, il rapporto è stato certificato a livello internazionale.
Sottolinea che nei mesi scorsi sono state emanate nuove linee guida per meglio garantire la sicurezza e la salute dei dipendenti, delle popolazioni e dei clienti: si tratta di direttive vincolanti tese a diffondere una nuova cultura di impresa circa la sicurezza e la tutela delle risorse ambientali. Tali linee guida sono rivolte alla divisione AGIP ed alle società SNAM, AGIP Petroli, Enichem, Saipem, Snamprogetti ed Enirisorse, sulle quali vengono esercitate funzioni di indirizzo strategico e di controllo. Specifica anche che tali linee vanno al di là del rispetto della normativa ambientale e che i dati sono costantemente monitorati con le necessarie integrazioni dei sistemi contabili ed amministrativi vigenti.
Quanto all'impegno finanziario, osserva che dal 1993 al 1997 il gruppo ha speso 3.274 miliardi per l'ambiente, con alcuni significativi risultati, quali la riduzione del 29 per cento delle emissioni in atmosfera e del 6 per cento delle emissioni di CO2, di circa il 26 per cento degli scarichi idrici e del 34 per cento - dal 1993 al 1996 - dei rifiuti tossici e nocivi.
Fornisce poi una serie di dati numerici evidenziati nel rapporto ambientale per il 1997, che sarà pubblicato nel prossimo mese di settembre.
Ricordato che negli ultimi due anni si è registrato un rilevante incremento degli investimenti per gli impianti di termodistruzione e per nuove discariche controllate al fine di smaltire i rifiuti pericolosi, ribadisce che il rispetto dell'ambiente è per l'ENI un obiettivo prioritario della gestione aziendale, al pari dei parametri economici di valutazione dell'impresa. Si sofferma poi sull'attività della fondazione Mattei, organizzazione non profit, e sui rapporti con gli organismi pubblici e privati: precisa che il gruppo ENI ha raccolto, negli ultimi quindici anni, buona parte di quella che era l'industria di base italiana ed ha cercato di rimediare ai disastri provocati in passato.
Naturalmente la procedura di gestione dei rifiuti tiene conto delle modifiche introdotte dal «decreto Ronchi», con penetranti modalità di controllo da parte delle società caposettore sotto forma di technical audit. È stato anche avviato un programma complessivo di certificazione secondo gli standards internazionali.
Circa i sistemi di controllo esterni, ritiene che sia opinione comune la necessità di un adeguamento il più rapido possibile a quanto vigente in altri Paesi, come gli Stati Uniti d'America, dove agenzie governative, specializzate in singoli settori, concordano con le imprese prescrizioni e standards gestionali rigorosi; la mancanza in Italia di un sistema di controlli pubblici determina il conflitto delle parti interessate e l'intervento della


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magistratura a tutela degli interessi della collettività, che si può considerare un fatto anomalo rispetto a quanto prima detto.
La strategia dell'ENI consiste nel perseguire la via della cooperazione, per ottimizzare la compatibilità ambientale con l'attività delle imprese: cita, a tale proposito, le vicende relative allo scarico dello stabilimento petrolchimico di Porto Marghera, dove l'Enichem si è trovata a gestire situazioni di inquinamento ambientale risalenti al passato, ricevendo la pressante attenzione dell'opinione pubblica, anche internazionale, data la delicatezza dell'ecosistema lagunare. È stato affidato un incarico di audit ambientale a due autorevoli società di revisione esterna, al fine di conoscere la situazione in modo approfondito, ed è stata definita una collaborazione continua e fattiva con le autorità di controllo e la magistratura.
Ritiene che il vero grande problema sia quello delle bonifiche dei terreni, nei quali in passato sono stati interrati ed abbandonati rifiuti anche pericolosi: in verità, si tratta di problematiche di dimensioni mondiali, anche se in Italia soltanto da quindici anni si è compresa la gravità dell'inquinamento nei siti industriali dismessi, dopo la loro chiusura. I censimenti finora effettuati evidenziano circa 8 mila siti contaminati, a fronte dei 350 mila stimati in Europa e dei 250 mila negli Stati Uniti d'America.
Sottolineato che è intenzione dell'ENI procedere sollecitamente alla bonifica dei terreni interessati, precisa che la società Enitecnologie ha svolto approfonditi studi in materia, con la predisposizione di strumenti del tutto originali; anche sulla scorta dell'esempio di altre realtà, come quella statunitense, si potrebbe istituire un apposito fondo per le bonifiche, per contribuire fra l'altro alla soluzione di alcune problematiche, ad esempio chi debba farsi carico delle azioni di risanamento e di ripristino mancando quasi sempre un responsabile diretto o indiretto dei danni provocati.
Concludendo osserva che la strumentalizzazione o l'esasperazione non contribuiscono alla soluzione dei problemi e che solo la razionalità e l'equilibrio possono aiutare in Italia il progresso effettivo in campo ambientale: quindi non solo ripristino del danno ambientale passato ma anche significativo contributo allo sviluppo sostenibile in futuro. Il contributo dell'ENI riguarda principalmente l'impegno per la diffusione del metano, il combustibile più pulito oggi disponibile, la riduzione dei contenuti di zolfo nei combustibili liquidi e del benzene nei carburanti, nonchè la revisione dei processi e dei prodotti nella petrolchimica.

L'amministratore delegato dell'Enichem, Carmine CUOMO, fornisce dati particolareggiati sui siti di proprietà Enichem a Porto Marghera, nonchè sullo smaltimento dei rifiuti in essi effettuato.
Si sofferma anche sulle aree esterne a Porto Marghera, sulla destinazione delle somme spese per il risanamento, nonchè sulle problematiche connesse ai siti di Manfredonia e di Brindisi.

Il presidente di Enirisorse, Graziano AMIDEI, esprime valutazioni approfondite sugli impianti di Paderno Dugnano e di Marcianise, in cui viene recuperato il piombo dolce dalle «griglie» delle batterie per auto; fornisce notizie particolareggiate anche sul piano di bonifica della discarica di Pertusola Sud in Calabria, nonchè sulla situazione attuale a Portoscuso in Sardegna.

Il responsabile per l'Italia delle attività della divisione AGIP, Innocenzo TITONE, risponde a quanto richiesto, in particolare sulle attività di prospezione effettuate nella Val d'Agri.

Il senatore Giovanni POLIDORO, in relazione all'impegno dell'ENI nel settore ambientale, pone alcune domande, in particolare sulla regolarità dei procedimenti autorizzativi e sulle fasi di passaggio della proprietà negli stabilimenti di Porto Marghera.

Il dottor Franco BERNABÈ ed il dottor Carmine CUOMO forniscono ulteriori ragguagli


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sulle tematiche finora affrontate, citando in particolare le difficoltà sorte a causa degli stabilimenti ex Montedison a Porto Marghera.

Il deputato Pierluigi COPERCINI, in relazione al ritrovamento di rifiuti pericolosi a Campalto di Venezia, chiede notizie particolareggiate sulle azioni finora svolte e su quelle che saranno svolte in futuro da parte dell'ENI per ridurre al massimo i rischi per la salute pubblica.
Chiede anche di conoscere le percentuali destinate al comparto ambientale delle somme spese dal 1993 al 1997 e cosa si intenda fare per rimediare alle emissioni nocive. Chiede che sia predisposta una relazione tecnica sugli scarichi maggiormente pericolosi delle aziende del gruppo ENI e che sia fatto pervenire l'elenco delle ditte che trasportano rifiuti.

Il Presidente Massimo SCALIA cita alcuni esempi per sottolineare l'apparente mancanza dell'audit esterno per la procedura della gestione dei rifiuti; si sofferma poi sui vari passaggi necessari ad effettuare il trasporto dei rifiuti dalle regioni meridionali ad aree fuori del territorio nazionale.

Il dottor Franco BERNABÈ, facendo anche riferimento al contenuto del rapporto ambientale predisposto dall'ENI per il 1997, risponde ampiamente ai quesiti posti, ribadendo di essere assai sensibile alle problematiche connesse all'ambiente.

Il presidente della società Ambiente, Mario PIPPARELLI, si sofferma fra l'altro sull'acquisizione da parte dell'Enichem dei forni di incenerimento situati in varie località del territorio nazionale, precisando che per le grandi aziende è estremamente difficile ottenere le necessarie autorizzazioni in materia di gestione dei rifiuti.

Il Presidente Massimo SCALIA ritiene non rinviabile un'azione comune per far recuperare all'Italia una notevole arretratezza nell'intera gestione del settore rifiuti.
Osservato che deve essere ben chiara la connessione fra le aziende a rischio di incidente rilevante e la produzione di rifiuti pericolosi, sottolinea che la Commissione manterrà uno stretto rapporto con tutte le aziende del gruppo ENI per contribuire ad una migliore cultura in materia di trattamento dei rifiuti, soprattutto pericolosi: Porto Marghera costituisce un esempio della collaborazione necessaria a risolvere i problemi, anche se non dovrebbe intervenire un sequestro giudiziario per giungere alla neutralizzazione di uno scarico inquinante come lo SM15.
Ringrazia i rappresentanti dell'ENI e li congeda.

Comunicazioni del Presidente.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che la Commissione tornerà a riunirsi domani, mercoledì 8 luglio 1998, alle ore 14, per ascoltare la dottoressa Macchia, sostituto procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Matera, ed il dottor De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro; proseguirà poi l'esame della proposta di relazione relativa alla regione Campania.

La seduta termina alle 16.

N.B.: Il resoconto stenografico sarà pubblicato in un fascicolo a parte.