CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 3 giugno 1998


Sulla pubblicità dei lavori. ... 126

Esame della relazione relativa alle regioni Liguria e Piemonte (relatore: senatore Roberto Lasagna). ... 126

Comunicazioni del Presidente. ... 128


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 3 giugno 1998


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Mercoledì 3 giugno 1998. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13,30.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Esame della relazione relativa alle regioni Liguria e Piemonte (relatore: senatore Roberto Lasagna).

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che nella seduta odierna si procederà all'illustrazione del documento in titolo, e successivamente i commissari avranno alcune settimane a disposizione per valutarlo e procedere alla discussione generale, cui potranno essere connesse eventuali proposte emendative.
Invita il relatore a prendere la parola.

Il senatore Roberto LASAGNA, relatore, ringrazia innanzitutto i consulenti della Commissione, ed in particolare il dottor Cottone, per aver concorso in maniera decisiva alla predisposizione del documento. Precisa che, fra breve, esporrà sinteticamente i punti essenziali ed invita gli uffici di segreteria a fornire ai presenti copia del documento.
Ricorda che la Commissione si è recata il 15 e 16 luglio scorsi in Liguria, in base a segnalazioni pervenute dalle istituzioni locali e dalle associazioni ambientaliste sulla presenza di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività connesse al ciclo dei rifiuti.
La Commissione ha anche avuto conoscenza di un'importante indagine, partita dalla procura di Asti e poi trasferita a quella di La Spezia, riguardante smaltimenti e traffici con implicazione di amministratori locali, funzionari pubblici ed imprenditori. Il rapporto tra le due indagini ed i collegamenti tra le due regioni hanno permesso di inserirle in un unico documento.
In ordine alla regione Liguria, ricorda lo svolgimento e l'esito della missione a Genova e La Spezia, nonchè delle audizioni svolte; cita poi la normativa regionale in tema di rifiuti, riferendosi ai rifiuti solidi urbani, a quelli ospedalieri, agli inerti, a quelli speciali e tossico-nocivi.
Premesso che la Liguria è un crocevia di traffici illeciti, enumera i casi relativi alle «navi dei veleni» ed agli interramenti dei rifiuti presso le aziende produttrici, soffermandosi anche sulle cave e sulle discariche abusive rilevate.


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Osserva che dalla rilevazione regionale risultano duecento discariche, per diciannove delle quali è stata richiesta la bonifica e la messa in sicurezza: il quadro complessivo che scaturisce dai piani regionali e dalla realtà riscontrata è di un'accentuata divaricazione tra le previsioni programmatiche e le effettive realizzazioni. Non sembra che le scelte programmatiche siano state ben calibrate, come non sembra che sia stato dato sufficiente impulso alla successiva fase operativa; manca in Liguria, nonostante la diffusione di una certa cultura ambientale, una conoscenza civica adeguata a vincere le resistenze locali che si sono manifestate. È pure debole e poco incisiva l'attività di controllo della regione e degli altri enti preposti.
Ricorda poi le informazioni relative alla discarica di Pitelli, nel comune di La Spezia, nonchè le analisi svolte dalle associazioni ambientaliste, le quali hanno ricostruito in maniera articolata le varie attività imprenditoriali legate alla criminalità comune ed organizzata, evidenziando i traffici di rifiuti verso i Paesi del terzo mondo e dell'est europeo.
Precisa che, soprattutto nello smaltimento e nei trasporti, è stata registrata l'infiltrazione di varie organizzazioni criminali, in particolare della 'ndrangheta calabrese; pur riconoscendo l'impegno della magistratura e delle forze dell'ordine, rileva che non è stata approntata un'azione che permetta di procedere in modo meno casuale e più incisivo. Registra anche un'eccessiva frammentazione delle competenze investigative e dà atto al Corpo forestale dello Stato di svolgere una preziosa azione nel settore.
In ordine alla regione Piemonte, ricorda che la Commissione vi si è recata il 20 e 21 novembre scorsi, svolgendo in particolare alcuni sopralluoghi a Verbania, Novara, Saluggia ed Asti, con audizioni di soggetti istituzionali, imprenditori, utenti ed associazioni ambientaliste.
Dopo aver citato le normative regionali con il relativo stato di attuazione, si sofferma sugli impianti esistenti in Piemonte, in particolare le discariche dei rifiuti solidi urbani e gli impianti per la raccolta differenziata, con la ripartizione degli ambiti territoriali e di bacino; successivamente sottolinea i siti degli impianti per l'incenerimento, anche con riferimento ai rifiuti ospedalieri ed a quelli contenenti amianto.
Si sofferma in seguito sull'impianto Thermoselect di Verbania, dove viene sperimentata una tecnologia per trasformare i rifiuti solidi urbani in inerti, per lo smaltimento e per la produzione di energia elettrica; fornite alcune notizie sulla rispondenza di tale impianto alle previsioni di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n.22 del 1997, esprime perplessità sul fatto che tecnologie di altri Paesi europei, nel caso specifico la Germania, trovino accoglienza nel territorio italiano, dimostrando quindi che vige una normativa di protezione ambientale meno rigida che altrove.
Si sofferma poi sui casi riguardanti l'impianto di compostaggio di Novara, il centro dell'ENEA di Saluggia, l'impianto Lafumet di Villastellone nei pressi di Torino, lo stabilimento Interchim di Ciriè e le discariche di Chieri.
Dopo aver citato gli impianti e le problematiche esistenti in Piemonte, esprime un giudizio complessivamente positivo sull'azione di programmazione e sulla cultura ambientale dell'amministrazione regionale: tuttavia, quel territorio appare fortemente compromesso a causa della lentezza dei lavori di bonifica, e si sono registrate numerose gravi irregolarità che hanno prodotto danni irreversibili. Vi sono ritardi e mancanza di incisività nel controllo, con alcune difficoltà di programmazione dovute alle resistenze connesse alla localizzazione di nuovi impianti di smaltimento, senza che vi sia una sufficiente collaborazione del settore imprenditoriale.
Sotto il profilo giudiziario, menziona l'indagine della procura di Novara, che vede implicati amministratori, politici locali ed imprenditori per illeciti connessi alla raccolta, al trasporto, al compostaggio, all'incenerimento ed alla depurazione


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delle acque; circa la criminalità organizzata, precisa che mancano riscontri certi di infiltrazioni nel ciclo dei rifiuti.
Concludendo sottolinea i risultati degli ultimi anni connessi all'istituzione del Ministero dell'ambiente, rilevando in particolare che appare insufficiente la presenza del Ministero sull'intera tematica legata alla gestione dei rifiuti sul territorio nazionale; preannunzia poi che chiederà nelle prossime settimane l'avvio della bonifica della discarica di Pitelli, prima citata.

Il Presidente Massimo SCALIA ringrazia il relatore e ribadisce che la discussione sul documento potrà svolgersi nelle prossime settimane.
Dà il benvenuto al deputato Renzo Penna, che entra a far parte della Commissione.

Comunicazioni del Presidente.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che venerdì prossimo, 5 giugno 1998, alle ore 9,30, saranno presentati i risultati di un'indagine avviata nel novembre scorso con i comuni italiani per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, la produzione, la raccolta e lo smaltimento.

La seduta termina alle 14,15.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.