CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Martedì 21 aprile 1998


Sulla pubblicità dei lavori. ... 126

Audizione del dottor Sebastiano Ardita, sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Catania, e del dottor Beniamino Deidda, procuratore della Repubblica aggiunto presso la procura circondariale di Firenze. ... 126

Comunicazioni del Presidente. ... 128


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di martedì 21 aprile 1998


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Martedì 21 aprile 1998. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del dottor Sebastiano Ardita, sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Catania, e del dottor Beniamino Deidda, procuratore della Repubblica aggiunto presso la procura circondariale di Firenze.

Il Presidente Massimo SCALIA invita il dottor Ardita a prendere la parola, precisando che nell'odierna audizione verranno fatte conoscere alla Commissione le vicende relative al ritrovamento di materiale radioattivo, che hanno causato notevole allarme presso la popolazione ed anche in seno alle forze politiche locali.

Il dottor Sebastiano ARDITA, sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Catania, riassumendo brevemente i termini della questione, ricorda che la vicenda processuale cui ha fatto testé cenno il Presidente è nata a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, per il quale è stato provato un rapporto specifico con un'organizzazione mafiosa operante a Catania.
Tale organizzazione operava in settori diversificati, anche nel traffico della droga, e perseguiva costantemente interessi economici attraverso il continuo ricorso a comportamenti illeciti: si occupava, con una certa continuità, anche del commercio di ordigni nucleari e materiale radioattivo provenienti, presumibilmente, dagli arsenali dismessi dei Paesi dell'ex Patto di Varsavia.
Le indagini condotte dalla polizia giudiziaria hanno fatto emergere una fitta rete di rapporti, svolgentisi a vari livelli, anche con soggetti operanti a Roma in qualche misura «specializzati» nel commercio delle armi: sono emersi, in particolare, comportamenti illeciti attinenti alle connessioni fra la cosiddetta «banda della Magliana» e la criminalità agente in alcune regioni meridionali, in specie in Calabria.
Precisa che, al termine dell'iter testé riassunto, è stata sequestrata dalla polizia giudiziaria una barra di uranio della lunghezza di circa settanta centimetri, mentre non sono state rinvenute armi in


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qualche modo riconducibili all'ambito nucleare. È stato altresì accertato che la barra di uranio è stata costruita dall'azienda General Atomics di San Diego in California e venduta nel 1971 all'ex Congo belga, ora Zaire, per l'eventuale costruzione di una centrale nucleare.
Successivamente, cita gli elementi componenti la barra di uranio facendo riferimento alla relazione predisposta dall'ENEA.

Il Presidente Massimo SCALIA chiede notizie sul valore di mercato della predetta barra.

Il dottor Sebastiano ARDITA, riferendosi alle stime effettuate dai tecnici, precisa che trattandosi di uranio arricchito il valore di mercato si aggira intorno ai duecento milioni di lire, sottolineando peraltro che la richiesta iniziale dei venditori è ammontata addirittura ad alcune decine di miliardi.
Deve anche precisare che le barre di uranio vendute nel 1971 erano nove e che delle altre otto non si è avuta sicura conoscenza. Consegna alla Presidenza uno stralcio della documentazione in materia, in particolare sull'informativa al Governo ai sensi della legge n.185 del 1990, sulla richiesta per l'applicazione di misure cautelari e sulla relativa ordinanza.

Il senatore Giuseppe SPECCHIA domanda se, oltre al procedimento esposto, esistano altre notizie di traffici illeciti di materiale radioattivo.

Il Presidente Massimo SCALIA chiede le ragioni della limitazione delle indagini finora svolte alla prima barra di uranio, senza tener conto delle altre barre vendute nel 1971; chiede anche se siano stati ipotizzati smaltimenti illeciti del materiale radioattivo in esame.

Il dottor Sebastiano ARDITA risponde diffusamente ai quesiti posti.

Il Presidente Massimo SCALIA ringrazia il dottor Ardita e lo congeda, invitando il dottor Deidda a prendere la parola, affinché sia portato a conoscenza della Commissione il contenuto del procedimento giudiziario connesso alla vicenda della linea ferroviaria ad alta velocità in costruzione sull'Appennino toscano, con particolare riferimento al cantiere T17, che è stato nelle settimane scorse oggetto di una sua visita.
Ricorda peraltro che specifico allarme ha suscitato lo sversamento nel fiume Santerno e nel torrente Diaterna delle acque di lavaggio delle gallerie finora perforate.

Il dottor Beniamino DEIDDA, procuratore della Repubblica aggiunto presso la procura circondariale di Firenze, precisa innanzitutto che le indagini e l'attenzione da parte della procura di Firenze non si sono limitate all'attività del cantiere T17, ma anche a quella di alcuni altri cantieri.
Sottolinea che il suo ufficio ha curato in particolare le problematiche attinenti alla sicurezza del lavoro ed, in genere, quelle relative alla tutela dell'ambiente: punti assai critici si sono rivelati la «polverosità», il traffico veicolare, il rumore ed i campi elettromagnetici.
In ordine ai cantieri T13 e T17, è stato appurato l'insufficiente funzionamento dei depuratori delle acque di lavaggio delle gallerie, che ha causato danni ai corsi d'acqua sottostanti non certo irrimediabili, ma tali da rendere necessaria una vigilanza costante sui lavori: cita, a tale proposito, i controlli diversificati e le analisi delle acque del fiume Santerno e dei torrenti Diaterna e Rovigo effettuati nel 1997, anche facendo seguito alle segnalazioni ed alle denunzie formulate dalla popolazione abitante nei paesi circostanti e dalle forze politiche locali.
Fornisce, in conclusione, dettagliate notizie sulle motivazioni che hanno determinato l'imputazione di reato ai responsabili della società CAVET, soffermandosi in particolare sulle problematiche tecnico-acustiche del rumore prodotto dagli scavi delle gallerie, sia al loro interno che all'esterno.


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Il Presidente Massimo SCALIA invita il dottor Deidda e gli altri magistrati della procura di Firenze a continuare nell'opera di severo e ripetuto controllo dell'attività dei cantieri della linea ferroviaria ad alta velocità nella tratta da Bologna a Firenze, con intenti quindi non solo repressivi ma anche preventivi, nella considerazione che debbono essere tutelate sia le popolazioni residenti nei territori circostanti sia i lavoratori utilizzati nelle attività di perforazione e di trasporto.

Comunicazioni del Presidente.

Il Presidente Massimo SCALIA fa presente che la preventivata missione in Sicilia del 29 e 30 aprile prossimi non potrà aver luogo, dal momento che entro la fine del mese il Parlamento dovrà pronunciarsi sul documento di programmazione economico-finanziaria predisposto dal Governo, con conseguente impegno continuativo soprattutto delle Commissioni di merito interessate. L'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, appena possibile potrà fissare le nuove date.
Avverte inoltre che la Commissione tornerà a riunirsi domani, mercoledì 22 aprile 1998, alle ore 13, per il seguito dell'esame del documento relativo ad una nuova gestione dei rifiuti, predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal deputato Franco Gerardini.

La seduta termina alle 14,15.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.