CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Giovedì 22 gennaio 1998


Sulla pubblicità dei lavori. ... 6

Esame di un documento sui delitti contro l'ambiente. ... 6

Comunicazioni del Presidente. ... 7


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di giovedì 22 gennaio 1998


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Giovedì 22 gennaio 1998. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 13,45.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il Presidente Massimo SCALIA avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Esame di un documento sui delitti contro l'ambiente.

Il Presidente Massimo SCALIA ricorda che la seduta odierna è dedicata all'esame del documento predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal senatore Lubrano Di Ricco per l'introduzione nel codice penale di nuove fattispecie, con le conseguenti disposizioni processuali, per contrastare l'azione delle organizzazioni criminali nel settore ambientale.
Ricorda altresì che un gruppo di lavoro in materia analoga, costituito presso il Ministero dell'ambiente, ha terminato recentemente i suoi lavori. In tal modo il Parlamento avrà a disposizione differenti elaborazioni per poter intervenire in una materia assai delicata come quella attinente ai delitti contro l'ambiente.
Invita quindi il senatore Lubrano Di Ricco a prendere la parola.

Il senatore Giovanni LUBRANO DI RICCO ritiene che la materia ambientale sia di grande importanza nel momento attuale e che le sanzioni finora previste per i reati ambientali, essendo di natura contravvenzionale, non costituiscono un effetto, deterrente e repressivo, sufficiente.
In sostanza, le modeste sanzioni delle leggi speciali sono del tutto inadeguate a fronteggiare e scoraggiare i vantaggi economici di notevolissima portata determinati dall'azione criminale; del resto, le organizzazioni illegali hanno ormai individuato nel settore dello smaltimento dei rifiuti una nuova fonte di lucrosissimi affari, con rischi in pratica quasi inesistenti.
La normativa proposta definisce un adeguamento normativo dei codici penale e di procedura penale, ponendosi come alternativa alla tendenza verso la depenalizzazione dei reati in materia ambientale. Inoltre, le fattispecie introdotte sono state


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coordinate con le discipline ambientali settoriali ed in particolare con il decreto legislativo n. 22 del 1997.
Passa in seguito ad illustrare le singole fattispecie, a partire dalla definizione ai fini penali del bene giuridico «ambiente», che costituisce una novità assai importante, poiché manca nell'ordinamento vigente; tale definizione è stata predisposta attingendo all'elaborazione dottrinaria ed alla giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di cassazione, con estensione al complesso delle risorse naturali, sia come singoli elementi che come cicli naturali, nonché alle opere dell'uomo protette dall'ordinamento.
Si sofferma poi sulla norma relativa all'alterazione dello stato dell'ambiente, in cui è previsto anche il ripristino, avendo riguardo alla fase precedente all'alterazione, con procedura da eseguirsi, in caso di inosservanza, da parte del pubblico ministero.
Illustra ancora le fattispecie connesse ai traffici contro l'ambiente, alle pene accessorie conseguenti alla condanna per delitti ambientali, nonché all'associazione per delinquere contro l'ambiente.
Quanto alla definizione giuridica di «ecomafia», sottolinea che è caratterizzata da una particolare tecnica di formulazione legislativa, ipotizzando la condotta mediante un rinvio alla fattispecie di associazione di tipo mafioso di cui all'articolo 416-bis del codice penale, con l'aggiunta dell'operatività nel settore ambientale e conseguente arricchimento mediante la commissione di reati in materia, ovvero il controllo di appalti pubblici finalizzati al recupero ambientale.
Quanto all'aspetto processuale, è stato introdotto il sequestro conservativo per garantire l'adempimento delle obbligazioni civili nascenti dai reati ambientali, allo scopo di garantire il risarcimento del danno pubblico ambientale di cui all'articolo 18 della legge n. 349 del 1986, istitutiva del Ministero dell'ambiente.
Vi è poi il sequestro obbligatorio da parte della polizia giudiziaria, in caso di accertamento in flagranza dei reati contro l'ambiente. È stato anche previsto l'ampliamento delle sezioni di polizia giudiziaria, con l'inserimento di agenti ed ufficiali del Corpo forestale dello Stato, anche per valorizzare una professionalità operativa spesso sottovalutata ma diffusa capillarmente sull'intero territorio nazionale e, in particolare, nelle aree naturali protette.
Concludendo ricorda che è stata introdotta la legittimazione del pubblico ministero ad esercitare in via sostitutiva l'azione civile di danno pubblico ambientale, introdotta nell'ordinamento nel 1986, nella considerazione che, nonostante sia prevista come obbligatoria, costituisce l'istituto del diritto ambientale maggiormente studiato ma meno applicato nella pratica.

Il Presidente Massimo SCALIA ritiene che, dopo la relazione del senatore Lubrano Di Ricco, gli interventi dei commissari possano essere svolti in una prossima seduta della Commissione, al fine di predisporre un documento comune da inviare eventualmente alle competenti Commissioni di merito ed al Governo. In una fase successiva, potrà essere valutata l'ipotesi della predisposizione di distinti progetti di legge, che potranno essere sottoscritti dai commissari.

Comunicazioni del Presidente.

Il Presidente Massimo SCALIA comunica che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 13 gennaio scorso ha deciso di nominare consulente della Commissione l'avvocato Maurizio Balletta.
Fa presente che il 9 e 10 marzo prossimi, nella sala del Cenacolo di vicolo Valdina, la Commissione organizzerà un convegno sulla politica dei rifiuti nel nostro Paese e sull'attuazione dei decreti legislativi nn. 22 e 389 del 1997: il programma definitivo è in via di predisposizione. Appena disponibile, sarà inviato a tutti i commissari.
Ricorda che una delegazione della Commissione si recherà in alcune province


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abruzzesi il 23 e 24 febbraio prossimi, per effettuare sopralluoghi in impianti di smaltimento dei rifiuti e per svolgere delle audizioni: invita i commissari a far pervenire agli uffici di segreteria la loro disponibilità.
Avverte che la Commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo, 27 gennaio 1998, alle ore 13,30, per ascoltare gli assessori all'ambiente della regione Lombardia, della provincia e del comune di Milano, il presidente dell'AMSA di Milano ed il presidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti.

La seduta termina alle 14,45.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.