CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Mercoledì 3 dicembre 1997


Sulla pubblicità dei lavori. ... 136

Audizione del presidente della sezione EMAS-Italia, ingegner Giuseppe Bianchi, e del direttore generale del Ministero dell'ambiente, dottor Gianfranco Mascazzini. ... 136


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di mercoledì 3 dicembre 1997


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Mercoledì 3 dicembre 1997. - Presidenza del Vicepresidente Franco GERARDINI.

La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il Presidente Franco GERARDINI avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del presidente della sezione EMAS-Italia, ingegner Giuseppe Bianchi, e del direttore generale del Ministero dell'ambiente, dottor Gianfranco Mascazzini.

Il Presidente Franco GERARDINI, dopo aver ricordato che i gruppi di lavoro finora costituiti nell'ambito della Commissione hanno avviato la propria attività ed in particolare quello da lui coordinato relativo all'attuazione della normativa contenuta nel decreto n. 22 del 1997, precisa che sono state definite alcune audizioni su temi specifici, fra i quali - nella seduta odierna - le problematiche connesse alla bonifica dei siti inquinati e le questioni relative ai combustibili derivanti dal recupero dei rifiuti, nonché la riorganizzazione e la razionalizzazione della gestione ambientale delle aziende basate su un rapporto nuovo con le istituzioni e la popolazione.
Invita l'ingegner Bianchi a prendere la parola.

Il presidente della sezione EMAS-Italia, Giuseppe BIANCHI, osserva innanzitutto che una nuova e più corretta strategia in materia di rifiuti rappresenta uno dei punti cruciali di una politica seria di protezione dell'ambiente, che deve prevedere la riduzione della quantità totale prodotta ed un intervento di recupero delle materie prime riutilizzabili e dell'energia; da ciò potrebbe discendere una riduzione delle attività illecite connesse alla gestione delle discariche, essendo possibile la riduzione complessiva dell'apporto dei rifiuti.
Per arrivare a tale risultato ritiene necessario un profondo cambiamento della normativa e del comportamento delle autorità preposte al controllo e dei soggetti agenti nell'intero sistema.
La farraginosità della normativa, la quantità delle disposizioni e le difficoltà operative hanno reso finora la situazione di non facile gestione: si rende quindi necessaria una nuova politica dell'ambiente ed in ambito comunitario si avverte l'esigenza di predisporre una reale prevenzione, sollecitando un comportamento volontario responsabile di tutti gli operatori e della popolazione; si punta in


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definitiva sul recupero di un ciclo virtuoso, con un coinvolgimento spontaneo di tutti i cittadini, che nel tempo possono rendersi consapevoli del rischio collegato al degrado ambientale ed alla richiesta di una maggiore protezione dell'ambiente.
Tale nuovo indirizzo si è concretizzato con il sistema EMAS, emanato dall'Unione europea nel 1993 con il regolamento n. 1836: esso tende a favorire un nuovo rapporto fra tutti i soggetti coinvolti, che abbia come punti centrali l'adesione volontaria delle imprese, la cooperazione con le istituzioni, il supporto reciproco e la trasparenza.
Per le imprese che hanno deciso di aderire al predetto regolamento sono previsti cinque compiti specifici: l'analisi ambientale iniziale, il programma ambientale aziendale, il sistema di gestione ambientale, l'attività di auditing, cui segue come ultima fase la dichiarazione ambientale, che rappresenta la parte più impegnativa a carico dell'impresa e comprende la descrizione delle attività produttive, delle incidenze sull'ambiente, i risultati ottenuti per un minore impatto ambientale e l'enunciazione degli obiettivi di miglioramento conseguibili con i programmi futuri. La dichiarazione viene poi sottoposta a convalida da parte di un verificatore ambientale indipendente dall'impresa.
L'EMAS è divenuto operativo in Europa nell'aprile 1995 ed attualmente circa 1.050 siti sono inseriti nel registro europeo, con una presenza maggioritaria dell'industria tedesca ed un significativo ampliamento dei settori industriali coinvolti.
In Italia è stata da poco tempo approvata la legge che stanzia le risorse economiche per il funzionamento dell'EMAS e si può registrare un vivo interesse delle imprese nazionali, anche per ragioni di mercato e di competitività: infatti, alcune imprese multinazionali hanno avviato a livello mondiale programmi di adesione, chiedendo quindi una registrazione anche dei siti italiani. Inoltre, è intenzione di alcuni Paesi comunitari includere, tra i criteri di accesso alle gare di appalto promosse da organismi governativi, la certificazione ambientale secondo la normativa ISO 14001 o la partecipazione al sistema EMAS.
Fornisce poi alcune notizie sul regolamento interno di funzionamento della sezione EMAS-Italia, sull'accreditamento e la sorveglianza dei verificatori ambientali nonché sulla registrazione dei siti.
Per diffondere la conoscenza in Italia del sistema EMAS saranno attivati alcuni strumenti, come ad esempio la consultazione continua con le associazioni rappresentative dei soggetti coinvolti, gli incontri con le autorità ambientali a livello locale ed il lancio di alcuni programmi sperimentali di applicazione ai servizi municipalizzati di gestione dei rifiuti e dei trasporti.
Sottolinea in seguito che la gestione del ciclo dei rifiuti rappresenta uno degli aspetti caratterizzanti da ottimizzare, ed in esso si inserisce la registrazione del sito secondo il regolamento EMAS: per di più, attraverso la trasparenza e la pubblicità della politica ambientale definite volontariamente dall'impresa, è evidente che un diffuso sviluppo del sistema potrebbe essere il modo in cui attuare una nuova politica di controllo del ciclo dei rifiuti sul piano nazionale.
Precisato che il sistema è volontario, ritiene che si debba operare affinché il suo sviluppo abbia dimensioni il più possibile vaste: in tale prospettiva, è emersa la necessità che gli Stati membri assicurino alle imprese registrate benefìci regolamentari sul piano delle autorizzazioni e su quello dei controlli: il Parlamento, che si accinge ad approvare la delega al Governo per il recepimento di alcune direttive comunitarie in materia, potrebbe agire in tale direzione.
Fornisce poi ragguagli sull'applicazione dell'EMAS alle piccole imprese ed all'artigianato, che rappresentano in Italia una realtà molto significativa del sistema produttivo, con un possibile supporto sistematico ed una fornitura di servizi reali di consulenza a costi agevolati: è questa una sfida per il futuro e per la competitività del sistema industriale italiano sul mercato europeo e mondiale.


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Un altro aspetto caratterizzante è rappresentato dall'estensione dell'applicazione del sistema EMAS ai settori diversi dall'industria.
Conclude rilevando che il problema dei rifiuti è «orizzontale» e tocca tutti gli aspetti delle società avanzate; essendo necessaria la collaborazione attiva di tutti i cittadini, indipendentemente dal ruolo e dall'attività svolti, occorre puntare con decisione sui sistemi basati sulla volontarietà degli operatori, favorendo in tal modo una modifica culturale che da sola può sostenere i cambiamenti rivelatisi non rinviabili.

Il Presidente Franco GERARDINI ritiene che la diffusione del sistema EMAS sarà tanto più ampia quanto maggiori saranno i benefìci regolamentari: sarà in tal modo possibile porre un freno alle attività malavitose, rese più facili da un'evidente arretratezza del sistema complessivo di smaltimento.
Chiede di avere notizie approfondite sui rapporti fra EMAS e le autorità di controllo, nonché sulla situazione presente sotto tale profilo negli altri Paesi.

Il senatore Roberto LASAGNA, dopo aver ringraziato l'ingegner Bianchi per la sua esposizione analitica e completa, chiede di conoscere il grado di accettazione del sistema EMAS da parte delle grandi imprese industriali, nonché quali siano, in Germania, i vantaggi delle imprese nell'adesione al sistema.

Il senatore Giuseppe SPECCHIA chiede quali siano, a partire dalla costituzione nel febbraio 1997 della sezione italiana, gli ostacoli e le difficoltà finora incontrate.

Il deputato Oreste ROSSI ritiene che sia opportuna la diffusione nei giorni precedenti la seduta delle memorie scritte predisposte dagli auditi, in modo che si possa dedicare maggior tempo al dibattito.

Il presidente della sezione EMAS-Italia, Giuseppe BIANCHI, risponde diffusamente agli interrogativi testé formulati, fornendo altresì dati di natura tecnica: intende soprattutto sottolineare che si rileva una buona disponibilità del sistema delle imprese ad accettare EMAS; inizierà l'ENICHEM di Brindisi e seguirà circa il cinquanta per cento delle centrali ENEL.

Il Presidente Franco GERARDINI ringrazia l'ingegner Bianchi e lo congeda, invitando il dottor Mascazzini a prendere la parola.

Il direttore generale del Ministero dell'ambiente, Gianfranco MASCAZZINI, dà notizie sul testo inviato, in materia di recupero dei rifiuti, a Bruxelles alla fine dell'agosto scorso, precisando che a livello ministeriale sono state recepite alcune preoccupazioni manifestate dagli organi comunitari.
Dà poi conto del testo riguardo la normativa sui rifiuti non pericolosi, osservando che anche in questo caso sono state recepite alcune osservazioni provenienti dall'ambito comunitario, in particolare sulla selezione dei rifiuti, su una serie di codici utilizzati nel testo precedentemente definito, sulle procedure di emissione, sul test di cessione che si sta estendendo ai manufatti, nonché sulle quantità smaltibili.
Ritiene il recupero assai importante, poiché offre al sistema delle imprese una valida opportunità di utilizzare i rifiuti di produzione; parimenti importante è il recupero relativo ai rifiuti domestici ed a quelli di cosiddetto «fine consumo».
Dopo essersi soffermato sulle varie percentuali connesse alla raccolta differenziata dei rifiuti ed al combustibile «alternativo» riutilizzabile da parte delle imprese, si sofferma sulle capacità di alcune città italiane di gestire e recuperare i rifiuti prodotti nel proprio territorio, promuovendo concrete alternative industriali basate su criteri di efficienza.
Considera poi necessari nel grande comparto industriale criteri di trasparenza negli investimenti, nei costi di gestione e nella certificazione ambientale, poiché in caso contrario non sarà possibile uscire dalla non soddisfacente situazione attuale.


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Rilevato che circa un terzo del totale dei 26 milioni di tonnellate annue di rifiuti prodotti può essere riciclato, ottenendo un combustibile non molto pregiato, osserva che tutti i soggetti coinvolti nello smaltimento e nel recupero si stanno mobilitando per superare l'attuale stato di emergenza e per verificare l'operatività delle ipotesi finora elaborate.
Per quanto riguarda le bonifiche dei siti inquinati, svolge un breve excursus storico sui casi più conosciuti verificatisi negli ultimi decenni, sottolineando che il problema è gigantesco, dal momento che né il sistema industriale né la pubblica amministrazione hanno finora accantonato fondi per tali evenienze: il decreto legislativo n. 389 del 1997 sembra invertire tale tendenza, poiché estende il censimento delle aree da bonificare a quelle di produzione, con la previsione del cinquanta per cento dell'intervento pubblico nel costo totale da sopportare per la bonifica.
Si sofferma successivamente sulle diverse tesi finora formulate tendenti al ripristino o meno della situazione quo ante riguardo ai siti da bonificare, con considerevoli differenze quantitative, tecnologiche ed economiche: non è sicuramente applicabile un modello simile di bonifica per tutti i siti, anche se nella maggioranza dei casi si dovrebbe tendere a conseguire un livello di protezione sufficiente sia sotto il profilo igienico-sanitario sia sotto quello ambientale.

Il Presidente Franco GERARDINI pone numerose domande, chiedendo in particolare notizie sui tempi necessari all'emanazione dei provvedimenti prima richiamati, in specie del decreto sulla fissazione dei rischi; chiede ancora se possano essere utilizzati, come negli Stati Uniti d'America, gli impianti mobili di bonifica e quali siano i costi previsti per avviare una prima fase del risanamento.

Il senatore Giuseppe SPECCHIA, facendo riferimento ai sistemi di rilevamento satellitare ed aereo nonché al progetto LARA messo a punto dal Consiglio nazionale delle ricerche, chiede se il Ministero dell'ambiente conosca compiutamente l'insieme dei siti da bonificare.

Il senatore Adriano COLLA chiede se siano previste sovvenzioni per il recupero dei pneumatici degli autoveicoli.

Il senatore Roberto LASAGNA chiede quale sviluppo abbia avuto in altri Paesi il ciclo di recupero tendente ad ottenere combustibile dai rifiuti e se esista un censimento completo delle discariche in funzione, di quelle dismesse, di quelle sequestrate e di quelle da bonificare. Premesso di ritenere assai interessante l'esposizione del dottor Mascazzini circa i diversi livelli di bonifica dei siti inquinati, chiede quali siano le valutazioni ministeriali in ordine alla normativa da emanare in futuro.

Il direttore generale del Ministero dell'ambiente, Gianfranco MASCAZZINI, risponde assai diffusamente ai quesiti esposti, sottolineando in particolare che la bonifica dei siti costituisce un business di enorme rilevanza, ma anche uno stimolo per procedere a continui miglioramenti tecnologici.

Il Presidente Franco GERARDINI ringrazia il dottor Mascazzini e lo congeda, avvertendo che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo, 10 dicembre 1997, alle ore 13,30, per ascoltare il Sottosegretario di Stato per la sanità.

La seduta termina alle 14,40.