Parere parlamentare sul programma pluriennale SME 106 di ammodernamento e rinnovamento dell'esercito relativo all'acquisizione di quattrocento «PUMA 6\x6».
(Esame per il parere ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del programma.
Maurizio MIGLIAVACCA, relatore, ricorda che la Commissione difesa è chiamata ad esprimere il parere, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 436 del 1988, su un programma pluriennale di ammodernamento dello stato maggiore dell'esercito - SME 106 - finalizzato all'acquisto di veicoli blindati «Puma».
La legge n. 436 ha infatti introdotto una normativa volta a disciplinare le attività di ammodernamento, riordino e conservazione in efficienza dei mezzi delle Forze armate, al fine di razionalizzare e di rendere più trasparenti le procedure negoziali relative a questa tipologia di approvvigionamenti del Ministero della difesa.
L'articolo 1 della legge prevede infatti che i programmi direttamente destinati alla difesa nazionale siano approvati con legge, se richiedono finanziamenti di natura straordinaria, e con decreto del Ministro della difesa, se si tratta di programmi finanziati con gli stanziamenti ordinari di bilancio.
In questo caso, con alcune eccezioni indicate dalla legge medesima, prima dell'emanazione del decreto ministeriale deve essere acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, che sono chiamate ad esprimerlo entro il termine di trenta giorni. Per il programma in esame, il termine per l'espressione del parere scade il prossimo 3 agosto.
Precisa quindi che il programma SME-106 è finalizzato all'acquisizione di 400
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veicoli blindati leggeri «Puma 6\x6», destinati ad essere utilizzati dai plotoni esploranti dei reggimenti di cavalleria. Obiettivo del programma è quello di sostituire, nell'espletamento dei compiti di esplorazione, scorta, interdizione, affidati ai reggimenti di cavalleria, i veicoli cingolati M113 che, per le loro caratteristiche tecniche, la scarsa agilità e per l'obsolescenza in cui versa l'attuale parco, non risultano adeguati alle attuali esigenze operative. Il programma di acquisizione ha una durata di sette anni, a partire da quello in corso, e si prevede che sia così articolato: cinque mezzi nel 1996; 33 nel 1997; 61 nel 1998; 83 nel 1999; 73 nel 2000; 72 nel 2002 per un totale di 400 mezzi e un costo globale di 360 miliardi.
Considerato sia il carattere del parere che è richiesto alla Commissione che gli elementi che ha potuto acquisire, ritiene che meritino di essere approfonditi soprattutto alcuni aspetti di questo programma: quelli operativi, concernenti la funzionalità del mezzo rispetto agli impieghi previsti, e quelli di carattere economico e finanziario.
Relativamente agli aspetti operativi, ritiene che la scelta del mezzo vada inserita innanzitutto nel contesto più generale della missione affidata alla difesa nazionale. Il mutato quadro strategico - unitamente alla riduzione delle forze - impone infatti di attribuire una più elevata mobilità strategica ai vari reparti, sia nel caso in cui essi siano destinati a condurre l'esplorazione tattica terrestre, sia che debbano - nell'ambito della difesa del territorio - contenere minacce iniziali in attesa del successivo intervento di forze più pesanti, sia ancora nell'ipotesi che siano incaricati di operare nelle condizioni tipiche delle Peace Support Operations.
I veicoli che più rispondono a tali impieghi sono i blindati su ruote, in grado di raggiungere velocità su strada superiori ai 100 chilometri ed in possesso di un'autonomia elevata (circa 800 chilometri) nonché di un livello di protezione sufficiente a garantire la sicurezza del personale contro le armi di piccolo e medio calibro. Infatti i veicoli corazzati cingolati - pur necessari in determinate circostanze - presentano velocità massima ed autonomia inferiori, a fronte ovviamente della capacità di movimento su tutti i tipi di terreno e di una protezione anche contro armi più pesanti.
Pertanto, pur assicurando il necessario mix con mezzi più pesanti e con diverse caratteristiche operative, gli eserciti occidentali hanno dato maggiore impulso alla realizzazione di veicoli blindati ruotanti; in particolare, l'esercito italiano ha programmato lo sviluppo di due famiglie di tale tipologia di mezzi: la prima, più pesante, comprendente la blindo armato Centauro, il veicolo blindato da combattimento (VBC) 8\x8 e le versioni destinate al supporto al combattimento.
Il programma di acquisizione della blindo Centauro - che equipaggia le unità di cavalleria come sistema d'arma deputato a fornire il necessario supporto alla componente esplorante leggera di tali forze - è ormai prossimo alla conclusione (la consegna del quattrocentesimo esemplare è prevista per i prossimi mesi). Ricorda inoltre che il programma VBL 8\x8 (derivato dalla Centauro), destinato ad equipaggiare «task force blindate», è allo stadio di ricerca e sviluppo per la realizzazione di tre prototipi, avendo conseguito il parere favorevole delle Commissioni difesa della Camera e del Senato, rispettivamente, il 2 e il 18 luglio scorso.
La seconda famiglia - più leggera - di veicoli blindati su ruote è costituita dal «Puma» 4\x4, che ha ricevuto il parere favorevole delle Commissioni parlamentari nell'estate 1995, e dal «Puma» 6\x6, attualmente all'esame della Commissione.
Finalità precipua del programma di acquisizione di quest'ultimo mezzo è quello di dotare la componente esplorante leggera dei reggimenti di cavalleria di un veicolo agile e veloce - idoneo, per mobilità e protezione - ad operare affiancato dalla blindo armata. Sotto questo profilo, il mezzo - che ha una capacità di trasporto di sette uomini - appare funzionale
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agli impieghi sopra descritti in quanto presenta: un'elevata mobilità su strada e anche sui terreni che lo consentono; un'accentuata manegevolezza, in rapporto alle dimensioni; un livello di protezione adeguato contro proiettili di piccolo e medio calibro, schegge di granate, agenti NBC; tale sistema di protezione può essere potenziato con l'installazione di protezioni addizionali modulari, anche se con le conseguenze che si possono immaginare quanto a mobilità e manegevolezza; il veicolo può essere inoltre armato con due tipi di mitragliatrici, da 7,62 o da 12,7 millimetri.
Rileva che le caratteristiche del mezzo appaiono quindi funzionali agli impieghi operativi previsti ed analoghe a quelle dei veicoli di pari categoria in servizio nei principali paesi occidentali.
Sottolinea inoltre che l'assegnazione sia di blindo armate «Centauro» sia di VBL «Puma» 6\x6 alle unità di cavalleria assicura un supporto operativo all'inserimento di alcune unità dell'esercito (dalla brigata Folgore, alla brigata Pozzuolo del Friuli, ad alcuni reggimenti di cavalleria) in formazioni multinazionali (Eurocorpo, ACE Rapid Reaction Corp); il veicolo si presta inoltre all'invio di unità terrestri fuori area per lo sviluppo di operazioni di supporto alla pace che richiedono anche la disponibilità di veicoli blindati a ruote, capaci di sviluppare elevate velocità e mobilità.
Sottolinea inoltre che la scelta di procedere alla realizzazione di famiglie di veicoli dovrebbe consentire alle Forze armate di ridurre il carico logistico connesso al mantenimento delle stesse, in quanto equipaggiate in buona misura con sistemi comuni. Sottolinea infine come sussista anche un interesse dell'Arma dei carabinieri ai mezzi in questione, per soddisfare prioritariamente la necessità dei battaglioni destinati ad operare in missioni all'estero.
Quanto all'aspetto finanziario e a quello contrattuale, osserva che i noti limiti imposti dalle politiche di bilancio alle disponibilità annue di risorse nel settore degli investimenti non consentono di ricapitalizzare per intero e in tempi contenuti il parco mezzi delle Forze armate. Ciò ha imposto un indirizzo, perquanto attiene ai programmi di ammodernamento e rinnovamento, volto a dare corso contemporaneamente a più programmi, permettendo la conseguente diluizione nel tempo degli stessi e dei relativi oneri. Per la medesima ragione, il programma «Puma», come altri, è suddiviso in più annualità. Precisa infatti che il programma fa riferimento ad un capitolo - il 4011 - dello stato di previsione del Ministero della difesa, che riguarda un complesso di spese per l'ammodernamento, il rinnovamento, la costituzione ed il completamento di mezzi diversi, inerenti la componente terrestre delle forze armate.
Il vantaggio, nelle condizioni date, di questa impostazione è che le forze armate sono in grado di esprimere sempre una «task force», quantitativamente limitata, ma bilanciata nelle sue componenti operative, dotata di mezzi ed equipaggiamenti moderni, dalle capacità operative equivalenti a quelle di omologhe unità dei principali eserciti occidentali. Una politica che privilegiasse uno specifico settore potrebbe invece condurre ad uno sbilanciamento tra le diverse componenti.
Sotto questo profilo la scelta della diluizione del programma fino al 2002 appare, per un verso, necessitata, per l'altro razionale.
Riguardo agli aspetti finanziari ed alle procedure contrattuali, ritiene di dover fare due osservazioni, di carattere generale. La prima riguarda la procedura necessaria per l'attivazione dei programmi in oggetto, che si presenta particolarmente complessa e articolata, tanto da determinare un notevole allungamento dei tempi. Osserva inoltre che l'abolizione delle norme che regolamentavano la «revisione prezzi» nell'ambito delle procedure contrattuali, se è comprensibile per un verso, per altro verso induce l'industria della difesa, in presenza di programmi pluriennali diluiti in un arco temporale abbastanza lungo, a formulare prezzi di vendita che incorporano fin dall'inizio un'attesa
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di inflazione per il periodo di sviluppo dei programmi medesimi.
Si chiede pertanto se le procedure, prescritte dalla vigente normativa, siano da considerarsi idonee a migliorare il rapporto costi-benefici per la difesa o se non siano tali da creare possibili diseconomie. Fa presente infine che al momento esistono 4 prototipi del veicolo «Puma» 6\x6, che sono sottoposti alle previste attività di sperimentazione tecnico-operativa, ai fini della omologazione, prevista entro il 1996. La procedura per la conclusione del contratto è quella tipica della trattativa privata; la controparte del rapporto contrattuale è l'industria nazionale della difesa, dal momento che le relative componenti sono in massima parte prodotte ed assemblate in Italia e ciò assicura una positiva ricaduta economica e occupazionale. Il soggetto incaricato della realizzazione del mezzo è la FIAT-IVECO.
Quanto al costo unitario (900 milioni circa a condizioni economiche '95, comprensivi di supporto tecnico-logistico e della manualistica) è possibile fare qualche confronto con il costo di analoghe unità di cui sono dotati altri eserciti occidentali (USA, Germania, Francia, Inghilterra). Da tale confronto si evince - tenendo conto che i costi unitari si riferiscono ad anni diversi ed a caratteristiche in parte diverse - che il costo del mezzo italiano risulta competitivo rispetto agli altri.
In conclusione, ritiene che esistano i presupposti per un parere favorevole della Commissione, ferma restando la possibilità di ulteriori verifiche e di approfondimenti.
Pietro GIANNATTASIO (gruppo forza Italia) osserva come la Commissione si trovi ad affrontare una situazione analoga a quella verificatasi in occasione dell'esame del programma «Centauro». Infatti il «Puma 6x6» si trova già in una fase prossima a quella della produzione: si ha pertanto la sensazione che ci si trovi davanti a decisioni già assunte, rispetto alle quali i margini dì intervento della Commissione sono piuttosto limitati.
Quanto alle caratteristiche tecniche ed operative del veicolo blindato «Puma», non può astenersi dal manifestare talune perplessità: in particolare, non convince il sistema di protezione di cui è dotato il veicolo contro proiettili perforanti di piccolo e medio calibro, schegge di granate ed agenti NBC, che è limitato alla parte anteriore del mezzo. Tale sistema non garantirebbe un'idonea protezione dell'equipaggio da colpi di piccolo e medio calibro che potrebbero raggiungere il mezzo sul fianco. Sottolinea inoltre come il veicolo non presenti caratteristiche anfibie, pur essendo destinato a sostituire il mezzo M113, che attualmente assicura tali prestazioni. Precisa, in proposito, che gli omologhi veicoli blindati utilizzati dai maggiori eserciti europei per operazioni di esplorazione tattica assicurano invece una buona tenuta e velocità anche nell'acqua: cita, a titolo esemplificativo, il LUCHS tedesco e il BTR russo, nonché gli analoghi mezzi in dotazione all'esercito francese e all'esercito inglese.
Sottolinea quindi che il raggio di curvatura del veicolo «Puma» è pari a 7,5 metri; ciò richiede una larghezza di strada di 15 metri per l'inversione del senso di marcia. Tale caratteristica non appare consona alle esigenze operative delle squadre esploranti che potrebbero trovarsi nella necessità di effettuare manovre che richiedono grande rapidità di esecuzione su strade non sufficientemente ampie.
Quanto agli aspetti finanziari, ritiene considerevole il costo unitario del veicolo, pari a circa 1 miliardo di lire, spesa questa che potrebbe essere giustificata soltanto per l'acquisto di un mezzo in grado di offrire le necessarie garanzie di sicurezza, manovrabilità e idoneità rispetto all'impiego operativo.
Osserva infine che il prototipo del veicolo «Puma» è oggetto già da tempo di sperimentazioni tecniche - che dovrebbero precedere la fase della omologazione - di cui non si conoscono peraltro i risultati. Ritiene pertanto che sia impossibile effettuare una esaustiva valutazione dell'idoneità del veicolo rispetto all'impiego operativo cui esso è destinato.
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Domenico BENEDETTI VALENTINI (gruppo alleanza nazionale) si chiede quali siano i motivi per i quali la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio avviso su veicoli già in fase di produzione e rileva come sarebbe stato più proficuo poter esprimere un parere nella precedente fase di studio e ricerca sul mezzo.
Valdo SPINI, presidente, ricorda come il programma pluriennale SME 106, relativo all'acquisizione dei 400 «Puma 6x6», sia già stato presentato alla Commissione nella precedente legislatura, in prossimità delle elezioni politiche e come in quell'occasione non sia stato possibile esprimere il parere parlamentare. Su mandato dell'Ufficio di Presidenza, ha inviato un'apposita richiesta al Ministro della difesa per invitarlo a differire l'emanazione del provvedimento, al fine di consentire alle Commissioni parlamentari di pronunciarsi in proposito. Aderendo a tale richiesta, il Ministro ha nuovamente trasmesso alle Camere il programma in esame, sul quale la Commissione è ora tenuta ad esprimere un parere entro il prossimo 3 agosto. Sottolinea come si sia attivato in tal senso per garantire l'effettivo esercizio di una prerogativa parlamentare e non per porre la Commissione nella condizione di prendere esclusivamente atto del provvedimento.
Maurizio MIGLIAVACCA, relatore, precisa che sul veicolo «Puma» fu fatto a suo tempo un programma di ricerca e sviluppo.
Sulla base di tale programma, sono stati prodotti quattro prototipi, successivamente sottoposti a sperimentazioni tecniche, che hanno finora dato esiti positivi.
Domenico Paolo ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo) non ritiene che la Commissione debba comunque esprimere il proprio parere senza effettuare i necessari approfondimenti tecnici, anche alla luce dei rilievi formulati dal collega Giannattasio. In particolare, riterrebbe opportuno un chiarimento da parte del Governo sulle ragioni che giustificano la diversità di prestazioni del veicolo «Puma» rispetto a quelle garantite dagli omologhi mezzi utilizzati da altri eserciti europei. Auspica pertanto che il Governo fornisca una completa documentazione in proposito, illustrando le ragioni che sono alla base delle scelte tecniche effettuate.
Roberto ALBONI (gruppo alleanza nazionale) concorda con le osservazioni del collega Romano Carratelli ed auspica che la documentazione che il Governo fornirà sul programma in esame sia idonea a garantire un adeguato approfondimento tecnico dei problemi emersi nel corso della discussione. L'intervento del Governo non dovrebbe infatti limitarsi a fornire semplici controdeduzioni alle argomentazioni esposte dal collega Giannattasio, ma dovrebbe illustrare, in modo approfondito ed esaustivo, le motivazioni tecniche che sono alla base della scelta di sostituire il mezzo anfibio M113 con un veicolo blindato che presenta caratteristiche e prestazioni del tutto diverse. A tali fini, riterrebbe necessario anche un sopralluogo per verificare direttamente i requisiti del mezzo e le sperimentazioni cui è sottoposto.
Valdo SPINI, presidente, fa presente che si è già attivato per verificare la possibilità di un sopralluogo, al fine di valutare direttamente le caratteristiche del veicolo.
Pietro MITOLO (gruppo alleanza nazionale) condivide tale iniziativa e si chiede se i prototipi già costruiti siano stati realizzati sulla base di specifiche richieste ed indicazioni tecniche dello Stato maggiore dell'esercito. In tal caso, non comprende per quale motivo il veicolo non sia stato dotato di caratteristiche anfibie. Auspica infine che la Commissione sia posta nelle condizioni di constatare direttamente le caratteristiche operative del veicolo e la sua funzionalità rispetto alle esigenze dell'esercito.
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Giuseppe FRONZUTI (gruppo CCD-CDU) sottolinea come la Commissione debba valutare in via prioritaria le esigenze di ammodernamento delle nostre forze armate, che devono essere poste nelle condizioni di operare con pari efficacia rispetto agli eserciti dei Paesi nostri alleati. Deve peraltro rilevare come dal dibattito svolto emerga il sospetto che il mezzo non sia del tutto idoneo a migliorare le prestazioni dei nostri reparti.
Pietro GIANNATTASIO (gruppo forza Italia) ritiene opportuno chiarire quale sia la procedura seguita per la realizzazione e l'acquisizione dei mezzi dell'esercito. La prima fase consiste nella determinazione, da parte dello Stato maggiore dell'esercito, dei requisiti e delle caratteristiche operative (mobilità, potenza, protezione, eccetera). Una volta stabiliti i requisiti, si passa alla determinazione delle specifiche tecniche del veicolo, riferite alle varie componenti del medesimo. Sulla base di tali specifiche viene realizzato il prototipo, sottoposto a prove e sperimentazioni nei poligoni di tiro, prima di passare alla fase della produzione in serie.
Osserva pertanto che nell'attuale fase, nella quale sono già state definite le specifiche tecniche ed è stato realizzato il prototipo, sia impossibile proporre modifiche ai requisiti e alle prestazioni tecniche del mezzo. Si domanda pertanto quali siano i motivi che hanno indotto lo Stato maggiore dell'esercito a ritenere non necessario dotare il veicolo di caratteristiche anfibie, tenuto conto che tali requisiti appaiono necessari per sostituire i mezzi M113, già in dotazione, e per assicurare funzionalità operativa ai reparti che dovranno essere eventualmente impiegati per operazioni fuori del territorio nazionale. Ribadisce infine le sue riserve sul sistema di protezione predisposto per proiettili calibro 7,62, limitato alla parte frontale del mezzo, in quanto ritiene che tale sistema renda particolarmente vulnerabili i reparti che dovranno utilizzare il veicolo.
Conclude sottolineando come le scelte tecniche concernenti i veicoli da acquisire per le esigenze delle nostre Forze armate dovrebbero essere effettuate contemperando i diversi elementi che compongono la formula tattica, assicurando un equilibrio tra le caratteristiche di velocità, potenza e protezione del mezzo.
Valdo SPINI, presidente, condivide le osservazioni del deputato Giannattasio, che ha sottolineato come nella fase attuale, nella quale il mezzo è allo stato di prototipo, sia piuttosto difficile intervenire per modificarne le caratteristiche tecniche. Quanto alle possibilità di approfondire lo studio del programma in esame, osserva come la Commissione abbia attualmente due possibilità: quella di pervenire comunque alla formulazione di un parere, prendendo atto degli interrogativi emersi nel corso del dibattito e della necessità, per il futuro, di approfondire l'esame delle procedure di acquisizione dei sistemi d'arma già nella fase della ricerca e dello studio.
La seconda possibilità è quella di procedere ai necessari approfondimenti tecnici, nel rispetto del termine del 3 agosto, entro il quale dovrà comunque essere espresso il parere.
Domenico BENEDETTI VALENTINI (gruppo alleanza nazionale), pur concordando con il collega Alboni sull'utilità di effettuare un sopralluogo, ritiene che sia comunque necessario che il Governo fornisca le proprie valutazioni in merito ai rilievi tecnici ed ai quesiti posti dal collega Giannattasio. In particolare, il Governo dovrebbe spiegare le ragioni per cui: la blindatura difensiva del veicolo «Puma» è prevista solo sul lato anteriore e non sui restanti tre lati; non è previsto l'impiego anfibio del mezzo, che sostituirà il veicolo M113, dotato di tali caratteristiche; il raggio di curvatura per l'inversione della marcia, pari a 15 metri, è tale da prefigurare difficoltà di carattere tecnico in caso di necessità di ripiegamento rapido su strade non idonee.
Il sottosegretario Giovanni RIVERA dichiara che il Governo non ha nulla da
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obiettare riguardo alla possibilità di una verifica diretta, da parte della Commissione, delle caratteristiche del mezzo «Puma». Condivide peraltro le considerazioni del deputato Giannattasio riguardo all'impossibilità di intervenire in questa fase per modificare i requisiti di base del veicolo.
Giuseppe FRONZUTI (gruppo CCD-CDU) sottolinea come sia necessario effettuare una scelta oculata riguardo al tipo di mezzo blindato da acquisire, tenuto conto che il programma «Puma» ha una durata di 7 anni: si rischia infatti di assumere decisioni sull'impiego futuro di un mezzo che, già da oggi, potrebbe apparire obsoleto o non idoneo.
Domenico Paolo ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo) sottolinea come le nostre Forze armate operino ormai in un sistema su base internazionale ed europea, come prefigurato anche dal Nuovo modello di difesa. È necessario pertanto che i mezzi in dotazione alle nostre Forze armate possiedano caratteristiche e prestazioni equiparate a quelle dei veicoli di cui sono dotati gli eserciti alleati. Ritiene quindi che il Governo debba esprimersi anche riguardo a questo specifico aspetto, fornendo delucidazioni in proposito.
Pietro GIANNATTASIO (gruppo forza Italia) ribadisce come dal dibattito svolto emerga la considerazione che sia opportuno effettuare i necessari approfondimenti tecnici ogniqualvolta la Commissione sia chiamata ad esprimersi su programmi di ricerca e studi relativi ai sistemi d'arma e ai mezzi in dotazione alle Forze armate, al fine di formulare precise indicazioni sulle specifiche tecniche e sulle caratteristiche di tali strumenti. Ritiene invece superfluo procedere a tali approfondimenti allorquando, come nel caso del programma di acquisizione del veicolo «Puma», l'esame della Commissione interviene in una fase in cui il mezzo è già in produzione.
Valdo SPINI, presidente, tenuto conto di quanto emerso dalla discussione, propone di rinviare il seguito dell'esame del programma pluriennale SME 106, relativo all'acquisizione dei veicoli «PUMA 6x6», alla già prevista seduta di giovedì 25 luglio, in attesa che il Governo fornisca elementi di documentazione in risposta ai rilievi ed ai quesiti formulati nel corso del dibattito.
La Commissione concorda.
La seduta termina alle 12,10.