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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

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  La seduta comincia alle 9,30.

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Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono settantuno.

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  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Artini, Baretta, Bindi, Biondelli, Bonifazi, Michele Bordo, Bressa, Brunetta, Bueno, Capelli, Damiano, Dellai, Ferranti, Gregorio Fontana, Garofani, Locatelli, Losacco, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Migliore, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

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  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,04.

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  Interviene il presidente della V Commissione FRANCESCO BOCCIA (PD) (Vedi RS) che chiede un'ulteriore sospensione della seduta per consentire al Comitato dei Nove di terminare i propri lavori.

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  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Grazie Presidente, solo per chiedere ancora venti, venticinque minuti di tempo. La riunione del Comitato dei nove è in corso e si stanno completando i pareri.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Accedendo alla richiesta, sospende la seduta.

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  PRESIDENTE. Sta bene. Accogliamo la richiesta della presidenza della Commissione e sospendiamo la seduta fino alle ore 10,30.

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  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,40.

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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2111 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016) (approvato dal Senato) (A.C. 3444-A). (Vedi RS)

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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2111 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) (Approvato dal Senato) (A.C. 3444-A).

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.4500 e il subemendamento 0.1.53.100.

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  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3444-A: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016).
  Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento Russo 1.24. Ricordo altresì che sono stati accantonati i seguenti emendamenti: Capodicasa 1.33, Sberna 1.52, Fiorio 1.53, De Lorenzis 1.74, Capone 1.75, Mannino 1.1638, Gallinella 1.101, Furnari 1.2145. Avverto che l'emendamento del Governo 1.4007 è stato ritirato e conseguentemente si intende decaduto il relativo subemendamento Fanucci 0.1.4007.1, che non è stato pertanto inserito nel fascicolo degli emendamenti. Avverto altresì che l'emendamento del Governo 1.4013 è stato ritirato. Avverto inoltre che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.4005, nonché il subemendamento 0.1.53.100, che sono in distribuzione.
  Con riferimento all'emendamento 1.4005, risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato al termine per la presentazione dei subemendamenti. Avverto infine che, con riferimento ai subemendamenti riferiti agli emendamenti del Governo depositati nella giornata di ieri, la Presidenza, al fine di garantire ai gruppi la presentazione e la discussione delle proprie proposte di modifica, ha consentito un ulteriore ampliamento delle proposte emendative da porre in votazione nella misura prevista dall'articolo 85-bis del Regolamento. Resta inteso che tale ulteriore ampliamento riguarda esclusivamente i subemendamenti riferiti agli emendamenti del Governo.

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(Ripresa esame dell'articolo unico) (Vedi RS)

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(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3444-A)

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  FABIO MELILLI (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo unico.

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  FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Favorevole.

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  RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), Relatori di minoranza. Esprimono i pareri di minoranza sulle proposte emendative riferite all'articolo unico.

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  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

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  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

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  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.

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  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. (Vedi RS) Concorda con il parere del relatore di maggioranza.

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  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza, così come sarà per tutte le proposte emendative.

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  Interviene il relatore per la maggioranza FABIO MELILLI (PD) (Vedi RS) che chiede di accantonare l'emendamento Franco Bordo 1.78.

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  FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Favorevole.

PAGINA: 0003

  Interviene sull'emendamento Mucci 1.114 la deputata MARA MUCCI (Misto) (Vedi RS).

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  MARA MUCCI. Presidente, la mia posizione probabilmente rende difficile questo compito. Comunque sia, lo scorso anno nella legge di stabilità è stato introdotto il nuovo regime forfettario, che predispone una soglia di ricavi fissa per ciascun settore riferito all'allegato della legge di stabilità. Quest'anno avete giustamente modificato tale regime, perché le soglie erano effettivamente troppo basse. In questo @pagina=0013@emendamento, però, io cerco di interpretare una situazione che è più complessa e che si manifesta per quanto riguarda i contribuenti durante la loro vita lavorativa, perché non è detto che in un certo anno lavorativo si riesca a stare al di sotto di queste soglie prestabilite; magari per poche centinaia di euro o poche migliaia di euro si esce dalle soglie prestabilite.
   Con questo emendamento, il mio intento è quello di predeterminare un'uscita più dolce rispetto a questo regime e, qualora in un anno fiscale si superino quindi di poco le soglie stabilite – io ho impostato una soglia di 10.000 euro, che però si può anche rivedere –, l'imposizione dello scaglione successivo al 27 per cento si applicherà soltanto alla soglia che eccede quella naturalmente prevista da questo regime.
   Questo perché può capitare che appunto, per poche centinaia di euro, un contribuente si ritrovi ad uscire da questo regime, che è un regime agevolato, ma non per questo, nel lungo periodo, si può andare a calcolare un'andatura che eccede i limiti prestabiliti dalla norma. Anzi, il modello che ho studiato è per prevenire che magari qualche contribuente non effettui il lavoro per paura appunto di uscire dalle soglie prestabilite dal regime forfettario e quindi di incorrere nell'uscita del regime e quindi nell'entrata nel regime ordinario. Questo modello quindi è studiato per interpretare una situazione che può capitare e che può verificarsi in un singolare anno di riferimento e quindi per consentire al lavoratore di rientrare comunque nel regime agevolato e quindi di avere una fatturazione più bassa rispetto a quella ordinaria, che consenta quindi di mantenere il proprio lavoro con un risultato e con un ricavo accettabile per quanto riguarda il contribuente stesso e quindi non sia questo il livello che porti all'uscita dal regime stesso, ma consenta quindi di poter uscire dolcemente dal regime forfettario e di entrare nel regime ordinario, qualora effettivamente i ricavi eccedano, o siano in misura superiore, rispetto a quelli del regime forfettario studiato dalla norma.

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  Interviene sull'emendamento Matteo Bragantini 1.111 il deputato MATTEO BRAGANTINI (Misto) (Vedi RS).

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  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente. Questo emendamento è molto semplice e non comprendo il perché del parere contrario della maggioranza, dal momento che il canone Rai è praticamente una tassa di scopo e dunque dovrebbe essere utilizzato semplicemente per finanziare il servizio pubblico attraverso la RAI.
   Dunque, questo emendamento prevede semplicemente che il surplus di entrate di questa tassa di scopo per gli anni successivi, dunque non per il 2016, ma per il 2017, venga utilizzato per tagliare il canone stesso. Se servono, invece di 100 euro per famiglia, per garantire il servizio pubblico, semplicemente 80 o 90, facciamo pagare ai cittadini gli 80 o i 90 euro, sennò si crea confusione e la tassa di scopo non è più una tassa di scopo, ma una ulteriore tassa che imponiamo a tutti i cittadini.
  Per questo motivo io chiedo alla maggioranza di cambiare opinione o, almeno, al Governo di rivedere l'ordine del giorno che ho presentato su questo punto e di dare un parere favorevole in quanto, se è una tassa di scopo, deve essere finalizzata per quello scopo e non per la fiscalità generale.

PAGINA: 0004

  Interviene sull'emendamento Sandra Savino 1.30 il deputato ALBERTO GIORGETTI (FI-PdL) (Vedi RS).

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  ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questo emendamento, tra quelli che consideriamo più importanti e qualificanti della nostra proposta alternativa di legge di stabilità, perché riteniamo che in questo provvedimento ci sia davvero poca attenzione nei confronti della famiglia, in particolar modo per quello che riguarda le proposte di natura fiscale.
  Molto è stato fatto con una scelta che noi abbiamo messo in discussione, che è quella di ricorrere a un intervento sostanzialmente in deficit in una legge di stabilità che, a nostro modo di vedere, è scoperta per buona parte del testo.
  La nostra proposta è quella di riprendere un argomento rilevante che in altri Paesi ha determinato effetti molto positivi per le famiglie che hanno un numero di familiari che evidentemente determinano un carico dal punto di vista delle risorse per riuscire a onorare quelli che sono i percorsi di crescita dei figli e dei familiari a carico.
  Noi riteniamo che il quoziente familiare sia uno strumento assolutamente importante. Il Viceministro Morando sa, così come i colleghi dalla maggioranza, che in realtà il quoziente familiare può essere costruito con più formule. La nostra è una costruzione che riteniamo particolarmente interessante perché si aggira sull'ordine dei valori dell'intervento in deficit. Il Governo avrebbe potuto operare un'iniziativa di spending significativa per poter realizzare un percorso di sicurezza ed eventualmente, se proprio si voleva lavorare in una logica di deficit, aiutare la famiglia, aiutare in questo modo la ripresa della domanda e dei consumi, dare un fiato importante in un momento difficile in cui comunque ancora la ripresa stenta ed i primi segnali di un ulteriore raffreddamento e rallentamento sono evidenti, immaginando quello che è un cumulo complessivo diviso per il numero dei familiari con un risparmio, come limite massimo per singolo familiare, di 2 mila euro. Il che equivale a dire: una famiglia che ha quattro componenti avrebbe potuto risparmiare, rispetto al sistema fiscale attuale, ben 8 mila euro nel corso dell'anno.
  Gli ottomila euro, capite bene, che, al di là delle mance individuate da Renzi, dei piccoli bonus per l'acquisto degli strumenti musicali piuttosto che delle mance per i figli diciottenni di 500 euro, avrebbero potuto essere uno strumento assolutamente importante per le famiglie in questo momento, per poter guardare al futuro con più serenità, alla luce di una crisi che non sembra evidentemente ridursi nel Paese, alla luce di un sistema del credito che – ne abbiamo già discusso – ha dimostrato tutta la sua debolezza e i problemi legati al risparmio. Sarebbe stato un bel messaggio di serenità.
  Questo è uno dei punti che noi consideriamo qualificanti e che evidentemente @pagina=0016@riproporremo nei prossimi provvedimenti come elemento strategico per quello che riguarda il rilancio dei consumi e la tenuta delle famiglie nel nostro Paese.

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  Intervengono sull'emendamento Vacca 1.31 il deputato GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS), la relatrice di minoranza RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS) e i deputati FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS), LUIGI GALLO (M5S) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), relatrice di minoranza, MARIASTELLA GELMINI (FI-PdL) (Vedi RS), MICHELA MARZANO (PD) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), GIUSEPPE BRESCIA (M5S) (Vedi RS) e ALFREDO D'ATTORRE (SI-SEL) (Vedi RS).

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  GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Io francamente credevo che questo emendamento avesse un iter e un esito completamente diverso quando lo abbiamo pensato e presentato, perché – ricordiamolo – questo provvedimento, che è stato inserito in legge stabilità e che si chiama Fondo del merito per i docenti universitari, prevede appunto uno stanziamento straordinario per il reclutamento di 500 docenti universitari: 250, più o meno associati, e 250 ordinari. Ebbene, perché diciamo uno stanziamento straordinario ? Perché – ricordiamolo – il blocco del turnover è di fatto operativo dal 2009 e, a causa del blocco del turnover, abbiamo avuto la perdita di decine di migliaia di docenti universitari nel nostro Paese. Quindi, invece di aumentare l'offerta formativa delle università, invece di aumentare così anche la platea di studenti universitari come oltretutto ci chiede l'Europa (ricordiamo che noi dovremmo arrivare al 2020 al 40 per cento di laureati, mentre siamo a malapena al 24 per cento), invece di migliorare l'offerta formativa universitaria, noi abbiamo dato un taglio drastico sia all'offerta formativa – quindi anche ai docenti universitari che hanno subito un taglio in questi anni, ricordiamo, di circa il 60 per cento – sia anche agli studenti universitari.
  Ora, perché prima ho detto che credevo che questo emendamento avesse un esito diverso ? Perché, chiamandosi tale provvedimento Fondo per il merito, con questo emendamento noi volevamo inserire, come requisito nell'assunzione dei docenti universitari, almeno per quelli italiani, il possesso dell'abilitazione scientifica nazionale. Ricordiamo, per chi non è addentro alle questioni universitarie, che, con la cosiddetta riforma Gelmini, che ha avuto tanti aspetti negativi ma a nostro avviso conteneva anche qualcosina di buono, è stato introdotto il processo dell'abilitazione scientifica nazionale, ovvero i docenti universitari prima di essere chiamati dalle università devono superare un vaglio da parte di alcune commissioni, che assegnano appunto l'abilitazione in base a un processo ovviamente migliorabile, ma che quanto meno ha cercato di introdurre dei requisiti, dei criteri oggettivi e di merito. Quindi oggi, per essere chiamati dalle università, è un requisito indispensabile fondamentale, appunto, l'aver passato l'abilitazione scientifica nazionale e, dunque, essere abilitati o avere avuto questa sorta di certificazione da parte di commissioni di docenti.
  Ci sono stati, ovviamente, dei problemi nella prima fase, è vero. Abbiamo cercato in Commissione anche di superare questi problemi attraverso un lavoro su una risoluzione, attraverso un lavoro fatto nel recente Regolamento che dovrebbe dare avvio alla nuova tornata di abilitazione, ma a nostro avviso l'impianto va salvaguardato. Quindi, a noi sembrava scontato inserire tale requisito nella procedura di reclutamento di questi ulteriori 500 docenti, che già ricordiamo verranno chiamati con chiamata diretta, quindi senza le procedure comparative che ogni università deve fare secondo quanto è previsto adesso con il sistema tuttora vigente, e avevamo previsto, quanto meno, come requisito, appunto, il possesso dell'abilitazione scientifica nazionale per essere poi chiamati con la chiamata diretta dalle università.
  Ebbene, ci sembra incomprensibile, e magari il Governo ci potrà anche dare delle delucidazioni, così come anche i relatori di maggioranza, sul perché sia stato dato parere negativo a questo emendamento, perché francamente ci sembra del tutto incomprensibile. Allora, o qua si sta dicendo che il sistema dell'abilitazione scientifica nazionale non funziona, e quindi si sta mettendo in discussione il sistema che invece fino ad oggi è stato ed è tuttora vigente e che regola la normale procedura di reclutamento della docenza universitaria, e allora bisognerebbe però dirlo chiaramente, oppure, diciamoci la @pagina=0018@verità, si sta dando in realtà in mano alle università un modo per raggirare l'abilitazione scientifica nazionale e chiamare i docenti in base a logiche del tutto baronali: docenti che, non avendo superato l'abilitazione scientifica nazionale, magari non sono idonei ad andare a insegnare secondo la procedura normale e, quindi, si sta dando un «contentino», un'arma alle baronie universitarie per chiamare i propri pupilli, anche se non hanno superato appunto il vaglio dell'abilitazione scientifica nazionale.
  A nostro avviso, il parere negativo che è stato dato su questa misura è incomprensibile, se non nella logica, appunto, di difendere le baronie universitarie, cosa che a nostro avviso non dovrebbe essere assolutamente fatta in una logica di merito, in una logica che dovrebbe, invece, premiare il meglio all'interno delle nostre università (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Presidente, solo per essere sicura del voto: per noi era astensione, giusto ?

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  FRANCESCO D'UVA. Grazie Presidente, solo per far sapere a lei e a chi ci sta ascoltando quello che sta facendo questo Governo e quello che hanno fatto i Governi passati, perché per prima cosa hanno bloccato il turnover delle assunzioni dei nuovi professori, poi hanno deciso di mettere l'abilitazione scientifica nazionale, quindi per poter essere assunti come professori bisognava essere abilitati. Dopo, in legge di stabilità, mettono un bonus per assumere determinati professori senza questa abilitazione scientifica nazionale e, quindi, tradendo se stessi e tradendo il metodo introdotto dal 2010 a questa parte (diciamo, dal 2010 in legge, poi coi decreti attuativi successivamente), si è andato a fare questo determinato percorso. Ora, qual è il senso di tutto ciò ?
  Noi abbiamo fatto questo emendamento semplicemente per mettere in chiaro le cose, ma i problemi sono ben altri. Noi avevamo presentato molti altri emendamenti, purtroppo ci avete permesso di segnalarne solo pochi, ma ci sono tanti altri problemi nelle università, iniziando dal Fondo di finanziamento ordinario: in questo momento c’è soltanto una parte di ordinario che è molto piccola e si sta tentando, sempre più, di aumentare quella premiale, creando quindi una grandissima disparità tra nord e sud, e questo è da evitare, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0018

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Noi ci aspettiamo una risposta dal Partito Democratico e dal Governo, perché non riusciamo a capire la ratio di questa misura. Ricordiamo che il Ministro dell'istruzione, Giannini, è il ministro dei «zero voti» alle europee, che non ha alcun consenso all'interno del Paese. Allora, qual è la misura ? La volontà di inserire i trombati, i parrucconi, gli amici del Ministro Giannini all'interno di questa chiamata diretta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Il solito modo clientelare di gestire la politica ! Noi invece pensiamo che la narrazione renziana, dove doveva vincere il merito, è praticamente caduta in un buco nero da un anno e mezzo che governa questo Presidente del Consiglio, perché ha dimostrato che lui predilige la chiamata diretta, la chiamata degli amici, e non un concorso pubblico, non il merito: il merito l'ha rottamato questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0019

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per sollecitare un intervento da parte dei colleghi o, quanto meno, da parte del Governo, per comprendere quali saranno i criteri con i quali verranno assunti questi docenti. Secondo il consiglio universitario nazionale, in Italia mancano all'appello 14 mila figure di docenza e vogliamo capire per quale motivo non inseriamo la misura dell'abilitazione scientifica nazionale, che potrebbe quanto meno settare uno dei criteri, altrimenti diventa un'assunzione clientelare. Io credo che questo sia a vantaggio di tutte quelle procedure che voi stessi avete conclamato e di cui lo stesso Presidente del Consiglio si fa vanto in giro per il Paese, dicendo che vuole prediligere il merito, questo famoso merito dietro al quale vi nascondete. Utilizziamo dei criteri per individuare il merito: se questo non c’è, allora vuol dire che stiamo favorendo delle clientele e che piazzerete gli amici degli amici. Quindi fateci un chiarimento su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0019

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Grazie Presidente, solo per cambiare il parere in favorevole.

PAGINA: 0019

  MARIASTELLA GELMINI. Grazie Presidente, intervengo per dire che il gruppo di Forza Italia appoggerà questo emendamento che credo abbia una ratio molto precisa, cioè quella di non far compiere all'università passi indietro rispetto ad alcune modifiche che abbiamo faticosamente introdotto e che vanno nella direzione di garantire più trasparenza, più merito e più competenza all'interno delle modalità di selezione dei docenti.
  Vede, l'abilitazione scientifica nazionale risponde proprio a questo requisito, unitamente anche al sorteggio dei componenti le commissioni che debbono poi selezionare il personale docente. Queste due misure sono contenute nella riforma sull'università e hanno determinato degli affetti concreti. Prima che i membri della commissione di selezione fossero sorteggiati, non partecipava più nessuno ai concorsi perché si sapeva già in moltissimi casi chi sarebbero stati i vincitori. La modalità del sorteggio, unitamente all'abilitazione scientifica nazionale, hanno determinato qualche passo avanti. Se oggi il Governo e la maggioranza si assumono la responsabilità di tornare alle baronie, di tornare agli amici degli amici, commettono un gravissimo errore. Io credo che questo emendamento vada a stabilizzare una situazione che ha determinato un po’ più di merito, un po’ più di selezione e anche di concorrenza. L'Università avrebbe bisogno di più coraggio, di più riforme, di andare nella direzione della qualità. Se dovesse invece passare ancora la posizione della maggioranza, che è quella di togliere peso all'abilitazione scientifica nazionale, sarebbe davvero un grave errore e anche una grave responsabilità, torneremmo all'università dalle baronie e delle selezioni opache e non meritocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0019

  MICHELA MARZANO. Signora Presidente, vorrei intervenire soltanto molto brevemente per cercare di fare un attimo chiarezza, perché so sentendo delle cose che francamente partono in tutte le direzioni. Essendo il mondo dell'università un mondo che conosco perfettamente perché è il mio, vorrei rassicurare i colleghi del @pagina=0020@MoVimento 5 Stelle ma anche la collega Gelmini: qui si sta semplicemente parlando di criteri per valutare l'eccellenza, riferendosi agli standard valutativi nazionali e internazionali della propria area scientifica. Quindi non si tratta affatto di clientelismo, si tratta semplicemente di conformare l'Italia ai criteri internazionali. Come forse alcuni colleghi sapranno, io sono professore ordinario di filosofia in Francia e sono esattamente questi i criteri utilizzati anche in Francia per valutare l'eccellenza scientifica. Allora, non mischiamo tutto semplicemente per strumentalizzare da un punto di vista politico cose che non hanno niente a che vedere con la ricerca e atteniamoci ai criteri di valutazione scientifica in base alle aree scientifiche di riferimento con criteri nazionali e internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0020

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, solo per dire due cose. Il Ministro Giannini forse non ha preso molti voti alle elezioni europee, ma è un rettore e uno dei migliori dell'università italiana, quindi presumibilmente di cose universitarie ne capisce più di qualche collega che siede in questo Parlamento. Seconda osservazione: nell'antico ordinamento universitario, quello del Regno d'Italia, era previsto, accanto alle procedure normali di concorso, la chiamata per chiara fama. A che serve la chiamata per chiara fama ? Immaginate di avere un professore, magari italiano, magari che si chiama Rita Levi Montalcini, che non ha l'abilitazione scientifica italiana – per la verità a quel tempo l'abilitazione scientifica italiana non esisteva, ma comunque – e che però ha il premio Nobel: lo possiamo chiamare o non lo possiamo chiamare ? Secondo le preferenze espresse dall'opposizione, non lo possiamo chiamare. Immaginiamo di avere, come abbiamo, alcune centinaia, forse qualche migliaio di professori italiani i quali fanno molto bene il loro lavoro all'estero e non hanno l'abilitazione italiana, magari perché quando sono andati all'estero l'abilitazione ancora non esisteva: gli chiederemo di sottoporsi alla procedura dell'abilitazione ? Forse sì, forse potrebbero dire: ma signori, io ho settant'anni, che vengo a fare l'abilitazione adesso in Italia ? Immaginate tutti coloro i quali stanno nella ricerca a livelli altissimi, pensate all'industria farmaceutica, dove ci sono dei dipartimenti nei quali c’è della gente la quale non ha l'abilitazione scientifica ma ha fior di brevetti e fior di pubblicazioni.
  Credo che questo provvedimento abbia questa finalità. C’è il rischio che venga usato in modo clientelare ? C’è il rischio che venga usato in modo clientelare, questo non lo voglio assolutamente negare. Come si fa ? Inibendo una flessibilità o controllando severamente dopo, che questa possibilità venga usata bene. Io penso che valga la pena di dare flessibilità e di controllare severamente dopo, che la flessibilità venga usata bene (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

PAGINA: 0020

  GIUSEPPE BRESCIA. Signora Presidente, soltanto per rispondere alla collega del Partito Democratico che è intervenuta che molto probabilmente non ha letto l'emendamento in questione, perché si riferiva ai professori all'estero, che non c'entrano assolutamente nulla. Se si legge infatti l'emendamento, si parla di questo: «e per i ricercatori e professori appartenenti alle università italiane, anche il possesso di abilitazione scientifica nazionale». Quindi ciò a cui faceva riferimento la deputata del Partito Democratico non c'entra assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0021

  ALFREDO D'ATTORRE. Signora Presidente, solo per esprimere il voto favorevole del gruppo Sinistra Italiana a questo emendamento. Mi consenta di dire, non me ne voglia il collega Buttiglione, ma credo che il suo intervento sia stata la motivazione più forte al sostegno di questa proposta emendativa perché francamente si fa fatica, credo, si può conoscere poco, molto o per niente l'università, ma l'idea che ci siano dei premi Nobel che non siano nelle condizioni di ottenere l'abilitazione scientifica nazionale francamente credo che sia abbastanza fuori dalla realtà. Per cui l'emendamento è assolutamente ragionevole e mi pare che le motivazioni addotte per respingerlo dal nostro punto di vista sono assolutamente inconsistenti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0005

  Intervengono sull'emendamento Capua 1.32 i deputati RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), relatrice di minoranza, ILARIA CAPUA (SCpI) (Vedi RS), MARIASTELLA GELMINI (FI-PdL) (Vedi RS), PIERPAOLO VARGIU (SCpI) (Vedi RS), PIA ELDA LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), MICHELA MARZANO (PD) (Vedi RS), GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI (SCpI) (Vedi RS), GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS), PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS), relatore per la maggioranza, e il Viceministro dell'economia e delle finanze ENRICO MORANDO (Vedi RS); intervengono altresì i deputati RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS) e ILARIA CAPUA (SCpI) (Vedi RS), il Viceministro dell'economia e delle finanze ENRICO MORANDO (Vedi RS), e i deputati ALFREDO D'ATTORRE (SI-SEL) (Vedi RS), LUIGI DALLAI (PD) (Vedi RS), PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS), relatore per la maggioranza, ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS), EDMONDO CIRIELLI (FdI-AN) (Vedi RS) e ILARIA CAPUA (SCpI) (Vedi RS).

PAGINA: 0021

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Signora Presidente, il parere è favorevole.

PAGINA: 0021

  ILARIA CAPUA. Signora Presidente, questo emendamento riguarda quello che abbiamo appena ascoltato sul fondo per il merito, noi vogliamo reclutare cinquecento professori universitari, tra cui professori universitari di altri Paesi che vengano in Italia a rendere la nostra università più attrattiva. Il testo originale richiede che la commissione per la selezione di questi professori sia costituita da esperti nazionali ed internazionali, quello che chiediamo insieme anche a colleghi di altre forze politiche – vi prego di ascoltarmi – è che, proprio perché l'università italiana ha bisogno di essere internazionalizzata, la Commissione sia fatta almeno per il 50 per cento di professori stranieri o che lavorino all'estero.
  Questa è una garanzia che le persone che verranno reclutate come persone di merito e di altissimo livello siano innanzitutto riconosciute dalla comunità scientifica internazionale e, secondo, fuori dai meccanismi che permeano purtroppo l'università italiana. Quindi, chiedo per piacere al Governo di riconsiderare il proprio parere e di far sì che queste commissioni possano realmente scegliere le persone e le professionalità di più alto livello che ci sono oggi sul mercato (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PAGINA: 0022

  MARIASTELLA GELMINI. Grazie Presidente, per dire che il voto di Forza Italia su questo emendamento sarà ancora una volta un voto favorevole perché condividiamo le ragioni espresse nel suo intervento dalla collega Capua. Ci rendiamo conto che il 50 per cento dei componenti le commissioni sia un obiettivo ambizioso, ma, pur avendo – e ci tengo a precisarlo – la massima fiducia nelle capacità dei docenti e dei ricercatori italiani, noi condividiamo la necessità di una grande apertura dell'università ai meccanismi di selezione internazionali e al confronto con esperienze con Paesi con tradizioni nell'ambito della ricerca anche di natura diversa. Da questo tipo di mix tra membri italiani e componenti, professori e ricercatori, di altri Paesi non può che nascere un beneficio per l'università italiana. E, quindi, noi voteremo favorevolmente a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0022

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie Presidente. Anch'io mi vorrei unire all'appello che la collega Capua ha fatto al Governo affinché riconsideri il proprio parere su questo emendamento perché penso che le ragioni che ha addotto la collega Capua siano ragioni di tutta evidenza. E credo che il Governo in realtà già abbia dimostrato la sua sensibilità nei confronti dell'argomento in quanto ha precisato che le commissioni debbano avere al loro interno anche esperti di estrazione non nazionale. Però la richiesta della collega Capua è quella che ci sia un'indicazione precisa su una presenza di membri delle commissioni che non siano nazionali, ma che siano internazionali, che sia ben espressa anche dal punto di vista percentuale. Noi sappiamo perfettamente che la ricerca scientifica è qualche cosa che sta ben oltre i confini nazionali, ma è sovranazionale; sappiamo quanto il mondo della ricerca scientifica italiana abbia bisogno di una osmosi con mondi che stanno fuori dai confini nazionali. E avere bene in testa che questo emendamento stabilisce con forza che la ricerca italiana debba essere quanto più possibile internazionalizzata e che non rimanga chiusa entro i confini provinciali della nostra nazione è un interesse strategico del nostro Paese. Infatti, l'investimento in ricerca e in innovazione è uno degli investimenti più importanti con cui questo Paese può arrestare il proprio declino. Quindi, averlo ben in testa è un interesse strategico del Paese e mi unisco alla preghiera e all'invito che la collega Capua ha effettuato al Governo perché su questo emendamento possa esserci un parere positivo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PAGINA: 0022

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Pensavo di aver sottoscritto questo emendamento, ma il mio nome non risulta e, quindi, lo sottoscrivo ora, motivando questa sottoscrizione con un concetto. La scienza e la ricerca non hanno confini e, al contrario, noi dobbiamo creare quello che in Europa chiamavamo il mercato unico della merce più preziosa che abbiamo, che è appunto la scienza, la conoscenza e la ricerca. Per dare concretezza a questo concetto di mercato unico di questa merce preziosa, noi pensiamo che questo emendamento, con la presenza di almeno il 50 per cento dei reclutatori di livello internazionale, possa contribuire a internazionalizzare la nostra università e a renderla particolarmente attrattiva.

PAGINA: 0023

  MICHELA MARZANO. Grazie Presidente. Questa volta intervengo a titolo personale e, quindi, in dissenso rispetto al gruppo, per appoggiare l'emendamento della collega Capua che ho sottoscritto esattamente per le stesse motivazioni per cui consideravo che il parere sfavorevole del Governo fosse perfettamente giustificato rispetto all'emendamento precedente. Se noi vogliamo portare avanti una ricerca che abbia credibilità, dobbiamo effettivamente uscire dagli stretti confini italiani e, quindi, non limitarci a dei criteri interni, ma accogliere all'interno delle commissioni di valutazione più del 50 per cento di personalità che appartengono al mondo internazionale. Il male della ricerca italiana è quello di essersi per troppo tempo concentrata unicamente su se stessa e, quindi, di essere diventata autoreferenziale. È per questo che ho firmato l'emendamento ed è per questo che lo sostengo, anche se, come ripeto, a titolo personale.

PAGINA: 0023

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie Presidente. Vorrei anch'io sottoscrivere l'emendamento della collega Capua e sostenerlo convintamente perché è impensabile nel XXI secolo di non fare dei passi per cercare di spingere la ricerca italiana ad internazionalizzarsi. Se questo vuol dire anche dare un impulso nella direzione di stabilire delle quote, anche rilevanti, di partecipazione straniera, ben venga perché è un'indicazione della direzione nella quale dobbiamo andare. Quindi, sostengo convintamente l'emendamento, invito il Governo a ripensarci e spero che tanti altri colleghi ci possano seguire (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PAGINA: 0023

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Devo dire che io invece non condivido né l'emendamento, né gli interventi che ci sono stati. E non lo condivido per alcune ragioni, in parte di ordine pratico, immaginando la macchinosità di una commissione che prevedesse al suo interno un 50 per cento di membri stranieri; macchinosità di convocazione, di riunione, di comunicazione, di verbalizzazione e quant'altro. Ma, al di là della macchinosità e del problema di costi anche di gestione di una simile commissione, credo che ci siano ragioni ancora più importanti. Come potrebbero essere valutate per esempio – e non parlo della mia disciplina che da sempre è abituata a pubblicare in lingua inglese, ma parlo delle discipline umanistiche – da commissioni estere discipline che per ovvi motivi pubblicano ancora esclusivamente in italiano ? Allora, io credo che vada invece incoraggiato lo sforzo che i diversi Governi hanno portato avanti in questi anni di potenziare l'attività dell'ANVUR, la struttura di valutazione, che ha fatto fare enormi passi avanti dal punto di vista della trasparenza e della qualità dei concorsi a questo Paese. Oggi le commissioni di valutazione debbono attestarsi su livelli importanti di produzione scientifica per poter valutare i membri della propria disciplina. L'università italiana più che di questo ha bisogno di altre cose; ha bisogno di soldi; ha bisogno di poter avere personale docente che sta morendo, è asfittico; ha bisogno di non punire gente che ha lodevolmente conseguito un'abilitazione e che non ha più nessuna possibilità di carriera; ha bisogno, per quanto riguarda la ricerca biomedica, che finiscano le angherie che accadono ogni giorno dentro le aziende sanitarie, dove la ricerca biomedica è messa a servizio dell'assistenza, violentata dall'assistenza, denaturata dall'assistenza; e, infine, ha certamente bisogno di essere collocata sulla scena internazionale ancora di più di quanto avvenga oggi; ha bisogno di sviluppare collaborazioni sulla scena internazionale; ha bisogno di sviluppare progetti di ricerca internazionali, ma non ha bisogno di essere colonizzata come lo sarebbe nel momento in cui il reclutamento dei nostri docenti fosse fatto per @pagina=0024@mano di Paesi terzi. Nessun Paese terzo ospita docenti italiani, anche di altissimo livello, e ce ne sono, nelle sue commissioni di valutazione (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

PAGINA: 0024

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, questo tema è stato anche trattato in Commissione. Abbiamo deciso di non mettere una formula così prescrittiva perché pensiamo di irrigidire anche un istituto, come quello della Commissione, che deve essere formato.
  Però, l'obiettivo dell'emendamento e le considerazioni fatte dai colleghi – ma anche quella formulata da ultimo – sono ragionevoli. Io chiederei al Governo di non fare la norma e, magari, di considerare di poter accettare un ordine del giorno che, in questo caso, può essere anche prescrittivo e può essere anche un impegno nei confronti del Governo. Credo che sia questione che può essere risolta con un ordine del giorno, evitando una norma che, invece, ci ingabbia in una maniera troppo rigida.

PAGINA: 0024

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. In Commissione tendenzialmente il Governo, come avete visto, si è sempre orientato a difendere le posizioni emerse dal lavoro della Commissione e credo che ciò abbia una sua razionalità. Abbiamo discusso lungamente di questa ipotesi e abbiamo concluso che non ve ne fosse bisogno. Infatti, una volta affermato il principio che in questa Commissione ci deve essere una presenza internazionale significativa, abbiamo pensato che scrivere la percentuale nella legge fosse un inutile irrigidimento.
  Per questa ragione io avvertirei tutti quelli che avanzano una proposta che questa è certamente accolta dal Governo, perché nel testo del Governo c’è scritto che nella Commissione ci deve essere una significativa presenza internazionale. Questo è un caso classico nel quale la norma irrigidisce, mentre il Parlamento può dire con un suo strumento (classicamente l'ordine del giorno): «Ti devi avvicinare addirittura a metà e metà». Questo si può fare, perché se poi nella Commissione per delle esigenze obiettive c’è il 40 invece del 50 per cento, io non immagino che i proponenti considereranno non assolto il punto di principio.
  Ritengo che la soluzione proposta dal relatore sia la migliore. Dopodiché, se invece si insiste per forza ad irrigidire nella legge la percentuale, il Governo si rimetterà all'Aula. Ma mi sembra molto più ragionevole indirizzare l'attività concreta del Governo nella fase di attuazione della norma ad avere una presenza significativa, fino al 50 per cento e anche oltre il 50 per cento, cosa che è meglio lasciare aperta che non irrigidire.
  Poi il Governo, se insistete, si rimetterà all'Aula, perché non è su questo punto che gioca il suo programma di governo (è vero e mi pare che sia chiaro).

PAGINA: 0024

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, apprezzo, ovviamente, l'apertura del Governo. Però, a nome del mio gruppo parlamentare, io chiedo di firmare l'emendamento della collega Capua per una semplice ragione: conoscendo molto bene i meccanismi dei concorsi universitari, io @pagina=0025@non mi fido, collega Viceministro Morando. Io non mi fido dei comportamenti dei commissari delle Commissioni di concorso universitarie, conoscendole molto da vicino e conoscendole molto bene.
  Per cui, la clausola della collega Capua per me è da mettere, anche se irrigidisce. Però, per colpa di qualcuno, storicamente di qualcuno, vale a dire delle prassi devianti nei concorsi universitari, è meglio che il Parlamento indichi anche la percentuale.
  Ricordo a me stesso come recentemente il suo Governo, Viceministro Morando, per quanto riguarda i soprintendenti e i direttori dei musei, abbia fatto una grande apertura alle esperienze internazionali.
  E allora di che paura abbiamo ? Che paura abbiamo, signor Viceministro ? Che paura abbiamo, Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?
  Io chiedo, pertanto, di sottoscrivere, a nome dell'intero mio gruppo, l'emendamento Capua 1.32.

PAGINA: 0025

  ILARIA CAPUA. Grazie, Presidente. Non so se questo è politicamente corretto, però vorrei fare una proposta al Viceministro, che giustamente dice che il 50 per cento potrebbe essere un'ingessatura e rendere tutto un po’ complicato. Allora, chiederei il 30 per cento.

PAGINA: 0025

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, è chiaro che il 50 per cento è un vero e proprio irrigidimento in una regola fissata.
  Poi, se il Parlamento decide così, noi la rispetteremo, naturalmente, nel comporre la Commissione. Però, mi sembra un inutile irrigidimento. Se quella percentuale scende, è ovvio che l'irrigidimento scende proporzionalmente.
  Secondo me, la soluzione migliore era un ordine del giorno che indicasse una percentuale attorno al 50 per cento come soluzione ragionevole, senza per forza dire che se c’è il 47 per cento non ci siamo.
  Detto questo, a questo punto io direi che la questione è chiara: se la proponente propone il 30 per cento, il Governo accoglie questa proposta, se è una proposta fatta in via definitiva per chiudere questa discussione.

PAGINA: 0025

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il voto contrario di Sinistra Italiana su questo emendamento, perché questo emendamento – e non mi sorprende l'intervento del collega Brunetta – si colloca dentro un @pagina=0026@clima culturale di disprezzo e di sospetto che ha investito l'intero sistema universitario italiano e che ha guidato il processo di riforme degli ultimi anni, fino all'ultima «riforma Gelmini».
  È una visione che non tiene in alcun conto della realtà effettiva del sistema universitario italiano, che certo ha molti problemi. Ha problemi seri, che sono innanzitutto legati al grave sottofinanziamento e che sono legati, certo, anche a meccanismi concorsuali sbagliati.
  Poi, possiamo ragionare su quanto le riforme di questi ultimi anni abbiano migliorato questi meccanismi concorsuali, come, da ultimo, il meccanismo dell'abilitazione, che certo sta consentendo a tanti giovani studiosi di conseguire l'abilitazione nazionale, ma che rischia di essere, come sa chiunque frequenti l'università, un'abilitazione che in molti casi non ha nessuna attinenza con la possibilità effettiva di vincere poi un concorso a livello locale e di prendere servizio nell'università.
  Questo emendamento non tiene conto, tra l'altro, del modo in cui sta funzionando l'abilitazione nazionale. Come sapete, è stato introdotto...

PAGINA: 0026

  LUIGI DALLAI. Grazie, Presidente. Io credo che nelle intenzioni dell'emendamento della collega Capua ci sia la volontà, sostanzialmente, di migliorare, di rendere la situazione più omogenea al contesto internazionale. Tuttavia, tra le intenzioni e la realtà di quello che si consegue possono passare determinate differenze. Io credo che oggettivamente la possibile riformulazione suggerita dal Viceministro, quella del 30 per cento, renderebbe l'ipotesi molto più flessibile. Tra l'altro, non credo minimamente che la questione della presenza dei membri esterni, diciamo stranieri, dentro la commissione sia stata correttamente valutata nella sua applicazione passata, quando oggettivamente è stata anche elemento di ricorsi per tutta una serie di questioni che attengono alle metodologie dei sistemi di reclutamento italiani.
  Quindi, io penso che, se vogliamo dare un contributo positivo, possiamo immettere magari una soglia del 30 per cento, come suggerito dal relatore e dal Viceministro, oppure demandare tutto...

PAGINA: 0027

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, per sbloccare la situazione, farei una ulteriore proposta, inserendo almeno il 30 per cento di componenti stranieri.

PAGINA: 0027

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Io sono favorevole all'internazionalizzazione, ma fissare una quota di questo tipo non solo irrigidisce, ma, come diceva molto bene il collega di Rifondazione Comunista, esprime una sfiducia verso l'università italiana, che, nonostante tutti i suoi difetti, l'università italiana e i docenti italiani non meritano.
  In secondo luogo, state attenti: un ordine del giorno è comunque indispensabile, perché gli studiosi che vengono da fuori hanno insegnato discipline che non hanno una facile equivalenza con le discipline che si insegnano in Italia. Infatti, non vengono solo a fare ricerca, vengono a insegnare nell'università. Quello che si intende sotto l'espressione «diritto delle assicurazioni» in Gran Bretagna e in Italia non è esattamente la stessa cosa.
  Allora, se vogliamo creare un mercato comune delle professioni intellettuali, cosa sulla quale io sono personalmente impegnato, dobbiamo lavorare a livello europeo anche per creare delle tabelle di equivalenza fra insegnamenti. Avere docenti in commissione che sanno valutare questo problema è fondamentale, altrimenti avremo una valanga di ricorsi ai TAR, i quali diranno che quello studioso sarà uno studioso eccellente, ma non adeguato a insegnare quella disciplina dell'ordinamento italiano, che non corrisponde alle discipline per le quali lui è qualificato secondo ordinamenti stranieri. Avere nella commissione chi sa valutare questo è importante. @pagina=0028@Un ordine del giorno che intervenga su questo, sollecitando la formulazione di tabelle di equivalenza fra discipline e ordinamenti diversi e sollecitando di dare impulso all'iniziativa, già esistente a livello europeo, per la creazione di queste tabelle, con una valenza estesa a tutta l'Unione europea, mi sembra che sia indispensabile per completare la norma, che così come è fatta, in realtà, è imprecisa e non soddisfacente.

PAGINA: 0028

  GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dire che, intanto, aprire temi di questo tipo in una legge di stabilità mi sembra veramente fuori luogo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Infatti, questi sarebbero temi da trattare, con dignità, autonomamente.
  Inoltre, addirittura da chi ha fatto approvare nella scorsa legislatura una riforma dell'università, dallo stesso Ministro, ex Ministro proviene una indicazione di modificare e, quindi, di sostenere un emendamento per inserire il 50 per cento dei membri della commissione internazionali. Già nella legge, oggi, noi abbiamo i membri della commissione di livello internazionale. Quindi, capisco soltanto che la riforma Gelmini ha prodotto una università così squalificata da richiedere l'introduzione di tipo internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0028

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, colleghi, noi non vogliamo, come al solito, fare la parte dei nazionalisti, ma oggettivamente questa polemica dell'opposizione ci sembra stucchevole e noi non è che dobbiamo sempre dire «no»: una volta tanto, ci sembra che la maggioranza con equilibrio difenda sicuramente la presenza e la possibilità che studiosi stranieri possano partecipare, ma addirittura prevedere una percentuale ci sembra un modo per essere prepotenti e sottovalutare le grandi capacità e le possibilità che comunque, sul piano culturale, esistono nella nostra nazione.
  Quindi, crediamo che la norma così scritta, se passasse l'emendamento, suonerebbe come una sfiducia sicuramente nei confronti del mondo della cultura italiano e dell'accademia italiana.

PAGINA: 0029

  ILARIA CAPUA. Allora, io non lo ritiro e chiedo che sia posto in votazione.

PAGINA: 0006

  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS), GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), FRANCESCO BOCCIA (PD) (Vedi RS), presidente della V Commissione, e ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0029

  GUIDO GUIDESI. Presidente, non vorrei interrompere quest'asta di percentuali tra la maggioranza. Volevo solamente farle notare che, avanti di questo passo, mi sembra che facciamo un po’ di fatica. Proprio per questo, le chiedo, siccome ci sono le Commissioni, tra cui la Commissione bilancio, la cui convocazione mi sembra assolutamente incompatibile con i lavori sulla stabilità, convocata per la valutazione di un provvedimento che arriva dal Senato e che la Capigruppo non ha ancora messo in calendario, le chiedo di far sconvocare la Commissione bilancio e di proseguire con i lavori sulla legge di stabilità.

PAGINA: 0029

  PRESIDENTE. Deputato Guidesi, lei sa bene che la Commissione è qui presente, che comunque i lavori inizieranno alla fine della seduta antimeridiana, per cui non c’è un problema in questo momento.

PAGINA: 0029

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, io vorrei associarmi al collega Guidesi. Considero semplicemente una provocazione convocare la Commissione bilancio mentre stiamo lavorando, mi sembra con grande senso di responsabilità, perché da altri stanno venendo degli auto-ostruzionismi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0029

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Visto che la Commissione è qui impegnata e visti anche i lavori difficili che ha avuto la Commissione, le strade sono due: o si decide di non sospendere la seduta per ottimizzare i tempi dei lavori sulla legge di stabilità in Aula, oppure si decide, anche per poter fare un attimo staccare i colleghi, in particolar modo, della Commissione bilancio, di non fare comunque né Commissione, né Aula. Far proseguire dopo i lavori d'Aula la Commissione su un provvedimento che non è nel calendario della Capigruppo non ha senso. Capisco che ormai l'asse PD-5 Stelle (Commenti) anche in questo caso sta andando @pagina=0030@avanti con accordi sottobanco per fare approvare alla maggioranza nuova, al nuovo partito PC-5Stelle il «decreto happy days» di Renzi, capisco che i 5 Stelle siano stati invitati all’happy days di Renzi; detto questo, però, ci sono anche le altre opposizioni, che non vogliono, dopo questo scempio della legge di stabilità, portare in Aula quel decreto visto che scade il 24 dicembre. Noi ci differenziamo da quest'asse di partiti che, quando c’è da andare in televisione, si urlano di tutto, ma quando c’è da spartirsi le poltrone per la Consulta vanno d'amore e d'accordo e banchettano insieme.

PAGINA: 0030

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, noi – come lei ben sa – abbiamo chiesto più e più volte certezza dei tempi.

PAGINA: 0030

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Le confesso che sono sconcertato. Chiedo soprattutto ai colleghi della Lega di prestare attenzione alle mie parole.
  Ieri, al termine della Commissione, abbiamo concordato con tutti i gruppi che oggi avremmo incardinato alle ore 14 il provvedimento e che l'iter del provvedimento sarebbe stato subordinato alle scelte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Non mi pare che sia stata fatta una cosa diversa rispetto alle cose che abbiamo stabilito insieme, comunemente, ieri in Commissione. Oggi, alle 14, la Commissione è convocata per l'incardinamento del provvedimento, poi la Conferenza dei presidenti di gruppo deciderà quale sarà l'iter del provvedimento.

PAGINA: 0031

  ETTORE ROSATO. Presidente, in quest'Aula abbiamo molti docenti universitari ma pochi elettricisti, evidentemente. Volevo ricordare, tentando di tornare sulla questione, che noi abbiamo fatto una scelta, quella di venire in quest'Aula senza mettere la fiducia sulla legge di stabilità, che, come i colleghi sanno bene, soprattutto quelli che di leggi di stabilità ne hanno fatte parecchie, non è fatto consueto, rispetto all'andamento ordinario. Credo che questo sia un punto di valore del dibattito di cui maggioranza e opposizione possano avvalersi per tentare di fare al meglio il lavoro che oggi siamo chiamati a fare; un lavoro complicato, una legge di stabilità complessa, che tratta argomenti difficili. Dopo discuteremo di banche, di altre questioni che sono sensibili e che sono state arricchite anche dal lavoro di Commissione. Quindi, penso che su questo noi dobbiamo ritrovare quel filo e quell'attenzione sui problemi, in particolare quelli più generali, di cui la legge di stabilità si deve occupare.
  In merito alla richiesta dei colleghi della Lega Nord di non procedere con la convocazione della Commissione, mi appellerei a quanto detto dal presidente Boccia. Poi, chiederei che questa discussione si facesse quanto prima, Presidente – anche magari interrompendo i lavori adesso, se i microfoni non riprendono a funzionare –, in Conferenza dei presidenti di gruppo, in quella sede, per poi consentire all'Aula di procedere nella normalità dei lavori sulla legge di stabilità.

PAGINA: 0006

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte chè è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo e sospende la seduta.

PAGINA: 0031

  PRESIDENTE. Sì, credo che i nostri lavori saranno necessariamente condizionati dal fatto che non abbiamo l'impianto acustico funzionante. Quindi, ritengo che si possa fare una sospensione dei lavori, necessariamente, non posso andare avanti senza il sistema che funziona. Faremo una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per stabilire anche come proseguire i nostri lavori nei prossimi giorni. Quindi, direi che adesso possiamo sospendere... (Commenti). Ma come possiamo andare avanti, se il sistema non funziona ? Non possiamo andare avanti con un microfono che viene portato a destra e a sinistra, se ci sono degli interventi, abbiate pazienza ! Possiamo adesso tentare di rimettere a posto il sistema e riprendere i nostri lavori intorno alle 14,30.
  Quindi, sospendo la seduta, i nostri lavori riprenderanno alle 14,30.

PAGINA: 0007

  La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 14,35.

PAGINA: 0007

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
MARINA SERENI

PAGINA: 0007

Missioni. (Vedi RS)

PAGINA: 0031

Missioni.

PAGINA: 0007

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantacinque.

PAGINA: 0031

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amici, Bindi, Biondelli, Bobba, Michele Bordo, Bressa, Brunetta, Caparini, Catania, @pagina=0032@Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Garofani, Locatelli, Losacco, Lupi, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

PAGINA: 0007

Si riprende la discussione. (Vedi RS)

PAGINA: 0032

Si riprende la discussione.

PAGINA: 0007

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.5000.

PAGINA: 0032

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Capua 1.32.
  Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'emendamento 1.4006 del Governo.
  Avverto inoltre che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.5000 che è in distribuzione e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla presentazione di subemendamenti.
  Avverto che la Commissione affari costituzionali ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 3444-A).
  Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento Capodicasa 1.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capodicasa. Ne ha facoltà.

PAGINA: 0007

  Intervengono sull'emendamento Capodicasa 1.33 i deputati ANGELO CAPODICASA (PD) (Vedi RS), CLAUDIA MANNINO (M5S) (Vedi RS), RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), relatrice di minoranza, ROBERTO GIACHETTI (PD) (Vedi RS) e FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), relatore di minoranza.

PAGINA: 0032

  ANGELO CAPODICASA. Intervengo brevemente per fare un'illustrazione di questo emendamento, che si collega ad un emendamento approvato in Commissione bilancio, riformulato dai relatori, che disponeva delle deroghe alla legge n. 125 del 2013 per quanto concerne la proroga dei contratti dei lavoratori precari delle regioni a statuto speciale, che operano soprattutto negli enti locali.
  Per quanto riguarda la regione da cui provengo, la Sicilia, si tratta di circa 22 mila unità, che, da oltre un ventennio...

PAGINA: 0033

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, intervengo perché l'argomento di cui parla il collega Capodicasa a noi siciliani è ben noto; e noi siamo assolutamente contrari a questo emendamento: non perché siamo contrari agli LSU, ma per il problema sociale che la politica ha creato nei confronti di questi LSU. Non facendo i concorsi, si sono fatti questi contratti che sono sempre figli della politica, figli di campagne elettorali e di promesse di voto fatte nella nostra regione !
  Quando noi ci siamo presentati in regione siciliana in campagna elettorale, e anche al comune di Palermo come nelle altre città, il progetto era ben chiaro: chiariamo bene di cosa ha bisogno la Sicilia, e poi parliamo di un'eventuale stabilizzazione. Quello che non serve va tagliato, ma quello che serve va organizzato. Queste persone devono essere riassegnate con delle mansioni ben precise e con delle competenze ben precise. Serve un piano organico, non serve il solito emendamento «marchettista» siciliano che fa vedere la Sicilia come una terra di cittadini che non vogliono lavorare e che vogliono solo essere stabilizzati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! I 22 mila siciliani si aggiungono ai tanti altri precari, che appunto – lo ribadisco – sono figli di tutte le campagne elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0033

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Presidente, noi avevamo il parere contrario su questo emendamento, ma prima...

PAGINA: 0034

  ROBERTO GIACHETTI. Signora Presidente, dopo l'appassionato intervento dell'onorevole Mannino, volevo soltanto segnalare che il relatore del gruppo MoVimento 5 Stelle aveva dato parere favorevole a questo emendamento.

PAGINA: 0034

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Signora Presidente, noi manteniamo il parere favorevole, confermiamo dunque il parere dato precedentemente.

PAGINA: 0007

  Interviene sull'emendamento 1.4005 del Governo il deputato GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), relatore di minoranza.

PAGINA: 0034

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Signora Presidente, solo per dire che il nostro parere sull'emendamento 1.4005 del Governo è favorevole, così come cambio il parere sugli emendamenti 1.4018, 1.4025 e 1.4026 del Governo.

PAGINA: 0007

  Intervengono sull'emendamento Rizzetto 1.34 i deputati WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS). TIZIANA CIPRINI (M5S) (Vedi RS) e RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), relatrice di minoranza.

PAGINA: 0035

  WALTER RIZZETTO. Signora Presidente, colleghi, io chiamerei un attimo di attenzione su questo emendamento che in Commissione lavoro abbiamo trattato molte e molte volte. Presidente, tra l'altro questo emendamento comporta ed agevola – cosa più unica che rara in seno alla legge di stabilità – nuovi risparmi per lo Stato. Dunque noi parliamo, Presidente, dello scorrimento delle graduatorie.
  Mi fa particolarmente piacere che tutte le opposizioni si siano espresse in modo favorevole per votare questo emendamento, si è espresso in modo favorevole il Movimento 5 Stelle, la Lega, all'epoca il Presidente Brunetta si è espresso, nei confronti del Ministro Alfano, a favore tra l'altro dello scorrimento delle graduatorie. Ora, Presidente, serve ricordare e sottolineare quanto la Corte dei conti ha affermato, sì Presidente, la stessa Corte dei conti che effettivamente ci dà l'indicazione rispetto al decreto territorio che deve essere necessariamente votato la prossima settimana. Bene, Presidente, la Corte dei conti dà priorità ad avvalersi delle graduatorie in corso, senza indire nuovi concorsi.

PAGINA: 0035

  TIZIANA CIPRINI. Signora Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamento, che tra l'altro avevo presentato anche io in Commissione bilancio. Volevo chiedere al Governo e alla maggioranza qual è la colpa di questi 4 mila vincitori di concorso non ancora assunti. La loro colpa è il merito evidentemente di aver superato un regolare concorso pubblico e di essere ancora in attesa di essere chiamati a ricoprire quel posto ottenuto col merito.
  In Commissione lavoro – a chiacchiere – tutti erano favorevoli a risolvere questa annosa questione, a partire da Cesare Damiano e dalla sua combriccola, poi nei fatti che succede in Commissione bilancio ? Che il nostro emendamento per la proroga delle graduatorie al 2018 viene bocciato e quello identico dell'onorevole Miccoli viene ritirato, quindi il PD sta evidentemente prendendo in giro ormai da anni più di 150 mila persone tra vincitori e idonei illusi anche a norma di legge, come la n. 125 del 2013, la legge D'Alia. Poi sono stati danneggiati ulteriormente dalla falsa abolizione delle province, con il personale da ricollocare che ha penalizzato gli idonei dei concorsi pubblici, e ancora presi in giro un'ennesima volta con la delega alla PA, la legge Madia, la legge n. 124 del 2015, che introduceva norme transitorie finalizzate esclusivamente all'assunzione dei vincitori di concorsi pubblici, come da emendamento del senatore PD Cuomo.
  Invece, qua in stabilità che si fa ? Si taglia il turnover, lo si riduce e quindi vorremmo sapere come si concilia tutto ciò ? Gradirei una risposta da parte del Governo. Allora, come ricordava il collega Rizzetto, lo ha ricordato anche la magistratura contabile che bisogna riprendere il percorso di ordinaria politica del personale con la necessità di disporre di professionalità specifiche in particolar modo connesse alle nuove tecnologie.
  E allora, quale merito viene premiato, come strombazzava la Madia qualche mese fa ? Ma quali giovani da far entrare nella pubblica amministrazione, dato che i dipendenti pubblici hanno attualmente un'età media di 55 anni ? Ebbene, 150 mila vincitori e donne di concorsi hanno @pagina=0036@richiesto un incontro urgente a Renzi, attendiamo quindi che vengano ricevuti al più presto.

PAGINA: 0036

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Signora Presidente, cambio il parere in favorevole e sottoscrivo l'emendamento.

PAGINA: 0008

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0036

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente sull'ordine dei lavori. All'emendamento Capodicasa 1.33 il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha votato difformemente per un errore di trascrizione del parere sul fascicolo. Quindi, la dichiarazione di voto della collega Mannino è corretta e il MoVimento era contrario sull'emendamento Capodicasa 1.33.

PAGINA: 0008

  Intervengono sull'emendamento Palese 1.35 i deputati ROCCO PALESE (Misto-CR) (Vedi RS) e IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS).

PAGINA: 0037

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Io intervengo con l'auspicio che il Governo e i relatori cambino parere su questo emendamento. Cambino parere perché qui è lo Stato che è in discussione in riferimento a quello che prevede questo emendamento.
  L'emendamento è finalizzato alla creazione di un fondo per i contenziosi connessi a sentenze esecutive relative a calamità o a cedimenti a favore dei comuni. Le risorse sono attribuite ai comuni che, a seguito di sentenze esecutive di risarcimento conseguenti a calamità naturali o a cedimenti strutturali o ad accordi transattivi ad esse collegate, sono obbligati a sostenere spese di ammontare complessivo superiore al 50 per cento della spesa corrente sostenuta come risultante dalla media degli ultimi tre rendiconti approvati.
  Perché io ritengo e auspico che il Governo debba cambiare parere su questo provvedimento e su questo emendamento ? Perché noi, signora Presidente, parliamo di due comuni in particolare. Parliamo di San Giuliano, dove nel 2003 o 2004 c’è stata una tragedia per il crollo di una scuola pubblica dove purtroppo morirono 27 bambini, 27 angeli di San Giuliano.
  San Giuliano è un comune piccolissimo e adesso gli sono state notificate le sentenze per danno e lo Stato è responsabile al 100 per cento, se non pure di più, perché si trattava di una scuola pubblica primaria. Il comune ha due possibilità: o va in dissesto o le dimissioni. Quindi, lo Stato deve comunque subentrare, perché comunque sarà nominato un commissario.
  Non si riesce a comprendere l'atteggiamento davanti a questa tragedia e davanti anche all'altra di pari importanza che riguarda Castellaneta, un comune pugliese in provincia di Taranto, dove diversi anni fa c’è stato un altro crollo di una palazzina con 34 morti. E anche questo comune si trova nelle stesse condizioni.
  Quindi, lo Stato comunque non è che «sarà coinvolto», ma è già coinvolto rispetto a questo problema. E non riesco a capire perché mai non si affronti anche la costituzione di un fondo in riferimento a questo problema. Infatti, i comuni o saranno sciolti perché vanno in dissesto e non possono fare il bilancio o ci saranno le dimissioni volontarie da parte dei comuni che hanno reso nota la questione anche in trasmissioni pubbliche di livello nazionale.
  Davanti a questa situazione, io ritengo che, non solo il Governo e anche i relatori dovrebbero pronunciarsi e cambiare parere, ma auspico anche che questa Assemblea, non solo venga informata su questo, ma si pronunci, non con il voto, ma si pronunci nella discussione...

PAGINA: 0037

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, nel sottolineare e concordare con quanto dichiarato adesso dall'onorevole Palese, voglio anche dire che la mia componente ha presentato un ordine del giorno che verrà sottoposto all'esame del Governo nel caso in cui l'emendamento non dovesse passare.

PAGINA: 0009

  Intervengono sull'emendamento Folino 1.36 i deputati VINCENZO FOLINO (SI-SEL) (Vedi RS) DANIELE CAPEZZONE (Misto-CR) (Vedi RS), MAURO PILI (Misto) (Vedi RS), MIRELLA LIUZZI (M5S) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), FILIBERTO ZARATTI (SI-SEL) (Vedi RS), ADRIANO ZACCAGNINI (SI-SEL) (Vedi RS), BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS), EUGENIA ROCCELLA (Misto-USEI) (Vedi RS), STEFANO FASSINA (SI-SEL) (Vedi RS), MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS), MIRKO BUSTO (M5S) (Vedi RS), ERMETE REALACCI (PD) (Vedi RS), GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS), ANTONIO PLACIDO (SI-SEL) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), EDMONDO CIRIELLI (FdI-AN) (Vedi RS) e MICHELE PIRAS (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0038

  VINCENZO FOLINO. Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene sui commi 129-ter e 129-quater inseriti dal Governo in sede di esame in Commissione per evitare – speriamo non ci riesca – il referendum proposto da dieci assemblee legislative regionali, che ha già passato il vaglio della Corte di cassazione ed è in attesa di quello della Corte costituzionale, previsto per il prossimo gennaio.
  Con le modifiche introdotte, sia al Codice ambientale, che al cosiddetto «sblocca Italia», il Governo tenta di eludere i quesiti referendari nella loro sostanza. E senza le modifiche da noi proposte ci riesce. Infatti, con il comma 129-ter si ribadisce il limite delle 12 miglia dalle linee di costa, ma facendo salvi i titoli abilitativi già rilasciati per la durata di vita utile del giacimento. Si evitano così unicamente i permessi di ricerca futuri, mentre si tengono in vita sine die i provvedimenti autorizzatori e concessori, sia precedenti al 29 giugno 2010, sia quelli in corso scaturiti dallo «sblocca Italia». E considerato appunto che rimane vigente la norma sui titoli unici le coste del mare Adriatico e del mar Jonio rimangono in balìa delle compagnie petrolifere.
  Per evitare tutto ciò, l'emendamento propone di sopprimere le parole: «per la durata di vita utile del giacimento» e propone l'interruzione dei procedimenti in corso. La strategia del Governo per evitare il referendum e placare i tanti movimenti di difesa dell'ambiente è corroborata in parallelo dalle compagnie e dalle lobby petrolifere. Basta leggere in questi giorni quotidiani e settimanali di primario rilievo che descrivono, riferendosi in particolare alla Basilicata, dove già si estraggono 80 mila barili al giorno e si viaggia verso i 154 mila, contesti paradisiaci francamente non corrispondenti alla realtà.
  Le menti sottili e raffinate delle lobby e delle strutture governative hanno introdotto con queste modifiche un doppio regime per il mare, come ho già detto, e un doppio regime per le estrazioni in terraferma. Infatti, nel comma 129-quater, che modifica il famigerato articolo 38 dello «sblocca Italia», si prevede un doppio regime con una semplice «o», che noi proponiamo di togliere con l'emendamento. Infatti, si sopprime anche la norma che prevedeva, in attesa dell'adozione del piano delle aree, di procedere a valutare e ad autorizzare con le norme previgenti allo «sblocca Italia».
  Con la nuova norma si può procedere con entrambe le normative. E una domanda sorge spontanea: perché da oltre un anno non è stata avanzata alcuna proposta di piano ? Perché non si è provato anche mediante piano stralcio relativo almeno a quelle regioni che ospitano già attività estrattive significative ?
  Il doppio regime riviene dalla soppressione del comma 1-bis dell'articolo 38, comma che fu inserito su proposta della onorevole Bianchi del PD, con il sostegno di quella parte del suo gruppo più sensibile ai temi ambientali. Il comma 1-bis prevede un piano delle aree in cui sono consentite le attività connesse alla estrazione di idrocarburi, da adottarsi d'intesa con la Conferenza unificata. È vero che la riformulazione dell'articolo 38, comma quinto, limita e circoscrive i tempi di ricerca e di estrazione e il comma 1 elimina la cosiddetta strategicità, fermandosi unicamente alla pubblica utilità, ma la soppressione del comma 1-bis e il doppio regime, con la previsione dei titoli unici e la loro reciproca convertibilità tra @pagina=0039@ricerca e coltivazione, rischiano di dare mano libera alle compagnie che utilizzeranno le sedi giurisdizionali per tutelare i loro interessi.
  Qui non c’è solo una questione di potere tra Governo e Parlamento, da una parte, e regione, dall'altra, che prossimamente cambieranno in direzione neo-centralistica; è una questione di tutela dei cittadini e delle comunità, è una questione di trasparenza, per la quale una necessaria e motivata pianificazione delle aree dell'attività risulta uno strumento indispensabile.
   Pertanto, proponiamo la soppressione della lettera b) per far rimanere vigente il comma 1-bis dell'articolo 38 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0039

  DANIELE CAPEZZONE. Se posso, signora Presidente, in trenta secondi intervengo solo per lasciare a verbale una posizione.
  Chi parla ritiene già molto sbagliate quelle richieste referendarie, che sono demagogiche e controproducenti. Mi rivolgo ai rappresentanti del Governo, che personalmente stimo, per dire che, a mio avviso, la legge di stabilità peggiora e va oltre le richieste referendarie perché bloccherà non solo sul petrolio e non solo sul metano. Crescerà la dipendenza energetica dall'estero del nostro Paese. Chi festeggerà tra qualche anno saranno i beneficiari esteri della nostra dipendenza energetica.
  Purtroppo, lo dico – è un'opinione personale – con grande amarezza: molto male quei referendum; ancora peggio il Governo, che per paura è andato addirittura ultra petitum. Ce ne ricorderemo fra qualche anno.

PAGINA: 0039

  MAURO PILI. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere questo emendamento.

PAGINA: 0039

  MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Il Movimento 5 Stelle voterà a favore di questo emendamento perché crediamo che ciò che è stato fatto, nottetempo in Commissione bilancio riguardo al petrolio e alle trivellazioni, non sia affatto un passo avanti di questo Governo e non ci sia veramente nulla da festeggiare.
  Infatti, sono fatti salvi quei procedimenti in corso per le attività petrolifere all'interno delle 12 miglia – e questo a noi ovviamente non piace – ma si potrà tranquillamente continuare a trivellare oltre le 12 miglia. Quindi, noi chiediamo – e avevamo chiesto in Commissione – una moratoria totale per tutte le trivellazioni in mare, mentre per quelle in terra questo emendamento non risolve praticamente nulla.
  Voglio dire anche al collega che è intervenuto che il petrolio qui in Italia viene prodotto principalmente in una regione, che è la Basilicata, che produce circa l'80 per cento del petrolio che viene prodotto qui in Italia. Ma il petrolio italiano concorre solo a circa il 7 per cento del fabbisogno nazionale. Quindi, in realtà con il referendum potremmo sì prendere una decisione forte e popolare ma, allo stesso tempo, il Governo avrebbe dovuto, come il Movimento 5 Stelle chiedeva, durante lo «sblocca Italia» cambiare quelle norme incredibili che erano gli articoli 38 e 36, su cui il Governo – ricordiamo – ha posto la fiducia sia qui alla Camera sia al Senato e non ci ha permesso assolutamente di modificare o di parlare di questo decreto allucinante che è stato fatto.
  Ora, corre ai ripari e durante l'iter di approvazione della legge di stabilità dà questo contentino per far festeggiare i presidenti della regioni come Emiliano, ad esempio, che si vuole porre come l'anti-Renzi probabilmente – chissà se ci riuscirà – ma i risultati sono questi. I risultati sono che non si va avanti ma si torna indietro, addirittura al «decreto Prestigiacomo». Si torna indietro e, quindi, questo @pagina=0040@Governo non va avanti ma semplicemente va indietro e riprende una norma che di per sé era anche criticabile.
  Noi chiedevamo – lo ripeto – una moratoria totale su tutte le trivellazioni in mare e assolutamente di rivedere quel decreto che è lo «sblocca Italia», che ha portato assolutamente a un'incredibile caos normativo che questo emendamento, inserito nel disegno di legge di stabilità andrà ad aumentare.
  Io credo che questo Governo, soprattutto dopo ciò che è accaduto a Parigi e dopo la riunione di Parigi, debba dare una risposta seria e concreta, debba finire con la dipendenza dall'energia fossile e debba andare oltre e se dobbiamo andare oltre dobbiamo anche cambiare l'idea energetica di questo Paese.
  Purtroppo, tutti i subemendamenti presentati in Commissione dal MoVimento 5 Stelle sono stati respinti e io credo che sia palese cosa continua a fare il Governo. Se si faranno o non si faranno i referendum non sta a noi dirlo, ma è certo il fatto che in Commissione il Governo abbia auspicato o, meglio, abbia predetto che questi referendum non si faranno. Questo ci fa pensare che c’è qualcosa che sta bollendo in pentola che, evidentemente, non è alla portata di tutti.
  Ecco perché ribadiamo di rivedere assolutamente questa norma e sicuramente il MoVimento 5 Stelle, anche con altre iniziative e anche nelle regioni interessate, si farà portavoce per cambiarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0040

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Sono rimasto stupito dall'intervento del collega, che poc'anzi ha cercato di spiegare a quest'Aula che la nostra indipendenza energetica deve passare per il rilancio delle trivellazioni in Italia. È un ragionamento che assolutamente è slegato dalla realtà, perché non tiene conto dei fabbisogni che oggi vengono testimoniati e, soprattutto, delle ipotesi dei giacimenti in essere, che testimonierebbero esattamente una produzione del 10 per cento se utilizzassimo tutto il petrolio e tutti i giacimenti in pochissimi anni. Questo andrebbe a coprire il nostro fabbisogno per pochissimi anni.
  Questo tipo di speculazione, in cui si cerca sempre di fare passare l'Italia per il Texas, è un vecchio retaggio della destra ma ormai è anche sostenuto ampiamente dal Partito Democratico. Questa soluzione emendativa secondo noi è molto importante. È un peccato che ci fossero le proposte emendative segnalate, perché avremmo voluto discutere nel merito altre questioni.

PAGINA: 0040

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Anch'io voglio intervenire sulle affermazioni che sono state fatte rispetto al fabbisogno energetico nazionale e a come, appunto, questa scelta di trivellare le nostre coste potrebbe, in qualche modo, alleviare questo nostro tipo di problema.
  Non è così ! Lo dicono i numeri: se tutti i giacimenti ipotizzati in Italia venissero sfruttati risolveremmo il problema per un quantitativo pari al 7 per cento del nostro fabbisogno nazionale, obiettivo che sarebbe facilmente raggiungibile attraverso un'efficace politica di risparmio energetico. Dunque, risparmio energetico !
  Dopodiché – e lo dico tramite lei, Presidente, al collega Capezzone – non si tiene neanche conto del fatto che il mercato internazionale del petrolio in questo momento è invaso da una quantità enorme perché, come è noto, per la prima volta gli americani, dopo quarant'anni, riaprano all'esportazione il loro petrolio.
  Quindi, non c’è necessità di andare a scavare le nostre coste ad un prezzo altissimo, con un pessimo prodotto di qualità come il popolo italiano...

PAGINA: 0041

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Io, con tutto il rispetto per la posizione differente dell'onorevole Capezzone, vorrei sottolineare come non è vero che si va oltre le richieste dei quesiti referendari ma, anzi, qui c’è uno svuotamento di quelle richieste e uno svuotamento di quelle norme che sarebbero arrivate con i referendum e che avrebbero modificato lo «sblocca Italia». Ciò lo si fa per svuotare queste norme e per non far sì che i referendum possano essere votati dai cittadini. Questo perché il Governo ha paura dei referendum, ha paura della partecipazione popolare ed è chiaro l'intento.
  Inoltre, c’è una regressione, perché il piano delle aree dove poter trivellare non ci sarà più e c’è un accentramento dei poteri che va a Palazzo Chigi nel momento in cui le regioni si riescono a mettere d'accordo...

PAGINA: 0041

  BRUNO TABACCI. Signora Presidente, io sarò slegato dalla realtà, purtuttavia, sentendo certi discorsi, mi è venuto di rivolgere un grato pensiero a Enrico Mattei che, con lo sfruttamento del gas nella Valle Padana, dalle porte di Torino a Cortemaggiore, fino al Delta del Po, pose le condizioni per lo sviluppo del Paese. Sentendo questi discorsi, mi è venuto proprio in mente di rivolgere un pensiero grato a lui e di notare la distanza siderale che c’è tra quella fase di ricostruzione del Paese e quella di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico).

PAGINA: 0041

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Io voterò contro l'emendamento, ma solo per dire che su questa materia i Governi, nel corso di pochi anni, hanno già cambiato più volte la normativa. Se noi diciamo continuamente che il messaggio che dobbiamo dare agli investitori è un messaggio di certezza sulla normativa per attirare investimenti, certo su questo tema non stiamo facendo un buon lavoro.

PAGINA: 0041

  STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Il merito dell'emendamento è stato ben illustrato dal collega Folino, da Zaratti e Zaccagnini. Io voglio fare il punto sul metodo. I quesiti referendari sono stati portati avanti da circa duecento associazioni e sono stati fatti propri da dieci consigli regionali. Credo che sia un grave vulnus alla democrazia di questo Paese il tentativo del Governo di aggirare i quesiti referendari che hanno già avuto una forte legittimazione democratica. Quindi, invito tutti i colleghi a prenderlo in considerazione e a votare a favore dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italia – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0041

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Allora, non abbiamo una strategia energetica nazionale, perché fate trivellare in tutta Italia senza nessun criterio nei mari e per terra. Non abbiamo una strategia per creare posti di lavoro perché vi abbiamo dimostrato più volte – il MoVimento 5 Stelle vi ha portato i dati – che queste strutture non portano posti di lavoro. Dovete investire in altro, vi dovete convincere di questo. Durante proprio la COP21, a Parigi, voi bloccate degli emendamenti che avrebbero sanato la situazione che avete creato, vergognosa, con lo «Sblocca Italia», mentre alla COP21, siete là a dichiarare il grado e mezzo e a @pagina=0042@parlare di decarbonizzazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci stiamo veramente prendendo in giro.
   Faccio solo un ultimo appunto. Sappiamo che il Governo e la maggioranza dice una cosa e ne fa un'altra, ma volevo fare un appunto a Tabacci. Probabilmente, Mattei oggi, con le condizioni di oggi, e non di sessant'anni fa, con le condizioni di oggi, Mattei farebbe altro, punterebbe sulle rinnovabili, Tabacci.

PAGINA: 0042

  MIRKO BUSTO. Presidente, mi unisco a quanto detto dal mio collega. A Parigi, abbiamo sentito il Ministro Galletti spergiurare sul grado e mezzo e adesso sentiamo continuare questi discorsi vecchi appunto di sessant'anni. L'era delle fossili è finita: Parigi lo deve dimostrare coi fatti. Va dimostrato che questo poco petrolio che abbiamo in Italia, che corrisponde a mega tonnellate di petrolio a 341, mettendo insieme le certe, le probabili e le possibili, quindi al massimo sono 2,9 anni di consumo nazionale, che è nulla. Questo poco petrolio va lasciato nel sottosuolo, va lasciato sotto i mari perché, per stare sotto i 2 gradi, noi dobbiamo fare questo; per stare sotto l'obiettivo dei 2 gradi dobbiamo lasciare il petrolio dove sta. Quindi, smettiamola di prenderci per i fondelli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0042

  ERMETE REALACCI. Grazie, Presidente. Alla fine, vengo al merito dall'emendamento: è giusta la richiesta che viene fatta di rivedere le politiche energetiche. L'Italia ha punti di forza e punti di debolezza e invito i colleghi a non essere sempre esterofili. Noi, nel campo per esempio dell'energia elettrica, siamo il primo Paese europeo, come percentuale da fonti rinnovabili, anche se questa politica si è fermata e bisognerebbe fare di più. Ed è chiaro che il futuro è legato al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili – lo dico al collega Tabacci e lo dico al collega Capezzone –: non lo dicono pericolosi luddisti; lo dice la Clinton che si pone come obiettivo nella campagna presidenziale americana del 100 per cento di fonti rinnovabili.
  Sul petrolio, ci possono essere giudizi diversi: io non ero un fan delle norme che erano state introdotte nello «Sblocca Italia», anche se le abbiamo molto migliorate in Commissione; non a caso, adesso si chiede di ripristinare alcune cose e, non a caso, avevamo introdotto delle normative che sono le più avanzate d'Europa, come il divieto del fracking o l'obbligo del deposito per chi fa le trivellazioni. Quindi, anche a tal proposito, gli altri Paesi europei non fanno meglio di noi.
  Ma io ho sempre pensato che per il nostro Paese non fosse quella una scelta strategica; non lo era allora, non lo è oggi. Dico al collega Tabacci e al collega Capezzone che in questo momento il petrolio nel mondo vale 35 dollari a barile, un quarto di quanto valeva anni fa, ce lo tirano dietro, per così dire. Noi ne abbiamo poco, non è interessante, forse può far salire le quotazioni in borsa di qualche società che fa le trivellazioni, ma sicuramente non è un affare, tant’è vero che l'ENI non lo cerca, la nostra compagnia nazionale non cerca il petrolio nei nostri mari.
  Quindi, la scelta del Governo sicuramente risponde all'iniziativa referendaria delle regioni, ma questo non è un vulnus, collega Fassina: i referendum si fanno e se uno poi cambia le norme nella direzione di quelli che hanno proposto il referendum, tanto di guadagnato; è sempre accaduto nella storia di questo Paese ed è una dialettica democratica. Il Governo ha fatto, a mio avviso, sulla spinta del referendum, una scelta saggia, che impedisce di imboccare una strada sbagliata. C’è un dubbio in questa scelta ed io voglio chiarirlo. Io – come ho detto – ho parlato personalmente con il sottosegretario De Vincenti; ci poteva essere il dubbio che, @pagina=0043@nelle more dell'approvazione di questa norma, fosse possibile autorizzare, ad esempio, Ombrina, che è un progetto di perforazione al largo dell'Abruzzo. Il Sottosegretario De Vincenti, pubblicamente, ha confermato che questo non c’è: non si faranno progetti Ombrina, non ci saranno nuove perforazioni petrolifere per coltivare nuovi campi. Non basta questo per salvare le politiche energetiche, perché bisogna anche fare, per esempio, i campi solari, bisogna fare anche i campi eolici e spesso ci sono opposizioni anche a queste cose, anche quando questo è sbagliato. Non basta, ma è un passo nella giusta direzione, che fa capire che l'Italia, dopo Parigi, cambia rotta.

PAGINA: 0043

  GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Io capisco che certi colleghi siano un po’ fossilizzati su queste poltrone, da non sapere bene cosa sia l'energia fossile, quale sia il reale fabbisogno in Italia e quali siano i numeri, però bisognerebbe parlare un po’ con un minimo di cognizione di causa, quando si affrontano determinati argomenti e certi interventi fanno capire che di cognizione di causa qui ce n’è ben poca.
   Volevo ricordare comunque che l'emendamento del Governo approvato in Commissione, in realtà, non ha cambiato un bel nulla, quasi nulla, perché con quell'emendamento si bloccano, sì e no, tre o quattro procedimenti che erano in fase di autorizzazione in tutto il territorio nazionale, ma tutto il resto andrà avanti. Quell'emendamento servirà soltanto al Governo Renzi ad evitare una campagna referendaria nella quale doveva esplicitare a tutti gli italiani quello che noi diciamo da sempre, che il PD è, resta e resterà il partito dei petrolieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0043

  ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Io non so francamente che cosa avrebbe pensato Ugo Mattei (Commenti), ma mi guarderei dal rischio di accostare...

PAGINA: 0043

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Solo un minuto per ricordare all'onorevole Realacci che, quando un Governo fa un decreto su questa materia, non auspica una dialettica democratica; semmai, sta facendo una dialettica lobbistica. Altresì, se si interviene in legge di stabilità per fare un altro accrocco, evidentemente è perché si ha paura della democrazia, perché, altrimenti, con un voto referendario quasi plebiscitario, questo Governo andrebbe a casa, ed è questo che voi cercate di evitare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0043

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, innanzitutto è l'occasione per chiarire bene @pagina=0044@la nostra posizione, visto che qualcuno usa a sproposito il termine «destra». Noi siamo sempre stati contrarissimi alle trivellazioni indiscriminate, ma non perché sul piano ideologico non riteniamo che il gas, piuttosto che il petrolio, se convenienti, possano essere usati. Rispondo a chi impropriamente cita fatti storici che con il presente, sinceramente, non hanno nulla a che vedere, perché allora si usavano le risorse per costruire infrastrutture, per rilanciare il Paese; oggi si usano i soldi pubblici per fare mance elettorali.
E, d'altro canto, la vicenda dalla Basilicata lo dimostra chiaramente: se fosse vero quello che si dice, grazie al petrolio la Basilicata dovrebbe essere una delle regioni più ricche d'Italia, perché per risorse lo potrebbe essere; invece, è una delle più povere, a dimostrazione non soltanto che le royalties che vanno alla regione Basilicata sono pochissime rispetto a quelle che vanno al Governo e ai petrolieri, ma anche che i soldi non vengono utilizzati per fare infrastrutture.
  Quindi, innanzitutto, facciamo in modo di essere certi di avere tecnologie adeguate per le estrazioni, e oggi non ci sono. D'altro canto, un Paese come il nostro, super antropizzato, con zone verdi importanti, rischierebbe un tracollo dal punto di vista ambientale, sicuramente con gravi rischi idrografici. Lo dico anche perché pure la mia provincia, la provincia di Salerno, nel vallo di Diano, è esposta a un gravissimo attacco e a un rischio pesante, quando si sa bene che sotto c’è un grandissimo bacino idrografico.
  Allora, non abbiamo la tecnologia, usiamo i soldi non per far sviluppare il Paese con grandi infrastrutture, come sì faceva il mal citato Mattei, e poi rubiamo anche alle future generazioni un'opportunità in momenti difficili, atteso che oggi il petrolio non costa niente. Quindi, mi sembra assolutamente un modo improvvido di procedere da parte del Governo, al quale noi siamo fermamente contrari.

PAGINA: 0044

  MICHELE PIRAS. Anche io, Presidente, non sarei per mischiare il sacro con il profano. Il tempo di Enrico Mattei era un altro tempo, era tempo di intervento pubblico, di rinascita economica del Paese, di investimento nell'indipendenza nazionale; oggi siamo in tempi affatto uguali, perché, se voi andate a vedere il 99,9 per cento, la totalità delle richieste di ricerche per idrocarburi o gas naturale nelle nostre regioni, sono richieste di multinazionali.
  Quindi, avete un bel dire voi dell'indipendenza energetica di Enrico Mattei, perché stiamo parlando di ben altro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà); stiamo parlando, anzi, della svendita del nostro territorio, dell'asservimento ancora del Meridione d'Italia agli interessi di un'altra parte del Paese. Allora, noi non siamo di fronte a uno schieramento, non siete di fronte – vi vorrei tranquillizzare – a uno schieramento neoluddista. Voi siete di fronte a uno schieramento che si è reso conto che quello sviluppo che ha sacrificato il territorio oggi merita un'alternativa, merita la valorizzazione dell'ambiente, merita la bonifica e merita la tutela, cioè il ritorno indietro...

PAGINA: 0009

  Intervengono sull'emendamento Baldassarre 1.37 i deputati GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), che ne chiede la votazione pe parti separate, ADRIANO ZACCAGNINI (SI-SEL) (Vedi RS) e MAURO PILI (Misto) (Vedi RS).

PAGINA: 0045

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, il dibattito è stato fatto sul precedente emendamento. Vorrei, però, chiedere che questo emendamento sia votato per due parti separate. Qui parliamo, nel primo caso, dei titoli, e se ne è parlato ampiamente prima; nel secondo caso, invece, parliamo di un argomento che non è stato toccato, ma che è molto importante, che riguarda i piani di area che sono stati soppressi con questo emendamento del Governo. Invece, noi riteniamo che sia molto importante ripristinare un piano d'area che programmi, da parte del Governo e delle regioni, gli eventuali investimenti e progetti nel campo energetico. Quindi, chiedo di votare per parti separate.

PAGINA: 0045

  ADRIANO ZACCAGNINI. Certo, Presidente, non vedo perché dovrei intervenire fuori dal merito.

PAGINA: 0046

  MAURO PILI. Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere questo emendamento.

PAGINA: 0009

  Interviene sull'emendamento Marcon 1.39 la deputata ANNALISA PANNARALE (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0047

  ANNALISA PANNARALE. Presidente, ci sono emendamenti che sono portatori di una chiara idea di Paese e di crescita collettiva. Abbiamo parlato a lungo di modello energetico poco fa e questo è un altro emendamento che porta dentro una visione diversa e alternativa, perché tra le questioni assolutamente grandi e irrisolte in questo Paese ce n’è una che si chiama diritto allo studio, e nello specifico al diritto allo studio universitari.

PAGINA: 0009

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI INDI DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)

PAGINA: 0047

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI (ore 15,38)

PAGINA: 0010

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che l'emendamento Pagano 1.40 è stato ritirato dai presentatori.

PAGINA: 0048

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 1.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PAGINA: 0010

  Intervengono sull'emendamento Simonetti 1.43 i deputati ROBERTO SIMONETTI (LNA) (Vedi RS) GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), relatore di minoranza, TIZIANA CIPRINI (M5S) (Vedi RS), RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS) WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS), DAVIDE TRIPIEDI (M5S) (Vedi RS), MARIASTELLA GELMINI (FI-PdL) (Vedi RS), GIORGIA MELONI (FdI-AN) (Vedi RS) e ROBERTA LOMBARDI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0048

  ROBERTO SIMONETTI. Signora Presidente, Viceministro, siamo di nuovo qui a parlare della proroga di «Opzione donna». Io ritento: la prima non mi è andata bene, la seconda neanche, adesso le ho trovato la soluzione che lei mi ha richiesto in Commissione.@pagina=0049@
  Se la prima ipotesi non era coperta perché non si veniva a garantire l'univocità di bilancio, con questo emendamento noi diamo la possibilità al Parlamento e al Governo di rendere automatico l'utilizzo delle risultanze provenienti appunto dal consuntivo e dal monitoraggio realizzato dall'INPS attraverso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attraverso il cosiddetto conteggio effettivo delle spese effettuate rispetto a quanto preventivato dalla norma e a quanto speso in consuntivo, in funzione dell'utilizzo del famoso contatore giustamente proposto dal presidente Damiano e sottoscritto da tutta la Commissione.
  Nell'ipotesi che è emersa poi durante il dibattito in Commissione bilancio, quella appunto di attendere comunque, a valle delle risultanze di questa certificazione, un provvedimento legislativo successivo, per avere la possibilità, attraverso una norma di legge, di impegnare quelle somme di un'annualità sull'annualità successiva, noi con questo emendamento creiamo invece un meccanismo diretto: quello di effettuare un accertamento delle somme non impegnate utilizzabili per ulteriori interventi con finalità analoghe annualmente con il procedimento della conferenza dei servizi; attraverso la ricerca e la determinazione di una copertura, che è quella che viene ad essere individuata nella seconda parte dell'emendamento.
  Quindi qui, Viceministro, c’è la necessità di ritornare sul punto. Il punto qual è ? È quello di dare univocità e certezza alla sperimentazione voluta nel 2004 dal Ministro Maroni, che è quella di far accedere al sistema pensionistico le donne lavoratrici con 35 anni di contributi, o 37 anni di contributi per il lavoro autonomo, affinché vi sia appunto la possibilità di rendere strutturale tale sperimentazione, così com'era previsto nella legge del 2004.
  Questo fra l'altro è un sistema che «penalizza» le lavoratrici, perché essendo tutto completamente contributivo, e non retributivo, ci possono certamente essere dei risparmi per lo Stato, perché se queste donne lavoratrici dovessero entrare nel sistema pensionistico col sistema misto, o addirittura con tutto il retributivo, questo sarebbe un costo maggiore per le casse dell'INPS, e quindi dello Stato. Poter far accedere al sistema pensionistico le donne lavoratrici con il sistema completamente contributivo pone ovviamente un risparmio per lo Stato.
  Le volevo chiedere quindi, Viceministro Morando, se alla terza volta lei vuole accettare questo che è lo spirito di tutta la Commissione lavoro, che è quello di rendere strutturale, stabile la sperimentazione di «opzione donna».

PAGINA: 0049

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Signora Presidente, intervengo per cambiare il parere da astenuto a favorevole, e per sottoscrivere questo emendamento insieme alla collega Marisa Nicchi.

PAGINA: 0049

  TIZIANA CIPRINI. Signora Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento insieme al collega Cominardi.

PAGINA: 0049

  RENATA POLVERINI. Presidente, sottoscrivo anche io: pur apprezzando il lavoro che è stato fatto in Commissione dai colleghi di maggioranza, questo è l'emendamento che renderebbe immediatamente fruibile la cosiddetta clausola «opzione donna». Sono tante le donne che aspettano semplicemente l'attuazione di una norma che già c’è, e per quanto ci riguarda era già chiara; e quindi naturalmente votiamo favorevolmente, dopo averlo sottoscritto.

PAGINA: 0050

  WALTER RIZZETTO. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento, ricordando a tutta l'Aula che di fatto questo è un sistema contributivo: già il sistema contributivo va di per se stesso a scorporare qualche soldo a fine mese rispetto all'assegno pensionistico; e ricordando un'altra volta all'Aula che il nostro lavoro del prossimo anno sarà quello di rendere il sistema contributivo eventualmente fruibile non soltanto per le donne, ma anche per i maschi. Quindi, Presidente, io sottoscrivo volentieri questa proposta emendativa !

PAGINA: 0050

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.

PAGINA: 0050

  MARIASTELLA GELMINI. Signora Presidente, intervengo per aggiungere solo la mia firma nella sottoscrizione.

PAGINA: 0050

  GIORGIA MELONI. Presidente, anch'io aggiungo la firma.

PAGINA: 0050

  ROBERTA LOMBARDI. Signora Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere l'emendamento, insieme alla collega Chimienti.

PAGINA: 0010

  Interviene sull'emendamento Polverini 1.44 il deputato ALBERTO GIORGETTI (FI-PdL) (Vedi RS).

PAGINA: 0050

  ALBERTO GIORGETTI. Presidente, volevamo illustrare come gruppo questo emendamento, perché è all'interno del pacchetto delle proposte alternative di Forza Italia relativamente alle condizioni complessive in cui si trovano oggi i pensionati, e più in generale, ovviamente, al tema delle famiglie.
  Il tema delle famiglie, lo avevamo ricordato prima attraverso un intervento specifico che riguardava la fiscalità della famiglia con il quoziente familiare, lo riprendiamo con questo emendamento. Questo emendamento è relativo ad una questione che ha visto quest'Aula confrontarsi in modo molto vivace con il Governo @pagina=0051@attorno alla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la norma Fornero del 2011 contenuta nel Salva Italia. Allora, in realtà, l'adeguamento delle pensioni non è stato fatto in modo idoneo, noi vogliamo che si riesca a intervenire attraverso un pieno recupero e un pieno adeguamento dei trattamenti previdenziali, con l'obiettivo di conservare il potere d'acquisto delle somme percepite da parte dei pensionati, da cui deriva, ovviamente, una necessità – che noi consideriamo quella di un diritto soggettivo – che è quella della «prestazione previdenziale» che dovrebbe essere idoneamente adeguata.
  Questo argomento si collega in modo molto puntuale, ovviamente, alla legge di stabilità secondo le logiche che avevamo prima ricordato relativamente al tema del quoziente familiare. Sappiamo molto bene che oggi c’è una necessità di recupero del potere d'acquisto delle famiglie; una necessità di sostenere la domanda interna per aiutare un percorso di ripresa che stenta ad affacciarsi in modo idoneo e rientra tra quei provvedimenti che consentirebbero di tirare fiato alle famiglie che hanno visto, in questi anni, ridurre progressivamente i posti di lavoro, avere dei trattamenti pensionistici inidonei ad affrontare, purtroppo, il costo della vita e l'impegno della quotidianità, riuscire, quindi, in questo modo a creare quei sistemi famiglia che consentono al Paese di guardare avanti.
  Allora noi abbiamo fatto questo intervento, lavorando con una copertura specifica che riguarda la spending review, ma noi riteniamo sempre che il progetto complessivo fosse compatibile rispetto al tema della modifica dei saldi, su cui noi, come avevo detto, interveniamo su ogni emendamento – cioè la scelta di lavorare in deficit con una legge di stabilità sostanzialmente scoperta – almeno il deficit avrebbe dovuto essere utilizzato per questo tipo di iniezioni fondamentali nei confronti dei pensionati e delle famiglie, per sostenerli, davvero, di fronte a questo contesto storico e economico così difficile. Invece, sono state utilizzate quelle risorse per dare un po’ di prebende ai territori e, con rispetto ovviamente sul tema della sicurezza, avremmo potuto lavorare attraverso una rimodulazione della spesa che avrebbe sicuramente sortito effetti migliori.
  Quindi, veramente, il tema è riuscire a recuperare nei prossimi tempi l'adeguamento alla sentenza della Corte costituzionale che noi riteniamo una priorità strategica per il Paese.

PAGINA: 0010

  Intervengono sull'emendamento Brunetta 1.45 i deputati ALBERTO GIORGETTI (FI-PdL) (Vedi RS) e RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS).

PAGINA: 0051

  ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Rapidamente, anche questo emendamento riprende il tema, da parte nostra, sempre, delle pensioni minime. Quello che è stato un provvedimento del Governo Berlusconi, quello dell'innalzamento delle pensioni minime, noi vorremmo che venisse recuperato attraverso l'aumento delle pensioni minime a 800 euro, sempre per lavorare nella logica della restituzione del potere d'acquisto ai pensionati.@pagina=0052@
  Anche da questo punto di vista noi riteniamo che, oggi, un intervento che possa rimodulare il tema della spesa complessiva della pubblica amministrazione, all'interno delle maglie del bilancio dello Stato che ha ancora degli spazi idonei, potrebbe dare un segnale significativo a quelle fasce, oggi, di pensionati che si trovano comunque a godere di una pensione minima che non è più utile alla sussistenza, ma che, evidentemente, attesta una situazione di sostanziale povertà in cui versano, purtroppo, molti pensionati e di conseguenza molte famiglie. Il tema, quindi, del nucleo familiare, l'intervento sulle pensioni minime, l'adeguamento alla legge Fornero e il quoziente familiare per quello che riguarda la fiscalità rappresentavano un pacchetto che – modulato anche magari in una progressione annuale che avesse delle fasi di progressiva attuazione – noi riteniamo fosse uno degli elementi fondamentali di politica economica e fiscale che mancano all'interno di queste leggi di stabilità e che va a differenziare in modo significativo il centrodestra, rispetto all'attuale maggioranza.

PAGINA: 0052

  RENATA POLVERINI. Grazie, Presidente, lei guardava dall'altra parte, magari la prossima volta giro, le chiedo la parola da là...

PAGINA: 0011

  Intervengono sull'emendamento Fratoianni 1.49 i deputati GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS), MASSIMO ENRICO CORSARO (Misto-CR) (Vedi RS), TIZIANO ARLOTTI (PD) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS), GIULIO MARCON (SI-SEL) (Vedi RS), ROBERTO CAON (Misto) (Vedi RS) e VINCENZO GAROFALO (AP) (Vedi RS).

PAGINA: 0053

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente. Credo che l'Aula sappia che, fra le tante scelte fatte con questa legge di stabilità da parte della maggioranza, vi è stata anche quella di cancellare completamente la tassazione che gravava sulle grandi imbarcazioni da diporto, dette anche volgarmente yacht. Stiamo parlando di quelle grandi perché sotto i quattordici metri, cioè le imbarcazioni più modeste a disposizione anche di chi voglia fare sport in questo Paese era già stata cancellata negli scorsi anni. Qui si va proprio su quelle sopra i 14 metri, quelle molto grandi, anche quelle oltre i 60 metri, che vediamo solo in alcuni porti molto esclusivi di questo Paese.
  È stato fatto perché si è detto che era in crisi l'industria nautica, come se questo lo scoprissimo oggi e come se potesse essere credibile che un'intera industria entri in crisi perché a chi possiede uno yacht di 16 metri si chiede di pagare 800 euro all'anno di tasse. Voi credete che ciò sia credibile ? Io personalmente no, credo che incida molto di più il fatto, per esempio, che mentre i mercati si spostano e mentre molti degli acquirenti di nuova generazione vengono dalla Cina, noi vendiamo proprio ai cinesi i cantieri in cui queste imbarcazioni vengono fatte. Questi, giustamente, penso alla Ferretti per esempio, dopo un po’ possono pensare di chiudere questi cantieri per riaprirli una volta acquisito know-how in Cina. Forse è per questo, quindi, che l'industria nautica entra in crisi, molto più del fatto che si decida di far pagare su un bene di lusso per eccellenza un piccolo contributo fiscale ! Parliamo esattamente di questo. Vi ricordo che in Italia chi possiede una Panda 1200 cc di cilindrata paga oltre 200 euro all'anno di bollo, mentre qui noi chiedevamo appunto 850 euro su una barca di diciassette metri. Ora, mi volete spiegare che razza di Paese è quello che costringe a pagare centinaia di euro su un'auto di nessun lusso, cioè su un'auto @pagina=0054@che serve ad una persona anziana per andare a fare la spesa, ma cancella completamente la tassa sugli yacht ? Perché qui passa il principio, a me dispiace che anche il Partito Democratico si sia schiacciato su una cosa che appartiene proprio alla peggior destra internazionale da un punto di vista culturale, cioè l'idea che dato che i soldi possono scappare all'estero, gli yacht possono trasferirsi all'estero, chi ha grandi capitali finanziari può portarli in Svizzera, allora i beni di chi ha di più devono essere completamente detassati perché, altrimenti, poverini, scappano e le tasse possono rimanere solo ed esclusivamente su chi lavora in questo Paese, perché chi lavora non ha la possibilità di portare fuori quel poco denaro che guadagna e quindi su quello può essere applicata l'IVA in aumento, su quello si può applicare accise sempre più alte sulla benzina, si possono continuare a far pagare bolli, si può far pagare l'Irpef con le aliquote che conosciamo. In quel caso si può pagare, mentre invece chi dispone appunto non solo di ricchezze finanziarie, ma in casi come questo anche di un bene voluttuario e di lusso per eccellenza, viene completamente condonato e, ripeto, non si dica, nessuno abbia il coraggio di dire che si è fatto questo intervento per salvare l'industria nautica italiana perché questo non è vero !
  Voi potete continuare a prenderci in giro dentro quest'Aula, ma io spero che almeno fuori la gente abbia l'intelligenza per farvi sapere che non è possibile sempre raccontare balle, crederci e fare finta di niente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !

PAGINA: 0054

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente. Premetto che non sono proprietario neanche di un canotto a remi, ma non voglio perdere l'occasione di ricordare che ciò di cui si sta parlando è, tra le tante, quella che ha vinto la difficile concorrenza di essere la norma più idiota prodotta dall'allora Governo Monti. La norma, voglio ricordarlo, che venne salutata dalla sinistra con un manifesto che fotografava una barca con la scrittura sotto: Anche i ricchi piangono.
  La prova dei fatti ha mostrato che i ricchi non hanno cominciato a piangere, hanno semplicemente diretto la prua delle loro imbarcazioni verso la Costa Azzurra, verso la Corsica, verso la Tunisia e verso la Croazia, e in cambio in Italia, nelle nostre coste e nelle nostre marine, hanno smesso di lavorare, cosa che dovrebbe riguardare anche l'interesse della sinistra che parla di economia senza capirla, hanno smesso di lavorare quelli che nelle marine si occupavano di vendere gelati, di vendere i costumi da bagno, di fare l'assistenza, di andare a fare le pulizie, quelli che gestivano le realtà alberghiere e di ospitalità. In una parola si è data una ulteriore botta economica alla capacità del nostro sistema di ospitalità e del nostro turismo di creare reddito, senza aver dato alcun tipo di fastidio ai famosi ricchi che avrebbero dovuto piangere e che continuano a prendere il sole in coste diverse dalla nostra.

PAGINA: 0054

  TIZIANO ARLOTTI. Grazie Presidente. Credo che su questa vicenda si siano fatte molte chiacchiere e si siano dimenticati dei dati. Quando viene approvata la cosiddetta tassa di stazionamento dal Governo Monti, con il famoso «salva Italia», nel giro di quei due mesi in cui è stato convertito il provvedimento ben 17.000 imbarcazioni hanno solcato i mari e sono andate in Francia, sono andate in Croazia o sono andate in Grecia, per un motivo molto semplice: perché la tassa di stazionamento in quei luoghi non c’è. Complessivamente sono partite e sono andate in altri Paesi 40.000 imbarcazioni ! Questo nel giro di tre anni ha creato una diminuzione di 10.000 posti di lavoro, per un incasso riferito al 2014 di 6.760.000 euro ! Sono a bilancio !@pagina=0055@
  Se vogliamo parlare di lavoro, se vogliamo parlare di sviluppo, dobbiamo dire che questo è un settore che dà occupazione complessivamente a più di 80.000 persone, è un settore che, solo per aver perso 10.000 persone nel loro posto di lavoro, nei cantieri e nell'indotto ha lasciato più di un miliardo di salari in giro ! Quanto sono costati come ammortizzatori sociali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Qual è stato qual è stato il danno che hanno creato al turismo ? Il turismo che viene nelle darsene spende esattamente il doppio del turismo normale ! Sono dati Bankitalia. Stiamo parlando di questo, vogliamo parlare di demagogia, di ideologia o di cose serie ?
  Io vengo dal mondo del lavoro, ho pensato a quei lavoratori, ho pensato a quello che ha perso il turismo da questo punto di vista ! Vedremo nel 2016 cosa accadrà !
  È bastato stabilizzare una parte di IVA definitivamente al 10 per cento dal 22 che era portandola al livello degli altri Paesi, è bastato questo per dare un segnale di inversione di tendenza ! Noi siamo leader a livello mondiale per la nautica ! Lo sappiamo o no ? Vogliamo distruggere anche questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?
  Quattro miliardi e mezzo di esportazioni ! Si tratta del nono settore in assoluto per capacità reddituale e di avanzo con l'estero. Siamo davanti agli inglesi, ai tedeschi e agli americani.
  Siamo leader a livello mondiale ! Dobbiamo vergognarci di questo ? Se vengono i cinesi che comprano le nostre aziende, vuol dire che chi ci lavora li portano da là o ci sono i nostri tecnici che lavorano ? Così come noi quando andiamo fuori.
  Quindi, per cortesia lasciamo stare queste azioni demagogiche e parliamo del concreto. Quello che dava questa tassa erano 6.760.000 euro: lo troverete sul conto – mi sembra – 2222 e andate a vederlo. Questo è quello che dava; quello che abbiam perso e quello che vi ho detto e dobbiamo recuperarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0055

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. La scusante del collega Arlotti è che lui non era presente in quest'Aula nella scorsa legislatura, quando il suo partito ha votato quella norma lì, che adesso tutti quanti... Come qualcuno, che ha anche applaudito in questo momento qui, ha votato quella norma, che giustamente il collega Corsaro ha definito la più idiota del «Salva Italia». Ce ne sono tante altre idiote lì dentro, ma quella è veramente la più idiota. Quindi, lamentarsi adesso di una cosa che il suo stesso partito ha fatto qualche anno fa è di un'ipocrisia assoluta, come ipocrita, collega Paglia, è parlare di una tassa di possesso sulla lunghezza delle barche e poi dire che in realtà voi avevate proposto solo 850 euro, anziché una cifra diversa, e in realtà poi sopprimere totalmente l'articolo.
  Cortesemente, visto che è già stato difficile il parto di questa legge di «instabilità» economica perché di questo si tratta, non di stabilità, almeno parliamo dei contenuti reali e non facciamo della demagogia e della propaganda.

PAGINA: 0055

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente; io non voterò questo emendamento anche sulla scorta di quanto affermato poc'anzi dal collega Corsaro. È la norma più stupida del Governo Monti. In questo caso probabilmente tra le tante schifezze che il Partito Democratico ha portato avanti in questa legge di stabilità, questa penso che abbia un minimo di ragione. Vorrei ricordare al collega Paglia che questa logica del tutto comunista per cui un cosiddetto yacht da 17, 15 o 16 metri, bene, collega Paglia, un così detto yacht da 15 metri di seconda o terza mano può costare anche 10, 15 o 20.000 euro. Non sono – voglio dire – cifre assolutamente milionarie.@pagina=0056@
  Chiudo, Presidente, dicendo che non considera questo tipo di sinistra tutto l'indotto che può creare un cosiddetto yacht di 15 metri in quelle che sono le marine e le strutture ricettive ad oggi in Italia. Quindi, per cortesia e di nuovo, non facciamo per l'ennesima volta questa demagogia spicciola.

PAGINA: 0056

  GIULIO MARCON. Io penso – vorrei dire sommessamente ai colleghi del Partito Democratico – che c’è un articolo della Costituzione, l'articolo 53, che ci invita a improntare alla progressività il nostro sistema fiscale. C’è un principio importante che fonda, come posso dire, il patto di un Paese, che è quello della giustizia fiscale, della giustizia sociale. In un Paese in cui il possessore di un'utilitaria paga 200-300 euro per il possesso di quella macchina e il possessore di yacht di 40, 50, 60 metri non paga niente, questo non è un Paese che rispetta quella Costituzione, questo non è un Paese che rispetta il principio della giustizia sociale e della giustizia fiscale.
  Non è un favore che si fa agli operai, ma è un favore che si fa ai ricchi, a chi può comprarsi quegli yacht e mi fa specie che nel Partito Democratico il dibattito sia come difendere, diciamo, i possessori di quegli yacht e non invece come rilanciare un settore, quello della cantieristica, che potrebbe utilizzare i propri investimenti per fare ben altro. Abbiamo delle carenze molto grandi...

PAGINA: 0056

  ROBERTO CAON. Presidente, volevo solo dire «benvenuto» al Partito Democratico, a un partito di persone normali, perché vedere queste piroette che il loro giornale intitolava «Colpiti anche i ricchi» facendo vedere la barca che si spaccava a metà; oppure quando sono andati a fare quelle visite a Cortina nel bel mezzo delle ferie; allora vi dico: benvenuti nella realtà.

PAGINA: 0056

  VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Dobbiamo abituarci a un altro modo di ragionare. Quando ci si accorge che le cose che sono stabilite non funzionano, bisogna avere il coraggio di cambiarle.
  Sulla tassa di stazionamento il Governo Monti aveva previsto delle entrate che non sono mai giunte e aveva previsto dei risultati fiscali che non sono arrivati, proprio perché quella politica di mettere le tasse e di non pensare, invece, a creare sviluppo, attraverso il quale si ricaveranno molte più tasse, è quella che non ha portato certamente risultati.
  Quindi noi abbiamo oggi l'esigenza, al contrario di quello che pensano alcuni, di incentivare tutti quei settori che aiutano non solo a far crescere le aziende, ma a far crescere i posti di lavoro, e soprattutto di evitare di perdere quel mercato che l'Italia ha conquistato in un settore strategico di cui fra l'altro è rappresentante eccellente. Questo vuol dire guardare le cose con occhio realista e soprattutto guardare in funzione del futuro e non difendere una posizione che, se in passato ha portato a certe decisioni, oggi va corretta, e con la legge questo va fatto.

PAGINA: 0011

  Interviene sull'emendamento Andrea Maestri 1.51 il deputato ANDREA MAESTRI (Misto-AL-Possibile) (Vedi RS)

PAGINA: 0057

  ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente. Questo emendamento riguarda il tema a tutti noto dell'8 per mille così detto inoptato, cioè di quella parte di 8 per mille per la quale i contribuenti non indicano espressamente una destinazione e che, in base al meccanismo che noi contestiamo e che tanti nel Paese contestano da anni, viene ridistribuito proporzionalmente ai soggetti già beneficiati dalle scelte espresse. Di questo meccanismo beneficia in particolare la Chiesa cattolica nelle cui casse solo dall'8 per mille arriva ogni anno circa un miliardo di euro. L'approvazione del nostro emendamento, un emendamento laico, correggerebbe questo meccanismo, @pagina=0058@ripristinerebbe il rispetto della volontà espressa dai contribuenti e soprattutto riporterebbe all'esangue bilancio statale, in particolare al sistema della Protezione civile, risorse importanti.
  Aggiungo e concludo che con il recupero di questo miliardo lo Stato avrebbe, per esempio, subito a disposizione i 20 milioni di euro che servono per cancellare immediatamente l'esclusione discriminatoria dei diciottenni di origine straniera dalla card cultura di 500 euro e per tanti altri buoni interventi.

PAGINA: 0011

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)

PAGINA: 0058

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI (ore 16,25)

PAGINA: 0011

  Interviene altresì sull'emendamento Andrea Maestri 1.51 il deputato GIULIO MARCON (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0058

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente. Vorrei sottolineare l'importanza di questo emendamento perché purtroppo sull'8 per mille, da anni, c’è un malcostume a cui dobbiamo assistere. Tra l'altro, c’è anche un aspetto specifico che riguarda la decisione che i Governi hanno fatto nel corso degli anni ovvero di destinare quello che effettivamente i cittadini hanno scelto, o per la destinazione che viene fatta in modo indiretto allo Stato, quasi tutto l'importo dell'8 per mille, che lo Stato dovrebbe utilizzare, a esigenze straordinarie di finanza pubblica. Noi pensiamo che bisogna intervenire in questa direzione. Bisogna intervenire probabilmente modificando la normativa, almeno una parte del dispositivo normativo, che ha a che vedere con l'8 per mille. Questo emendamento del collega Maestri va in questa direzione.
  Però io approfitto di questo intervento per fare nuovamente un appello al Governo, che pure nel corso del tempo ha sempre assentito rispetto a questa esigenza, di metterci nelle condizioni di non assistere più all'utilizzo dei fondi destinati allo Stato per l'8 per mille per far fronte a quelle esigenze di finanza pubblica e di rispettare invece le scelte che i cittadini fanno, cioè di destinare l'8 per mille allo Stato per intervenire in quei settori che la legge prevede e che sono settori di pubblica utilità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0011

  Intervengono il relatore per la maggioranza PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS) che propone un'ulteriore riformulazione dell'emendamento Sberna 1.52, accettata dal deputato MARIO SBERNA (PI-CD) (Vedi RS). Dopo gli interventi dei relatori di minoranza RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS) e GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS) che precisano i propri pareri, interviene il deputato MAURIZIO BARADELLO (PI-CD) (Vedi RS).

PAGINA: 0059

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, intervengo per dire che c’è un'ulteriore riformulazione di questo testo che è stato distribuito: praticamente si deve espungere il periodo finale, ovvero il testo finirebbe con le parole: «nonché della fruizione dei biglietti famiglia ed abbonamenti famiglia per servizi di trasporto, culturali, sportivi, ludici, ed altro».
  Tutta la parte restante viene espunta dal testo. In questo caso, naturalmente il parere rimane favorevole.

PAGINA: 0059

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Noi ci rimettiamo all'Aula.

PAGINA: 0059

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Noi confermiamo il parere contrario.

PAGINA: 0059

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PAGINA: 0059

  MAURIZIO BARADELLO. Intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento.

PAGINA: 0012

  Intervengono sull'emendamento Rampelli 1.54 i deputati ROCCO PALESE (Misto-CR) (Vedi RS), GIORGIA MELONI (FI-AN) (Vedi RS), il relatore di minoranza GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), i deputati GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), MARISA NICCHI (SI-SEL) (Vedi RS), ILEANA ARGENTIN (PD) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS), la relatrice di minoranza RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), i deputati MATTEO MANTERO (M5S) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS),PAOLA BINETTI (AP) (Vedi RS), IRENE TINAGLI (PD) (Vedi RS), EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS) e ARTURO SCOTTO (SI-SEL) (Vedi RS), IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS), il Viceministro dell'economia e delle finanze ENRICO MORANDO (Vedi RS) e nuovamente il relatore di minoranza GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS); intervengono quindi i deputati GIORGIA MELONI (FI-AN) (Vedi RS), MATTEO MANTERO (M5S) (Vedi RS), DONATA LENZI (PD) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SI-SEL) (Vedi RS), ILEANA ARGENTIN (PD) (Vedi RS), EDMONDO CIRIELLI (FdI-AN) (Vedi RS), BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS), FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS), ANGELO CERA (AP) (Vedi RS), ADRIANO ZACCAGNINI (SI-SEL) (Vedi RS), GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS), GIANCARLO GIORGETTI (LNA) (Vedi RS), MARCELLO TAGLIALATELA (FdI-AN) (Vedi RS), MARIO MARAZZITI (PI-CD) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), FRANCESCO RIBAUDO (PD) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), che chiede di accantonare l'esame dell'emendamento Rampelli 1.54. Interviene il relatore per la maggioranza FABIO MELILLI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0060

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Per richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento, che, inspiegabilmente, continua a trovare la contrarietà da parte del Governo. Si tratta di escludere, nel contesto degli indicatori dell'ISEE, l'indennità di accompagnamento e le pensioni di invalidità al 100 per cento, senza poter svolgere le normali funzioni della vita. Mi sembra un'assurdità totale: invito il Governo, ancora una volta, a rivedere questa impostazione di contrarietà.

PAGINA: 0060

  GIORGIA MELONI. Presidente, ringrazio il collega Palese, che ha illustrato l'emendamento al posto nostro, ma l'emendamento era di Fratelli d'Italia e tendenzialmente al presentatore viene data la parola all'inizio. Ma è una svista e non è un problema. Però, anche io, molto velocemente, trenta secondi, per richiamare l'attenzione dei colleghi su una questione, secondo me, secondo il gruppo di Fratelli d'Italia, estremamente importante, che noi risolviamo senza spendere risorse particolari. Viceministro Morando, francamente, non riesco a comprendere il parere dato dal Governo. Il tema qual è ? Il 1o gennaio di quest'anno è entrata in vigore la riforma dell'ISEE.
  L'ISEE, colleghi, come voi sapete, è quel parametro attraverso il quale lo Stato e gli enti locali calcolano quali famiglie, in ragione del loro reddito e in che misura, hanno diritto all'accesso a una serie di servizi sociali; cioè, la graduatoria degli asili nido, le borse di studio, piuttosto che una serie di altre prestazioni assistenziali, vengono calcolate sulla base della ricchezza delle famiglie. Prima l'ISEE si calcolava solamente sull'Irpef, quindi sul reddito effettivo. Poi è stata fatta una riforma, con la scusa, diciamo così, di superare alcuni abusi, che, però, curiosamente, fa entrare in questo calcolo una serie di redditi che ancora oggi sono, per esempio, redditi esentasse o, addirittura, una serie di prestazioni assistenziali.@pagina=0061@
  Oggi, cioè, per calcolare la ricchezza delle famiglie ai fini dell'ISEE, per esempio, si somma all'Irpef la pensione di invalidità, l'indennità di accompagnamento. Ora, io vi chiedo e chiedo al Governo e alla maggioranza: davvero una famiglia che ha un figlio disabile, che percepisce un'indennità di accompagnamento, deve vedersi considerare quella indennità di accompagnamento un elemento di ricchezza ? Davvero quell'indennità di accompagnamento, per paradosso, può fare uscire quella famiglia dalla possibilità di accedere, che so, all'asilo nido per l'altro figlio che ha ?
  A me pare, francamente, una scelta folle. L'ho denunciato tante volte e tutte le volte che l'ho denunciato mi sono trovata esponenti della maggioranza che mi dicevano «siamo disponibili a rivedere questo problema, perché, in effetti, potrebbe essersi trattato di una svista», mentre io sostenevo la tesi che, probabilmente, nel momento in cui aumentava la povertà in Italia, il gioco della maggioranza e del Governo era stato quello di alzare la soglia della disperazione per non dover trovare altre risorse per altri servizi sociali. Spero che non sia così.
  Questa è l'occasione per definirlo, perché l'emendamento presentato da Fratelli d'Italia dice una cosa semplice: esentiamo dai parametri per il calcolo dell'ISEE, cioè della ricchezza con la quale le famiglie accedono ai servizi sociali, l'indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità. Se la maggioranza oggi vota contro, vuole dire che c'era una scelta politica; se vota a favore, vuole dire che era effettivamente una svista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale)

PAGINA: 0061

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Presidente, per cambiare il parere in favorevole.

PAGINA: 0061

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo della Lega Nord, l'emendamento dei colleghi di Fratelli d'Italia.

PAGINA: 0061

  MARISA NICCHI. Presidente, credo che questa sia l'occasione per sanare un'ingiustizia incredibile. Quindi, noi voteremo assolutamente a favore di questo emendamento. È una nostra battaglia da sempre, una battaglia di Sinistra Italiana: consideriamo ingiusto annoverare nel calcolo della ricchezza le indennità di accompagnamento e di invalidità, che sono il risarcimento, sotto forma di misura universale, di una situazione di svantaggio. Quindi, consideriamo questo un punto assolutamente da cambiare. Voglio ricordare che siamo di fronte anche ad una sentenza del TAR del Lazio, verso la quale non si capisce l'atteggiamento negativo del Governo. Quindi, è l'occasione per sanare un'ingiustizia inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0061

  ILEANA ARGENTIN. Chiedo scusa, Presidente, ma chiedevo dei chiarimenti al Governo su questo. Ovviamente, chiedo al Governo di rivedere questa questione. So che è soltanto un periodo sperimentale quello che stiamo vivendo e che avrà una durata di circa dieci mesi; sta di fatto che c’è una grande penalizzazione di alcune famiglie. Credo, però, che sarebbe opportuno ricordare – certamente non sarò io a difendere l'ISEE, però, vista in questi termini – che dobbiamo prendere consapevolezza @pagina=0062@che questa forma di ISEE ha permesso di tagliare sui falsi invalidi in un grande numero rispetto a quelli che si iscrivevano e che soprattutto nel Meridione – circa il 40 per cento, ora non so dire con esattezza la percentuale – hanno raggiunto un alto livello, che ha permesso di ridurre gli sprechi in questo settore.
  Non nego, però – Governo, glielo dico veramente con grande sensibilità, ma anche con grande determinazione – che questa sia una follia, perché dobbiamo tornare all'idea del reddito personale e non del reddito familiare. Va bene calcolare l'ISEE della persona disabile e il proprio reddito, così come va bene la pensione di invalidità, ma solo se parliamo di reddito personale e non di reddito familiare, perché, in quel caso, sia i falsi invalidi che gli invalidi veri potrebbero avere un giusto riconoscimento e lì dove, invece, c’è qualcuno che ruba, verrebbe in qualche modo penalizzato.
  Quindi, voterò in dissenso dal mio gruppo, perché non posso accettare attualmente questa situazione.

PAGINA: 0062

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Insieme ai colleghi Prodani e Barbanti, per sottoscrivere questo emendamento. Sottosegretario – e qui gradirei, effettivamente, una risposta –, non lo so se lei lo sa che il TAR del Lazio, a febbraio di quest'anno, ha riconosciuto che indennità accompagnatoria e pensione di invalidità non possono essere considerati redditi da includere nel calcolo ISEE. Quindi, state andando contro il TAR; quindi, sottosegretario, se lei volesse risponderci rispetto a questo passaggio, che è legge, di fatto gliene saremmo veramente grati.

PAGINA: 0062

  RENATA POLVERINI. Presidente, per sottoscrivere l'emendamento.

PAGINA: 0062

  MATTEO MANTERO. Presidente, anche questa è una battaglia che anche noi stiamo portando avanti da molto tempo provando ad ottenere più volte abbiamo anche noi prodotto un emendamento simile a questo, della collega Di Vita. Chiaramente questo emendamento, come i nostri, interviene a risolvere un chiaro errore che è stato fatto dal Governo quando è stato disegnato il nuovo ISEE. Chiaramente, includere gli assegni di accompagnamento e così via, nel calcolo del reddito, è un'ingiustizia ed è un chiaro errore, errore riconosciuto anche dalla maggioranza, perché sono molti i colleghi che presentano interrogazioni e fanno interventi in questo senso. Il Governo potrebbe a questo punto riconoscere l'errore, ringraziare e approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0062

  RENATO BRUNETTA. Presidente, intervengo a nome del gruppo di Forza Italia per sottoscrivere l'emendamento di Fratelli d'Italia.

PAGINA: 0062

  PAOLA BINETTI. Presidente, voglio soltanto dire che questa battaglia è stata fatta nella legislatura precedente con grandissima forza e con grandissima determinazione, ed è stata fatta sapendo della necessità di tutte le simulazioni che riguardavano il calcolo dell'ISEE. Mi dispiace dirlo alla collega Nicchi, con cui peraltro condivido questa stessa battaglia, ma allora fu proprio il Viceministro Guerra che non rese possibile fare delle simulazioni che mostrassero la profonda @pagina=0063@iniquità di questa cosa, tant’è vero che poi, non a caso, il TAR ha dato torto. Quindi, in primo luogo, chiedo di sottoscrivere questo emendamento; secondo, dico che questo emendamento non è un emendamento, per così dire, della sinistra, ma è un emendamento trasversale, di tutti coloro che si occupano di politiche sociali con attenzione concreta e reale ai bisogni delle persone; terzo, credo che un diritto della persona, in questo caso della persona portatrice del suo handicap, non possa fare parte del bilancio intero della famiglia, perché questo rappresenta una sua personale condizione, che attiene alla sua possibile autonomia. Quindi, era sbagliata la premessa e sbagliato il metodo. Mi dispiace molto che ancora una volta non se ne sia tenuto conto in questa legge di stabilità. Comunque, io sottoscrivo l'emendamento e lo voterò. Veramente, a tutti i colleghi che sono sensibili a questo tema e che non vogliono fare della demagogia quando si parla di povertà, di autonomia, di difficoltà economica eccetera, chiedo di schierarsi dalla parte di chi ha veramente bisogno.

PAGINA: 0063

  IRENE TINAGLI. Presidente, intervengo solo per specificare, per completezza di informazione, che, se pur è vero che questi redditi adesso rientrano nel computo delle l'ISEE, è anche vero che ci sono notevoli franchigie, che c’è la possibilità di detrarre moltissime tipologie di spese e che le franchigie sono anche differenziate per la gravità dell'invalidità a cui è soggetta la persona. Questo per fare che cosa ? Per poter dare un aiuto maggiore, un contributo maggiore a chi ha delle invalidità più gravi e quindi avere una redistribuzione più consona al bisogno, che è di fatto tutto il principio che ha improntato la riforma dell'ISEE. Poi, naturalmente, si può discutere su alcuni dettagli tecnici, si possono fare monitoraggi per verificare se ci può essere bisogno di ulteriori modifiche, ma il principio era esattamente questo: combattere gli abusi, fare in modo che chi ha più bisogno riceva di più e chi ha meno bisogno abbia un'allocazione di risorse paragonabili. Quindi, da tenere in considerazione tutte e due le cose: le franchigie, le detrazioni e non solo il computo del reddito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0063

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente, intervengo brevemente per chiedere di aggiungere la firma di tutto il gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle a questo emendamento.

PAGINA: 0063

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, voglio dire questo c’è stato un dibattito molto interessante, sollecitato dall'emendamento presentato dalla Meloni.
  È un nostro emendamento, lo avremmo presentato quasi identico, qualora ne avessimo potuti segnalare di più, ma leggendo le coperture – e invito anche l'onorevole Meloni a specificarlo – vediamo che le risorse per coprire quest'intervento vengono sottratte all'accoglienza per i profughi. Per cui, pur condividendo l'impianto dell'emendamento, non possiamo votare a favore e ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0064

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere, a nome di tutta la componente cui appartengo, l'emendamento, concordando nel merito dello stesso.

PAGINA: 0064

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, la prima osservazione che volevo fare è quella relativa alla copertura di questo emendamento, che è già stata fatta, la richiamo soltanto all'attenzione dell'Aula. La seconda osservazione che voglio fare è quella che riguarda il fatto che, se dobbiamo riformare l'ISEE, cioè l'indicatore di situazione economica equivalente, possiamo farlo – e potremo farlo molto presto – utilizzando il provvedimento collegato sulle politiche sociali, che verrà in discussione in quest'Aula tra pochissimo tempo. Quella è la sede nella quale realizzare una riforma di questo istituto, se si riterrà necessaria. Aggiungo, infine, che il riferimento al mero reddito delle persone non è esaustivo della descrizione dell'indicatore di situazione economica equivalente. Semmai, come è stato fatto notare, in quella sede bisognerà discutere – perché anche questo è un tema aperto – se la situazione economica equivalente possa essere descritta, a prescindere dalla situazione familiare, con riferimento alla persona singola, all'individuo, oppure no, anche se appare largamente prevalente, tra coloro che si occupano di questo problema, la scelta di avere a riferimento la situazione della famiglia, per indicare la situazione economica equivalente. In ogni caso, la situazione economica equivalente in nessun modo può essere identificata con il mero reddito. Il reddito è uno dei fattori che compongono la situazione economica equivalente, non si può dire che, siccome abbiamo un reddito derivante da questa o quella fonte, quel reddito deve essere sottratto. Si può calcolare in modo diverso, ma deve essere considerato come uno dei fattori della situazione economica equivalente. Per questa ragione confermo il parere contrario. O meglio, le ragioni sono tre, ma la terza, a mio giudizio, è altrettanto rilevante delle prime due.

PAGINA: 0064

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Presidente, ci rimettiamo all'Assemblea.

PAGINA: 0064

  GIORGIA MELONI. Presidente, volevo rispondere due cose veloci al Viceministro Morando. Sul tema della copertura, comprendo le difficoltà del gruppo di SEL. Non entro nel tema politico perché davvero mi piacerebbe che oggi si riuscisse ad approvare questo emendamento, per cui non mi metterò a fare polemiche sulle priorità che la politica italiana delle volte si dà, non mi interessa. Parliamo di 3 milioni di euro, onorevole Scotto: se il Governo volesse, potrebbe tranquillamente proporre una riformulazione, cercare le risorse da un'altra parte ed io accoglierei quella riformulazione, non mi creerebbe alcun problema. Voglio dire al Viceministro Morando che lui fa, dal mio punto di vista, un ragionamento sbagliato, nel senso che io non ho preso in considerazione tutte le voci che sono entrate nella riforma dell'ISEE, altrimenti ne potrei citare molte altre. Potrei citare che sono stati messi, nella riforma dell'ISEE, soldi che transitano sui conti correnti e che non ci sono più, per esempio. Ma non li ho citati, perché comprendo la necessità – anche se poi, secondo me, bisognerà andare a verifica – di calcolare il parametro per l'accesso ai servizi sociali sulla base di una condizione che è complessiva.
  Sto solamente chiedendo di escludere da questo ragionamento la disabilità e l'invalidità, perché la disabilità e l'invalidità, e le risorse che servono per affrontarle, @pagina=0065@sono questioni che in nessun modo possono attenere all'organizzazione, alla ricchezza economica di una famiglia: quando tu prendi una pensione di invalidità, la prendi per cercare (e sono sempre inadeguate) di affrontare, e di poter meglio vivere di fronte a quella condizione di invalidità e di disabilità. Quando prendi un'indennità d'accompagnamento, la prendi per avere qualcuno che ti aiuti a fare le cose che non riesce a fare da solo ! E questo non c'entra nulla con la ricchezza, Viceministro, mi dispiace !
  Per cui l'emendamento è circoscritto per questo motivo: non per rivedere complessivamente la riforma sull'ISEE, perché capisco quello che lei dice, ma per escludere una questione che nulla c'entra col tema della ricchezza della famiglia, che è la difficoltà con la quale si confrontano persone che vivono in situazioni di disabilità o di invalidità. Questa è la domanda, e su questo cortesemente vi dovete esprimere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) !

PAGINA: 0065

  MATTEO MANTERO. Signora Presidente, Viceministro, ha chiaramente detto delle sciocchezze. Vi state nascondendo per non voler ammettere questo errore che avete fatto ! Vi ricordo che qui stiamo parlando delle persone più deboli: stiamo parlando di invalidi che hanno un reddito basso, e voi state computando nel calcolo del reddito cose che non sono reddito, ovvero la pensione di invalidità e l'accompagnamento, che sono forme che di aiuto a queste persone più deboli che diamo per avere appunto un accompagnamento, per tentare di rendere loro la vita più agevole. Queste non possono essere considerate reddito !
  Parlare di coperture, rifugiarsi dietro le coperture, è una vigliaccheria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Vi state rifugiando, vi state nascondendo dietro a quattro spiccioli per evitare di correggere un errore che avete fatto ! State togliendo degli sgravi a persone più deboli; e dico ai colleghi di «stampella italiana», là davanti, che se questo emendamento non passerà perché loro hanno negato i loro voti, si prenderanno la responsabilità di fronte al Paese ! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0065

  DONATA LENZI. Presidente, la questione dell'ISEE è una questione molto importante, che incide sulla vita delle famiglie con redditi medi...

PAGINA: 0066

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, l'onorevole Giorgia Meloni, interloquendo con noi e con il Governo, ha sottolineato che una copertura è una copertura. Però, siccome qui facciamo politica, anche il merito delle coperture pesa: se ovviamente c’è una disponibilità a riformularla, noi siamo sempre disponibili a cambiare idea.
  Vorrei anche dire, tramite lei, che accetto l'attacco del collega Mantero, quando dice che noi siamo «stampella italiana», soltanto se lui ammette di chiamarsi «yacht a 5 stelle», visto il voto cui abbiamo assistito qualche ora fa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0066

  ILEANA ARGENTIN. Visto che hanno riparlato tutti quelli che avevano già parlato, ho pensato che potevo essere legittimata anch'io a riparlare un attimo dopo l'intervento del Viceministro.
  Io voglio dire che la mia non è una battaglia contro la copertura e le persone, perché non voglio fare guerre tra poveri: è che io trovo indecente e indecoroso... pur comprendendo i tempi, visto che io ho votato comunque contro l'ISEE, quindi non è una cosa nuova che faccio oggi; ma per la disabilità l'assegno di accompagno non è un optional ! Forse voi non avete la consapevolezza di questo.
  Non potete definire l'assegno di accompagnamento come un qualcosa in più: con l'assegno di accompagnamento non è che uno ci paga l'affitto, uno ci paga l'assistente, la badante. Ne ha bisogno, è una realtà (Applausi di deputati dei gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) ! Se voi oggi non riconoscete questo, non avete capito.
  Scusate, poi veramente mi taccio per sempre, ma io dico: questo Governo ha fatto delle cose straordinarie per la disabilità, cose che non erano mai state fatte. Faccio due esempi per tutti, Presidente, e @pagina=0067@poi concludo: il primo, ha proposto 5 milioni per la «vita indipendente», e 90 milioni per il «dopo di noi». Cose straordinarie, ma se poi vi rimangiate tutto questo dicendo che il mio assistente è un costo aggiunto, nel senso che diventa un reddito e non è più una persona, e quindi un servizio, o ci date i servizi o non è possibile che ci tassate anche i badanti (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

PAGINA: 0067

  EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, innanzitutto noi ovviamente saremmo ben lieti di poter riformulare la copertura, ma tecnicamente non lo possiamo fare, nel senso che è il Governo che deve proporre una riformulazione; ma mi sembra che il Governo è in tutt'altre faccende affaccendato, piuttosto che occuparsi del problema.
  Ribadiamo che, attesa la quantità irrisoria della copertura, il problema generale che pone con grande onestà e con grande coraggio la collega Argentin vada sostenuto. E un tema morale, quello che ciò che si dà ai portatori di un handicap, ai disabili, non è un favore che lo Stato fa, un reddito, ma è una compensazione per la situazione oggettiva di difficoltà; quindi, dopo aver sentito il collega del PD, veramente rimaniamo sorpresi. Come si fa a pensare che quello può essere un reddito che in qualche maniera ti viene dato e non un modo per darti un'opportunità in più che non hai potuto avere, per la sfortuna che ti è capitata nella vita. Non si può fare la guerra tra poveri e con quelli che non hanno nulla; chi non ha nulla, però non ha l'handicap e, probabilmente, può avere una considerazione, certamente, utile dai servizi sociali, ma certo non si può pensare per questo di mettere un livello di competizione tra le famiglie.

PAGINA: 0067

  BRUNO TABACCI. Presidente, lo scorso anno il relatore sulla legge di stabilità era l'onorevole Guerra e io sostenni la necessità di andare a una revisione profonda dell'ISEE, avendo avuto occasione di sperimentare come assessore al comune di Milano delle cose stranissime. Ad esempio, al comune di Milano c'erano due ISEE; c'era l'ISEE per i bambini che andavano all'asilo e l'ISEE per l'assistenza agli anziani. Cos'era questo ? Era uno strumento con il quale si fotografavano delle realtà che non erano tali e che determinavano – l'ha detto prima la collega Lenzi – delle disparità insopportabili. Allora, dal 1o di gennaio entra in funzione il nuovo ISEE, lo vogliamo sperimentare, vogliamo vedere quali sono gli effetti dell'ISEE ? Ma perché se c’è un ragazzo che prende una borsa di studio io la devo computare ? Non la devo computare ? Se c’è, ed entra nel meccanismo complessivo della famiglia, la devo computare; poi il computo di queste cose dovranno essere valutate con intelligenza. È evidente che se rispetto alla disabilità noi abbiamo tre franchigie, dovremo valutare come ampliarle, ma prima vanno sperimentate. Voi volete fare un dibattito di principi rispetto a una cosa che non è ancora stata verificata, sperimentate in un Paese dove ci sono i falsi invalidi civili, in un Paese dove ci sono i falsi ciechi ! Non è una cosa seria questa cosa, voi dovete consentire che si faccia questa sperimentazione, dopodiché sarà necessario che, alla luce di questo, l'ISEE venga rivisto, ma voi volete rivederlo ancora prima di cominciare. Non è giusto fare questo, trovo che è un elemento totalmente diseducativo @pagina=0068@(Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Giorgia Meloni) ! Ma voi oltre che gridare...

PAGINA: 0068

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Non entro nel merito delle scelte che fa il Governo, ma è bene che si assuma le sue responsabilità di fronte ai cittadini nel dire che in questa legge di stabilità non si sono trovati 3 milioni di euro per questo emendamento, quando abbiamo approvato 500.000 euro l'anno per la Fondazione MAXXI di Giovanna Melandri, un milione di euro per il Club Alpino Italiano, 15 milioni di euro per il Fondo nazionale per la montagna, 10 milioni di euro per il Comitato Olimpiadi di Roma 2024, 12 milioni di euro per il comune di Campione d'Italia, 5 milioni di euro per la bonifica dalla Valle del Sacco, 3 milioni di euro per i festival, i cori e le bande (Vivi applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) e non è finita qui, perché il vero emendamento marchetta è appena stato incardinato in Commissione bilancio, questo pomeriggio, e contiene altri 765 milioni autorizzati per il 2015. Cosa state dicendo agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) ?

PAGINA: 0068

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Non rispondo al collega Tabacci perché si risponde da solo con le sue dichiarazione. Rispondo, invece, volentieri alla collega Lenzi, perché la franchigia di 9000 euro che è stata inserita nel 2013 è stata una pezza che il Governo e la maggioranza hanno voluto mettere proprio al fatto di riconoscere che la scelta che era stata fatta di inserire le pensioni di invalidità all'interno del comparto ISEE era un errore; il mettere quella franchigia è il riconoscimento dell'errore che si è fatto. E non centrano niente tutte le questioni dell'accesso alle case popolari o dei servizi, perché la pensione di invalidità e l'accompagnamento sono delle misure che lo Stato riconosce a quei cittadini a cui, per essere resi uguali nella possibilità di avere una dignità e di essere uguali agli altri, devono essere date, seppur minime, seppur ridicole rispetto alle loro necessità, per renderli dignitosi nel loro vivere quotidiano. Ed è questo lo sbaglio che state facendo: non è dignitoso calcolare queste pensioni come un reddito, perché sono il minimo indispensabile per vivere nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0068

  ANGELO CERA. Presidente, io non sono un assessore, faccio il sindaco e francamente credo di farlo discretamente, non sono uno di quelli che... beh, Ministro, venga un po’ dalle parti nostre a capire realmente che cosa significa incontrare un disabile a cui si chiede l'ISEE per farlo rientrare all'interno di un meccanismo di assistenza. Allora, di fronte a queste cose, lo dico agli amici che sono più vicini al mondo della solidarietà, io sono probabilmente uno di quelli, ma come si fa a far parlare, a fare intervenire su questi problemi e lasciare poi il campo, lo dico al Governo, ma lo dico anche a chi mi deve ascoltare. Allora, ecco, questa è la prova su cui noi ci dobbiamo confrontare, perché c’è una parte così debole, per cui chi @pagina=0069@fa l'antipolitica su una cosa realmente vera, alla fine finisce per avere ragione, e la cosa non mi va proprio per niente giù. Allora, lo dico al Governo, come si fa a non capire che si cade su queste cose !

PAGINA: 0069

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. La copertura è evidentemente una copertura politica che non possiamo accettare e quindi chiediamo di riformularla. Per quanto riguarda, invece, le affermazioni dell'onorevole Mantero vorrei chiedergli, semplicemente, dall'Italicum che gradite alla spartizione da prima Repubblica dei giudici della Consulta, alla presentazione della mozione Boschi alla Camera invece che al Senato per non impensierire il Governo, fino alla tassa sugli yacht sulla quale vi astenete per non scontentare gli amici di Grillo in «Casta» Smeralda, Mantero si chieda lei chi è la stampella in questo momento e lo chieda soprattutto a Casaleggio quando si accorda con Renzi sopra le vostre teste.

PAGINA: 0069

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Io credo che parlare qui dentro di falsi invalidi in questo dibattito sia francamente una cosa squalificante; onorevole Tabacci, questa credo che ce la potevamo risparmiare. I falsi invalidi sono un tema da codice di procedura penale, al massimo, non sono il tema del dibattito di oggi. Ma il punto vero è capire – e il Governo mi pare l'abbia chiarito – se le indennità di accompagnamento e le pensioni di invalidità debbano essere considerate o meno reddito. Il Governo pensa di sì, noi crediamo assolutamente «no». Sì, è un tema filosofico, lo vogliamo chiamare così ? È così; non è un tema di reddito, è il tema se noi le riconosciamo come una compensazione, è il tema se noi dobbiamo pensare che un invalido che abbia la pensione di accompagnamento debba stare a fare il calcolo matematico se gli convenga averla o non averla, perché questo gli concede di accedere o meno ad un servizio, di pagare una cifra o un altra. Cioè noi aggiungiamo disagio a chi soffre un disagio ed è questo che è inaccettabile da parte della politica. Se non lo capite io non so che cosa farci ma rifletteteci !

PAGINA: 0069

  GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, io vorrei chiedere quanti in quest'Aula sanno a quanto ammonta attualmente l'indennità di accompagnamento. Collega Argentin lei lo sa, vero ? Sono 508 euro mensili. Con questi 508 euro mensili il pensionato invalido al 100 per cento dovrebbe, in qualche modo, per tutto il mese, garantirsi una dignitosa esistenza. Io chiedo a chi siede in quest'Aula, lo chiedo anche al sottosegretario Morando, che ha argomentato dicendo che non dobbiamo guardare soltanto il reddito dell'interessato ma dobbiamo guardare anche il reddito familiare, chiedo se conoscono delle situazioni in cui in alcune famiglie c’è un malato psichico o una persona in stato vegetativo, chiedo se con quei 508 euro loro possono andare a lavorare, frequentare posti lavoro, avere un reddito e contribuire al reddito familiare su cui si calcola l'ISEE, se quei 508 euro bastano per l'interessato e bastano anche per mantenere loro che non possono andare a lavorare, perché assistono il familiare malato !
  Penso – mi ero ripromesso di intervenire in questo dibattito – che se vi calate nella realtà, onorevole Tabacci, non facendo riferimento ai cosiddetti finti invalidi, ma facendo riferimento a invalidi, disabilità e a situazioni familiari vere – ce ne sono tantissime – forse non si potrebbe liquidare questo argomento come tutti gli altri, e non voglio richiamare la fila sterminata di piccole o grandi marchette fatte nel corso di questa legge di stabilità, ma forse una riflessione da parte del Partito @pagina=0070@Democratico, il cui Presidente del Consiglio appena due giorni fa in quest'Aula rivendicava grandi interventi in favore dei poveri contro i ricchi, ecco quello stesso Presidente del Consiglio, che è anche suo segretario, se fosse qui, poiché è molto sensibile ai bisogni dei poveri e alle attese del popolo non avrebbe esitato un secondo a meditare e valutare questo emendamento !
  Si può e, probabilmente, si deve ! Io non lo farei, ma capisco le ragioni dei colleghi di Sinistra Italiana, si può anche rivedere la copertura, si può e si è fatto in tanti altri casi che forse non meritavano di essere visti. Io chiedo che venga rivisto in questa situazione e chiedo al Partito Democratico di farsi carico di questa situazione, perché sarebbe veramente incredibile che si liquidasse il tutto quando si è data soluzione ad altre situazioni sicuramente meno meritevoli (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

PAGINA: 0070

  MARCELLO TAGLIALATELA. Mi rivolgo al viceministro chiedendogli se si è reso conto che su un argomento del genere sta spaccando il Parlamento e sta mettendo a dura prova la coscienza dei deputati che, ovviamente, sono combattuti tra la disciplina di partito e l'esigenza di dare una dimostrazione di sensibilità ad un tema così importante. Io immagino che il viceministro possa rimettersi all'Aula, ritirando il parere negativo, perché è evidente che domani questo sarà un argomento sul quale, inevitabilmente, si chiederà quale sarà stato il comportamento di ogni singolo parlamentare. Trovo francamente ingiusto che con la sua ostinazione, e spero che possa essere, ovviamente, rivista, costringa il Parlamento a spaccarsi su un argomento del genere.

PAGINA: 0070

  MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente. Si tratta di un tema complesso e delicato.
  Non avevo pensato di intervenire, ma le questioni che sono sorte – attraverso di lei chiedo intanto, se possibile, ai colleghi del Movimento 5 Stelle di poter fare più silenzio, perché non riesco a parlare, o a pensare almeno...

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  ROCCO BUTTIGLIONE. Vorrei che si levi una voce da parte della maggioranza, della quale io faccio orgogliosamente parte, verso il signor Viceministro per invitarlo a chiedere lo stralcio in modo da avere il tempo di una riflessione, perché a me sembra sia chiara una cosa al di là di qualche tono intemperante del dibattito che vi è stato.
  L'indennità di accompagnamento è un'indennità sostitutiva di un servizio, non può essere qualificata come reddito, diverso è il caso della pensione di invalidità, che è reddito, ma l'indennità di accompagnamento non è reddito. Lo Stato dovrebbe offrire un servizio e, saggiamente, invece di offrirlo direttamente paga una quota in denaro affinché la persona provveda da sola a quel servizio.
  È una questione complessa e va rivisto anche il tema delle coperture. Perché, signor Viceministro, non chiede di poter stralciare questo emendamento, fare una riflessione, e poi farci una proposta all'altezza delle esigenze umane che sono emerse, e anche della complessità del problema ?

PAGINA: 0071

  FRANCESCO RIBAUDO. Grazie, Presidente. Ho sentito parlare di tassazione della indennità di accompagnamento, ho sentito parlare di cifre che ci danno l'idea veramente di ciò di che cosa stiamo parlando stasera.
  Il collega Guidesi ha detto: 500 euro al mese di accompagnamento per dodici mensilità sono 6.000 euro all'anno. Bene, questi 6.000 euro all'anno vengono abbattuti, ha detto la presidente della Commissione Lenzi, per 9.000 euro, che è più dell'accompagnamento ! In più, collega, consentimi, sappiamo, perché ne abbiamo discusso durante l'approvazione di questo provvedimento, che la qualifica di invalido al 100 per cento e invalido parziale dà la possibilità, nella scala di equivalenza, di compensare e neutralizzare quello che abbiamo dichiarato, quindi dichiariamo 6.000 ma ci abbattono 9.000. Pertanto il problema dei limiti non c’è.
  Voglio dire un'altra cosa. In sede di discussione e di approvazione di quella norma c'era un'altra voce importante, per la quale dobbiamo vedere la valutazione, dopo il monitoraggio che è previsto dalla legge, se dobbiamo modificarlo o meno, che era quella della rendita INAIL, del risarcimento. Quella sì che aveva natura risarcitoria e bisognava rivederla, però abbiamo detto tutti e condivido quanto dice la collega Lenzi: entro un anno monitoriamo. Ma io, oltre al monitoraggio che facciamo come Parlamento, inviterei voi tutti questa sera – ci stiamo sciacquando la bocca per dire chissà quali danni stiamo facendo agli invalidi – a farlo voi il monitoraggio, a capire quanti danni stiamo facendo agli invalidi, a chi ha l'accompagnamento per non accedere ai servizi ! Io credo nessuno, io vi dico nessuno, proprio perché per la scala di equivalenza chi dichiara una indennità di accompagnamento viene agevolato.

PAGINA: 0071

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, credo che lei converrà con me che il grado di civiltà di una società si misura proprio dall'attenzione che viene data agli ultimi, in particolare a chi ha avuto la sfortuna di nascere o di diventare in qualche modo disabile.
  Per tutto quello che è stato il dibattito in corso fino ad adesso io chiederei formalmente al relatore di avanzare la proposta di accantonamento di questo emendamento, anche perché ce ne sono tantissimi ancora da votare e c’è tutto il tempo nella pausa, che obbligatoriamente a questo punto seguirà, fra la seduta pomeridiana e quella serale, per valutare, magari, da parte del Comitato dei nove una riformulazione, un cambiamento delle coperture come sono state richieste dai colleghi di Sinistra Italiana. Il tema è troppo delicato per essere affrontato in maniera così spicciola, seppure approfondita, in @pagina=0072@questa sede qui; rimandiamo al Comitato dei nove una valutazione più equa, con una mano sulla coscienza, ripeto, su questioni, su situazioni che veramente sono drammatiche all'interno di questo Paese.
  Quindi, io chiedo formalmente al relatore di avanzare la richiesta di accantonamento, cioè di accettare la richiesta di accantonamento per poterla poi esaminare in Comitato dei nove in maniera più approfondita.

PAGINA: 0072

  FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Presidente, mi pare ci sia l'intenzione di andare avanti e, quindi, chiudiamo qui.

PAGINA: 0013

  Dopo un intervento contro del deputato ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS) ed uno a favore della deputata ANNALISA PANNARALE (SI-SEL) (Vedi RS), la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, respinge la richiesta di accantonamento dell'emendamento Rampelli 1.54.

PAGINA: 0072

  ETTORE ROSATO. Presidente, mi sembra che su questo punto, in particolare, si sia sviluppato in Aula un dibattito sufficientemente approfondito, in cui anche alcuni colleghi, l'ultimo il collega Ribaudo, hanno dato delle motivazioni tecniche e ne abbiamo sentite anche altre di tenore diverso.
  Io chiedo che il Governo, che peraltro si è già espresso in tal senso prima che noi glielo chiedessimo, continui nell'impegno assunto di fronte al Parlamento di verificare nel collegato, che è predisposto già rispetto alla legge di stabilità, di sviluppare questo ragionamento.
  È un ragionamento più complessivo che, come diceva anche qui, il collega Ribaudo, riguarda altre questioni, riguarda per esempio l'INAIL e riguarda le prerogative di altri strumenti che rientrano nell'ambito dell'handicap; in quella sede faremo anche le valutazioni su questo punto.
  Oggi, voler togliere o voler aggiungere su un emendamento, che peraltro noi non condividiamo profondamente, perché va a toccare un altro punto dove abbiamo allocato le risorse che servono per fare altro in questo caso, mi sembra che sia veramente sbagliato. Quindi, io chiederei che il Governo conservi questo impegno; non credo che serva che lo ribadisca, perché lo ha già detto prima e questo è un ragionamento che noi approfondiremo volentieri con tutti gli altri gruppi per andare a costruire la norma migliore possibile.
  Oggi, entrare in questo modo nella legge di stabilità non è opportuno da parte nostra.

PAGINA: 0072

  ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente; nel merito è stato già detto tutto, però siccome il dibattito è stato veramente molto ampio e la questione è assolutamente importante, noi riteniamo che non si possa pensare di procedere senza dare attenzione al merito del dibattito che c’è stato in Aula. Quindi facciamo richiesta formale di mettere al voto l'accantonamento.

PAGINA: 0013

  Intervengono inoltre sull'emendamento Rampelli 1.54 i deputati EUGENIA ROCCELLA (Misto-USEI) (Vedi RS), RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS), ACHILLE TOTARO (FdI-AN) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), MARCO CAUSI (PD) (Vedi RS), ANGELO TOFALO (M5S) (Vedi RS), GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS), BARBARA SALTAMARTINI (LNA) (Vedi RS), MAURO PILI (Misto) (Vedi RS) ALESSIO MATTIA VILLAROSA (M5S) (Vedi RS), ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS), che la PRESIDENTE (Vedi RS) richiama all'ordine, ILEANA CATHIA PIAZZONI (PD) (Vedi RS), GIROLAMO PISANO (M5S) (Vedi RS) e VEGA COLONNESE (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0072

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Io ho votato a favore dell'accantonamento, @pagina=0073@perché penso che su un tema così delicato ci fosse bisogno di un supplemento di riflessione. Però devo dire che io ho vissuto una situazione personale, a casa mia, di una persona in stato vegetativo e di disabilità profonda per lunghi anni, quindi conosco bene la situazione.
  Non amo la nuova formulazione dell'ISEE, che è una formulazione barocca, complicata, molto tipica di un certo modo di considerare il sociale e di controllare le cose. Però, devo dire che le preoccupazioni espresse dall'onorevole Lenzi sono preoccupazioni serissime e che effettivamente questa nuova formulazione dell'ISEE non ha avuto il tempo che si dà normalmente a una sperimentazione. Non sono convinta, quindi, di un emendamento che interviene in modo parziale, in modo settoriale, dentro una riforma che andrebbe comunque affrontata in modo complessivo.
  Cioè la riforma dell'ISEE andrebbe ripensata, secondo me, ma non attraverso un intervento così settoriale. Quindi, per esempio, visto che si chiede di spostare risorse, perché non si considera, allora, di spostare le risorse sull'assegno di accompagnamento ? Valutiamo se questo è l'intervento migliore che possiamo fare per dare una mano alle situazioni di disabilità profonda o comunque alle famiglie che vivono questo problema. Io non credo che questo emendamento sia il modo migliore di intervenire.

PAGINA: 0073

  RICCARDO NUTI. Quando un anno e mezzo fa si affrontava il problema di quota 96, proprio da quei banchi, proprio forse il collega Rosato e altri colleghi del PD, ci hanno promesso, ci avevano promesso che in un successivo provvedimento il problema di quota 96 sarebbe stato risolto. Dopo un anno e mezzo, ovviamente, il tutto si è rivelato falso: non è vero, il problema di quota 96 è ancora qui presente. Oggi ci state dicendo che, per risolvere questo problema, che riguarda persone invalide e disabili, non volete risolverlo ora, ma trovate l'ennesima scusa per rimandare e continuare a rimandare.
  Mi stupisco come la Presidenza della Camera, davanti a un elenco infinito di marchette, che potrebbero tranquillamente coprire questa proposta per aiutare persone disabili e invalidi, rimanga assolutamente silente, non dica nulla e non si stupisca di una lista infinita di marchette per milioni di euro.
  Continuiamo così Presidente, complimenti, stiamo passando dall'annuncio del «restiamo umani» al «diventiamo disumani»; complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0073

  PRESIDENTE. Deputato Nuti, lei sa bene che la Presidenza non ha la facoltà di entrare nel merito dei provvedimenti e, se lo facesse, non rispetterebbe le proprie prerogative e il proprio ruolo. Quindi, non faccia queste considerazioni, perché sono assolutamente fuori luogo.

PAGINA: 0073

  ACHILLE TOTARO. Presidente, vorremmo rispondere ad alcuni colleghi che sono intervenuti in precedenza. Possiamo fare tutti i ragionamenti che vogliamo in quest'Aula e possiamo farli fino a stasera, dicendo che fra un anno vedremo se questa cosa ha penalizzato o no le famiglie e i familiari delle persone che hanno un disabile in casa grave (stiamo parlando di persone con disabilità grave), ma io ho avuto una situazione familiare con mia madre che andava in questa direzione (totalmente invalidi e con l'indennità d'accompagnamento) e sottoscrivo quello è stato detto da molti: questo non serve a sopperire alle gravi problematiche economiche che queste famiglie dovranno assolvere.
  Allora, voglio dire all'onorevole collega del PD che ha parlato prima di me, che non c’è bisogno di aspettare un anno per @pagina=0074@stabilire che questo sia un danno per le famiglie, perché le famiglie hanno fatto ricorso al TAR e il TAR gli ha dato ragione. Non è che fanno ricorso al TAR perché si divertono, abbia pazienza, collega, non l'hanno fatto per divertimento: l'hanno fatto perché sostengono di aver subito un danno e il TAR gli ha dato ragione.
  Voi potete utilizzare le risorse come meglio credete: per darle ai clandestini, per darle ai profughi, a chi volete, però prendetevi la responsabilità di quello che state facendo, che è una responsabilità molto grave.

PAGINA: 0074

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Viceministro Morando, le faccio un invito affinché approvi questo emendamento, perché altrimenti il mio gruppo sarà costretto a presentare un ordine del giorno in cui le chiederemo di fornire un IBAN che dia la possibilità a tutti i privati cittadini di poter donare la cifra necessaria, che ammonta a circa 3 milioni di euro, per consentire questo tipo di sostegno necessario. Anche i deputati e i senatori potranno contribuire versando sull'IBAN.
  È ben noto a tutti che il MoVimento 5 Stelle ha in piedi una modalità di rendicontazione che gli consentirebbe di fare la sua parte. Noi siamo pronti, però gradiremmo, forse, che a occuparsi di queste situazioni sia lo Stato centrale e, quindi, sia il Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0074

  MARCO CAUSI. Presidente, chiunque può consultare il rapporto INPS sui primi sei mesi di sperimentazione del nuovo ISEE. Questi sono soltanto due dati che vi leggo: dopo la riforma, se prendiamo i nuclei familiari dove ci sono persone disabili, il nuovo ISEE si riduce nel 60 per cento dei casi rispetto al vecchio ISEE e la quantità di famiglie che ha un ISEE nullo, pari a zero, che era col vecchio ISEE il 10 per cento, si raddoppia e diventa il 20 per cento.
  Questo è vero per tutte le classi di reddito fino a 9.000 euro, perché avendo messo la franchigia di 9.000 euro. Il nuovo ISEE favorisce fortemente le famiglie che hanno disabili e che hanno livelli di reddito più bassi e medio-bassi.
  Quindi, dal punto di vista della quantità di beneficiari e della loro redistribuzione, i dati dei primi sei mesi di questa riforma non sembrano indicare un impatto rilevantemente negativo, anzi addirittura uno positivo (Commenti del deputato Edmondo Cirielli).

PAGINA: 0074

  ANGELO TOFALO. Grazie, Presidente. Io ritengo sia osceno, in un dibattito del genere, su una cosa così delicata, che un deputato del Partito Democratico, quello che mi ha preceduto, intervenga quando, esattamente quattro notti fa, è stato beccato con le mani nella marmellata in Commissione bilancio nella votazione degli emendamenti per destinare con un emendamento a prima firma del collega, sempre del Partito Democratico, Ferro, fior di quattrini dei soldi degli italiani ad un'associazione che risponde a sua moglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È una vergogna che abbia il coraggio di alzare il microfono e di intervenire ! Stiamo capovolgendo il Paese, non siete più credibili, abbia il buonsenso di tacere, non si presenti più in Parlamento. È una vergogna per tutto il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

PAGINA: 0075

  GIAN LUIGI GIGLI. Faccio onestamente un po'di fatica a parlare nel clima...

PAGINA: 0075

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente, non sarei voluta intervenire, perché l'intervento che ha fatto l'onorevole Giorgetti credo che sia stato ampiamente esaustivo, ma rispetto agli interventi che ci sono stati poi, dopo quello dell'onorevole Giorgetti, credo che invece sia necessario tornare e intervenire.
  La situazione in quest'Aula, purtroppo, è assolutamente simmetrica alla situazione che si è creata in Commissione bilancio, dove rispetto a provvedimenti fondamentali per la vita delle persone si è deciso, con voti a maggioranza, quindi con l'arroganza di questa maggioranza, di rinviare a sedute successive, quindi a provvedimenti successivi, iniziative fondamentali per la vita delle persone, quando invece non si ha avuto la bontà, ma soprattutto l'intelligenza politica, di affrontare subito questi temi. Però, si è avuto il tempo di affrontare alcuni temi con tanti piccoli micro interventi territoriali, specifici, legati ad associazioni di cui sinceramente ne potremmo fare volentieri a meno.

PAGINA: 0075

  MAURO PILI. Grazie, Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.

PAGINA: 0075

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente, semplicemente per chiedere alla maggioranza almeno di non prendere in giro quest'Aula.
  Il collegato ambientale del 2014, lo voteremo lunedì. Con i vostri tempi, se ne parlerà tra due anni e l'unica cosa positiva, Presidente, è che tra due anni loro non ci saranno, perché al Governo ci saremo noi (Applausi dei deputati del @pagina=0076@gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

PAGINA: 0076

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Far pagare le tasse su pensioni di invalidità e su indennità di accompagnamento fa semplicemente schifo e fa ancora più schifo che questo provvedimento venga da parte di una classe politica di marchettari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) che destina...

PAGINA: 0076

  PRESIDENTE. Deputato, può esprimersi un po’ meglio, per favore ? Per favore !

PAGINA: 0076

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Grazie, Presidente. Sono veramente addolorata al pensiero che delle persone che possono effettivamente avere bisogno debbano assistere a questa scena veramente indegna. Credo che serva veramente fare un po'di verità. Probabilmente, molti di quelli che stanno intervenendo non hanno mai fatto l'amministratore locale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non hanno esperienza e non sanno, quindi, che cosa significa parlare di ISEE. L'ISEE, di per sé, non impedisce l'accesso a un servizio (Commenti della deputata Giorgia Meloni).
  L'accesso al servizio è determinato sulla base delle soglie che vengono stabilite dalle amministrazioni che utilizzano l'ISEE (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, voglio darvi una cosa di assoluta tranquillità, lo dico anche per chi è intervenuto dai banchi della maggioranza nel dire che da sindaco ha avuto problemi. La notizia è che non possono esserci problemi, perché un amministratore sa che ha a disposizione, purtroppo, inevitabilmente, risorse limitate. Come tale, ha la necessità di fare una scelta e la scelta deve essere fatta dando priorità a chi ha bisogno, e ha bisogno di stabilire con certezza se quello che ha bisogno è primo, secondo o terzo.

PAGINA: 0077

  GIROLAMO PISANO. Grazie, Presidente. Visto che era chiara l'intenzione, è chiara l'intenzione della maggioranza di bocciare questo emendamento, ma sono stato introdotto dalla collega che ha appena parlato su qual è il problema. Quindi, a questo punto, nonostante non abbia fatto l'amministratore locale, le spiego come si può risolvere la situazione molto semplicemente.
  Eliminando dall'ISEE questo parametro – perché l'ISEE è un numero e il parametro che viene utilizzato è quello in discussione – viene fuori un ISEE un po’ diverso. Quindi, ci sarà una graduatoria un po’ diversa. Siccome i servizi ai quali, tramite l'ISEE, i cittadini accedono sono i più disparati, ci sono servizi nei quali questo parametro non è opportuno, perché è discriminante, e servizi nei quali, invece, questo parametro serve, perché è opportuno valutarlo.
  Basterebbe, a questo punto, che quelle tabelle che ha citato la collega di quegli enti che devono fare queste graduatorie tenessero esplicitamente in considerazione questo parametro, chiedendolo a parte. Quindi, mi dai l'ISEE e mi dai anche l'indennità per ottenere la graduatoria come al punto di cui sopra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Di conseguenza, non c’è bisogno di creare questa ansia in quest'Aula e nella popolazione italiana, che va a fare ricorsi per questa ingiustizia: basta eliminare dall'ISEE questo parametro e riportarsi alle tabelle che i singoli enti, poi, comporranno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0077

  VEGA COLONNESE. Per rendere ancora più chiaro quello che è stato detto e su che cosa la maggioranza voterà in modo contrario, leggo che cosa si propone: «A decorrere dal 1o gennaio 2016 sono in ogni caso escluse dal computo dei redditi per la determinazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento». A questo state dicendo di «no», è una cosa molto semplice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un «no» a una situazione che, comunque, con un emendamento, poteva essere aggiustata, migliorata. Forse è l'unica cosa che stanotte vi farebbe dormire tranquillamente, viste le schifezze che avete votato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0014

  Interviene sull'emendamento Vito 1.57 il deputato GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0078

  GENNARO MIGLIORE. Grazie, signora Presidente. Siccome questo emendamento si riferisce alla razionalizzazione della spesa pubblica, mi sembra evidente e anche consentito da parte del nostro gruppo richiamare rispetto alla razionalizzazione della spesa pubblica, come concetto generale, anche un pezzo della discussione che si è appena svolta, rispetto alla quale il MoVimento 5 Stelle non solamente ha esercitato un'iniziativa arbitraria e offensiva nei confronti di un nostro collega, ma ha anche messo in discussione uno degli appuntamenti che possono rappresentare per il nostro Paese una delle più grandi eccellenze nel nostro Paese, cioè il Romaeuropa Festival. Si è detto che è stato abolito, è stato cancellato un emendamento nel quale si dava un milione di euro ad un festival che – lo vorrei dire con estrema pacatezza – rappresenta, forse, uno dei più importanti festival a livello europeo per quanto riguarda il teatro contemporaneo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È arrivato al trentesimo anno e ha raggiunto, nel corso di quest'anno, un milione e mezzo di spettatori. Capisco che qualcuno in quest'Aula quando io dico Jan Fabre pensa che sia un profumo...

PAGINA: 0014

  Interviene quindi per un richiamo al Regolamento il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0079

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PAGINA: 0014

  Intervengono altresì sull'emendamento Vito 1.57 il deputato ROBERTO FICO (M5S) (Vedi RS), per un richiamo al Regolamento il deputato GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS) e sull'emendamento il deputato MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0080

  ROBERTO FICO. Parlo con lo stesso titolo di Migliore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0081

  GUIDO GUIDESI. Presidente, provo a farlo con calma, appellandomi al Regolamento (articolo 8 e articoli seguenti), facendole presente che è sì vero che per capire se un collega o io personalmente interveniamo sull'argomento di cui stiamo discutendo dobbiamo essere lasciati parlare per un po’, ma non può essere consentita un'arringa da avvocato difensore come quella dell'onorevole Migliore ad un collega del Partito Democratico su un emendamento che non c'entrava niente nella discussione !
  E Presidente non accetto il fatto che ci sia sempre una lezione dal punto di vista giuridico e oggi anche culturale, che venga dall'altra parte (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Non è che se una parte, un pezzo, un'associazione culturale viene gestita da membri del Partito Democratico è cultura, e un'altra associazione non lo è ! Non possono essere i colleghi a giudicare cosa è cultura e cosa non lo è !
  Ma intanto, Presidente, che il collega Migliore andava a teatro e andava a queste manifestazioni culturali, noi eravamo impegnati a rispettare coerentemente la nostra posizione su riforme costituzionali e leggi elettorali; a differenza sua, che in due mesi l'ha cambiata, ha cambiato partito, e dal punto di vista della coerenza, mi consenta, ci sentiamo un po'superiori a lui (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

PAGINA: 0081

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Sì, Presidente, visto che abbiamo parlato di cultura, io volevo...

PAGINA: 0014

  Intervengono sull'emendamento Gianluca Pini 1.58 i deputati GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), SERGIO PIZZOLANTE (AP) (Vedi RS), IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS).MAURO PILI (Misto) (Vedi RS), EMANUELE PRATAVIERA (Misto) (Vedi RS) e ROBERTO OCCHIUTO (FI-PdL) (Vedi RS).

PAGINA: 0082

  GIANLUCA PINI. Presidente, non farò nessuna analisi su cosa si può dire o non si può dire: semplicemente starò in maniera specifica su quello che è un emendamento, facendo un attimo una cronistoria del tema trattato, perché ci pare che tutti i Governi successivi all'ultimo Governo eletto dai cittadini, cioè al Governo Berlusconi, si siano totalmente disinteressati del problema. Per vari motivi, probabilmente per vari interessi anche contrapposti, prima il Governo Monti, poi il Governo Letta e adesso il Governo Renzi si sono assolutamente dimenticati di esercitare quella che era una delega contenuta nella legge comunitaria del 2010, anche se approvata nel 2011; perché questo è un altro dei brutti vizi della politica italiana, quello di essere sempre in ritardo con l'adeguamento di normative comunitarie, ma non è questo il tema.
  All'interno della legge n. 217 del 2011 vi era una delega, che superava una procedura di infrazione, che era quella del rinnovo automatico delle concessioni balneari. Era stato concordato con l'Europa all'epoca un periodo transitorio, che scade fra dieci giorni esattamente; facciamo undici, perché ancora non siamo al 21. Sostanzialmente, in quattro anni nessun Governo si è preso la briga di esercitare quella delega, che permetteva di riordinare complessivamente la materia, e quindi di rivedere in qualche modo l'articolo 37 del codice della navigazione che era stato abrogato proprio per andare incontro alla cancellazione della procedura di infrazione che era stata aperta e che ci aveva portato addirittura ad una sentenza di condanna da parte dell'Europa. Era stata creata quella norma con una concertazione vera con tutti gli attori istituzionali e con le associazioni di categoria, perché quella doveva essere la strada: una strada indicata in un cosiddetto doppio binario, che prevedeva sì l'attuazione della direttiva Bolkestein, che obbliga in qualche modo ad un passaggio in evidenza pubblica per le concessioni, ma distingueva le nuove concessioni da quelle esistenti; soprattutto da quelle esistenti dove erano stati fatti dei lavori, e quindi insistevano in qualche modo dei manufatti, erano stati fatti degli investimenti privati su un bene @pagina=0083@pubblico. Questa era la strada, e nessuno, al di là delle chiacchiere, delle parole, ha dato seguito a quella delega !
  Non solo: qualche «pirla», perché di «pirla» si tratta, siccome si avvicinavano le elezioni del 2013, quelle passate, ha ben pensato, nel 2012, di fare un'ulteriore proroga, senza concordarla con l'Europa: cosa che ci ha posto nuovamente sotto la lente d'ingrandimento della Commissione europea, e che adesso mette a rischio dal 1o gennaio 2016 – e qui mi ascoltino i colleghi, soprattutto il collega Arlotti, che di questi temi ben sa la delicatezza –, se non approviamo questo emendamento, e checché ne dica il suo collega Gozi o altri colleghi che si occupano dalla materia all'interno del Governo, qualsiasi concessione balneare attualmente esistente. E non stiamo parlando di quelle dei pertinenziali, che sono state trattate separatamente, che sono 200 e non riguardano Ostia, tanto per capirci. Qualsiasi concessione balneare può andare direttamente a gara a semplice richiesta di qualsiasi cittadino europeo: quindi noi andiamo, con il parere contrario a questo emendamento, ad evitare la tutela di 30 mila aziende italiane, che non stanno investendo in questi anni perché sono in un sistema assolutamente incerto, da un punto di vista normativo, di tutela di quelli che sono la loro storia e i loro investimenti. Ma non solo: andiamo anche a buttare alle ortiche la possibilità di rivedere complessivamente la materia, di utilizzare questo doppio binario, di dare una proroga, cioè di spostare l'applicazione delle gare per le concessioni esistenti al massimo ottenibile in sede europea, che era già stato negoziato quattro anni fa, questi diciannove anni, ma doveva essere nello schema di decreto legislativo che nessuno dei vostri Governi ha mai emanato ! Poi andate sul territorio a dire che risolverete il problema: ne avevate lo strumento e non l'avete fatto. Questa è – passatemi la battuta, ma che purtroppo è una battuta amara – l'ultima spiaggia per i concessionari: se non passa questo emendamento, dal 1o gennaio tutte le concessioni di fatto decadono, e devono essere messe a gara.
  Adesso vediamo tutti i miei colleghi del PD, che sul territorio vanno agli incontri, dicono che loro risolveranno il problema, che loro hanno la soluzione, se la soluzione la vorranno votare, perché questa è l'unica possibile: non perché l'ha scritta il sottoscritto, ma perché il sottoscritto, insieme ad altri colleghi, si occupa di questi temi da tantissimo tempo, e l'ha negoziata con l'Europa !
  Questa è una cosa che l'Europa può accettare; e soprattutto le dico un'altra cosa, collega Morando: permette anche dopo tanti anni di rivedere i canoni. Perché è vero, perché le cose devono far essere fatte in maniera equa: se si vogliono, non dico dei privilegi, ma una via preferenziale...

PAGINA: 0083

  SERGIO PIZZOLANTE.
  Presidente, non è vero che il Governo si sia disinteressato delle spiagge e delle concessioni.
  Infatti, nelle prossime settimane sarà presentato un progetto di legge, una prima bozza di progetto di legge sulla quale si sta lavorando da mesi, e che cerca di affrontare e risolvere questo problema. Nello stesso tempo, io vorrei ricordare al collega Pini, con il quale abbiamo fatto tante battaglie insieme, che il contenuto della delega di cui lui parla, del 2010, che abbiamo fatto insieme, era ben diverso dal contenuto del suo emendamento.@pagina=0084@
  Ciò detto, io condivido alcuni contenuti del suo emendamento, il concetto del doppio binario e cioè le aree, circa il 50 per cento delle coste italiane, dove non c’è viva una concessione, un'impresa, vanno a gara, per l'altro 50 per cento delle coste italiane, dove c’è una concessione ed è viva un'impresa che è nata non abusivamente, è nata perché le leggi dello Stato glielo consentivano, occorre prevedere una transizione e, anche, magari, una proroga o altri meccanismi sui quali stiamo lavorando. Esattamente su questo noi stiamo lavorando, però voglio ricordare che questa questione, che è talmente vasta e complessa, non può essere, in maniera semplicistica, affrontata con un emendamento alla stabilità, proprio nel momento in cui tra poche settimane il Governo presenterà un progetto di legge articolato sulle concessioni e anche sui canoni.
  Nello stesso tempo – ed è la questione più importante – noi sappiamo che oggi vive per una legge dello Stato una proroga al 2020, su questa proroga al 2020 incombe la sentenza della Corte di giustizia europea ed è per questo che noi abbiamo «rallentato» i tempi della presentazione del progetto di legge, perché dalla sentenza dalla Corte di giustizia europea potrebbe venir fuori un giudizio, appunto, una sentenza ostile, contraria alla proroga. È vero che la proroga al 2020 non è stata concordata con l'Europa, perché attendevamo di fare il progetto di riforma, ma se quella proroga al 2020 non è stata concordata con l'Europa, anche la proroga di Pini al 2019 certamente non è stata concordata con l'Europa, a meno che non l'abbia concordata personalmente Pini e, a quel punto, non sarebbe assolutamente valida.
  E allora se noi corriamo il rischio di una sentenza europea per la proroga vivente al 2020, che facciamo ? Facciamo una proroga al 2019 e stiamo ancora a bagnomaria per un anno, due anni, fino alla successiva sentenza dalla Corte di giustizia europea sulla proroga al 2019 ? Questo non si può fare; noi abbiamo perso tempo in questi anni e in questi mesi, perché attendiamo la sentenza della Corte di giustizia europea, dovrebbe arrivare tra pochi mesi; stiamo, in parallelo, preparando il progetto di legge, se passa questo emendamento, noi mettiamo in crisi e in difficoltà tutto il sistema e, per primi, gli operatori, perché questo significherebbe dover aspettare un ulteriore sentenza dalla Corte di giustizia europea che verrebbe fra un anno o due anni. Questa è una cosa che noi non possiamo fare, quindi, non possiamo votare questo emendamento che metterebbe in difficoltà i concessionari e le imprese e stiamo lavorando per il progetto di legge di riforma che presenteremo nelle prossime settimane.

PAGINA: 0084

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, questo è un problema molto serio che in quest'Aula molti dei colleghi presenti hanno affrontato, su cui stanno lavorando e stanno cercando di portare a compimento. Io sono d'accordo con molte delle cose che diceva il collega Pini, non con tutte, però è indubbio che di fronte a errori fatti nel passato – perché sicuramente anche il Governo di cui io stesso facevo parte, come maggioranza, ha commesso degli errori in Europa rispetto alla Bolkestein che non doveva essere applicata ai balneari italiani per la specificità che essi rappresentavano – oggi si sta cercando di trovare una soluzione complessiva. È vero che il sottosegretario Gozzi – a cui voglio dare atto di stare lavorando bene in Europa per cercare di risolvere questo problema – ha necessità di segnali da parte del Parlamento italiano.
  Per cui io ritengo che l'approvazione di questo emendamento sarebbe un ulteriore rafforzamento per l'attività del sottosegretario Gozi che, lo ripeto, sta cercando di trovare non una proroga, ma una soluzione complessiva per i balneari e per gli stabilimenti turistici. Allora su questa battaglia, ritengo che – ed è una preghiera che faccio a tutti i colleghi – se noi diamo un segno di unità, diamo un segno di maggioranza di questa Camera, aiutiamo il Governo, aiutiamo il sottosegretario Gozi, @pagina=0085@che può andare in Europa con un mandato ancora più ampio. Motivo per cui, Presidente, noi della componente ALA sottoscriviamo questo emendamento.

PAGINA: 0085

  MAURO PILI. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.

PAGINA: 0085

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento, ma anche la posizione dell'onorevole Pini e aggiungere la firma, anche, dell'onorevole Bragantini.

PAGINA: 0085

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Intervengo per aggiungere una firma; non solo la mia, ma quella di tutto il gruppo di Forza Italia, all'emendamento dell'onorevole Pini, che sottoscriviamo in toto.
  Vorrei ricordare a Pizzolante che il disegno di legge non può essere una soluzione al problema, anzi, rischia di ritardare la soluzione del problema e di determinare l'effetto che invece con l'emendamento Pini si scongiurerebbe e, poi, che il testo proposto da Pini e che noi sottoscriviamo è un testo identico, quasi, al decreto legislativo che, in qualche modo, recepiva ciò che era indicato nella delega.
  Non si può tacciare di inadempienza il Governo, che nel 2011 si occupò, e compiutamente, di questa vicenda; gli altri Governi, in seguito, l'hanno ignorata, attribuendo a questo settore, a questi operatori un'incertezza legislativa che non li ha messi in condizione né di fare gli investimenti né di guardare al futuro con la necessaria serenità.

PAGINA: 0014

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)

PAGINA: 0085

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,20)

PAGINA: 0014

  Interviene il relatore per la maggioranza PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS), che precisa la riformulazione proposta dell'emendamento Calabrò 1.64.

PAGINA: 0087

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, solo per precisare, vorrei ricordare la riformulazione. Allora, al posto delle parole «medico e infermieristico» si inseriscono le parole «medico, tecnico-professionale e infermieristico».

PAGINA: 0015

  Intervengono sull'emendamento 1.4500 della Commissione i deputati FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS) e RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), relatori di minoranza, e GIOVANNI MONCHIERO (SCpI) (Vedi RS).

PAGINA: 0087

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, nell'esprimere i pareri, avevo dato il parere favorevole, ma mi stavo riferendo ancora all'1.4013 ritirato @pagina=0088@dal Governo. Il parere sulla norma introdotta dai relatori, cioè sull'1.4500, è contrario.

PAGINA: 0088

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Noi ci asteniamo.

PAGINA: 0088

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente; mi corre l'obbligo di far presente che questa nuova formulazione di questo emendamento costruisce un regime di gestione diverso degli ex rispetto agli altri ospedali pubblici. A prescindere da qualsiasi considerazione di merito, ad esempio io culturalmente sarei favorevole ad un maggiore livello di concorrenza fra gli ospedali, anche fra quelli pubblici, non riesco a comprendere le ragioni per le quali agli ex venga riconosciuta una libertà totale di decidere da soli la propria produzione e la stessa cosa non avvenga per gli altri ospedali pubblici. A me sembra un grave errore introdurre in finanziaria un codicillo di questo genere, perché queste cose andrebbero riviste in una ridefinizione complessiva delle logiche di governance del sistema.
  Vorrei sottolineare quello che mi sembra un errore tecnico, ma anche un errore politico, perché disciplinare in modo diverso soggetti che operano nell'ambito del medesimo ambiente – si potrebbe anche chiamare mercato – secondo me non ha nessuna motivazione.

PAGINA: 0015

  Intervengono sull'emendamento 1.5000 della Commissione i deputati PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS), relatore per la maggioranza, RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS), FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS) e GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), relatori di minoranza, e il Viceministro dell'economia e delle finanze ENRICO MORANDO (Vedi RS), per esprimere i rispettivi pareri, nonché il deputato FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0088

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Il parere è favorevole.

PAGINA: 0088

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.

PAGINA: 0089

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

PAGINA: 0089

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.

PAGINA: 0089

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Favorevole.

PAGINA: 0089

  FRANCESCO CARIELLO. Su questo emendamento della Commissione voglio far notare, seppure abbiamo dato parere favorevole, che in Commissione bilancio è stata valutata una copertura di 3 milioni di euro, quindi è stata necessaria un'ulteriore riformulazione.
  Da quanto ci risulta la Ragioneria generale dello Stato ha valutato anche gli effetti positivi che la norma attiva, ma questo atteggiamento francamente ci è sempre stato, sulla base di alcuni emendamenti che in passato abbiamo presentato, sempre negato, cioè la possibilità di valutare, in una proposta emendativa o in una norma, la possibilità e il beneficio che quella norma potesse generare nel calcolo anche della copertura.
  In questo caso credo sia stato applicato e sia stato fatto un precedente. Noi ci teniamo a farlo notare perché effettivamente l'emendamento della Commissione copre un milione di euro, mentre nella Commissione abbiamo valutato questa norma come necessaria di una copertura di 3 milioni di euro per il 2016.
  È una segnalazione di un precedente che riteniamo debba essere tenuta in conto dalla Presidenza.

PAGINA: 0015

  Intervengono sull'emendamento Rampelli 1.67 i deputati ACHILLE TOTARO (FdI-AN) (Vedi RS) e NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS).

PAGINA: 0089

  ACHILLE TOTARO. Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di incrementare lo stanziamento per il fondo rimpatri di 20 milioni l'anno per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018.
  Chiediamo questa cosa perché, anche nei mesi scorsi, si è fatto un gran parlare, anche sui mezzi di comunicazione, sul fatto che – e tutti sono stati d'accordo, anche esponenti della maggioranza, di questa maggioranza – chi viene preso qua in Italia ed è clandestino debba essere riportato fuori dai confini nazionali.
  Se mancano i soldi per fare questo, diventa una cosa scritta sulla sabbia che non conta assolutamente niente. Tra l'altro, in passato, con precedenti interventi legislativi che avete fatto, avete diminuito questo fondo rimpatri, quindi diventa poi impossibile per le forze dell'ordine attuare una legge ed intervenire per rimpatriare i clandestini. Chiediamo, quindi, che venga accolto questo emendamento.

PAGINA: 0090

  NICOLA MOLTENI. Presidente, per aggiungere la firma del gruppo parlamentare della Lega sull'emendamento Rampelli ed ovviamente per esprimere il parere favorevole da parte nostra.
  Proprio in questi giorni è uscito un dato, che, credo, debba essere estremamente allarmante, anche alla luce del dibattito europeo sul tema dell'immigrazione, sul tema dei rimpatri; il dato dice che su tre clandestini due, che vengono raggiunti dal decreto di espulsione, non vengono materialmente espulsi e, quindi, allontanati dal nostro Paese.
  Una delle cause, una delle condizioni, purtroppo, tali per cui l'allontanamento con la forza e non semplicemente con il foglio di via, tali, quindi, per cui non vengono eseguite, è anche e non solo la mancanza di fondi. Quindi, riteniamo assolutamente fondamentali i fondi necessari affinché l'espulsione venga resa esecutiva e, quindi, è necessaria, tra le varie condizioni, una sana e corretta applicazione del reato di immigrazione clandestina.
  Ma servono anche le risorse e i fondi, che spesso e volentieri questo Governo e la sinistra che ha governato il Paese negli ultimi quattro anni hanno sottratto per destinare ad altre necessità e ad altre funzioni. È fondamentale che questo fondo venga non solo incrementato, ma venga alimentato e sistematicamente reso esecutivo.
  Quindi, io credo che 20 milioni di euro siano pochi, ma riteniamo comunque che sia necessario, a fronte di un depauperamento di questo fondo, prevedere risorse aggiuntive al fine di poter rendere applicativo quello che in qualunque altro Paese europeo, e non solo, è la regola ovvero chi entra e chi soggiorna illegalmente nel Paese viene colpito da un decreto di espulsione e di allontanamento.
  Mi permetto di dire, in conclusione, che non servono solo i fondi, che non serve solo una normativa di riferimento adeguata come esiste ovunque, servono anche quelle strutture che il Governo e la sinistra in questi anni hanno smantellato, perché per poter espellere il clandestino, serve che il clandestino venga identificato. È la questione dei CIE, che erano strutture previste, tra l'altro, addirittura nella legge «Turco-Napolitano», la legge di riferimento poi cambiata e che rimane il testo base sulla gestione dei flussi migratori. I CIE sono stati smantellati. Quindi le risorse, i CIE, un giusto periodo di trattenimento all'interno dei CIE finalizzato all'identificazione, esattamente a quell'identificazione che il nostro Paese non fa, tant’è che anche l'Europa ci prende a schiaffoni, sono la conditio sine qua non affinché vi sia un serio processo di espulsione, non solo a livello europeo, ma anche e soprattutto a livello nazionale, recuperando quella dignità nazionale e quella sovranità nazionale che sistematicamente stiamo svendendo e regalando in nome di un'Unione europea che non esiste.
  Tutto ciò il nostro Paese dovrebbe recuperarlo anche e soprattutto mettendo risorse sul fondo rimpatrio ed è il motivo per cui la Lega voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0015

  Intervengono sull'emendamento Prodani 1.68 i deputati ARIS PRODANI (Misto) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS) e GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), relatore di minoranza.

PAGINA: 0091

  ARIS PRODANI. Grazie, Presidente. L'emendamento propone in via sperimentale e temporanea la realizzazione in Friuli Venezia Giulia di alcune zone franche sulla fascia di confine con la Slovenia e l'Austria.
  I benefici riconosciuti oltre confine in termini di semplificazione amministrativa, burocratica e fiscale, hanno provocato, principalmente negli ultimi anni, due fenomeni. Il primo è quello di una progressiva e non tanto lenta delocalizzazione, soprattutto di piccole partite IVA, di lavoratori autonomi, di artigiani. L'altra, l'oggettiva impossibilità di queste categorie di concorrere ad armi pari con gli omologhi di oltre confine.
  È chiaro che le ricadute sul territorio sono un progressivo depauperamento in termini economici e occupazionali sia sulla regione, ma anche, è evidente, sull'intero Paese. Per cui chiedo al Governo o al relatore di maggioranza di poter rivedere il parere negativo.

PAGINA: 0091

  WALTER RIZZETTO. Presidente, soltanto una riflessione.
  Questa la chiamano Europa ? A pochi chilometri dai confini del Friuli Venezia Giulia ci sono aspetti che sono completamente differenti rispetto a quelli che il Friuli Venezia Giulia, ma non solo, in Italia vive: un'imposizione fiscale differente, una burocrazia differente e anche sconti sui carburanti differenti. Quindi, Presidente, io invito l'Aula a fare una seria riflessione. Io abito a Udine, il collega Prodani abita a Trieste e se dovessimo aprire un'azienda o a Udine o a Trieste avremmo un'imposizione fiscale quasi dimezzata se andassimo nella vicina Slovenia o in Carinzia. Questa Presidente è l'Europa al giorno d'oggi ! Facciamo una seria riflessione e cerchiamo di aiutare, per l'ennesima volta, qualora non si fosse fatto, e non si è fatto in questa legge di stabilità, le piccole e medie imprese che vogliono restare nel nostro territorio ad investire.

PAGINA: 0091

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Esprimo un parere negativo. Ne approfitto per esprimere parere favorevole sugli emendamenti 1.4021 e 1.4025 del Governo.

PAGINA: 0016

  Interviene sull'emendamento 1.4024 del Governo il deputato FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), relatore di minoranza.

PAGINA: 0092

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Sì, solo per cambiare il parere in contrario.

PAGINA: 0016

  Intervengono sull'identica riformulazione degli emendamento De Lorenzis 1.74 e Capone 1.75 i deputati DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), SALVATORE CAPONE (PD) (Vedi RS), ERMETE REALACCI (PD) (Vedi RS) e ROCCO PALESE (Misto-CR) (Vedi RS).

PAGINA: 0093

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, volevo fare un piccolo commento sulla riformulazione che è stata fornita. Ovviamente, questa mi trova parzialmente soddisfatto, perché si perde una parte importante rispetto all'emendamento che avevo proposto, e cioè il riconoscimento della rete Bicitalia come progetto di visione di questo Paese per la mobilità sostenibile nel settore del cicloturismo. Auspico che questo Governo, nei prossimi provvedimenti, non sposti le risorse che sono state stanziate, che sono cospicue, ma non sono sufficienti a finanziare tutti gli interventi di mobilità sostenibile di cui questo Paese ha bisogno.
  E, ancora, spero che il Governo e il Parlamento approvino entro la fine della legislatura gli altri provvedimenti che riguardano la mobilità sostenibile di cui questo Paese ha un disperato bisogno, in primis il codice della strada, che aspettiamo da tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0093

  SALVATORE CAPONE. Sì, accetto la riformulazione, così come è stata presentata. Ritengo che questo sia un ottimo intervento. Ringrazio l'impegno del Governo, anche nel passaggio tra Senato e Camera, per ulteriori risorse, importanti, che sono state messe per quanto riguarda, appunto, il cicloturismo e, in generale, sulla mobilità sostenibile e compatibile. Ritengo che per il sud del Paese questo sia un intervento importante, che si svilupperà in tre regioni, in modo specifico nella Puglia, nella Basilicata e nella Campania. Ancora grazie.

PAGINA: 0093

  ERMETE REALACCI. Solo per sottoscrivere gli emendamenti: avremo modo di tornare sopra sul tema.

PAGINA: 0093

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, per sottoscrivere l'emendamento, ma anche per fare un'ulteriore precisazione, perché nella riformulazione è Leuca: non dovrebbero esserci problemi, ma che rimanesse agli atti che trattasi di Santa Maria di Leuca.

PAGINA: 0017

  PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime parere favorevole sull'emendamento Franco Bordo 1.78, purché riformulato.

PAGINA: 0094

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, ho una riformulazione dell'emendamento Franco Bordo 1.78. Se me lo consente, la leggerei.

PAGINA: 0017

  Interviene il deputato FRANCO BORDO (SI-SEL) (Vedi RS), che accetta la riformulazione testé proposta

PAGINA: 0094

  FRANCO BORDO. È previsto anche l'intervento in questa sede o è successivo ? Comunque, accetto la riformulazione.

PAGINA: 0017

  FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS) e GIANNI MELILLA (SI-SEL) (Vedi RS), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di minoranza sull'emendamento Franco Bordo 1.78.

PAGINA: 0094

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, le chiedo la possibilità di poter leggere la riformulazione. Quindi, se ci dà cinque minuti o altrimenti...

PAGINA: 0094

  RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Noi nemmeno l'abbiamo.

PAGINA: 0095

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Parere Favorevole.

PAGINA: 0017

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. (Vedi RS)Concorda con il parere del relatore per la maggioranza.

PAGINA: 0095

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Parere favorevole.

PAGINA: 0017

  Intervengono sull'emendamento Franco Bordo 1.78 i deputati DANIELE CAPEZZONE (Misto-CR) (Vedi RS) FLORIAN KRONBICHLER (SI-SEL) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS) e ANNALISA PANNARALE (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0095

  DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole da un punto di vista culturale e @pagina=0096@politico opposto a quello dei presentatori. I presentatori legittimamente presentano questo emendamento come caveat rispetto a un processo di privatizzazioni che loro oppongono, chi parla è invece assolutamente favorevole a questo e ad altri processi di privatizzazione su cui il nostro Paese si è purtroppo fermato, ma mi sembra assolutamente ragionevole che se il Governo procede a una privatizzazione, ad un'alienazione, preventivamente ci sia una congrua informativa al Parlamento su questi e altri punti significativi. Quindi, da punti di vista opposti, da auspici opposti, c’è però una condivisibile esigenza di conoscere per deliberare einaudianamente. Mi scuso con i colleghi per la citazione di Einaudi, spero a loro non dispiaccia.

PAGINA: 0096

  FLORIAN KRONBICHLER. Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento.

PAGINA: 0096

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, meno di un minuto per dire che questo emendamento in realtà è qualcosa di meno della mozione che il Parlamento ha approvato qualche giorno fa. Quella mozione chiedeva la sospensione della privatizzazione fino alla comunicazione al Parlamento del Ministero. Ovviamente, sapendo quale sarà l'iter nel prossimo anno appunto della privatizzazione di questa grande azienda, questo è un impegno ulteriore affinché ci sia una relazione pubblica sugli impatti che questo comporta per il Paese.

PAGINA: 0096

  GUIDO GUIDESI. Presidente, noi voteremo favorevolmente alla riformulazione, specificando però che, dal nostro punto di vista, serve qualcosa in più. In merito alla calendarizzazione delle relazioni e alla trasparenza che vi dovrà essere da parte di Ferrovie dello Stato nelle comunicazioni al Parlamento, grazie anche a questo emendamento in legge di stabilità, riteniamo che questa soluzione possa magari essere utile al Parlamento per insistere sul fatto che il gettito di quella parte di privatizzazione possa essere investito per quanto serve al Paese, cioè un investimento specifico sul trasporto pubblico locale da parte di Ferrovie dello Stato.

PAGINA: 0096

  ANNALISA PANNARALE. Presidente, intervengo solo per annunciare la sottoscrizione dell'emendamento a nome di tutto il gruppo di Sinistra Italiana.

PAGINA: 0018

  Intervengono sull'emendamento De Rosa 1.83 i deputati MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS), MAINO MARCHI (PD) (Vedi RS), ANGELO CERA (AP) (Vedi RS), SERENA PELLEGRINO (SI-SEL) (Vedi RS) e DAVIDE TRIPIEDI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0098

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, parliamo ancora una volta di oneri di urbanizzazione, e cioè i soldi pagati al comune da chi vuole costruire o ristrutturare un edificio. Questo è un argomento che interessa tutti i cittadini, perché va a toccare la qualità di vita in aree sempre più cementificate, va a toccare il dissesto idrogeologico, la diminuzione dei terreni agricoli, e non per ultimo ha un indiretto effetto sulla nostra spesa sanitaria. Sinceramente siamo stanchi di fare da badante ad un Governo e una maggioranza che non hanno la minima idea di quello che stanno facendo, e soprattutto delle conseguenze che certe scelte comportano. Avete messo in ginocchio i comuni italiani che amministrate, nel migliore dei casi per incompetenza, nel peggiore... Beh, nel peggiore abbiamo avuto, e avremo risposte dalla magistratura.
  I sindaci del MoVimento 5 Stelle vi stanno dimostrando come si può amministrare bene, e lo si può fare con meno soldi e soprattutto per i cittadini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come a Pomezia, dove vi ricordo, cari colleghi, che nel giro di un anno, neanche, il sindaco 5 Stelle ha dimezzato i debiti che voi avete contratto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ma voi siete ancora legati all'idea di fare cassa con il territorio, con il nostro territorio, con il bene comune che dovremmo conservare, e invece voi svendete: quello che già distruggete ogni giorno con le vostre trivelle e i vostri gasdotti e le grandi opere inutili.
  Ma torniamo al testo dell'emendamento. Ancora una volta, con una partita di giro consentite di poter spendere gli oneri di urbanizzazione per un unico settore, e non per quello a cui sono veramente destinati. Pensavate che non ce ne accorgessimo, perché avete fatto (Commenti)... Beh, è bello vedere che qualcuno dei questori interrompe !

PAGINA: 0099

  MAINO MARCHI. Presidente, al di là di considerazioni politiche sulla validità di amministrazioni di un colore o dell'altro, a me non sembra che quelle dei 5 Stelle brillino in modo particolare, come ad esempio a Livorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Al di là di questo, credo che l'onorevole De Rosa non abbia colto da un lato che nella legge di stabilità nel suo complesso c’è una parte molto innovativa, che è proprio relativa ai comuni, perché si supera il patto di stabilità interno e si va ad un ordinamento contabile diverso, basato sul pareggio tra le entrate finali e le spese finali di competenza; dall'altro, in riferimento a questa questione specifica, che non è vero che abbiamo riproposto semplicemente le questioni in modo simile agli altri anni; abbiamo considerato ancora che c’è una difficoltà certamente dei comuni nei loro bilanci, per cui occorre dare flessibilità rispetto all'utilizzo di risorse come quelle degli oneri di urbanizzazione; ma in questo caso però credo che la finalizzazione si avvicini molto di più anche a riferimenti alla nuova legge sul suolo che si sta elaborando e che è in discussione in Commissione, perché la finalizzazione, anche se al 100 per cento, eventualmente come facoltà per spese correnti, però va tutta nella direzione della manutenzione ordinaria per verde, strade, patrimonio e progettazione: in una direzione cioè dove c’è una stretta connessione anche con gli investimenti, dove sappiamo che spesso il filo della distinzione tra manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria è molto labile. Non c’è una destinazione, come c'era in passato, libera di un 50 per cento di spese correnti per fare qualsiasi cosa, come spese correnti: c’è invece una finalità molto collegata alle spese per il territorio e per la sua manutenzione.
  Credo quindi che ci sia questa novità; e in più, considerando l'emendamento successivo, a proposito del quale si è concordata con l'onorevole Mannino una nuova riformulazione, credo che anche da questo punto di vista si sia raggiunta una sintesi tra le varie valutazioni in termini positivi. Per cui sono abbastanza sorpreso di questa posizione così negativa rispetto ad una modalità diversa dal passato per quanto riguarda l'uso degli oneri, e che in più nell'emendamento successivo coglie una richiesta, a mio avviso giusta, del MoVimento Cinque Stelle, che è stata accolta dai relatori.

PAGINA: 0099

  ANGELO CERA. Signora Presidente, Viceministro, gli oneri di urbanizzazione sono stati nel tempo il sistema che molti comuni hanno inventato per avere entrate volte a colmare le maggiori uscite: tantissimi comuni oggi si trovano con milioni e milioni di residui attivi inesigibili, che sono, manco a farlo apposta, gli oneri di urbanizzazione.@pagina=0100@
  Allora, a me fa specie pensare questo, perché è chiaro che questo ragionamento – e questo nuovo modo di vedere gli oneri d'urbanizzazione – riguarda soprattutto quelle amministrazioni comunali, quelle città dove si costruisce, dove c’è abbondanza di costruzioni; invece, nel Meridione, onorevole viceministro, ci troviamo in queste ore, proprio in queste ore nelle quali si fanno anche i bilanci dei comuni, con milioni e milioni di residui attivi inesigibili che, manco a farlo apposta, sono i famosi oneri di urbanizzazione. Ci sono tantissimi comuni che stanno fallendo; il collega ha parlato di un nuovo modo di fare contabilità, proprio per gli oneri di urbanizzazione, le invenzioni sulle tasse: i comuni s'inventavano di prendere più tasse per colmare le maggiori uscite con questo modo molto, molto approssimativo di immaginare le entrate; che cosa pensa, Ministro, il Governo può incominciare realmente, per aiutare i comuni, a immaginare come si possa ritornare e ripareggiare quei residui attivi ? Evidentemente, dei comuni hanno usato questo modo truffaldino di aggirare la legge; come si possono aiutare i comuni a riequilibrare i propri bilanci per ripartire e mi riferisco in modo particolare a tutti i comuni, perché tutti i comuni sono così, tutti i comuni, signor Viceministro, si trovano in queste condizioni. Il Governo ha immaginato un po’ come poter intervenire per aiutare i comuni ? Altro che immaginare gli oneri di urbanizzazione come una nuova panacea per andarli a investire in maniera diversa; i comuni sono strapieni di residui attivi provenienti da oneri di urbanizzazione inventati nei bilanci. Allora, ecco, la sfida: vogliamo aiutare gli amministratori dei comuni, specialmente chi amministra per la prima volta, quelli che si trovano con gli errori del passato fatti da altri amministratori ? Come il Governo può immaginare di aiutare le nuove amministrazioni, cioè quella povera gente che si trova di fronte ai guai del passato e si ritrova, magari, sulla soglia del dissesto finanziario ? Questi sono i problemi su cui dovremmo, in qualche maniera, ragionare.
  Cosa pensa il Governo ? Può immaginare di aiutare i comuni che stanno sulla soglia del dissesto, proprio per i residui attivi inesigibili ?

PAGINA: 0100

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Noi ci ritroviamo davanti a un emendamento che io sottoscrivo e ringrazio l'onorevole De Rosa per averlo proposto. Vorrei leggervi qual è la parte del provvedimento, proprio per non generare nessuna contraddizione. In particolare, il comma consente di utilizzare integralmente, per gli anni 2016 e 2017, i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal testo unico delle disposizioni in materia edilizia per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, nonché per spese di progettazione delle opere pubbliche. Questo che cosa vuol dire ? Che i sindaci che sono alla canna del gas quotidianamente, perché sono stritolati dal Patto di stabilità, hanno i cassetti pieni di denaro che non possono spendere, di qualsiasi colore essi siano e di qualsiasi zona, nord o sud, onorevole Cera e ci ritroviamo a dover vendere il nostro suolo, il nostro territorio e il nostro patrimonio per far fronte alla spesa corrente. Allora, forse, varrebbe la pena di togliere il Patto di stabilità per quello che riguarda la spesa corrente dei nostri cittadini, perché ci ritroviamo ad avere le strade piene di buche e, invece, davanti a un bilancio dove si fanno nuove edificazione, dove si fanno nuove strade, così li chiamiamo, gli occhioni, le rotatorie, quelli, invece, sono fuori dalla spesa del bilancio.
  Allora, o noi ridiamo respiro ai sindaci e a quello che riguarda le amministrazioni, oppure ci ritroveremo, come ha proposto il sindaco di Venezia, a vendere un quadro di Klimt e un quadro di Chagall per appianare il bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0101

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, solo per sottoscrivere l'emendamento.

PAGINA: 0018

  Interviene per una precisazione il deputato FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS); interviene quindi sull'emendamento Mannino 1.1638, nel testo riformulato, il deputato MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0101

  FRANCESCO CARIELLO. No, Presidente. Colgo l'occasione per modificare il voto espresso dal MoVimento 5 Stelle sull'emendamento 1.79. Ci siamo astenuti e il parere era favorevole. Avevo sbagliato io a dare il parere.

PAGINA: 0101

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, volevo rispondere al collega Marchi, tramite la Presidenza, proprio per sottolineare il fatto che distinguiamo l'emendamento in due parti: una sono i proventi delle sanzioni che sistemiamo con una riformulazione adesso e non possiamo mischiarla con gli oneri di urbanizzazione di cui parlavamo prima, perché se parliamo di oneri di urbanizzazione che arrivano da nuova edificazione, quella che avete fatto, con questo emendamento è una partita di giro; io non faccio spendere ai comuni sulle manutenzioni perché gli do gli oneri di urbanizzazione per spenderli sulle manutenzioni, i soldi che mi si liberano li uso come i vecchi oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. Allora se ci vogliamo prendere in giro, ci prendiamo in giro, però, anche alla COP 21 è stato stabilito che il suolo è uno degli strumenti per fissare la CO2, per migliorare la qualità dell'aria, per raggiungere gli obiettivi climatici. Allora, mi deve dire in che direzione andiamo con l'Italia; l'Italia, in che direzione vuole andare ? Nel nome del fatto che avete portato i comuni ad avere i conti svuotati, per non dire altre parole dico i conti svuotati, adesso mi deve dire che dobbiamo svendere il territorio che è dei cittadini italiani. Ma forse vi dovete porre una questione un po’ più approfondita sul fatto di come gestite questi comuni, perché se non siete in grado di gestirli poi non potete svendere un bene che è dei cittadini per appianare i vostri bilanci in rosso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0018

  Interviene sull'emendamento Cristian Iannuzzi 1.84 il deputato CRISTIAN IANNUZZI (Misto) (Vedi RS).

PAGINA: 0102

  CRISTIAN IANNUZZI. Grazie Presidente. Devo dire che sono un po'dispiaciuto nel constatare che il Governo ha confermato il suo parere negativo su questo emendamento, perché ogni volta che andiamo a proporre un piccolo contributo per la mobilità sostenibile, mentre in Commissione Trasporti riusciamo a trovare sempre l'avvallo da parte dei colleghi di tutti i gruppi, quando poi arriviamo davanti al Governo questo ci chiude la porta.
  Chiederei quindi al Governo un ripensamento, in quanto qui veramente si tratta di un'elemosina, si tratta di prendere da un contributo agli enti locali per spese relative alla viabilità e all'edilizia scolastica, di riservare una quota non inferiore al 5 per cento per progetti e interventi volti allo sviluppo della mobilità ciclistica, all'estensione delle piste ciclabili, all'integrazione modale bici e trasporto pubblico collettivo, alla realizzazione di aree di sosta e di parcheggio per le biciclette negli edifici scolastici e in quelli adibiti a pubbliche funzioni. Chiederei quindi che veramente il Governo ci ripensasse.

PAGINA: 0019

  Intervengono sull'emendamento Nicchi 1.86 i deputati MARISA NICCHI (SI-SEL) (Vedi RS), GIUSEPPE CIVATI (Misto-AL-P) (Vedi RS), PIA ELDA LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI-PdL) (Vedi RS), VALENTINA PARIS (PD) (Vedi RS), ROBERTA AGOSTINI (PD) (Vedi RS), BARBARA SALTAMARTINI (LNA) (Vedi RS), MARIA EDERA SPADONI (M5S) (Vedi RS), MICHELA MARZANO (PD) (Vedi RS), ANNA MARIA CARLONI (PD) (Vedi RS) e LUISA BOSSA (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0103

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. L'emendamento vuole espungere una materia entrata nella legge di stabilità che noi riteniamo un po'inappropriata, tant’è che in un primo momento il tema del «Codice Rosa», così definito, era stato considerato inammissibile dalla Commissione Bilancio. Era ammissibile in legge di stabilità la possibilità di incrementare, per esempio, i fondi per le politiche contro la violenza sulle donne, per incrementare le risicate risorse ai centri antiviolenza, ma questo tema oggetto dei nostri emendamenti è stato respinto.
  Siamo quindi di fronte ad una materia che è in questa legge in un posto sbagliato, perché inappropriato. Vi è poi anche una ragione politica che consiglierebbe di votare questo emendamento. La ragione politica che sul tema del percorso denominato Codici Rosa è stata espressa una forte contrarietà di tutti i centri antiviolenza del nostro Paese, che si sono riuniti in rete. Voglio ricordare che i centri antiviolenza si sono conquistati un ruolo nel nostro Paese, hanno maturato un'esperienza decennale, hanno sedimentato un sapere, una metodologia di intervento e su questa materia hanno sollevato una serie di obiezioni che sarebbe opportuno affrontare e discutere. Bisognerebbe confrontarsi visto che, tra l'altro appunto, siamo in assenza di risorse, di interventi finanziari, perché il Governo si è visto bene dal finanziare, tant’è che gli emendamenti successivi a questo vogliono escludere qualsiasi finanziamento, non si capisce perché, in assenza di questa parte finanziaria, si chiuda il confronto con queste esperienze che si @pagina=0104@sono dichiarate contrarie, che vogliono discutere su questo nuovo metodo e hanno sollevato questioni importanti che attengono, per esempio, alla Convenzione di Istanbul, il riconoscimento della specificità della violenza degli uomini sulle donne, il tema, per noi fondamentale, del rispetto della volontà della donna, per affrontare un percorso di uscita dal tunnel nero della violenza.
  La questione importante di perseguire un approccio integrato, olistico, di cui la parte repressiva e la parte medica sono solo un aspetto, mentre ce ne sono ben altri.
  Perché queste questioni non continuiamo a discuterle in un confronto più democratico, diretto con queste esperienze ? Mi chiedo perché questa forzatura; è una forzatura autoritaria una forzatura centralistica, una forzatura che propone un percorso irrigidito, standardizzato laddove invece sarebbe necessario condivisione, sarebbe necessario scambio, sarebbero necessarie logiche di rete e soprattutto sarebbero necessarie più risorse.

PAGINA: 0104

  GIUSEPPE CIVATI. Solo per sottoscrivere, a nome mio, e del collega Maestri questo emendamento. Per ragioni formali e sostanziali mi ritrovo perfettamente nelle parole della collega Nicchi e, quindi, poniamo la nostra firma sotto questo testo. Sembra un piccolo emendamento ma ha molto significato per noi.

PAGINA: 0104

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di sottoscrivere a titolo personale questo emendamento e vorrei spiegarne le ragioni per non essere fraintesa. Vorrei cogliere l'occasione per sottolineare il lavoro positivo che è stato fatto fra di noi colleghe di diversi partiti perché sul tema della legge di stabilità abbiamo fatto degli sforzi di convergenza che hanno dato risultati positivi e questo tengo a sottolinearlo.
  Su questo argomento, invece, su quello della istituzione del percorso per le vittime di violenza, non siamo riuscite a trovare una sintesi che andasse bene a tutti, ma davvero ci siamo sforzate perché il testo originario dell'emendamento, rispetto a questo che andremo a votare o non votare, è davvero cambiato in questo tentativo di trovare una convergenza.
  Ma il problema non è tanto che non siamo riusciti a trovare una sintesi che andasse bene, non è questo il problema che mi provoca disagio. La ragione che mi induce a sottoscrivere questo emendamento, che chiede di cancellare questi due commi istitutivi del percorso che, ripeto, sono migliorati rispetto al testo originario, è che abbiamo perso la relazione con le associazioni che di questo tema si occupano da anni. Loro non voglio dire che abbiano tutte le ragioni, ma loro si sono sentite tradite e ne sono dispiaciute e preoccupate perché loro sono quelle che se ne occupano di più, che hanno più competenza dal mio punto di vista. Allora, io vorrei poter ristabilire, vorrei che noi potessimo ristabilire questo ponte con loro e forse non votando questi due commi, cioè facendo una sorta di tabula rasa ma non per dare ragioni alle une o alle altre o alle associazioni ma per poter ripartire a discutere con loro, comprese, loro, le associazioni.
  Vorrei che forse questo potesse aiutare la costruzione di soluzioni positive e condivise, anche pensando ai due emendamenti proposti dal Governo che voteremo dopo.

PAGINA: 0104

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente, con questo emendamento si vuole sopprimere una disposizione che vuole istituire all'interno delle strutture ospedaliere un percorso di protezione, di tutela per quelle donne che hanno subito @pagina=0105@violenze, maltrattamento o stalking, il cosiddetto codice rosa.
  All'interno di questo percorso di protezione la donna ha la facoltà, la possibilità non l'obbligo ma la facoltà di denunciare chi l'ha maltrattata o chi l'ha violentata. Chi non vuole usufruire di questa possibilità, chi non denuncia i maltrattatori o i violentatori può comunque usufruire di un supporto, di un aiuto, di una tutela da parte di gruppi multidisciplinari che possono fornire un'assistenza giudiziaria sanitaria sociale.
  Chi si oppone a questo emendamento semplicemente rifiuta questo percorso di assistenza e questo credo che non sia ammissibile, perché condivido con le colleghe che prima mi hanno preceduto la preoccupazione circa il fatto che le maggiori perplessità nei confronti di questo emendamento siano arrivate dalle operatrici dei centri antiviolenza: donne straordinarie, spesso volontarie, che svolgono un'azione e un'attività preziosissime. Noi non vogliamo perdere il contributo di questi operatrici, anzi il contributo di queste operatrici è previsto all'interno dell'emendamento così come è stato riformulato dalla Commissione bilancio.
  Dico solo che questo è un piccolo, ma importante e significativo, passo avanti per andare verso una cornice nazionale non occasionale, per rifiutare quegli approcci frammentari che molto spesso si sono rivelati inefficaci nella battaglia contro ogni forma di violenza ai danni delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0105

  VALENTINA PARIS. Presidente, brevemente per spiegare per quale ragione, a mio avviso, è fondamentale tenere dentro questa legge di stabilità il contenuto dei punti 452-bis e 452-ter.
  L'esperienza di questa legislatura è quella di tante donne... Se Giachetti ha interesse anche ad ascoltare gli altri, noi ne siamo felici, ma è molto impegnato...

PAGINA: 0105

  ROBERTA AGOSTINI. Presidente, intervengo a titolo personale per segnalare un tema e per lasciarlo agli atti di questa discussione. Io segnalo che il punto della legge di stabilità che l'emendamento chiede di sopprimere rischia di generare dei problemi. Faccio notare che il Piano nazionale antiviolenza previsto dalla legge @pagina=0106@n. 119, che abbiamo discusso a lungo in quest'Aula con tanti soggetti interessati, disegna una strategia articolata per il contrasto alla violenza, prevede già linee di indirizzo piuttosto precise e piuttosto dettagliate, secondo un approccio integrato su tutti gli aspetti, dalla formazione alla valutazione del rischio, dalla raccolta dei dati fino al soccorso delle vittime di violenza.
  Per quanto riguarda ospedali e pronti soccorso si prevede che il Governo definisca non altre linee guida, ma livelli minimi delle prestazioni. Il piano è stato approvato in Conferenza unificata a maggio, finanziato secondo la legge n. 119 per 10 milioni nel 2015 e 10 milioni nel 2016. Nella stabilità abbiamo ripianato il taglio di 2 milioni e mezzo al Fondo delle pari opportunità tra l'altro.

PAGINA: 0106

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo emendamento perché riteniamo che lo sforzo di trovare una convergenza, così come è stato fatto in Commissione bilancio, nel prevedere la norma che l'emendamento vuole sopprimere, sia un, seppur piccolo, passo in avanti. Lo dico perché spesso e volentieri abbiamo detto che la battaglia contro la violenza sulle donne è una battaglia anche di natura culturale e spesso e volentieri ci siamo detti che le donne non denunciano, che le vittime non denunciano, perché non si sentono protette, non si sentono tutelate non sentono che c’è lo Stato accanto loro. Purtroppo – ahimè – abbiamo avuto molti esempi di donne che si sono ritrovate in questa situazione e hanno denunciato l'assenza dello Stato. Io credo che questo Parlamento abbia fatto su questo tema tantissimi passi avanti. Le leggi che sono state approvate in questi anni (penso anche a quelle dell'ultimo Governo eletto, perché gli altri si sono susseguiti senza elezioni e una vittoria chiara) sono state dei provvedimenti veramente fondamentali che hanno soprattutto dimostrato quanto è importante per tutti noi, non solo per la componente femminile presente in questo Parlamento, l'attenzione su questo tema. Quindi, sopprimere la norma seppur piccola che c’è all'interno della legge di stabilità credo che sia un errore gravissimo.
  Detto questo, però, affinché sia chiaro, va detto che abbiamo esempi molto positivi di iniziative che pur senza questa norma si sono attivati sul nostro territorio. Penso per esempio alla regione Lazio dove durante la giunta Polverini erano stati già avviati esperimenti, iniziative di questo tipo, come quelle previste dalla riformulazione che abbiamo inserito nella legge di stabilità. Quindi è pur vero, bisogna dirlo con onestà, che non serve necessariamente un intervento normativo per mettere in campo azioni positive. Nel Lazio l'avevamo fatto, l'avevamo iniziato questo percorso, probabilmente anche in tante altre regioni; io conosco le iniziative che nel Lazio sono state fatte. Ciò detto, alla buona volontà di alcuni amministratori, oggi abbiamo aggiunto anche una piccola norma che ci permette di incentivare ancor di più la buona volontà di alcuni amministratori e magari anche di svegliare quelli che su questo tema sono ancora un po’ in sonno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0106

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto @pagina=0107@favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo emendamento perché attraverso il comma 452-bis si dà la possibilità di avviare un iter giudiziario che non tutela la donna, un iter giudiziario che potrebbe partire proprio direttamente, per esempio, dal pronto soccorso. Questo va effettivamente contro gli articoli 2 e 18 della Convenzione di Istanbul e in questo momento lo dico anche in quanto membro del Consiglio d'Europa e in quanto relatrice della raccolta dati sulla violenza di genere che verrà licenziata nel consiglio d'Europa a marzo del prossimo anno. Va contro gli articoli 2 e 18 che prevedono che la donna, la sua protezione e i suoi diritti, devono essere al centro della Convenzione e al centro di un qualsiasi atto che vada a contrastare la violenza di genere. Quindi, noi dichiariamo il nostro voto assolutamente favorevole a questo emendamento e io aggiungo anche che il gruppo Grevio, che dovrà a breve verificare effettivamente l'implementazione della Convenzione di Istanbul anche nel nostro Paese, molto probabilmente avrà qualcosa da dire riguardo a questo iter (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0107

  MICHELA MARZANO. Grazie, signora Presidente. Effettivamente intervengo a titolo personale per annunciare il mio voto favorevole a questo emendamento. Si tratta effettivamente di proteggere le donne, ma le donne non le si protegge veramente nel momento in cui le si vittimizza. Siamo convinti come dovremmo esserlo che la battaglia contro la violenza la si vince a livello culturale. Quello che si dovrebbe cercare di fare è stimolare la loro autonomia e non scegliendo al posto loro.
  Ormai lo sappiamo da tanto tempo che il paternalismo e la tendenza alla vittimizzazione non hanno mai aiutato le donne a uscire dalla situazione di difficoltà nella quale si trovano. Ecco perché io voterò questo emendamento, anche se a titolo personale, lo ripeto.

PAGINA: 0107

  ANNA MARIA CARLONI. Presidente, intervengo a titolo personale e annuncio un voto di astensione su questo emendamento, perché auspico che sui temi della realizzazione della Convenzione di Istanbul si possa procedere unitariamente affinché si abbattano tutti gli steccati possibili tra pratiche di donne all'interno delle istituzioni, delle associazioni di volontariato e di movimento.

PAGINA: 0107

  LUISA BOSSA. Intervengo a titolo personale. Voterò favorevolmente su questo emendamento, condividendo le riflessioni di Michela Marzano.

PAGINA: 0019

  Intervengono sull'emendamento 1.4017 del Governo le deputate BARBARA SALTAMARTINI (LNA) (Vedi RS) e MARISA NICCHI (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0108

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Devo dire che trovo un po’ di imbarazzo su questo emendamento del Governo, perché se è vero che in questo Parlamento le donne e gli uomini sono riusciti a portare avanti delle iniziative legislative importanti nel campo della battaglia contro la violenza sulle donne, certo mi lascia un po’ sorpresa l'atteggiamento verso il piccolo passo che noi abbiamo fatto lavorando nella legge di stabilità in Commissione bilancio (grazie ad un lavoro di paziente convergenza, anche trovando un incontro tra la tesi del Governo e quella dei parlamentari che avevano presentato l'emendamento).
  Ecco qua che vediamo subito quanto poi a questo Governo interessa pochissimo quello che abbiamo fatto. Di fatto, non stanzia un euro in più per mettere in campo le iniziative che abbiamo previsto nella legge di stabilità e che sono già state accolte. Allora, delle due l'una: o il Governo ci prende in giro, e quindi non è vero che ha a cuore la lotta e la battaglia contro la violenza sulle donne, perché sta di fatto che ogni volta che inseriamo l'iniziativa positiva non ci danno una lira per poterla portare avanti, oppure pensate che siamo totalmente fessi e che leggendo questo emendamento potevamo votare a favore.
  Ora io mi appello sinceramente anche a chi ha lavorato in Commissione bilancio per far sì che la norma che è stata inserita fosse prioritaria. Con questo emendamento tutte le iniziative che si possono pensare e immaginare non possono essere realizzate, perché di fatto ci mettiamo zero euro.
  Quindi, è una grande presa in giro, è un'ulteriore presa in giro, è un ulteriore emendamento che priva di risorse quelle che sono sì le iniziative importanti a difesa delle persone, a difesa, probabilmente, anche dei più deboli, e a me non piace pensare alle donne come categoria debole, ma sicuramente le vittime lo sono, e quindi, in tal senso, sono tali.
  E, magari, i soldi che potevano essere messi qui sono finiti, probabilmente, in un altro emendamento, in un altro contributo ad un'altra associazione, in un altro micro intervento territoriale. Ecco qual è l'attenzione di questo Governo: dopo le banche, dopo avere abbandonato i risparmiatori che sono stati truffati, un Governo che non ha pensato di togliere una tassa ai disabili e alle persone malate, che hanno, magari, diritto all'indennità di accompagno, ecco l'ennesima beffa.
  Non mettiamo soldi in più per poter portare avanti progetti e azioni positive a tutela delle donne, nella battaglia contro la violenza sulle donne. Questo è quello che state facendo con questo emendamento e mi fa, sinceramente, un po’ specie, perché questo è un Governo che, a parole, si riempie la bocca di iniziative per le donne, a tutela delle donne. Ecco come le state portando avanti: neanche un euro in più (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0108

  MARISA NICCHI. Mi chiedo e lo chiedo all'onorevole Saltamartini, attraverso lei, dove fosse l'onorevole, perché so che è una componente della Commissione bilancio: non è una cosa nuova questa assenza di risorse. Era uno dei motivi per cui noi pensavamo che non fosse necessaria una forzatura, in questa fase, nella legge di stabilità, su un percorso che divide le donne e che, invece, poteva essere affrontato in un modo più condiviso in futuro. Credo che, quindi, non ci si possa @pagina=0109@stupire di questo azzeramento del finanziamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0019

  Interviene sull'emendamento Galgano 1.88 la deputata ADRIANA GALGANO (SCpI) (Vedi RS), che lo ritira.

PAGINA: 0110

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Ritiriamo l'emendamento, dispiaciuti che il Governo non abbia voluto cogliere questa opportunità di rendere più facile il finanziamento delle piccole imprese e colgo l'occasione per chiedere una pausa, visto che sono sei ore che lavoriamo ininterrottamente.

PAGINA: 0019

  Interviene sull'emendamento Villarosa 1.90 il deputato ALESSIO MATTIA VILLAROSA (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0110

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Proverò a non innervosirmi: non sto neanche tanto bene, quindi probabilmente ci riuscirò. Però, vorrei raccontare a tutti i colleghi cosa è successo realmente sulle quattro banche. Allora, noi siamo nel 2014 e abbiamo una banca, Banca Tercas... Presidente, non sento.

PAGINA: 0020

  Intervengono sull'emendamento Pesco 1.91 i deputati ALESSIO MATTIA VILLAROSA (M5S) (Vedi RS), GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS), GIORGIA MELONI (FdI-AN) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS), DANIELE CAPEZZONE (Misto-CR) (Vedi RS) e PATRIZIA TERZONI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0110

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Nel 2014, Banca Tercas, una banca di Teramo, va in crisi. Banca Tercas, nel 2014 – quindi, spesso ci siete venuti a dire che c’è una comunicazione del 2013 della Commissione europea che parla di aiuti di Stato –, è stata aiutata dal Fondo interbancario.
  Nel 2015 quattro banche vanno in crisi, anche se, a dire il vero, era già da un paio d'anni che erano in crisi. Ricordiamo che @pagina=0111@Banca Marche ha avuto un aumento di capitale nel 2012, quindi vorremmo anche sapere da Banca d'Italia come fa ad autorizzare un aumento di capitale nel 2012 e nel 2015 iniziare a chiedere una crisi-risoluzione. Queste quattro banche quindi vanno in crisi e, Presidente, a legislazione vigente, faccio intervenire il Fondo interbancario di tutela dei depositi. Perché ? Perché con il Fondo interbancario di tutela una banca in crisi viene risollevata e messa sui binari giusti. Invece cosa fa Banca d'Italia ? Banca d'Italia nonostante abbia chiesto – e in merito c’è un documento ufficiale – al Fondo interbancario di tutela dei depositi di partecipare al salvataggio di Banca Etruria, l'11 novembre il Fondo di tutela dei depositi dice a Banca d'Italia: noi siamo pronti a salvare Banca Etruria: l'11 novembre (undici giorni prima del decreto) ma su sua richiesta, perché dice: esaminando la richiesta di intervento formulata dai commissari straordinari di Banca Etruria. Quindi Banca d'Italia fa una richiesta a Banca Etruria: puoi far partecipare il Fondo ? Il Fondo dice: ok, sono pronto. Cari colleghi, si parla di operazione di aumento di capitale, quindi Renzi e Padoan mentiscono (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PAGINA: 0113

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, cos'abbia bloccato, onorevole Villarosa, l'utilizzo del Fondo interbancario lo sappiamo.

PAGINA: 0114

  GIORGIA MELONI. Presidente, intervengo molto velocemente per aggiungere la mia firma all'emendamento del collega Villarosa, che tra l'altro riporta quasi identico un ordine del giorno a mia firma che andrà in discussione più tardi. Non mi ripeto rispetto a quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto: sul fatto che il Governo italiano potesse procedere in maniera diversa si è ampiamente pronunciata direttamente la Commissione europea, lo dobbiamo ricordare, perché quando il Governo ha tentato di scaricare sulla Commissione europea la responsabilità delle scelte che ha fatto, cioè far pagare il fallimento delle banche ai risparmiatori, la Commissione europea ha fatto notare che le cose non sono andate esattamente così; che il Governo aveva altre strade, poteva prendere altre strade, ha deciso di far pagare il fallimento di quelle banche ai risparmiatori.
  Ma la verità è che la prova di questa scelta politica è nel decreto stesso, collega @pagina=0115@Villarosa, ancora prima del tema dell'utilizzo o meno del Fondo interbancario; e dov’è ? È nel fatto che questo decreto è stato fatto per fare fondamentalmente tre cose: far pagare il fallimento ai risparmiatori, «scudare» i truffatori che avevano mandato le banche al fallimento, e costruire un sistema in forza del quale – attenzione, attenzione ! – il sistema bancario potrebbe addirittura guadagnarci.
  La domanda che io continuo a fare al Governo, e nessuno mi risponde, è: scusate, perché nel momento in cui noi abbiamo usato i risparmi di una vita di questi risparmiatori truffati per salvare le banche, non abbiamo anche previsto che le nuove banche che venivano messe sul mercato per un valore di 1 miliardo e 800 milioni, belle pulite e prive di sofferenze, praticamente le banche migliori che esistano attualmente nel mercato penso mondiale, perché non credo che esistano altre banche che non hanno sofferenze al loro interno al mondo !, quindi presumibilmente delle banche che messe sul mercato potrebbero essere acquistate o prese a quote maggiori di quelle sulle quali vengono messe nel mercato, potrebbero crescere; perché noi non abbiamo previsto una qualunque forma per fare in modo che i risparmiatori che erano stati truffati dalle bad bank potessero anche guadagnare dalle newco ? Perché non si poteva fare una cosa del genere ? Guardate, signori, da una parte si paga il fallimento di questa roba che sta andando a morire, ma dall'altra potreste guadagnare sulla crescita di questa cosa che noi stiamo facendo nascere, facendovi pagare i soldi dei vostri risparmi: è la cosa più banale del mondo !
  Invece no: perché, come già è stato fatto in tutti gli altri provvedimenti di questo Governo, che sugli aiuti e i sostegni alle banche il numero uno al mondo, l'interesse è quello di favorire le grandi lobby, le grandi concentrazioni economiche: per cui non solo il sistema bancario, ma un certo tipo specifico di sistema bancario, prendendosela con la gente comune, la povera gente.
  Quindi non penso, collega Villarosa... Io chiaramente la ammiro per come lei si sbraccia e si spende; non penso che le approveranno l'emendamento, che approveranno l'ordine del giorno che ho presentato che dice la stessa cosa, perché loro non vogliono farla pagare al sistema bancario: loro questa roba la fanno pagare alla povera gente, perché sono il sistema bancario e i rappresentanti del peggiore sistema bancario italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e del deputato Villarosa) !

PAGINA: 0115

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, stiamo parlando di una vicenda molto dolorosa, in cui i gravi errori sono stati fatti da molti, anche dal Governo, ma in cui si è scatenata anche una campagna che è demagogica e a volte priva di logica. Sento dire: devono pagare le banche ! Io dico: devono pagare le banche ! Vi pongo una domanda: chi sono le banche ?
  Le banche sono gli azionisti, la banca è una società per azioni, i proprietari sono gli azionisti e gli azionisti stanno pagando. Questo è un dato di fatto indiscutibile, non capisco cosa alcuni colleghi abbiano in testa quando dicono: devono pagare le banche; stanno pagando le banche, dovremmo cominciare con il fare chiarezza. Vengo agli obbligazionisti, datemi un attimo di tempo e vengo agli obbligazionisti. Per questo ho votato contro l'emendamento precedente; avrei voluto votare questo, che invece riguarda gli obbligazionisti, non potrò farlo perché è formulato male, ma mi auguro che il Governo raccolga alcune istanze.
  La prima: è vero, il Governo poteva e, forse, doveva, andare in Corte di giustizia per dire: i denari del Fondo di risoluzione interbancario sono denari privati e se il sistema bancario italiano ritiene, per preservare il bene della fiducia dei cittadini nel sistema bancario, di pagare, non c’è motivo di impedirgli di pagare. L'Europa @pagina=0116@non è la Commissione, non è neanche il Presidente della Commissione, meno che mai alcuni funzionari. Si poteva chiamare Jean-Claude Juncker e dirgli: guardi, noi siamo convinti del nostro buon diritto e andiamo in Corte di giustizia. Siamo andati in Corte di giustizia su tante cose su cui avevamo torto marcio e poi abbiamo pagato – tipo le quote latte – questa volta, probabilmente, avremmo vinto; almeno, la mia valutazione è che avremmo vinto, questo è stato un errore, lo ammetto chiaramente.
  Veniamo alle obbligazioni; quelle sono obbligazioni secondarie, obbligazioni che hanno un livello di rischio più elevato e questo bisognerebbe dirlo. Le vere questioni sono: i risparmiatori che le hanno acquistate, sapevano che avevano questo livello di rischio più elevato o sono state offerte al pubblico ? Cosa che secondo la legge non è permessa. Secondo: chi li ha consigliati ha tenuto conto dei profili di rischio ? Perché se tu hai un milione di euro e compri 100.000 euro di obbligazioni secondarie è una cosa ragionevole, pagano di più e prendi più rischio; ma se ai 50.000 euro, se hai 100.000 euro soltanto e ti dicono di investirli tutti in obbligazioni secondarie, questo è vicino alla truffa; lascio ai tribunali giudicare se sia proprio una truffa, ma gli somiglia molto. Terza osservazione che andrebbe fatta: gli obbligazionisti non vanno tutelati tutti allo stesso modo, perché ci sono quelli che sono piccoli risparmiatori truffati e ci sono quelli che, invece, avevano la capacità di valutare, gli investitori istituzionali; gran parte di quei 2 miliardi sono denari di investitori istituzionali, quelli sapevano quello che facevano, non vedo perché debbano essere tutelati. Ultima cosa, vedo che non c’è molta consapevolezza dei tempi. Prima c'erano delle regole, poi le regole sono state cambiate; ci sono regole nuove, ma si possono applicare regole nuove ad obbligazioni che erano state emesse secondo le regole vecchie ? Questo è un altro elemento che va considerato per discriminare; perché non possiamo risarcire tutti, non sarebbe giusto, bisogna capire chi è stato veramente truffato, perché chi è stato veramente truffato è il piccolo, è quello a cui l'hanno offerto e è quello che ha comprato le obbligazioni in un regime giuridico diverso da quello attuale e a cui le garanzie che gli erano state date allora sono state tolte. C’è un vecchio aforisma che dice tempus regit actum, la legge da applicare è quella del tempo in cui l'atto è stato concluso; su questo dovremmo cominciare a lavorare se vogliamo arrivare a una formulazione a cui credo che il Governo stia lavorando che sia veramente capace di tener conto di tutti i valori in gioco e di rendere giustizia a chi ha subito un danno.

PAGINA: 0116

  RENATO BRUNETTA. Presidente, intervengo per rappresentare in sintesi l'inadeguatezza del Governo Renzi rispetto alla riforma bancaria, in generale, e alla crisi bancaria, in particolare. Vede, un punto su cui si è poco riflettuto è come si sia arrivati al passaggio dal bail-out al bail-in. Ci si è arrivati con un decreto legislativo approvato in fretta e furia, senza che il Governo avesse preparato adeguatamente l'opinione pubblica, le istituzioni, senza che ci fosse stata una maturazione anche culturale oltre che tecnica rispetto a questo cambio di fase.
  Perché, vedete, al di là della terminologia anglosassone, salvataggio da fuori o salvataggio da dentro, sostanzialmente il bail-out, tra l'altro, è stato fortemente utilizzato da molti Paesi europei, Germania in primis, per ricapitalizzare le banche e salvare le banche in crisi e portarle verso l'orientamento che si stava dando l'Unione europea con la riforma bancaria del bail-in e cioè di dire che saranno i sistemi bancari dei singoli Stati a doversi fare carico delle crisi bancarie specifiche, senza che più possa intervenire lo Stato con le sue risorse pubbliche. Ebbene, se guardiamo a quello che è successo in Germania, la Germania questo l'ha fatto, ha prima fatto tanto bail-out, vale a dire 240, 247 miliardi di euro per ricapitalizzare e @pagina=0117@salvare le proprie banche, ristrutturare le proprie banche, soprattutto quelle periferiche e, poi, presentarsi con un sistema rafforzato e ripulito al bail-in; quello che, negli ultimi anni, e segnatamente negli anni di Renzi, non ha fatto il Governo Renzi, e cioè ha lasciato la deriva delle crisi bancarie, tra l'altro nel nostro Paese accentuata dalla tragica vicenda dello spread, dall'imbroglio dello spread e dalla crisi dei sistemi di impresa che dopo l'imbroglio dello spread avevano appesantito con le proprie difficoltà economiche, di sofferenze, il sistema bancario italiano. Ebbene il Governo Renzi nulla ha fatto per fare bail-out. Sarebbe stato doloroso per le finanze pubbliche ma necessario per il sistema bancario e si è arrivati in extremis al bail-in, vale a dire, al dire con il massimo di meccanicismo: d'ora in poi i sistemi si salvano da soli. Ma quale salvezza ci può essere in un sistema bancario appesantito dalla crisi, distrutto dallo spread, sottocapitalizzato e con una presenza di piccole banche decotte da tempo ?
  Ecco, allora, che il Governo Renzi interviene con tre decreti, quello di un anno fa per la trasformazione delle popolari in società per azioni, guarda caso con molta, molta opacità, vedi il caso della Banca dell'Etruria; interviene approvando alla chetichella il decreto legislativo di introduzione del bail-in, mettendo qualche filtro di salvezza per gli amministratori; poi, è costretto a fare un decreto-legge di applicazione specifica del decreto legislativo per decretare il fallimento e salvare nel contempo quattro banche popolari, tra cui sempre, guarda caso, la Banca dell'Etruria, e poi prende questo decreto-legge sulle quattro banche fatte fallire e salvate e lo trasforma in un emendamento alla legge di stabilità, poi, non contento, cambia questo emendamento alla legge di stabilità e lo fa diventare un emendamento con i subemendamenti. Il risultato qual è ? Il panico, il panico dei risparmiatori, la frode degli obbligazionisti subordinati.

PAGINA: 0117

  DANIELE CAPEZZONE. Telegraficamente, signora Presidente, signor rappresentante del Governo e cercando, su una vicenda così delicata, di stare lontani dalle diverse forme di propaganda che, da un lato e dall'altro, hanno occupato gran parte del campo in questi giorni. Noi eravamo fra coloro che ritenevano opportuno il ricorso al Fondo interbancario nella forma dell'iniezione di capitale e abbiamo visto con dispiacere il fatto che il Governo italiano abbia accettato che tutto questo fosse bocciato come aiuto di Stato.
  Ci convinceva quella strada, non ci convince invece, rispetto a questo emendamento, l'idea dell'uso del Fondo interbancario per ristorare; semmai, da questo punto di vista è più intelligente la soluzione del warrant, che il collega Brunetta, che ha parlato poco fa, a mio avviso opportunamente propone nell'emendamento 1.93. Dal viceministro, a cui do sempre volentieri atto di onestà intellettuale, credo ci possa essere riconosciuto il viceversa su questo; quando l'estate scorsa si passò al bail-in e noi non siamo certo, da liberali, sostenitori del bail-out e dei salvataggi di Stato, ovviamente, tuttavia facemmo tre caveat, e li ripetiamo oggi, ma purtroppo non fummo ascoltati. Numero uno, la frettolosità con cui in Italia si discusse quel passaggio; abbiamo discusso @pagina=0118@per un anno in questo Parlamento di Italicum, di sbarramenti elettorali, Dio Santo, e quando invece si è arrivati a cose così importanti per i cittadini le abbiamo affrontate in un pomeriggio ! Grave errore ! Secondo, chiedevamo che Bankitalia venisse tempestivamente a svolgere un'informativa sulle situazioni bancarie delicate, invece da quella sede ci si diceva: il sistema bancario italiano è solidissimo, eccetera. Quella canzone sulla solidità del sistema bancario francamente è stata una canzone stonata. Terzo e ultimo, ed è la richiesta che rivolgo al Governo e che presenteremo in un ordine del giorno. C’è una cosa, che non risolverà tutto ma previene molto, che noi chiedemmo sei mesi fa e la richiediamo oggi: una campagna informativa sulla RAI, sul servizio pubblico, sui rischi o comunque sulle caratteristiche del sistema di bail-in e, soprattutto, uovo di Colombo, informazione finanziaria ai cittadini sull'opportunità di diversificare gli investimenti. Informare ! Uno Stato non paternalista non deve né salvare né condannare, né fare il papà né fare la mamma, deve dare il massimo di informazione affinché le decisioni siano ponderate e consapevoli. Questa è la nostra richiesta signor viceministro.

PAGINA: 0118

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente. La prima volta che sono entrata in Parlamento ero entusiasta, ero entusiasta di stare in quest'Aula, dove si progettavano i mattoncini per costruire il mio futuro e quella volta, quando sono entrata in quest'Aula, la prima persona che ho riconosciuto è stato Buttiglione. Avevo 12 anni, quindi più di vent'anni fa ! In vent'anni, dentro queste stanze ci saranno stati mille discorsi per far migliorare questo Paese, invece oggi ci troviamo qua con un'Italia che sta decadendo e stiamo votando un provvedimento che è basato su errori. Ora, esiste un proverbio che dice che gli errori si commettono, ma è per questo che c’è una gomma per ogni matita. Noi oggi abbiamo in mano quella matita e possiamo cancellare un errore che questo Governo ha commesso e possiamo riscriverlo, possiamo cercare di far passare un buon Natale a quelle 130 mila famiglie che non passeranno affatto un buon Natale per un errore commesso ! Quindi abbiamo in mano quella matita oggi e io vi prego di usarla nel migliore dei modi, perché voi farete un buon Natale, ma loro no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0021

  La seduta, sospesa alle 20,50, è ripresa alle 21,30.

PAGINA: 0021

Missioni. (Vedi RS)

PAGINA: 0119

Missioni.

PAGINA: 0021

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa notturna della seduta sono ottantuno.

PAGINA: 0119

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Artini, Bindi, Biondelli, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Brunetta, Bueno, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Crippa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Locatelli, Losacco, Lupi, Madia, Mazziotti Di Celso, Migliore, Gianluca Pini, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente e Vignali, sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

PAGINA: 0021

Si riprende la discussione. (Vedi RS)

PAGINA: 0119

Si riprende la discussione.

PAGINA: 0021

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3444-A) (Vedi RS)

PAGINA: 0119

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3444-A)

PAGINA: 0021

  Interviene il deputato DANIELE DEL GROSSO (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0119

  DANIELE DEL GROSSO. Grazie, Presidente, lei è stata completamente irrispettosa (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) nei confronti di quest'Aula, perché ha aperto questa ripresa della seduta con venti minuti di ritardo, perché aspettava che i suoi colleghi andassero al ristorante. Noi siamo stati qui ad aspettare e, oltre a questo, ha permesso anche di aspettare il numero legale per due persone. Lei è vergognosa a quella Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0119

  PRESIDENTE. Va bene, colleghi, dobbiamo stare tutti tranquilli, perché dobbiamo ancora lavorare parecchio.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Brunetta 1.93.@pagina=0120@
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

PAGINA: 0021

  Intervengono sull'emendamento Brunetta 1.93 i deputati CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), DANIELE CAPEZZONE (FI-PdL) (Vedi RS) e GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0120

  CARLO SIBILIA. Presidente, intervengo perché, secondo me, vanno sottolineati alcuni punti di questa vicenda, che purtroppo voi trattate sempre alla fine, quando questo problema delle banche lo conosciamo tutti, lo conoscete benissimo anche voi, perché avete una banca in casa che si chiama Monte dei Paschi di Siena che, meno di due giorni fa, ha corretto i suoi bilanci, perché finalmente ha ascoltato quello che il Movimento 5 Stelle, attraverso il sottoscritto, aveva denunciato all'interno dell'assemblea del 16 aprile 2015. Se partecipaste alle assemblee delle banche – se lo faceste direttamente, chiaramente sarebbe una cosa interessante –, iniziereste a capire chi vi finanzia, chi vi dà i soldi, come gioca con le vostre vite e con le vite di chi vi vota.
  Allora il problema dove sta ? Purtroppo, tutte le cose che dicono i miei colleghi del Movimento 5 Stelle su come avete mandato sul lastrico 130.000 famiglie, 130.000 piccoli risparmiatori, che hanno investito in obbligazioni subordinate, è tutto vero. È tutto vero come è vero che avete realizzato e siete complici di una truffa fatta anche all'interno dei bilanci di Monte dei Paschi di Siena.
  Monte dei Paschi di Siena, come dicevo, due giorni fa ha corretto i suoi bilanci, perché metteva all'interno della contabilizzazione: invece di derivati, come quello Alexandria, li contabilizzava come titoli di Stato; e queste sono le prime grandi truffe, grandi truffe che si attestano con gli stress-test fatti dalla Banca centrale europea, che dice che su 25 banche che non superano questi stress-test, ce ne sono nove che sono italiane, nove banche italiane. Una di queste è la Tercas. Allora nove banche: abbiamo nove problemi o ne abbiamo uno solo ? Abbiamo un solo problema, questo problema è la vigilanza bancaria. Noi possiamo cambiare tutte le volte il sistema che volete, ma, se la vigilanza bancaria è la prima ad essere corrotta, perché Banca d'Italia è guidata da un indagato che si chiama Vincenzo Visco, anzi Ignazio Visco – purtroppo, c’è un'omonimia, saranno problemi vostri (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) – e un altro invece si chiama Vegas.
  Allora, abbiamo questi due soggetti sui quali non è stata detta una parola, una parola ! Le obbligazioni subordinate che hanno sottoscritto questi piccoli risparmiatori non avevano profilo di rischio dal 2011, da quando proprio Vegas ha eliminato il profilo di rischio da queste obbligazioni subordinate. Se la politica non interviene mai, signori, saranno sempre loro a dirvi cosa fare e come farlo. Nessuno di voi si è alzato e ha detto: ma guardate qua c’è qualcuno che non vigila, qualcuno che è corrotto, perché Banca d'Italia ha il capitale partecipato dalle stesse banche che dovrebbe andare a controllare ! Ho capito che siete maestri del conflitto di interessi, ma non vi sembra troppo questo aspetto ? Non andrebbe fatta una riforma seria del sistema di vigilanza bancario ? Eppure, nessuno ne parla.
  Oggi parliamo dei morti, si piangono i morti. I morti li piangiamo perché si sono suicidati dopo aver perso tutti i loro risparmi nelle quattro banche che dite di aver salvato, ma in realtà avete ammazzato i risparmiatori.
  Si ammazzano le persone perché ricevono le cartelle di Equitalia. Allora questi sono i problemi di questo Paese. Se non li affrontiamo alla radice, non ne usciremo mai. Allora, qui ci sono responsabilità chiare e precise. Nella vicenda Monte dei Paschi di Siena c’è tutto questo sistema, che è complice di quello dei partiti, perché Monte dei Paschi di Siena, signori, non è una banca del Movimento 5 Stelle è la banca del Partito Democratico. E se voi, attraverso i vostri membri, non avete detto una parola quando gli ispettori di Banca Italia già dicevano che quello che contabilizzavate come titoli di Stato erano derivati, non avete detto nulla, allora questi 15 miliardi dei tre aumenti di capitale che avete fatto in Monte dei Paschi di Siena, le persone e gli azionisti che ce li hanno messi con chi se la devono prendere, se @pagina=0121@non con voi, che avete la responsabilità politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Con chi ?
  Allora, bisogna chiedere subito con forza e tutto il Parlamento dovrebbe essere unito in questo, perché voi state facendo una figuraccia. Dovremmo rimuovere subito queste persone che in vigilanza non fanno il loro lavoro. La vigilanza delle banche deve tornare nelle mani pubbliche e dobbiamo iniziare ad entrare nelle banche come pubblico; non possiamo permetterci che questo sistema di creare il denaro dal nulla resti nelle mani di quattro banchieri amici vostri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0121

  DANIELE CAPEZZONE. Presidente, sarò brevissimo, solo per esprimere consenso a questo emendamento. Lo faccio con piacere; non è un emendamento della nostra componente, ma complimenti in questo caso al collega Brunetta e ai colleghi di Forza Italia che l'hanno presentato e a Oscar Giannino, che la settimana scorsa ha evocato pubblicamente il tema. Questa è la soluzione – lo dico ai colleghi più giovani, che nel 1982 il Governatore Ciampi e il Ministro del tesoro Andreatta proposero e realizzarono per il Banco Ambrosiano: agli ex azionisti dell'Ambrosiano fu dato appunto il meccanismo del warrant, un'opzione, la possibilità di sottoscrivere nuove azioni a valore nominale. Quando qualche anno dopo nel 1985 il Nuovo Ambrosiano fu in piedi, quelli poterono – diciamo così – anche rivendere, molti rivendettero e recuperarono. Questa, a mio avviso, è una soluzione interessante che potrebbe essere valutata.
  Io mi permetto – e chiudo su questo, signora Presidente –: ad andare indietro la soluzione migliore – lo ripeto al Governo – sarebbe stata quella, a nostro avviso, del Fondo interbancario, non un aiuto di Stato, come iniezione di capitale. Non realizzata questa, per ristorare chi si è trovato in una situazione difficile, questa sarebbe una soluzione intelligente e di mercato. Non possiamo demagogicamente inseguire altre forme di ristoro, che rischierebbero di essere impossibili, ma, terzo punto – e torno a perorare la causa con il Viceministro – il nostro ordine del giorno, la terza strada da percorrere è quella della informazione. Noi vorremmo una campagna. Quante ne ha fatte il servizio pubblico della RAI, anche sotto forma di Pubblicità Progresso, su tanti temi ? Fare una campagna su cosa sia il bail-in, ricordare per altro verso – qui ci vuole – ai risparmiatori, quelli sono risparmiatori, ai depositanti il limite dei 100.000 euro che cosa succede. A tutti gli altri, agli investitori, ricordare una regola elementare, lo si può fare in modo molto semplice: la prima regola dell'educazione finanziaria è «non tutte le uova nello stesso paniere».
  E sia consentito, lo dico ai tanti colleghi – e chiudo – che in buona fede hanno preso le difese dei risparmiatori. È vero: tanti saranno stati materialmente mal consigliati dalle loro banche, questo è vero; però si potrà dire in quest'Aula, dove non dobbiamo fare solo demagogia, che siamo un Paese dove, per comprare un telefono cellulare, magari ci stiamo attenti un mese (se compriamo Apple, se compriamo Samsung); per chi ha la macchina, quando si cambia la macchina, si fa il giro di dieci concessionarie a guardare, a scegliere. Su un prodotto finanziario non si può fare «firma qui, firma qui». Occorre che i consumatori si informino e siano meglio informati dallo Stato. Questo è il compito che in uno Stato liberale lo Stato deve assumersi: educazione finanziaria.

PAGINA: 0122

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente anch'io ho presentato un emendamento sostanzialmente analogo a una parte di questo, quindi intervengo qui ed esauriamo la discussione. Mi convince la parte finale di questo emendamento, cioè quella in cui si propone di sottoporre a custodia cautelare i beni degli amministratori, è un fatto elementare di prudenza. Qualora si attivino queste famose azioni di rivalsa nei confronti degli amministratori è bene sapere che i beni ci siano. Ma soprattutto io credo che sia un tema intelligente quello dei warrant. Non c’è nulla di strano, si tratta semplicemente di dire a chi ha perso anche le azioni in questo caso e non solo le obbligazioni (la cosa si presta, fu fatto persino per Parmalat ai tempi di dare dei warrant in cambio di azioni) che si dà un titolo che può essere eventualmente fatto valere, a determinate condizioni, qualora quella banca si riprenda. Si torna a essere azionisti di un bene di cui si era azionisti in origine, di una società di cui si era azionisti in origine.

PAGINA: 0021

  Intervengono sull'emendamento Guidesi 1.95 i deputati GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS) e FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS).

PAGINA: 0122

  GUIDO GUIDESI. Presidente, sull'argomento noi non abbiamo molto da aggiungere a quello che dovevamo dire e che abbiamo detto ieri durante la mozione di sfiducia al Ministro Boschi in Aula. Quello che però vogliamo specificare e aggiungere, rispetto a quello che abbiamo dichiarato, è sul metodo che è stato utilizzato di inserire un decreto, come quello molto particolare, molto specifico, molto territoriale, parlo del «decreto salva banche», nella legge di stabilità. È una scelta che non ha fatto altro che causare notevoli limiti alla discussione e anche notevoli @pagina=0123@limiti al miglioramento di quel testo di decreto. Non fosse stato per tutto ciò che è seguito in quei giorni alla discussione della legge di stabilità e degli emendamenti alla legge di stabilità (allorché avete inserito il decreto nella legge di stabilità) da parte dei mass media e della stampa, probabilmente non ci sarebbe nemmeno stato poi l'emendamento e la riformulazione del Governo al decreto stesso. In ogni caso oggi il quadro non è completo. Dal nostro punto di vista il Governo ha sbagliato, dal nostro punto di vista il Governo ha scelto di salvare alcune banche, una banca in particolare, a dispetto dei risparmiatori. Dal nostro punto di vista il Governo si è accorto di quell'errore troppo tardi. Noi pensiamo che ci voglia e ci debba essere una riforma degli istituti di credito, ma noi altresì pensiamo che quella riforma deve uscire da una discussione parlamentare fatta trasparentemente e con i dovuti modi e i dovuti tempi. Non è questo né il modo di lavorare né tanto meno il modo per aiutare quei risparmiatori truffati e oggi privi dei loro risparmi. Lo dico perché questo è stato un metodo che ha suscitato sorpresa, ma anche, e soprattutto, il dubbio sulla volontà del Governo di poter discutere trasparentemente di ciò che c'era scritto in quel decreto che è uscito dal Consiglio dei ministri.

PAGINA: 0123

  FABIO RAMPELLI. Presidente, ho ascoltato diverse riflessioni e penso che sia il caso comunque di ricordare ai colleghi che mi hanno preceduto che non è esattamente la stessa cosa girare per concessionarie automobilistiche per scegliersi un'autovettura, piuttosto che entrare in un istituto di credito e cercare di far custodire nella migliore delle modalità i propri risparmi; non è la stessa cosa. Non esiste un organismo di garanzia il cui vertice è nominato dal Presidente della Repubblica su indicazione del Presidente del Consiglio dei ministri nel campo delle concessionarie auto; non esiste. Non c’è un Governatore della Banca d'Italia, non c’è un Presidente e un collegio della Consob entrambi nominati dal Presidente della Repubblica, su indicazione del Consiglio dei ministri e del Capo del Governo. C’è una differenza sostanziale ed è per questo che sarebbe stato utile mettere in campo anche un po'di umanità, che non guasta, non facendo le elemosine, ma facendosi carico degli errori commessi anche da quelle autorità che hanno omesso la vigilanza e che hanno consentito la circolazione di procedure pratiche del tutto discutibili come quella di apostrofare le obbligazioni che non sono obbligazioni. Si tratta di obbligazioni che non obbligano nessuno a garantire l'investimento e il risparmio, anche se poi ci si mette a fianco la definizione di secondarie o subordinate, per fare in maniera che ci sia almeno un secondo titolo a distinguerle dalle obbligazioni vere, le obbligazioni primarie o senior. Quindi, noi dobbiamo comunque, come Parlamento, e l'avrebbe dovuto fare prima ancora che il Parlamento il Governo, essere sensibili nei confronti di coloro i quali, a prescindere dalla loro consapevolezza, si sono comunque rivolti agli istituti di credito, consentendo loro di custodire i propri risparmi.
  Abbiamo delle responsabilità, non siamo una concessionaria auto. Le banche non sono concessionarie auto, i cittadini non stanno andando ad acquistare un bene privato, non c’è un rapporto privato con privato: ci sono autorità pubbliche ampiamente remunerate, con portafogli gonfi, con indennità gigantesche, impressionanti, da brividi alla schiena, che, in nome e per conto della pubblica amministrazione, sarebbero dovute scendere in campo intanto per evitare il rischio di truffe, come si è configurato almeno per quei cittadini che sono stati indotti, sotto la pressione estorsiva, ad acquistare azioni.
  C’è anche la vicenda delle azioni, non c’è solo quella delle obbligazioni subordinate, perché le azioni non sono soltanto, caro professor Buttiglione, dei grandi banchieri: ci sono anche i piccoli risparmiatori, @pagina=0124@molti dei quali anch'essi hanno avuto il condizionamento e si sono trovati in mano delle piccole azioni, pur non volendole, come sappiamo, come abbiamo potuto constatare dalle testimonianze, come abbiamo potuto constatare dalle ricostruzioni e dalle inchieste giornalistiche.
  Persone e imprese che avevano bisogno di un fido e che, per avere il fido, hanno dovuto comprare anche azioni. Sono piccoli risparmiatori, sono piccoli investitori – concludo – così come giovani coppie, che, magari, dovevano accendere un mutuo e che si sono trovate il pacchetto di obbligazioni subordinate messo lì sul tavolo dal direttore della propria banca. Quindi, è questa la fattispecie che rende del tutto particolare l'avvenimento, e quindi richiede un intervento non già dello Stato a risarcire, ma dello Stato a chiedere al Fondo interbancario, attraverso Banca d'Italia, di fare il suo dovere.
  Poi, ovviamente, il compito del Governo è quello di farsi sentire in Europa, per poter fare in maniera che questi fondi, come accaduto per la Germania, siano nella disponibilità dell'Italia, provenienti dalla Banca centrale europea.

PAGINA: 0021

  Interviene sull'emendamento Paglia 1.96 il deputato GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0124

  GIOVANNI PAGLIA. Era per finire il ragionamento di prima e per dire che, appunto, non ho capito il motivo per cui il Governo non abbia voluto nemmeno prendere in considerazione questa via, appunto quella di un warrant call anche sulle azioni, che avrebbe semplicemente consentito di restituire ad azionisti e obbligazionisti non un titolo di proprietà immediato, ma, quanto meno, una speranza di poter un domani recuperare una parte o di più del valore perso, solo a condizione che il mercato rispetto a quegli istituto di credito si fosse ripreso.
  Si poteva anche fissare una call molto alta, persino irrealistica, se vogliamo, cioè una cosa molto ottimistica, che potesse scattare solo a condizione che quelle banche...
  Però, voi immaginatevi quale sarà il senso di presa in giro che avranno questi investitori o risparmiatori, visto che adesso tutti abbiamo imparato la differenza, quando un domani dovessero vedere la Nuova Banca delle Marche o la Nuova Cassa di Ferrara ottenere grandi risultati, dopo esserne stati espropriati. Questo è un dato assolutamente ingiusto: le azioni possono anche calare allo 0,1, ma essere completamente azzerate è un punto che non ha a che fare con il mercato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0022

  Interviene sull'emendamento Brunetta 1.97 il deputato ROBERTO OCCHIUTO (FI-PdL) (Vedi RS).

PAGINA: 0125

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Brevemente, ma per segnalare che questo emendamento vuole indicare la straordinaria contraddizione, una delle contraddizioni nelle quali è incorso il Governo su questa vicenda. Il Governo ha approvato il decreto cosiddetto «salva banche» il 22 novembre e in quei giorni ha persino evidenziato che approvava questo provvedimento subito dopo aver recepito, con un apposito decreto legislativo, la normativa europea del bail-in. In effetti, il Governo, il 16 novembre, pochi giorni prima, quindi, del decreto «salva banche», ha adottato il decreto legislativo n. 180.
  Ora, in questo decreto legislativo, però, propedeutico al decreto «salva banche», che recepiva la normativa del bail-in, si è dimenticato di recepire un'altra norma europea, per la quale, probabilmente, ci sarà una procedura di infrazione che si muoverà nei confronti del nostro Paese, che è quella sulla trasparenza e sugli abusi di mercato, cioè la normativa europea che, nella sostanza, impone di fornire i necessari e tempestivi obblighi informativi per tutelare i risparmiatori e gli investitori, in modo che questi possano essere sempre informati dello stato in cui versano le banche, anche quando le banche sono nelle loro fasi di gestione delle crisi.
  Beh, non è una dimenticanza, perché l'obbligo di recepire questa norma sulla trasparenza era venuto al Governo attraverso una specifica condizione posta dalla XIV Commissione, la Commissione che si occupa delle politiche europee. In quell'occasione, una brava relatrice di maggioranza, nel predisporre il parere a quel decreto legislativo, indicò che c'era questa condizione di trasparenza che il Governo avrebbe dovuto recepire.
  Il Governo, nel predisporre, invece, il decreto legislativo, si è stranamente dimenticato di questo obbligo. Ora, capiamoci: non è che l'Europa si può utilizzare come alibi quando il Governo ha bisogno di giustificare la propria incapacità nel ricorrere al Fondo interbancario, dicendo che l'Europa non l'avrebbe consentito, e non è vero. Non è che l'Europa si può utilizzare come alibi quando si recepisce il bail-in, perché va recepito in quanto è una normativa europea, e poi dell'Europa ci si può dimenticare, quando ci chiede trasparenza e questa trasparenza il Governo non recepisce.
  Ecco, con questo emendamento noi chiediamo al Governo di riparare affinché i risparmiatori delle quattro banche, che dalla sera alla mattina hanno saputo che i loro risparmi non valevano più nulla, non possano vivere la stessa condizione che vivranno altri risparmiatori, nel caso il Governo non si adeguasse a questo obbligo di trasparenza imposto dall'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0022

  Interviene sull'emendamento Ruocco 1.100 la deputata CARLA RUOCCO (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0126

  CARLA RUOCCO. Presidente, questo, più che un emendamento, è proprio una norma di civiltà nei confronti delle imprese, perché, sono ancora gravissimi i ritardi che lo Stato impiega per pagare le imprese. Si tratta di centinaia di giorni e, nonostante le promesse del Premier Renzi, sono ancora decine di miliardi i crediti che le imprese vantano nei confronti dello Stato e della pubblica amministrazione.
  Con questo emendamento noi chiediamo che perlomeno, a fronte di questi interessi e di questo ritardo, siano attribuiti degli interessi, perché – ricordiamolo @pagina=0127@– le imprese, anche sane, chiudono a causa di crisi di liquidità. Infatti, le imprese che hanno dei crediti nei confronti dello Stato, per tenersi in piedi, dato che non ricevono, non riscuotono, devono chiedere alle banche liquidità; e le banche non solo chiedono interessi ma addirittura interessi su interessi, perché – ricordiamolo – non siete neanche stati in grado di eliminare il famoso anatocismo bancario. Per questo motivo, per mancanza di liquidità, le imprese chiudono. Questo emendamento, quindi questa norma di civiltà, chiede che siano certificati gli interessi che lo Stato deve all'impresa. Io mi auguro che il Partito Democratico faccia veramente una riflessione seria. Chiedo l'impossibile, lo so, perché si tratta di voti in totale meccanicità, però la speranza è l'ultima a morire. L'ora è tarda, le imprese chiudono e l'Italia chiede sempre giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0022

  Intervengono sull'emendamento Binetti 1.104 i deputati PAOLA BINETTI (AP) (Vedi RS) e ROCCO PALESE (Misto-CR) (Vedi RS).

PAGINA: 0128

  PAOLA BINETTI. Presidente, in questa legge di stabilità, in materia di giochi, si sono fatti diversi passi avanti. Probabilmente non si sono fatti tutti quelli che avremmo voluto – perlomeno secondo noi, quelli che hanno portato avanti un determinato impegno di tutela nei confronti dei cittadini –, però indubbiamente si può dire che, in materia di giochi, il Governo ha preso degli impegni concreti.
  Tra questi, uno degli impegni più espliciti che ha preso è stato quello della riduzione della pubblicità: concretamente tra le 7 e le 22 sui canali generalisti la pubblicità prevalente nei confronti dei giochi non potrà andare in onda. Però noi sappiamo perfettamente che non sono quelli i canali a cui attingono realmente i giovani quando sono in cerca di informazioni, o comunque quando in qualche modo accettano di farsi condizionare dalle proposte del mercato.
  Cosa succede quindi ? Che noi abbiamo fatto una norma che ha il vantaggio di limitare una provocazione commerciale che è veramente diventata insopportabile, ma che non svolgerà quel compito di tutela che noi ci saremmo aspettati davvero, che avrebbe potuto essere svolto attraverso un'azione positiva di informazione e formazione. Come dire, lo Stato ha assunto l'atteggiamento del «no»: su questi canali a queste ore la pubblicità non va in onda. Ma l'emendamento va in una direzione invece propositiva. È questa un po’ a mio avviso la contraddizione del giudizio negativo del Governo; e devo dire onestamente, mi spiace molto anche del giudizio negativo dei relatori, compresi quelli del mio partito. Perché non era una spesa aggiuntiva: serviva semplicemente a sfaccettare concretamente un aspetto, che peraltro era incluso in un precedente disegno di legge, quel famoso disegno di legge che giace congelato nei cassetti non so se della Commissione bilancio o dove. Quel testo diceva esattamente che è fondamentale assumere un'azione di formazione-informazione, cioè non basta dire dei «no»: la politica nel vietare cerca sempre di stimolare un atteggiamento in fondo in parte trasgressivo. In questo caso l'emendamento voleva assumere dall'interno una forza propositiva, e dire, attraverso campagne di informazione a cui si destinava parte dei fondi già accantonati, che cosa sarebbe stato utile ai ragazzi per non diventare vittime della dipendenza.
  Nel riferimento esplicito dell'emendamento, si fa anche riferimento al fatto che la dipendenza dal gioco d'azzardo, o comunque la dipendenza dal gioco, non è mai una dipendenza sola: si tratta quasi sempre anche di una multidipendenza. Quindi un atteggiamento di formazione-informazione in questo campo avrebbe potuto restituire ai giovani una maggiore consapevolezza della loro libertà, e dei rischi dello spenderla in un modo piuttosto che in un altro.
  Io faccio appello in questo momento non soltanto ringraziando i relatori dell'opposizione, che hanno voluto dare un giudizio positivo su questo emendamento, ma faccio appello a tutti quei colleghi con cui abbiamo condiviso ampiamente in questi anni un impegno chiaro e forte, che non voleva essere solo proibizionista, ce lo siamo detti mille volte: il disegno di legge su cui abbiamo lavorato, su cui abbiamo anche in qualche modo intercettato il consenso di tante parti dell'opinione pubblica, non vuole avere un approccio solo proibizionista; vuole sollevare una riflessione, quindi una presa di consapevolezza dei giovani, su quali sono gli strumenti in cui è più facile incorrere quando poi alla fine non si riesce a gestire la propria libertà.
  Quindi io chiedo il voto, ma lo faccio sperando davvero di toccare... Non ha costi, signori ! L'emendamento comincia così: «Di quella somma già accantonata si chiede che una parte venga destinata». Quindi non è un emendamento per il quale possa essere sollevato il tema dei fondi o delle risorse; posto poi il fatto che se c’è un campo in cui le risorse sono stra-abbondanti e sono una forma di foraggiamento dello Stato, sono proprio i @pagina=0129@giochi. Quindi senza costo ! Con un'ottica che non vuol essere solo proibizionista, ma che vuole in qualche modo coinvolgere le persone in una presa di coscienza positiva: io vi chiedo davvero di votarlo, sapendo che votarlo è un atto non tanto di libertà nostra, ma è un atto che parla alla libertà dei giovani.

PAGINA: 0129

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo per rendere nota la condivisione: la condivisione è plausibile, perché si è già parlato in Commissione anche per un altro emendamento. È semplicemente assurdo che ci sia il divieto della pubblicità dalle 7 alle 22 sulle TV generaliste, e per quello che riguarda il gioco d'azzardo invece rimane intatta la pubblicità sia sulle pay tv che su Internet. Allora, dalle 7 alle 22 perché i ragazzi e gli adolescenti vanno in fascia protetta; Internet invece, che viene utilizzato quasi nella totalità da questa fascia di età, cioè da ragazzi e adolescenti, è libero. Mi sembra veramente un'assurdità: per questo condivido, sottoscrivo e voto questo emendamento, che sostanzialmente determina poi dal punto di vista delle risorse il recupero perché venga fatta invece pubblicità preventiva.

PAGINA: 0022

  La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge l'emendamento Binetti 1.104 ed approva l'emendamento Lombardi 1.2146, nel testo riformulato.@pagina=0023@
  Interviene sull'emendamento Rampelli 1.71 il deputato FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS).

PAGINA: 0129

  FABIO RAMPELLI. Signora Presidente, l'emendamento serve a raddoppiare il Fondo, perché riteniamo che quanto il Governo ha messo sugli armamenti e l'equipaggiamento delle forze dell'ordine sia insufficiente rispetto anche a quello che tutti i cittadini italiani hanno potuto constatare nelle ultime settimane. Sappiamo che c’è un'offensiva della criminalità, sappiamo che è in crescita esponenziale la criminalità diffusa, sappiamo che @pagina=0130@c’è un problema terrorismo: sappiamo che c’è bisogno quindi di mettere in campo azioni di contrasto, che garantiscano peraltro la sicurezza non solo dei cittadini e delle famiglie, ma anche delle stesse forze dell'ordine, degli stessi agenti di polizia che svolgono questi compiti – spesso con grandissima difficoltà anche a causa del sempre decrescente numero di agenti che vengono impiegati a seguito dei noti provvedimenti presi anni fa, che impediscono il rincalzo di analoghi agenti rispetto a quelli che vanno in pensione. È a nostro giudizio importante, soprattutto in virtù della escalation terroristica, che non significa soltanto un pericolo sociale confuso.
  Bisogna capire, in base anche alla lettura degli ultimi accadimenti, che c’è una capacità, un'efficienza, negli armamenti di cui sono dotate le cellule terroristiche, che è particolarmente efficace, purtroppo molto più efficace rispetto alle attuali dotazioni delle nostre Forze dell'ordine e delle nostre Forze armate. Quindi, questo emendamento è mirato, è un emendamento molto concreto; è mirato a migliorare e ampliare la capacità e l'efficienza negli armamenti, negli equipaggiamenti, nelle strutture di riferimento per le Forze dell'ordine. Quindi, per questo, chiediamo agli altri gruppi di maggioranza e di opposizione di sostenerlo.

PAGINA: 0023

  Interviene sull'emendamento Luigi Gallo 1.109 il deputato LUIGI GALLO (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0132

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Abbiamo sentito parlare il Presidente del Consiglio di cultura e sicurezza, ma sappiamo che lui è il Bomba e quindi non gli diamo tanta importanza, ogni giorno ne inventa una, ne proclama una, poi non ne fa nessuna.
  Però abbiamo sentito parlare di cultura anche all'interno di quest'Aula, poc'anzi, dal deputato Migliore. Allora, vediamo come vengono distribuite le risorse della cultura. Proprio ad agosto, nel 2015, c’è stata una ripartizione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che ha deciso di distribuire le proprie risorse con criteri non definiti. E allora abbiamo: alla Fondazione Craxi, dove c’è Stefania Craxi, 30.000 euro; all'Istituto Luigi Sturzo, ex Ministro Enrico Giovannini, 190.000 euro; alla fondazione Gramsci, CdA Piero Fassino, PD, ex tesoriere DS, Ugo Sposetti, 190.000 euro; alla fondazione Di Vagno, Gianvito Mastroleo, PSI, 25.000 euro; alla Fondazione Ugo la Malfa, Giorgio la Malfa, 15.000 euro; alla Fondazione De Gasperi, Angelino Alfano, anche Ministro, 25.000 euro; all'associazione Magna Carta, Gaetano Quagliarello, Maurizio Sacconi, 15.000 euro; alla Casa Buonarroti, società Dantesca, Eugenio Giani, PD, 15.000 euro; alla Fondazione Lelio e Lisli Basso, presieduta dall'ex parlamentare europea dei DS, Elena Paciotti, Fabrizio Barca e Walter Tocci, 140.000 euro, perché qua sono tre, quindi 140.000 ! E poi c’è il MAXXI, che sappiamo essere presieduto dall'ex Ministro Melandri, che prima non voleva lo stipendio e poi, dopo, se lo è confermato nel suo CdA. Allora, aveva ragione il PD quando diceva che con la cultura si mangiava; ci mangiano in molti nel PD con la cultura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Qui non esistono criteri, ci è venuto a prendere in giro il Ministro Franceschini in Commissione Cultura dicendo che alle fondazioni a cui dava parere ottimo gli dava il valore più alto di risorse. Abbiamo chiesto: ma che significa «ottimo» ? Significa che secondo noi ha fatto un ottimo lavoro. Queste sono state le risposte che potete vedere nello stenografico della Commissione cultura ! Non esistono criteri con cui vengono distribuite queste risorse. Non ci venite a parlare che di merito per queste fondazioni culturali, perché non esistono criteri.
  In questo quadro noi chiediamo che cultura siano considerate anche l'istruzione e la formazione, quindi con questo emendamento chiediamo che, considerando che tra tre amici in una classe in pratica uno di questi abbandona la scuola prima del tempo, e si trova fuori in condizioni desolate, tant’è che il 40 per cento, in pratica uno su due delle persone che escono dalla scuola non trova lavoro fino a 24 anni, e voi dopo aver azzerato i diritti dei giovani, che cosa dite ? Gli dite: ecco vi diamo un po’ di caramelle, 500 euro da spendere, andatevi a vedere un cinepanettone oppure la vostra rockband preferita. Divertitevi nel 2016 perché poi dopo non ci sarà più nulla, perché i soldi saranno finiti.@pagina=0133@
  Noi crediamo che, invece, si può trasformare in un investimento se decidiamo che queste risorse vadano spese anche per le tasse universitarie. I 500 euro spendiamoli anche per le tasse universitarie, quello è un investimento. Potrei fare l'iperbole come Migliore e dire che siccome voi non votate questo emendamento, allora siete tutti ignoranti, perché non votate l'emendamento per pagare l'istruzione ai cittadini, ma io non dico questo, perché dico semplicemente che voi siete tutti disonesti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0023

  Intervengono sull'emendamento Galgano Tab. A.1 le deputate ADRIANA GALGANO (SCpI) (Vedi RS), che lo ritira, MARIA EDERA SPADONI (M5S) (Vedi RS), che lo fa proprio, MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI-PdL) (Vedi RS) e BARBARA SALTAMARTINI (LNA) (Vedi RS).

PAGINA: 0133

  ADRIANA GALGANO. Grazie, signora Presidente. Colleghi, oggi Anna Chiara D'Onofrio è stata colpita da due colpi dal fidanzato perché lo aveva lasciato e il 25 novembre Raffaella Presta, una mamma di un bambino di sei anni, nella giornata contro la violenza alle donne, è stata uccisa a Perugia da suo marito con due fucilate. Se a questo aggiungiamo la mattanza che ogni giorno si compie nei confronti delle donne, tanto che si calcola che un terzo delle donne sia stato sottoposto nel corso della sua vita a violenza fisica o sessuale, e se aggiungiamo a questo che meno del 50 per cento delle donne lavora, ci rendiamo conto che la cifra stanziata per il Fondo antiviolenza è del tutto insufficiente !
  Con questo emendamento noi chiedevamo di aumentare il Fondo antiviolenza di 6 milioni di euro. Una cosa che deve essere ben chiara è che noi deputate del Parlamento italiano non accettiamo di essere prese in giro e quindi non accettiamo che ci si dica che non ci sono le risorse.
  Perché io penso che destinare 12 milioni di euro al Casinò di Campione d'Italia sia avere identificato delle priorità diverse rispetto al combattere la violenza contro le donne. Io credo, colleghe, che noi abbiamo un grande obiettivo da condividere, quello di far diventare la battaglia contro la violenza una priorità e lo diventa nel momento in cui si destinano a questa battaglia le risorse giuste e opportune.
  Quindi, con grande dispiacere, ritiro l'emendamento, ma non finisce qua !

PAGINA: 0133

  MARIA EDERA SPADONI. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento e farlo nostro.

PAGINA: 0133

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Intervengo a nome del gruppo per aggiungere la nostra firma, dichiarando ovviamente il voto favorevole.

PAGINA: 0134

  BARBARA SALTAMARTINI. Intervengo a nome del gruppo per aggiungere la nostra firma, dichiarando ovviamente il voto favorevole.

PAGINA: 0023

  Intervengono sul subemendamento Guidesi 0.Tab. E.100.1 il deputato GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), il Viceministro dell'economia e delle finanze ENRICO MORANDO (Vedi RS) e il deputato DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0135

  GUIDO GUIDESI. Presidente, solo per segnalare al Governo che con i suoi emendamenti ha recuperato un po’ di soldi di copertura che mancavano e tra questi ha tolto i finanziamenti già previsti per alcune opere pubbliche che nei prossimi due emendamenti noi citiamo. Sappia il Governo che non sono investimenti previsti, ma che quelle opere, soprattutto quella che citiamo della Valtellina, per cui il cantiere è già avviato, per cui o il Governo ci spiega come recupera i soldi o deve andare sul cantiere e dire a tutti gli operai di andare a casa.

PAGINA: 0135

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente, solo per dire che questo all'esame è un emendamento meramente tecnico conseguente all'approvazione in sede di Commissione bilancio di un emendamento, attraverso il quale i fondi dell'ANAS sono stati unificati in un unico fondo per garantire maggiore flessibilità.
  Quindi, non c’è nessun definanziamento di nessuna opera né in Valtellina né altrove; tutto ciò che era programmato ed era deciso si fa, si fa attraverso forme di finanziamento presso l'ANAS, che sono più flessibili di quanto non fossero in precedenza, al massimo faremo un po’ più presto, deputato Guidesi.

PAGINA: 0135

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente, io approfitto della disponibilità del Viceministro Morando a rispondere su ANAS perché in questo provvedimento, come ha ricordato il Viceministro, è vero che è stato creato un fondo in cui confluiranno tutte le risorse, ma si dà una particolare disponibilità di azione ad ANAS.
  Viceministro, vorrei che potesse spiegare all'Aula come mai nella norma che abbiamo approvato c’è un piccolo periodo che dice che per interventi a carattere emergenziale ANAS è tenuta soltanto a dare un avviso di 30 giorni, dopodiché il Ministero ovviamente autorizza questi interventi, ma, qualora il Ministero non rispondesse a questa comunicazione, ANAS si intende comunque autorizzata ad intervenire in opere di carattere emergenziale. Questa ci sembra una grave violazione di trasparenza nel momento in cui il Ministro non autorizza esplicitamente un'opera, anche se a carattere emergenziale; ciò dopo che ANAS è stata coinvolta in tanti scandali negli ultimi mesi. Quindi, gradiremmo un chiarimento anche su questo.

PAGINA: 0024

(Trattazione degli ordini del giorno) (Vedi RS)

PAGINA: 0136

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3444-A)

PAGINA: 0024

  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto degli ordini del giorno ritirati e di quelli dichiarati inammissibili.

PAGINA: 0136

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3444-A).
  Avverto che gli ordini del giorno Sottanelli n. 9/3444-A/116, Capone n. 9/3444-A/254, Bosco n. 9/3444-A/272, Dellai n. 9/3444-A/299, Milanato n. 9/3444-A/363 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto, inoltre, che l'ordine del giorno n. 9/3444-A/231 deve intendersi a prima firma Nesci e l'ordine del giorno n. 9/3444-A/71 deve intendersi a prima firma Patriarca.
  Avverto, altresì, che sono in distribuzione le nuove formulazioni degli ordini del giorno Piccone n. 9/3444-A/271 e Giorgia Meloni n. 9/3444-A/310.
  Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene ammissibili ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno in quanto corrispondenti ad emendamenti dichiarati inammissibili per estraneità di materia in sede referente: Dallai n. 9/3444-A/9, recante misure relative alla laguna di Orbetello (si veda l'emendamento 1.42.62); Ciracì n. 9/3444-A/55, relativo ad un finanziamento in favore di uno specifico Dipartimento dell'Università la Sapienza di Roma (si veda l'emendamento numero 1.17.180); Businarolo n. 9/3444-A/171, concernente il personale del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria ed UNEP (si veda l'emendamento 1.38.87); Tofalo n. 9/3444-A/226, in materia di riorganizzazione del servizio di assistenza spirituale alle Forze armate @pagina=0137@(si veda l'emendamento 1.28.67); Taglialatela n. 9/3444-A/312, concernente il Commissario straordinario per il sistema intermodale di trasporto nelle zone interessate dal fenomeno bradisismico nella regione Campania (si veda l'emendamento 1.27.107); Giammanco n. 9/3444-A/350, concernente l'attivazione in via sperimentale di corsi di dottorato di ricerca in materia di legislazione scolastica (si veda l'emendamento 1.17.29); Riccardo Gallo n. 9/3444-A/362 recante iniziative in favore dei lavoratori socialmente utili della regione Sicilia (si veda l'emendamento 1.27.10).

PAGINA: 0024

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0137

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PAGINA: 0137

  PRESIDENTE. Dovevo dare la parola al rappresentante del Governo per esprimere i pareri.

PAGINA: 0024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (Vedi RS)

PAGINA: 0137

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 23).

PAGINA: 0024

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. (Vedi RS) Esprime il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati.

PAGINA: 0137

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Se lei ritiene, io sono in grado di specificare numeri e pagina degli accolti e dei contrari.

PAGINA: 0024

  Intervengono i deputati IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), DORINA BIANCHI (AP) (Vedi RS), ROBERTO OCCHIUTO (FI-PdL) (Vedi RS) il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SI-SEL) (Vedi RS), GIOVANNI MONCHIERO (SCpI) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS), MILENA SANTERINI (PI-CD) (Vedi RS), MANFRED SCHULLIAN (Misto-Min.Ling.) (Vedi RS), ORESTE PASTORELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), GIUSEPPE CIVATI (Misto-AL-P) (Vedi RS), CATERINA BINI (PD) (Vedi RS), FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS) e nuovamente il deputato IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS) ed il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri GIANCLAUDIO BRESSA (Vedi RS).

PAGINA: 0138

  IGNAZIO ABRIGNANI. Premesso che, per quanto riguarda quelli presentati dalla mia componente, che sono sette, accettiamo la riformulazione, però pregherei il sottosegretario Baretta di rivedere soltanto il parere sull'ordine del giorno D'Alessandro n. 9/3444-A/305, perché è esattamente identico all'ordine del giorno Palese n. 9/3444-A/101, a cui è stato dato il parere favorevole. Allora, pregherei il sottosegretario Baretta, per questo, di riguardarlo un secondo, essendo identici.

PAGINA: 0138

  GUIDO GUIDESI. Solo per accettare l'aggiunta «a valutare l'opportunità di» e insistere per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/3444-A/325, che risulta fra i contrari.

PAGINA: 0139

  DORINA BIANCHI. Presidente, per accettare la riformulazione dell'ordine del giorno Piccone n. 9/3444-A/271 e poi le altre riformulazioni dei nostri emendamenti.

PAGINA: 0139

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, solo per comunicare che il gruppo di Forza Italia accetta tutte le riformulazioni proposte dal Governo per tutti gli ordini del giorno presentati dai deputati del gruppo.

PAGINA: 0139

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, per chiarire una questione che mi è stata posta dai colleghi. Ovviamente, gli ordini del giorno dove già c’è la formula «a valutare l'opportunità» si intendono accolti in quanto tali; quelli che abbiamo accolto e che ho citato è perché non la contenevano. Tutti quelli che hanno la formula «a valutare l'opportunità» sono accolti in quanto tali; in quelli che non ce l'hanno, deve intendersi aggiunta.

PAGINA: 0139

  ARTURO SCOTTO. Per dire che accettiamo la proposta del Governo «a valutare l'opportunità» sugli ordini del giorno, eccetto gli ordini del giorno Duranti n. 9/3444-A/90, Pannarale n. 9/3444-A/84 e Folino n. 9/3444-A/152, che chiediamo che vengano messi ai voti.

PAGINA: 0139

  GIOVANNI MONCHIERO. Signor Presidente, accettiamo tutte le riformulazioni.

PAGINA: 0139

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l'ordine del giorno a firma mia, Mucci e Prodani, va bene la riformulazione del Governo.

PAGINA: 0139

  MILENA SANTERINI. Accettiamo la riformulazione «a valutare di» per gli ordini del giorno del nostro gruppo.

PAGINA: 0140

  MANFRED SCHULLIAN. Accettiamo la riformulazione.

PAGINA: 0140

  ORESTE PASTORELLI. Anche noi accettiamo la proposta fatta dal Governo sugli ordini del giorno Labriola n. 9/3444-A/58, Furnari n. 9/3444-A/59, Di Lello n. 9/3444-A/105, Pastorelli n. 9/3444-A/112 e Martelli n. 9/3444-A/372.

PAGINA: 0140

  GIUSEPPE CIVATI. Solo per accettare le riformulazioni, anche perché quasi tutti gli ordini del giorno, dal n. 9/3444-A/130 al n. 9/3444-A/139, già prevedevano la dicitura che ci è stata proposta.

PAGINA: 0140

  CATERINA BINI. Signor Presidente, anche il gruppo del Partito Democratico accoglie tutte le riformulazioni.

PAGINA: 0140

  FABIO RAMPELLI. Accettiamo la riformulazione.

PAGINA: 0140

  IGNAZIO ABRIGNANI. Il Governo non mi ascoltava. Allora, sottosegretario Baretta, se posso avere un'interlocuzione...

PAGINA: 0140

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo scusa, ma, come capite, è stato un lavoro piuttosto convulso e dobbiamo precisare il parere favorevole sugli ordini del giorno Fontanelli n. 9/3444-A/13, Guerra n. 9/3444-A/68 e Marcon n. 9/3444-A/98, che sono rimasti negli appunti e non trascritti nella battitura.

PAGINA: 0024

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata al termine dell'esame degli ordini del giorno.

PAGINA: 0141

  PRESIDENTE. Va bene. Intanto comunico, visto che è stata posta la questione, che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata al termine dell'esame degli ordini del giorno. Colleghi, per favore, se prendiamo posto. L'ordine del giorno Morassut n. 9/3444-A/1, riformulato, è stato accolto. L'ordine del giorno D'Arienzo n. 9/3444-A/2 è accolto.

PAGINA: 0025

  Intervengono i deputati EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS), MARIO MARAZZITI (PI-CD) (Vedi RS), CRISTIAN IANNUZZI (Misto) (Vedi RS), MARIO SBERNA (PI-CD) (Vedi RS), PAOLO COPPOLA (PD) (Vedi RS), il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri GIANCLAUDIO BRESSA (Vedi RS) ed infine la deputata ANNALISA PANNARALE (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0141

  EMANUELE COZZOLINO. Chiediamo la votazione per il MoVimento 5 Stelle degli ordini del giorno sui quali il parere è contrario e sono accettate le riformulazioni, tranne per gli ordini del giorno Nuti n. 9/3444-A/175, Ferraresi n. 9/3444-A/161, De Lorenzis n. 9/3444-A/190, Lorefice n. 9/3444-A/206 e Cozzolino n. 9/3444-A/224. Ritiro l'ordine del giorno Nesci n. 9/3444-A/231.

PAGINA: 0141

  MARIO MARAZZITI. Essendo stato approvato l'emendamento Sberna sulla carta famiglia, direi che l'ordine del giorno n. 9/3444-A/299 viene ritirato.

PAGINA: 0141

  CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, siccome non l'ho detto, aspettavo che me lo chiedesse; comunque accetto la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3444-A/17, che è già passato.

PAGINA: 0141

  MARIO SBERNA. Presidente, credo che il collega si sia sbagliato, sempre con meno entusiasmo. Il mio ordine del giorno n. 9/3444-A/298 resta, è l'ordine del giorno Dellai n. 9/3444-A/299...

PAGINA: 0142

  PAOLO COPPOLA. Presidente, purtroppo non posso accogliere la riformulazione. Chiedo scusa ai colleghi, però il mio ordine del giorno semplicemente osserva che se è vero che il Governo intende andare verso una pubblica amministrazione digitale, allora non si può fare altro che, conseguentemente, ridurre la carta, da qui ai prossimi anni. Sottosegretario, non c’è nulla da valutare, perché l'opportunità è chiara dall'inizio degli anni Ottanta. Io ero un bambino, ed era chiarissima l'opportunità di ridurre l'uso della carta nella pubblica amministrazione. Non c’è nulla da valutare, c’è solo da fare ! Abbiamo sprecato già vent'anni, dobbiamo continuare a sprecarla solo perché alcuni burocrati dei Ministeri intendono continuare a utilizzare la carta buttando i soldi pubblici ? Dobbiamo continuare così (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) ? Io questo non l'accetto più !

PAGINA: 0142

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, l'ordine del giorno Coppola n. 9/3444-A/24 è accolto.

PAGINA: 0143

  ANNALISA PANNARALE. Intervengo solo per dieci secondi, Presidente.

PAGINA: 0025

  Interviene il deputato GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0144

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, con quest'ordine del giorno si chiedeva sostanzialmente di fare quello che spiegavo già prima, cioè di destinare parte delle risorse derivanti eventualmente in più dalla cessione dei crediti non performanti o dalla cessione delle bridge bank al fondo che dovrebbe in qualche modo rimborsare gli obbligazionisti che hanno perso parte dei loro fondi. Mi aspettavo che, come dicevo, dato che c’è un Ministro di questa Repubblica che va ad incontrare i risparmiatori promettendo all'incirca una soluzione di questo tipo, che ci fosse almeno una valutazione a considerarlo come opportunità. Non c’è, ne prendiamo atto e possiamo metterlo ai voti.

PAGINA: 0025

  Intervengono i deputati DONATELLA DURANTI (SI-SEL) (Vedi RS) e GIULIO MARCON (SI-SEL) (Vedi RS), il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS) ed il deputato ARTURO SCOTTO (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0144

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, intervengo proprio trenta secondi per dire che non accogliamo la riformulazione, perché son passati oramai quindici mesi dall'approvazione, qui in questa Camera, della mozione a prima firma dell'onorevole Scanu, che prevedeva il dimezzamento delle risorse per il programma degli F35; e nonostante più volte sia stata ribadita la richiesta di rispettare le decisioni del Parlamento, ad oggi invece in riferimento al programma F 35 non soltanto continuano ad essere inserite nuove risorse, ma anche durante le risposte a nostri atti di sindacato ispettivo o atti di sindacato ispettivo di altri colleghi, la Ministra Pinotti non ha mai chiarito davvero a che punto stiamo con l'acquisizione degli F35, di questi velivoli. Per cui chiediamo ancora una volta di metterlo in votazione, e speriamo che prima o poi il Governo rispetti le decisioni di questo Parlamento e di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0144

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, brevemente, è un raro caso di schizofrenia tra Governo e Parlamento: il Parlamento ha approvato una mozione, chiediamo di dare attuazione a questa mozione, e il Governo ci dice «no, noi non diamo attuazione a questa mozione votata dal Parlamento». Questo ci sembra un atteggiamento irrispettoso verso un Parlamento che ha votato a maggioranza quella mozione, che chiede da quindici mesi di attuarla, ma il Governo dice che non vuole farlo.

PAGINA: 0145

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intervengo solo per precisare che la riformulazione è esattamente il testo della mozione.

PAGINA: 0145

  ARTURO SCOTTO. Scusi, Presidente, lo so che l'ora è tarda, ma a questo punto non si capisce perché il Governo riformula e non l'accetta integralmente !

PAGINA: 0025

  Intervengono il deputato STEFANO DAMBRUOSO (SCpI) (Vedi RS), il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS) e nuovamente il deputato STEFANO DAMBRUOSO (SCpI) (Vedi RS).

PAGINA: 0146

  STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, al Governo volevo sollecitare una rivalutazione dell'esito della prima valutazione dell'ordine del giorno, che prevedeva una attenta riconsiderazione di una categoria di lavoratori che dal 2009 ha bloccato, come altri del pubblico impiego, il rinnovo del proprio contratto; ma che, a differenza di altre categorie sempre del pubblico impiego in sede civile, invece vive la propria condizione di lavoro in una maniera più stressante e anche più pericolosa.
  Quindi c'era una iniziativa penale, inserita in un ordine del giorno, che mirava a rivalutare il rischio che i dipendenti della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo – quindi non i magistrati, ma gli amministrativi, che contribuiscono al raggiungimento di un obiettivo fondamentale, quello della racconta dei beni sequestrati alle mafie e ai terroristi, e che svolgono un lavoro fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo – vedano riconosciuto il proprio impegno e vedano riconosciuto il rischio ad esso collegato.
  Quindi mi rendo conto che ci sono mille situazioni che devono essere considerate; però io sollecito davvero, anche per @pagina=0147@non lasciare un messaggio di insensibilità da parte del Governo nei confronti di chi quotidianamente vive una situazione che percepisce come una situazione di maggiore rischio rispetto al resto della pubblica amministrazione. Antimafia e antiterrorismo sono situazioni che meritano un'attenzione diversa rispetto al resto della pubblica amministrazione: per cui io sarei soddisfatto se il Governo riconsiderasse, quantomeno con un invito a valutare, l'opportunità dell'accoglimento di questo ordine del giorno.

PAGINA: 0147

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il senso dell'obiezione è la specificità, onorevole, non le ragioni: lei stesso l'ha detto, che ci sono altre situazioni che hanno la stessa tipologia, e quindi la preoccupazione è quella che accogliendo creiamo di fatto un precedente su un punto delicato. Quindi questa è la preoccupazione che abbiamo ! Semmai un invito al ritiro, ecco, invece di votarlo.

PAGINA: 0147

  STEFANO DAMBRUOSO. Evidentemente, anche perché l'ora è questa, lo ritiro volentieri senza problemi.

PAGINA: 0025

  Interviene il deputato ANTONIO PLACIDO (SI-SEL) (Vedi RS).

PAGINA: 0149

  ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, qui è veramente incomprensibile il senso della riformulazione: l'ordine del giorno provava a capire quale fosse l'orientamento del Governo in ordine ai quesiti referendari delle dieci regioni italiane a proposito di trivellazioni, e la riformulazione rende tutto più incomprensibile. Si tratta di capire intorno al piano delle aree quale sia l'opinione del Governo, e lei capisce, Presidente, che intorno ad un quesito così netto dire «valutare l'opportunità» non significa alcunché. Si tratta di capire intorno alle intese forti che, come sollecita la Corte costituzionale, devono intervenire tra regioni e Governo, cosa pensa il Governo. Non significa niente la riformulazione, e probabilmente ci sta un elemento di distrazione, forse dovuta all'orario, oltre che il tentativo, un po’ ipocrita o un po’ furbesco, di continuare a ciurlare nel manico (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0026

  Intervengono il deputato MICHELE DELL'ORCO (M5S) (Vedi RS), il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS) ed il deputato VITTORIO FERRARESI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0149

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie, Presidente. Allora, questo ordine del giorno riguarda il sisma in Emilia Romagna e mi meraviglio che il Governo abbia dato un parere contrario; forse si è dimenticato che a fine anno scade la proroga sul pagamento dei mutui per le case inagibili, quindi, stiamo parlando anche di case crollate su cui le persone dovranno continuare a pagare. Sì, ci sta ripensando il Governo, ma intanto vado avanti, a meno che non intenda intervenire il Governo...

PAGINA: 0149

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Va bene, lo accogliamo, qui c’è il problema che ci sono le parole: «primo provvedimento utile», potrebbe essere il secondo, ecco, per essere chiari. Giusto per correttezza reciproca. Non vorrei che poi... va bene così.

PAGINA: 0150

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle aveva presentato alcune proposte per il sisma del 2012 e per i terremotati...

PAGINA: 0026

  Interviene il deputato RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0151

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente, l'argomento è quello degli immobili sequestrati e confiscati alla mafia. Riprendo un suggerimento che aveva dato in Aula la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi. In pratica con questo ordine del giorno chiediamo l'istituzione di un fondo per la ristrutturazione degli immobili sequestrati e confiscati alla mafia, prevedendo anche che le risorse erogate non debbano essere restituite nel caso che gli immobili vengano utilizzati per finalità di giustizia, di ordine pubblico, di protezione civile o, eventualmente, per emergenza abitativa. Al momento è stato creato solamente un fondo per le aziende sequestrate e confiscate alla mafia, quindi, crediamo che sia necessaria, quanto meno, la possibilità di creare un fondo per ristrutturare gli immobili, visto che le nostre città e i nostri territori sono pieni di appartamenti, di immobili assolutamente distrutti, che non vedono la possibilità di riutilizzo, proprio perché il Governo non ha voluto, finora, destinare dei soldi per questo tipo di ristrutturazione e per metterli in sicurezza. Quindi ci aspettiamo un voto favorevole anche e soprattutto dalla presidente Bindi.

PAGINA: 0026

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata.

PAGINA: 0151

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/3444-A/175, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PAGINA: 0026

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), il quale sospende la seduta sino al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

PAGINA: 0151

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, penso che sia corretto ribadire quanto è stato richiesto dai gruppi: tutti i gruppi lo sanno, non sto dicendo niente di nuovo, che è nostra intenzione finire i lavori relativi al bilancio e alla legge di stabilità. Questa è la motivazione che spinge, oltre alle richieste del collega Crippa che noi condividiamo in toto, a chiedere la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Per rispettare la forma, noi chiediamo la Conferenza dei presidenti di gruppo a quest'ora per poter proseguire la seduta fino al termine dei lavori della legge di stabilità e del bilancio.

PAGINA: 0151

  PRESIDENTE. Sì, onorevole Rosato, la richiesta che anche il suo gruppo ha fatto di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, io ho comunicato che è stata già accolta. È evidente che noi abbiamo due strade: o continuare le votazioni durante la Conferenza dei presidenti di gruppo o, come mi sembra più logico, sospendere la seduta durante la Conferenza dei presidenti di gruppo (Commenti).
  Colleghi, evitiamo di stare mezz'ora a fare il dibattito se sospendere o non sospendere con relativo voto e via dicendo. Si fa la Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo la seduta che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

PAGINA: 0027

  La seduta, sospesa alle 23,45, è ripresa alle 23,55.

PAGINA: 0027

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)

PAGINA: 0152

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

PAGINA: 0027

  Intervengono i deputati TIZIANA CIPRINI (M5S) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (Misto) (Vedi RS) e EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0152

  TIZIANA CIPRINI. Caro Governo, cara maggioranza, questo ordine del giorno impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa, anche di tipo normativo, finalizzata ad utilizzare le graduatorie vigenti e all'assunzione dei vincitori dei concorsi pubblici, attingendo dalle graduatorie vigenti ed approvate. Quindi, vincitori di concorso ultimo atto. Confermate che dei 4.140 vincitori di concorso non ve ne frega niente ? E allora perché li avete presi per il posteriore (Commenti) prima con la legge n. 125 del 2013 e poi con la legge n. 124 del 2015 ? Che ci fate con le vostre leggi ? Gli aeroplanini di carta (Lancia un aeroplanino di carta – Commenti) ?

PAGINA: 0152

  WALTER RIZZETTO. Per sottoscrivere questo ordine del giorno.

PAGINA: 0152

  EMANUELE COZZOLINO. Sottoscrivo anch'io l'ordine del giorno.

PAGINA: 0027

  Intervengono i deputati MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS), il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS) e nuovamente il deputato MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0153

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Io capisco che sono ordini del giorno, quindi valgono quello che valgono, però ci sono anche questioni di principio. Qua il Governo dice che non si impegna a intraprendere una linea coerente sul governo del territorio finalizzata realmente a salvaguardare il suolo agricolo e a impedire il consumo di suolo.
  Adesso io mi chiedo in cosa vi volete impegnare, perché di cosa stiamo parlando se non della legge sullo stop al consumo di suolo ? Se le parole «coerente» e «realmente» vi davano tanto fastidio, al massimo potevate proporre una riformulazione. Potevo capire che la seconda parte non vi poteva andar bene, per carità, però chiedevamo di valutare l'opportunità nella seconda parte di rivedere l'emendamento Marchi, eventualmente estendendolo solo al 2016. Però, non avere neanche una riformulazione né una proposta alternativa dà un po’ il segno di quello che avete in mente per il nostro territorio, cioè non fare assolutamente nulla.
  Allora io vi consiglio, se andiamo avanti di questo passo, prendendo queste posizioni, di non venire neanche in Aula con la legge sul consumo di suolo. Non venite perché fareste una pessima figura e noi saremo qui ad aspettarvi.

PAGINA: 0153

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Allora, se si ferma a «consumo di suolo» cambia il parere e l'accolgo.

PAGINA: 0153

  MASSIMO FELICE DE ROSA. La accetto, però poi dobbiamo vederlo nei fatti.

PAGINA: 0027

  Interviene il deputato EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0153

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno chiedeva semplicemente di applicare quello che è stato votato qui alla Camera, una mozione per le popolazioni e le attività produttive colpite dal tornado. Quindi invito il Governo magari a rivalutare il parere su questo ordine del giorno, nel senso di accoglierlo integralmente.

PAGINA: 0027

  Intervengono il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS) ed il deputato FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS).@pagina=0028@
  La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Giorgia Meloni n. 9/3444-A/310, Invernizzi n. 9/3444-A/325 e Giancarlo Giorgetti n. 9/3444-A/335.

PAGINA: 0154

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Roberta Agostini n. 9/3444-A/240 il parere è favorevole senza riformulazione.

PAGINA: 0155

  FABIO RAMPELLI. Intanto chiedo il voto ovviamente per questo ordine del giorno e con l'occasione dico che sull'ordine del giorno n. 9/3444-A/309 in particolare ho accolto, insieme agli altri, la riformulazione con la dicitura di «valutare l'opportunità di» con l'auspicio che possa essere un segnale rispetto ad alcuni tratti della legge n. 107, a un suo scarso funzionamento e a una necessità di rivedere per migliorare alcuni meccanismi. Detto questo, invito l'Aula a votare a favore dell'ordine del giorno a prima firma Giorgia Meloni.

PAGINA: 0028

  Intervengono i deputati BARBARA SALTAMARTINI (LNA) (Vedi RS) e IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS).

PAGINA: 0156

  BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, velocissimamente, considerato il fatto che dopo tre anni che in quest'Aula si sta discutendo di quota 96 e che dopo tre anni in quest'Aula si sia anche votato una risoluzione all'unanimità in cui si prevedeva la risoluzione di un problema ben noto, che il Governo mi chieda di riformulare l'ordine del giorno e scrivere ancora una volta «a valutare l'opportunità di» risolvere chissà quando questo problema è una presa in giro per il personale della scuola che è coinvolto da questo provvedimento, prima ancora che a tutto il Parlamento che, sia in Commissione bilancio, che in quest'Aula si è espresso all'unanimità. Ci state prendendo in giro, ma soprattutto state prendendo in giro migliaia di persone che sono coinvolte. È una vergogna !

PAGINA: 0156

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, lei è andata giustamente a salti per accoglimento e io quando ero intervenuto all'inizio ho detto che avevo accolto per la mia componente tutte le riformulazioni tranne quella per l'ordine del giorno D'Alessandro n. 9/3444-A/305 che ho sottoscritto perché avevo invitato il sottosegretario Baretta a rivedere il parere in quanto sull'ordine del giorno Palese n. 9/3444-A/101, che era identico, tranne le ultime due righe che prevedevano i criteri, era stato accolto integralmente. Allora volevo sapere se nel caso in cui tolgo le ultime due righe relative ai criteri per accedere al fondo se può essere accolto integralmente. Senza la riformulazione.

PAGINA: 0028

  Intervengono il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze PIER PAOLO BARETTA (Vedi RS) e la deputata RENATA POLVERINI (FI-PdL) (Vedi RS).

PAGINA: 0157

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/3444-A/339 è accolto senza riformulazione e anche l'ordine del giorno Nizzi n.9/3444-A/348.

PAGINA: 0157

  RENATA POLVERINI. Infatti, intervengo per quello, Presidente, perché, siccome in queste settimane abbiamo parlato di questa avventura, chiamiamola bancaria, ho sentito sempre due grandi questioni che sono state risolte dal Governo. La prima riguardava i correntisti e la seconda i lavoratori, cioè sono stati messi al sicuro i circa 7 mila lavoratori dei quattro istituti. Siccome io non sono così...

PAGINA: 0028

  Intervengono i deputati DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), GIOVANNI PAGLIA (SI-SEL) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS), RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS), DONATA LENZI (PD) (Vedi RS), SERENA PELLEGRINO (SI-SEL) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), LAURA COCCIA (PD) (Vedi RS), MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS), FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS), GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS), ROBERTO FICO (M5S) (Vedi RS) ARTURO SCOTTO (SI-SEL) (Vedi RS) e CRISTIAN IANNUZZI (Misto) (Vedi RS).

PAGINA: 0158

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo ordine del giorno è stato preannunciato durante la discussione della legge di stabilità, poche ore fa, ed è l'ordine del giorno che va a cercare di rimediare a un non accoglimento di un emendamento che mirava a correggere gli effetti negativi prodotti dal nuovo metodo di calcolo dell'ISEE riferito alle pensioni di invalidità e alle indennità di accompagnamento.
  In questo ordine del giorno noi chiediamo una cosa banalissima, e quindi non ne comprendiamo sinceramente l'esito negativo: impegniamo il Governo affinché, in tempi rapidi, provveda all'apertura di uno o più conti presso istituti bancari gestiti dallo stesso Ministero, in questo caso della salute, dedicati alla raccolta dei fondi necessari ad evitare gli effetti negativi per la finanza pubblica, che era il motivo per cui l'emendamento è stato bocciato. Quindi, noi chiediamo semplicemente di aprire degli IBAN dedicati, in cui i cittadini possano versare propria sponte un contributo per andare a supplire a questa mancanza da parte dello Stato.
  Non credo che dal punto di vista tecnico, sottosegretario Baretta, ci siano dei problemi, perché le faccio un parallelismo: sul Fondo del microcredito qualsiasi cittadino può versare degli emolumenti in denaro all'interno di un fondo per le microimprese. Noi chiediamo di fare altrettanto per consentire, a questo punto, di collaborare, laddove lo Stato non arriva, da parte dei cittadini spontaneamente.
  Questo tipo di ordine del giorno è purtroppo frutto del vostro atteggiamento ostile all'approvazione dell'emendamento, e quindi non vedo neanche il perché vogliate togliere la facoltà ai cittadini di eventualmente dare una propria disponibilità economica, dare una somma che devono restituire perché non spesa, oppure anche volontariamente da parte di alcuni cittadini che ritengono fondamentale poter aiutare lo Stato e altri cittadini in condizioni più sfavorevoli, in questo caso.
  A noi sembra un criterio veramente semplice e questa vostra testardaggine, che porta a votare contrario anche a un ordine del giorno, credo che sia abbastanza ingiustificata, visto che le risposte politiche non le avete date nemmeno con un emendamento. Almeno con un ordine del giorno: tanto non si nega a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0158

  GIOVANNI PAGLIA. Noi voteremo a favore dell'ordine del giorno, perché non ci sembra il caso di aprire una discussione a quest'ora, però chiedo ai proponenti se veramente credono decoroso che sia l'elemosina privata, perché di questo si tratta, a supplire a quello che dovrebbe essere un dovere dello Stato.

PAGINA: 0158

  CARLO SIBILIA. Credo non si tratti di nessun genere di elemosina, dal momento @pagina=0159@che, allo stato attuale, noi stessi contribuiamo ad un fondo per le piccole e medie imprese e fino adesso ne abbiamo fatte partire oltre 850. Questa non è elemosina, ma è una misura strutturale per far ripartire la piccola e media impresa, l'economia. In questo caso, nel frattempo che i ministri competenti trovano le risorse adeguate, possiamo sopperire in questa maniera.
  Quindi, esattamente come facciamo per il microcredito alle piccole e medie imprese, lo possiamo fare per questo problema specifico, perché è un problema grave e importante. L'articolo 53 della Costituzione ci dice che chi più ha più deve contribuire. Noi del MoVimento 5 Stelle pensiamo, in questa fase, di avere molto di più di chi, forse, ha bisogno in questo momento e siamo disposti a donare qualcosa. Non capiamo il motivo ostativo da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0159

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Governo, è molto tardi e siamo tutti stanchi. Prima si è discusso, il Parlamento ha discusso, se togliere o meno dal calcolo del reddito ISEE le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento. Il Partito Democratico ha bocciato questa proposta – il costo è 3 milioni di euro all'anno: nulla rispetto agli sperperi che vengono fatti da quest'Aula – e SEL si è astenuta. Ora noi vi stiamo chiedendo di aprire un conto corrente, in sostanza di dare l'opportunità a tutti i cittadini di poter dare liberamente un contributo e dare anche la possibilità ai parlamentari del MoVimento 5 Stelle, che si tagliano gli stipendi e ad oggi hanno portato avanti un'iniziativa concreta in favore delle aziende, 14 milioni di euro provenienti dai nostri stipendi, di destinare parte dei propri stipendi, appunto, ad un fondo per aiutare, di fatto, la disabilità.
  Cioè, voi state dicendo che siete contrari a darci la possibilità di destinare parte dei nostri stipendi a un fondo del genere. Non volete i nostri soldi, volete soltanto i soldi dei cittadini, ma ad alcuni parlamentari disposti a tagliarsi il proprio stipendio e aiutare il mondo della disabilità dovete dire di no (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

PAGINA: 0159

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Finalmente avete trovato la possibilità di avere delle risorse che non devono gravare sul bilancio dello Stato, perché probabilmente trovate addirittura dei cittadini disposti a dare dei soldi, visto che voi avete fatto un errore. Cioè, nell'ISEE viene calcolata come reddito la pensione di invalidità o di accompagnamento. Non avete voluto risolvere questo errore con l'emendamento che abbiamo votato qualche ora fa, e ora, che vi stiamo chiedendo di dare la possibilità a tutti i cittadini di fare una donazione a questo fondo per aiutare queste persone che hanno una disabilità in famiglia, per esempio, o hanno una pensione di accompagnamento, di poterle aiutare con i propri risparmi, magari con le riduzioni dei propri stipendi, come ha detto poc'anzi il mio collega, voi dite no ! Però non siete in grado di dire «no» quando vi si chiede, da parte di colleghi dei vostri partiti, di dare magari dei soldi, milioni di euro, alle fondazioni gestite dalla moglie di un vostro collega. Siccome stiamo parlando di 3 milioni di euro e c’è la possibilità e la volontà di dare noi dei soldi allo Stato, non avete neanche il coraggio di dire: va bene, almeno accettiamo questa possibilità. Probabilmente non è la soluzione definitiva, probabilmente dovreste farlo voi, ma non potete dare un parere contrario su questa proposta. @pagina=0160@O quanto meno, spiegate il perché del parere contrario o proponete una riformulazione, se c’è qualche errore nella scrittura di questa proposta, di quest'ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle.

PAGINA: 0160

  DONATA LENZI. Presidente, mi dispiace per l'ora, ma l'ISEE è soltanto un modo di calcolare, è una formula matematica, non non è un tema che ha bisogno o necessita di copertura. Serve a determinare la retta, per esempio, dei comuni, ma come si mette l'asticella del costo lo decide il comune. Quindi, nel caso della disabilità non impedisce né l'accesso all'indennità d'accompagnamento né alla pensione di invalidità, che non sono legate all'ISEE. Se invece il comune gestisce una struttura protetta, una RSA, allora nel pagamento delle rette si tiene conto dell'ISEE; nel pagamento dell'assistenza domiciliare, si tiene conto dell'ISEE; nell'accesso ai servizi, al pagamento del ticket, se non hanno superato i 65 anni, si tiene conto dell'ISEE. Quindi, non è una questione dei 3 milioni di euro, è una cifra molto più elevata. Se vogliamo levare l'ISEE, si ritorna a un altro sistema, a un altro modello, che era fatto in un altro modo. Se si vuole fare una raccolta di fondi, di finanziamenti, per l'area della disabilità, a cui, in questa legge di stabilità, a noi sembrava aver dedicato attenzione – ma sicuramente non è mai sufficiente –, non credo che ci sia un ostacolo o una difficoltà. È la connessione tra due cose, che non è, da una parte, un'uscita dello Stato, ma solo una formula matematica per trovare un modo equitativo per determinare le rette. Dall'altra parte, invece, c’è una disponibilità. Peraltro, mi permetto: capisco che non sta nella stessa logica, ma ci sono talmente tante pregevoli, importanti associazioni che si impegnano quotidianamente e realmente nella cura e nell'assistenza dei disabili che credo che ciascuno di noi abbia ampie possibilità di contribuire efficacemente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0160

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Per tramite suo, Presidente, vorrei comunicare all'onorevole Di Battista, che vuole dare parte del suo stipendio, quello dei parlamentari – veramente tanto, tanto di cappello e tanto tanto onore, tant’è vero che anche noi riteniamo di votare a favore –, che mi chiedo: per quale motivo si sono astenuti e non si sono battuti sulla tassa sugli yacht oltre i 14 metri ? Probabilmente ne possiedono qualcuno anche loro.

PAGINA: 0160

  GUIDO GUIDESI. Presidente, sinteticamente, con tutta franchezza, non credo che, dopo il dibattito che c’è stato, che è stato un dibattito lungo, e mi sembra anche profondo, di una certa attenzione da parte di tutti e di un certo livello, possa arrivare in questo momento una proposta in stile Telethon. Lo dico con tutta franchezza e per rispetto di queste persone: noi voteremo contro a questo ordine del giorno ed invitiamo il Governo a ripensare a quanto è successo prima (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0160

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, qui in realtà la questione è molto semplice: dovete dare la facoltà a liberi cittadini di destinare, qualora lo ritengano opportuno, dei soldi a un fondo per la disabilità, per coprire quello che è stato illustrato durante il provvedimento, cioè la possibilità di istituire un fondo che vada a favore di queste persone, per permettergli una vita dignitosa e non stare ad aspettare la riforma che il Viceministro ha annunciato. Credo che sia una cosa estremamente di buonsenso, e davvero, Presidente, se anche @pagina=0161@l'opinione, legittima, della maggioranza e del Governo è diversa dalla nostra, vorrei che il Governo avesse almeno il coraggio di alzarsi e spiegare il motivo della contrarietà a quest'ordine del giorno, perché mi sembra veramente assurdo votare senza che il Governo si sia espresso su questo tema.

PAGINA: 0161

  LAURA COCCIA. Presidente, sull'emendamento di prima non ho partecipato al voto e preferirei che non si facesse demagogia su chi, come me, la disabilità grave la vive sulla propria pelle. Non esiste solo chi ce l'ha in famiglia, c’è anche chi se la vive tutti i giorni. Mi dispiace: se i colleghi del MoVimento 5 Stelle ci tengono così tanto a istituire questo fondo, avranno un conto on-line ? Noi saremmo i primi a versare i soldi su questo conto. Troverete una Casaleggio Associati che farà da garante di questo fondo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

PAGINA: 0161

  MANLIO DI STEFANO. Presidente, proverò a riportare la discussione su quella che è la nostra richiesta, perché non è il caso di andare su altri argomenti, che tra l'altro si ignorano, evidentemente, perché ho sentito delle corbellerie clamorose. Noi qui stiamo chiedendo non di fare il Telethon, ma di sostituirci temporaneamente a qualcosa che voi avete dichiarato non poter coprire (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Stiamo discutendo la legge di stabilità, che è una legge che – lo dico alla collega del PD – parla di soldi, di coperture, non di riforme strutturali nel calcolo delle tabelle ISEE o compagnia bella (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Servivano 3 milioni ? Noi siamo disposti a metterceli se ci aprite un fondo dentro il Ministero, perché non vogliamo dare soldi a qualunque tipo di associazione, noi li mettiamo lì, come abbiamo fatto per il microcredito aprendo un fondo dentro il Ministero. Questo è il dibattito, tutto il resto sono le vostre solite chiacchiere, la vostra solita demagogia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PAGINA: 0162

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, vorrei utilizzare il mio tempo da relatore per spiegare...

PAGINA: 0162

  FRANCESCO D'UVA. No, ha parlato Rabino per me, Presidente.

PAGINA: 0162

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, dopo aver ascoltato quello che abbiamo purtroppo dovuto ascoltare in questo ultimo scorcio di tempo, credo che il minimo che possiamo dire è che si sia trattato di un oltraggio alla nostra, di tutti, stanchezza e alla serietà della discussione che dovrebbe esserci attorno alla legge di stabilità. Ci sono tante associazioni, istituzioni benefiche, che si occupano di coprire magari lacune che lo Stato non riesce ad assumersi come compiti, e nessuna di queste associazioni tuttavia pretende di avere per legge un conto che sia ricompreso all'interno della legge di stabilità.
  E allora il sospetto, cari amici del MoVimento 5 Stelle, di fronte a quello che voi state proponendo, scusatemi ma è uno solo: è che tutta questa manovra purtroppo @pagina=0163@con i disabili non c'entri proprio niente, che questa sia semplicemente quella che al mio paese si chiamava carità pelosa, alla ricerca di una pubblicità a buon mercato. E sarebbe buongusto, ormai a quest'ora, farla finita (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia – Centro Democratico e Partito Democratico) !

PAGINA: 0163

  ROBERTO FICO. Presidente... Presidente, per favore...

PAGINA: 0163

  ARTURO SCOTTO. Presidente, intervengo solo per dire questo: purtroppo questo dibattito ha preso un'altra piega rispetto anche alla proposta, originariamente illustrata dal collega Crippa, e si è caricato anche di contenuti che mi sembrano fuori luogo. Noi non possiamo istituire un fondo su qualsiasi cosa, perché magari a un gruppo politico viene bocciato un emendamento, né possiamo scambiare la giustizia sociale con la carità: per questo ci asterremo.

PAGINA: 0163

  CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, innanzitutto vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno; e poi volevo dire ai colleghi che non sono del MoVimento 5 Stelle che io trovo questa una buona proposta, e comunque non chiede niente di particolare: chi vuole può metterci soldi, come per il fondo del microcredito, non bisogna essere del MoVimento 5 Stelle. Forse le proposte buone basterebbe prenderle senza farle diventare uno slogan, ma semplicemente adottarle tutti quanti noi in modo da riuscire meglio a risolvere i problemi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0029

(Dichiarazioni di voto finale) (Vedi RS)

PAGINA: 0164

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3444-A)

PAGINA: 0029

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati ORESTE PASTORELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), MANFRED SCHULLIAN (Misto-Min.Ling.) (Vedi RS), IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS), ROCCO PALESE (Misto-CR) (Vedi RS), FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS), GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS), ROBERTO SIMONETTI (LNA) (Vedi RS), GIOVANNI MONCHIERO (SCPI) (Vedi RS). DORINA BIANCHI (AP) (Vedi RS), GIULIO MARCON (SI-SEL) (Vedi RS), STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI-PdL) (Vedi RS), FEDERICO D'INCÀ (M5S) (Vedi RS) e MAINO MARCHI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0164

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge di stabilità è un testo cruciale per la vita del Paese. In esso sono contenute disposizioni in grado di dettare i tempi dello sviluppo e del progresso, nonché di cambiare sensibilmente la vita delle persone. La prassi ci ha abituato a testi giganteschi, difficilmente maneggiabili e gestibili, ma nel mare magnum delle norme presenti in questo disegno di legge emerge chiaramente l'immagine di un'Italia che vuole tornare a crescere.
  Molte sarebbero le misure da richiamare a titolo esemplificativo; mi limiterò citarne alcune per le quali ci siamo battuti, come socialisti, nel corso dell'iter di approvazione. Mi riferisco alla disposizione che estende in via sperimentale alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici la possibilità di richiedere un contributo economico da impiegare per il servizio di babysitting o per i servizi per l'infanzia. È, poi, decisivo il supporto dello Stato nei confronti di province e città metropolitane, nell'ambito degli interventi di edilizia scolastica e lo stesso deve dirsi per i fondi previsti dal disegno di legge per quelle province e regioni che non riescono a garantire il mantenimento della situazione finanziaria corrente per l'anno 2016. Una parola di chiarezza è arrivata anche sulla copertura finanziaria della ricollocazione del personale con funzioni di polizia amministrativa proveniente dalle province. Positive, inoltre, le misure a favore dei possessori dei beni danneggiati dagli eventi calamitosi accaduti nei territori per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza. Apprezzabile anche l'istituzione del fondo, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per il rinnovo e la riqualificazione elettrica del parco veicolare nel trasporto pubblico locale. Esprimo, infine, soddisfazione per l'accoglimento dell'ordine del giorno che impegna il Governo a valutare l'opportunità di promuovere una riforma fiscale che sia in grado di attribuire nuovi costi alla CO2, alleggerendo la pressione fiscale su lavoro e imprese così da sviluppare l'enorme potenziale delle fonti rinnovabili. Nel prossimo futuro, quindi, sarà essenziale intervenire sul settore della mobilità elettrica che dovrà essere incentivato, sia tramite sgravi fiscali che attraverso la diffusione di apposite infrastrutture di ricarica.
  Nel suo complesso il presente disegno di legge, rispetto al quale esprimo un convinto voto favorevole della componente socialista, costituisce dunque un passaggio fondamentale nell'attuazione del programma politico di questa maggioranza e ci si augura che si possa andare avanti in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

PAGINA: 0164

  MANFRED SCHULLIAN. Grazie, Presidente, annuncio il voto favorevole della componente minoranze linguistiche e dell'SVP e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

PAGINA: 0164

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi, rispetto al giorno in cui il Governo ha approvato in @pagina=0165@Consiglio dei ministri il disegno di legge di stabilità vi è stato un evento che ha pesato come un macigno sul dibattito che ci ha accompagnato fino ad oggi: gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre. Dopo quegli attentati l'Europa di Maastricht deve cambiare verso, l'Europa del rapporto del 3 per cento tra deficit e PIL e del rigore senza crescita deve aprire gli occhi e accorgersi che le priorità oggi sono altre.
  Priorità vitali come la sicurezza, la difesa dal terrore e l'emergenza dei rifugiati con i suoi costi crescenti. Il rafforzamento dei dispositivi di sicurezza e di intelligence costa e la tutela della vita dei cittadini vale molto di più del temporaneo sacrificio delle regole europee. Il patto di sicurezza, insomma, deve prevalere su quello di stabilità, perché sotto minaccia c’è l'intera Europa. Bene, quindi, investire sulla cyber security e ancora meglio rispettare la dignità di chi garantisce l'ordine e la sicurezza pubblica con un importante contributo economico per i nostri agenti. Un ulteriore abbassamento degli standard operativi sarebbe equivalso, infatti, a un vero e proprio suicidio. Interventi del genere sarebbero stati necessari a prescindere da quello che è successo a Parigi e sarebbero serviti anche in precedenza, ma meglio tardi che mai. Qualcuno, però, in questi giorni ha criticato le coperture con le quali si è giunti ad approvare le nuove norme in materia di sicurezza. Ci fa strano sentire che a ergersi a difensori della sobrietà oggi siano i nostri ex colleghi di Forza Italia che per anni li abbiamo sentiti dire, e noi stessi l'abbiamo ripetuto, che non dovevamo cedere al diktat di Bruxelles, che dovevamo anche sforare il tetto del 3 per cento per rilanciare l'economia. Finalmente quest'Aula sta approvando una manovra espansiva, una manovra che pur rispettando i vincoli europei investe denari su più settori, che taglia le tasse e proprio dai banchi di Forza Italia sentiamo critiche per il maggior deficit che queste misure provocheranno. Facciamolo dire alla Merkel, facciamolo dire a Bruxelles che non si devono fare manovre in deficit noi, senza pregiudicare la solidità finanziaria del Paese, siamo chiamati ad approvare norme che facciano finalmente tornare a cresce il nostro sistema economico.
  Fatta questa ineludibile premessa, va riconosciuto, come detto, che quella in esame è la prima manovra espansiva dopo anni di rigore che si sono dimostrati eccessivi e controproducenti. Buona parte delle misure prese, insieme alle riforme strutturali che andranno rapidamente portate a termine e che noi voteremo, possono infatti concorre a sostenere una ripresa purtroppo ancora molto debole. Positivo è il disegno di abbassare la pressione fiscale anche per sostenere i consumi, così come l'abbassamento del carico sulle imprese. Vanno, inoltre, nella giusta discrezione le misure volte a una più efficace utilizzazione dei finanziamenti europei. Condivisibile l'uso del contante fino a 3000 euro; credo a questo proposito che il Governo debba agire perché si arrivi in sede europea alla fissazione di un'unica soglia per la circolazione del contante, in modo da evitare distorsioni competitive tra le imprese operanti nei diversi Paesi. L'innalzamento del tetto all'uso del contante da 1000 a 3000 euro assolve all'esigenza anche di garantire maggiore fluidità nelle transazioni effettuate dai turisti stranieri abituati, nei propri Paesi, a limiti per l'utilizzo del denaro contante non esistenti o comunque ben più elevati.
  Dal lato delle imprese la direzione giusta è stata imboccata con l'incremento della franchigia dell'IRAP, la sistemazione del regime fiscale dei contribuenti minimi, la previsione di un super ammortamento degli investimenti in beni materiali, la riproposizione degli incentivi per la ristrutturazione delle abitazioni, l'abolizione dell'IMU sui grandi macchinari imbullonati, poi una richiesta che da tempo veniva dal mondo dell'impresa, una surrettizia tassa sulla produzione che finalmente è stata cancellata.
  Ma non tutte le misure contenute in questa legge di stabilità ci convincono pienamente. Manca, per esempio, una visione strategica sulla coesione territoriale; il Sud, le cui condizioni sono state drammaticamente evidenziate dal rapporto Svimez @pagina=0166@della scorsa estate, non è stato oggetto di una disciplina sufficientemente integrata. Solo in via emendativa sono stati introdotti interventi in materia di fiscalità di vantaggio nella forma del credito di imposta e di contribuzione, i quali però non possono essere sufficienti rispetto alla forte domanda di innovazione e internazionalizzazione dei mercati meridionali che possa realmente consentire alle imprese di mettere a frutto il valore potenzialmente ingente di comparti quali il nostro made in Italy e il turismo. Temi, rispetto ai quali non si evince un adeguato intento di intervento funzionale a un percorso di crescita virtuoso e sostenibile. Bene il credito d'imposta per gli investimenti industriali, ma si doveva portare al 200 per cento l'ammortamento per gli investimenti in beni strumentali e si doveva confermare in toto il bonus di 8000 per le assunzioni a tempo indeterminato. Abbiamo presentato emendamenti in questo senso e il Governo e la maggioranza hanno deciso, purtroppo, di non farli propri.
  Ancora, lavoro e previdenza sociale sono un comparto sul quale ugualmente è mancato un approccio disciplinare deciso e integrato, una valutazione insufficiente rispetto agli interventi messi in campo, confermata, appena questa mattina, dai dati del bollettino statistico diffuso dalla Banca centrale europea, che ha evidenziato come l'occupazione in Italia sia rimasta pressoché invariata in controtendenza rispetto all'insieme dell'area euro e alle sue economie più piccole. Un'analisi che evidenzia, però, come gli incrementi registrati in termini di occupazione riguardino la popolazione con più di 55 anni, mentre purtroppo è in vistoso calo il livello di occupazione della popolazione compresa tra 25 e i 54 anni.
  Come deludente, troppo deludente, lasciatecelo dire, è il capitolo sulla spending review, pochi miliardi, parzialmente sterilizzati da altri di nuove spese. Ancora una volta, purtroppo, non si incide strutturalmente sulla spesa pubblica.
  Avviandomi a concludere torno ai contenuti positivi della manovra. Non possiamo esimerci dal citare l'abolizione della tassa sulla prima casa, è sicuramente giusto sostenere che tra le priorità di politica fiscale del Governo deve esserci la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull'impresa.
  È difficile negare, però, legittimità all'argomento per cui, in un Paese come il nostro, le imposte sulla casa incidono direttamente sulla fiducia e sui consumi, oltre ad influire sulla ripresa di un settore determinante come è quello dell'edilizia, un settore, quest'ultimo, che più di tutti gli altri ha pagato la grave crisi cominciata nel 2008. Che l'abolizione della tassa sugli immobili destinati a prima residenza fosse strategica per il Paese, lo avevamo capito già noi del centrodestra nel 2008, da qui si era giunti all'esenzione ICI sulla prima casa. Siamo contenti che oggi anche chi in passato si è opposto ad interventi di contribuzione per gli immobili abbia cambiato idea e sia pertanto giunto a condividere tesi che da anni noi abbiamo portato avanti.
  Oggi, lo ribadiamo, l'imperativo è soprattutto garantire ai nostri figli la libertà, di cui noi abbiamo goduto per decenni, che il terrorismo sta cercando di soffocare, così come prioritario è tornare a crescere, dando risorse alle famiglie e alle imprese, tramite la riduzione della pressione fiscale. Alleanza Liberalpopolare e autonomie, quindi, esprime soddisfazione per gli interventi riservati al comparto sicurezza, alle imprese e alle famiglie. Analoga soddisfazione non possiamo però esprimerla sulle politiche riservate allo sviluppo del Sud e alla crescita dell'occupazione, in particolare per quella giovanile. Per tali ragioni dichiaro il voto di astensione della nostra componente.

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  ROCCO PALESE. Grazie, Signora Presidente. Le valutazioni espresse da parte della mia componente nella discussione generale sia in Commissione, anche nel corso dell'analisi della legge di stabilità e @pagina=0167@della legge di bilancio dello Stato, e durante il corso di questa discussione e della discussione generale in Aula, vanno confermate. C’è un'amarezza, questa legge di stabilità è stata, dal punto di vista della spesa discrezionale, fortemente peggiorata dal Parlamento rispetto al testo varato dal Consiglio dei ministri. Pertanto, il nostro giudizio rimane fermamente negativo rispetto allo scempio che il Parlamento ha perpetrato nei confronti di questo disegno di legge di stabilità che sicuramente avrà grandi problemi rispetto alla tenuta, perché si è molto parlato delle spese, si è molto parlato di tutto quello che è accaduto soprattutto nell'ultima giornata e nelle ultime due ore del lavoro della Commissione. È stato un vero e proprio assalto alla diligenza ! Poco fa durante la discussione il collega Cariello ha tirato fuori una serie di spese che non hanno bisogno di commento.
  L'altro problema è il Mezzogiorno. Tranne il credito di imposta, che viene finanziato e alimentato con le stesse risorse dei fondi strutturali, che sono assegnati alle regioni dell'Obiettivo 1, non vi è stato alcun tipo di attenzione. La decontribuzione è solo una promessa, un auspicio che addirittura adesso la ricognizioni per vedere se ci sono le risorse – non sappiamo infatti se ci sono – non è fissata più al 31 marzo ma al 30 aprile, c’è quindi un altro mese ancora. Grande ritardo, poi, perché se parte, parte nel 2017.
  Nessun altro tipo di segnale in un contesto in cui, in maniera molto chiara, la Commissione europea ha costruito una delle sei raccomandazioni al nostro Stato per ciò che riguarda la ripresa e lo sviluppo. Quindi non solo riforme, ma, soprattutto, grande attenzione a più di metà del Paese. Nulla di tutto questo. Sul resto non c’è bisogno di commenti, non c’è bisogno di altre osservazioni. Riteniamo perciò di esprimere un voto fermamente contrario rispetto a questo progetto di legge che tutto è, tranne che un programma vero e proprio per la tenuta dei conti pubblici e per lo sviluppo del Paese (Applausi del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE Movimento Associativo Italiani all'Estero).

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  FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, anche noi voteremo contro questa legge di stabilità. Le ragioni sono state ampiamente illustrate sia in Commissione sia nel corso della discussione generale e poi, a seguire in Aula, attraverso l'illustrazione degli emendamenti e degli ordini del giorno. Diciamo che ci aspettavamo tutto da questo Governo, fuorché potesse compilare una sorta di legge di stabilità o di legge di instabilità, totalmente in deficit dopo aver sentito parlare per decenni in lungo e in largo della necessità di abbattere un debito pubblico stratosferico, che ci rende la vita più difficile e, soprattutto, la rende molto più difficile alle generazioni che verranno. Abbiamo ripreso a incamminarci su una strada scivolosa e pericolosa, e il fatto di andare con il cappello in mano al cospetto dell'Europa potrebbe avere un solo aspetto positivo. L'aspetto positivo potrebbe essere rappresentato dalla possibilità di agire nella direzione dello sviluppo economico per risolvere alcuni problemi atavici della nostra economia e, quindi, aumentare la capacità occupazionale, aumentare la competitività delle nostre aziende, aumentare complessivamente la tenuta del Sistema Italia nel confronto con la concorrenza internazionale. Si trattava di fare cioè con il combinato disposto del deficit, che riprende a camminare, almeno degli interventi di portata strategica, avere degli obiettivi definiti, volare alto, e invece questa legge di stabilità fa l'esatto opposto.
  In molti hanno potuto sottolineare la totale assenza non solo di risorse e finanziamenti, ma anche di idee verso il Mezzogiorno d'Italia e tutti sappiamo che il Mezzogiorno ha senz'altro bisogno di investimenti, ma ha bisogno soprattutto di un diverso approccio, di una diversa progettualità, @pagina=0168@di un diverso disegno. Lo Stato italiano non è capace di occuparsi del Sud e questo è gravissimo, perché la Germania, ad esempio, per prendere un termine di paragone, dopo il 1989, data che contraddistingue la caduta del Muro di Berlino, fa, sulla sua capacità di coinvolgere la poverissima Germania dell'Est, un investimento gigantesco e la sua capacità di recuperare, in un combinato disposto tra finanziamenti pubblici e coinvolgimento di tutte le grandi realtà produttive, le grandi industrie tedesche, la Germania dell'Est riesce a fare dei passi in avanti giganteschi, ed è ora un colosso economico in Europa, e non soltanto in Europa, grazie soprattutto ai dieci anni di sacrifici che poi sono stati premiati. Sviluppare il Sud, il Mezzogiorno, non è un interesse del Mezzogiorno, è un interesse dell'Italia ! Se l'Italia, in modo particolare l'Italia benestante maggiormente agganciata con il nord Europa, riesce a tirarsi dietro il Sud con tutta probabilità avrà la possibilità di agganciare la ripresa economica e magari di essere tra le prime nazioni del continente europeo nella sua capacità di migliorare le performance economiche, di aumentare il PIL, di ridurre il deficit e anzi azzerarlo e, quindi, andare ad aggredire una volta per tutte il debito pubblico pari a 2200 miliardi di euro, soldi che abbiamo avuto in prestito, e soprattutto a settanta e passa miliardi di euro l'anno di interessi passivi.
  È deludente la politica per il Mezzogiorno, è deludente la risposta che avete dato, una risposta negativa, che non farà trascorre delle buone feste e un buon inizio di anno a quei risparmiatori che sono stati defraudati e truffati ancora una volta dal sistema del credito italiano. Il pacchetto che avete calato, il cosiddetto salva-banche, da noi ribattezzato, salva-banchieri, è un pacchetto che non offre alcuna garanzia.
  Ne abbiamo parlato ma è giusto, in dichiarazione di voto, precisare che, a nostro giudizio, non ci può che essere, per risolvere il problema, una mano tesa a tutti i risparmiatori truffati: mi riferisco a coloro i quali sono stati indotti ad acquistare obbligazioni subordinate, mi riferisco anche ai piccoli azionisti, che comunque hanno fatto un acquisto per investire i propri risparmi.
  Vorrei ricordare, come ho detto poco fa nel corso della discussione sugli emendamenti, che non c’è alcuna possibilità, per quanto ci si possa dichiarare liberali e liberisti, di confondere il circuito del privato con il circuito del credito, che è privato a metà perché è vigilato dalle autorità pubbliche: il Governatore della Banca d'Italia è nominato dal Presidente della Repubblica esattamente come il presidente della Consob e il collegio. Certo, la nomina non è solo emanata dal Presidente della Repubblica, è indicata dal Presidente del Consiglio e dal Consiglio dei ministri.
  Quindi, avvicinarsi ad un istituto di credito e cercare un direttore di banca in un comune dove magari c’è una sola banca, una sola agenzia, significa andare a chiedere, nella consapevolezza della vigilanza pubblica, dei consigli.
  Quindi, persone che sono state consigliate malamente da direttori di banca incapaci o disonesti, i quali devono essere puniti; un compito questo che spetta alla magistratura che ci auguriamo sappia e voglia indagare fino in fondo su questa ennesima porcheria del sistema del credito italiano; dico ciò perché è dal 1870 che, a intervalli regolari, ogni 3-4 anni, scoppia uno scandalo nel sistema del credito, ovviamente sempre a danno dei risparmiatori e a danno dello Stato. L'ultima volta con la vicenda del Monte dei Paschi di Siena i cittadini italiani, attraverso le casse dello Stato, ci hanno messo quattro miliardi di euro, una cifra ben consistente.
  Oltre a svolgere questa azione ispettiva, ed eventualmente sanzionatoria, su chi ha sbagliato, bisogna comunque interrogarsi su quanto funzioni questo sistema. Il prezzo degli errori del sistema del credito non lo possono pagare certamente i risparmiatori.
  Noi riteniamo che non sia giusto che lo paghino neanche i cittadini italiani attraverso un intervento pubblico del Governo. Penso che il Governo italiano avrebbe potuto essere più convincente nel suo rapporto con il sistema del credito e @pagina=0169@indurlo ad attingere non già 100 milioni di euro su 750 per risarcire i risparmiatori, ma tirare fuori esattamente l'importo necessario per ristorare integralmente i truffati, i defraudati, i danneggiati, coloro i quali sono stati indotti a fare investimenti sbagliati; ciò anche aprendo un contenzioso.
  Attingendo, per quel che riguarda il sistema del credito, al Fondo interbancario e per quello che riguarda il Governo nella sua capacità, che fin qui non si è ancora dimostrata, di andare in Europa a farsi sentire per avere un trattamento almeno pari ad altri Paesi fondatori dell'Unione europea stessa che hanno potuto attingere ai fondi della Banca centrale europea per casi analoghi: se è valso per la Germania deve poter valere per l'Italia. Per noi l'unico vero decreto «salva banche» cioè «salva risparmiatori» poteva e doveva essere quello che avrebbe messo i risparmiatori nelle condizioni di essere integralmente risarciti.
  L'ultima battuta la faccio sul pacchetto sicurezza di cui si è parlato per due mesi; praticamente, le pagine dei giornali e i telegiornali hanno parlato talmente tanto di questo pacchetto sicurezza prima che fosse calato che si è sviluppata la suggestione nel popolo italiano di aver già provveduto a fare qualcosa per la sicurezza, invece la montagna come al solito ha partorito un topolino.
  Per queste ragioni, non ultima l'insufficienza complessiva degli investimenti sulla sicurezza, che per noi rimane un'emergenza e una priorità, noi voteremo convintamente, contrastando nella società questa legge di stabilità, contro questa legge che è davvero iniqua.

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  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, il nostro gruppo giudica corretta la scelta compiuta dal Governo con la legge di stabilità 2016, continuare cioè l'azione di sostegno alla crescita e all'occupazione che incominciano a registrare qualche primo risultato positivo come registra l'ultimo rapporto Istat su fiducia e occupazione, in un quadro tuttavia di consolidamento della finanza pubblica. Bisogna riconoscere che il quadro internazionale è più complesso e problematico rispetto anche solo a qualche mese fa; i rischi esterni risiedono nell'acuirsi della minaccia terroristica, nell'aggravarsi del rallentamento delle economie emergenti e negli effetti del progressivo inasprimento della politica monetaria americana. Noi avremmo invece bisogno di tornare in Italia ad una crescita stabile intorno all'1,5 per cento nella media dei prossimi quattro anni; ma questo richiede necessariamente il permanere delle attuali condizioni finanziarie favorevoli, l'assenza di shock rilevanti di natura globale, la piena efficacia degli interventi programmati, il perseguimento delle riforme strutturali avviate, quelle istituzionali, quella del lavoro, della giustizia, della macchina amministrativa e della sua semplificazione.
  Ovviamente, ciò nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle regole del Patto di stabilità e di crescita con l'apprezzamento da parte dell'Europa dell'affermarsi, ormai inevitabile, di una flessibilità, diciamo così, intelligente. Gli interventi programmati e ribaditi in questa legge di stabilità mirano nel prossimo triennio ad un rallentamento della spesa pubblica: oggi siamo al 42,6 per cento delle spese primarie correnti in rapporto al prodotto interno lordo, nel 2018 dovrebbero collocarsi al 40,1 per cento del PIL. L'azione sui conti pubblici resta comunque imprescindibile se si vuole attuare una politica orientata alla crescita; teniamo conto del resto che alcune entrate, come la voluntary disclosure, hanno per loro natura una valenza temporanea.
  Il contenimento della spesa primaria corrente è dunque una condizione fondamentale per il risanamento dei conti pubblici, ma anche la sua revisione lo è, ed essa va perseguita con totale determinazione considerando in maniera approfondita le priorità da un lato, i fabbisogni dall'altro, e coinvolgendo tutte le amministrazioni interessate anche con meccanismi capaci di far leva sulla premialità.@pagina=0170@
  Ma su spesa pubblica e debito c’è troppa confusione nel nostro dibattito; e l'abbiamo registrata ampiamente nel corso, appunto, della discussione di questa legge di stabilità. C’è chi dice che facciamo troppo disavanzo, troppo debito, penso ad alcuni interventi dell'onorevole Brunetta, e chi sostiene invece che ne facciamo troppo poco, che dovremmo farne di più, come abbiamo ascoltato dall'onorevole Cariello; in realtà un deficit sotto controllo può favorire la crescita, ma una crescita solida non si fa con un deficit strutturale.
  Più volte in questi anni abbiamo sentito sia nella sinistra sconfitta in Grecia, con tanti estimatori tuttavia anche in Italia, l'invito pressante a ristrutturare e a rinegoziare il debito o addirittura con gli eccessi, per esempio nel MoVimento 5 Stelle, ad esaltare il modello argentino invitando a non pagare il debito perché tanto, per quasi metà, è in mano a potenze straniere.
  Se questa fosse la prospettiva del Governo del Paese finiremmo nel baratro della inaffidabilità internazionale; serve invece una consapevolezza piena delle conseguenze delle posizioni politiche che si sostengono; certamente ad ognuno di noi piacerebbe pagare meno tasse, avere più spesa pubblica e magari pretendere di annullare il debito, ma non è possibile, lo sappiamo; e raccontarlo in giro è solo una scorciatoia per parlare a un Paese sminuzzato che ha perso ogni capacità di visione generale dei problemi. Un Paese parcellizzato pensando di far con questo cassetta elettorale.
  Così, in realtà, finiamo per sminuzzare il cittadino, gli togliamo la visione di insieme, neghiamo l'inevitabile e necessaria connessione tra diritti e doveri e facciamo un danno alla società nel suo complesso.
  È come invocare la spending review e poi protestare contro i singoli tagli di spesa. È come mettere per definizione gli azionisti tra risparmiatori raggirati senza porsi il problema delle conseguenti esplosioni dei pilastri del codice civile e societario. Queste contraddizioni le abbiamo viste anche nei lunghi lavori in Commissione. Si pone sempre di più il problema di un punto di equilibrio tra una legge di stabilità che dovrebbe fissare il quadro macroeconomico, e che dovrebbe essere come tale inemendabile in qualche modo, pur se sottoposta alla prova di possibili alternative di altre visioni macroeconomiche diverse, piuttosto invece, come avvenuto, che una legislazione di settore che deve essere invece capace, rispettando la visione complessiva, di mettere a punto con precisione meccanismi capaci di regolare interessi particolari. Ecco, un limite di questo nostro processo è proprio probabilmente la pretesa di fare l'uno e l'altro. È un meccanismo quindi da rivedere.
  Noi diamo un giudizio in particolare favorevole per quanto riguarda i provvedimenti che il Governo ha preso contro la povertà, per quanto riguarda la disabilità e a favore della famiglia. È ancora però, a nostro giudizio, troppo poco. La famiglia va sostenuta facendone una priorità dell'azione di Governo, così come va sostenuta più efficacemente la natalità. Abbiamo proposto molti emendamenti, ma ne sono stati approvati soltanto due; esprimiamo tuttavia la nostra soddisfazione per questi emendamenti che riguardano la carta famiglia e che riguardano appunto l'inclusione delle famiglie con maternità in corso tra quelle che beneficeranno dei provvedimenti per le famiglie con figli a carico. Tuttavia, come dicevo, restiamo dell'idea che questi obiettivi dovrebbero diventare una cornice generale dell'azione di Governo. Occorrono interventi coordinati sugli asili nido, sulla conciliazione lavoro-famiglia, sulle politiche abitative, sulla previdenza per le mamme. Occorre soprattutto una rivoluzione copernicana in campo fiscale, uscendo dalla logica assistenziale per entrare decisamente in una logica redistributiva che non faccia più leva sul reddito individuale, ma su quello familiare, adottando, per esempio, il fattore famiglia o comunque muovendosi in quella direzione o piuttosto adottando il contrasto di interessi che comunque porterebbe ad un beneficio per le famiglie.@pagina=0171@
  Infine, mi sia consentito, signor Viceministro, una sottolineatura dolente. Abbiamo dovuto rilevare purtroppo come un provvedimento molto importante accolto nella legge di stabilità dell'anno scorso, che riguardava l'aiuto concreto di 1000 euro a favore delle famiglie meno abbienti, cioè quelle con 8500 euro di reddito e quattro figli almeno a carico, cioè famiglie ormai alla soglia di povertà. Questo fondo, che era stato allocato lo scorso anno, abbiamo scoperto strada facendo che non era stato mai erogato. Ne abbiamo fatto oggetto di interrogazioni, infine abbiamo fatto in modo che in Commissione affari sociali esso potesse essere, con il voto appunto positivo di questa Commissione e con il voto anche positivo della Commissione di bilancio, ricompreso nella legge di stabilità di quest'anno. Così purtroppo non è stato, perché non è certo, almeno fino ad ora, che fine abbiano fatto questi fondi, dove siano stati in qualche maniera spesi, visto che non sono stati spesi per l'ambito dove erano destinati. Noi le chiediamo appunto signor Viceministro che con un prossimo provvedimento possa esser fatta piena disponibilità di questo di questo Fondo dall'anno scorso per costituire un ulteriore aiuto concreto a favore delle famiglie più bisognose (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

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  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, signor Presidente.

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  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, signora Presidente. Credo che il nostro giudizio positivo su questa finanziaria debba essere il punto da cui partire in questa breve dichiarazione di voto. Ma, intanto, la finanziaria ha il merito di essere orientata ad incoraggiare i segnali di crescita che l'economia del Paese finalmente sta dando dopo anni e anni di decadenza economica e di costante diminuzione del prodotto interno lordo. Finalmente, negli ultimi mesi, il prodotto interno è tornato a crescere e con esso è tornata a crescere l'occupazione e, soprattutto, l'indice di fiducia dei cittadini, che è giunto recentemente al dato più alto da tredici anni a questa parte.
  Ecco, tredici anni sono lunghi, e quindi credo che questo dato, seppure non sensazionale nella sua valutazione, essendo finalmente un dato positivo, meriti di essere sottolineato, così come è positivo il dato relativo alla misurazione della fiducia delle imprese. Ora, in questo contesto, la finanziaria aveva essenzialmente l'obbligo di incoraggiare lo sviluppo e ha operato la scelta di incoraggiarlo attraverso una riduzione della pressione fiscale.
  Non dimentichiamo che la finanziaria disattiva per il 2016 clausole di salvaguardia del valore di 16,8 miliardi, esclude dalla tassazione l'imposta, ben nota, sulla prima casa, che tanta ira aveva suscitato negli ultimi anni, introduce svariate tipologie di intervento a favore delle imprese e degli imprenditori, anche quelli di dimensioni minori (ricordo, fra tutte, la @pagina=0175@misura del cosiddetto super ammortamento), contiene incentivi vari all'impresa, soprattutto al sud, e non dimentica nemmeno le situazioni più dolorose del Fondo per la lotta alla povertà, e contribuisce anche a finanziare finalmente una misura di sostegno per le persone portatrici di gravi disabilità, che era un disegno di legge approvato in Commissione da mesi e che giaceva alla Commissione bilancio per mancanza di finanziamento.
  È un dettaglio: sono solo 90 milioni, però sono 90 milioni che vanno a colmare un'esigenza veramente sentita, perché il fenomeno del cosiddetto «dopo di noi» grava come un macigno sulla coscienza di molte famiglie che hanno la sfortuna di avere un figlio handicappato, con genitori che invecchiano, naturalmente, con la preoccupazione di garantire la sussistenza a questo proprio parente.
  Ora, in questo contesto, bisogna aggiungere che nelle ultime settimane si è inserita anche la questione banche. In linea teorica, non era probabilmente indispensabile inserire, o meglio, non era del tutto appropriato inserire in finanziaria una normativa così settoriale e così rilevante sul piano degli aspetti normativi che coinvolge.
  Tuttavia, i tempi per l'intervento richiedevano un'estrema urgenza e il Governo ha scelto che l'urgenza potesse trovare soddisfacimento in un provvedimento che dovrà essere assolutamente approvato entro l'anno, come appunto la legge di stabilità. Entrando nel merito del provvedimento, riteniamo che la soluzione data al problema banche sia sostanzialmente equa, che risolva innanzitutto il problema della continuità nella gestione di questo servizio importantissimo e che l'operatività delle banche sia un valore assoluto. L'operatività delle banche coinvolge la vita dei dipendenti, coinvolge l'interesse dei depositanti e quello di tutti i clienti della banca. Quindi, garantire l'operatività della banca era la prima preoccupazione di chiunque dovesse appunto prendersi cura di quelle economie locali che trovano in quelle banche un punto di riferimento storico che non può essere soppresso da un giorno all'altro senza devastare l'economia di quei territori. Il fenomeno delle piccole banche locali è un fenomeno tutto italiano; è un settore nel quale credo il Governo abbia intenzione di intervenire con provvedimenti più organici, che tutti noi auspichiamo, ma in ogni caso questo provvedimento va nella direzione giusta. Riteniamo che sostanzialmente la misura consenta di tutelare anche i piccoli risparmiatori che sono stati ingannati dalla banca di riferimento, dal funzionario in cui avevano fiducia, e che hanno investito in titoli non del tutto sicuri e che si sono rivelati – diciamo pure – un pessimo investimento. Però, stando alle statistiche, i piccoli investitori sono poco più di mille, quindi il fondo stanziato dalle banche che hanno assunto la gestione di quelle soppresse dovrebbe essere più che sufficiente per ristorare in un modo che riteniamo adeguato queste situazioni.
  Posso, però, a questo punto, dopo aver espresso giudizi positivi e annunciato naturalmente il nostro voto favorevole, muovere qualche critica ? Intanto ci sono delle critiche oggettive che tutti noi dovremmo prendere in seria considerazione. Questa legge tradizionalmente viene tradotta in un articolo con numerosissimi commi, ma quest'anno abbiamo superato ogni record: i commi sono 556, o meglio, l'ultimo comma porta il numero 556; ma poiché nel corso del testo i «bis», i «ter», i «quater», i «quinquies», i «sexies» eccetera abbondano, pare – qualcuno ha fatto il calcolo – che i commi siano circa novecento. Troppi, per qualsiasi tipo di legge; troppe le varie sezioni dello scibile umano investite da questo provvedimento; troppe le parole utilizzate. Mi è caduto sotto l'occhio – perché oggi ho fatto un intervento contestando una misura di settore a mio parere assolutamente sbagliata, ma non ci voglio tornare – un ineffabile comma 330-sexies, nel quale c’è un periodo – ripeto, un periodo, cioè una frase senza punto – di ventinove righe e centosessanta parole. Io credo che nessun esegeta possa interpretare correttamente un periodo di centosessanta parole; è semplicemente incomprensibile. Vorrei approfittare @pagina=0176@dell'ora tarda e della serenità – che naturalmente è correlata alla stanchezza, perché nel pomeriggio un discorso come questo non si sarebbe potuto fare, anche se parlo naturalmente ad un'Assemblea meno folta – per dire che dovremmo assumere un impegno serio per evitare di riprodurre simili sconcezze lessicali. Vi è il problema delle leggi che devono essere applicate, e questa norma è, come tante altre di questa stabilità, inapplicabile. Questo va al di là delle intenzioni del Governo, va al di là delle intenzioni della maggioranza, va al di là del giudizio sostanzialmente positivo, che, ripeto, noi diamo a questo provvedimento, però si impone la necessità di cambiare le regole che stanno a monte di questo provvedimento. Non si può legiferare in questo modo, con la Commissione preposta a valutare le tonnellate – mi esprimo naturalmente in termini di peso anziché di contenuto – di emendamenti presentati nel corso dell'ultimo mese posta in clausura dal 5 al 15 dicembre.
   Può anche essere virtuoso passare qualche periodo di clausura, ma credo che le giornate passate con quindici, sedici, diciassette ore di lavoro, in qualche caso anche le ventiquattro consecutive, non siano foriere di buoni risultati per la qualità della norma. Questo a prescindere dal contenuto della norma; mi riferisco alla qualità tecnica. È inevitabile l'assalto alla diligenza in un contesto così confuso. Il collega che ha appena parlato in precedenza si è espresso in toni magari anche eccessivi, che poi non gli appartengono, perché si tratta di un amico solitamente più misurato, però è indubitabile che le notti insonni si prestino a movimenti di fogli dell'ultimo minuto nei quali si è tentati di far passare qualsiasi cosa.

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  DORINA BIANCHI. Signora Presidente, vorrei ringraziare innanzitutto chi ha guidato i lavori in questi giorni: i relatori Tancredi e Melilli, il presidente della Commissione Boccia, il Viceministro Morando e i sottosegretari Baretta e Bressa, che hanno seguito con attenzione e, devo dire, con grande cura, tutte le proposte emendative. Area Popolare è parte di questo Governo perché ha l'ambizione di portare il Paese fuori dalla crisi, È nel nostro DNA costruire un'Italia semplice, smart, innovativa, moderna e competitiva sui mercati. In questa legge di stabilità, Area Popolare porta a casa risultati importanti a favore delle famiglie, dei lavoratori e delle impresse attraverso tre obiettivi: riduzione della pressione fiscale, sostegno della crescita e ripresa dei consumi. Era molto tempo che tutto questo non accadeva. Finalmente questo Parlamento porta a casa una legge di stabilità espansiva e non recessiva. Traduco in parole semplici e chiare: questa legge di stabilità si traduce in meno tasse. Meno tasse che non risorgeranno dalle ceneri. Dal 2016 le famiglie italiane non pagheranno più l'IMU e la Tasi, tasse odiose che pesano sui bilanci familiari. La prima casa, che, voglio ricordare, possiede il 70 per cento delle famiglie italiane, è un bene primario, frutto di sacrifici di una vita; cancellare IMU e Tasi significa proprio restituire alle famiglie soldi da spendere per le proprie esigenze; significa sostenerle nei fatti e non nelle parole. Ma per le famiglie abbiamo fatto di più, soprattutto per i giovani che si avviano @pagina=0177@a una vita insieme. Abbiamo potenziato il bonus per l'acquisto di mobili, abbiamo introdotto il leasing immobiliare per l'acquisto della prima casa ed esteso i voucher per baby sitter alle madri lavoratrici. L'IMU agricola è un'altra tassa cancellata. Eliminare l'IMU agricola era una nostra priorità ed è una promessa che abbiamo mantenuto. L'agricoltura è un fiore all'occhiello della nostra economia, un settore che ha potenzialità di crescere ulteriormente e che sta dimostrando di dare lavoro soprattutto a donne e a giovani nella parte più debole del nostro Paese, cioè il Sud. Sostenere gli imprenditori agricoli significa tutelare il vero made in Italy, i prodotti che possono essere prodotti solo dalla nostra terra, che rendono grande in tutto il mondo il nostro Paese e che, tra l'altro, sono la voce più importante del nostro export.
  Questa è una manovra all'insegna del meno tasse, ma nello stesso tempo è una manovra con molti sono segni «più»: più sicurezza, più sanità, più cultura, più investimenti, più parità a scuola, più turismo, più attenzione verso i deboli, più welfare e più sud.
  Abbiamo messo nella sicurezza, grazie anche al Ministro Alfano, 1 miliardo di euro in cybercrime, equipaggiamenti delle forze dell'ordine, assunzioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza, bonus di 80 euro al mese per le forze dell'ordine. In questo momento in cui prevale la paura, questo investimento per la sicurezza era doveroso e necessario; e a tal proposito voglio ringraziare le donne e gli uomini in divisa che in questi giorni stanno compiendo uno sforzo straordinario per garantire la nostra sicurezza e incolumità: a loro il nostro plauso e la nostra riconoscenza.
  Dopo tanti anni di tagli lineari alla sanità, finalmente questo settore cresce di 1,3 miliardi di euro: vengono creati nuovi LEA, ci saranno nuove assunzioni per circa 6 mila persone tra medici e infermieri. Tutto questo per garantire ai cittadini un diritto sancito dalla Costituzione, il diritto alla salute. Siamo consapevoli che il comparto ha compiuto grandi sacrifici in questi ultimi anni, e riconosciamo al Ministro Lorenzin di avere aperto una stagione di riforme che si basano su un concetto semplice ma rivoluzionario: ogni centesimo di euro risparmiato sarà reinvestito in sanità. Non era mai successo prima !
  E poi, la cultura: bonus di 500 euro per i diciottenni. Su questa iniziativa si è consumata una polemica politica strumentale e sinceramente incomprensibile. Ha ragione il Premier Renzi, il terrore e la violenza si combattono anche con la cultura, si combattono anche con la valorizzazione delle periferie delle nostre città, troppo spesso abbandonate. E anche qui abbiamo messo 500 milioni di euro, anche per le città metropolitane, finalizzati a progetti di intervento nelle periferie: dalle periferie dobbiamo partire, per ricostruire un futuro migliore e formare nuovi cittadini responsabili e consapevoli.
  Più parità per le scuole: Area Popolare ha voluto 500 milioni di euro a favore delle scuole paritarie. Questo significa per noi difendere un nostro principio inviolabile, ovvero quello di libertà di educazione per le famiglie italiane.
  Più turismo, con gli sgravi fiscali estesi anche ai lavoratori stagionali e credito d'imposta per le ristrutturazioni di alberghi. Se il turismo è il nostro core business, sono misure come queste che fanno la differenza e contribuiscono a rilanciarlo, creando nuovi posti di lavoro.
  Più attenzione ai deboli, con ulteriori 90 milioni per il «dopo di noi», e la creazione di un fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
  E infine il Sud, che finalmente entra di diritto nell'agenda delle priorità del Governo, dopo anni di promesse non mantenute: con questa legge di stabilità noi di Area Popolare abbiamo preteso di essere in prima linea per il rilancio del Mezzogiorno. Non si tratta solo di misure importanti, ma di un cambiamento radicale e di mentalità: finalmente gli interventi per il Sud non nascono da una logica di assistenzialismo e di emergenza, ma vengono effettuati attraverso un'impostazione programmatica e strutturata, pianificata @pagina=0178@nel tempo. In sostanza è quanto il Sud, quello sano, vivo e che sa fare impresa, che non vuole essere assistito ma sostenuto, chiedeva da molto tempo: crediti d'imposta per gli investimenti, incentivi per le piccole e medie imprese, tessuto nevralgico del nostro sistema imprenditoriale che si traduce naturalmente in meno tasse; e il 20 per cento del Fondo di garanzia destinato alle piccole e medie imprese che attireranno investimenti nel Mezzogiorno, che è un ulteriore strumento per le imprese che vogliono investire favorendo il credito e di conseguenza le risorse.
  Sappiamo bene che c’è ancora molto da fare, e continueremo a impegnarci in questo senso: ma le misure approvate sono la prova che il Governo ha intrapreso sul Sud la strada giusta. Vorrei ricordare tra l'altro la deroga al patto di stabilità in vista del 2019 per Matera, gioiello del nostro Sud.
  Matera sarà capitale europea della cultura: e questo è un ulteriore segnale di attenzione verso il Sud, perché l'appuntamento del 2019 risulterà strategico per l'intero Mezzogiorno. Matera rappresenta il palcoscenico naturale di quel Sud d'eccellenza che ci sta a cuore, che vanta un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore, e che intendiamo valorizzare.
  Quelle che ho illustrato fino ad ora sono solo alcune delle ragioni per le quali questa legge di stabilità ci soddisfa, e per le quali voteremo a favore. Siamo orgogliosi di quanto fatto e di aver messo la nostra firma su questa legge ! Noi abbiamo tre obiettivi da raggiungere: uno, riduzione della pressione fiscale; due, taglio della spesa improduttiva; tre, sostegno alla crescita con conseguente ripresa dei consumi, a favore di imprese, lavoratori e famiglie. Questa legge va nella giusta direzione, e rappresenta pienamente i nostri valori, la nostra idea di politica riformista e liberale, che intendiamo mettere al servizio del Governo e del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

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  GIULIO MARCON. Signora Presidente, signori del Governo, colleghi e colleghe, due autorevoli esponenti della maggioranza, il Ministro Alfano e Renato Schifani, hanno dichiarato che questa legge di stabilità è stata scritta con la mano destra. Noi crediamo a questi due esponenti, e pensiamo infatti che di destra è l'impianto di questa legge: un impianto liberista e mercantilista. Un impianto che realizzando – abbiamo appena ascoltato quello che ha detto la collega Bianchi – il sogno di Giulio Tremonti, mette al centro il taglio delle tasse a scapito degli investimenti e della spesa pubblica, quella buona. È un impianto neoliberista e di destra, che guarda a destra, che privilegia gli investimenti privati al posto di quelli pubblici: questa è la filosofia del Piano Junker, che ormai è una comprovata bufala. Un impianto neoliberista che apre la strada a nuove privatizzazioni, deprimendo il patrimonio pubblico.
  Con questa legge di stabilità si fa una scelta di campo: si dà praticamente tutto alle imprese e niente ai lavoratori. Alle imprese date crediti d'imposta e agevolazioni fiscali in quantità industriale, è il caso di dire; e date niente ai lavoratori, 5, 6 euro di aumento ai dipendenti pubblici e un po'di polvere in mano agli esodati, ai supplenti delle scuole, ai macchinisti ferrovieri, al personale della scuola di «quota 96», anzi a loro nemmeno quella. Con questa legge di stabilità si salvano le banche e i loro amministratori, ma si lasciano sul lastrico migliaia di risparmiatori, come è stato più volte ricordato. Con l'aumento dell'uso del contante a 3 mila euro fate un favore a riciclatori e ad evasori, e non ai pensionati e agli operai, che quando riescono a girare con 150 o 200 euro di contanti in tasca, magari solo per le feste di Natale, è grasso che cola.
  È una scelta, questa, a favore dei ricchi e non dei poveri; come, con la scusa della crisi del settore nautico, come oggi abbiamo visto, è una scelta a favore dei @pagina=0179@ricchi l'abolizione della tassa sugli yacht, misura più degna di Ronald Reagan che di una forza di sinistra. Un operaio, un pensionato paga 2-300 euro di tassa sul possesso della sua utilitaria, mentre il magnate che ha uno yacht da 3-400.000 euro non paga niente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà). Sarebbe questo il senso della giustizia di una forza progressista ?
  Ed è una scelta a favore della illegalità e dell'evasione la misura scandalosa della maxi-sanatoria sulle spiagge, un favore a chi non paga le tasse. Queste non sono scelte di sinistra !
  Inoltre questa legge di stabilità non favorisce la crescita: le previsioni macroeconomiche, come meglio di noi voi sapete, della legge di stabilità – e sono anche previsioni sbagliate, come ci ricordano i dati del Fondo monetario – si appigliano da alcuni fattori esogeni come il quantitative easing della BCE e il calo del prezzo del petrolio. Sono invece sconfortanti i dati dell'economia nazionale: la disoccupazione che quasi sfiora il 12 per cento, la riduzione di un quarto del sistema industriale, la drammatica condizione del Mezzogiorno; e le misure contenute nella legge di stabilità non cambieranno direzione a questi dati sconfortanti, perché hanno una impostazione sbagliata.
  Il taglio delle tasse produce molto meno crescita degli investimenti pubblici: magari dà consenso elettorale, ma non fa aumentare il PIL. Gli sconti fiscali alle imprese non fanno ripartire il sistema industriale: le imprese spesso gli sconti se li mettono in tasca, e non li investono. Le misure-spot, come l'abolizione della TASI o la card della cultura, vanno bene per le elezioni, ma non per la crescita economica.
  Questo è un Paese che tra i dati sconfortanti registra un aumento della povertà assoluta e relativa. Poco di realmente significativo c’è in questa legge di stabilità, il finanziamento del Fondo nazionale per la lotta alla povertà è assolutamente insufficiente. Di reddito minimo di cittadinanza non c’è traccia. Verso la povertà continuate ad avere un atteggiamento insufficiente, appunto, residuale e compassionevole. Certo 600 milioni di euro nel 2016 e un miliardo nel 2017 sono già qualcosa, ma sono delle cifre insufficienti di fronte alla drammaticità del problema della povertà. Ricordo che Romano Prodi, dieci anni fa, metteva un miliardo e seicento milioni sul Fondo nazionale per le politiche sociali e senza tante slide; Prodi, dieci anni fa, faceva più di voi e comunque ricordo che per il Fondo contro la povertà quest'anno mettete gli stessi soldi che date per il 2016 per due F-35, quindi, 4 milioni di poveri assoluti sono importanti come due cacciabombardieri.
  Ma c’è un altro problema che non affrontate: le diseguaglianze inaccettabili in questo Paese. Un secolo fa Richard Henry Tawney, fabiano, che allora sarebbe stato un uomo considerato molto più di destra dei miglioristi e del viceministro Enrico Morando, diceva: quello che i ricchi chiamano il problema della povertà, per i poveri è il problema della ricchezza, e voi con questa legge di stabilità il problema della ricchezza, ovvero delle diseguaglianze, non ve lo ponete, anzi, favorite i ricchi e le diseguaglianze non introducendo mai, per nessuna delle misure, un principio di progressività. Non lo fate per l'abolizione della TASI e non lo fate per la card della cultura. 500 euro a tutti, ai ragazzi dei Parioli, come ai ragazzi di Scampia, ma che c’è di sinistra nel trattare in modo uguale chi è povero e chi è ricco ? E sarebbe questo il welfare delle opportunità ? Sì, l'opportunità di rimanere diseguali. Sì, ai potenti le tasse non le fate pagare, non le fate pagare alle multinazionali del web, ai vari Google e a tutti gli altri e vi siete opposti alla tassa sul commercio digitale, anche a un emendamento proposto da deputati del PD. Non fate pagare le tasse agli speculatori e alla finanza creativa, vi siete opposti a una Tobin tax degna di questo nome. Non fate pagare le tasse ai nababbi, vi siete opposti agli emendamenti per far pagare un po’ più di tasse agli ereditieri milionari e ai grandi patrimoni. Che c’è di progressista in tutto questo ? Non è di sinistra, viceministro Morando, dare la card della cultura @pagina=0180@ai ragazzi italiani e negarla ai ragazzi immigrati con permesso di soggiorno. Pensate che bella scena: nella stessa quarta classe di un liceo il ragazzo italiano con i 500 euro che va ai concerti con i soldi del bonus e il ragazzo immigrato, con i genitori in Italia da più di dieci anni, senza bonus a giocare col suo smartphone. Salvini ringrazia.
  Non è di sinistra continuare a buttare soldi negli F-35 e a far mancare le risorse al servizio civile, i 49.000 giovani in servizio nel 2015 diventeranno 38.000 nel 2016. Voi dite che la scuola è importante, che il lavoro è importante, ma è da settembre che lasciate 30.000 supplenti senza stipendio. Sarebbe questa la buona scuola, lasciare i supplenti senza stipendio ? E in questa legge voi parlate, dite di parlare di sviluppo sostenibile, ma quale ? Quello della maxi sanatoria sulle spiagge, quello dei soldi a lumicino per la difesa del suolo o quello dell'emendamento furbetto sulle trivellazioni che pur ripristinando positivamente il limite delle 12 miglia non dà risposte ai quesiti referendari e lascia intatto l'obbrobrio delle trivelle esistenti a poche miglia dalle coste.
  Per noi, la sinistra, una sinistra capace di fare una legge di stabilità ispirata a principi di giustizia e di crescita è un'altra cosa. Ve l'abbiamo detto in tutte le salse, con le nostre proposte a questa legge di stabilità, proposte che ci avete rifiutato. Per noi, di sinistra sarebbe stato fare un piano del lavoro, non dare incentivi alle imprese per delle assunzioni finte e temporanee. Per noi, di sinistra sarebbe stato non tagliare le risorse alla sanità e alle regioni, come voi avete fatto in questa legge, ma tagliarle alle spese militari e alla TAV. Per noi, di sinistra sarebbe stato continuare a far pagare la tassa sulla prima casa a Briatore, a Berlusconi a Carrai e non trattare i milionari come i pensionati al minimo e gli operai. Per noi di sinistra sarebbe stato far pagare le tasse alle multinazionali e agli speculatori e ridurre veramente le tasse al lavoro dipendente, non dargli l'obolo elettorale. Per noi, di sinistra sarebbe stata una legge di stabilità che prefigurasse una politica industriale e un robusto intervento a favore del Mezzogiorno e non solamente sconti e mance senza costrutto, regalie a corporazioni varie. Per noi di sinistra sarebbe stato un reddito minimo di cittadinanza degno di questo nome, non il welfare compassionevole che proponete con le vostre misure insufficienti e residuali.
  Ma tutto questo nella legge di stabilità non c’è; vi siete affidati alle solite ricette, avete abdicato a una impostazione neoliberista che è fallita in Europa e non ha portato a niente in Italia. Un'impostazione, quella del paradigma dell'austerità, della riduzione della spesa, dell'umiliazione del lavoro che ci sta portando a sbattere.
  Mi avvio a concludere, questa non è una legge di stabilità con il segno più, come ha detto Renzi alla presentazione della legge di stabilità, ma è una legge con il segno meno. Meno soldi alla sanità, meno politiche pubbliche, meno soldi al servizio civile, meno lavoro stabile, meno investimenti pubblici. Questa legge di stabilità è un mostro giuridico e uno zibaldone imbarazzante: si fanno favori alle lobby, ai gruppi di potere, alla Confindustria. Al popolo, ai lavoratori distribuite qualche spicciolo e date qualche spot elettorale.

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  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, l'approccio di Forza Italia al disegno di legge di stabilità del Governo e le proposte di modifica da noi presentate rappresentano, in modo chiaro, il nostro progetto politico alternativo a quello della maggioranza. Un progetto politico, appunto, non un calderone di interventi spot che hanno trasformato, purtroppo, anche quest'anno, la legge di stabilità in un provvedimento di stampo elettoralistico, tipico di un Esecutivo chiaramente proiettato alle prossime elezioni amministrative. Una strategia a raggio elettorale finalizzata innanzitutto all'appuntamento che si terrà nella prossima primavera, quando saranno chiamate alle urne città chiave come Roma e Milano. Quindi, quale migliore occasione di quella offerta dalla legge di stabilità per elargire fondi e prebende a chicchessia.
  Ma sì, il renzismo che si traduce solo nello slogan: una mancia oggi, per il debito del domani, quando a pagare saranno proprio quelle generazioni che il Premier spera di comprare attraverso l'elargizione del bonus di 500 euro per i diciottenni, ovvero una manciata di euro distribuita con criteri privi di equità e, soprattutto, senza visione per il futuro. Anche il pacchetto sicurezza e cultura è stato finanziato in debito, con un incremento dal 2,2 al 2,4 per cento del deficit 2016, con tanto di clausola di riserva per neutralizzare non solo gli effetti della possibile minore crescita, ma anche per fare fronte a un'eventuale decisione di Bruxelles che in primavera potrebbe non autorizzare in toto le diverse clausole di flessibilità chieste dal Governo. Sicurezza e cultura, dicevamo, che questa maggioranza ha trasformato semplicemente in un doppio bonus: 80 euro per le forze dell'ordine, carta elettronica per i giovani con la sola speranza di ottenere gli stessi risultati elettorali conseguiti, dopo l'elargizione del bonus degli 80 euro prima delle europee 2014. È evidente che questa sia la sola spiegazione, visto che le richieste delle forze dell'ordine erano ben altre, proiettate al futuro, ovvero al rinnovo dei contratti, tra l'altro in attuazione di una sentenza della Corte costituzionale. Chiedevano giustamente un intervento serio, strutturale, in nome di un bene, quello della sicurezza, che oggi più che mai non possiamo permetterci in alcun modo di trascurare. Attualmente gli organici delle forze di polizia sono largamente al di sotto delle piante organiche e i recenti provvedimenti non risolvono questa contrazione di forze che sta portando alla chiusura di numerosi uffici sul territorio e all'impoverimento della presenza dello Stato a difesa dei cittadini in un momento particolarmente delicato. Forza Italia ha cercato di difendere questa posizione, ma il Governo non ascolta mai l'opposizione e si è visto benissimo in Commissione e in Aula, non ascolta nemmeno le categorie, non ascolta i corpi intermedi, non raccoglie suggerimenti, non si ferma a pensare, troppo presto da se stesso e da una folle corsa allo spot mediaticamente più efficace.
  Non solo, questo Governo non ascolta e non legge neanche i dati ! È noto a tutti come l'economia abbia subìto un rallentamento e che i numeri siano ulteriormente peggiorati. Per il 2016 il Governo aveva stimato una crescita del PIL reale dell'1,6 per cento, un tasso di inflazione dell'1 per cento, con conseguente crescita nominale pari al 2,6 per cento. Purtroppo però, e questo è un dato già noto, il 2015 chiuderà con una crescita reale tra lo 0,7 e lo 0,8 per cento, con un tasso di inflazione pari a zero, forse anche meno di zero, quindi una crescita nominale intorno allo 0,6 per cento, la metà di quanto aveva previsto il Governo.
  In questo quadro, assolutamente oscuro e per niente incoraggiante, il Governo persevera a finanziare tutte le spese in deficit, nel disprezzo delle norme contenute nel quadro europeo e, in maniera irresponsabile, in direzione diametralmente opposta a quella che sarebbe opportuna nelle condizioni attuali. Con una manovra così strutturata sarà impossibile fare decollare la crescita, le famiglie e le imprese non investono, ma risparmiano, consapevoli del debito che saranno chiamate a pagare domani.@pagina=0182@
  D'altra parte, questa manovra non favorisce nessun investimento, lo abbiamo detto in tutti i nostri interventi. Dalla parte delle imprese non vi è stato nessun anticipo al prossimo anno del taglio dell'IRES, la decontribuzione sulle nuove assunzioni è ridotta, e il credito d'imposta per i beni strumentali nelle aree del Mezzogiorno, finanziato tra l'altro con risorse già assegnate al sud, rappresenta non solo un palliativo inutile, incapace, di innescare un processo virtuoso di crescita, totalmente inadeguato a sostenere il quanto mai necessario rilancio degli investimenti e, quindi, la crescita di reddito capace di generare gettito.
  Sul Mezzogiorno poi, mi rivolgo in particolare ai colleghi di NCD, che hanno rivendicato sul Mezzogiorno un cambio di passo, mentre invece sono stati del tutto inutili sia in Commissione che per la loro presenza nel Governo. Il Governo ha messo in atto la più grande presa in giro di questa legge di stabilità. Dopo i dati di questa estate, diffusi da Svimez, tutti gli annunci e tutte le dichiarazioni della maggioranza erano tornati a concentrarsi sulla questione meridionale, addirittura organizzando ad hoc una direzione del Partito Democratico, ma all'hashtag «zero chiacchiere» ha fatto seguito, all'interno di questa legge di stabilità l'hashtag «zero fatti», mostrando in tutta la sua evidenza l'atteggiamento ancora una volta superficiale di questo esecutivo, che utilizza temi di preminente importanza per i cittadini e per il Paese come titoli di moda per essere protagonisti della rassegna stampa quotidiana. Noi, in Commissione, abbiamo smascherato il Governo, che ha rifiutato, purtroppo, però qualunque forma di dialogo sul Mezzogiorno, respingendo a prescindere tutte le nostre proposte.
  Inutile il minimalista credito d'imposta previsto, senza pensare in maniera strutturata un vero e proprio piano di rilancio per il sud, a partire dal tema delle reti infrastrutturali la cui carenza riveste ormai da diverso tempo caratteri emergenziali e di precarietà, provocando notevoli disagi ai cittadini e all'intera economia del Mezzogiorno e, di conseguenza, all'intero Paese.
  Alle chiacchiere, alle mancanze, agli interventi di stampo elettoralistico questa manovra affianca poi alcune operazioni di dubbia natura. Su tutte l'inserimento, attraverso un maxiemendamento del Governo, del contenuto del decreto-legge «salva banche». L'inserimento di tali misure conferma il nostro giudizio totalmente negativo nei confronti della manovra. La crisi dei quattro istituti di credito doveva essere gestita seguendo un percorso diverso, un percorso fuori dalla legge di stabilità, ma chiaramente la maggioranza doveva garantirsi l'approvazione di soluzioni probabilmente poco condivise all'interno della stessa maggioranza, obbligata così nei fatti a votare in senso favorevole.
  Si tratta di un fatto grave, perché gravi sono le ricadute sociali del provvedimento a fronte di una condotta che si è rivelata in tutta la sua superficialità. Senza dilungarmi sugli errori fatti dagli operatori, da chi doveva vigilare, in particolare dallo stesso Esecutivo, su cui ci auguriamo faccia chiarezza un'apposita Commissione di inchiesta, di cui abbiamo chiesto con forza l'istituzione, vorrei stigmatizzare, ancora una volta, il contenuto di misure completamente sbilanciate a favore degli istituti di credito con migliaia di risparmiatori che non hanno alcuna garanzia del ristoro di quanto perduto.
  Forza Italia ha presentato emendamenti volti a modificare profondamente l'intervento governativo, chiedendo innanzitutto ristoro totale di tutti gli obbligazionisti subordinati, per offrire dignità al principio costituzionale di tutela del risparmio, principio stravolto da misure che si intrecciano, impossibile negarlo, con un non più trascurabile conflitto d'interesse interno allo stesso esecutivo. Le nostre proposte sono state tutte respinte.
  In altri casi poi, siamo stati costretti a urlare contro le forzature del Governo, a chiaro vantaggio di soggetti assolutamente individuabili. Un caso su tutti, l'emendamento che escludeva tutte le strutture aeroportuali italiane dalla valutazione di @pagina=0183@impatto ambientale in incredibile contrasto con quanto previsto dal diritto comunitario, soltanto per tentare di aggirare alcuni problemi in merito all'Aeroporto di Firenze ! Una vicenda assurda, improponibile, denunciata con determinazione dalle opposizioni, che sono riuscite in modo compatto a determinare, almeno in questo caso, un passo indietro del Governo. Si tratta di un atteggiamento inaccettabile, frutto di arroganza senza fine, che continua a palesarsi in ogni provvedimento, in ogni singolo intervento portato avanti dal Governo.
  Infine che dire, avremmo voluto seguire un'altra strada e portare avanti interventi sì di spesa, come l'introduzione del quoziente familiare o l'aumento a ottocento euro delle pensioni minime, ma tagliando, innanzitutto, la cattiva spesa pubblica, attingendo alle risorse del Piano di spending review che i vari commissari, poi dimessisi, hanno tentato invano di portare avanti, schiacciati anche loro dalla sfrontatezza del Governo.
  Dichiaro, quindi, il voto contrario di Forza Italia. Il nostro è un giudizio fortemente negativo, molto semplicemente perché le ricette di questa maggioranza sono sbagliate, inefficaci, senza visione, totalmente inadempienti nel tentativo di risanamento strutturale della finanza pubblica e di sostegno alla ripresa economica e dell'occupazione.
  Il nostro è un voto contrario perché il nostro Paese avrebbe avuto bisogno di un'altra legge di stabilità semplicemente perché il Paese merita altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0183

  FEDERICO D'INCÀ. Grazie Presidente. Sono quasi dispiaciuto che la stabilità sia finita. Quanti giorni passati insieme, o meglio settimane, fino ad arrivare addirittura a 37 ore consecutive ! Diciamo la verità, una stabilità è per sempre, riprendendo una nota pubblicità. Per questo la si può riaprire in Aula, con quasi 30 emendamenti del Governo, che male non fanno, visto che ormai siamo quasi a mille commi di una stabilità infinita. Alle volte credo che ci sia stata la volontà politica di tenerci in Commissione per sfinirci fino a quando il Governo non avesse ottenuto quello che voleva. Per favore non ci accusate di aver fatto ostruzionismo, perché credo che lo abbiate fatto già da soli ! Un ottimo lavoro, io addirittura nelle tante pause delle vostre riflessioni sono riuscito a conoscere la vita e le opere di un parlamentare del PD. Forse volevate creare dei rapporti umani, nuove amicizie, non una legge di stabilità e forse abbiamo assistito ad un esperimento sociale. Allora, perché no ? A Natale mettiamo un grande tavolo in Transatlantico e invitiamo le nostre famiglie, almeno sarà divertente. Ed invece, l'unico motivo per cui siamo arrivati ad un testo di questa dimensione è che in questa legge finanziaria ci avete messo di tutto, compresi due o tre decreti. Chissà come prenderanno in Europa questa stabilità, che non contiene il reddito di cittadinanza, che non riduce gli sprechi e alimenta parassitismi, clientele piccole e grandi. Abbiamo calcolato che tra una tantum e marchette varie la manovra getta al vento almeno un miliardo di euro. Fondazioni vicine al PD, enti morali legati a qualche parlamentare, sagra del pesce, cricche e combriccole da sfamare al banchetto disperato di fine anno. Intanto, 140.000 piccoli risparmiatori di quattro banche vedono andare in fumo i loro risparmi, perché in questa finanziaria ci avete messo anche il «salva-banche» con un nome perfetto, perché si salvano proprio le banche, altrimenti l'avreste chiamato «salva-risparmiatori» se volevate salvare le persone, che invece vedono addirittura confiscati i loro titoli. Potranno almeno rivalersi sugli amministratori ? No, no e ancora no ! Perché ogni azione risarcitoria nel meccanismo di risoluzione dovrà passare dai nuovi amministratori, dunque da Bankitalia, la vera complice di questo massacro. Il premier ha detto che non c’è nessun conflitto di interesse per il Ministro Boschi e il Ministro ieri si è @pagina=0184@difeso in Aula, preparatissima come sempre, bellissima e anche molto angelica, tra minusvalenze delle proprie azioni, accuse contro il padre. Una nuova pagina da Libro Cuore.
  Vorrei solo dire al Ministro che anche i miei nonni erano contadini, mia madre era in Germania a lavorare a 14 anni, mio padre lavorava così tanto che, per poterlo vedere la domenica, quando ero bambino, invece di andare al campo a giocare a calcio, lo accompagnavo al lavoro. Sono anche io il primo a laurearsi della mia famiglia ed anche primo parlamentare: questo per mettere in pari le cose così adesso posso porre le domande da Libro Cuore a Libro Cuore. Cosa è successo, Ministro Boschi, maggioranza, in Banca Etruria ? Cos'hanno combinato gli amministratori di questa banca, tra cui il papà Boschi ? Incredibile se si pensa ai movimenti anomali di borsa del titolo alla vigilia del decreto di trasformazione delle popolari in Spa. Incredibile se si pensa alla neonata bad bank in cui si insabbiano le responsabilità su certi fidi facili agli amici degli amici.
   Licio Gelli almeno aveva fatto la lista degli iscritti alla P2; qualcuno è ancora in Parlamento – questa sera non c’è – e solo in Italia può succedere. Noi invece possiamo capire gli iscritti alle logge partitiche guardando i fidi che certe banche hanno fatto nel passato a certi uomini politici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o ad amici che sostengono questi uomini.
  Renzi ha detto che la sfiducia è un boomerang contro il Movimento 5 Stelle. Matteo, prova a parlare con i 140.000 risparmiatori e vediamo dove ti mettono il boomerang (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
   Ora, solo la magistratura potrà darci verità e giustizia perché gli organi di vigilanza hanno invece deciso che la stabilità del sistema è interesse assoluto e superiore rispetto alla giustizia e all'accertamento delle responsabilità.
  Ma cosa potevamo fare in questa stabilità ? Partiamo da questo ragionamento, ripreso da un noto studioso di singolarità. Noi siamo il Parlamento e siamo riconosciuti quale autorità in grado di legiferare per progredire rapidamente verso gli obiettivi del Paese, ma bisogna essere anche pronti a riconoscere possibili punti deboli del sistema, che ci supporta ed in questo io vedo la vostra incapacità di andare oltre la prepotenza renziana di essere padre padrone del Partito Democratico.
  Ma allora, se non trovi le regole che devi infrangere non potrai evolvere all'interno oppure oltre all'area dove hai trovato le tue sicurezze. La vostra sicurezza in questo momento è il Governo Renzi. È un processo delicato, che non è senza rischi, ma è la bellezza della vita stessa: ti puoi allenare per affrontarlo, sviluppare meccanismi di adattamento che rafforzano le tue difese contro lo stress dallo sconosciuto. Quando i bambini disobbediscono – e questo in effetti stanno facendo – vanno oltre: invece di osservare semplicemente l'effetto di giocare all'interno del sistema, sperimentano le dinamiche dell'insieme di regole nuove alla ricerca di risultati migliori.
  In un mondo in rapido cambiamento la saggezza acquisita può essere senza valore e la capacità di riconoscere quando è il momento giusto per andare oltre i confini predefiniti dalle autorità, ci prepara a un cambiamento inevitabile. Puoi prendere rischi calcolati e spingerti verso territori inesplorati, dove le regole non si applicano, perché quelle vecchie sono inutili e quelle nuove non sono ancora stabilite.
  Creare innovazione nel mondo della politica, ma soprattutto in un Paese come il nostro, può arrivare sopra aver abbandonato il noto, esplorando nuovi territori e infrangendo le regole di cui hai imparato l'inapplicabilità. Ma allora quali sono le regole che dobbiamo infrangere ? Quali sono le nuove regole che dobbiamo trovare ? Credo che sia la stessa regola che ha prodotto le tre nomine da parte del Parlamento dei giudici della Corte costituzionale: Modugno, Barbera e Prosperetti.
  Allora, quale può essere il nuovo obiettivo ? Il reddito di cittadinanza, per esempio. Voi non capite, ma siamo in un @pagina=0185@mondo dove l'incredibile sviluppo della tecnologia, che pochi parlamentari percepiscono in quest'Aula, impedirà la piena occupazione. Dovremmo assistere ad una deflazione cronica dei costi marginali vicino allo zero, come scrive Jeremy Rifkin, che può essere modificata solo intervenendo in un cambio legislativo senza precedenti, per cambiare definitivamente le regole economiche e sociali.
  Sempre di più avremo sharing economy, da una parte, che va normata, però, in cui condivideremo le nostre azioni di vita quotidiana; ma, dall'altra, vi sono dei mali che lentamente ci uccideranno, come il surriscaldamento globale e l'inquinamento delle nostre città. Fatevi un giro a prendere una boccata d'aria fresca in Val Padana, in questi giorni: non tarderete più di tanto ad ammalarvi, come succede ai nostri bambini. Ma tutto è economia, anche decidere nuove piste ciclabili, installare le nuove colonnine per la ricarica elettrica in tutte le nostre città, per aiutare il passaggio a mezzi più puliti di trasporto locale; eliminare opere inutili a favore di progetti sostenibili, come la salvaguardia del territorio o le bonifiche o di nuovo il piano per togliere l'amianto dalle nostre case e permettere a nuove imprese di nascere nel campo dell'innovazione tecnologica. Ripeto, tutto quello che facciamo è economia. In un mondo pieno di liquidità bancaria, ma dove mancano le idee su cui poggiare i nuovi investimenti, sta al legislatore creare nuove opportunità, distruggendo interessi lobbistici del passato per investire in nuovi campi.
  Questa è la legge di stabilità che noi vogliamo. Ecco perché l'Italia deve infrangere le regole di questo mondo, con o senza essere presente alla Conferenza di Parigi. Ecco perché noi parlamentari dobbiamo infrangere le regole che ci chiudono in una ruota del criceto, dove il 90 per cento sono solo parole e il 10 per cento sono le idee che vogliamo realizzare. Il Parlamento è il luogo centrale della discussione politica: dalle nostre scelte dipende il futuro delle nuove generazioni. Ribellatevi alle regole del passato, alle bugie che vengono raccontate. Io non vi chiedo di scongelarvi, vi chiedo di ribellarvi prima che a ribellarsi siano i cittadini. Dichiaro in questo modo il voto contrario del Movimento 5 Stelle a questa legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0185

  MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Di fronte a una legge di stabilità che si è arricchita qui alla Camera sia per l'azione parlamentare, che l'ha migliorata, sia per l'azione del Governo su banche, sicurezza e cultura, abbiamo assistito al tentativo dell'opposizione di far pensare che si sia snaturata la legge di stabilità e che sia diventata una sorta di mercato di tutte le micro esigenze delle varie parti della maggioranza, oltre a metterne in discussione la tenuta dei conti. Non è così: questa non è una legge di stabilità all'insegna del deficit spending e della finanza allegra. Al tempo stesso questa non è una legge di stabilità all'insegna delle politiche di austerità che hanno caratterizzato una fase delle politiche europee, ma che negli ultimi due anni sono state messe fortemente in discussione dai fatti e dalla politica innovatrice di alcuni Governi nazionali, con l'Italia in prima fila.
  Allora cos’è questa legge di stabilità ? È la concretizzazione di una politica economica, di una politica di bilancio favorevole alla crescita, partendo dal presupposto che siamo usciti dalla recessione; che si è finalmente avviata una fase di crescita con primi risultati migliori rispetto alle previsioni per il 2015, fatte alla fine del 2014 e all'inizio di quest'anno; che il Paese sta recuperando capacità competitiva, grazie anche alle riforme strutturali e al consolidamento della finanza pubblica; che i mercati hanno premiato gli sforzi dell'Italia, certamente grazie anche alle politiche monetarie della BCE, ma apprezzando sia la riduzione già operata del carico fiscale, che la graduale riduzione del disavanzo, che si materializzerà con il deficit al 2,6 per cento nel 2015. @pagina=0186@
  Ma essere usciti dalla recessione ovviamente non significa aver recuperato quanto si è perso nei lunghi anni della crisi. Occorre considerare il quadro meno favorevole dell'economia mondiale, le incertezze internazionali ancor più forti dopo i tragici fatti di Parigi, la debolezza dell'inflazione e l'esigenza di recuperare sul fronte dell'occupazione in modo più veloce: tutti aspetti che rendono essenziale continuare e rafforzare una politica di bilancio favorevole alla crescita. Ed è appunto ciò che si fa con la legge di stabilità, con vari «giù»: giù ancora di più le tasse; giù ancora di più il rapporto deficit PIL; giù per la prima volta, dopo il secondo Governo Prodi, il rapporto debito-PIL.
  La manovra del Governo è tecnicamente espansiva, perché anche se porta il rapporto deficit-PIL dal 2,6 di quest'anno al 2,4 nel 2016, però aumenta il deficit rispetto a quanto in precedenza programmato, cioè l'1,8 per cento. Cosa vuol dire questo ? Finanza allegra, deficit spending ? No, vuol dire percorso più graduale nella riduzione del deficit verso il pareggio strutturale di bilancio, utilizzando tutti gli spazi di flessibilità rispetto alle regole europee, che si sono introdotti grazie soprattutto all'azione del Governo italiano.
  C’è qualche forza politica in quest'Aula che nel 2014 alle elezioni europee abbia detto agli elettori che la politica economica europea andava bene così come è stata negli anni della crisi e non si doveva cambiare, con meno austerità e rigore, più sostegno alla crescita e all'occupazione, al lavoro più flessibilità ? Non mi pare, ma più flessibilità in soldoni che vuol dire ? Vuol dire un po’ più di deficit e, quando il Governo percorre questa strada, allora si alzano le grida e le denunce – è paradossale – e nonostante che questo avvenga, ripeto, riducendo il deficit rispetto al 2015 e cominciando il percorso di riduzione del debito.
  Certo, non possiamo permetterci il lusso di aumentare il deficit, di andare oltre il 3 per cento, come da diverse parti viene proposto, perché abbiamo uno dei debiti più alti del mondo. Il Governo sta portando avanti una politica di forte equilibrio, riduzione più graduale del deficit, riduzione del debito, riduzione delle tasse, riduzione, ma soprattutto riqualificazione della spesa. La riduzione delle tasse soprattutto sul lavoro e imprese e poi sulla prima casa è imponente.
  Continuano nel 2016 gli effetti della legge di stabilità per il 2015, i 18 miliardi per gli 80 euro, la riduzione IRAP, la decontribuzione per i nuovi assunti a tempo indeterminato nel 2015, l'aumento del regime forfettario per piccole imprese e per le partite IVA. Poi c’è il disinnesco delle clausole di salvaguardia. Non sono riduzioni di tasse, ma si evitano aumenti di IVA e accise per quasi 17 miliardi. Poi c’è il nuovo: eliminazione tasse sulla prima casa, riduzione dell'IMU su affitti a canone concordato e per il comodato ai figli, si toglie l'IMU sui bullonati agricoli, c’è il super ammortamento al 140 per cento sui macchinari acquistati dall'ottobre 2015 a fine 2016, c’è la riduzione di altre tasse sull'agricoltura, l'aumento delle semplificazioni fiscali per le partite IVA, la decontribuzione al 40 per cento per due anni per i nuovi assunti nel 2016, la riduzione dell'IRAP per gli stagionali ricorrenti nel turismo, detrazioni fiscali per l'IVA sulla vendita di immobili di imprese costruttrici e per il leasing immobiliare, l'aumento della franchigia IRAP alle piccole imprese, il recupero IVA sui crediti non riscossi, l'ecobonus riconfermato e ampliato, la defiscalizzazione di parte del salario di produttività. In questo ambito, qui alla Camera, abbiamo fatto il rafforzamento delle politiche per il Mezzogiorno. Si reintroduce la «Visco-Sud», il credito di imposta automatico per le imprese che investono nel Mezzogiorno. Poi è previsto un meccanismo per costruire le condizioni di una fiscalità di vantaggio per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno nel 2017. Un insieme di sostegni all'impresa, non fini a se stessi, ma per creare lavoro e questo è di sinistra, onorevole Marcon.
  Si sviluppa la lotta all'evasione fiscale con gli accordi internazionali che hanno fatto superare i paradisi fiscali in tutta Europa, con l'uso di tutte le banche dati, delle fatturazioni elettroniche e sul versante @pagina=0187@del lavoro, oltre a quanto già ricordato, vi sono assunzioni qualificate nelle università, nel settore dei beni culturali, nella pubblica amministrazione. C’è il grande investimento sulla scuola che porterà alla fine a 150 mila stabilizzazioni con la «buona scuola», nuovi interventi su esodati, «opzione donna», sperimentazione di una forma limitata di flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione, con l'impegno di affrontare compiutamente questa questione del 2016 e ampliamento della «no tax» area per i pensionati già dal 2016.
  Sono alcune delle tante cose di questa legge di stabilità. Si fa la più grande operazione di lotta alla povertà degli ultimi anni con 600 milioni nel 2016 e un miliardo dal 2017, oltre agli altri fondi confermati o aumentati per le politiche sociali. Non è il reddito di cittadinanza, perché non condividiamo quella proposta politica, noi vogliamo agire per sostenere la creazione di posti di lavoro veri e stabili da una parte e ridurre le forme più gravi di povertà dall'altra. Si fa il più grande intervento per la sicurezza con un miliardo comprese le riqualificazioni delle periferie urbane che sono una priorità per la sicurezza, non dovremmo occuparcene perché ci sono le elezioni ?
  E poi un altro miliardo si investe sulla cultura. Si è dileggiato questo intervento, ma ricordo che la metà, 500 milioni, è edilizia scolastica, cioè un'esigenza essenziale, così come lo sono i 50 milioni per le borse di studio. Ma andiamo fieri anche della carta per la cultura e degli altri interventi. Ricordo i titoli di altri capitoli: giochi, canone RAI, rafforzamento e definizioni di tutte le forme di intervento in caso di calamità naturali, velocizzazione degli investimenti, in particolare sulle infrastrutture con i fondi europei e in particolare al sud, più risorse per la cooperazione internazionale, altri interventi a favore delle persone colpite dall'amianto.
   E poi i comuni, le province, le città metropolitane e le regioni. Sui comuni si supera il patto di stabilità interno e con il passaggio alla Camera si rafforzano le forme di sostegno a fusioni e unioni. Su province e città metropolitane si mettono più risorse per viabilità, scuole superiori, disabili sensoriali. Si recepisce l'accordo con le regioni, superando un elemento di tensione che si è manifestato dopo la presentazione della legge di stabilità. Una situazione migliore per le regioni dà più garanzie anche per la tenuta e la qualità del Servizio sanitario nazionale che non è tagliato, ha un miliardo in più con i nuovi LEA.
  Di tutti questi aspetti, le opposizioni tendono a non parlare per definire questa legge di stabilità solo quella che si occupa delle banche. Mi permetto di dire che è troppo facile scegliere questo terreno di gioco, perché è chiaro che qualunque scelta faccia qualunque Governo è soggetto a critiche. Lo è se lascia andare le cose secondo le regole stringenti di mercato, cioè se lascia fallire le banche; abbiamo visto la vicenda di Lehman Brothers e gli effetti che ha avuto.

PAGINA: 0029

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che è necessario sospendere la seduta in attesa che il Governo presenti la seconda nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato e che la V Commissione ne completi l'esame.

PAGINA: 0187

  PRESIDENTE. Concluda.

PAGINA: 0030

  La seduta, sospesa alle 2,40 di domenica 20 dicembre 2015, è ripresa alle 3,05.

PAGINA: 0030

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2112 – Bilancio di previsione dello Stato per il 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (approvato dal Senato) (A.C. 3445-A); Prima e seconda nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per il 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (A.C. 3445-bis e 3445-ter). (Vedi RS)

PAGINA: 0188

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2112 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (Approvato dal Senato) (A.C. 3445-A) e relativa Nota di variazioni (A.C. 3445-bis).

PAGINA: 0030

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che il Governo ha presentato la seconda nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato, di cui la V Commissione ha concluso l'esame.
  Prende atto che i relatori ed il rappresentante del Governo rinunziano ad intervenire.

PAGINA: 0188

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3445-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 e relativa Nota di variazioni.
  Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato approvato il disegno di legge di stabilità 2016. Nel corso della sospensione, il Governo ha presentato la seconda Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e il bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018, di cui la Commissione bilancio ha concluso l'esame di cui all'articolo 120, comma 7 del Regolamento.

PAGINA: 0030

(Trattazione dell'unico ordine del giorno) (Vedi RS)

PAGINA: 0189

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3445-A)

PAGINA: 0030

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze (Vedi RS). Esprime il parere del Governo sull'unico ordine del giorno presentato.

PAGINA: 0189

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, è accolto.

PAGINA: 0031

(Dichiarazioni di voto finale) (Vedi RS)

PAGINA: 0189

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3445-A)

PAGINA: 0031

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati MONICA FAENZI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS), ROCCO PALESE (Misto-CR) (Vedi RS), GIANFRANCO LIBRANDI (SCpI) (Vedi RS), GIULIO MARCON (SI-SEL) (Vedi RS) e SIMONE BALDELLI (FI-PdL) (Vedi RS).

PAGINA: 0189

  MONICA FAENZI. Presidente, la ringrazio. Annuncio il voto di astensione della componente Alleanza-Liberalpopolare Autonomie e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

PAGINA: 0189

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Per annunciare il voto contrario.

PAGINA: 0189

  GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie, signora Presidente. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti), precisando che Scelta Civica voterà convintamente il bilancio di previsione dello Stato per il 2016 e il bilancio triennale 2016-2018.

PAGINA: 0189

  GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Annuncio il voto contrario di Sinistra Italiana-SEL.

PAGINA: 0189

  SIMONE BALDELLI. Presidente, per annunciare il voto contrario del gruppo di Forza Italia.

PAGINA: 0032

Sui lavori dell'Assemblea. (Vedi RS)

PAGINA: 0190

Sui lavori dell'Assemblea.

PAGINA: 0032

  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle intese intercorse tra tutti i gruppi circa i lavori dell'Assemblea per le giornate del 21 e del 22 dicembre 2015.

PAGINA: 0190

  PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella giornata di lunedì 21 dicembre avrà luogo, a partire dalle ore 15, la discussione sulle linee generali delle mozioni concernenti iniziative per rilanciare la collaborazione con la Russia in relazione alla minaccia terroristica di matrice jihadista. Seguirà, a partire dalle ore 16, l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al decreto legge Ilva e al decreto legge in materia di interventi nel territorio. Avrà quindi luogo il seguito dell'esame del disegno di legge in materia di green economy e il seguito della discussione delle citate mozioni.
  L'esame di tali provvedimenti proseguirà anche nella giornata di martedì 22 dicembre. Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per l'esame del disegno di legge in materia di green economy sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

PAGINA: 0032

Per fatto personale e per un richiamo al Regolamento. (Vedi RS)

PAGINA: 0190

Per fatto personale e per un richiamo al Regolamento (ore 3,15).

PAGINA: 0032

  Intervengono il deputato MARCO CAUSI (PD) (Vedi RS), per fatto personale, ed il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), per un richiamo al Regolamento, cui rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS)

PAGINA: 0191

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, durante il pomeriggio sono intervenuto in Aula per esporre alcuni dati del rapporto INPS sul nuovo ISEE, entrato in vigore dal 1o gennaio 2015. Invece di rispondere nel merito, alcuni deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle hanno iniziato a urlare contro di me e contro mia moglie, Monique Veaute, e contro la Fondazione Roma europa, di cui Monique è presidente. Non si tratta solo di un'offesa personale: è una vera barbarie portare lo scontro politico su terreni in cui si coinvolgono e si danneggiano persone incolpevoli, che, con il loro lavoro, mandano avanti una delle istituzioni culturali di eccellenza per Roma e per l'Italia, con cui collaborano le ambasciate e gli istituti di cultura stranieri presenti a Roma, che produce, coproduce e distribuisce in Italia e in tutto il mondo centinaia di artisti, trenta edizioni del festival, un milione e mezzo di biglietti venduti.
  Il curriculum vitae di Monique è facilmente reperibile sulla rete, ed è sufficiente leggerlo per rendersi conto che la sua carriera ha raggiunto livelli indiscutibili; ha fondato e diretto la sezione musica della Biennale di Parigi, ha organizzato l'apertura Grande Halle de la Villette, è stata consigliere culturale del Presidente dell'Assemblea Nazionale in Francia; consigliere culturale dell'ambasciata di Francia in Portogallo, ha fondato trent'anni fa insieme a Jean-Marie Drot e a Giovanni Pieraccini il Festival di Villa Medici di Roma diventato poi Festival Roma-Europa che oggi dirige a titolo gratuito; è stata per tre anni commissario della francofonia a Parigi un incarico conferitole dal Presidente della Repubblica francese, è stata per tre anni direttore generale e amministratore delegato di Palazzo Grassi a Venezia.
  Consegnerò eventualmente il testo così vedrete il resto. C’è qualcuno sano di mente in quest'Aula che possa anche lontanamente ipotizzare che questo percorso professionale abbia in qualche modo beneficiato della relazione con me (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Ma è probabile semmai il contrario e cioè (Scambio di apostrofi tra deputati del gruppo Partito Democratico e deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle tra i quali si interpongono gli assistenti parlamentari)...

PAGINA: 0191

  DAVIDE CRIPPA. Ha nominato solo noi !

PAGINA: 0191

  PRESIDENTE. A tutti, a tutti ! Le provocazioni... deputato Miccoli ! Deputato Miccoli ! Basta !
  Deputato Frusone la smetta !

PAGINA: 0032

Ordine del giorno della prossima seduta. (Vedi RS)

PAGINA: 0193

Ordine del giorno della prossima seduta.

PAGINA: 0032

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta:

PAGINA: 0193

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

PAGINA: 0032

  La seduta termina alle 3,25 di domenica 20 dicembre 2015.