PAGINA: 0001 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (Vedi RS)
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PAGINA: 0001 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO
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PAGINA: 0001 La seduta comincia alle 11.
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PAGINA: 0001 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0001 Missioni.
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PAGINA: 0001 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono settantotto.
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PAGINA: 0001 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baretta, Bindi, Boccia, Cirielli, Epifani, Gasbarra, Guerra, Meta, Mogherini, Schullian, Sereni, Sisto, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0001 Svolgimento di interrogazioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0001 Svolgimento di interrogazioni (ore 10,05).
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PAGINA: 0001 SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare (Vedi RS). Risponde all'interrogazione Amoddio n. 3-00504 (Vedi All. A), sugli intendimenti circa l'esercizio dell'azione risarcitoria nei confronti delle imprese responsabili dell'inquinamento del sito di interesse nazionale di Priolo (Siracusa).
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PAGINA: 0001 SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in merito all'interrogazione di cui sopra, si rappresenta quanto segue.
A seguito della pronuncia resa dal Tribunale amministrativo regionale di Catania, di cui si è accennato nell'interrogazione in parola, e alla luce dei principi espressi dalla Corte europea nel corso del giudizio incidentale, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è attivato per acquisire gli elementi tecnici utili a supportare l'azione legale, che sarà promossa dall'Avvocatura dello Stato, anche con l'ausilio dell'ISPRA, nei confronti delle società insediate nel sito, che possono essere considerate quindi responsabili dell'inquinamento, secondo quanto disposto nella sentenza suddetta. A tal fine, sono in corso le attività istruttorie finalizzate a dimostrare la responsabilità di ciascuna società in relazione ai danni ambientali ivi accertati e, quindi, il nesso causale tra condotta ed evento dannoso.
Inoltre, si informa che, per il risarcimento del danno ambientale, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, già nel 2008, si è costituito parte civile nel procedimento penale n. 12327/04 RGNR, a carico di Di Lella ed altri, promosso dalla procura della Repubblica @pagina=0002@di Augusta in relazione ad un traffico illecito di rifiuti pericolosi posto in essere dalla società Maxcom Spa.
Detto procedimento ha ad oggetto l'occultamento, mediante deposito nel sottosuolo, di rifiuti pericolosi, contenenti alte concentrazioni di composti idrocarburici e fibre minerali, provenienti dalle attività di gestione dell'impianto della società, nonché l'immissione nella rete fognaria pubblica di ingenti quantitativi di rifiuti liquidi, contenenti alte concentrazioni di idrocarburi e di metalli pesanti. Per quanto riferito dall'Avvocatura distrettuale di Catania, proprio ieri era fissata udienza per la discussione conclusiva.
Nello stesso anno il Ministero si è costituito parte civile anche nel procedimento penale n. 4565/06 RGNR, avviato dalla procura della Repubblica di Siracusa nei confronti di Amato Antonino ed altri, con riferimento ad un incendio occorso nel 2006 presso lo stabilimento della società ERG Raffinerie Mediterranee Spa di Priolo. Il procedimento è stato infatti definito in primo grado con sentenza di proscioglimento per tutti gli imputati; il dispositivo è stato letto nell'udienza del 27 febbraio 2014 ed il tribunale ha fissato in giorni novanta il termine per il deposito della motivazione. A seguito della lettura della sentenza, si procederà, quindi, a valutare le eventuali successive iniziative da adottare.
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PAGINA: 0001 SOFIA AMODDIO (PD) (Vedi RS). Dichiara di non potersi ritenere integralmente soddisfatta della risposta, chiedendo al Ministero competente un ulteriore approfondimento della questione evocata nell'atto ispettivo.
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PAGINA: 0002 SOFIA AMODDIO. Signor Presidente, non mi ritengo integralmente soddisfatta. Infatti io ho enucleato nella mia interrogazione che ormai, nel sito di interesse nazionale nell'area Priolo-Melilli-Augusta, è acclarata la presenza, nelle aree pubbliche del sito, di elevatissimi livelli di contaminazione. Ogni giorno abbiamo decine e decine di persone che si ammalano di tumore ed elevati livelli di contaminazione del suolo, della falda e dell'area marina. L'accordo di programma tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dello sviluppo economico, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e tutti gli enti interessati, compresa la presenza del Commissario delegato per l'emergenza delle bonifiche, risale al 2008.
Vi è stata una sentenza del TAR eclatante, che si è pronunciato in maniera inequivocabile, riferendosi alla Corte di giustizia europea. Mi riferisco alla sentenza della Corte di giustizia europea del 9 marzo 2010, che ha statuito che, in ipotesi di inquinamento ambientale così elevato, come quella del sito in questione, a carattere diffuso, la normativa di uno Stato membro può prevedere che l'autorità competente, e quindi anche il Ministero, abbia la facoltà di riparazione del danno ambientale, presumendo che vi sia un nesso di causalità tra le aziende operatrici nell'area in base semplicemente all'individuazione delle sostanze presenti sul terreno nella falda acquifera relative anche alle sostanze che producono quelle aziende.
Ecco perché oggi non mi basta quanto previsto nella risposta appena data, per cui nei confronti delle società sono in corso atti istruttori finalizzati ad accreditare il nesso causale tra la condotta e il danno, perché non si tiene conto della Corte di giustizia europea e non si tiene conto della sentenza del TAR di Catania, che ha acclarato che non si esclude che gli operatori attuali esercenti le attività inquinanti abbiano contribuito alla contaminazione.
In poche parole, Presidente, signori sottosegretari, se si è accertato che nella falda acquifera vi sono determinate sostanze e quelle sostanze sono prodotte dalle industrie inquinanti presenti sul sito, occorre che il Ministero ci dica cosa stia facendo nei confronti di quelle aziende per recuperare i costi sostenuti dal Ministero e dalle altre amministrazioni inerenti tutte le attività di caratterizzazione, progettazione ed esecuzione della bonifica nell'area SIN; quali attività intenda avviare in forma risarcitoria per recuperare questo @pagina=0003@esborso enorme di denaro, in base all'articolo 311 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Ricordo a tutti che, con il decreto-legge «Destinazione Italia» n. 145 del 2013, questo Parlamento ha approvato una norma che sostituisce il comma 7 dell'articolo 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, per cui: «Al di fuori dei casi che rientrano nel campo di applicazione del comma 5, la pubblica amministrazione può agire autonomamente nei confronti del responsabile della contaminazione per la ripetizione delle spese sostenute per gli interventi di messa in sicurezza (....)».
Chiedo, pertanto, al Ministero ancora di approfondire questo argomento molto, molto scottante e di dare risposta anche alle mie numerosissime lettere che ho inviato già nel 2013.
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PAGINA: 0002 ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. (Vedi RS) Risponde all'interrogazione Magorno n. 3-00468 (Vedi All. A), sugli elementi in merito ai lavori di ristrutturazione e completamento del molo per il ricovero dei natanti da diporto del comune di Diamante, in provincia di Cosenza.
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PAGINA: 0003 ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Magorno chiede notizie in merito ai lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del comune di Diamante, in provincia di Cosenza. A tale proposito, vorrei riferire all'onorevole interrogante che alcune ricerche archeologiche sviluppatesi tra i mesi di agosto e settembre del 2011 hanno reso possibile indagare un contesto archeologico di assoluto rilievo nel panorama dell'archeologia subacquea dell'Italia meridionale degli ultimi anni.
La scoperta consiste in un gran numero di frammenti di anfore greco-italiche appartenenti al carico di uno scafo venutosi a spiaggiare, a causa di una probabile mareggiata, lungo questo tratto della costa tirrenica calabrese nel corso della prima metà del III secolo A.C.
Esso prova la frequenza e la consistenza dei traffici commerciali che in età ellenistica avvenivano in particolare tra il golfo di Napoli e la Sicilia e che vedevano coinvolte le coste dell'antico Bruttium. Già nel 2009 e nei primi mesi del 2010 la competente soprintendenza archeologica della Calabria informava il comune di Diamante e la regione Calabria di essere a conoscenza dell'esistenza di un sito di interesse archeologico nello specchio di acqua antistante la cittadina tirrenica e, pertanto, richiedeva copia del progetto del molo ricovero natanti da diporto per una valutazione.
La soprintendenza prescriveva di effettuare un'approfondita ricognizione archeologica dei fondali, e in effetti la società concessionaria dei lavori procedeva all'acquisizione dello stato dei fondali dell'area interessata dai lavori. Dalle immersioni compiute dal 3o Nucleo Sub della Guardia costiera di Messina risultavano i rinvenimenti di numerosi reperti.
Successivamente, in data 14 aprile 2010, la ATI ICAD s.r.l. – Diamante Blu s.r.l. inviava un dossier fotografico dal quale si evinceva la presenza di reperti ceramici sul fondale (in particolare, nel quadrante 6).
La direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Calabria, dal canto suo, proponeva: «la costituzione di un tavolo di concertazione con tutti gli enti interessati, al fine di definire criticità procedurali e tecniche, tenendo in debito conto le ragioni della tutela del paesaggio e della conservazione dei beni archeologici @pagina=0004@eventualmente esistenti, nonché il carattere dell'opera pubblica e gli atti pregressi».
Un sopralluogo veniva effettuato anche da parte del Nucleo Carabinieri subacquei di Messina e dal professor Claudio Mocchegiani Carpano, già direttore dello STAS (Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea), ora ispettore onorario per l'archeologia subacquea, e quindi grande esperto in materia. Dalla relazione resa dal professor Mocchegiani Carpano nel gennaio del 2011, emergeva la definitiva conferma dell'importanza del sito. Conseguentemente la soprintendenza per i beni archeologici dettagliava le operazioni da svolgersi e consistenti nella rilevazione dell'intera area interessata dai ritrovamenti e nella rimozione dei reperti a cura di uno staff composto da archeologi e disegnatori specializzati. Tali operazioni sono partite nell'agosto del 2011 per concludersi a settembre.
Nello stesso settembre 2011, la soprintendenza per i beni archeologici comunicava alla regione l'esito delle attività svolte, sollecitando nel contempo la necessità di concludere le operazioni archeologiche onde poter emettere il necessario nulla-osta. Le indagini, infatti, possono dirsi di fatto terminate. Tuttavia, a causa dell'interruzione del cantiere non è stato possibile rimuovere alcuni scogli al di sotto dei quali dovrebbe essere ancora presente materiale archeologico. Nel frattempo i reperti recuperati sono stati comunque collocati in deposito, restaurati in laboratorio e ne è stato realizzato uno studio preliminare in attesa di procedere alla loro valorizzazione anche nell'ambito della stessa struttura portuale, una volta terminata.
Sotto il profilo paesaggistico la questione è stata parimenti articolata, come ben riassunto dall'onorevole interrogante. La soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cosenza che aveva espresso, nel passato, un parere contrario, ha infatti successivamente individuato linee guida e suggerimenti che hanno consentito alla regione Calabria e all'ente provincia di Cosenza di redigere sul primitivo progetto una perizia di variante suppletiva ed una variante migliorativa. La soprintendenza, esaminato il progetto limitatamente alle sole opere interessate e ricadenti nell'ambito di applicazione del codice dei beni culturali e del paesaggio, verificava la compatibilità dell'opera con le esigenze di conservazione delle bellezze naturali oggetto di vincolo, ed in considerazione del fatto che la variante scaturiva dal recepimento delle prescrizioni a suo tempo imposte e che erano stati apportati miglioramenti progettuali, trasmetteva il proprio parere con raccomandazioni alla direzione regionale affinché, una volta acquisite le osservazioni della soprintendenza archeologica potesse procedere all'espressione di un parere unico.
La direzione regionale della Calabria, dal canto suo, esprimeva i primi di aprile del 2013, parere favorevole per i lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto con dettagliate prescrizioni: definire gli aspetti di dettaglio quali i materiali da adoperare per le pavimentazioni ed i prospetti degli edifici; concordare con la soprintendenza competente idoneo colore per gli ecopodi ed i massi per la formazione dei moli; verificare forme, dimensioni e materiali dell'impianto ascensore e delle zone di accesso alla struttura portuale e di collegamento tra porto e lungomare della città.
Concludo sottolineando che, proprio per quanto dianzi riferito, l'arresto dei lavori di ristrutturazione e completamento del molo natanti da diporto del comune di Diamante non dipende da esigenze di tutela sollevate da questa amministrazione.
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PAGINA: 0002 ERNESTO MAGORNO (PD) (Vedi RS). Si dichiara assolutamente insoddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, auspicando un accertamento della vicenda evocata nell'atto ispettivo.
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PAGINA: 0004 ERNESTO MAGORNO. Signor Presidente, sono assolutamente insoddisfatto della risposta del Governo, perché ritengo che è una storia che parte dal 1999. I lavori erano partiti nel 2009. A mio avviso, le relazioni fatte valere dalla sopraintendenza @pagina=0005@meriterebbero una maggiore attenzione da parte del Ministero che lei rappresenta.
Ho forti dubbi sulla veridicità della questione riguardante il sito archeologico, fortissimi dubbi. Credo, invece, che ci sia stata una volontà di provocare un ritardo nella costruzione del porto di Diamante. Un porto che non riguarda solo la città di Diamante, ma che riguarda l'intero Tirreno cosentino, la parte più alta della provincia di Cosenza. Sarebbe l'unico porto turistico tra i porti del Cilento e i porti siciliani.
Quindi, io ritengo che ci sia stato, da parte della sopraintendenza, un accanimento e chiedo, se è possibile che ci sia un accertamento maggiore da parte del Ministero su come la soprintendenza si è comportata in questi anni. Infatti, la soprintendenza ha provocato ritardi notevoli, ha provocato la prima sospensione dei lavori del porto di Diamante.
Vorrei sottolineare, infine – e credo che questo riguardi poco il Ministero che oggi risponde –, che attualmente il progetto, così com’è con i pareri espressi anche dalle soprintendenze, è al via della regione Calabria. E io chiedo al Ministero di intervenire sul via, perché discutiamo di un'opera pubblica che riguarda una parte straordinaria del Mezzogiorno, del sud, della nostra regione, che potrebbe essere elemento di sviluppo, che potrebbe essere un volano anche per il lavoro, per lo sviluppo del nostro territorio. La nostra è una zona a vocazione turistica. Diamante è una città bellissima, è una città che è leader nel Tirreno cosentino, la città dei murales, la città del peperoncino. Il porto potrebbe significare il rilancio delle porte della Calabria verso il resto del Paese. Giace al via da mesi. Questa sciagurata regione è governata da un presidente che – grazie a Dio – il 3 sarà mandato definitivamente a casa. Ricorderemo il 3 di giugno come la festa della liberazione dal presidente Scopelliti nella nostra regione. Ma chiedo al Governo di intervenire sul via della regione Calabria per sbloccare in maniera definitiva la questione del porto di Diamante.
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PAGINA: 0002 ENRICO COSTA, Sottosegretario di Stato per la giustizia (Vedi RS). Risponde all'interrogazione Bazoli n. 3-00621 (Vedi All. A), concernente chiarimenti in merito alla corretta procedura di rappresentazione fotografica ovvero tramite altro mezzo di ripresa audiovisiva delle operazioni di pignoramento.
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PAGINA: 0005 ENRICO COSTA, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, onorevoli interroganti, onorevoli colleghi, nel rispondere all'interrogazione si osserva, in via preliminare, che l'articolo 518 del codice di procedura civile prevede che «L'ufficiale giudiziario redige delle sue operazioni processo verbale nel quale (...) descrive le cose pignorate, nonché il loro stato, mediante rappresentazione fotografica ovvero altro mezzo di ripresa audiovisiva».
L'analisi letterale del testo della norma in esame sembrerebbe confermare – mediante l'uso del tempo indicativo – la tesi, sostenuta dall'interrogante, che il legislatore abbia inteso considerare la rappresentazione fotografica o audiovisiva quale modalità operativa ordinaria per la descrizione delle cose pignorate.
I lavori parlamentari relativi alla legge 24 febbraio 2006, n. 52, evidenziano, sul punto, che «Il nuovo articolo 518 del codice di procedura civile, a specificazione dell'articolo 492, si propone di riorganizzare il sistema del pignoramento mobiliare mediante una modernizzazione elementare già della forma degli atti ricognitivi dei beni oltre che una razionalizzazione @pagina=0006@delle attività di ricerca di essi». In definitiva, l'uso di moderne tecnologie di riproduzione multimediale richiesto dal legislatore appare non già come una modalità sostitutiva della verbalizzazione per iscritto, ma come una modalità aggiuntiva intesa ad ottenere una maggiore precisione nella descrizione dei beni da pignorare.
Come ricordato dagli interroganti, il dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della giustizia è intervenuto, al riguardo, con diverse circolari emanate nel corso degli anni, anche sulla base di rilievi formulati dall'ispettorato generale.
Le disposizioni impartite, sul punto, dagli organi ministeriali muovono da due presupposti. Da un lato, si è rilevata la mancanza di una norma che, esplicitamente o implicitamente, attribuisca agli ufficiali giudiziari – le cui mansioni istituzionali sono stabilite dalla legge – il compito di procedere in prima persona ad operare i rilievi fotografici o audiovisivi. Dall'altro, si è preso atto che talvolta, come rilevato nel corso di ispezioni ministeriali, gli ufficiali giudiziari che effettuavano in prima persona le riprese fotografiche o audiovisive percepivano indennità di trasferta o rimborsi per sviluppo delle fotografie, o recuperavano le spese per acquisto di materiale fotografico, così determinando un appesantimento dei costi delle procedure.
Pertanto, il dipartimento dell'organizzazione giudiziaria – interpellato sulla problematica sollevata dagli interroganti – nel richiamare le pregresse disposizioni diffuse al riguardo nel corso degli anni, ha prospettato una duplice opzione operativa: l'ufficiale giudiziario potrebbe, ove lo ritenesse necessario, avvalersi direttamente dell'opera di un ausiliario nominato ai sensi dell'articolo 68 del codice di procedura civile, anche se tale soluzione implicherebbe un corrispondente aumento delle spese dell'esecuzione; altrimenti, l'ufficiale giudiziario potrebbe essere coadiuvato dal creditore istante per le riprese fotografiche o audiovisive nel corso delle operazioni di pignoramento, con riferimento alla facoltà prevista dall'articolo 165 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, norma secondo cui il creditore, a sue spese, può partecipare alle operazioni di pignoramento mobiliare con l'assistenza o a mezzo di difensore o di un esperto. Tali soluzioni operative consentono quindi al creditore di espletare in modo compiuto la procedura esecutiva da lui iniziata.
Infine, si rappresenta che, pur non essendo allo studio iniziative normative volte ad intervenire sulla disciplina in argomento, non si esclude di valutare l'opportunità di dare impulso al competente ufficio legislativo per interventi in tale materia.
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PAGINA: 0002 ALFREDO BAZOLI (PD) (Vedi RS). Si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta, sollecitando una riflessione su procedure alternative, anche più economiche, a tutela delle corrette operazioni di pignoramento.
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PAGINA: 0006 ALFREDO BAZOLI. Signor Presidente, io sono solo parzialmente soddisfatto, nel senso che io credo che il problema della tutela del credito sia uno dei problemi principali del funzionamento della giustizia nel nostro Paese, come sa il Viceministro, che fa la mia stessa professione di avvocato, e ovviamente nei problemi che riguardano la tutela del credito in Italia ci stanno sia le lungaggini del tempo per avere un titolo esecutivo, sia le lungaggini delle procedure, per poi far eseguire il titolo esecutivo, quindi per le esecuzioni e i pignoramenti.
A me pare che in questa vicenda, che ho sottoposto all'attenzione del Ministero, ci sia uno di questi nodi, perché qui è previsto, in maniera molto opportuna, come ricordava il Viceministro, che il pignoramento si esegua attraverso la rappresentazione fotografica dei beni, che è una modalità che consente la certezza, diciamo, per il creditore, dei beni pignorati, evita che i beni vengano sottratti medio tempore, come a volte capita, e quindi garantisce la certezza del procedimento esecutivo.
Però qui c’è questo problema, questo nodo su chi fa queste operazioni di ripresa fotografica. Il Viceministro dice che le due modalità sostanzialmente che vengono ritenute @pagina=0007@opportune per fare questa rappresentazione sono l'utilizzo di un ausiliario da parte dell'ufficiale giudiziario o l'intervento del creditore, che a sue spese fa queste fotografie, però mi pare che siano modalità, entrambe, che non garantiscano la celerità e l'economicità dello svolgimento della funzione della procedura, perché sono due modalità – e non sempre ovviamente l'ufficiale giudiziario è in grado di dotarsi di un ausiliario, e non sempre il creditore è in grado di recarsi ad operazioni di pignoramento, e quindi presenziare alle operazioni di pignoramento – che non garantiscono il risultato, in assenza delle quali, allora, il rischio è che si debba sempre chiedere un incidente della procedura esecutiva e andare dal giudice, il quale andrà a stabilire le modalità per l'affidamento dell'incarico all'ausiliario e così via. Questo comporta un allungamento dei tempi della procedura esecutiva ed anche un aumento dei costi.
Allora, secondo me – e io insisto su questo – sarebbe molto opportuno, invece, che si desse l'incarico diretto all'ufficiale giudiziario di fare le operazioni di ripresa fotografica dei beni pignorati, perché questo snellirebbe la procedura, eviterebbe lungaggini e probabilmente garantirebbe anche costi più bassi. Infatti, se si incarica un ausiliario, che è un fotografo, avrà dei costi da professionista; se si incarica un ufficiale giudiziario, invece, si può immaginare un rimborso forfettario che non è a carico dello Stato, ma che deve essere a carico ovviamente del debitore pignorato, quindi con costi che poi vengono sostenuti dal debitore pignorato.
Per cui io credo che su questo occorra un supplemento di riflessione da parte del Ministero perché il rischio è che qui si collochi un altro di quei nodi che comportano l'allungamento dei tempi per la tutela del credito, che è una delle grandi questioni che riguardano, come dire, il gap di competitività nel nostro Paese, incapace di attrarre investimenti anche per il malfunzionamento della giustizia civile.
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PAGINA: 0003 La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 16,05.
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PAGINA: 0003 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)
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PAGINA: 0007 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
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PAGINA: 0003 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0007 Missioni.
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PAGINA: 0003 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono ottantasei.
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PAGINA: 0007 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Balduzzi, Brambilla, Capezzone, D'Ambrosio, Damiano, Antonio Martino e Andrea Romano sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0003 Seguito della discussione del disegno di legge S. 1417, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 52 del 2014: Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (approvato dal Senato) (A.C. 2325). (Vedi RS)
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PAGINA: 0007 Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1417 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Approvato dal Senato) (A.C. 2325) (ore 16,05).
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PAGINA: 0003 (Esame dell'articolo unico) (Vedi RS)
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PAGINA: 0008 (Esame dell'articolo unico – A.C. 2325)
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PAGINA: 0004 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Presidenza non ritiene ammissibile l'articolo aggiuntivo Rondini 1.0200.
Comunica che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, fermo restando l'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare: i gruppi MoVimento Cinque Stelle e Lega Nord e Autonomie sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
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PAGINA: 0008 PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2325), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2325).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo approvato dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2325).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Rondini 1.0200, in quanto volto ad intervenire in materia di norme generali sui dipartimenti di salute mentale, sui principi di cura delle malattie mentali e sulle prescrizioni psichiatriche obbligatorie, nonché sugli accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori, laddove invece il provvedimento si limita a dettare disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2325).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, i gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere delle Commissioni.
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PAGINA: 0004 EDOARDO PATRIARCA (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Invita al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, esprimendo altrimenti parere contrario.
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PAGINA: 0008 EDOARDO PATRIARCA, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative.
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PAGINA: 0004 MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Esprime il parere di propria competenza.
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PAGINA: 0008 MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo naturalmente il parere solo sugli emendamenti segnalati.
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PAGINA: 0004 VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute (Vedi RS). Esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.
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PAGINA: 0010 VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, onorevoli deputati, il parere del Governo sugli emendamenti è contrario.
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PAGINA: 0005 La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,30.
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PAGINA: 0005 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle proposte emendative ritirate dai presentatori.
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PAGINA: 0010 PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto, per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta fino alle 16,25.
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PAGINA: 0005 Intervengono sul testo alternativo del relatore di minoranza Rondini i deputati MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS), PAOLO GRIMOLDI (LNA) (Vedi RS), NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS), EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS) e FILIPPO BUSIN (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0010 MARCO RONDINI. È evidente che prevedere un'altra proroga, di cui sin da oggi si può prevedere il fallimento, ossia quella al 31 marzo 2015, appare a noi un esercizio legislativo del tutto inutile. È solamente... PAGINA: 0011 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io vorrei rimarcare all'Aula l'importanza di questo testo alternativo, in particolar modo per quanto riguarda il comma 4, in quanto il testo presentato dall'onorevole Rondini specifica che, oltre al processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, questo deve essere coordinato con una più ampia riforma dei principi fondamentali della disciplina vigente in materia di accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori e di cura delle patologie psichiatriche.
Dico questo perché purtroppo, in questi anni, abbiamo visto delle scelte legislative non basate sulle reali necessità delle persone con malattie psichiatriche, ma anche delle famiglie che hanno all'interno persone con malattie psichiatriche, ma basate principalmente su un'ideologia che non è andata ad affrontare e risolvere il problema. Infatti, Presidente – concludo – riteniamo che il medico debba avere tutti gli strumenti scientifici a disposizione per poter approntare la migliore cura e tutela del paziente e delle famiglie del paziente stesso. Pensare di continuare a muoverci... PAGINA: 0012 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, devo dire che è molto difficile andare avanti così con i lavori, non riesco a sentire neanche quello che hanno detto i colleghi prima di me, quindi faccio fatica. Non ho compreso bene, insomma, qual è stata l'illustrazione dei colleghi della Lega, prima.
Questo decreto, che è nato in Commissione, male, tre settimane fa, non è stato possibile approfondirlo adeguatamente né fare obiezioni. In un giorno, in una mezza giornata, l'esame si è concluso, in attesa di portarlo in Aula, poi ci sono state le elezioni di mezzo e in Aula è arrivato oggi. Quindi c'era tutto il tempo di modificarlo, di approfondire, di permettere ai commissari di entrare nel merito del provvedimento, ma non è stato voluto. Tutti gli emendamenti hanno avuto parere negativo da parte sia del Governo che del relatore per la maggioranza e questo ci fa capire che comunque non c’è alcuna intenzione di entrare nel merito del provvedimento.
Il testo alternativo presentato dai colleghi della Lega riporta più o meno le problematiche affrontate qui in Commissione, ossia che questo provvedimento, che è nato semplicemente per stabilire una proroga alla chiusura degli OPG, firmato anche con rammarico da parte del Presidente della Repubblica, prevede una proroga che è a tutti gli effetti inattuabile e inapplicabile, perché siamo già a giugno e prevedere che in dieci mesi le regioni riescano a costruire delle strutture adatte, o comunque che gli ospedali psichiatrici giudiziari vengano chiusi entro il 31 marzo 2015, è assolutamente una cosa impossibile, a meno che non ci siano regioni – ce n’è qualcuna – che hanno già provveduto a fare l'appalto, a mettere a gara e che le strutture siano già in costruzione. Allora posso crederci che in dieci mesi la questione sia risolta, ma le regioni stesse, in una Conferenza di qualche giorno prima dell'uscita di questo decreto, ci hanno fatto sapere che il tempo per loro necessario – proprio il tempo materiale tra fare la gara d'appalto e mettere in gara e costruire le strutture – ha un orizzonte di tre anni, nel 2017. Quindi io presumo, con molto rammarico, che tra un anno ci ritroveremo esattamente in questa situazione, a votare un'altra proroga, se non con un decreto ad hoc perlomeno nel «milleproroghe»; e questa, signor Presidente, è già una sconfitta per il nostro Paese, perché se è vero che questi sono posti incivili, sono luoghi in cui in un Paese normale non è possibile tenere dei detenuti che, soprattutto in questo caso particolare, hanno anche delle patologie particolari, arrivare oggi alla terza proroga è già un fallimento.
Rientra nella nostra funzione di opposizione far sì che si faccia tutto il possibile in questo anno affinché la situazione di questi detenuti malati abbia una soluzione, ma promettere oggi la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari è un falso, un falso che diciamo anche a tutti i cittadini. Il testo alternativo della Lega ripropone esattamente quello che ci chiedono le regioni, cioè posticipare di tre anni, al 2017. Il provvedimento è pieno di altri spunti e di altre iniziative da parte del Governo, ma anche da parte delle regioni, per far sì che gli ospedali psichiatrici giudiziari si svuotino il più possibile e che il territorio prenda per quanto di competenza quanti più malati possibile in carico, però la chiusura assolutamente non è contemplata.
Il testo alternativo della Lega ci pare abbastanza equilibrato in quanto posticipa, ma prevede comunque che nelle regioni che sono inadempienti da qui ai prossimi due anni il Governo provveda in via sostitutiva. Tra l'altro, si tratta di un provvedimento già inserito in questo decreto ma che è anticipato a sei mesi, e sei @pagina=0013@mesi vuol dire che le regioni che sono inadempienti a dicembre verranno commissariate.
Ecco, noi questa scelta del Governo non la capiamo, perché, se da qui a sei mesi comunque una soluzione non c’è – e sappiamo che non c’è –, tanto vale commissariare immediatamente e prendere in mano la situazione da parte del Governo, visto che si sta parlando semplicemente di mille persone, non di una platea di 60-100 mila persone, come i detenuti comuni.
Sono mille persone e, se questo Stato non è in grado di prendersi il carico di mille persone malate, allora forse aveva ragione il Presidente della Repubblica nel 2012 a dire che forse questo non è un Paese civile se continuiamo a tenere i detenuti qui, chiusi dentro gli OPG (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0013 PAOLO GRIMOLDI. Signora Presidente, a me pare che qui ci sia uno scaricabarile da parte dello Stato sulle regioni perché si chiede alle regioni di istituire queste strutture, ma non gli si dà assolutamente gli strumenti per far fronte alla problematica.
Pensiamo, per esempio, al profilo della sicurezza: se chi ha dei problemi mentali e ha commesso magari anche dei reati efferati – prendiamo l'esempio di Kabobo – viene messo in una di queste strutture, dove non vi è la presenza di agenti di sicurezza, di Polizia e di Carabinieri perché lo Stato se ne lava le mani e non dà alle regioni, tra l'altro, la competenza per poter pensare alla sicurezza, se persone di questo tipo si trovano in un centro, pensate cosa possono fare all'interno del centro mettendo in pericolo se stessi, il personale che vi lavora e magari, uscendo dal centro, anche i normali cittadini che non hanno nessuna garanzia di essere protetti da persone che sono mentalmente pericolose. PAGINA: 0013 NICOLA MOLTENI. Presidente, ovviamente un minuto di tempo non è e non sarà sufficiente a spiegare le ragioni per le quali la Lega presenta questo testo alternativo. Ovviamente nel corso del dibattito cercheremo di motivare, richiamando anche i presupposti che nel 2011 portarono all'approvazione, all'interno di un decreto «svuota-carceri», della norma, voluta tra l'altro all'epoca dall'attuale sindaco di Roma, Marino, sulla chiusura degli ex OPG. Allora, come oggi, io intervenivo su quel tema e facevo presente alla maggioranza di allora, che è anche la maggioranza attuale, che il termine previsto era un termine che non sarebbe stato ottemperato. Il termine non è stato ottemperato e, dopo due anni, siamo ancora qui a chiedere una proroga. PAGINA: 0013 MATTEO BRAGANTINI. Presidente, noi abbiamo presentato questo testo per molti motivi che, durante la giornata di oggi, di domani e di venerdì, illustreremo nel dettaglio. Noi riteniamo, intanto, che questa proroga sia una presa in giro: non si può stabilire una proroga così breve se si vuole fare un ragionamento complessivo. Se si vogliono fare degli adeguamenti di strutture esistenti con appalti che hanno rilevanza anche europea esistono delle spese, e dunque riteniamo che sarebbe più serio, per quanto riguarda il Governo, prevedere un tempo congruo per ragionare e per risolvere questo problema.
In fondo, non nascondiamoci: quando sono stati chiusi i manicomi, con la legge n. 180, si è tentato di risolvere una situazione di disagio molto pesante anche dal punto di vista fisico. Per carità, siamo i primi a riconoscere che quelle non erano le strutture più adeguate per trattare persone che hanno dei problemi, ma non è stata una soluzione giusta perché si è @pagina=0014@scaricato tutto direttamente sulle famiglie, e riteniamo che questo non sia accettabile. PAGINA: 0014 STEFANO BORGHESI. Signora Presidente, come hanno detto poc'anzi i miei colleghi, avremo modo di spiegare nel prosieguo della trattazione di questo provvedimento i vari motivi che ci vedono contrari a questa proroga e i vari motivi per i quali il nostro collega Rondini ha presentato questo testo alternativo come relatore di minoranza.
Io vorrei sottolineare soprattutto un aspetto, ossia quello contenuto nel punto 4 di questo testo alternativo, in cui viene esplicitamente scritto che il processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari deve essere coordinato con una più ampia riforma dei principi fondamentali della disciplina vigente in materia di accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori e di cura delle patologie psichiatriche... PAGINA: 0014 EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, io ritengo che ancora una volta siamo di fronte ad un esempio di distorsione del concetto di federalismo e di decentramento dei poteri che vorremmo dare agli enti locali e alle regioni in particolare. Infatti, anche con questa norma, non questa proposta, anziché dare i veri poteri e fare in modo che il cittadino sia vicino alle decisioni che lo riguardano direttamente, si scaricano dei costi e soprattutto delle inefficienze che questo Stato ha, salvo poi introdurre ancora una volta nel dispositivo la formuletta: salvo che, se non interviene la regione, interverrà direttamente lo Stato. Allora, che cos’è questa se non, ancora una volta, la possibilità di introdurre una proroga per continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto e a non risolvere invece uno degli aspetti più importanti, una delle funzioni più importanti che lo Stato ha e che deve continuare ad avere in una materia così delicata come quella che stiamo trattando ? PAGINA: 0014 FILIPPO BUSIN. Presidente, intervengo per ribadire la nostra contrarietà ad affrontare un tema così complesso e di così vitale importanza, non solo per i malati e le loro famiglie, ma anche per la sicurezza, per gli evidenti risvolti che ha sulla sicurezza, in un modo così confuso, con continue proroghe, quando invece esso richiederebbe un intervento più organico e che interessi più aspetti sia della società civile sia degli istituti che vengono toccati da questo tipo di problema.
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PAGINA: 0005 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.
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PAGINA: 0014 PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Rondini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0006 Interviene sull'emendamento Cecconi 1.71 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0015 ANDREA CECCONI. Presidente, quello che noi non siamo riusciti a capire in tutto il lavoro che si è fatto su questo decreto – e devo dire che più che un lavoro difficile è stato quasi un lavoro inutile – in Commissione è perché la maggioranza e il Governo si ostinano, anzi si sono ostinati – perché ormai i tempi non ce lo permettono più, evidentemente – a non volere entrare nel merito e modificare, anche leggermente, questo provvedimento che ci è arrivato dal Senato, ed è quindi arrivato qui in Aula blindato ed uscirà blindato, pur sapendo e pur riconoscendo che ci sono delle difficoltà.
Difficoltà riconosciute anche dalle associazioni di categoria, sia dei medici sia dei pazienti, che, da una parte, hanno sicuramente sostenuto il provvedimento, perché – è inutile negarlo – ci sono dei provvedimenti che vanno a favore, perlomeno, dei malati e dei detenuti, ma, nel complesso, è un decreto lacunoso, pieno di vuoti.
Ci chiediamo, soprattutto, se riteniamo gli ospedali psichiatrici giudiziari delle strutture da chiudere immediatamente (e sappiamo benissimo – qui dentro lo sappiamo tutti – che immediatamente non verranno chiusi, ma non verranno chiusi neanche in 10 mesi), perché non si provvede almeno a posticipare il termine e fare di tutto perché i detenuti o i malati abbiano una situazione dignitosa, o comunque migliore dello stato attuale, o perché il Governo non commissaria tutto immediatamente.
Con questo emendamento chiediamo semplicemente che il Governo si muova in anticipo rispetto a quanto previsto dal decreto, che commissari entro fine mese tutte quelle regioni che già a fine mese non sono in grado di permettere l'apertura delle nuove strutture e la chiusura degli OPG. Perché aspettare sei mesi e accorgerci fra sei mesi che le regioni non saranno in grado ? Prevediamo la scadenza, affinché il Governo valuti l'adempimento delle varie regioni, entro 30 giorni; dopodiché, se, in questi 30 giorni il Governo si rende conto che le regioni sono inadempienti, allora commissari e provveda in via sostitutiva, come è già previsto dal decreto, ma non aspettiamo sei mesi, non aspettiamo il 2015 per renderci conto che mancano tre mesi e il Governo non può farci più nulla, e poi ci ritroviamo questo argomento nel «milleproroghe» o in un nuovo decreto e ricominciamo tutto da capo.
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PAGINA: 0006 Intervengono sull'emendamento Molteni 1.250 i deputati NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0016 NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo, tra l'altro, sottoscrivendo le osservazioni che sono state fatte poc'anzi dal collega Cecconi, in merito al dibattito che si è svolto su questo decreto-legge. Già nell'intervento precedente cercavo di far presente a questa maggioranza e al Parlamento stesso, che un po’ distrattamente sta affrontando questo provvedimento, che stiamo discutendo di un decreto, e quindi di una norma relativa alla chiusura degli ex OPG, che venne inserita circa due anni e mezzo fa in un altro decreto-legge dell'allora ex Ministro della giustizia Severino inerente al problema delle carceri.
Fu palese all'epoca, ed è altrettanto evidente oggi, come la forzatura operata nel 2011 stia dimostrando di essere stata una forzatura che ha prodotto la necessità di proporre, tanto l'anno scorso quanto quest'anno, delle proroghe alla sostituzione degli ex OPG con nuove strutture sanitarie denominate REMS, la cui competenza è stata attribuita alle regioni. Fu evidente all'epoca a proposito della sostituzione di queste strutture ospedaliere.
Vogliamo ricordare che, all'interno degli ex OPG, vi sono soggetti che hanno evidenti e conclamati problemi mentali, infermi e seminfermi, ma costoro sono soggetti che hanno commesso reati di particolare gravità sociale, reati per i quali la pericolosità sociale è una caratteristica e una peculiarità fondamentale. Dicemmo all'epoca che il termine di un anno, per addivenire alla sostituzione di queste strutture e al trasferimento di competenze agli enti locali, era assolutamente insufficiente. Fu sordo all'epoca il Parlamento, fu sordo un anno fa il Parlamento, quando ancora era insediato il Presidente Monti, non ancora insediato il Presidente Letta, il Parlamento venne richiamato all'ennesima proroga. Il Parlamento votò l'ennesima proroga e oggi, a due anni di distanza da quel decreto-legge, il Parlamento viene nuovamente chiamato a votare la proroga di un anno perché, da un lato, lo Stato, l'ente Stato, ha, in ritardo, adempiuto i propri oneri, dall'altro lato, le regioni non sono state in grado di sostituire questo strutture.
L'emendamento della Lega, che è condiviso anche da altre forze politiche di opposizione, chiede l'affermazione di un principio di buon senso: tutti sanno...e tutti stiamo partendo dall'ente recettore, ovvero dalle regioni. Tutti siamo assolutamente consapevoli del fatto che, entro il 31 marzo 2015, queste strutture nuove, o adeguando ospedali già esistenti, non potranno essere adibite all'accoglimento e all'accoglienza di coloro i quali sono collocati all'interno degli ex OPG. Tutti sanno che il termine di un anno non potrà essere rispettato, ma tutti, eccezion fatta per coloro i quali stanno presentando gli emendamenti, tra cui la Lega, che chiedono uno slittamento di tempo, un termine congruo per poter realizzare strutture idonee e adeguate nel rispetto di tutti i criteri di funzionalità delle strutture stesse, consentendo a coloro i quali dovranno operare all'interno di questa strutture di poter svolgere i corsi di formazione necessari... PAGINA: 0016 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, penso che questo dell'onorevole @pagina=0017@Molteni sia un emendamento di buon senso e di chiarezza anche normativa. Noi stiamo andando avanti con una serie di proroghe che però non raggiungono mai una certezza, soprattutto verso quegli enti locali, ovvero le regioni, che devono attuare la riforma. È chiaro che noi siamo contrari al provvedimento in sé, ma perlomeno, se la maggioranza ha intenzione di portarlo avanti, lo faccia nel migliore dei modi, dando certezza, chiarezza ed anche dei tempi consoni perché ciò possa avvenire. Altrimenti noi stiamo votando l'ennesima legge che non potrà tecnicamente essere attuata.
Dunque, chiediamo questo senso di responsabilità da parte della maggioranza finalmente facendo vedere che il Parlamento non legifera tanto per legiferare, ma legifera perché le norme possano essere attuate. PAGINA: 0017 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, con riferimento all'emendamento delle Lega, oltre ad aver ribadito più volte che è di buonsenso, vorrei ricordare anche agli esponenti del Governo che anche in Commissione hanno detto palesemente che, in dieci mesi, un anno, gli ospedali psichiatrici giudiziari non verranno chiusi. Allora, mi chiedo che genere di esercizio stiamo facendo quest'oggi, perché già sappiamo che non sarà così. Stiamo facendo una legge, non una relazione o un'osservazione.
Facciamo una legge, ma sappiamo che sarà falso, perché, fra un anno, gli ospedali psichiatrici non chiuderanno. Allora, forse un po’ meno di ipocrisia e una mossa veloce il Governo la poteva fare in queste settimane, ma non ha voluto. Però, è evidente che una soluzione la dobbiamo trovare, perché, francamente, ritrovarmi fra un anno qui a discutere ancora di questa identica cosa, sapendo bene che oggi sarà così, mi pare sia una perdita di tempo anche nei confronti di tutti i colleghi dell'Aula e del Paese.
Ripeto, sono solo mille soggetti, cinquecento ogni anno entrano ed escono. Non sono strutture stabili in cui ci sono mille persone che sono totalmente, tutte e mille, socialmente pericolose: sono calcolati dalle associazioni di categoria in 100-200 i soggetti che necessitano delle strutture specifiche o speciali.
E ricordo anche che al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, un anno fa, quando si votò l'ulteriore proroga fino a quest'anno, erano già pronti, avevano già istituito dei reparti all'interno dei penitenziari ordinari per ricevere quella mole di detenuti, molto piccola, all'interno di strutture nuove, o comunque ristrutturate, perché all'interno delle carceri c’è comunque l'assistenza sanitaria, va lo psichiatra, esattamente come negli OPG, ma con un numero di pazienti psichiatrici molto, ma molto inferiore. E, quindi, saremmo riusciti già ad avere le strutture praticamente scariche, distribuendo sul territorio molte di queste persone, perché i DSM sono già pronti a farsi carico di questo numero di persone. Ma fare ciò in un atto normativo mi sembra molto poco serio da parte di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0017 MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, ovviamente si tratta di un emendamento totalmente di buon senso. In questo caso, si chiede semplicemente di dare una proroga congrua, non di prevedere una proroga di neanche un anno, già sapendo in partenza che, fra un anno, dovremo ritrovarci qui per proporre un'ulteriore proroga dal momento che i tempi non saranno rispettati. Dunque, non si vede e non si capisce il perché di questo lavorare, che è un lavorare assurdo, che si è fatto per troppi anni. Forse capisco perché adesso si dice: «Se non si mette un termine, gli enti locali, le regioni e via dicendo non si danno da fare e non si muovono», perché in Italia si è sempre @pagina=0018@stati abituati al fatto che, tanto, dopo, arriverà la proroga, dunque c’è tempo.
Ma non è così che si lavora. Si dovrebbe prevedere un termine limite, punto; non già partire con il presupposto che, tanto, fra un anno, ci ritroveremo di nuovo in Aula, faremo perdere tempo ai funzionari e ai deputati e chiederemo un altro anno di proroga. PAGINA: 0018 EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, sempre per rimanere in tema di distorsione del concetto di federalismo e di decentramento, al quale è collegato, secondo la scienza politica, anche il principio di sussidiarietà, noi dobbiamo registrare che sono le stesse regioni che chiedono di avere un tempo maggiore, qualora si decida di procedere in questa direzione, per potersi adeguare.
Quindi, se ci ritroveremo qui nuovamente a parlare dello stesso argomento tra un anno oppure registreremo, magari tra un anno, che, in alcune regioni, come sempre, i compiti, anche se amari e gravosi, verranno adempiuti mentre non saranno assolti in altre, lo Stato dovrà intervenire solo per alcune regioni, accollandosi un costo generale che riuscirà a scaricare sui soliti polentoni. Infatti, immagino che il Veneto, terra dalla quale provengo, dovrà adeguarsi, perché lì, sì, ci sarà la lente di ingrandimento, magari anche da parte dei grandi moralisti che hanno vinto le scorse elezioni e che diranno: «Non ti sei adeguato a questo...», però poi non useranno sempre lo stesso peso per andare a sanare, invece, perché costretti, da qui ad un anno, le situazioni delle regioni che non si saranno adeguate.
Quindi, accettare questo emendamento credo sia di buon senso, soprattutto in funzione di quel principio di sussidiarietà che deve tenere...
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PAGINA: 0007 Intervengono sull'emendamento Dall'Osso 1.73 i deputati NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS), MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS), EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS) e MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0018 NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, l'emendamento del collega Dall'Osso ripercorre l'emendamento precedente, sempre in materia di proroga. Adesso io chiedo una cortesia, ovviamente attraverso il dibattito parlamentare: a me e a noi piacerebbe che qualcuno della maggioranza o qualcuno del Governo rispondesse alle nostre sollecitazioni.
Noi, e anche gli enti locali che sono chiamati ad adempiere ed hanno la responsabilità della realizzazione di queste nuove strutture, siamo assolutamente consapevoli e convinti che la proroga di un anno, anzi di dieci mesi, è assolutamente insufficiente per poter realizzare queste strutture. Ci piacerebbe, quindi, che dalla maggioranza o dal Governo intervenisse qualcuno per confutare la nostra posizione, @pagina=0019@perché credo che questo vada non solo nell'interesse di chi sta votando e di chi ci sta ascoltando e degli enti regionali attuatori di questa normativa, ma anche e soprattutto nell'interesse di coloro i quali oggi sono collocati all'interno degli ex OPG, che dovrebbero poi essere spostati all'interno di queste strutture.
Credo che la decretazione d'urgenza sull'emergenza, o meglio la decretazione d'urgenza su una proroga, sia una follia che non ha alcun senso. Sarebbe veramente interessante, quindi, non per perdere tempo, ma per arricchire il dibattito e per far capire a noi, poveri cristi dell'opposizione, che la proroga di un anno ha senso, cosa che non è così, che qualcuno della maggioranza intervenisse quantomeno per motivare il fatto che dieci mesi sono un lasso di tempo sufficiente.
Che qualcuno ci venisse a spiegare, visto che queste strutture non sono state ancora realizzate, che queste strutture non sono state ancora implementate, che i soldi che sono stati trasferiti non sono stati ancora spesi, che gli appalti non sono ancora stati fatti, che i piani e i programmi possono ancora essere modificati e non sono ancora stati comunicati al Ministero. Quindi, siamo ancora all'inizio di questa procedura. Chiunque è in grado di capire, con un minimo di riflessione asettica da un punto di vista politico, che dieci mesi di tempo non sono assolutamente sufficienti né tantomeno necessari per poter arrivare alla realizzazione di queste strutture.
Siamo in Parlamento, è il luogo deputato al dibattito parlamentare, e chiediamo a qualcuno della maggioranza che porti una motivazione che è una a suffragio della proroga di un anno. Al contrario, ovviamente, c’è la proposta nostra e del collega Dall'Osso per ampliare la proroga al 2017, disponibili anche ad anticiparla al 2016 se da parte della maggioranza si ritiene che i nostri emendamenti, spostando il termine al di là del tempo, possano avere una funzione dilatoria che, ovviamente, non hanno. Ma noi siamo assolutamente convinti che dieci mesi di tempo sia un lasso di tempo assolutamente insufficiente per portare a regime e a compimento una normativa inserita in un decreto-legge che l'attuale maggioranza due anni fa votò. PAGINA: 0019 MARCO RONDINI. Signor Presidente, come giustamente ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto, è una proposta di buon senso. I colleghi qui presenti magari a rappresentare il Partito Democratico, che hanno magari alcuni esponenti tra i presidenti delle regioni, dovrebbero spiegarci come mai non sono in grado di assecondare le richieste che sono arrivate dalle regioni e che sono state, tra l'altro, depositate attraverso una memoria al Senato, quando lì sono andati i rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome in audizione. Ebbene loro ricordavano ai legislatori che magari fanno parte della stessa parte politica, a legislatori forse distratti, che intanto è evidente che la chiusura degli OPG diverrà definitiva solo quando tutte le regioni, le pubbliche amministrazioni avranno pronte le strutture. I tempi, quindi, vanno calcolati avendo a riferimento l'ultima regione e non la prima. Inoltre, chiedevano un tempo congruo per poter andare a realizzare queste strutture che dovrebbero sostituire gli OPG, fermo restando che, secondo noi, ... PAGINA: 0020 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, visti i numerosi interventi sull'emendamento precedente Dall'Osso 1.73 e immagino anche sull'emendamento Molteni 1.78 che andremo a discutere, io chiederei al Governo di alzarsi in Aula e dare garanzia, se vuole approvare questo decreto-legge e se pensa che sia un decreto giusto e che possa funzionare; si alzi, dunque, in Aula e dia la garanzia. Evidentemente avrà parlato con le regioni, dica dunque che, entro i termini previsti dal decreto-legge, sicuramente avverrà quanto previsto dalla norma. Se così non fosse ed ho dei dubbi che sia così, sentendo le regioni, chiediamo semplicemente un po’ di buon senso a maggioranza e Governo, che prendano atto che i tempi necessari non sono quelli previsti dal decreto-legge e perlomeno si vada ad approvare un emendamento che, ripeto, è trasversale, delle forze di opposizione e assolutamente di buon senso. PAGINA: 0020 STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, per ribadire la nostra contrarietà a questo modello di proroga soprattutto per quanto riguarda la tempistica che riteniamo essere assolutamente non congrua a quelle che sono le esigenze che si stanno verificando. Sottolineo anche che questa è una materia assolutamente delicata; una materia che non può essere trattata con così tanta leggerezza. Quindi, a nostro modo di vedere, servirebbe che il Governo fosse molto più attento a tematiche come questa prima di normare una proroga di questo genere senza una previa verifica con i territori, con le regioni, con gli enti locali su quali sono effettivamente i tempi idonei per arrivare al superamento degli OPG. Per questo sottolineiamo la nostra contrarietà: alla luce anche di questo emendamento vogliamo sottolineare la nostra opposizione. PAGINA: 0020 EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, sottoscrivo l'iniziativa e la richiesta del mio collega onorevole Fedriga e rinnovo l'invito al Governo a dare la tranquillità che giustamente quest'Aula deve avere, a dirci che sarà l'anno prossimo, come è vostra intenzione che sia, e, quindi, che tutto ciò che voi avete previsto venga realizzato entro l'anno prossimo, verrà mantenuto da parte delle regioni e non ci sarà bisogno di ritornare su questo punto perché questa è l'unica risposta che noi saremo in grado di accettare, altrimenti rimaniamo nella nostra convinzione. PAGINA: 0020 MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, per ribadire il concetto della assurdità di queste leggi che si sanno già che dovranno essere prorogate in queste tempistiche. Cominciamo veramente lavorare con un po’ più di buonsenso oppure all'europea, alla tedesca tanto che il PD è molto vicino ai tedeschi.
Dunque, cominciamo a mettere dei limiti seri, veri, dei limiti che non si sa già che dovranno essere prorogati, perché così non servono assolutamente a niente, non è un segnale di coerenza, non è un segnale di serietà. Mettiamo un po’ di ordine, mettiamoci a lavorare veramente bene e cominciamo a far sì che ci sia la possibilità che nel mondo si riconosca che anche in Italia si sono messe delle regole, e non invece che in Italia ci sono delle regole in ordine alle quali, poi, si trova subito l'inganno.
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PAGINA: 0007 Interviene sull'emendamento Baroni 1.8 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0021 ANDREA CECCONI. Signora Presidente, con questo emendamento si chiede di andare ad eliminare una modifica che era stata inserita al Senato che, praticamente, costringe il magistrato, nel momento in cui fa il riesame del detenuto, a non considerare la sua condizione sociale e familiare in merito alla pericolosità sociale.
Dal punto di vista formale può essere, anche, una scelta giusta quella fatta dal Senato, perché è evidente che una persona che oltre ad essere malata, e quindi già debole, è anche svantaggiata economicamente, e quindi non ha una famiglia, non ha un domicilio, evidentemente dovrebbe essere più tutelata da parte dello Stato e anche da parte della giustizia; però, vorrei porre all'Assemblea una visione differente di questo periodo, perché noi, in questo periodo storico, andiamo ad individuare i pazienti in una visione olistica, cioè in una visione in cui il paziente non va considerato solo per la malattia che ha, ma per un insieme di vita, di cultura, di lavoro, di inserimento sociale, in quanto si deve dare allo stesso non una terapia mirata solo alla patologia, ma una cura generale per tutto il corpo, per tutta la persona.
Evidentemente, anche l'Associazione nazionale magistrati solleva qualche dubbio da questo punto di vista, perché la pericolosità sociale, ovviamente, non può essere legata semplicemente alle condizioni di vita o familiari del soggetto, però, che incida sulla persona il non avere una famiglia, non avere un domicilio, questo certamente è un dato ineludibile; costringere @pagina=0022@i magistrati a non tenerne conto, evidentemente, gli pone qualche problema.
Anche perché, è vero che noi stiamo cercando con questo decreto-legge di fare uscire i detenuti dagli OPG quanto più possibile, anche se gli OPG ancora non sono chiusi, e quindi di costringere i dipartimenti di salute mentale, la sanità territoriale a riceverli nel momento in cui questi non hanno più una pericolosità sociale, però è anche vero che siamo in un frangente in cui noi stiamo facendo una proroga e siamo perfettamente a conoscenza che le strutture di ricevimento ancora non sono adeguatamente costruite e che i DSM potrebbero essere in difficoltà. Siccome il magistrato non tiene conto di questo particolare, alcuni territori potrebbero trovarsi in una situazione difficile; soprattutto mi riferisco anche ai medici, agli psichiatri che dovrebbero prendere in carico questi soggetti, e quindi assumersene anche una responsabilità dal punto di vista legale, senza avere al contempo un supporto né sociale né familiare.
Quindi, dal punto di vista formale l'emendamento inserito al Senato aveva sicuramente uno scopo nobile, però è evidente che potrebbe e dovrebbe essere approfondito diversamente per consentire comunque ai magistrati di fare una valutazione più completa del soggetto e non costringerli, perché in questo caso noi li costringiamo, a non prendere in considerazione alcuni parametri di vita di questo soggetto.
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PAGINA: 0007 Intervengono sull'emendamento Molteni 1.80 i deputati NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS), STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS), ROBERTO CAON (LNA) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0022 NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, nell'emendamento della Lega, rispetto al testo che è stato votato al Senato dal Partito Democratico e dal Governo, risiede tutta la cifra della differenza politica che c’è tra la Lega, da un lato, e la maggioranza, dall'altro lato; cioè la differenza di quanto per la Lega la sicurezza, in modo particolare la sicurezza dei cittadini, sia una priorità rispetto a quanto per il Partito Democratico, il Governo e la maggioranza, invece, la sicurezza dei cittadini sia un elemento accessorio se non addirittura secondario. Perché ? Perché con il testo che voi avete approvato al Senato, che noi ovviamente, con l'emendamento, vogliamo sopprimere, non solo concedete una proroga di un anno (proroga assolutamente insufficiente per adempiere alla possibilità che le regioni possano realizzare queste strutture), ma andate anche a toccare le misure di sicurezza, che sono ancorate ad un principio giuridico sacrosanto, che è quello della pericolosità sociale del soggetto.
Con l'emendamento chiediamo di sopprimere questa parte del decreto. Voi sostanzialmente sostenete che, laddove vi sia l'applicazione di una misura di sicurezza, quindi laddove vi sia la pericolosità sociale del soggetto, l'applicazione della misura di sicurezza dell'ospedale psichiatrico giudiziario diventa una misura di sicurezza secondaria, se non addirittura residuale, rispetto ad altre misure di sicurezza.@pagina=0023@
Per la Lega, invece, avviene esattamente il contrario, perché un soggetto che viene messo all'interno di un ospedale psichiatrico giudiziario – lo affermiamo e lo ripetiamo – non è soltanto un soggetto con gravi problemi mentali, con una grave infermità mentale per la quale viene inserito all'interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, ma è un criminale che ha commesso reati gravissimi, che ha commesso reati di grave allarme sociale tali per cui la misura di sicurezza dell'ospedale psichiatrico giudiziario deve essere assolutamente primaria e non residuale rispetto alla valutazione di altri elementi in merito alla pericolosità sociale.
Questo emendamento è assolutamente fondamentale, è assolutamente prioritario. Chi vota l'emendamento della Lega vota per garantire la sicurezza ai cittadini. Vedremo – e lo diciamo in modo particolare ai cittadini che ci stanno ascoltando – quanti saranno i parlamentari e quali le forze politiche che, votando il nostro emendamento, dimostreranno di avere a cuore la sicurezza dei cittadini. PAGINA: 0023 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, nel mio primo intervento sul testo alternativo proposto dall'onorevole Rondini avevo proprio parlato di un'impostazione ideologica che questa maggioranza e questo Governo vogliono portare avanti e che vediamo direttamente dal parere contrario dato dal Governo e dal relatore per la maggioranza su questo emendamento, ovvero un'impostazione ideologica che non vuole rendersi conto che alcuni soggetti rappresentano un pericolo, un allarme sociale, per i nostri cittadini e per i nostri territori.
Proprio per questo l'emendamento presentato dal collega Molteni vuole mettere come misura primaria la permanenza all'interno degli OPG per garantire la sicurezza. Noi chiediamo che nelle procedure normative che vengono portate avanti da questa Camera venga data priorità ai cittadini che i reati non li hanno commessi e che, anzi, sono vittime dei reati stessi. Questo emendamento va proprio in questa direzione: prima di tutto, obiettivo principale – e concludo – è garantire la sicurezza e l'incolumità dei nostri cittadini. PAGINA: 0023 EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, posto che uno dei requisiti fondamentali e costitutivi dello Stato è la gestione della sicurezza pubblica e posto che ho appurato oggi che lo Stato ha deciso di affidare una parte della sicurezza pubblica alle regioni senza dare le risorse, appuro altresì che si decide di derogare ad una norma generale, che è quella di valutare il soggetto dichiarato infermo di mente in modo da riservargli un trattamento particolare e diverso, non caratterizzandolo per la pericolosità sociale che, proprio perché infermo di mente, dovrebbe avere, ma dandogli addirittura uno sconto.
Beh, io credo che stiamo facendo esattamente l'opposto di quello che i cittadini si aspettano che noi facciamo in quest'Aula, cioè vigilare su di loro e fare in modo che chi delinque e chi ha dei problemi venga aiutato: ma venga aiutato veramente, non facendogli uno sconto ! PAGINA: 0023 STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto che sembra davvero che a questo Governo non interessi assolutamente nulla della sicurezza dei cittadini, in quanto siamo qui in questa Camera da oltre un anno e sono stati approvati diversi decreti-legge, che noi avevamo ribattezzato anche come «svuota-carceri», che altro non hanno fatto se non peggiorare la sicurezza dei nostri cittadini.@pagina=0024@
Bene, vediamo che anche nell'approvazione di questo decreto-legge la sicurezza qui sembra un optional: quindi se davvero il decreto-legge venisse convertito così com’è scritto si produrrebbe un ulteriore danno nella nostra società, in quanto i nostri cittadini si sentirebbero ancora meno sicuri, e quindi il problema della sicurezza andrebbe ulteriormente ad aggravarsi. Quindi riteniamo questa situazione inaccettabile, e la sottolineiamo con tutte le nostre forze. PAGINA: 0024 ROBERTO CAON. Signor Presidente, è da un anno che assistiamo prima a «svuota-carceri» e adesso a «svuota-manicomi» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). È un Governo, questo, sicuramente garantista, però non garantista per quel popolo che tutti i giorni ha dei problemi con la sicurezza in questo Paese; e si vede e si sente quando si sta in mezzo al popolo, quando si raccolgono firme per certi quesiti referendari, e la gente viene là disperata e chiede maggior sicurezza per questo Paese.
Io vedo un Governo veramente molto lasco su questo, senza avere un progetto definitivo, senza avere un organigramma su quello che va a fare: fa le cose a spot, senza capire, senza sapere dove deve andare, senza dir niente, e alla fine il cittadino è quello che paga. PAGINA: 0024 MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo è un emendamento che va veramente a sanare una norma che grida vendetta. Se un delinquente ha commesso un reato, e l'ha commesso perché insano di mente, perché ha dei problemi, ovviamente dev'essere curato, ma dev'essere curato in un luogo protetto in un luogo di sicurezza, in un luogo in cui non può nuocere alla società. Perché se no, se lo mettiamo in strutture alternative senza un'adeguata protezione, potrebbe fare male a se stesso e anche agli altri !
Dunque, noi riteniamo che debbano esserci delle strutture che non devono essere delle carceri, devono essere luoghi di cura, ma devono essere sorvegliate da personale di pubblica sicurezza, che abbia i poteri di fermare queste persone. PAGINA: 0024 MARCO RONDINI. Signor Presidente, con questo emendamento noi andiamo semplicemente ad assecondare e andiamo incontro a una delle criticità che sono state avanzate anche dalle associazioni di categoria dei magistrati, dei familiari che hanno a carico malati di mente, piuttosto che dalle associazioni del personale sanitario che si confronta con questo problema ogni giorno e che ha stilato la Carta per il superamento delle logiche manicomiali; e che, quindi, di fatto è in linea con il vostro provvedimento. Ma anche loro sottolineavano questa criticità, che noi andiamo ad eliminare con il nostro emendamento.
Non si può permettere che un internato in un OPG, per il quale non sia previsto un programma terapeutico individuale, possa essere rimesso in circolazione e non trattenuto indipendentemente dalla sua pericolosità sociale all'interno ancora degli OPG. È una violazione di quello che è...
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PAGINA: 0008 Interviene sull'emendamento Lorefice 1.16 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0025 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, l'emendamento proposto dalla collega Lorefice va a correggere quanto previsto nell'ultimo periodo del primo comma, alla lettera b), perché il testo dice – è stato inserito sempre al Senato – che «non costituisce elemento idoneo a supportare il giudizio di pericolosità sociale la sola mancanza di programmi terapeutici individuali». Poi, nello stesso decreto, al comma 1-ter – sempre inserito dal Senato – si prevede che tutti i percorsi terapeutici e riabilitativi individuali debbano essere predisposti e inviati al Ministero e all'autorità giudiziaria tassativamente entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Ecco, è evidente che sia il Ministero della salute sia l'autorità giudiziaria ritengono che sapere qual è il percorso terapeutico individuale prescritto dai vari psichiatri e medici che lavorano all'interno degli OPG sia fondamentale, anche per prevedere un percorso alternativo nei territori o una eventuale scarcerazione.
Quindi, l'emendamento chiede soltanto di inserire all'interno di questo primo articolo che i percorsi terapeutici e riabilitativi debbano arrivare all'autorità giudiziaria comunque, se questa autorità fa un'udienza per vedere se il malato è socialmente pericoloso o meno. Infatti, quello che succede attualmente nei nostri tribunali è che, siccome gli psichiatri che lavorano all'interno degli OPG hanno una mole di lavoro elevata, con più di 200 detenuti e, quindi, stilare una serie di relazioni e di piani terapeutici diventa un lavoro oneroso, molto spesso i giudici si trovano davanti un detenuto senza avere il programma terapeutico; quindi, o rinviano l'udienza oppure comunque riconoscono la sua pericolosità senza avere una valutazione medica per poi rimandare l'udienza a qualche mese successivo. Invece, bisogna costringere da subito il competente servizio alla redazione di tali piani terapeutici, anche perché comunque il decreto prevede che essi arrivino entro 90 giorni, anzi, meno di 90 giorni, entro 45 giorni, quindi un mese e mezzo; allora, colmare questo gap non mi sembra una cosa impossibile.
Aspetteranno qualche giorno nei tribunali, però i programmi terapeutici, un medico che ha un paziente in una struttura da qualche anno, evidentemente è in grado di farli e di farli anche subito.
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PAGINA: 0008 Intervengono sull'emendamento Baroni 1.262 i deputati ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS) e NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0026 ANDREA CECCONI. Signora Presidente, francamente non capisco perché la V Commissione abbia espresso parere contrario perché, a mio parere, dal nostro punto di vista, non c’è un aumento dell'onere per la finanza pubblica con questo emendamento. Infatti, esso è molto articolato e va a toccare più commi e più articoli del decreto, ma va nella direzione, prima di tutto, di informare le Commissioni competenti perché all'interno del decreto non è previsto che le Commissioni competenti vengano a conoscenza né dei piani terapeutico-riabilitativi, né dei passaggi di cui il Governo ovviamente viene a conoscenza.
Quindi, si inserisce questo piccolo particolare che non è da poco; e, visto che il tema è molto discusso e che si prevede una proroga di un solo anno, che poi fallirà, almeno sapere il perché, per noi commissari delle Commissioni affari sociali e giustizia sia della Camera, che del Senato, evidentemente è un elemento determinante per poi affrontare la discussione l'anno prossimo.
Soprattutto l'emendamento fa sì che tutte le attrezzature, i beni e gli strumenti utilizzati all'interno degli OPG non vadano persi, un po’ quello che è successo quando sono stati chiusi i vecchi manicomi trenta o quarant'anni fa, quando tutti i beni sono stati lasciati marcire all'interno di queste strutture. Forse è bene prendere tutto quello che è salvabile e riutilizzabile e portarlo nelle strutture del territorio, o comunque nelle nuove strutture che verranno costruite affinché questi materiali e questi strumenti possano essere riutilizzati.
Inoltre, questo emendamento prevede che le regioni, che allo stato attuale non hanno incominciato nemmeno a fare il bando di gara, la gara d'appalto e, quindi, non hanno neanche messo il primo mattone di queste nuove strutture, provvedano a riutilizzare o a ristrutturare strutture esistenti piuttosto che a fare una gara d'appalto per costruire una struttura ex novo. Questo perché sicuramente strutture esistenti ci sono, poiché il nostro servizio sanitario ha decine e decine di strutture inutilizzate sul territorio; riconvertire una struttura ci sembra molto più agevole e veloce e, dal punto di vista degli appalti, ha un importo nettamente inferiore; quindi, è anche più agevole dal punto di vista normativo, piuttosto che costruire una nuova struttura. Ciò anche per evitare una pratica, che purtroppo è molto consona alle cronache anche giudiziarie dei vari giornali, per la quale avvengono speculazioni edilizie e consumi di territorio inutili, perché c’è sempre il «mariuolo» di turno, che mette le mani sui soldi pubblici, sui 180 milioni stanziati per questo progetto per costruire nuove strutture, che diventerebbero a questo punto inutili. PAGINA: 0026 NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, io credo che sia assolutamente interessante aprire un dibattito su questo tema.
Noi stiamo discutendo di un decreto rispetto al quale vengono trasferite alle regioni nuove competenze, ovvero la competenza di realizzare strutture sanitarie sostitutive agli ex OPG. Allora, nel momento in cui trasferisco una competenza @pagina=0027@ad una regione, che può essere la Lombardia governata da Maroni, ma anche una regione governata da un governatore di sinistra, nel momento in cui io gli trasferisco una competenza e quindi gli trasferisco un onere, ad esempio l'onere di provvedere alla formazione dei soggetti che dovranno lavorare all'interno di queste strutture, mi sembra il minimo che lo Stato, trasferendo la competenza e l'onere, trasferisca anche le risorse necessarie affinché l'ente locale possa adempiere una competenza trasferita.
E noi non capiamo il motivo per cui all'interno del decreto si dice che il trasferimento di competenza deve essere fatto senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato. È lo Stato che decide di trasferire una competenza senza che le regioni lo abbiano mai chiesto. Lo Stato motu proprio trasferisce una competenza, mi sembra quanto meno il minimo che lo Stato metta le regioni, di destra e di sinistra, nelle condizioni, anche attraverso il trasferimento delle risorse finanziarie, per poter adempiere quella che è una volontà deliberata dal Parlamento. E quindi credo che la necessità di dare ai vari enti locali le risorse, ad esempio, non solo per realizzare le strutture, cosa che sta avvenendo, ma anche per dotare le regioni delle competenze e delle dotazioni finanziarie per poter adempiere gli oneri che derivano dalla realizzazione di queste strutture, sia un principio di trasferimento e di applicazione del federalismo, chiamiamolo solidale, che anche la sinistra dovrebbe avere a cuore. Ed è il motivo per cui noi voteremo l'emendamento proposto dal collega del MoVimento 5 Stelle.
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PAGINA: 0009 Intervengono sull'emendamento Di Vita 1.21 i deputati ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS) e MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0027 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, mi permetta di fare un breve cappello. Direi che l'analisi di questo decreto comincia ad avere dei connotati abbastanza paradossali. Io e il collega Molteni parliamo – diciamo in maniera quasi ripetitiva – senza che ci sia da parte dell'Aula alcun minimo segno, non dico di interesse, perché magari l'interesse c’è, però di voler entrare nel merito. Invece, siccome l'argomento è abbastanza particolare e scottante e non è la prima volta che interessa il Parlamento, io mi aspettavo francamente che ci fosse una discussione, magari anche accesa su alcuni temi, perché ritengo che ci siano delle posizioni politiche diverse, però un minimo di discussione anche da parte della maggioranza o del Governo me la sarei aspettata. Ma è lo stesso atteggiamento che si è tenuto nelle Commissioni riunite affari sociali e giustizia, quindi non mi stupisco. Non mi stupisco perché anche con il decreto Expo, a cui ho partecipato, si è verificato il medesimo comportamento, e anche in Aula, quindi evidentemente questo è il comportamento che si vuole tenere.
L'emendamento della collega Di Vita va semplicemente ad indicare che non è possibile pensare di formare nuovi infermieri @pagina=0028@o nuovo personale che opera dentro questo genere di strutture, in cui ci sono comunque dei pazienti con delle patologie particolari, perché qui non si sta curando l'ipertensione, ma delle malattie psichiatriche, quindi non si cura con una semplice pasticca, ma conta anche l'ambiente, la socializzazione, gli atteggiamenti e i modi di vivere all'interno di quelle strutture, senza neanche spendere un soldo pubblico, perché all'interno del decreto c’è scritto: senza maggiori oneri per la finanza pubblica. E invece maggiori oneri per la finanza pubblica ci sono o almeno ci dovrebbero essere, perché lavorare con un paziente psichiatrico è francamente difficile e bisogna essere preparati.
Io sono cosciente che abbiamo tanti medici e tanti infermieri che sono grandi professionisti, che lavorano da tanti anni con questo genere di pazienti, e quindi gli va riconosciuto comunque il merito di essere dei professionisti, ma siccome dovrà essere assunta nuova gente, perché nuove strutture comportano nuovo personale, non vorrei che queste nuove persone vadano a lavorare in un ambiente a cui non sono preparate, e prepararle significa spendere un po’ di soldi; non tanti, il giusto, però bisogna spendere per la formazione e per la sicurezza dei nostri lavoratori e dei nostri infermieri e medici.
Quindi, l'emendamento va semplicemente a evitare che le aziende sanitarie non possano spendere un po’ di soldi in formazione, ma possano spendere un po’ per aiutare i nostri lavoratori nella sanità, affinché possano lavorare in un ambiente sicuro e in un ambiente di lavoro dove loro stessi si sentano al sicuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0028 MARCO RONDINI. Signor Presidente, questo è un emendamento di buonsenso. Condividiamo in pieno le parole del collega Cecconi: non si può non prevedere un fondo da utilizzare per gli operatori sanitari che si troveranno a confrontarsi con situazioni per le quali non sono sicuramente preparati, non si può non prevedere un fondo che possa essere utilizzato per corsi di formazione per questi operatori. Operatori la cui sicurezza sarà fortemente messa a rischio dalla vostra trovata geniale di farli confrontare, magari, con personaggi socialmente pericolosi. Ma, perlomeno, prevedere che vi siano corsi di formazione che li preparino e li mettano almeno al riparo dai rischi ai quali saranno sottoposti, secondo noi, è una cosa doverosa ed è un dovere che abbiamo nei confronti di tutti coloro i quali ogni giorno cercheranno di operare e di colmare quelle lacune che, invece, si ritrovano nel vostro provvedimento e che andranno a ricadere sulla qualità della vita che essi svolgono compiendo la propria attività all'interno di queste nuove strutture che andate a prevedere in luogo degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Quindi, noi voteremo a favore di questo emendamento semplicemente perché è un emendamento di buonsenso, che raccoglie sicuramente anche le richieste avanzate dalle associazioni degli operatori sanitari che domani si confronteranno con l'applicazione del vostro provvedimento.
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PAGINA: 0009 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)
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PAGINA: 0029 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18)
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PAGINA: 0009 Intervengono sull'emendamento Molteni 1.83 i deputati NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS) e ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0029 NICOLA MOLTENI. ...del voto negativo da parte di alcuni colleghi su questi emendamenti. I medesimi colleghi che rischiano, votando contro gli emendamenti della Lega, di essere poi chiamati a giustificare sui propri territori, dai propri rappresentanti regionali, il motivo per cui nel testo viene data la possibilità alle regioni di modificare i piani operativi di attuazione di queste strutture e oggi nel decreto viene fissato il termine del 15 giugno 2014, cioè tra circa 20 giorni. In che senso ? Nel senso che le regioni hanno 20 giorni di tempo per poter modificare i piani, che in parte sono già stati inviati allo Stato centrale e al Ministero della sanità, d'individuazione e di collocazione @pagina=0030@delle future strutture sanitarie sostitutive degli ex OPG. Siccome il termine è dopodomani, perché il 15 giugno è esattamente dopodomani, tra pochissimo tempo, io credo che dare alle regioni di qualunque colore politico, quindi anche alle regioni governate da giunte di centrosinistra, un lasso di tempo un po’ più ampio, che non significa mandare la rideterminazione dei piani alle calende greche, ma spostarle di un anno, e quindi consentire una migliore valutazione e un'eventuale modifica di piani che sono fatti probabilmente velocemente e quindi consentire alle regioni di poter individuare meglio e più accuratamente le strutture o gli ospedali che dovranno essere adibiti a strutture sostitutive rispetto agli ex OPG, sia unicamente una scelta di assoluto buon senso. In questa direzione va il nostro emendamento: noi fissiamo la data del 31 dicembre 2015, quindi un anno e più di tempo, per poter consentire alle regioni di poter pianificare meglio, più accuratamente per inviare allo Stato centrale ed al Ministero della salute dei piani che sono piani certi, condivisi e soprattutto dei piani che possono trovare completa attuazione.
Io credo che fissare, come è fissato nel decreto, un lasso di tempo così stringente rischia di far sì che le regioni, per non adempiere al termine stabilito all'interno del decreto, non modifichino il piano, magari non accogliendo anche le richieste che vengono dai territori. Io vengo dalla provincia di Como e in regione Lombardia i piani sono stati modificati e verranno modificati alla luce delle considerazioni che le popolazioni e gli enti territoriali stanno avanzando in regione Lombardia. Per fare ciò credo che serva un lasso di tempo intelligente. Il lasso di tempo, il termine che voi stabilite all'interno di questo decreto non è un termine particolarmente intelligente. Questo è il motivo per cui invito a votare l'emendamento presentato dalla Lega. PAGINA: 0030 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, il collega della Lega ha perfettamente ragione, anche perché se noi prevediamo che entro massimo sei mesi comunque il Governo interverrà e commissarierà le regioni che sono inadempienti, prevedere che entro quindici giorni queste regioni siano nella facoltà di poter cambiare il loro progetto è assolutamente non congruo come tempo, a meno che il Governo non ci voglia riferire qui in Aula che è già a conoscenza del fatto che molte regioni hanno già cambiato, hanno già modificato i loro progetti e aspettano soltanto l'approvazione del decreto per renderli noti, per darli al Ministero affinché si possa migliorare le tempistiche per la costruzione.
Altrimenti prevedere quindici giorni è assolutamente inutile, perché è evidente che un progetto necessità di un'analisi e di un tempo più lunghi. Quindi, o le regioni sono state informate precedentemente – e lo vorremmo sapere dal Governo – o altrimenti evidentemente la scelta di due settimane soltanto dall'approvazione alla data di scadenza per la presentazione di queste nuove relazioni è assolutamente un tempo non congruo e in questo modo non stiamo aiutando le regioni, le stiamo soltanto mettendo in difficoltà.
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PAGINA: 0009 Interviene sull'emendamento Colletti 1.149 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0031 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, questo emendamento ricalca un po’ quello che era l'emendamento dei colleghi della Lega, perché evidentemente non si è voluta cambiare la data e, quindi, si mantengono i quindici giorni. Però noi vorremmo una tutela da parte della legge, per evitare che le regioni da un giorno all'altro si sveglino e modifichino come gli pare e piace, ma, se devono modificare i loro progetti, che sia motivata la ragione per cui il progetto presentato l'anno scorso – perché sono stati presentati l'anno scorso – debba essere modificato adesso, in due settimane.
Una relazione affinché le regioni ci giustifichino la motivazione per cui intendono fare le modifiche ci sembra almeno un parametro, come minimo, necessario. Infatti, altrimenti ogni regione si muove, in questi quindici giorni, decide che invece di tre strutture ne fa cinque o che invece di farne tre ne fa una sola, ma non sappiamo qual è la motivazione.
Invece una relazione dettagliata del perché – perché ritengono che ci siano meno pazienti, perché ritengono che hanno già altre strutture che sono pronti ad accoglierlo – ci sembra un modo per far sì che le regioni se ne lavino un attimo le mani: fanno una struttura sola perché ne possono fare soltanto una, però ne avrebbero bisogno di 3 o di 4, però per non farsi commissariare dal Governo utilizzano questo escamotage affinché senza una motivazione possano cambiare i loro progetti.
Una relazione motivata è l'unico modo affinché il Governo e a questo punto anche le Commissioni parlamentari possano dire alla regione: «Sì, il suo progetto, come rappresentato l'anno scorso, era sovrastimato, prevedeva troppe strutture rispetto al necessario. È bene limitare, è bene ridurre le strutture o riconvertirne altre affinché si faccia prima e si faccia meglio». Tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0010 Interviene sull'emendamento Dall'Osso 1.65 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0032 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, il testo, già uscito dal Senato, presenta secondo noi alcune criticità, soprattutto alla fine del periodo del comma 1-bis, lettera a), in cui si parla di risorse per la realizzazione e la riqualificazione delle sole strutture pubbliche, quasi ad indicare che ci possono essere anche delle strutture private, cosa che noi assolutamente non contempliamo, anche perché, visto che i penitenziari sono esclusivamente pubblici, ci aspettiamo che le nuove strutture dove dovranno essere ospitate queste persone, che comunque hanno commesso un reato, siano realizzate solo ed esclusivamente all'interno di strutture pubbliche, con personale pubblico e con personale di sicurezza che sia pubblico. Non vorremmo mai che queste strutture vengano affidate ad associazioni o cooperative private. Dall'altro punto di vista, ci teniamo anche a ribadire che gli ospedali psichiatrici giudiziari, che sono...
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PAGINA: 0010 Interviene sull'emendamento Baroni 1.263 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0032 ANDREA CECCONI. ...in giro per l'Italia, sono tutte strutture generalmente che hanno diversi anni, se non secoli, strutture anche storiche, un po’ come erano i vecchi manicomi. Noi in Italia siamo pieni di manicomi lasciati a marcire perché le strutture sanitarie non se ne sono potute fare carico dal momento che nel 1978, quando si fece la legge per la chiusura appunto dei manicomi, non si era previsto di riutilizzare queste strutture perché nel pensiero generale delle persone queste strutture ovviamente avevano uno stigma. In altre parole, riutilizzare quelle strutture, riconvertirle, per farci stare lo stesso genere di pazienti, era come dire che i manicomi non venivano chiusi e comunque il matto veniva rinchiuso nella stessa struttura. Ecco, dopo quarant'anni noi pensiamo che questo stigma si sia un po’ eliminato, cancellato dalla mente degli italiani e delle nuove generazioni. Quindi, prevedere di non poter riutilizzare queste strutture che comunque hanno anche un valore, non solo artistico e storico, ma anche economico per il nostro Paese, ci sembra in questo periodo di difficoltà economica del Paese una follia. In altre parole, prevedere che queste strutture, comunque riconvertite, riaggiustate e con reparti con numeri esigui di pazienti non possono essere utilizzate sulla scia della norma Basaglia, non ci sembra un atteggiamento appropriato proprio per il periodo storico. Non c’è nessuno stigma sul malato psichiatrico, non è considerato più un matto da rinchiudere in un manicomio. Non credo che attualmente un detenuto che è in ospedale psichiatrico giudiziario venga considerato un matto da chiudere all'interno di un manicomio, ma una persona da curare e questa si può curare, sia in una nuova struttura, sia in vecchie strutture riadeguate e riconvertite. Questo è il termine del nostro emendamento che ci pare propriamente di buonsenso e di risparmio di soldi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0010 Intervengono sugli identici emendamenti Molteni 1.89 e Colletti 1.107 i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS), ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), STEFANO ALLASIA (LNA) (Vedi RS), MARCO MARCOLIN (LNA) (Vedi RS), FILIPPO BUSIN (LNA) (Vedi RS) e STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0035 MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie. Lo so che l'attenzione non è dovuta, ma è un invito che faccio, non ovviamente un ordine che ... PAGINA: 0036 MARCO RONDINI. Signor Presidente, con questo comma che avete introdotto nell'esame al Senato e che noi chiediamo invece di sopprimere attraverso il nostro emendamento, di fatto, minate l'esistente sistema di misure di sicurezza. Non permettete, come giustamente faceva notare il collega Fedriga, ad un magistrato di convalidare il fermo negli OPG di una persona che è socialmente pericolosa, anche se il magistrato riconosce la pericolosità del soggetto. PAGINA: 0036 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, effettivamente i colleghi della Lega Nord hanno ragione da vendere, perché questo comma inserito al Senato effettivamente sancisce una cosa che anche noi troviamo che sia irreale, non tanto pericolosa quanto irreale, perché ci dobbiamo chiedere, tutti quanti, dove abbiamo vissuto fino ad oggi. Infatti anche attualmente, ad oggi, ci sono detenuti all'interno degli OPG che sono dentro da tanti anni, ma una ragione del perché sono dentro da così tanti anni, anche oltre la pena per il reato che hanno commesso è perché una ragione evidentemente c’è. Non perché i magistrati siano dei «manettari», per alcune forze politiche probabilmente è così, i magistrati sono dei «manettari», ma il magistrato di sorveglianza che si occupa di questi detenuti, ovviamente non lo fa in piena coscienza propria, ma chiede a degli esperti di dare una valutazione sul soggetto e quindi evidentemente dietro c’è un medico o un pool di medici che fa una valutazione e che ritiene che quel soggetto non possa uscire dall'OPG perché non c’è nessun'altra struttura adatta a contenere la sua pericolosità. Non è che una sentenza, e quindi un reato, che può essere di uno o due anni corrisponde obbligatoriamente alla pericolosità del soggetto. Il soggetto può continuare ad essere pericoloso anche oltre la scadenza edittale della pena assegnata. Quindi, prevedere che questi soggetti vengano comunque scarcerati o vadano comunque in libertà senza prevedere un altro sistema contenitivo è, dal nostro punto di vista, pericoloso.
Ciò perché la soluzione alternativa, a normativa vigente, è che questi soggetti usciti fuori dagli OPG, usciti fuori da queste nuove strutture, continuano ad essere comunque pericolosi socialmente. Anche @pagina=0037@se i Dipartimenti di salute mentale li prendono da queste strutture ad alta sicurezza che non sono OPG e li mettono in strutture ordinarie, queste sono comunque strutture che non sono chiuse, in cui per Costituzione una persona, se non ci vuole stare, se non si vuol curare, se ne può andare. La soluzione è fare un TSO, ma non si può prorogare un TSO a vita ad una persona, anche perché il TSO si può esplicare soltanto all'interno dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura. Sono reparti molto piccoli, di quindici persone, che non si confanno ad un percorso di recupero o a degenze che si prolungano per molto tempo.
Quindi, o fino ad oggi siamo stati dei macellai ad ammanettare e abbiamo tenuto delle persone chiuse all'interno degli OPG senza senso, senza nessun criterio, e quindi i magistrati sono stati troppo veementi e i medici non si sono fatti carico di questi soggetti, oppure la verità è che ci sono dei soggetti che continuano ad avere una pericolosità sociale reale per il territorio, per i cittadini e anche per loro stessi e che necessitano delle misure di contenimento, che non è detto che siano a vita ma che comunque si possono prolungare oltre la sentenza che ha emesso un giudice. Quindi, togliere questo comma è fondamentale perché si possono verificare sul territorio delle situazioni spiacevoli se non pericolose. PAGINA: 0037 MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, indubbiamente ci sembra strano non accogliere questo emendamento. In fondo, capisco che ci sono stati alcuni casi in cui alcune persone sono andate negli OPG e non ne sono più uscite perché continuavano ad essere concesse delle proroghe per mantenerli lì, ma forse questi sono stati dei casi limite, e condividiamo il fatto che sono anche casi umani. Quando si viene a conoscenza di queste casistiche veramente c’è un moto interiore, da persone umane, che dice che questo non è giusto, però togliere totalmente la possibilità ad un magistrato, dopo aver fatto tutte le analisi e aver visto se c’è stato un percorso di recupero, che magari non è stato sufficiente perché questa persona non sia più pericolosa e dunque servono altri due, tre, quattro anni di permanenza negli OPG, a noi sembra veramente un assurdo. Si dovrebbe trovare una soluzione per dire: si può fare per tot anni, o che, dopo la prima volta, non possa essere lo stesso magistrato a stabilirlo ma un'altra commissione fatta da più magistrati. Però, mettere il limite e levare totalmente questa possibilità, a nostro avviso, è totalmente sbagliato. PAGINA: 0037 EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io non ho ovviamente le capacità per poter valutare se, comminata una pena e scontata questa pena, il reo effettivamente guarisce e, quindi, il giudice aveva già avuto la sfera di cristallo per poter determinare quanti anni o quanto tempo sarebbe stato necessario perché il reo potesse curarsi. Quindi, veramente mi chiedo e chiedo al Governo qual è la ratio che sta dietro a questo. Ciò per capire veramente, perché è un comma che non sta né in cielo né in terra secondo il buonsenso. Magari scientificamente posso essere smentito, quindi chiedo una delucidazione al Governo. PAGINA: 0037 GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, faccio appello anch'io, insieme ai colleghi del mio gruppo, alla reintroduzione di quel comma del quale stiamo discutendo, perché nessuno in quest'Aula si può assumere la responsabilità di giudicare «guarita» una persona che ha fatto un periodo in un OPG. Noi non potremo mai @pagina=0038@essere in grado di giudicare una questione di questo tipo e, aggiungo, visto e considerato che spesso e volentieri in altri provvedimenti abbiamo lasciato al magistrato la competenza di scegliere e di giudicare la situazione, credo che questo sia uno dei pochi casi in cui sarebbe utilissimo farlo. PAGINA: 0038 STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, mi scuso per la tardività del... Ma è per ribadire il concetto espresso già a più voci dal mio gruppo, sulla necessità che vengano approvati questi identici emendamenti, perché riteniamo che in una condizione normale non ci sia esclusivamente una legge che dichiari quando una patologia può aver termine: come già è successo in altri casi, purtroppo la legge va oltre. E ci dev'essere una terza persona, e riteniamo che in questo caso il magistrato possa fare non tanto da aiuto sociale o da medico, ma in questo caso possa venire in aiuto alla legislazione che sarà attuata, per cercare di allungare questa temporaneità all'interno degli ospedali. PAGINA: 0038 MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, pensiamo che dopo lo «svuota-carceri» ci sia anche uno ”svuota-manicomi. Per cui credo che questi identici emendamenti siano da votare, perché dire per legge che i malati di mente siano tornati sani senza un adeguato riconoscimento da parte di chi è competente alla cosa, credo che sia una cosa un po’ innaturale. Quindi, penso che questi identici emendamenti vadano votati, e faccio appello ai miei colleghi perché questa cosa venga fatta. PAGINA: 0038 FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, se posso aggiungere una mia considerazione, sperando che questa sia utile per promuovere un'ulteriore riflessione da parte dei colleghi, voglio dire che non c’è un ambito in cui la discrezionalità della persona, e in questo caso del giudice, ha rilevanza come quello delle malattie psichiatriche. Se affidiamo la guarigione di queste patologie o la dichiarazione di non pericolosità di questi soggetti semplicemente alla legge e a quanto stabilito dalla legge, al periodo previsto da questa, stiamo facendo un grave errore, e aumentiamo, in un periodo in cui non ce n’è assolutamente bisogno, il grado di pericolosità della nostra comunità. PAGINA: 0038 STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, anch'io mi voglio associare agli appelli dei miei colleghi sulla votazione di questi identici emendamenti; anche perché non si riesce davvero a capire come una tematica così delicata possa essere trattata con così tanta leggerezza: abbiamo a che fare comunque con degli individui che sono malati, che necessitano comunque di una valutazione prima di essere giudicati guariti. È paradossale che questo decreto-legge elimini il comma in questione, e che quindi a chi realmente potrebbe dare una valutazione anche con serenità e con serietà venga impedito di farlo. Quindi non votando questi identici emendamenti, non facciamo altro che peggiorare già una situazione di per sé grave, e potenzialmente poi potremmo anche andare a peggiorare una situazione...
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PAGINA: 0011 Interviene sull'emendamento Businarolo 1.92 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0040 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, veramente ci auguravamo che questo emendamento fosse dichiarato decaduto per effetto dell'approvazione degli emendamenti precedenti, però è evidente che a questo punto proviamo a salvare il salvabile, perché il comma 1-quater manca di un criterio di retroattività e non ci sembra una cosa da poco. Vero è che dal punto di vista giudiziario quando si è in un processo poi dopo il giudice dovrebbe – ripeto, dovrebbe, perché metto il condizionale – prendere in considerazione la norma che è più agevole o migliore nei confronti del reo.
Però, siccome è un «dovrebbe», sarebbe bene inserire, a seguito dell'articolo 1-quater, un nuovo periodo in cui si dice che quello che si prevede nel primo periodo vale anche per i procedimenti che sono attualmente in corso; altrimenti, si potrebbe verificare una disparità di trattamento di un detenuto rispetto a un altro per una sola e pura questione di tempo che ci sembra inaccettabile e forse, da questo punto di vista, anche incostituzionale. Infatti, se per un detenuto che commette oggi il reato, il giudice, valutato che deve stare in detenzione per due anni, dopo due anni, anche se è pericoloso socialmente, è comunque costretto a metterlo in libertà, allora ci aspetteremmo che un detenuto che attualmente è detenuto negli OPG subisse almeno lo stesso trattamento. Anche se comunque – come ho detto prima – non riteniamo che sia giusto questo comma, però almeno dovremmo salvarlo dal punto di vista della giustizia sociale e anche forse costituzionale.
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PAGINA: 0011 La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Businarolo 1.92.
Interviene sull'emendamento Di Vita 1.60 il deputato ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0040 ANDREA CECCONI. Signor Presidente, anche questo emendamento è per tentare di migliorare il comma in una misura che sia almeno più accettabile, almeno dal punto di vista morale, se non giudiziario perché, nel comma 1-quater si prevede che il giudice non possa prevedere la detenzione oltre la previsione edittale massima.
Ora ci chiediamo il motivo per cui il giudice può arrivare fino alla pena edittale massima, anche se il soggetto non ha ricevuto la condanna alla pena edittale massima; magari per un reato punito da cinque a dieci anni, il detenuto ha preso cinque anni, ma il giudice può comunque prorogare il ricovero nell'ospedale psichiatrico giudiziario o in altra struttura fino a un massimo di dieci anni, cioè riconosce che, comunque sia, la persona ha una pericolosità, non concesso che dopo probabilmente questa pericolosità ci sarà comunque e la persona viene scarcerata.
Con l'emendamento, chiediamo di inserire che allora, a questo punto, il giudice non possa prevedere ulteriori proroghe alla detenzione rispetto alla pena della sentenza, se questa persona necessita comunque, anche dal punto di vista medico e psichiatrico, di una presa in carico territoriale. Perché arrivare fino alla pena @pagina=0041@edittale massima, se questa persona è già stata riconosciuta pericolosa socialmente, ma fino a un certo punto, perché se presa in carico da un servizio territoriale questa pericolosità viene neutralizzata ? Non occorre arrivare obbligatoriamente, o comunque, visto che il territorio magari non è in grado di ricevere questo detenuto, andare oltre, fino alla pena edittale massima, perché non sarebbe giusto nei confronti della persona e del detenuto.
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PAGINA: 0011 Interviene sull'emendamento Molteni 1.86 il deputato MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0041 MARCO RONDINI. Signor Presidente, voi con questo comma andate a prevedere che, entro l'ultimo giorno del semestre successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, in sostanza il Governo possa provvedere in via sostitutiva agli adempimenti ai quali dovrebbero ottemperare le regioni per il superamento degli OPG e per la realizzazione delle REMS.
Ebbene, noi, per incontrare le legittime richieste delle regioni, chiediamo l'abrogazione di questo comma, perché riteniamo che i tempi che voi avete stabilito per decreto non siano congrui con quelle che sono le giuste istanze avanzate dalle regioni, che ci chiedevano una proroga fino al 2017 per realizzare quello che voi prevedete in questo provvedimento, pur rimanendo del parere che il superamento degli OPG non andava affrontato attraverso la realizzazione di strutture che sicuramente non garantiranno la sicurezza né degli operatori né delle comunità, che saranno costrette magari ad ospitare queste strutture dove verranno comunque internate anche sicuramente persone socialmente pericolose.
Pur ritenendo questo, noi crediamo che alla fine, se non altro per andare incontro a quelle che erano le richieste delle regioni, si dovesse dare loro un tempo congruo.
E allora, visto che non avete previsto neppure questo, noi chiediamo che il Governo non possa sostituirsi alle regioni; oppure tanto varrebbe decidere di commissariarle subito, perché è chiaro che, nei tempi che avete previsto, le regioni, in considerazione del fatto che ce lo hanno fatto presente anche in audizione al Senato, non riusciranno ad ottemperare alle richieste che avete posto in questo provvedimento. Ebbene, allora più corretto forse sarebbe stato commissariarle immediatamente.
Noi, però, riteniamo che vada salvaguardata la regione come istituto e vadano tenute nella debita considerazione le istanze che hanno fatto presenti. Quindi, con il nostro emendamento chiediamo l'abrogazione di questo comma, che di fatto risulta essere una punizione per degli enti locali che non sono inadempienti per mancanza di volontà nell'assecondare il vostro provvedimento, ma lo sono semplicemente perché nei tempi che voi avete previsto non potranno sicuramente assecondare gli obblighi previsti.
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PAGINA: 0011 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende l'esame del provvedimento, essendo previsto per le 19 l'esame della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge di conversione n. 2385; avverte altresì che successivamente, secondo le intese intercorse tra i gruppi, si potrà procedere alla votazione sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 2299.
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PAGINA: 0042 Come previsto dall'ordine del giorno della seduta odierna, essendo giunti alle ore 19, interrompiamo l'esame del provvedimento per passare all'esame e alla votazione della questione pregiudiziale riferita al decreto-legge recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico.
Avverto che successivamente, secondo le intese intercorse tra i gruppi, potremo passare alla votazione sulla dichiarazione d'urgenza della proposta di legge n. 2299, in materia di soppressione della società Equitalia Spa, per la quale, ricordo, è prevista la votazione mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
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PAGINA: 0011 Discussione del disegno di legge S. 1430, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 58 del 2014: Misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico (approvato dal Senato) (A.C. 2385) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale). (Vedi RS)
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PAGINA: 0042 Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge: S. 1430 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico (Approvato dal Senato) (A.C. 2385) (ore 19,05).
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PAGINA: 0011 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che è stata presentata la questione pregiudiziale Buonanno n. 1.
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PAGINA: 0042 PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Buonanno ed altri n. 1 presentata al disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2385: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico (Vedi l'allegato A – A.C. 2385).
Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà, altresì, intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
Il deputato Prataviera ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Buonanno ed altri n. 1.
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PAGINA: 0012 EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS). Illustra la questione pregiudiziale Buonanno n. 1.
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PAGINA: 0042 EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, ho l'onere e l'onore di sostituire nell'esposizione di questa questione pregiudiziale il collega sindaco ed europarlamentare Buonanno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Il decreto-legge in esame prevede misure urgenti finalizzate a consentire la continuità...
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PAGINA: 0012 Intervengono sulla questione pregiudiziale presentata i deputati PAOLO ALLI (NCD) (Vedi RS), GIANCARLO GIORDANO (SEL) (Vedi RS), GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS) e TAMARA BLAZINA (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0045 PAOLO ALLI. ... voterà contro la questione pregiudiziale di costituzionalità.
Faccio osservazioni limitatamente alla presunta violazione del vincolo costituzionale della copertura finanziaria delle leggi. Osserviamo che non corrisponde a verità l'osservazione che i dirigenti potrebbero continuare a esercitare le loro funzioni per un tempo indeterminato, non essendo stabilita una data precisa per l'espletamento della nuova procedura concorsuale. Le modifiche apportate dal Senato precisano, infatti, che il dirigente continua a svolgere le proprie funzioni fino al termine del medesimo anno scolastico.
Poi, per quanto riguarda il riferimento al rischio di contenziosi e dei relativi futuri oneri aggiuntivi, che peraltro vanno riferiti solo a un eventuale numero di dirigenti per i quali potrebbe verificarsi un loro collocamento in soprannumero, a causa di decisioni giurisprudenziali a loro favorevoli, il comma 2-ter del testo limita questa possibilità prevedendo che, entro il 31 dicembre 2014, è bandita la prima tornata del concorso nazionale, riservando, peraltro, una quota di posti ai soggetti già vincitori ovvero utilmente collocati nelle graduatorie di concorso successivamente annullate in sede giurisdizionale. Gli oneri, quindi, sono eventuali e futuri: è appena il caso di dire che ci si penserà quando si realizzeranno, e se si realizzeranno.
Per quanto riguarda le contestazioni relative alla clausola di invarianza dell'articolo 1, che deriva dalla banale osservazione che per tutti i dirigenti scolastici nominati sulla base dell'espletamento del concorso l'onere stipendiale è stato iscritto negli appositi capitoli di bilancio del MIUR, cioè in sede di predisposizione del bilancio di previsione per il triennio 2014-2016, la pregiudiziale riprende pedissequamente quanto scritto dall'Ufficio per il bilancio del Senato – lo stesso, peraltro, che ha creato problemi sul decreto IRPEF –, secondo il quale necessiti adeguata dimostrazione l'affermazione che l'opzione zero, cioè il non intervento normativo, determinerebbe maggiori oneri per l'amministrazione. Ma in realtà siamo a livello di opinioni e non di conti.
Quello che è certo è che i costi della reggenza sarebbero certi, i costi della disfunzionalità dell'istituzione scolastica sarebbero altrettanto certi e i costi dei dirigenti rimossi sarebbero più che probabili. Insomma, si contesta la clausola di invarianza, che fa capo a stanziamenti certi di bilancio, ma si sorvola sui maggiori oneri che certamente deriverebbero dall'inazione.
Per quanto invece fa capo agli oneri relativi al prolungamento dei servizi di pulizia e ausiliari nelle scuole nelle regioni dove non è ancora attiva la convenzione quadro Consip, va detto che i problemi eventuali di copertura sono stati azzerati dal Senato, che ha conservato il riferimento al limite massimo di spesa previsto dall'articolo 58, comma 5, del decreto-legge n. 69 del 2013 ed ha aggiunto un'ulteriore previsione, con la quale si statuisce che, nei territori ove non è ancora stata attivata la convenzione quadro Consip, le istituzioni acquistano il servizio dalle imprese @pagina=0046@che assicurano i servizi di pulizia alla data del 30 aprile 2014, ma alle condizioni tecniche previste dalla convenzione Consip ed al prezzo medio di aggiudicazione per ciascuna area omogenea, nelle regioni in cui la convenzione è attiva. Da questo punto di vista il dispositivo è stato quindi rafforzato.
Quindi concludo osservando che su questo punto il Servizio di bilancio del Senato aveva refertato che il dispositivo si iscrive pienamente nell'ambito delle dotazioni già previste dalla legislazione vigente e quindi non c'era nulla da osservare.
Ribadisco quindi il voto contrario del Nuovo Centrodestra alla pregiudiziale di costituzionalità. PAGINA: 0046 GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, intanto una considerazione meramente politica: vorrei capire se il gruppo della Lega al Senato parla con il gruppo della Lega alla Camera, posto che lo stesso gruppo si è astenuto su questo provvedimento, riconoscendo – al Senato intendo – che il provvedimento si propone di risolvere un problema reale.
Noi voteremo contro la pregiudiziale proposta dalla Lega. Lo faremo perché di questo provvedimento si può dire che è pasticciato, che è frettoloso, che non corrisponde probabilmente alle aspettative che i problemi reali che pure si propone di risolvere meriterebbero in termini di risposta. Però non si può dire che è incostituzionale, onestamente, e tra una cosa pasticciata ed una cosa incostituzionale c’è una bella differenza.
Già si ricordava, nell'intervento di chi mi ha preceduto, che in realtà la fissazione in termini esiste, perché gli emendamenti al Senato hanno fissato l'espletamento delle procedure che il provvedimento riguardano al 31 dicembre di quest'anno, quindi fissano un termine generale per tutti gli effetti del provvedimento. Così come pure non si può immaginare una presunzione di incostituzionalità legata ad una presunzione di mancanza di tenuta economica del provvedimento, di spreco di spesa. Quello che sicuramente avverrà – lo premetto, ma sarà oggetto e punto centrale della discussione che saremo chiamati ad affrontare tra domani e dopodomani – è un dato secondo me di facile intuizione, e cioè il fatto che da questo provvedimento, che pure si propone di risolvere un problema che va risolto, anzi due problemi che vanno risolti, probabilmente ci sarà una produzione di contenzioso molto forte per lo Stato.
Il punto più debole del provvedimento, soprattutto nella sua prima parte, è il fatto che, per risolvere un problema regionale, probabilmente ne costruiamo uno nazionale per legge. Io spero di essere convinto, nel corso della discussione, che questa mia valutazione, che questa nostra valutazione sia un errore. Spero, come già abbiamo avuto modo di interloquire con il Governo e con il sottosegretario Reggi, che le sue ragioni ci convinceranno.
Al momento, manifestiamo in questo intervento le nostre perplessità, ma sicuramente anche la contrarietà ad una questione pregiudiziale che non ha fondamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0046 GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, condividiamo in parte le osservazioni politiche che sono state fatte dal collega che ci ha preceduto.
Ribadiamo, come abbiamo fatto oggi in Commissione, la nostra contrarietà a questo decreto per il modo con cui sono affrontate delle urgenze. Sì, sono delle urgenze. La vicenda dei dirigenti scolastici è un'urgenza, ma è un'urgenza che si è presentata tantissime altre volte in passato; un'urgenza alla quale il Governo, @pagina=0047@questo Governo, che non è responsabile per le azioni fatte dai Governi precedenti, ma in generale lo è il mondo politico, non ha mai saputo dare delle risposte risolutive. Infatti, la conflittualità e i ricorsi sui concorsi pubblici sono una vicenda annosa che si ripete ciclicamente da decenni.
La vicenda dei dirigenti scolastici e la vicenda delle esternalizzazioni del servizio di pulizia delle scuole, una questione che noi abbiamo portato all'attenzione del Parlamento già da un anno, già dal decreto del fare, n. 69 del 2013. Quello che si sta verificando noi l'avevamo ampiamente preventivato. L'avevamo già detto che saremmo arrivati a questo punto.
Quindi, pur manifestando tutte le contrarietà, delle quali poi parleremo meglio in fase di discussione sulle linee generali, il gruppo del MoVimento 5 Stelle esprimerà voto contrario sulla pregiudiziale della Lega Nord perché i motivi che sono stati qui enunciati sono appunto motivi che non trovano una corrispondenza poi nella realtà del decreto, sia per quanto già espresso precedentemente da altri colleghi, sia perché, appunto, alcuni interventi correttivi sono stati già apportati al Senato, tipo quello di inserire il limite della proroga per la dirigenza scolastica per permettere alle scuole di portare a termine questo anno scolastico in maniera quanto più serena possibile.
Quindi, il MoVimento 5 Stelle si esprimerà appunto con voto contrario sulla pregiudiziale pur, però, esprimendo tutta la sua contrarietà al decreto, nelle modalità che poi diremo in fase di discussione sulle linee generali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0047 TAMARA BLAZINA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico, interviene nel mondo della scuola per risolvere alcune situazioni di emergenza dovute a disfunzioni organizzative ed amministrative, nonché a contenziosi giurisdizionali con misure una tantum che hanno carattere transitorio. Il testo del Governo è stato modificato in maniera significativa durante l'iter del Senato che, però, non ha cambiato la natura iniziale del provvedimento, ma ha solamente implementato il testo del Governo con alcune ulteriori misure.
Le due emergenze alle quali si fa riferimento nel decreto riguardano l'esercizio della funzione dirigenziale per i dirigenti scolastici che hanno vinto il concorso bandito nel 2011, ma sono stati poi stoppati da successivi ricorsi e sentenze del Consiglio di Stato e, in alcune regioni, dal TAR, nonché il regolare svolgimento dei servizi di pulizia e ausiliari nelle scuole. In ambedue i casi si interviene per garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche nelle scuole mettendo al centro dell'attenzione gli alunni e il loro diritto fondamentale a poter frequentare la scuola in condizioni appropriate e, cioè, garantire il diritto allo studio come previsto dall'articolo 34 della Costituzione. Le misure previste dal decreto hanno un'adeguata copertura finanziaria ed intervengono in maniera transitoria, perché non è possibile in questa fase intervenire diversamente.
Non si ravvedono in alcun modo elementi di incostituzionalità visto che nella nostra legislazione ci sono già stati alcuni precedenti che andavano nella stessa direzione.
Sul tema della continuità prevista per i dirigenti scolastici nelle regioni in cui è stata annullata la procedura concorsuale è senza fondamento la pregiudiziale di costituzionalità @pagina=0048@basata sul fatto che non è previsto un termine per l'espletamento del nuovo concorso per i dirigenti scolastici. Con l'emendamento approvato al Senato è infatti previsto, anche in base a quanto già disposto dal decreto-legge 12 settembre 2013 n. 104, che la prima tornata del corso-concorso nazionale per il reclutamento si terrà entro il 31 dicembre 2014 con una riserva di posti per questa casistica. Di conseguenza, la possibilità per i dirigenti scolastici di continuare ad esercitare le funzioni alle quali sono stati preposti ha un limite temporale legato alla fine dell'anno scolastico, come già scritto, e al nuovo concorso. Va ricordato, inoltre, che una disposizione analoga è stata già prevista con l'articolo 1 del decreto-legge n. 170 del 2009 per il personale dirigenziale in Sicilia.
Per quanto riguarda la compatibilità del provvedimento con l'articolo 81 della Costituzione, non si può non tener conto del fatto che il concorso, a cui si fa riferimento, è quello del 2011 e l'onere stipendiale per dirigenti è già stato inserito negli appositi capitoli di spesa del MIUR nel bilancio di previsione 2014-2016. Non sono previsti nel decreto ulteriori oneri aggiuntivi, anzi proprio il mantenimento in servizio degli attuali dirigenti scolastici in attesa del nuovo concorso consente il contenimento delle spese. Rispetto al secondo tema, va chiarito che la prosecuzione del servizio di pulizia e di altri servizi ausiliari mediante l'utilizzo degli stessi soggetti che lo stanno assicurando attualmente è la garanzia che i costi non verranno aumentati. C’è inoltre una precisa disposizione del decreto-legge che fa riferimento a limiti di spesa previsti dal comma 5 dell'articolo 58 del decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69. Per tutti questi motivi rigettiamo la pregiudiziale di incostituzionalità del decreto sull'emergenza scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
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PAGINA: 0012 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che, secondo il vigente calendario dei lavori, la discussione sulle linee generali del provvedimento avrà luogo nella seduta di domani.
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PAGINA: 0048 PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Buonanno ed altri n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0013 Dichiarazione di urgenza di una proposta di legge. (Vedi RS)
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PAGINA: 0048 Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 2299 (ore 19,33).
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PAGINA: 0013 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 2299, su cui l'Assemblea sarà chiamata a deliberare.
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PAGINA: 0048 PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 2299.
Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 2299, recante: «Soppressione della società Equitalia Spa e trasferimento delle funzioni in materia di riscossione all'Agenzia delle entrate, nonché determinazione del limite massimo degli oneri a carico dei contribuenti nei procedimenti di riscossione».@pagina=0049@
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione d'urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, è consentito l'intervento ad un oratore contro e ad uno a favore per non più di cinque minuti ciascuno.
Ha chiesto di parlare contro il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
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PAGINA: 0013 Dopo un intervento contrario del deputato GIOVANNI PAGLIA (SEL) (Vedi RS) e uno a favore del deputato FERDINANDO ALBERTI (M5S) (Vedi RS), la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge la dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 2299.
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PAGINA: 0049 GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, comincio col dire che nell'affrontare il tema che oggi ci viene proposto, ovvero la soppressione di Equitalia e il trasferimento all'Agenzia delle entrate dell'attività di riscossione, sarebbe necessario che quest'Aula affrontasse in via preliminare alcune questioni.
Per esempio, noi siamo tutti d'accordo che le tasse in questo Paese vadano pagate fino in fondo e vadano pagate nei termini previsti ? Lo chiedo, perché ho l'impressione che non tutti siano di questa opinione, dato che da parte dei proponenti si dà per scontato che la riscossione di crediti vantati dallo Stato nei confronti di evasori fiscali accertati sia un'attività vessatoria in quanto tale. Ricordo, infatti, anche a me stesso, che al di là dell'organizzazione che si voglia dare agli strumenti di indagine fiscale e riscossione, l'Agenzia delle entrate si occupa di verificare la correttezza dei versamenti, Equitalia di riscuotere quanto eventualmente dovuto al termine del percorso di accertamento.
Ricordo anche che il livello fiscale in questo Paese è certamente troppo elevato, ma questo non può e non deve mai diventare un alibi per forme di autoriduzione, non fosse altro perché esiste una categoria – i lavoratori dipendenti – che paga sempre fino all'ultimo centesimo e paga alla fonte, concorrendo, per la gran maggior parte, alle entrate complessive di questo Paese. Anche a loro – soprattutto a loro – capita di non arrivare a fine mese, magari perché pagano l'IRPEF anche sulla cassa integrazione a zero ore ma, nonostante questo, pagano e pagano sempre.
Questo è il motivo per cui il mio unico, grande moto di indignazione rispetto alle attività di accertamento è quando scopro, per esempio, che si investono tempo, risorse ed energie per inseguire gli scontrini della farmacia portati in detrazione da un lavoratore dipendente; magari, poi, inviando Equitalia dopo sei mesi perché lo scontrino non si trova.
Questo sì mi indigna, ma non dipende da Equitalia, quanto piuttosto da una politica che tende a favorire la ricerca di cassa immediata, anziché l'individuazione della vera evasione fiscale, più difficile da scoprire, da perseguire e, soprattutto, spesso, più incerta negli incassi effettivi, come purtroppo dimostrano anche inequivocabilmente i dati sulla distanza fra accertato e riscosso.
Noi avremo, quindi, bisogno di chiederci se gli indirizzi che diamo all'Agenzia delle entrate siano corretti e se sia corretto il rapporto di dipendenza diretta fra questa e la controllata Equitalia Spa, sottoposta peraltro, per anni, alla medesima direzione.
Invece, ci viene proposto – e questa proposta di legge ne è un esempio eclatante – di concentrarci solo ed esclusivamente sull'ultimo anello della catena, quello più banale, quello della riscossione, lasciando, appunto, intendere che sia sbagliato sanzionare pesantemente chi evade il fisco e pretendere la restituzione di quanto sottratto alla collettività. Vi chiedo: per quale ragione dovremmo chiedere a chi non ha pagato le tasse, ed è stato costretto a farlo da un accertamento giunto fino al livello della riscossione coatta, interessi più bassi di quelli richiesti dal sistema bancario a chi utilizza un fido per pagare regolarmente le proprie pendenze ? Che cosa c’è di sbagliato, ditemi, nel punire l'evasione fiscale ? Oppure parliamo dell'aggio che voi vorreste condonare insieme a more, interessi e sanzioni. @pagina=0050@Perché dovremmo far pagare alla collettività le spese vive dell'attività di riscossione, anziché a chi non abbia avuto nei confronti della stessa collettività comportamenti corretti ? Perché dovrebbero essere i lavoratori italiani a pagare le spese di funzionamento della riscossione, anziché i responsabili dell'esistenza stessa dell'attività di riscossione ? Si dirà: l'aggio è troppo alto e fissato in modo arbitrario. È vero, e noi riteniamo, infatti, che dovrebbe essere agganciato, in modo trasparente e con ricalcolo annuo, ai costi effettivi e reali della riscossione e che questo principio dovrebbe valere in uguale misura per tutte le società pubbliche e private che agiscono in questo settore.
Infine, non siamo affezionati a Equitalia Spa; crediamo, anzi, che andrebbe abolita nella sua forma attuale di società per azioni controllata dall'Agenzia delle entrate, riportandone direttamente funzioni e organizzazione in capo al Ministero dell'economia e delle finanze. Crediamo, infatti, che questo potrebbe portare risparmi in termini di gestione, un maggior controllo e responsabilità su una attività molto delicata nei rapporti con i cittadini e, soprattutto, una reale distinzione tra esigenze dell'accertamento e della riscossione che sono attività indispensabili, ma diverse per importanza e per finalità.
Il Governo, a quanto si sente dire, non fa altro, invece, che alimentare un legame diretto tra esigenze di giustizia ed esigenze di cassa, con le seconde che inevitabilmente finiscono per prevalere con l'effetto che dicevo prima, ovvero indirizzare le indagini su chi più certamente pagherà e non su chi più ha evaso. PAGINA: 0050 FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, chiediamo una deliberazione dell'urgenza della nostra proposta di legge sull'abolizione di Equitalia perché Equitalia, oltre ad essere un carrozzone inefficiente – ricordiamo che ha ottomila dipendenti, 5 mila consulenti esterni, e quasi il 50 per cento del fatturato che se ne va in stipendi – non ha portato ad alcuna riduzione dell'evasione fiscale, ma anzi ha portato solo effetti collaterali, se così si possono dire. Gli effetti collaterali di cui stiamo parlando sono centinaia di migliaia di cittadini e di famiglie che sono state scaraventate sotto la soglia di povertà, senza dimenticare migliaia di padri di famiglia e imprenditori che si sono tolti la vita a causa del sistema Equitalia.
Dicevo inefficiente perché in 13 anni, lo ripeto, in 13 anni, Equitalia ha riscosso solo l'8 per cento del carico di riscossione complessivo, stimato in circa 900 miliardi di euro, mentre il numero delle cartelle aumenta ogni anno di circa 15 milioni l'anno. Con la nostra proposta chiediamo, non solo l'abolizione del sistema Equitalia, ma anche l'annullamento di interessi usurai, delle more, degli aggi e delle sanzioni per il ritardo o il mancato pagamento.
Concludo, signor Presidente, facendo un appello all'Aula: dopo aver aiutato le banche con la rivalutazione delle quote di Bankitalia, dopo aver aiutato le lobby dell'energia, condonando, ad esempio, 22 milioni di euro agli amici di Sorgenia, e in attesa dello scudo, o meglio dello «scudino», per i capitali che rientreranno dall'estero, chiediamo uno sforzo all'Aula, all'intera Aula e cioè quello di pensare per una volta, almeno una volta, anche ai cittadini, a quelli che non hanno santi né in Parlamento né nelle sedi direzionali di Equitalia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0013 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di domani, a partire dalle 18.45, si svolgeranno le dichiarazioni di voto sul disegno di legge di conversione n. 2325, cui seguirà la votazione finale sul provvedimento.
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PAGINA: 0051 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione d'urgenza della proposta di legge n. 2299: Soppressione della società Equitalia Spa e trasferimento delle funzioni in materia di riscossione all'Agenzia delle entrate, nonché determinazione del limite massimo degli oneri a carico dei contribuenti nei procedimenti di riscossione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0013 Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo. (Vedi RS)
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PAGINA: 0051 Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,45).
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PAGINA: 0013 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati GIULIO MARCON (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), ADRIANO ZACCAGNINI (Misto) (Vedi RS) e MAURO PILI (Misto) (Vedi RS) e, per sollecitare la risposta ad un proprio atto di sindacato ispettivo, il deputato GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0051 GIULIO MARCON. Signor Presidente, ci proverò. Io vorrei ricordare che il 9 aprile scorso un'agenzia di stampa, la Public Policy, ha emesso questo comunicato: Il Ministro della difesa, Roberta Pinotti, ha dato la sua disponibilità per fare un'informativa urgente sugli F-35 alla Camera, ma solo dopo il 17 aprile, data in cui la Commissione difesa di Montecitorio dovrebbe licenziare l'istruttoria in corso. È quanto emerso durante la capigruppo della Camera. L'informativa è stata richiesta dal gruppo di Sinistra Ecologia Libertà.
La Ministra ha dato questa disponibilità il 9 aprile scorso alla capigruppo, nel frattempo la Commissione difesa, il 7 maggio scorso, ha deliberato il documento definitivo rispetto all'indagine sui sistemi d'arma, in particolare sugli F-35.
Ora, sono passati molti giorni, quasi due mesi, dalla disponibilità data dal Ministro Pinotti, sono passate ormai più di tre settimane da quando la Commissione difesa ha deliberato in merito. Noi siamo a richiedere, tramite lei, la disponibilità della Ministra a mantenere la sua promessa e a venire in Aula per rispondere a questa informativa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0051 PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Marcon. Trasferirò ovviamente alla Presidente la sua richiesta. Le faccio presente che giovedì si riunirà la Conferenza dei presidenti di gruppo per la programmazione del mese di giugno, presumo che anche in quell'occasione i rappresentanti del suo gruppo potranno comunque porre la questione. PAGINA: 0051 ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, intervengo perché alle 2,08 dell'alba di ieri, 26 maggio, il subcomandante Marcos ha annunciato che, a partire da quel momento, avrebbe smesso di esistere. In una conferenza stampa con i media liberi che partecipavano all'omaggio a Galeano, lo zapatista assassinato nella comunità zapatista di La Realidad, il capo militare @pagina=0052@dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale ha detto: «se posso definire Marcos, il personaggio, vi direi senza alcun dubbio che è stata una pagliacciata».
Dopo più di vent'anni alla guida dell'organizzazione politico-militare sollevatasi in armi il 1o gennaio del 1994, Marcos ha annunciato il passaggio di testimone. Ha detto che, dopo i corsi dell'Escuelita Zapatista dell'anno scorso e dell'inizio di questo, «ci siamo resi conto che oramai c'era già una generazione che poteva guardarci, che poteva ascoltarci e parlarci senza bisogno di una guida o leadership, né pretendere sottomissione». Allora, ha detto, «Marcos, il personaggio, non era più necessario. La nuova tappa della lotta zapatista era pronta». «È nostra convinzione» – ancora le sue parole – «e la nostra pratica che per rivelarsi e lottare non sono necessari né leader né capi, né messia né salvatori; per lottare c’è bisogno solo di un po’ di vergogna, una certa dignità e molta organizzazione, il resto o serve al collettivo o non serve».
Queste alcune delle ultime parole di Marcos, in un discorso pregnante come al solito, che sbeffeggia i grandi poteri. Questo per ricordare la cultura indigena... PAGINA: 0053 MAURO PILI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché ormai da dieci giorni i lavoratori dell'Alcoa di Portovesme occupano lo stabilimento, che, come è noto, è chiuso ormai da due anni, senza che questo Governo e quello precedente siano stati in grado di dare alcun tipo di risposta. E mentre altre vertenze nazionali – l'Electrolux e quelle di altre realtà italiane – sono state risolte in brevissimo tempo, su questa non c’è nessuna risposta da parte del Governo che continua ad essere latitante sul fronte non soltanto della soluzione sul piano energetico, che continua a sfuggire ai più, ma continua ad imbrogliare i lavoratori su un fronte, che è quello della ricerca di un nuovo acquirente, che non ci sarà mai, sino a quando non sarà risolto questo tema nevralgico dell'energia. Quindi la mia richiesta è che il Governo venga immediatamente a riferire, prima che gli animi nel Sulcis possano essere ancora più gravi di quelli che già sono.
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PAGINA: 0014 Ordine del giorno della seduta di domani. (Vedi RS)
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PAGINA: 0053 Ordine del giorno della seduta di domani.
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PAGINA: 0014 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
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PAGINA: 0053 PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
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PAGINA: 0014 La seduta termina alle 19,50.
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