PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10.

Missioni. (Vedi RS)

Missioni.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono sessantatré.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Archi, Biancofiore, Brunetta, Caparini, Capezzone, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Famiglietti, Gregorio Fontana, Formisano, Galan, Gebhard, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Realacci, Simoni, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

In morte dell'onorevole Lamberto Riva. (Vedi RS)

In morte dell'onorevole Lamberto Riva.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Rinnova, anche a nome dell'Assemblea, le espressioni della partecipazione al dolore dei familiari dell'onorevole Lamberto Riva, recentemente scomparso.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Lamberto Riva, già membro della Camera dei deputati nella XIII legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

  Interviene per ricordare la figura dell'onorevole Lamberto Riva il deputato VERONICA TENTORI (PD) (Vedi RS).

  VERONICA TENTORI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, sono onorata di poter intervenire qui oggi in questa Aula, in rappresentanza di tutto il territorio lecchese per ricordare l'onorevole Lamberto Riva, scomparso improvvisamente pochi giorni fa, la mattina del 13 giugno scorso, all'età di 79 anni.
  Nato a Galbiate nel 1933, laureato in filosofia all'Università cattolica di Milano, insegnò all'istituto magistrale Bertacchi di Lecco e al Liceo classico Manzoni, di cui fu a lungo preside, amato da insegnanti e studenti. Come docente, e poi come dirigente scolastico, si è dedicato con passione e fiducia alla formazione e all'educazione di tante generazioni di lecchesi che certamente ora lo ricordano con affetto.
  Lamberto ha dimostrato amore e impegno per il nostro territorio ed è sempre stato stimato da tutti al di là di ogni titolo. La sua immagine resta integra nella nostra memoria, come uomo di cultura e di studio, apprezzato per la sua presenza attiva e propositiva nella comunità e per la sua grande umanità, oltre che prezioso animatore dell'associazionismo, sia in campo sociale che in campo religioso.
  Insieme ad altri insegnanti nel 1976 inaugurò, all'interno dell'Azione cattolica, il gruppo Confronto, con l'obiettivo di avvicinare i giovani alla politica.
  Ricordiamo poi la sua sofferenza per la morte del figlio Nicola, a nome del quale ha istituito la cooperativa Insieme, volta a promuovere l'inserimento nella vita attiva dei soggetti disabili. E ancora, da presidente lecchese del MEIC, Movimento ecclesiale di impegno culturale, ha sempre promosso iniziative di alto livello, grazie alla sua competenza in campo storico e filosofico, ma non solo, con il senso critico e l'equilibrio che lo hanno da sempre contraddistinto.
  Appassionato alla politica, soprattutto nei suoi aspetti culturali e non partitici, è stato consigliere comunale e vicesindaco di Galbiate, suo paese di origine, e venne poi eletto parlamentare con la coalizione de l'Ulivo, mosso da ideali veri, oltre che dalla stima personale per Romano Prodi. Fu autorevole rappresentante del territorio lecchese alla Camera dei deputati dal 1996 al 2001 e membro della Commissione cultura, nella quale si adoperò con grande impegno a sostegno dell'allora Ministro dell'istruzione Luigi Berlinguer, che ebbe modo di apprezzarne la competenza e la passione per quel mondo della scuola che fu il suo mondo per decenni.
  Come parlamentare, attento conoscitore dei bisogni e dei problemi del nostro territorio si è sempre sentito prestato alla politica, rifiutando ogni logica di personale privilegio e potere.
  Lamberto ha vissuto le proprie cariche con il cuore, esercitandole sempre con attenzione e umiltà, con apertura intellettuale, ma soprattutto con spirito di servizio e con grande generosità.
  È stata una persona in cui i valori profondi del cattolicesimo democratico sono stati, nelle diverse esperienze, vita vissuta. Pieno di vivaci interessi per tutti gli aspetti della vita, capace di sognare cose grandi, ricordiamo il suo animarsi nelle discussioni, mosso dall'entusiasmo con il quale amava sostenere le proprie idee.
  Ci stringiamo intorno alla sua famiglia esprimendo la più profonda commozione. Grazie, Lamberto ! E che i tuoi insegnamenti siano per tutti, in particolare per noi giovani generazioni, da esempio e da stimolo per riflettere e lavorare, mossi dalla volontà di migliorare il mondo che ci circonda ed il nostro Paese (Applausi).

  PRESIDENTE (Vedi RS). Si associa al ricordo dell'onorevole Lamberto Riva.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tentori. La Presidenza si associa a questo suo ricordo.

Sull'ordine dei lavori. (Vedi RS)

Sull'ordine dei lavori (ore 10,12).

  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati MIRELLA LIUZZI (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), SUSANNA CENNI (PD) (Vedi RS) e LUIGI DI MAIO (M5S) (Vedi RS), al quale fornisce ulteriori precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, richiedo un'informativa urgente da parte del Governo sul caso Datagate e sullo scandalo PRISM. Infatti è in atto in America un processo, che riguarda il PRISM che potrebbe violare la privacy anche di cittadini europei, per cui chiedo che il Governo venga a riferire qui in Aula. Da organi di stampa si apprende che il Presidente Letta debba andare al Copasir a parlare di questo scandalo, per cui credo che la rilevanza sia importante riguardo a questo tema e che interessi la privacy di tutti i cittadini.
  Non vedo perché in Germania la Presidente Angela Merkel dichiari in occasione della visita del Presidente statunitense Barack Obama a Berlino: «Abbiamo bisogno di trasparenza su quel che accade con i dati dei cittadini». Dicendosi in certa misura sorpresa, ha aggiunto che occorre il rispetto delle leggi.
  Per cui chiedo, se possibile, che la Presidenza prenda tutti i provvedimenti affinché il Governo venga anche qui in Aula, in Parlamento, a riferire di questo scandalo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La Presidenza ovviamente trasferirà al Governo questa richiesta. Ricordo come sempre che a disposizione dei deputati ci sono gli strumenti del sindacato ispettivo.

  SUSANNA CENNI. Signor Presidente, colleghi, domani alle 14,30 davanti a Montecitorio ci sarà una importante manifestazione promossa dalla task force per un'Italia libera da OGM. Si tratta di una coalizione di sigle fortemente rappresentative del mondo agricolo, ambientalista, dei consumatori e della trasformazione alimentare, ed è una mobilitazione conseguente a un grave episodio accaduto sabato scorso, purtroppo episodio reiterato perché è già avvenuto un anno fa. Infatti, sabato mattina, nel comune di Vivaro (Pordenone) sono stati messi a dimora semi di mais geneticamente modificato, in un campo di tremila metri quadrati, dal Presidente dell'Associazione agricoltori federati, Giorgio Fidenato. Questo atto, palesemente illegittimo, come riconosciuto dallo stesso Ministro delle politiche agricole e forestali è un fatto molto grave. È un atto sostanzialmente annunciato e francamente sfuggono le ragioni e le condizioni per le quali non sono stati posti in essere tutti gli strumenti e gli atti per impedire che questa azione avvenisse.
  Voglio ricordare che già un anno fa nella stessa area era avvenuta la medesima semina cui, purtroppo, avevano fatto seguito proteste, mobilitazioni e anche atti di sequestro e momenti di tensione molto, molto elevata, di fronte a rischi di contaminazione.
  Il Ministero delle politiche agricole e forestali ha precisato già ieri, con chiarezza, l'illegalità di quelle semine, ricordando le scelte che il nostro Paese ha compiuto sin dal 2001, pur essendo noi tuttora in una situazione non chiara dal punto di vista della normativa.
  Lo stesso Ministro dell'ambiente ha preso posizione in maniera rilevante. Ci sono atti importanti depositati: c’è una mozione che il Partito Democratico ha depositato alla Camera, al Senato c’è stato un voto unanime poco più di un mese fa, ci sono interrogazioni, atti ispettivi.
  Io chiedo a lei, ma sollecito anche il Governo a fare tutto il possibile per intervenire e per evitare che questo atto sciagurato, come verrà chiesto domani da questa importante manifestazione, giunga a provocare fenomeni di contaminazione genetica.

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, intervengo per denunciare un fatto increscioso che è avvenuto ieri qui a Montecitorio ai danni di una mia collega deputata, la deputata Nesci che, mentre era alla buvette a prendere un caffè, si è vista aggredita verbalmente da una giornalista che è qui di solito e che ovviamente fa il suo lavoro.
  Non voglio assolutamente, non lo farei mai, approfittare di questo argomento per mettere l'accento su alcuni comportamenti nei confronti in generale nostri che accadono spesso qui a Montecitorio.
  Ma ci tengo soltanto a denunciare il fatto che questo è un luogo di lavoro per tutti i deputati, è un luogo di lavoro per l'amministrazione ed è un luogo di lavoro per i giornalisti e dobbiamo, quantomeno, tutelare la serenità in questo luogo di lavoro.
  Quello che è successo ieri davanti a decine di testimoni, quando una deputata si è vista aggredire verbalmente da una giornalista, è una cosa che forse qui non è mai successa e sulla quale io, personalmente, mi sento semplicemente di dare la solidarietà alla mia collega – che ovviamente non si è permessa di reagire – e spero che la Presidenza almeno venga a conoscenza di questo fatto.
  Io personalmente scriverò alla Presidente Boldrini per raccontare il fatto, senza alcuna intenzione di strumentalizzarlo; e non mi permetterei mai di parlare della categoria dei giornalisti in generale, io sto denunciando il fatto particolare che riguarda una giornalista per dare solidarietà alla mia collega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie deputato Di Maio, l'Ufficio di Presidenza ovviamente prenderà in considerazione la questione, che è tutt'altro che irrilevante, anche a seguito della missiva che lei ha preannunciato.
  Non essendo ancora trascorsi i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge S. 576, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 43 del 2013: Disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015 (approvato dal Senato) (A.C. 1197). (Vedi RS)

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 576 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE (Approvato dal Senato) (A.C. 1197).

  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle proposte emendative ritirate prima dell'inizio della seduta.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1197: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE.
  Ricordo che nella seduta del 18 giugno 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
  Avverto che, prima dell'inizio della seduta, l'emendamento Catalano 3.4 è stato ritirato dal presentatore.
  Sono stati altresì ritirati prima dell'inizio della seduta tutti gli emendamenti presentati dal deputato Latronico.
  Osservo che in sede referente, in relazione a talune proposte emendative, sono stati rilevati dal presidente della Commissione profili di inammissibilità, per estraneità di materia. Di conseguenza, in quella sede, i presentatori hanno ritenuto di ritirare tali proposte, al fine di compiere un ulteriore approfondimento. Parte di tali proposte emendative sono state ripresentate ai fini dell'esame in Assemblea. Si tratta dei seguenti emendamenti, del cui elenco prego la deputata segretaria di dare lettura.

  ANNALISA PANNARALE (SEL) (Vedi RS), Segretario. Dà conto delle proposte emendative dichiarate inammissibili.

  ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge:
   Pilozzi 1.01, volto ad estendere all'area industriale della provincia di Frosinone le disposizioni previste a favore delle aree industriali di Piombino e di Trieste; Grimoldi 5.10 e 5.11, recanti deroghe al Patto di stabilità interno per la realizzazione di interventi connessi a EXPO 2015 e per le spese dei comuni coinvolti in tale evento; Grimoldi 5.9, che estende alla Pedemontana lombarda le agevolazioni fiscali previste dal decreto-legge n. 179 del 2012; Colletti 5-ter.3 e Colletti 7.1, che recano modifiche alla disciplina del codice dell'ambiente in materia di attività di ricerca, di prospezione, nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare; Ferraresi 6.9 e 6.10, recanti modifiche alla disciplina in materia di concessione di contributi per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.11, incidente sul pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti nei territori dell'Emilia colpiti dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.12, volto a prevedere che la concessione di contributi per la ricostruzione e il ripristino degli edifici in Emilia colpiti dal sisma del maggio 2012 sia condizionata alla presentazione di progetti che assicurino rendimento energetico; Ferraresi 6.13, recante la sospensione delle procedure di valutazione di impatto ambientale nei territori dell'Emilia colpiti dal sisma ai fini dell'adeguamento al reale rischio sismico; Ferraresi 6.14, recante una moratoria per l'attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma, nelle aree colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.15, recante l'istituzione di uffici speciali per la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.16, recante un'ulteriore autorizzazione di spesa per la gestione delle macerie nei territori colpiti dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.17, volto ad escludere le imprese ubicate nei territori colpiti dal sisma del maggio 2012 dall'applicazione della disciplina sugli studi di settore; Ferraresi 6.19, che interviene sulle condizioni necessarie per l'erogazione di contributi ai soggetti e alle imprese che hanno subito danni dal terremoto del maggio 2012; Ferraresi 6.20, recante l'istituzione di un Fondo per il microcredito d'impresa a favore delle aziende che hanno subito danni dal terremoto del maggio 2012; Ferraresi 6.21, che detta norme per l'istituzione di zone franche urbane, finanziate con apposito fondo, nei territori interessati dal sisma del maggio 2012;
   Ferraresi 6.22 e 6.23, recanti discipline a favore dei lavoratori subordinati e autonomi residenti nelle aree colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.27 e Gianluca Pini 6.02, che estendono alle popolazioni dei comuni limitrofi al «cratere» del sisma del maggio 2012 taluni benefici; Ferraresi 6.28 e Gianluca Pini 6.03, che estendono la platea dei beneficiari della disciplina di favore prevista per i locatari di immobili nelle zone colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.29, che ridisegna la normativa sui benefici per i soggetti che hanno subito danni a causa del sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.30 e Gianluca Pini 6.04, che prevedono un'ulteriore categoria di contributi a favore di coloro che hanno subito gravi danni agli arredi a causa del sisma del maggio del 2012; Ferraresi 6.31, che incide sulla disciplina relativa all'identificazione, rimozione e smaltimento delle macerie prodotte dal sisma del maggio 2012; Colletti 7.060 e 7.061, che recano divieti alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle aree di mare fra Ortona e Vasto; Colletti 7-quater.01, recante il divieto di realizzazione di oleodotti e gasdotti nelle aree classificate come aree sismiche di prima categoria; Colletti 8.5, che reca un'autorizzazione di spesa per la ricostruzione architettonica e strutturale de L'Aquila e dei comuni colpiti dal sisma dell'aprile 2009.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Richiamati i criteri adottati dalla Presidenza nel vaglio di ammissibilità degli emendamenti, dà conto di ulteriori proposte emendative dichiarate inammissibili.

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza, ai fini della valutazione di ammissibilità, ha, come di consueto, seguito i criteri previsti dal Regolamento che, all'articolo 96-bis, comma 7, dispone che non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera. La lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa inoltre che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo».
  Alla luce dell'applicazione di tali criteri, la Presidenza non ritiene ammissibili le proposte emendative in questione.
  Come è stato osservato in diverse sedi, si pone, con tutta evidenza, il tema dell'omogeneità tra i criteri di ammissibilità seguiti dai due rami del Parlamento, che comporta oggettivi riflessi sulla parità di condizioni tra deputati e senatori nell'esercizio delle rispettive prerogative costituzionali.
  Si tratta, quindi, di un problema effettivo – me ne rendo conto –, che deve essere affrontato nelle sedi proprie – e che si sta realmente affrontando con il Presidente del Senato – ma che, in questa circostanza, non può esimere la Presidenza dall'applicare rigorosamente le disposizioni regolamentari che disciplinano il vaglio di ammissibilità degli emendamenti, che sono poste a garanzia di un corretto e ordinato svolgimento dei lavori.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in sede referente, in quanto estranee rispetto al contenuto del provvedimento in esame: Piras 3-bis.050, recante interventi urgenti di bonifica e messa in sicurezza dei siti minerari e industriali dismessi in Sardegna.
  Al riguardo faccio presente che il provvedimento si limita a disporre in materia di rilancio delle aree industriali di Piombino e Trieste, risultando, pertanto, la materia dell'emendamento in questione estranea rispetto al contenuto del decreto.
  Poi abbiamo: Colletti 5-ter.50, volto ad abrogare i commi 2 e 3 dell'articolo 19 della legge di stabilità per il 2012 recanti, rispettivamente, disposizioni concernenti la condotta di chi si introduce abusivamente nel cantiere per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione e la qualificazione come contributi in conto impianti delle risorse per la realizzazione del tunnel di Tenda a fini contabili e fiscali. Anche in tal caso si tratta di materie estranee, poiché l'intervento contenuto nel provvedimento in esame in materia di collegamento Torino-Lione è circoscritto all'esclusione dai vincoli del Patto di stabilità dei pagamenti relativi agli interventi di riqualificazione del territorio finalizzati all'esecuzione del relativo progetto.
  Sono inoltre inammissibili: Colletti 7-bis.70, 7-bis.50, 7-bis.51, 7-bis.52 e 7-bis.53, volti alla soppressione di una serie di enti e organi, quali il Comitato italiano per il collegamento tra Governo italiano e l'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura, cioè la FAO, l'Istituto diplomatico, la Scuola superiore dell'economia e delle finanze, la Scuola superiore dell'amministrazione dell'interno. Sebbene le proposte emendative in questione prevedano la destinazione dei risparmi di spesa derivanti dalle suddette soppressioni alla finalità di cui all'articolo 7-bis del provvedimento, gli interventi principali in esse contenuti hanno incidenza sull'ordinamento e non hanno esclusiva finalità di copertura, risultando del tutto estranei rispetto alle materie trattate dal provvedimento in esame.
  È altresì inammissibile l'emendamento Garofalo 5-bis.50, che, nella parte consequenziale, reca una modifica all'articolo 39-ter del decreto legislativo n. 504 del 1995, volta a disporre l'applicazione a qualsiasi prodotto contenente nicotina o altra sostanza idonea a sostituire il consumo di tabacchi lavorati le disposizioni inerenti alla distribuzione, vendita, detenzione e consumo in materia di tabacchi lavorati.
  Gli emendamenti da ultimo citati, oltre a non essere strettamente attinenti all'oggetto del decreto-legge, introducono, sotto la forma delle clausole di copertura, rilevanti interventi nell'ordinamento giuridico su materie che risultano di competenza di altre Commissioni permanenti, senza che tali interventi siano stati minimamente vagliati dalle medesime.
  Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  Intervengono sulla declaratoria di inammissibilità i deputati ANDREA COLLETTI (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), MICHELE PIRAS (SEL) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS) e PAOLO GRIMOLDI (LNA) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'inammissibilità degli emendamenti.
  A quanto pare in realtà la volontà della Presidenza è quella di rendere inammissibili tutti gli emendamenti tesi a modificare tale decreto, che sarà poi convertito al Senato. Sembra alquanto strano che alcuni emendamenti approvati al Senato, che non c'entrano nulla e che, anzi, dovrebbero essere dichiarati incostituzionali – e saranno dichiarati sicuramente fra qualche anno incostituzionali – siano passati al vaglio dei funzionari della Presidenza del Senato.
  Allora, sinceramente ci sembra alquanto strano tutto questo. Forse c’è, in realtà, la volontà di strozzare il dibattito dentro quest'Aula. Allora, forse noi dobbiamo essere dei meri esecutori di quello che prevede il Governo e di quello che prevedono gli accordi di maggioranza e opposizione. E sinceramente la sua lettera sembra alquanto «pilatesca». Ci sembra un modo di lavarsi la coscienza rispetto alle gravissime responsabilità del Presidente del Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ha autorizzato la presentazione di quegli emendamenti.
  Dovrebbe essere chiaro che noi, qui in Aula, dovremmo discutere, approvare o contrastare questi emendamenti, e non oscuri funzionari che non sono stati votati da nessuno.
  E allora dovremmo capire qual è il concetto di democrazia e qual è il concetto di centralità del Parlamento che lei vuole attuare, perché sinceramente spesso, anche nelle scorse settimane, ha difeso la centralità del Parlamento contro coloro che affermavano, al di fuori di qui, che questa è un'Aula vuota. Ma se non possiamo discutere gli emendamenti, allora davvero quest'Aula è inutile e tanto vale andarcene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E lasciamo tutto il potere a questo Governo, e allora dovremmo cambiare anche l'impianto costituzionale. Forse c’è stata una modifica implicita della Costituzione, avallata, purtroppo, anche dal vostro Presidente della Repubblica (Commenti), perché alcuni decreti non potrebbero neanche...

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, dirò subito che né io, né i miei colleghi della Lega, qui, ci sentiamo inutili in questo Parlamento. Siamo qui a partecipare come tutti gli altri deputati.
  Vorrei solo significarle una visione, per certi versi similare, su una certa rabbia che provano i parlamentari nel vedere il loro lavoro svilito da interpretazioni assolutamente pilatesche che vengono prese da questa Presidenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  Capisco il suo richiamo al Regolamento, ma è altrettanto vero – ed è scritto chiaramente nel Regolamento – che, comunque, l'ultima parola spetta a lei.
  Quindi, se vuole rispettare il lavoro dei parlamentari e dei deputati all'interno di questa Camera, nell'Aula e nelle Commissioni, dovrebbe, in qualche modo, cercare di uniformare la sua valutazione (che, come ricorda, appunto, il Regolamento, in ultima istanza è inappellabile, per quello che riguarda l'ammissibilità degli emendamenti) e conformarsi, se non altro, al momento storico, che vede il Senato ammettere qualsiasi cosa all'interno dei decreti-legge.
  Ci sarà, poi, veramente da ridere sul prossimo decreto-legge del «tentare di fare», come è stato ribattezzato, dove, veramente, c’è dentro di ogni.
  Quindi, le faccio un invito anche perché, va bene la letterina che ci ha letto, dicendo che se ne sta occupando e che vedremo, ma ci dia dei tempi, perché qui i tempi sono strettissimi nell'andare ad analizzare dei decreti-legge che hanno un impatto devastante, per certi versi, anche su quello che è il tessuto sociale ed economico del Paese. Però, noi abbiamo le mani legate nel potere intervenire, e il Senato, invece, ha assolutamente mani libere.
  Allora, le chiediamo di difendere le prerogative di questa Camera e di equipararle a quelle del Senato, in attesa di una riforma che speriamo, quanto prima possibile, porti al monocameralismo di questo Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

  MICHELE PIRAS. Presidente, intervengo anch'io sull'ammissibilità degli emendamenti. Devo dire che non mi sento inutile in quest'Aula e lo dico anche a beneficio di chi ci ascolta e per rispetto del lavoro che facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Ho un profondo rispetto dei Regolamenti, anche quando li ritengo fondamentalmente ingiusti. Credo anch'io che il tema della decretazione d'urgenza vada posto con urgenza, soprattutto perché credo che l'abuso che se ne fa nasconda un principio di esautoramento dell'istituto della democrazia parlamentare e delle prerogative delle due Camere, e anche perché, quando ci troviamo di fronte ad un decreto-legge come questo, che assume i connotati di un decreto omnibus, si tratta realmente di capire e di dibattere su cosa sia realmente urgente e cosa non lo sia.
  Ad esempio, ricordo che un evento da tempo programmato, progettato e che ha scadenza nel 2015, come l'Expo, diventa urgente, mentre il riconoscimento della contaminazione di interi territori della mia regione non lo è. Su questo vorrei sottolineare un particolare e vorrei che la Presidenza riconsiderasse il parere di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo che ho presentato al provvedimento, perché non intendevo porre in questione il rilancio di zone industriali in qualche maniera abbondantemente dimesse, ma intervenire sull'emergenza ambientale dei SIC localizzati nella mia regione.
  Uno di questi siti, ad esempio, è quello del Sulcis Iglesiente, dove una Asl come quella di Carbonia sconsiglia, anzi vieta, il consumo di prodotti ortofrutticoli da parte di bambini in età compresa tra zero e tre anni. Ciò avviene per l'alto tasso di veleni e metalli pesanti, in particolare il piombo, contenuto nei prodotti ortofrutticoli. Come ci dice la ASL, la piombenia, cioè l'eccesso di piombo nel sangue, è un avvelenamento. Quando è cronico, l'avvelenamento da piombo può causare ritardo mentale, disordini compulsivi, disturbi comportamentali, aggressività e regressione dello sviluppo.
  Questo è l'impatto ambientale e l'emergenza che abbiamo in quella zona, derivante da produzioni industriali ormai largamente dimesse e che pure hanno impattato sull'ambiente, dalla storica industria estrattiva, ad esempio, nel Sulcis, e quindi dalla contaminazione lasciata nei siti, anche di stoccaggio, dei residui di lavorazione industriale in quel territorio.
  Il tema è l'emergenza ambientale e non il rilancio delle zone industriali (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io voglio attenermi al tema, e il tema è quello sollevato dal collega Colletti, tema che noi condividiamo nella preoccupazione, ma tema che lui ha sollevato in modo assolutamente inaccettabile, con parole che sono da noi respinte al mittente, perché dette con toni e contenuti che non hanno nulla a che fare con quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la prima osservazione. La seconda osservazione è sul merito: Presidente, penso che le cose che riguardano l'ammissibilità degli emendamenti in quest'Aula sono sempre state oggetto di grandi fatiche, ma devo dire con grande chiarezza che il suo speech di oggi è stato da tanto tempo, da quando io sono qui, il più chiaro che ho sentito nella necessità di ripristinare, con il Senato, un metodo di lavoro che consenta a questa Camera di fare il suo lavoro. Infatti, il problema che noi abbiamo è di due Regolamenti molto diversi che causano quello che abbiamo avuto, non di funzionari, ma di Regolamenti, perché sono i Regolamenti che fanno prendere ai funzionari le decisioni che poi, possiamo dire, anche subiamo, come l'ultimo intervento del collega diceva. Ma il problema è anche di tempi, di rapporti e di rispetti, perché – e qui lo dico con molta sobrietà – il Senato ha trattenuto questo decreto un tempo necessario per impedire a noi di modificarlo. Questo non ha a che fare non i Regolamenti, ma ha a che fare con la politica. Allora, anche su questo, io credo che non dipenda dal Presidente, ma dipende dalla politica, dipende dal rapporto tra i gruppi e credo che dobbiamo fare un passo avanti chiedendo che Camera e Senato siano rispettosi di questo bicameralismo, fin quando il bicameralismo lo abbiamo.
  Mi appello anche al Governo, perché se è pur vero che ci sono Regolamenti che consentono maggiore o minore emendabilità, è pur vero che c’è un parere del Governo che può essere dato rispetto alla emendabilità o meno. Certo, poi, la competenza non può essere come, ed è la prima, a quella dei gruppi parlamentari. Arrivo a concludere dicendo, Presidente, che noi abbiamo bisogno che i Regolamenti parlamentari vengano presto rivisti e che gli stessi, su questo aspetto in particolare, abbiano una assoluta omogeneità, alla Camera e al Senato, perché altrimenti non risolveremo questo problema che, come è stato giustamente sottolineato da tutti i gruppi, rappresenta un vulnus alla capacità dei parlamentari di emendare decreti e provvedimenti che, invece, stanno nell'essenza del nostro lavoro e della necessità che ogni giorno noi abbiamo.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, come giustamente lei diceva adesso, le decisioni alla fine le prende lei, e visto che le prende lei e ha parlato di omogeneità degli emendamenti rispetto al testo di cui stiamo discutendo, le faccio presente innanzitutto che, per esempio, per quanto concerne un nostro emendamento sulla pedemontana lombarda, vi sono almeno tre tematiche di attinenza, in questo testo: si parla del CIPE, si parla di tematiche ambientali (la pedemontana lombarda passa da Severo, zona che necessita da diversi decenni di una modifica ambientale per la diossina) e, se lei non lo sa glielo ricordo, la pedemontana lombarda è all'interno del fascicolo Expo, non è un'infrastruttura a sé stante, fa parte delle infrastrutture collegate all'Expo presentate al BIE di Parigi per le quali Milano si è aggiudicata l'Expo 2015. Quindi, se presentiamo degli emendamenti su quanto di attinenza all'Expo in un testo che parla di Expo, non riesco a capire per quale motivo non sia possibile accettare questi emendamenti.
  Visto che alla fine, come lei ha detto, decide lei sull'omogeneità, io le chiedo: ma che omogeneità c’è in un testo dove si parla del terremoto in Emilia con i rifiuti a Palermo, dove si parla dell'Expo di Milano coi rifiuti di Napoli, dello smaltimento e dello smontaggio della Costa Concordia col sito industriale di Trieste, con la riforma delle Camere di commercio con l'acquedotto in Puglia...quale è l'omogeneità, scusi ? (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Appunto, scusate, adesso l'ultimo intervento, la deputata Pes e poi continuiamo.

  Intervengono altresì i deputati ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), per un richiamo al Regolamento, e CATERINA PES (PD) (Vedi RS).

  CATERINA PES. Sono velocissima Presidente. Vorrei semplicemente chiederle di poter sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Piras, vorrei aggiungere la mia firma se fosse possibile, grazie.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto degli emendamenti ritirati dal deputato Mannino.

  PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti Mannino 2.10, 2.11, 2.53, 2.13, 2.14, 2.17, e 2.18 sono stati ritirati dalla presentatrice.

(Esame dell'articolo unico) (Vedi RS)

(Esame dell'articolo unico – A.C. 1197)

  Intervengono sul complesso delle proposte emendative presentate i deputati IVAN CATALANO (M5S) (Vedi RS), MATTEO MAURI (PD) (Vedi RS), VITTORIO FERRARESI (M5S) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), MARIANO RABINO (SCpI) (Vedi RS) e ROCCO BUTTIGLIONE (SCpI) (Vedi RS).

  IVAN CATALANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Costituzione, all'articolo 77 secondo comma, e la legge vigente, affermano che: «in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge» che poi le Camere sono chiamate a convertire in legge entro 60 giorni. Questo decreto, per come era partito dal Governo Monti, presentava i caratteri di urgenza ma poi una volta arrivato in Senato è successo qualcosa di particolare. È rimasto fermo in discussione e in modifica per ben 47 giorni. Ingenuamente immaginavamo che in 47 giorni il decreto fosse stato modificato in meglio, invece alla Camera è arrivato totalmente stravolto, arricchito di articoli trattanti temi non urgenti o di non urgenza pertinente al titolo del provvedimento, che ben poco c'entrano con gli intenti originali.
  Possiamo dire che il cambio di legislatura non ha permesso a questo Governo di inserire espedienti e favori qua e là in autonomia, il «lavoro sporco» l'ha dovuto fare il Senato. È stata chiaramente una manovra di sponda, ovvero il Governo, tramite i parlamentari al Senato, ha inserito degli emendamenti che poi hanno approvato e hanno modificato il testo, snaturandolo. La diversità dei criteri di ammissibilità degli emendamenti tra le due Camere è un fatto da denunciare ad alta voce. Pare che al Senato siano più permissivi rispetto che qui alla Camera, difatti molti emendamenti presentati dal nostro gruppo, come quelli di altri, sono stati dichiarati inammissibili dalla Commissione Ambiente, mentre al Senato no.
  Quindi, unendo questi due fattori, tempo e criteri differenti, possiamo affermare che abbiamo inventato un nuovo modo di legiferare il quale funziona così: si prepara un decreto di urgenza, lo si fa passare al Senato, e non alla Camera, dato che lì sono più permissivi, lo si fa sostare per i tre quarti del tempo approvandolo a maggioranza. Una volta arrivato alla Camera avviene una cosa curiosa: il testo non si può modificare causa tempi ristretti, qualsiasi emendamento di modifica sarà bocciato. Con questa situazione abbiamo dovuto fare i conti e lavorare. La cosa più curiosa è che i colleghi degli altri partiti sono anch'essi delusi e frustrati da questa situazione, spesso si sono scusati dicendoci che purtroppo non potevano fare altrimenti. Allora, io mi sento di rispondere che volere è potere e che la domenica si è sacra ma per il bene del Paese può essere anche un giorno lavorativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Abbiamo condiviso insieme a tutti gli altri Gruppi parlamentari la lettera che il presidente della Commissione Ambiente ha redatto per denunciare questa procedura alla Presidenza Boldrini, ma serve a ben poco, perché quello che serviva era una posizione coraggiosa che dicesse: cari colleghi, lavoriamo anche questo weekend, approviamo un testo che sia pulito e che risponda ai soli dettami di urgenza e di pertinenza.
  Ma veniamo al merito degli emendamenti, che vorremmo presentare e che sono stati presentati a mia firma. Cominciamo analizzando la necessità ed urgenza del porto di Piombino, e partiamo col primo emendamento, nel quale chiediamo la soppressione del comma 5 dell'articolo 1. Di tale comma non si ravvede l'urgenza di carattere ambientale: esso chiede che, al fine di consentire la realizzazione degli interventi infrastrutturali destinati all'area portuale di Piombino, il CIPE entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, deliberi riguardo al progetto definitivo relativo al lotto 7, tra l'altro trasferendo l'impegno finanziario alla concessionaria Società Autostrada Tirrenica (SAT), in conformità e in coerenza con il piano economico-finanziario dell'intera opera dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia.
  Il progetto Piombino, approvato nel dicembre 2012, già fornisce tutti gli strumenti necessari per realizzare l'opera, senza fretta. Non crediamo che dare in mano l'intero lotto 7 alla SAT privatizzando la bretella sia un atto di emergenza ambientale. In Commissione avevamo presentato inoltre anche un emendamento che non abbiamo deciso di ripresentare in Aula, che escludeva dai poteri del commissario la possibilità di intervenire sulla bretella, ma siamo comunque confortati dal fatto che gli interventi di bonifica sono stati considerati prioritari. Proponendo di sopprimere la frase «anche in deroga ad eventuali diverse finalizzazioni previste dalla norma vigente del comma 6 dell'articolo 1», vogliamo togliere la possibilità al commissario di andare oltre quelle che sono le sue disponibilità finanziarie messe in essere.
  La seconda urgenza di carattere ambientale è l'Expo 2015: anche per questo tema abbiamo rilevato alcune anomalie. Al Senato a nostro avviso sono state inserite delle accelerazioni dei progetti che ben poco c'entrano con l'Expo 2015, che vorremmo sanare proponendo di sopprimere i numeri 1, 2 e 6 del comma 1, lettera c) dell'articolo 5. Non capiamo come mai si vogliano favorire opere di collegamento, quali il collegamento della SS 11 e della 8 al progetto residenziale di Cascina Merlata. Ricordiamo che in quest'area insiste un progetto edificatorio speculativo di 530 mila metri quadri, e la linea Metro 4 di Milano, che secondo Confindustria sarà conclusa solo nel 2017.
  La terza urgenza, che non è di carattere ambientale ma di continuità territoriale, è quanto espresso dall'articolo 5-bis. Abbiamo presentato un emendamento che vuole riformulare il testo, in quanto a nostro avviso non reputiamo esplicitate in modo corretto le finalità del finanziamento: si danno 3 milioni di euro per acquisto di navi, quando la necessità è la proroga del servizio traghetti tra Calabria e Sicilia, il quale cesserebbe dopo il 27 di questo mese. Ricordiamoci inoltre che il Governo Monti non ha espletato le procedure per il nuovo bando di gara entro dicembre 2012, per garantire tale continuità del servizio.
  Quarto e ultimo tema è il TAV: su questo punto però interverrà in modo più dettagliato la mia collega successivamente.
  Concludiamo dicendo che nemmeno il testo del progetto di legge è libero da impurità: infatti i commi dal 2 al 15 dell'articolo 1 poco c'entrano con le finalità del decreto-legge, dunque ne proponiamo, con un emendamento, la soppressione.
  Cari colleghi, riflettiamo su quello che stiamo facendo, e proviamo ad avere un po’ di coraggio politico: puliamo questo testo dalle oscenità inserite dal Senato, ed evitiamo che la Corte possa, nei suoi legittimi poteri, giudicarlo incostituzionale, come ahimè la storia ci ha già insegnato. Citando la mia collega Mannino nell'intervento di ieri in fase di discussione, domandiamoci
se oggi ci stiamo guadagnando lo stipendio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  MATTEO MAURI. Signor Presidente, gentili colleghi, il clima stamattina si è surriscaldato su una discussione che io penso, noi pensiamo che sia reale, che ha a che fare con la qualità della politica; così come con la qualità della politica ha a che fare la questione dei tempi, che non sono secondari e che evidentemente sono stati in qualche modo violati quanto al rispetto del rapporto fra istituzioni, nella trasmissione degli atti dal Senato alla Camera.
  Questo è un tema che ha a che fare con la qualità della democrazia: non solamente in relazione ai singoli provvedimenti e alla possibilità di approfondire le singole questioni e i singoli temi, ma anche (e oggi sarà del tutto evidente nella discussione che faremo e nella votazione che ci sarà) perché non può che condizionare poi in maniera pesante l'approvazione degli emendamenti, non solamente nella logica di quelli che sono o non sono ammissibili, ma anche nell'esigenza di portare a termine la conversione.
  Detto questo, credo che però noi dobbiamo fare una riflessione – se i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che tanto si richiamano ai regolamenti e al rispetto dell'Aula, mi permettono di farlo, magari con l'aiuto della Presidenza – vorrei che fosse evidente qual è il punto politico: noi oggi siamo qui, abbiamo fatto una riflessione di carattere procedurale, però siamo chiamati a un compito che è tutt'altro che secondario, perché siamo di fronte, oggi come oggi, a un provvedimento che è stato pensato e costruito per mettere in sicurezza alcune situazioni che non sono più sostenibili. Sicuramente non sarà un provvedimento totalmente risolutivo, ma in un Paese come il nostro dove le emergenze sono la normalità e si sono accumulate e lo stato di necessità – ce lo diciamo sempre in quest'Aula – dei nostri cittadini è purtroppo molto, molto elevato, questo provvedimento lo possiamo intendere come un primum vivere. Sappiamo che a breve arriverà un altro provvedimento che sarà invece più la pars construens di questo Governo, ma questa è condizione necessaria, cioè noi oggi dobbiamo dare delle risposte immediate a delle esigenze molto forti e molto sentite che i nostri cittadini vivono. Facendo riferimento a ciò che dicevo prima, quando penso ai nostri cittadini spesso si parla di popolo, il popolo io credo che non pensi di avere rappresentanti diversi fra Camera e Senato, penso che il popolo ritenga e abbia il diritto di avere un unico rappresentante nazionale, che è il Parlamento e di conseguenza io sono convinto che una reale e fattiva collaborazione fra le istituzioni sia un elemento rilevante e che deve esserci perché deve dare credibilità alle istituzioni.
  Dicevamo, questo è un provvedimento primum vivere e sappiamo quanto è importante, di conseguenza i temi che sono stati trattati e che sono stati guardati all'interno del dibattito di quest'Aula – non solamente in questi giorni, ma anche nel passato – credo che siano particolarmente sentiti, faccio riferimento agli interventi, anche nei scorsi giorni, dei colleghi che hanno vissuto in prima persona, o comunque con relazioni molto strette con le zone colpite dal terremoto, penso alla ricostruzione in Abruzzo, penso agli eventi sismici più recenti, quelli – si dice sempre – che hanno colpito l'Emilia Romagna in maniera fortissima, ma ricordo anche – perché spesso questo viene dimenticato – hanno colpito anche parti importanti della Lombardia, oltre che recentemente anche altre aziende del nostro Paese.
  Io credo che a queste persone, a questi cittadini e tutti gli altri cittadini che purtroppo potrebbero trovarsi in condizioni simili per altre calamità naturali, noi dobbiamo dare un segnale, il segnale dello Stato che c’è, che è efficiente, che non solo mette a disposizione risorse quando serve ma è in grado – è molto presente in questo provvedimento – di accelerare e semplificare, perché uno dei problemi del nostro Paese è una burocrazia, non quella buona, ma quella «cattiva», e anche qui l'elemento dei tempi, della semplicità dei provvedimenti, perciò intervenire in questo senso vuol dire dare una risposta alla domanda di competitività del Paese.
  Un'altra emergenza a cui si prova a dare risposta è il tema delle crisi di alcune aree industriali, anche qui non tutte sicuramente, ma due particolarmente significative, che hanno bisogno forse più di altre di un sostegno ed anche in questo caso la disponibilità a fare dell'efficienza un elemento comprovato di normalità. Prima parlavo delle emergenze sismiche e di quelle ambientali, non posso non ricordare i casi recenti delle alluvioni che hanno colpito il nostro Paese, prendo ad esempio anche il terremoto nella zona del Pollino.
  La questione dei rifiuti, purtroppo, in una condizione di normalità non dovrebbe essere elemento di emergenza, questo provvedimento è anche un atto d'accusa rispetto a ciò che non è stato fatto nel passato, sicuramente si va incontro ad alcune domande specifiche, forse troppo specifiche, ma è il segnale che conta.
  Poi mi permetta, signor Presidente, di soffermarmi su un ultimo punto, qualcuno prima metteva in discussione che si trattasse di emergenza, invece lo è purtroppo.
  Mi riferisco ai provvedimenti su Expo 2015, quella che si tiene sì a Milano, si tiene sì in Lombardia, ma – guardate – ha una valenza assolutamente nazionale. Vorrei che il Parlamento percepisse fino in fondo questa cosa. Perché è un'emergenza ? Ma è chiaro: perché, fino ad oggi, non si è fatto tutto quello che si doveva fare. In alcuni casi – lo dico chiaramente – anche per una qualche disattenzione a livello nazionale, ma guardate – e faccio riferimento all'intervento di ieri del collega Alli – anche per grandi responsabilità territoriali perché è sbagliato ed è falso riferirsi al sindaco di Milano attuale, Pisapia, provando a dipingerlo come chi ha rifiutato di svolgere un incarico che era quello di commissario perché, nel gesto del sindaco Pisapia, c’è un grande senso di dignità e di richiesta di attenzione. Non a caso, a seguito di quel gesto tutto politico, il Governo nazionale si è dimostrato anche più sensibile. Perché è un'emergenza l'Expo ? Perché voi vi immaginate – siamo a meno di due anni dall'appuntamento – che noi arriviamo all'appuntamento senza aver fatto ciò che ci siamo impegnati a fare, di fronte non solo alle nostre comunità, ma alla comunità internazionale ? Noi siamo in queste condizioni: noi siamo nella condizione per cui, se tutto non viene fatto in modo perfetto, se tutto non dovesse filare liscio, quell'evento può essere a rischio, o comunque può essere a rischio la sua realizzazione completa. Credo che nessuno di noi, nessuno in questo Parlamento, nessun cittadino italiano se lo possa permettere e – permettetemi di dirlo per questioni di onestà intellettuale – se siamo arrivati a questo punto, è anche perché prima ci si è presi fin troppo tempo a discutere del sito, poi si è fatto un litigio, che chi è di quell'area l'ha visto quotidianamente sui giornali sulla questione degli assetti e della governance. Poi – guardate bene – ci sono stati dei conflitti istituzionali molto forti tra l'ex presidente della regione Lombardia e l'ex sindaca di Milano, che hanno paralizzato per molto tempo i lavori preparatori, per cui – se noi oggi siamo lì – è anche purtroppo per questo, come tutto il lunghissimo dibattito su chi dovesse avere la proprietà di area Expo.
  Per cui, non vogliamo più vivere quella telenovela, teniamo ai nostri cittadini, pensiamo, perciò, che questo provvedimento abbia una reale urgenza e sia dovere nostro approvarlo, per cui un giudizio positivo, molto positivo su questo aspetto, sul fatto che sia inserito in un provvedimento che ha, da un lato, certamente il compito di andare incontro alle urgenze e di dare risposte immediate, ma insieme al prossimo provvedimento, quello di rilanciare questo Paese, farlo respirare e guardare in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, colleghi, fermo restando che confermo le dichiarazioni del collega Colletti, per quanto riguarda il giudizio di inammissibilità, che è stato dato su questi emendamenti e premesso che – come ho detto ieri in discussione generale – è inaccettabile l'iter di questo provvedimento, volevo un po’ spiegare quello che ho espresso con i miei emendamenti. La materia era: «disposizioni urgenti in favore delle zone terremotate». Questi emendamenti sono stati dichiarati inammissibili perché non attengono a queste disposizioni in favore delle zone terremotate. Abbiamo proposto di trasformare il contributo in indennizzo perché non c’è certezza per i terremotati che questo sia effettivo e che sia garantito dallo Stato perché, per ora, le banche chiedono la garanzia personale: vogliamo questa specificazione. Abbiamo chiesto che la ricostruzione e la riparazione delle abitazioni private sia concessa senza limitazioni di superfici e metratura e questo esula dalle disposizioni urgenti in favore delle zone terremotate ? Abbiamo chiesto che l'indennizzo sia dato anche per edifici classificati di classe A, che hanno subito danneggiamenti e che ingiustamente vengono esclusi. Abbiamo proposto che il pagamento di interessi sui mutui sospesi venga sostenuto da parte dello Stato e che i mutui vengano congelati. Abbiamo sostenuto il miglioramento dell'efficienza energetica e della sicurezza sismica degli edifici con detrazione certa e una scadenza del 65 per cento per quanto riguarda le somme dovute ad indennizzo.
  Abbiamo sostenuto, con questi emendamenti, l'agibilità sismica delle nuove costruzioni, appunto, con una nuova rivalutazione per tutte le infrastrutture che verranno pianificate sul territorio. Abbiamo chiesto una moratoria dell'attività del sottosuolo per tutto il territorio terremotato, come già chiesto dalla regione Emilia-Romagna. Abbiamo richiesto uffici speciali per la ricostruzione e anche questo non ha nulla a che fare con le disposizioni urgenti a favore delle zone terremotate ?
  Abbiamo richiesto dei soldi, 10 milioni di euro, per la rimozione e il riutilizzo delle macerie. Abbiamo richiesto lo stop degli studi di settore ed, infine, abbiamo richiesto la detassazione dei contributi con una specificazione che vengano tolti, appunto, dall'imponibile ai fini delle imposte sul reddito, dell'imposta regionale sulle attività produttive, gli indennizzi assicurativi che nell'emendamento del Senato non c'erano. Su questo ricordo alcuni colleghi del PD che hanno detto bugie sui giornali e questa ne è la prova, perché questo emendamento c’è e questa è la nostra volontà. Quindi, colleghi del PD non dite bugie ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Abbiamo proposto il microcredito d'impresa, per risollevare le imprese danneggiate dal terremoto perché le banche non gli danno niente, non gli danno contributi. Abbiamo richiesto una zona franca urbana per detassare, appunto, la zona del terremoto nel de minimis fino a 200 mila euro, in modo che non diventi un aiuto di Stato. Anche questo non è stato concesso perché chiaramente inammissibile e non rientra nelle disposizioni urgenti in favore delle zone terremotate. Abbiamo chiesto un reddito minimo per chi perde il lavoro, nei confronti delle persone che perdono il lavoro a causa del terremoto.
  Tutti questi, signori, sono stati dichiarati inammissibili, a parte l'emendamento sugli indennizzi, sui contributi per quanto riguarda le assicurazioni. Sono stati dichiarati inammissibili perché non attinenti, appunto, a «le disposizioni – ripeto ancora – urgenti in favore delle zone terremotate». Inammissibile è l'iter di questo provvedimento e questa inammissibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Certamente, inammissibili sulla base del Regolamento. Dunque, lei sa – e lo ribadisco di nuovo – che stiamo lavorando alla riforma del Regolamento. C’è un vostro rappresentante nella Giunta del Regolamento. Cercheremo di lavorare in modo tale che queste inammissibilità possano essere più limitate. Ma, voglio dire, è responsabilità dei gruppi adesso collaborare ad una riforma del Regolamento e c’è anche il suo gruppo che sta lavorando su questo punto.
  Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento all'esame oggi del Parlamento prevede, come è noto, anche con una serie di norme, una disciplina ad hoc per agevolare lo svolgimento a Milano di Expo 2015 e il rispetto dei tempi per la realizzazione delle opere, in considerazione dell'importanza strategica di tale evento.
  Come gruppo di Scelta Civica vogliamo sottolineare che è appena il caso di richiamare lo straordinario rilievo che l'Expo 2015 assumerà per il nostro sistema Paese. Come è noto, nella società dell'informazione, del villaggio globale, la dinamica delle grandi esposizioni universali torna infatti ad assumere una nuova centralità, assai maggiore di quella assunta negli ultimi decenni del Novecento. Le esposizioni universali sono infatti tornate ad essere, come scriveva Victor Hugo nel 1867, il mondo che si incontra attorno a grandi tematiche che creano un'appartenenza comune e si soffermano su condizioni di vita universali.
  L'Expo 2015 rappresenta un evento unico al mondo per dare visibilità alla tradizione, alla creatività e all'innovazione nel settore dell'alimentazione, raccogliendo tematiche già sviluppate nelle precedenti edizioni di questa manifestazione e riproponendole alla luce dei nuovi scenari globali, al centro dei quali c’è il tema fondamentale, essenziale e decisivo del diritto ad un'alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta. Al momento hanno aderito ufficialmente 125 Stati, pari all'85 per cento della popolazione mondiale e sono stati sottoscritti 56 contratti di partecipazione volti a formalizzare la presenza a Milano, attraverso il dispositivo dei cosiddetti cluster.
  Essi rappresentano un modello di partecipazione innovativo e coinvolgente, poiché raggruppano, sotto lo stesso progetto architettonico, Paesi accomunati dalla produzione di un alimento (caffè, riso, cacao, cereali, tuberi, frutta, legumi, spezie) o interessati a sviluppare una particolare tematica (Bio-Mediterraneo, Isole, Mare e cibo, Agricoltura e nutrizione nelle zone aride).
  Tutto ciò permetterà di valorizzare ogni realtà presente nel padiglione, evidenziando anche l'apporto che il nostro Paese ha dato, e dà storicamente, come sede delle principali organizzazioni internazionali operanti nel settore agroalimentare, come la FAO e il Programma alimentare mondiale, alla realizzazione degli obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.
  Al tempo stesso l'Expo rappresenterà una occasione unica per promuovere la creatività e la capacità di innovare del nostro Paese, per presentarle su uno scenario davvero globale. In questo senso, l'evento di Milano rappresenta il cuore delle possibilità di ripresa per l'Italia, come ha recentemente affermato il Presidente del Consiglio, Enrico Letta.
  L'evento rappresenterà inoltre un'opportunità per dare impulso a tutta una serie di progetti di riqualificazione del territorio, in una prospettiva di sviluppo che guarda oltre il periodo di svolgimento dello stesso.
  Le disposizioni straordinarie per Expo Milano 2015 sono raccolte, come è noto, nel Capo II. La nuova disciplina introdotta dal provvedimento di urgenza prevedeva e prevede l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che nel frattempo è maturato – 6 maggio 2013 –, sentiti la regione Lombardia, il sindaco di Milano e i rappresentanti degli enti locali interessati, per l'istituzione di organismi per la gestione delle attività, e di un tavolo istituzionale per gli interventi regionali e sovraregionali, presieduto dal Presidente della regione Lombardia pro tempore, i criteri di ripartizione e la modalità di erogazione dei finanziamenti, la nomina di un commissario unico, anche nell'ambito dei soggetti della governance della società Expo 2015, dotato di tutti i poteri e le funzioni del commissario straordinario e del commissario generale dell'Expo 2015, incluse le deroghe previste nelle ordinanze di protezione civile, ad eccezione delle funzioni di rappresentanza internazionale.
  È così stato disposto – lo ricordava testé il collega del Partito democratico – il superamento dell'assetto attuale, per così dire, «bicefalo», della struttura di vertice preposta alla realizzazione degli interventi, precedentemente ripartita tra il sindaco di Milano, commissario straordinario, e il Presidente della regione Lombardia, commissario generale.
  Ebbene, questa nuova struttura di governance non deve far pensare che i principi e i requisiti di urgenza, di rapidità, di velocità, di straordinarietà, debbano per forza confliggere con legalità, trasparenza, correttezza nell'assegnazione degli appalti, correttezza nella determinazione dei progetti. Ed è per questo che, fra le altre, la Commissione esteri ha espresso un parere favorevole, richiamando lo straordinario significato che l'Expo Milano 2015 assume per il sistema Paese, sottolineato il grande numero di Stati che hanno aderito alla manifestazione, rilevata la necessità di una razionalizzazione societaria amministrativa dei processi di governance, per una maggiore funzionalità ed efficacia nell'accoglienza dei Paesi ospiti ma, abbiamo anche auspicato, evidentemente, che il padiglione Italia promuova e sappia davvero promuovere la creatività e la capacità di innovare del nostro Paese.
  Abbiamo però espresso tutti questi pareri favorevoli – evidentemente – al provvedimento, auspicando e osservando che siano in ogni modo adottate tutte le forme utili a che il Parlamento verifichi lo stato di avanzamento dell'organizzazione di Expo 2015 in ogni sua fase, che sia assicurata la più ampia pubblicità e trasparenza nelle procedure di selezione dei progetti e dei collaboratori per l'allestimento del padiglione Italia, valorizzando in particolare le giovani generazioni e il mondo del terzo settore, che sia valutata l'opportunità di promuovere, anche nell'ambito dell'intesa con le Nazioni Unite, una iniziativa interparlamentare da svolgersi nell'ambito dell'Expo 2015 al fine di accrescerne la proiezione internazionale e abbiamo espresso, in conclusione, un parere favorevole a questo provvedimento, alla condizione che si intensifichi l'azione delle camere di commercio italiane all'estero ed estere in Italia, a favore delle piccole e medie imprese, nonché dell'imprenditoria giovanile. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, il mio intervento si riferisce ad un problema molto specifico. Noi provvediamo, con questo provvedimento, a rinnovare al commissario straordinario dell'Expo poteri e deleghe già concessi dal precedente decreto-legge del 15 maggio 2011, n. 59, convertito nella legge 12 luglio 2012, n. 100. Quali sono questi poteri e deleghe ? Non so se tutti i colleghi hanno letto attentamente l'articolo 5, comma 1, del provvedimento in esame. Con una tecnica legislativa mai sufficientemente condannata qui noi provvediamo a spiegare il contenuto dell'articolo facendo riferimento ad un altro provvedimento, rimandiamo ai poteri già dati nel decreto-legge che ho appena citato, ma se lo andate a leggere questi poteri non li trovate ma trovate il riferimento a un insieme di ordinanze precedenti in materia di Protezione civile. Ora, se avete la pazienza di andare a leggervi le ordinanze in materia, trovate che questi poteri sono molto ampi, hanno senso in condizioni di alluvione ma talvolta, forse, in una condizione come questa, sono un filo troppo ampi. Non mi soffermerò su questo: il problema che voglio sottolineare è quello della compatibilità comunitaria, perché alcuni dei poteri conferiti lo sono chiaramente in deroga anche alla legislazione comunitaria e noi abbiamo avuto a suo tempo un precontenzioso con la Commissione europea e abbiamo trovato un accordo che ha limitato temporalmente l'esercizio di quelle deroghe e di quei poteri. Allora vorrei sapere dal Governo, e le sarei grato, signor sottosegretario, se mi ascoltasse, visto che dovrebbe rispondere lei a nome del Governo, se il Governo intende considerare che il Commissario riceva nuovamente i poteri che ha ricevuto allora o sottrae a questi poteri quelli il cui termine temporale è già scaduto ?
  Sono questioni di non poco rilievo perché, per esempio, in materia di appalti, noi abbiamo ottenuto di poter eliminare le offerte anomale ad libitum mentre la legislazione europea passata e ancora più quella in fase di approvazione adesso al Parlamento europeo pone precise condizioni e chiede l'istruttoria. Il Governo intende considerare come valida quella deroga, il cui termine temporale è peraltro scaduto, oppure intende considerarla come perenta ? Fa una differenza di non poco rilievo ma in generale vorrei chiedere che il Governo si impegni a fondo per controllare la compatibilità comunitaria sulla quale esistono dei dubbi importanti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 11,40).

  ALESSANDRO BRATTI (PD) (Vedi RS), Relatore. Esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore. Signor Presidente, sono in una non invidiabile posizione perché, pur condividendo le considerazioni fatte prima da diversi colleghi, anche se con modalità diverse, oltre ad un problema di non omogeneità del decreto-legge, ce n’è un altro, che poi mi costringerà a dare dei pareri di un certo tipo, connesso alla tempistica con cui ci siamo trovati ad affrontare un provvedimento così importante.
  Nella discussione brevissima e assolutamente insufficiente in Commissione abbiamo condiviso, direi tutti i gruppi politici, questa situazione di grande difficoltà e comunque anche di occasione mancata, perché sicuramente credo che con il lavoro parlamentare qui alla Camera avremmo potuto migliorare ulteriormente il testo uscito dal Senato.
  Detto questo, prendiamo atto della situazione e prendiamo atto anche che il così contestato Senato in realtà ha fatto un lavoro – a mio parere – migliorativo rispetto al decreto-legge originario, soprattutto per quanto riguarda tutta la fase relativa alle aree terremotate, ma non solo.
  Quindi, non c’è dubbio che i tempi così stretti e il rischio di far cadere questo provvedimento molto forte – che in realtà contiene in sé comunque più cose positive che, diciamo, quella parte meno conforme al titolo del decreto stesso – mi inducono, così come ho detto fin dall'inizio, non tanto a fare una discussione di merito o ad entrare – poi ci sarà magari modo su alcuni emendamenti di farlo – nella natura degli emendamenti stessi, ma mi inducono di fatto a dare un parere negativo su tutti gli emendamenti, al di là dei contenuti – ripeto – che per alcuni versi potrebbero essere pienamente condivisibili.
  Quindi, ci tenevo a ribadire questa situazione incresciosa e molto particolare che noi speriamo non accada più, alla luce anche di ciò che ci ha detto prima la Presidente della Camera. Speriamo che in questa discussione, al di là delle riforme dei Regolamenti che ogni Camera si fa per proprio conto, ci sia davvero la possibilità, quando arrivano i provvedimenti, di avere il tempo e il modo necessari per affrontare una discussione di merito.
  Quindi, il parere sugli emendamenti non potrà che essere un parere contrario. Faccio anche mia una raccomandazione al Governo: visto che non riusciremo – credo – ad approvare o a discutere nel merito gli emendamenti, per quanto riguarda il versante degli ordini del giorno io mi sento di chiedere al Governo di analizzarli attentamente e di accettare il più possibile le proposte che verranno dai colleghi sia di maggioranza che di opposizione e quelle che purtroppo non potranno avere l'attenzione adeguata all'interno degli emendamenti al presente decreto-legge.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. (Vedi RS) Concorda.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Il Governo ha argomentato anche in Commissione come sicuramente sarebbe stato opportuno che anche la Camera potesse avere il tempo necessario per una più approfondita discussione del decreto-legge. Nel complesso il Governo ritiene il decreto-legge, comunque, nella forma attuale, un passo importante per fronteggiare situazioni di emergenza nelle diverse aree del territorio che sono toccate dal decreto-legge stesso e crediamo che, nell'insieme, il testo risponda a questa esigenza.
  L'obiettivo fondamentale che risponde alle attese delle popolazioni interessate è quello che il decreto sia trasformato in legge e quindi per questi motivi, pur condividendo l'esigenza che la Camera potesse avere tutto il tempo necessario per una più approfondita discussione sul testo, crediamo che sia corretta e condivisibile del tutto la posizione assunta dal relatore.

  Intervengono sull'emendamento Allasia 1.50 i deputati GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), PAOLO GRIMOLDI (LNA) (Vedi RS), STEFANO ALLASIA (LNA) (Vedi RS), CLAUDIA MANNINO (M5S) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS). MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS), PATRIZIA TERZONI (M5S) (Vedi RS), VEGA COLONNESE (M5S) (Vedi RS), MATTEO DALL'OSSO (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS), MIRELLA LIUZZI (M5S) (Vedi RS), SEBASTIANO BARBANTI (M5S) (Vedi RS), FILIPPO GALLINELLA (M5S) (Vedi RS), DARIO GINEFRA (PD) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), LOREDANA LUPO (M5S) (Vedi RS), nonché, per alcune precisazioni, il PRESIDENTE (Vedi RS).

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, l'emendamento Allasia 1.50 è un emendamento che noi riteniamo debba assolutamente essere approvato da quest'Aula, perché chiarisce in maniera incontrovertibile quelli che sono i perimetri dell'operazione di bonifica che vengono a trovare spazio e realizzazione attraverso la conversione di questo decreto-legge. È un chiarimento che si inserisce anche, se vogliamo, nell'ottica di una maggiore razionalizzazione di quelle che sono le norme che vengono approvate da questo Parlamento. Spesso e volentieri ci si trova di fronte a un refrain molto frequente all'interno della vita quotidiana, pubblica, amministrativa e politica di questo Paese. Il refrain è: le norme sono complesse, le norme sono interpretabili. Qui dobbiamo fare uno sforzo e rendere la norma assolutamente perentoria e netta, che non lasci spazio ad interpretazioni e, soprattutto, che non lasci spazio alla possibilità, da parte di chi poi dovrà effettuare materialmente l'opera di bonifica, di poter estendere a suo piacimento – magari ripeto interpretando, piegando alle proprie necessità del momento l'operazione di bonifica – anche ad aree che non siano effettivamente quelle necessitanti l'operazione stessa.
  Quindi chiedo a tutti i colleghi di fare un'operazione di buon senso, sostenendo questo emendamento che il collega Allasia ha presentato in maniera molto semplice, come si vede. Non è uno di quegli emendamenti dove per fare una spiegazione, una norma interpretativa, si aggrava ancora di più la comprensione della norma stessa. Questa è semplicemente un'aggiunta di pochissime parole, quattro per l'esattezza, che però potrebbe risolvere, in prospettiva, in applicazione di questo articolo di questo decreto-legge che stiamo convertendo oggi, potrebbe risolvere, dicevo, guai interpretativi che spesso e volentieri costano anche soldi, risorse, tempo, perdite di tempo per chi deve operare in realtà un'operazione a beneficio di tutto il territorio, a beneficio soprattutto dell'area che ci si propone di bonificare e di mettere in qualche modo in sicurezza. Quindi nuovamente rinnovo l'invito a tutto il Parlamento a fare uno sforzo al di là di quelle che sono le posizioni politiche o le valutazioni di opportunità, affinché questa norma sia riportata in maniera specifica e perentoria e non in maniera fumosa.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, solo per aggiungere a quanto già detto che, per chi non lo sapesse, nell'area di Piombino, quando c’è vento, il polverino delle acciaierie finisce addirittura a scricchiolare nella bocca dei cittadini dell'area. Quindi la bonifica ambientale è urgente e importante. Nel decreto-legge però questo provvedimento è legato con lo smaltimento, lo «smontaggio» della Costa Concordia. Questo emendamento dice semplicemente che laddove dovrà essere portata la Costa Concordia, si possa procedere nell'immediatezza, appena fatta la bonifica solo dell'area specifica. A conoscenza dei colleghi, senza questo emendamento, la Costa Concordia, almeno per il prossimo anno, resterà esattamente dov’è, perché l'area non sarà bonificata per intero...

  STEFANO ALLASIA. Sono stato preceduto. Comunque, cercando di essere obiettivamente concreto, l'emendamento, com’è già stato specificato dal collega Pini, vuole ribadire un concetto molto chiaro, per evitare che poi ci siano fraintendimenti in futuro nell'interpretazione delle leggi che si fanno in queste aule, per cercare di restringere il più possibile l'intervento, per evitare che poi ci siano speculazioni. Infatti, purtroppo, non voglio dire che il malcostume di questo Paese è la speculazione, così vediamo costantemente in questi giorni: poi leggi mal interpretate o mal scritte vengono usate a piacimento degli amministratori locali.
  Noi chiediamo esclusivamente, come ha detto Pini, con cinque parole e non quattro, di restringere il più possibile la bonifica in un'area ben ristretta. Infatti la specificità di questo emendamento nasce dal fatto che l'articolo è stato modificato in Senato, dando una specifica ulteriore...

  CLAUDIA MANNINO. Sì, sull'articolo su Piombino il nostro voto è assolutamente contrario, perché non è ben formulato, perché appunto l'articolo non parla direttamente...

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo perché, onestamente, sto leggendo in maniera dettagliata quello che stiamo oggi discutendo, cioè la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge del 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per l'Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE. Adesso mi sembra di aver letto una poesia...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. In effetti c’è un potpourri, collega Sibilia, ma il potpourri c’è in Italia e, secondo me, il responsabile numero uno è Silvio Berlusconi. Secondo me è lui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  Leggo i reati estinti per prescrizione di Berlusconi che sono: il lodo Mondadori per corruzione giudiziaria, bilanci Fininvest, All Iberian, consolidato Fininvest falso in bilancio...

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, dunque oggi stiamo parlando di una modifica in un importantissimo decreto-legge che parla di Piombino. Dunque, io vorrei che voi conosceste Piombino. Piombino è un comune italiano di circa 34.435 abitanti, in provincia di Livorno, centro principale della Val di Cornia e principale polo dell'industria siderurgica in Toscana. È il secondo porto della Toscana dopo quello di Livorno. Importantissimo direi. La città conserva numerose testimonianze del suo glorioso passato, dalle origini etrusche al principato di Piombino, di cui era la capitale. Cioè parliamo di una capitale, signori. La sua lunga storia è sintetizzabile nei monumenti architettonici, nelle opere d'arte che si conservano nel centro storico al cui splendore contribuirono anche Leonardo da Vinci – cioè, Leonardo da Vinci – e Andrea Guardi. Potrei ora parlare anche di Leonardo da Vinci, però lascerò.
  La storia di Piombino, che è in provincia di Livorno, come sappiamo tutti credo...

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, vorrei un attimo leggere l'emendamento di Allasia che dice: «al comma 2, primo periodo, dopo le parole: bonifica dei sedimenti, aggiungere le seguenti: dell'area interessata dall'intervento».
  Personalmente noi voteremo a favore di questo emendamento perché già solo scrivere «dell'area interessata dall'intervento» significa che nel decreto-legge si sono dimenticati di scrivere che l'area deve essere circoscritta. E sappiamo benissimo che in Italia, se non si mettono questi limiti, poi dopo ognuno fa come gli pare, come succede spesso anche qua dentro perché nel momento in cui noi ci troviamo a discutere un decreto-legge che c’è stato dato giovedì e il venerdì già dovevamo emendarlo, non mi sembra il caso che si possa andare avanti così in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, ribadisco che noi su questo emendamento presentato dal collega Allasia voteremo a favore.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, ovviamente io, purtroppo, non mi trovo d'accordo con la mia collega semplicemente perché mettere tutti questi argomenti in un unico calderone soltanto per prendere tempo è una cosa comunque inconcepibile. Noi siamo qui anche per far rispettare le regole ed è assurdo confondere le idee con questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MATTEO DALL'OSSO. Gentile Presidente, onorevoli ed amici, vedete, io sono ingegnere elettronico e quando leggo certe cose, mi vengono in mente davvero tantissime scene che ho vissuto in passato, ad esempio «viva la Repubblica italiana !», che è la legge di Ohm, ossia: V = R x I, per chi non fosse del settore. Quando io leggo che si vuole paragonare l'area industriale di Piombino, le emergenze ambientali, la ricostruzione in Abruzzo e l'Expo di Milano, io capisco che, come diceva il mio professore, alla fine di ogni equazione c'era un'unità di misura, sennò, o erano pere o erano mele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, credo che sia importante riflettere bene su questo decreto-legge perché abbiamo avuto pochissimo tempo. È importante che il Parlamento si prenda tutto il tempo necessario per analizzare fin nelle ultime virgole questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), emendamento per emendamento, secondo quanto prescritto dal Regolamento al quale tutti quanti hanno detto di volersi attenere, ma sono gli stessi che per decenni lo hanno calpestato, arrivando al punto in cui ci troviamo oggi e in cui il Parlamento è subordinato al Governo. Quindi, io volevo riflettere sul primo emendamento, 1.50, a firma Allasia, dove, riprendendo anche le parole dei colleghi che mi hanno preceduto, sottolineo anch'io l'importanza di inserire la frase «dell'area interessata dall'intervento» per circoscrivere l'area: una mancanza che sinceramente era abbastanza difficile da non prevedere e una mancanza importante per il decreto-legge. Quindi è fondamentale inserirla all'interno del decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, dato che parliamo di Piombino, vorrei ricordare all'Aula quello che è successo con la Concordia: la sera del 13 gennaio 2012, la nave, che stava effettuando una crociera nel Mediterraneo con partenza da Civitavecchia e scali previsti a Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari e Palermo, ha urtato alle 21,42 il più piccolo degli scogli di Le Scole, situato a 500 metri dal porto dell'isola del Giglio, provocando uno squarcio di 70 metri nello scafo e causando trenta morti, due dispersi e numerosi feriti. La notizia si è diffusa velocemente e sono accorsi un gran numero di soccorritori e volontari, in tutto più di 300, secondo i vari telegiornali nazionali. Il 31 gennaio 2012 gli armatori della Costa Crociere hanno dichiarato che, una volta recuperata, la Costa Concordia non tornerà in servizio, mi sembrava giusto ricordarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, mi destano particolare preoccupazione alcuni principi di deroga in termini di rifiuto di questo provvedimento. Mi riferisco agli scenari che potrebbero aprirsi soprattutto in una regione come la mia, la Calabria, che versa ancora in uno stato di emergenza nonostante quindici anni di commissariamento e più di 1 miliardo speso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), a questo punto possiamo dire inutilmente. Si tratta di uno stato di estrema emergenza, testimoniato dalle parole dello stesso assessore regionale alle politiche per l'ambiente, Pugliano, apparse oggi stesso su La Stampa, il quale dice che tra dieci giorni sarà l'inferno: la gestione dei rifiuti in una regione come la mia è allo stato preistorico, non esiste la differenziata, la legge regionale è a dir poco vetusta e non recepisce le ultime direttive europee in tema ambientale, si punta ancora sullo smaltimento di rifiuti in discariche e sull'inceneritore, addirittura vogliono costruirne un secondo; le discariche abusive dominano la regione, contribuendo a deturpare il paesaggio e inquinare i prodotti della nostra terra con enorme danno all'economia, che dovrebbe basarsi sul turismo e sulla valorizzazione delle eccellenze locali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie Presidente, grazie colleghi deputati, vedo che oggi l'Aula è gremita quindi sono felice.
  Vorrei tornare a parlare di questo decreto-legge che, come è stato già detto dai miei colleghi, è un pot-pourri di leggi, di scelte; bisogna far capire ai cittadini italiani che ci hanno votato – e, lo ribadisco, sono felice di essere un dipendente dei cittadini – come mai qualche volta questo Parlamento non produce e non lavora bene, perché ci si trova a discutere di tutte le cose messe insieme, al di là dei tempi che, è già stato spiegato, non sono sufficienti: tre giorni per decidere di miliardi di euro su argomenti così importanti come l'area di Piombino, il terremoto, il CIPE. Quindi, bisogna dirlo e invito tutti i colleghi deputati a mandare una mail ai cittadini che li hanno votati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DARIO GINEFRA. Signora Presidente, il filibustering è una tecnica di ostruzionismo nota da sempre alle Aule parlamentari; sorprende che a praticarla siano coloro che, da sempre, si battono per rendere fruttuoso il lavoro di noi parlamentari di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Così come sorprende questo iperattivismo di chi, probabilmente, in queste ore, è più concentrato nel tentare di occultare la grande discussione che c’è all'interno della propria forza politica, che restringe gli spazi di democrazia in essa praticata, che non a favorire quel confronto civile e, mi auguro, il ritiro degli interventi già programmati da tanti colleghi del MoVimento 5 Stelle, che ho visto copiosi, possa far riprendere l'ordinato lavoro di questa nostra seduta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  DIEGO DE LORENZIS. Intanto mi rivolgo alla Presidenza, perché nell'intervento che c’è stato precedentemente vedevo molti colleghi del PD non applaudire, quindi volevo chiedere alla Presidenza di invitare questi colleghi ad esprimere anche loro il loro parere visto che non hanno applaudito il collega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Inoltre, quando leggevo l'Atto Senato n. 576, questa conversione in legge, pensavo che si parlasse veramente dell'area industriale di Piombino, perché al termine «concordia», io non ricordavo la nave varata il 9 luglio del 2006, ma la concordia che sempre esiste, da vent'anni, tra il PD e il PdL.

  LOREDANA LUPO. Grazie Presidente, colleghi, ringrazio il collega per aver richiamato il fatto che qui è necessario lavorare con correttezza perché il disegno di legge di conversione del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, pur inizialmente finalizzato ad intervenire in scenari... Presidente, potrebbe richiamare l'ordine, per cortesia ?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupo. Guardate, fermi, perché avete dodici mani alzate e ci sono delle persone che hanno chiesto di parlare. Mi rivolgo ai colleghi che stanno ascoltando.

  Intervengono quindi per fatto personale i deputati MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS), ANGELO TOFALO (M5S) (Vedi RS), RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS) e CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, io vorrei denunciare un fatto personale: l'onorevole Cera sta minacciando i nostri colleghi qui accanto. L'ha già fatto in passato. Siccome questo, come dite voi, è un luogo democratico, crediamo che la violenza debba restare fuori. L'onorevole Cera torni a fare l'assessore, anziché minacciare qui dentro la persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, è inaccettabile sentire parole come queste dal deputato qui presente: ti do un pugno che ti ammazzo ! È inaccettabile in quest'Aula sentire queste parole. Quindi, o il deputato va cacciato in questo momento o non so che gli succede (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, io vorrei sapere esattamente a chi si riferiva il deputato Cera quando minacciava di dare un pugno, quando parlava di «paraculo» e di «coglione». Vorrei che questo fosse messo agli atti.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, rispondo io al deputato Fraccaro in merito a questa questione. Il deputato Cera ha detto a me «mezzo coglione» e ad Alessandro Di Battista «coglione intero». Non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Basta così ! Basta così ! Abbiamo capito. Credo che tutti abbiano inteso il richiamo della Presidenza: chi non vuole stare ad ascoltare gli interventi è libero di uscire, non si debbono usare parole di insulto nei confronti dei colleghi. Inoltre, la Presidenza, che da qui non ha potuto ascoltare queste parole, ovviamente sa che tutto quello che avete detto è rimasto a verbale. Ora do la parola al deputato D'Ambrosio, per dichiarazione di voto a titolo personale sull'emendamento Allasia 1.50.

  Intervengono ulteriormente sull'emendamento Allasia 1.50 i deputati GIUSEPPE D'AMBROSIO (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE BRESCIA (M5S) (Vedi RS), MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS), SAMUELE SEGONI (M5S) (Vedi RS), MARCO DA VILLA (M5S) (Vedi RS), ALESSIO TACCONI (M5S) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (M5S) (Vedi RS), FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS), GIULIA SARTI (M5S) (Vedi RS), RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA BUONANNO (LNA) (Vedi RS), TIZIANA CIPRINI (M5S) (Vedi RS), DONATELLA AGOSTINELLI (M5S) (Vedi RS), ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS), VITTORIO FERRARESI (M5S) (Vedi RS), EMANUELE SCAGLIUSI (M5S) (Vedi RS), MARA MUCCI (M5S) (Vedi RS) e MARCELLO TAGLIALATELA (FdI) (Vedi RS).

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, oggi ci troviamo qui a discutere del disegno di legge che è stato già approvato dal Senato e per il quale noi del MoVimento 5 Stelle – come avete visto, cari colleghi – abbiamo deciso di spostare la centralità sul Parlamento. A tutti coloro che stanno dimostrando insofferenza verso questo atteggiamento vogliamo dare un chiaro e semplice messaggio: benvenuti in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Benvenuti in Parlamento, perché il Parlamento ha la centralità della Repubblica, e un Governo che ci costringe perennemente a rincorrere disegni di legge sui quali non c’è la possibilità minimamente di discutere all'interno dei gruppi, all'interno delle Commissioni e all'interno del Parlamento... Questo atteggiamento non è più tollerabile e da oggi in poi il MoVimento 5 Stelle farà guerra (Commenti) a coloro che decidono in ogni modo, in ogni modo, in ogni modo di minare la Repubblica italiana, che ha la titolarità nel Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, la ricetta del Governo è: 100 grammi di area industriale di Piombino, 20 grammi di ricostruzione in Abruzzo, 50 grammi di Expo 2015 e 250 grammi di CIPE, poi, mi verrebbe da dire, sale e pepe quanto basta.
  Qui stiamo discutendo di questioni fondamentali, di questioni che meriterebbero un approfondimento e discussioni di giorni e giorni e noi ce la vogliamo cavare spingendo un bottone delegando al Governo tutto il potere. Ma che ci pagano a fare gli italiani ? Che ci stiamo a fare qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Siamo qui proprio per occuparci di queste tematiche in maniera seria e noi le vogliamo far passare così, io non so.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, vediamo che a Piombino si è detto che si vuole bonificare prima di richiamare la Costa Concordia e quindi smantellarla in quel di Piombino, facendo comunque soffrire tutta la parte turistica di Piombino, che ancora non è stata bonificata e non è usufruibile. Mi è venuta in mente una metafora: i partiti sono come la Costa Concordia, il Parlamento è un po’ come Piombino, i partiti vanno rottamati ed al contempo il Parlamento va bonificato e portato allo stato naturale di strumento di democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SAMUELE SEGONI. Grazie Presidente. Colleghi, voglio difendere me e tutti gli altri cittadini dalle accuse che abbiamo ricevuto di voler fare ostruzionismo e vogliamo rimandare al mittente queste accuse, perché ci sentiamo che l'ostruzionismo in realtà lo stiamo subendo da questa sorta di ricatto e da questa anomalia procedurale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci è stato inviato alla Camera questo provvedimento a ridosso della sua scadenza e siamo stati, nelle varie Commissioni, sottoposti a dei veri e propri diktat per ritirare tutti gli emendamenti, non modificare in alcun modo il testo. Quindi, a nostro modo di vedere, l'ostruzionismo è stato fatto da questa maggioranza e da questo Governo che con questo modus operandi ci impedisce di collaborare, di contribuire e di poter modificare il testo...

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, venendo proprio all'emendamento del collega Allasia, che si riferisce al piano di caratterizzazione e di bonifica dei sedimenti previsto dal nuovo Piano regolatore portuale di Piombino, vorrei evidenziare un aspetto, visto che io sono della città di Venezia, che il piano regolatore portuale di Venezia non viene attuato da vent'anni e quindi il porto di Venezia, uno dei più importanti dell'Adriatico, è privo di piano regolatore portuale. E collegandomi anche alla tragedia della Concordia, ricordo che ogni giorno passano navi enormi per il canale della Giudecca, che è il canale di Venezia, e non è possibile che questo continui ad avvenire, so che è avvenuto un incontro anche tra il ministro e il sindaco, incontro cui ho chiesto di partecipare...

  ALESSIO TACCONI. Signor Presidente, negli ultimi giorni purtroppo si è ripetuto quello che vediamo succedere nelle ultime settimane, mesi e anni, sempre non riusciamo a fare in modo di evitare che ci sia un commissario straordinario per qualsiasi cosa debba succedere in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, il commissario straordinario per Piombino, un altro commissario straordinario per l'Expo, allora questo è inconcepibile, noi non riusciamo proprio a concepire questa cosa. Allora potremmo anche capire questo, se questo Governo fosse appena entrato, un mese, due mesi, va benissimo, ma questo Governo con altre persone o molto spesso anche con le stesse persone è lo stesso Governo che governa l'Italia da vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), allora non si riesce a capire perché negli ultimi vent'anni non si è fatto niente fino a quando non si è arrivati al momento in cui noi bisogna sempre nominare un commissario straordinario...

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, volevo riportare l'attenzione sulla città di Piombino, che ho visitato pochi giorni fa.
  I cittadini premono per questa situazione, che è diventata veramente insostenibile da un punto di vista ambientale. La città di Piombino, in particolare la costa che va da San Vincenzo verso la città di Piombino e che guarda verso l'Isola d'Elba, è una delle più belle situazioni ecologiche ed ambientali della costa toscana: in particolare, Populonia, Baratti.
  Mi preme avere l'attenzione dell'Aula, perché in questo emendamento si va a snaturare la vera vocazione di quell'area, che non è tipicamente mirata alla ristrutturazione di una nave, come può essere la Concordia, ma più propensa verso il turismo. Bisognerebbe rivoluzionare, dare la possibilità...

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, voglio sperare che i colleghi delle altre forze politiche non vogliano accogliere il suo invito ad uscire e perdersi così i nostri preziosi interventi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anzi, voglio augurarmi che gli altri deputati vogliano, anche loro, contribuire con le loro opinioni personali: noi del MoVimento 5 Stelle, con un'età media di 32 anni, siamo pronti a parlare e ad ascoltare tutti i deputati di quest'Aula a oltranza, senza alcun problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vorrei collegarmi anch'io a quello che hanno detto i colleghi Di Stefano e Artini su Piombino: è una città bellissima ed è bene che tutti noi ci preoccupiamo per questo. Ma sono abbastanza preoccupato per questo voler aggiungere tanti argomenti diversi ad un unico decreto-legge: non credo sia questo il modo giusto di operare. Ritengo piuttosto più produttivo produrre diversi atti...

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, anch'io vorrei richiamare l'attenzione su un fatto importante. Colleghi, noi prima di entrare all'interno delle istituzioni, prima di entrare in Parlamento, ci sentivamo come la maggior parte dei cittadini italiani, impotenti: impotenti di fronte alle scelte spesso scellerate prese dalle maggioranze di Governo che si sono alternate in tutti questi anni.
  Ora che siamo all'interno di queste Aule, che siamo in Parlamento, vogliamo utilizzare tutti gli strumenti necessari e i nostri interventi sono un contributo alla discussione, per far capire e per ribadire la nostra contrarietà a provvedimenti come questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, volevo specificare un po’ il senso di quello che sta avvenendo in Aula, se possibile.
  Poco tempo fa, non più di un giorno fa, è stato dato un voto contrario in Aula su un emendamento che chiedeva la sospensione della prima rata dell'IMU per chi una casa non ce l'aveva più. Era un provvedimento assolutamente logico, quindi noi non possiamo pensare che sia frutto di tanta malafede: pensiamo che sia frutto di una scarsa comprensione. Riteniamo, quindi, oggi necessario specificare benissimo ogni emendamento, perché una cosa così grave non si ripeta più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANLUCA BUONANNO. Volevo semplicemente dire ai colleghi 5 Stelle, che si scandalizzano su come sono i lavori del Parlamento, che quando uno ci sta qualche anno si rende conto che un po’ è anche, purtroppo, un gioco delle parti, come quando si sentono i colleghi del Partito Democratico parlare: quando facevano, opposizione facevano ugualmente.
  Vorrei comunque parlare della Costa Concordia, dicendo che, dopo un anno e mezzo, un Paese industrializzato come il nostro non può permettersi di avere ancora quello che c’è in quella zona.
  E quando si parla di commissari, allora vorrei ricordare anche l'Ilva: l'Ilva non ha solo un commissario, è stato nominato anche un sub-commissario perché altrimenti anche gli ambientalisti non erano contenti...

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, anch'io intervengo per stigmatizzare la cattiva pratica di mettere nei decreti-legge di tutto e di più. Già lunedì, vi ricordate, avevo ridenominato il decreto-legge n. 54 del 2013 «decreto insalata».
  Questo di oggi lo definisco il decreto «macedonia», solo che invece che i pezzi di frutta ci sono dentro pezzi di territorio italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tutto ciò mi ricorda un famoso quiz di Corrado, «Il pranzo è servito».
  Ora vi domando: quando avremo completato tutto il tabellone con le cinque portate principali – che ricordo essere primo, secondo, formaggio, dolce e frutta – l'Italia cosa vince ?

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, vorrei ricordare ai gentili colleghi del Partito Democratico che è vero, noi stiamo discutendo internamente in questi giorni, soprattutto in queste ultime ore, perché noi, a differenza loro, abbiamo analizzato tutti gli articoli, abbiamo speso veramente tutti i giorni a discutere su tali questioni, a differenza di chi, invece, sembra semplicemente spingere un bottoncino, senza rendersi conto delle emergenze che sono sottese a questo decreto-legge.
  Il popolo italiano esige delle risposte e le esige adesso. Questo provvedimento di facciata è una vera vergogna nei confronti della gente che là fuori ci aspetta. Io mi chiedo come ancora facciano i cari colleghi del PD e del PdL a votare senza una presa di coscienza di quello che stanno facendo.
  Gli emendamenti da noi presentati, molti dei quali dichiarati inammissibili, sono veramente tecnici e di contenuto sostanziale.
  Gli emendamenti presentati dal collega Ferraresi sono un tentativo di rispondere ai bisogni e alle esigenze di chi ha subito il terremoto...

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, devo dire che la metafora della storia dello Schettino è quella della vita media di un italiano in questo momento, in cui la mediocrità va ad occupare posti di rilevanza che non gli spetterebbero.
  Quello che noi vogliamo fare oggi è riportare in questo Parlamento la discussione su provvedimenti che vanno a incidere nella vita dei cittadini. A coloro che pensano che questi interventi siano finalizzati a coprire discussioni interne, io dico che sono orgoglioso di far parte di un gruppo che è compatto e lo è sempre stato e, quando le altre forze politiche, in occasione dell'elezioni del Presidente della Repubblica, raggiungeranno la compattezza che ha il MoVimento 5 Stelle, allora magari ce lo faranno sapere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, vorrei rispondere al collega del PD che ha detto che stiamo esautorando la democrazia e i lavori di questa Camera. Democrazia ? Lavori ? Ma vi siete letti questo decreto-legge ? Ve lo siete letto ? Quello che è arrivato alla Camera è un decreto-legge blindato, la democrazia qui non esiste, non esistono i lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Siamo completamente esautorati dalla nostra funzione democratica. Adesso potremmo anche andare al mare, perché tutti gli emendamenti e i provvedimenti che verranno fatti sono inefficaci, perché li boccerete tutti. Allora cosa stiamo qui a fare ?
  Questa votazione e questa discussione sono una farsa. Non parlate di democrazia e di lavori, per piacere, perché il provvedimento è blindato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, colleghi, in qualità di portavoce, sono qui a riportare un commento sulla rete su tale questione: soldi per tutti, geniale spendere 140 milioni di euro per attrezzare il porto di Piombino per eseguire i lavori, quando altri porti sono già attrezzati a farlo a costi più bassi. Visto come vanno le cose in Italia, la domanda nasce spontanea: dov’è l'inganno ? Fanno gola i soldi dei lavori, vero ?
  Questo è uno dei tanti pareri sulla rete a proposito di questo decreto-legge che noi riteniamo inammissibile e antidemocratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARA MUCCI. Signor Presidente, vi leggo una lettera del sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente: ”Riconsegno nelle sue mani, signor Presidente della Repubblica, la fascia tricolore. Le comunico che lo abbiamo deciso come Giunta (è una lettera del 7 maggio 2013). Che venga lo Stato a spiegare ai cittadini le sue logiche e le sue scelte... Noi qui stiamo letteralmente crepando. Non mi rassegno. Non mi rassegno e non sopporto più l'idea che gli incartamenti relativi ai nostri finanziamenti possano stare per mesi fermi su una scrivania, ricevendo lo stesso trattamento che viene riservato a qualsiasi altra pratica alla quale tocca subire l'inefficiente burocrazia del Paese.
  Scrivo questa lettera per esprimere la mia profonda preoccupazione, il mio rammarico e la mia mortificazione, come sindaco e come italiano, per quanto sta accadendo a L'Aquila: sono quattro anni che la ricostruzione non parte, quattro anni che la città, uno dei centri storici più importanti d'Italia, è deserta, distrutta...

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, colleghi, questa mattina stiamo assistendo, per la prima volta da quando è iniziata la legislatura, ad una situazione nuova e bisogna cercare di comprendere i motivi per i quali ci troviamo oggi ad affrontare questa discussione con questi temi.
  Il Governo ha affrontato la vicenda del decreto-legge, che attualmente è in esame alla Camera, in maniera assolutamente superficiale. Non è possibile che non si sia accorto che per cinquanta giorni il Senato si sia tenuto il decreto-legge, senza provvedere ad approvarlo. Non è immaginabile che il Governo non si sia accorto che il Senato, oltre a tenere questo decreto-legge per cinquanta giorni, lo abbia riempito di elementi assolutamente disomogenei rispetto al testo principale. Non è possibile che il Governo non si sia accorto che quel testo – così come è stato emendato dal Senato – presenta gravi motivi di illegittimità, così com’è stato ovviamente rilevato da parte del Comitato per la legislazione, che, in un parere lungo dieci pagine, ha sostanzialmente demolito la natura del provvedimento, andando a sottolineare tutta una serie di illegittimità, di inesattezze e di errori materiali e formali.
  Non è nemmeno ovviamente possibile immaginare che quest'Aula – è stato richiamato più volte nel corso degli interventi di chi mi ha preceduto – sia sostanzialmente obbligata a votarlo così com’è, perché – lo sappiamo tutti – entro il 25 di questo mese, il provvedimento dovrà essere approvato in via definitiva da parte della Camera e del Senato.
  Il Governo deve dare una risposta su tutti i rilievi che sono stati formulati, deve comprendere che l'atteggiamento silente non è tollerabile e deve comprendere che quest'Aula non può essere, per colpa di qualcuno – sia il Senato, siano i Regolamenti, sia l'interpretazione degli stessi che è stata data dai Presidenti del Senato e della Camera o dai funzionari o dalla sua ignavia – costretta a bocciare tutti gli emendamenti presentati, oltre ad averne dichiarato inammissibili un certo numero. Francamente non riesco neanche a comprendere il motivo della dichiarazione di inammissibilità, dato che alla fine la volontà del Governo, che è stata espressa anche durante l'intervento del collega del Partito Democratico, è quella di approvare il testo così com’è.
  Invito tutti i colleghi a leggere il parere del Comitato per la legislazione: è un parere tecnico, non di parte, nel quale vengono evidenziati motivi di illegittimità, anche richiamando recenti sentenze della Cassazione, che ha sottolineato come la mancanza di omogeneità in determinati provvedimenti è una causa di decadenza dello stesso.
  Sono temi importanti, che mi pare siano affrontati da parte del Governo sopratutto in maniera assolutamente superficiale, e non ci si può assolutamente meravigliare di quello che sta accadendo in quest'Aula oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 12,35)

  Intervengono altresì sull'emendamento Allasia 1.50 i deputati FEDERICO D'INCÀ (M5S) (Vedi RS), CLAUDIO COMINARDI (M5S) (Vedi RS), FERDINANDO ALBERTI (M5S) (Vedi RS), STEFANO VIGNAROLI (M5S) (Vedi RS), MATTEO MANTERO (M5S) (Vedi RS), ADRIANO ZACCAGNINI (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE L'ABBATE (M5S) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), LUIGI DI MAIO (M5S) (Vedi RS), nonché, dopo un richiamo al Regolamento del deputato MASSIMO ENRICO CORSARO (FdI) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), i deputati SIMONE VALENTE (M5S) (Vedi RS), EMANUELA CORDA (M5S) (Vedi RS), GIULIA GRILLO (M5S) (Vedi RS), SILVIA GIORDANO (M5S) (Vedi RS), MARIA EDERA SPADONI (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), DALILA NESCI (M5S) (Vedi RS), LUCA FRUSONE (M5S) (Vedi RS) cui rende precisazioni dal PRESIDENTE (Vedi RS), FEDERICA DIENI (M5S) (Vedi RS) e LUIGI GALLO (M5S) (Vedi RS).

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, io volevo portare l'attenzione nei confronti degli emendamenti proposti dal gruppo del MoVimento 5 Stelle. Essi trattano di amore nei confronti del nostro Paese e amore verso la zona di Piombino, la città di Trieste, amore nei confronti dei terremotati dell'Abruzzo. Tutto quello che noi facciamo è rivolto, con tutto il nostro cuore, nei confronti del nostro Paese. E per questo vogliamo rispetto e di questo, appunto, volevo chiedere che la volontà nostra nei confronti del bene, appunto, dell'Italia non può essere spaccata, come non può essere spaccato il MoVimento 5 Stelle, che non può essere spaccato da nessun cane da riporto.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, noi vorremmo far presente che questo decreto, il decreto ribattezzato «minestrone», è passato anche per la Commissione Lavoro, però non è stato possibile dare alcun parere. Quindi, ci domandiamo per quale ragione avvengono queste cose e, visto che si parla, cerchiamo di riportare la centralità del Parlamento. Ne parlano tutti i deputati, però nei fatti questo non si vede.
  Tutti i gruppi in Commissione – anzi, la maggioranza dei gruppi in Commissione Lavoro -hanno detto che non è possibile esprimere un parere, perché non ci sono le tempistiche.
  Quindi, chiedo ai colleghi del PD e del PdL di fare presente anche al Governo come vengono trattati questi provvedimenti.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, in questo decreto parliamo di emergenze, parliamo di terremoto, di Piombino e di Expo, che magari adesso non è un'emergenza, ma lo diventerà quando finirà per quello che ci lascerà.
  Però, mi chiedo, perché non parliamo anche di Caffaro. Da bresciano, abbiamo fatto degli interventi e abbiamo chiesto al Governo di riferire in Aula e di darci delle risposte. È un'area che ha bisogno di essere bonificata tanto quanto quella di Piombino e, quindi, a questo punto mi chiedo perché non c’è dentro anche Caffaro.

  STEFANO VIGNAROLI. ... sì, perché in questo disegno di legge, in questo «fritto misto», non c’è neanche una parola sulla bonifica della discarica di Malagrotta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Invito tutti i colleghi in Aula a venire a vederla. Questo è un monumento al fallimento della partitocrazia, che per trent'anni ha fatto gli interessi del monopolista privato dei rifiuti. Quindi, invito tutti quanti a vedere che cosa avete combinato in questi trent'anni.
  Il commissario, che adesso è stato delegato – qui vedo che questo decreto-legge è pieno di commissari –, l'unica cosa che è riuscito a fare è autorizzarne un'altra, attaccata a quella vecchia. Quindi, questa è la bonifica che prevede la legge.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, in merito al porto di Piombino volevo ricordare che un altro grande rischio ambientale, di cui spesso ci dimentichiamo per le città portuali, è la mancata elettrificazione delle banchine, perché navi come la Costa Concordia, dovendo mantenere i motori accesi per far funzionare i generatori elettrici, producono inquinamento come, più o meno, 10 mila motocarri in fase di partenza. Si producono, in questo modo, polveri sottili, monossido di carbonio, monossido di azoto, ossidi di zolfo, che tutti gli abitanti delle città portuali respirano, compresi bambini e anziani. Le polveri sottili entrano direttamente nel circolo del sangue, nei polmoni e nel cervello, e causano gravi malattie, tumori, infarti del miocardio. Quindi, sono problemi, ambientali e della salute dei cittadini, che devono essere presi in considerazione.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, questo decreto è veramente «robaccia», in quanto vuole l'autostrada da Cecina a Civitavecchia, un'autostrada che noi non vogliamo e a cui le persone si oppongono. Non è possibile che questo sia l'approccio con cui trattiamo le emergenze ambientali.
  Il nuovo paradigma della sostenibilità ? Vi riempite la bocca di sostenibilità e di biodiversità, ma sapete fare solo greenwashing, con le vostre associazioni ambientaliste di partito.
  Non sapete fare altro ! Perché non affrontate il tema delle pale eoliche in mano alla criminalità organizzata, perché non affrontate il tema del fotovoltaico a terra, la distruzione del patrimonio sementiero, la gestione dei rifiuti che sono soltanto discariche e inceneritori ! Basterebbe copiare dall'Irlanda, dalla Norvegia. Non affrontate l'inquinamento da CO2, le centrali a biomasse e biogas. Non c’è veramente speranza con questo approccio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, noi oggi ci troviamo qui a votare per convertire il decreto-legge n. 43, un decreto-legge che ci siamo ritrovati ieri in Commissione. Ci siamo ritrovati a votare un parere in cui, nella premessa, c'era scritto: la ristrettezza di tempi a disposizione per l'esame della Camera, non ha consentito di apportare miglioramenti al testo già approvato dal Senato, in relazione ai temi di competenza della Commissione. Allora io sono stanco e stufo di non poter fare quello che è il mio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Io sono qui, come tutti noi, per portare la volontà dei cittadini. Se il Parlamento è l'unico organo sovrano e che rispetta la volontà dei cittadini, deve essere il Parlamento a discutere delle leggi. Quindi questa pratica di portare avanti solo decreti governativi che non rispecchiano la volontà dei cittadini, deve terminare ! Siamo pagati per questo, quindi ritorniamo a portare...

  GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente. Io tento di riportare la discussione sull'emendamento. Ma prendo atto anche di due condizioni. La prima è che quello che si sta facendo in questa Aula è assolutamente regolare, come dichiarato da chi l'ha preceduta nella Presidenza. Il secondo fatto è quello già dichiarato da altri colleghi, cioè il metodo attraverso cui il Governo ha portato questo decreto: un decreto che si occupa di più settori, un decreto che è arrivato ieri in Commissione bilancio, un decreto a cui oggi viene vietata la discussione addirittura sugli emendamenti.
  L'emendamento del caso, per esempio, è un emendamento di specifica rispetto al testo, che consentirebbe di specificare ancora di più l'interessamento dell'area, in una bonifica di sedimenti, sicuramente molto importante, ma che eviterebbe interpretazioni e strumentalizzazioni varie. Io credo che questo atteggiamento...

  LUIGI DI MAIO. Grazie Presidente, io credo che l'esame di questo emendamento che reca il testo «dell'area interessata all'intervento», sia fondamentale e la discussione in Aula è fondamentale su questo emendamento e su tutti gli altri, circa cinquanta, che sono previsti. È importantissimo perché, altrimenti, qui è inutile che ci stiamo: votavamo da casa, con il voto online. Invece noi siamo qui per discutere, perché io devo poter convincere l'altro delle ragioni per cui ho fatto una proposta o per cui non sono d'accordo su questa proposta. E io credo che i miei colleghi, come tanti altri colleghi di altri movimenti e partiti, stiano interpretando bene questo spirito e lo porteremo avanti, anche in ragione del fatto che abbiamo emendamenti molto validi, che abbiamo presentato, e che speriamo di riuscire a convincere delle nostre ragioni gli altri deputati e la maggioranza. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie signor Presidente. Il mio intervento è un richiamo al Regolamento, segnatamente sull'articolo 116, che riguarda la votazione di fiducia. Vede, signor Presidente, quello che sta succedendo questa mattina in Aula è abbastanza esemplificativo di una procedura negativa che è un po’ uno dei tanti lasciti deteriori dell'esperienza del Governo tecnico guidato dal professor Monti.
  Infatti, in quella sciagurata fase, il Parlamento si è disabituato ad operare, nella certezza che il Governo fosse legittimato a portare in qualunque momento e con qualunque scadenza provvedimenti che contenevano tutto ed il contrario di tutto e le Camere erano semplicemente chiamate a svolgere l'atto notarile di apposizione del timbro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) sulla qualità, absit iniuria verbis, dei provvedimenti che il Governo proponeva al Parlamento.
  Noi oggi ci troviamo in una situazione analoga in cui, senza aver messo mano alla riforma delle istituzioni, e quindi senza avere deciso se per davvero dare alla nostra Costituzione un assetto innovativo che superi il bicameralismo perfetto, anche questo Governo, degno figlio della mai tanto penalizzante esperienza del Governo Monti, sta pensando di governare sostanzialmente con la valutazione del Parlamento solo audita una delle due Camere. Quello che è successo su questo decreto-legge e quello che sta succedendo nella prassi di questo avvio di legislatura è che il Governo presenta ad una delle due Camere un testo, cerca di far passare nella prima delle Camere cui viene assegnato quel testo tutto il tempo possibile, per avere l'alibi, in seconda lettura, di dire alla seconda Camera «mi dispiace, non hai tempo di lavorare»; fa finta di fare il passaggio regolamentare obbligatorio alle varie Commissioni competenti, molte delle quali non hanno avuto il tempo e il modo di lavorare ed esprimere il proprio parere, e poi si presenta all'Aula, senza neanche chiedere ai propri sottosegretari l'impegno «snervante», lo capiamo, di leggere il contenuto degli emendamenti, di provare a capirli e, anche nel caso curioso in cui nessuno degli emendamenti davvero abbia qualche cosa di sensato, nemmeno la capacità di spiegare quali sono i motivi per cui gli emendamenti non avrebbero senso. Difficile peraltro spiegare che nessuno degli emendamenti abbia un senso in un testo come quello che ci è sottoposto che propone tutto e il contrario di tutto.
  Allora noi siamo qui per richiamare il Regolamento e ricordare a questo Governo che, se per davvero intende lavorare come ha fatto il Governo Monti, il suo progenitore, infischiandosene bellamente del lavoro dei parlamentari che sono qui non per assecondare quello che vuole il Governo ma per rappresentare il popolo italiano che li ha eletti a rappresentarlo in questa Aula, ha uno strumento solo: facciano cadere la maschera di un Governo che cerca di sembrare un Governo che partecipa ai lavori parlamentari, mettano la faccia e dichiarino che non sono interessati a discutere in questa Aula più un provvedimento, ancorché siano appoggiati da una maggioranza che nessun Governo prima del loro ha mai avuto...

  PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, ovviamente l'articolo 116 del Regolamento fa riferimento alla fiducia una volta posta, il suo è un auspicio. Comunque, siccome lei non era intervenuto nel dibattito, che forse si è perso, – l'abbiamo fatto all'inizio della seduta –, considero un'integrazione a quel dibattito il suo intervento e non riapro una discussione su questo argomento che si è già conclusa con le parole del Presidente.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Valente. Ne ha facoltà per un minuto.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, vorrei ancora una volta sottolineare l'iter di questo disegno di legge: è stato per oltre cinquanta giorni nella pancia del Senato, è venuto qua in pochi giorni e noi dobbiamo analizzarlo velocemente. Ebbene, non è il nostro modo di lavorare questo. Noi di solito ascoltiamo associazioni, comitati, esperti, vogliamo sentire cosa pensano i cittadini. Avremmo voluto sentire i cittadini di Piombino, consultarli, avremmo voluto magari sapere cosa pensano i cittadini abruzzesi. Invece non abbiamo potuto farlo.
  Parlando di emergenze ambientali la Liguria è, secondo il resoconto che Legambiente ha fatto sulle ecomafie, la prima regione in Italia per emergenze ambientali. Basta citare la centrale di Tirreno power di Vado Ligure, l'Acna di Cengio, oppure il terzo valico, l'Aurelia bis. Ebbene, mi chiedo e chiedo a tutta questa Aula perché...

  EMANUELA CORDA. Onorevoli colleghi oggi sono particolarmente felice di vedere che comunque ci sono anche dei cittadini liberi qui ad assistere a questa discussione, che ritengo particolarmente importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi mi associo alle dichiarazioni appena fatte dal mio collega Di Maio.
  Per quanto riguarda il testo in esame e l'emendamento sul quale stiamo discutendo adesso si parla di bonifiche e io vorrei riallacciarmi ad una bonifica di cui non si parla così spesso: la bonifica a La Maddalena. Perché noi siamo molto bravi ad aggiungere emergenza all'emergenza e, visto che nel testo del decreto-legge si parla di accelerare la ricostruzione in Abruzzo, vorrei ricordare che de La Maddalena e dello scippo del G8 si sono dimenticati tutti. Questa è una cosa scandalosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché La Maddalena è un patrimonio di tutta l'Italia...

  GIULIA GRILLO. Colleghi deputati, la lingua italiana non è un'opinione crediamo, perlomeno lo speriamo. La parola emergenza ha un significato ben preciso, lo possiamo confrontare – io guardo qua online – alle caratteristiche dell'essere imprevedibile e dell'essere un fatto acuto, un fatto che si realizza in poco tempo. Allora viene da ridere e qualunque linguista si metterebbe a ridere nel leggere che vengono ad essere decretate e si fa un decreto-legge su un'emergenza di maggio 2012; quindi, l'emergenza su un fatto accaduto più di un anno fa. Poi dico anche che non è possibile dire che è imprevedibile la bonifica – parliamo di caratterizzazione di bonifica dei sedimenti –, è imprevedibile prevedere che un agglomerato industriale produrrà un inquinamento in un determinato territorio ? Allora, il problema dell'Italia, Presidente...

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, io vorrei fare una piccola considerazione: qui non riusciamo a lavorare non tanto per quello che sta accadendo oggi in quest'Aula, ma perché onestamente dovremo parlare di emergenza ambientale e di terremoti quando uno dei protagonisti che dovrebbe parlare è quella forza politica che neanche un anno fa ha festeggiato perché, dopo solo trentadue anni, ha stanziato dei fondi a delle zone terremotate nella provincia di Salerno, che nel 1980 sono state distrutte totalmente; ancora adesso non sono stati erogati fondi nonostante i festeggiamenti – ovviamente del PD, se qualcuno non lo avesse capito –, a queste tre zone. Si tratta di quella stessa forza politica che fuori parla di ambiente facendo pubblicità, ma poi in realtà mette Bassolino in Campania, che è stato considerato colpevole della situazione rifiuti in Campania, (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e mette anche De Luca a Salerno, che ha realizzato un ecomostro sulla spiaggia e non ha mai pubblicato...

  MARIA EDERA SPADONI. Come è già stato ricordato questo decreto-legge è un potpourri di varie cose, tra cui anche l'Expo. Io vorrei concentrarmi su un punto del decreto-legge che prevede, in particolare, la nomina di un Commissario unico delegato dal Governo, in modo da superare l'attuale condizione che vede la compresenza di un Commissario straordinario del Governo...

  PRESIDENTE. Lei sta facendo una dichiarazione di voto a titolo personale sull'emendamento Allasia 1.50, quindi la pregherei di riferirsi all'emendamento Allasia 1.50.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, in questo decreto-legge discutiamo dell'area industriale di Piombino, della ricostruzione in Abruzzo, di realizzazione degli interventi per l'Expo 2015. Sono questioni in cui, come sappiamo tutti, è entrata purtroppo la criminalità organizzata, la mafia, la camorra, la ’ndrangheta. La ragione per la quale è obbligatorio un approfondimento parlamentare è che queste organizzazioni sono nemiche dello Stato. Ci piaccia o meno esse hanno la capacità di corrompere, di insediarsi, di dettare disposizioni alle amministrazioni pubbliche: è successo non solo in Calabria che è la mia regione. Ad esempio si è verificato anche in Lombardia, in Abruzzo come speculazione vorace e ultracriminale sui fondi pubblici. Utilizzare perciò uno strumento come la decretazione d'urgenza significa svilire il Parlamento e non considerare tutti quegli aspetti che hanno a che fare con eventuali interessi mafiosi. Lo Stato ha dei doveri e una rappresentanza che va rispettata, altrimenti finisce tutto in un porcellum. Dobbiamo evitare che lo Stato si camuffi...

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, volevo parlare dell'emendamento all'articolo 1 che aggiungeva l'articolo 1-bis, il riconoscimento dell'area industriale nella provincia di Frosinone come area di crisi industriale complessa e disposizioni...

  PRESIDENTE. Onorevole Frusone, le chiedo scusa. Cerchiamo di capirci: noi stiamo in dichiarazione di voto su un altro emendamento. Se lei vuole parlare su questo emendamento, lo potrà fare quando sarà in discussione quell'emendamento. Ora siamo sull'emendamento Allasia 1.50.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, io sono qui adesso anche per parlare di questo emendamento che, in particolare, come tutti gli emendamenti di questo decreto-legge, è contrario alla Costituzione, in quanto noi sappiamo che si deve andare avanti con la legge e la legge deve essere esclusiva prerogativa del Parlamento. Il Governo dovrebbe limitarsi soltanto in casi eccezionali a venire qui e a portare i propri decreti-legge da convertire. Noi siamo qui a chiedere il rispetto della Costituzione, il rispetto del diritto fondamentale del Parlamento di poter legiferare. L'Italia adesso è un Paese dell'emergenza. Conviene a tutti avere le emergenze così si possono derogare tutte le leggi e si può quindi sancire e disporre l'utilizzo di fondi illimitati. Siamo qui a dire basta, di queste emergenze non abbiamo più bisogno. Vogliamo risolvere in maniera concreta ed organica tutti i problemi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, l'emendamento che stiamo trattando riguarda l'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 43 in relazione alla dichiarazione di Piombino quale area di crisi industriale complessa operata dal comma 1 e che prevede la nomina, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, del presidente della regione Toscana come commissario straordinario. La parolina magica della politica di centrodestra e centrosinistra è «deroga» e «commissari». È con questa parolina che i Governi di centrodestra e centrosinistra e i vari commissari dell'emergenza hanno banchettato sui nostri territori, in deroga alle leggi, in deroga alla salute, in deroga all'ambiente, in deroga al territorio. Fanno ciò che vogliono. Aggiungi il segreto di Stato, la militarizzazione del territorio e l'affare è fatto. Per ritrovare il filo della matassa basta leggere le inchieste sulla Protezione civile, appalti segreti, veloci e milionari sull'affidamento...

  Dopo un richiamo al Regolamento del deputato CRISTIAN IANNUZZI (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), intervengono sull'emendamento Allasia 1.50 i deputati STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS) e LAURA CASTELLI (M5S) (Vedi RS).

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, articolo 39, comma 2, le chiederei cortesemente di richiamare due volte l'oratore prima di interromperlo altrimenti viola questo articolo.

  PRESIDENTE. Onorevole Iannuzzi, lei deve sapere che gli interventi a titolo personale durano un minuto e io li interrompo ad un minuto perché scade il tempo per gli interventi a titolo personale. Quando li interromperò perché tolgo la parola, li interromperò dopo che ho richiamato due volte.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, anch'io voglio sottolineare la disomogeneità di questo provvedimento, questo disegno di legge che è già stato a approvato dal Senato, che dispone la conversione del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43 e che reca norme urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per l'Expo. E come se non bastasse, a seguito poi delle modifiche che sono state apportate al Senato, reca anche disposizioni in materia di trasferimento di funzioni di Ministeri e di composizione del CIPE. Quindi la disomogeneità appare evidente. Riguardo poi all'emendamento...

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, io volevo parlare di memoria corta, perché durante la scorsa legislatura la Commissione parlamentare sulle ecomafie sottolineava come il futuro della criminalità organizzata si concentrasse nelle bonifiche delle aree industriali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora ci chiediamo come è possibile che, a poco tempo dalla chiusura di quella Commissione parlamentare, ci siamo dimenticati cosa vuol dire criminalità organizzata. La Commissione era presieduta da Gaetano Pecorella, e ciò che è risultato è veramente allucinante: lo sviluppo della criminalità organizzata si sta diffondendo là dove si trova la ricchezza ed il Nord, con i suoi cantieri e le sue mille forme di sviluppo territoriale, ne sono una preda appetitosa. Come è possibile, caro Governo, caro Ministro, caro Presidente Letta, che queste cose siano state dimenticate ?

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Castelli. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Passiamo ai voti (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE (Vedi RS). Rinvia il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intervengono per un richiamo al Regolamento il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS) e sull'ordine dei lavori il deputato GIUSEPPE D'AMBROSIO (M5S) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  GIANLUCA PINI. Guardi, io le richiamo l'intero Regolamento, anzi chiedo a lei qual è l'articolo del Regolamento che le permette di non dare la parola a dei deputati che l'hanno chiesta, che erano iscritti a parlare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle). Lei mi deve dire qual è l'articolo del Regolamento che le dà il potere di interrompere una discussione in dichiarazione di voto su un emendamento, perché se volete il Vietnam, lo trovate, state tranquilli (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, noi non mettiamo in dubbio che lei abbia voluto interrompere o no la discussione, però noi stiamo portando avanti il conteggio preciso degli interventi ed eravamo a arrivati a 45 interventi e, come da Regolamento, potevamo arrivare a 53 e c'erano alcuni colleghi che si erano prenotati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, semplicemente, a questo punto, rivolgiamo un invito all'attenzione, che vale per i prossimi emendamenti in discussione, ad una maggiore attenzione affinché ogni collega presente all'interno dell'Aula possa esprimersi sugli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, ovviamente vale per lei quello che vale per l'onorevole Pini. Se noi non ci siamo resi conto che vi erano degli iscritti, me ne dolgo. Potrei suggerirle, cosa che accadeva (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Ma vuole stare sereno ? Allora, potrei suggerire ai delegati d'Aula, ma semplicemente per semplificare anche il compito della Presidenza e per garantire tutti, che, eventualmente, se vi fosse già un elenco di iscritti a parlare a titolo personale, questo venisse fornito alla Presidenza contestualmente alla dichiarazione di voto a nome del gruppo, in maniera che noi abbiamo un elenco già predisposto e non ci sfugga nulla. Però pregherei anche lei, veramente, di non pensare che la Presidenza... anche perché rimanevano 8 minuti, quindi non ci sarebbe stato probabilmente motivo per la Presidenza... La ringrazio. Sospendo per due minuti la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Informativa urgente del Governo sui recenti sbarchi di migranti a Lampedusa e in altre aree costiere. (Vedi RS)

Informativa urgente del Governo sui recenti sbarchi di migranti a Lampedusa e in altre aree costiere.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica la prevista articolazione del dibattito.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una informativa urgente del Governo sui recenti sbarchi di migranti a Lampedusa e in altre aree costiere.
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno (Vedi RS). Rende all'Assemblea l'informativa urgente all'ordine del giorno.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho immediatamente accolto l'invito della Camera a riferire sui recenti sbarchi di cittadini stranieri, che hanno caratterizzato in questi ultimi giorni l'isola di Lampedusa ed altre zone costiere, consapevole della necessità di instaurare con il Parlamento, su un tema di così grande delicatezza e rilievo, un rapporto di massima collaborazione improntato all'esigenza di assicurare una puntuale e completa informazione.
  Il fenomeno degli sbarchi appare in evidente ripresa. Ve lo conferma del resto la stessa eloquenza dei dati, che riferisco aggiornati fino a tutto ieri, dove, ancora prima della mezzanotte, veniva segnalato un ulteriore arrivo dalle coste nordafricane di novantatré stranieri. Dal 1o giugno di quest'anno sono stati trentacinque gli sbarchi, che si aggiungono agli altri ottantasei registratesi dall'inizio del 2013.
  È indubbio che l'accrescersi del fenomeno trova in circostanze geopolitiche recenti – che avrò modo di esaminare puntualmente – le sue cause più profonde e strutturali. Tuttavia, non sono estranei al picco raggiunto in questo mese, le migliori condizioni meteo marine che hanno incoraggiato i rischiosi viaggi della speranza, oggetto di ignominiosa mercanzia da parte di organizzazioni di trafficanti senza scrupoli.
  La gran parte degli sbarchi – poco meno della metà – ha interessato Lampedusa. Anche altre realtà meridionali, in particolare siciliane, ne sono state toccate. Nell'isola, oltre alla provincia agrigentina, sono infatti risultate esposte alla pressione migratoria, Trapani, Siracusa e Ragusa. In misura notevolmente minore sono state interessate le province calabresi di Reggio, Crotone e Catanzaro, e, infine, quella pugliese di Lecce. Nel mese di giugno sono in totale 2.670 le persone giunte in Italia. Esse vanno ad aggiungersi alle oltre 4.300 arrivate nei primi cinque mesi di quest'anno.
  Voglio precisare che i dati in nostro possesso evidenziano come il flusso migratorio interessi ormai in consistente quantità profughi provenienti da Paesi in condizioni di grave instabilità politica e non solo migranti economici. Si tratta di un dato consolidato, che conferma un trend che era apparso del tutto evidente già nel 2011 e nel 2012, all'indomani degli sconvolgimenti provocati dalla cosiddetta «primavera araba».
  Mi sembra che questa circostanza meriti una seria riflessione anche con riguardo alla impostazione stessa delle politiche migratorie. Se, infatti, la spinta alla migrazione trova il suo fondamento più nel bisogno di sottrarsi a persecuzioni o a conflitti interni, che nella speranza di conquistare migliori condizioni economiche e di vita, le misure che l'Europa e l'Italia dovranno insieme apprestare, non potranno sfuggire alla necessità di venire a capo di alcuni ineludibili nodi. Primo tra tutti, quello – voglio dirlo chiaramente – di una revisione del regolamento di Dublino, che intervenga sul principio secondo il quale spetta allo Stato di primo approdo la responsabilità dell'accoglienza. Ho detto chiaro e forte a Lussemburgo, in occasione del primo Consiglio Giustizia e affari interni (GAI), e ribadiremo in Europa, chiaro e forte, che Lampedusa non è solo la frontiera italiana, ma è la frontiera che segna il confine laddove finisce l'Italia e comincia l'Africa, e, per converso, laddove comincia l'Africa e comincia non solo l'Italia, ma l'Europa.
  Naturalmente l'aumento della pressione migratoria appare strettamente connesso con la crisi politica che sta attraversando la Libia, non ancora ripresasi dalla travagliata fase della transizione istituzionale aperta dopo la caduta del vecchio leader, ed acuita da una legge interna entrata in vigore il 5 giugno scorso, volta ad escludere da ogni attività politica o di alta amministrazione gli ex collaboratori del precedente regime.
  La situazione di instabilità in Libia rappresenta un fattore di grave complicazione delle nostre interlocuzioni con i libici, dopo che nello scorso anno, con varie iniziative, erano stati ripresi i rapporti di collaborazione con le autorità di quel Paese. Va comunque ricordato, anche a testimonianza degli sforzi del Governo transitorio di Tripoli, che la collaborazione ha registrato, pur nelle evidenti difficoltà, alcuni significativi progressi in direzione del rafforzamento delle istituzioni libiche con la cessione di mezzi, risorse ed il trasferimento di know-how in modo da incidere anche sul controllo dei movimenti dei flussi migratori e sulla capacità di contrasto delle reti criminali dedite al traffico di esseri umani. A sostegno di questo processo è stata disposta la riattivazione dell'ufficio di collegamento presso l'ambasciata d'Italia a Tripoli e l'apertura di due sedi di rappresentanza a Bengasi e Misurata.
  Le difficoltà non vengono, tuttavia, solo dalla complicata situazione del Governo di Tripoli; la composizione etnica dei profughi evidenzia, infatti, la loro provenienza dai Paesi del Corno d'Africa e da quelli dell'Africa subsahariana interessati da conflitti interetnici o dalla assenza di istituzioni solide ed affidabili. È quindi necessario proseguire ed intensificare ogni utile sforzo sotto l'egida dell'Unione europea e degli organismi delle Nazioni Unite per pacificare quelle aree del continente africano ed assecondare i sofferti processi di stabilizzazione e di consolidamento democratico.
  In questa cornice, desidero ricordare che specifiche iniziative hanno riguardato e riguardano la collaborazione di polizia per le attività di formazione. Particolarmente rilevante, sotto il profilo del contrasto delle attività di trafficking e del miglioramento del capacity building, risulta il progetto «Sahamed», interrotto dagli eventi bellici che hanno colpito la Libia, e in seguito riattivato dalla Commissione europea. L'importanza di questo progetto di cooperazione avanzata si coglie appieno, anche nella sua portata umanitaria, nell'avvio delle iniziative di adeguamento agli standard internazionali dei centri di accoglienza situati in territorio libico e oggetto di un nostro attento monitoraggio.
  Mi preme sottolineare come all'insegna della stessa attenzione per i valori della persona e della dignità umana, si collochino gli interventi dispiegati senza risparmio di energie per il soccorso in mare di migliaia di sventurati. I tentativi di attraversare il Mediterraneo, che spesso si concludono con esiti tragici, rappresentano
una delle pagine più dolorose e impietose della nostra epoca. Dobbiamo essere consapevoli che il controllo delle migrazioni irregolari rappresenta per le organizzazioni criminali una lucrosa fonte di guadagno prontamente reinvestita in altri traffici illeciti. L'esigenza della solidarietà umanitaria va dunque coniugata con la necessità di un contrasto incisivo a questa nuova forma di schiavismo. È per questo che non dobbiamo trascurare di mantenere efficienti le nostre strutture di polizia e di coltivare le attività di collaborazione transnazionale con Frontex e con gli omologhi organismi degli altri Paesi, specie di quelli interessati al transito dei migranti.
  Ritorno agli eventi che si sono concentrati in particolare nell'ultima settimana. Il 14 giugno scorso, in occasione dell'arrivo a Siculiana, in provincia di Agrigento, di 181 cittadini eritrei tra cui 42 minori, si è purtroppo verificata la morte per annegamento di un immigrato. Tra i vari episodi che hanno connotato la ripresa degli sbarchi, questo di Siculiana è uno dei più spinosi e difficili, anche per la forte resistenza dei cittadini eritrei a sottoporsi alle operazioni di fotosegnalamento, al punto da commettere atti di autolesionismo pur di non essere riconoscibili con le procedure di fotosegnalamento. Nella tarda serata di ieri, circa sessanta persone hanno abbandonato la tensostruttura di Porto Empedocle, dove erano state temporaneamente alloggiate, e sono in corso le necessarie attività di rintraccio.
  Un altro episodio che non può certamente lasciarci indifferenti è quello al quale abbiamo assistito lo scorso 15 giugno quando settantasei migranti, a causa dell'affondamento dell'imbarcazione con cui affrontavano la traversata, hanno cercato di salvarsi rimanendo disperatamente aggrappati ad una gabbia per la pesca del tonno. L'intervento dei mezzi della capitaneria di porto di Lampedusa, già in azione per prestare soccorso ad altri ottantasette migranti, è stato tempestivo quanto mai. Infatti, subito dopo la segnalazione di dichiarazione di evento SAR, cioè la procedura internazionale che segnala gli eventi di ricerca e salvataggio, una segnalazione collegata al pericolo di affondamento del battello, uno dei mezzi della capitaneria di Lampedusa si è, immediatamente, diretto verso l'area dell'operazione procedendo al sollecito recupero dei naufraghi.
  Al coraggio di questi uomini, servitori dello Stato, va il personale ringraziamento mio e quello dell'intero Governo. Ciò che impressiona, in questi tragici episodi, è la ferocia delle organizzazioni dei trafficanti. Essa si manifesta in tutto il suo cinismo nelle nuove metodiche di traffico. Non si tratta più, badate bene, di accompagnare i migranti fino alle coste italiane seppure a bordo di imbarcazioni precarie, ma, piuttosto, di abbandonarli al loro destino dopo averli istruiti sulle modalità con le quali chiedere ed ottenere soccorso dalle autorità italiane, autorità italiane a ciò obbligate, ovviamente, dal rispetto delle convenzioni internazionali sottoscritte in materia dal nostro Paese. Passo ora a riferire più nel dettaglio della situazione dell'isola di Lampedusa, non senza esprimere a tutta la popolazione lampedusana la mia gratitudine di un uomo delle istituzioni. Ho più volte ripetuto che nelle grandi trasmigrazioni della nostra epoca globalizzata, Lampedusa rappresenta un luogo altamente simbolico, in cui si incrociano i destini e le speranze dei popoli che guardano fiduciosamente all'Occidente e alle sue potenzialità di accoglienza ed integrazione.
  Mi piace considerare Lampedusa come il checkpoint Charlie del nuovo millennio, non quello che separava l'Est e l'Ovest del mondo, ma quel passaggio a livello che separa il nord e il sud del mondo, un passaggio a livello superato il quale vi è libertà, democrazia e benessere. Ad oggi l'isola lampedusana, nonostante la dichiarazione di porto non sicuro decretata dalla capitaneria di porto, è stata interessata da 41 sbarchi, compreso quello di stanotte, con il conseguente arrivo di più di 3.500 migranti di prevalente origine subsahariana. Solo i primi due mesi dell'anno non hanno fatto registrare nuove presenze di immigrati. Nonostante la notevole pressione,
non si sono verificate situazioni di acuta criticità, soprattutto è sempre stata garantita tutta la necessaria assistenza agli stranieri sul piano umano, medico e, specie nei confronti di donne e minori, anche aiuto e assistenza psicologica. Questo è stato possibile grazie anche alla preziosa collaborazione delle organizzazioni umanitarie che, in virtù di specifici accordi con il Ministero dell'interno, prestano un indispensabile aiuto che consente di tenere costantemente sotto controllo la situazione epidemiologica. Al suo arrivo nel centro l'immigrato viene infatti sottoposto ad un controllo dello stato di salute, che segue quello effettuato da personale medico direttamente sul molo di Favarolo subito dopo lo sbarco. Se necessario, in esito al controllo di prime cure eseguito dallo staff sanitario dell'ente gestore del centro, vengono disposte anche visite specialistiche.
  Nel centro accoglienza di contrada Imbriacola sono stati ospitati, in questo periodo di ripresa degli sbarchi, mediamente circa mille stranieri; oggi sono 1.051 e le potenzialità ricettive sono state parzialmente ripristinate con la conclusione di lavori di recupero della parte distrutta tempo fa da un incendio, affidati, per ovvie esigenze di tempestività, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Al completamento dell'agibilità e piena funzionalità del centro si farà fronte, invece, con i fondi del PON sicurezza e i relativi lavori saranno curati dal provveditorato regionale alle opere pubbliche della Sicilia e della Calabria.
  Indubbiamente la struttura di Lampedusa è sottoposta ad una notevole pressione, che va oltre le capacità effettive di accoglienza. Considero di vitale importanza, dunque, mantenere in efficienza un sistema di alleggerimento continuo basato sulla disponibilità di altre strutture che siano pronte a ricevere gli stranieri trasferiti, e per questo assicuro che già entro questa sera saranno trasferiti, dei 1.054 presenti, ben 574 in altri centri.
  È in quest'ottica che si muove lo SPRAR, acronimo di sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, basato su una fitta rete di solidarietà civile assicurata tramite convenzioni con gli enti locali in grado di promuovere un ampia governance del fenomeno migratorio. Tale sistema, che ha già dato ottima prova di sé durante l'emergenza Nord Africa è stato recentemente incrementato di 1.500 posti. Corrisponde ad un mio preciso obiettivo, ad un preciso obiettivo del Governo, conseguire entro il prossimo anno un ulteriore consistente aumento che porterà lo SPAR ad accogliere circa 8 mila stranieri, quasi raddoppiando l'attuale disponibilità. Altro fronte su cui è necessario impegnarsi è quello della velocizzazione delle procedure di esame delle domande di protezione umanitaria e di richiesta di asilo.
  Fondamentale a questo scopo è la funzionalità delle commissioni territoriali. Preannuncio, dunque, che presenterò, in forma di norma urgente, la disposizione già inserita nel disegno di legge europea del 2013, che consente, proprio per fronteggiare situazioni critiche di emergenza, di istituire dieci ulteriori sezioni raddoppiando così le capacità operative degli organismi esistenti.
  Capitolo a parte è quello dei minori non accompagnati. A Lampedusa ne sono giunti dall'inizio l'anno, oltre 400 di età compresa tra i 15 e i 17 anni. La criticità più rilevante è data proprio dall'accertamento della maggiore età, non sempre agevolmente rilevabile sulla base di parametri universalmente accettati. In ogni caso il loro trattamento è sempre avvenuto nel pieno rispetto della condizione di fragilità che ne rappresenta il tratto umano caratterizzante e proprio per garantire condizioni adeguate di sistemazione spesso è necessario provvedere al loro trasferimento presso case alloggio ubicate anche fuori dalla Sicilia.
  Vado a concludere, onorevoli colleghi, dicendovi che le procedure che riguardano i minori dovranno sempre orientarsi alla sacralità della persona umana, è un impegno che avverto e che avvertiamo verso le giovani generazioni. Qualunque sia la loro provenienza, in omaggio ai valori universali della nostra Costituzione, che ci richiama allo sposalizio tra l'accoglienza umanitaria e il diritto, insopprimibile, alla
sicurezza delle nostre frontiere e dei nostri concittadini. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).

  Intervengono sull'informativa resa dal Ministro dell'interno i deputati ANTONINO MOSCATT (PD) (Vedi RS), ALESSIO TACCONI (M5S) (Vedi RS), ALESSANDRO PAGANO (PdL) (Vedi RS), MARIO MARAZZITI (SCpI) (Vedi RS), NICOLA FRATOIANNI (SEL) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS) e MASSIMO ENRICO CORSARO (FdI) (Vedi RS).

  ANTONINO MOSCATT. Signora Presidente, onorevoli colleghi, Ministro. L'Italia, il nostro Paese, come sappiamo, occupa una posizione strategica in Europa e nel Mediterraneo. Quest'ultimo, storicamente area di grandi flussi, di movimenti di passeggeri, è punto di congiunzione, di incontro di civiltà, culture, vite umane e purtroppo, in alcuni casi, teatro di grandi tragedie. Negli ultimi 15 anni sono arrivati nel nostro Paese circa 373 mila migranti, una media di 25 mila persone l'anno; a seguito della Primavera araba sono arrivate in Italia circa 62 mila persone, la maggior parte di loro, come è ovvio, sono richiedenti asilo politico e rifugiati. Eppure in più di un'occasione il nostro Paese non è sembrato all'altezza del compito, non è apparso preparato ad affrontare il fenomeno, basti pensare ad esempio a ciò che sta succedendo e a ciò che è successo a Lampedusa, basti ricordare non senza grande, grandissima amarezza, la condanna che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha comminato all'Italia per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
  Il piano di accoglienza del nostro Paese, attraverso i centri governativi e il sistema di protezione dei richiedenti asilo politico, anche se con enormi difficoltà e con numeri largamente inferiori alle necessità, si è sviluppato nel corso degli anni sia in termini quantitativi che qualitativi. Appaiono invece deficitari sia il sistema di protezione per le vittime della tratta che il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, come lei stesso diceva.
  Il sistema di accoglienza in Italia, malgrado le grandi difficoltà, ha funzionato e, bisogna dirlo con forza, grazie allo straordinario lavoro delle forze dell'ordine, degli enti territoriali, dei comuni, delle associazioni, delle organizzazioni non governative, a cui va tutto il nostro ringraziamento e profondo riconoscimento per il lavoro che giornalmente fanno in prima linea anche molto spesso in assenza di adeguati fondi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Vede, Ministro questa brevissima analisi ci serve come presupposto per ribadire che l'immigrazione non più essere considerata un evento, non è un caso sporadico, un'emergenza di una stagione, è un fenomeno strutturale e come ogni fenomeno, o lo si subisce o lo si affronta e lo si interpreta.
  Ed è compito della politica, è compito nostro, è responsabilità nostra farci carico delle questioni di merito, ed offrire strategie di intervento immediate e di lungo respiro.
  In tal senso il Partito Democratico fin dall'inizio di questa legislatura ha avviato un serio, serissimo confronto sul fenomeno, un serio, serissimo confronto su questa tematica. E lo ha fatto perché convinto che il nostro Paese deve finalmente e progressivamente uscire da quello che a partire dal 2006 è stato uno stato patologico di emergenza, testimoniato dalle innumerevoli ordinanze di protezione civile e da interventi straordinari. Deve porre la vicenda su un piano più alto; dobbiamo porre, come lei stesso diceva, la vicenda su un piano più alto, che è quello europeo: proprio adesso, proprio in questo momento che il Parlamento europeo, il 12 giugno, ha approvato il nuovo Sistema europeo comune di asilo, attraverso l'adozione di quattro strumenti giuridici che avranno un impatto diretto sulla vita di 400 mila richiedenti asilo ogni anno, e su circa 2 milioni di beneficiari di protezione internazionale e le loro famiglie.
  Dobbiamo richiedere all'Europa di condividere la responsabilità, provando ad organizzare un sistema permanente per il trasferimento dei rifugiati da attuarsi su base volontaria, per inserire i beneficiari di protezione internazionale nei diversi Stati membri. Bisogna, Ministro, potenziare gli strumenti legislativi in essere, legati alle misure contro la tratta delle persone che oggi appaiono a rischio di assenza di adeguata copertura finanziaria. E bisogna, come lei stesso ha affermato, creare uno strumento giuridico forte sui minori stranieri non accompagnati; e si mi permette, se ci permette, uno strumento giuridico univoco, che in tutte le regioni abbia la stessa valenza e la stessa forza. E bisogna farlo con forza ! In sintesi, bisogna mettere in atto una forte strategia, un nuovo modello di politica, che intervenga sia su un piano internazionale, provando a mettere in atto tutti quegli strumenti che permettano di crescere, e crescere insieme.

  ALESSIO TACCONI. Signor Presidente, signor Ministro, grazie per questa informativa urgente. Noi saremo sinceri, come siamo sempre: abbiamo ascoltato tante belle parole, in realtà vorremmo ascoltare da parte del Governo più verità e meno retorica.
  Sentire le sue parole ci fa salire un'enorme rabbia e indignazione, devo essere sincero; ed è la stessa rabbia e indignazione che prova il popolo italiano davanti a queste informative. Se non fosse per la gravità dei fatti accaduti e per l'importanza dell'argomento, questa discussione risulterebbe da parte vostra quanto meno inopportuna. E le spiego perché: un'informativa urgente su questi argomenti usando le stesse parole, le stesse spiegazioni e poi facendo le stesse promesse che abbiamo ascoltato un anno fa, cinque anni fa, dieci anni fa, è imbarazzante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il problema è chiaro: persone in fuga da conflitti e da condizioni degradanti, alla ricerca di condizioni di vita migliori per loro e per la loro famiglia, arrivano in un Paese altrettanto disperato, portato alla disperazione da vent'anni di Governo della sua parte politica e della parte politica con cui ora state governando.
  Negli ultimi vent'anni avete passato il tempo a cercare di salvare un vecchio signore dai suoi procedimenti penali. Avete svuotato il nostro Paese di tutte le sue più grandi ricchezze economiche, culturali, artistiche, scientifiche.
  Avete favorito in maniera criminale lobby economiche, politiche e finanziarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), avete creato un clima di paura e di terrore, una caccia alle streghe contro l'immigrato molte volte, individuato come nemico e utilizzato vergognosamente come strumento di campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). D'altra parte, signor Ministro, e nonostante questo, è doveroso ricordare come moltissimi immigrati rappresentano ormai una parte fondamentale del tessuto economico italiano, è quindi vergognoso che nel 2013 ci siano ancora delle persone costrette ad aggrapparsi a una rete per tonni per sopravvivere al tentativo di cercare migliori condizioni di vita o di sfuggire alle guerre nei loro Paesi d'origine.
  Come abbiamo già fatto notare in quest'Aula, in un'indagine realizzata fra febbraio 2012 e febbraio 2013 da Medici per i diritti umani, la struttura dei Centri di identificazione ed espulsione è simile a quella dei centri di internamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), i Centri di identificazione ed espulsione sono incostituzionali, in quanto vanno a privare la libertà della persona non tanto per reati penali, ma per reati di tipo amministrativo, che uno dei vostri Governi ha introdotto negli anni scorsi.
  L'articolo 13, signor Ministro, della Costituzione invoca l'inviolabilità della libertà personale, a meno di reati penali. Gli stessi accordi tra l'Italia e i Paesi nord-africani sul controllo dell'immigrazione verso le coste del nostro Paese risultano sempre fumosi, poco chiari. Amnesty International ha molte volte segnalato come gli accordi non contengono alcuna salvaguardia concreta per i diritti umani, né meccanismi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
  Quindi, per cortesia, cerchiamo di non nasconderci dietro problemi politici e diplomatici scaturiti dai recenti avvenimenti chiamati sotto il nome di Primavera araba, non nascondetevi più dietro le belle parole che ogni volta venite a farci ascoltare, è necessario risolverli questi problemi, signor Ministro. È necessaria una vera integrazione in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardiamo finalmente ad assicurare la massima dignità umana alle persone che arrivano nelle nostre coste, cerchiamo di integrarle nel nostro tessuto economico e sociale, in sostanza cerchiamo di mettere in atto azioni concrete, effettive, efficaci ed immediate per una dignitosa accoglienza e integrazione di queste persone e per fare in modo che fra dodici mesi, signor Ministro, non siamo ancora qui ad ascoltare lei che ci porta ancora una volta delle spiegazioni così vuote (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, prendiamo atto con favore degli impegni e degli sforzi che il Ministero dell'interno sta assumendo per garantire il superamento della situazione del sovraffollamento di Lampedusa e per affrontare quindi la continua emergenza sbarchi. In effetti la complessità del quadro internazionale e le difficoltà del processo di consolidamento in alcuni Paesi, segnatamente quindi quello della Libia, che ci interessa oggi, hanno creato una recrudescenza del fenomeno e quindi le criticità che sono state evidenziate oggi dal signor Ministro.
  Siamo non di meno soddisfatti dell'aggiornamento ricevuto in merito alla situazione del centro di accoglienza ubicato a Lampedusa, segno di una grande attenzione e di una grande efficienza. Questa situazione ci tranquillizza, perché dopo il devastante incendio di settembre 2011 in Contrada Imbriacola l'adeguamento della struttura ed il potenziamento della capacità di accoglienza dell'isola è prova di grande attenzione e di efficienza.
  Ancora, appare molto interessante l'iniziativa volta – la ringraziamo, Ministro – a valorizzare, ampliare e potenziare lo SPRAR, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che potrebbe costituire, anzi siamo convinti che costituirà sempre di più, il perno del sistema di accoglienza italiano. Lo SPRAR, proprio alla luce dei risultati raggiunti fino a oggi, meritava in effetti di essere potenziato. Il suo ampliamento infatti consentirebbe di sviluppare in modo ancora più efficace la seconda fase dell'accoglienza, quella volta all'individuazione di percorsi di integrazione e di inclusione dei titolari di protezione internazionale.
  Con soddisfazione apprendiamo degli sforzi fatti dal Ministero dell'interno e che vanno appunto in questa direzione e, segnatamente, verso l'apertura di un ufficio di collocamento e di due uffici di rappresentanza in Libia, che consentiranno di supportare le autorità libiche nell'azione di contrasto alle reti criminali, favorendo così il processo di democratizzazione. È una risposta seria.
  Comprendiamo, altresì, signor Ministro, che il caos che regna in Libia rende tutto più difficile, però è chiaro che questa strategia è vincente: non appena, infatti, le condizioni internazionali lo consentiranno – questo è quello che immaginiamo –, è chiaro che assisteremo ad un nuovo accordo Italia-Libia nella direzione del potenziamento dello SPAR anche in loco, in maniera tale che l'accoglienza venga realizzata sul posto e così solo chi avrà realmente titolo allo status di rifugiato da guerra civile o persecuzioni potrà venire in Europa e chi, invece, bara ovviamente restare là.
  Un passaggio fondamentale che abbiamo colto nell'informativa del Ministro è quello della solidarietà. L'Europa – diciamo le cose come stanno – non ha offerto al nostro Paese un contributo decisivo. E così l'Italia ha dovuto fronteggiare, praticamente da sola, le ondate migratorie che hanno subito, proprio per questo motivo, anche delle impennate a causa dei conflitti in quelle aree, ci riferiamo alle cosiddette «Primavere arabe».
  Orbene, la solidarietà dell'Europa non può essere limitata solo al campo finanziario. Lo dobbiamo dire con chiarezza l'immigrazione irregolare è una «patata bollente» che è stata lasciata nelle mani dei Paesi in prima linea e l'Italia è la prima fra questi. Anche per il settore immigrazione, l'Europa quindi deve muoversi secondo il principio della collaborazione e del mutuo sostegno !
  Circa le critiche che abbiamo sentito oggi da parte di un gruppo parlamentare a proposito dell'integrazione, abbiamo con sorpresa verificato una sorta di faciloneria nell'individuazione del problema. Dobbiamo sottolineare che l'Italia ovviamente non ha bisogno di lezioni in materia di umanità: siamo veramente un Paese modello, invidiato da tutti per quello che rappresentiamo in termini di solidarietà. Questo non vale solo a livello di singoli cittadini, ma anche e soprattutto a livello di istituzioni, basta osservare come si muovono le nostre istituzioni, nel caso specifico le forze dell'ordine, in materia di accoglienza degli immigrati. Questa cultura di solidarietà non trova riscontro in nessun altro Paese del mondo – consentitemi di ripeterlo – del mondo.
  Sono, quindi, irricevibili lezioni di questo genere. Secondo me, possono essere definite in un solo modo: tesi ideologiche e superficiali. È chiaro che bisogna farsi carico di un certo numero di immigrati – questo è giusto e normale – però non fa il bene dell'Italia e, soprattutto, degli immigrati stessi colui che chiude gli occhi quando gli immigrati diventano strumenti per illegalità diffusa e per delinquenza. È evidente infatti come il governo dell'immigrazione richieda una programmazione dei flussi in stretta collaborazione con le esigenze dell'economia. Bisogna, quindi, prendere atto della crisi economica internazionale che si è riversata nel nostro Paese e che ha necessariamente comportato riflessi negativi sul fabbisogno della manodopera straniera. La congiuntura economica mondiale di carattere recessivo, cui consegue l'orientamento alla produzione, non può che avere ripercussioni anche sui fenomeni migratori.
  Ecco perché, in conclusione, ci sentiamo di dire che i «patti» che furono siglati nel 2008 dal Consiglio europeo in materia di immigrazione e di asilo devono essere pienamente rispettati e cioè: organizzare l'immigrazione legale; combattere l'immigrazione clandestina. Questo combattere l'immigrazione clandestina – lo ripeto a vantaggio di qualche collega distratto – rafforzare le frontiere esterne;
costruire un sistema di asilo dell'Unione europea; creare un partenariato globale per le migrazioni e lo sviluppo è quello che noi auspichiamo e, comunque, devo dare atto che il Ministero dell'interno e il suo Ministro si muovono sicuramente all'interno di queste direttive e di queste linee. Di tutto questo, ovviamente, non possiamo che mostrare soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  MARIO MARAZZITI. Signora Presidente, ringrazio il Ministro per le puntuali informazioni messe a disposizione del Parlamento e del Paese sull'attuale situazione degli sbarchi di immigrati sulle coste italiane, per le sue osservazioni e impegni sul tema della velocizzazione in campo di richiesta di asilo, le sue osservazioni sui minori non accompagnati e la consapevolezza. La ringrazio anche per il suo linguaggio diverso, così diverso da un linguaggio del disprezzo, che è stato molto diffuso in Italia per tanti anni.
  Vorrei rivolgere un ringraziamento di cuore, personale e del Parlamento italiano, alla Guardia costiera italiana, che mostra da anni, con cittadini e amministrazioni del sud d'Italia, capacità e professionalità, umanità, dedizione e sacrificio. È la capacità di costituire la finestra umana, di livello straordinario dell'Italia, per interi popoli di profughi stremati, spaventati, sfruttati, carichi di speranza e di paura. Questa è l'Italia che amiamo e che parla di Italia anche nel resto del mondo e ne siamo orgogliosi.
  Negli anni Novanta gli sbarchi sulle coste italiane sono stati, come oggi, lo specchio dei conflitti del Mediterraneo. Il cambiamento in Albania e la guerra nella ex Jugoslavia dal 1991 nel decennio hanno portato a 20, 30 mila sbarchi l'anno, con picchi fino a 50 mila.
  Negli anni Duemila abbiamo registrato una diminuzione in media di circa 10 mila unità all'anno, nell'arco del periodo, con flussi ordinari di 12 – 13 mila unità. Ma, nel 2011 abbiamo avuto 62 mila sbarchi, in coincidenza con i grandi cambiamenti della cosiddetta primavera araba, nel 2012 di nuovo 13 mila e oggi siamo alla situazione attuale.
  Nel 2011 la presenza di Pakistan e Bangladesh tra i Paesi d'origine mostrava come i lavoratori stranieri, presi in mezzo alla guerra, erano più a rischio di altri. Quest'anno, per la prima volta, tra i profughi registriamo profughi siriani. Ma, per ogni immigrato che raggiunge le nostre coste c’è un numero immenso di scomparsi nel Mediterraneo, nello stesso braccio di mare. Le vittime accertate, i morti di speranza nel Mediterraneo, sono 19 mila dal 1990. Per ognuno di essi si immagina che altri due, mai trovati, mai registrati, forse tre, siano scomparsi che non arrivano alla stampa. Abbiamo avuto picchi orribili, con 2.875 vittime nel solo 2006, 2.600 nel 2007, 3.047 nel 2011. Verso la sola Italia, 2.770 sono morti nel Mediterraneo nel 2011 e 1.059 nel 2008.
  Vi sottopongo, in questa occasione, la preoccupazione per quelle procedure semplificate sul respingimento immediato, attuate in passato in alcuni casi, come se questi cittadini stranieri non avessero mai messo piede sul territorio italiano. Le chiederei di vigilare su questo. Ma tutto questo – anche i morti nel Mediterraneo, questi sbarchi, questa difficoltà di vita – non sono inevitabili. Allora, mi permetto di concludere con due osservazioni e due piccole proposte, Ministro Alfano. È possibile pensare a costituire, anche per contrastare il traffico di esseri umani, alcuni corridoi marittimi umanitari, che possano raccogliere le imbarcazioni e garantire viaggi più sicuri e che possano essere concordati e predisposti a livello internazionale ?
  La seconda osservazione-proposta, che mi permetto di fare, è suggerire al Governo di concordare – come lei ha osservato, è un problema europeo e Lampedusa è la porta dell'Europa e non solo dell'Italia, la frontiera dell'Europa – con i partner europei la creazione di un campo di prima accoglienza europeo sul territorio italiano. In tal modo, dopo il soccorso, potrà essere garantita la distribuzione sul territorio europeo dei profughi, favorendo soluzioni degne e interrompendo il ruolo di supplenza globale del nostro Paese a provvedere alle soluzioni di un problema che, per sua dimensione, è globale, non solo verso l'Italia, ed è senz'altro europeo. Può essere l'inizio di una governance europea del tema dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, voglio anch'io ringraziarla, signor Ministro, per essere venuto qui, in quest'Aula, a riferire sulla situazione che in questi giorni coinvolge l'isola di Lampedusa e tante altre realtà di questo Paese.
  Tuttavia, devo dirle che molte delle cose che lei oggi ci ha raccontato in quest'Aula non ci convincono e, anzi, ci preoccupano. Abbiamo ascoltato, purtroppo, riproporre un elenco di parole che troppe volte abbiamo sentito associare al fenomeno dell'immigrazione. Ho sentito qui concentrarsi molto sul termine «contrasto», sul termine «Frontex». Ho sentito richiamare parole come il controllo epidemiologico, come se il problema che misuriamo quando discutiamo di immigrazione fosse il rischio che i migranti che arrivano portino nelle nostre case nuove malattie, quando tutti gli studi, invece, di organizzazioni internazionali ci raccontano che i migranti che arrivano sulle nostre coste sono di solito sani e si ammalano qui, per le condizioni vergognose in cui sono costretti a vivere o a lavorare, spesso sfruttati nei campi del sud.
  Abbiano sentito, signor Ministro, ancora una volta pensare all'immigrazione così come si è pensato a questo fenomeno per troppi anni in questo Paese e – lo devo dire – talvolta purtroppo, perfino, con una certa trasversalità politica. Ne abbiamo sentito parlare come un fenomeno che possa, in qualche modo, essere combattuto, che vada, in qualche modo, risolto attraverso strumenti, attraverso una legislazione che consenta – diciamo – di impedirne il suo sviluppo. Non è così, non funziona così, signor Ministro ! Peraltro, il risultato pessimo che la nostra legislazione ha prodotto in questo campo lo dimostra, al di là della valutazione che ognuno di noi può darne.
  Il fenomeno dell'immigrazione, signor Ministro, è un fenomeno strutturale dei nostri tempi. È perfino una risposta strategica a un mondo attraversato da crisi politiche ed economiche e segnato da una disuguaglianza economica sempre più marcata. E di fronte a un fenomeno di carattere strutturale, un Paese civile è chiamato a costruire una risposta di carattere strutturale, è chiamato a costruire politiche che sappiano distinguere tra accoglienza ed integrazione, esclusione e respingimento.
  Ecco, noi in questi anni non lo abbiamo fatto. Vede, signor Ministro, il rapporto Caritas-Migrantes del 2012, uno straordinario strumento per indagare la complessità di un fenomeno come quello dell'immigrazione, ha un titolo significativo: «Non sono numeri». Tuttavia, qualche numero è utile conoscerlo: l'Italia, in Europa, è al sesto posto per numero di rifugiati presenti sul proprio territorio; ne ha meno dell'Olanda, della piccola Olanda; ne ha poco più di 64 mila e non parliamo, poi, del rapporto con Paesi come la Germania, dove il numero dei rifugiati supera il mezzo milione. Eppure, ogni volta che questo fenomeno torna a occupare la scena pubblica, magari in alcune stagioni dell'anno, quando le condizioni meteorologiche migliorano, improvvisamente tornano parole come emergenza. Torna una sconcertante incapacità di costruire elementi di programmazione. Oggi, lei ha parlato dello SPRAR, della necessità di ampliarlo. Bene; siamo d'accordo. Vorrei ricordarle che nel 2011, l'allora Governo Berlusconi, in un accordo con le regioni, in una delle tante emergenze che questo Paese ha prodotto – non è che ha saputo affrontare, ha prodotto – decise di aumentare la disponibilità dello SPRAR. Stiamo ancora aspettando (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Spero che questa sua proposta trovi finalmente qualche segno di applicazione.
  E ancora, a proposito di numeri: l'immigrazione viene raccontata, specialmente in tempi di crisi, come un problema ingestibile. Ci dicono «Ma come facciamo ? C’è la crisi ! Come facciamo ad occuparci anche di nuovi elementi di sofferenza ?». Dovremmo ricordare, anche da questo Parlamento, al nostro Paese, che ogni anno il bilancio commerciale italiano sul terreno dell'immigrazione, la bilancia tra uscite ed entrate, è positivo. Questo Paese guadagna oltre un miliardo e mezzo di euro dalla presenza di immigranti sul nostro territorio, a cui spesso e volentieri non restituisce neanche una minima parte di quello che invece riceve dalla loro presenza.
  E ancora, l'Italia è un Paese che più volte è stato ripreso, condannato e segnalato da sentenze di tribunali in tutta Europa, per la sua incapacità di gestire questo fenomeno. Nel luglio 2012 il tribunale di Stoccarda ha stabilito che non era consigliabile rimandare in Italia un richiedente asilo, perché era a rischio di ricevere un trattamento disumano e degradante.
  Vede – e concludo –, in questi anni abbiamo affrontato questo fenomeno così complesso con l'idea che potesse essere risolto con una logica di esclusione e di respingimento. Abbiamo fatto la guerra non all'irregolarità o – con una pessima parola – alla clandestinità, l'abbiamo fatta agli irregolari o – con una pessima parola – ai clandestini. È come se, per battere la povertà, facessimo la guerra ai poveri ! L'immigrazione è invece una storia di speranza, di vite, di vite che cercano di costruirsi un futuro migliore. Noi vorremmo un Paese capace di rispondere a questa speranza con un po’ più di civiltà e con un po’ più di intelligenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, do al Ministro il bentornato e innanzitutto faccio una precisazione formale: l'invito le è stato rivolto dalla Camera attraverso una richiesta specifica fatta dal gruppo della Lega Nord, proprio perché sa benissimo... Ecco, colgo l'occasione – anche se non è questo il tema in discussione, però purtroppo le brutte notizie si accavallano – per rivolgerle direttamente un invito a riferire, sempre in quest'Aula, in un altro momento, circa la presenza di cittadini italiani, che sembrano addirittura addestrati al terrorismo, in scenari di guerra civile o addirittura di contrasto religioso all'interno di determinate aree del mondo. Infatti, non ci vorremmo ritrovare – ci auguriamo sinceramente di no, come non ci auguriamo tutte le cose brutte che stanno capitando in questo momento – in una situazione come quella di Londra nel 2005, quando si è svegliata una mattina e ha scoperto che all'interno del proprio Paese c'erano terroristi nati, cresciuti e allevati in seno.
  Quindi, vorremmo qualche chiarimento – lo ripeto, in separata sede – relativamente a queste figure di terroristi, persone convertite ad altre fedi religiose che, sulla scorta di questo, vanno a combattere in scenari diversi dal loro Paese d'origine.
  Detto ciò, in merito alla questione per la quale lei è qui oggi, parto da un punto, ovvero le origini di queste persone. Chiaramente ci saranno delle persone definite «profughi» in quanto provenienti da scenari di guerra. Su questo non vi è il minimo dubbio, però, per sua stessa ammissione, ci sono anche persone che provengono da aree ben distanti da questi scenari di guerra, aree che sicuramente sono attraversate da tensioni sociali importanti, da situazioni magari di persecuzione di determinate categorie etniche o per altro tipo di scelte personali. Quindi, ci chiediamo – visto che la maggior parte di questi Paesi da cui provengono è costituita, almeno questo ci sentiamo dire dalla diplomazia italiana, dalla Farnesina, da democrazie compiute e quindi dovrebbero avere delle frontiere con dei controlli – come sia possibile che si considerino provenienti da scenari di guerra persone che in realtà sono di etnie totalmente diverse e che, magari, provengono da migliaia di chilometri di distanza. Sarebbe una risposta per noi importante da parte sua.
  Secondo lei, com’è possibile e soprattutto che cosa si può fare ? Quando lei era al Governo insieme al Ministro Maroni sa benissimo dell'impegno del Ministro Maroni per fermare queste persone prima che arrivassero sulle coste da dove poi partivano con questi mercanti di carne umana; le fermavano prima, perché cercavano in qualche modo di intervenire alla fonte e non di utilizzare in maniera strumentale, anche su una questione sul piano umanitario, i drammi che stiamo vedendo in televisione in questi giorni.
  Comunque, relativamente a questo aspetto, le annuncio che, proprio in questi minuti, stanno entrando al Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa cinque nostri deputati, cinque nostri parlamentari, che stanno andando a verificare di persona, facendo una visita nel rispetto delle loro prerogative istituzionali e della possibilità di compiere anche atti ispettivi, effettivamente la composizione eterogenea di queste etnie e per capire da dove nasce il problema alla radice. Lei in qualche passaggio lo ha detto: se non si risolve il problema alla radice è inutile continuare a parlare semplicemente del punto di partenza degli sbarchi. In merito, vorremmo magari nella sua replica una chiosa un pochino più puntuale.
  Lei ha parlato nella sua relazione, nella sua informativa, di persone che in qualche modo cercano, anche con atti autolesionistici, di non permettere la loro identificazione. Ebbene, non penso che queste persone siano disperate; penso che non vengano sicuramente qui per lavorare, né per altri nobili motivi. Quindi, quando si sente parlare di rivedere la legge sull'immigrazione (la legge voluta dal qui presente Umberto Bossi...

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, onorevole Ministro Alfano, lei ci ha dato una dotta, ancorché per certi versi già conosciuta, lezione sul posizionamento geografico dell'isola di Lampedusa all'interno dell'emisfero boreale e anche sulla circostanza contingente con la quale taluni dei Paesi di provenienza dell'immigrazione clandestina stanno vivendo situazioni di natura politica di grande turbolenza. Corre però l'obbligo, onorevole Ministro Alfano, di fare due considerazioni esattamente sui temi sui quali lei si è dilungato. La prima è che l'isola di Lampedusa sta in quel pezzo di mare già da un po’; la seconda circostanza è che i fenomeni di disordine politico più violenti nelle aree principali di provenienza dell'immigrazione clandestina si sono generati in tempi passati rispetto alle ultime settimane. Però c’è un dato, signor Ministro, che non le sfuggirà. Il dato è quello che connota una improvvisa e pericolosa recrudescenza del fenomeno degli sbarchi clandestini in Italia nel corso delle ultime settimane rispetto alla assoluta, continua e progressiva diminuzione di questi fenomeni che si è generata nel corso del quinquennio precedente. Ora forse è presto per dare una chiara ed esplosiva matrice politica all'origine di questo fenomeno, ma è un fatto che, se per cinque anni, progressivamente, continuamente, il numero degli sbarchi è diminuito e improvvisamente quest'anno c’è una crescita esponenziale, tanto che – cito i numeri della sua relazione, signor Ministro – nel solo mese di giugno si registrano 2.670 sbarchi clandestini a Lampedusa, contro i 4.500 dei primi cinque mesi di quest'anno, vorrà dire probabilmente che ha funzionato quel messaggio di determinata volontà nell'agire a controllo del proprio territorio, a difesa del proprio impianto normativo, a governo del sistema dell'immigrazione, che deve essere accolta e integrata solo tanto in quanto la stessa immigrazione entra nel nostro Paese rispettando le regole e seguendo le procedure. Noi riteniamo che il messaggio, viceversa, che da qualche mese in Italia ha ripreso spazio e vigore sia un messaggio che è basato sul lassismo, sul perdonismo indiscriminato, sulla discussione che mette a priorità non più la sicurezza, il governo del territorio e la libertà di circolazione dei nostri cittadini, quanto un automatismo nell'attribuzione della cittadinanza, quasi che la cittadinanza si conquistasse con il numero dei punti che vengono erogati alla cassa di un supermercato, invece che essere il frutto di una compartecipazione a un modello di storia, di cultura, di tradizioni, di linguaggio, di convenzioni e di modalità di convivenza.
  Peraltro, nella breve, ma per certi versi già troppo lunga, esperienza, questo Governo di cui lei fa parte, onorevole Ministro, ha al suo interno un suo collega, il Ministro per l'integrazione, che in più dichiarazioni pubbliche si è resa protagonista di messaggi, come dire, di comprensione e di perdonismo anticipato nei confronti di quanti, presenti sul nostro territorio in condizioni di clandestinità, sono, a dire delle dichiarazioni del Ministro competente, legittimati a farlo per la difficoltà di seguire le procedure e di rispettare le regole che questo Stato si è autonomamente dato.
  E allora, per farla breve, signor Ministro, anche considerando la circostanza che lei è il Ministro dell'interno, ma si dà il caso che sia anche il segretario di un partito azionista, sia pur minoritario, di questo Governo, mi piace pensare di invitarla ad assumere all'interno del Governo e nei ruoli che lei autorevolmente rappresenta un criterio di continuità con quelle che sono state le azioni che nel quinquennio precedente hanno consentito...

Sull'ordine dei lavori. (Vedi RS)

Sull'ordine dei lavori (ore 14,12).

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ANGELO CAPODICASA (PD) (Vedi RS).

  ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, vorrei approfittare della presenza del Ministro Alfano in Aula, che anche io ringrazio per avere svolto l'informativa urgente al Parlamento, per sollevare quella vera e propria emergenza nell'emergenza che è costituita dalle condizioni in cui versa l'isola di Lampedusa a seguito dei numerosi sbarchi che sono ripresi in questi giorni.
  Il Ministro sa, perché più volte glielo abbiamo segnalato, che esiste un problema che va ad intaccare il diritto di quell'isola a vedere riconosciuta la propria vocazione: Lampedusa è una piccola isola, la cui attività prevalente, nel corso dei decenni, è stata l'attività della pesca e della lavorazione del pescato, che, però, negli ultimi anni, soprattutto nell'ultimo decennio, ha visto riconvertire la propria attività prevalente della pesca in attività turistico-alberghiera.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 14,13)

  Intervengono altresì sull'ordine dei lavori i deputati GIANLUCA BUONANNO (LNA) (Vedi RS) e NAZZARENO PILOZZI (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), e PIA ELDA LOCATELLI (Vedi RS) (Misto-PSI-PLI) cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo fare un intervento perché ho presentato un'interrogazione proprio oggi, su una questione relativa al Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, Josefa Idem. Leggendo i giornali, ho intuito che il Ministro ha fatto quello che spesso, purtroppo, è un vizio italico – essendo lei di origine germanica, si è integrata bene nel nostro Paese –, per cui i due coniugi mettono la residenza uno in un posto, uno in un altro per...

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo di riferire urgentemente, ma vedo che, purtroppo, il Governo è andato via...

  PRESIDENTE. Onorevole Pilozzi, nella fase dell'ordine dei lavori, il Governo non è tenuto ad essere in Aula. Glielo riferiremo noi, dica a me.

  PIA ELDA LOCATELLI. Il problema è che è stato annunciato un tempo supplementare per il gruppo Misto, proprio in apertura di dibattito, e al gruppo Misto non è stata offerta questa possibilità già annunciata.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, il fatto che ci sia la possibilità per il gruppo Misto di un tempo aggiuntivo è indiscusso, ma se nessuno del gruppo Misto si iscrive a parlare, ovviamente, non è automatico.

  La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. (Vedi RS)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  ANIELLO FORMISANO (Vedi RS) (Misto-CD). Illustra la sua interrogazione n. 3-00123 (Vedi All. A), sugli intendimenti del Governo in ordine al ripristino della mediazione civile obbligatoria nell'ambito del decreto-legge recante misure urgenti per la crescita.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, Ministro, ci troviamo di fronte ad un provvedimento del Governo adottato il 15 giugno che, in qualche modo, non per il merito, ma per la procedura seguita, ha qualche cosa di paradossale.
  Questo provvedimento era già stato impugnato e reso incostituzionale per eccesso di delega da parte della Corte costituzionale, che aveva omesso di verificare poi nel merito le varie doglianze. Lei, che nella precedente vita ha fatto il prefetto, sa bene, quanto, su questioni così delicate, sia importante arrivare al consenso sociale, quanto meno da parte degli operatori che devono poi applicare queste norme, e sa bene che il Consiglio nazionale forense su tutti, ma anche tantissime associazioni di categoria degli avvocati, aveva chiesto una interlocuzione con il Governo prima di arrivare alla produzione di un nuovo atto normativo che, in qualche modo, incidesse così pesantemente sulla dinamica giudiziaria civile.
  Niente di tutto questo, e la ripresentazione attraverso un decreto-legge...

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il Consiglio dei ministri ha approvato sabato scorso un decreto-legge recante misure urgenti in materia di crescita. Al suo interno sono state previsti anche interventi urgenti in materia di giustizia civile, tra i quali vi è il ripristino della mediazione obbligatoria, finalizzata ad evitare che ogni conflitto sfoci in modo ineluttabile in una controversia senza preliminarmente tentare una composizione amichevole degli interessi contrapposti.
  Segnalo in proposito che su tali temi il Governo si è mosso in linea con le determinazioni assunte dal Consiglio dell'Unione europea. Tale organo, infatti, con raccomandazione n. 362 del 2013, ha espressamente richiesto, al fine di migliorare il contesto in cui operano le imprese in Italia, di intervenire per promuovere il ricorso a meccanismi extragiudiziali di risoluzione delle controversie.
  La raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea tende a favorire la mediazione civile obbligatoria. La mera facoltatività del ricorso alla mediazione, quale è rimasta all'esito della sentenza della Corte costituzionale, non è apparsa quindi sufficiente nell'ottica di rendere più efficiente la giustizia civile.
  Quanto alla portata della pronuncia della Corte costituzionale citata nell'interrogazione, va rilevato che la declaratoria di illegittimità è avvenuta per eccesso rispetto alla delega contenuta nell'articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69, con conseguente assorbimento delle altre questioni sollevate. Da ciò deriva che configurare la mediazione in termini di condizione di procedibilità non trova alcun ostacolo nella sentenza della Corte, quando, come oggi, venga ripristinata a mezzo di provvedimento legislativo non delegato.
  Voglio peraltro chiarire che l'intervento normativo si fa carico degli altri possibili dubbi di coerenza costituzionale emersi nel vigore della pregressa disciplina, risolvendoli con l'introduzione di correttivi, tra i quali cito: il significativo restringimento delle materie per le quali è stata prevista l'obbligatorietà ex lege, la valorizzazione della mediazione richiesta dal giudice e l'abbattimento dei costi della mediazione cosiddetta necessaria.
  Ricordo, infine, che sono state rafforzate le garanzie offerte dall'assistenza legale, considerato che l'accordo concluso davanti al mediatore, per divenire esecutivo e per l'iscrizione dell'ipoteca giudiziale, deve essere, non solo omologato dal giudice, ma anche sottoscritto da avvocati che assistono le parti, ai quali peraltro è stata riconosciuta dal decreto-legge la qualifica di mediatore ex lege.
  Questi sono stati gli ambiti entro i quali si è mosso il Governo per la riforma in tema di mediazione, sollecitata, come detto, anche in sede europea.
  Concludo segnalando che, nel corso dei lavori parlamentari in sede di conversione del decreto-legge, sarà mia cura valutare con estrema attenzione tutti i rilievi critici e i suggerimenti che perverranno sia dalle forze politiche, sia dal Consiglio superiore della magistratura sia dal Consiglio nazionale forense.

  ANIELLO FORMISANO (Vedi RS) (Misto-CD). Sottolinea la necessità di ricercare un adeguato consenso sui provvedimenti volti a favorire una maggiore rapidità della giustizia civile.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Ministro, le ultime sue parole in qualche modo mi lasciano meno perplesso rispetto allo svolgimento della questione da noi posta.
  In realtà, lei fa riferimento alla sollecitazione europea, però dimentica di dire che la stessa sollecitazione europea in qualche modo ha detto che con questo istituto obbligatorio noi rappresentiamo un unicum in Europa, perché l'estensione a quasi tutto il contenzioso civile non trova albergo nelle normative degli altri Paesi. Così come pure, rispetto ad alcuni dati reali, mentre il Governo parla di forte diminuzione del contenzioso, i dati reali finora ci parlano di poche migliaia di procedure in meno.
  Che sia nobile l'intendimento di rendere più rapida la giustizia civile, qui concordiamo tutti. Però, lei dovrebbe convenire – e sono contento che l'abbia detto al termine del suo intervento – che lo si può fare quando si crea il consenso sui provvedimenti che vanno a modificare così radicalmente il nostro ordinamento giudiziario.
  D'altro canto – e qui non posso non rilevarlo: siamo in Parlamento –, procedere sempre con questi provvedimenti che in qualche modo suppliscono al ruolo proprio del Parlamento, che è la sede naturale in cui il confronto deve avvenire, forse non giova alla procedura e all'iter del provvedimento stesso, che vuole raggiungere nobili ed importanti fini per l'ottenimento di giustizia civile in Italia in tempi rapidi, ma che corre il rischio – l'ha detto anche lei in replica – di vedere quel provvedimento stesso impugnato davanti alla Corte costituzionale, magari per gli stessi motivi sui quali la Corte non si è pronunciata, perché il pronunciamento è per eccesso di delega.
  Allora, proprio per questo ci permettevamo di segnalare al Governo – e sono contento che lei lo abbia ripreso – che la discussione, il dialogo e il concorso nel modulare la legislazione in qualche modo favoriscono un po’ tutti gli attori, quindi avvocati, magistrati...

  MARISA NICCHI (SEL) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-00124 (Vedi All. A), sulle iniziative per l'attuazione della legge n. 62 del 2011, con particolare riferimento agli istituti a custodia attenuata per detenute madri.

  MARISA NICCHI. Signora Presidente, è nota al Ministro la condizione terribile delle carceri italiane. Noi oggi solleviamo un'ulteriore aggravante di questa condizione, ossia la presenza dei bambini e delle madri nelle carceri: 40 madri e 41 bambini alla fine del 2012, questi erano i dati che ci sono stati dati.
  La domanda che noi facciamo e che ci facciamo tutti è che cosa ci stanno a fare i bambini nelle carceri. La n. 62 del 2011 era intervenuta per affrontare il tema delle madri detenute, ma questa legge non è operativa, perché ancora manca l'attuazione del piano straordinario penitenziario e comunque sarà operativa dal 1o gennaio 2014.
  Le chiediamo, Ministro – questa è la domanda –, cosa farà, cosa fa, cosa pensa di sollecitare per applicare quanto è previsto dalla legge n. 62 del 2011 per permettere alle madri detenute e ai loro figli di vivere una condizione di non reclusione.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signora Presidente, condivido pienamente quanto evidenziato dall'onorevole Nicchi nell'interrogazione riguardante il tema delle detenute madri.
  Come da lei stessa segnalato, la legge n. 62 del 2011 ha la finalità di limitare al massimo l'ingresso negli istituti penitenziari dei figli minori conviventi delle indagate, imputate o condannate nei cui confronti sarebbe eseguibile una misura cautelare coercitiva o una pena detentiva.
  La ratio ispiratrice della nuova normativa è quella di garantire un'adeguata tutela della genitorialità e dell'infanzia nel corso dell'esecuzione penale, assicurando, per quanto possibile, una crescita armoniosa e senza traumi dei minori.
  Gli istituti penitenziari a custodia attenuata per le detenute madri (ICAM), infatti, sono pensati con caratteristiche strutturali diverse da quelle delle carceri tradizionali e modellati piuttosto su quelle di una casa di civile abitazione.
  In tali strutture viene di fatto attuato un regime penitenziario di tipo familiaristico-comunitario incentrato sulla responsabilizzazione del ruolo genitoriale.
  Allo stato, sono in corso numerosi progetti che, peraltro, non riguardano solo il nord del Paese. Mi riferisco al progetto «Liberi bimbi», realizzato dal provveditorato del Piemonte, che prevede la realizzazione di un ICAM presso un edificio demaniale ristrutturato, che sarà destinato alle detenuti madri di istituti penitenziari del Piemonte e della Liguria; ad un ICAM realizzato dal provveditorato per il Triveneto, contiguo alla casa di reclusione femminile di Venezia-Giudecca, che sarà attivato entro il prossimo mese di luglio; alla realizzazione di una sezione del nido regionale presso l'istituto di Milano-Bollate e alla ricerca di una nuova sede per l'ICAM di Milano, in quanto l'immobile attuale non risulta più idoneo alle molteplici esigenze derivanti dall'ampliamento dei soggetti destinatari della legge in questione.
  Quanto alla Toscana, sono in corso contatti tra il locale provveditorato e i rappresentanti della regione per reperire un immobile adeguato in funzione della piena attuazione della legge n. 62 del 2011, atteso che la struttura individuata prima della promulgazione della legge non consente l'accoglienza dei genitori di sesso maschile e la permanenza dei bambini in età superiore ai sei anni come previsto dalla legge.
  Per la regione Lazio, l'immobile del Casale Alba 2, prescelto anteriormente all'entrata in vigore della legge n. 62 del 2011 come sede dell'ICAM, consente per le sue dimensioni di ospitare un massimo di dieci donne con bambini non oltre i tre anni di età.
  Per la Campania, nell'ambito del progetto regionale per la revisione dei circuiti detentivi, è stato previsto di destinare a ICAM l'Istituto di Lauro, previa riqualificazione della struttura, che dovrebbe divenire polo specifico per le regioni meridionali.
  Quanto, invece, alle case famiglia protette, si tratta di strutture di nuova istituzione, estranee al circuito penitenziario, la cui realizzazione rappresenta uno snodo fondamentale per la piena applicazione della legge, perché consente ai destinatari della norma di evitare in toto l'ingresso in strutture penitenziarie...

  MARISA NICCHI (SEL) (Vedi RS). Ringrazia il Ministro per la dettagliata risposta, manifestando apprezzamento per l'impegno assunto dal Governo al fine di pervenire ad un definitiva soluzione della questione evocata nell'atto ispettivo.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, Ministra, la ringraziamo per la dettagliata presentazione delle proposte e dei progetti che sono in corso.
  Rileviamo due carenze: una non sufficiente copertura al sud e, inoltre, il fatto che, insieme alle ICAM, sarebbe importante finanziarie le case famiglia protette, che sono a carico degli enti locali che, come lei sa benissimo, sono stati falcidiati nei finanziamenti.
  Comunque, apprezziamo il suo impegno. Noi la solleciteremo; abbiamo una comune sensibilità, il suo potere è importante per intervenire in una condizione che è assolutamente prioritaria: i bambini da zero a sei anni di età non possono vivere in un carcere, perché lei sa benissimo quanto sia fondamentale nella loro formazione l'ambiente in cui vivono i primi anni della vita.
  Quindi, insieme alla sua azione, con la nostra – ripeto – sollecitazione e – ripeto ancora – comune sensibilità, cerchiamo di cancellare al più presto questa condizione. Facciamolo per i bambini, facciamolo per le madri, facciamolo per la nostra civiltà.

  ALFREDO BAZOLI (PD) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione Verini n. 3-00125 (Vedi All. A), sugli orientamenti in merito ad un'azione di monitoraggio relativa all'entrata in vigore della riforma dell'organizzazione giudiziaria, anche al fine di eventuali interventi correttivi della stessa.

  ALFREDO BAZOLI. Signor Presidente, signora Ministro, il prossimo 13 settembre entrerà in vigore la riforma delle circoscrizioni giudiziarie e verranno soppressi 31 tribunali ordinari e 220 sezioni distaccate di tribunale.
  Come lei sa, si segnalano da molte parti difficoltà negli accorpamenti, nei trasferimenti e nelle soppressioni, poiché spesso mancano gli spazi fisici, la logistica è insufficiente, l'orografia territoriale è complessa e gli organici sono spesso largamente sottodimensionati.
  Da più parti, a partire dagli operatori della giustizia, viene chiesto un monitoraggio attento di ogni situazione, per evitare che la riforma sia applicata parzialmente e in modo non coerente con le sue finalità.
  È giusto – noi riteniamo – applicare con serietà la riforma, perché in caso contrario sarebbe il sistema Paese a perdere di credibilità e perché rappresenta un tassello di una modernizzazione indifferibile nel nostro sistema della giustizia, essendo pressante la richiesta di una giustizia efficiente, rapida e giusta che contribuisca, in maniera determinante, alla crescita civile ed economica del Paese.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il tema della revisione della geografia giudiziaria ha costituito oggetto di ampio dibattito e sullo stesso tema è intervenuto il Capo dello Stato che, proprio di recente, ha qualificato come inammissibili e scandalosi i tentativi volti a mettere in discussione la compiuta attuazione della revisione della geografia giudiziaria.
  Sulla base di queste premesse e nel solco del richiamo del Capo dello Stato, ricordo che tale riforma rientra tra gli obiettivi imposti dall'Unione europea quale condizione per la chiusura della procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese.
  Come è noto, la nuova organizzazione degli uffici entrerà in vigore il prossimo 13 settembre e realizza la soppressione e l'accorpamento di 31 tribunali, di 220 sezioni distaccate e di 668 uffici del giudice di pace. Non saranno soppressi, invece, gli uffici del giudice di pace non circondariali, in considerazione delle difficoltà di accesso al sistema giustizia in situazioni particolari come quelle insulari e così via.
  L'impegno logistico e organizzativo per rendere possibile l'avvio della riforma è in fase molto avanzata. Ricordo che diverse sezioni distaccate non sono più operative. Inoltre, sono state approvate le nuove piante organiche e il CSM non ha più coperto le carenze di organico dei magistrati presso gli uffici soppressi, né ha provveduto ad assegnare incarichi direttivi e semi direttivi, così come molti magistrati in servizio in tali sedi hanno ottenuto il trasferimento senza essere sostituiti. Anche per il personale amministrativo è in atto la procedura di mobilità.
  Sul piano delle strutture si è costituito un tavolo tecnico tra l'Agenzia del demanio e l'ANCI per acquisire ogni notizia sui beni demaniali disponibili. Il gruppo si occupa anche di studiare tutte le richieste di utilizzo degli immobili delle strutture soppresse da porre al servizio degli uffici accorpanti per un massimo di cinque anni.
  Allo stato, segnalo che adesso, comunque, è aperta la possibilità di interventi correttivi e integrativi che si rendessero necessari sulla base di evidenze emergenti nella concreta attuazione della riforma. In tal senso, anche oggi, voglio manifestare la mia piena disponibilità a monitorare gli effetti derivanti dal nuovo assetto territoriale per valutare gli eventuali correttivi da adottare nel termine biennale, previsto dall'articolo 1, comma 5, della legge citata, tenendo nel massimo conto i contributi che vorranno fornire le forze politiche e tutti i soggetti interessati.

  WALTER VERINI (PD) (Vedi RS). Ribadita la necessità e l'urgenza della riforma evocata nell'atto ispettivo, giudica del tutto prioritario monitorare in maniera condivisa le criticità che potrebbero derivare dalla riorganizzazione del settore giudiziario.

  WALTER VERINI. Signora Ministro, ribadiamo la posizione del Partito Democratico: siamo perché la riforma vada avanti, velocemente e bene, perché è un pezzo di una più generale e urgentissima riforma del sistema giudiziario italiano, che è una delle cause dell'arretratezza civile e anche economica del Paese. Però, per essere pienamente soddisfatti della sua posizione, attendiamo risposte, possibilmente prima del 13 settembre, a proposte che riteniamo ragionevoli.
  Occorre monitorare, subito – lo ha detto – rigorosamente, caso per caso, ogni accorpamento, verificarne le criticità, le difficoltà logistiche e di organico e intervenire subito in tempo reale. Ancora, occorre intervenire per verificare la situazione dei tribunali chiusi e che meritano, per contesto, problematiche e carico di lavoro, di essere riclassificati. Decida lei, sulla base di criteri oggettivi e non localistici; uno, due, sei, come abbiamo proposto noi ? Ma è un tema che abbiamo posto.
  Occorre prevedere, poi, dove i tribunali sono stati chiusi la creazione di sezioni distaccate o di presidi permanenti – il nome non importa –, per evitare desertificazioni giudiziarie e congestionamenti.
  Infine, nelle 220 sezioni distaccate, magari meno quelle delle isole minori disagiate, occorre prevedere presidi di prossimità, come l'ufficio del giudice di pace, non a carico dei comuni, e sportelli del tribunale per il semplice smistamento degli atti.
  Queste – crediamo – sono proposte serie che vanno nella direzione di mandare avanti, davvero, velocemente e bene la riforma, ma di mandarla avanti meglio, più razionalmente, più efficacemente e con maggiore condivisione.

  ENRICO COSTA (PdL) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-00126 (Vedi All. A), sugli intendimenti in merito al sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento alla disciplina della custodia cautelare in carcere.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente signor Ministro, conosciamo la sua forte sensibilità – lei l'ha espressa in più circostanze – per il problema del sovraffollamento carcerario; ci sono dei provvedimenti in Commissione e ci sono dei provvedimenti anche annunciati proprio per far fronte a queste criticità. Con questa interrogazione noi le chiediamo di specificare, per quanto sarà possibile, le linee di azione del Governo su un tema che è particolarmente importante, anche numericamente, quello del numero dei detenuti non condannati definitivamente. Più di un terzo dei detenuti in carcere, circa 25 mila, sono in custodia cautelare, la metà di questi sono senza ancora la condanna di primo grado. Chiediamo al Governo se ha intenzione o se punta a porre in essere un'iniziativa legislativa in proposito.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signora Presidente, il sistema penitenziario vive oggi in una situazione di vera e propria emergenza, a causa del rilevante sovraffollamento degli istituti di detenzione nel nostro Paese. Vi è dunque la necessità di dare riscontro positivo alle istanze provenienti dalle istituzioni europee, che di recente hanno sollecitato il nostro Paese all'adozione di misure alternative alla detenzione e ad una rivisitazione delle strategie di politica penale nel senso di un minore ricorso alla carcerazione.
  In particolare, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha più volte sottolineato, da ultimo con la sentenza Torreggiani, la necessità di rimuovere le condizioni che impediscono la tutela dei diritti e della dignità delle persone sanciti nella nostra Costituzione e nelle convenzioni internazionali vincolanti per il nostro Paese. Al 31 maggio 2013 erano presenti, nei 206 istituti carcerari italiani, 65.886 detenuti, di cui oltre 23 mila stranieri, a fronte di una capienza regolamentare di 46.995 detenuti; di questi 24.342 risultavano indagati o imputati in custodia cautelare, 40.228 condannati in esecuzione di pena e 1.172 internati. Il Governo Monti ha introdotto, con il decreto-legge n. 211 del 2011, alcune modifiche normative volte a ridurre gli ingressi nel circuito penitenziario per detenzioni di breve durata attraverso il divieto di condurre in carcere, salvo poche eccezioni, l'arrestato in flagranza e l'innalzamento da 12 a 18 mesi del limite di pena detentiva eseguibile presso il domicilio del condannato. Tali norme hanno fornito risultati incoraggianti. L'analisi obiettiva dei dati statistici dimostra, infatti, che dall'entrata in vigore della legge n. 199 del 2010, al 31 maggio 2013, hanno usufruito della detenzione domiciliare quasi 11 mila persone.
  Quanto al fenomeno delle detenzioni brevi, la sola incidenza percentuale è passata dal 30 per cento degli ingressi annuali all'attuale 13 per cento. In termini assoluti è sufficiente rilevare che nell'anno 2011, su 76.982 detenuti entrati in carcere, ben 17.441, il 22,7 per cento, ne erano usciti entro tre giorni, mentre nel 2012, su 63.020 ingressi, le scarcerazioni entro tre giorni sono state solo 8.722, pari al 13,8 per cento. Non risultano allo stato iniziative normative volte a modificare in via diretta l'istituto della custodia cautelare, anche in relazione al fenomeno delle porte girevoli. Peraltro, occorre considerare che alcuni interventi normativi attualmente all'esame del Parlamento potrebbero determinare, con l'effetto indiretto, una riduzione nell'ambito dell'applicabilità della custodia cautelare.

  ENRICO COSTA (PdL) (Vedi RS). Rilevato come il Governo affidi al Parlamento l'iniziativa legislativa in tema di detenzione carceraria, ritiene fondamentale intervenire in materia di custodia cautelare, anche in riferimento al fenomeno delle cosiddette porte girevoli.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, effettivamente, quindi, in questa fase, mi pare che il Governo lasci al Parlamento l'iniziativa su questo tema. Sicuramente ci saranno delle proposte, ci sono già allo stato delle proposte in esame da parte di alcune forze politiche e ci sarà una proposta anche da parte del Popolo delle Libertà.
  È fondamentale intervenire su queste situazioni. Il fenomeno delle «porte girevoli» è un fenomeno che determina non soltanto delle problematiche legate alla situazione penitenziaria dell'affollamento, ma crea dei problemi anche per colui che viene introdotto nel carcere per due, tre, quattro giorni. Le nostre carceri non sono organizzate per evitare la promiscuità di situazioni tra detenuti in custodia cautelare e detenuti definitivi. C’è il rischio che l'approccio anche soltanto di uno, due, tre giorni con il sistema carcerario da parte di un soggetto, magari incensurato, possa essere particolarmente traumatizzante, e portare a realizzarsi un effetto contrario rispetto a quello che volevano coloro che l'hanno tradotto in carcere.
  È fondamentale cercare di intervenire non soltanto sulla normativa legata agli articoli 274 e 275, ma anche su un meccanismo che consenta di utilizzare delle misure alternative cautelari rispetto alla detenzione in carcere, esattamente come il Governo sta cercando di fare per i detenuti definitivi. Non dimentichiamo che coloro che sono in custodia cautelare il processo non l'hanno ancora subito.

  GIANLUCA BUONANNO (LNA) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione Molteni n. 3-00127 (Vedi All. A), sugli interventi in merito al sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento all'adozione di un piano di costruzione e ampliamento dei penitenziari e alla negoziazione di accordi con i Paesi di origine dei detenuti stranieri per far scontare loro la pena in patria.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, signor Ministro, noi siamo in Aula a chiedere quali sono le sue soluzioni, le soluzioni di questo Governo in merito al problema del sovraffollamento carcerario. Sappiamo che con l'indulto del 2006 sono usciti dal carcere migliaia e migliaia di persone e i reati sono aumentati di 7 volte successivamente a questa decisione. Sappiamo che lei proporrà gli arresti domiciliari (poi è decisione del giudice) fino a sei anni di condanna. Ci domandiamo allora se questo è un Paese dove chi si comporta bene dev'essere tutelato e chi si comporta male dev'essere colpito; perché alla fine sembra davvero che chi si comporta male può fare quello che vuole perché non ha niente da perdere, chi si comporta bene invece, magari non c’è una virgola fuori posto, allora si bastona. Questo è l'esatto contrario di quello che la Lega vuole in questo Paese ! Noi desideriamo che i delinquenti rimangano in galera, e siccome la popolazione carceraria...

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, la complessità del tema ha bisogno di una risposta articolata. In tale senso, la limitazione degli ingressi può essere perseguita attraverso il ricorso a istituti già compiutamente delineati nella scorsa legislatura, quali le pene detentive non carcerarie, la detenzione domiciliare e il lavoro di pubblica utilità, concedibili già nella fase di cognizione dell'esito del processo. Quanto al fenomeno delle cosiddette porte girevoli, mi riporto a quanto appena detto dall'onorevole Costa.
  Gli effetti della nuova normativa cesseranno comunque alla fine del corrente anno: perciò è allo studio uno schema di provvedimento normativo che contiene specifiche misure per limitare gli ingressi degli istituti penitenziari e per l'esecuzione di brevi periodi di detenzione. Lo schema di provvedimento interviene sulla norma del codice di procedura penale in tema di istituzione delle pene detentive e sulla norme dell'ordinamento penitenziario in materia di misure alternative alla detenzione e ai benefici penitenziari.
  Ritengo molto importante valorizzare le iniziative volte a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, anche incentivando le opportunità lavorative nelle carceri, al fine di ridurre il rischio di recidiva. Mi riferisco alla riorganizzazione del circuito penitenziario ed alla sperimentazione di nuove modalità di trattamento basate sullo strumento della custodia attenuata. Si tratta di una metodologia di esecuzione penale carceraria che consente una maggiore apertura delle sezioni detentive, basata sia su una maggiore assunzione di responsabilità da parte del detenuto, sia su una diversa modalità trattamentale e una più intensa partecipazione delle società esterne, che diano prova di saper gestire il beneficio al quale sono ammesse.
  Il carcere di Milano Bollate costituisce un esempio molto importante per l'efficienza di tale prospettiva, altrettanto importanti in ordine all'umanizzazione del sistema carcerario appaiono gli interventi di carattere strutturale, volti al miglioramento degli spazi riservati al pernottamento dei detenuti e alla creazione di momenti di socialità e di aggregazione. Va completato il piano per l'edilizia carceraria, l'attuazione del piano sta proseguendo, secondo il cronoprogramma stabilito alla fine del corrente anno saranno consegnati più di 4 mila posti detentivi. Infine è allo studio l'istituzione di un circuito previdenziale che comprenda edifici, oggi di fatto inutilizzati, già adibiti a caserme che potrebbero essere convertiti in una specie limitata in istituti penitenziari leggeri nei quali concentrare quei detenuti di modesta pericolosità sociale, per dar luogo a un più facile accesso al lavoro e alle altre attività sociali.

  GIANLUCA BUONANNO (LNA) (Vedi RS). Sollecita con forza il Ministro ad adottare misure più idonee a soddisfare la giusta esigenza di sicurezza dei cittadini.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, tanto so che è dura su queste cose. Le chiedo, signor Ministro, se secondo lei è normale far uscire di galera il reato di stalking, visto che anche in Parlamento molte deputate hanno combattuto su questo fronte e noi abbiamo dato una mano, però questi possono uscire; per prostituzione minorile, violenza privata, furto, truffa, corruzione, eccetera. Se queste persone possono uscire dal carcere, complimenti, perché questo è allarme sociale e per chi fa l'amministratore, come il sottoscritto, sapere che queste persone possono usciere dal carcere e stare a casa loro, tranquilli e beati, è uno schifo, è uno schifo !
  Volevo anche dirle che riguardo alla popolazione carceraria, circa 25 mila persone sono stranieri, ma li dobbiamo anche mantenere una volta che sono delinquenti ? Dobbiamo rimandarli nel loro Paese e che queste cose le paghino i Paesi di origine, i Governi dei Paesi dai quali loro sono partiti devono pagarsi i delinquenti che noi invece teniamo, perché senza queste 25 mila persone, caro Ministro, non avremmo il problema del sovraffollamento delle carceri, molto semplice, perché altrimenti tra un po’ verrà qua e ci dirà: sa qual è la novità ? Per non avere il problema delle carceri non arrestiamo più nessuno così abbiamo risolto il problema, tanto qui ormai è il «bengodi», più delinquenti vengono e più stiamo bene. Il problema è che la gente si è rotta le scatole di questi atteggiamenti perché i delinquenti devono stare in galera e le persone perbene devono essere tutelate e non il contrario.
  Questa è una cosa che la Lega non accetta e quindi, caro signor Ministro, con tutta la stima che posso avere per lei, le chiedo di rivedere il suo atteggiamento e di fare in modo che la gente sia tutelata, la gente per bene non i delinquenti che devono rimanere in galera e non devono stare a casa a guardare la televisione, perché questo è un insulto a tutte le persone oneste di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione Luigi Gallo n. 3-00128 (Vedi All. A), sulle iniziative per l'assunzione in ruolo del personale precario della scuola.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, signor Ministro, a causa delle scelte politiche assunte dai Governi precedenti, l'attuale sistema scolastico pone le sue fondamenta sul personale docente e ATA assunto attraverso contratti annuali, ovvero precario. Questo personale precario, che con dedizione e professionalità non inferiore a quella del personale di ruolo, ha garantito negli ultimi anni il funzionamento del sistema scolastico, permettendo una crescita culturale e civile di cittadini del futuro, viene in cambio privato del proprio di futuro, attraverso un sistema che non dà loro alcuna certezza né alcuna garanzia.
  Lei stessa, signora Ministro, in sede di audizione in Commissione ha espressamente richiesto di dare un serio segnale al personale precario, attraverso l'elaborazione di un nuovo piano per il triennio 2014-2017 per l'assunzione in ruolo dello stesso personale, per ora in realtà sembrerebbe disporre il solo assorbimento di 44 mila unità coincidenti con il turnover previsto nello stesso arco temporale, unità da attingere nella graduatoria concorsi TFA.
  Anche per il prossimo anno scolastico, in effetti, la riforma Fornero avrebbe ridotto le domande di pensionamento, da quello che si apprende dai sindacati, a...

  MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si ricorda che per garantire stabilità e continuità nell'erogazione del servizio scolastico ed educativo e per conferire il maggiore e possibile grado di certezza nella pianificazione degli organici della scuola, l'articolo 9 del decreto-legge n. 70 del 2011 ha previsto la definizione di un piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente, educativo e ATA per il triennio 2011-2013.
  L'attuazione del piano ha consentito di ridurre l'entità del personale precario della scuola, con ciò rispondendo all'esigenza di allineare il sistema nazionale alle normative comunitarie concernenti i contratti a tempo determinato, materia sulla quale si è recentemente sviluppato un significativo contenzioso davanti ai giudici del lavoro.
  Nell'anno scolastico 2011/2012 è stato possibile assumere 33 mila unità di personale docente ed educativo, nonché 36 mila unità di personale ATA, mentre per il successivo anno scolastico sono stati immessi in ruolo 21 mila docenti ed è stata richiesta l'autorizzazione per circa 5.300 unità di personale ATA.
  Nell'anno scolastico 2013/2014 il suddetto piano triennale giungerà a conclusione, con la richiesta di immissione in ruolo di 15 mila precari circa, e potrà essere avviata la programmazione delle nuove assunzioni, previa verifica delle disponibilità esistenti. Proprio per l'anno scolastico 2013/2014 le nomine saranno necessariamente limitate al numero suddetto, attesa l'incidenza preponderante dell'ultima riforma del sistema pensionistico sulle cessazioni dal servizio al prossimo 1o settembre 2013. In particolare, le stime del turnover del personale docente, per i prossimi anni scolastici, sono di circa 44 mila unità di personale docente e ATA. Da tali dati emerge che l'entità del personale che potrà essere assunto, in conseguenza diretta del turnover, ammonta complessivamente a circa 59 mila unità nel prossimo quadriennio. Naturalmente, tale stima vale a normativa vigente, tanto per ciò che riguarda i requisiti minimi per il pensionamento, tanto per ciò che attiene alla gestione degli organici.
  Al riguardo, come ho già annunciato alle Commissioni cultura congiunte di Camera e Senato, è allo studio la definizione di un piano triennale di immissione in ruolo, 2014-2017, del personale precario, che consenta di ridurre il numero di soggetti che ancora prestano servizio nella scuola con contratti a tempo determinato, nonché misure per introdurre, gradualmente e compatibilmente con le risorse disponibili, l'organico funzionale del sostegno e raggiungere la sostanziale equivalenza tra organico di diritto e di fatto nel sostegno, con l'inquadramento in ruolo dei circa 30 mila docenti di sostegno che vengono utilizzati annualmente e, in prospettiva, avere l'organico funzionale come nuovo metodo di gestione degli organici.

  FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS). Si dichiara non soddisfatto della risposta, lamentando la scarsa attenzione del Governo ai problemi del settore scolastico, anche in termini di risorse finanziarie destinate allo stesso.

  FRANCESCO D'UVA. Signora Presidente, signora Ministro, io non mi ritengo soddisfatto, perché risulta evidente, da queste parole, che l'istruzione sia importante soltanto nel periodo preelettorale e che una volta finito il periodo elettorale, a urne chiuse, sembra che ce ne dimentichiamo, sembra che non ci interessi più. Questa chiaramente non è una responsabilità sua, signora Ministro, questo sia chiaro. Credo che questa sia responsabilità del Governo in generale, perché lasciando stare le iniziali e propagandistiche dichiarazioni del Presidente Letta, che è a capo del Governo appunto, anche per questa legislatura il settore scolastico, con ottima probabilità, sarà il luogo ideale da cui attingere fondi, per lasciare spazio a temi più importanti per lo sviluppo del nostro Paese (è una questione di priorità).
  Quello che viene chiamato piano triennale di assunzioni, così come previsto, non potrà essere utile ad assicurare l'assorbimento delle masse di personale precario all'interno della scuola, come da lei dichiarato in sede di Commissione, e anche adesso, del resto, dal momento che tale massa si compone di circa 300 mila unità, cifra ben lontana da quella per la quale sembrerebbe vogliate impegnarvi. L'assorbimento futuro, oltretutto, non avrà luogo tra le sole graduatorie del personale precario, ma andrà a ricomprendere al suo interno anche i posti previsti per l'assunzione del personale vincitore del concorso pubblico per la scuola e il personale uscente dal tirocinio formativo attivo, sia ordinario sia speciale, aumentando ulteriormente la distanza fra le cifre qui riportate. Oltretutto, è parzialmente incomprensibile tutto ciò, se si considera l'impegno finanziario previsto per l'assorbimento del precariato, che è grosso modo simile a quelle retribuzioni attuali annuali.
  Avremmo auspicato un vero segnale forte, così come da lei dichiarato. Avremmo auspicato un cambiamento delle politiche dei Governi assunti in questi anni, arginando la piaga del precariato scolastico e ridando, allo stesso tempo, dignità alla scuola e a chi da anni, con professionalità e sacrificio, opera al suo interno.
  Concludo dicendole che, in ogni caso, noi in parte siamo consapevoli e certi della buona fede del Governo. Pertanto, mi prodigherò a riportare la sua risposta ai vari comitati di precariato scolastico e spiegherò loro che resteranno precari perché non sono avanzati i soldi dal finanziamento dell'Expo 2015, dai rimborsi elettorali, dai rimborsi all'editoria, dalle province, dagli F-35, dalla guerra in Afghanistan (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  ANTIMO CESARO (SCpI) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-00129 (Vedi All. A), sulle iniziative per la rapida erogazione delle risorse necessarie al restauro della Reggia di Caserta.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, signor Ministro, attualmente la Reggia di Caserta, monumento vanvitelliano proclamato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, versa in condizioni di oggettivo degrado. Sebbene l'ultimo restauro risalga all'anno 2006, nei mesi scorsi si sono verificati crolli alle facciate esterne, ai cortili interni e negli appartamenti reali, in seguito ai quali si è reso necessario transennare le aree interessate. Gli spazi di accesso interni al monumento vedono presenti venditori abusivi, che, sfuggendo ai controlli dei custodi, assalgono i turisti e deturpano il decoro degli ambienti. La sicurezza del sito risulta assai carente, esponendo al pericolo di sottrazioni o di atti di vandalismo le collezioni, e, come l'interrogante ha potuto verificare personalmente in recenti sopralluoghi, non è garantita l'efficienza del sistema antincendio, tanto meno quella del sistema antifulmine, stante il recente furto dell'intero reticolo di rame costituente la gabbia di Faraday dai tetti della Reggia.

  MASSIMO BRAY, Ministro per i beni e le attività culturali (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  MASSIMO BRAY, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Reggia di Caserta, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, è un sito iscritto dall'Unesco nella lista del patrimonio dell'umanità dal 1997, che nel 2011 ha registrato 571 mila 368 visitatori per un introito lordo pari a 2.193.751 euro.
  I recenti crolli hanno interessato solo le facciate esterne e non anche i cortili interni e gli appartamenti reali. La caduta di alcune porzioni dal coronamento superiore della facciata ha riguardato, infatti, il prospetto ovest, lato aeronautica, e il prospetto sud, piazza Carlo III. D'accordo con i vigili del fuoco, si è disposto immediatamente il transennamento anche dell'intero palazzo, comprese le facciate dei cortili, per prevenire pericoli e tutelare l'incolumità dei visitatori e del personale.
  Devo ricordare che i restauri effettuati fino al 2006, menzionati giustamente nell'interrogazione, non hanno riguardato però le facciate della Reggia interessate dai recenti distacchi. La competente sovrintendenza, con l'ausilio dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, ha prontamente redatto un progetto di restauro per l'importo complessivo di 22 milioni di euro. Il primo lotto funzionale sarà coperto a valere sui fondi del programma operativo interregionale «Attrattori culturali e naturali e turismo» per 9,3 milioni di euro. Il Ministero ha stipulato il 5 maggio scorso con l'autorità di gestione del programma l'apposita convenzione finalizzata a rendere operativo l'intervento. La stipula e l'accordo attuativo con la regione Campania è prevista nei prossimi giorni. Nelle more il Ministero ha già predisposto la documentazione preparatoria per l'appalto dei lavori che, come primo stralcio, riguarderanno la facciata ovest, la facciata sud, parte della facciata est e del cortile numero uno. Devo ricordare che, accanto a tali risorse straordinarie, il Ministero si è impegnato a favore della Reggia con risorse ordinarie provenienti dal proprio bilancio, per un totale di circa 2,6 milioni di euro.
  Convengo sulle osservazione riguardo al problema della presenza dei venditori abusivi. Si tratta di un problema molto serio che da anni affligge il sito e che il personale di vigilanza in servizio presso la sovrintendenza non riesce con le sole proprie forze a risolvere, anche per i ripetuti episodi – voglio ricordare – di intimidazione e aggressione dei quali è stato fatto oggetto. Per arginare questo fenomeno, la sovrintendenza ha ritenuto utile spostare i locali della biglietteria del museo e installare il controllo elettronico dei biglietti tramite tornelli, chiudendo due dei cancelli di accesso pedonale alla Reggia da piazza Carlo III. Al fine di porre rimedio a questo fenomeno rafforzeremo la presenza delle forze dell'ordine all'interno della Reggia.
  In questa ottica voglio ricordare che nella riunione che ho indetto lo scorso 11 giugno a Roma, è stata coinvolta anche la prefettura. Un altro importante problema sollevato, che si collega al tema precedente, riguarda più in generale la sicurezza del sito, giudicata assai carente. In merito, è importante precisare che la sorveglianza è assicurata da 161 addetti su tre turni di lavoro.

  ANTIMO CESARO (SCpI) (Vedi RS). Giudica la risposta del Ministro parzialmente soddisfacente, ritenendo doveroso un maggiore impegno del Governo al fine di garantire il recupero e il rilancio dell'importante monumento evocato nell'atto ispettivo.

  ANTIMO CESARO. Signora Presidente, ringrazio il Ministro Bray per la risposta, che ritengo parzialmente soddisfacente. Mi preme evidenziare che la Reggia di Caserta è uno dei simboli della cultura italiana nel mondo. Garantirne un'integrale recupero, il decoro degli ambienti, l'incolumità dei turisti e la sicurezza delle collezioni è un dovere inderogabile.
  Occorre un equilibrato rapporto tra l'attrattore culturale, la città e il territorio, anche attraverso una gestione integrata e di sistema che veda l'integrazione, in un progetto complessivo, di più siti, come, ad esempio, il Belvedere di San Leucio, il museo campano di Capua, l'anfiteatro e il mitreo di Santa Maria Capua Vetere.
  È fondamentale il recupero funzionale di tutti gli ambienti della Reggia borbonica attraverso un'azione di restauro immediata, e il Ministro ci ha dato rassicurazioni in questo senso, e con tempi certi per la conclusione dei lavori, affinché il capolavoro vanvitelliano diventi attrattore non solo culturale, ma anche di flussi turistici, e quindi di lavoro e di occupazione per il territorio.
  Ciò anche nell'ottica di contrasto alla cultura dell'illegalità, che può e deve essere sconfitta con il recupero e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale, a cominciare da azioni concrete, come quelle evocate dal Ministro, come il presidio delle forze dell'ordine ai varchi di accesso per impedire l'indisturbato aggirarsi dei venditori abusivi negli austeri ambienti vanvitelliani e l'efficientamento dei sistemi di sicurezza.
  Concludo con due auspici: l'auspicio di una collaborazione virtuosa pubblico-privato per il rilancio dell'attrattore culturale attraverso una cabina di regia che faccia capo al suo Ministero e l'auspicio che ai tavoli di confronto e di concertazione siano resi partecipi anche i deputati campani, assai sensibili al futuro della Reggia, vanto del Mezzogiorno e dell'intera Italia (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  MARCELLO TAGLIALATELA (FdI) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-00130 (Vedi All. A), sugli intendimenti in ordine all'ipotesi di includere la Reggia di Caserta tra le strutture gestite dal Polo museale di Napoli.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, egregio Ministro, come vede, il problema della Reggia di Caserta oggi compare più volte all'interno della discussione che si svolge in Aula. Il mio è un tentativo di trovare soluzioni in ordine alla gestione amministrativa. Ho, ovviamente, apprezzato la sua visita presso la Reggia, l'attenzione che è stata posta, le riunioni convocate a Roma, anche alla presenza del sindaco, insieme, ovviamente, a tutte le altre autorità.
  Mi permetto di sollevare una possibile alternativa ad un'ipotesi che lei stesso ha presentato circa il superamento dell'attuale fase amministrativa, che prevede, per quello che leggo dai giornali, un'ipotesi di soprintendenza speciale, per preferire, viceversa, la possibilità che la gestione della Reggia di Caserta entri nel Polo museale napoletano, in considerazione...

  MASSIMO BRAY, Ministro per i beni e le attività culturali (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

  MASSIMO BRAY, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, all'interno del Palazzo Reale, oltre ad alcuni uffici del Ministero per i beni e le attività culturali, sono presenti, con propri uffici, altre amministrazioni pubbliche: l'Aeronautica militare, i Carabinieri, l'Ente provinciale del turismo, il rettorato della seconda università di Napoli e la Scuola superiore della pubblica amministrazione.
  Il sito, come ho detto nella precedente risposta, è visitabile e gestito dalla soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici della provincia di Caserta e Benevento, che dispone complessivamente di 161 addetti alla vigilanza, distribuiti su tre turni di lavoro.
  Di questi 161 custodi, 28 assicurano il turno di notte. L'onorevole interrogante evidenzia un calo dei visitatori, diminuiti nell'ultimo decennio di oltre il 50 per cento. Su questo punto, devo dire che non vi è dubbio che vi sia un calo dei visitatori, ma il dato, forse, è meno notevole di quello presentato dall'onorevole Taglialatela.
  Occorre, infatti, osservare che il numero dei visitatori è desunto dal numero dei biglietti staccati. Ora, dal 2001, come sapete, è stato introdotto il biglietto unico, che ha sostituito i quattro biglietti distinti che venivano staccati precedentemente. Conseguentemente, il dato del 2000, 1.277.262 biglietti, non è paragonabile con quello del 2001, 812.811 biglietti.
  Comunque, per quanto concerne gli incassi dei predetti biglietti d'ingresso, l'ammontare complessivo non ammonta a sei milioni di euro, ma nel 2011, anno in cui si è registrato il maggiore introito, arrivava a 2.193.751 euro. Ma in ogni caso, al di là delle questioni del numero dei visitatori e dell'entità degli incassi, non vi è dubbio che i problemi aperti siano molti e vadano risolti.
  Dopo aver visitato la Reggia lo scorso 2 giugno, ho convocato una riunione a Roma l'11 giugno con gli uffici del Ministero e tutti gli attori coinvolti, ossia la regione Campania, la provincia di Caserta, il comune di Caserta e la prefettura, al fine di potere e dovere trovare una soluzione condivisa a tutti i problemi presenti nel sito. Sono convinto che solo coinvolgendo tutti gli attori del sistema e aprendo un dialogo positivo e costruttivo che superi le divisioni e facendo tutti in modo di creare davvero sistema intorno alla Reggia, sarà possibile risolverne i problemi.
  È mia intenzione definire di concerto con tutti questi soggetti, entro brevissimo tempo, uno schema di progetto strategico per il rilancio delle Reggia. Questo significa poter disporre di un piano di lavoro che produca effetti nel breve, medio e lungo periodo. In questo piano di lavoro, il problema delle risorse, così come posto, diventa strategico e la soluzione proposta, ossia l'aggregazione della Reggia alla Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico e per il polo museale della città di Napoli, ufficio dotato di autonomia finanziaria e che potrebbe dunque mantenere gli introiti, è chiaramente una di quelle proposte che è stata valutata con maggiore interesse.

  MARCELLO TAGLIALATELA (FdI) (Vedi RS). Manifesta apprezzamento per la giusta considerazione attribuita dal Governo alla soluzione prospettata nell'atto ispettivo al fine di salvaguardare adeguatamente il futuro della Reggia di Caserta.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Egregio Ministro, dalle ultime parole trovo conforto sul fatto che l'idea, la soluzione ipotizzata, cioè quella dell'ingresso all'interno del Polo museale napoletano, sia tra quelle che sono state prese in considerazione. Evidenzio un dato, ovvero che non si tratta ovviamente di annettere Caserta a Napoli, ma di consentire a entrambi i monumenti, tenendo conto che il principale attrattore del Polo museale napoletano è la Reggia di Capodimonte, che sostanzialmente è coeva, anche se un po’ successiva, a quella vanvitelliana della Reggia di Caserta, rappresenta un unicum, anche per quello che riguarda la capacità di attrazione culturale e turistica.
  La questione è legata all'autonomia amministrativa. Non è pensabile che a Caserta, non so se incassi 6 milioni o 2 milioni l'anno, sostanzialmente nemmeno una lira rimanga direttamente nella disponibilità di chi deve provvedere alla gestione di un sito che, per dimensione e per qualità, ovviamente, ha bisogno di una cura molto particolare.
  Le polemiche di questi tempi vanno bene se portano, alla fine, ad un risultato. Sono convinto, tra l'altro, che l'inserimento della Reggia di Caserta nel Polo museale di Napoli e Caserta – troveremo ovviamente il modo di cambiare il titolo se eventualmente si dovesse accettare questa soluzione – possa essere una soluzione utile anche a pubblicizzare e promozionare l'inestimabile patrimonio artistico e architettonico che è presente nella regione Campania nella zona di Napoli e Caserta, insieme a tutti gli altri monumenti che sono stati evidenziati da parte del collega Cesaro nell'intervento precedente. Curiamo con una particolare attenzione questi temi, che rappresentano per i nostri territori un'occasione non solo di riscatto, ma di effettiva promozione territoriale.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni. (Vedi RS)

Missioni.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantasei.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brunetta, Caparini, Dambruoso, Fico, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Meta, Realacci, Schullian, Simoni e Speranza sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento. (Vedi RS)

Sull'ordine dei lavori e per richiami al regolamento (ore 16,06).

  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati TITTI DI SALVO (SEL) (Vedi RS), PAOLA BINETTI (SCpI) (Vedi RS), ELENA CENTEMERO (PdL) (Vedi RS) e VALERIA VALENTE (PD) (Vedi RS), alle cui considerazioni si associa il PRESIDENTE (Vedi RS).

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, le ho chiesto la parola per spiegare perché oggi l'Aula – questa mattina più che adesso – era puntellata di tante parlamentari di tanti gruppi politici diversi con un vestito rosso, una giacca rossa, un segno rosso. È una scelta simbolica che le parlamentari di tutti i gruppi hanno scelto comunemente di fare; una scelta simbolica perché abbiamo negli occhi un simbolo, quello della giovane ragazza di Piazza Taksim piegata da un idrante durante l'occupazione della piazza, per difendere il parco minacciato dalla sostituzione con un centro commerciale. Una ragazza vestita di rosso che l'idrante ha piegato ma non ha spostato, segno di una forza e di una scelta di libertà rispetto alla quale noi ci sentiamo di dare un segno, non solo di solidarietà, ma di vicinanza.
  Abbiamo ascoltato qui la Ministra Bonino parlarci di quello che sta capitando in Turchia, abbiamo anche chiesto alla Ministra di monitorare, di vigilare e di capire se era vero che nei posti di polizia sono portate le donne che si trovano nelle piazze e sono stuprate. Noi oggi facciamo qui una scelta simbolica importante tanto più che è stata condivisa dalle parlamentari di tutti i gruppi politici dell'Aula. Questo era il senso del mio intervento e per questo la ringrazio (Applausi).

  PAOLA BINETTI. Credo che la manifestazione molto pacifica, molto discreta con cui le donne di quest'Aula – e lei stessa, Presidente – hanno stamattina voluto indossare qualcosa di rosso significa semplicemente un riconoscimento di solidarietà alle donne di tutto il mondo, ma in modo particolare alle donne che in Turchia in questo momento si stanno battendo per il riconoscimento dei diritti umani.
  La Turchia è un Paese «strano», lo dico tra virgolette, per certi aspetti difficilmente comprensibile per noi, perché al suo interno ci sono punte avanzate di sviluppo d'identità personale, di richieste sotto il profilo del riconoscimento professionale e culturale, anche di impegno sul piano politico. Ma, nello stesso tempo, ci troviamo davanti ad un'ondata di compressione, quasi di soppressione, dei diritti umani.
  Pochi giorni fa noi qui abbiamo approvato un disegno di legge che riconosceva la Convenzione di Istanbul e riconosceva la città di Istanbul come una delle città nelle quali, in qualche modo, si era dato appuntamento un consesso pressoché totale a livello europeo, per dire «sì» alla dignità della donna, «no» alla violenza nelle sue molteplici forme, non solo nelle forme più aggressive, ma anche in quelle che sono a volte le forme più sottili. Ecco, riprendere oggi noi in maniera unita, trasversale, coesa, in maniera totalmente e profondamente condivisa il senso della dignità della donna vuole essere un sostegno a tutte le donne della Turchia, perché non si sentano sole in un momento certamente difficile, certamente un momento di transizione, ma è da questa transizione che devono uscire più libere e, tutto sommato, più capaci di prendere in mano le sorti del loro Paese a nome di tutte le donne della Turchia.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, mi unisco alle colleghe che qui, in quest'aula, oggi hanno voluto vestirsi di rosso o portare con sé qualcosa di rosso per indicare la solidarietà umana, personale e anche politica rispetto a quanto sta succedendo in Turchia e rispetto a quella donna, a quella ragazza vestita di rosso. Ricordo che il rosso è il colore della bandiera turca, quindi ha una grande valenza rispetto a questo Paese. Una donna che, insieme a tante altre persone, ha voluto protestare contro l'abbattimento di un parco pubblico per far posto ad un centro commerciale e ad una moschea. Simbolo però, come abbiamo sentito prima, di una protesta civile, di una protesta che sta infiammando questo Paese; al tempo stesso, questa donna vestita di rosso, questa immagine che è destinata a rimanere nella nostra memoria, nella memoria collettiva, è il simbolo della non violenza. È il simbolo di una donna che, con forza, dignità e coraggio, come sanno fare le donne, porta avanti una posizione, si fa avanti per sé, si fa avanti per gli altri, si fa avanti per ciò in cui crede e, quindi, credo che questo gesto di solidarietà, nostro nei confronti della ragazza vestita di rosso ma soprattutto nei confronti di un Paese, sia grandemente importante. È stato ricordato prima, voglio ricordarlo ancora una volta adesso: abbiamo approvato, in quest'aula e oggi è stato approvata dal Senato, la Convenzione di Istanbul che, guarda caso, è proprio stata voluta da questa città dove oggi noi vediamo effettuarsi una serie di violenze. Per cui vorrei richiamarmi ancora una volta a sottolineare l'importanza dell'approvazione della Convenzione di Istanbul e anche della mozione che in quest'aula due settimane fa abbiamo approvato contro ogni forma di violenza e contro la violenza nei confronti delle donne (Applausi).

  VALERIA VALENTE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la scelta di indossare oggi qualcosa di rosso da parte di tante parlamentari, come hanno già ricordato tante mie colleghe, è evidentemente qualcosa di fortemente simbolico ma è anche, secondo noi, un gesto doveroso. Crediamo sia doveroso, infatti, da parte nostra richiamare proprio qui, in questa sede simbolo della democrazia e dell'esercizio dei diritti democratici del Paese, l'attenzione di tutto il Paese e quella di questo intero consesso su ciò che di gravissimo sta accadendo in queste ore in Turchia.
  È doveroso, infatti, esprimere solidarietà ai giovani turchi e alle giovani turche in queste ore, nonostante i tentativi di brutale repressione messi in atto dalle forze della polizia turca perché questi ragazzi stanno lottando per esercitare il sacrosanto diritto di esprimere pacificamente il proprio dissenso nei confronti del Governo guidato da Erdogan. Una solidarietà che ci sentiamo di esprimere, in particolare alle tante, tantissime donne, che, come Ceyda Sungar, la ragazza colpita dal lancio di gas urticante durante gli scontri di piazza Taksim, sono impegnate da giorni in questa battaglia. Non è un caso che proprio il vestito rosso di Ceyda sia diventato il simbolo della protesta. Una protesta giusta ma ostinata e tenace. L'uso della violenza è da considerarsi sempre inaccettabile ma lo è a maggior ragione quando viene esercitato dallo Stato nei confronti poi dei suoi cittadini, quegli stessi cittadini che esso stesso dovrebbe rappresentare secondo i principi universalmente validi della democrazia. Ecco perché il presente della Turchia e la fine della violenze ci riguardano e riguardano tutti.
  L'Italia e l'Unione europea devono fare il possibile per ricondurre al dialogo Governo e manifestanti non solo perché è in ballo la pace e la stabilità europea ma anche perché è da lì che passa la costruzione e il futuro della democrazia del popolo turco ma anche della democrazia di tutti noi.

  PRESIDENTE. La Presidenza, a nome di tutte le deputate e i deputati, si associa alle parole che ha ascoltato. Abbiamo voluto anche da questo scranno portare un indumento rosso per mandare anche da qui, da quest'Aula, un gesto e un pensiero di solidarietà a tutte le donne, ai ragazzi e alle ragazze che stanno lottando in Turchia per la democrazia e la libertà di espressione (Applausi).

  Intervengono altresì per richiami al Regolamento i deputati CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS) e ANDREA ROMANO (SCpI) (Vedi RS), ai quali fornisce precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, vorrei porre l'attenzione in merito all'articolo 60 del Regolamento, relativamente alle affermazioni diffamatorie, turpiloquiose e facenti appello alla violenza, quindi irripetibili, da parte del deputato Cera nei confronti di alcuni deputati del MoVimento 5 Stelle. Lo dico adesso perché dalle agenzie di stampa ho appreso che il deputato Cera conferma l'accaduto e ne mistifica l'origine, dicendo che «un parlamentare del MoVimento 5 Stelle si è avvicinato minaccioso verso Cesa ed io l'ho difeso». Io faccio appello alla Presidenza, che può tranquillamente testimoniare che non è stato assolutamente questo l'andare dei fatti e quindi mi appello all'articolo e spero che se ne possa discutere nel prossimo ufficio di Presidenza utile. Inoltre, invito il deputato Cera a non difendersi e a schermarsi attraverso la stampa, ma ad avere un dibattito civile in aula, come sicuramente sarà in grado di fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, vorrei ricordare all'Aula e ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che il direttivo del gruppo di Scelta Civica ha espresso poco fa rammarico per l'incidente che è accaduto in aula e ha ricordato a tutti i suoi componenti, compreso l'onorevole Cera, che naturalmente per rispetto delle istituzioni l'uso di un linguaggio come quello che è stato usato è da ritenersi sconveniente. Abbiamo altresì sottolineato che questo deve avvenire anche nei confronti di atteggiamenti provocatori come quelli che sono stati utilizzati questa mattina da alcuni colleghi. Questo va ricordato sottolineando, come sottolineo, il nostro rammarico a fronte di questo incidente, che è stato confermato dal direttivo per l'appunto del gruppo di Scelta Civica.

  PRESIDENTE. Bene, non aprirei un dibattito su questo. Le parole della Presidenza sono state chiare questa mattina, le ribadisco qui: quest'Aula deve essere rispettata da tutti e quindi chiunque compia gesti o usi espressioni non consone all'importanza e alla dignità di quest'Aula va censurato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prendo atto con soddisfazione delle parole del deputato Romano, che a nome del gruppo ha chiaramente preso le distanze da espressioni non consone.

  Interviene quindi sull'ordine dei lavori il deputato SANDRA ZAMPA (PD) (Vedi RS), alle cui considerazioni si associa il PRESIDENTE (Vedi RS).

  SANDRA ZAMPA. Signora Presidente, colleghe e colleghi, ho chiesto di poter parlare oggi in quest'aula e mi fa piacere che avvenga dopo che abbiamo parlato di Turchia e di democrazia, per esprimere, in quanto presidente dell'associazione «Amici della Birmania», la mia e la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alla premio Nobel Aung San Suu Kyi, che oggi festeggia insieme al suo popolo il suo compleanno. Da Rangoon, la vecchia capitale, arrivano notizie che danno una grande partecipazione popolare a questo evento. Voglio ricordare che per oltre vent'anni si sono mobilitati in Birmania per chiedere la liberazione di Aung San Suu Kyi il giorno del suo compleanno. Oggi la mobilitazione riguarda il fatto che questa donna ha annunciato di candidarsi alle elezioni politiche nel 2015 ed è quindi credo una svolta importantissima anche per l'Asia. Mi fa piacere poter dire che, se la democrazia in Asia aumenterà e crescerà di valore, quindi in Asia in tutto il mondo e in quell'area dell'Asia, lo si deve all'impegno di una donna straordinaria, a cui anche dall'Italia facciamo i nostri auguri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Anche per questo la Presidenza si associa.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1197. (Vedi RS)

Si riprende la discussione.

  Intervengono sull'emendamento MANNINO 1.6 i deputati CLAUDIA MANNINO (M5S) (Vedi RS), ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (M5S) (Vedi RS), SAMUELE SEGONI (M5S) (Vedi RS), MARCO BALDASSARRE (M5S) (Vedi RS), CHIARA GAGNARLI (M5S) (Vedi RS), VEGA COLONNESE (M5S) (Vedi RS), FILIPPO GALLINELLA (M5S) (Vedi RS), STEFANO ALLASIA (LNA) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), ROBERTO CAON (LNA) (Vedi RS), GIUSEPPE D'AMBROSIO (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA BUONANNO (LNA) (Vedi RS), ANDREA COLLETTI (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS) e ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS).

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, questo emendamento entra proprio nello specifico del metodo e, in particolare, si chiede di aggiungere la proroga della nomina del commissario straordinario per una sola volta. Da più parti, dai vari gruppi parlamentari è stata dichiarata la volontà di uscire da questa gestione straordinaria delle emergenze di varia natura proprio per tornare alla normalità. Sappiamo benissimo che le gestioni straordinarie vanno in deroga alla normativa vigente, alla normale gestione di un'emergenza e, quindi, chiediamo di votare con parere favorevole questo emendamento proprio per iniziare a mettere uno stop a quelle che sono le tantissime, troppe, gestioni straordinarie del nostro Paese.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, l'emendamento in questione prevede, appunto, una gestione d'urgenza e prevede, in particolare, che ci possa essere una proroga di una sola volta del governatore della Toscana Rossi come commissario speciale. L'emendamento noi siamo sicuri che non vada bene per il semplice fatto che il problema va risolto alla radice e, cioè, non è più possibile permettere che ci siano commissariamenti sostanziali in cui l'amministrazione coinvolta territorialmente, che ha già una voce in capitolo importante, assuma anche il ruolo e la carica di commissario speciale. È una cosa in relazione alla quale ci siamo trovati d'accordo con le altre forze politiche in Commissione giustizia per altri tipi di provvedimenti. Non capiamo perché le stesse forze politiche, rispetto ad un atto così importante, la pensino in maniera completamente diversa.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, anche in riferimento alle parole dell'onorevole Bonafede, volevo far presente che la scelta del governatore Rossi come commissario per questa importante opera di bonifica è assolutamente sbagliata anche in relazione alle parole che avevo citato prima rispetto ai cittadini di Piombino e in relazione alla parte ambientale e della situazione turistica che verrebbe a mancare come prospettiva. In particolare, il governatore Rossi, anche a nostra richiesta, quella di tutti e nove i parlamentari, sia senatori che deputati, che hanno fatto richiesta di un incontro, ha ignorato palesemente, demandandoci ad altri assessori, la nostra volontà di discutere di questi argomenti che trattano anche della sanità e delle problematiche ambientali che ci sono in Toscana. Quindi noi riteniamo che questo aspetto sia effettivamente da togliere nel decreto.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, mi riallaccio sempre al discorso intavolato dai miei colleghi Bonafede e Artini. Il presidente Rossi, oltre ad aver dimostrato nei fatti la sua non disponibilità a dialogare con noi parlamentari, figuriamoci se può stare anche solo ad ascoltare le istanze dei cittadini. Per questo, secondo noi, è particolarmente inadatto per questo ruolo che il comma gli attribuisce e per questo abbiamo proposto il presente emendamento, per limitare la sua rieleggibilità. Inoltre, ci tengo a sottolineare che, anche in virtù dell'aspetto ambientale che coinvolge l'area di Piombino, Rossi a più riprese in Toscana ha adottato provvedimenti contrari all'ambiente.

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, sempre per ricordare, anche per quanto mi riguarda, che il commissario straordinario non dovrebbe essere, appunto, Rossi, anche perché lo stesso, in una riunione a Volterra, disse che le multinazionali devono essere «coccolate». Ecco, una persona che va a cercare accordi con le multinazionali, che mirano solo al loro profitto, a discapito delle piccole e medie imprese del territorio, che operano o che operavano nel territorio, ci sembra un po’ fuori luogo in questo momento. Anche perché, se andiamo a guardare alcuni dati della Toscana, negli ultimi anni, la disoccupazione è aumentata dal 5 al 10 per cento, secondo i dati ISTAT e quella giovanile supera il 30; inoltre, la produzione manifatturiera ha avuto un calo del 20 per cento negli ultimi anni. Tutto questo grazie, forse, anche alle responsabilità che ha anche il presidente Rossi.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, sempre in merito a questo emendamento, vorrei sapere quale garanzia di competenza, serietà e trasparenza può darci la nomina del governatore Rossi. Come assessore alla sanità in Toscana, ci dovrebbe spiegare come si sia creato un buco di oltre 400 milioni di euro. Come si può nominare chi ha usato la sanità e le sue risorse per costruire consenso ? E le centinaia di milioni di euro che mancano oggi alla sanità toscana, vorrei ricordare che, come sempre, sono messe in conto ai cittadini.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, riprendo un attimo anche le parole dei miei colleghi per ricordare che i commissariamenti sono una cosa importantissima nelle regioni. Ricordiamoci sempre che, in Campania, la tragedia più grande si è avuta proprio per una quantità di cariche istituzionali che abbiamo fatto sempre nei confronti delle stesse persone. Ricordiamo – e mi piace ricordarlo in quest'Aula – che Bassolino risulta prescritto dal processo Romiti, quello in cui era anche coinvolta l'Impregilo. Questo significa semplicemente che è necessario fare attenzione e, soprattutto, non utilizzare decreti che non fanno capire bene come risolvere le questioni.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, Piombino è un sito di interesse nazionale (SIN). In Italia, ci sono almeno 57 zone dove si muore di più, ci si ammala di più e si vive respirando veleni, 28 dei quali interessano la fascia costiera. Per legge, questi siti dovrebbero essere stati bonificati: quindi, se si parla di Piombino, non possiamo non parlare anche di Broni, Oltrepò Pavese, dove c’è l'amianto; Colleferro, con il fiume Sacco, dove nelle acque c’è beta esacloro e mercurio; poi, c’è Taranto e Tamburi, con l'Ilva; poi, Crotone – ve lo ricordo – con la scuola dei veleni e le 400 mila tonnellate nel sottosuolo; poi, c’è la laguna di Marano, dove, nelle acque, il mercurio è cento volte superiore alla media. Quindi, bonificare queste aree: questa è l'emergenza. Bisogna partire da qui, non certo con l'Expo.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo in riferimento all'emendamento Mannino 1.6. Indubbiamente è un emendamento di merito, perché va esclusivamente a puntualizzare un concetto che più di una volta, in quest'Aula, nelle Commissioni competenti, si è discusso, dicendo e chiedendo che le proroghe non fossero infinite; ribadendo il concetto, con questo emendamento, che ci fosse una sola proroga, già con una richiesta da parte del Governo, con questo provvedimento, dove si va a dare poteri straordinari al presidente della regione per un anno. Non capiamo le motivazioni per cui si debbano già mettere le mani avanti, cercando di chiedere che sicuramente sarà necessario più di un anno per tutto l'iter dello smantellamento. Ricordo che parliamo di una data oramai lontana: il collega Buonanno ricordava che era un anno e mezzo. Ricordo che il 31 gennaio 2012 è avvenuto il disastro della Costa Concordia.
  Parliamo, effettivamente, di un provvedimento che arriva tardivo; tardivo sicuramente non per colpa dei presentatori di emendamenti che cercano di migliorare questo provvedimento – provvedimento che è stato modificato enormemente al Senato e, oggi, è qua blindato da una maggioranza numerica che si fa scudo con la richiesta della questione di fiducia ma che è sicuramente sorda alle richieste della minoranza – con emendamenti, lo ripeto, non ostruzionistici. Vorrei capire, allora, quali sono le discussioni per cercare di inserire e di migliorare, come hanno fatto al Senato, delle proposte emendative che qui alla Camera sono assolutamente chiuse, in vario modo.
  Indubbiamente, non voglio riprendere le modalità o altre questioni sull'emendamento precedente, l'emendamento Allasia 1.50 che casualmente recava il mio nome come primo firmatario, ma vorrei capire anche la chiusura della discussione che è stata fatta dal Presidente di turno in modo molto autorevole e che è «passata» in modo molto bizzarro. Ciò anche perché posso assicurare alla Presidenza che il collega Caon e il collega Rondini avevano alzato la mano, non penso avessero alzato la mano per una richiesta diversa da quella di poter parlare sull'emendamento Allasia 1.50. Questa è una richiesta che facciamo, la richiesta, cioè, di poter dibattere e discutere costantemente con la maggioranza e con questo Governo.
  Non vediamo sicuramente e non polemizziamo su chi fa cosa però nominare il governatore della Toscana, in questo contesto, lo troviamo abbastanza bizzarro perché poi chi fa il controllore ? Chi controlla il governatore stesso ? Non entriamo nella questione ulteriore ma ribadiamo il concetto che questo emendamento, a prima firma Mannino, è una proposta emendativa dove c’è l'assoluta volontà di poter migliorare il testo.
  Non condividiamo assolutamente e capiamo benissimo le tempistiche strette non dipendenti da quest'Aula e indipendenti, sicuramente, dal gruppo della Lega, però capiamo benissimo che c’è la necessità di discutere con una discussione democratica in questo Parlamento; si è discusso e si è teorizzato che si stava facendo una discussione inutile e antidemocratica; vorremmo capire quali sono le discussioni democratiche che qualche collega in quest'Aula ipotizza. Vorremmo vedere presi in considerazione uno ad uno gli emendamenti, dal relatore di maggioranza, dalla Commissione e dal Governo, per cercare di portare a compimento il miglior risultato per il Paese, per i cittadini, che è quello di evitare qualsiasi speculazione. Come l'emendamento precedente, come questo, come sicuramente i successivi, non solo quelli del gruppo della Lega, dovranno essere presi in considerazione e dovrà essere fatta una valutazione attenta perché non notiamo...

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, volevo intervenire a supporto dell'emendamento Mannino 1.6. Non ha senso, oggi, ancora, parlare di proroga nel tempo, dei commissari. I commissari sono una gestione fallimentare per lo Stato in quanto, ancora oggi, ci troviamo a parlare, anche nel caso di Ilva, di commissariamento; ci troviamo i commissari come gestori delle cose normali, delle faccende e delle istituzioni pubbliche. Questo vuol dire che lo Stato sta fallendo nella sua macchina burocratica e nella sua macchina legislativa. Non riusciamo ad uscire da questo impasse che deve vedere il commissario come l'unto del signore per gestire le problematiche del nostro Paese. Su questo punto noi siamo abbastanza critici e pertanto direi di accogliere almeno il rinvio a massimo di un anno.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, io non capisco questo Governo dove voglia andare: arriviamo in Aula con qualcosa anche di interessante e di importante e viene qua dicendo che non può aspettare i nostri emendamenti, che sono tutti cassati. Io mi chiedo se questa è la democrazia; cioè, dov’è la democrazia in quest'Aula ? E poi, tengo a sottolineare che, quando le cose sono provvisorie in Italia sono definitive: la classica maniera per andare avanti e non volere questi emendamenti, che vanno a circoscrivere esattamente le aree, vanno a circoscrivere esattamente gli ambiti e cosa dover fare. Tutto sommato, questo è solo un inizio. Noi volevamo dare un qualcosa in più al Governo e non togliere o dare delle altre possibilità. Anzi, era proprio un sistema per cercare di dare la possibilità al Governo, in qualche caso, anche di risparmiare, ma vediamo che è sordo, e un Governo sordo sicuramente non va avanti molto.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, il commissariamento spesso è, perlomeno, qualcosa che va in deroga alla legge, e la legge sappiamo essere il fondamento della nostra democrazia. Io vedo che alcuni colleghi dichiarano che l'ostruzionismo che oggi il MoVimento 5 Stelle sta facendo in quest'Aula, per richiamare a quelle che sono le nostre motivazioni e le nostre idee, viene definito come un qualcosa di squallido, relativo ad un'assemblea d'istituto, con insulti, urla e cori, e si dice che tutto questo è penoso. Per me penoso, invece, è quando si confonde quello che è una Repubblica basata sul Parlamento, quindi una Repubblica parlamentare, con quello che è una Repubblica assembleare, che di fatto è questa, dove arriva qualcuno dall'esterno che di fatto impone all'Assemblea quello che deve fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, noi come Lega siamo d'accordo su questo emendamento. Cioè, come si diceva prima, in questo Paese, ahimè, ci sono i commissari. Come dicevo prima, anche all'Ilva di Taranto, non contenti di avere un commissario – che poi, in realtà, avrebbe un conflitto di interessi, perché prima aiutava l'amministratore – avete dovuto mettere un subcommissario ambientalista per far vedere che c’è l'ambientalista, perché avete il governatore della Puglia che è di Sinistra Ecologia Libertà. Invece è più una questione che riguarda l'inquinamento e la disoccupazione, perché non sono riusciti a risolvere niente pur avendo un Governo di sinistra che, invece di far le cose per bene, a quanto pare, ha fatto il Ponzio Pilato.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, nel passato abbiamo visto che purtroppo la figura del commissario non ha mai funzionato a dovere. Abbiamo l'esempio della Protezione civile, dei cosiddetti grandi eventi: purtroppo abbiamo visto che lì si è annidato il malaffare. Dove si poteva derogare alla legge, dove si poteva derogare al contratto degli appalti, lì si è annidata la corruzione. E poi, in base a questo emendamento, mi chiedo: se un commissario ha fallito durante il suo primo periodo, perché deve essere prorogato indistintamente ? Lo vogliamo mettere un limite al fallimento di una persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, in linea con quanto già affermato dal collega Grimoldi e dal collega Buonanno, cioè che la Lega è a favore e voterà favorevolmente su questo emendamento, onestamente avrei messo, anziché «una sola volta», «non prorogabile», proprio perché se di emergenza trattasi, l'emergenza deve essere gestita in tempi rapidi. Non si può continuamente – come succede in questo Paese per i rifiuti di Napoli o per tante altre pseudoemergenze, che poi diventano cronicità per le quali magari vengono nominati consulenti che prendono centinaia di migliaia di euro l'anno per fare assolutamente nulla, per non risolvere problemi – preoccuparsi subito della possibilità di proroga di un qualcosa che invece dovrebbe essere risolto in tempi certi. È chiaro che io lo vedo come un esercizio un po’ di presa in giro dei cittadini. Si sa già, in qualche modo, si certifica già il fallimento dei tempi che vengono posti dal decreto: è una follia.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, sono d'accordo con i miei colleghi: dobbiamo tornare a parlare di politica, e la politica non è accentramento di poteri. È evidente che la figura del commissario è estremamente rischiosa, perché quando una persona detiene troppo potere può abusarne. Anche l'esempio romano e laziale dimostra che abbiamo ragione: il commissario Sottile non ha affatto risolto i problemi della discarica di Malagrotta, ricordo a tutti la discarica più grande d'Europa; e nel Lazio, nella nostra regione, i rifiuti vengono ancora gestiti come accadeva durante il periodo etrusco, cioè o si bruciano o si sotterrano. Anche queste sono responsabilità del commissariamento, di un problema che non era affatto urgente, perché da anni si sapeva che il problema dei rifiuti e della gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio era una priorità.

  ALESSANDRO BRATTI (PD) (Vedi RS), Relatore. Chiede una sospensione della seduta per consentire la riunione del comitato dei nove.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore. Signor Presidente, chiederei una sospensione di mezz'ora, 35 minuti, anche 40 forse, perché come Comitato dei nove ci vorremmo riunire per capire lo stato dei lavori e per fare alcune proposte al Governo. Chiederei, quindi, una sospensione di questa durata, per poi riprendere i nostri lavori in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

  Dopo un intervento del presidente della VIII Commissione ERMETE REALACCI (PD) (Vedi RS), il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS) chiede che la proposta del relatore sia sottoposta al voto dell'Assemblea.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Solo una questione tecnica: ci riuniamo nella saletta del Governo. Possiamo ?

  GIANLUCA PINI. Contro la proposta di sospensione, sì. Chiedo che venga messa ai voti dell'Aula.

  La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 17,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  PRESIDENTE (Vedi RS). Su richiesta della Commissione e non essendovi obiezioni, sospende ulteriormente la seduta.

  PRESIDENTE. Colleghi, dalla Commissione ci chiedono ancora una mezz'ora per cercare di andare avanti con i lavori, credo che possa essere un fatto positivo anche alla luce dell'andamento dei nostri lavori, quindi se non vi sono obiezioni sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18. Presidente Giorgetti, se lei ha ovviamente obiezioni, può anche esternarle. Bene, la seduta è sospesa, riprenderà alle ore 18.

  La seduta, sospesa alle 17,31, è ripresa alle 18.

  Intervengono il relatore ALESSANDRO BRATTI (PD) (Vedi RS), che riferisce circa gli esiti della riunione del Comitato dei nove, e il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS).

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore. Signor Presidente, molto brevemente, abbiamo cercato di trovare una soluzione allo svolgimento dei lavori che potesse, in qualche modo, velocizzare e dare soddisfazione all'iniziativa politica di tutti i gruppi; non ci siamo riusciti, quindi, continuiamo a procedere così come da ordine del giorno.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, relativamente a quanto appena riferito dal relatore, è chiaro che non si può pretendere di trovare un accordo politico nel momento in cui si trattano i parlamentari, in parte di «serie A» e in parte di «serie B», o si ritiene che una Camera sia di «serie A» e una Camera sia di «serie B» (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle). Infatti, è chiaro che ormai il punto non diventa sicuramente di merito sul provvedimento, ma diventa un punto politico sul rapporto che anche questa mattina abbiamo, in qualche modo, cercato di sviscerare, ma senza arrivare a nessun tipo di punto di incontro tra la Camera e il Senato. Ho sentito dire – e su questo volevo intervenire, significandole la mia preoccupazione, mia, del mio gruppo, ma penso anche di tanti altri colleghi – nel rapporto tra Camera e Senato: «va bene, se si sono tenuti loro un decreto per cinquanta giorni, stavolta faremo noi lo stesso con il prossimo decreto alla Camera». Ritengo questa cosa agghiacciante e lesiva dei diritti di ogni singolo parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle) e, soprattutto, lo ritengo un modo ricattatorio stupido e sbagliato di affrontare i provvedimenti. Se veramente si vuole trovare un punto di intesa, il relatore e la maggioranza accettino quelle tre o quattro modifiche fondamentali a questo provvedimento, si può chiudere in un'ora perché, a quel punto, tutti noi ritireremmo gli altri emendamenti, lo si può mandare al Senato e lavoreranno loro venerdì e sabato per approvarlo definitivamente per dare soddisfazione a tutti quanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

  Intervengono sull'emendamento Mannino 1.6 i deputati STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS), MARCO DA VILLA (M5S) (Vedi RS), FILIPPO BUSIN (LNA) (Vedi RS), EMANUELE SCAGLIUSI (M5S) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), MARA MUCCI (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE L'ABBATE (M5S) (Vedi RS), MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS), DANIELE PESCO (M5S) (Vedi RS), FEDERICA DAGA (M5S) (Vedi RS), MICHELE DELL'ORCO (M5S) (Vedi RS), FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS), ADRIANO ZACCAGNINI (M5S) (Vedi RS), MARCO RONDINI (LNA) (Vedi RS), ARIANNA SPESSOTTO (M5S) (Vedi RS), LUCA FRUSONE (M5S) (Vedi RS) e ROBERTO CAPELLI (Vedi RS) (Misto-CD).

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, colleghi, l'emendamento che stiamo andando ad esaminare, l'emendamento Mannino 1.6, prevede che il commissario venga rinnovato solo una volta, quindi ci pare evidente sottolineare il fatto che il commissario deve assicurare la realizzazione di interventi urgenti. Quindi, l'urgenza deve essere una situazione non reiterabile; da troppo, troppo tempo, troppe volte in questo Paese abbiamo assistito e stiamo assistendo al perpetrarsi di situazioni di urgenza, quindi, l'urgenza, in questo Paese sembra essere diventata la regola...

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, proprio nel merito dell'emendamento della collega Mannino, ritengo di sostenere questo emendamento nel limitare la proroga del commissario straordinario, perché se anche in passato fosse stato fatto questo non avremmo situazioni come la situazione di Paolo Costa, che dal 2007 è commissario straordinario per l'ampliamento della base Dal Molin di Vicenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per fatalità Paolo Costa è anche il presidente dell'Autorità portuale di Venezia, il porto di Venezia. Quindi, mi collego al discorso di prima, all'incontro con il Ministro, a cui ho chiesto di poter partecipare, non mi è neanche stata data risposta, né positiva né negativa, per poter partecipare a questo incontro a cui hanno partecipato anche armatori ma non comitati di cittadini che protestavano per il passaggio delle grandi navi a Venezia.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, l'emendamento Mannino 1.6 è perfettamente condivisibile. Sostiene una cosa condivisibile e invito tutti i deputati a riflettere sull'oggetto di questo emendamento, anche per non dare ragione a quanti, in modo un po’ cinico, sostengono che nulla in Italia è più definitivo del provvisorio.
  Poi, nel merito di questo emendamento e di tutti gli emendamenti presentati, vorrei dire che ci siamo un po’ stancati di questo ricatto continuo che ci presenta dei disegni di legge emergenziali, togliendo al Parlamento il ruolo che è suo primario, che è quello di discutere nel merito i provvedimenti che ci vengono proposti. Se volete toglierci la parola, la possibilità di discutere, di far ragionare e di prendere decisioni autonome su ciascun singolo emendamento, a questo punto la coerenza vorrebbe che il Governo presentasse...

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, lo Stato non funziona più. Quando viene nominato un commissario straordinario vuol dire che lo Stato non funziona più. In questo caso il presidente della regione toscana, con questo articolo, viene nominato commissario straordinario. Il Sole 24 Ore ha stimato che circa 10 mila sono i commissari in Italia e il loro numero non è neanche certo, dato che neanche la Corte dei conti ne conosce il numero preciso. Risultano commissariati, oggi in Italia, l'Agenzia delle entrate, l'Agenzia spaziale italiana, il CNR, l'Istituto nazionale di astrofisica, l'INPS, l'INAIL, l'Enpas, la Federazione scacchistica italiana, la SIAE, l'Unire, l'Aereo Club d'Italia, l'Anagrafe nazionale bovina e la Croce rossa italiana. Anche per l'Expo si nominerà un commissario straordinario. Si nomina un'unica persona a gestire un giro d'affari e cemento così grande...

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, io trovo l'emendamento un emendamento di contenuti, un emendamento positivo che serve a limitare la possibilità di un commissariamento continuo della situazione di cui si discute nell'articolato. Ma, essendo un emendamento proposto dall'opposizione...

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, a proposito dell'emendamento sul commissario Rossi, l'unico motivo per cui sono contento di sentire questa parola in Aula è perché vedo tante colleghe e tanti colleghi con qualcosa di rosso addosso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Inoltre, il commissario straordinario si dice che è un dirigente pubblico, ma non si dice che deve essere un dirigente pubblico che ha già una nomina in merito. Inoltre, la legge n. 400 del 1988 recita: al fine di realizzare specifici obiettivi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri. Ora, dato che questi decreti vengono sempre fatti dal Consiglio dei Ministri, mi chiedo se questa non sia un'oligarchia in cui ovviamente noi siamo soltanto delle marionette. A tal proposito, riguardo ai commissari famosi in Italia, voglio ricordare il commissario Guido Bertolaso... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io volevo intervenire nel merito di questo emendamento perché al comma 2, nel secondo periodo, dopo la parola «prorogabile», i miei colleghi volevano aggiungere «una sola volta», ma io direi «mai», cioè vorrei proprio fare una considerazione su quello che è il ruolo del commissario. Se c’è il bisogno di mettere tutto nelle mani e nelle responsabilità di una sola persona, significa che le istituzioni che avrebbero dovuto lavorare in quel senso non hanno funzionato e questo è drammatico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È drammatico ! Ovviamente sono d'accordo con i miei colleghi toscani perché conoscono benissimo la situazione della Toscana, però io mi riallaccio anche a quella che è la situazione della galleria Pavoncelli, che è contenuta all'interno del decreto. Anche lì abbiamo una situazione di commissariamento che tra l'altro perdura ingiustificatamente, anche perché è un'opera inutile e i cittadini di Caposele in Irpinia... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARA MUCCI. Signor Presidente, in merito a questo emendamento noi chiediamo che il commissario resti in carica per la durata di un solo anno e ci auguriamo anche che non si abusi del ricorso ai decreti-legge, che rientra tra le prerogative del Governo, in quanto questo concerne valutazioni di tipo politico e il bisogno della Camera di far sentire la propria voce. Se pensiamo, ad esempio, agli emendamenti, capita spesso che un decreto che esce dal Parlamento sia completamente stravolto e poco conservi del contenuto originale. Non è questo il caso, in quanto molti emendamenti vengono dichiarati inammissibili e quelli ammessi verranno votati sfavorevolmente, senza entrare nel merito.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, in merito all'emendamento vorrei chiedere al Governo con quali criteri è stato scelto il commissario Enrico Rossi, dato che risulta essere iscritto nel registro degli indagati della procura di Massa con l'accusa di falso ideologico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sicuramente non sarà la meritocrazia il criterio di scelta. L'altra cosa su cui vorrei porre l'attenzione è il fatto che negli ultimi anni c’è stato un abuso di commissari speciali e il timore che c’è in giro è che domani mattina ci potremmo risvegliare con un commissario in ogni città, e questo ci fa un po’ timore. Quindi, vorrei una risposta dal Governo.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, io invece volevo rispondere alle affermazioni di L'Abbate dicendo che in realtà la meritocrazia c’è, perché questo Parlamento è pieno di persone che hanno quei meriti di cui parlava (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi volevo integrare un po’ le informazione, perché oggi mi sento molto Wikipedia. L'onorevole Enrico Rossi non ha soltanto quell'accusetta che è stata detta prima; è anche indagato nella vicenda del buco di bilancio dell'ASL 1 di Massa per 270 milioni di euro, quindi è un professionista meritevole sicuramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, noi ci chiediamo, siccome lo stesso principio si attua anche nell'Expo, dove anche c’è un commissario unico che deve rispondere soltanto a Letta, dove basterà che l'Expo sia in ritardo per dargli pieni poteri – e l'Expo guarda caso è già in ritardo –, quale sia la logica che c’è dietro l'utilizzo dei commissari unici, perché evidentemente fanno molto comodo al Governo, fanno molto comodo alle lobby e a chi cementifica... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intervengo sulla necessità di un commissario. I commissari vengono nominati per situazioni di emergenza: a noi questa non sembra una situazione di emergenza. I commissari vengono nominati dal 1978. Come ricordava prima il collega, ne sono stati nominati ben 10 mila. Sto facendo due conti: la media è veramente molto alta. A Milano fu nominato anche un commissario per l'inquinamento; sinceramente, è una situazione molto grave, ma non è una situazione non prevedibile.
  In Italia, poi, diciamo che mancano i soldi per fare tante cose, eppure si preferisce nominare commissari per fare altre grandi cose, come, ad esempio, l'Expo. Vorrei ricordarvi che mancano i soldi per l'edilizia scolastica, eppure si fa l'Expo e si nomina anche un commissario. Mancano i soldi per la manutenzione stradale, eppure si fa l'Expo e si nomina un commissario. Mancano i soldi per l'istruzione pubblica e si fa l'Expo. Mancano i soldi per la sanità pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  FEDERICA DAGA. Signor Presidente, la figura dei commissari è una figura di grande responsabilità e ritengo che non possa essere coperta dal governatore della regione, che già deve occuparsi, appunto, della regione. Ritengo sia più utile, dovendo gestire una situazione emergenziale, se questa lo è, e se egli vuole fare un buon lavoro, che il presidente della regione faccia il presidente della regione e il commissario sia una carica ricoperta da altra persona.
  Nella regione Lazio, ai tempi di Marrazzo, lo stesso firmò un documento pensando di essere ancora commissario straordinario ai rifiuti e quel documento fu annullato con sentenza del tribunale competente. Ritengo, quindi, che una persona sia in grado di fare bene un solo lavoro di grande responsabilità alla volta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, a proposito di ambiente, per vari motivi vi sarebbe bisogno di un commissario straordinario. Anche altre questioni analoghe dovevano essere inserite nel decreto. Basti pensare alla pianura padana, una delle zone più inquinate d'Europa, con continui sforamenti di PM10, fino a costringere gli enti locali, addirittura, a sfruttare le targhe alterne pur di rientrare nei parametri.
  Bisogna puntare allo sviluppo e al ripristino delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo. No ai soldi per la TAV, ma per ripristinare le attuali tratte. Sono vari gli esempi sulle tratte locali dove i tagli del Governo alle regioni hanno lasciato ulteriormente in apnea delle tratte già degradate da tempo. Riteniamo, quindi, essenziale puntare sul trasporto merci su ferro e cominciare a dare un senso alle parole «mobilità sostenibile», attraverso la diffusione, sempre più capillare, di trasporti collettivi, e quindi autobus, treni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, stiamo parlando dell'emendamento 1.6 dei deputati Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo e Zolezzi, esatto ? Esso prevede che, al comma 2, secondo periodo, dopo la parola: «prorogabile», si aggiungano le seguenti: «una sola volta».
  Sono solo tre parole, però queste tre parole sono molto importanti. Infatti, se andiamo a guardare il periodo, il commissario resta in carica per la durata di un anno, prorogabile con decreto del Presidente del Consiglio. Aggiungendo le parole: «una sola volta», si dà un importante segnale.
  Stiamo dicendo che, con riferimento ad un ruolo importante come quello del commissario straordinario, che io, personalmente, non condivido, è sicuramente bene sapere che il Premier, il Presidente del Consiglio, non abbia il potere di prorogarlo troppe volte. Sarebbe disdicevole, a mio parere, fare in modo che questo avvenga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, i commissariamenti non funzionano, è chiaro. Soprattutto, non funzionano perché non sono sottoposti ad alcun sistema di verifica delle loro azioni, se non a quello del Governo stesso. Quindi, la verifica del Governo che li ha nominati, secondo criteri discutibili, non può essere un sistema di verifica attendibile.
  Il Parlamento è esautorato delle sue stesse funzioni e non vorrei che questa diventasse una pratica per portare a reintrodurre la fiducia, come già alcuni deputati dicevano in Transatlantico. Si vociferava che alcuni deputati della maggioranza dicessero di essere stanchi e di volervi ricorrere, dalla prossima volta. Si utilizzano gli strumenti legittimi del Parlamento per portare avanti emendamenti che servono a risolvere le situazioni emergenziali. Quindi, non vorremmo che fosse reintrodotto l'utilizzo della fiducia a partire dal prossimo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, prevedere il ricorso alla proroga al massimo per una volta, è una cosa sensata – o meglio, lo sarebbe in un Paese normale – per le funzioni di un Commissario che dovrebbe risolvere una situazione di emergenza, che è incredibile sia tale ad oltre un anno dall'incidente che ha coinvolto la Concordia. Ora vogliamo concedere la possibilità di prorogare: è come ammettere che i tempi previsti per assolvere la propria funzione, quella del commissario, non sono considerati sufficienti. Per questo siamo favorevoli perché questa eccezione possa essere messa in conto per una sola volta. La previsione della proroga equivale a sancire che l'eccezione diventi regola. D'altro canto si ritrova nel solco di quella cattiva abitudine tutta italiana di rendere definitivo il provvisorio.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, siamo un popolo di commissari straordinari. Basta che i bilanci di un ente pubblico zoppichino o che i lavori per una strada avanzino troppo lentamente, oppure anche che ci sia da organizzare una manifestazione un po’ complessa, e subito scatta l'emergenza con il suo commissario.
  I radicali hanno calcolato che nella scorsa legislatura, e soltanto dal maggio 2008 all'agosto 2010, in 104 riunioni del Consiglio dei Ministri, siano stati adottati 154 provvedimenti di urgenza. È la dimostrazione che l'amministrazione ordinaria non funziona, e così ci si affida a deus ex machina che per legge ha meno vincoli e più capacità decisionale. Ma se l'amministrazione ordinaria non funziona, quella straordinaria è a volte anche peggio. Passò alla storia l'ex Ministro dei lavori pubblici, Paolo Costa che, da sindaco di Venezia sarebbe poi divenuto commissario straordinario al moto ondoso, che nel 1997 nominò in un colpo solo 152 commissari per altrettanti cantieri bloccati. Quattro anni più tardi la Corte dei conti censurò il risultato. Proprio la soluzione del commissariamento e la retribuzione di commissari...

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, mi associo alle parole di alcuni colleghi, la maggior parte dei miei colleghi, che hanno già denunciato l'assurdità della possibilità di prorogare in eterno un commissario. Ribadisco anche l'inutilità di questi commissariamenti, rincorrendo sempre l'emergenza e trasformandola in una patologia cronica. Lo dico vivendo nel Lazio, una regione commissariata quasi in tutto, dalla sanità sino ai rifiuti, con dei risultati disastrosi. Persino la mia provincia, quella di Frosinone, è commissariata e fin quando non ci decideremo ad abolire effettivamente tutte le province, i cittadini, esautorati dalla possibilità di scegliere i propri amministratori, dovranno sottostare alle direttive di questa figura commissariale mai eletta da nessuno. Se permette, signor Presidente, trovo anche un'analogia tra loro e noi deputati che dobbiamo sottostare al volere del Governo, non potendo discutere serenamente delle proposte emendative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROBERTO CAPELLI. No, mi ascolteranno a seguito di quello che devo dire successivamente alla nostra posizione sull'emendamento. Devo dire che non si può non condividere anche l'azione di rivalutazione del ruolo della Camera che è portata avanti, in piena solitudine, dai colleghi del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e – gradirei non avere applausi – in parte anche dai colleghi della Lega Nord e Autonomie, anche se con motivazioni diverse, a mio avviso, che non sono da dimenticare.
  Devo dire che il Governo poteva evitare sicuramente tutto questo. Potevamo anche noi però, insieme, evitare che si arrivasse a vivere una situazione come questa, a ripetere vecchi copioni di questa Camera dei deputati, l'ostruzionismo, necessario, legittimo, per carità, ma forse potevate evitarlo. Potevate evitarlo sedendo in quei banchi del Governo, quando è stato proposto, perché l'aria di cambiamento, la necessità di cambiamento che voi avete portato in questa Aula, andava sicuramente percorsa con un'azione di responsabilità.
  Io credo che tutto questo si poteva evitare e qui oggi saremmo a parlare di lavoro, dei problemi reali dell'Italia, del nostro Paese.
  Staremmo qui a parlare di recupero della finanza pubblica, dei tagli necessari alla spesa, della necessità di produrre condizioni di lavoro perché le imprese possano tornare a essere veramente rappresentative del made in Italy e i nostri giovani possano avere una speranza per il futuro. Perciò, nel metodo io non condivido assolutamente l'azione del Governo, non condivido il fatto che la Camera sia esautorata dal suo principale obiettivo, che è quello di portare avanti democraticamente il confronto tra le parti politiche, e grazie a voi la Camera si sta rivalutando. Quella Camera che, però, dall'esterno qualcun altro ha definito come inutile e, con atteggiamenti e parole critiche ed offensive nei confronti della Camera, ha chiesto di chiuderla o di aprirla come una scatola di tonno.
  Ecco, io credo che anche questi momenti possano servire per assumere posizioni di responsabilità, per non avere Governi anomali e trasversali e per poter programmare realmente un'azione politica efficace ed efficiente anche da parte vostra.

  Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi premeva intervenire a difesa dell'istituzione che lei rappresenta, cioè la Presidenza della Camera. Io noto che ci sono alcuni deputati che comunque volgono le spalle alla Presidenza e penso che sarebbe il caso che prestassero attenzione anche a quello che viene detto in Aula. Quindi, più che altro intervengo in difesa dell'istituzione che lei rappresenta.

  PRESIDENTE. Lei sa che se si fa un richiamo al Regolamento si indica qual è l'articolo del Regolamento a cui ci si riferisce. Le faccio presente che, purtroppo, è una questione abbastanza diffusa ovunque e nella condizione in cui siamo possiamo anche sopportare che qualcuno dia le spalle alla Presidenza, perché magari si sta cercando di fare in modo che la seduta... però, il Presidente cerca serenamente di mantenere l'ordine nell'Aula. La ringrazio, comunque.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fico. Ne ha facoltà.

  Intervengono quindi sull'emendamento Mannino 1.6 i deputati ROBERTO FICO (M5S) (Vedi RS), MARIA MARZANA (M5S) (Vedi RS), ANDREA CECCONI (M5S) (Vedi RS), FRANCESCO CARIELLO (M5S) (Vedi RS), GIROLAMO PISANO (M5S) (Vedi RS), GIRGIS GIORGIO SORIAL (M5S) (Vedi RS), MARIA EDERA SPADONI (M5S) (Vedi RS), NICOLA BIANCHI (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS), RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS), MASSIMO ENRICO CORSARO (FdI) (Vedi RS), FABIO RAMPELLI (FdI) (Vedi RS), VITTORIO FERRARESI (M5S) (Vedi RS), MIRKO BUSTO (M5S) (Vedi RS) e FEDERICO D'INCÀ (M5S) (Vedi RS).

  ROBERTO FICO. Io vengo da una regione, la Campania, che è stata massacrata, distrutta e umiliata dai commissariati all'emergenza rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dai commissariati alle bonifiche, che hanno speso miliardi di euro di fondi pubblici e non hanno risolto un solo problema, nella mia regione. Abbiamo ancora le ecoballe a Giugliano, con una terra devastata, abbiamo Marigliano, Chiaiano, Taverna del Re, abbiamo una regione distrutta grazie ai commissariati. Quelle ecoballe che ancora ci sono a Taverna del Re e a Marigliano, sono uno gli scandali più grandi che la politica e l'industria italiana abbiano mai prodotto. I commissariati non servono a niente e sono fallimentari da ogni punto di vista, in deroga ad ogni legge ambientale, contro la salute dei cittadini e contro la democrazia. La mia regione è stata ammazzata dai commissariati e io non comprendo come sia possibile che in quest'Aula si possa solo ipotizzare ancora oggi l'idea di un commissariato antidemocratico e antiambientale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIA MARZANA. La figura dei commissari ha perso da tempo il carattere di straordinarietà, in quanto si è passati ormai a una gestione permanentemente emergenziale della pubblica amministrazione. Il passaggio del potere dell'amministrazione ordinaria ai commissari straordinari, causa la perdita di due tipi di controllo sull'operato dell'amministrazione: il controllo democratico di assemblee elettive, quali il Parlamento e i consigli comunali, e il controllo giurisdizionale dei TAR e del Consiglio di Stato. Inoltre, vorrei ricordare che i commissari straordinari possono operare tramite procedure accelerate e in deroga alla normativa vigente: possono, ad esempio, assegnare senza bando di gara d'appalto, ma a propria discrezione, i lavori pubblici. Inoltre, possono ricoprire un numero illimitato di incarichi. La loro nomina dovrebbe essere temporanea, ciò tuttavia questo limite lo si vuole aggirare tramite proroga, anche se la mancanza di un termine all'azione dei commissari straordinari...

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, siamo oggi chiamati a votare un decreto-legge che per sua definizione dovrebbe contenere al suo interno questioni dettate da necessità e urgenza. Infatti è a questo che servono i decreti-legge posti dal Governo. Ma entrando nel merito dell'emendamento in questione, mi viene da pensare che per il Governo l'area industriale di Piombino debba perdurare nella sua emergenza ed urgenza per un tempo indefinito, un tempo illimitato. Se un commissario lo definiamo straordinario dovrebbe – ripeto: dovrebbe, in un Paese normale – agire ed operare per un periodo di tempo limitato, definito, circoscritto all'urgenza e all'emergenza che deve trattare. Inserire nell'articolo in questione che il commissario può essere rinnovato nel suo incarico una sola volta, affronta proprio la questione facendola rientrare in quella che è un'emergenza, un'urgenza e non un perdurare indefinito di situazioni che pare in questo Paese durino sempre per decenni...

  FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, vorrei far notare a quest'Aula che molto probabilmente questo decreto-legge è mancante di un articolo ben più importante in tema di commissari. Secondo me manca la proroga al commissario che il mondo della finanza mondiale ha nominato in esclusiva per l'Italia. Questo decreto-legge è l'ultimo colpo di coda del Governo Monti, con il quale si tiene ancora il Paese sotto la morsa degli interessi sovranazionali, privando i cittadini italiani della possibilità di autogovernarsi con i propri amministratori. Forse ve lo siete dimenticato, quindi vi consiglio a questo punto di inserirlo.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, volevo ricordare all'Assemblea un episodio di commissariamento. Quando ci fu il problema dei rifiuti in Campania, Berlusconi attivò la procedura di emergenza. Il buon De Luca di Salerno, che è attuale Viceministro e che fece più di un anno di commissariato, ebbe la prima idea di andare un attimo in America a trovare un’archistar, Frank Gehry, per cercare di farsi progettare un inceneritore di 500 mila tonnellate nel quale avrebbe trasferito anche il suo ufficio da sindaco. Tenete presente che nel frattempo tutta la provincia di Salerno aveva raggiunto nei propri comuni percentuali di raccolta differenziata bulgare dalle quali si desumeva che non erano necessari più di 120 mila tonnellate da inceneritore. Ciò nonostante, lui spese 25 milioni di euro per fare espropri inutili e, poco dopo, gli fu eliminata la possibilità di commissariamento perché, sempre Berlusconi, disse che era finita la fase di emergenza, che in seguito si ripropose dopo un anno. A questo punto la regione riprese in mano la cosa e la passò alla provincia, la quale la gestì...

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, voglio ricordare a tutti noi che c’è un Fantozzi a tutti gli italiani molto caro, il ragionier Ugo Fantozzi, che tutti voi ricordate. E ce n’è uno un po’ meno caro agli italiani, un po’ meno caro anche ad Alitalia: l'ex Ministro, per ben due volte, nonché titolare di uno studio legale, Augusto Fantozzi, dottor Augusto Fantozzi, commissario per tre anni esatti, dall'agosto 2008, per l'Alitalia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il dottor ragionier esimio Augusto Fantozzi, ad un certo punto nel 2008 sbatté la porta perché sei milioni di euro che aveva preso in due anni non gli bastavano più e, per una norma inserita nell'allora manovra finanziaria, gli venivano in qualche modo dimezzati. Ebbene penso che il ragionier Ugo Fantozzi, in merito, potrebbe avere qualche problema. A questo punto chiedo se state cercando qualche altro commissario e se l'emendamento dovesse passare...

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, è già stata ricordata più volte in quest'aula, quest'oggi, l'inutilità dei commissari, e soprattutto il fatto che i commissari potrebbero avere dei poteri che esautorano in qualche modo il Parlamento. In questo caso vorrei anche ricordare che, mercoledì 5 giugno, sempre Enrico Rossi ha incontrato nella sala consiliare del comune di Grosseto, alcuni rappresentanti dei sindacati, degli enti locali e dei dipendenti della Mabro, uno stabilimento tessile in provincia di Grosseto che è in crisi da diverso tempo. Lo stabilimento impiega circa 200 persone, alcune delle quali hanno contestato Rossi accusandolo di scarso interesse per la loro vicenda. Rossi ha risposto con molta decisione prendendosela con gli imprenditori toscani definiti più volte padroni.
  Io mi vorrei soffermare sulla parola «padroni» e su quello che vuole dire all'interno proprio della dialettica che c’è stata...

  NICOLA BIANCHI. Signor Presidente e gentili colleghi, io voglio porre l'attenzione in modo particolare su questo emendamento, perché questo emendamento evidenzia veramente il lavoro di gruppo, il lavoro di squadra che è stato fatto dai colleghi dell'ambiente. Vi chiedo veramente di porre la vostra attenzione su questo. Non mi ripeto sul discorso del commissariamento, perché anch'io sono estremamente contrario. Volevo richiedere a tutta l'Aula la massima attenzione su questo emendamento, perché mi preme veramente che lo votiate secondo coscienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, in quanto insegnante di italiano – quella degli insegnanti è quella categoria bistrattata, umiliata per tanti anni, sottopagata, eccetera – mi piace soffermarmi sul significato delle parole, per cui adesso leggerò il significato di «commissariare», che può essere utile un po’ a tutti quanti magari: sostituire i dirigenti di un ente o di una struttura organizzata, attribuendo la gestione ad un commissario nominato d'autorità. Ma che cosa vuol dire commissario, qual è l'etimologia ? Ebbene commissario deriva dal latino commissus, che è il participio passato di committere (committo, committis, commisi, commissum, committere mi sembra, no ?), «quegli alla cui fede è commesso il carico di alcuna pubblica cura, ma il più delle volte temporaneamente e per qualche straordinaria contingenza, onde si hanno commissari di guerra, di polizia, eccetera». Questa è una descrizione di un dizionario datato 1600-1700. Quindi è importante d'ora in avanti secondo me intervenire... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, io volevo evidenziare come l'utilizzo di commissari in questo Paese ha portato solamente degli sprechi, ma soprattutto volevo porre la domanda: ma questi commissari hanno creato dei risultati positivi o, come per esempio è accaduto a Palermo con l'azienda AMIA, hanno creato un buco di bilancio immenso, di milioni e milioni di euro, e circa 2.000 famiglie che reclamano la possibilità di continuare ad avere il proprio posto di lavoro ? Con che risultato ? Col risultato che abbiamo una città come quella di Palermo – che è gestita da tre commissari per quanto riguarda l'emergenza rifiuti – che non ha fatto altro che non risolvere il problema e far sì che poi si proceda con questo decreto per la discarica di Bellolampo: un controsenso clamoroso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, l'emendamento di cui si discute è il figlio della stagione che stiamo vivendo, una stagione in cui la politica ha deciso di abdicare al proprio ruolo. Vi ha rinunciato nel corso della scorsa legislatura, quando ha consentito che fuori dai nostri confini, laddove i tavoli di responsabilità non hanno né un nome né un cognome, si decidesse di commissariare la forma di Governo che doveva gestire l'amministrazione dello Stato e ha deciso, la politica, di accettare l'autocommissariamento quando, all'indomani della tornata elettorale, ha creato questa innaturale commistione tra quelli che dovrebbero essere potenzialmente portatori di modelli di società e di sviluppo dell'economia assolutamente alternativi, messi assieme a fare cose sulle quali è difficile pensare che si possa trovare un'intesa, se non quella esclusivamente vincolata alla volontà di vivacchiare attaccati alla poltrona. Se questo è il dato nel quale la politica oggi è costretta a vivere, è evidente che il risultato è quello di provare a trovare ogni soluzione con l'apposizione di commissari, la lunga apposizione di commissari a cui è stato fatto riferimento negli interventi che hanno preceduto il mio, che sostanzialmente surrogano le normali procedure di individuazione dei livelli di responsabilità e dei livelli di mandato che devono essere corrisposti anche in forma di misurazione dei risultati che vengono conseguiti sulla scorta degli impegni che si assumono.
  Quindi credo che il testo di questo emendamento sia anche forse addirittura troppo «lasco» ove prevede la possibilità che il commissariamento venga replicato una volta sola perché è di tutta evidenza che se c’è bisogno del commissariamento vuol dire che siamo di fronte ad un'emergenza tale che quel commissariamento ha una fase temporale circoscritta per esercitare il proprio ruolo, decorso il quale bisogna assolutamente tornare alla normalità dei criteri di amministrazione.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, il commissariamento è una sorta di ossimoro, sembra un provvedimento forte, in realtà tradisce una fragilità del sistema che non riesce a mettere a regime alcune situazioni scabrose. Le abbiamo conosciute in Italia, hanno attraversato gli enti locali, hanno lasciato sedimenti di malgoverno, di mala gestio, hanno soprattutto lasciato problemi irrisolti. Quando si accede a un provvedimento straordinario come quello in specie e non si cita neppure la scadenza del mandato e si prova a immaginare una prorogatio illimitata, significa che delle due l'una: o c’è inconsapevolezza o c’è dolo. Noi propendiamo per la seconda interpretazione, pensiamo che a questo punto l'istituto del commissariamento si sia praticamente in Italia normalizzato, nonostante i risultati di questi commissariamenti siano lì a significare il fallimento di questa procedura. Quindi, l'intervento serve a sostegno...

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, anche noi abbiamo un super commissario in Emilia-Romagna, che è il fiore all'occhiello del Partito Democratico, e si chiama Vasco Errani. È super commissario del terremoto, è presidente della regione, è presidente della Conferenza Stato-regioni e gran parte delle nostre proposte sul terremoto guardate un po’ vengono proprio da Vasco Errani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, vorrei esprimere la nostra perplessità riguardo alla scelta della figura di Enrico Rossi quale commissario per i lavori di adeguamento del porto di Piombino. Considerato che il sito di Piombino è considerato un SIN, sito di interesse nazionale, riteniamo che questa nomina non sia in grado di dare garanzia sul piano della tutela ambientale poiché ci risulta che Enrico Rossi appoggi ed abbia appoggiato modalità di smaltimento dei rifiuti superate, quali incenerimento e discarica, abbia appoggiato l'attività di impianti estrattivi invasivi, come la situazione paradossale della Solvay nelle zone di Volterra, o le concessioni estrattive di CO2 nelle terre della val d'Elsa a Certaldo o ancora gli impianti geotermici obsoleti, concedendo ad ENEL lo sfruttamento delle risorse geotermiche con metodi sicuramente pericolosi per l'ambiente. È colui che è talmente attento all'ambiente che, dopo aver fatto approvare una legge di messa in sicurezza delle terre alluvionali, dopo l'alluvione nella zona di Carrara ha imposto la modifica al fine poter costruire l'inceneritore di Selvapiana sull'alveo del fiume Sieve...

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, solo per dire quanto la parola commissario non vuol dire democrazia. L'esempio è dato dal commissario veneto Silvano Vernizzi in quanto il commissario veneto ha una delega sulla mobilità del territorio delle province di Treviso e di Vicenza. Appunto per questo motivo, il commissario, ad una mia richiesta formale di accesso agli atti, mi ha dato riscontro negativo e di qui il punto della mancanza della democrazia del commissario, nel senso che la mia era una richiesta di accesso agli atti e una volontà di poter contribuire in una conoscenza democratica degli aspetti legati alla superstrada pedemontana veneta. Alla richiesta mi è stato appunto dato un esito negativo perché priva degli elementi necessari a dimostrare la sussistenza dell'interesse diretto, concreto ed attuale necessario per dar seguito all'accesso richiesto. Questo il 30 maggio del 2013. Mi chiedo in quale maniera e in quale modo si possa arrivare a dare la possibilità ad un commissario di non permettere la richiesta...

  Intervengono sull'emendamento Catalano 1.8 i deputati IVAN CATALANO (M5S) (Vedi RS), PAOLO GRIMOLDI (LNA) (Vedi RS), GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE BRESCIA (M5S) (Vedi RS) e GIULIA GRILLO (M5S) (Vedi RS).

  IVAN CATALANO. Signor Presidente, volevo illustrare un attimo l'emendamento e fare la mia dichiarazione di voto in merito. Al comma 5 dell'articolo 1 si dice: «Al fine di consentire la realizzazione degli interventi infrastrutturali destinati all'area portuale di Piombino, il CIPE, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, delibera in ordine al progetto definitivo relativo al lotto n. 7 – tratto tra l'intersezione della strada statale 398 fino allo svincolo di Gagno – compreso nella bretella di collegamento al porto di Piombino, parte integrante dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia, approvato con delibera CIPE n. 85/2012 del 3 agosto 2012, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 2012. L'impegno finanziario per la realizzazione del lotto n. 7 – tratto tra l'intersezione della strada statale 398 fino allo svincolo di Gagno – è a carico della concessionaria Società autostrada tirrenica (SAT), in conformità ed in coerenza con il piano economico finanziario dell'intera opera dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia anch'esso da sottoporre al CIPE. Restano comunque ferme le prescrizioni dettate dal CIPE con le delibere n. 78 del 2010 e n. 85 del 2012».
  Ora, la delibera CIPE n. 85 citata dal comma dice che il lotto n. 7 dell'intera opera Cecina-Civitavecchia è un lotto che è a sé stante a livello procedurale dall'intero lotto ed è un lotto compensativo del lotto n. 2. Questo lotto è stato gestito in modo separato tramite un accordo quadro tra diversi enti, tra cui il Ministero delle infrastrutture, la regione Toscana, la SAT, l'ANAS, e via discorrendo. In questo impegno, che si chiama «Progetto Piombino», si era trovata una copertura finanziaria di 46 milioni di euro, pari al 10 per cento del valore dell'intero lotto n. 2, che si aggira intorno a 498 milioni di euro.
  Non si capisce come mai questo comma è stato inserito ed è stato reso ammissibile dal Senato, in quanto non tratta nessuna urgenza di tipo ambientale, anzi, tratta un'urgenza di tipo procedurale, ovvero, con buona probabilità, tutti i lotti dal n. 1 al n. 6 della presente opera presentano problemi di carattere ambientale, in quanto questa autostrada è uno scempio al paesaggio. La delibera CIPE citata dal comma stabilisce anche...

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, su questo emendamento abbiamo delle forti perplessità perché riteniamo che la difesa dell'ambiente e il relativo «non» consumo di suolo passi attraverso dei provvedimenti specifici. Nel nostro Paese viviamo una situazione in cui continuiamo a mangiarci delle aree verdi, del suolo libero, perché continuiamo a costruire. C’è un problema che tutti conosciamo che è quello del fatto che gli enti locali, anche per pagare le spese correnti di funzionamento, vivono con gli oneri di urbanizzazione. Questo era un provvedimento che fece l'allora Governo Prodi, dopo questo provvedimento tutti i comuni per sopravvivere si sono messi a finanziarsi con gli oneri di urbanizzazione. Questo non può essere sostenibile; se lei si informa su quanto suolo ci siamo mangiati scopre dati impressionanti. Nella Commissione ambiente abbiamo dei progetti di legge per cercare di tutelare il suolo; è ovvio che bisogna trovare le risorse e quindi bisogna trovare dove tagliare l'assistenzialismo, lo statalismo e trovare queste risorse per gli enti locali.
  Nell'emendamento specifico si chiede però, sostanzialmente, di non costruire la strada che dal porto di Piombino si collega all'autostrada. Se questa strada però non venisse costruita, inevitabilmente, il collegamento al porto e il collegamento con l'acciaieria passerebbero dal centro cittadino; in questo caso noi crediamo che la tutela dell'ambiente consista, invece, nel costruire questa infrastruttura, diminuendo così il traffico, l'inquinamento, il tempo di percorrenza dei mezzi pesanti che collegano i due tratti e, inevitabilmente, devono andare dall'autostrada al porto e viceversa. Crediamo che la tutela dei cittadini che abitano nella città di Piombino sia quella di poter portare il traffico pesante fuori dalla città invece che averlo, magari, sotto casa. Di questi casi analoghi ne abbiamo tanti, perché troppo spesso nel nostro Paese non si sono fatte delle infrastrutture di questo tipo, con il risultato che le aziende che creano posti di lavoro, o quant'altro, trasportano le merci attraverso i centri cittadini con un'enormità di tempo perso, un'enormità di inquinamento in più prodotto e con disservizi evidenti, creando così, anche, dei costi aggiuntivi. Crediamo, invece, che la tutela dell'ambiente e la tutela della salute passino attraverso delle opere pubbliche mirate, specifiche, non fatte alla carlona ma che possano, sicuramente, creare una minore perdita di tempo e un servizio migliore.
  Tra l'altro, il fatto che viva un'acciaieria e viva un porto fa capire a tutti quanti quanto sia importante un collegamento autostradale con l'autostrada, perché non si può pretendere che mezzi pesanti che collegano il porto passino attraverso un centro cittadino. Di conseguenza il nostro parere su questo emendamento è contrario e ci rimettiamo a quelli che saranno gli altri interventi per le ulteriori valutazioni.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io sono sempre il professore di lettere di cui sopra, quella categoria maltrattata, sottopagata e così via. E visto che si parla di autostrade, quelle che molti politici qua dentro hanno regalato ai loro amici privatizzandole, dietro la farsa della privatizzazione, volevo vedere proprio l'etimologia del significato della parola autostrada: parola composta formata da auto e strada. «Auto» è una parola che deriva direttamente dal greco, dal pronome autòs, autè, autòn, mentre strada deriva dal latino, participio passato stratus, ma anche dal greco stratòs. Il participio passato stratus deriva dal verbo sternere, che vuol dire proprio render piano, appianare, da cui anche stratum, cuscino, materasso o letto. Da qui il significato di strada: lunga striscia di terreno resa piana e soda che gli antichi solevano lastricare per andare da luogo a luogo. Questa voce compare già da... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, intendo iniziare il mio intervento ringraziando il mio collega, l'onorevole Vacca, per la spiegazione che rende a tutti più chiaro il provvedimento su cui ci stiamo andando ad esprimere. Al fine di renderci ancora più consapevoli, volevo un attimo rileggerlo, perché alcuni passaggi devono essere ben chiari a tutti quanti, soprattutto dove si dice che: «L'impegno finanziario per la realizzazione del lotto n. 7 – tratto tra l'intersezione della strada statale 398 fino allo svincolo di Gagno – è a carico della concessionaria Società autostrada tirrenica (SAT), in conformità ed in coerenza con il piano economico finanziario dell'intera opera dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia, anch'esso da sottoporre al CIPE. Restano comunque ferme le prescrizioni dettate...

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, parlavo qui con i colleghi circa la SAT ed effettivamente, a quanto pare, questo comma 5 è stato inserito con un colpo di gomito e c’è anche un po’ di cattivo odore di accordi pre-elettorali, perché non si capisce bene per quale motivo il lotto n. 7, che già era stato previsto essere pubblico e finanziato dalla regione con 20 milioni di euro, dalla Camera di commercio con 1 milione di euro e dal Ministero dei trasporti con altri 25 milioni, debba essere invece privatizzato. Poi, questo potrebbe essere l'antefatto della successiva privatizzazione di tutta l'autostrada, con una concessione di quasi sessantotto anni.

  Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato FILIPPO GALLINELLA (M5S) (Vedi RS).

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, volevo intervenire per un richiamo al Regolamento, l'articolo 31, perché prima c'erano dei deputati che parlavano al banco del Governo. Volevo solo sollecitare.

  Intervengono altresì sull'emendamento Catalano 1.8 i deputati ANTONELLO GIACOMELLI (PD) (Vedi RS), MASSIMO ENRICO CORSARO (FdI) (Vedi RS), MARCO MARCOLIN (LNA) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (M5S) (Vedi RS), STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS), ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS), LAURA CASTELLI (M5S) (Vedi RS), GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS), GIRGIS GIORGIO SORIAL (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), LUIGI DI MAIO (M5S) (Vedi RS), FRANCESCA BUSINAROLO (M5S) (Vedi RS), STEFANO ALLASIA (LNA) (Vedi RS), VEGA COLONNESE (M5S) (Vedi RS), ROBERTO CAON (LNA) (Vedi RS), PAOLA CARINELLI (M5S) (Vedi RS), STEFANO VIGNAROLI (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA BUONANNO (LNA) (Vedi RS), FEDERICA DIENI (M5S) (Vedi RS), ANDREA COLLETTI (M5S) (Vedi RS), MARIA MARZANA (M5S) (Vedi RS), MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS), NICOLA BIANCHI (M5S) (Vedi RS), SILVIA GIORDANO (M5S) (Vedi RS), ADRIANO ZACCAGNINI (M5S) (Vedi RS) e DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS).

  ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario su questo emendamento. A tutti noi (Commenti)... No, anche senza incoraggiamento siamo contrari lo stesso. A tutti noi è capitato di trovarsi nel ruolo di oppositori, e dover magari ricorrere anche all'ostruzionismo. Il rischio che si corre, e che vorrei segnalare ai colleghi, è che qualche volta si va anche, nelle argomentazioni, nelle posizioni, oltre il limite del buonsenso; e questo è pericoloso, perché le cose rimangono agli atti.
  Questo emendamento propone, in un decreto-legge che punta a favorire lo sviluppo del porto di Piombino, sostanzialmente di non considerare prioritario, cioè di sopprimere la norma che obbliga a realizzare la bretella di collegamento tra il porto e l'autostrada. Quale sia il profondo significato di questo emendamento per lo sviluppo del porto quindi lo capiamo tutti.
  Approfitto del voto contrario per lasciare agli atti anche un'altra considerazione. Abbiamo ascoltato una lunga sequela di ironie, sarcasmi, critiche sul ruolo di commissario attribuito al Presidente della Toscana, Rossi. Penso si tratti di ironie fuori luogo: è già capitato purtroppo che la Toscana abbia vissuto emergenze di vario segno, ed è già capitato che il Presidente Rossi abbia svolto il ruolo di commissario e l'abbia fatto bene e con efficacia. In questo caso a noi sta a cuore che si affronti una crisi che riguarda migliaia di persone, che preoccupa la Toscana, che può impoverire un'intera area. Lo strumento è eccezionale, la persona scelta è il Governatore della regione, la procedura è corretta; credo che nonostante le esigenze del filibustering, si debba non perdere di vista, quando parliamo dei provvedimenti che riguardano la vita di territori e di persone, il senso delle cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, devo dire che sono rimasto illuminato dall'intervento appena pronunciato dal collega Giacomelli, perché ha espresso in modo difficilmente superabile un contenuto sul quale concordo: ci sono gli strumenti parlamentari per denunciare delle modalità e degli atteggiamenti inqualificabili da parte del Governo, e questa è una di quelle occasioni; ma questo non impedisce, pur utilizzando tutte le disponibilità del Regolamento, di entrare anche segnatamente nel merito dei singoli emendamenti.
  Questo mio intervento è quindi per significare, signor Presidente, che differentemente da quanto avvenuto nel caso dell'emendamento che abbiamo approvato pochi minuti fa, in questo caso il voto di Fratelli d'Italia sarà contrario. Perché, pur manifestando e consolidando la nostra critica per aver inserito in un provvedimento un po’ di tutto, come se si dovesse spargere il prezzemolo in una minestra, questo è certamente – quello del comma che l'emendamento tenderebbe a cancellare – uno di quei provvedimenti che sul territorio rivestono invece una natura di necessità e di urgenza; e, pur denunciando l'atteggiamento ostile nei confronti del regolamentare svolgimento dell'attività parlamentare da parte del Governo, riteniamo che esso debba poter godere di un canale preferenziale. Quindi, Fratelli d'Italia su questo emendamento voterà manifestando la propria espressione contraria.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io dico che Piombino è una delle tre sedi in Italia dove c’è un altoforno, e il collegamento tra il porto e l'autostrada chiaramente è di necessaria efficacia.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, mi permetta di dire che questo decreto-legge fa effettivamente ribrezzo. In riferimento alle parole dell'onorevole Giacomelli, voglio far attenzionare tutta l'Aula, soprattutto i componenti del PD e del PdL, del perché si sta trattando di questo comma dell'articolo 1. Tutti sapete, in ordine alla SAT, che dal 2004 l'onorevole Matteoli ha istituito questo processo di costruzione di un'autostrada che è tendenzialmente inutile e che ci fa pagare 3 miliardi e 800 milioni di euro quando ristrutturando solamente l'Aurelia si spenderebbero 800 milioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il motivo per cui si fa questo emendamento e noi chiediamo la soppressione del comma per questo motivo. Voi dovete sapere che l'ottimo governatore Rossi è parte in causa di questo tipo di azione, insieme all'ex assessore Volpi, se non ricordo male, e a Bargone, che è diventato successivamente amministratore della SAT. Questo Giacomelli, giusto per darle anche l'idea di quello che ha fatto Rossi...

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come poc'anzi citato anche dall'onorevole Grimoldi e dall'onorevole Marcolin, noi siamo contrari rispetto a questo emendamento, in quanto va bene il fatto di prevedere una tutela dell'ambiente, però con l'approvazione di questo emendamento non ci sarebbe la realizzazione di questo intervento infrastrutturale, destinato appunto all'area portuale di Piombino, che noi riteniamo essere un intervento necessario al fine di evitare che tutto il traffico pesante venga poi caricato sul centro della città. Quindi, fermo restando che dal nostro punto di vista la tutela ambientale debba essere uno dei principi per il quale battersi, noi riteniamo che...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, vorrei mettere in relazione la bocciatura del legittimo impedimento, che c’è stata da poco, con il nostro emendamento...

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, intervengo per mettere a conoscenza il Parlamento di un fatto increscioso. Qualche giorno fa ho chiesto al CIPE di vedere un verbale di una delibera all'interno della quale c'era un documento, citato, che non esisteva ancora nel momento in cui la delibera veniva emanata, ma questo non è che lo dico io che non esisteva, lo dice chiaramente, nero su bianco, Ercole Incalza, che è il capo della struttura tecnica di missione per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Certo il signor Ercole Incalza è famoso perché è stato quattordici volte inquisito e prosciolto e lo stesso suo avvocato lo considera campione di slalom processuale. Sono qui a chiedere al Governo quale sia la verità su questa delibera.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, noi ci siamo già espressi su questo emendamento, siamo contrari all'emendamento e riteniamo che questa sia un'opera di pubblica utilità, un'opera che serve, però prendo anche spunto dalle parole del collega di maggioranza durante la sua dichiarazione di voto dicendo che questo è proprio il caso dove su questo emendamento quest'Aula ha avuto modo di esprimere espressioni diverse e posizioni diverse e forse era anche il caso che il Governo si atteggiasse in un'altra maniera oggi.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, riguardo all'emendamento numero 1.8, firmato Catalano e altri, anzi, guardi, per non fare torto a nessuno: Catalano, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi...
  Io credo che questo emendamento sia molto importante per il semplice fatto che – intanto sappiatelo – se votate a favore di questo emendamento, il prossimo emendamento decade e penso che siamo tutti interessati ad andarcene via prima. Qui, nessuno vuole stare più del dovuto, abbiamo tutti dell'altro da fare, quindi, voglio esortare tutti gli onorevoli colleghi a votare a favore di questo importante emendamento.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, Renato Cesarini, un grande uomo, calciatore oriundo argentino, nato a Senigallia l'11 aprile del 1906, attivo negli anni Trenta come mezzala della Juventus, ha realizzato vari goal proprio nei minuti finali di una partita, una partita contro l'Ungheria. Da lì, è nato il detto: «usare la zona Cesarini» ed è quello che sta succedendo in quest'Aula negli ultimi tre mesi, ossia che nelle Commissioni discutiamo di alcune questioni fondamentali e poi negli ultimi secondi si inseriscono delle questioni che non c'entrano niente. È successo così in Commissione speciale, è successo così qualche settimana fa con il decreto n. 35 del 2013 in merito alla copertura finanziaria e in merito ai benedetti 12 milioni di euro che si sono regalati all'Expo. Allora, noi, come MoVimento 5 Stelle siamo qui a dire questo, se non l'avete ancora capito. Questo metodo non va bene. Punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vede, le parole del collega di maggioranza ci lasciano un po’ con l'amaro in bocca proprio per la preparazione dei parlamentari, sia del mio gruppo, sia dell'altro gruppo, che in questo momento sta cercando in tutti i modi di analizzare in maniera dettagliata il provvedimento; sono interventi che possono anche partire da considerazioni solo formalmente distanti, ma che poi vanno a colpire nel segno. Quindi, io eviterei di dare lezioni ad altri parlamentari perché ognuno qui è libero di esprimere il proprio pensiero nelle forme e nei modi che più ritiene opportuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Detto ciò, è già finito il tempo a mia disposizione ?

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, semplicemente per ribadire su questo emendamento che, come al solito, si prova a costruire, o a creare le solite cattedrali nel deserto. Non ha senso che riqualifichiamo un'area senza creare assi di supporto e infrastrutture di supporto. Questo è il punto fondamentale di questo emendamento e non è da poco sottovalutare il fatto che ci si possa dire che è un emendamento da nulla perché in realtà gli assi di supporto alle infrastrutture sono fondamentali.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, relativamente all'emendamento che parla, appunto, di una bretella di collegamento, volevo farvi presente i dati di un dossier della regione Veneto dal quale risulta che, dal 1970 al 2010, sono spariti ben 180 mila ettari di aree agricole, di cui 51 mila negli ultimi vent'anni, il che equivale a circa il 18 per cento della superficie agricola complessiva e corrisponde all'intera superficie della provincia di Rovigo, fenomeno verificatosi in tutto il Veneto, con picchi nelle province di Padova e Treviso, dove il tasso di cementificazione del territorio è stato anche maggiore alla media nazionale. Le province, invece, che maggiormente hanno perso prati e colture sono Belluno e Vicenza, rispettivamente con una diminuzione di circa il 35 per cento. La superficie agricola realmente utilizzata in Veneto è scesa dal 54 al 44 per cento a causa, in alcuni casi, dell'abbandono delle coltivazioni, ma soprattutto a causa della cementificazione di massa.
  Alcuni tra i comuni maggiormente colpiti...

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto della contrarietà a questo emendamento – ed esprimeremo, come gruppo, voto contrario – per evidenziare soprattutto la bontà della proposta emendativa che si sta svolgendo. In un contesto come questo, dove si chiede l'assoluta soppressione di un intero comma, e dove si andrebbe a snaturare tutto l'impianto dell'articolato del disegno di legge presentato dal Governo...

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, in realtà io vorrei rispondere anche al collega del PD. Noi volentieri vogliamo mettere agli atti le nostre dichiarazioni, perché è questo lo scopo dei nostri interventi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi vogliamo che sia scritto che secondo noi avere un'opera gestita anche da un'unica società, senza tener conto di quello che è già accaduto nel nostro Paese per altre opere, è abbastanza vergognoso, così come mettere argomenti di vario genere in un unico decreto. Quindi, questo è il nostro scopo. Io spero che venga messo agli atti e che intervengano tutte le persone che sono sedute qui, in modo tale che gli interventi aumentino.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, intervengo per ribadire che questa mattina sembrava che tutti quanti gli emendamenti fossero stati cassati dall'Assemblea. Ma, in realtà, noi come gruppo cerchiamo di valutare emendamento per emendamento, e in questo caso siamo anche contrari, mentre negli altri casi eravamo favorevoli. Perciò, lei deve capire che quando si tratta di un problema di ambiente, noi siamo molto attenti e cerchiamo di fare i lavori che servono per queste nuove o vecchie industrie da far ripartire, naturalmente senza invadere ancora quei centri abitati che per anni sono sempre stati così maltrattati e a cui non riusciamo mai a dare quel giusto spirito di innovazione che dobbiamo dare ai nostri territori.
  Perciò, presumo che questo emendamento, su cui noi siamo contrari, e ribadisco che quando c’è un'opera...

  PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, il mio intervento a titolo personale è per esprimere il mio personale stupore nonché sconcerto, nel vedere quello che già i miei colleghi hanno denunciato prima, cioè il fatto che in questo decreto, cosiddetto di emergenze ambientali, sia stato messo dentro di tutto, che emergenza ambientale non è. In particolare, il comma 5 dell'articolo 1 di questo decreto è proprio un esempio di quanto stiamo dicendo, perché non capiamo cosa c'entri con l'emergenza ambientale la costruzione di un'autostrada. Mi sembra che i colleghi che mi hanno preceduto abbiano ben spiegato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che cos’è un'autostrada. Pertanto ribadisco la domanda sul perché inserirlo in un decreto sulle emergenze ambientali. Il dubbio è che queste parti siano state messe insieme e sia stato fatto un decreto così, diciamo, eterogeneo, proprio per mischiare tutte queste misure e tutti questi finanziamenti insieme a delle altre cose, e che ciòsia stato fatto proprio con l'intento di nasconderlo...

  STEFANO VIGNAROLI. Signor Presidente, io ringrazio i miei colleghi per questo emendamento. Però, devo dire una cosa: che questo disegno di legge, purtroppo, si può riassumere in un solo articolo che, ovvero, sancisce il commissariamento della Camera dei deputati. Quindi, questo lo trovo vergognoso ed è per questo motivo che ci troviamo qui, e non per ironia.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, sentendo la questione della strada, mi viene in mente un film dell'epoca del far west, quando c'era chi non voleva la ferrovia, e poi abbiamo visto, ovviamente, che cosa è successo negli Stati Uniti, che sono diventati la prima potenza mondiale. Se c’è da fare una strada, bisogna farla. In questo Paese le opere pubbliche non si fanno mai, neanche quando ci sono i soldi. Noi siamo favorevoli a questo tipo di intervento. Volevo anche dare un suggerimento al Governo: siccome si parla sempre di commissari, suggerirei al Governo di prendere come commissari il commissario Basettoni e il commissario Montalbano, magari fanno meglio di quelli che hanno nominato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, siamo qui a convertire, piuttosto direi a ratificare, il decreto-legge denominato del fare, ma fare che cosa ? Noi vorremmo fare bene. Per quanto riguarda le autostrade, vorrei sottolineare che la bellissima autostrada A3 è ancora incompiuta da quando io sono nata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo impedisce la mobilità di tutti i cittadini calabresi, che non solo non hanno la possibilità di avere autostrade, non hanno neanche strade, non hanno le ferrovie. Non abbiamo una rete ferroviaria, soprattutto per quanto riguarda la dorsale ionica. La Calabria è un paese del Terzo mondo. Quand’è che investiamo realmente in maniera costruttiva sulle autostrade in Calabria ? Perché questo non è stato inserito in questo decreto del fare ? Noi chiediamo la centralità del Parlamento, vogliamo discuterne qui, vogliamo rispettare l'articolo 77 della Costituzione...

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, io vorrei raccogliere l'invito fatto dal collega Alfreider, perché era un invito importante, però quest'invito dovrebbe essere accolto soprattutto da questo Governo e da questa maggioranza. Noi del MoVimento 5 Stelle vorremmo davvero arrivare a votare questa conversione, però vorremmo che questo provvedimento fosse migliorato. Personalmente, non trovo preclusioni ideologiche da parte degli altri nel migliorare questo decreto-legge. Allora mi chiedo: perché non ce lo votate ? Se voi voleste in un'ora potremmo votare tutto e potrebbe passare subito al Senato. Potremmo votarlo insieme.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, parlando di infrastrutture non può che venire in mente anche, ad esempio, la situazione siciliana delle autostrade. Chi è venuto in Sicilia si è accorto che la viabilità è un termine a noi poco conosciuto. Da oltre cinquant'anni si parla della famosa autostrada Siracusa-Gela. È tempo di avere delle risposte. È un'emergenza anche questa. Vogliamo sapere ad esempio quando finiranno i lavori. Siamo stanchi di fare delle file, impegnando ore per i collegamenti. Il progetto originario è stato realizzato negli anni Settanta e prevedeva il collegamento autostradale tra Siracusa e Gela per favorire lo sviluppo industriale della Sicilia sudorientale, stabilendo un rapido collegamento tra i poli petrolchimici di Siracusa e di Gela. Il primo tratto è stato realizzato, quello tra Siracusa e Cassibile; il tratto Cassibile-Noto è stato aperto solo nel 2008, un altro tratto...

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, noi, i nostri padri, i nostri nonni abbiamo pagato le autostrade. Il loro costo è stato ammortizzato da anni. In Inghilterra e in Germania sono gratuite. In quei Paesi, i cittadini, in modo legittimo, le usano senza pagare due volte. Le hanno già finanziate, sono roba loro. In Italia le autostrade sono state regalate ai concessionari come Benetton, che guadagnano miliardi di euro senza nessun rischio né investimento di capitale. I miliardi dei pedaggi vengono poi investiti in ogni tipo di business e per finanziare i partiti. Le autostrade devono diventare gratuite. Non abbiamo pagato per decenni le tasse per arricchire Benetton e soci. Per le nuove autostrade il discorso è diverso, chi vuole la concessione ci metta i suoi soldi. Per le autostrade già esistenti dobbiamo dire basta al pizzo dei concessionari, quali anche Silvio Berlusconi, a cui è stato appena respinto il ricorso, e quindi ci aspettiamo che il PdL si dimetta in blocco, come ha detto Gasparri.

  NICOLA BIANCHI. Signor Presidente, gentili colleghi, quello che voglio evidenziare in questo emendamento è che stranamente, ripeto stranamente, il lotto n. 7 è vincolante. Stiamo parlando di un tratto tra l'intersezione della strada statale 398 fino allo svincolo di Gagno.
  E stranamente, ripeto stranamente, la concessione è stata data alla Società Autostrada Tirrenica (SAT). Secondo me, vi è qualcosa sotto. Invito nuovamente tutti i colleghi, chiedendogli di nuovo di votare favorevolmente a questo emendamento, affinché venga eliminato il comma 5 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, visto che si parla di autostrade, non posso fare a meno di parlare di infrastrutture, e visto che vi è il Governo ne voglio approfittare. Il Viceministro per le infrastrutture e i trasporti è il sindaco di Salerno, un tale Vincenzo De Luca.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, in merito alla costruzione della bretella autostradale, altro che consumo di suolo ! Qui veramente andiamo a cementificare qualsiasi cosa. Volevo semplicemente ricordare ai rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che domani vi è una manifestazione contro gli OGM e li sollecito affinché venga adottata la clausola di salvaguardia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Qui si cementifica e si perdono terreni fertili, terreni di pregio turistico e naturalistico. Si continuano a costruire infrastrutture funzionali solo agli interessi delle grandi lobby dei costruttori, quando andrebbero sottoposte a manutenzione altre bretelle, altri pezzi della rete autostradale.
  È così che si rilancia l'economia ? Quella tra Cecina e Civitavecchia, tra l'altro, è un'autostrada a cui i cittadini sull'Aurelia si sono sempre opposti, perché è inutile e va a sottrarre pezzi di strade regionali e provinciali gratuite e fruibili per tutti e deturpa il territorio. Non è privatizzando che rilanciamo l'economia. È possibile, poi, che le autostrade in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, ci chiediamo, a questo punto, se sono state fatte delle analisi di traffico per considerare questa opera come strategica; se, fondamentalmente, la scelta di introdurre un'intersezione della strada statale 398 fino allo svincolo di Gagno sia stata pianificata con delle analisi dei flussi di traffico; se, quanto meno, ne sia stata testimoniata l'utilità, anche in relazione al fatto che a Piombino esiste uno stabilimento siderurgico all'interno del quale si prevede di vedere una riconversione dell'area, o di rafforzare l'apparato produttivo.
  A questo punto, ci si chiede perché non viene fatto un piano nazionale degli acciai – a quel punto, le condizioni a contorno potrebbero cambiare – e, di conseguenza, valutare in maniera analitica l'opportunità di questo tratto di strada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ALESSIO MATTIA VILLAROSA (M5S) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, volevo semplicemente chiedere se era possibile una sospensione della seduta dalle otto alle nove di sera, nove meno un quarto, per poter avere il tempo di parlare con il mio gruppo riguardo proprio al decreto-legge in esame.

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa tra poco le comunicherò, avendo consultato anche la Presidenza, come proseguiranno i nostri lavori.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  Intervengono inoltre sull'emendamento Catalano 1.8 i deputati FILIPPO GALLINELLA (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE D'AMBROSIO (M5S) (Vedi RS), FEDERICA DAGA (M5S) (Vedi RS), MIRKO BUSTO (M5S) (Vedi RS), SAMUELE SEGONI (M5S) (Vedi RS), ALBERTO ZOLEZZI (M5S) (Vedi RS), MASSIMO FELICE DE ROSA (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE L'ABBATE (M5S) (Vedi RS), SIMONE VALENTE (M5S) (Vedi RS), CHIARA DI BENEDETTO (M5S) (Vedi RS), MASSIMO ENRICO BARONI (M5S) (Vedi RS), MATTEO MANTERO (M5S) (Vedi RS), FERDINANDO ALBERTI (M5S) (Vedi RS), CARLA RUOCCO (M5S) (Vedi RS), ARIS PRODANI (M5S) (Vedi RS), MARCO DA VILLA (M5S) (Vedi RS), MASSIMILIANO BERNINI (M5S) (Vedi RS), LUIGI GALLO (M5S) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS) e PATRIZIA TERZONI (M5S) (Vedi RS).

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, anzitutto la ringrazio per come sta conducendo questa difficile seduta, per la pazienza soprattutto, e mi rivolgo al collega Catalano per chiedergli, magari nel prossimo intervento, se mi poteva spiegare bene come mai vuole eliminare il comma 5 dell'articolo 1, perché a casa mia non ci sono le strade, quindi per me sono cose importanti.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, ancora una volta interveniamo semplicemente per chiedere una cosa. Ancora una volta ci troviamo di fronte – prima la collega parlava forse impropriamente del decreto del «fare» – però io credo che, a parte l'ironia dei colleghi nell'applaudire, vada premiata l'idea del fare come fare cemento, fare asfalto, fare, e non l'associazione Fare Ambiente, che oramai è letteralmente lontana da queste Aule, visto che all'interno di un decreto-legge, come è quello dell'emergenza ambientale, si mette una bretella autostradale, che davvero fatico a comprendere quanto possa rientrare all'interno delle emergenze ambientali. Anche perché, nel momento in cui si va veramente a considerare un discorso autostradale, mi chiedo quando realmente questo Governo comincerà a puntare non più sulla mobilità ma sulla immobilità, quando comincerà realmente a pensare che un ritmo com’è quello attuale...

  FEDERICA DAGA. Signor Presidente, la soppressione del comma 5 dell'articolo 1 è da vedersi non per bloccare l'avvio dei lavori per la bretella identificata come il lotto n. 7, che darebbe un rilancio a tutta l'area industriale posta dietro al porto di Piombino, ma perché i lavori assegnati alla SAT (Società autostrada tirrenica) andrebbero a privatizzare un tratto stradale dove SAT andrà a inserire sicuramente pedaggi, operazione in linea con quanto intende fare sulla statale Aurelia, poco vicina, operazione denominata «truffa tirrenica» dai comitati cittadini toscani e laziali. SAT, in concordia con le istituzioni, non intende valutare la messa in sicurezza del tratto stradale dell'Aurelia così come suggerito dai suddetti comitati. Quando le istituzioni si degneranno di dare voce ed ascolto ai cittadini che vivono nei territori coinvolti ? I lavori partecipati dalla cittadinanza sono sicuramente i migliori.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, mi associo alla collega Daga nel dire che noi, dopo un confronto con i comitati e con i cittadini, vogliamo esprimere la nostra contrarietà alla realizzazione di questa autostrada, un'opera che giudichiamo inutile e dannosa per l'ambiente, per le comunità e per l'economia del territori. Le ragioni che ci spingono a sostegno di questa opinione stanno nel fatto che trasformare l'attuale superstrada in autostrada significa regalare un bene comune ai privati, nel fatto che gli imprenditori privati avrebbero guadagni assicurati senza rischio di impresa e che ai cittadini resterebbero soltanto ricadute negative, dovendo pagare per spostarsi, danneggiando l'indotto turistico e sopportando i rincari delle merci conseguenti al pedaggio. Saranno imposte tariffe assurde, le più care d'Italia per una statale e variante oggi gratuita. È un'opera inutile e insostenibile per la diminuzione dei flussi di traffico. Anche esperti e docenti universitari...

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, concordemente con quanto detto da chi mi ha preceduto, gli onorevoli Daga e Busto, l'emendamento da noi proposto non è dettato tanto dalla nostra linea politica o, piuttosto, la nostra linea politica non ce la inventiamo di sana pianta noi, ma la costruiamo faticosamente andando a sentire i comitati e i cittadini, anche tramite l'aiuto prezioso dei gruppi del MoVimento 5 Stelle locali, che colgo l'occasione di salutare. Di conseguenza, voi, con questo modus operandi, state tagliando fuori non tanto le proposte emendative del MoVimento 5 Stelle, ma le proposte emendative che vengono dalla cittadinanza e dai comitati della zona. Questo è un atto di cui volevo sottolineare la gravità, e vorrei assicurarmi che foste consci di questo. Non state...

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, approfitto della discussione su questo emendamento per riportare il tema delle grandi opere. Anche questo emendamento si inserisce in questo contesto. Il finanziamento alle grandi opere, in qualche modo, si trova sempre. C’è un mescolamento tra grandi e piccole opere, alcune opere possono essere condivisibili, altre no. È inutile fare decreti-legge come questo che prevedono interventi, alcuni anche condivisibili, altri molto meno. Per cui come MoVimento 5 Stelle contestiamo assolutamente questa procedura e nello specifico questo emendamento va proprio nella direzione di dire che per giustificare una bretella poi si dà l'avvio a un'autostrada lunga in tutto quasi 300 chilometri e quindi siamo decisamente contrari e emendamenti del genere seguiranno anche successivamente.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, innanzitutto volevo condividere l'intervento fatto dall'onorevole Frusone, che ho ritenuto molto intelligente e interessante. Ripartendo dall'intervento del collega Zolezzi, volevo riprendere il tema delle grandi opere, perché spesso le opere accessorie a queste grandi opere sono anche peggio. Quindi mi rifaccio anche a delle strade che sono state concepite, anche in Lombardia, di collegamento per l'Expo e che andranno a toccare zone come Seveso, con la Pedemontana, e quindi che andranno a sollevare problemi di inquinamento, di diossina di territori che sono già stati toccati nel profondo. Mi riferisco anche a territori come Paderno Dugnano, che verrà toccato dalla Rho-Monza, dove verrà costruita un'opera colossale in mezzo alle case, a poca distanza da dove vivono molti bambini, dove ci sono molte scuole. Diciamo che con queste opere accessorie...

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, vorrei porre l'attenzione dell'Aula sul fatto che la nostra Italia è piena di cantieri stradali incompiuti da anni. E per questo non capiamo il motivo per cui bisogna inserire la realizzazione di questo intervento infrastrutturale nel decreto-legge. Contenziosi legali, indecisioni sul tracciato, finanziamenti latitanti: in Italia c’è sempre un motivo per aprire un cantiere stradale e lasciarlo incompiuto. Giusto per rinfrescare la memoria di tutti noi, mi piacerebbe ricordare alcune di queste famose opere incompiute: partendo dai ponti di Napoli, che si perdono nel nulla, fino alla galleria mai terminata che collega Porlezza al valico con la Svizzera; dalla strada statale jonica 106 Taranto-Reggio Calabria all'autostrada A18 Gela-Siracusa; dalla nuova strada statale 125 Cagliari-Ogliastra all'autostrada A33 Asti-Cuneo...

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, il disegno di legge oggi all'esame reca disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino e di contrasto ad emergenze ambientali. Bene, analizzando il comma 5 dell'articolo 1 – come già detto dal mio collega Catalano – non riscontriamo alcuna emergenza ambientale. Quindi io voterò a favore di questo emendamento per sopprimere il comma 5 e, soprattutto, voglio ragionare sulle urgenze. Quali sono le urgenze di questo Governo ? Quali sono le disposizioni urgenti ? Non sono forse la scuola, la cultura, il ripristino degli 8,4 miliardi di euro tolti nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? No, per questo Governo le disposizioni urgenti sono l'Expo, sono la TAV, sono le infrastrutture, le autostrade. Quindi, vorrei ragionare su questo e vorrei far ragionare tutti.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, stiamo discutendo dell'emendamento Catalano 1.8. Si tratta di un emendamento molto semplice, ma di fondamentale importanza. Infatti, tale emendamento tratta della soppressione del comma 5 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame.
  La soppressione di tale comma impedirebbe di fatto la privatizzazione della strada statale n. 398 ed eviterebbe di far sembrare un'emergenza procedurale come un'emergenza ambientale quando evidentemente non lo è e sono le altre emergenze ambientali in questo Paese. Ma ci terrei a leggere quanto il collega Brescia non ha letto a causa della mancanza di tempo: «Al fine di consentire la realizzazione degli interventi infrastrutturali destinati all'area portuale di Piombino, il CIPE, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, delibera in ordine al progetto definitivo...

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, colleghi, leggo qui di seguito un'altra delle motivazioni per le quali chiediamo l'abrogazione del comma 5. La Repubblica, l’house organ del PD come alcuni organi di stampa riportano, riporta a sua volta: «Arrivano la finanza e i costruttori “rossi” a spingere la realizzazione della Tirrenica. Lo fanno entrando massicciamente nel capitale di Sat, la società che dovrebbe realizzare la nuova autostrada incagliata in opposizioni municipali e ambientaliste». Tralascio qui alcuni punti: la sua partecipazione viene poi concessa a Banca Monte Paschi di Siena, Holcoa (holding di concessionarie autostradali creato proprio per entrare in Sat dai costruttori emiliani di Ravenna e Unieco, Cooperare e Ugf Merchant che è la banca d'affari del gruppo bolognese Unipol) e ancora Vianco (partecipata al 100 per cento da Vianini Lavori del Gruppo – guarda guarda – Caltagirone, il cui patron è a sua volta socio di...

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, l'emendamento che stiamo trattando recita semplicemente: «sopprimere il comma 5».
  Sopprimere il comma 5 è fondamentale perché va nell'ottica della protezione del suolo, del territorio. Il suolo è una risorsa non recuperabile: una volta che si costruisce un palazzo, un centro commerciale o una strada, come in questo caso, quel territorio è perso per sempre. Quello che resta però, quindi il palazzo, la strada, il centro commerciale, sarà un costo per le generazioni future, per i nostri figli che dovranno pagare la manutenzione di quello che resta sul territorio. Questa pratica, quello che fanno le amministrazioni locali è semplicemente di svendere un bene comune, un bene di tutti come il suolo e il territorio per pagarsi i «buffi». Quindi, d'ora in avanti, quando pensiamo di svendere un bene di tutti per pagarsi...

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, l'emendamento Catalano 1.8 vuole sopprimere il comma 5 che recita: »Al fine di consentire la realizzazione degli interventi infrastrutturali destinati all'area portuale di Piombino, il CIPE, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, delibera in ordine al progetto definitivo relativo al lotto n. 7 – tratto tra l'intersezione della strada statale 398 fino allo svincolo di Gagno – compresa nella bretella di collegamento al porto di Piombino, parte integrante dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia, approvato con delibera CIPE n. 85/2012 del 3 agosto 2012, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 2012. L'impegno finanziario per la realizzazione del lotto n. 7 – tratto tra l'intersezione della strada statale 398 fino...

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, in relazione a questo emendamento concentrerei l'attenzione intanto sempre su queste opere di cementificazione selvaggia. Tra l'altro riallacciandomi a quanto già detto e sottolineato dalla collega Dieni, ci sono zone dell'Italia che hanno collegamenti autostradali molto carenti i cui appalti sono una questione molto annosa. Si sono succeduti di Governo in Governo promesse di completamento.
  Pertanto è assurdo pensare che queste opere di cementificazione non risolvano neanche poi il completamento di tratte già iniziate. Quindi comunque...

  ARIS PRODANI. Signor Presidente, visto che stiamo parlando di infrastrutture autostradali, vorrei portare l'esempio della situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo per la realizzazione della terza corsia dell'A4. Il 5 settembre 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi emette un'ordinanza con la quale nomina il commissario delegato per le emergenze in A4 nella tratta Quarto d'Altino-Trieste e nel raccordo Villesse-Gorizia. Un'ordinanza del 6 maggio 2009 stabilisce che i poteri del commissario vengano estesi. Le procedure abbreviate sono utilizzabili anche per la realizzazione delle opere sulla viabilità ordinaria, consentendo così l'apertura più rapida dei cantieri. Lo stato di emergenza viene prorogato una prima volta nel dicembre 2009 per un anno, una seconda nel 2010 ancora per un anno, una terza nel 2011 sempre per un anno e infine nel 2012 una quarta volta. In quest'ultimo caso, però, la nomina è vincolata al ruolo, ovvero il presidente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia è anche commissario. La nuova proroga ha una validità biennale e quindi fino alla fine del...

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, mi permetto di richiamare l'attenzione dell'Aula veramente sull'importanza della soppressione del comma 5, perché non vorrei e non vorremmo che succedesse come è successo con la superstrada pedemontana veneta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Cosa è successo ? Che nell'ultimo decreto del fare del Governo è stato inserito un finanziamento di questo progetto, che in realtà dovrebbe essere realizzato in project financing e quindi pienamente autofinanziato; invece, l'assessore Chisso e l'ingegnere Vernizi, commissario, si sono recati col cappello in mano dal Governo a chiedere i soldi per la realizzazione di quest'opera, perché evidentemente non trovano il finanziamento da parte delle banche per questo tipo di opera. Ecco, non vorremmo che anche in questo caso si ripetesse un episodio del genere e poi ci troviamo nel «decreto del fare» 5 miliardi per le infrastrutture stradali venete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente e colleghi, in questo decreto-legge non vi è la minima traccia di misure di tutela di un settore strategico per l'economia italiana che è l'agricoltura. L'agricoltura, se adeguatamente stimolata, rappresenterebbe il volano per una sicura ripresa economica, altro che cemento, ferro e le solite cose a cui siamo abituati. Mi riferisco all'agricoltura locale e nazionale, a quella dell’hinterland di Piombino, all'agricoltura toscana. Non vi è traccia, in questo decreto-legge...

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, il progetto SAT dell'autostrada tirrenica prevede la costruzione di nuovi tratti in zone di alto pregio ambientale, ove già si tenta di trasformare la superstrada in autostrada a pagamento. Ora io mi chiedo se qui in quest'Aula, nella formazione politica del PD, ci siano ancora persone e deputati ambientalisti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse ce ne sono fra i suoi elettori di ambientalisti, forse sì. Italia Nostra Toscana e Lazio, coordinamento no-SAT, coordinamento comitati e associazioni ambientali tosco-laziali hanno incontrato i deputati del MoVimento 5 Stelle delle Commissioni ambiente e trasporti ed hanno esposto alcuni degli aspetti controversi di quest'opera. Un bene comune viene regalato ai privati.
  L'impatto ambientale a sud di Grosseto è insostenibile. Sono garantiti i guadagni privati eliminando il rischio d'impresa. I cittadini pagheranno...

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io mi sono convinto, ascoltando i miei colleghi, che forse in parte non hanno ragione, perché effettivamente quest'opera è utile, è molto utile. È utile, come sempre in Italia, a privatizzare i profitti e socializzare le perdite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché tra i quattro azionisti della SAT troviamo, come hanno detto i miei colleghi, Monte dei Paschi, Autostrade Spa e altre società che, evidentemente, con questa opera faranno grandi profitti. Mi sono anche convinto dell'utilità di questa opera perché è stata fatta in piena trasparenza tant’è che la convenzione ANAS-SAT è pubblicata su tutti i siti. Io, infatti, sono andato a cercarla e l'ho trovata subito, sia sul sito della SAT, sia su quello di ANAS, sia su quello del Ministero. È pubblicata, potete vederlo, se riuscirete a trovarla. Altra cosa che mi ha fatto convincere della bontà di quest'opera è il fatto che, evidentemente, non c’è nessuna emergenza ambientale e, cioè, quest'opera effettivamente non attraversa il Parco nazionale della...

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, nel 1993 si parla di 81,6 miliardi di lire per il tratto Fabriano-Sassoferrato dell'asse pedemontano-marchigiano di 12 chilometri. Gennaio 2008: il sindaco di Fabriano di quell'epoca, del PD, ancora induce fiducia dicendo che il tratto sarà terminato. 2013: nulla. 82 miliardi di lire persi, territorio rovinato e una galleria finita a metà. Ora parliamo del tratto Cecina-Civitavecchia. Nel 2010, per questo tratto, è stato convocato proprio il SAT all'interno dell'VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici. Parliamo del 2010, oggi siamo nel 2013. Penso che qua sia una questione che qualcuno non sappia portare avanti i lavori pubblici, quindi bisogna che iniziamo ad essere più concreti all'interno, e non mettere tutte queste cose all'interno di decreti, spiattellare lì cose, lasciare parole come prima che non si può mettere un...

  Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  DIEGO DE LORENZIS. Certo Presidente, l'articolo 29. Dato che lei conosce benissimo il Regolamento, saprà anche di cosa parla e, cioè, che la Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente. Invito, pertanto, la Presidenza, visti i tempi di discussione e di dibattito...

  PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, non è che un richiamo al Regolamento possa essere su qualunque cosa. Dovrebbe essere un richiamo al Regolamento relativo alla seduta che stiamo svolgendo...

  Intervengono inoltre sull'emendamento Catalano 1.8 i deputati CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), EMANUELE SCAGLIUSI (M5S) (Vedi RS), FEDERICO D'INCÀ (M5S) (Vedi RS) e MIRELLA LIUZZI (M5S) (Vedi RS).

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, veramente io pensavo a quanto sono ingenui questi del MoVimento 5 Stelle e a come fa il mio collega Catalano a presentare un emendamento per la soppressione del comma 5 dell'articolo 1 di questo decreto-legge, perché andrebbe a sopprimere uno degli affari più splendidi che sponsorizzano il PdL e il PD. In altre parole, non sai, caro collega Catalano, che Antonio Bargone, il presidente della SAT, è uno dei grandi sponsor di D'Alema. Come fai a non sapere queste cose ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo sapranno sicuramente anche i colleghi del PD, lo sapranno i civatiani, i veltroniani, i bersaniani, i turchiani, i franceschiniani, lo sanno tutti, è inutile presentare questo genere di emendamenti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E poi come è assurdo, come è assurdo...

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, volevo ricordare che i comitati cittadini, accompagnati da esperti e docenti universitari, hanno palesato l'assoluta inutilità e l'enorme danno di quella che è stata definita la truffa tirrenica, il progetto SAT dell'autostrada tirrenica, che prevede la costruzione di nuovi tratti in zone di alto pregio ambientale e, ove già esistente, di trasformare la superstrada in un'autostrada a pagamento. Con quest'opera un bene comune viene regalato ai privati. L'impatto ambientale a sud di Grosseto è insostenibile. Sono garantiti guadagni privati eliminando i rischi d'impresa.
  I cittadini pagheranno un nuovo insostenibile dazio per spostarsi e rincareranno i costi delle merci; il tutto senza alcun miglioramento reale del servizio. Saranno imposte le tariffe più care d'Italia per una strada oggi gratuita. La diminuzione dei flussi di traffico non giustifica...

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, solo per poter dare una definizione di quella che è l'autostrada nel Veneto e di quella che è la struttura della pedemontana veneta, visto che il mio collega, prima, ha voluto, appunto, parlarne, e io stesso do un mio contributo.
  Si è detto il project financing: ma il project financing è quello che possiamo dire un debito occulto, un debito costruito attraverso società che sono società pubbliche in diritto privato. E questa è una problematica che ci ritroveremo, soprattutto noi giovani, noi del MoVimento 5 Stelle, tra venti, trent'anni, con un debito occulto di 300 miliardi di euro. Non so se avete capito questa cifra: 300 miliardi di euro in più. Questa è una cifra importante ed è questo che ha portato non solo me come primo firmatario, ma la Commissione ambiente, a presentare una mozione, un progetto di legge, per poter normare in maniera migliore il project financing; perché diventa veramente ciò che può essere una spada di Damocle sul futuro di noi giovani.

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, invito a votare favorevolmente alla soppressione del comma 5 dell'articolo 1.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Rinvia il seguito del dibattito alla seduta di domani, che avrà inizio dopo la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata per le 9,30.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catalano 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, per significarle e lasciare agli atti che il nostro gruppo, noi non capiamo questa sospensione, questo rinvio a domani. Noi eravamo disposti, come era già previsto, fra l'altro, nella calendarizzazione a proseguire in seduta notturna per portare avanti ed approvare questo provvedimento, nel rispetto di quelle che sono le prerogative dell'opposizione di fare quello che ha fatto fino adesso. Se qualcuno, poi, domani inizia a mettere in dubbio il fatto che il nostro comportamento può essere lesivo per la conversione in legge di questo decreto, sarà meglio che, poi, noi rinviamo al mittente eventuali accuse di questo tipo. Perché sono proprio questo tipo di sospensioni che, poi, mettono a rischio quella che è la conversione del decreto, non il nostro atteggiamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pini. Non so se su questo argomento ci sono altri interventi perché se non ce ne sono altri intanto rispondo, poi do la parola ad altri su altri argomenti. Onorevole Pini, onorevole Pini, onorevole Pini ! Onorevole Pini è interessato ad avere una risposta ? Bene, gliela sto per dare. Sto parlando con lei.
  La seduta come normalmente accade è prevista con eventuale prosecuzione notturna. Proprio perché non c’è alcun tipo di straordinarietà, stiamo svolgendo regolarmente i nostri lavori, concedendo ovviamente, come di diritto, all'opposizione di svolgere i suoi interventi, ci siamo soltanto riconvocati, come accade sempre domani, dopo la Conferenza dei presidenti di gruppo, per consentire ai presidenti di gruppo di partecipare alla Conferenza e poi di venire in Aula per la prosecuzione dei lavori. Quindi non c’è nulla di straordinario, siamo nella piena normalità.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo. (Vedi RS)

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 20,02).

  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e PATRIZIA TERZONI (M5S) (Vedi RS), nonché, per sollecitare la risposta a suoi atti di sindacato ispettivo, il deputato GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS).

  EMANUELE FIANO. Presidente, volevo solo fare memoria qui, come mi è capitato altre volte, di episodi che avvengono e di cui a volte non capiamo come mai avvengano. Nei giorni scorsi a Milano c’è stato un maxiraduno di bande e di band neonaziste; centinaia di persone che in una zona periferica di Milano, a Rogoredo, si sono riunite in un capannone privato, lo sottolineo perché pare che questo fatto cambi la natura dell'evento, per ascoltare gruppi musicali di cui noi conosciamo i testi delle canzoni.
  Questi sono testi che inneggiano alla discriminazione razziale, sono testi che, a volte, inneggiano alla discriminazione contro gli omosessuali, contro gli ebrei, contro gli stranieri, contro i neri, che a volte inneggiano alla violenza. Tra di loro vi sono gruppi che provengono dagli Stati Uniti, dall'Inghilterra, dalla Germania. Penso che sia una vergogna che in un Paese civile e democratico ci si possa riunire per ascoltare, ai giorni nostri, delle band musicali che si rifanno alle peggiori ideologie del secolo scorso, alle ideologie naziste e alle ideologie fasciste. Purtroppo sembra che, a norma vigente, chiunque possa, in una struttura privata, svolgere un'iniziativa del genere. Mi batterò sempre, in quest'Aula e in ogni dove perché comunque, di chiunque sia la struttura dove si svolgono questi concerti, nel nostro Paese non si possano svolgere manifestazioni dove idee razziste, discriminatorie, violente, neonaziste e neofasciste vengano diffuse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, volevo solo mettere a conoscenza che da questa mattina, alle 5, un vastissimo incendio sta distruggendo l'impianto di incenerimento rifiuti Snia situato alla periferia di Anagni, in località Castellaccio. Alte fiamme hanno avvolto l'impianto e decine di squadre di vigili del fuoco stanno lavorando per contenere i danni, anche se le operazioni restano difficili.
  È stata chiusa la scuola materna di San Bartolomeo ad Anagni. Il sindaco di Anagni ha così deciso di sospendere l'attività nella scuola materna che si trova al confine con Castellaccio. Ho voluto leggere questo perché – a parte il fatto della tragedia – una scuola materna deve essere chiusa e viene chiusa perché vicina a un impianto di incenerimento. Vogliamo qui ribadire la nostra posizione, in quanto questi impianti, come centrali a biogas e biomasse, inceneritori e cementifici, attualmente non possono stare vicino a centri abitati, specialmente scuole e ospedali. Per questo volevo sollecitare il Governo e la Presidenza a chiedere al Governo, la risposta a due nostre mozioni, una per l'abrogazione dell'uso dei CSS all'interno di cementifici, perché diventerebbero inceneritori di rifiuti, e l'altra sulle linee da usare per costruire impianti a biogas e biomassa.

Ordine del giorno della seduta di domani. (Vedi RS)

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  La seduta termina alle 20,05.