Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Relazione annuale dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2012
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE    Numero: 10
Data: 10/10/2013
Descrittori:
DEMOCRAZIA   DIRITTI DELL'UOMO
UNIONE EUROPEA     

10 ottobre 2013

 

n. 10

Relazione annuale dell’UE sui diritti umani
e la democrazia nel mondo nel 2012

 

Tipo di atto

Relazione

Data di adozione

6 giugno 2013

Settori di intervento

Diritti umani - Relazioni esterne dell’UE

Esame presso le istituzioni dell’UE

Avviato presso il Parlamento europeo

Assegnazione

29 maggio 2013 – III Commissione affari esteri e comunitari

Segnalazione da parte del Governo

No

 


Finalità/Motivazione

La relazione annuale sui diritti umani e la democrazia per il 2012, adottata dal Consiglio dell’UE il 6 giugno 2013, illustra le attività dell’UE nell’ambito della tutela dei diritti umani e la promozione della democrazia nel mondo nel corso del 2012.

La relazione è stata presentata dall’Alto Rappresentante e vicepresidente della Commissione europea (VP/AR), Catherine Ashton, ed è articolata in una parte tematica ed una parte contenente le relazione per singolo paese.

A partire da quest’anno, la relazione dà anche conto dello stato di attuazione del Quadro strategico dell’UE su diritti umani e democrazia adottato il 25 giugno 2012, con annesso piano d’azione.

Contenuti

La relazione annuale sui diritti umani e la democrazia ricorda che nel corso del 2012 è stato adottato il Quadro strategico dell’UE su diritti umani e democrazia, è stato nominato un rappresentante speciale per i diritti umani, Stavros Lambrinidis, che ha il compito di assicurare la coerenza, efficacia e visibilità della politica dell’UE in materia di diritti umani e l’UE ha ricevuto il Premio Nobel per la pace.

Gli obiettivi del Quadro strategico sono: tutelare i diritti umani nelle politiche interne ed esterne dell'UE; promuovere l’universalità dei diritti umani; perseguire obiettivi coerenti; attuare le priorità dell’UE in materia di diritti umani; lavorare con partner bilaterali e con le istituzioni multilaterali.

Il piano d’azione allegato al quadro strategico copre il periodo fino al 31 dicembre 2014 e prevede 97 azioni sotto 36 capitoli, coinvolgendo Commissione e Stati membri che sono responsabili congiuntamente della attuazione.

Stato di attuazione del Quadro strategico

La relazione segnala che sono stati compiuti progressi significativi nel conseguimento della maggior parte degli obiettivi previsti dal piano d'azione che dovevano essere attuati entro la fine del 2012.

In particolare: sono state adottate misure per rendere sistematico il seguito delle missioni di osservazione elettorale dell'UE; è stato adottato un elenco dei paesi e regioni prioritari per i partenariati nella lotta contro la tratta di esseri umani; l'UE ha svolto un'ampia attività di lobbying per promuovere la risoluzione 67/206 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per la moratoria sulla pena di morte; in ciascuna missione dell'UE sono stati nominati punti focali per i diritti umani e funzionari di collegamento dell'UE per i difensori dei diritti umani; sono stati avviati i lavori per la messa a punto di orientamenti sulla libertà di religione o di credo (poi adottati nel giugno del 2013).

La relazione ricorda che nel 2012 il Consiglio dell’UE ha approvato 48 strategie per paese in materia di diritti umani, elaborate dalle delegazioni dell’UE in stretta collaborazione con le missioni degli Stati membri.

L'UE ha reso i suoi metodi di lavoro sui diritti umani più efficienti e sistematici: tutti i 140 uffici e delegazioni dell'UE e tutte le 15 missioni e operazioni PSDC dispongono di punti focali per i diritti umani e la democrazia. Inoltre, sono stati nominati funzionari di collegamento per i difensori dei diritti umani in 101 paesi. Il Gruppo "Diritti umani" del Consiglio dell’UE (COHOM) ha aumentato le sue riunioni.

Il COHOM riunisce rappresentanti degli Stati membri dell'UE, della Commissione europea e del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ed è responsabile dello sviluppo e dell'attuazione strategici della politica dell'UE nel settore dei diritti umani e della democrazia, compresi i vari orientamenti dell'UE in materia di diritti umani, i dialoghi sui diritti umani e le consultazioni con i paesi terzi.

Nell'aprile 2012 è stato istituito tra il Parlamento europeo e il SEAE un gruppo di contatto ad alto livello sui diritti umani perché agisca come sede di scambi regolari tra i membri del Parlamento e gli alti funzionari del SEAE su questioni relative ai diritti umani.

Società civile

La relazione registra con preoccupazione la tendenza al restringersi dello spazio disponibile per la società civile in molti paesi terzi, spesso imputabile alla determinazione di impedire la diffusione delle rivoluzioni ispirate alla primavera araba, combinato con la consapevolezza del crescente potere di Internet di stimolare sfide ai regimi repressivi. Le organizzazioni della società civile hanno dovuto affrontare gravi limitazioni alla libertà di espressione e associazione.

Attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), l'UE ha continuato a promuovere lo sviluppo di una società civile attiva e indipendente in tutto il mondo, fornendo sostegno finanziario a difensori dei diritti umani e attivisti della società civile in più di 100 paesi.

Nel 2012 l’EIDHR ha finanziato circa 500 nuovi progetti, che vanno a formare l'attuale portafoglio di 2500 progetti in corso in tutto il mondo, in quattro settori di attività: capacità dell'UE di affrontare le situazioni più difficili e reagire alle emergenze nel campo dei diritti umani; sviluppo di una società civile efficiente nella difesa della democrazia; campagne tematiche su pena di morte, impunità, accesso alla giustizia, tortura e maltrattamenti, diritti dei minori, diritti delle donne, diritti socio-economici e culturali, libertà fondamentali, misure contro la discriminazione e disabilità; promozione e sostegno della democrazia partecipativa e rappresentativa.

Il sostegno alla società civile è stato un elemento fondamentale della politica di vicinato dell'UE. A tal fine l'UE ha creato lo strumento per la società civile, stanziando 22 milioni di EUR per il 2012 e il 2013 a sostegno della società civile nel vicinato meridionale.

Nel corso del 2012 è stato istituito il Fondo europeo per la democrazia, come fondazione autonoma di diritto privato, al fine di sostenere gli attivisti per la democrazia che lottano per una transizione democratica nel vicinato europeo. Il fondo integra gli strumenti esistenti dell'UE fornendo un sostegno rapido e flessibile alle ONG non registrate e gli attori emergenti per la democrazia che attualmente hanno un accesso limitato al sostegno dell'UE.

Per quanto riguarda il partenariato con il vicinato meridionale, nel 2012 l’UE ha messo in pratica il principio che era stato adottato nel 2011 "più progressi, più aiuti" - che prevede la fornitura di maggiore sostegno ai paesi partner impegnati nella costruzione di una democrazia radicata e sostenibile - con stanziamenti per il sostegno al partenariato, alle riforme e alla crescita inclusiva, pari a 390 milioni di EUR per il 2011-2012. Inoltre l'UE e il Consiglio d'Europa hanno adottato un programma comune di rafforzamento della riforma democratica nel vicinato meridionale, che consentirà ai paesi del vicinato meridionale di avvalersi delle competenze del Consiglio d'Europa nella tutela dei diritti umani e della democrazia.

L'UE ha istituito un programma regionale per i diritti delle donne nella regione del vicinato meridionale, inteso a emancipare le donne dal punto di vista economico e politico e che sarà attuato dall'organismo delle Nazioni Unite UN Women. Il piano d’azione dell’UE sulla parità tra uomini e donne e l’emancipazione femminile nello sviluppo (2010-2015) prevede inoltre impegni per la Commissione, il SEAE e gli Stati membri in materia di sostegno ai paesi in via di sviluppo per migliorare la parità dei diritti e l’emancipazione femminile.

L'UE ha adottato provvedimenti nel tentativo di assicurare la tutela dei diritti umani e impedire le violazioni del diritto umanitario internazionale in situazioni di conflitto armato, in particolare in Siria e Mali.

La promozione dell’universalità dei diritti umani

L'UE ha continuato a operare per promuovere l'universalità dei diritti umani e contestare - in sede di Consiglio dei diritti umani - l'introduzione di concetti che ne compromettono il rispetto dell'universalità. L'UE incoraggia i paesi terzi a ratificare i trattati internazionali in materia di diritti umani, i trattati internazionali sul diritto umanitario e lo statuto di Roma della Corte penale internazionale.

Per quanto riguarda la libertà d'espressione, l'UE ha ripetutamente condannato le restrizioni della libertà di espressione e dell'accesso a Internet, così come l'arresto di blogger in taluni paesi terzi, anche in consessi multilaterali.

Nell’ambito della libertà di religione o di credo, la relazione esprime preoccupazione per i numerosi casi di intolleranza e discriminazione, sotto forma sia di aggressioni fisiche a membri di determinate comunità religiose sia di pratiche o legislazioni discriminatorie.

Il 24 giugno 2013 il Consiglio dell’UE ha adottato gli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo.

In tema di lotta contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale o l'identità di genere, l’azione dell'UE è stata volta ad assicurare che i medesimi diritti umani siano applicati a tutti nel mondo senza discriminazioni.

Il 24 giugno 2013 il Consiglio dell’UE ha adottato gli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.

L'UE ha sottolineato l'importanza che attribuisce ad assicurare il pieno rispetto dei diritti umani nella lotta contro il terrorismo.

Nel 2012 l’UE ha adottato orientamenti riveduti conto la tortura, che sottolineano l'esigenza di assicurare un'adeguata attuazione delle raccomandazioni del comitato contro la tortura delle Nazioni Unite ed evidenziano la proibizione della tortura e dei maltrattamenti nella lotta contro il terrorismo.

Il Consiglio dell'UE ha adottato il 6 dicembre 2012 un elenco di paesi e regioni con cui intensificare la cooperazione nella lotta contro la tratta di esseri umani.

Si tratta in particolare di:

a)      paesi specifici: Albania, Brasile, Cina, Repubblica Dominicana, Marocco, Nigeria, Federazione russa, Turchia, Ucraina e Vietnam;

b)      regioni prioritarie: paesi candidati e potenzialmente candidati dei Balcani occidentali, paesi che rientrano nella politica europea di vicinato, sia del partenariato orientale che del Mediterraneo meridionale;

c)       paesi CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi) (in particolare Paraguay e Colombia);

d)      regione della Via della seta (in particolare l'India);

e)      paesi del sudest asiatico (in particolare Tailandia, Laos, Cambogia e Filippine);

f)        Africa occidentale (in particolare Sierra Leone).

La tutela delle minoranze è una delle questioni chiave nel quadro dei criteri politici di Copenaghen per l'adesione all'UE. I risultati dei paesi candidati e potenziali candidati in materia di protezione delle minoranze continuano ad essere valutati nelle relazioni presentate dalla Commissione europea.

Nel 2012 è stata condotta una campagna a livello mondiale per promuovere la ratifica dei due protocolli facoltativi alla Convenzione sui diritti del fanciullo e della convenzione 182 dell'OIL relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile.

L'UE ha continuato a sostenere i processi elettorali in tutto il mondo tramite l'invio di missioni di osservazione elettorale e di missioni di esperti elettorali: nel corso del 2012 l'UE ha inviato complessivamente 13 missioni di osservazione elettorale e di esperti elettorali.

La relazione sottolinea come anche i diritti economici, sociali e culturali costituiscano parte integrante della politica esterna dell'UE in materia di diritti umani. L'UE ha regolarmente sottolineato l'esigenza di integrare diritti umani, governance, democrazia e stato di diritto nel quadro degli obiettivi di sviluppo del millennio post 2015. All’interno del SEAE sono stati avviati lavori per assicurare una maggiore copertura dei diritti economici, sociali e culturali.

Nel 2012 l’UE ha adottato il programma di cambiamento che attribuisce alla promozione dei diritti umani, alla buona governance e alla democrazia un ruolo centrale nella cooperazione allo sviluppo dell'UE. Saranno istituiti collegamenti più forti tra sovvenzioni e prestiti dell'UE per lo sviluppo e la promozione dei diritti umani e della democrazia. L'assistenza allo sviluppo da parte dell'UE sarà adeguata a seconda dei progressi compiuti dai paesi terzi in relazione all'impegno in materia di diritti umani, democrazia e stato di diritto.

Abolizione della pena di morte

Per quanto riguarda la pena di morte, l'UE si è adoperata per sostenere il crescente impulso internazionale contro la pena capitale, attraverso numerosi interventi e dichiarazioni pubbliche nei consessi internazionali. L'UE ha intrapreso un'ampia attività di lobbying per promuovere la risoluzione 67/176 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui si ribadisce l'invito a una moratoria sulla pena di morte. L'UE ha sostenuto numerosi progetti ed eventi della società civile in tutto il mondo con l'obiettivo di rafforzare il sostegno pubblico all'abolizione.

Attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), l'UE è il principale contributore al lavoro delle organizzazioni della società civile che operano nel mondo per l'abolizione della pena di morte. Dal 2007 l'EIDHR ha stanziato all'incirca 20 milioni di EUR per 35 progetti volti a limitare l'uso della pena di morte attraverso l'istituzione di una moratoria e all'abolizione della stessa.

Il Consiglio dell’UE ha adottato il 22 aprile 2013 una versione aggiornata degli orientamenti dell’UE sulla pena di morte, adottati nel 2008.

Rapporti bilaterali

Nel 2012, l'UE ha continuato a prevedere l’inserimento di clausole in materia di diritti umani negli accordi quadro di natura politica con paesi industrializzati e non industrializzati. Nel 2012 sono stati firmati accordi contenenti una clausola relativa ai diritti umani con l'Iraq, il Vietnam, l'America centrale e le Filippine. Nel corso dell'anno si sono tenuti trenta dialoghi e consultazioni in materia di diritti umani, durante i quali sono state sollevate con i paesi partner questioni che destano preoccupazione. Anche alla luce del crescente numero di dialoghi in materia di diritti umani, l'UE è impegnata in un processo di riflessione sulle modalità per avvalersi meglio di tale strumento.

Rapporti multilaterali

A livello multilaterale, l'UE ha continuato a svolgere un ruolo di guida nella promozione dei diritti umani nel quadro del sistema delle Nazioni Unite. In occasione delle tre sessioni del Consiglio dei diritti umani tenutesi nel 2012, l'UE ha presentato risoluzioni su situazioni relative a singoli paesi (Siria, Myanmar/Birmania, Repubblica popolare democratica di Corea e Bielorussia) e risoluzioni tematiche sulla libertà di religione e di credo e sui diritti del fanciullo.

L'UE ha continuato a collaborare strettamente con partner regionali quali l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), l'Unione africana, il segretariato del Forum delle Isole del Pacifico e la Lega araba. È stata rafforzata la relazione con il Consiglio d'Europa adottando priorità per la cooperazione e proseguendo nell'attuazione dei programmi comuni riguardanti lo stato di diritto, la democrazia e i diritti umani, per un importo pari all'incirca a 101 milioni di EUR. In sede di Assemblea generale e di Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite l'UE ha inoltre avviato un dialogo con un'organizzazione tematica quale l'Organizzazione per la cooperazione islamica (OCI).

Relazione annuale: Paesi

Di seguito si riportano in estrema sintesi, per alcune aree regionali e per alcuni paesi le indicazioni della seconda parte della relazione annuale sui diritti umani:

·         Paesi candidati e potenziali candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Kosovo, Montenegro, Serbia e Turchia): si rileva che tali paesi dispongono ampiamente del quadro giuridico necessario per la piena tutela dei diritti umani. Carenze si registrano per quanto riguarda la portata delle norme antidiscriminazione. In molti casi permangono difficoltà riguardanti l'attuazione delle leggi. Spesso occorre rafforzare in maniera significativa le istituzioni nazionali per i diritti umani, così come la gestione, da parte degli organismi incaricati dell'applicazione della legge, di materie quali i reati generati dall'odio e la violenza di genere. L'atteggiamento generale della società verso gruppi vulnerabili quali minoranze etniche, disabili, lesbiche, gay, bisessuali e transgender rimane un problema comune;

·         Paesi del partenariato orientale (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina): nel corso del 2012 l'UE ha intensificato il dialogo e la cooperazione nel settore dei diritti umani con tutti i paesi del partenariato orientale sia a livello bilaterale che multilaterale. L’azione dell’UE è stata volta ad assicurare che le questioni relative alla democrazia e ai diritti umani restino prioritarie nell'agenda del partenariato orientale, attraverso il coinvolgimento della società civile e degli altri attori fondamentali, compresi i parlamenti nazionali, la comunità imprenditoriale, le autorità regionali e locali. In particolare, l’UE mira a promuovere i principi democratici, il buon governo e la stabilità rafforzando i settori fondamentali della governance;

·         Mediterraneo meridionale: a più di due anni dall'avvento della "primavera araba", iniziata con le sommosse popolari in Tunisia e in Egitto, la relazione rileva come situazione nel mondo arabo resti estremamente fluida. Sono emerse significative differenze tra i paesi e all'interno degli stessi. Sebbene nel complesso vi siano progressi nella promozione delle riforme democratiche (ad es. svolgimento di elezioni in linea con le norme democratiche, rafforzamento del ruolo della società civile, maggiore libertà di espressione e di riunione), si sono registrate altresì difficoltà e involuzioni. Si esprime preoccupazione per il rischio di contagio e destabilizzazione dell’intera regione a seguito del conflitto in Siria, nell’ambito del quale l’UE ha operato su diversi fronti: pressioni politiche e diplomatiche, sospensione degli aiuti finanziari e tecnici, sanzioni economiche e politiche nei confronti del regime e dei suoi sostenitori economici e sostegno diplomatico al rappresentante speciale congiunto dell'ONU e della Lega araba, aiuti umanitari alle popolazioni della Siria e ai paesi limitrofi che ospitano profughi siriani. A seguito della crisi libica l'UE ha intensificato la sua cooperazione con la Lega araba. In particolare, in occasione della riunione dei ministri degli Esteri degli Stati membri dell'UE e della Lega araba, tenutasi al Cairo il 13 novembre 2012 è stata adottata una dichiarazione congiunta nelle quale si sottolinea l’impegno per la promozione e la protezione dei diritti umani, tra cui il diritto allo sviluppo economico e sociale, la libertà di espressione e la libertà di religione e credo e si condannano le forme di istigazione all'odio e all'intolleranza. Oltre al dialogo politico, i ministri hanno approvato un programma di lavoro comune relativo alla cooperazione concreta in vari settori, compresi i diritti umani e l'emancipazione femminile;

·         Il dialogo Unione africana-UE sui diritti umani, avviato nel 2008, ha continuato a costituire una sede importante per gli scambi riguardanti gli sforzi volti alla promozione dei diritti umani e della democrazia. Entrambe le parti hanno altresì convenuto di intensificare la cooperazione in settori quali la violenza contro le donne e la libertà di associazione. Nel quadro del partenariato Africa-UE sulla governance e i diritti umani sono stati individuati strumenti per intensificare la cooperazione. Oltre al razzismo sono stati individuati come argomenti di cooperazione i diritti delle donne e dei bambini, i diritti economici, sociali e culturali, la libertà di religione e di credo, la libertà di associazione e la libertà di espressione. L'UE ha continuato a manifestare forti preoccupazioni per le violazioni degli obblighi in materia di diritti umani da parte dell'Eritrea e in numerose occasioni ha esortato il governo a intraprendere iniziative chiare per migliorare la situazione. La libertà di espressione, la libertà di religione e l'applicazione dello stato di diritto, compresi i diritti di proprietà, restano tra i settori di preoccupazione. Nel 2012 l'UE ha inoltre manifestato preoccupazione presso le autorità riguardo al problema della migrazione e della tratta di esseri umani nel Corno d'Africa. In Somalia violazioni legate ai conflitti, inclusi uccisioni, sfollamenti e restrizioni all'assistenza umanitaria, hanno continuato a produrre gravi ripercussioni per i cittadini del paese e rimangono una grande fonte di preoccupazione per l'UE. Estese zone della Somalia centro-meridionale non erano inoltre sotto il controllo del governo centrale, e ciò ha gravemente ostacolato lo stato di diritto in tutto il paese e ha condotto a gravi violazioni dei diritti umani. Secondo le Nazioni Unite, nel 2012 1,3 milioni di persone sono state sfollate all'interno del paese ed entro il luglio 2012 si contavano oltre un milione di rifugiati somali nel Corno d'Africa. La maggioranza degli sfollati interni non dispone di alloggio adeguato, accesso al cibo, assistenza sanitaria, istruzione e vive in condizioni sanitarie precarie. Vivendo in insediamenti di sfollati interni non protetti e sovraffollati, donne e ragazze sono particolarmente esposte a violenza sessuale e basata sul genere ed è spesso loro negato l'accesso all'assistenza da parte dei leader delle commissioni per gli sfollati interni o un adeguato accesso alla giustizia;

·         Russia: la situazione dei diritti umani in Russia è rimasta una questione centrale nelle relazione UE-Russia nel 2012. L’UE ha espresso preoccupazione per la nuova legislazione relativa alle norme sulle manifestazioni, che obbliga le ONG russe che ricevono fondi stranieri a registrarsi come "agenti stranieri", ristabilisce il reato penale di diffamazione e aumenta i controlli su Internet. L'UE teme che la nuova legislazione determini una maggiore pressione sulla società civile e dia luogo a una diminuzione delle attività delle ONG in Russia. I procedimenti, compresi gli arresti e i processi, nei confronti di attivisti dell'opposizione e di leader delle proteste nel periodo delle elezioni e in seguito sono rimasti fonte di preoccupazione per l'UE. L'UE ha continuato a sollecitare la Russia affinché adegui le modalità delle consultazioni sui diritti umani, specie coinvolgendo ministeri e agenzie diversi dal ministero degli affari esteri, incontrando le ONG russe e internazionali a margine delle consultazioni;

·         il Pakistan ha migliorato la sua legislazione in materia di diritti umani. Un settore significativo della nuova legislazione promulgata dal Pakistan è stata la creazione nel maggio 2012 di una commissione nazionale indipendente per i diritti umani. I diritti umani sono una componente fondamentale del dialogo strategico UE-Pakistan avviato nel giugno 2012. Durante la sua visita in Pakistan l'Alto rappresentante ha sottolineato il bisogno di rafforzare le istituzioni democratiche, il buon governo, il rispetto dei diritti umani e le libertà fondamentali e ha manifestato le preoccupazioni dell'UE nei confronti della libertà di religione e di credo, dei diritti delle persone che appartengono alle minoranze, dei diritti delle donne e della pena di morte;

·         In Iran nel 2012 la pena di morte è rimasta una questione di primo piano con 292 esecuzioni annunciate, il cui numero effettivo si teme essere di ben 523. Molte di esse avevano chiare motivazioni politiche ed erano destinate a gruppi di minoranze etniche o religiose. La detenzione arbitraria di attivisti dei diritti umani e blogger ha continuato a essere impiegata come "strumento politico" dal regime. Le restrizioni alla libertà di espressione e informazione sono aumentate, anche tramite il controllo online e le interferenze sui satelliti. L'Unione, tramite numerose dichiarazioni dell'alto rappresentante, ha continuato a esortare l'Iran a rispettare le norme minime internazionali e a istituire una moratoria sul ricorso alla pena di morte. Gli interventi dell'alto rappresentante hanno riguardato inoltre l'incarcerazione di attivisti e leader dell'opposizione, processi iniqui e pene severe contro gli attivisti su Internet. Nonostante le garanzie costituzionali, nel 2012 si è confermata la tendenza alla repressione e alla discriminazione di molti individui appartenenti a minoranze etniche e religiose. Il 23 marzo 2012 l'UE ha aggiornato il proprio elenco delle sanzioni a persone responsabili, direttamente o indirettamente, di gravi violazioni dei diritti umani nel paese. I 78 cittadini iraniani che compongono attualmente l'elenco sono soggetti a congelamento dei beni e divieto di viaggio nell'UE;

·         In Afghanistan il dialogo politico con le autorità si è incentrato sul necessario miglioramento della politica dei diritti umani e sulla relativa attuazione. Tra i settori che destano particolare preoccupazione si annoverano i diritti delle donne e dei bambini, la pena di morte, i rischi per i difensori dei diritti umani, la tortura e la violenza, le detenzioni arbitrarie, la libertà di espressione, la libertà di religione o di credo, la giustizia di transizione e l'impunità. L'UE ha continuato a essere un donatore chiave in Afghanistan. Le iniziative e i progetti della società civile sono stati finanziati mediante lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani, il programma "attori non statali e autorità locali nello sviluppo" e lo strumento per la stabilità. Sono stati avviati 13 nuovi progetti, di cui 6 sono incentrati sulle questioni di genere. Si sono infine avviati i negoziati sull'accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo, nell'ambito dei quali le disposizioni in tema di diritti umani figureranno come elementi fondamentali di tale accordo futuro;

·         nel novembre 2012 l'India ha ripreso le esecuzioni di condanne a morte dopo un'interruzione di 8 anni. L’UE ha rilasciato una dichiarazione in cui ricordava la contrarietà al ricorso alla pena di morte in tutti i casi e in ogni circostanza e sollecitava le autorità indiane a reintrodurre la moratoria sulle esecuzioni come primo passo verso l'abolizione definitiva della pena capitale. La situazione delle donne, in particolare della violenza contro di esse, è riemersa come un tema centrale dopo lo stupro collettivo del 16 dicembre 2012 a Nuova Delhi. Nel settore dei diritti dei minori, l'India ha adottato importanti provvedimenti per l'attuazione delle convenzioni dell'OIL n. 138 (Convenzione sull'età minima per l'assunzione all'impiego del 1973) e n. 182 (Convenzione relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile e all'azione immediata per la loro eliminazione del 1999);

·         nell’ambito del dialogo UE-Cina in materia di diritti umani, svoltosi 29 maggio 2012, sono stati affrontati i seguenti argomenti: diritti delle persone appartenenti a minoranze, trattamento dei rifugiati della Corea del Nord, le elezioni locali, lo stato di diritto e la professione forense, la libertà di espressione, anche tramite Internet, la società civile, il diritto all'alloggio e gli sfratti, la politica del figlio unico. Le autorità cinesi hanno rifiutato di partecipare a una seconda tornata del dialogo nel 2012. Nel corso del 2012 l'UE ha, inoltre, espresso preoccupazione per la serie di immolazioni nel Tibet e ha sollecitato la Cina a garantire che i diritti delle persone appartenenti alla minoranza tibetana, e di altre minoranze siano rispettati. L'UE ha mantenuto la propria preoccupazione riguardo all'ampio ricorso alla pena di morte in Cina, alla segretezza che caratterizza le esecuzioni e alle continue accuse di espianto coatto di organi dai detenuti giustiziati. La tratta di esseri umani è una questione che desta particolare preoccupazione. A tale proposito, l'UE ha iscritto la Cina nell'elenco dei paesi prioritari per la cooperazione in tale settore.

 

Esame presso le Istituzioni dell’UE

La relazione annuale sui diritti umani e la democrazia per il 2012 è all’esame della Commissione affari esteri del PE. Il relatore, Eduard Kukan, ha presentato il 20 agosto 2013 un progetto di relazione che dovrebbe essere approvato dalla Commissione affari esteri il 14 novembre e poi essere sottoposto all’esame dell’Assemblea plenaria il 9 dicembre 2013.

La proposta di risoluzione, in particolare:

·         ritiene che i diritti umani siano al centro delle relazioni dell'UE con tutti i paesi terzi e sottolinea che la politica dell'UE in materia di diritti umani deve essere coerente ed evitare di utilizzare due pesi e due misure nelle politiche esterne;

·         sottolinea il ruolo cruciale svolto dalla società civile nel proteggere e promuovere la democrazia e i diritti umani e ritiene altresì che l'UE debba continuare a sostenere con tutta la propria influenza i difensori della libertà, della democrazia e dei diritti umani in tutto il mondo;

·         osserva che l'attuale piano d'azione per i diritti umani si concluderà a fine 2014; si attende che il VP/AR e il SEAE ingaggino tempestivamente una revisione e lancino consultazioni con gli Stati membri, la Commissione, il Parlamento e la società civile in vista dell'adozione di un nuovo piano d'azione che entri in vigore nel gennaio 2015;

·         appoggia la prassi di inserire clausole sui diritti umani giuridicamente vincolanti negli accordi internazionali dell'UE; ritiene che tali clausole debbano essere incluse anche in tutti gli accordi commerciali settoriali;

·         ritiene essenziale che la politica estera dell'UE affronti adeguatamente i processi di transizione nei paesi terzi e che l'UE dia pieno appoggio ai paesi che hanno esautorato regimi autoritari;

·         esorta l'UE a esigere nel corso dei processi di allargamento una rigorosa applicazione delle disposizioni fondamentali in materia di diritti umani; osserva con preoccupazione che il rispetto dei diritti delle minoranze è uno dei principali problemi individuati nella strategia di allargamento della Commissione europea ed incoraggia gli Stati membri ad avviare un dibattito pubblico sull'accettazione delle minoranze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

XVII legislatura – Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’UE, n. 10, 10  ottobre 2013

Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (' 06 6760.2145 - * cdrue@camera.it)