Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Priorità dell'UE per la 68esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
Serie: Bollettino commissioni    Numero: 8
Data: 17/09/2013
Descrittori:
ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE ( ONU )   UNIONE EUROPEA

17 settembre 2013

 

n. 8

Priorità dell’UE per la 68esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite

Il 24 giugno 2013 il Consiglio ha approvato le priorità dell’UE per la sessantottesima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che aprirà i suoi lavori a settembre 2013, definite intorno ai tre pilastri delle Nazioni Unite (pace e sicurezza; sviluppo sostenibile; diritti umani) e alla riforma dell’organizzazione.

 


Le priorità

Nel corso dell’Assemblea generale, l’UE intende impegnarsi sulle seguenti questioni:

·   seguito e attuazione dei risultati della Conferenza Rio +20 compreso il lavoro sugli obiettivi e il finanziamento dello sviluppo sostenibile;

·   accelerazione dei risultati degli Obiettivi di sviluppo del Millennio e fissazione di un quadro di sviluppo successivo al 2015;

·   promozione dei diritti umani;

·   sostegno alla riforma dell’ONU;

·   pace e sicurezza.

seguito e attuazione dei risultati della Conferenza Rio +20

Il 22 giugno 2012 si è conclusa la Conferenza ONU “Rio+20” (UNCSD) che, a 20 anni esatti dal primo Vertice per la Terra di Rio de Janeiro del 1992, ha approvato un documento politico finale inteso a rafforzare l’impegno politico globale per lo sviluppo sostenibile.

Pur non contenendo impegni vincolanti per i Governi che l'hanno condiviso, il documento esplicita un insieme di dichiarazioni che, per la prima volta in un testo Onu, riconoscono la green economy come uno degli strumenti più importanti per il conseguimento dello sviluppo a lungo termine nel quadro di una gestione sostenibile del capitale naturale, per garantire la creazione di occupazione, e per eradicare la povertà.

Il documento non ha fissato obiettivi specifici delegando ad un gruppo di lavoro l’incarico di avanzare proposte, tuttavia insiste sulla necessità che gli obiettivi siano pochi, ben definiti e rivolti all'azione, applicabili a tutti i Paesi tenendo conto delle circostanze nazionali particolari. Facendo seguito alle indicazioni del documento finale di Rio+20, il 22 gennaio 2013 la 67esima Assemblea delle Nazioni Unite ha istituito un gruppo di lavoro di 30 rappresentanti nominati dagli Stati membri che sottoporrà alla prossima Assemblea generale una proposta relativa agli obiettivi e alle azioni appropriate per realizzarli. Come stabilito nel documento finale, il gruppo di lavoro ha definito autonomamente il suo metodo di lavoro e le modalità per assicurare il pieno coinvolgimento dei soggetti interessati, della società civile, della comunità scientifica e del sistema delle Nazioni Unite, allo scopo di acquisire una diversità di prospettive ed esperienze.

Il testo adottato a Rio+20 inoltre insiste sul rafforzamento del ruolo dell’ONU, stabilendo in particolare che venga istituito un forum intergovernativo di alto livello. Dopo consultazioni informali condotte grazie alla mediazione dei rappresentanti permanenti di Brasile ed Italia,  la 67esima Assemblea generale ha definito il formato e gli aspetti organizzativi del forum che: fornirà la linea politica, gli orientamenti e le raccomandazioni per lo sviluppo sostenibile; verificherà i progressi; garantirà l’integrazione delle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile; assicurerà che vengano prese in considerazione ulteriori sfide.

La prima riunione del forum sarà convocata dal Presidente della 68esima Assemblea generale all’inizio della sessione, per la durata di un giorno ed avrà carattere inaugurale. Le successive riunioni si terranno ogni quattro sotto gli auspici dell’Assemblea generale a livello di Capi di Stato e di Governo, per due giorni all’inizio della sessione; ogni anno sotto gli auspici del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) – per otto giorni, inclusa una sessione di tre giorni a livello ministeriale. Il forum, sotto gli auspici dell’ECOSOC, condurrà revisioni regolari, a partire dal 2016, sull’attuazione degli impegni e degli obiettivi fissati.

Per ciò che riguarda il sostegno finanziario, il documento di Rio+20 segnala la necessità di una significativa mobilitazione di risorse da diverse fonti e di un uso efficace dei finanziamenti, per dare un forte sostegno ai paesi in via di sviluppo dei loro sforzi di promuovere lo sviluppo sostenibile. A tal fine,  è stato concordato di stabilire un processo intergovernativo sotto gli auspici dell’Assemblea generale, con il supporto tecnico del sistema delle Nazioni Unite. Facendo seguito alle conclusioni di Rio, il 21 giugno 2013 è stato istituito un comitato intergovernativo, formato da 30 esperti nominati dai gruppi regionali, che concluderà i suoi lavori entro il 2014. Come stabilito a Rio, il comitato condurrà ampie ed aperte consultazioni con le rilevanti istituzioni finanziarie internazionali e regionali e con altri soggetti interessati per valutare le necessità finanziarie e l’efficacia e la consistenza degli strumenti esistenti.

Nelle conclusioni del 25 giugno 2013, il Consiglio ha confermato la determinazione dell’UE e degli Stati membri a sostenere tutti gli sforzi volti a rafforzare il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile, potenziando nel contempo il ruolo della società civile, in particolare attraverso il citato forum politico ad alto livello sullo sviluppo sostenibile, la riforma del Consiglio economico e sociale e l'istituzione dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente, a partecipazione universale, un passo significativo verso l'obiettivo a lungo termine di trasformare il Programma ambientale dell'Onu (UNEP);

accelerazione dei risultati degli Obiettivi di sviluppo del millennio

Il 2015 è l’anno fissato dalla comunità internazionale per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM). In vista di tale scadenza, il 23 settembre 2013 si terrà una conferenza di revisione dei progressi raggiunti, che in alcuni ambiti sono stati anche consistenti:  l’obiettivo di dimezzare il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile è stata già raggiunto; sono in diminuzione le morti per malaria e HIV mentre è massicciamente aumentata la disponibilità di vaccini anti retro-virali per il trattamento delle infezioni HIV; secondo la Banca mondiale il traguardo consistente nel dimezzare la percentuale di persone in condizioni di povertà estrema è stato raggiunto nel 2010; a livello mondiale le iscrizioni alla scuola primaria sono aumentate in media dell'89%, con opportunità per le bambine attualmente quasi pari a quelle dei bambini. Altri obiettivi sono invece in ritardo: i progressi registrati sono scarsi soprattutto per quanto riguarda il miglioramento della salute materna e l’accesso alle strutture igienico sanitarie.

Del contributo fornito dall’UE al raggiungimento degli OSM la Commissione ha dato conto nel corso del 2010, presentando un piano d’azione in 12 punti per favorire la realizzazione degli obiettivi più in ritardo che l’UE è fermamente impegnata a raggiungere per il 2015; ritiene altresì essenziale che la comunità internazionale prepari il percorso per il post 2015. Da un lato i risultati della Conferenza di Rio hanno visto emergere il concetto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e pongono il tema della loro conciliazione con il processo post 2015. Dall’altro, il panorama politico ed economico mondiale si è significativamente modificato negli anni recenti: si è verificata la crescita di economie emergenti; è aumentata la disparità tra i paesi in via di sviluppo; il PIL pro capite di alcuni paesi a medio reddito ha superato quello di alcuni Stati membri dell’UE. Inoltre nuovi attori sono emersi nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, inclusi attori privati.

La Commissione europea

Come contributo a tale riflessione, il 27 febbraio 2013 la Commissione ha presentato la comunicazione “Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile (COM (2013) 92)” che propone un approccio comune all'attuazione degli obiettivi di sviluppo del millennio, all'agenda per lo sviluppo post 2015 e all'attuazione del documento finale della Conferenza di Rio+20, con il preciso obiettivo di offrire un'esistenza dignitosa per tutti entro il 2030.

Nella comunicazione, la Commissione ha proposto che l'Unione propugni i seguenti principi nelle discussioni sul quadro post 2015:

-   il quadro dovrà essere universale in quanto a aspirazioni e portata, con obiettivi rivolti a tutti i paesi, incentrati sull'eliminazione della povertà in tutte le sue dimensioni. Gli obiettivi dovranno rappresentare un livello minimo di standard di vita sotto il quale, al massimo entro il 2030, nessuno dovrà più trovarsi. Il quadro dovrà abbracciare le dimensioni economica, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile; dovrà poi trattare di giustizia, uguaglianza e equità, soffermandosi su questioni relative a diritti umani, democrazia e Stato di diritto, sull'empowerment delle donne e la parità di genere. Il quadro dovrà infine trattare di pace e sicurezza, ampliando quanto già realizzato in materia di obiettivi per il consolidamento della pace e delle istituzioni;

-   gli obiettivi dovranno essere in numero limitato e universalmente applicabili, concepiti su misura, operativi in ambito nazionale e particolarmente attenti alle esigenze degli Stati fragili. Gli obiettivi dovranno essere elaborati in modo da tener conto di dati e studi scientifici e prevedere traguardi e indicatori misurabili;

-   la responsabilità per il conseguimento dei risultati auspicati ricade in primo luogo sugli Stati, che potranno ricorrere a partenariati tra paesi e parti interessate. Occorrerà mobilitare tutte le risorse necessarie, nazionali e internazionali, pubbliche e private. Il quadro dovrà essere elaborato e messo in atto in stretta collaborazione con i settori della società civile interessati, soprattutto il settore privato;

-   il quadro dovrà essere coerente con gli obiettivi e i traguardi concordati a livello internazionale, come quelli su cambiamenti climatici, biodiversità, riduzione del rischio di catastrofi, e con le strategie per la protezione sociale di base. In particolare dovrà essere assicurata la coerenza con le tappe fondamentali verso lo sviluppo sostenibile.

Il Consiglio

Tali principi sono stati ripresi dal Consiglio nelle sue conclusioni del 25 giugno 2013, in cui viene ribadito che l'impegno per la più ampia agenda post 2015 è da annoverarsi fra le più importanti priorità dell'UE e dei suoi Stati membri, che intendono svolgere un ruolo pieno e attivo nella definizione del quadro post 2015 e lavorare in maniera inclusiva con tutti i partner, società civile, istituzioni scientifiche e centri di conoscenza, autorità locali, settore privato e parti sociali compresi, nell'individuazione dei settori prioritari del quadro stesso. Il Consiglio incoraggia l'UE e i suoi Stati membri, comprese le delegazioni dell'UE nei paesi terzi, a continuare a intrattenere un dialogo regolare e a portare avanti la sensibilizzazione su questi temi. Il Consiglio sottolinea inoltre che il quadro dovrebbe riconoscere che l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile sono sinergici e interconnessi e dovrebbe pertanto essere conforme e di sostegno agli altri impegni, obiettivi e traguardi internazionali quali quelli in materia di cambiamenti climatici e perdita di biodiversità. 

promozione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto

La tutela dei diritti umani costituisce un obbligo dell’Unione europea sul piano interno e un obiettivo prioritario nelle relazioni esterne. Il tema rappresenterà dunque il filo conduttore dell’azione dell’UE nell’ambito dell’ONU. In particolare l’UE intende:

-   compiere sforzi verso l’abolizione della pena di morte;

-   promuovere il dialogo in materia di libertà religiosa nei paesi terzi, sviluppando l’acquis delle risoluzioni dell’Assemblea generale e del Consiglio di diritti umani presentate dall’UE;

-   continuare a combattere la tortura e le altre pene degradanti;

-   combattere la discriminazione e la violenza di genere;

-   collaborare al miglioramento della risoluzione sull’eliminazione di tutte le forme di razzismo;

-   promuovere la realizzazione dei diritti del bambino, anche attraverso una versione riveduta delle risoluzione omnibus;

-   promuovere la realizzazione dei diritti dei popoli indigeni e partecipare attivamente ai preparativi della prossima conferenza mondiale sui popoli indigeni che si terrà nel 2014.

Sostegno alla riforma dell’ONU

L’UE è impegnata a rafforzare le Nazioni Unite e a migliorare efficienza, efficacia, trasparenza, affidabilità e rappresentatività del sistema. In particolare, l’UE sostiene e promuove la rivitalizzazione dell’Assemblea generale e la riforma del Consiglio di sicurezza e dell’ECOSOC, continuando a promuovere il dibattito sul ruolo delle Nazioni Unite nella governance globale. L’UE incoraggia una solida gestione finanziaria e lavorerà in favore di una distribuzione più equa e bilanciata delle responsabilità finanziarie tra i membri delle Nazioni Unite, in accordo con la loro capacità contributiva.

Pace e sicurezza

Per quanto riguarda infine il pilastro pace e sicurezza, le priorità dell’UE prevedono il rafforzamento della cooperazione tra UE e ONU nella gestione delle crisi nonchè tra l’ONU e le altre organizzazioni regionali, continuando a promuovere il rispetto dei principi umanitari e del diritto internazionale umanitario e favorire il dibattito in atto sulla protezione della popolazione civile. L’UE intende inoltre contribuire a rafforzare la protezione dei bambini e delle donne nei conflitti armati e potenziare la partecipazione di queste ultime ai processi di pace. Inoltre, l’UE si prefigge di appoggiare tutte le iniziative volte al disarmo e alla messa al bando delle armi e degli esperimenti nucleari e nonché di favorire le revisioni in corso delle diverse convenzioni in materia di armi (siano esse biologiche, chimiche, convenzionali).

Il Parlamento europeo

L’11 giugno 2013 il Parlamento europeo ha approvato una serie di raccomandazioni destinate al Consiglio, in vista della 68a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda il ruolo dell'Unione europea, il PE chiede al Consiglio di: coordinarsi quanto più possibile, rafforzando la coerenza e la visibilità dell'UE in qualità di attore globale presso le Nazioni Unite; promuovere una riforma completa e consensuale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; avanzare una proposta concreta su come conseguire, come obiettivo centrale di lungo termine per l'UE, un seggio comune in seno a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite allargato; continuare a promuovere la trasparenza e un miglior coordinamento delle politiche e delle posizioni dei membri UE del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; garantire che gli Stati membri che dispongono di un seggio permanente in seno al Consiglio di sicurezza promuovano le opinioni e le posizioni dell'Unione, quale mezzo per assicurare che l'UE agisca in modo coordinato in seno alle Nazioni Unite; assicurare la piena attuazione della risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 3 maggio 2011 sulla partecipazione dell'UE ai lavori delle Nazioni Unite.

In merito a temi specifici Il PE raccomanda al Consiglio:

·   in materia di pace e sicurezza, di promuovere la collaborazione di diversi attori nell'architettura della costruzione della pace e di rafforzare il ruolo e le capacità delle organizzazioni regionali; assicurare che i mandati delle missioni di mantenimento della pace riflettano la necessità di appoggiare i processi elettorali, tra cui le missioni di osservazione elettorale; lavorare affinché la «responsabilità di proteggere le popolazioni civili» sia introdotta come nuova norma del diritto internazionale, dar seguito alle proposte avanzate dal Parlamento nella sua raccomandazione destinata al Consiglio concernente il principio della «responsabilità di proteggere» approvata il 18 aprile 2013 e collaborare con i partner per garantire che il concetto della «responsabilità di proteggere» si concentri sulla prevenzione, la protezione e la ricostruzione post-conflitto, in quei casi in cui si teme siano perpetrati genocidi, pulizie etniche, crimini di guerra o crimini contro l'umanità, ma non sia mai usato come pretesto per promuovere interessi particolari o nazionali, o di coalizioni internazionali create sulla base di considerazioni geostrategiche o economiche per rovesciare determinati regimi; assistere gli Stati nella costruzione di capacità a tale scopo;

·   rafforzare gli sforzi internazionali volti a garantire che tutti i diritti umani riconosciuti dalle convenzioni delle Nazioni Unite siano considerati universali, indivisibili, interdipendenti e correlati;

·   contribuire a potenziare la coerenza delle politiche per lo sviluppo e a migliorare l'efficacia degli aiuti allo sviluppo, che restano questioni centrali per il conseguimento degli OSM; lavorare per la piena attuazione dell'esito della Conferenza Rio+20, fra l'altro promuovendo lo sviluppo sostenibile quale principio guida di uno sviluppo globale a lungo termine; rispettare l'impegno assunto a livello internazionale dall'UE e dagli Stati membri di destinare lo 0,7% del prodotto interno lordo agli aiuti allo sviluppo, a prescindere dall'impatto che la crisi economica e finanziaria ha sull'UE 27; lavorare per l'agenda degli OSM post-2015 in modo coerente e coordinato; negoziare un unico corpus di obiettivi per lo sviluppo sostenibile, di portata globale, orientati all'azione, misurabili, vincolati a scadenze precise e facili da comunicare; puntare a obiettivi che integrino sostenibilità, equità e governance; chiedere che il nuovo quadro di cooperazione post 2015 sia affiancato da un programma di finanziamento prevedibile e realistico, funzionale agli obiettivi fissati.

L’UE e le Nazioni Unite

L’impegno in favore di un effettivo multilateralismo, con le Nazioni Unite come nucleo del sistema, è un elemento centrale della politica estera dell’UE. Tale impegno è radicato nella convinzione che, per essere in grado di affrontare con successo crisi e sfide globali, la comunità internazionale necessità di un sistema multilaterale efficiente, basato su valori e regole universali.

Su tali basi, nel corso degli anni l’UE ha stabilito una stretta relazione con le Nazioni Unite. La cooperazione reciproca riguarda un’ampia gamma di settori: sviluppo; cambiamenti climatici; costruzione della pace nei paesi in conflitto; assistenza umanitaria nelle crisi; lotta alla corruzione e al crimine; preoccupazioni per la salute globale, quali l’HIV/AIDS; i temi del lavoro e cultura. L’UE ha inoltre giocato un ruolo importante nella realizzazione e attuazione di convenzioni e protocolli delle Nazioni Unite e preso parte attiva in conferenze globali delle Nazioni Unite quali il Vertice mondiale sulla società dell’informazione (WSIS) o la Conferenza di Kobe per la riduzione dei disastri naturali. Al momento è parte di oltre 50 accordi multilaterali delle Nazioni Unite.

La cooperazione è organizzata non solo nella forma del dialogo politico ma anche nel sostegno finanziario ai programmi e progetti dell’ONU. Gli aspetti finanziari e contrattuali dei programmi finanziati dall’EU sono stati formalizzati attraverso l’Accordo quadro finanziario e amministrativo firmato dalle parti nel 2003.

L’UE è il singolo maggior contribuente del sistema delle Nazioni Unite. Sulla base dei dati del 2011, i 27 Stati membri finanziano oltre il 34% del bilancio regolare delle Nazioni Unite e più di un terzo del bilancio delle operazioni di peacekeeping e forniscono quasi la metà delle contribuzioni dei membri delle Nazioni Unite a programmi e fondi. La Commissione europea da sola contribuisce con oltre 1.35 miliardi di dollari a sostegno dei programmi ONU di assistenza esterna.

L’UE lavora con tutti gli organismi, agenzie e programmi delle Nazioni Unite nell’intera gamma delle sue attività.

In qualità di osservatore l’UE non ha diritto di voto ma, come anticipato, è parte di oltre 50 accordi e convenzioni multilaterali come il solo partecipante non statale. Ha ottenuto lo status speciale di partecipante a pieno titolo in diverse importanti conferenze, quali la Commissione ONU per lo sviluppo sostenibile (CSD) e il Forum intergovernativo sulle foreste (IFF). Nel 1991, per la prima volta, la Comunità europea è stata accettata come membro votante a pieno titolo di un’agenzia dell’ONU, vale a dire dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).

Il 3 maggio 2011 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/65/276 aggiornando lo status della partecipazione dell’UE alle Nazioni Unite. Questa risoluzione consente ai rappresentanti dell’UE di presentare posizioni comuni nell’Assemblea generale; di fare interventi durante le sessioni e di essere invitati a partecipare al dibattito generale dell’Assemblea generale. La risoluzione consente all’UE comunicazioni relative alle sessioni e ai lavori dell’Assemblea. I rappresentanti UE hanno inoltre il diritto di presentare proposte e emendamenti approvati dai suoi Stati membri e di esercitare il diritto di replica.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

XVII legislatura – Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’ UE, n. 8, 17 settembre 2013

Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (' 06 6760.2145 - * cdrue@camera.it)