Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento cultura
Titolo: Rendiconto 2012 - Profili di competenza della VII Commissione Cultura - A.C. 1572 - Elementi per l'istruttoria legislativa - Parte I
Riferimenti:
AC N. 1572/XVII     
Serie: Progetti di legge    Numero: 71
Data: 23/09/2013
Descrittori:
ATTIVITA' CULTURALI   RENDICONTO GENERALE DELLO STATO
Organi della Camera: VII-Cultura, scienza e istruzione


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Rendiconto 2012 - Profili di competenza della VII Commissione Cultura

23 settembre 2013
Elementi per l'istruttoria legislativaElementi per l'istruttoria legislativa - Parte I



Indice

Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca|Ministero per i beni e le attività culturali|Ministero dell'economia e delle finanze (Programmi "Sostegno all'editoria" e "Attività ricreative e sport")|Ministero dello sviluppo economico (Programma "Servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione")|Ministero dell'interno (Somme per garantire la gratuità dei libri di testo)|



Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca

Lo stato di previsione del MIUR contenuto nella legge di bilancio 2012 (L. 184/2011) recava stanziamenti complessivi di competenza pari a € 52.187,4 mln e di cassa pari a € 52.625,7 mln.

Come si evince dal Conto del bilancio (cfr., in particolare, volume secondo, tomo II, pag. 75), nel corso del 2012 si è registrato un incremento di € 908,8 mln in termini di competenza e di1.593,5 mln in termini di cassa.

Le previsioni definitive risultano, quindi, pari a € 53.096,3 mln per gli stanziamenti di competenza, e a € 54.219,2 mln per le autorizzazioni di cassa. In particolare:

 

(in milioni di euro)

 

Competenza

Cassa

spese correnti

50.684,6

51.370,9

spese in conto capitale

2.363,0

2.779,6

Rimborso passività finanziarie (aggregato delle spese per l'estinzione dei prestiti contratti dallo Stato)

48,6

68,7

Totali

53.096,3

54.219,2 

 

La consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a € 3.104,4 mln.

L'incidenza percentuale delle risorse per istruzione, università e ricerca sul bilancio dello Stato passa dal 10,3% del rendiconto 2011 al 9,9% del rendiconto 2012.

La dotazione del Ministero (previsioni definitive conto competenza) è principalmente assorbita dalla spesa corrente (95,5%); in particolare, il 76,9% è assorbito dalle spese per redditi di lavoro dipendente (cfr., in particolare, Conto del bilancio, volume terzo, tomo I, pag. 9).

I pagamenti sono stati pari € 52.791,8 mln (di cui € 50.894,2 mln in conto competenza, € 1.897,6 mln in conto residui): di questi, € 50.366,7 mln riguardano spese correnti, € 2.384,7 mln spese in conto capitale ed € 40,4 mln rimborso passività finanziarie.

Osservando l'andamento delle risorse per competenza assegnate al MIUR nel corso del triennio 2010-2012, si nota una diminuzione delle stesse, che risulta più marcata nel 2011 (-4%), rispetto al 2012 (-1,9%).

 

 

 

 

 

 

(in milioni di euro)


2010
  (A)

2011
  (B)

Var.%
2011/2010
 
(B-A)/A*100 

2012
   (C)

Var.% 2012/2011
(C-B)/B*100 

spese correnti

54.019,2

51.753,9

-4,2

50.684,6

-2,1

spese in conto capitale

2.380,3

2.375,6

-0,2

2.363,0

-0,5

rimborso passività
finanziare

--

--

--

48,6

--

Totali

56.399,5

54.129,6

-4,0

53.096,3

-1,9

 

In particolare, nel 2012 si registra una riduzione delle previsioni definitive di competenza relative alla spesa corrente (-2,1%), pari a circa la metà di quella registrata nel 2011 (-4,2%). Al contrario, con riferimento alla spesa in conto capitale, la variazione registrata nel 2012 rispetto all'anno precedente (-0,5%) è più che doppia rispetto a quella registrata nel 2011 rispetto al 2010 (-0,2%).

Riassuntivamente, l'andamento degli stanziamenti definitivi di competenza delle 6 missioni iscritte nello stato di previsione del MIUR nel triennio 2010-2012, è il seguente:

 

(in milioni di euro)

Missioni MIUR

2010

2011

2012

Var. %

2012 su 2011 

1. Istruzione scolastica

44.909,0

42.874,5

42.210,7

-1,5

2. Istruz.ione universitaria

8.392,3

8.010,4

8.196,6

2,3

3. Ricerca e innovazione

2.357,3

2.309,5

2.003,6

-13,2

4. L'Italia in Europa e nel mondo

163,6

169,1

172,4

2,0

5. Servizi ist.li e gen.li PA.

100,8

71,5

62,4

-12,7

6. Fondi da ripartire

476,5

694,6

450,5

-35,1

TOTALE

56.399,5

54.129,6

53.096,3

-1,9

 

In particolare, nell'ambito della missione "Istruzione scolastica", il programma "Istruzione secondaria di secondo grado" assorbe per il 2012 il 34% delle risorse, seguito da "Istruzione primaria" (30,9%), da "Istruzione secondaria di primo grado" (21,8%) e da "Istruzione prescolastica" (11,3%). Al programma "Istituzioni scolastiche non statali" va l'1,2% delle risorse. La somma dei programmi di minore importo ("Programmazione e coordinamento dell'istruzione scolastica", "Istruzione post-secondaria, degli adulti e livelli essenziali per l'istruzione e formazione professionale", "Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione" e "Iniziative per lo sviluppo del sistema di istruzione scolastica e per il diritto allo studio") costituisce lo 0,8% del totale, come riportato nel grafico:

Di seguito si riporta una sintesi di alcune considerazioni contenute nella Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2012.

Preliminarmente, la Corte evidenzia che le priorità politiche e gli obiettivi strategici delineati dal MIUR nel 2012 rispondono alle principali criticità rappresentate dall'andamento degli indicatori relativi ad abbandoni scolastici, istruzione terziaria e spese per la ricerca, i cui valori sono distanti dalla media europea. In particolare, la Corte fa riferimento al rafforzamento della razionalizzazione della spesa corrente, al fine di liberare risorse da investire in formazione e innovazione, e allo sviluppo della valutazione relativa, in ambito scolastico, a studenti, scuole, dirigenti scolastici, docenti, e, in ambito universitario - nel quale assume rilievo per l'allocazione dei finanziamenti - a ricerca e didattica.
La Corte sottolinea anche l'attenzione rivolta alla riorganizzazione della struttura amministrativa centrale e periferica del MIUR - che ha portato alla riduzione degli incarichi dirigenziali e della dotazione organica di personale non dirigenziale – l'analisi sulle spese di funzionamento sostenute dagli Uffici scolastici regionali - che ha evidenziato modalità di gestione organizzativa disomogenee sul territorio nazionale e che dovrebbe determinare la creazione di 5 Uffici scolastici interregionali dimensionati in base alla popolazione studentesca presente nei vari ambiti regionali e in base alla prossimità geografica delle regioni -, lo sviluppo dei servizi offerti dal sistema informativo - attraverso il ricorso alla rete e la dematerializzazione dei processi -, le proposte formulate per la riduzione degli spazi dell'amministrazione centrale e per la soppressione delle contabilità speciali degli uffici periferici (che, attualmente, rileva la Corte, costituiscono un inutile strumento di transito delle risorse dal Ministero alle scuole).
Con riferimento alle politiche declinate nelle Missioni e nei programmi, la Corte evidenzia, relativamente al settore scolastico, che la mancata, completa, riorganizzazione della rete scolastica - a seguito delle sentenze della Corte costituzionale nn. 200/2009 e 147/2012 - nonché gli effetti conseguenti alla sentenza n. 80/2010, in materia di posti di sostegno, hanno determinato una non completa attuazione degli obiettivi di riduzione del personale previsti dal D.L. 112/2008 (L. 133/2008): in particolare, a fronte di una prevista riduzione di 87.400 unità di personale docente e dirigente, le riduzioni effettive sono pari a 80.294 unità (78.047 docenti e 2.247 dirigenti), mentre le riduzioni di personale ATA ammontano a 43.685 unità, a fronte delle previste 44.500. Tale andamento ha compromesso la quota del 30% delle economie destinata a essere utilizzata per la valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola (55 milioni rispetto ai previsti 253 nel 2011 e 120 milioni rispetto ai previsti 292 nel 2012).
La Corte rileva, tuttavia, che, malgrado tali difficoltà, l'andamento delle principali determinanti del sistema conferma la validità delle misure di razionalizzazione poste in essere in attuazione dell'art. 64 del citato D.L. 112/2008, che hanno consentito una sensibile riduzione della spesa corrente. Al riguardo, ribadisce che tale risultato richiede una coerente politica di immissioni in ruolo, cui hanno finora risposto la previsione, recata dall'art. 9, co. 17, del D.L. 70/2011 (L. 106/2011), di un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato, per gli anni 2011-2013, di personale docente, educativo ed ATA (che ha determinato l'assunzione in ruolo di 30.300 docenti e 36.000 unità di personale ATA nell'a.s. 2011/2012 e l'autorizzazione ad assumere 21.122 docenti per l'a.s. 2012/2013) e il bando di concorso del settembre 2012 per il reclutamento di 11.542 docenti, destinato a coprire i posti vacanti e disponibili negli a.s. 2013/2014 e 2014/2015: ciò, in considerazione del fatto che, nonostante la progressiva diminuzione, a gennaio 2013 erano ancora presenti nelle graduatorie ad esaurimento 178.376 docenti in attesa di cattedra.
In tale ambito, appare tuttavia necessario un attento monitoraggio delle situazioni soprannumerarie, nonché del numero di dipendenti in posizione di comando, esonero o fuori ruolo, la cui consistenza influisce sia sul ricorso a personale a tempo determinato, sia su una corretta politica di assunzioni.
Con riferimento alle politiche in materia di istruzione universitaria, la Corte evidenzia che esse appaiono coerenti con gli obiettivi definiti nei documenti di programmazione, che indicano fra gli interventi prioritari l'impegno a distribuire una quota sempre crescente delle risorse sulla base di criteri premiali, promuovere interventi a favore degli studenti, ridimensionare e qualificare l'offerta formativa, anche attraverso l'accreditamento dei corsi di studio, avviare il sistema di contabilità economico-patrimoniale. Si tratta di misure che rispondono alle principali criticità.
Relativamente alle risorse finanziarie trasferite agli atenei, la Corte rileva che la flessione, registrata a partire dal 2010, del Fondo per il finanziamento ordinario delle università ha peggiorato il rapporto fra le risorse dello stesso Fondo e l'ammontare delle spese fisse relative al personale, al quale è stata subordinata, fino al 2011, la possibilità di procedere a nuove assunzioni. In questo contesto, il d.lgs. 49/2012 ha introdotto una nuova politica di bilancio e di reclutamento, finalizzata a superare le criticità riscontrate, e, sulla base dei nuovi criteri di sostenibilità finanziaria, con DM 297/2012 è stato definito il contingente di assunzioni delle università statali per il 2012, che ha graduato il limite di turnover a seconda del rispetto del limite alle spese per il personale (superiori al tetto consentito solo nell'ambito di un ateneo) e alle spese di indebitamento (superiori al tetto in 5 atenei).
Tuttavia, la Corte rileva che la destinazione di parte delle risorse a specifiche destinazioni (fra le quali, incentivi per la mobilità dei docenti, programma per i giovani ricercatori, incentivi per l'adozione della contabilità economico-patrimoniale, reclutamento straordinario di professori associati), determina la mancanza di incrementi della quota base da distribuire ai singoli atenei . Un ulteriore irrigidimento deriva dal ricorso al FFO anche per interventi di edilizia universitaria, il cui fondo, dopo il 2009, non è più stato rifinanziato.
In crescita risultano, nel 2012, le risorse destinate ai servizi per gli studenti, anche se, a fronte di 171.781 idonei, sono state distribuite 114.781 borse di studio, con una percentuale di soddisfazione in ulteriore flessione (66%; era il 74,4% nel 2011): ciò, in relazione alla diminuzione del numero delle regioni che assicuravano la copertura del 100% degli idonei, cui si è spesso sostituito l'intervento da parte degli atenei. Tali criticità, rileva la Corte, sono alla base delle disposizioni adottate con il d.lgs. 68/2012, cui deve far seguito la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni afferenti al diritto allo studio universitario, finora non adottati a causa della mancata definizione di costi e fabbisogni standard.
Quanto alle politiche in materia di ricerca, la Corte evidenzia che le misure avviate per raggiungere nel 2020 un livello di spesa pari all'1,53% del PIL (obiettivo modesto rispetto all'obiettivo UE del 3%, ma coerente con i vincoli di finanza pubblica) si snodano in interventi di riorganizzazione della politica di settore (attraverso un recupero di programmazione strategica, l'introduzione di strumenti di semplificazione delle procedure e l'avvio delle attività di valutazione della ricerca), in un miglioramento dell'efficacia dei finanziamenti pubblici alla ricerca, nella più efficace utilizzazione dei fondi messi a disposizione dall'UE e in azioni dirette ad incentivare gli investimenti soprattutto delle piccole e medie imprese. In tale contesto, particolarmente importanti appaiono le disposizioni recate dai D.L. 5/2012 (L. 35/2012) e 83/2012 (L. 134/2012), nonché dal DM 19 febbraio 2003, che ha disciplinato le modalità di utilizzo del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), rendendo più flessibili le modalità di gestione dei progetti finanziati.
Degna di rilievo è, inoltre, la Valutazione della qualità della ricerca 2004-2010. Preoccupa, invece, la forte flessione degli stanziamenti per la ricerca, in diminuzione del 13% rispetto al precedente esercizio. Di particolare rilievo appare il contenimento delle risorse destinate alla ricerca industriale, mentre una parte rilevante delle risorse destinate alla ricerca di base è assorbita da attività avviate in precedenti esercizi, nonché, per oltre il 90%, dal Fondo di finanziamento ordinario degli enti di ricerca. Sempre meno significativa appare, infine, la quota destinata al FIRST.
Con riferimento alla struttura contabile del consuntivo 2012, la Corte, evidenziato che la stessa non si discosta significativamente da quella relativa al 2011, sottolinea ancora una volta che nell'ambito della Missione "Istruzione scolastica" la previsione di quattro programmi di spesa per ciascuno dei quattro gradi di istruzione non corrisponde all'organizzazione effettiva delle autonomie scolastiche, che si ripartiscono fra primo e secondo ciclo. Il disallineamento comporta alcuni problemi nelle fasi di previsione e di rendiconto, con riguardo alla corretta rappresentazione della spesa per ciascun programma. In particolare, le principali criticità si riferiscono alla difficoltà di ripartire le spese fisse del personale dirigente e amministrativo, i fondi per la remunerazione delle spese accessorie di personale e i fondi attribuiti alle istituzioni scolastiche per il loro funzionamento.
Anche l'analisi della ripartizione delle risorse fra i centri di responsabilità amministrativa non presenta significative modifiche, allineandosi formalmente all'art. 21, co. 2, della L. 196/2006, che prevede che la realizzazione di ogni programma sia affidata ad un unico centro, corrispondente all'unità organizzativa di I livello dei Ministeri. Infatti, a partire dal 2011, gli Uffici scolastici regionali non costituiscono più autonomi centri di responsabilità amministrativa, mentre, per dare evidenza alle attività realizzate nel territorio, è stato istituito il nuovo programma "Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione", nel quale sono confluiti gli stanziamenti che fino al 2010 erano di pertinenza degli USR. Al riguardo, peraltro, la Corte evidenzia che in sede di concreta applicazione del nuovo modello sono emersi alcuni risvolti negativi, sintetizzabili nella difficoltà di assicurare la corrispondenza fra la responsabilità nella realizzazione delle attività e quella nella gestione dei fondi - posta a base della L. 196/2009 - e nella mancata evidenza della suddivisione della spesa fra le diverse regioni: la trasparenza potrebbe, tuttavia, recuperarsi in sede di previsione del budget economico (fase previsionale) e della rilevazione dei costi (rendiconto) di ciascun USR.

 

Con riferimento a impegni e pagamenti, la Corte sottolinea che la ulteriore flessione registrata nel 2012 rispecchia le misure di contenimento della spesa per il personale e di razionalizzazione del settore della scuola e dell'università. Significativa appare, soprattutto, la flessione nell'ambito dei redditi da lavoro dipendente (rispettivamente, – € 0,9 mld di impegni e – € 1 mld di pagamenti), essenzialmente nell'ambito della Missione "Istruzione scolastica".
Le spese per i consumi intermedi - pari all'8,1% delle spese complessive del MIUR - segnano una diminuzione di circa l'8,4% in termini di impegni e del 15,8% in termini di pagamenti: al riguardo, la Corte sottolinea il forte miglioramento della gestione dei contratti per la pulizia delle scuole, che ha consentito un maggior finanziamento alle stesse scuole per € 54,8 mln.
Per le spese in conto capitale, il consuntivo registra, sia in termini di impegni che di pagamenti, andamenti in flessione rispetto al precedente esercizio. La quota più significativa delle risorse si concentra nella Missione "Ricerca e innovazione", con particolare riferimento al finanziamento ordinario degli enti di ricerca e al FIRST.
Il conto dei residui mostra importi iniziali riferiti ad anni precedenti pari ad €  3.111 mln, che si attestano a fine esercizio a più di € 3.104 mln.
Analizzando le criticità emerse dall'esame del rendiconto, la Corte evidenzia, in particolare, i seguenti profili:
  • eccedenze di spesa: fortemente ridotte a seguito della sospensione, per il triennio 2010-2012, della contrattazione collettiva, disposta con il citato DL. 78/2010. L'esercizio 2012 si chiude con una contenuta eccedenza di spesa complessiva (€ 148 mln), che rappresenta il saldo tra eccedenze di spesa di circa € 308 mln ed economie pari a € 160 mln. Le eccedenze si riconducono, come di consueto, ai capitoli di spesa fissa destinati al pagamento delle retribuzioni del personale scolastico e sono originate dalle minori riduzioni - rispetto alle previsioni - della consistenza del personale nell'a.s. 2011/2012.
  • Situazioni debitorie del Ministero e delle istituzioni scolastiche: la situazione debitoria degli uffici centrali e periferici dell'Amministrazione è pari a 4,7 mln (circa la metà rispetto ai debiti fuori bilancio censiti nel precedente esercizio), ascrivibili in gran parte a spese relative al funzionamento. Al riguardo la Corte evidenzia che, sebbene il meccanismo di formazione dei debiti sia innescato dalle riduzioni degli stanziamenti, appare necessario approfondire l'analisi delle poste sottostimate. Particolare attenzione richiede l'esposizione debitoria degli uffici periferici, che attiene a spese per canoni e utenze. In crescita risulta l'esposizione debitoria verso la Tesoreria di Stato, pari a circa 12,5 mln. L'esposizione debitoria delle scuole, risultante dal monitoraggio dei bilanci consuntivi degli istituti, è pari ad € 45,9 mln. Ciò si riconduce al fatto che le scuole – che gestiscono direttamente le spese di funzionamento amministrativo e didattico, le spese per il personale supplente breve e saltuario e le spese per l'esternalizzazione dei servizi di pulizia – hanno iscritto nei propri bilanci residui attivi (ovvero, entrate accertate, ma non ancora riscosse), cui peraltro non corrisponde nel bilancio del MIUR alcun residuo passivo (ovvero, spese impegnate, ma rimaste da pagare).
  • Rilevante accumulo di residui passivi: la loro formazione è dovuta, nella maggior parte dei casi, ad una insufficiente assegnazione di cassa. Nell'ambito dei trasferimenti correnti, più del 90% dei residui (€ 662,3 mln) si riferiscono al Fondo per il finanziamento ordinario delle università e sono collegati alla lentezza del procedimento di riparto delle risorse. Per i trasferimenti in conto capitale, consistente è la quota di residui ascrivibile al Fondo ordinario per gli enti di ricerca e al FIRST, in quest'ultimo caso in relazione al riardo con il quale viene adottato il decreto di riparto delle risorse.
  • Andamento dei residui perenti: nel 2012 si riscontra un lieve calo dell'ammontare dei residui perenti di parte corrente, che rappresentano meno di un quinto del totale, e una forte crescita di quelli di parte capitale. Complessivamente, si tratta di € 5.893 mln.


Ministero per i beni e le attività culturali

In base alla sopra richiamata legge di bilancio per il 2012, lo stato di previsione del MIBAC recava stanziamenti complessivi di competenza pari a € 1.687,4 mln e di cassa pari a € 1.719,6 mln.

Come si evince dal Conto del bilancio (cfr., in particolare, volume secondo, tomo II, pag. 399), nel corso del 2012 si è registrato un incremento di € 120,9 mln in termini di competenza e di € 274,3 mln in termini di cassa.

Le previsioni definitive risultano quindi pari a € 1.808,3 mln per gli stanziamenti di competenza, e a € 1.993,9 mln per le autorizzazioni di cassa. In particolare:

 

(in milioni di euro)                                    

 

Competenza

Cassa

spese correnti

1.448,4

1.557,1

spese in conto capitale

350,2

427,1

rimborso passività finanziarie

9,7

9,7 

Totali

1.808,3 

1.993,9

 

La consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a € 215,1 mln.

L'incidenza percentuale delle risorse per i beni e le attività culturali sul bilancio dello Stato nel rendiconto 2012 è pari allo 0,3%, rimanendo invariata rispetto al rendiconto 2011.

La dotazione del Ministero (previsioni definitive conto competenza) è principalmente assorbita dalla spesa corrente (80,1%), di cui il 56,9% assorbito dalle spese per redditi da lavoro dipendente (cfr., in particolare Conto del bilancio, volume terzo, tomo I, pag. 10).

I pagamenti sono pari € 1.858,6 mln (di cui € 1.608,8 mln in conto competenza e € 249,8 in conto residui): di questi, € 1.467,6 mln riguardano spese correnti, € 381,3 mln spese in conto capitale e € 9,7 mln rimborso di passività finanziarie.

L'andamento delle risorse per competenza assegnate al MiBAC nel corso del triennio 2010-2012 presenta un leggero aumento nel 2011 rispetto al 2010 (0,7%) e valori pressoché stazionari nel 2012 (con un lievissimo incremento) rispetto all'anno precedente. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(in milioni di euro)


2010
(A)

2011
(B)

Var.%
2011/2010
(B-A)/A*100 

2012
(C)

Var.%  2012/2011
(C-B)/B*100 

spese correnti

1.431,3

1.432,0

0,05

1.448,4

1,2

spese in conto capitale

55,5

366,7

3,2

350,2

-4,5

rimborso passività
finanziare

8,7

9,2

5,3

9,7

5,4

Totali

1.795,5

1.807,9

0,7

1.808,3

0,02

 

In particolare, nel 2012 mentre è diminuita la spesa in conto capitale (-4,5%), sono aumentate sia la spesa corrente (1,2%), sia la voce relativa al rimborso delle passività finanziarie (5,4%). La variazione di tale ultima voce è positiva (5,3%) anche nel 2011 rispetto al 2010.

Riassuntivamente, l'andamento nel triennio 2010-2012 degli stanziamenti definitivi di competenza nell'ambito delle 4 missioni che interessano il MiBAC è il seguente:

 

(in milioni di euro)

Missioni MIBAC

           2010

           2011

           2012

        Var. %

   2012 su 2011 

1. Tutela e valorizz. beni e att. culturali e paesaggistici

1.483,0

1.642,8

1.650,7

0,5

2. Ricerca e innovazione

145,8

102,1

70,8

-30,6

3. Servizi ist.li e generali delle amm.ni pubbl.

87,9

47,8

68,2

42,6

4. Fondi da ripartire

63,5

15,3

18,7

22,2

5. Debito pubblico

15,3

--

--

--

TOTALE

1.795,5

1.807,9

1.808,3

0,02

 

Nel 2012 la missione n. 1, Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici, assorbe il 91,3% degli stanziamenti definitivi di competenza del Ministero (€ 1.650,7 mln). In tale ambito, le risorse del programma per la tutela dello spettacolo assorbono il 27,2% del totale di competenza, seguite da quelle dei programmi di tutela delle belle arti e del paesaggio (19,8%), di tutela del patrimonio culturale (16,8%), di tutela dei beni archeologici (15,4%), di tutela dei beni librari e promozione e sostegno del libro e dell'editoria (9,6%) e di tutela dei beni archivistici (8,5%). Il resto dei programmi ("Valorizzazione del patrimonio culturale", "Coordinamento e indirizzo per la salvaguardia del patrimonio culturale", "Vigilanza, prevenzione e repressione in materia di patrimonio culturale") rappresenta complessivamente il 2,7% del totale della missione.

 

Di seguito si riporta una sintesi di alcune considerazioni contenute nella Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2012.

La Corte sottolinea, anzitutto, che le politiche in materia di attività culturali si sono sviluppate in un quadro economico caratterizzato dalla progressiva riduzione degli stanziamenti che ha suggerito, da un lato, di selezionare progetti capaci di consolidare eccellenze già presenti sul territorio nazionale e ha, dall'altro, imposto l'esigenza di accrescere l'efficienza operativa, attraverso una organizzazione delle strutture più snella e meno costosa. In questo contesto, fra gli interventi proposti a fini di risparmio, la Corte cita il contenimento della spesa per l'acquisto di beni e servizi, anche attraverso il ricorso alle convenzioni CONSIP, l'accorpamento degli uffici per la riduzione della spesa per le locazioni, e la decisione di sospendere i contributi finanziari per gli interventi conservativi volontari da parte dei proprietari di beni culturali, al fine di far fronte all'ammontare degli impegni non ancora pagati, relativi al periodo 2008-2010, pari a circa € 84,4 mln.
Sotto il profilo organizzativo, l'attuale struttura del Ministero deve essere riconsiderata, alla luce della riduzione delle dotazioni organiche prevista dal D.L. 95/2012 e concretizzata con il DPCM 22 gennaio 2013. Inoltre, la Corte ribadisce che la complessa articolazione periferica del Ministero presuppone più efficaci strumenti di raccordo fra le strutture, al fine di costituire una banca dati unificata per la gestione dei diversi aspetti conoscitivi e migliorare la fase della programmazione.
Quanto agli organi collegiali che fanno capo al Ministero, la Corte ricorda, fra l'altro, che, in assenza dell'operatività dei Comitati tecnico-scientifici (a seguito dell'art. 12, co. 20, del D.L. 95/2012) - i cui presidenti fanno parte del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici - lo stesso Ministero ha richiesto un parere al Consiglio di Stato per chiarire quali possano essere le modalità di svolgimento della funzione consultiva, obbligatoria per la conclusione di numerosi procedimenti, in assenza degli organi a ciò deputati (sull'argomento si veda, ora l'art. 13 del D.L. 91/2013).
Relativamente ad altri organismi, la Corte ricorda, fra l'altro, che la Società Cinecittà luce SPA doveva essere posta in liquidazione ai sensi del D.L. 98/2011, con costituzione di una nuova società, Istituto Luce Cinecittà SRL, alla quale dovevano essere trasferite funzioni, attività e risorse della preesistente società, da individuare con decreto del MIBAC. La nuova società è stata costituita, ma la vecchia non è ancora stata messa in liquidazione, in relazione alla complessità dell'operazione di trasferimento del ramo di azienda e di individuazione del personale da trasferire. Per il 2012 è stato, pertanto, necessario sottoscrivere fra le due società un accordo quadro per proseguire le attività avviate nel programma annuale. (Sull'argomento, si ricorda che, successivamente, è stato emanato il DI 24 aprile 2013, pubblicato nella GU 199 del 26 agosto 2013, con il quale è stato operato il  trasferimento di risorse umane, strumentali, patrimoniali e di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi dalla Soc. Cinecitta' Luce S.p.A. alla Soc. Istituto Luce-Cinecittà S.r.l.).
Con riferimento all'analisi della gestione della spesa, la Corte rileva che nel corso dell'ultimo quinquennio le manovre intervenute hanno determinato una riduzione degli stanziamenti destinati al MIBAC di circa il 17%, solo in parte compensati da ulteriori risorse, quali quelle provenienti dal gioco del lotto, da fondazioni bancarie e da erogazioni liberali.
L'analisi economica mette, invece, in luce una crescita delle somme stanziate e spese per redditi da lavoro dipendente, anche in relazione alle assunzioni effettuate in deroga alla normativa generale, e una notevole flessione delle somme stanziate e spese per consumi intermedi.
I residui passano da €  317 mln iniziali a €  215,1 mln, anche se con andamenti diversi fra le diverse direzioni generali.
Analizzando le criticità emerse dall'esame del rendiconto, la Corte evidenzia, in particolare, i seguenti profili:
  • il fenomeno dei debiti pregressi: nel 2012 si registra un aumento dell'esposizione debitoria del Ministero, che raggiunge € 23,1 mln.
  • Eccedenze di spesa: nell'esercizio 2012 si registrano eccedenze per € 33,4 mln in conto competenza ed € 23,2 mln in conto cassa, che riguardano prevalentemente i capitoli stipendiali e quelli destinati al pagamento di affitto di locali.
      Risultano, invece, in flessione i residui perenti.
  • Le giacenze presso le contabilità speciali al 31 dicembre 2012 registrano un importo pari ad € 457,7 mln. Al riguardo la Corte ricorda che al formarsi delle giacenze contribuiscono sia la lentezza con cui i fondi vengono messi a disposizione dei funzionari delegati operanti presso le strutture periferiche del MIBAC, sia la stessa normativa in materia di contabilità speciali, che consente di riprogrammare le risorse non impegnate.


Ministero dell'economia e delle finanze (Programmi "Sostegno all'editoria" e "Attività ricreative e sport")

Con riferimento al programma "Sostegno all'editoria", iscritto nell'ambito dello stato di previsione del MEF, si considerano specificamente i seguenti capitoli:

- cap. 1501, che reca le somme, anche pregresse, da corrispondere alle concessionarie dei servizi di telecomunicazioni per rimborsi delle agevolazioni tariffarie per le imprese editrici;

- cap. 2183, relativo al Fondo interventi per l'editoria;

- cap. 7442, Fondo per gli investimenti del dipartimento dell'editoria.

La somma degli stanziamenti iniziali dei predetti capitoli riportati nella legge di bilancio per il 2012 era pari, sia in conto competenza che in conto cassa, ad € 169,1 mln. Nel corso dell'anno si è avuta una variazione degli stanziamenti in aumento di € 64,5 mln in conto competenza e di € 74,5 mln in conto cassa.

Le previsioni definitive per il complesso dei capitoli indicati risultano quindi pari a € 233,6 mln per stanziamenti di competenza ed € 243,6 mln per le autorizzazioni di cassa.

 

Per quanto riguarda il programma "Attività ricreative e sport", anch'esso iscritto nello stato di previsione del MEF, il totale degli stanziamenti iniziali nel 2012 corrisponde a € 612,2 mln in conto competenza e ad € 614,2 in conto cassa. Nel corso dell'anno sono intervenute variazioni in aumento complessivamente pari a € 3,6 mln in conto competenza ed € 14,0 mln in conto cassa, da cui derivano previsioni definitive pari a 615,7 mln per gli stanziamenti di competenza ed 628,2 mln per le autorizzazioni di cassa.



Ministero dello sviluppo economico (Programma "Servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione")

Con riferimento al programma "Servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione", iscritto nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico, si considerano specificamente i seguenti capitoli:

-    cap. 3121, relativo ai contributi alle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale;

-    cap. 3021, recante stanziamenti per il servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari.

 

La somma degli stanziamenti iniziali dei predetti capitoli riportati nella legge di bilancio per il 2012 era pari, sia in conto competenza che in conto cassa, ad € 120,0 mln. Nel corso dell'anno si sono avute variazioni degli stanziamenti, in diminuzione per quanto riguarda la competenza (€ -4,9 mln), in aumento (€ 12,0 mln) per ciò che concerne il conto cassa.

Le previsioni definitive per il complesso dei capitoli indicati risultano quindi pari a € 115,2 mln per stanziamenti di competenza e a € 132,0 mln per le autorizzazioni di cassa.



Ministero dell'interno (Somme per garantire la gratuità dei libri di testo)

Sul cap. 7243 dello stato di previsione del Ministero dell'interno – Missione "Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali", programma "Elaborazione, quantificazione e assegnazione dei trasferimenti erariali; determinazione dei rimborsi agli enti locali anche in via perequativa" – sono allocate le somme occorrenti per garantire le gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni.

Lo stanziamento iniziale del capitolo, riportato nella legge di bilancio per il 2012, era pari a zero, sia in conto competenza che in conto cassa. Nel corso dell'anno si è avuta una variazione in aumento degli stanziamenti di € 103,0 mln sia per la competenza sia per la cassa.

Le previsioni definitive risultano dunque pari a € 103,0 mln sia per gli stanziamenti di competenza sia per le autorizzazioni di cassa.