Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Controllo Parlamentare | ||
Titolo: | L'attività di controllo parlamentare n. 30/XVII GENNAIO 2016 | ||
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: 30 Progressivo: 2016 | ||
Data: | 18/01/2016 | ||
Descrittori: |
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Notiziario mensile Numero 30/XVII GENNAIO 2016 L’attività di controllo parlamentare
MONITORAGGIO DI: NOMINE GOVERNATIVE ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO RELAZIONI AL PARLAMENTO ED ALTRI ADEMPIMENTI
a cura del Servizio per il Controllo parlamentare |
INDICE
NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI 3
ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO 37
In evidenza a dicembre 2015 38
Note annunciate al 31 dicembre 2015 in attuazione di atti di indirizzo 43
Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale 43
RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE 51
L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento 52
In evidenza a dicembre 2015 53
Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo 1° – 31 dicembre 2015 65
Questa pubblicazione trae origine dal lavoro svolto dal Servizio per il controllo parlamentare sul monitoraggio di vari tipi di adempimenti governativi nei confronti del Parlamento, per offrire notizie, dati statistici ed altre informazioni utili per l’attività parlamentare.
A tal fine il notiziario è suddiviso in tre sezioni in modo da considerare analiticamente gli adempimenti governativi a fronte di obblighi derivanti da leggi ovvero da deliberazioni non legislative della Camera dei deputati, nonché relativi alla trasmissione degli atti per i quali è prevista l’espressione di un parere parlamentare.
La pubblicazione si apre con la Sezione I relativa alle nomine governative negli enti pubblici, monitorate principalmente ai sensi dalla legge n. 14 del 24 gennaio 1978, che disciplina le richieste di parere parlamentare e le comunicazioni al Parlamento di nomine effettuate dal Governo in enti pubblici.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, la sezione I dà conto, nella sottosezione a), delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della suddetta legge n. 14 del 1978 nel periodo considerato dalla pubblicazione. Si tratta pertanto delle nomine conseguenti a proposte di nomina trasmesse per l’espressione del parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 14 del 1978), informando quindi sull’esito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di entrambe le Camere in sede di nomina da parte governativa, o comunicate dal Governo (ai sensi dell’articolo 9 della richiamata legge n. 14). Vengono anche specificate le procedure di nomina previste dalle norme relative ai singoli enti e fornite notizie essenziali sull’attività degli stessi.
Nella sottosezione b) vengono elencate ed analizzate le principali cariche di nomina governativa, sempre ricomprese nell’ambito della legge n. 14 del 1978, scadute e non ancora rinnovate nel periodo considerato o che scadranno nei mesi successivi.
La sottosezione c) dà conto di nomine o di cariche in scadenza, sempre nel periodo preso in esame, in enti pubblici e autorità indipendenti che esulano dal campo di applicazione della legge n. 14 del 1978.
La Sezione I cerca quindi di fornire un quadro della situazione delle nomine governative in molti enti pubblici tramite l’utilizzo di una banca dati istituita negli ultimi mesi del 2002 dal Servizio per il controllo parlamentare per colmare una lacuna avvertita non solo a livello parlamentare, e che da allora è cresciuta anche estendendo il campo del proprio monitoraggio. Tale banca dati viene implementata dal Servizio stesso tramite la ricerca e l’esame di documenti di varia provenienza (prevalentemente parlamentare e governativa) nonché il contatto diretto con i Ministeri competenti per le nomine e con gli enti stessi. Lo scopo è appunto quello di fornire dati di non facile reperibilità, ordinati in modo cronologico e logicamente coerente, per far sì che l’utente possa meglio orientarsi in un campo vario e complesso. In tal modo è possibile disporre, tra l’altro, di uno scadenzario delle principali nomine che dovranno poi essere rinnovate ed avere notizia dell’esito dei pareri espressi dalle competenti Commissioni.
Nella Sezione II viene presa in esame l’attuazione data dai diversi Ministeri agli impegni contenuti in atti di indirizzo (ordini del giorno, mozioni o risoluzioni) approvati in Assemblea o in Commissione. Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare detti atti ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti). Gli atti così inviati alle Amministrazioni sono elencati nel paragrafo “Le nostre segnalazioni”.
Nella Sezione III si illustrano gli esiti del monitoraggio svolto dal Servizio sulle relazioni al Parlamento la cui trasmissione sia prevista da norme di legge, distinte tra “governative” e “non governative”. Si dà inoltre conto delle relazioni di nuova istituzione, stabilite cioè da nuove norme entrate in vigore nel periodo considerato.
Come per quelle contenute nella Sezione I, anche le informazioni riportate nelle sezioni II e III sono tratte dalle altre due banche dati sviluppate e gestite dal Servizio per il controllo parlamentare, e costantemente alimentate sulla base dei dati contenuti nelle Gazzette Ufficiali, degli atti parlamentari, nonché delle informazioni acquisite direttamente dai Ministeri.
La sezione è ripartita in tre sottosezioni che danno conto: 1) delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della legge n. 14/1978 nel mese di dicembre 2015 (e nella prima parte del mese di gennaio 2016), indicando i nominativi dei titolari, le cariche assunte, le modalità, le date di nomina e il tipo di controllo parlamentare previsto (espressione del parere da parte delle Commissioni competenti o comunicazione al Parlamento da parte dei Ministeri, evidenziando altresì i casi in cui non sia stata seguita nessuna delle due procedure); 2) delle nomine scadute e non ancora rinnovate negli enti medesimi nello stesso periodo e di quelle in scadenza fino al 29 febbraio 2016 con l’indicazione dei titolari e delle cariche in scadenza (o scadute), delle procedure di nomina e del tipo di controllo parlamentare previsto per il rinnovo delle suddette cariche; 3) delle principali nomine effettuate, e di quelle in scadenza entro il 29 febbraio 2016, in enti pubblici o autorità amministrative indipendenti non ricompresi nel campo di applicazione della citata legge n. 14/1978, con l’indicazione dei titolari, delle cariche, delle procedure di nomina, delle date di scadenza e dell’eventuale rinnovo se già avvenuto.
La prima sezione della pubblicazione “L’attività di controllo parlamentare” dà conto delle nomine governative negli enti pubblici e dello stato del quadro normativo di riferimento, monitorando il mese di dicembre 2015 nonché l'inizio di quello di gennaio 2016, con una proiezione previsionale delle cariche in scadenza fino alla fine di febbraio 2016. La sezione è composta da tre sottosezioni, che danno rispettivamente conto delle cariche rinnovate nel mese di dicembre 2015, nonché di quelle da rinnovare entro la fine di febbraio 2016 nei campi degli enti pubblici e delle autorità amministrative indipendenti.
IN QUESTO NUMERO:
- La 7ª Commissione (Istruzione) del Senato e la VII Commissione (Cultura) della Camera hanno espresso, nelle rispettive sedute del 21 e del 22 dicembre 2015, pareri favorevoli sulla proposta di nomina di Paolo Baratta a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia.
- Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con proprio decreto del 22 dicembre 2015, ha prorogato il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Olbia e Golfo Aranci, Pietro Preziosi, fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo non superiore a sei mesi.
- L'11a Commissione (Lavoro) del Senato e la XI Commissione (Lavoro) della Camera hanno espresso, nelle sedute del 15 e del 16 dicembre 2015, pareri favorevoli sulla proposta di nomina di Maurizio Ferruccio Del Conte a presidente dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro ANPAL. Si anticipa che tale nomina è stata approvata dal Consiglio dei ministri dell'8 gennaio 2016.
- Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con decreto del 3 dicembre 2015, ha nominato Massimo Bocci presidente dell'Ente parco nazionale della Val Grande per la durata di cinque anni. Lo stesso Ministro ha comunicato di aver prorogato, con proprio decreto del 3 dicembre 2015, il commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, Gian Luigi Pillola, per un periodo massimo di tre mesi a decorrere dal 5 dicembre 2015.
- Il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca ha comunicato di aver nominato, con propri decreti del 2 dicembre 2015 e del 17 e del 13 novembre 2015, alcuni componenti dei consigli di amministrazione dell'Istituto nazionale di astrofisica INAF, dell'Istituto italiano di studi germanici e del Consiglio nazionale delle ricerche CNR.
- Il Ministro della salute, con decreto del 26 novembre 2015, ha nominato Enrico Lubrano, Adriana Caterina Maggi, Giuseppe Remuzzi e Alessandro Cosimi membri del consiglio di amministrazione dell'Istituto superiore di sanità ISS per la durata di un quadriennio.
- Si anticipa che il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera del 22 dicembre 2015, annunciata alla Camera e al Senato l'11 e il 12 gennaio 2016, ha richiesto il parere parlamentare sulle proposte di nomina di Giuseppe Maria Berruti e Carmine di Noia a componenti della Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB. Tali richieste sono state assegnate alla VI Commissione (Finanze) della Camera e alla 6a Commissione (Finanze) del Senato.
- Si anticipa inoltre che lo stesso Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera del 5 gennaio 2016, annunciata alla Camera e al Senato l'11 e il 12 gennaio 2016, ha richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Luigi Curatoli a direttore generale del Grande progetto Pompei. Tale richiesta è stata assegnata alla VII Commissione (Cultura) della Camera e alla 7a Commissione (Istruzione) del Senato.
- Nel dicembre 2015 sono scaduti i mandati di Andrea Corte, Lucio d'Alessandro e Roberto Serrentino a membri del consiglio di amministrazione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile ENAC.
- Nel mese di gennaio 2016 scadono invece i mandati dei commissari straordinari delle Autorità portuali di Bari, Francesco Palmiro Mariani, di Taranto, Sergio Prete, di Brindisi, Mario Valente, e di Civitavecchia, Pasqualino Monti. Scadono inoltre i mandati del commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, Salvatore Parlato, con i sub-commissari Alessandra Gentile e Michele Pisante, e gli incarichi del commissario straordinario della Fondazione Ordine Mauriziano FOM, Giovanni Zanetti, con il vice-commissario straordinario Cristiana Maccagno.
- Nel mese di febbraio 2016 scadranno infine i mandati dei commissari straordinari dell'Autorità portuale di Trieste, Zeno D'Agostino, e dell'Ente parco nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, nonché quelli dei presidenti dell'Ente parco nazionale dell'Asinara, Pasquale Lorenzo Federici, dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV, Bruno Franchi, del Consiglio nazionale delle ricerche CNR, Luigi Nicolais e del Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, Adriano De Maio. Nello stesso mese scadranno poi il mandato di Salvatore Rebecchini a componente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM, nonché quelli dei componenti della Commissione di garanzia sull'esercizio del dirittto di sciopero CGS.
- È stata pubblicata nel S.O. n. 70/L alla G.U. n. 302 del 30 dicembre 2015 la legge 28 dicembre 2015, n. 208 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016). L'art. 1, commi 322 – 326, prevede la fusione per incorporazione della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS S.p.a. nella Società ALES – Arte Lavoro e Servizi S.p.a. La struttura organizzativa di ALES S.p.a. è conseguentemente articolata in due o più divisioni, una delle quali prosegue le funzioni della predetta ARCUS S.p.a. Si ricorda che sulla proposta di nomina del presidente di ARCUS S.p.a. era previsto il previo parere delle competenti Commissioni parlamentari ai sensi dell’art. 10, comma 6, della L. n. 352/1997 (sostituito dall’art. 2 della L. n. 291/2003), che era la fonte normativa speciale del controllo parlamentare sulla predetta società di capitali1. L'art. 1, commi 659 – 664 dispone poi l'incorporazione di diritto della società Istituto sviluppo agroalimentare ISA S.p.a. e della Società gestione fondi per l'agroalimentare SGFA s.r.l. nell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, che conserva la sua natura di ente pubblico economico. A tal fine è prevista entro il 31 gennaio 2016 la nomina, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di un commissario straordinario che si sostituisce al presidente e al consiglio di amministrazione dell'ISMEA per la durata di un anno, prorogabile una sola volta per motivate esigenze. Con lo stesso decreto il predetto Ministro può nominare anche due subcommissari che affiancano il commissario nell'esercizio delle sue funzioni. Tra i compiti del commissario straordinario rientra la predisposizione di un piano triennale di rilancio, razionalizzazione e sviluppo del settore di riferimento dell'ISMEA, nonché la predisposizione del nuovo statuto dell'Ente. Infine, l'art. 1, comma 670, dispone la trasformazione della Cassa conguaglio per il settore elettrico in ente pubblico economico denominato Cassa per i servizi energetici e ambientali CSEA, operante con autonomia organizzativa, tecnica e gestionale e sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze e dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, senza modificazioni degli organi dell'Ente e delle relative procedure di nomina.
Per l'approfondimento sulle nomine e sulle scadenze nei singoli enti, si rinvia alle relative note.
a)
Principali nomine effettuate (o in corso di
perfezionamento)
dal Governo in enti ricompresi nel campo di
applicazione
della L. n. 14/1978 nel mese
di dicembre 2015
In questa sottosezione si dà conto delle principali nomine soggette a controllo parlamentare effettuate dal Governo nel periodo considerato, delle procedure e del tipo di controllo parlamentare seguiti.
In particolare si specifica se per il rinnovo delle suddette cariche sia stata trasmessa dal Governo la richiesta di parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24/1/1978, recante norme per il controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, definiti successivamente come: istituti e (...) enti pubblici anche economici, che riguarda generalmente i presidenti o comunque gli organi di vertice degli enti e in qualche caso anche i vicepresidenti o i componenti di consigli o commissioni), o la mera comunicazione al Parlamento (ai sensi dell’articolo 9 della suddetta L. n. 14/1978, che riguarda generalmente i componenti dei consigli degli enti o i commissari straordinari), o se in occasione dei precedenti rinnovi non siano state attivate queste procedure.
La citata L. 14/1978 stabilisce, tra l’altro, dall’art. 1 all’art. 8, che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio dei ministri ed i singoli ministri, prima di procedere, secondo le rispettive competenze, a nomine, proposte o designazioni di presidenti e vicepresidenti di istituti e di enti pubblici, anche economici, devono richiedere il parere parlamentare (…). Il parere parlamentare è espresso dalle Commissioni permanenti competenti per materia delle due Camere ed è motivato anche in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione da perseguire. (…) L'organo cui compete la nomina, la proposta o la designazione può provvedere, trascorsi i termini stabiliti dai regolamenti delle due Camere, anche se non sia stato reso il parere delle Commissioni. (…) La richiesta di parere da parte del Governo deve contenere la esposizione della procedura seguita per addivenire alla indicazione della candidatura, dei motivi che la giustificano secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti o in corso di svolgimento, in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione che si intendono perseguire nell'istituto o ente pubblico. (…) Qualora, a seguito del parere espresso da una o entrambe le Commissioni, il Governo ritenga di procedere a nomine, proposte o designazioni diverse da quelle indicate nella richiesta di parere, si applica la procedura prevista negli articoli precedenti. La stessa procedura si applica altresì per la conferma di persona in carica, anche nel caso in cui nei confronti della stessa sia già stato espresso il parere del Parlamento. La conferma non può essere effettuata per più di due volte.
Le richieste di parere parlamentare su proposte di nomina trasmesse dal Governo, sono poi assegnate alle Commissioni competenti per l’esame ai sensi del comma 4 dell’articolo 143 del Regolamento della Camera, che stabilisce che: nei casi in cui il Governo sia tenuto per legge a richiedere un parere parlamentare su atti che rientrano nella sua competenza, il Presidente della Camera assegna alla Commissione competente per materia la relativa richiesta, e ne dà notizia all'Assemblea nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. In periodo di aggiornamento dei lavori della Camera, il Presidente della Camera può differire l'assegnazione della richiesta di parere, tenuto conto del termine previsto dalla legge per l'adozione dell'atto da parte del Governo. (…) In ordine ad atti di nomina, proposta o designazione, la Commissione delibera il parere nel termine di venti giorni dall’assegnazione, prorogabile una sola volta, per non più di dieci giorni, dal Presidente della Camera. (…) Il parere è comunicato al Presidente della Camera, che lo trasmette al Governo.
Per quanto riguarda le nomine che il governo è tenuto a comunicare al Parlamento, sempre la legge 24 gennaio 1978, n. 14, all’articolo 9, stabilisce che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l’esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l’indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano.
Qualora la legge istitutiva del singolo ente (o categoria di enti) o il relativo statuto, ove approvato con atto avente forza di legge, contengano specifiche norme relative al controllo parlamentare alternative o integrative rispetto a quelle generali contenute nella L. n. 14/1978, allora se ne dà conto, nell'ambito della successiva sottosezione "c", nella colonna relativa alla procedura di nomina.
Si ricorda per inciso, riguardo alla scadenza degli organi degli enti in questione, che il D.L. 16/5/1994, n. 293, convertito dalla L. 15/7/1994, n. 444, sulla disciplina della proroga degli organi amministrativi, stabilisce tra l’altro che: (…) gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti. Gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all'articolo precedente sono prorogati per non più di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili (…). Entro il periodo di proroga gli organi amministrativi scaduti debbono essere ricostituiti. (…) I provvedimenti di nomina dei componenti di organi scaduti adottati nel periodo di proroga sono immediatamente esecutivi. (…) Decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Autorità portuale di Olbia e Golfo Aranci |
Commissario straordinario:
Pietro Preziosi |
Nomina non ancora comunicata alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978
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22/12/2015 |
Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
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Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con proprio decreto del 22 dicembre 2015, non ancora comunicato alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978, ha prorogato il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Olbia e Golfo Aranci, Pietro Preziosi, fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo non superiore a sei mesi.
Il 22 dicembre 2015 scadeva infatti il mandato commissariale dello stesso Preziosi, che era stato nominato con analogo decreto ministeriale del 19 giugno 2015 per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 22 giugno 2015. Preziosi è subentrato nel predetto incarico a Nunzio Martello che, nominato con decreto ministeriale del 6 marzo 2014, era stato prorogato con analoghi decreti ministeriali del 9 settembre 2014, del 9 dicembre 2014 e del 18 marzo 2015. Martello era a sua volta subentrato a Fedele Sanciu, che era stato nominato commissario straordinario dell'Autorità portuale sarda con decreto ministeriale in data 5 settembre 2013, dopo la scadenza del secondo e ultimo mandato quadriennale del presidente uscente Paolo Silverio Piro.
L'Autorità portuale, disciplinata dalla L. n. 84/1994, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia amministrativa, di bilancio e finanziaria. L'Autorità portuale ha tra l'altro compiti di indirizzo, controllo e programmazione delle operazioni portuali, di manutenzione delle parti comuni e di mantenimento dei fondali del porto, nonché di affidamento e controllo delle attività dirette alla fornitura di servizi di interesse generale agli utenti portuali.
L’art. 8, commi 1 e 1-bis, della L. n. 84/1994 stabilisce che il presidente dell’Autorità portuale è nominato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti previa intesa con la regione interessata, nell'ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell'economia dei trasporti e portuale, designati rispettivamente da provincia, comuni e camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura territorialmente competenti. La terna è comunicata al Ministro tre mesi prima della scadenza del mandato ed egli può richiedere, entro trenta giorni, una seconda terna di candidati nell'ambito della quale effettuare la nomina. Qualora non pervenga nei termini alcuna designazione, il Ministro può procedere alla nomina previa intesa con la regione.
Esperite tali procedure, qualora entro trenta giorni non si raggiunga l'intesa con la regione interessata, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti indica il prescelto nell'ambito di una terna formulata a tal fine dal presidente della giunta regionale, tenendo conto anche delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura interessati. Ove il presidente della giunta regionale non provveda alla indicazione della terna entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo indirizzatagli dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, questi chiede al Presidente del Consiglio dei ministri di sottoporre la questione al Consiglio dei ministri.
Infine, ai sensi dell’art. 8, comma 2, della legge n. 84/1994, il presidente ha la rappresentanza dell'Autorità portuale, resta in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro ANPAL
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Presidente:
Maurizio Ferruccio Del Conte |
Pareri favorevoli espressi dalla 11a Commissione del Senato il 15/12/2015 e dalla XI Commissione della Camera il 16/12/2015 |
Procedura di nomina in corso
(Nomina deliberata dal Consiglio dei ministri dell'8/1/2016)
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D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali
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Come riferito nel precedente Bollettino, il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera del 24 novembre 2015 annunciata alla Camera e al Senato il 26 novembre 2015, aveva richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Maurizio Ferruccio Del Conte a presidente dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro ANPAL. Tale richiesta era stata assegnata alla 11a Commissione (Lavoro) del Senato che, dopo averla esaminata nelle sedute del 2 e del 9 dicembre 2015, ha espresso parere favorevole nella seduta del 15 dicembre 2015. La richiesta era stata altresì assegnata alla XI Commissione (Lavoro) della Camera che, dopo averla esaminata nella seduta del 15 dicembre 2015, ha espresso parere favorevole nella seduta del 16 dicembre 2015. Si anticipa che il Consiglio dei ministri dell'8 gennaio 2016, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ha approvato la nomina di Del Conte, che dovrà quindi essere conclusivamente formalizzata con decreto del Presidente della Repubblica.
L'ANPAL è stata istituita, a decorrere dal 1° gennaio 2016, dall'art. 4 del D.Lgs. n. 150/2015, recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, in attuazione della L. n. 183/2014.
Ai sensi dell'art. 6 del D.Lgs. n. 150/2015 sono organi dell'ANPAL il presidente, il consiglio di amministrazione, il consiglio di vigilanza e il collegio dei revisori. I mandati sono triennali e possono essere rinnovati una sola volta. Il presidente è nominato con decreto del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il consiglio di amministrazione è composto dal presidente e da due membri, nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, uno su proposta della Conferenza delle regioni e delle province autonome, uno su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il consiglio di vigilanza è composto da 10 membri, designati dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori dipendenti, nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il consiglio di vigilanza elegge al proprio interno il presidente.
L'ANPAL è dotata di personalità giuridica nonché di autonomia organizzativa, regolamentare, amministrativa, contabile e di bilancio. Ad essa si applica la disciplina delle agenzie di cui all'art. 8 del D.Lgs. n. 300/1999 per quanto non specificamente previsto. Vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, essa coordina la rete dei servizi per le politiche del lavoro. Ai sensi dell'art. 4, comma 13, del D.Lgs. n. 150/2015, a far data dalla nomina del suo presidente, l'ANPAL subentra nella titolarità delle azioni di Italia Lavoro S.p.a. e il suo presidente ne diviene amministratore unico.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale della Val Grande |
Presidente:
Massimo Bocci |
Pareri favorevoli espressi dalla 13a Commissione del Senato il 17/11/2015 e dalla VIII Commissione della Camera il 24/11/2015.
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3/12/2015 |
Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione competente
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Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 3 dicembre 2015, Massimo Bocci è stato nominato presidente dell'Ente parco nazionale della Val Grande per la durata di un quinquennio.
La richiesta di parere parlamentare sulla relativa proposta di nomina era stata trasmessa dal predetto Ministro, con lettera del 4 novembre 2015 annunciata alla Camera e al Senato il 10 e il 16 novembre 2015. Tale richiesta era stata assegnata alla 13a Commissione (Territorio) del Senato, che l'ha esaminata nella seduta del 17 novembre 2015 esprimendo parere favorevole, nonché alla VIII Commissione (Ambiente) della Camera, la quale, dopo averne iniziato l'esame nella seduta del 17 novembre 2015 e dopo aver proceduto all'audizione informale di Bocci nella seduta del 24 novembre 2015, ha espresso anch'essa parere favorevole nella stessa seduta del 24 novembre 2015.
Bocci succede dunque, nella presidenza dell'Ente parco piemontese, a Pierleonardo Zaccheo, che era stato nominato per cinque anni con decreto ministeriale del 16 febbraio 20102. Dopo la scadenza del relativo mandato, la gestione dell'Ente parco era stata assicurata dal consiglio direttivo sotto la guida del vicepresidente, Giuseppe Monti, eletto dal consiglio direttivo al suo interno.
L'Ente parco nazionale, disciplinato dall'art. 9 della L. n. 394/1991, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne nomina il presidente con proprio decreto, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. Altri organi dell'Ente parco sono il consiglio direttivo, la giunta esecutiva, il collegio dei revisori dei conti e la comunità del parco. I mandati sono tutti quinquennali.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna |
Commissario straordinario:
Gian Luigi Pillola |
Nomina comunicata e annunciata alla Camera il 18/12/2015 e al Senato il 12/1/2016 ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978
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3/12/2015
(decorrenza: 5/12/2015)
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Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 16 dicembre 2015 annunciata alla Camera il 18 dicembre 2015 e – si anticipa - al Senato il 12 gennaio 2016, ha comunicato, ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978, di aver prorogato, con proprio decreto in data 3 dicembre 2015, il mandato del commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, Gian Luigi Pillola, per un periodo massimo di tre mesi a decorrere dal 5 dicembre 2015 e comunque fino alla ricostituzione degli organi del consorzio del Parco.
Il 4 dicembre 2015 scadeva infatti il mandato commissariale di Pillola, che era stato da ultimo prorogato per sei mesi con decreto ministeriale dell'11 giugno 2015, comunicato e annunciato alla Camera e al Senato il 23 giugno 2015 e il 1° luglio 2015. Pillola, inizialmente nominato con decreto ministeriale del 3 dicembre 2013, comunicato e annunciato al Senato e alla Camera il 19 e il 20 dicembre 2013, era già stato prorogato con decreto ministeriale del 10 giugno 2014, comunicato e annunciato alla Camera e al Senato il 23 e il 25 giugno 2014, nonché con analogo decreto del 2 dicembre 2014, comunicato e annunciato al Senato e alla Camera il 7 e il 9 gennaio 2015.
Il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, commissariato dal 2 febbraio 2007, è il primo del genere riconosciuto dall’UNESCO nel 1998 e ne sono promotori la Regione autonoma della Sardegna e l’Ente minerario sardo EMSA. Il Parco è stato istituito dall'art. 1 del decreto in data 16 ottobre 2001 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle attività produttive ed il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, d'intesa con la Regione autonoma della Sardegna. Il Parco è gestito da un consorzio con personalità giuridica di diritto pubblico, assimilato agli enti di ricerca, vigilato dai tre suddetti Ministeri insieme a quello dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione autonoma della Sardegna.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Istituto superiore di sanità ISS |
Componenti del consiglio di amministrazione:
Enrico Lubrano, Adriana C. Maggi, Giuseppe Remuzzi, Alessandro Cosimi.
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Nomina non ancora comunicata alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
26/11/2015 |
Decreto del Ministro della salute |
Il Ministro della salute, con proprio decreto del 26 novembre 2015, non ancora comunicato alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978, ha nominato Enrico Lubrano, Adriana Caterina Maggi, Giuseppe Remuzzi e Alessandro Cosimi membri del consiglio di amministrazione dell'Istituto superiore di sanità ISS per la durata di un quadriennio. Tale organo è presieduto dal presidente dell'ISS, Gualtiero Ricciardi, che era stato nominato per quattro anni con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 agosto 2015.
Come ricordato nei precedenti numeri del Bollettino, essendo stato riscontrato dall'Autorità di vigilanza un disavanzo di competenza dell'ISS per gli esercizi relativi agli anni 2011 e 2012, l'Istituto era stato commissariato ai sensi dell'art. 1, comma 1-bis, del D.L. n. 98/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 111/2011. Con decreto del Ministro della salute di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze del 10 luglio 2014 lo stesso Ricciardi era stato nominato commissario e il relativo mandato era stato prorogato con analogo decreto del 21 gennaio 2015. Erano pertanto decaduti il presidente, Fabrizio Oleari, che era stato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 25 marzo 2013, nonché i mandati di Francesca Basilico D'Amelio, Alessandro Cosimi, Paolo Di Loreto e Michele Pandolfelli a componenti del consiglio di amministrazione dell'ISS, che erano stati nominati con decreto del Ministro della salute del 28 marzo 2013.
Il consiglio di amministrazione dell'ISS è composto dal presidente dell'Istituto e da quattro esperti di alta e riconosciuta professionalità nelle materie tecnico-scientifiche e giuridiche rientranti nell'ambito delle attribuzioni dell'Ente, di cui uno designato dal Ministro della salute, due dalla Conferenza unificata e uno dal Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca3.
Ai sensi dell'art. 1 del D.P.R. n. 70/2001, non abrogato dall'art. 8 del D.Lgs. n. 106/2012 che ne ha previsto il riordino, l'Istituto superiore di sanità ISS è ente di diritto pubblico, dotato di autonomia scientifica, organizzativa, amministrativa e contabile, vigilato dal Ministero della salute. Organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, l'ISS svolge in particolare funzioni di ricerca, di sperimentazione, di controllo e di formazione per quanto concerne la salute pubblica.
b)
Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi
nel
campo di applicazione della L. n. 14/1978
scadute e non
ancora rinnovate nel mese
di dicembre 2015
o previste in scadenza entro il 29 febbraio
2016
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente nazionale per l'aviazione civile ENAC |
Componenti del consiglio di amministrazione:
Andrea Corte, Lucio d'Alessandro e Roberto Serrentino
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Comunicazione alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
9/12/2015
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Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
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Il 9 dicembre 2015 sono scaduti i mandati dei componenti del consiglio di amministrazione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile ENAC, ossia Andrea Corte, Lucio d'Alessandro e Roberto Serrentino, i quali (insieme a Franco Pronzato che si è dimesso nel giugno 20114) erano stati nominati per un quinquennio con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, in data 9 dicembre 2010.
Il riordino dell'ENAC, disposto dal D.P.R. n. 188/2010 nell'ambito delle procedure previste dalla normativa c.d. taglia-enti (art. 26 del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008), ha comportato la riduzione del numero dei componenti del consiglio di amministrazione dell'Ente, che è passato dalla consistenza iniziale di sette membri compreso il presidente, a quella attuale di cinque membri compreso il presidente. Il consiglio di amministrazione rimane in carica cinque anni e la nomina dei suoi componenti è rinnovabile per una sola volta. Il predetto riordino ha altresì comportato il prolungamento da quattro a cinque anni del mandato del presidente dell'Ente, rinnovabile per due mandati consecutivi dopo il primo.
Attuale presidente dell'ENAC è Vito Riggio, che è stato nominato per un quinquennio con decreto del Presidente della Repubblica in data 21 ottobre 2013.
L'ENAC costituisce l'Autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in Italia. Tra i compiti dell'Enac rientrano: il controllo della sicurezza (sia in quanto progettazione, costruzione, manutenzione ed esercizio degli aeromobili, nonché idoneità degli operatori aerei e del personale di volo, sia in quanto sicurezza a terra ed a bordo degli aeromobili per la prevenzione degli atti illeciti) nonché la garanzia della qualità dei servizi resi all'utente e la tutela dei diritti del passeggero (seguendo le indicazioni dell'Unione europea, l'Ente ha redatto infatti la Carta dei Diritti del Passeggero e la Carta dei Servizi Standard aeroportuali). L'ENAC rappresenta altresì l'Italia nelle maggiori organizzazioni internazionali dell'aviazione civile.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria CREA
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Commissario straordinario:
Salvatore Parlato
Sub-commissari:
Alessandra Gentile Michele Pisante
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Comunicazione alle Camere ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978
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2/1/2016
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Decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
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Il 2 gennaio 2016 sono scaduti i mandati del commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria CREA, Salvatore Parlato, e dei sub-commissari Alessandra Gentile e Michele Pisante, che erano stati nominati dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con propri decreti in data 2 gennaio 2015 e 31 marzo 20155. Il mandato commissariale di Parlato, di durata annuale, è prorogabile una sola volta per motivate esigenze.
Le suddette nomine sono avvenute ai sensi dell'art. 1, commi 381 – 383, della L. n. 190/2014 (legge di stabilità 2015), che aveva disposto l'incorporazione dell'Istituto nazionale di economia agraria INEA nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA, il quale ha nel contempo assunto la nuova denominazione sopra indicata. Tra i compiti del commissario straordinario6 rientrano, tra l'altro, la predisposizione dello statuto dell'Ente e di un piano triennale di rilancio delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura, nonché la messa in opera di ulteriori interventi di riduzione e razionalizzazione delle strutture e delle attività.
Il CREA è l'ente nazionale di ricerca e sperimentazione con competenza scientifica generale nel settore agricolo, ittico, forestale, nutrizionale e socioeconomico, ed è vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Esso ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotato di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. All'interno del Consiglio operano numerose strutture scientifiche che, nell'ambito della riorganizzazione dell'Ente operata nel 2015, hanno dato vita a 12 centri di ricerca ampiamente distribuiti sul territorio nazionale.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Autorità portuale di Bari |
Commissario straordinario:
Francesco Palmiro Mariani
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Comunicazione alle Camere ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
13/1/2016 |
Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti |
Autorità portuale di Taranto |
Commissario straordinario:
Sergio Prete |
13/1/2016 |
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Autorità portuale di Brindisi
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Commissario straordinario:
Mario Valente |
13/1/2016 |
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Autorità portuale di Civitavecchia |
Commissario straordinario:
Pasqualino Monti |
23/1/2016 |
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Autorità portuale di Trieste |
Commissario straordinario:
Zeno D'Agostino |
25/2/2016 |
Il 13 gennaio 2016 scade il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Bari, Francesco Palmiro Mariani, che era stato nominato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 10 luglio 2015 fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 13 luglio 2015.
Il 7 giugno 2015 era scaduto il mandato a presidente dell'Autorità portuale barese dello stesso Mariani, che era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 7 giugno 2011. Per Mariani si era trattato del secondo e ultimo quadriennio alla presidenza dell'Autorità portuale di Bari, essendovi già stato nominato con decreto ministeriale del 1° dicembre 2006. Mariani altresì era già stato nominato commissario straordinario del medesimo Ente con decreto ministeriale del 19 gennaio 2011 prima della sua conferma nell'incarico presidenziale.
Il 13 gennaio 2016 scade poi il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, che era stato nominato con decreto ministeriale del 10 luglio 2015 fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 13 luglio 2015.
Il 7 giugno 2015 era infatti scaduto il mandato a presidente dell'Autorità portuale tarantina dello stesso Prete, che era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 7 giugno 2011. Prete era succeduto al commissario straordinario Salvatore Giuffrè, che era stato a sua volta nominato con decreto ministeriale del 15 maggio 2008.
Il 13 gennaio 2016 scade poi il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Brindisi, Mario Valente, che era stato nominato con decreto ministeriale del 10 luglio 2015 fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 13 luglio 2015.
L'8 giugno 2015 era scaduto infatti il mandato del presidente uscente dell'Autorità portuale brindisina, Hercules Haralambides, che era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 7 giugno 2011, notificato l'8 giugno 2011, e che era subentrato a Giuseppe Giurgola, nominato presidente con decreto ministeriale del 5 aprile 20077.
Il 23 gennaio 2016 scade quindi il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti, che era stato nominato con decreto ministeriale del 22 luglio 2015 fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo massimo di sei mesi.
Il 7 giugno 2015 era scaduto infatti il mandato a presidente dell'Autorità portuale laziale dello stesso Monti, che era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 7 giugno 2011. Monti era succeduto al commissario straordinario Fedele Nitrella, che era stato nominato con decreto ministeriale del 16 novembre 2010 e che era subentrato a Fabio Ciani, a sua volta nominato presidente dell'Autorità portuale laziale con decreto ministeriale del 18 luglio 2007.
Il 25 febbraio 2016 scadrà infine il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Trieste, Zeno D'Agostino, che era stato da ultimo prorogato con decreto ministeriale del 20 agosto 2015 fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 25 agosto 2015.
Nominato con decreto ministeriale del 17 febbraio 2015, D'Agostino era subentrato a Marina Monassi, che era stata nominata presidente dell'Autorità portuale giuliana per quattro anni con decreto ministeriale del 20 gennaio 2011. Monassi era già stata nominata presidente del suddetto Ente con decreto ministeriale del 16 luglio 2004; dimessasi il 27 aprile 2006, con decreto ministeriale in pari data ne era stata nominata commissario straordinario. Tale incarico commissariale veniva in seguito affidato a Paolo Castellani con analogo decreto del 9 giugno 2006. Con successivo decreto ministeriale del 1° dicembre 2006, notificato all'interessato il 5 dicembre 2006, veniva poi nominato presidente dell'Autorità portuale Claudio Boniciolli, e alla scadenza del relativo mandato aveva fatto seguito la seconda nomina presidenziale di Monassi.
Sulle Autorità portuali in generale, vedasi supra alla sottosezione “a”.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Fondazione Ordine Mauriziano FOM |
Commissario straordinario:
Giovanni Zanetti
(con il vice-commissario straordinario Cristiana Maccagno)
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Comunicazione alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
31/1/2016 |
Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
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Il 31 gennaio 2016 scadono gli incarichi del commissario straordinario della Fondazione Ordine Mauriziano FOM, Giovanni Zanetti, e del vice-commissario straordinario, Cristiana Maccagno, che erano stati da ultimo prorogati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 3 luglio 2015 fino all'insediamento degli organi di ordinaria amministrazione della Fondazione e comunque non oltre la predetta data.
Zanetti e Maccagno erano stati nominati nei predetti incarichi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° luglio 2013, ai sensi dell'art. 13 del D.Lgs. n. 419/1999, ossia nelle more della revisione statutaria della Fondazione. Tali mandati erano stati poi prorogati con analogo decreto in data 26 giugno 2014 fino all'adozione del nuovo statuto della Fondazione e comunque per un periodo massimo di dodici mesi. Come infatti specificato nelle premesse del D.P.C.M. in data 1° luglio 2013, anche a seguito della chiusura della procedura concorsuale che aveva caratterizzato il precedente commissariamento dell'Ente, erano state riscontrate carenze funzionali nella Fondazione nonché lacune e inadeguatezze della relativa disciplina legislativa e statutaria, tali da comportare un nuovo e diverso8 commissariamento della FOM prima di procedere alla ricostituzione dei suoi organi ordinari9. In tal senso i successivi D.P.C.M. del 26 giugno 2014 e del 3 luglio 2015 danno atto della predisposizione da parte dell'organo commissariale di uno schema di nuovo statuto della Fondazione, attualmente sottoposto alle amministrazioni competenti e dunque in corso di perfezionamento.
In precedenza Zanetti e Maccagno erano stati nominati commissario e vice commissario della Fondazione con D.P.C.M. dell'11 ottobre 2007 per un periodo di due anni, a seguito dello scioglimento degli organi di amministrazione, controllo e vigilanza della FOM disposto, a causa del dissesto finanziario in cui versava l'Ente, dal Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i Ministri dell'interno e per i beni e le attività culturali, in attuazione dell'art. 30 del D.L. n. 159/2007, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 222/2007. Più precisamente, con D.P.C.M. dell'11 ottobre 2007 venivano nominati, oltre a Zanetti e Maccagno, anche Alessandro Braja in qualità di vice-commissario, nonché un comitato di vigilanza10. I mandati di tutte le suddette cariche venivano prorogati per due anni con il successivo D.P.C.M. del 9 ottobre 2009. Con nota del 18 febbraio 2011, tuttavia, Braja rinunciava all'incarico di vice-commissario. Gli incarichi di Zanetti, Maccagno e del comitato di vigilanza sono stati quindi ulteriormente prorogati dal D.P.C.M. del 10 ottobre 2011 e dal D.P.C.M. dell'8 ottobre 2012 fino al 30 giugno 2013, procedendosi infine agli adempimenti conseguenti all'intervenuta approvazione del piano di soddisfazione e all'emanazione del provvedimento giudiziale di esdebitazione, fino alla chiusura della procedura concorsuale dichiarata dal comitato di vigilanza.
L'Ordine Mauriziano è previsto dalla XIV disposizione finale della Costituzione, la quale dispone che esso “è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge”. In attuazione di tale norma, è intervenuta la L. n. 1596/1962, recante appunto il nuovo ordinamento dell’Ordine. L'art. 2 del D.L. n. 277/2004, convertito con modificazioni dalla L. n. 4/2005, ha istituito la Fondazione Ordine Mauriziano, cui è stato trasferito il patrimonio immobiliare e mobiliare dell'Ente Ordine Mauriziano, ad eccezione dei presidi ospedalieri Umberto I di Torino e Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), trasferiti invece all'Azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, istituita con legge della Regione Piemonte.
Scopo della FOM è la gestione del patrimonio e dei beni trasferiti, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di sua proprietà, e il risanamento del dissesto finanziario dell'Ente anche mediante la dismissione dei beni del patrimonio disponibile trasferito, nel rispetto delle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. Sulla gestione del patrimonio della Fondazione è previsto vigili un comitato di cinque membri nominati rispettivamente dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'interno, dal Ministro per i beni e le attività culturali, dalla regione Piemonte e dall'Ordinario diocesano di Torino.
La Fondazione è subentrata all’Ente in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi, ad eccezione dei rapporti di lavoro e dei contratti concernenti l’esercizio delle attività sanitarie, come specificato dall'art. 1, commi 1349 e 1350, della L. n. 296/2006 (legge finanziaria per il 2007).
Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per i beni e le attività culturali, in data 13 ottobre 2006, è stato approvato lo statuto della Fondazione Ordine Mauriziano. In seguito, a causa del profondo dissesto finanziario della FOM, il legislatore ne ha disposto – come ricordato supra - il commissariamento ai sensi dell'art. 30 del D.L. n. 159/2007, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 222/200711.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale del Vesuvio
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Commissario straordinario:
Ugo Leone |
Comunicazione alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978
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15/2/2016
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Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
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Ente parco nazionale dell'Asinara
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Presidente:
Pasquale Lorenzo Federici
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Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978 |
21/2/2016 |
Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione competente |
Il 15 febbraio 2016, se non sarà stato nominato prima il presidente, scadrà il mandato del commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, che era stato da ultimo prorogato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 24 luglio 2015, annunciato al Senato e alla Camera l'8 e il 10 settembre 2015 ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978, per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 15 agosto 2015.
Il predetto incarico era stato inizialmente conferito a Leone con decreto ministeriale dell'11 febbraio 2014 ed era stato quindi prorogato con ulteriori decreti ministeriali del 29 luglio 2014, e del 18 febbraio 2015, tutti comunicati e annunciati alle Camere. In precedenza Leone era stato nominato presidente dell'Ente parco campano con decreto ministeriale del 15 gennaio 2008 e il relativo mandato quinquennale, prorogato al 31 dicembre 2013 dall'art. 1, comma 424, della L. n. 228/2012 (legge di stabilità 2013), era definitivamente cessato il 14 febbraio 2014 allo scadere del periodo di prorogatio12. Leone era succeduto ad Amilcare Troiano che, presidente dell'Ente parco fino al 24 ottobre 2006, ne era stato poi nominato commissario straordinario.
Il 21 febbraio 2016 scadrà invece il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale dell'Asinara, Pasquale Lorenzo Federici, che era stato nominato per la durata di un quinquennio con decreto ministeriale del 21 febbraio 2011. Federici era stato in precedenza nominato commissario straordinario dell'Ente parco sardo con decreto ministeriale del 13 ottobre 2010, succedendo al precedente commissario straordinario Giancarlo Cugiolu, e tale incarico commissariale era stato prorogato con decreto ministeriale del 27 dicembre 2010 fino alla sua nomina a presidente.
Sull'Ente parco nazionale in generale, vedasi supra alla sottosezione “a”.
c)
Principali cariche in enti e autorità non ricompresi
nel
campo di applicazione della L. n. 14/1978,
rinnovate o in
scadenza entro
il 29 febbraio 2016
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Fondazione La Biennale di Venezia |
Presidente:
Paolo Baratta
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Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell'art. 8, comma 1, del D.Lgs. n. 19/1998 annunciata alla Camera e al Senato il 16/12/2015. Pareri favorevoli espressi dalla 7a Commissione del Senato il 21/12/2015 e dalla VII Commissione della Camera il 22/12/2015.
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Procedura di nomina in corso |
Decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentite le competenti Commissioni parlamentari
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Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con lettera del 7 dicembre 2015 annunciata alla Camera e al Senato il 16 dicembre 2015, ha richiesto, ai sensi dell'art. 8, comma 1, del D.Lgs. n. 19/1998, il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Paolo Baratta a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia. La proposta di nomina è stata assegnata alla 7ª Commissione (Istruzione) del Senato, che l'ha esaminata nella seduta del 21 dicembre 2015 esprimendo parere favorevole, nonché alla VII Commissione (Cultura) della Camera che, dopo averne iniziato l'esame nella seduta del 18 dicembre 2015, ha espresso parere favorevole nella seduta del 22 dicembre 2015.
Il 21 dicembre 2015 scadeva infatti il mandato a presidente della Fondazione dello stesso Baratta, che era stato nominato per quattro anni con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali in data 21 dicembre 2011. Baratta tra l'altro era già stato nominato presidente della medesima Fondazione per quattro anni con analogo decreto ministeriale del 19 dicembre 2007 a seguito delle dimissioni rassegnate da Davide Croff.
Come specificato dal predetto Ministro nella richiesta di parere parlamentare in oggetto, l'art. 13-ter, comma 2, lett. a) del D.L. n. 78/2015, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 125/2015, ha modificato l'art. 7, comma 3, del D.Lgs. n. 19/1998, disponendo che il presidente della Fondazione La Biennale di Venezia possa essere confermato nel suo incarico per non più di due volte. In precedenza tale mandato poteva essere confermato una sola volta.
Il 21 dicembre 2015 è altresì scaduto il consiglio di amministrazione della Fondazione, che era stato anch'esso nominato per quattro anni con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali in data 21 dicembre 2011, e che risultava composto, oltre che da Baratta, da Luigi Brugnaro (sindaco di Venezia, vicepresidente), Luca Zaia (presidente della Regione Veneto), Cesare Castelli (commissario della Provincia di Venezia) e Adriano Rasi Caldogno, membro di nomina ministeriale13.
La Fondazione La Biennale di Venezia è subentrata all'ex Ente autonomo La Biennale di Venezia, che era stato trasformato dal citato D.Lgs. n. 19/1998 in Società di cultura, figura giuridica di diritto privato atipica, in seguito ulteriormente trasformata dal D.Lgs. n. 1/2004 in Fondazione di preminente interesse nazionale con personalità giuridica di diritto privato.
Sono organi della Fondazione il presidente, il consiglio di amministrazione e il collegio dei revisori dei conti. Tra gli organi di amministrazione della Fondazione, solo la nomina del presidente è soggetta a controllo parlamentare, essendo previsto per essa il previo parere delle Commissioni parlamentari competenti dall'art. 8, comma 1, del D.Lgs. n. 19/1998. Tale disposizione è dunque la fonte normativa speciale del controllo parlamentare su tale nomina, poiché la Fondazione, in quanto ente di diritto privato, non è ricompresa nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 che riguarda solo gli “istituti ed enti pubblici, anche economici”.
La Biennale di Venezia, le cui origini datano al 1895, organizza manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee, come la Mostra internazionale d'arte cinematografica, l'Esposizione internazionale d'arte, la Mostra internazionale di architettura e il Festival della danza. Negli stessi ambiti, la Biennale promuove iniziative editoriali e, per mezzo dell'Archivio storico delle arti contemporanee, cura la conservazione della documentazione sulla sua storia.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Istituto nazionale di astrofisica INAF
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Componenti del consiglio di amministrazione:
Enrico Cappellaro e Stefano Giovannini
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Nomine comunicate e annunciate al Senato il 17/12/2015 e alla Camera il 18/12/2015 ai sensi dell'art. 11, comma 5, del D. Lgs. n. 213/2009
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2/12/2015 |
Decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, su designazione della comunità scientifica |
Istituto italiano di studi germanici
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Componente del consiglio di amministrazione:
Elda Morlicchio
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Nomina comunicata e annunciata alla Camera e al Senato il 1°/12/2015 ai sensi dell'art. 11, comma 5, del D. Lgs. n. 213/2009 |
17/11/2015 |
Decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, su designazione del presidente del Consiglio universitario nazionale
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Consiglio nazionale delle ricerche CNR
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Componente del consiglio di amministrazione:
Roberto Lagalla
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Nomine comunicate e annunciate alla Camera e al Senato il 1°/12/2015 ai sensi dell'art. 11, comma 5, del D. Lgs. n. 213/2009 |
13/11/2015 |
Decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, su designazione della CRUI
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Componente del consiglio di amministrazione:
Vito Mocella
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13/11/2015 |
Decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca su designazione del personale dell'Ente
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Il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, con lettera del 4 dicembre 2015, annunciata al Senato e alla Camera il 17 e il 18 dicembre 2015, ha comunicato, ai sensi dell'art. 11, comma 5, del D.Lgs. n. 213/2009, di aver nominato, con proprio decreto del 2 dicembre 2015, Enrico Cappellaro e Stefano Giovannini componenti del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di astrofisica INAF per la durata di un quadriennio. Cappellaro e Giovannini sono stati nominati su designazione della comunità scientifica di riferimento dell'Ente. Come ricordato nel precedente Bollettino, il Ministro aveva già comunicato di aver nominato, con proprio decreto del 23 settembre 2015, Nicolò D'Amico presidente dell'Istituto, nonché Eugenio Coccia e Marco Tavani membri di designazione governativa del consiglio di amministrazione dell'Ente, sempre per un quadriennio. I mandati dei precedenti membri del consiglio di amministrazione dell'INAF, ossia Giovanni Fabrizio Bignami, presidente, Andrea Ferrara, Monica Tosi, Sergio Molinari e Massimo Capaccioli, erano scaduti tra il 10 agosto 2015 e il 15 settembre 2015.
Il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, con lettera del 18 novembre 2015, annunciata alla Camera e al Senato il 1° dicembre 2015, ha altresì comunicato di aver nominato, con proprio decreto del 17 novembre 2015, Elda Morlicchio membro del consiglio di amministrazione dell'Istituto italiano di studi germanici per la durata di un quadriennio. La nomina di Morlicchio è avvenuta su designazione del Consiglio universitario nazionale CUN. Come riferito nei precedenti numeri del Bollettino, il Ministro aveva già comunicato di aver nominato, con propri decreti del 14 ottobre 2015 e del 7 agosto 2015, il componente di designazione governativa del predetto organo di amministrazione, Michele Cometa, e il presidente dell'Istituto, Roberta Ascarelli, sempre per la durata di un quadriennio. Il 10 agosto 2015 erano scaduti infatti i mandati dei componenti uscenti del consiglio di amministrazione dell'Ente, ossia Sergio Belardinelli e Giorgio Manacorda, mentre il presidente Fabrizio Cambi si era dimesso dall'incarico il 2 ottobre 2013.
Il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, con lettera del 17 novembre 2015, annunciata alla Camera e al Senato il 1° dicembre 2015, ha comunicato infine di aver nominato, con proprio decreto in data 13 novembre 2015, Roberto Lagalla e Vito Mocella componenti del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche CNR per la durata di quattro anni. Lagalla e Mocella sono sono stati nominati rispettivamente su designazione della Conferenza dei rettori delle università italiane CRUI e su designazione del personale dell'Ente stesso. Come ricordato nei precedenti numeri del Bollettino, negli scorsi mesi di agosto, settembre e ottobre 2015 sono scaduti i mandati dei membri uscenti del consiglio di amministrazione del CNR: Maria Cristina Messa, Gloria Saccani, Vico Valassi e Gennaro Ferrara. Presidente in carica dell'Ente è Luigi Nicolais, nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 20 febbraio 2012. Con ulteriore decreto ministeriale dovranno quindi essere nominati altri due componenti del consiglio di amministrazione dell'Ente.
Gli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca sono stati riordinati con il D. Lgs. n. 213/2009, in attuazione dell'art. 1 della L. n. 165/2007. Ai fini del controllo parlamentare sulle nomine in tali enti, il D. Lgs. n. 213/2009 ha apportato, tra le altre, importanti innovazioni come la riduzione del numero dei componenti dei consigli di amministrazione, la revisione della loro composizione e la modifica delle relative modalità di nomina. Sono state altresì novellate le procedure di designazione e di nomina dei presidenti, sulle cui candidature non si esprimono più le Commissioni parlamentari competenti, restando prevista solo la comunicazione al Parlamento dei decreti di nomina emanati dal Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB
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Componenti:
Giuseppe Maria Berruti, Carmine Di Noia
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Richieste di parere parlamentare ai sensi dell'art. 1, comma 3, del D.L. n. 95/1974, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 216/1974, e dell'art. 1 della L. n. 14/1978, annunciate alla Camera l'11/1/2016 e al Senato il 12/1/2016
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Procedura di nomina in corso |
D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentite le Commissioni parlamentari competenti
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Si anticipa che il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera del 22 dicembre 2015, annunciata alla Camera e al Senato rispettivamente l'11 e il 12 gennaio 2016, ha richiesto, ai sensi dell'art. 1, comma 3, del D.L. n. 95/1974, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 216/1974, e dell'art. 1 della L. n. 14/1978, il parere parlamentare sulle proposte di nomina di Giuseppe Maria Berruti e Carmine Di Noia a componenti della Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB. Tali richieste sono state assegnate alla VI Commissione (Finanze) della Camera e alla 6a Commissione (Finanze) del Senato.
La composizione della CONSOB era stata modificata dall'art. 23, comma 1, lett. e) del D.L. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 214/2011 (c.d. "Salva Italia"), che ne aveva ridotto la consistenza dai cinque componenti compreso il presidente inizialmente previsti, a tre componenti compreso sempre il presidente. Sulla base di siffatto quadro normativo, a seguito delle dimissioni rassegnate da Luca Enriques dal 16 giugno 2012, e della scadenza del mandato di Vittorio Conti avvenuta il 21 luglio 2013, non era seguita la nomina di un nuovo componente della CONSOB, che si era così allineata alla ridotta consistenza numerica prevista. A seguito poi della scadenza del mandato di Michele Pezzinga, avvenuta il 15 dicembre 2013, con decreto del Presidente della Repubblica del 15 luglio 2014 è stata nominata componente della Commissione Anna Genovese. La CONSOB risulta perciò attualmente composta da Giuseppe Vegas, presidente, Paolo Troiano e appunto Anna Genovese.
Da ultimo tuttavia l'art. 22, comma 13, del D.L. n. 90/2014, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 114/2014, ha abrogato il ricordato art. 23, comma 1, lett. e) del D.L. n. 201/2011, comportando così il ripristino della antevigente composizione della CONSOB, che è tornata dunque a essere composta da cinque componenti compreso il presidente. Le citate proposte di nomina di Berruti e Di Noia sono dunque finalizzate all'integrazione della composizione della Commissione14.
La CONSOB, istituita dall'art. 1 del D.L. n. 95/1974, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 216/1974, successivamente modificato dall'art. 1 della L. n. 281/1985, è un'autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all'efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano. Le funzioni della CONSOB, estese a tutti gli aspetti rilevanti per l'efficiente tutela del risparmio, riguardano i prodotti oggetto degli investimenti e i relativi emittenti, gli intermediari e i mercati. Nello svolgimento dell'attività di vigilanza di sua competenza, la CONSOB è tra l'altro dotata di poteri regolamentari, autorizzatori e sanzionatori.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
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Data nomina |
Procedura di nomina |
Grande progetto Pompei
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Direttore generale di progetto:
Luigi Curatoli
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Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell'art. 1, comma 1, del D.L. n. 91/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 112/2013, annunciata alla Camera l'11/1/2016 e al Senato il 12/1/2016
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Procedura di nomina in corso
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D.P.C.M. su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti |
Si anticipa che il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera del 5 gennaio 2016, annunciata alla Camera e al Senato l'11 e il 12 gennaio 2016, ha richiesto, ai sensi dell'art. 1, comma 1, del D.L. n. 91/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 112/2013, il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Luigi Curatoli a direttore generale di progetto del Grande progetto Pompei. Tale richiesta è stata assegnata alla VII Commissione (Cultura) della Camera e alla 7a Commissione (Istruzione) del Senato.
Attuale direttore generale di progetto del predetto Grande progetto Pompei è Giovanni Nistri, che era stato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, in data 27 dicembre 2013.
L'art. 1, comma 1, del citato D.L. n. 91/2013 prevede che "al fine di potenziare ulteriormente le funzioni di tutela dell'area archeologica di Pompei, di rafforzare l'efficacia delle azioni e di accelerare gli interventi di tutela e di valorizzazione del sito affidati all'attuazione del Grande Progetto Pompei, ... il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, nomina con proprio decreto ... previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, un rappresentante della realizzazione del Grande Progetto e del programma straordinario, denominato "direttore generale di progetto", nonché un vice direttore generale vicario”. Dette cariche devono possedere i seguenti requisiti: appartenenza al personale di ruolo delle amministrazioni dello Stato; comprovata competenza ed esperienza pluriennale; assenza di condanne passate in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione.
Tra i compiti del direttore generale di progetto rilevano in particolare: la definizione e l'approvazione dei progetti degli interventi di messa in sicurezza, restauro e valorizzazione previsti nell'ambito della realizzazione del Grande Progetto Pompei; la funzione di stazione appaltante, dando esecuzione a tutte le misure atte ad accelerare gli affidamenti e seguendo la fase di attuazione ed esecuzione dei relativi contratti, anche avvalendosi del supporto dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti per lo sviluppo di impresa S.p.a.; l'assunzione delle direttive atte a migliorare l'efficace conduzione del sito archeologico. Il direttore generale di progetto - che collabora altresì per assicurare la trasparenza, la regolarità e l'economicità della gestione dei contratti pubblici - riferisce con cadenza semestrale al Parlamento sullo stato di avanzamento dei lavori.
Ai sensi dell'art. 1, comma 2, del predetto D.L. n. 91/2013, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è costituita una apposita struttura di supporto al direttore generale di progetto, con sede nell'area archeologica di Pompei. La struttura è composta da un contingente di personale, anche dirigenziale, in posizione di comando, proveniente dai ruoli del personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo o delle altre amministrazioni statali, nonché da cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale.
Il Grande Progetto Pompei, approvato dalla Commissione europea con la Decisione n. C(2012) 2154 del 29 marzo 2012, nel quadro del programma straordinario e urgente di interventi conservativi di prevenzione, manutenzione e restauro di cui all'art. 2 del D.L. n. 34/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 75/2011, non costituisce un ente pubblico, né parimenti sembra assumere tale connotazione la struttura di supporto al direttore generale di progetto. Ciononostante, la previsione del parere parlamentare sulle proposte di nomina del direttore generale di progetto e del vice direttore vicario, che costituiscono a tutti gli effetti nomine governative, è stata inserita nel testo dell'art. 1, comma 1, del D.L. n. 91/2013 dalla legge di conversione n. 112/2013.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV
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Presidente:
Bruno Franchi |
Richiesta di parere parlamentare del D.Lgs. n. 66/1999
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3/2/2016 |
D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Consiglio dei ministri, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari
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Il 3 febbraio 2016 scadrà il mandato del presidente dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV, Bruno Franchi, che era stato nominato per cinque anni con decreto del Presidente della Repubblica in data 3 febbraio 2011.
Per Franchi si tratta del terzo mandato alla presidenza dell'Agenzia, essendo stato dapprima nominato con D.P.R. del 14 ottobre 1999 e poi confermato con D.P.R. del 7 febbraio 2005. Franchi era stato altresì nominato commissario straordinario dell'ANSV con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 marzo 2010.
Ai sensi del D.P.R. n. 189/2010, che ha disposto il riordino dell'ANSV nell'ambito delle procedure previste dalla normativa c.d. taglia-enti (art. 26 del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008), sono organi dell'Agenzia il presidente, il collegio (la cui composizione è stata ridotta da quattro componenti a tre) e il collegio dei revisori dei conti. Il presidente è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Il presidente e i membri del collegio sono scelti tra soggetti di chiara fama e indipendenza, di provata capacità tecnica e giuridico-amministrativa e di riconosciuta esperienza nel settore aeronautico, con particolare riferimento alla gestione di problematiche relative alla sicurezza del volo. I mandati durano cinque anni e possono essere confermati per una volta: tale disposizione non si applica però in sede di prima attuazione, ai sensi dell'art. 6, comma 1, del D.P.R. n. 189/2010.
Istituita dal D.Lgs. n. 66/1999 e posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’ANSV svolge inchieste tecniche sugli incidenti e sugli inconvenienti occorsi ad aeromobili dell’aviazione civile, eventualmente emanando le opportune raccomandazioni di sicurezza. Svolge altresì attività di studio e di indagine per favorire il miglioramento della sicurezza del volo.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Data nomina
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM
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Componente:
Salvatore Rebecchini |
12/2/2009 |
12/2/2016 |
Determinazione adottata d'intesa dai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
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Il 12 febbraio 2016 scadrà il mandato a componente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM di Salvatore Rebecchini, che era stato nominato con determinazione adottata d'intesa dai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati in data 12 febbraio 2009 per un periodo di sette anni.
La composizione dell'AGCM è stata modificata dall'art. 23, comma 1, lett. d) del D.L. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 214/2011 (cosiddetto "Salva Italia"), che ne ha ridotto la consistenza dai cinque componenti compreso il presidente inizialmente previsti, a tre componenti compreso sempre il presidente. A seguito quindi della conclusione dei mandati di Antonio Pilati nel dicembre 2011 e di Carla Rabitti Bedogni nel novembre 2013, l'AGCM si era già allineata alla ridotta consistenza numerica prevista. L'Autorità è dunque attualmente composta da Giovanni Pitruzzella, presidente, Gabriella Muscolo (che, nominata il 2 aprile 2014, è subentrata a Piero Barucci) e dal citato Salvatore Rebecchini.
I componenti dell'Autorità sono scelti tra persone di notoria indipendenza da individuarsi tra magistrati del Consiglio di Stato, della Corte dei conti o della Corte di cassazione, professori universitari ordinari di materie economiche o giuridiche, e personalità provenienti da settori economici dotate di alta e riconosciuta professionalità. Essi non possono esercitare, a pena di decadenza, alcuna attività professionale o di consulenza, né possono essere amministratori o dipendenti di enti pubblici o privati, né ricoprire altri uffici pubblici. I dipendenti statali sono collocati fuori ruolo per l'intera durata del mandato. Il mandato dei componenti dell'AGCM dura sette anni e non può essere rinnovato.
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM (nota anche come antitrust), istituita dall’art. 10 della L. n. 287/1990, ha funzioni di vigilanza contro gli abusi di posizione dominante e le intese o i cartelli che possano ledere o restringere la concorrenza. Controlla altresì le operazioni di concentrazione e, come stabilito dalla L. n. 215/2004, valuta ed eventualmente sanziona i casi di conflitto d'interesse in cui incorrano i componenti del Governo. All’Autorità sono altresì assegnate competenze in materia di pubblicità ingannevole e di pubblicità comparativa.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Consiglio nazionale delle ricerche CNR |
Presidente:
Luigi Nicolais |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell'art. 11, comma 5, del D. Lgs. n. 213/2009 |
20/2/2016 |
Decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca su designazione dello stesso Ministro |
Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste
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Presidente:
Adriano De Maio |
23/2/2016 |
Il 20 febbraio 2016 scadrà il mandato del presidente del Consiglio nazionale delle ricerche CNR, Luigi Nicolais, che era stato nominato per quattro anni con decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca in data 20 febbraio 2012, su designazione dello stesso Ministro, a seguito delle dimissioni rassegnate il 30 gennaio 2012 da Francesco Profumo15. Per le nomine e le scadenze dei membri del consiglio di amministrazione dell'Ente, vedasi supra in questa sottosezione.
Il 23 febbraio 2016 scadrà invece il mandato del presidente del Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, Adriano De Maio, che era stato nominato per quattro anni con analogo decreto ministeriale del 23 febbraio 2012, sempre su designazione del predetto Ministro, a seguito delle dimissioni rassegnate da Corrado Clini16.
Come ricordato nei precedenti numeri del Bolletino, l'11 novembre 2015 è scaduto il mandato a membro del consiglio di amministrazione del Consorzio di Roberto Della Marina, che era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale dell'11 novembre 2011 su designazione della comunità scientifica e disciplinare di riferimento. Il suddetto Ministro ha già comunicato invece la nomina, con proprio decreto del 14 ottobre 2015, di Michele Morgante a componente di designazione governativa del consiglio di amministrazione dell'Ente per la durata di un quadriennio. Morgante è subentrato a Paola Secchiero, il cui mandato era scaduto il 10 agosto 2015.
Sugli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca vedasi supra in questa stessa sottosezione “c”.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
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Data scadenza |
Procedura di nomina |
Commissione di garanzia sull'esercizio del diritto di sciopero CGS
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Componenti:
Roberto Alesse (presidente, eletto dalla Commissione il 21/11/2011)
Pietro Boria, Alessandro Forlani, Elena Montecchi, Nunzio Pinelli, Iolanda Piccinini e Salvatore Vecchione
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Designazione dei Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
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28/2/2016 |
D.P.R. previa designazione dei Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
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Il 28 febbraio 2016 scadranno i mandati dei componenti della Commissione di garanzia sull'esercizio del diritto di sciopero CGS, ossia Roberto Alesse, Pietro Boria, Alessandro Forlani, Elena Montecchi, Nunzio Pinelli, Iolanda Piccinini e Salvatore Vecchione. Alesse è stato eletto presidente dalla Commissione al suo interno il 21 novembre 2011.
I componenti della CGS sono stati nominati con decreto del Presidente della Repubblica del 3 agosto 2009, a seguito della designazione dei Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati effettuata il 25 giugno 2009. La durata del relativo mandato, inizialmente fissata in tre anni, è stata successivamente estesa a sei anni dai commi 23-duodecies e 23-terdecies dell’art. 1, del D.L. n. 194/2009, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 25/2010; la decorrenza è stata fissata nella data di entrata in vigore della citata legge di conversione, ossia il 28 febbraio 2010. I componenti della CGS sono scelti tra esperti in materia di diritto costituzionale, di diritto del lavoro e di relazioni industriali.
La composizione della CGS è stata modificata dall'art. 23, comma 1, lett. i) del D.L. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 214/2011 (cosiddetto "Salva Italia"), che ne ha previsto la riduzione della consistenza, all'atto del rinnovo, dai nove componenti compreso il presidente inizialmente previsti, a cinque componenti compreso sempre il presidente. A seguito delle dimissioni rassegnate da Giovanni Pitruzzella nel novembre 2011 e da Gaetano Caputi nel marzo 2013, i componenti attiualmente in carica sono sette.
La CGS è un’amministrazione indipendente tra le cui funzioni principali rilevano tra l'altro: la segnalazione all'autorità competente per la precettazione delle situazioni nelle quali dallo sciopero o dall'astensione collettiva dal lavoro possa derivare un imminente e fondato pericolo di pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente tutelati; la valutazione dell'idoneità delle prestazioni minime ritenute indispensabili; l'invito al differimento dell'astensione dal lavoro qualora la medesima violi gli obblighi legali e/o contrattuali previsti per l'esercizio del diritto di sciopero, soprattutto nei servizi pubblici essenziali; l'imposizione di una "provvisoria regolamentazione" alle parti in sciopero e la sanzione delle condotte non rispettose dei dettami normativi.
Nella presente Sezione si dà conto degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno) segnalati dal Servizio per il controllo parlamentare ai Ministeri ai fini della loro attuazione, nonché delle note trasmesse dagli stessi Dicasteri a seguito delle segnalazioni ricevute.
Nella Sezione II vengono indicati gli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni, ordini del giorno) accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea o dalle Commissioni parlamentari nel periodo di riferimento (normalmente con cadenza mensile) che il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare alla Presidenza del Consiglio ed ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti).
Nella medesima Sezione vengono inoltre riportate le note ricevute dal Servizio con le quali i diversi Dicasteri forniscono informazioni al Parlamento in ordine a quanto effettivamente realizzato per dare concreta attuazione agli impegni accolti dai rappresentanti dell'esecutivo con gli atti di indirizzo oggetto di segnalazione nei termini sopradetti. Con riferimento, in particolare agli ordini del giorno riferiti ai diversi atti parlamentari esaminati, ciò consente, tra l'altro, di valutare, anche sotto il profilo quantitativo, la percentuale di attuazioni governative rispetto al complesso degli atti medesimi e dunque, in qualche misura, anche il maggiore o minore grado di efficienza a questo riguardo dei singoli Ministeri. In altri termini, l'attività di segnalazione dell'impegno contenuto nell'atto di indirizzo ed il recepimento dell'eventuale nota governativa consente di avere percezione del grado di “risposta” da parte del Governo in ordine agli impegni assunti in una determinata materia, pur se il dato deve essere valutato alla luce del fatto che non necessariamente tutte le azioni governative vengono illustrate in note informative trasmesse al Parlamento, non sussistendo al riguardo alcun obbligo formale. E' tuttavia indubbio che l'attività di sollecitazione avviata ormai da anni nei confronti dei Ministeri e che ha consentito, nel tempo, di strutturare con essi una fattiva collaborazione, ha portato ad un incremento delle note di attuazione ricevute e, in generale, ad una maggiore sensibilità nei confronti dell'esigenza per l'istituzione parlamentare di disporre di quante più informazioni possibile sull'operato del Governo in ordine alle deliberazioni ed alle iniziative parlamentari non legislative. L'ottenimento di informazioni sul seguito dato dal Governo agli indirizzi definiti in ambito parlamentare, e quindi in merito al grado di adempimento o meno da parte dell'esecutivo, può così rappresentare una premessa per valutare l'opportunità per ciascun deputato di attivare o meno gli strumenti regolamentari di controllo attualmente disponibili (ad esempio interrogazioni o interpellanze), che consentano, se del caso, di esprimere una censura politica nei confronti di quella che possa ritenersi una risposta inadeguata o insufficiente rispetto ad impegni accolti in merito ad un determinato indirizzo politico di cui, in ipotesi, una parte politica che si sia fatta portavoce e che, per diverse ragioni, non sia stato esplicitato attraverso un'iniziativa legislativa.
La pubblicazione del testo integrale della nota governativa, posta a confronto con l'impegno contenuto nell'atto di indirizzo cui la stessa si riferisce, offre agli interessati, in primo luogo ai sottoscrittori dell'atto di indirizzo in questione, anche la possibilità di maturare una valutazione di quanto rappresentato dal Governo autonoma e non “filtrata” in alcuno modo.
Il Servizio per il controllo parlamentare si propone quindi di fornire un'attività documentale che offra un concreto supporto alle esigenze scaturenti dal progressivo spostamento, negli ultimi anni, del baricentro dell'attività parlamentare dalla funzione legislativa a quella “politica” di indirizzo e di controllo e il conseguente accrescimento dell'impegno degli organi parlamentari nelle attività ispettive, di indirizzo, informazione e monitoraggio, come è ampiamente dimostrato dalle statistiche parlamentari e non solo in Italia.
Le attuazioni governative:
Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione sono state trasmesse al Servizio per il controllo parlamentare da parte dei Ministeri competenti le note relative all’attuazione di 3 ordini del giorno e di 1 risoluzione.
Di tali attuazioni 2 sono state trasmesse dal Ministero della salute, 1 dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ed 1 dal Ministero dell'interno.
Premesso che nella Sezione II della presente pubblicazione si dà conto testualmente di quanto riferito dai Dicasteri in merito ai singoli atti di indirizzo, si evidenzia che delle 3 attuazioni riferite ad ordini del giorno trasmesse nel periodo considerato:
2 danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2985, divenuto legge n. 134 del 2015, concernente “Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie”. Tali note di attuazione sono state trasmesse dal Ministero della salute.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 2985, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 24, di cui finora attuati 4;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame degli Atti Camera 3-A e 3-bis-B, divenuti legge n. 52 del 2015, concernente “Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati”. Tale nota di attuazione è stata trasmessa dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti agli Atti Camera 3-A e 3-bis-B, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 34, di cui finora attuati 4.
Le nostre segnalazioni:
Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare gli ordini del giorno, accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea o dalle Commissioni, ai Ministeri individuati come competenti per la loro attuazione solo dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge cui essi si riferiscono.
In particolare, nel periodo 1° - 31 dicembre 2015 sono stati segnalati 50 ordini del giorno* dei quali:
29 riferiti alla legge n. 198 del 2015 di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione” (A.C. 3393).
20 sono stati inviati al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, 8 al Ministero della difesa, 3 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, 2 al Ministero della salute ed 1 al Ministero dell'interno;
16 riferiti alla legge n. 194 del 2015, concernente “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” (Atti Camera 348-A e 348-B), inviati al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
4 riferiti alla legge n. 189 del 2015, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2015, n. 154, recante disposizioni urgenti in materia economico-sociale” (A.C. 3340).
4 sono stati inviati al Ministero dell'economia e delle finanze ed 1 alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
1 riferito alla legge n. 199 del 2015, concernente “Ratifica ed esecuzione del Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo che stabilisce una procedura di presentazione di comunicazioni, adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2011” (A.C. 3238), inviato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Nel periodo considerato sono state inoltre segnalate dal Servizio per il controllo parlamentare 13 mozioni**:
- BINETTI ed altri n. 1/01063, BARONI ed altri n. 1/01073 (Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), MIOTTO ed altri n. 1/01074, VARGIU ed altri n. 1/01075, NIZZI e OCCHIUTO n. 1/01076 (Testo modificato nel corso della seduta) e NICCHI ed altri n. 1/01079, concernenti iniziative per la cura dei tumori rari, al Ministero della salute;
- Franco BORDO ed altri n. 1/01068, Dorina BIANCHI e GAROFALO n. 1/01070, MAZZIOTTI DI CELSO ed altri n. 1/01072 (Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), Cristian IANNUZZI ed altri n. 1/01077 (Testo modificato nel corso della seduta), GUIDESI ed altri n. 1/01078 (Testo risultante dalla votazione per parti separate), BIASOTTI ed altri n. 1/01080 (Testo modificato nel corso della seduta), concernenti l’annunciato processo di privatizzazione di Ferrovie dello Stato italiane Spa, al Ministero dell'economia e delle finanze ed al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
- CICCHITTO ed altri n. 1/01087, concernente iniziative per rilanciare la collaborazione con la Russia in relazione alla minaccia terroristica di matrice jihadista, nonché per riconsiderare la questione delle sanzioni, al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Sono state infine segnalate dal Servizio per il controllo parlamentare 8 risoluzioni:
- GAROFALO n. 8/00157, concernente le problematiche per il settore della locazione dei veicoli senza conducente, derivanti dall'applicazione dell'articolo 94, comma 4-bis del codice della strada, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
- CAPOZZOLO ed altri n. 8/00158 e SIMONETTI ed altri n. 8/00159, concernenti interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
- CIPRINI ed altri n. 8/00160 e GRIBAUDO ed altri n. 8/00161, sulle iniziative concernenti i prestatori di lavoro autonomo e professionale, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
- MARTELLA ed altri n. 7/00840 e DA VILLA ed altri n. 8/00162, concernenti le prospettive della filiera chimica italiana, al Ministero dello sviluppo economico;
- DELL’ORCO ed altri n. 8/00163, concernente agevolazioni tariffarie per i servizi di trasporto pubblico locale a favore di soggetti economicamente svantaggiati, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed al Ministero dell'economia e delle finanze.
Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
8/00061 Risoluzione conclusiva |
Cimbro |
Commissione |
22/12/2015 |
III |
Stesura di un “Protocollo Milano” sull'efficienza della catena agroalimentare, in seno all'Expo 2015 |
La risoluzione conclusiva Cimbro ed altri n. 8/00061, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 4 giugno 2014, impegnava l'esecutivo a valutare, in seno all'evento di EXPO 2015, la possibilità di avviare un'iniziativa concertata con gli altri Paesi partecipanti per affrontare in sede internazionale il problema dello spreco alimentare e definire orientamenti e strategie per migliorare l'efficienza della catena agroalimentare, anche attraverso la stesura di un cosiddetto “Protocollo di Milano”; a sostenere l'idea di estendere l'iniziativa della “Carta per la rete di enti territoriali a spreco zero” ai sindaci più rappresentativi delle più importanti città extra-europee, in particolare delle capitali e delle metropoli dei Paesi con le economie più dinamiche e in crescita, così come ogni altra analoga iniziativa ispirata dal principio di sussidiarietà.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha trasmesso la seguente nota:
“Per quanto di competenza di questo Ministero, si forniscono - a conclusione dell'Esposizione Universale di Milano e di eventi, anche internazionali, ad esso correlati - i seguenti elementi.
In materia di lotta allo spreco alimentare e di definizione di una strategia volta a migliorare l'efficienza della catena agroalimentare, lo scorso febbraio è stato redatto un documento, definito “Carta di Milano”, che ha costituito lo strumento di indirizzo del dibattito che l'Esposizione Universale Expo Milano 2015 ha inteso promuovere sui temi connessi alle sfide dell'alimentazione e dello sviluppo sostenibile, dando ampio spazio alla ricerca scientifica e alla formazione e fungendo come legacy immateriale dell'Evento.
La redazione della Carta ha visto il coinvolgimento di stakeholder di diversa natura (istituzioni, organizzazioni non governative, operatori economici, esponenti del mondo accademico), attraverso un processo di raccolta di idee e proposte coordinato da un Tavolo di lavoro presieduto dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, alla quale ha contribuito questo Ministero.
Si segnala che la “Carta di Milano”, che riporta tra le fonti di riferimento anche il “Protocollo di Milano”, iniziativa promossa dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, costituisce un documento condiviso che chiama ogni cittadino, associazione, impresa e istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per assicurare che le generazioni future possano godere del diritto al cibo, permettendo di identificare i principali aspetti che riguardano l'uso sostenibile delle risorse del pianeta.
A partire dal 1° maggio scorso il documento è stato aperto alla sottoscrizione di tutti i soggetti interessati e, secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha raccolto oltre 1 milione di firme. Lo scorso 26 settembre la Carta di Milano è stata ufficialmente presentata a New York, nel corso di un evento “ad hoc” organizzato alla vigilia dell'avvio della 70ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e il 16 ottobre scorso è stata formalmente consegnata dal Ministro dell'Agricoltura Martina al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in occasione della sua visita a Expo Milano 2015 per partecipare alle celebrazioni della Giornata Mondiale dell'Alimentazione”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3-bis-B/20 Ordine del giorno |
Duranti |
Assemblea |
2/12/2015 |
I |
Tutela dell’accesso alla rappresentanza nei collegi elettorali delle minoranze linguistiche riconosciute |
L'ordine del giorno Duranti ed altri n. 9/3-bis-B/20, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 4 maggio 2015, impegnava l'esecutivo a tenere in debita considerazione, nell'individuazione dei collegi ove siano presenti minoranze linguistiche riconosciute, l'esigenza di favorirne l'accesso alla rappresentanza.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Con Decreto Legislativo 7 agosto 2015, n. 122, il Governo ha tenuto in ampia considerazione le specifiche situazioni delle minoranze linguistiche espressamente riconosciute negli statuti regionali.
Infatti, nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia, cui spettano due collegi plurinominali, uno di essi comprende tutti i comuni di minoranza slovena, sulla base della tabella di cui al D.P.R. 12 settembre 2007, a norma dell'art. 4 della Legge n. 38/2001.
Tale collegio risulta, quindi, costituito dalle province di Trieste e Gorizia e da parti di territorio della provincia di Udine contenenti, tra l'altro, tutti i comuni a minoranza linguistica slovena, attuando quanto previsto dall'art. 4, comma 1, lett. g), della Legge n. 52/2015, in linea con l'art. 26 della Legge n. 38/2001.
Sempre nell'ottica della tutela delle minoranze linguistiche, in Trentino- Alto Adige vengono riproposti, in modo conforme alla delimitazione approvata nel 1993, gli otto collegi uninominali spettanti alla suddetta circoscrizione ai sensi dell'art. 2, comma 1-bis, del D.P.R. n. 361/57, come integrato dall'Italicum”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2985-A/1 Ordine del giorno |
Calabrò |
Assemblea |
3/12/2015 |
XII |
Definizione di criteri per l’accreditamento dei soggetti pubblici e privati abilitati alle diverse forme di trattamento dei disturbi dello spettro autistico ed istituzione di una banca dati diretta a rilevare parametri di frequenza epidemiologica e offerta sociosanitaria |
L'ordine del giorno Calabrò n. 9/2985-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 7 luglio 2015, impegnava l'esecutivo a valutare la possibilità di prevedere che il Ministero della salute definisca i criteri per l'accreditamento dei soggetti pubblici e privati abilitati alle diverse forme di trattamento dei disturbi dello spettro autistico, da inserire in appositi elenchi regionali e delle province autonome, al fine di garantire una maggiore omogeneità a livello regionale e intraregionale; ad istituire una banca dati nazionale diretta sia a rilevare i parametri di frequenza epidemiologica dei disturbi dello spettro autistico, sia a consentire una ricognizione dell'offerta sociosanitaria presente in tutte le regioni.
In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:
“In merito all'impegno 'di consentire una ricognizione dell'offerta sociosanitaria presente nelle Regioni' si fa presente che il Ministero della salute ha chiesto all'Istituto Superiore di Sanità di avviare nel 2013 con il supporto ed il raccordo con gli Assessorati alla Sanità regionali, una “Indagine conoscitiva sulla rete dei servizi che operano sul territorio nazionale” a favore delle persone con Disturbi dello Spettro Autistico e delle famiglie, al fine di creare una mappa dinamica dell'esistente ed offrire così un quadro aggiornato dell'offerta, da cui partire per una caratterizzazione epidemiologica del fenomeno e della risposta assistenziale, finalizzata anche ad orientare meglio le strategie di programmazione sociosanitaria nazionale, regionale e locale.
Tale indagine, basata su una raccolta di dati standardizzati e validati dalle Regioni e Province Autonome, e i cui dati preliminari, ad oggi, rivelano un'alta adesione di risposta Regionale, si propone di evidenziare: 1) l'accesso su tutto il territorio nazionale per l'erogazione dei servizi di diagnosi e trattamento per i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, 2) la proporzione tra strutture direttamente inserite nel sistema sanitario nazionale e quelle accreditate che intervengono nei percorsi di cura per questi disturbi, 3) le professionalità e la numerosità degli addetti che le strutture hanno a disposizione, 4) la tipologia di attività destinate ai DPS; 5) l'esistenza di percorsi integrati (compreso il coinvolgimento di altre istituzioni e componenti sociali nei progetti abilitativi).
La rete dei servizi esistente consente dunque una presa in carico multidisciplinare persone con autismo e DPS con un progetto terapeutico che consente miglioramenti sostanziali finalizzato allo sviluppo cognitivo e motorio, a migliorare l'integrazione sociale, ad arricchire la comunicazione, a favorire un ampliamento degli interessi ed una maggiore flessibilità degli schemi d'azione, a favorire l'autonomia e l'indipendenza con diversi strumenti applicabili in contesti di vita differenziati (nella scuola, nei Centri Riabilitativi Diurni, nel tempo libero etc.) elaborando modelli globali di presa in carico comprendenti diverse aree di intervento.
Relativamente alla richiesta di definizione dei criteri di accreditamento per l'abilitazione alle diverse forme di trattamento, si fa presente che mancando ancora nella letteratura internazionale prove scientifiche sufficienti a stabilire il miglior profilo di efficacia dei modelli di fornitura di servizi, le linee guida individuano alcuni principi generali, che si auspica possano ispirare la strutturazione di modelli di organizzazione dei servizi rivolti a persone con disturbi dello spettro autistico e i cui principi generali sono:
·multidisciplinarietà e promozione di un lavoro integrato all'interno del gruppo di operatori coinvolti nella cura e assistenza ai soggetti con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie;
·formazione specifica rivolta agli operatori;
·promozione del lavoro di rete tra le varie agenzie e istituzioni coinvolte nella gestione del disturbo;
·flessibilità del servizio nell'operare in luoghi e contesti diversi (casa, scuola, ecc.);
·continuità assistenziale tra i servizi di infanzia/adolescenza ed età adulta; i disturbi dello spettro autistico sono infatti disturbi cronici, per cui anche l'assistenza deve articolarsi su tutto l'arco della vita, senza soluzioni di continuità.
Per la loro complessità clinica, per la significativa incidenza e per l'impatto che producono sull'individuo e sulle famiglie, i Disturbi dello Spettro Autistico esigono quindi una gestione complessiva coerente con i principi di efficacia degli interventi, al fine di garantire alle persone colpite l'intervento più efficace possibile e una migliore qualità di vita, evitando sprechi di risorse economiche e organizzative per trattamenti riconosciuti inefficaci e per servizi non adeguati. Per garantire un'adeguata risposta ai bisogni dei soggetti con disturbi dello spettro autistico non è sufficiente quindi solo la corretta erogazione di interventi appropriati, se questi non sono inseriti all'interno di servizi ben organizzati, che consentano lo sviluppo di un lavoro di rete integrato.
Le Linee Guida sono lo strumento idoneo alla formulazione di raccomandazioni di comportamento clinico basate sull'identificazione degli interventi appropriati da erogare, secondo il “principio dell'efficacia”. In questo senso, nell'organizzazione dei servizi e dell'erogazione degli interventi rivolti alle persone con disturbi dello spettro autistico, è opportuno che gli enti preposti tengano conto, a tutti i livelli di articolazione (amministrazioni statali, regionali e locali), dei principi esposti nelle Linee Guida 21 dell'Istituto Superiore di Sanità e delle indicazioni prodotte dalla Comunità Scientifica internazionale.
E' auspicabile, dunque, che tutte le componenti, coinvolte nel processo di implementazione nella pratica clinica dei principi espressi in queste Linee guida, partecipino a una conferenza di consenso sull'organizzazione di modalità di fornitura dei servizi rivolti a persone con disturbi dello spettro autistico, in uno sforzo congiunto finalizzato ad attuare servizi efficienti e organizzati in modo specifico allo scopo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2985-A/2 Ordine del giorno |
Roccella |
Assemblea |
3/12/2015 |
XII |
Costituzione presso i distretti sanitari e i consultori materno-infantili di équipe territoriali dedicate all’individuazione precoce dei disturbi del neurosviluppo, in particolare dei disturbi dello spettro autistico |
L'ordine del giorno Roccella n. 9/2985-A/2, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 7 luglio 2015, impegnava l'esecutivo a valutare la possibilità di promuovere la costituzione di équipe territoriali dedicate alla cura del DSM presso i distretti sanitari e i consultori materno-infantili, nell'ambito dei servizi di neuropsichiatria, dell'età infantile e dell'età evolutiva e dei servizi per l'età adulta; a valutare la possibilità di prevedere una rete integrata tra le équipe specialistiche e i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale, gli insegnanti e gli operatori educativi.
In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:
“Vi è una evidenza crescente del fatto che l'individuazione precoce del rischio di autismo e un tempestivo intervento, ancor prima che il disturbo si esprima nella sua pienezza, possano significativamente ridurre la sua interferenza sullo sviluppo e attenuarne il quadro clinico finale.
Ciò premesso, in merito all'impegno di promuovere tale coordinamento ai fini di una diagnosi precoce, il Ministero della salute, nell'ambito dell'individuazione annuale di specifici interventi su tematiche di salute pubblica ritenute rilevanti sulla base delle evidenze scientifiche e dei dati epidemiologici raccolti nelle diverse aree del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), per l'anno 2015 ha ritenuto necessario porre in essere adeguate misure di intervento per lo studio e l'individuazione precoce dei Disturbi del Neurosviluppo, con particolare riguardo ai Disturbi dello Spettro Autistico.
Al fine di dar seguito a quanto sopra, questo Dicastero ha ritenuto dunque di rilevante interesse sanitario nazionale il finanziamento di un Progetto finalizzato alla costituzione di un “Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico”, in considerazione dell'evidenza crescente che l'individuazione precoce del rischio di autismo e un tempestivo intervento, ancor prima che il disturbo si esprima nella sua pienezza, possano significativamente ridurre la sua interferenza sullo sviluppo e attenuarne il quadro clinico finale.
Un aspetto cruciale, che verrà sviluppato nel Progetto al fine di ridurre sensibilmente l'età alla prima diagnosi, è costituito dalla esigenza di una sorveglianza attiva dello sviluppo, attraverso strumenti di screening all'età di 18 e 24 mesi da parte dei Pediatri, ed il coordinamento con le Unità specialistiche di Neuropsichiatria infantile, nell'ambito dei controlli sanitari di “routine” a tempi prestabiliti che il SSN prevede durante l'infanzia (bilanci di salute).
Obiettivi specifici sono la stima di prevalenza dei Disturbi dello Spettro Autistico a livello nazionale e la costituzione di una rete pediatria-neuropsichiatria infantile per l'individuazione precoce dei Disturbi del Neurosviluppo, con particolare riguardo ai Disturbi dello Spettro Autistico.
Inoltre, il Ministero ha elaborato, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e con le Regioni, un insieme di linee di indirizzo che si configura come un vero e proprio Piano di Azioni per l'Autismo dal titolo: “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, con particolare riferimento ai disturbi dello spettro autistico”, approvato come Accordo nella seduta della Conferenza Unificata del 22 novembre 2012 ed oramai pienamente operativo.
Lo scopo del Piano è quello di riesaminare le priorità, confrontarsi sull'offerta dei servizi, rivedere e attualizzare le risposte implementando un'offerta basata su evidenze scientifiche e prove di efficacia, anche assicurando il necessario monitoraggio e la valutazione degli interventi messi in atto. La maggior parte delle Regioni ha recepito le suddette Linee di Indirizzo e le ha rese operative inserendone le attività nelle proprie programmazioni regionali.
Il Piano fornisce indicazioni omogenee per la programmazione, l'attuazione e la verifica dell'attività per i minori e adulti affetti da autismo, al fine di consolidare la rete dei servizi per migliorarne le prestazioni, favorendo il raccordo e coordinamento tra tutte le aree operative coinvolte. L'attuazione capillare, nei diversi territori regionali, di quanto previsto consentirà di declinare al meglio le risposte ai bisogni specifici dei diversi territori, fermi restando i livelli essenziali e standardizzati delle prestazioni e dei percorsi assistenziali raccomandati.
Il Piano prevede, altresì, il collegamento ed il coordinamento dei diversi interventi e dei diversi servizi, per garantire adeguata continuità per l'intero ciclo di vita della persona, nonché la formazione e la supervisione unificata su tutti gli operatori coinvolti nel progetto terapeutico e abilitativo”.
Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite
le note di attuazione annunciate
|
Primo firmatario |
Tipo di Atto |
Numero |
Pag. |
|
On. |
Calabrò |
Ordine del giorno |
9/2985-A/1 |
44 |
On. |
Cimbro |
Risoluzione conclusiva |
8/00061 |
41 |
On. |
Duranti |
Ordine del giorno |
9/3-bis-B/20 |
43 |
On. |
Roccella |
Ordine del giorno |
9/2985-A/2 |
46 |
La sezione tratta della trasmissione al Parlamento da parte del Governo e di altri soggetti (regioni, autorità amministrative indipendenti, ecc.) delle relazioni previste dalle norme vigenti che sono pervenute nel periodo in esame. Conclude la sezione l’indicazione delle nuove relazioni ove introdotte da disposizioni pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel periodo considerato.
Nell'ambito della propria competenza per la verifica dell'adempimento da parte del Governo degli obblighi di legge nei confronti del Parlamento, il Servizio per il controllo parlamentare effettua il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri devono trasmettere periodicamente al Parlamento in conformità di quanto stabilito dalle vigenti disposizioni legislative; nella prassi, tale verifica è stata estesa anche ad altri soggetti non governativi.
A tale fine, il Servizio cura una banca dati che viene aggiornata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, riscontrabili nell’Allegato A al resoconto della relativa seduta, sia mediante l’individuazione degli obblighi previsti da norme di nuova introduzione, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento si completa con l’accertamento delle relazioni per le quali l’obbligo di trasmissione sia venuto meno a seguito dell’abrogazione della norma istitutiva, ovvero sia da ritenersi - per le più diverse ragioni - superato o, comunque, non più attuale o rilevante alla luce della situazione di fatto (ad esempio, una relazione che abbia ad oggetto programmi o interventi ormai completati o esauriti senza che la norma che prevede la relazione stessa sia stata esplicitamente abrogata). Ciò nell’ottica di contribuire, da una parte ad una focalizzazione degli obblighi residui e, dall'altra ad un superamento di tutto il superfluo, per favorire il processo di semplificazione normativa.
Nella presente Sezione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio circoscritta alla sola indicazione delle relazioni trasmesse nel periodo considerato dalla pubblicazione, nonché degli eventuali obblighi di nuova introduzione.
Al fine di definire un quadro complessivo degli adempimenti vigenti quanto più corretto ed esaustivo, il Servizio per il controllo parlamentare intrattiene costanti contatti con i competenti uffici interni alle amministrazioni (governative e non) anche attraverso la predisposizione e l’invio di schede informative contenenti l’elenco delle relazioni a carico di ciascun presentatore. Per ogni relazione, vengono indicati la norma istitutiva dell’obbligo, l’argomento, la frequenza della trasmissione (con la data entro la quale si aspetta il prossimo invio), nonché le informazioni sull’ultima relazione inviata. In una distinta sezione di ogni scheda vengono, inoltre, elencate le relazioni la cui trasmissione risulti in ritardo rispetto alla scadenza prevista e di cui pertanto si sollecita la trasmissione al Parlamento.
Tali schede vengono contestualmente inviate anche alle Commissioni parlamentari competenti per materia, con l’intento di fornire uno strumento di agevole consultazione che consenta da un lato ad ogni Ministero di essere al corrente dell’esito delle verifiche effettuate dal Servizio per il controllo parlamentare e, dall’altro, di informare i parlamentari dello stato di adempimento degli obblighi.
Nell'ambito dei documenti pervenuti nel periodo preso in considerazione dalla presente pubblicazione, si segnala la relazione, trasmessa dal Ministro della salute, in ottemperanza di quanto previsto dall'articolo 7, comma 1-ter. del decreto-legge 20 settembre 1995, n. 390, recante “Provvedimenti urgenti in materia di prezzi di specialità medicinali, nonché in materia sanitaria”. Il comma richiamato, introdotto dalla legge di conversione 20 novembre 1995, n. 490, prevede che il Ministro della sanità presenti al Parlamento, entro il 31 marzo di ciascun anno, una relazione sulla gestione finanziaria dell'Associazione italiana della Croce rossa predisposta in base alla documentazione inviata annualmente dalla medesima Associazione17. La relazione pervenuta riferisce in merito alla gestione finanziaria 2014, mentre non risultano trasmessi i dati relativi alla gestione 2013: la precedente, inviata alle Camere nel mese di marzo 2014, aveva infatti ad oggetto i dati relativi alla gestione finanziaria della Associazione italiana della Croce Rossa per gli anni 2011 e 2012, corredati dai rendiconti del comitato centrale e dai rendiconti generali consolidati per i medesimi anni, nonché dalla dotazione organica nell'anno 2011.
La relazione, al paragrafo 1, illustra le modifiche introdotte dal decreto legislativo 28 settembre 2012, n. 178, con il quale è stata avviata “una trasformazione radicale” dell’Associazione Italiana della Croce Rossa - ente pubblico non economico articolato in un organizzazione centrale, regionale, provinciale e locale - in un’Associazione di promozione sociale (APS) con personalità giuridica di diritto privato. Tale trasformazione si perfezionerà all'esito di un periodo transitorio in cui verrà costituto anche un ente strumentale non economico, che mantiene la personalità giuridica di diritto pubblico, con la finalità di concorrere temporaneamente allo sviluppo dell’Associazione e che di fatto è adibito al supporto dell’avviamento dell’Associazione della CRI APS NAZIONALE CRI ed ed alla liquidazione della 'vecchia' CRI ente pubblico”.
L’articolo 7, comma 2, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative”, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, ha differito al 31 dicembre 2018 il termine per il completamento del processo di privatizzazione.
Il paragrafo 2 descrive lo stato del processo di privatizzazione dei Comitati provinciali e locali. Alla data del 30 giugno 2015 tutti i 640 comitati provinciali e locali esistenti si sono dotati di un proprio codice fiscale; 568 Comitati provinciali e locali hanno aperto la partita I.V.A; 394 Comitati sono iscritti ai Registri regionale e/o provinciale delle APS; 374 Comitati sono già iscritti al Registro delle persone.
Il documento ribadisce quanto già esposto nelle precedenti relazioni circa le difficoltà applicative dell’articolo 1-bis del decreto legislativo n. 178 del 2012, registratesi in talune Regioni. Tale articolo prevede, infatti, che l’iscrizione nel registro nazionale, regionale e provinciale delle APS avvenga “di diritto”. Tuttavia l'esperienza ha dimostrato che, a seconda della specifica normativa regionale, gli enti territoriali (Regione, Provincia e Comune), ai quali le APS hanno presentato un'istanza di iscrizione, si sono regolati in modo difforme.
A riguardo, la relazione “[...] coglie l’occasione per riaffermare che la condotta di alcuni enti coinvolti nel riconoscimento della natura giuridica dei Comitati locali e provinciali resta di difficile comprensione da parte della CRI [...]” e, pertanto, auspica approfondimenti da parte dei Ministeri competenti, evidenziando al contempo che “[...] moltissimi altri Comitati privatizzati hanno avviato le procedure di iscrizione, che pertanto, medio tempore, troveranno concreta definizione”.
Il paragrafo 3 è intitolato “risorse umane” e si apre evidenziando che “La situazione del personale ereditata da questa gestione al momento del suo insediamento era drammatica con un numero di persone elevato e con la piaga del precariato (sebbene autorizzato ai sensi delle legge 24 dicembre 2007, n. 244 e della legge 18 giugno 2009, n. 69) foriera di un contenzioso 'infinito' ed estremamente gravoso aggiuntosi ad altri 'filoni' definiti seriali per la successione e ripetitività con cui sono stati (e sono ancora oggi) presentati”. Descrive quindi le principali tipologie di contenzioso determinatosi al riguardo, per evidenziare l'obiettivo primario perseguito dagli organi di gestione in questo ambito, che “fin dal proprio insediamento, è stato quello di una riorganizzazione e razionalizzazione delle risorse umane impiegate, affrontando con gli strumenti a disposizione le criticità ereditate e verificando, laddove esistenti, le eventuali responsabilità”. In proposito, la relazione sottolinea “una riduzione complessiva enorme del personale afferente il perimetro pubblico nonostante le numerosissime stabilizzazioni in corso”. In particolare, le unità di personale ancora in regime di diritto pubblico sono, al 30 giugno 2015, 2.439, a fronte delle 4.379 in servizio al 31 dicembre 2008, con una riduzione complessiva nel periodo di 1.940 unità. La relazione rivendica tuttavia “una contestuale attenzione per la salvaguardia dei livelli occupazionali, essendo stata una delle priorità che ha orientato l’attività della governance della C.R.I. dal momento dell’avvio del processo di riordino”.
La relazione ricorda le direttive emanate affinché il personale a tempo determinato, con contratto di lavoro in scadenza con l’Ente pubblico CRI fosse riassorbito dai Comitati privatizzati (APS), come è accaduto nella quasi totalità dei casi.
Il sottoparagrafo 3.1 è intitolato”Fabbisogno di personale e interventi normativi”.
Per la definizione del fabbisogno ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del decreto legislativo n. 178 del 2012 sono state poste in essere specifiche attività amministrative finalizzate ad aggiornare la c.d. “simulazione” inviata al Dipartimento della funzione pubblica nel settembre 2014.
L'8 aprile 2015, presso il Dipartimento della funzione pubblica, è stato determinato il fabbisogno di personale in funzione dell’applicazione dei commi da 425 a 429 della legge n. 190 del 2014 e successive modificazioni al personale della CRI. Il 16 luglio 2015 è stata trasmessa al Ministero della funzione pubblica ed ai Ministeri vigilanti una “proposta/simulazione” (vedasi allegato 2 della relazione) di fabbisogno articolata in tre fasi. La prima riguarda l'attuale perimetro definito a seguito della privatizzazione dei Comitati locali e provinciali CRI (ex articolo 1-bis del decreto legislativo n. 178 del 2012) con un fabbisogno “compensato” pari a 1.213 unità di personale e 1.085 persone da collocare in mobilità. La seconda è relativa alla costituzione dell’ente strumentale e prevede un fabbisogno“compensato” pari a 832 unità di personale con 1.466 persone da collocare in mobilità. La terza è relativa alla soppressione dell’Ente e alla sua liquidazione, come previsto dall’articolo 8, comma 2, del citato decreto legislativo n. 178 del 2012 e successive modificazioni, con un fabbisogno “compensato” pari a 165 unità di personale, con 1.833 persone da collocare in mobilità.
La relazione sottolinea la necessità, in riferimento alla terza ed ultima fase, di soluzioni normative idonee al fine di garantire un’adeguata collocazione del personale dipendente che rimarrà in servizio sino al 31 dicembre 2017, stante l'esigenza di assicurare all'ente strumentale, finché resterà in vita, l'apporto di alcuni lavoratori, auspicando soluzioni che individuino subito la sede di ricollocazione di detto personale18.
Un apposito paragrafo, il 3.2, è volto a illustrare analiticamente le problematiche derivanti dalla non piena armonizzazione tra le disposizioni del decreto legislativo n. 165 del 2012 e quelle contenute nel decreto legislativo n. 178 del 2012, con particolare riferimento agli strumenti utilizzabili per la gestione delle eccedenze e degli esuberi di personale.
Il punto 3.3 descrive ulteriori problematiche riguardanti gli organici, sottolineando come per effetto, in particolare, della privatizzazione dei Comitati locali e provinciali C.R.I., si sia “venuta a creare un’eccedenza del personale afferente l’ambito pubblico (con particolare riguardo alle unità di personale impiegate nei comitati privatizzati)”. Inoltre, la relazione sottolinea come contribuisca al fenomeno la necessità di dare esecuzione ad alcune sentenze dell'autorità giudiziaria, con conseguente progressivo aumento del personale stabilizzato19.
La relazione evidenzia come il percorso di stabilizzazione - intrapreso in esecuzione degli obblighi di assunzione determinatisi – debba prescindere dalle posizioni disponibili nell’attuale dotazione organica e dalle prime previsioni relative ai fabbisogni futuri, “generando, di fatto, un’eccedenza formale immediata di personale che viene stabilizzato in posizione soprannumeraria”. La CRI ha rivolto istanze ai Ministeri vigilanti per chiedere conferma della doverosità di tali stabilizzazioni e per esplorare la possibilità di addivenire a rapporti di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni per l'impiego di personale C.R.I.
Parallelamente, la dotazione organica presenta, allo stato, vistose carenze relativamente ai dirigenti, ai funzionari di area C e al personale specializzato di area legale. La relazioni auspica quindi una rapida definizione delle procedure di mobilità per evitare che CRI assuma di fatto la funzione di un ammortizzatore sociale.
Il sottoparagrafo 3.4 evidenzia come, nonostante i pensionamenti, il personale civile di ruolo sia passato da 1.193 unità al 31 maggio 2013 a 1.388 al 30 giugno 2015 (con 329 stabilizzati), mentre “il contributo statale previsto per le attività di Croce Rossa ha subito nel corso degli anni una drammatica riduzione”. Conseguentemente, il contributo statale è inferiore al costo del personale (pari al 108,84 per cento dei contributi erogati dallo Stato nel 2014), con un progressivo incremento di detta percentuale nel corso degli ultimi anni, evidenziato in una apposita tabella.
Viene quindi ricordata la “relazione sulla gestione inviata a tutti i ministeri vigilanti, in cui era stato “ipotizzato un risparmio complessivo di oltre 24 milioni di euro per il 2016, che ovviamente non sarà realizzabile con evidenti conseguenze per il bilancio 2016”20.
Inoltre il maggior costo del personale è stimato pari a quasi 9,5 milioni di euro per il 2015 e a 14 milioni di euro per il 2016, comprese le 207 unità che si intende stabilizzare entro il 31 dicembre 2015, mentre non hanno avuto esito le richieste dell'Ente volte ad ottenere un adeguamento del contributo finanziario, oppure interventi correttivi ex articolo 61 del decreto legislativo n. 165 del 200121.
Con riferimento al personale militare della CRI, la relazione ricorda la mancata esecuzione di quanto previsto dell’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 178 del 201222, che aveva stabilito l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (da adottare su proposta del Ministro della salute, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, della difesa e per la pubblica amministrazione e la semplificazione, sentito il Presidente della CRI) per provvedere all'equiparazione tra i livelli di inquadramento del personale appartenente al Corpo militare e il personale civile con contratto a tempo indeterminato, nonché tra i livelli delle due predette categorie di personale e quelli previsti dai contratti collettivi dei diversi comparti della Pubblica amministrazione23. La relazione segnala che “La definizione dei criteri di equiparazione riveste carattere di urgenza anche al fine della definizione del fabbisogno e quindi della definizione del personale in esubero/da ricollocare in mobilità [...]”. La relazione riferisce quindi che la procedura di selezione riguardante il nuovo contingente di personale militare (300 unità), a seguito delle modifiche introdotte all’articolo 5 del decreto legislativo n. 178 del 2012 ad opera dell’articolo 7, comma 2, lettera g-bis del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, come convertito (che ha posto una riserva di 150 posti a favore del personale richiamato dal Ministero della difesa) è stata temporaneamente sospesa.
Il paragrafo 4 riportata, in primo luogo, la procedura burocratica prevista per l’istituzione della gestione separata ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del più volte citato decreto legislativo n. 178 del 2012, ricorda gli adempimenti più significativi realizzati dall'Amministrazione al riguardo. Con ordinanza presidenziale n. 513 del 27 dicembre 2013 è stata aperta un’apposita contabilità liquidatoria - separata da quella del Comitato Centrale - nella quale sono stati iscritti i crediti accertati nella massa attiva ed i debiti accertati nella massa passiva. Quindi si è provveduto alla redazione di un primo bilancio di liquidazione alla data del 10 dicembre 2014 e all'accensione di un conto corrente bancario dedicato alla gestione separata, nell’ambito della Tesoreria unica presso la BNL/BNP Paribas, istituto tesoriere della CRI. Il Servizio Procurement Contratti e Patrimonio, in data 31 dicembre 2014, ha elencato gli immobili alienati nell’anno 2014 con i relativi introiti accertati nel bilancio 2014, parte dei quali destinato al ripiano dei debiti. Riguardo alle attività di analisi e verifica dei residui attivi e passivi derivanti da rapporti interni alla C.R.I. nel primo semestre 2015, la relazione riferisce che “il Servizio Gestione Separata ha continuato l’attività di regolarizzazione delle partite contabili in essere tra il Comitato centrale e le Unità Territoriali C.R.I., risultanti dai rispettivi bilanci, effettuando la definizione, alla data dell'8 luglio 2015 delle partite per n. 334 Unità Territoriali della C.R.I., ovvero del 49,8% del totale dei Comitati.”
Il paragrafo 5 della relazione riguarda le attività relative al patrimonio24. Mediante apposite tabelle è in primo luogo sinteticamente descritta la consistenza dei beni immobili di proprietà. Nel 2015 sono registrati 1.050 fabbricati (1.040 nel 2014) e 415 terreni (426 nel 2014). Le procedure per la vendita di immobili in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato quale banditore d’asta, con la pubblicazione di relativa asta pubblica telematica, hanno interessato 19 lotti, per una base d'asta complessiva di euro 50.572.715,00. Purtroppo all’esito dell’asta, tenutasi nei giorni 11 e 17 marzo, è risultato aggiudicato un solo lotto, per la somma di euro 155.000,00, mentre per i restanti lotti l’asta è stata dichiarata deserta. La relazione ricorda che dal 2009 al giugno 2015 sono andate deserte ben 117 aste (su un totale di 129 aste di cui 104 dal 2012 al giugno 2015).
Il paragrafo 6 è dedicato alle attività socio sanitarie, alle operazioni di emergenza nazionali e internazionali e al volontariato C.R.I., e contiene al riguardo una elencazione di interventi ed attività, corredata, in alcuni casi, di indicazioni di ordine finanziario, anche attinenti a contributi finanziari versati.
Il paragrafo 7 è intitolato “risultanze del rendiconto generale del Comitato Centrale e consolidato d'ente”. La relazione ricorda che, in applicazione dell'articolo 1-bis del decreto legislativo n. 178 del 2012, (come modificato dalla legge n. 125 del 2013), a decorrere dal 1° gennaio 2014, i Comitati locali e provinciali della CRI hanno assunto la personalità giuridica di diritto privato, quali Associazioni di promozione sociale (APS). Di conseguenza, a partire dal 1° gennaio 2014 e fino al 31 dicembre 2015, la Croce Rossa Italiana è articolata su “ due distinti piani”, uno pubblico (Comitato Centrale, Comitati regionali e Comitati delle Province autonome di Trento e Bolzano) e uno privato (oltre 600 comitati locali e provinciali APS).
La relazione passa quindi ad illustrare il rendiconto finanziario di competenza. In merito si segnala che il disavanzo finanziario di competenza risulta, nell'anno di riferimento, di 81.361.354,99 euro. Le risultanze finanziarie consolidate complessive sono determinate dal disavanzo delle Unità territoriali (pari a 90.100.582,21 euro) e dall’avanzo del Comitato Centrale (pari a 8.739.227, 22 euro)25.
Viene poi illustrata la situazione relativa ai residui attivi e passivi e quindi l'andamento dei saldi di cassa (al 31 dicembre 2014 pari a -37.607.907,64 euro), quello dell'avanzo di amministrazione (al 31 dicembre 2014 pari a 45.035.717,94 euro). Si dà inoltre atto della situazione patrimoniale consolidata. Il disavanzo economico dell’esercizio è pari a 76.125.243,20 euro.
Per quanto riguarda la situazione economica consolidata, il valore della produzione è di 246.262.306,56 euro: i costi della produzione ammontano a 383.458.473,28 euro, con una differenza tra valore e costi della produzione di -137.196.166,72 euro. I proventi e oneri finanziari sono pari a -4.040.040,94 euro, mentre le rettifiche di valore di attività finanziarie ammontano a 182.009,47 euro; I proventi e oneri straordinari risultano pari a 64.928.954,99 euro. Il disavanzo economico dell'esercizio è di – 76.125.243,20 euro.
Con riferimento all'individuazione di nuovi obblighi26, si segnala in primo luogo la previsione introdotta dall'articolo 8, comma 6, della legge 1° dicembre 2015, n. 19427, che stabilisce i princìpi per l'istituzione di un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, finalizzato alla tutela delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali dal rischio di estinzione e di erosione genetica28. Gli obiettivi indicati sono perseguiti anche attraverso la tutela del territorio rurale, per contribuire a limitare i fenomeni di spopolamento e a preservare il territorio da fenomeni di inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico.
Il sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare delineato dalla legge n. 194 è costituito: dall'Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (articolo 3); dalla Rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (articolo 4); dal Portale nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (articolo 5); dal Comitato permanente per la biodiversità di interesse agricolo e alimentare, di cui all'articolo 8. Tale articolo stabilisce, al comma 1, che il Comitato (da rinnovarsi ogni cinque anni) sia istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al fine di garantire il coordinamento delle azioni a livello statale, regionale e delle province autonome di Trento e di Bolzano in materia di tutela della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. I commi 2, 3 e 4 dell'articolo 8 disciplinano la composizione ed i compiti del Comitato29, cui sono assegnate le funzioni già attribuite al Comitato permanente per le risorse genetiche istituito con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali n. 6214 del 10 marzo 2009, che viene soppresso. Il comma 6 prevede, da ultimo, che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali trasmetta alle Camere una relazione annuale del Comitato sull'attuazione di quanto disposto dall'articolo 8.
Sempre per quanto concerne la previsione di nuovi obblighi, si evidenzia che la legge 16 novembre 2015, n. 200, “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Cile sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 25 luglio 2014”30, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'attuazione della legge stessa: il comma 3 stabilisce che nel caso si verifichino, o siano in procinto di verificarsi, scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il Ministro dell'economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere, con apposita relazione, in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate a copertura finanziaria del maggior onere determinatosi.
La legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”31, contiene più disposizioni volte ad introdurre nuovi obblighi di relazione al Parlamento.
Sotto questo profilo si segnala, in primo luogo, il comma 281 dell'articolo unico della legge n. 208: tale comma estende la sperimentazione relativa alla facoltà di accesso anticipato al trattamento pensionistico, prevista per le lavoratrici che abbiano maturato determinati requisiti di anzianità anagrafica e contributiva32 (cosiddetta “opzione donna”), di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 24333, anche alle lavoratrici che abbiano maturato tali requisiti34 entro il 31 dicembre 2015 ancorché la decorrenza del trattamento pensionistico sia successiva a tale data, fermi restando il regime delle decorrenze e il sistema di calcolo delle prestazioni applicati al pensionamento di anzianità di cui alla predetta sperimentazione35. Il medesimo comma 281 stabilisce quindi che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati di consuntivo e del monitoraggio effettuato dall'INPS, trasmetta alle Camere, entro il 30 settembre di ogni anno, una relazione sull'attuazione della sperimentazione, come disciplinata anche ai sensi dello stesso comma 281, con particolare riferimento al numero delle lavoratrici interessate e agli oneri previdenziali conseguenti. Qualora dall'attività di monitoraggio risulti un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa di cui al primo periodo del comma 281, anche avuto riguardo alla proiezione negli anni successivi, con successivo provvedimento legislativo verrà disposto l'impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe, ivi compresa la prosecuzione della medesima sperimentazione.
Il comma 554 dell'articolo unico della legge di stabilità 2016 prevede che, entro il 31 dicembre di ogni anno, il Ministro della salute presenti alle Camere una relazione sullo stato di attuazione dei commi da 553 a 565. Le disposizioni richiamate introducono nuove norme procedurali per l’adozione del provvedimento di revisione dei livelli essenziali di assistenza ed istituiscono una Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale36, alla quale spetta anche il compito di valutare che l’applicazione dei LEA avvenga in tutte le regioni con lo stesso standard di qualità e includa tutte le prestazioni previste.
Il comma 677 dell'articolo unico della legge di stabilità 2016 stabilisce che, qualora entro il 31 dicembre 2016 si proceda all'alienazione di quote o a un aumento di capitale riservato al mercato del gruppo Ferrovie dello Stato italiane Spa, il Ministero dell'economia e delle finanze presenti alle Camere una relazione che evidenzi in modo puntuale l'impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione nella quale siano indicati, in particolare: a) i dati finanziari e industriali degli effetti dell'alienazione o dell'eventuale aumento di capitale sulle società interessate e sul bilancio dello Stato; b) la minore spesa per interessi derivante dall'utilizzo delle risorse incassate dall'alienazione per la riduzione del debito pubblico; c) i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell'alienazione; d) gli effetti dell'alienazione o dell'aumento di capitale riservato al mercato sul piano industriale del gruppo.
Il comma 871 dell'articolo unico della legge di stabilità 2016 prevede che, entro il 30 settembre di ciascun anno, l'ANAS Spa trasmetta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una relazione sullo stato di attuazione del contratto di programma di cui al comma 87037, ivi compreso lo stato di avanzamento delle opere, sulla relativa situazione finanziaria complessiva, nonché sulla qualità dei servizi resi. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, validata la suddetta relazione, la trasmette “tempestivamente” al CIPE, al Ministero dell'economia e delle finanze e alle competenti Commissioni parlamentari.
Per completezza, si segnala che il comma 269 dell'articolo unico della legge di stabilità 2016 modifica le modalità di presentazione della relazione già prevista dall'articolo 2, comma 5, della legge 10 ottobre 2014, n. 147, recante “Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico”38. Al riguardo, si ricorda che l'articolo 2, comma 4, della legge n. 147 prevede che l’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) provveda al monitoraggio delle domande di pensionamento inoltrate dalle categorie di lavoratori individuate dai commi 1 e 2 dello stesso articolo 2, che intendono avvalersi dei requisiti di accesso al trattamento pensionistico e del regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011, sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro39. Il comma 5 dell'articolo 2, come originariamente formulato, dispone che, sulla base dei dati del suddetto monitoraggio, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, trasmetta alle Camere, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione in ordine all'attuazione delle disposizioni di salvaguardia, con particolare riferimento al numero di lavoratori salvaguardati e alle risorse finanziarie utilizzate40. Il comma 269 della legge n. 208 differisce dal 30 giugno al 30 settembre di ogni anno il termine per la trasmissione alle Camere della relazione e prevede inoltre che sia predisposta di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
In merito all'abrogazione di obblighi vigenti si segnala quanto previsto dal decreto legislativo 4 dicembre 2015, n. 20441, che introduce nell'ordinamento nazionale sanzioni per la violazione del regolamento dell'Unione europea n. 1223/2009, che disciplina la produzione e la commercializzazione dei prodotti cosmetici. Detto regolamento, che ha armonizzato, chiarito e rafforzato le norme sulla sicurezza, sui controlli e sulla responsabilità della produzione e messa in vendita dei prodotti cosmetici all'interno dell'Unione europea, ha abrogato (con decorrenza 11 luglio 2013) la direttiva 76/768/CEE, recepita in Italia dalla legge 11 ottobre 1986, n. 713 (Norme per l'attuazione delle direttive della Comunità economica europea sulla produzione e la vendita dei cosmetici). L'articolo 19, comma 1, del decreto legislativo n. 204 del 2015 ha a sua volta disposto l'abrogazione della citata legge n. 713, facendo di conseguenza venire meno la previsione introdotta dall'articolo 2, comma 10, di tale legge.
Nello specifico, il comma 10 prevede che il Ministro della sanità (ora della salute) trasmetta annualmente al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della legge medesima, nonché sull'aggiornamento degli elenchi, ad essa allegati, di sostanze e coloranti proibiti, utilizzabili - ovvero utilizzabili in determinati limiti e condizioni - nella produzione di cosmetici42. Si ricorda che l'ultima relazione in ottemperanza dell'obbligo richiamato (Doc. LIX n. 4) è stata trasmessa nel mese di marzo 2012 e contiene dati relativi agli anni 2009 e 201043.
In particolare, il Doc. LIX n. 4 illustra gli sviluppi del processo di integrazione europea in atto a quel momento per quanto attiene alla produzione ed alla vendita dei prodotti cosmetici, evidenziando come la disciplina dettata dalla direttiva 76/768/CEE fosse destinata ad essere progressivamente sostituita dal Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici44. La relazione elenca altresì i decreti emanati per l'aggiornamento degli elenchi, contenuti nella direttiva 76/768/CEE, delle sostanze vietate o consentite a certe condizioni, sulla scorta delle valutazioni del Comitato scientifico per la sicurezza del consumatore dell'Unione europea, nel biennio 2009-2010, citando per completezza anche i due decreti intervenuti nel 201145.
Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale |
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Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.L. 4/2007, art. 2, co. 2-bis |
Situazione della missione umanitaria di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq (Dati relativi al 2014, Doc. LIII, n. 3) |
III Affari esteri IV Difesa |
16/12/2015 |
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo |
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Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 163/1985, art. 6, co. unico
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Utilizzazione del Fondo unico per lo spettacolo e andamento complessivo dello spettacolo (Dati relativi al 2014, Doc. LVI, n. 3) |
VII Cultura |
18/12/2015 |
L. 352/1997, art. 10, co. 8
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Attività svolta dalla Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo - ARCUS Spa* (Dati relativi al 2014, Doc. CCX, n. 3) |
VII Cultura |
18/12/2015 |
*Ai sensi dell'articolo 12, comma 24, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, l'ARCUS Spa avrebbe dovuto essere posta in liquidazione dal 1° gennaio 2014; il comma 24 è stato tuttavia abrogato dall’articolo 39, comma 1-bis, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98. |
Ministero dell'economia e delle finanze |
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Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 234/2012, art. 15, co. 2*
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Relazione concernente la procedura d'infrazione n. 2015/0440, avviata, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per mancato recepimento della direttiva 2014/49/UE relativa ai sistemi di garanzia dei depositi |
VI Finanze XIV Politiche dell'Unione europea
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18/12/2015 |
*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l'avvio di una procedura d'infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l'inadempimento o la violazione contestati con la procedura d'infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. |
Ministero della salute |
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Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.L. 390/1995, art. 7, co. 1-ter
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Gestione finanziaria dell’Associazione Italiana della Croce Rossa (Dati relativi alla gestione finanziaria per l’anno 2014) |
XII Affari sociali |
18/12/2015 |
Ministero dello sviluppo economico |
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Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 70/1975, art. 30, co. quinto |
Attività svolta, bilancio di previsione e consistenza dell'organico della Cassa conguaglio GPL (gas di petrolio liquefatto)* (Dati riferiti all'anno 2014, corredati dai bilanci consuntivi per il medesimo anno delle gestioni della Cassa Conguaglio e del Fondo bombole metano) |
X Attività produttive |
1°/12/2015 |
*La Cassa conguaglio GPL, istituita con il provvedimento n. 44 del 28 ottobre 1977 del Comitato interministeriale prezzi CIP, ai sensi del decreto legislativo 26 gennaio 1948, n. 98, gestisce il Fondo per la razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti, costituito con i contributi versati da titolari di concessione e da gestori di impianti di distribuzione dei carburanti. Il Fondo viene utilizzato per il pagamento di indennizzi, a seguito della chiusura di impianti, a favore di gestori e titolari di autorizzazione o concessione. Alla Cassa sono state altresì attribuite le funzioni già proprie del Fondo bombole per metano e dell'Agenzia nazionale delle scorte di riserva, soppressi dall'articolo 27 della legge 23 luglio 2009, n. 99. |
Fonte |
Presentatore |
Oggetto |
L. 194/2015, art. 8, co. 6* |
Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali |
Attività del Comitato permanente per la biodiversità di interesse agricolo e alimentare |
*La legge 1° dicembre 2015, n. 194, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 11 dicembre 2015, n. 288. Il comma 1 dell'articolo 8 dispone l'istituzione presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del Comitato permanente per la biodiversità di interesse agricolo e alimentare al fine di garantire il coordinamento delle azioni a livello statale, regionale e delle province autonome di Trento e di Bolzano in materia di tutela della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Il comma 6 prevede che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali trasmetta alle Camere una relazione annuale del Comitato sull'attuazione di quanto disposto dall'articolo 8. |
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L. 200/2015, art. 3, co. 3* |
Ministro dell'economia e delle finanze
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Cause degli scostamenti verificatisi rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 200 del 2015, recante “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Cile sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 25 luglio 2014” e misure adottate per la copertura finanziaria del maggior onere |
*La legge 16 novembre 2015, n. 200, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 18 dicembre 2015, n. 294. L'articolo 3, al comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'attuazione della legge n. 200: il comma 3 stabilisce che nel caso si verifichino, o siano in procinto di verificarsi, scostamenti rispetto alle previsioni, il Ministro dell'economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere, con apposita relazione, in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per la copertura finanziaria del maggior onere. |
(*) Si tratta di relazioni previste da nuove disposizioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale nel periodo preso in considerazione dal presente Bollettino.
L. 208/2015, art. 1, co. 281* |
Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze |
Stato di attuazione della sperimentazione della cosiddetta “Opzione donna” |
*La legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 30 dicembre 2015, n. 302, S.O. Il comma 281 dell'articolo unico della legge n. 208 estende la sperimentazione relativa alla facoltà di accesso anticipato al trattamento pensionistico, prevista per le lavoratrici che abbiano maturato determinati requisiti di anzianità anagrafica e contributiva, di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 243, anche alle lavoratrici che abbiamo maturato tali requisiti entro il 31 dicembre 2015 ancorché la decorrenza del trattamento pensionistico sia successiva a tale data. Il medesimo comma 281 stabilisce quindi che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati di consuntivo e del monitoraggio effettuato dall'INPS, trasmetta alle Camere, entro il 30 settembre di ogni anno, una relazione sull'attuazione della sperimentazione, come disciplinata anche ai sensi dello stesso comma 281, con particolare riferimento al numero delle lavoratrici interessate e agli oneri previdenziali conseguenti. |
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L. 208/2015, art. 1, co. 554* |
Ministro della salute |
Stato di attuazione delle disposizioni in materia di revisione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), di cui ai commi da 553 a 565 dell'articolo unico della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) |
*Il comma 554 dell'articolo unico della legge di stabilità 2016 prevede che, entro il 31 dicembre di ogni anno, il Ministro della salute presenti alle Camere una relazione sullo stato di attuazione dei commi da 553 a 565. I commi richiamati introducono nuove norme procedurali per l’adozione del provvedimento di revisione dei livelli essenziali di assistenza ed istituiscono una Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale, alla quale spetta anche il compito di valutare che l’applicazione dei LEA avvenga in tutte le regioni con lo stesso standard di qualità e includa tutte le prestazioni previste. |
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L. 208/2015, art. 1, co. 677* |
Ministro dell'economia e delle finanze |
Impatto economico, industriale e occupazionale derivante dall'eventuale alienazione di quote o da un aumento di capitale riservato al mercato del gruppo Ferrovie dello Stato italiane Spa |
*Il comma 677 dell'articolo unico della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) dispone che, qualora entro il 31 dicembre 2016, si proceda all'alienazione di quote o a un aumento di capitale riservato al mercato del gruppo Ferrovie dello Stato italiane Spa, il Ministero dell'economia e delle finanze presenti alle Camere una relazione che evidenzi in modo puntuale l'impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione così realizzata. |
L. 208/2015, art. 1, co. 871* |
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti |
Stato di attuazione del contratto di programma tra l'ANAS Spa e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti |
Il comma 871 dell'articolo unico della legge di stabilità 2016 prevede che, entro il 30 settembre di ciascun anno, l'ANAS Spa trasmetta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una relazione sullo stato di attuazione del contratto di programma di cui al comma 870, ivi compreso lo stato di avanzamento delle opere, sulla relativa situazione finanziaria complessiva, nonché sulla qualità dei servizi resi. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, validata la suddetta relazione, la trasmette tempestivamente al CIPE, al Ministero dell'economia e delle finanze e alle competenti Commissioni parlamentari. |
1Essa, in quanto tale, non era ricompresa nel campo di applicazione della legge generale n. 14/1978, che riguarda unicamente “istituti ed enti pubblici, anche economici”.
2In precedenza Zaccheo era stato nominato commissario straordinario dell’Ente parco piemontese con decreto ministeriale del 20 luglio 2009, alla scadenza del mandato presidenziale di Alberto Actis, ed era stato prorogato con analoghi decreti dell’8 ottobre 2009 e del 15 dicembre 2009.
3Nella fattispecie Enrico Lubrano è stato designato dal Ministro della salute, Adriana Caterina Maggi dal Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, Giuseppe Remuzzi e Alessandro Cosimi dalla Conferenza unificata.
4Il consiglio di amministrazione dell'ENAC ha quindi continuato ad operare con tre soli consiglieri.
5Il decreto ministeriale del 2 gennaio 2015, concernente la nomina di Parlato, è stato ritirato in sede di autotutela per approfondimenti istruttori. Tale nomina è stata quindi nuovamente disposta, sempre per la durata di un anno prorogabile una sola volta per motivate esigenze, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del 2 marzo 2015, che ha sostituito il precedente decreto con pari decorrenza.
6Il commissario straordinario si è sostituito agli organi statutari di amministrazione del CRA, ossia al presidente Giuseppe Alonzo, che era stato nominato per quattro anni con D.P.R. del 13 marzo 2012, e al consiglio di amministrazione, presieduto dal presidente dell'Ente, e composto altresì da Salvatore Tudisca, Francesco Adornato, Rita Clementi, nominati anch'essi per quattro anni con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in data 11 luglio 2012, e Gianni Salvadori, da ultimo nominato con analogo decreto ministeriale in data 13 novembre 2014, su designazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
7Si ricorda che il T.A.R. Puglia, Lecce - Sezione I, con sentenza depositata il 26 giugno 2012, aveva annullato la nomina di Haralambides in quanto privo della cittadinanza italiana, requisito ritenuto indispensabile per accedere alla suddetta carica. Di conseguenza, con decreto ministeriale del 26 luglio 2012, Ferdinando Lolli era stato nominato commissario straordinario dell'Autorità portuale brindisina. In seguito il Consiglio di Stato, Sez. IV, con ordinanza pronunciata l'8 gennaio 2013 e depositata il 9 gennaio 2013, aveva sospeso l'esecutività della sentenza di primo grado sopra citata ed aveva disposto il reintegro di Haralambides alla presidenza dell'Autorità portuale. Infine la Corte di giustizia dell'Unione europea, II Sez., con sentenza del 10 settembre 2014, ha accertato che l'art. 45, par. 4, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea deve essere interpretato nel senso di non consentire ad uno Stato membro di riservare ai propri cittadini l'esercizio delle funzioni di presidente di una Autorità portuale. Il Consiglio di Stato, Sez. IV, con sentenza n. 1210 depositata il 10 marzo 2015, ha quindi accolto in via definitiva l'appello di Haralambides.
8In effetti con il D.P.C.M. 1° luglio 2013 Zanetti e Maccagno sono rispettivamente nominati “commissario straordinario” e “vice-commissario straordinario”, mentre con i precedenti provvedimenti (cfr. infra nel testo) erano stati nominati “commissario” e “vice-commissario” in funzione del commissariamento della FOM disposto ai sensi dell'art. 30 del D.L. n. 159/2007, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 222/2007.
9Ai sensi infatti dell'art. 1, comma 4, del D.P.C.M. 1° luglio 2013, il commissario straordinario provvede: a redigere uno schema di statuto della Fondazione che ne definisca l'organizzazione alla luce del superamento della situazione emergenziale di dissesto; alla ricognizione delle risultanze economiche e patrimoniali ed all'attivazione dei rimedi idonei ad assicurare il recupero del loro equilibrio; a proporre progetti di valorizzazione del patrimonio culturale mauriziano da sottoporre all'approvazione della Presidenza del Consiglio dei ministri.
10Composto da un presidente, nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri sentiti i Ministri dell'interno e per i beni e le attività culturali; da un componente nominato dalla Regione Piemonte e da tre creditori dell'Ente, individuati dal presidente del comitato.
11Si segnala che benché la Fondazione Ordine Mauriziano appaia un ente pubblico (in tal senso depongono le pronunce rese dalla Corte dei Conti, Sez. Giur. reg. Piemonte, 1° settembre 2005, n. 223, nonché dal Consiglio di Stato, Sez. VI, 3 giugno 2010, n. 3511) ricompreso nel campo di applicazione della legge n. 14/1978, non risultano precedenti di trasmissione al Parlamento da parte del Governo di proposte o comunicazioni di nomina nell'Ente stesso.
12Della durata di 45 giorni, ai sensi dall’art. 3 del D.L. n. 293/1994, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 444/1994.
13Ai sensi dell'art. 9 del D.Lgs. n. 19/1998, come modificato dal D.Lgs. n. 1/2004, il consiglio di amministrazione della Fondazione è nominato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali ed è composto, oltre che dal presidente della Fondazione, dal sindaco di Venezia (che assume la vicepresidenza della Fondazione), dal presidente della Regione Veneto (o un suo delegato), dal presidente della Provincia di Venezia (o un suo delegato) e da componenti designati, in numero da uno a tre, dai soggetti ed enti che conferiscono una percentuale definita del patrimonio della Fondazione e che assicurano un determinato apporto annuo ordinario per la gestione dell'attività della Fondazione medesima; tuttavia, qualora non vi siano soggetti conferenti o la loro partecipazione non raggiunga le percentuali prescritte, in loro vece è il Ministro per i beni e le attività culturali a designare un componente del consiglio di amministrazione. Con decreto ministeriale del 21 dicembre 2011 era stato nominato quale componente di designazione ministeriale Emmanuele Francesco Maria Emanuele, a seguito delle cui dimissioni, con decreto ministeriale dell'11 dicembre 2012, è stato nominato in sua vece Adriano Rasi Caldogno.
14Inoltre l'art. 22, comma 14, del D.L. n. 90/2014 citato nel testo, prevede che le deliberazioni della CONSOB concernenti determinati aspetti dell'organizzazione interna e del funzionamento della Commissione stessa, debbano essere adottate con non meno di quattro voti favorevoli. Le disposizioni concernenti tali quorum deliberativi si applicheranno dalla data di nomina dell'ultimo dei cinque componenti della Commissione.
15Profumo era stato nominato presidente del CNR con decreto ministeriale del 10 agosto 2011.
16Clini era stato nominato presidente dell'Ente con decreto ministeriale del 10 agosto 2011, contestualmente alla nomina di Paola Secchiero.
*Si fa presente che il medesimo atto può investire la competenza di più amministrazioni e quindi essere segnalato, ai fini dell'attuazione, a più di un Ministero.
**Le risoluzioni e le mozioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell'Assemblea o delle Commissioni.
17Ai sensi dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 3 1uglio 1980, n. 613, come modificato dal comma 1-bis del citato decreto-legge n. 390 del 1995.
18La relazione fa qui cenno alla mancata adozione delle tabelle di equiparazione tra personale civile e militare della CRI, questione che viene approfondita al paragrafo 3.4, al quale si rinvia.
19“Infatti il percorso di stabilizzazione intrapreso ha portato, alla data del 30 giugno 2015, all’assunzione di 387 risorse umane con contratto a tempo indeterminato E.P.N.E. Ai dati storicizzati occorre aggiungere che l’Amministrazione ha già programmato la stabilizzazione di ulteriori 207 risorse umane, in possesso di sentenza esecutiva già notificata alla C.R.I. entro il 30 maggio 2015. In proposito, si rappresenta che l’assunzione a tempo indeterminato di personale a seguito delle stabilizzazioni ha portato molte volte a difficoltà di ricollocazione di detto personale (nella quasi totalità autisti e barellieri A2 o B1) in attività presso i comitati territoriali (locali o provinciali privatizzati)”. La relazione segnala altresi che: “I concomitanti fenomeni di privatizzazione dei Comitati locali e provinciali C.R.I. e di stabilizzazione del personale hanno comportato anche una riduzione delle attività di competenza della C.R.I. pubblica (es. convenzioni 118) che, come naturale conseguenza, ha determinato notevoli difficoltà a garantire il costante pieno impiego di più di 300 unità di personale, secondo le prime verifiche dei direttori regionali, aspetto già segnalato al Dipartimento della Funzione pubblica e ai ministeri vigilanti a settembre 2014”.
20La relazione al riguardo afferma: “Il combinato disposto dei commi 427 e 428 della legge 190/2014, come sopra detto, prevede che nelle more della conclusione delle procedure di mobilità fissata al 31 dicembre 2016, il personale della C.R.I. dovrà, in ogni caso, rimanere in servizio presso l’Ente, con la conseguenza che i programmati risparmi sul costo del personale ipotizzati a seguito di procedure di eccedenza/esubero (applicazione artt. 33 e 34 D.Lgs. 165/2001) non potranno verificarsi in tempi brevi e, comunque, eventualmente a legge vigente non prima del 2017”.
21La relazione recita: “Infine, relativamente al personale impiegato nelle convenzioni - per il quale è previsto il rimborso degli oneri stipendiali al Comitato Centrale - si registra una costante diminuzione. Infatti, una rilevazione ha evidenziato come nel febbraio 2015 risultavano impiegate soltanto n. 173 risorse umane di ruolo, a fronte di n. 469 risorse impiegate nel dicembre 2013 (compresi gli stabilizzati), ovvero il 63% in meno. Ciò è dovuto a molteplici fattori, non ultimo il fatto che occorre l’assenso del dipendente per l’impiego presso i comitati privatizzati oggi titolari delle convenzioni, ovvero non risultano più essere utilizzati nelle nuove convenzioni dai comitati privatizzati”.
22Si veda al riguardo anche l'articolo 8, comma 4, del decreto del Ministro della salute 16 aprile 2014.
23L’articolo 8, comma 4, del decreto ministeriale 16 aprile 2014 (pubblicato nella G.U. n. 135 del 13 giugno 2014) aveva preannunziato che l'armonizzazione sarebbe intervenuta entro i 120 giorni successivi alla sua pubblicazione.
24La relazione ricorda che l'articolo 4, comma 1, lett a) del decreto legislativo 28 settembre 2012, n. 178, prevede l’elaborazione di un piano di valorizzazione degli immobili non più utilizzati a fini istituzionali, da sottoporre a costanti aggiornamenti, per recuperare risorse destinate a ripianare debiti accumulati anche a carico dei Comitati e per le esigenze di bilancio di previsione a decorrere dall’anno 2013. La relazione ricorda che il processo di alienazione è sottoposto al controllo delle autorità vigilanti e di uno specifico comitato per la predisposizione degli atti di gestione del patrimonio CRI, i cui componenti sono stati nominati dal Ministro della salute con decreto del 13 marzo 2013.
25La relazione precisa al riguardo che “Detto risultato consolidato è l’aggregazione dei risultati contabili di tutti i Comitati territoriali, molti dei quali presentano risultati negativi, che, nella maggior parte dei casi, si compensano con gli avanzi di amministrazione. Appare evidente che il disavanzo finanziario delle Unità Territoriali, come relazionato dall’Ente nella Nota integrativa, non è un disavanzo di tipo “strutturale” ma il risultato delle attività gestionali e contabili derivanti dall’applicazione delle disposizioni del decreto legislativo n. 178/2012, e successive modifiche ed integrazioni, in relazione alla operatività della Gestione Stralcio dei Comitati provinciali e locali pubblici”.
26Si ricorda che si dà conto degli obblighi di relazione al Parlamento introdotti da disposizioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale nel periodo considerato dal presente Bollettino.
27La legge 1° dicembre 2015, n. 194, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 11 dicembre 2015, n. 288.
28In conformità alla convenzione sulla biodiversità, fatta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, resa esecutiva dalla legge 14 febbraio 1994, n. 124, al Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, adottato a Roma il 3 novembre 2001, reso esecutivo dalla legge 6 aprile 2004, n. 101, al Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e alle Linee guida nazionali per la conservazione in situ, on farm ed ex situ della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse agrario, di cui al decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 6 luglio 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 171 del 24 luglio 2012.
29Il Comitato è presieduto da un rappresentante del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed è costituito da sei rappresentanti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, individuati dalle stesse regioni in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da un rappresentante del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, da un rappresentante del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da un rappresentante del Ministero della salute e da tre rappresentanti degli agricoltori e degli allevatori custodi designati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Il Comitato ha, in particolare, i seguenti compiti:
a) individuare gli obiettivi e i risultati delle singole azioni contenute nel Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo;
b) raccogliere le richieste di ricerca avanzate dai soggetti pubblici e privati e trasmetterle alle istituzioni scientifiche competenti;
c) favorire lo scambio di esperienze e di informazioni al fine di garantire l'applicazione della normativa vigente in materia;
d) raccogliere e armonizzare le proposte di intervento volte alla tutela e all'utilizzo sostenibile delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali, coordinando le azioni da realizzare;
e) favorire il trasferimento delle informazioni agli operatori locali;
f) definire un sistema comune di individuazione, di caratterizzazione e di valutazione delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali.
Ai sensi del comma 5 le modalità di organizzazione e di funzionamento del Comitato nonché le procedure per l'integrazione dei componenti di cui al comma 2 con rappresentanti di enti e istituzioni di ricerca sono disciplinate con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 194, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
30La legge 16 novembre 2015, n. 200, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 18 dicembre 2015, n. 294.
31La legge 28 dicembre 2015, n. 208, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 30 dicembre 2015, n. 302, S.O.
32Ossia un'anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un'età pari o superiore a 57 anni per le lavoratrici dipendenti e a 58 anni per le lavoratrici autonome, a condizione che optino per una liquidazione del trattamento medesimo secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180.
33La legge 23 agosto 2004, n. 243, reca “Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza ed assistenza obbligatoria”.
34Come adeguati agli incrementi della speranza di vita ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni.
35Al fine del concorso alla copertura degli oneri derivanti dall'applicazione della disposizione in esame, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 235, primo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni, come rifinanziata anche ai sensi della stessa legge n. 208 del 2015, è ridotta di 160 milioni di euro per l'anno 2016 e di 49 milioni di euro per l'anno 2017.
36Il coma 556 stabilisce che la Commissione sia nominata e presieduta dal Ministro della salute e composta dal direttore della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute e da quindici esperti qualificati e da altrettanti supplenti, di cui quattro designati dal Ministro della salute, uno dall'Istituto superiore di sanità (ISS), uno dall'AGENAS, uno dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), uno dal Ministero dell'economia e delle finanze e sette dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. La Commissione dura in carica tre anni. Su richiesta del presidente, alle riunioni della Commissione possono partecipare, per fornire il proprio contributo tecnico-scientifico, rappresentanti del Consiglio superiore di sanità, delle società scientifiche, delle Federazioni dei medici ed esperti esterni competenti nelle specifiche materie trattate.
37Il comma 870 stabilisce che il contratto di programma tra l'ANAS Spa e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia durata quinquennale e riguardi le attività di costruzione, manutenzione e gestione della rete stradale e autostradale non a pedaggio nella diretta gestione dell'ANAS Spa nonché di servizi di interconnessione, decongestione, salvaguardia e sicurezza del traffico che l'ANAS Spa garantisce in tutto il territorio nazionale. Il contratto di programma definisce il corrispettivo annuale a fronte delle opere da realizzare e dei servizi da rendere sulla base di un piano pluriennale di opere e di un programma di servizi sulla rete stradale. Il contratto di programma stabilisce, altresì, gli standard qualitativi e le priorità, il cronoprogramma di realizzazione delle opere, le sanzioni e le modalità di verifica da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Lo schema di contratto di programma è approvato dal CIPE, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze per quanto attiene agli aspetti finanziari.
38La legge 10 ottobre 2014, n. 147, ha ampliato la portata delle deroghe definite con la riforma previdenziale di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
39Il comma 4 dell'articolo 2 della legge n. 147 del 2014 stabilisce che l'INPS pubblichi nel proprio sito internet, in forma aggregata al fine di rispettare le vigenti disposizioni in materia di tutela dei dati personali, i dati raccolti a seguito dell’attività di monitoraggio, avendo cura di evidenziare le domande accolte, quelle respinte e le relative motivazioni. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico delle domande di pensione determinato ai sensi dei commi 1 e 6 dell'articolo 2, l’INPS non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dall'articolo 2.
40Il primo adempimento dell'obbligo di cui trattasi è avvenuto con la trasmissione, da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, del Doc. CCXXX, n. 1, con dati aggiornati al mese di luglio 2015.
41Il decreto legislativo 4 dicembre 2015, n. 204, recante “Disciplina sanzionatoria per la violazione del regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici”, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 22 dicembre 2015, n. 297.
42Ai sensi del comma 6 dell'articolo 2 della legge n. 713 del 1986, l'aggiornamento degli allegati avviene, sulla base di quanto previsto dalle direttive comunitarie, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico.
43Si evidenzia che l'abrogazione, con decorrenza dal 6 gennaio 2016, della disposizione che prevede la trasmissione della relazione al Parlamento non incide sull'obbligo di riferire in merito al periodo antecedente all'abrogazione medesima.
44Il Regolamento è entrato in vigore l'11 luglio 2013.
45Si tratta dei decreti 11 febbraio, 31 luglio, 3 e 9 settembre 2009. Tre decreti recano la data del 29 marzo 2010, due dell'8 ottobre 2010. Si citano inoltre il decreto 17 dicembre 2010 ed i decreti 25 gennaio e 23 marzo 2011.