ALLEGATO 1
Interrogazione n. 5-06603 Renato Farina: Sulle mancate celebrazioni pasquali nella diocesi di Carpasia (Cipro Nord).
TESTO DELLA RISPOSTA
Nel contesto dell'ampia azione a tutela dei diritti di libertà religiosa condotta dal Governo, la questione del rifiuto delle autorità turco-cipriote di consentire l'ingresso al nord del vescovo di Karpasia in occasione delle celebrazioni della Pasqua ortodossa sono noti e oggetto di costante monitoraggio da parte della nostra Ambasciata a Nicosia.
Si tratta di fatti non nuovi: da tempo le autorità turco-cipriote negano al presule l'ingresso a nord e la questione era stata anche sollevata dall'Arcivescovo di Cipro in occasione della recente visita a Nicosia del Ministro Riccardi.
Su istruzioni del Ministro Terzi, il nostro Ambasciatore a Nicosia ha quindi recentemente sollevato la questione con il leader turco-cipriota Eroglu, sottolineando come ogni limitazione alla pratica religiosa rappresenti una inaccettabile violazione dei diritti umani.
Secondo Eroglu il divieto di accesso alla parte nord dell'Isola al Vescovo di Karpasia, Christoforos, in occasione della Pasqua ortodossa, sarebbe stato applicato in quando in precedenza egli avrebbe svolto una propaganda politica anti-turca nel corso delle funzioni religiose officiate nella sua diocesi nel nord (l'ultima officiata asseritamente senza l'autorizzazione richiesta ai celebranti non residenti).
Il leader turco-cipriota ha chiarito al nostro Ambasciatore che le ridotte comunità cristiane residenti nel nord non avrebbero vincoli di sorta nell'esercizio del culto, laddove officiato da celebranti residenti. Per contro, religiosi del sud che intendano celebrare nel nord dovrebbero chiedere un regolare permesso con almeno una settimana di preavviso. Peraltro, a detta di Eroglu, le autorità del Sud ostacolerebbero la pratica religiosa musulmana, non permettendo, tra l'altro, al Mufti di Cipro nord di passare la frontiera per recarsi alla moschea di Larnaca.
Va osservato che tali episodi rappresentano una delle molteplici sfaccettature dell'annoso e complesso contenzioso inter-cipriota e, come in altri settori, sono spesso oggetto di azioni e reazioni tra entrambe le due parti in causa. Se da un lato è possibile che religiosi cristiani ortodossi che si recano a nord dedichino spazio a prese di posizioni politiche contro la Turchia, è altrettanto vero che le limitazioni all'esercizio del culto per i pochi ortodossi residenti a Cipro Nord (in Karpasia sono circa 300) imposte dalle autorità del nord contribuiscono ad alimentare i rancori e le diffidenze tra le due comunità. Il tema della libertà religiosa è purtroppo diventato sempre più oggetto di contrapposte rivendicazioni tra le due comunità cipriote nel contesto della difficile fase attuale del negoziato intercipriota.
In un recente contatto telefonico con il Ministro degli Esteri turco Davutoglu, il Ministro Terzi ha ricordato l'impegno dell'Italia per l'affermazione della libertà religiosa, evidenziando le difficoltà cui va incontro la comunità cristiana di Cipro Nord. Il Ministro turco ha assicurato il proprio interessamento alla questione, pur segnalando anch'egli la necessità di assicurare parallelamente un regolare finanziamento alle moschee nella zona sud.Pag. 106
Il Ministro Terzi ha quindi trasmesso alla sua omologa cipriota, Sig.ra Markoullis le osservazioni formulate dal Ministro Davutoglu, auspicando il raggiungimento di una rapida intesa tra le parti volta ad escludere qualsiasi limite all'esercizio della libertà di religione in entrambe le zone di Cipro e ad assicurare la piena protezione dei diritti delle rispettive minoranze religiose.
Nel corso del Vertice italo-turco svoltosi ieri a Roma, facendo leva sulla tradizionale amicizia tra i due Paesi, il Ministro Terzi è tornato quindi a discutere la questione con il Ministro Davutoglu. I due Ministri hanno convenuto che uno sforzo reciproco in materia di libertà religiosa potrebbe costituire una opportuna misura di «confidence building» fra le due comunità.
In un ottica di azione sinergica col Parlamento su un tema prioritario come quello della tutela della libertà religiosa, confidiamo molto anche sull'azione di sensibilizzazione che la Delegazione italiana potrà svolgere sulle delegazioni turca e cipriota nell'ambito dell'Assemblea Parlamentare dei Consiglio d'Europa, azione che, sommandosi alle iniziative anzidette, potrà sicuramente contribuire alla soluzione del problema.
Il Ministro Terzi si sta inoltre adoperando per un maggiore coinvolgimento della Turchia nelle attività del Consiglio d'Europa, attraverso l'auspicata adesione di quest'ultima al Centro Nord-Sud, il cui Comitato esecutivo è presieduto, come sapete, dall'On. Deborah Bergamini. Riteniamo che la Turchia possa esercitare un ruolo chiave nel rilancio del Centro, nel cui ambito continueremo a sottolineare come la promozione della libertà di religione e la protezione delle minoranze religiose rappresenti una comune priorità.
Al di là delle specificità del contenzioso turco cipriota, il Governo ritiene che la Comunità internazionale nel suo complesso debba fare tutto ciò che è possibile per permettere il pieno esercizio della libertà religiosa e di credo in ogni parte del mondo, con particolare riguardo ai diritti delle minoranze religiose, appartenenti a qualsiasi confessione.
Anche grazie ad un considerevole sostegno parlamentare bipartisan, la Farnesina, su forte impulso del Ministro Terzi, continua ad adoperarsi con determinazione affinché la libertà religiosa sia fatta oggetto di una adeguata attenzione sul piano internazionale e di un'azione più efficace da parte di tutte le istanze che possono svolgere un ruolo a questo fine.
Negli ultimi mesi abbiamo constatato con soddisfazione quanto sia cresciuta la sensibilità europea su questo tema e come il nostro ruolo di indirizzo e riferimento venga riconosciuto e apprezzato apertamente in sede UE. Su iniziativa del Ministro Terzi, il tema della libertà religiosa è stato infatti discusso al Consiglio Affari Esteri del 23 gennaio scorso ed è stato profusamente trattato durante la riunione informale dei Ministri degli Esteri della UE di Copenaghen del 9 marzo scorso.
Tale azione continuerà a svilupparsi con determinazione in tutti gli appropriati fori internazionali, a cominciare naturalmente dalle NU.
ALLEGATO 2
Interrogazione n. 5-06577 Narducci: Sulla scuola statale italiana di Asmara.
TESTO DELLA RISPOSTA
La problematica sollevata dall'Onorevole Narducci è al centro dell'attenzione della Farnesina. Siamo consapevoli che è una questione seria che coinvolge una tra le più importanti scuole italiane all'estero e i docenti che vi prestano servizio.
Il Ministero degli Affari Esteri opera con determinazione, anche attraverso l'azione dell'Ambasciata ad Asmara, con il duplice obiettivo di superare lo stallo attuale e soprattutto tutelare la posizione del personale docente in servizio presso l'istituto scolastico. Di tale incessante impegno vengono regolarmente informati sia i docenti in servizio sia le organizzazioni sindacali.
A seguito delle misure restrittive adottate dalle Autorità eritree in materia di permessi di lavoro, da parte italiana è stato sottolineato alla controparte l'impossibilità di poter assicurare la funzionalità dell'istituto scolastico, per tutelarne l'integrità e il personale scolastico.
Allo stesso tempo le autorità eritree sono state ripetutamente sollecitate a riprendere il negoziato sul nuovo Accordo tecnico riguardante la Scuola italiana ad Asmara, diretto a migliorarne la funzionalità.
La parte eritrea non ha finora purtroppo dato seguito a tali richieste nell'ambito di una politica dilatoria che appare ormai insostenibile. In considerazione dell'impossibilità di operare nell'attuale situazione e a fronte della persistente indisponibilità eritrea, proprio a garanzia del personale scolastico, la Farnesina ha dovuto far presente l'impossibilità di autorizzare l'attivazione, già dall'anno scolastico 2012-13, delle prime classi della scuola primaria e del primo e secondo ciclo della scuola secondaria. Non saranno altresì consentite nuove iscrizioni nelle classi rimaste, salvo che per garantire l'obbligo scolastico dei cittadini italiani.
La Farnesina continuerà ad attenersi a questa linea di fermezza per proteggere le prerogative del personale scolastico e dell'istituto, e ad esercitare ogni possibile intervento sulle autorità eritree, nell'auspicio di una soluzione della questione.
Il Ministero degli esteri sta dedicando anche grande attenzione alla situazione che penalizza il personale scolastico impossibilitato a continuare a prestare servizio presso la Scuola italiana di Asmara. Per risolvere questo problema, la Farnesina è impegnata a verificare la possibilità di procedere all'assegnazione dei docenti ad altri sedi all'estero, compatibilmente con le posizioni disponibili.