TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 11 di Giovedì 29 maggio 2008

INTERPELLANZE URGENTI

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
l'autostrada A7 Genova-Serravalle Scrivia è stata ripetutamente scenario di pericolosi incidenti causati dalla tortuosità del tracciato e dalla vetustà dell'infrastruttura, che risale a più di 70 anni or sono, con vittime, feriti e anche con gravi rischi ambientali in occasione di incidenti ad automezzi che trasportano sostanze pericolose e inquinanti, finite nelle acque del sottostante torrente Scrivia, che approvvigiona gli acquedotti di un bacino di oltre 70 mila abitanti;
in data 21 maggio 2008, si è verificato l'ennesimo incidente sul ponte dello Scrivia, in località «Nave» a Serravalle Scrivia, che ha coinvolto un autocarro, un'auto e una cisterna, nel quale ha perso la vita il conducente dell'autocisterna, mentre le sostanze trasportate sono finite in gran parte nel torrente, con conseguente immediata chiusura precauzionale delle prese di captazione dell'acquedotto Acos, che approvvigiona i comuni a valle dell'incidente, e con successiva ordinanza di non potabilità dell'acqua, che ha causato una situazione di emergenza idrica nel comune di Novi Ligure e, in parte, nel comune di Pozzolo Formigaro, risoltasi soltanto nella giornata di domenica 25 maggio 2008;
nonostante i provvedimenti assunti nel corso della XV legislatura, anche a seguito di ripetute interrogazioni e interpellanze, per migliorare la sicurezza dell'autostrada, compresa l'installazione di un tutor nella tratta Busalla-Bolzaneto e l'intensificazione dei controlli della polizia stradale, oltre ad altre manutenzioni della sede stradale, delle gallerie e della segnaletica stradale, la situazione risulta, pertanto, ancora ad alto livello di rischio, sia per la sicurezza del traffico, sia per la tutela della salute dei cittadini, come dimostra l'incidente in questione, e richiede, a questo punto, interventi risolutivi, oltre che sotto il profilo dei controlli, in particolare per il trasporto di sostanze pericolose per la salute, anche per il miglioramento dell'infrastruttura nei punti critici, dove sono ricorrenti incidenti con danni alle persone e all'ambiente;
i sindaci di Novi Ligure e di Serravalle Scrivia e gli assessori ai trasporti delle regioni Piemonte e Liguria hanno evidenziato immediatamente la situazione di criticità ed emergenza, rilevando, in particolare, l'esigenza di vietare il trasporto di sostanze pericolose in quel tronco autostradale, di intervenire con modifiche strutturali del tracciato per migliorare la sicurezza stradale, di valutare la criticità del nodo di Serravalle Scrivia, per il quale è allo studio anche una nuova tangenziale per il traffico ordinario e di esaminare la situazione infrastrutturale complessiva dell'area della Valle Scrivia, interessata dai traffici fra le aree metropolitane di Genova e Milano, dai flussi di merci diretti e provenienti dai porti liguri, con progetti in corso che riguardano anche la viabilità stradale ordinaria, le ferrovie, le aree logistiche -:
quali iniziative il Governo intenda promuovere con la società Autostrade per l'Italia, che gestisce la A7, anche in relazione agli obblighi convenzionali che fanno capo alla stessa, per realizzare interventi risolutivi atti a migliorare la percorribilità dell'autostrada, provvedendo, in particolare, a realizzare le opere necessarie per eliminare le situazioni di maggior criticità, soprattutto in corrispondenza di viadotti, ponti e curve pericolose disseminate in molti tratti dell'arteria;
quali provvedimenti intenda assumere, in particolare, affinché i trasporti di sostanze pericolose possano avvenire in condizioni di maggiore sicurezza, a tutela dell'ambiente e della salute della popolazione, valutando l'opportunità di vietarne il transito in quel tronco autostradale e di renderne obbligatorio il trasporto su rotaia;
se non ritenga utile convocare con urgenza un tavolo di concertazione locale con la società Autostrade per l'Italia e con gli enti locali e le regioni Piemonte e Liguria, per assumere i provvedimenti conseguenti e per affrontare la situazione infrastrutturale dell'area interessata, anche alla luce dei progetti in atto in campo stradale, autostradale e ferroviario.
(2-00016) «Lovelli, Fiorio, Martella, Rosato, Zucchi, Mariani, Marchi, Boccia, Froner, Antonino Russo, Scarpetti, Mosca, Baretta, Viola, Fluvi, Rossa, Bachelet, Velo, Marantelli, Rampi, Zunino, Murer, Motta, Coscia, Sbrollini, Servodio, Damiano, Pizzetti, De Biasi, Santagata, Levi, Bobba, Giorgio Merlo, Tullo».
(27 maggio 2008)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la mobilità rappresenta un essenziale diritto di cittadinanza tutelato e promosso dai principi della Costituzione italiana;
un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche tese a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini, nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas dannosi dell'Unione europea. Il trasporto su rotaia produce, infatti, il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l'88 per cento in meno rispetto all'aereo;
secondo i dati resi noti dal Censis nel mese di marzo 2008, sono più di 13 milioni i pendolari in Italia (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Un dato cresciuto fra il 2001 e il 2007 del 35,8 per cento, pari ad un incremento di 3,5 milioni di persone. Secondo l'indagine Istat il treno viene utilizzato dal 14,8 per cento dei pendolari, cioè più di 1,9 milioni di persone, per spostarsi in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi;
l'offerta di servizi per i pendolari è basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle regioni, e dall'interazione con i treni intercity, che, sulle lunghe percorrenze di carattere interregionale, rappresentano, per altro, l'unico mezzo disponibile presso molte stazioni capoluogo di provincia o con un bacino di area vasta anch'esso interregionale;
un'eventuale rivisitazione della politica commerciale di Trenitalia, quanto mai opportuna, attesa e necessaria, se mossa in direzione dell'efficientamento dell'innalzamento della qualità del servizio, potrà orientarsi su esclusive logiche di mercato, allorquando i servizi soppressi, in ragione delle perdite riportate, saranno sostituiti dalle regioni in cooperazione fra di loro;
la disponibilità, nel breve periodo, di nuove infrastrutture dedicate esclusivamente all'alta velocità consentirà di liberare binari sui quali collocare servizi regionali ed interregionali, sostitutivi degli intercity che Trenitalia intende sopprimere;
in assenza di tali servizi, stazioni come Arezzo, Chiusi, Siena, Grosseto, Livorno, Massa, Prato saranno fortemente penalizzate;
per molte di queste, il mantenimento dei servizi di lunga percorrenza è, infatti, in grado di garantire adeguati livelli di accessibilità alla rete nazionale e sovraregionale, per il fatto che le relazioni a servizio di queste località ricadono a pieno titolo nel cosiddetto «servizio universale», da sostenere con risorse statali;
preso atto della volontà di Trenitalia di dismettere i treni intercity e della necessità delle regioni interessate di concorrere, sul piano organizzativo e finanziario, all'erogazione di tali servizi è stato istituito un tavolo di concertazione con la presenza del Governo Prodi, di Trenitalia e delle stesse regioni. Sono state, così, esaminate numerose soluzioni e le regioni hanno avanzato proposte di compartecipazione finanziaria, come la Toscana che sulla dorsale tirrenica si è dichiarata disposta ad investire 10 milioni in più rispetto ai 30 che già impegna annualmente sui treni regionali e parimenti sulla dorsale Milano-Firenze. Inoltre, la regione Toscana ha ricordato di aver investito in questi anni ingenti risorse per il «Memorario»: il servizio, rivolto in particolar modo ai pendolari, che offre treni locali a cadenze regolari e coordinate, che ottimizzano ed ampliano l'offerta territoriale con quella nazionale e che ha fatto segnare un aumento sensibile dei viaggiatori;
proprio in virtù di questa fase necessaria ed ineludibile di riorganizzazione, il Governo Prodi, al termine della XV legislatura, ha chiesto ed ottenuto da Trenitalia la sospensione dei tagli già previsti a partire dal 7 aprile 2008, al fine di mettere il nuovo Governo nella condizione di trovare un'intesa al tavolo di concertazione, affinché si addivenisse ad una soluzione definitiva che scongiurasse, pertanto, che gli stessi tagli venissero riproposti a partire dal 15 giugno 2008;
a sostegno e copertura di tale fase di riorganizzazione, in data 8 aprile 2008, il Governo Prodi ha emanato il decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali;
il completamento del processo di riforma ha richiesto una definizione del fabbisogno effettivo attuale per la realizzazione dei servizi ferroviari regionali, in considerazione del fatto che i trasferimenti statali alle regioni e i corrispettivi erogati dalle stesse alla società Trenitalia spa non sono stati aggiornati dal 2000, con riferimento sia alla crescita dei costi dei fattori produttivi, sia alla quantità e alla qualità dei servizi erogati;
il decreto, già approvato dalla Camera dei deputati ed in corso di esame al Senato della Repubblica, ha garantito con urgenza le risorse necessarie per assicurare la continuità dei servizi per i primi mesi del 2008, pari a 80 milioni di euro, anche nelle more della stipula dei nuovi contratti di servizio tra le regioni e Trenitalia spa, proprio in attesa del completamento dei lavori del tavolo tecnico interministeriale a tal fine costituito;
nonostante tutto ciò, dal 15 giugno 2008, secondo quanto annunciato dagli organi di stampa, saranno 20 i treni intercity ed eurocity, soppressi in tutta la regione Toscana. I tagli riguarderanno, tra le altre, le stazioni di Chiusi, Arezzo, Prato, Firenze, Livorno e Grosseto ed interesseranno le direttrici nazionali Napoli-Milano, Roma-Torino e Roma-Genova;
la soppressione dei treni intercity ed eurocity causerebbe inevitabilmente notevoli disagi nei confronti dei cittadini e dei pendolari e renderebbero conseguentemente inefficaci o insufficienti gli investimenti della regione Toscana in moltissime tratte locali;
la soppressione di tali treni si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla viabilità dell'intero Centro Italia. Molte tratte e stazioni interessate dai tagli rivestono, infatti, un ruolo decisivo nei collegamenti nei confronti di un ampio e diversificato bacino territoriale, che interessa le regioni Umbria, Lazio ed Emilia Romagna -:
se corrisponda al vero la notizia della soppressione dei 20 treni predisposta da Trenitalia a partire dal 15 giugno 2008 e quali iniziative urgenti intenda intraprendere per scongiurare tale soppressione e garantire il diritto alla mobilità ai cittadini ed ai pendolari interessati;
quando intenda convocare il tavolo di concertazione per individuare le linee di intervento che scongiurino i tagli dei treni previsti a partire dal 15 giugno 2008 o per definire tempi e modalità con le quali le regioni e Trenitalia saranno in grado di organizzare un'offerta alternativa agli intercity, che solo a quel punto potranno essere sostituiti.
(2-00022) «Ceccuzzi, Bindi, Mattesini, Gatti, Sani, De Micheli, Scarpetti, Cenni, Misiani, De Pasquale, Mariani, Nannicini, Andrea Orlando, Fluvi, Agostini, Fontanelli, Enzo Carra, Velo, Verini, Bossa, Siragusa, Rossa, Migliori, De Torre, Bellanova, Minniti, Realacci, Coscia, Sbrollini, Concia, Lo Moro, Madia, Calvisi, Strizzolo, Beltrandi, Cuperlo, Lulli, Ventura, Pistelli».
(27 maggio 2008)

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
dal 30 maggio al 1o di giugno 2008 è in programma la quarta mostra-convegno ecotecnologica della cannabis medicinale e industriale «Cannabis tipo forte»;
l'evento si svolgerà a Bologna presso il Palanord di Bologna, una struttura comunale che ha già ospitato l'evento nel 2007;
visitando il sito internet dell'evento (www.cannabistipoforte2008.it) è facilmente intuibile lo spirito che accompagna questa fiera, che di scientifico ha veramente poco, definendo il progetto «Cannabis tipo forte» «un irresistibile mix di allegria, spensieratezza, follia e militanza cannabinica»;
risulta, inoltre, che Fabrizio Cinquini, medico chirurgo, ideatore dell'evento «Cannabis tipo forte», sia agli arresti domiciliari, per la seconda volta, per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti;
in Italia coltivare, produrre e detenere sostanze stupefacenti è ancora un reato. La Corte di cassazione ha, recentissimamente, ribadito che l'attività di coltivazione di piante da cui possono ricavarsi sostanze stupefacenti, in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 1, come modificato dal decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2006, n. 49, è «vietata e sanzionata penalmente anche qualora la finalità dell'agente sia di destinare il prodotto della coltivazione a consumo personale» (sentenza n. 871 del 10 gennaio 2008 e, prima, sentenza n. 20426 del 24 maggio 2007);
non si comprende per quali motivi l'amministrazione comunale abbia potuto mettere a disposizione spazi pubblici per lo svolgimento di manifestazioni che, celandosi sotto pretesi contenuti scientifici ed effetti terapeutici della cannabis, in realtà promuovono e favoriscono la cultura dello sballo e veicolano l'idea che drogarsi non solo non fa male ma è bello, ingenerando nella collettività il convincimento che certe droghe e certi comportamenti possono essere tollerati e non fanno male. Per certo, non aiuta le famiglie e gli educatori a tenere lontani i nostri giovani dal consumo di sostanze stupefacenti;
a parere degli interpellanti, è necessario sensibilizzare l'amministrazione comunale di Bologna circa l'inopportunità di ospitare una fiera come questa -:
quali provvedimenti urgenti intendano adottare per verificare che questa manifestazione si svolga nel pieno rispetto della legge;
se non ritengano opportuno assumere iniziative educative volte a contrastare un messaggio diseducativo piuttosto che scientifico, che promuove, in realtà, il marketing della droga (accettando espositori come i negozi Alkemico) e il business dello sballo.
(2-00018) «Galletti, Casini».
(27 maggio 2008)

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in data 20 maggio 2008, il Presidente della Repubblica ha trasmesso alle Camere la petizione «Firma per un fisco a misura di famiglia», sottoscritta da più di un milione di cittadini;
nel testo della petizione si chiede di introdurre in Italia un sistema fiscale basato non solo sull'equità verticale, ma anche sull'equità orizzontale;
il reddito imponibile, secondo la petizione, deve, dunque, essere calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia;
mantenere ed educare i propri figli è, per la famiglia, oltre che un obbligo morale e naturale anche un diritto-dovere costituzionale. Le famiglie sono fortemente penalizzate, perché non si tiene veramente conto dei carichi familiari;
quale primo passo verso una vera equità fiscale, si chiede un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto carico, sulla base delle scale di equivalenza indipendenti;
si tratta di sistema semplice, di immediata applicazione, che mantiene intatta la progressività del prelievo e può sostituire, migliorandolo, l'attuale complicato sistema di detrazioni;
nell'ambito di una futura, complessiva riforma del sistema fiscale, si prevede anche l'introduzione di strumenti, quale il quoziente familiare, che abbiano alla base, come soggetto imponibile, non più l'individuo ma il nucleo familiare;
nella lettera di invio, il Presidente della Repubblica sottolinea la «necessità che il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia»;
il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, nel «condividere pienamente» le considerazioni, ha ricordato di aver già comunicato al Capo dello Stato che «la petizione sarà assegnata alle commissioni competenti, non appena costituite, e che i temi in oggetto della stessa saranno posti all'attenzione della conferenza dei presidenti di gruppo» -:
se, alla luce di quanto esposto e ferme restando le competenze riservate al Parlamento, non ritenga di inserire tra gli obiettivi prioritari del Governo, a partire dall'elaborazione del documento di programmazione economico-finanziaria, le proposte contenute nella citata petizione.
(2-00025) «Casini, Cesa, Vietti, Volontè, Capitanio Santolini, Adornato, Bosi, Buttiglione, Cera, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pionati, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Zinzi».
(27 maggio 2008)

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
l'8 maggio 2008 il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha avviato la discussione congiunta per l'esame dei circa 2.000 ricorsi presentati dai candidati che si ritengono ingiustamente esclusi dall'accesso alle facoltà di medicina e chirurgia, esclusione operata a seguito dei quiz tenutisi nel settembre 2007;
si tratta di un percorso già noto, che ha portato negli anni ad una serie di sanatorie, l'ultima delle quali è contenuta nella legge n. 288 del 2004; in sostanza, gli studenti, con motivazioni varie, si oppongono alla decisione di escluderli, ricorrendo al tribunale amministrativo regionale; se i tribunali amministrativi regionali accedono alle loro ragioni, gli studenti sono ammessi ai corsi, mentre nel frattempo le università ricorrono al Consiglio di Stato; a quel punto il Parlamento interviene per evitare ulteriori danni e tensioni sociali;
la preselezione tenutasi nel settembre 2007 ha evidenziato una serie di irregolarità, quali plichi pervenuti aperti alle commissioni e domande con risposte sbagliate; inoltre, va osservato che la preselezione non sfugge al sospetto che ormai affligge ogni procedura concorsuale in Italia; i successivi decreti emanati dal Ministro non sembrano aver sanato tutte le posizioni;
in relazione alla formulazione dei questionari, desta perplessità la natura di domande ritenute di «cultura generale», ma che equiparano la cultura ad una sorta di quiz radiotelevisivo; questionari che dividono anche il mondo accademico: secondo molti professori i test non sono in grado di valutare gli studenti e portano a discriminazioni inaccettabili, poiché circa il 75 per cento degli studenti che superano le prove attitudinali proviene da famiglie che hanno entrambi i genitori laureati -:
quali intendimenti abbia il Governo in merito alla vicenda esposta in premessa;
se non ritenga opportuno - anche mediante iniziative legislative - riformare la procedura di preselezione per l'accesso all'università, sulla base di opzioni, quali:
a) limitare le facoltà a numero chiuso allo stretto necessario;
b) modificare ed ampliare i questionari, nel senso di consentire che questi possano misurare la reale preparazione dello studente nelle materie che dovrà approfondire;
c) introdurre una graduatoria nazionale degli aventi diritto all'accesso alle facoltà, in modo da evitare discriminazioni e difformità di giudizio a parità di valore degli elaborati;
d) ampliare il numero degli aventi diritto, sulla base non solo delle capacità di assorbimento delle facoltà, ma anche valutando il numero dei professionisti necessari;
se non ritenga, infine, di dover considerare l'opportunità di introdurre un meccanismo «alla francese», nel quale si prevede che, per l'accesso al primo bi-triennio universitario statale, siano valutati il rendimento e le capacità del singolo sulla base dei risultati del quinquennio delle scuole superiori.
(2-00004) «Mario Pepe (Pdl), Di Cagno Abbrescia, Picchi, Testoni, Stracquadanio, De Luca, Galati, Di Virgilio, Ceccacci Rubino, Mistrello Destro, Osvaldo Napoli, Bernardo, De Girolamo, Tortoli, Zorzato, Iapicca, Moles, Berardi, Di Centa, Simeoni, Sammarco, Formichella, Giammanco, Mannucci, Savino, Vella, Moffa, Mariarosaria Rossi, Costa, Papa, Laboccetta».
(13 maggio 2008)

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il territorio jonico, dopo le crisi politiche e finanziarie che hanno caratterizzato il suo impianto amministrativo, vive giorni difficili a causa dell'incerto futuro di una delle realtà produttive più antiche espresse in questa area: l'arsenale militare di Taranto;
l'industria arsenalizia tarantina, stabilimento di straordinaria importanza per la Marina militare italiana e per il Paese, con 2.000 dipendenti addetti tra personale civile e militare e 400 lavoratori dell'indotto, vive ormai da anni, infatti, difficoltà di gestione che si ripercuotono sull'efficienza dell'apparato organizzativo e sull'incapacità di garantire un autentico piano di rilancio dello stabilimento militare, in grado di assicurare occupazione e una pianificazione industriale a lungo termine;
i tanti problemi infrastrutturali e di sicurezza sono stati decretati dall'autorità giudiziaria attraverso le «prescrizioni» per adeguare alle norme alcuni degli impianti;
la traduzione di tale impasse è emblematicamente rappresentata dallo stallo dei lavori di ammodernamento previsti per l'arsenale, anche in presenza di risorse finanziarie di investimento già impegnate, sia per l'ammodernamento che per la messa in sicurezza;
i lavori di ammodernamento dell'arsenale e la sua messa a norma potrebbero ulteriormente compromettere la vita dello stesso arsenale di Taranto, viste le dichiarazioni enunciate dallo stesso direttore di stabilimento preoccupato per altri conseguenti provvedimenti che potrebbero essere assunti dalla direzione provinciale del lavoro e dall'autorità giudiziaria, dopo le più recenti prescrizioni al bacino in muratura «B. Brin» con un sommergibile al suo interno;
il blocco delle attività ipotizzato dalla direzione potrebbe causare altre spiacevoli ripercussioni, come, ad esempio, il dirottamento in altre strutture arsenalizie italiane dei lavori sul naviglio da assegnare a Taranto (programma lavori esercizio finanziario 2008: 26 milioni di euro - 13 per unità navali e 13 per la messa a norma del bacino galleggiante GO52) o lo slittamento dell'assegnazione degli stessi lavori in attesa dello sblocco della messa a norma;
il frazionamento delle competenze nell'ambito dell'organizzazione della difesa e la complessità delle procedure non consente la celerità degli interventi che la situazione richiede; si auspica l'istituzione di un'autorità o commissario delegato che possa snellire le procedure e l'iter dei lavori, provvedendo all'attuazione del programma di opere già messo a punto dai competenti organi del ministero della difesa - commissario delegato;
grandi sono le preoccupazioni della comunità jonica, già rappresentate dalle manifestazioni di protesta civile messe in atto dai lavoratori statali e metalmeccanici, dall'intervento del prefetto di Taranto, che ha interessato del problema la Presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri della difesa, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'interno: dall'ordine del giorno deliberato ad unanimità dai consigli comunale e provinciale di Taranto, in seduta congiunta il 12 maggio 2008, sottoscritto dal sindaco di Brindisi, dai sindaci della provincia di Taranto, dai parlamentari ionici, dai consiglieri regionali del territorio e dalle organizzazioni provinciali degli industriali e del lavoro -:
se intenda attivare procedure atte ad evitare il blocco delle lavorazioni all'interno dell'arsenale di Taranto;
se intenda attivare misure straordinarie, quali la nomina di un commissario delegato o un'autorità, per lo snellimento del complesso iter dei lavori di adeguamento strutturale dell'arsenale militare marittimo di Taranto;
se ritenga di dover confermare l'impegno assunto dal tavolo istituzionale per Taranto per il rilancio dell'arsenale militare marittimo di Taranto, rimarcandone il ruolo pubblico e la centralità operativa dell'intera area industriale della difesa.
(2-00005) «Vico, Franzoso, Boccia, Patarino, Ventucci, Bordo, Carlucci, Bellanova, Pisicchio, Vitali, Zazzera, Distaso, Minniti, Laganà Fortugno, Grassi, Di Cagno Abbrescia, Fucci, Cicu, Gaglione, Servodio, Ria, Capano, Pescante, Sbai, Lazzari, Martella, Lulli, Concia, Ceccacci Rubino, Mistrello Destro, Savino, Rosso, Ginefra, Losacco, Biasotti, Sisto, Pelino, Mastromauro, Codurelli, Ghizzoni, Bernardo, Lorenzin, Dell'Elce, Federico Testa».
(14 maggio 2008)

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e delle politiche agricole e forestali, per sapere - premesso che:
ad ottobre del 2005 è stato ultimato il trasferimento della sede dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare da Bruxelles a Parma, città individuata dal Consiglio europeo quale sede permanente dell'organismo scientifico destinato a fornire pareri scientifici indipendenti relativamente alle questioni inerenti la sicurezza alimentare;
il regolamento istitutivo, approvato il 28 gennaio 2002 dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, stabilisce i principi ed i requisiti di base del diritto alimentare e assegna all'Autorità europea per la sicurezza alimentare il compito di costruire e coordinare una rete in grado di realizzare una stretta collaborazione con le autorità nazionali che operano nello stesso campo;
da ciò è discesa la necessità di attivare le procedure per la costituzione di una Autorità per la sicurezza alimentare in Italia, organismo scientifico indipendente, sebbene funzionalmente collegato al ministero della salute;
nei primi mesi del 2005 è stato costituito a Foggia il comitato tecnico-istituzionale per la strutturazione e il sostegno della candidatura del capoluogo della capitanata a sede dell'Autorità stessa. Coordinati dalla provincia di Foggia, ne fanno parte o ne condividono l'operato l'Università degli studi di Foggia, la camera di commercio di Foggia, tutti gli enti locali, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e gli enti di ricerca che operano nel territorio foggiano;
nel maggio del 2005 è stato costituito il comitato scientifico incaricato di strutturare la proposta del territorio al Governo, proposta ufficializzata il 13 settembre 2005 nel corso di un incontro tra i rappresentanti delle istituzioni locali e l'allora Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Gianni Alemanno;
con il decreto interministeriale del 26 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 231 del 4 ottobre 2007, l'allora Ministro della salute, Livia Turco, d'intesa con l'allora Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha istituito, presso il ministero della salute, il comitato nazionale per la sicurezza alimentare: organo tecnico consultivo, destinato ad agire in stretta collaborazione con l'Autorità europea per la sicurezza alimentare), cui è affidato il compito di offrire la propria consulenza tecnico-scientifica alle amministrazioni che si occupano di gestione del rischio in materia di sicurezza alimentare ed a formulare pareri scientifici, su richiesta del comitato strategico di indirizzo, delle amministrazioni centrali e delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano;
l'articolo 2, comma 356, della legge finanziaria per il 2008 prevede che il comitato nazionale per la sicurezza alimentare assuma la denominazione «Autorità nazionale per la sicurezza alimentare» e si avvalga di una sede referente operante nella città di Foggia;
per lo svolgimento delle attività e il funzionamento della sede di Foggia, la legge finanziaria per il 2008 autorizza lo stanziamento, a favore del ministero della salute, di un contributo di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 1,5 milioni di euro per l'anno 2010;
l'articolo 11 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 (cosiddetto «milleproroghe»), prevede che la predetta Autorità nazionale per la sicurezza alimentare, a decorrere dal 15 gennaio 2008, si trasformi in Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con sede in Foggia, fermo restando lo stanziamento di 2,5 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 1,5 milioni di euro per l'anno 2010;
lo stesso articolo 11 rinviava ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, la definizione delle norme per l'organizzazione, il funzionamento e l'amministrazione dell'Agenzia;
la candidatura di Foggia a sede dell'Autorità nazionale nazionale per la sicurezza alimentare è fondata su alcuni pilastri: la rilevanza della produzione agricola e agroalimentare e la presenza di centri di formazione e di ricerca di eccellenza che operano nel settore agricolo e agroalimentare;
la produzione agricola foggiana è pari a quella dell'intero Molise o dell'intera Basilicata;
sul fronte agroalimentare, Foggia ospita il più importante pastificio del gruppo Barilla, dopo quello storico di Parma, e si appresta ad ospitare il più grande impianto di trasformazione di pomodoro del Sud dell'Italia;
lo sviluppo della filiera agricola è stato sollecitato o assecondato dai centri di ricerca, alcuni dei quali storici, presenti nel territorio provinciale: l'Istituto sperimentate per la cerealicoltura, l'Istituto per le colture foraggere, l'Istituto sperimentale per la zootecnia, l'Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basificata, il Lachimer (Laboratorio chimico merceologico della camera di commercio), l'Istituto per lo studio degli ecosistemi costieri del Cnr di Lesina; il servizio igiene e prevenzione dell'azienda sanitaria locale Foggia 3;
all'interno dell'Università di Foggia, grazie anche alla presenza della facoltà di agraria, si sono, inoltre, sviluppate strutture di assoluto rilievo in campo scientifico: il biopolo dauno e il centro di ricerca interdisciplinare Bioagromed;
la regione Puglia ha individuato nella provincia di Foggia la sede ideale per il distretto agroalimentare regionale, destinato alla promozione dell'innovazione in agricoltura;
a seguito della recente adozione, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto recante misure urgenti in materia fiscale, a parere del Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, si profila la necessità di operare tagli agli stanziamenti previsti dalla legge finanziaria per il 2008 e dal cosiddetto «decreto milleproroghe», per garantire la copertura di spesa, in particolare, alla riduzione dell'imposta comunale sugli immobili -:
se il Governo intenda confermare l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare;
se i Ministri interpellati intendano confermare l'indicazione di Foggia quale sede dell'Agenzia stessa;
se sia vero che le risorse finanziarie, destinate dal Governo Prodi per il funzionamento dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare con sede a Foggia, sono state destinate ad assicurare la copertura di spesa prevista per il decreto recante misure urgenti in materia fiscale, emanato dal Governo Berlusconi.
(2-00021) «Bordo, Antonino Russo, Berretta, Causi, Gianni Farina, Siragusa, Bossa, Picierno, Graziano, De Biasi, Lo Moro, Bindi, Miotto, Servodio, Melandri, Duilio, Leoluca Orlando, Giulietti, Messina, Piffari, Scilipoti, Zazzera, Di Giuseppe, Pisicchio, Schirru, Rampi, Bellanova, Giorgio Merlo, D'Antoni, Realacci, De Micheli, Capodicasa, Zampa, Bocci, Brandolini, Gozi, Margiotta, Giovanelli, Iannuzzi».
(27 maggio 2008)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dell'economia e delle finanze e delle politiche agricole e forestali, per sapere - premesso che:
secondo alcune notizie pubblicate sui quotidiani nazionali e locali, il Governo, per far fronte alla copertura finanziaria dei provvedimenti adottati nel corso del Consiglio dei ministri di Napoli, avrebbe deciso di operare alcuni tagli nel settore agricolo e agroalimentare;
in particolare, sembrerebbe a rischio soprattutto l'avvio dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare con sede in Foggia, in quanto i 2,5 milioni di euro stanziati a suo tempo per l'avvio della attività dell'Agenzia sarebbero stati revocati proprio per le citate esigenze di copertura;
secondo alcune indiscrezioni trapelate sui quotidiani, dietro a questa decisione vi sarebbe anche il tentativo del Ministro Zaia di spostare la sede dell'Agenzia da Foggia a Verona, che vanta una grandissima tradizione agricola, oltre ad una maggior facilità di collegamento con l'Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma;
è superfluo ricordare che la candidatura di Foggia a sede dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare è maturata su alcuni dati di fatto incontrovertibili, quali la rilevante produzione agricola e agroalimentare e la presenza di importanti centri di formazione e di ricerca agricoli e agroalimentari -:
se tali notizie corrispondano a verità, in tal caso quando sia stata adottata tale decisione e se non ritengano di scongiurare il taglio dei fondi, già peraltro stanziati da una legge dello Stato, trovando risorse che evitino inutili penalizzazioni e non vanifichino le aspettative di un intero territorio;
se tale decisione non costituisca l'ennesimo episodio di una politica della componente leghista del Governo che, favorendo eccessivamente le regioni del Nord, finisce col risultare penalizzante nei confronti del Meridione.
(2-00024) «Cera, Cesa, Vietti».
(27 maggio 2008)

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il servizio di verbalizzazione e trascrizione degli atti processuali è regolato da norme di legge e da un contratto unico nazionale, effetto di un lotto di appalto aggiudicato al consorzio Astrea operante a partire dal novembre 2006;
la centralizzazione del servizio ha permesso l'omogeneizzazione e la regolarizzazione di un servizio in crisi, oltre che notevoli risparmi di spesa;
detto servizio risulta sospeso in alcune sedi giudiziarie e il consorzio Astrea minaccia di sospenderlo in tutte le altre sedi a partire dal 21 maggio 2008, con evidente grave pregiudizio per la funzionalità degli uffici giudiziari e del sistema giustizia;
a partire dal 3 aprile 2008 risulta impegnata la spesa relativa al pagamento del primo periodo del servizio, anno 2008 -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di assicurare la puntualità del servizio di stenotipia e trascrizione degli atti dibattimentali, e quindi il regolare svolgimento delle udienze penali, e, in particolare, se intenda provvedere con urgenza ai pagamenti dovuti in forza del contratto alle società del consorzio che risultano aver regolarmente pagato gli stipendi e i contributi ai dipendenti.
(2-00023) «Tenaglia, Ferranti, Quartiani, Samperi, Mariani, Motta».
(27 maggio 2008)