Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||||
Titolo: | Referendum - Malta | ||||
Serie: | Note elezioni nel mondo Numero: 103 | ||||
Data: | 21/06/2011 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n.
103 – 21 giugno
2011
Referendum - Malta
Il 28 maggio 2011 si è tenuto a Malta il referendum consultivo sul divorzio. I cittadini maltesi sono stati chiamati alle urne per decidere se chiedere al governo di varare una legge per introdurre il divorzio nell’isola o meno.
I votanti sono stati 232.691, poco di più del settantatre per cento della popolazione.
A favore del divorzio si è schierato circa il 52,7 per cento dei maltesi, mentre il 46,4 per cento si è dichiarato contrario.
Elettori Registrati: |
315.357 |
(IFES, 2008) |
Votanti: |
232.691 |
73,7 % |
SI |
52,7% |
|
NO |
46,4% |
A promuovere questo referendum sono stati due deputati, uno della maggioranza, Joffre Orlando Policicino, Nazionalista, e l'altro dell'opposizione, Evaristo Bartolo, dei laburisti. Avversari in Parlamento, i due politici si sono uniti in questa dura battaglia. Malta è uno dei paesi più cattolici del mondo, con una quota di fedeli che supera il 98 per cento. Un ruolo importante durante la campagna sul referendum è stato svolto dal clero maltese che ha invitato con chiarezza e fermezza i cittadini a votare per il no.
La vittoria del sì al referendum rappresenta, per i suoi promotori, un forte segnale alla chiesa maltese e al governo. Il primo ministro Lawrence Gonzi, che si era apertamente schierato per il no trascinando anche il Partito Nazionalista sulle stesse posizioni, ha ammesso la sconfitta chiedendo al Parlamento di rispettare la volontà degli elettori.
Dopo la decisione dei cittadini maltesi di dire sì al divorzio, le Filippine restano l’unico Stato al mondo nel quale il divorzio è vietato.
Fonti: Election Guide Digest - Ifes
Electoral Geography
Ansa, Adnkronos.
Indicatori internazionali sul paese[1]:
Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); democrazia compiuta (Economist)
Indice della libertà di stampa: 14 su 178
Libertà di Internet: nessun filtraggio alla rete
Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto concreto (USA)
Corruzione percepita: 37 su 178
Libertà economica: Stato moderatamente libero (57 su 178)
Variazione PIL 2009: - 2,1 per cento.
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File: es0830ele.doc
[1] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà di Internet secondo Open Net Iniziative; la condizione della libertà economica secondo l’Heritage Foundation il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo Monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulterioriinformazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).