Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | La strategia "UE 2020" | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE Numero: 39 Progressivo: 2 | ||||
Data: | 10/03/2010 | ||||
Descrittori: |
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Titolo |
“Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” (COM(2010)2020) |
Settori di intervento |
Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione |
Finalità |
Definire le proposte per una nuova strategia “UE 2020” |
Date: - documento della Commissione europea |
3 marzo 2010 |
Il 3 marzo 2010 la Commissione europea ha presentato la comunicazione “Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” (COM(2009)647) che delinea, in vista del Consiglio europeo del 25-26 marzo, delinea i settori di intervento, gli obiettivi e le modalità attuative della nuova strategia decennale dell’UE per la crescita e l’occupazione. La comunicazione fa seguito ad una consultazione sul futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010, avviata con la presentazione di un documento di lavoro (COM(2009)647) il 24 novembre 2009, e conclusasi il 15 gennaio 2010.
Il 10 marzo 2010 Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla strategia UE 2020 presentata congiuntamente dai gruppi politici del Partito Popolare europeo (PPE), Socialisti e Democratici (S&D) e Liberaldemocratici (ALDE).
La Commissione propone di concentrare la strategia UE 2020 su tre grandi priorità: crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva nel cui ambito perseguire cinque obiettivi:
Ø il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni dovrebbe passare dall'attuale 69% ad almeno il 75%, anche mediante una maggior partecipazione delle donne e dei lavoratori più anziani e una migliore integrazione dei migranti nella popolazione attiva;
Ø l'obiettivo, già fissato dalla Strategia di Lisbona, di raggiungere investimenti in ricerca e sviluppo (R&S), pari ad almeno il 3% del PIL dell'UE, deve essere mantenuto;
Ø le emissioni di gas a effetto serra dovrebbero essere ridotte almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990 o del 30%, se sussistono le necessarie condizioni; contestualmente, bisognerebbe portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabile e migliorare del 20% l'efficienza energetica (obiettivo già previsto nel pacchetto clima energia approvato nel 2009);
Ø il tasso dell'abbandono scolastico andrebbe ridotto dall'attuale 15% al 10% e andrebbe aumentata la quota della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni che ha completato gli studi superiori (e conseguito la laurea) dal 31% ad almeno il 40%;
Ø il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali dovrebbe essere ridotto del 25%, facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di persone.
Per il conseguimento degli obiettivi sopra descritti, la Commissione propone sette “iniziative faro” ciascuna delle quali include numerose misure da realizzare sia a livello UE sia a livello dei Paesi membri.
A livello dell’UE, la Commissione intende:
· completare lo spazio europeo della ricerca, definendo un programma strategico incentrato su sicurezza energetica, trasporti, cambiamento climatico e uso efficiente delle risorse, salute e invecchiamento, metodi di produzione e pianificazione territoriale ecologici;
· migliorare il contesto generale per l'innovazione nelle imprese (ad es., creando il brevetto unico dell'UE e un tribunale specializzato per i brevetti, modernizzando il quadro per diritti d'autore e marchi commerciali, migliorando l'accesso delle PMI alla tutela della proprietà intellettuale e al capitale di rischio);
· lanciare "partenariati europei per l'innovazione" tra l'UE e livello nazionale onde accelerare lo sviluppo e l'adozione delle tecnologie necessarie per affrontare le sfide individuate;
· potenziare il ruolo pro-innovazione degli strumenti finanziari dell'UE (fondi strutturali, fondi di sviluppo rurale, programma quadro di R&S), anche mediante una più stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, snellire le procedure amministrative per l'accesso ai finanziamenti, segnatamente per le PMI;
· rafforzare i legami tra istruzione e settore delle imprese.
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· riformare i sistemi di R&S nazionali (e regionali) per favorire l'eccellenza e la specializzazione, intensificare la cooperazione tra università, centri di ricerca e imprese;
· assicurare un numero sufficiente di laureati in scienze, matematica e ingegneria;
· conferire carattere prioritario alla spesa per la conoscenza, anche utilizzando incentivi fiscali e altri strumenti finanziari per promuovere maggiori investimenti privati nella R&S.
A livello dell'UE, la Commissione intende adoperarsi per:
· integrare e potenziare i programmi UE per la mobilità, le università e i ricercatori (Erasmus, Erasmus Mundus, Tempus e Marie Curie) e collegarli ai programmi e alle risorse nazionali;
· accelerare il programma di modernizzazione dell'istruzione superiore (programmi di studio, gestione e finanziamenti), anche valutando le prestazioni delle università;
· promuovere l'imprenditoria mediante programmi di mobilità per giovani professionisti;
· promuovere il riconoscimento dell'apprendimento non formale;
· creare un quadro per l'occupazione giovanile, favorendo l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro mediante apprendistati, tirocini o altre esperienze lavorative.
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· garantire investimenti efficienti nei sistemi d'istruzione e formazione a tutti i livelli (dalla scuola materna all'insegnamento superiore), migliorando i risultati nel settore dell'istruzione in ciascun segmento, nell'ambito di un'impostazione integrata che miri a ridurre l'abbandono scolastico;
· migliorare l'apertura e la pertinenza dei sistemi d'istruzione creando quadri nazionali delle qualifiche e conciliare meglio i risultati nel settore dell'istruzione con le esigenze del mercato del lavoro;
· favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro mediante un'azione integrata che comprenda, tra l'altro, orientamento, consulenza e apprendistati.
A livello dell'UE, la Commissione si adopererebbe per:
· creare un quadro giuridico stabile tale per incentivare investimenti per internet ad alta velocità;
· definire una politica efficiente in materia di spettro radio;
· creare un vero e proprio mercato unico per i contenuti e i servizi online;
· promuovere l'accesso a internet, in particolare mediante azioni a sostegno dell'alfabetizzazione digitale e dell'accessibilità.
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· elaborare strategie operative per internet ad alta velocità e orientare i finanziamenti pubblici, compresi i fondi strutturali, verso settori non totalmente coperti da investimenti privati;
· creare un quadro legislativo per coordinare i lavori pubblici in modo da ridurre i costi di ampliamento della rete;
· promuovere la diffusione e l'uso dei moderni servizi online (e-government, servizi sanitari online, etc.).
A livello dell'UE, la Commissione intende adoperarsi per:
· mobilitare gli strumenti finanziari dell'UE (fondi strutturali, programma quadro di R&S, BEI, etc.) nell'ambito di una strategia di finanziamento che metta insieme i fondi pubblici e privati, dell'UE e nazionali;
· potenziare l'uso degli strumenti basati sul mercato (scambio di quote di emissione, revisione della fiscalità, quadro per gli aiuti di Stato, promozione di un maggiore uso degli appalti pubblici verdi);
· presentare proposte volte a modernizzare e a "decarbonizzare" il settore dei trasporti, compreso il varo di un’iniziativa europea per le auto "verdi", tra cui le auto elettriche e ibride, combinando ricerca, definizione di standard comuni e sviluppo del necessario supporto infrastrutturale;
· accelerare l'attuazione di progetti strategici con un alto valore aggiunto europeo, in particolare le sezioni transfrontaliere e i nodi intermodali (città, porti, piattaforme logistiche);
· completare il mercato interno dell’energia e attuare il piano strategico per le tecnologie energetiche e potenziare le reti transeuropee nel settore dell'energia, trasformandole in una super-rete europea;
· adottare e attuare un piano d'azione riveduto in materia di efficienza energetica (in favore delle PMI e delle famiglie) utilizzando i fondi strutturali;
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· ridurre gradualmente le sovvenzioni che hanno ripercussioni negative sull'ambiente;
· utilizzare strumenti basati sul mercato, come incentivi fiscali e appalti, per adeguare i metodi di produzione e di consumo;
· sviluppare infrastrutture intelligenti e totalmente interconnesse nei settori dei trasporti e dell'energia ;
· garantire un'attuazione coordinata dei progetti infrastrutturali, nell'ambito della rete principale dell'UE;
· concentrarsi sulla dimensione urbana dei trasporti;
· utilizzare i fondi strutturali per investire in efficienza energetica degli edifici pubblici e nel riciclaggio.
A livello dell'UE, la Commissione si adopererebbe per:
· definire una politica industriale atta a mantenere e sviluppare una base industriale solida, competitiva e diversificata in Europa;
· migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le PMI, riducendo fra l'altro i costi delle transazioni commerciali in Europa, promuovendo le aggregazioni e rendendo più accessibili i finanziamenti;
· promuovere la ristrutturazione e la riconversione dei settori in difficoltà, anche mediante il rapido trasferimento delle competenze verso settori ad alto potenziale di crescita e con il sostegno del regime dell'UE in materia di aiuti di Stato e/o del Fondo di adeguamento alla globalizzazione;
· favorire l'internazionalizzazione delle PMI;
· fare in modo che le reti dei trasporti e della logistica assicurino alle industrie di tutta l'Unione un accesso effettivo al mercato unico e al mercato internazionale;
· definire un'efficace politica spaziale, in particolare per la realizzazione delle iniziative Galileo e GMES;
· migliorare la competitività del settore turistico europeo;
· promuovere la responsabilità sociale delle imprese quale elemento fondamentale per garantire la fiducia a lungo termine di dipendenti e consumatori.
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le PMI innovative, anche utilizzando gli appalti pubblici per sostenere gli incentivi all'innovazione;
· migliorare le condizioni di tutela della proprietà intellettuale;
· ridurre gli oneri amministrativi per le imprese;
· collaborare con le parti interessate dei diversi settori (parti sociali, università, ONG, organizzazioni di consumatori) per procedere a un'analisi comune su come mantenere una solida base industriale.
A livello dell'UE, la Commissione intende:
· definire e attuare, insieme alle parti sociali, la seconda fase del programma "flessicurezza";
· adeguare il quadro legislativo ai modelli di lavoro in evoluzione (orari, lavoratori distaccati, ecc.) e ai nuovi rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro;
· agevolare e promuovere la mobilità della manodopera nell'UE e garantire maggiore equilibrio tra offerta e domanda di lavoro, con un sostegno finanziario adeguato dei fondi strutturali;
· rafforzare la capacità delle parti sociali e sfruttare appieno le potenzialità di risoluzione dei problemi del dialogo sociale a tutti i livelli (UE, nazionale/regionale, settoriale, aziendale);
· sviluppare un quadro europeo per le capacità, le competenze e l'occupazione (European Skills, Competences and Occupations framework (ESCO))
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· attuare i percorsi nazionali di flessicurezza, per ridurre la segmentazione del mercato del lavoro, facilitando al tempo stesso un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata;
· riesaminare e monitorare regolarmente l'efficienza dei sistemi fiscali e previdenziali per rendere il lavoro redditizio, abolendo al tempo stesso le misure che scoraggiano il lavoro autonomo;
· promuovere politiche di invecchiamento attivo, così come la parità fra i sessi;
· imprimere un forte slancio all'attuazione del Quadro europeo delle qualifiche mediante la creazione di quadri nazionali delle qualifiche;
· fare in modo che le competenze necessarie per il proseguimento della formazione e l'ingresso nel mercato del lavoro siano riconosciute in tutti i sistemi di insegnamento, compreso l'apprendimento non formale;
· sviluppare i partenariati tra il settore dell'istruzione/formazione e il mondo del lavoro, in particolare associando le parti sociali alla pianificazione dell'istruzione e della formazione.
A livello dell'UE, la Commissione intende:
· trasformare il metodo aperto di coordinamento su esclusione e protezione sociale in una piattaforma di cooperazione, revisione inter pares e scambio di buone pratiche;
· promuovere l'innovazione sociale per le categorie più vulnerabili, offrendo possibilità di istruzione, formazione e occupazione alle comunità svantaggiate, nonché l'integrazione dei migranti;
· valutare l'adeguatezza e la sostenibilità dei regimi pensionistici e di protezione sociale e riflettere su come migliorare l'accesso ai sistemi sanitari.
A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero:
· promuovere la responsabilità collettiva e individuale nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale;
· definire e attuare misure incentrate sulla situazione specifica delle categorie particolarmente a rischio (famiglie monoparentali, donne anziane, minoranze, Rom, disabili e senzatetto);
· utilizzare appieno i propri regimi previdenziali e pensionistici per garantire un sufficiente sostegno al reddito e un accesso adeguato all'assistenza sanitaria.
La Commissione propone che la strategia sia incentrata su:
Ø un approccio tematico consistente nel programma della strategia UE 2020 e nelle sue iniziative faro, che richiedono un'azione a livello tanto dell'UE quanto degli Stati membri. In questo contesto la Commissione intende proporre un ristretto numero di orientamenti integrati (che includono dal 2005 gli orientamenti in materia di occupazione e gli indirizzi di massima per le politiche economiche), che sarebbero approvati, dopo il parere del Parlamento europeo, dal Consiglio europeo di giugno ed adottati formalmente dal Consiglio dell’UE. Tali orientanti dovrebbero rimanere prevalentemente immutati fino al 2014, affinché l'attenzione resti concentrata sulla loro attuazione;
Ø una vigilanza sui singoli Paesi, volta ad aiutare ciascuno Stato membro a definire e attuare strategie di uscita dalla crisi economica e a ripristinare la stabilità macroeconomica, da attuare simultaneamente a quella relativa al Patto di stabilità e crescita (PSC) in modo da unificare mezzi e obiettivi, pur mantenendo separati gli strumenti e le procedure e conservando l'integrità del PSC. A questo scopo la Commissione propone che:
- gli Stati membri presentino contestualmente, nell’ultimo trimestredell’anno, i programmi annuali di stabilità o di convergenza e i programmi di riforma della strategia UE 2020, nei quali verranno stilate le misure da adottare e i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi così come nell'attuazione delle principali riforme strutturali;
- agli Stati membri siano quindi rivolte raccomandazioni politiche, formulate sotto forma di pareri sui programmi di stabilità/convergenza ai sensi del regolamento (CE) n. 1466/97 e accompagnate da raccomandazioni formulate nell'ambito degli indirizzi di massima per le politiche economiche. Tali raccomandazioni dovrebbero essere abbastanza precise e indicare, di norma, un lasso di tempo entro il quale si ritiene che lo Stato membro interessato debba agire (es: due anni). Lo Stato membro dovrebbe a sua volta presentare le azioni che intende intraprendere per attuare la raccomandazione;
- laddove uno Stato membro, al termine del lasso di tempo indicato, non abbia adeguatamente reagito ad una raccomandazione politica del Consiglio o abbia condotto politiche contrarie al suggerimento ricevuto, la Commissione formulerebbe un avvertimento politico.
In coerenza con questo sistema, la Commissione propone che il Consiglio europeo del 25-26 marzo 2010:
· concordi sulle priorità tematiche della strategia Europa 2020 e fissi i cinque obiettivi principali proposti per il 2020, invitando gli Stati membri ad un dialogo con la Commissione europea al fine di tradurli in obiettivi nazionali;
· inviti la Commissione a presentare proposte per le “iniziative faro” e chieda al Consiglio (e alle sue formazioni) di adottare, su queste basi, le decisioni necessarie per l'attuazione di tali iniziative;
· concordi di rafforzare il coordinamento della politica economica;
· esorti tutte le parti interessate (es.: Parlamenti nazionali/regionali, autorità regionali e/o locali, parti sociali) a contribuire all'attuazione della strategia, adottando iniziative nei settori di cui sono responsabili;
· chieda alla Commissione di monitorare i progressi e di riferire annualmente al Consiglio europeo di primavera riguardo ai progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi.
La Commissione propone inoltre che, nelle sue riunioni successive, il Consiglio europeo:
· previo parere del Parlamento europeo, approvi gli orientamenti integrati proposti, che costituiscono il supporto istituzionale della strategia Europa 2020;
· convalidi gli obiettivi nazionali dopo reciproche verifiche che ne garantiscano la coerenza.
XVI legislatura –Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’UE, n. 39/2, 10 marzo 2010
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)