Allegato B
Seduta n. 161 del 30/5/2007
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RAPPORTI CON IL PARLAMENTO E RIFORME ISTITUZIONALI
Interrogazione a risposta immediata:
LA RUSSA, GASPARRI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il quotidiano Il Giornale ha pubblicato alcuni verbali di dichiarazioni rese da alti ufficiali della guardia di finanza, che denunciano un comportamento anomalo del Vice Ministro dell'economia e delle finanze Vincenzo Visco, in ordine alla destinazione ad altro incarico di quattro alti ufficiali della guardia di finanza in servizio in Lombardia, mediante la quale sono stati «decapitati», in un colpo solo, il nucleo regionale della guardia di finanza, il nucleo della polizia tributaria, il nucleo della polizia giudiziaria ed il nucleo provinciale;
in particolare, nel primo dei due verbali pubblicati, contenenti le dichiarazioni rese il 17 luglio 2006 dal comandante generale della guardia di finanza, Roberto Speciale, quest'ultimo dichiara di essere stato costretto dal Vice Ministro Visco ad «avvicendare» i quattro alti ufficiali in questione, senza alcuna motivazione evidente ed in spregio ad ogni regolarità amministrativa e procedurale;
secondo Speciale, infatti, Visco non solo avrebbe ordinato gli avvicendamenti al di fuori del quadro dei normali trasferimenti - decisi regolarmente due volte l'anno - ma avrebbe anche preteso che le relative decisioni fossero adottate senza la necessaria deliberazione dello stato maggiore e senza che ne fosse preventivamente informata l'autorità giudiziaria, che, invece, per prassi è sempre consultata in merito a decisioni del genere, al fine di accertare che non vi sia pregiudizio di alcuna indagine;
le dichiarazioni del generale Speciale, inoltre, sembrano smentire quanto affermato dal Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Romano Prodi, in risposta ad un'interrogazione a risposta immediata, presentata alla Camera dei deputati immediatamente a ridosso dei fatti dai
parlamentari di Alleanza nazionale, quando ha sostenuto che «gli avvicendamenti indicati dal comando generale della guardia di finanza non presentano alcuna eccezionalità»;
proprio l'autorità giudiziaria di Milano, appena avuta notizia dei probabili trasferimenti, scrisse una lettera al comando generale per chiedere chiarimenti al riguardo, posto che si riteneva che «tale improvviso avvicendamento avrebbe determinato serie problematiche alla prosecuzione delle delicate investigazioni in corso»;
tra le indagini in corso, al momento della richiesta di Visco, alle quali collaboravano gli ufficiali da trasferire, figurava, in particolare, quella relativa al tentativo di acquisizione della Banca antoniana popolare veneta da parte del colosso assicurativo Unipol;
da più parti è stato rilevato come nel caso di indagini particolarmente complesse, qual è appunto il caso Unipol-Antonveneta, la conoscenza di tutti gli atti e dell'intera vicenda dal principio assuma un'importanza fondamentale e di quanto, quindi, sia inopportuno sostituire in corso d'opera gli ufficiali che se ne occupano;
l'inchiesta preliminare, avviata dalla procura generale di Milano nel luglio 2006, proprio in seguito ai trasferimenti in oggetto, e volta ad accertare se vi fossero degli illeciti a carico dei quattro ufficiali, è stata archiviata nel mese di dicembre 2006, dopo che era emerso che non esistevano «gli estremi per alcun provvedimento disciplinare», un dato già confermato anche da Speciale, che, nella sua deposizione, aveva affermato che «non è mai emersa alcuna motivazione che potesse concretizzare addebiti per comportamenti tenuti dagli ufficiali di Milano» e ne potesse, quindi, giustificare lo spostamento -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di accertare la correttezza istituzionale del comportamento del Vice Ministro Visco in ordine ai trasferimenti di cui in premessa, così da trarne le opportune conseguenze politiche.
(3-00915)
Interrogazione a risposta scritta:
MENIA. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. - Per sapere - premesso che:
con diversi atti di sindacato ispettivo, l'interrogante si occupava del signor Giacomo Scotti, del suo passato titoista, della sua falsa residenza a Trieste (sta a Fiume ove è emigrato da Napoli), degli abusi in ordine all'esercizio del voto, dei benefici previdenziali e sanitari, della recente sua nomina a Commendatore dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, dal sottoscritto contestata;
il Ministro interrogato rispondeva da ultimo all'interrogazione n. 4-02755 dichiarando che la nomina era stata avviata dall'Ambasciatore d'Italia a Zagabria, su motivata segnalazione del locale Istituto di Cultura, era firmata dal Ministro degli Affari Esteri e controfirmata dal Presidente della Repubblica: si specificava che la revoca del conferimento «non è attualmente all'esame della competente Commissione» -:
se il Ministro sia a conoscenza della richiesta di rinvio a giudizio in data 13 aprile 2007 a carico dello Scotti da parte della Procura della Repubblica di Trieste proprio per i fatti denunciati dall'interrogante ed in particolare per aver truffato l'INPS dichiarando una falsa residenza a Trieste, di essere nullatenente essendo invece proprietario di immobili sia a Trieste sia Fiume, di non avere denunciato redditi percependone invece tanto in Italia quanto in Croazia almeno dal 1996 ad oggi;
se non si consideri che un po' di sana prudenza e avvedutezza, anche sulla base di quanto in precedenza denunciato con atti parlamentari dall'interrogante e riportato dalla stampa, avrebbe consentito di
non creare per le Istituzioni italiane l'imbarazzante condizione dell'onorificenza appena rilasciata a Scotti;
come si consideri quella che ad avviso dell'interrogante costituisce una leggerezza da parte dell'Ambasciatore d'Italia che ha avallato la proposta dell'Istituto Italiano di Cultura di Zagabria (che doveva peraltro conoscere le «liriche» del personaggio dedicate a Tito, il maresciallo infoibatore di italiani);
se alla luce di quanto sopra si voglia, come già richiesto dall'interrogante, avviare la procedura di revoca dell'onorificenza di Commendatore concessa a Scotti.
(4-03804)