Allegato B
Seduta n. 104 del 6/2/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La VII Commissione,
premesso che:
la giornata del 10 febbraio è stata istituita come «Giorno del Ricordo» in memoria delle vittime delle foibe con legge n. 92 del 30 marzo 2004, «al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.»
le foibe rappresentano un tragico esempio di come la guerra sia figlia e genitrice dell'odio, della violenza e della morte, di cui l'Olocausto fu la più spietata espressione, insieme alle stragi nazifasciste, ai gulag sovietici e ai tanti episodi di sterminio indiscriminato che la storia del Novecento ci ha consegnato;
in particolare la tragedia delle foibe è stata a lungo dimenticata, a causa della sconfitta dell'Italia nel secondo conflitto mondiale e delle colpe del nostro paese verso altri popoli - in particolare gli ebrei e i popoli colonizzati dal regime fascista - che hanno indotto i governi italiani del dopoguerra a non chiedere conto delle vittime italiane ai governi stranieri e segnatamente al governo jugoslavo, uscito vincitore dalla guerra;
oggi, per fortuna, e nel rispetto della storia che ha visto l'Italia schierata dalla parte sbagliata nel secondo conflitto mondiale, si può con maggiore serenità affrontare la memoria dei tanti italiani e non infoibati durante la guerra;
la giornata del 10 febbraio deve essere dedicata al ricordo, alla ricerca, alla conoscenza il più possibile vasta della tragedia delle foibe, al fine di istruire in particolare le giovani generazioni sul valore della pace e della concordia tra i popoli, della multietnicità, del rispetto e della fratellanza universale, in un tempo nel quale risorgono odii etnici e religiosi artificiosamente alimentati anche dalla politica;
impegna il Governo
a dare tempestiva e piena attuazione alle disposizioni dell'articolo 1 della legge 30 marzo 2004 n. 92, prevedendo nelle scuole di ogni ordine e grado, ferma restando l'autonomia delle istituzioni scolastiche, iniziative in ricordo della tragedia delle foibe, valutando anche la possibilità di un messaggio del ministro della pubblica istruzione a tutti gli scolari e gli alunni improntato ai temi richiamati in premessa;
a invitare la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a valorizzare la giornata del 10 febbraio attraverso la messa in onda di documentari e opere filmiche dedicate all'argomento.
(7-00119) «Folena».
La XIII Commissione,
premesso che:
da molti anni assistiamo, ad intervalli di qualche mese, al diffondersi di epidemie negli animali soprattutto da allevamento, in particolare negli ultimi mesi l'allarme riguarda il virus H5N1 definito comunemente «aviaria» e proprio in questi giorni è stato accertato un caso di BSE a Reggio Emilia riportato sulla stampa e dai mass media;
in tutto il mondo nasce la preoccupazione; ma discussioni di esperti e interventi dei Governi non fissano l'attenzione sulle vere cause di queste epidemie, trovando come unica soluzione abbattimenti di massa che purtroppo non risolvono la situazione. Si cercano vaccini, con l'unico effetto di incrementare il business delle case farmaceutiche mondiali. Nel frattempo muoiono milioni di animali e il numero delle persone decedute aumenta;
secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il virus H5N1 ha contagiato in totale 267 persone, uccidendone almeno 161 in 10 paesi del dicembre 2003. Non solo, proprio delle ultime ore la notizia che a Giakarta l'influenza aviaria si sia diffusa anche tra cani e gatti che circolano vicino ai mercati di pollame e anche questi, ovviamente, non saranno immuni da provvedimenti drastici;
quanto sta accadendo è la conseguenza dei metodi di allevamento degli animali destinati al consumo umano: gli allevamenti intensivi, oltre che un lager per gli animali sono gli ambienti più accattivanti per i virus. Si dovrebbe riflettere seriamente sul nesso tra l'aggressività di virus e batteri e il loro moltiplicarsi negli allevamenti intensivi. I fattori che rendono gli allevamenti intensivi la causa dello sviluppo degli agenti infettanti sono costituiti dal grande numero di animali raccolti in uno spazio ristretto e l'uso degli antibiotici somministrati per compensare i danni derivanti dalle condizioni innaturali di vita. Negli allevamenti industriali si somministrano antibiotici e vaccini che aumentano le resistenze individuali e quindi accrescono l'attitudine alla mutazione dei virus;
la stessa vicenda della «mucca pazza» dimostra il collegamento tra le tipologie di allevamento e le possibili patologie che possono sorgere. Da quanto riporta la letteratura la sindrome della encefalite spongiforme bovina è nata dalla somministrazione di farine di carne ottenute da pecore morte di scrapie. Ciò evidenzia il punto debole insito nell'attuale approccio alla zootecnia industriale, ossia il principio che permette di usare praticamente tutti i sottoprodotti e gli scarti di altre lavorazioni, confidando nella capacità degli animali di riciclarli e che espone costantemente al rischio di introdurre nella catena alimentare che termina con l'uomo consumatore anche sostanze assolutamente pericolose. Le tecnologie spinte hanno permesso il diffondersi di questa sindrome tra i bovini e poi altre specie, tra cui l'uomo;
a tutto ciò va aggiunto il commercio di animali per consumo alimentare che vengono trasportati da un continente all'altro in condizioni igieniche aberranti contribuendo alla diffusione di queste epidemie, grazie anche alla scarsità dei controlli,
impegna il Governo:
ad adoperarsi, di concerto con gli altri Stati membri dell'UE, al fine di stabilire una conversione degli attuali sistemi di allevamento di animali volta a garantire i loro diritti, benessere e condizioni minime per ogni specie anche allo scopo di scongiurare l'ipotesi dell'insorgere di patologie ed epidemie dovute alle condizioni di allevamento;
a fare tutto quanto in suo potere al fine di garantire l'applicazione concreta delle normative a tutela del benessere degli animali e controlli mirati delle Autorità competenti in tutta Italia.
(7-00118) «Mellano».