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PRESIDENTE. L'onorevole Caruso ha facoltà di
FRANCESCO SAVERIO CARUSO. Signor ministro, intendo sottoporre alla vostra attenzione l'esperienza drammatica, che ho vissuto in prima persona, durante l'ispezione parlamentare all'interno dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Sant'Eframo, nel quale sono rinchiusi 104 internati nella situazione di degrado e abbandono più totale: celle sporche, sudice e sovraffollate, con anche sette pazienti in ogni singola stanza.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCESCO SAVERIO CARUSO. Tale stato di contenzione può protrarsi anche per settimane, come risulta dal registro sanitario. Chiedo se tutto ciò sia possibile in un Paese cosiddetto civile e democratico.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, l'onorevole Caruso sa che, per quanto mi riguarda - ma credo che ciò sia valido anche per tutti coloro che siedono in quest'aula - pongo una costante attenzione alla problematica dei reclusi, e che proprio di recente ho risposto alla richiesta di un mio intervento in merito a condizioni analoghe riscontrate nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa.
cavo. Il provveditorato della regione Campania, inoltre, su indicazione del direttore dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli, ha suggerito che i dieci ausiliari AL di III livello presenti nella struttura siano applicati di supporto al lavoro svolto dagli addetti alla manutenzione ordinaria dei fabbricati e che vengano stipulate convenzioni con gli operatori sociosanitari.
PRESIDENTE. Il deputato Caruso ha facoltà di
FRANCESCO SAVERIO CARUSO. Signor ministro, desidero farle presente che, in merito alla vicenda dell'OPG di Napoli, lei citava, e quindi confermava, la presenza della ricordata sala di coercizione, nella quale i pazienti vengono legati alle estremità del letto, per i polsi, per le caviglie e per il torace. Credo che sia una pratica disumana; questi crudeli supplizi potevano, forse, avere luogo nel medioevo o sotto il regime di Pinochet, ma oggi, in Italia, in un Paese democratico e civile non è possibile pensare che una persona rimanga legata ad un letto per 24 giorni, per tutto il giorno - ventiquattr'ore su ventiquattro - come risulta dal registro medico di un ragazzo che ho conosciuto durante le ispezioni: Marco Orsini. Credo che ciò sia veramente indecoroso e, a tal proposito, vorrei citare un breve passaggio di una lettera di uno dei ragazzi che hanno vissuto tale esperienza: «La coercizione è un luogo di sofferenza dove non ci si può muovere. Danno da mangiare imboccandoti con un cucchiaio, i bisogni si fanno in un buco del letto dove sotto c'è il secchio e la notte non passa mai. Sono rimasto legato anche 15 giorni e sentivo un forte dolore alle caviglie e ai polsi. La stanza è piccola: ci sono tre letti di contenzione e a volte sono tutti occupati. C'è chi bestemmia, chi grida, chi chiede per pietà di essere sciolto».
La cosa che più mi ha sconvolto, e che vorrei porre alla vostra attenzione, è la «camera di coercizione». È presente, in tale struttura, una sala con tre letti di contenzione, nella quale i pazienti vengono tenuti, anche oltre una settimana, in una condizione di sofferenza indescrivibile, con i polsi e le caviglie legati all'estremità dei letti e con una fascia sul torace che immobilizza il corpo, e che quindi rende impossibile qualsiasi movimento.
Anche in tale occasione, e lo ribadisco oggi, ho indicato come priorità la necessità che sia data piena attuazione al decreto legislativo n. 230 del 1999, con il quale fu stabilito il trasferimento delle competenze sanitarie dall'amministrazione penitenziaria al servizio sanitario nazionale ed alle regioni. Mi sono già impegnato a verificare l'attualità dei criteri seguiti per registrare il tempo di permanenza degli internati in ospedale, ponendo altresì l'attenzione sulla questione della imputabilità degli autori di reati.
Tale tema è oggetto anche di proposte che saranno portate alla vostra attenzione quando - lo faremo a breve - la commissione per la riforma del codice penale le avrà ultimate.
Quanto alla condizione degli internati di Sant'Eframo, cui fa riferimento l'onorevole Caruso, posso riferire - evidentemente, da questo punto di vista, sono un tramite, anche se con responsabilità politica - le informazioni che ho avuto dal dipartimento dall'amministrazione penitenziaria. Risulta che gli interventi di ristrutturazione edilizia dell'ospedale sono, allo stato, in fase di progettazione, sicché attualmente il numero degli internati e dei detenuti assegnato alla struttura è stato tendenzialmente limitato a cento rispetto ai 190 posti letto. Nel programma dei lavori 2007-2009 è stata prevista la ristrutturazione di sezioni non utilizzate, la realizzazione di impianti antiintrusione, il rifacimento degli impianti di idrici e termici, l'ampliamento dell'impianto TV via
Per quanto riguarda il problema delle contenzioni fisiche, devo osservare che si tratta di atti di stretta competenza medica, disposti soltanto dopo un accurato esame psichiatrico e solo al fine di scongiurare che il paziente in stato di acuto scompenso psichico si renda pericoloso, ahimè, per sé e per gli altri. Se le condizioni cliniche dell'internato non sono estremamente gravi si opta, invece, per il regime di isolamento idoneo ad impedire il contatto con altri soggetti.
Per quanto riguarda, poi, l'internato sottoposto a coercizione a seguito di un tentativo di evasione, preciso che la contenzione è stata disposta previa visita del sanitario ed è durata soltanto un giorno, venendo subito sostituita con il regime di isolamento. Ad ogni modo, si può comunque assicurare che sarà impegno costante delle competenti articolazioni ministeriali effettuare - lo chiedo anche al Parlamento; come ha fatto lei, onorevole Caruso, possono farlo anche gli altri parlamentari - scrupolose verifiche, ed adottare gli opportuni provvedimenti. Se giungeranno anche indicazioni al ministro od alle predette articolazioni ministeriali, sarò ben lieto di fare il possibile per rendere più umana la permanenza di queste persone - e sottolineo: persone - all'interno di tali strutture psichiatriche giudiziarie.
Visitando gli OPG ho vissuto anche l'esperienza di trovare, in tali condizioni, un ragazzo che, piangendo, mi chiedeva di fare qualcosa per slegarlo, ma noi possiamo fare solo questo: denunciare tali episodi. Occorrerebbe soprattutto fare in modo, attraverso una proposta di legge che ritengo quanto mai urgente, di superare e di chiudere tali OPG, che sono veramente un istituto del passato, considerato che la legge n. 180 del 1978 ha già chiuso tutti manicomi. Non si comprende, dunque, per quale motivo dovrebbero ancora esistere questi istituti manicomiali (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).