XIV Legislatura - Dossier di documentazione | |||||
---|---|---|---|---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||||
Titolo: | Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali - A.C. 5309 | ||||
Serie: | Progetti di legge Numero: 671 | ||||
Data: | 09/11/04 | ||||
Abstract: | Scheda di sintesi per l'istruttoria legislativa; schede di lettura; disegno di legge; normativa di riferimento; attività parlamentare; documentazione. | ||||
Descrittori: |
| ||||
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari | ||||
Riferimenti: |
|
Servizio studi |
progetti di legge |
Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali A.C. 5309
|
n. 671
|
9 novembre 2004 |
Camera dei deputati
Dipartimento Affari Esteri
SIWEB
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.
File: ES0347.doc
INDICE
Scheda di sintesi per l’istruttoria legislativa
Elementi per l’istruttoria legislativa
§ Necessità dell’intervento con legge
§ Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite
§ Incidenza sull’ordinamento giuridico
§ La Partecipazione italiana a Banche e Fondi di sviluppo
Esame in sede deliberante presso la III Commissione Affari esteri
Esame in sede referente presso la III Commissione Affari esteri
§ Pareri resi alla III Commissione (Affari esteri)
- I Commissione (Affari costituzionali)
Relazione della III Commissione Affari esteri
Normativa di riferimento
§ L. 27 novembre 1991, n. 382, Partecipazione dell’Italia all’aumento generale del capitale della Banca di sviluppo dei Caraibi
§ L. 31 gennaio 1992, n. 114, Partecipazione finanziaria italiana alla Global Environment Facility e al Protocollo di Montreal
§ D.L. 17 maggio 1996, n. 278, Contributi dell’Italia a banche, fondi ed organismi internazionali
§ L. 19 novembre 1998, n. 404, Partecipazione italiana alla ricostituzione delle risorse di organismi finanziari internazionali multilaterali (artt. 5-9)
§ L. 3 febbraio 2000, n. 15, Partecipazione italiana al finanziamento della Banca Africana di Sviluppo, dell’Agenzia Multilaterale per la Garanzia degli Investimenti, dell’ASEM Trust Fund, della Global Environment Facility e del Multilateral Investment Fund (artt. 1-3, 8, 9 e 12)
§ L. 25 luglio 2000, n. 209, Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati
§ L. 17 febbraio 2001, n. 23, Partecipazione italiana alla XII ricostituzione dell’IDA (International Development Association) e alla VIII ricostituzione del Fondo africano di sviluppo
§ D.M. 4 aprile 2001, n. 185, Regolamento recante norme di attuazione della L. 25 luglio 2000, n. 209, concernente misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati
§ L. 26 febbraio 2004, n. 60, Partecipazione finanziaria italiana al primo aumento di capitale della Interamerican Investment Corporation, nonché alla ricostituzione delle risorse del Fondo asiatico di sviluppo, del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo e dell’Asem trust fund (artt. 4 e 6)
Attività parlamentare
- Camera dei deputati, III Commissione (Affari esteri)
Seduta del 6 marzo 2002 (Discussione della risoluzione n. 7-00078)
- Senato della Repubblica, Assemblea
Seduta del 7 ottobre 2004 (Interpellanza n. 2-00580 sulla partecipazione dell’Italia alla ricostituzione delle risorse dei Fondi internazionali)
Documentazione
§ Ministero Affari Esteri (Scheda sulla questione del debito Internazionale)
§ Camera dei deputati, Doc. LV n. 3-bis (Relazione sull’attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale e sulla partecipazione finanziaria italiana alle risorse di detti organismi – Anno 2002) - stralci
§ Relazione del Ministro dell’Economia e delle Finanze sulle misure adottate per la riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati (Aggiornata al 30 giugno 2004) - stralci
Numero del progetto di legge |
5309 |
Titolo |
Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali |
Iniziativa |
Governativa |
Settore d’intervento |
Politica estera; organizzazioni internazionali |
Iter al Senato |
Si |
Numero di articoli |
14 |
Date |
|
§ trasmissione alla Camera |
30 settembre 2004 |
§ annuncio |
1° ottobre 2004 |
§ assegnazione |
4 ottobre 2004 |
Commissione competente |
III (Affari esteri) |
Sede |
Referente |
Pareri previsti |
Commissioni I, V, VI |
Il disegno di legge A.C. 5309 riguarda la partecipazione dell’Italia alle risorse di quattro organismi finanziari internazionali con competenza in diverse aree geografiche del mondo, tutti sostanzialmente orientati a favorire lo sviluppo economico dei Paesi delle aree di pertinenza. Inoltre, il disegno di legge concerne la partecipazione del nostro Paese alla ricostituzione delle risorse di due programmi internazionali con obiettivi di tutela ambientale e di attenuazione del problema del debito dei Paesi in via di sviluppo.
L’articolo 1 autorizza la partecipazione italiana alla XIII ricostituzione delle risorse dell’IDA (International Development Association), appartenente (v. infra) al Gruppo della Banca Mondiale, e alla quale l’Italia ha aderito con legge n. 1478 del 1962. L’IDA costituisce il canale essenziale per il finanziamento dei Paesi più poveri, e periodicamente deve ricostituire le proprie risorse mediante contributi di Paesi donatori. Per quanto concerne il contributo italiano previsto per la XIII ricostituzione delle risorse IDA (2003-2005), esso è tale da mantenere la quota di finanziamento allo stesso livello (3,8 per cento) della precedente ricostituzione, con un’erogazione di 361,3 milioni di euro per il 2003, di 182,1 milioni per il 2004 e di 3 milioni per il 2005.
L’articolo 3 concerne la partecipazione del nostro Paese alla V ricostituzione delle risorse del Fondo speciale di sviluppo della Banca di sviluppo dei Carabi, del quale l’Italia – contemporaneamente all’adesione alla Banca di sviluppo dei Carabi – è divenuta Parte con la legge n. 198 del 1988. Il Fondo speciale di sviluppo (SDF), creato nel 1983 attraverso la fusione di fondi preesistenti, finanzia le operazioni a condizioni agevolate nei confronti dei paesi più poveri, ai quali vengono destinati anche contributi volontari di Paesi non membri. La partecipazione italiana alla V ricostituzione (2001-2004) delle risorse del Fondo speciale di sviluppo è prevista in misura tale da far scendere la nostra partecipazione dall’8,6 per cento della precedente ricostituzione al livello attuale del 2,5 per cento: il disegno di legge in esame dispone l’erogazione di 1,75 milioni di euro per il 2004 e di 875.000 euro per ciascuna delle annualità 2005 e 2006.
L’articolo 5 autorizza la partecipazione italiana alla III ricostituzione della GEF (Global Environment Facility) della Banca Mondiale: alla GEF il nostro paese ha aderito con la legge n. 114 del 1992. Si tratta di un ‘iniziativa inaugurata nel 1991 come programma-pilota triennale, al fine di assistere i Paesi in via di sviluppo nelle attività di protezione dell’ambiente globale e di promozione dello sviluppo sostenibile. Dopo la Conferenza ONU su ambiente e sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, nel 1994 si è deciso di trasformare la GEF in uno strumento permanente della cooperazione ambientale internazionale, attualmente gestito, oltre che dalla Banca Mondiale, dall’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) e dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente). Il contributo italiano alla III ricostituzione (2003-2006) della GEF mantiene la quota precedente, pari al 4,39 per cento del totale dei finanziamenti prevedendo l’erogazione di 59,4 milioni di euro per il 2004 e di 29,7 milioni per ciascuna delle annualità 2005 e 2006.
L’articolo 7 autorizza la partecipazione dell’Italia alla IX ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo, al quale il nostro Paese ha aderito con la legge n. 880 del 1974. Il Fondo Africano di Sviluppo (ADF) è un’istituzione finanziaria internazionale, sorta nel 1972 nell’ambito della Banca africana di sviluppo – alla quale l’Italia pure ha aderito, ma successivamente, con la legge n. 35 del 1982 -, allo scopo di contribuire allo sviluppo economico e sociale dei paesi africani. L’attività dell’ADF mira infatti a favorire la crescita economica nei paesi beneficiari, con una attenzione prioritaria alla lotta alla povertà, al miglioramento della qualità ambientale e alle riforme strutturali e settoriali in campo economico-sociale. In seguito alla ratifica dell’accordo istitutivo del Fondo, l’Italia partecipa ai suoi rifinanziamenti che si svolgono, di norma, ogni tre anni. Il contributo del nostro paese per la IX ricostituzione (2002-2004) delle risorse del Fondo Africano di Sviluppo ammonta a 55,4 milioni di euro per il 2003 e a 91,2 milioni per il 2004.
L’articolo 9 autorizza la partecipazione italiana alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD/FISA (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo), Istituto specializzato delle Nazioni Unite con sede a Roma, del quale l’Italia è Parte, avendo ratificato l’adesione con la legge n. 885 del 1977. Il contributo italiano per la VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD è tale da far attestare la quota del nostro paese al livello dell’8,7 per cento dei paesi membri dell’OCSE, attraverso l’erogazione di 13,8 milioni di euro annui nel triennio 2004-2006.
L’articolo 11 autorizza l’Italia a partecipare, nel quadro delle iniziative internazionali per la riduzione del debito dei paesi più poveri, alla prima ricostituzione del Fondo fiduciario (Trust Fund) per l’iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries), rivolta agli Stati che versano in maggiori difficoltà, essendo nel contempo altamente indebitati e poco sviluppati. La questione del debito internazionale viene affrontata anzitutto sul piano bilaterale, con Accordi di ristrutturazione o di cancellazione del debito tra i paesi più avanzati e quelli meno sviluppati. Tuttavia, a partire dal 1996 la stessa Banca Mondiale, unitamente al Fondo monetario internazionale, si è fatta promotrice di una più ampia azione multilaterale, per la quale tuttavia le risorse nette dei due Istituti si sono rivelate insufficienti. Di qui la costituzione del Trust Fund, nel quale affluiscono anche contributi volontari di paesi donatori: tra questi, quelli italiani per il rifinanziamento del Trust Fund nel biennio 2003-2004 sono previsti nell’ammontare di 31 milioni di dollari, ripartiti (articolo 12) tra 19,8 milioni di euro per il 2003 e 8,1 milioni per il 2004.
I rimanenti articoli riguardano le modalità di copertura delle partecipazioni finanziarie italiane previste dagli articoli precedenti, e di erogazione dei fondi stanziati, nonché obblighi di relazione al Parlamento sull’effettiva gestione di tali somme e di presentazione alle Camere di schemi programmatici triennali sugli indirizzi della partecipazione italiana alle istituzioni finanziarie internazionali.
Il disegno di legge A.S. 2667 è accompagnato, oltre che dalla relazione introduttiva, dalla relazione tecnica per la quantificazione degli oneri recati dal provvedimento.
L’utilizzazione della fonte primaria è necessaria in quanto il provvedimento reca oneri a carico del bilancio dello Stato (cfr. art. 81, comma 4, Cost.). La partecipazione dell’Italia alla ricostituzione del Fondi internazionali è stata in precedenza sempre disciplinata con analoghi provvedimenti legislativi.
Il provvedimento appare riconducibile a materia di competenza esclusiva dello Stato, alla stregua dell’art. 117, comma secondo, della Costituzione, lettera a) (Politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea).
Le disposizioni del provvedimento in esame recano mere autorizzazioni di spesa e non incidono su alcuna normativa interna. Le partecipazioni finanziarie previste dal disegno di legge sono tuttavia da ritenersi crediti d’aiuto, erogati attraverso il canale multilaterale, ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, Nuova disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di sviluppo.
ll provvedimento ha una struttura analoga ad una serie di precedenti atti legislativi - con i quali l’Italia ha accordato fondi agli organismi e ai programmi di intervento di cui al provvedimento stesso – senza peraltro interferire con tali normative.
Gli articoli 2, 8 e 12 del provvedimento prevedono l’utilizzo di risorse relative al bilancio 2003, esercizio finanziario già concluso in occasione dell’esame da parte del Senato. Sembrerebbe pertanto da valutare l’idoneità di una simile forma di copertura degli oneri del disegno di legge.
La partecipazione italiana alle banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale è regolata dalla legge 26 febbraio 1987, n. 49 Nuova disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo. Questa prevede, in generale, che la cooperazione allo sviluppo sia realizzata attraverso due modalità: il dono ed il credito d'aiuto. Ciascuna di queste modalità viene poi attuata tramite due canali: quello bilaterale e quello multilaterale.
La gestione degli aiuti a dono è affidata al Ministero degli affari esteri - Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, che la attua attraverso la cura dei rapporti bilaterali con i singoli Paesi come anche partecipando alla cooperazione multilaterale con contributi obbligatori o volontari agli organismi delle Nazioni Unite, nonché con contributi finalizzati ai progetti a dono attuati da organismi sovranazionali (cooperazione multi-bilaterale).
La gestione del credito d'aiuto è invece affidata al Ministero dell’economia e delle finanze, che la attua attraverso il Fondo rotativo del Mediocredito centrale, per quanto riguarda i rapporti bilaterali, ed attraverso la partecipazione a banche e fondi di sviluppo per il canale multilaterale, versando contributi che vanno a costituire il capitale di tali istituti.
La partecipazione finanziaria al capitale di banche e fondi di sviluppo rappresenta quindi uno degli strumenti attraverso i quali l'Italia partecipa alla politica internazionale. La cura dei rapporti con tali organismi è stata a suo tempo affidata al Tesoro, dall'articolo 4 della legge 49/87, in considerazione del loro carattere di istituzioni finanziarie. Per il perseguimento dei loro fini, tali enti si avvalgono dei fondi messi a disposizione dagli Stati membri e dei fondi raccolti sui mercati finanziari. I Paesi membri conferiscono il capitale alle banche e fondi di sviluppo in proporzione alle quote azionarie da loro possedute, da cui discendono altresì il diritto di voto e di rappresentanza negli organi di amministrazione. I maggiori azionisti sono i Paesi industrializzati e le risorse raccolte sono utilizzate per effettuare prestiti a Paesi in via di sviluppo. Il capitale viene ricostruito ogni 3-5 anni attraverso contribuzioni a fondo perduto da parte dei Paesi industrializzati.
Le banche di sviluppo non hanno scopo di lucro ed i prestiti che effettuano ai Paesi in via di sviluppo hanno condizioni particolarmente agevolate: i tassi d'interesse praticati coprono i costi e le spese amministrative. I fondi di sviluppo sono stati creati per sostenere i Paesi più poveri, ed utilizzano i contributi a fondo perduto dei Paesi donatori per concedere prestiti a tasso zero e con condizioni di restituzione molto agevolate.
Sulla base del comma 2-bis del citato art. 4 della legge 49/87, il Ministro dell’economia e delle finanze invia al Parlamento una relazione annuale sugli esiti dell'attività a lui affidata. L'ultima relazione trasmessa al Parlamento riguarda l'anno 2002 (in allegato al fascicolo sono riportati stralci della stessa attinenti al provvedimento in esame).
I principali istituti finanziari internazionali di sviluppo fanno capo al gruppo della Banca mondiale ed alle banche regionali:
Gruppo della Banca Mondiale (WB)
Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBDR)
Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA)
Società finanziaria internazionale (IFC)
Agenzia multilaterale per la garanzia degli investimenti (MIGA)
Centro internazionale risoluzione controversie in materia di investimenti (ICSID)
Global environment facility (GEF)
Gruppo della Banca interamericana
Banca interamericana di sviluppo (IDB)
Società interamericana d'investimento (IIC)
Fondo multilaterale d'investimento (MIF)
Banca asiatica di sviluppo
Banca asiatica di sviluppo (AsDB)
Fondo asiatico di sviluppo (AsDF)
Gruppo della Banca africana di sviluppo
Banca africana di sviluppo (AfDB)
Fondo africano di sviluppo (AfDF)
Fondo della Nigeria (NTF)
Oltre che a queste istituzioni, l'Italia partecipa ad organismi di dimensioni minori che operano su base sub-regionale o in settori specifici:
Banca di sviluppo dei Caraibi (CDB)
Fondo speciale di sviluppo
Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD)
Banca cooperazione economica e sviluppo Medio Oriente-Nord Africa (MENADB)
Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)
Il contenuto del disegno di legge A.C. 5309.
L’articolo 1 autorizza la partecipazione dell’Italia alla XIII ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA); il contributo è previsto in 361.380.000 euro per l’anno 2003, 182.190.000 euro per il 2004 e 3 milioni di euro per il 2005[1].
L’articolo 2 contiene la norma di copertura degli stanziamenti di cui all’articolo precedente: tali importi sono rinvenuti, per quanto concerne il 2003, a carico dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale” dello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (triennio 2003-2005), e per gli anni 2004 e 2005, a valere sui fondi appostati sulla medesima unità previsionale di base (triennio 2004-2006), con parziale utilizzazione dell’accantonamento relativo al Ministero dell’Economia e delle Finanze[2].
L'IDA, che insieme alla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (International Bank for Reconstruction and Development - IBRD) costituisce il nucleo centrale del Gruppo della Banca Mondiale, associa 165 paesi, tra cui l'Italia che è entrata a farne parte con Legge 12 agosto 1962, n. 1478. Sebbene l’IDA sia legalmente e finanziariamente distinta dalla IBRD, lo staff è in comune e i progetti sostenuti da ciascuna delle due istituzioni devono obbedire ai medesimi criteri di selezione e di attuazione.
L’IDA fu istituita nel 1960 allo scopo di indirizzare assistenza finanziaria ai paesi in via di sviluppo (PVS) più poveri, ossia quelli che non hanno sufficiente solidità finanziaria per accedere ai prestiti della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD).
Attualmente sono beneficiari dell’assistenza fornita dall’IDA 81 paesi, molti dei quali figurano tra i cosiddetti HIPC (Heavily Indebted Poor Countries - paesi poveri e fortemente indebitati). L’IDA ha infatti come obiettivo principale la riduzione della povertà nel mondo e la realizzazione di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale. Nel mese di giugno 2002, i delegati dei paesi donatori (l’Italia si colloca attualmente come donor al quarto posto tra i paesi del G-7) hanno concluso i negoziati per la XIII ricostituzione dell’IDA, trovando un accordo di massima sul programma IDA 13 e sui finanziamenti occorrenti per realizzarlo. La XIII ricostituzione renderà possibile destinare 18,4 miliardi di DSP (Diritti Speciali di Prelievo, l’unità contabile del Fondo Monetario), pari a circa 24 miliardi di dollari, ai membri poveri dell’IDA nei tre anni successivi al 1° luglio 2002. I delegati hanno inoltre convenuto, all’interno del Programma IDA 13, di aumentare il ricorso alla concessione di risorse a dono, per aiutare i paesi più poveri e vulnerabili. L’accordo prevede anche la definizione di un sistema di misurazione per correlare i programmi IDA ai risultati raggiunti dai paesi beneficiari. Ai lavori che hanno preceduto la XIII ricostituzione hanno partecipato anche rappresentanti di paesi beneficiari e della società civile .
Nel corso dell’anno finanziario 2002 l’IDA ha finanziato 133 operazioni per un ammontare complessivo di 8,1 miliardi di dollari. L’Africa e l’Asia meridionale, cioè le aree in cui si concentra la popolazione più povera del mondo, hanno ricevuto il maggior volume di crediti. I paesi che invece hanno maggiormente beneficiato di finanziamenti IDA sono stati l’India e il Bangladesh.
Per quanto concerne la distribuzione settoriale delle risorse, la maggior parte dei finanziamenti erogati dall’IDA nel 2002 hanno interessato i settori dello sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, HIV-AIDS, protezione sociale), l’amministrazione pubblica, l’energia, i trasporti, l’industria e il commercio.
I prestiti concessi dall'IDA sono accordati a condizioni particolarmente agevolate: non hanno interessi (solo una commissione che può variare dallo 0 all'0,5 per cento, ma che dal 1989 è stata fissata allo zero per cento); prevedono un periodo di grazia di 10 anni ed una durata di 35-45 anni. I fondi utilizzati a tal fine provengono principalmente da conferimenti dei paesi più industrializzati e sviluppati. Pertanto l'Associazione deve periodicamente, in genere ogni tre anni, ricostruire le proprie risorse.
Il disegno di legge in esame prevede, da parte dell’Italia, un contributo complessivo all’IDA XIII di 546.570.000 euro, da versare in tre anni, che equivale ad una quota di partecipazione del 3,8 per cento, la stessa della precedente ricostituzione (l’IDA XII, per la quale l’Italia ha versato un contributo di circa 780 miliardi di lire per il triennio 2000-2002, autorizzato con legge 17 febbraio 2001, n. 23).
L’articolo 3 consente la partecipazione dell’Italia alla quinta ricostituzione delle risorse del Fondo speciale di sviluppo della Banca di sviluppo dei Caraibi, con un contributo di 1.750.000 euro per il 2004 e di 875.000 euro per ciascuno degli anni 2005 e 2006.
L’articolo 4 pone gli oneri previsti all’articolo 3 a carico dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale” dello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (triennio 2004-2006), con parziale utilizzazione dell’accantonamento relativo al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Fondo di sviluppo della Banca di sviluppo dei Caraibi (SDF) è stato istituito nel 1983 attraverso la fusione di fondi preesistenti, finanzia le operazioni a condizioni agevolate nei confronti dei paesi più poveri, ai quali vengono destinati anche contributi volontari di paesi non membri. L’attività del Fondo è incentrata sulla lotta alla povertà e su un sistema di allocazione delle risorse basato sui risultati ottenuti dai paesi beneficiari. L’Italia, che ha aderito al Fondo nel 1988 (Legge 17 maggio 1988, n. 198), ha partecipato alla IV ricostituzione con un contributo complessivo di 14.200 milioni di lire (autorizzato per una parte dal DL 17 maggio 1996, n. 278, convertito dalla legge 16 luglio 1996, n. 381 e, per il saldo, dalla legge 19 novembre 1998, n. 404), pari all’8,6 per cento della quota totale delle risorse. La quota di partecipazione dell’Italia alla V ricostituzione viene ridotta al 2,5 per cento, in considerazione, come afferma la relazione introduttiva al disegno di legge presentato al Senato, dei rilevanti impegni finanziari a favore di altre istituzioni di maggiore interesse per l’Italia, oltre che in attesa degli sviluppi sul fronte dell’allargamento della Banca di sviluppo dei Caraibi. Tuttavia, la stessa relazione sottolinea come la partecipazione dell’Italia, seppure ridotta rispetto al passato, vada considerata come un forte segnale di sostegno ai Paesi dell’area caraibica.
L’articolo 5 autorizza la partecipazione italiana alla terza ricostituzione delle risorse della Global Environment Facility (GEF) prevedendo un contributo di 59.450.000 per l’anno 2004 e di euro 29.725.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006.
L’articolo 6 reca la norma di copertura degli oneri di cui all’articolo 5. Tali somme sono rinvenute, per il 2004, a carico dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale” dello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (triennio 2004-2006), con parziale utilizzazione dell’accantonamento relativo al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Global Environment Facility (GEF) è stato istituito nel 1991 con l’obiettivo di incoraggiare i paesi in via di sviluppo ad elaborare progetti e programmi diretti a proteggere l’ambiente. Il GEF fornisce supporto a progetti relativi alla biodiversità, ai cambiamenti climatici, alle acque internazionali, al degrado del suolo, allo strato di ozono, agli inquinanti organici.
Il GEF è un fondo multilaterale di cui fanno parte 176 paesi ed è amministrato dalla Banca Mondiale; nel 2002, 32 paesi contributori si sono impegnati a versare 3 miliardi di dollari per la terza ricostituzione del fondo.
L’Italia ha aderito al Fondo con la legge 31 gennaio 1992, n. 114 ed ha partecipato alla prima ricostituzione con un contributo di 105 e 106 miliardi di lire (autorizzati, rispettivamente, con il DL 17 maggio 1996, , n. 278, convertito dalla legge 16 luglio 1996, n. 381, e con la legge 19 novembre 1998, n. 404). In seguito, l’Italia ha contribuito alla seconda ricostituzione con una somma di 143 miliardi di lire (legge 3 febbraio 2000, n. 15) pari ad una quota del 4,39 per cento dei contributi totali. Con il provvedimento in esame, l’Italia si impegna con un contributo di 118,9 milioni di euro per il periodo 2003-2006, mantenendo la stessa quota di partecipazione detenuta in precedenza.
L’articolo 7 autorizza, come già accennato, la partecipazione dell’Italia alla IX ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo, con un contributo del nostro paese alle risorse del Fondo che ammonta a 55.410.172 euro per il 2003 e a 91.291.821 euro per il 2004[3].
In base all’articolo 8, all'onere derivante dall'articolo 7 si provvede, per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del bilancio triennale 2003-2005 a carico dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze; per l'anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito della medesima unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, in entrambi i casi con parziale utilizzazione dell’accantonamento relativo allo stesso Ministero.
Il Fondo africano di sviluppo (ADF – African Development Fund) è un’istituzione finanziaria appartenente al Gruppo della Banca africana di sviluppo. Costituito nel novembre 1972 e divenuto operativo nel 1974, l’ADF raggruppa attualmente, oltre alla Banca africana di sviluppo, 24 paesi non africani (soprattutto paesi membri del’OCSE), tra cui l’Italia, che ne ha ratificato l’Accordo istitutivo con legge 24 dicembre 1974, n. 880. Lo scopo principale dell’ADF consiste nel finanziare, a condizioni particolarmente agevolate, progetti e programmi a favore dei paesi africani più poveri, in particolare della regione sub-sahariana, ai quali non è possibile accedere ai prestiti della Banca africana di sviluppo. Il Fondo concede infatti crediti a tasso zero e con un periodo di restituzione cinquantennale, che include un periodo di grazia di dieci anni. Il Fondo è alimentato da contributi provenienti principalmente dai paesi membri e, di regola, viene rifinanziato ogni tre anni; esso è amministrato da un Consiglio dei Governatori, che si riunisce annualmente, e da un Consiglio dei Direttori, cui spetta la gestione corrente. Il Fondo concede anche finanziamenti a dono, e tale possibilità è stata ampliata proprio nel corso dei negoziati per la IX ricostituzione, con particolare attenzione agli interventi sociali e alle azioni a beneficio di paesi che escono da conflitti. I negoziati hanno altresì evidenziato la necessità di collegare più strettamente l’erogazione dei finanziamenti a strategie di successo nella riduzione della povertà – concordate con le Istituzioni finanziarie internazionali - da parte dei singoli paesi. Le trattative per la IX ricostituzione si sono chiuse nel settembre 2002: la quota di rifinanziamento del Fondo africano di sviluppo è stata fissata in circa 3,5 miliardi di dollari per il triennio 2002-2004, superiore di circa il 25 per cento alla precedente (VIII) ricostituzione. I donatori hanno assicurato un ammontare di 1,91 miliardi: l’Italia ha mantenuto la percentuale precedente (4,3 per cento), con un contributo pari a circa 146,7 milioni di euro.
L’articolo 9 autorizza la partecipazione finanziaria dell’Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD (International Fund for Agricultural Development - Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), nella misura di 13.848.000 euro annui nel triennio 2004-2006[4].
In base all’articolo 10, all'onere derivante dall'articolo 9 si provvede, per ciascun esercizio finanziario, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del bilancio triennale 2004-2006 a carico dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell’accantonamento relativo al medesimo Dicastero.
Il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (International Fund for agricultural development - IFAD) – che costituisce insieme alla FAO e al PAM (Programma alimentare mondiale) il “polo romano” delle Nazioni Unite -, costituito nel 1977, è un'Istituzione finanziaria al servizio della "povertà rurale", con finalità di credito nei progetti di sviluppo agricolo e si basa sostanzialmente su cofinanziamenti provenienti da due categorie di Paesi: quelli industrializzati e quelli esportatori di petrolio. La terza categoria di Paesi presenti nello schema costitutivo era quella dei Paesi in via di sviluppo beneficiari e le tre categorie godevano di un uguale diritto di voto. Tale schema "tripartito", originato in una congiuntura delle relazioni Nord-Sud e con l'OPEC caratteristica della metà degli anni Settanta, veniva rivisto nel corso della IV Ricostituzione delle risorse IFAD, quando si trasformò in una partecipazione dei singoli Paesi con diritto di voto proporzionale alle contribuzioni. Analogamente, la distribuzione dei seggi per gruppo veniva modificata: otto ai Paesi industrializzati, quattro ai Paesi petroliferi e sei ai Paesi beneficiari. Attualmente sono membri dell’IFAD 163 paesi.
La maggior parte delle risorse dell’IFAD è resa disponibile a condizioni particolarmente favorevoli: i prestiti hanno un periodo di restituzione di 40 anni, inclusi 10 anni di grazia, con un tasso di interesse annuo pari a 0,75 per cento.
Le risorse, che ammontano all’incirca a 450 milioni di dollari all’anno, provengono essenzialmente da tre direzioni: contributi di paesi membri, rientro di prestiti e redditi da investimento. Nel corso della gestione della V ricostituzione (2001-2003) le tre fonti di finanziamento hanno coperto rispettivamente il 46, il 49 e il 5 per cento. Oltre ai fondi per la ricostituzione periodica delle risorse, i paesi membri possono fornire risorse aggiuntive sia per il cofinanziamento di programmi e progetti, sia come fondi fiduciari amministrati dall’IFAD per studi, assistenza tecnica a breve termine e progetti di portata più limitata.
Il negoziato per la VI ricostituzione delle risorse si è concluso nel dicembre 2002, con la fissazione di un volume totale pari a 560 milioni di dollari, superiore del 25 per cento rispetto alla precedente ricostituzione. Gli impegni registrati sono stati finora di 420 milioni di dollari da parte dei paesi industrializzati, e di 70 milioni da parte degli altri. Per quanto concerne il nostro paese, l’erogazione per la VI ricostituzione ammonta a 40 milioni di dollari, che costituiscono – come già rilevato - l’8,7 per cento del totale dei paesi OCSE e consentono all’Italia di avere un seggio permanente nel Consiglio di amministrazione del’IFAD.
L’articolo 11 autorizza l’Italia a partecipare alla prima ricostituzione del Fondo fiduciario (Trust Fund) per l’iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries), rivolta – nell’ambito delle iniziative internazionali per la riduzione del debito - agli Stati che presentano le situazioni più problematiche. Il rifinanziamento, per la quota di spettanza dell’Italia, del Fondo fiduciario dell’iniziativa HIPC nel biennio 2003-2004 prevede un’erogazione di 31 milioni di dollari, ripartiti, in base al successivo articolo 12, tra 19,8 milioni di euro per il 2003 e 8,1 milioni per il 2004.
Il citato articolo 12, modificato[5] dal Senato, dispone al comma 1 che all'onere derivante dall'articolo 11 si provvede, per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del bilancio triennale 2003-2005 a carico dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze; per l'anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito della medesima unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, in entrambi i casi con parziale utilizzazione dell’accantonamento relativo allo stesso Ministero. Il comma 2 – nel testo originario era l’articolo 14 e concerneva l’intero provvedimento – prevede che il Ministro dell’economia e delle finanze si incarichi del controllo dell’attuazione di quanto previsto al comma precedente, ottemperando anche a quanto disposto dal comma 7, art. 11-ter, della legge 5 agosto 1978, n. 468[6], Riforma di alcune norme di contabilità generale dello Stato in materia di bilancio. Il comma 2 in commento stabilisce inoltre che il Ministro dell’economia e delle finanze trasmette alle Camere, con l’accompagnamento di specifiche relazioni, gli eventuali decreti adottati in base al comma 2 (n. 2) dell’articolo 7 della citata legge 468/1978. Si tratta nella fattispecie dei decreti con i quali il Ministro trasferisce somme dal «Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine» - che il comma 1 dell’articolo 7 della legge 468/1978 ha previsto doversi istituire nello stato di previsione del Tesoro, e più precisamente nella parte corrente – ai pertinenti capitoli di spesa aventi carattere obbligatorio, al fine di accrescerne la dotazione di competenza e di cassa.
Rinviando, per quanto riguarda l’iniziativa HIPC e la più generale questione del debito estero dei paesi più poveri, alla scheda del Ministero degli Affari esteri riportata nella Sezione “Documentazione” del fascicolo; è qui opportuno limitarsi a ricordare che il Trust Fund, amministrato dalla Banca Mondiale, è stato istituito al fine di affiancare alla risorse delle Istituzioni finanziarie multilaterali quelle provenienti da contributi volontari bilaterali. In tal modo si è cercato di accrescere il volume complessivo di risorse disponibili per le operazioni di cancellazione o riduzione del debito. Il Trust Fund mira in particolar modo a consentire la riduzione del debito dei paesi interessati, e in possesso dei requisiti del caso, verso creditori multilaterali. Il Fondo può procedere al pagamento di una quota di debito o può acquistarla, ed operarne la cancellazione, ovvero può farsi carico del servizio del debito al momento della scadenza del relativo pagamento.
Gli impegni dei vari paesi per la prima ricostituzione delle risorse del Trust Fund sono stati fissati nel novembre 2002, con particolare attenzione al sostegno dei creditori multilaterali regionali o subregionali: la quota dell’Italia per il 2003-2004 è pari a 31 milioni di dollari.
L’articolo 13 specifica le modalità di erogazione degli importi la cui copertura è rinvenuta dagli articoli 2, 4, 6 e 8 del provvedimento in esame, i quali saranno versati su un apposito conto corrente infruttifero presso la Tesoreria centrale, intestato al Dipartimento del tesoro con il nome di “Partecipazione italiana a banche, fondi ed organismi internazionali”. A valere su tale conto verranno prelevate le somme per l’effettiva erogazione dei contributi.
L’articolo 14, infine, pone in capo al Ministro dell’economia e delle finanze, accanto all’obbligo di relazione annuale al Parlamento sulla partecipazione italiana all’attività di Banche e Fondi multilaterali di sviluppo, prevista dall’articolo 4, comma 2-bis, della legge 26 febbraio 1987, n. 49; l’impegno ad accludere a detta relazione uno schema programmatico, a proiezione triennale, che indichi gli obiettivi politici e strategici dell’azione dell’Italia in seno alle Istituzioni finanziarie internazionali, unitamente alla valutazione dell’efficacia dell’attività di esse. Ove compatibile con le modalità procedurali delle varie Istituzioni finanziarie, la relazione al Parlamento dovrà riportare un resoconto delle posizioni assunte in seno ad esse dai rappresentanti italiani.
N.5309
¾
CAMERA DEI DEPUTATI ¾¾¾¾¾¾¾¾ |
|
DISEGNO DI LEGGE |
|
APPROVATO DAL SENATO DELLA REPUBBLICA il 29 settembre 2004 (v. stampato Senato n. 2667) presentato dal ministro dell'economia e delle finanze (TREMONTI)
|
|
Partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali |
|
¾¾¾¾¾¾¾¾
Trasmesso dal Presidente del Senato della Repubblica
il 30 settembre 2004
¾¾¾¾¾¾¾¾
disegno di legge
|
Art. 1. 1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla XIII ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA), con un contributo di euro 361.380.000 per l'anno 2003, di euro 182.190.000 per l'anno 2004 e di euro 3.000.000 per l'anno 2005.
Art. 2. 1. All'onere derivante dall'articolo 1 si provvede, per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 3. 1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla V ricostituzione delle risorse del Fondo speciale di sviluppo della Banca di sviluppo dei Caraibi, con un contributo di euro 1.750.000 per l'anno 2004 e di euro 875.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006.
Art. 4. 1. All'onere derivante dall'articolo 3 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari,
mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 5. 1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla III ricostituzione della Global Environment Facility (GEF), con un contributo di euro 59.450.000 per l'anno 2004 e di euro 29.725.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006.
Art. 6. 1. All'onere derivante dall'articolo 5 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 7. 1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla IX ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo, con un contributo di euro 55.410.172 per l'anno 2003 e di euro 91.291.821 per l'anno 2004.
Art. 8. 1. All'onere derivante dall'articolo 7 si provvede, per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l'anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 9. 1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell'IFAD, con un contributo di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006.
Art. 10. 1. All'onere derivante dall'articolo 9 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2004, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo.
Art. 11. 1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla I ricostituzione delle risorse del Trust Fund per l'Iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries), con un contributo di dollari 31.000.000 per il periodo 2003-2004.
Art. 12. 1. All'onere derivante dall'articolo 11, valutato in euro 19.818.671 per l'anno 2003 ed in euro 8.181.329 per l'anno 2004, si provvede, per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l'anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. 2. Il Ministro dell'economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell'attuazione del comma 1, anche ai fini dell'applicazione dell'articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti adottati ai sensi dell'articolo 7, secondo comma, numero 2), della medesima legge n. 468 del 1978.
Art. 13. 1. Le somme di cui agli articoli 2, 4, 6 e 8 sono versate su un apposito conto corrente infruttifero, istituito presso la Tesoreria centrale, intestato al Dipartimento del tesoro e denominato «Partecipazione italiana a banche, fondi ed organismi internazionali», dal quale saranno prelevate per provvedere all'erogazione dei contributi autorizzati dalla presente legge. 2. In relazione a quanto disposto dagli articoli 2, 4, 6, 8, 10 e 12 il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 14. 1. Il Ministro dell'economia e delle finanze provvede ad includere nel rapporto annuale sulla partecipazione italiana alle banche multilaterali di sviluppo uno schema programmatico triennale contenente gli indirizzi politici e strategici relativi alla partecipazione italiana presso le istituzioni finanziarie internazionali, insieme ad una valutazione dell'efficacia delle loro attività, e se possibile, un resoconto delle posizioni assunte dai rappresentanti italiani con le modalità e nelle forme consentite da tali istituzioni.
|
INSERIRE TESTO SCANSIONATO
SENATO DELLA REPUBBLICA ¾¾¾¾¾¾¾¾ XIV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾
|
N. 2667
DISEGNO DI LEGGE |
presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze (TREMONTI)
|
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 19 DICEMBRE 2003 |
¾¾¾¾¾¾¾¾
Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione
delle risorse di Fondi internazionali
¾¾¾¾¾¾¾¾
AFFARI ESTERI (3a)
MARTEDI’ 3 FEBBRAIO 2004
166a Seduta
Presidenza del Presidente
PROVERA
Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Margherita Boniver.
La seduta inizia alle ore 15,30.
IN SEDE DELIBERANTE
(2667) Partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Discussione. Rimessione all'Assemblea)
Il senatore MARTONE (Verdi-U), a nome del prescritto numero di senatori, chiede che l'esame del provvedimento in titolo prosegua, ai sensi del terzo comma dell'articolo 72 della Costituzione.
Il presidente PROVERA prende atto, avvertendo che l'esame del provvedimento, conseguentemente, proseguirà in sede referente.
AFFARI ESTERI (3a)
MARTEDI’ 3 FEBBRAIO 2004
166a Seduta
Presidenza del Presidente
PROVERA
Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Margherita Boniver.
(omissis)
IN SEDE REFERENTE
(2667) Partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Esame e rinvio)
Introduce l’esame il presidente PROVERA evidenziando come con il presente disegno di legge si intenda autorizzare la partecipazione finanziaria dell'Italia a sei istituzioni internazionali (IDA, SDF, GEF, FAS, IFAD, Trust FUND per l'iniziativa HIPC).
La prima di queste istituzioni è l'IDA, Associazione internazionale per lo sviluppo, ormai giunta alla XII ricostituzione e che rappresenta uno dei due pilastri della Banca Mondiale e soprattutto la principale fonte di finanziamento per i 79 Paesi più poveri del globo. Cita quindi le caratteristiche dei finanziamenti corrisposti dall'IDA: i prestiti vengono concessi esclusivamente ai Governi, senza interessi e prevalentemente con tempi di restituzione piuttosto lunghi, intorno ai 40 anni. Da questo elevato termine di restituzione e dalla mancanza di interessi sulle somme erogate a finanziamento, deriva la necessità di ricostituire con frequenza le risorse finanziarie dell’Associazione. Da una valutazione dell'operato dell'IDA nel decennio 1994-2004, si deduce che l'Associazione ha molto modificato le direttrici della propria azione prestando sempre maggiore attenzione alle attività di impulso sul buon governo delle risorse nei paesi beneficiari ed in particolare alle spese nel settore dei servizi sociali e dell'impatto ambientale. Il contributo italiano per il periodo 2003-2004 ammonta a 546,5 milioni di euro, ossia il 3,8 per cento del totale necessario alla ricostituzione. L'IDA è ritenuto cruciale per l'ottenimento degli obiettivi previsti dal progetto Millenium Development Goals coerentemente con gli indirizzi espressi in sede G7 sulla Riforma delle banche di sviluppo.
L'SDF (Fondo speciale di sviluppo)rappresenta lo sportello della Banca di sviluppo dei Caraibi, che agisce come un ente di finanziamento per la cooperazione multilaterale di area. Il periodo di ricostituzione è di quattro anni. Gli obiettivi di riduzione della povertà consistono nei seguenti pilastri di azione: supporto alla crescita delle economie dei Paesi; sostegno alle fasce di popolazione meno abbienti; rafforzamento della Good governance; protezione dell'ambiente e miglioramento dell'integrazione nella regione. L'Italia intende contribuire con 3,5 milioni di euro, il che significa una riduzione dell'ammontare del contributo in percentuale rispetto al passato. Precisa, quindi, che questa riduzione è dovuta a considerazioni politiche sul ruolo dell'Italia nell'area caraibica, pur nella volontà di mantenere un segno di attenzione, incoraggiamento e concreto sostegno allo sviluppo dei Paesi di quella zona.
Il GEF (Fondo per l'Ambiente Globale) è un fondo multilaterale governato da un Consiglio composto da 32 membri che rappresentano altrettanti Paesi; l'Italia ha la titolarità di un seggio e dunque partecipa all'attività di indirizzo e di governance del Fondo. Il Fondo è impegnato tradizionalmente in quattro aree: biodiversità; cambiamenti climatici; acque internazionali e assottigliamento dello strato d'ozono. Nella recente Assemblea di Pechino del 2002, è emersa la decisione di aggiungere altre due finalità: lotta alle sostanze inquinanti persistenti e al degrado del territorio.
L'Italia mantenendo un contributo di circa 118,9 milioni di euro per il triennio 2004-2006, ossia il 4, 20 per cento circa, si attesta al sesto posto nella graduatoria dei Paesi donatori.
L'AFDF (Fondo africano di sviluppo) conduce un'azione di sostegno e cooperazione allo sviluppo con particolare riferimento all'Africa subsahariana, concedendo finanziamenti a dono per operazioni di assistenza tecnica, o crediti a lunga scadenza (cinquant’anni). Il contributo italiano è di circa 146 milioni di euro e si tratta di un impegno che fa seguito alle dichiarazioni di sostegno alla lotta alla povertà che il Governo ha avanzato a Genova.
L'IFAD(Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo) è stato creato nel 1978 ed ha la sua sede a Roma. Si tratta di una agenzia delle Nazioni Unite e mira a sostenere lo sviluppo delle popolazioni povere nelle zone rurali mediante prestiti con termini di restituzione di 40 anni, sui quali non è dovuto nessun interesse passivo e che prevedono una Commissione di servizio annuale che ammonta allo 0, 75 per cento. I fini che si propone l'IFAD sono: rafforzare le capacità di accesso alle risorse tecnologiche da parte delle popolazioni rurali; eliminare le disuguaglianze promuovendo misure redistributive; garantire una maggiore partecipazione delle donne ai benefici indotti dall'esecuzione dei nuovi progetti di sviluppo. Il carattere dell’IFAD è quello della diversificazione dei progetti finanziati che variano a seconda delle zone in cui vengono realizzati. La quota italiana di partecipazione è di 40 milioni di dollari, pari all'8,7 per cento del totale dei Paesi OCSE: tra l’altro, ricorda che dall'entità del contributo deriva la spettanza di un seggio permanente nel Consiglio di Amministrazione; il contributo ammonta a circa 41, 5 milioni di euro per il triennio 2003-2005.
Infine, illustra brevemente il Trust Fund per l'iniziativa HIPC (Heavily indebted poor countries) che si propone l'obiettivo di cancellare il debito dei paesi più poveri maggiormente indebitati. L'iniziativa è nata nel 1996 dal G7 e dal Fondo Monetario Internazionale. Il fondo fiduciario HIPC, amministrato dalla Banca Mondiale, raccoglie tanto il reddito netto della stessa Banca, quanto i contributi volontari bilaterali dei paesi donatori. Il rifinanziamento dell'HIPC Trust Fund prevede un impegno finanziario diretto di circa 20 milioni di euro per l'anno 2003 e di circa 8,2 milioni per il 2004, da versare entro la fine del 2004.
Conclude ricordando che questi rifinanziamenti garantiscono attività di cooperazione multilaterale assai varie tra loro. Alcuni di questi fondi tendono al perseguimento di obiettivi ecologici, ambientali ed in generale a perseguire finalità che non troverebbero l’interesse di un investitore privato perché di bassa o nulla redditività, cioè non rientranti nel novero degli obiettivi economicamente proficui nell'attuale sistema economico globale.
Altri sono fondi multilaterali di area, volti cioè a confermare il contributo dell’Italia alla cooperazione allo sviluppo su base multilaterale mirata.
Ha la parola il senatore MARTONE (Verdi-U) il quale motiva la propria richiesta di mutazione della sede da deliberante in referente con la opportunità di procedere all’esame del disegno di legge in questione con la massima accuratezza e senza sopprimere alcuna fase del costruttivo confronto di idee tra maggioranza ed opposizione. In particolare, a suo giudizio, la discussione circa il rifinanziamento dell’IDA offre la possibilità di riflettere sugli indirizzi politici dell’Italia in ambito di cooperazione multilaterale allo sviluppo, anche in riferimento all’azione svolta in tale contesto dalla Banca mondiale. Pertanto, anche alla luce di questi rilievi, e data la rilevanza dell’impegno di spesa per il rifinanziamento, ritiene che la sede referente possa garantire una maggiore incisività nello scambio di opinioni tra parlamentari ed una più attenta meditazione grazie all’esame in Assemblea.
Il sottosegretario BONIVER, nel prendere atto della rimessione all’Assemblea, auspica che tale procedura non implichi lungaggini eccessive per il rifinanziamento dei citati enti internazionali.
Il senatore PIANETTA (FI) dichiara di convenire con quanto rilevato in sede di relazione introduttiva dal presidente Provera, ed in particolare con l’iniziativa di cancellare il debito dei Paesi poveri attraverso il finanziamento del Trust Fund per l’iniziativa HIPC.
Si dichiara invece in disaccordo con la decisione di mutare la procedura di esame trasferendola in sede referente, poiché l’abbandono della sede deliberante aumenta il rischio di porre un peso all’organizzazione generale dei lavori dell’Assemblea e, soprattutto, di causare un ritardo nel rifinanziamento degli enti in questione. È evidente, a suo avviso, che eventuali ritardi rispetto ad obblighi od oneri internazionali che espongano l’Italia ad una perdita di credibilità nel decisivo contesto della cooperazione multilaterale allo sviluppo, ricadrebbero proprio su coloro i quali hanno richiesto il ricorso alla procedura in sede referente. Conclude, auspicando comunque la pronta approvazione del disegno di legge di finanziamento, affinché si possa sviluppare una efficace politica di cooperazione con i Paesi colpiti dalla piaga della povertà e del sottosviluppo.
Il senatore MORSELLI (AN) ricorda come spesso i lavori in Assemblea abbiano condotto ad approfondimenti, analisi e confronti meno proficui rispetto a quelli svolti in Commissione, ove sia la maggior libertà nel condurre il dibattito, sia la minor esposizione e quindi strumentalizzazione delle opinioni espresse, contribuiscono ad un esame più efficace di provvedimenti quali quello in esame.
Peraltro, al di là delle legittime speranze, si dichiara scettico rispetto all’obiettivo, stabilito dal Millenium Development Goals, di ridurre per il 2015 del 50 per cento la povertà nel mondo. Al di là di questo rilievo di merito, osserva come già dalla stessa relazione introduttiva del presidente Provera, siano emersi utili spunti di approfondimento; cita, ad esempio, il nesso tra l’ammontare del contributo al finanziamento italiano dell’IFAD e l’attribuzione di un seggio permanente del Consiglio di amministrazione di tale fondo. In proposito, è evidente come si debba sviluppare un’indagine accurata sull’azione svolta dal rappresentante permanente dell’Italia nel Consiglio di amministrazione, valutarne l’operato anche in chiave di incidenza sulle decisioni adottate nella politica dei prestiti per lo sviluppo agricolo. Tutti questi elementi trovano la loro sede fisiologica di analisi in Commissione e non in Assemblea. Ciò premesso, dato l’ammontare dell’impegno di spesa e in generale la rilevanza del provvedimento, si duole per l’assenza del rappresentante del dicastero dell’economia, il quale sarebbe chiamato a esporre i propri rilievi e a fugare i dubbi che emergano dall’esame in Commissione. Dopo aver preannunciato l’adesione del proprio gruppo al testo del disegno di legge ed alle linee di politica estera che esso intende implementare, si propone di svolgere ulteriori riflessioni o in sede di discussione di eventuali emendamenti o, altrimenti, nel corso della discussione in Assemblea.
Il senatore SCALFARO (Misto) esprime le proprie perplessità sull’opportunità che disegni di legge quali quello in esame siano attribuiti alla competenza di merito della Commissione affari esteri. In proposito, auspica che l’esame del disegno di legge non si trascini oltre termini ragionevoli in modo da esporre il Paese ad una perdita di credibilità rispetto agli oneri di contribuzione agli enti di finanziamento per lo sviluppo. A suo avviso, l’obiettivo di una maggior trasparenza e completezza del dibattito parlamentare che la sede referente è capace di offrire è da considerarsi nobile, purché però da una parte l’esame dell’Assemblea sia effettivamente approfondito e, dall’altra, il rappresentante del Governo possa fornire gli idonei chiarimenti sulla scadenza dei termini per rifinanziare le istituzioni internazionali di cooperazione multilaterale.
Il presidente PROVERA osserva come l’attribuzione alla Commissione affari esteri di tali disegni di legge sia da ritenersi frutto di una consolidata prassi; tuttavia, condividendo alcune delle preoccupazioni espresse negli interventi precedenti si unisce all’auspicio che l’esame in Assemblea non si risolva in un inutile prolungamento dell’iter legis, ma integri, all’opposto, un momento di effettiva analisi e di concreto confronto politico. Rassicura il senatore Scalfaro sul fatto che il rappresentante del dicastero competente ad occuparsi del disegno di legge in esame potrà fornire delucidazioni sui termini entro i quali l’Italia è chiamata ad adempiere all’onere di rifinanziamento delle istituzioni comprese nel disegno di legge.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato. - Entrare nelle intestazioni seguenti (pari e dispari) e inserire la data.
AFFARI ESTERI (3a)
MARTEDI’ 10 FEBBRAIO 2004
167a Seduta
Presidenza del Presidente
PROVERA
Intervengono i sottosegretari di Stato per gli affari esteri Baccini e per l'economia Magri .
La seduta inizia alle ore 15,50 .
IN SEDE REFERENTE
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l'esame sospeso nella seduta del 3 febbraio 2004.
Il senatore MARTONE (Verdi-U) osserva preliminarmente come sia necessario vigilare sullo stato di attuazione dei processi di negoziazione del debito estero. È altresì di cruciale importanza, a suo avviso, valutare la prospettiva di una riforma dell'azione della Banca Mondiale e quanto meno assicurare un continuo monitoraggio sulla qualità dei suoi investimenti.
Con riferimento, poi, alle procedure di cancellazione del debito estero, invita il Governo a farsi carico dell'impegno affinchè le procedure di estinzione a costo zero in favore dei Paesi altamente indebitati risultino trasparenti ed efficaci. In particolare circa l'azione dell'IDA osserva come si sia registrato il fenomeno dei flussi netti negativi; tale fenomeno consiste in un aumento delle risorse percepite dall'IDA a titolo di restituzione tale da superare l'ammontare erogato dall'ente medesimo a scopo di finanziamento. Tale vicenda, senz'altro da chiarire, finisce con il trasformare l'IDA in una sorta di istituto bancario internazionale e per obliterarne la natura di ente di finanziamento senza scopi di lucro o di accumulo di capitali. Infine, rileva come si debba lavorare nella direzione di un rafforzamento dell'Inspecton Panel così come già si è tentato di fare per la Banca asiatica da rifinanziare con il disegno di legge n. 2391.
Sempre in riferimento alla Banca Mondiale, prospetta l'opportunità di approfondire il livello di conoscenza su due importanti progetti che essa ha promosso: la realizzazione delle grandi dighe; ed il sostegno alle industrie estrattive. In proposito, auspica che si possa audire in Commissione il dottor Emil Salim, già ministro del Governo indonesiano, Eminent person della revisione sull’industria estrattiva della Banca Mondiale. Al riguardo, sin da ora, auspica che il Governo possa far fronte al proprio impegno affinchè si possa riorientare la politica industriale condotta dalla Banca Mondiale.
Conclude, quindi, ribadendo che il trasferimento dalla sede deliberante alla sede referente del disegno di legge in esame si giustifica tanto per l'opportunità di un esame approfondito ed allargato a tutti i punti di vista che solo l'Assemblea può garantire, quanto dalla consapevolezza che il raggiungimento dell'alto numero legale necessario all'esame in sede deliberante è spesso di ostacolo ad un celere prosieguo dei lavori.
Il sottosegretario MAGRI premette che, generalmente, è possibile far fronte agli impegni assunti negli enti di finanziamento a carattere multilaterale sia attraverso forme di pagamento in contanti, con un dato piano di ammortamento, sia depositando uno strumento di contribuzione che deve essere poi sostenuto da pagamenti in contanti entro trenta giorni. Inoltre, fa presente che per quanto attiene all'International Development Assistance (IDA), i pagamenti effettivi sono previsti 31 giorni dopo l'entrata in vigore dell'Accordo per la ricostituzione delle risorse. L'accordo è entrato in vigore l'8 aprile 2003 e il primo pagamento in agenda era stabilito per l'8 maggio 2003, il secondo entro il 15 gennaio 2004 e il terzo ed ultimo pagamento entro il 31 gennaio 2005.
Per quanto attiene al Fondo africano di sviluppo la soluzione sulla nona ricostituzione delle risorse del Fondo Africano è stata approvata dal Consiglio dei Governatori nel settembre 2002. in base a quest'ultima decisione il pagamento effettivo della quota sottoscritta deve avvenire in tre rate: la prima entro il 31 gennaio 2003; la seconda entro il 30 giugno 2003 e la terza entro il 30 aprile 2004. Per l'HIPC l'Italia si è impegnata a finanziare il relativo Trust Fund, con un impegno diretto di 31 milioni di dollari, il 24 ottobre 2002. La scadenza prevista per il pagamento di tale contributo era il 2003.
Per il Global Environment Facility (GEF) III, la terza ricostituzione delle risorse della GEF è diventata effettiva il 24 marzo 2003. In base all'accordo istitutivo, i pagamenti devono essere effettuati in quattro rate. La prima con scadenza proprio il 24 marzo 2003, mentre le altre tre rate hanno scadenza ogni 30 novembre, dall'anno 2003 al 2005.
Per l'International Fund for Agricultural Development (IFAD VI), il negoziato per la ricostruzione delle risorse si è concluso nel dicembre del 2002 e impegnava ad effettuare il deposito dello strumento di contribuzione non oltre i sei mesi dalla data di approvazione della risoluzione. Ciò è avvenuto nel febbraio del 2003, richiedendo quindi il deposito dello strumento di contribuzione entro il settembre del 2003.Per il Fondo speciale di sviluppo della Banca dei Caraibi, il periodo di ricostituzione si riferisce al periodo 2001-2004 e la richiesta di impegno finanziario era prevista dal primo anno di attività del Fondo.
Non essendovi altri iscritti a parlare, il presidente PROVERA, dichiarata chiusa la discussione generale, propone alla Commissione di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 16 di giovedì 12 febbraio 2004.
Conviene la Commissione.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,25 .
AFFARI ESTERI (3a)
MERCOLEDI’ 25 FEBBRAIO 2004
171a Seduta
Presidenza del Presidente
PROVERA
La seduta inizia alle ore 15,35.
IN SEDE REFERENTE
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame sospeso nella seduta del 10 febbraio 2004.
Prende la parola il presidente PROVERA dando lettura del parere pervenuto dalla Commissione bilancio, favorevole ma condizionato ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, in base al quale emerge l’opportunità di apportare alcune modifiche alle disposizioni recanti la copertura finanziaria del disegno di legge in esame.
Ha quindi la parola il senatore MARTONE (Verdi-U) il quale avanza alcune riserve sulla soppressione dell’articolo 14 del disegno di legge raccomandata dal citato parere della Commissione bilancio. Infatti, gli oneri di monitoraggio attribuiti al ministro dell’Economia in base all’originaria formulazione dell’articolo 14 del disegno di legge, qualora si procedesse ad accogliere i rilievi contenuti nel suddetto parere, risulterebbero notevolmente affievoliti.
Auspica, quindi, che il rappresentante del Governo possa in una prossima seduta fornire chiarimenti sul punto.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
AFFARI ESTERI (3a)
MERCOLEDI’ 3 MARZO 2004
173a Seduta
Presidenza del Presidente
PROVERA
Intervengono i sottosegretari di Stato per gli affari esteri Baccini e per l’economia Magri.
La seduta inizia alle ore 15,35.
IN SEDE REFERENTE
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Seguito e conclusione dell’esame)
Riprende l’esame sospeso nella seduta del 25 febbraio 2004.
Ha la parola il sottosegretario MAGRI per fornire alcuni chiarimenti circa i dubbi prospettati dal senatore Martone nel corso della seduta del 25 febbraio in merito alla necessità della soppressione dell’articolo 14 del disegno di legge in oggetto. In particolare, il senatore Martone aveva dichiarato che “gli oneri di monitoraggio attribuiti al ministero dell’Economia in base all’originale formulazione dell’articolo 14 del disegno di legge, qualora si procedesse ad accogliere i rilievi contenuti nel suddetto parere, risulterebbero notevolmente affievoliti”. In proposito, il rappresentante del Governo precisa che la formulazione iniziale dell’articolo 14 aveva il solo scopo di far fronte a eventuali fluttuazioni del cambio che potessero pregiudicare l’esatto ammontare dei pagamenti dovuti. Si può osservare che l’atto senato 2667 prevede il finanziamento di diverse Istituzioni finanziarie internazionali e l’impiego italiano verso queste ultime è stato definito in euro tranne quello a favore del Trust Fund per l’iniziativa HIPC (precisato appunto dagli articoli 11 e 12). Quest’ultimo impegno è stato formulato in dollari e, in sede di elaborazione del testo del disegno di legge, è stato convertito in euro. Ciò può comportare, tuttavia, delle variazioni rispetto al momento in cui si effettueranno i pagamenti richiesti. Poiché tale incertezza riguarda solamente i pagamenti previsti dall’articolo 12, i riferimento al monitoraggio anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978 n. 468, e successive modificazioni può riferirsi esclusivamente ai pagamenti previsti da comma 1 dello stesso articolo 12.
Il senatore MARTONE (Verdi-U) purdichiarandosi soddisfatto dalle delucidazione svolte dal rappresentante del Governo, preannuncia la presentazione in Assemblea di un ordine del giorno volto a impegnare il Governo, attraverso i rappresentanti dell’Italia nei Fondi multilaterali di sviluppo perché vengano applicati e sostenuti criteri di valutazione che tengano conto dell’impatto ambientale e sociale dei progetti finanziati e si predisponga un meccanismo chiaro e verificabile per sottoporre al Parlamento una completa ed approfondita relazione sull’efficacia dei Fondi multilaterali e sulla partecipazione italiana alla loro gestione e ricostituzione.
Ha quindi la parola il relatore PROVERA il quale illustra brevemente gli emendamenti da lui presentati e volti a recepire le indicazioni espresse dalla Commissione bilancio in sede consultiva. Dichiara, altresì, di concordare con le indicazioni di massima contenute nell’ordine del giorno preannunciato dal senatore Martone.
Verificata la presenza del numero legale, sono approvati con votazioni distinte gli emendamenti 1.1, 2.1, 3.1, 4.1, 5.1, 6.1, 7.1, 8.1, 9.1, 10.1, 12.1 e 14.1.
La Commissione conferisce quindi mandato al relatore a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge con le proposte emendative approvate.
AFFARI COSTITUZIONALI (1a)
Sottocommissione per i pareri
MARTEDI' 10 FEBBRAIO 2004
167a Seduta
Presidenza del Presidente
FALCIER
Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gagliardi.
La seduta inizia alle ore 14,35.
(omissis)
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere alla 3ª Commissione. Esame. Parere non ostativo)
Il relatore MAGNALBO'(AN) illustra il disegno di legge in titolo con il quale viene autorizzata la partecipazione finanziaria dell'Italia a sei Fondi internazionali, garantendo attività di cooperazione multilaterale di varia natura. Propone di esprimere, per quanto di competenza, un parere non ostativo.
La Sottocommissione concorda con il relatore.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDI’ 28 GENNAIO 2004
273a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia
e le finanze Maria Teresa Armosino.
La
seduta inizia alle ore 15,55.
(omissis)
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere alla 3a Commissione. Esame e rinvio)
Il relatore GRILLOTTI (AN) illustra il provvedimento in titolo, per i profili di competenza, segnalando che le autorizzazioni di spesa relative ai contributi previsti agli articoli 1, 3, 5, 7, 9 sono configurate come limiti massimi di spesa a differenza delle disposizioni di cui all’articolo 11 per le quali è indicata una previsione di spesa. Data l’indicazione di una clausola di monitoraggio degli oneri nell’articolo 14, occorre valutare l’opportunità di specificare se la suddetta clausola sia da riferirsi alle norme indicate dall’articolo 11, nonché se si tratti di una fattispecie per la quale è già previsto il ricorso al Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine. Ove non fosse già previsto il ricorso al suddetto Fondo occorre valutare l’opportunità di riformulare la clausola di monitoraggio stessa. In relazione agli oneri connessi agli articoli 1, 7, 9 e 11 segnala che non sussistono risorse adeguate sugli accantonamenti del fondo speciale ivi indicato per l’anno 2003. In ogni caso occorre riformulare le coperture finanziarie facendo riferimento al triennio 2003-2005 per gli oneri relativi al 2003, trattandosi di spese connesse ad obblighi internazionali, nonché al triennio 2004-2006 per gli altri oneri. Sull’articolo 13, concernente il versamento ad un conto corrente di tesoreria delle somme indicate negli articoli 2, 4, 6 e 8, rileva l’esigenza di acquisire conferma che si tratti di una fattispecie di gestione fuori bilancio indicata dall’articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 novembre 2003, al fine di verificarne la compatibilità con le norme contenute nell’articolo 93, comma 8, della legge n. 289 del 2002, concernenti misure volte a ricondurre all’unità del bilancio dello Stato le gestioni che interessano la finanza statale.
Il sottosegretario ARMOSINO si riserva di fornire i necessari chiarimenti in altra seduta.
Il seguito dell’esame viene quindi rinviato.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDI’ 18 FEBBRAIO 2004
286a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Intervengono i sottosegretari di Stato per l’economia e le finanze Maria Teresa Armosino e per l’interno D’Alì.
La seduta inizia alle ore 15.
(omissis)
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere alla 3a Commissione. Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana del 28 gennaio scorso.
Il sottosegretario ARMOSINO deposita agli atti della Sottocommissione due note predisposte, rispettivamente, dalla Ragioneria generale dello Stato e dall’Ufficio legislativo del Ministero dell’economia e delle finanze, concernenti alcuni chiarimenti sui profili finanziari connessi al provvedimento in titolo.
Il presidente AZZOLLINI propone di rinviare il seguito dell’esame del provvedimento ad altra seduta, al fine di svolgere gli opportuni approfondimenti.
La Sottocommissione conviene con la proposta del Presidente ed il seguito dell’esame viene quindi rinviato.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MARTEDI’ 24 FEBBRAIO 2004
288a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Intervengono i sottosegretari di Stato per l’economia e le
finanze Molgora e per l’interno
Balocchi.
La seduta inizia alle ore 14,50.
(omissis)
(2667) Partecipazione finanziaria dell’ Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere alla 3a Commissione. Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana del 18 febbraio.
Il relatore GRILLOTTI (AN), sulla base delle considerazioni emerse e dei chiarimenti offerti dal Governo nel corso della precedente seduta, illustra la seguente proposta di parere: “La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo alle seguenti condizioni, rese ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione:
1) che, all’articolo 1, le parole: “di euro 546.570.000 per il periodo 2003-2004” vengano sostituite dalle altre: “di euro 364.380.000 per l’anno 2003 e di euro 182.190.000 per l’anno 2004”;
2) che l’articolo 2 venga sostituito dal seguente: “1. All’onere derivante dall’articolo 1 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero”;
3) che all’articolo 3, le parole: “di euro 3.500.000 per il periodo 2004-2006” vengano sostituite dalle seguenti: “di euro 1.750.000 per l’anno 2004 e di euro 875.000 per ciascuno degli anni 2005-2006”;
4) il comma 1 dell’articolo 4, è sostituito dal seguente: “1. Al relativo onere si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006 nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero”;
5) che all’articolo 5, le parole: “di euro 118.900.000 per il periodo 2004-2006” vengano sostituite dalle altre: “di euro 59.450.000 per l’anno 2004 e di euro 29.725.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006”;
6) che il comma 1 dell’articolo 6 venga sostituito dal seguente: “1. All’onere derivante dall’articolo 5, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006 nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero”;
7) che all’articolo 7, le parole: “di euro 146.701.993 per il periodo 2003-2004” vengano sostituite dalle altre: “di euro 55.410.172 per l’anno 2003 e di euro 91.291.821 per l’anno 2004”;
8) che il comma 1 dell’articolo 8, venga sostituito dal seguente: “1. All’onere derivante dall’articolo 7 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero”;
9) che all’articolo 9, le parole: “di euro 41.544.000 per il periodo 2003-2005” vengano sostituite dalle altre: “di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2003-2005”;
10) che il comma 1, dell’articolo 10, venga sostituito dal seguente: “1. All’onere derivante dall’articolo 9 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero”;
11) che l’articolo 12 venga sostituito dal seguente: “«Art. 12» 1. All’onere derivante dall’articolo 11, valutato in euro 19.818.671 per l’anno 2003 ed in euro 8.181.329 per l’anno 2004 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. 2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell’attuazione del comma 1, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti adottati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, n. 2), della medesima legge n. 468 del 1978”;
12) che venga soppresso l’articolo 14.”.
Il sottosegretario MOLGORA chiede di disporre di un tempo aggiuntivo al fine di valutare la proposta di parere testé illustrata.
Su proposta del PRESIDENTE, la Sottocommissione conviene, infine, di rinviare il seguito dell’esame.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDI’ 25 FEBBRAIO 2004
289a Seduta
Presidenza del
Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Maria Teresa Armosino.
La seduta inizia alle ore 9,20.
(omissis)
(2667) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere alla 3a Commissione. Seguito dell’esame e conclusione. Parere condizionato, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione)
Riprende l’esame sospeso nella seduta di ieri.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che nella precedente seduta è stata illustrata una proposta di parere relativa al disegno di legge in titolo.
Con l’avviso favorevole della Rappresentante del Governo, la Sottocommissione approva, infine, lo schema di parere proposto dal relatore.
La seduta termina alle ore 9,30.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDI' 28 GENNAIO 2004
34a Seduta
La Sottocommissione, riunitasi sotto la presidenza del presidente Costa, ha adottato le seguenti deliberazioni per i provvedimenti deferiti:
alla 3a Commissione:
(2667) Partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali: parere favorevole
BILANCIO (3a)
Sottocommissione per i pareri
MARTEDI’ 15 GIUGNO 2004
337a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Maria Teresa Armosino.
La seduta inizia alle ore 15,25.
(omissis)
(2667-A) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere all’Assemblea. Esame e rinvio)
Il relatore FERRARA (FI) illustra il provvedimento in titolo rilevando, per quanto di propria competenza, che le modifiche proposte dalla Commissione di merito recepiscono le condizioni rese dalla Commissione bilancio. Tuttavia, si segnala che la somma degli oneri recati dagli articoli 1, 7, 9 e 11, relativamente all’esercizio 2003, risulta eccedente rispetto agli importi disponibili, per il medesimo anno, sull’accantonamento del Fondo speciale impiegato a copertura finanziaria del provvedimento.
Essendosi il sottosegretario ARMOSINO riservato di replicare alle considerazioni del relatore nella successiva seduta, su proposta del PRESIDENTE, la Sottocommissione conviene, infine, di rinviare il seguito dell’esame.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDI’ 16 GIUGNO 2004
339a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Contento.
La seduta inizia alle ore 15,30.
(omissis)
(2667-A) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere all’Assemblea. Rinvio del seguito dell’esame)
Riprende l’esame sospeso nella seduta di ieri.
Il presidente AZZOLLINI chiede al rappresentante del Governo se siano disponibili chiarimenti in ordine ai rilievi espressi dal relatore nella precedente seduta.
Il sottosegretario CONTENTO si riserva di fornire i suddetti chiarimenti in una successiva seduta.
Su proposta del PRESIDENTE, la Sottocommissione conviene infine di rinviare il seguito dell’esame.
La seduta termina alle ore 15,50.
BILANCIO (Va)
Sottocommissione per i pareri
GIOVEDI’ 17 GIUGNO 2004
340a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Maria Teresa Armosino.
La seduta inizia alle ore 9,25.
(omissis)
(2667-A) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere all’Assemblea. Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.
Il presidente AZZOLLINI chiede al sottosegretario Maria Teresa Armosino se può fornire chiarimenti rispetto alle osservazioni emerse nel precedente dibattito sugli aspetti finanziari del provvedimento in titolo.
Il sottosegretario Mara Teresa ARMOSINO, richiamando le segnalazioni del relatore circa il fatto che la somma degli oneri recati dagli articoli 1, 7, 9 e 11 del disegno di legge in esame per l’anno 2003 non coincide con l’ammontare delle quote slittate dello stanziamento del fondo speciale di parte capitale di competenza del Ministero degli affari esteri per il medesimo anno (come previste dall’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468 del 1978), pari a 439.608.843 euro, conferma la necessità di contenere le citate autorizzazioni di spesa per l’anno 2003 nel limite del suddetto ammontare. A tal fine, propone di riformulare gli articoli 9 e 10 del disegno di legge in titolo, sostituendo l’articolo 9 con il seguente testo: “E’ autorizzata la partecipazione dell’Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD, con un contributo di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006.”, nonché sostituendo l’articolo 10 nel seguente modo: “All’onere derivante dall’articolo 9, pari ad euro 13.848.000 per ciascuno degli anni dal 2004 al 2006, si provvede per i medesimi anni mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2004, parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero medesimo”.
Su proposta del PRESIDENTE, la Sottocommissione conviene, infine, di rinviare il seguito dell’esame, onde consentire la valutazione delle proposte di riformulazione testé illustrate dal sottosegretario Maria Teresa Armosino.
La seduta termina alle ore 9,45.
BILANCIO (1a)
Sottocommissione per i pareri
GIOVEDÌ 1° LUGLIO 2004
344a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Intervengono i sottosegretari di Stato per l’economia e le finanze Vegas e per l’interno D’Alì.
La seduta inizia alle ore 9,15.
(omissis)
(2667-A) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere all’Assemblea. Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame sospeso nella seduta del 17 giugno.
Il presidente AZZOLLINI, alla luce dei chiarimenti forniti in precedenza dal Sottosegretario all’economia ed alle finanze, fa presente che sussistono ancora alcuni problemi connessi alla copertura finanziaria degli oneri a carico dei fondi speciali per l’anno 2003.
Il sottosegretario VEGAS si riserva di fornire ulteriori chiarimenti nel corso delle prossime sedute.
Il seguito dell’esame viene, quindi, rinviato.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDI’ 14 LUGLIO 2004
350a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Contento.
La seduta inizia alle ore 15,40.
(omissis)
(2667-A) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere all’Assemblea. Rinvio del seguito dell’esame)
Riprende l’esame sospeso nella seduta del 1° luglio.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che nella precedente seduta il rappresentante del Governo si era riservato di fornire ulteriori chiarimenti sui problemi inerenti alla copertura finanziaria del provvedimento, con particolare riferimento ai fondi speciali relativi al 2003.
Avendo il sottosegretario CONTENTO chiesto di disporre di un tempo aggiuntivo per fornire i suddetti chiarimenti, su proposta del PRESIDENTE, la Sottocommissione conviene di rinviare il seguito dell’esame.
BILANCIO (5a)
Sottocommissione per i pareri
MARTEDI’ 20 LUGLIO 2004
352a Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Maria Teresa Armosino.
La seduta inizia alle ore 15.
(omissis)
(2667-A) Partecipazione finanziaria dell' Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
(Parere all’Assemblea. Seguito e conclusione dell’esame. Parere condizionato, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione)
Riprende l’esame sospeso nella seduta del 14 luglio.
Il sottosegretario Maria Teresa ARMOSINO, ad integrazione delle considerazioni già svolte nella seduta del 17 giugno scorso, conferma che le quote del fondo speciale relativo al Ministero dell’economia e delle finanze conservante alla fine dell’esercizio finanziario 2003 per essere utilizzate nell’esercizio 2004 risultano insufficienti per la copertura degli oneri recanti per l’anno 2003 dal provvedimento in titolo. In particolare la quota di oneri relativa all’articolo 1, nel testo in esame pari a complessivamente 439.608.843 euro, andrebbe ridotta di 3 milioni di euro, in quanto eccedente rispetto alle somme allo stato disponibili. Propone pertanto di riformulare l’articolo 1 del disegno di legge in esame per posporre l’onere di 3 milioni di euro suindicato all’anno 2005. Conseguentemente, ritiene opportuno adeguare la formulazione dell’articolo 2. Ribadisce, infine, l’opportunità di riformulare l’articolo 9 e 10 secondo le indicazioni già fornite nel corso della citata seduta del 17 giugno.
Preso atto dei chiarimenti forniti dal Sottosegretario, il relatore FERRARA (FI) illustra una proposta di parere del seguente tenore: “La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo alle seguenti condizioni rese ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione:
a) che il comma 1 dell'articolo 1 venga sostituito dal seguente: «1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla XIII ricostituzione delle risorse dellaInternational Development Association (IDA), con un contributo di euro 361.380.000 per l’anno 2003, di euro 182.190.000 per l’anno 2004 e di euro 3.000.000 per l'anno 2005»;
b) che il comma 1 dell'articolo 2 venga sostituito dal seguente: «1. All’onere derivante dall’articolo 1, si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero»;
c) che il comma 1 dell'articolo 9 venga sostituito dal seguente: «E’ autorizzata la partecipazione dell’Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD, con un contributo di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006»;
d) che il comma 1 dell'articolo 10 venga sostituito dal seguente: «All’onere derivante dall’articolo 9, si provvede per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2004, parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero medesimo».
La Sottocommissione approva infine la proposta del relatore.
SENATO DELLA REPUBBLICA ¾¾¾¾¾¾¾¾ XIV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾
|
N. 2667-A
RELAZIONE DELLA 3ª COMMISSIONE PERMANENTE (AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE) |
(Relatore PROVERA) |
Comunicata alla Presidenza il 9 marzo 2004 SUL DISEGNO DI LEGGE
Partecipazione
finanziaria dell’Italia alla ricostituzione
presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 19 DICEMBRE 2003 ———– |
Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge intende autorizzare la partecipazione finanziaria dell’Italia a sei istituzioni internazionali (IDA, SDF, GEF, FAS, IFAD, Trust FUND per l’iniziativa HIPC).
La prima di queste istituzioni è l’IDA (Associazione internazionale per lo sviluppo), ormai giunta alla XII ricostituzione e che rappresenta uno dei due pilastri della Banca Mondiale e soprattutto la principale fonte di finanziamento per i 79 Paesi più poveri del globo. Queste le caratteristiche dei finanziamenti corrisposti dall’IDA: i prestiti vengono concessi esclusivamente ai Governi, senza interessi e prevalentemente con tempi di restituzione piuttosto lunghi, intorno ai 40 anni. Da questo elevato termine di restituzione e dalla mancanza di interessi sulle somme erogate a finanziamento, deriva la necessità di ricostituire con frequenza le risorse finanziarie dell’Associazione. Da una valutazione dell’operato dell’IDA nel decennio 1994-2004, si deduce che l’Associazione ha molto modificato le direttrici della propria azione prestando sempre maggiore attenzione alle attività di impulso sul buon governo delle risorse nei Paesi beneficiari ed in particolare alle spese nel settore dei servizi sociali e dell’impatto ambientale. Il contributo italiano per il periodo 2003-2004 ammonta a 546,5 milioni di euro, ossia il 3,8 per cento del totale necessario alla ricostituzione. L’IDA è ritenuto cruciale per l’ottenimento degli obiettivi previsti dal progetto Millenium Development Goals coerentemente con gli indirizzi espressi in sede G7 sulla Riforma delle banche di sviluppo.
Lo SDF (Fondo speciale di sviluppo) rappresenta lo sportello della Banca di sviluppo dei Caraibi, che agisce come un ente di finanziamento per la cooperazione multilaterale di area. Il periodo di ricostituzione è di quattro anni. Gli obiettivi di riduzione della povertà consistono nei seguenti pilastri di azione: supporto alla crescita delle economie dei Paesi; sostegno alle fasce di popolazione meno abbienti; rafforzamento della Good governance; protezione dell’ambiente e miglioramento dell’integrazione nella regione. L’Italia intende contribuire con 3,5 milioni di euro, il che significa una riduzione dell’ammontare del contributo in percentuale rispetto al passato. È da precisare che questa riduzione è dovuta a considerazioni politiche sul ruolo dell’Italia nell’area caraibica, pur nella volontà di mantenere un segno di attenzione, incoraggiamento e concreto sostegno allo sviluppo dei Paesi di quella zona.
Il GEF (Fondo per l’Ambiente Globale) è un fondo multilaterale governato da un Consiglio composto da 32 membri che rappresentano altrettanti Paesi; l’Italia ha la titolarità di un seggio e dunque partecipa all’attività di indirizzo e di governance del Fondo. Il Fondo è impegnato tradizionalmente in quattro aree: biodiversità; cambiamenti climatici; acque internazionali e assottigliamento dello strato d’ozono. Nella recente Assemblea di Pechino del 2002, è emersa la decisione di aggiungere altre due finalità: lotta alle sostanze inquinanti persistenti e al degrado del territorio.
L’Italia, mantenendo un contributo di circa 118,9 milioni di euro per il triennio 2004-2006, ossia il 4,20 per cento circa, si attesta al sesto posto nella graduatoria dei Paesi donatori.
L’AFDF (Fondo africano di sviluppo) conduce un’azione di sostegno e cooperazione allo sviluppo con particolare riferimento all’Africa subsahariana, concedendo finanziamenti a dono per operazioni di assistenza tecnica, o crediti a lunga scadenza (cinquant’anni). Il contributo italiano è di circa 146 milioni di euro e si tratta di un impegno che fa seguito alle dichiarazioni di sostegno alla lotta alla povertà che il Governo ha avanzato a Genova.
L’IFAD (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) è stato creato nel 1978 ed ha la sua sede a Roma. Si tratta di una agenzia delle Nazioni Unite e mira a sostenere lo sviluppo delle popolazioni povere nelle zone rurali mediante prestiti con termini di restituzione di 40 anni, sui quali non è dovuto nessun interesse passivo e che prevedono una commissione di servizio annuale che ammonta allo 0,75 per cento. I fini che si propone l’IFAD sono: rafforzare le capacità di accesso alle risorse tecnologiche da parte delle popolazioni rurali; eliminare le disuguaglianze promuovendo misure redistributive; garantire una maggiore partecipazione delle donne ai benefici indotti dall’esecuzione dei nuovi progetti di sviluppo. Il carattere dell’IFAD è quello della diversificazione dei progetti finanziati che variano a seconda delle zone in cui vengono realizzati. La quota italiana di partecipazione è di 40 milioni di dollari, pari all’8,7 per cento del totale dei Paesi dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE): dall’entità del contributo deriva la spettanza di un seggio permanente nel Consiglio di amministrazione; il contributo ammonta a circa 41,5 milioni di euro per il triennio 2003-2005.
Il Trust Fund per l’iniziativa HIPC (Heavily indebted poor countries) si propone l’obiettivo di cancellare il debito dei Paesi più poveri maggiormente indebitati. L’iniziativa è nata nel 1996 dal G7 e dal Fondo monetario internazionale. Il fondo fiduciario HIPC, amministrato dalla Banca mondiale, raccoglie tanto il reddito netto della stessa Banca, quanto i contributi volontari bilaterali dei Paesi donatori. Il rifinanziamento dell’HIPC Trust Fund prevede un impegno finanziario diretto di circa 20 milioni di euro per l’anno 2003 e di circa 8,2 milioni per il 2004, da versare entro la fine del 2004.
Questi rifinanziamenti garantiscono attività di cooperazione multilaterale assai varie tra loro. Alcuni di questi fondi tendono al perseguimento di obiettivi ecologici, ambientali ed in generale a perseguire finalità che non troverebbero l’interesse di un investitore privato perché di bassa o nulla redditività, cioè non rientranti nel novero degli obiettivi economicamente proficui nell’attuale sistema economico globale. Altri sono fondi multilaterali di area, volti cioè a confermare il contributo dell’Italia alla cooperazione allo sviluppo su base multilaterale mirata.
La Commissione ha modificato il provvedimento al fine di accogliere le indicazioni desumibili dal parere della 5ª Commissione permanente.
Sulla base degli elementi di fatto e delle considerazioni che precedono, la Commissione raccomanda all’Assemblea l’approvazione del disegno di legge, come emendato.
Provera, relatore
PARERE DELLA 1ª COMMISSIONE PERMANENTE
(AFFARI COSTITUZIONALI, AFFARI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E DELL’INTERNO, ORDINAMENTO GENERALE DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE)
(Estensore: Magnalbò)
10 febbraio 2004
La Commissione, esaminato il disegno di legge, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
PARERE DELLA 5ª COMMISSIONE PERMANENTE
(PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, BILANCIO)
(Estensore: Grillotti)
25 febbraio 2004
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge, esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo alle seguenti condizioni, rese ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione:
1) che, all’articolo 1, le parole: «di euro 546.570.000 per il periodo 2003-2004» vengano sostituite dalle altre: «di euro 364.380.000 per l’anno 2003 e di euro 182.190.000 per l’anno 2004»;
2) che l’articolo 2 venga sostituito dal seguente:
«Art. 2. – 1. All’onere derivante dall’articolo 1 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero»;
3) che all’articolo 3, le parole: «di euro 3.500.000 per il periodo 2004-2006» vengano sostituite dalle seguenti: «di euro 1.750.000 per l’anno 2004 e di euro 875.000 per ciascuno degli anni 2005-2006»;
4) il comma 1 dell’articolo 4 è sostituito dal seguente:
«1. Al relativo onere si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006 nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero»;
5) che all’articolo 5, le parole: «di euro 118.900.000 per il periodo 2004-2006» vengano sostituite dalle altre: «di euro 59.450.000 per l’anno 2004 e di euro 29.725.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006»;
6) che il comma 1 dell’articolo 6 venga sostituito dal seguente:
«1. All’onere derivante dall’articolo 5 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero»;
7) che all’articolo 7, le parole: «di euro 146.701.993 per il periodo 2003-2004» vengano sostituite dalle altre: «di euro 55.410.172 per l’anno 2003 e di euro 91.291.821 per l’anno 2004»;
8) che il comma 1 dell’articolo 8 venga sostituito dal seguente:
«1. All’onere derivante dall’articolo 7 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero»;
9) che all’articolo 9, le parole: «di euro 41.544.000 per il periodo 2003-2005» vengano sostituite dalle altre: «di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2003-2005»;
10) che il comma 1 dell’articolo 10 venga sostituito dal seguente:
«1. All’onere derivante dall’articolo 9 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero»;
11) che l’articolo 12 venga sostituito dal seguente:
–«Art. 12. – 1. All’onere derivante dall’articolo 11, valutato in euro 19.818.671 per l’anno 2003 ed in euro 8.181.329 per l’anno 2004 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell’attuazione del comma 1, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti adottati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, n. 2), della medesima legge n. 468 del 1978»;
12) che venga soppresso l’articolo 14.
DISEGNO DI LEGGE |
DISEGNO DI LEGGE |
Testo d’iniziativa del Governo |
Testo proposto dalla Commissione |
—- |
—- |
Art. 1. |
Art. 1. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla XIII ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA), con un contributo di euro 546.570.000 per il periodo 2003-2004. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla XIII ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA), con un contributo di euro 364.380.000 per l’anno 2003 e di euro 182.190.000 per l’anno 2004. |
Art. 2. |
Art. 2. |
1. All’onere derivante dall’articolo 1, pari ad euro 364.380.000 per l’anno 2003 e ad euro 182.190.000 per l’anno 2004, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
1. All’onere derivante dall’articolo 1 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
Art. 3. |
Art. 3. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla V ricostituzione delle risorse del Fondo speciale di sviluppo della Banca di sviluppo dei Caraibi, con un contributo di euro 3.500.000 per il periodo 2004-2006. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla V ricostituzione delle risorse del Fondo speciale di sviluppo della Banca di sviluppo dei Caraibi, con un contributo di euro 1.750.000 per l’anno 2004 e di euro 875.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006. |
Art. 4. |
Art. 4. |
1. All’onere derivante dall’articolo 3, pari ad euro 1.750.000 per l’anno 2004 e ad euro 875.000 per gli anni 2005 e 2006, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
1. All’onere derivante dall’articolo 3 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
Art. 5. |
Art. 5. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla III ricostituzione della Global Environment Facility (GEF), con un contributo di euro 118.900.000 per il periodo 2004-2006. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla III ricostituzione della Global Environment Facility (GEF), con un contributo di euro 59.450.000 per l’anno 2004 e di euro 29.725.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006. |
Art. 6. |
Art. 6. |
1. All’onere derivante dall’articolo 5, pari ad euro 59.450.000 per l’anno 2004 e ad euro 29.725.000 per gli anni 2005 e 2006, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
1. All’onere derivante dall’articolo 5 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
Art. 7. |
Art. 7. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla IX ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo, con un contributo di euro 146.701.993 per il periodo 2003-2004. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla IX ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo, con un contributo di euro 55.410.172 per l’anno 2003 e di euro 91.291.821 per l’anno 2004. |
Art. 8. |
Art. 8. |
1. All’onere derivante dall’articolo 7, pari ad euro 55.410.172 per l’anno 2003 e ad euro 91.291.821 per l’anno 2004, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
1. All’onere derivante dall’articolo 7 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
Art. 9. |
Art. 9. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD, con un contributo di euro 41.544.000 per il periodo 2003-2005. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD, con un contributo di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005. |
Art. 10. |
Art. 10. |
1. All’onere derivante dall’articolo 9, pari ad euro 13.848.000 per ciascuno degli anni dal 2003 al 2005, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
1. All’onere derivante dall’articolo 9 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
Art. 11. |
Art. 11. |
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla prima ricostituzione delle risorse del Trust Fund per l’Iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries), con un contributo di dollari 31.000.000 per il periodo 2003-2004. |
Identico |
Art. 12. |
Art. 12. |
1. All’onere derivante dall’articolo 11, valutato in euro 19.818.671 per l’anno 2003 ed in euro 8.181.329 per l’anno 2004, si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
1. All’onere derivante dall’articolo 11, valutato in euro 19.818.671 per l’anno 2003 ed in euro 8.181.329 per l’anno 2004, si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
|
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell’attuazione del comma 1, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti adottati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, numero 2), della medesima legge n. 468 del 1978. |
Art. 13. |
Art. 13. |
1. Le somme di cui agli articoli 2, 4, 6 e 8 sono versate su un apposito conto corrente infruttifero, istituito presso la Tesoreria centrale, intestato al Dipartimento del tesoro e denominato «Partecipazione italiana a banche, fondi ed organismi internazionali», dal quale saranno prelevate per provvedere all’erogazione dei contributi autorizzati dalla presente legge. |
Identico |
2. In relazione a quanto disposto dagli articoli 2, 4, 6, 8, 10 e 12 il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. |
|
Art. 14. |
Soppresso |
1. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell’attuazione della presente legge, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti adottati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, n. 2), della medesima legge n. 468 del 1978. |
|
SENATO DELLA REPUBBLICA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XIV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾
|
|
657a SEDUTA |
PUBBLICA |
RESOCONTO STENOGRAFICO |
|
GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE 2004 (Antimeridiana) |
|
Presidenza del presidente PERA, indi del vice presidente DINI |
_________________
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democratici di Sinistra-l'Ulivo: DS-U; Forza Italia: FI; Lega Padana: LP; Margherita-DL-l'Ulivo: Mar-DL-U; Per le Autonomie: Aut; Unione Democristiana e di Centro: UDC; Verdi-l'Ulivo: Verdi-U; Misto: Misto; Misto-Comunisti Italiani: Misto-Com; Misto-Lega per l'Autonomia lombarda: Misto-LAL; Misto-Libertà e giustizia per l'Ulivo: Misto-LGU; Misto-MSI-Fiamma Tricolore: Misto-MSI-Fiamma; Misto-Nuovo PSI: Misto-NPSI; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-PRI; Misto-Rifondazione Comunista: Misto-RC; Misto-Socialisti democratici Italiani-SDI: Misto-SDI; Misto Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.
_________________
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente PERA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,33).
(omissis)
Discussione del disegno di legge:
(2667) Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali (Relazione orale)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2667.
La relazione è stata stampata e distribuita.
Dichiaro pertanto aperta la discussione generale che, come convenuto, avrà luogo nella seduta antimeridiana di martedì prossimo.
Rinvio pertanto il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.
SENATO DELLA REPUBBLICA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XIV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾
|
|
659a SEDUTA |
PUBBLICA |
RESOCONTO STENOGRAFICO |
|
MARTEDÌ 28 SETTEMBRE 2004 (Antimeridiana) |
|
Presidenza del vice presidente SALVI |
- _________________
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democratici di Sinistra-l'Ulivo: DS-U; Forza Italia: FI; Lega Padana: LP; Margherita-DL-l'Ulivo: Mar-DL-U; Per le Autonomie: Aut; Unione Democristiana e di Centro: UDC; Verdi-l'Ulivo: Verdi-U; Misto: Misto; Misto-Comunisti Italiani: Misto-Com; Misto-Lega per l'Autonomia lombarda: Misto-LAL; Misto-Libertà e giustizia per l'Ulivo: Misto-LGU; Misto-MSI-Fiamma Tricolore: Misto-MSI-Fiamma; Misto-Nuovo PSI: Misto-NPSI; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-PRI; Misto-Rifondazione Comunista: Misto-RC; Misto-Socialisti democratici Italiani-SDI: Misto-SDI; Misto Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.
_________________
Presidenza del vice presidente SALVI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,01).
(omissis)
Seguito della discussione del disegno di legge:
(2667) Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2667.
Ricordo che nella seduta antimeridiana del 23 settembre è stata dichiarata aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il senatore Martone, il quale nel corso del suo intervento illustrerà anche l’ordine del giorno G1.
Il senatore Martone ha facoltà di parlare.
MARTONE (Verdi-U). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, gli acronimi contenuti nel disegno di legge in discussione nascondono alcune delle grandi sfide che la comunità internazionale si trova davanti da decenni: dalla lotta alla povertà allo sviluppo sostenibile, dalla riduzione del debito estero alla lotta alla fame e al sottosviluppo in Africa.
È il caso della GEF, costituita prima della Conferenza di Rio del 1992, struttura tripartita tra UNEP, UNDP e Banca mondiale con lo scopo di proteggere i beni pubblici globali (acqua, biodiversità, clima, fascia di ozono), i cui sforzi però spesso vengono pregiudicati e contraddetti da progetti di sviluppo distruttivi finanziati da banche pubbliche e private, fra cui anche la Banca mondiale; o quello del Fondo fiduciario per il sostegno all’iniziativa HIPC, partita con troppo ritardo e che stenta ad aggredire efficacemente il problema del debito estero dei Paesi in via di sviluppo, stretta com’è tra mancanza di volontà politica dei Governi creditori e criteri di accesso essenzialmente fondati su parametri macroeconomici piuttosto che di sviluppo umano.
Nel mio intervento vorrei però concentrarmi sull’IDA (International Development Association), agenzia del gruppo della Banca mondiale dedicata soprattutto al prestito ai Paesi in via di sviluppo, ai Paesi più poveri.
L’ultimo negoziato per la tredicesima ricostituzione di capitale dell’IDA, terminato nel 2002, di cui oggi stiamo trattando, è stato caratterizzato da alcuni temi cruciali, il primo dei quali riguardava la percentuale di fondi IDA da destinare a contributi a dono rispetto a quelli ripagabili, sia pure a tasso di interesse zero.
Si tratterebbe, insomma, di aumentare la quota annuale dei doni, pari al 34 per cento del bilancio annuale dell’IDA, fino alla soglia del 50 per cento ed oltre, ciò che da una parte comporterebbe senz’altro un minore indebitamento dei Paesi impoveriti sul lungo periodo, ma dall’altro priverebbe gradualmente la Banca mondiale di entrate finanziarie dai pagamenti dei prestiti.
La strategia americana (gli Stati Uniti sono i maggiori sostenitori di questa trasformazione da prestiti a dono) è stata ed è contrastata tuttora dai Paesi europei poiché nasconde un criterio di avvizzimento progressivo dei bilanci dell’IDA, per poter poi facilmente sostituire gli aiuti elargiti dalla Banca mondiale con aiuti bilaterali maggiormente controllabili e condizionabili, dal punto di vista politico, che bypasserebbero quindi i Governi e rappresenterebbero soprattutto una fonte di finanziamento privilegiato per le grandi Charity organizations, i grandi enti di beneficenza privata statunitensi che, spesso e volentieri, sono una parte integrante della politica estera di quel Paese e quindi operano con criteri di selezione esclusivamente di convenienza politico-strategica.
La questione dei grants versus loans è anche dibattuta a livello non governativo, poiché per molti osservatori la progressiva sostituzione dei prestiti con contributi a dono renderebbe l’IDA né più e né meno un’agenzia concorrente rispetto all’UNDP, agenzia specializzata dell’ONU che già fornisce contributi a dono, al punto tale da rendere quest’ultima superflua.
Esiste quindi una contraddizione di mandato, di attribuzione di funzioni per quanto riguarda la Banca mondiale da una parte e alcune agenzie specializzate dell’ONU dall’altra, elemento, questo, che pregiudica tuttora molti degli sforzi che l’ONU cerca di dedicare sia alla lotta alla povertà, sia allo sviluppo sostenibile.
La Conferenza di Monterrey su "Finanziamenti per lo sviluppo" del 2002 ha cercato di affrontare questa contraddizione raccomandando, tra l’altro, un ruolo maggiormente incisivo dell’ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite), ma non prendendo posizione sull’elemento che, secondo noi, è fondamentale, a maggior ragione oggi che si discute anche di riforma dell'ONU, ovverosia la proposta, avanzata da più parti, della creazione di un Consiglio di sicurezza economico e sociale nel quale tutte queste contraddizioni verrebbero risolte alla radice.
Attorno all’IDA, poi, vengono affrontate altre tematiche che riguardano specificamente le filosofie di fondo e i criteri d'intervento dell’aiuto allo sviluppo e della cooperazione internazionale. Tra questi, vorrei ricordare la discussione, in ambito IDA, sul ruolo del settore privato e la possibilità di destinare parte di questi fondi pubblici per la lotta alla povertà all’espansione degli investimenti diretti esteri del settore privato o di programmi di privatizzazione che, di fatto, comporterebbero, tra l’altro, l’introduzione di tariffe d’uso per servizi sociali di base.
L’efficienza del settore privato è uno dei temi cruciali nella discussione sulle strategie di lotta alla povertà; però, questa è una discussione basata su assunti puramente ideologici, che rischia, secondo noi, di stravolgere il significato stesso della cooperazione internazionale: basti citare l’esempio delle tariffe d’uso.
Riteniamo inaccettabile un criterio che voglia monetarizzare alcuni diritti di cittadinanza fondamentali come quelli dell’accesso al welfare, a servizi di base come la sanità e l’educazione, che invece dovrebbero essere sottratti al mercato e garantiti dal pubblico accesso.
Il secondo tema, cruciale per quanto riguarda la lotta alla povertà, e quindi anche le discussioni all’interno dell’IDA riguarda il principio della selettività dell’aiuto; un concetto, questo, messo a punto da alcuni economisti della Banca mondiale, secondo i quali le scarse risorse della Banca dovrebbero essere sempre più destinate ai Paesi "best performers", ovverosia a quei Governi che decidano di liberalizzare la loro economia, di abbattere ogni barriera alla penetrazione del capitale privato straniero, che facciano della liberalizzazione e della privatizzazione una delle chiavi di volta delle loro strategie di sviluppo.
Riteniamo che questa possibilità comporti una grave aggressione alle prerogative sovrane dei Governi, al loro stesso principio di sovranità economica, che è scritto nella Carta delle Nazioni Unite, e che quello della selettività dell’aiuto sia uno degli strumenti più subdoli per la creazione di un mercato globale e per l’imposizione acritica ed antidemocratica del consenso di Washington.
Il dibattito odierno però ci dà anche l’occasione per discutere questioni molto più contingenti.
Nei prossimi giorni - domani o dopodomani - inizieranno a Washington gli incontri annuali di Banca mondiale e Fondo monetario; vi è l’urgenza per il Governo di varare la manovra finanziaria e di andare a Washington con le carte in regola.
Vorrei ricordare che anche questo finanziamento corre con estremo ritardo rispetto alla schedule originaria. Comunque, i temi fondamentali del sessantesimo, Annual meeting della Banca mondiale e del Fondo monetario riguardano, in primo luogo, la necessità di discutere in maniera innovativa e radicale delle soluzioni da dare al problema del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.
Vi sono oggi, sullo sfondo, due importanti proposte: quella dell’Amministrazione americana per la cancellazione del 100 per cento dei debiti multilaterali, vantati nei confronti della Banca mondiale e del Fondo monetario, e quella, simile, del Governo britannico nell’ambito del negoziato in vista del Vertice del G8 che si terrà l’anno prossimo.
Secondo noi, a prescindere da queste proposte, resta l'urgenza di definire processi veramente partecipativi, che vedano cioè i Governi indebitati partecipare allo stesso livello di quelli creditori e quindi cerchino di andare al di là di club privilegiati come quelli di Londra e di Parigi e che vedano anche la partecipazione della società civile e delle parti sociali maggiormente danneggiate dal peso del debito estero con modelli di arbitrato internazionale; proposte, queste, già avanzate nel caso dell’Argentina non soltanto dai Governi o dai movimenti della società civile di tutto il mondo, ma anche dalle stesse Nazioni Unite.
L'ultimo vertice del G8 di Sea Island, da questo punto di vista, ci sembra abbia fornito elementi incoraggianti. Da una parte, continua a proporre l’iniziativa HIPC, che da molti osservatori è stata ritenuta too little, too late (troppo poco e troppo tardi), estendendola per altri due anni senza rivederne i parametri di accesso; quindi, continuando ad avere un approccio esclusivamente economicistico e non di sviluppo, senza riconoscere che l’HIPC, nei suoi otto anni di vita, ha portato a risultati parziali, con la cancellazione di solo un terzo del debito estero dei Paesi più poveri, che oggi soffrono ancora un indebitamento pari a 90 miliardi di dollari.
Qui è la contraddizione di fondo: il G8 non ha esitato a discutere la necessità di cancellare totalmente il debito dell'Iraq, utilizzando la questione del debito estero né più né meno come un ulteriore strumento di politica estera, in maniera puramente discrezionale e di convenienza.
Lo stesso presidente della Banca mondiale James Wolfensohn in un’intervista al "Financial Times" di qualche giorno fa ha denunciato questa incongruenza: vengono stanziati sempre più fondi per la guerra e gli armamenti e l’attenzione che la comunità internazionale dedica oggi al terrorismo distoglie dalla priorità della lotta alla povertà, dello sviluppo sostenibile e della cancellazione del debito.
Vorrei ricordare che, secondo l’ultimo rapporto sullo sviluppo umano dell’UNDP, continuano ad essere enormi le cifre finanziarie che dai Paesi del Sud del mondo rientrano nelle nostre casse, sotto forma di restituzione del debito, di mancato accesso ai mercati e via dicendo: un totale di circa 200 miliardi di dollari.
Sempre per riportare delle cifre (Wolfensohn le menzionava nella sua intervista al "Financial Times"), ogni anno si spendono 900 miliardi di dollari in armamenti, una cifra venti volte superiore ai flussi di aiuto pubblico allo sviluppo su base globale. È, questa, una incongruenza che dimostra come nemmeno la stessa comunità internazionale sia riuscita a trarre vantaggio da quel dividendo di pace che molti di noi speravano potesse scaturire dal disarmo nucleare e dalla fine dei blocchi contrapposti.
Oltre a questi impegni, rimasti lettera morta, riteniamo vi siano altre questioni che dovrebbero sollecitare un maggior impegno da parte del Governo e che destano preoccupazione non solo in noi e in movimenti e ONG del nostro Paese e dei Paesi ricchi, ma soprattutto in organizzazioni sociali che operano nei Paesi in via di sviluppo.
Iniziative importanti e meritorie sostenute anche dalla stessa Banca mondiale, come la Commissione sulle grandi dighe o la revisione dell’industria estrattiva, sono cadute nel vuoto. La moratoria sulla costruzione di grandi dighe, il principio del consenso previo e informato, quello del risarcimento alle comunità locali dei danni subiti per progetti distruttivi, la moratoria e il sostegno dell’industria estrattiva, che servirebbe anche a cominciare a diminuire la dipendenza dei nostri modelli di sviluppo dal petrolio a vantaggio di fonti energetiche rinnovabili e su piccola scala e anche su un criterio di sovranità energetica, continuano a rimanere lettera morta, Anzi, gli impegni della Banca mondiale contraddicono queste stesse raccomandazioni.
Per questo pensiamo che il Governo italiano debba essere molto più incisivo nel board della Banca mondiale, affinché queste raccomandazioni e sollecitazioni - che provengono da un processo che ha visto cooperazione bilaterale, Governi, istituzioni finanziarie internazionali e società civile partecipare ed elaborare proposte - vengano finalmente recepite e messe in atto.
Inoltre, vorrei sottolineare che il gruppo della Banca mondiale svolge un ruolo di leadership nell'affermazione di pratiche ed approcci all'aiuto allo sviluppo. In questo senso, la corretta applicazione delle normative interne di salvaguardia relative alla valutazione di impatto socio-ambientale, la consultazione pubblica, la partecipazione, l’accesso all’informazione e la valutazione obiettiva e terza dei progetti e dei programmi rappresentano una delle principali garanzie per modalità di controllo indipendenti sull'operato di queste istituzioni e, per converso, anche sull’uso dei fondi pubblici italiani corrisposti a queste istituzioni (nel caso dell’IDA, ogni tre anni).
Ciononostante e nonostante le prese di posizione incoraggianti evocate dallo stesso presidente Wolfensohn all’inizio del suo mandato, continuiamo ad assistere, da parte della Banca mondiale e del suo management, all’intendimento di rivedere in senso peggiorativo e flessibile tali normative di salvaguardia, attribuendo maggiore discrezionalità ai Governi dei Paesi destinatari dei prestiti nel definire gli standard socio-ambientali cui questi debbono ottemperare.
Ciò, a nostro avviso, può causare un ulteriore grave pregiudizio alla qualità e l'efficacia dell'intervento della Banca mondiale e all'uso di fondi pubblici, che pregiudicherebbe anche la funzionalità e il mandato di alcuni meccanismi di valutazione indipendenti sostenute anche dall’Italia, come il pannello di ispezione (o inspection panel).
Gli effetti di questa svolta, che è in discussione proprio in questi giorni presso l’International finance corporation (la struttura della Banca che si occupa del settore privato e non solo), potrebbero essere estremamente gravi. A tale riguardo, vorrei citare una testimonianza diretta: qualche mese fa ho avuto occasione di partecipare al Forum sociale delle Americhe a Quito, in Ecuador; nel cui ambito fu creata una sorta di tribunale di opinione sulla Banca mondiale e la sovranità alimentare, presso il quale hanno partecipato e testimoniato leader campesinos, sindacalisti e attivisti dell’America Latina che si occupano di sovranità alimentare, di diritto all’acqua e di diritto al cibo.
Secondo tali testimonianze e secondo l’evidenza dei fatti, le politiche della Banca mondiale sostengono in America Latina l'espansione di colture intensive monocolturali e di OGM, nonchè la privatizzazione dell'acqua, attentando così alla sovranità alimentare e creando una condizione tale per cui si può cominciare a parlare di un vero e proprio debito ecologico e sociale che i nostri Paesi e quelle istituzioni hanno nei confronti dei Paesi indebitati (in questo caso, creditori).
Da ultimo e non da meno, vorrei richiamare l'attenzione sull'indagine in corso presso la Commissione affari internazionali del Senato americano, relativa a casi di corruzione denunciati, correlati a progetti di sviluppo della Banca mondiale, alcuni dei quali, come il progetto idroelettrico di Yacyretà (tra Argentina e Paraguay) e il Lesotho highlands water project (in Lesotho), vedono anche la partecipazione di imprese italiane e di fondi pubblici italiani tramite cooperazione bilaterale e crediti all'esportazione (SACE).
Per dare un’idea dell’entità del problema, vorrei ricordare che secondo analisi dettagliate, indipendenti e affidabili, contenute anche in alcuni documenti interni della stessa Banca mondiale, nel caso dell’Indonesia, almeno 8 miliardi di dollari di fondi della Banca mondiale sarebbero andati persi per la corruzione di quei Governi e di funzionari della Banca mondiale stessa.
Secondo quanto poi comunicato dal presidente della Commissione per le relazioni internazionali del Senato americano Richard Lugar (un repubblicano, che quindi certamente non vede un grande sostegno della parte politica che rappresento, ma che va citato per dovere di cronaca politica), dal 1946 ad oggi almeno 130 miliardi di dollari di fondi della Banca mondiale sarebbero stati deviati dal loro obiettivo istituzionale a causa della corruzione.
Una tale situazione, secondo noi, può recare grave pregiudizio al mandato istituzionale stesso della Banca mondiale ed alla sua credibilità ed efficacia, aumentando ulteriormente il fardello del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.
Riteniamo pertanto imperativo da parte del Governo italiano un impegno volto a sostenere iniziative di riforma e maggior responsabilizzazione delle attività di queste istituzioni volte ad affrontare le cause principali della corruzione, rafforzando i meccanismi di supervisione e trasparenza delle procedure di appalto e di accesso pubblico all'informazione, proponendo, tra l'altro, la creazione di un ente di supervisione indipendente che vigili e prevenga la malversazione di fondi destinati alla lotta alla povertà.
A fronte di queste considerazioni, risulta evidente anche l'urgenza di un maggior controllo da parte dei Parlamenti. Dispiace vedere un'Aula pressoché vuota quando stiamo discutendo di cifre di grande importanza, come ad esempio i 500 milioni e passa di euro che andranno a questa istituzione, che, come ho cercato di spiegare, spesso e volentieri contraddice la sua stessa ragion d'essere e che spesso e volentieri opera al di là del controllo parlamentare.
Riteniamo quindi importante continuare ad insistere in tutte le sedi affinché queste istituzioni vengano rese più trasparenti. È questo il senso dell'ordine del giorno e dell'emendamento presentati con alcuni colleghi e che mi auguro che il Governo ed il relatore possano accogliere.
In un vecchio documento confidenziale della Banca mondiale, che qualche anno fa venne fatto circolare clandestinamente e che suscitò anche per questo grande scalpore, alcuni valutatori dell'operato di tale istituto dissero che l'amnesia istituzionale è il corollario dell'ottimismo.
Con ciò intendevano dire che la Banca mondiale dimentica spesso e volentieri i danni fatti e continua a proporre una visione ottimistica del proprio operato. Si tratta di un organismo che, in termini di cultura istituzionale, cerca di dare maggiore prevalenza alla quantità dei fondi elargiti piuttosto che alla qualità degli stessi, essendo incapace di apprendere dagli errori passati anche evidenziati in propri documenti originali.
Ritengo che il Parlamento, insieme alla società civile ed ai movimenti, possa e debba far sì che tale amnesia sia curata con una cura non omeopatica ma veramente radicale, con un maggior impegno nel monitoraggio dell'indirizzo politico delle attività di tale organismo, cercando in questa maniera anche di contribuire, se pur limitatamente, a ridare centralità alle ragioni della politica e della democrazia rispetto agli imperativi del mercato e del neoliberismo.
Un'ideologia quella neoliberista e del consenso di Washighton che - secondo noi - ha ormai dimostrato tutti i suoi limiti e le sue incompatibilità, al punto da rendere ormai improrogabile un radicale ripensamento della ragion d’essere stessa di tali istituzioni, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale in primis, che del neoliberismo hanno continuato ad essere paladine ed implacabili esecutrici.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il relatore.
CASTAGNETTI, f. f. relatore. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo
MAGRI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il disegno di legge n. 2667 autorizza, come è stato detto, la partecipazione dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di diversi Fondi internazionali: l'IDA-XIII; il Fondo speciale della Banca di sviluppo dei Caraibi-V; il GEF-III; il Fondo africano di sviluppo-IX; l'IFAD-VI e la ricostituzione delle risorse del Trust Fund per l'iniziativa HIPC. Tali impegni sono stati assunti dal Governo italiano nel corso degli anni 2001-2002.
L'Atto Senato n. 2667 è stato approvato dalla Commissione affari esteri in sede referente lo scorso 3 marzo e ha ricevuto il parere positivo della Commissione bilancio.
L'approvazione di questo disegno di legge entro l'anno da parte del Parlamento risulta determinante al fine di non perdere la copertura finanziaria relativa al triennio 2004-2006. La non approvazione del provvedimento avrebbe inoltre gravi conseguenze per l'immagine dell'Italia nel contesto delle relazioni finanziarie internazionali sull'aiuto pubblico allo sviluppo, poiché rimanderebbe a tempi indefiniti i pagamenti dovuti dal nostro Paese, aumentando in tal modo il già notevole ritardo accumulato fino ad ora.
Concordiamo, purtroppo, con il senatore Martone, sul fatto che non si attribuisce a questi provvedimenti, che hanno invece grande rilievo, la dovuta importanza.
Ricordo rapidamente, ad esempio, che l'Associazione internazionale per lo sviluppo, l'International Development Association, che fa parte del gruppo Banca mondiale, rappresenta la maggiore fonte di finanziamento per i 79 Paesi più poveri del mondo, il cui reddito pro capite non superava, nel 2000, gli 885 dollari USA.
Il Fondo speciale della Banca di Sviluppo dei Caraibi è lo sportello della suddetta Banca - istituzione di cui l'Italia è membro dal 1988 - che eroga prestiti a tasso agevolato a favore dei Paesi dell'area caraibica. Finanziato con i contributi dei Paesi membri, ha come principale obiettivo la riduzione della povertà e lo sviluppo sociale.
La Global Environement Facility rappresenta un fondo multilaterale amministrato dalla Banca mondiale, costituito da 173 Paesi membri, a cui partecipano finanziariamente 32 Paesi donatori, i cui progetti, approvati da un apposito Consiglio, sono attuati da tre agenzie implementatrici: la Banca mondiale, l'UNDP e l'UNEP.
In merito alla ricostituzione delle risorse del Fondo Africano di Sviluppo, ricordo che tale Fondo è lo sportello della Banca Africana di Sviluppo che finanzia, a condizioni agevolate, progetti e programmi a favore dei Paesi più poveri che non hanno il merito di credito per accedere ai prestiti della Banca.
I Paesi che possono attualmente accedere soltanto alle risorse dell'istituzione sono 38, in maggior parte appartenenti all'Africa sub-sahariana, in assoluto una delle regioni più povere del mondo. Il Fondo Africano di Sviluppo rappresenta, quindi, una delle fonti di risorse più importanti per questi Paesi.
Il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) a noi sta particolarmente a cuore. Esso ha sede a Roma ed è stato creato nel 1978, come tredicesima Agenzia specializzata delle Nazioni Unite, a seguito di una decisione della Conferenza mondiale dell'alimentazione del 1974.
Il principale obiettivo dell'IFAD è quello di fornire direttamente finanziamenti e mobilizzare risorse addizionali per programmi che promuovano lo sviluppo economico delle popolazioni povere nelle zone rurali, principalmente migliorando la produttività dei progetti agricoli.
La maggior parte delle risorse dell'IFAD viene messa a disposizione dei Paesi a basso reddito sotto forma di prestito a condizioni particolarmente favorevoli, rimborsabili entro 40 anni, con un periodo di grazia di 10 anni senza interessi, ma con una commissione annuale di servizio pari allo 0,75 per cento. La partecipazione al Fondo è aperta ad ogni Stato membro delle Nazioni Unite o delle sue agenzie speciali.
Il Fondo ha formulato e realizzato progetti in contesti ambientali, socio-economici e culturali estremamente diversi tra loro; ha finanziato oltre 600 progetti e programmi in 114 Paesi, e ha finanziato operazioni di dono destinate alla ricerca e all'assistenza tecnica per un importo di circa 420 milioni di dollari.
Per ogni dollaro impiegato a favore della popolazione rurale più povera l'IFAD ha mobilitato 2,9 dollari da parte dei Paesi donatori, per un valore complessivo di circa 22 miliardi di dollari. Quindi, in considerazione della scarsità di risorse disponibili, la mobilitazione delle risorse costituisce da sempre un'importantissima funzione di questo organismo.
Da ultimo, la ricostituzione delle risorse del Trust fund per l'iniziativa Heavily Indebted Poor Countries (HIPC). L'iniziativa HIPC, lanciata su sollecitazione dei Paesi del G7 dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale nell'autunno del 1996, ha l'obiettivo di promuovere la cancellazione del debito dei Paesi più poveri maggiormente indebitati (per lo più Paesi dell'Africa sub-sahariana).
La presenza di un debito elevato rappresenta, infatti, uno dei fattori principali che concorrono ad ostacolare lo sviluppo economico di questi Paesi. La maggior parte delle persone che sopravvivono con meno di un dollaro al giorno risiede nei 40 Paesi più poveri e maggiormente indebitati.
Per questi motivi, signor Presidente, sollecitiamo la rapida approvazione di questo provvedimento, le cui ragioni umanitarie e soprattutto il rispetto in questo settore da parte del Governo degli impegni assunti meritano la più grande attenzione.
Un riconoscimento va al senatore Martone per l'attenzione e la cura con cui ha lavorato e collaborato con noi in Commissione per giungere alla definizione di questo provvedimento, la cui approvazione riteniamo inderogabile.
PRESIDENTE. Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.
Allegato A
Partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali (2667)
ORDINE DEL GIORNO
G1
MARTONE, BRUNALE, SALVI, BRUTTI PAOLO, MARINO, FLAMMIA, DI SIENA, PAGLIARULO, BEDIN, DE ZULUETA, RIPAMONTI, FALOMI, DE PETRIS, CORTIANA, DONATI, PETERLINI, LONGHI, ZANCAN, TURRONI, MANZIONE, ACCIARINI, MALABARBA, BOCO, GIARETTA, DANIELI FRANCO
Il Senato,
considerato che il disegno di legge n. 2667 su «Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostruzione delle risorse di Fondi Internazionali» include il contributo italiano alla tredicesima ricostituzione di capitale dell’International Development Fund (IDA13) agenzia della Banca mondiale dedicata a concedere prestiti ai paesi più poveri con l’obiettivo della lotta alla povertà;
tenendo conto dell’indagine in corso di svolgimento presso il Senato degli Stati Uniti su casi di corruzione che vedrebbero coinvolti funzionari della Banca mondiale, e relativi a progetti infrastrutturali, alcuni dei quali, come il progetto idroelettrico di Yacyretà (Argentina-Paraguay) e Lesotho Highlands Water Project (Lesotho) hanno visto anche il contributo italiano tramite cooperazione bilaterale e crediti all’esportazione SACE;
ricordando come secondo analisi dettagliate, contenute in vari documenti interni della stessa Banca, nel caso dell’Indonesia, almeno 8 miliardi di dollari di fondi della Banca mondiale sarebbero andati persi a causa della corruzione, e che secondo quanto comunicato dal Senatore Richard Lugar, Presidente della Commissione per le relazioni internazionali del Senato americano, almeno 130 miliardi di dollari di fondi della Banca mondiale sarebbero stati deviati dal loro obiettivo istituzionale a causa della corruzione dal 1946 ad oggi;
sottolineando come la corruzione può arrecare grave pregiudizio al mandato istituzionale di tale istituzione, alla sua credibilità ed efficacia, aumentando il fardello del debito estero dei paesi beneficiari degli aiuti, e pregiudicando gli sforzi nella lotta alla povertà;
considerando che il gruppo della Banca mondiale svolge un ruolo di leadership nell’affermazione di pratiche ed approcci all’aiuto allo sviluppo, e che la corretta applicazione delle normative interne di salvaguardia relative alla valutazione di impatto socio-ambientale, consultazione, e valutazione dei progetti e dei programmi rappresenta la principale garanzia per il controllo indipendente, e democratico e per la maggior efficacia dell’operato di questa istituzione;
riconoscendo i passi in avanti fatti dal gruppo della Banca mondiale a tal riguardo, tramite, ad esempio l’istituzione di meccanismi indipendenti di appello e verifica quali l’Inspection Panel,
constatando però l’intenzione da parte della Banca di rivedere e rendere più flessibili tali normative di salvaguardia, attribuendo maggior discrezionalità ai governi dei paesi destinatari dei prestiti nel definire gli standard socio-ambientali, con grave pregiudizio sulla qualità e l’efficacia dell’intervento della Banca, e dell’uso di fondi pubblici, quali quelli destinati dal nostro paese al rifinanziamento dell’IDA,
impegna il Governo:
a) sostenere iniziative di riforma delle attività della Banca mondiale, volte ad affrontare le cause principali della corruzione, rafforzando i meccanismi di supervisione, e di trasparenza delle procedure di assegnazione ed appalto, e di accesso pubblico all’informazione;
b) proporre la costituzione di un ente di supervisione indipendente che vigili e prevenga la malversazione di fondi destinati alla lotta alla povertà;
c) sostenere il rafforzamento di strutture indipendenti di valutazione e scrutinio quali l’Inspection Panel, e di assicurare un maggior impegno del personale della Banca mondiale nel rispettare e dare attuazione alle direttive esistenti piuttosto che proporne una progressiva discrezionalità;
d) riferire in Parlamento rispetto alle iniziative prese, ed alle posizioni espresse dal Direttore Esecutivo Italiano presso la Banca mondiale a tal riguardo .
SENATO DELLA REPUBBLICA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XIV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾
|
|
662a SEDUTA |
PUBBLICA |
RESOCONTO STENOGRAFICO |
|
MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE 2004 (Pomeridiana) |
|
Presidenza del vice presidente DINI
|
_________________
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democratici di Sinistra-l'Ulivo: DS-U; Forza Italia: FI; Lega Padana: LP; Margherita-DL-l'Ulivo: Mar-DL-U; Per le Autonomie: Aut; Unione Democristiana e di Centro: UDC; Verdi-l'Ulivo: Verdi-U; Misto: Misto; Misto-Comunisti Italiani: Misto-Com; Misto-Lega per l'Autonomia lombarda: Misto-LAL; Misto-Libertà e giustizia per l'Ulivo: Misto-LGU; Misto-MSI-Fiamma Tricolore: Misto-MSI-Fiamma; Misto-Nuovo PSI: Misto-NPSI; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-PRI; Misto-Rifondazione Comunista: Misto-RC; Misto-Socialisti democratici Italiani-SDI: Misto-SDI; Misto Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.
_________________
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente DINI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,34).
(omissis)
Seguito della discussione e approvazione, con modificazioni, del disegno di legge:
(2667) Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2667.
Ricordo che nella seduta antimeridiana di ieri si è svolta la discussione generale ed hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.
Passiamo all’esame dell’ordine del giorno G1, già illustrato nel corso della discussione generale.
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi su di esso.
CASTAGNETTI, f. f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, lo accolgo.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1 non sarà posto ai voti.
TONINI (DS-U). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TONINI (DS-U). Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di apporre la mia firma all'ordine del giorno G1.
PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dar lettura del parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti.
DATO, segretario. "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo alle seguenti condizioni rese ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione:
a) che il comma 1 dell'articolo 1 venga sostituito dal seguente: "1. È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla XIII ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA), con un contributo di euro 361.380.000 per l'anno 2003, di euro 182.190.000 per l'anno 2004 e di euro 3.000.000 per l’anno 2005";
b) che il comma 1 dell'articolo 2 venga sostituito dal seguente: "1. All'onere derivante dall'articolo 1, si provvede, per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero";
c) che il comma 1 dell'articolo 9 venga sostituito dal seguente: "È autorizzata la partecipazione dell'Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell'IFAD, con un contributo di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006";
d) che il comma 1 dell'articolo 10 venga sostituito dal seguente: "All'onere derivante dall'articolo 9, si provvede per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2004, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo"."
Procediamo all'esame degli articoli, nel testo proposto dalla Commissione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1, sul quale è stato presentato un emendamento che invito il relatore ad illustrare.
CASTAGNETTI, f. f. relatore. Signor Presidente, do per illustrati tutti gli emendamenti a firma del relatore, in quanto si tratta di modifiche che recepiscono le condizioni poste dalla Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull’emendamento in esame.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Il parere del Governo è favorevole su questo come sui successivi emendamenti del relatore.
PRESIDENTE. Metto ai voti l’emendamento 1.500, presentato dal relatore.
È approvato.
Metto ai voti l’articolo 1, nel testo emendato.
È approvato.
Passiamo all'esame dell'articolo 2, sul quale è stato presentato un emendamento, che è stato già illustrato e su cui il rappresentante del Governo ha espresso il proprio parere.
Metto pertanto ai voti l’emendamento 2.500, presentato dal relatore.
È approvato.
Metto ai voti l’articolo 2, nel testo emendato.
È approvato.
Passiamo all'esame degli articoli successivi.
Metto ai voti l'articolo 3.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 4.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 5.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 6.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 7.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 8.
È approvato.
Passiamo all'esame dell'articolo 9, sul quale è stato presentato un emendamento, che è stato già illustrato e su cui il rappresentante del Governo ha espresso il proprio parere.
Metto pertanto ai voti l’emendamento 9.500, presentato dal relatore.
È approvato.
Metto ai voti l’articolo 9, nel testo emendato.
È approvato.
Passiamo all'esame dell'articolo 10, sul quale è stato presentato un emendamento, che è stato dato per illustrato e su cui il rappresentante del Governo ha espresso il proprio parere.
Metto pertanto ai voti l’emendamento 10.500, presentato dal relatore, sostitutivo dell’intero articolo.
È approvato.
Passiamo all'esame degli articoli successivi.
Metto ai voti l'articolo 11.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 12.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 13.
È approvato.
Passiamo all'esame dell'emendamento volto ad inserire un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 13, che invito i presentatori ad illustrare.
DE PETRIS (Verdi-U). Signor Presidente, la finalità dell’emendamento è molto chiara: si intende impegnare il Ministro dell’economia e delle finanze ad includere nel rapporto annuale sulla partecipazione italiana alle Banche Multilaterali di Sviluppo uno schema programmatico triennale contenente gli indirizzi politici e strategici relativi alla partecipazione italiana presso le istituzioni finanziarie internazionali.
È ovvio che questo emendamento sottende una nostra valutazione molto critica, ad esempio sulla Banca mondiale; esso è volto a far sì che il Governo italiano possa marcare, con un proprio indirizzo, la nostra presenza, svolgendo quindi un ruolo molto più forte nel condizionamento di tali organismi. Questo riguarda ovviamente anche la richiesta che nel rapporto annuale sia incluso, se possibile, un resoconto delle posizioni assunte dai rappresentanti italiani presso tali istituzioni.
PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull’emendamento in esame.
CASTAGNETTI, f. f. relatore. Il relatore si dichiara favorevole a patto che la parola "presso" venga sostituita con le altre "con le modalità e nelle forme consentite da".
Qualora i proponenti accettino questa modifica, il parere del relatore è favorevole.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Il Governo concorda con il relatore anche riguardo alla modifica proposta.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell’emendamento se accolgono la modifica proposta dal relatore.
DE PETRIS (Verdi-U). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 13.0.100 (testo 2), presentato dal senatore Martone e da altri senatori.
È approvato.
Passiamo alla votazione finale.
MALABARBA (Misto-RC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALABARBA (Misto-RC). Signor Presidente, il provvedimento qui in discussione ci viene presentato come una misura di mero rinnovo della partecipazione del nostro Paese a fondi multilaterali di sviluppo. Una partecipazione che, sebbene ci veda spesso tra i primi dieci Paesi donatori, non è mai stata caratterizzata da un ruolo specifico dell'Italia, a differenza di quanto invece fanno - a modo loro, ma comunque fanno - Paesi come gli Stati Uniti o il Giappone. Ancora una volta, questo Governo, a nostro avviso, perde un'occasione per influire sulle scelte di politica economica internazionale.
I fondi di cui si tratta nel provvedimento, infatti, per quanto abbiano nomi accattivanti, sono tutti vincolati al rispetto di condizioni che da decenni favoriscono la colonizzazione economica dei Paesi impoveriti. Mi riferisco ai piani di aggiustamento strutturale, che - seppure con un diverso nome - continuano ad accompagnare i prestiti per lo "sviluppo", creando in realtà le condizioni per l'insediamento d'investimenti multinazionali e la conseguente distruzione del tessuto produttivo e sociale dei Paesi meno avanzati.
Abbiamo più volte richiesto - e non da soli - che alla partecipazione finanziaria del nostro Paese ai fondi multilaterali si accompagnasse una revisione radicale dei criteri di assegnazione dei prestiti, includendo parametri come lo sviluppo umano, la compatibilità ambientale dei progetti, il loro impatto sul tessuto sociale del Paese destinatario, la partecipazione delle popolazioni interessate alla definizione e alla realizzazione dei progetti di sviluppo.
Sono state presentate tantissime mozioni che vanno in questo senso, in sintonia con le numerose campagne internazionali per la radicale riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, ma il Governo sembra ignorare tali istanze e oggi ci si chiede, ancora una volta come ogni anno, di ratificare una partecipazione italiana assoggettata a scelte operate da altri, in altre sedi, per servire altri interessi.
Sono scelte che contestiamo radicalmente, in ragione degli effetti disastrosi che hanno prodotto in vaste aree del pianeta, sia dal punto di vista di un corretto sviluppo, sia per il contributo negativo che hanno dato all'accrescersi del debito estero.
Per queste ragioni, e comunque per evitare erronee interpretazioni, che contrastano con il nostro orientamento di sostegno vero allo sviluppo, e anche in ragione dell’accoglimento dell'ordine del giorno presentato, Rifondazione Comunista dichiara la propria astensione sul provvedimento in esame.
DE PETRIS (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Verdi-U). Signor Presidente, il senatore Martone, che ha seguito il provvedimento, già ha avuto modo, in sede di dibattito generale e d'illustrazione dell’ordine del giorno, di porre all’attenzione dell’Assemblea, nel momento in cui si discute di un tema così importante come la partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali, una serie di questioni e di problemi che noi riteniamo assolutamente fondamentali.
Al riguardo, vorrei riprendere alcuni aspetti, soprattutto per quanto riguarda la questione dell’IDA e questo provvedimento ci permette di svolgere una discussione seria e approfondita che spero possa fornire elementi importanti affinchè il Governo italiano abbia un ruolo significativo nel cambiare l’orientamento ed il modus di agire di questi organismi.
La questione dell’IDA, che è l’Agenzia del gruppo della Banca Mondiale creata nel 1960 per fornire prestiti agevolati ai Paesi più poveri, è una questione di grande rilevanza. Al riguardo, vorrei ricordare che l’ultimo negoziato per la ricostituzione del capitale di tale istituzione, di cui oggi trattiamo, è stato caratterizzato proprio da alcuni temi cruciali: il primo concernente la percentuale dei fondi IDA da destinare a contributi a dono rispetto a quelli ripagabili, seppur a tasso d'interesse zero.
Ebbene, noi riteniamo fondamentale aumentare la quota annuale di doni, attualmente pari al 34 per cento circa del bilancio annuale IDA, almeno fino al 50 per cento. Se questo, da una parte, comporterebbe un minor indebitamento dei Paesi impoveriti sul lungo periodo, dall’altro priverebbe gradualmente la Banca di entrate finanziarie dai pagamenti dei prestiti.
La strategia americana, contrastata per la verità dai Paesi europei, è di un deperimento progressivo dei bilanci dell’IDA per poter sostituire poi gli aiuti elargiti da quella organizzazione con gli aiuti bilaterali, possibilmente bypassando i Governi con la scusa che sono appunto di scarsa efficienza e destinando fondi poi ad altro, con criteri di selezione puramente politici.
Tali questioni sono di grande rilievo e non è un caso che nella Conferenza di Monterrey mentre, da una parte, si è raccomandato un ruolo più incisivo di coordinamento all’ECOSOC, cioè al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, dall’altra, però, si è tentennato sull’idea di creare un vero e proprio Consiglio di sicurezza economico in ambito ONU.
Attorno all’IDA, ai suoi approcci ed alle sue politiche si sviluppano infatti dibattiti non solo sugli aspetti operativi ad essa specifici, ma sulla stessa concezione dell’aiuto allo sviluppo della cooperazione internazionale.
Avremo la necessità di approfondire maggiormente tali questioni perché da un lato riguardano il ruolo del settore privato e l’ipotesi di dedicare parte dei fondi IDA a programmi di privatizzazione (introduzione di tariffe d’uso per servizi sociali di base e sostegno agli investimenti privati); dall’altro, riguardano l’efficienza del settore privato nella lotta alla povertà, calzato per lo più su un assunto ideologico che rischia di stravolgere il significato stesso della cooperazione internazionale né più né meno come quello delle tariffe d’uso, ovvero della monetarizzazione progressiva dei servizi di welfare che, soprattutto nei Paesi impoveriti, devono restare - a nostro avviso - di pubblico accesso.
L’altra questione riguarda il problema della selettività dell’aiuto. Tale concetto, che viene oggi avanzato dalla Banca mondiale, dice nei fatti che le scarse risorse della Banca dovrebbero essere destinate maggiormente ai Paesi che hanno performance migliori, quelli cioè che creano un ambiente ricettivo per gli investimenti privati o per la privatizzazione e la liberalizzazione dei settori chiave delle loro economie.
È questo, ovviamente, che critichiamo con forza: l’uso da parte della Banca mondiale, di un aiuto di fatto selettivo, teso ad orientare e condizionare pesantemente alcune scelte che devono essere invece prerogativa sovrana dei Governi e degli Stati e che hanno, in realtà, la finalità unica di creare un mercato globale e di imporre su scala planetaria alcuni princìpi di neoliberismo spinto e di privatizzazione selvaggia.
Tali sono le questioni che poniamo con sempre maggior forza, su cui il Governo dovrebbe, nella partecipazione a questi fondi, marcare degli indirizzi diversi e, da questo punto di vista, come Europa, creare un fondo diverso per evitare che i guasti prodotti dalla Banca mondiale in molti Paesi possano proseguire imperterriti.
Con riferimento a questo provvedimento recepiamo con favore il fatto che sia stato accolto l’ordine del giorno a prima firma del senatore Martone, sottoscritto anche da molti altri senatori, che impegna il Governo a sostenere tutte le iniziative di riforma delle attività della Banca mondiale, e che ha origine dalla nostra fortissima critica a questo organismo. Ovviamente, teniamo anche in considerazione il fatto che sia stato accolto, sia pur con alcune modifiche, l’emendamento 13.0.100.
Saremo quindi per un voto a favore sul provvedimento in esame, ma vogliamo sottolineare con forza - e per questo ho concentrato il mio intervento sulle questioni dell’IDA e della Banca Mondiale - che esprimiamo tale voto nello spirito di cambiare un modo di procedere nel campo della cooperazione allo sviluppo della Banca Mondiale, che troviamo assolutamente deleterio per i Paesi in via di sviluppo e critichiamo fortemente.
DANIELI Franco (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELI Franco (Mar-DL-U). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole dei parlamentari del Gruppo della Margherita, che però è un voto favorevole - potrei dire - in qualche modo condizionato.
La riflessione che desidero svolgere è la seguente: stiamo per approvare un provvedimento che stanzia circa 800 milioni di euro. Di ricostituzioni periodiche di vari fondi ce ne sono diverse, a volte anche nel corso di uno stesso anno, tutte per importi di notevole consistenza economica. Tuttavia, sono in pochi, anche nelle Aule parlamentari, a capire esattamente cosa si va a ricostituire attraverso tali fondi e come essi vengono poi concretamente utilizzati.
La relazione contiene un’indicazione sintetica che recita: "questi rifinanziamenti garantiscono attività di cooperazione multilaterale assai varie tra di loro". È così: c’è dentro un po’ di tutto, ma c’è anche un elemento di fondo, cioè la cooperazione multilaterale.
Questa è la prima critica, sulla quale intendo soffermarmi brevemente. Credo sia giunto il momento, per il Parlamento prima e per il Governo italiano poi, di affrontare il tema della destinazione d'importanti risorse del bilancio dello Stato ad attività di cooperazione.
Nel corso degli anni è stata sostanzialmente distrutta la cooperazione bilaterale. Ogni anno, quando arrivano in Aula la legge finanziaria o gli assestamenti di bilancio, ci si trova di fronte a dati impressionanti: l’anno scorso, ad esempio, non si è stati in grado di utilizzare 350 milioni di euro, finiti nei residui passivi. La cooperazione bilaterale italiana, di fatto, non funziona più: è stata smantellata, distrutta.
È facile a questo punto - più che facile, è comodo - rifugiarsi nella cooperazione multilaterale. Vi sono settori in cui la cooperazione multilaterale è efficace e istituzioni multilaterali che lavorano bene; tuttavia, credo sia giunto il momento di svolgere in sede parlamentare una riflessione sull’utilità di alcune di queste organizzazioni, sulla loro efficacia e sui costi generali. Quanta parte di questi oltre 800 milioni di euro se ne va in cosiddette spese generali? Non c’è un controllo sull’efficacia dell’azione.
Ricordo che uno dei primi atti parlamentari del 1995 fu una mozione che subordinava la partecipazione italiana alle ricostituzioni periodiche di fondi internazionali ad una presenza d'italiani in posizione di controllo, gestione e direzione all'interno di quelle istituzioni; ricordo anche che vi fu una risposta da parte della Farnesina. Anche questo è un elemento essenziale, perché se non c'è un ruolo attivo di monitoraggio, da parte nostra, nei ruoli di controllo, direzione e gestione, ovviamente non si possono dare risposte all'interrogativo che ponevo poco fa.
Ritengo, inoltre, utile cominciare a ragionare sulla possibilità di tenere in Parlamento una sessione dedicata alla necessaria riforma delle istituzioni finanziarie internazionali. Questo è tempo di discussioni: si sta discutendo la riforma delle Nazioni Unite, come si sta dando, con molta fatica, un nuovo assetto all'Unione Europea (abbiamo concluso una fase costituente e adesso si passa al momento delle ratifiche e dell'approvazione da parte degli Stati e dei popoli).
È mai possibile che non ci sia un momento di riflessione, un interrogativo che ci porti a ragionare sulla necessità, a sessant'anni da Bretton Woods, di ripensare l'intera architettura delle istituzioni finanziarie internazionali, utili in qualche caso, disastrose in molti altri, come nel caso della recente tragica vicenda argentina?
Signor Presidente, queste considerazioni esprimono, da un lato, la perplessità, i dubbi, gli interrogativi rispetto a questi esercizi di rifinanziamento per centinaia di milioni di euro ai quali siamo periodicamente chiamati, e dall'altro, il nostro voto favorevole, nell’auspicio di un dibattito parlamentare sulle questioni che ho posto.
TONINI (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TONINI (DS-U). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del Gruppo DS-l'Ulivo sul provvedimento al nostro esame, con il quale, in sostanza, il nostro Paese decide di stanziare circa 119 milioni di euro in favore di sei istituzioni internazionali che si occupano di politiche dello sviluppo e dell'ambiente a livello internazionale: cifra modesta se confrontata ai grandi bisogni del Sud del mondo, cifra significativa se rapportata all'insieme dei contributi degli altri Paesi (il nostro è il sesto Paese donatore a livello mondiale).
Il nostro voto non può che essere favorevole, innanzitutto perché queste istituzioni si collocano in quel delicato snodo tra multilateralismo e impegno a favore del riequilibrio tra Nord e Sud, che è uno dei pilastri storici della politica internazionale del nostro Paese.
Tuttavia, come è stato già detto dai colleghi e in particolare dal senatore Franco Danieli che ha parlato poc'anzi, il nostro è un sì condizionato, innanzitutto dall'accoglimento dell'ordine del giorno, che abbiamo registrato con compiacimento, da parte della maggioranza, del relatore e del Governo, che impegna l'Esecutivo ad attivarsi in favore di processi di maggiore trasparenza nella gestione di queste risorse, evitando e combattendo i casi, che si sono verificati, di corruzione e di uso delle risorse sulla base della discrezionalità politica.
Aggiungo che il nostro voto favorevole vorrebbe anche sollecitare una maggiore attenzione del Parlamento e del Governo sul carattere strategico del finanziamento e dell'aiuto pubblico allo sviluppo, non solo di quello multilaterale (come nel caso del tema oggi al nostro esame), ma anche di quello bilaterale.
Abbiamo poc'anzi avviato una discussione importante in Commissione affari esteri sulla riforma delle Nazioni Unite. E' sempre più evidente come l'Italia sia ben lontana dal raggiungere gli obiettivi fissati a livello internazionale per il contributo dei singoli Paesi nell'aiuto pubblico allo sviluppo; si tratta di un elemento cruciale ed essenziale non solo sotto il profilo della elementare solidarietà umana a livello internazionale, ma anche per un fattore di credibilità del nostro Paese.
In questo spirito, signor Presidente, esprimeremo un voto favorevole sul provvedimento in esame.
MARINO (Misto-Com). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINO (Misto-Com). Signor Presidente, annuncio che noi Comunisti Italiani non parteciperemo al voto per la semplice ragione che non vogliamo che l'astensione - come è noto, per il Regolamento del Senato - valga come voto contrario.
Anche noi abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno G1, presentato dal senatore Martone ed accolto dal Governo perché, al di là dell'entità del contributo indubbiamente inadeguato rispetto alle esigenze, si pongono problemi in relazione alla gestione dei fondi, da noi non condivisa, alla trasparenza delle procedure e alla lotta volta ad affrontare le cause reali dei fenomeni di corruzione pur esistenti.
Come ha poc'anzi ricordato il senatore Danieli, si è da poco conclusa una discussione in Commissione affari esteri sulla riforma dell'ONU e, quindi, sulla necessità di potenziare qualsiasi organizzazione vada nel senso del multilateralismo, della maggiore rappresentatività e, pertanto, del rafforzamento delle politiche volte a sviluppare i rapporti con i Paesi impoveriti.
La scelta del dialogo ha dato un risultato positivo per quanto riguarda la liberazione delle due italiane in ostaggio. Ovviamente abbiamo accolto tale liberazione con immensa gioia e compiacimento, anche se restano valide tutte le ragioni che ci spingono a richiedere una discussione nel più breve tempo possibile, affinché l'Italia provveda al ritiro delle proprie truppe e rilanci con maggiore forza il dialogo con il mondo islamico e con i Paesi arabi, ponendo fine a qualsiasi appoggio ai sostenitori degli scontri tra civiltà, appoggio che non è nell'interesse del nostro Paese, né in quello dell'Europa e dello stesso mondo occidentale ed islamico.
Signor Presidente, il dialogo può andare avanti se affronteremo con maggiore forza anche i problemi della cooperazione allo sviluppo, tenendo presente che dovremo maggiormente contribuire alla lotta contro la fame nel mondo, la povertà e gravissime malattie (a cominciare dall'AIDS per finire alla tubercolosi e alle tante altre che costituiscono grave motivo di sofferenza per gran parte della popolazione mondiale); soprattutto dovremo rifiutare, con coerenza, qualsiasi forma di protezionismo, ricordando che per avere una politica seria e coerente nella cooperazione allo sviluppo occorre sempre più che l'Occidente apra le proprie frontiere ai prodotti del Terzo mondo.
Solamente il libero accesso ai nostri mercati potrà costituire la più valida misura di cooperazione e di aiuto ai nostri fratelli del mondo più sfortunati.
PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge nel suo complesso, nel testo emendato, con l’intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari.
È approvato.
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE
Partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione delle risorse di Fondi internazionali (2667)
ORDINE DEL GIORNO
G1
MARTONE, BRUNALE, SALVI, BRUTTI PAOLO, MARINO, FLAMMIA, DI SIENA, PAGLIARULO, BEDIN, DE ZULUETA, RIPAMONTI, FALOMI, DE PETRIS, CORTIANA, DONATI, PETERLINI, LONGHI, ZANCAN, TURRONI, MANZIONE, ACCIARINI, MALABARBA, BOCO, GIARETTA, DANIELI FRANCO
Non posto in votazione (*)
Il Senato,
considerato che il disegno di legge n. 2667 su «Partecipazione finanziaria dell’Italia alla ricostruzione delle risorse di Fondi Internazionali» include il contributo italiano alla tredicesima ricostituzione di capitale dell’International Development Fund (IDA13) agenzia della Banca mondiale dedicata a concedere prestiti ai paesi più poveri con l’obiettivo della lotta alla povertà;
tenendo conto dell’indagine in corso di svolgimento presso il Senato degli Stati Uniti su casi di corruzione che vedrebbero coinvolti funzionari della Banca mondiale, e relativi a progetti infrastrutturali, alcuni dei quali, come il progetto idroelettrico di Yacyretà (Argentina-Paraguay) e Lesotho Highlands Water Project (Lesotho) hanno visto anche il contributo italiano tramite cooperazione bilaterale e crediti all’esportazione SACE;
ricordando come secondo analisi dettagliate, contenute in vari documenti interni della stessa Banca, nel caso dell’Indonesia, almeno 8 miliardi di dollari di fondi della Banca mondiale sarebbero andati persi a causa della corruzione, e che secondo quanto comunicato dal Senatore Richard Lugar, Presidente della Commissione per le relazioni internazionali del Senato americano, almeno 130 miliardi di dollari di fondi della Banca mondiale sarebbero stati deviati dal loro obiettivo istituzionale a causa della corruzione dal 1946 ad oggi;
sottolineando come la corruzione può arrecare grave pregiudizio al mandato istituzionale di tale istituzione, alla sua credibilità ed efficacia, aumentando il fardello del debito estero dei paesi beneficiari degli aiuti, e pregiudicando gli sforzi nella lotta alla povertà;
considerando che il gruppo della Banca mondiale svolge un ruolo di leadership nell’affermazione di pratiche ed approcci all’aiuto allo sviluppo, e che la corretta applicazione delle normative interne di salvaguardia relative alla valutazione di impatto socio-ambientale, consultazione, e valutazione dei progetti e dei programmi rappresenta la principale garanzia per il controllo indipendente, e democratico e per la maggior efficacia dell’operato di questa istituzione;
riconoscendo i passi in avanti fatti dal gruppo della Banca mondiale a tal riguardo, tramite, ad esempio l’istituzione di meccanismi indipendenti di appello e verifica quali l’Inspection Panel,
constatando però l’intenzione da parte della Banca di rivedere e rendere più flessibili tali normative di salvaguardia, attribuendo maggior discrezionalità ai governi dei paesi destinatari dei prestiti nel definire gli standard socio-ambientali, con grave pregiudizio sulla qualità e l’efficacia dell’intervento della Banca, e dell’uso di fondi pubblici, quali quelli destinati dal nostro paese al rifinanziamento dell’IDA,
impegna il Governo:
a) sostenere iniziative di riforma delle attività della Banca mondiale, volte ad affrontare le cause principali della corruzione, rafforzando i meccanismi di supervisione, e di trasparenza delle procedure di assegnazione ed appalto, e di accesso pubblico all’informazione;
b) proporre la costituzione di un ente di supervisione indipendente che vigili e prevenga la malversazione di fondi destinati alla lotta alla povertà;
c) sostenere il rafforzamento di strutture indipendenti di valutazione e scrutinio quali l’Inspection Panel, e di assicurare un maggior impegno del personale della Banca mondiale nel rispettare e dare attuazione alle direttive esistenti piuttosto che proporne una progressiva discrezionalità;
d) riferire in Parlamento rispetto alle iniziative prese, ed alle posizioni espresse dal Direttore Esecutivo Italiano presso la Banca mondiale a tal riguardo.
________________
(*) Accolto dal Governo
ARTICOLO 1 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
ART. 1.
Approvato con un emendamento
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla XIII ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA), con un contributo di euro 364.380.000 per l’anno 2003 e di euro 182.190.000 per l’anno 2004.
1.500
IL RELATORE
Approvato
Al comma 1, sostituire le parole da: «euro 364.380.000» fino alla fine con le seguenti: «euro 361.380.000 per l’anno 2003, di euro 182.190.000 per l’anno 2004 e di euro 3.000.000 per l’anno 2005».
ARTICOLO 2 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
ART. 2.
Approvato con un emendamento
1. All’onere derivante dall’articolo 1 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
EMENDAMENTO
2.500
IL RELATORE
Approvato
Al comma 1, sostituire le parole: «per l’anno 2004» con le seguenti: «per gli anni 2004 e 2005».
ARTICOLI DA 3 A 9 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
ART. 3.
Approvato
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla V ricostituzione delle risorse del Fondo speciale di sviluppo della Banca di sviluppo dei Caraibi, con un contributo di euro 1.750.000 per l’anno 2004 e di euro 875.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006.
Art. 4.
Approvato
1. All’onere derivante dall’articolo 3 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 5.
Approvato
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla III ricostituzione della Global Environment Facility (GEF), con un contributo di euro 59.450.000 per l’anno 2004 e di euro 29.725.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006.
Art. 6.
Approvato
1. All’onere derivante dall’articolo 5 si provvede, per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 7.
Approvato
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla IX ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo, con un contributo di euro 55.410.172 per l’anno 2003 e di euro 91.291.821 per l’anno 2004.
Art. 8.
Approvato
1. All’onere derivante dall’articolo 7 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Art. 9.
Approvato con un emendamento
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla VI ricostituzione delle risorse dell’IFAD, con un contributo di euro 13.848.000 per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005.
EMENDAMENTO
9.500
IL RELATORE
Approvato
Al comma 1, sostituire le parole: «anni 2003, 2004 e 2005» con le seguenti: «anni 2004, 2005 e 2006».
ARTICOLO 10 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
ART. 10.
Non posto in votazione (*)
1. All’onere derivante dall’articolo 9 si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per gli anni 2004 e 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
________________
(*) Approvato l'emendamento 10.500, interamente sostitutivo dell'articolo.
EMENDAMENTO
10.500
IL RELATORE
Approvato
Sostituire l’articolo con il seguente:
«1. All’onere derivante dall’articolo 9, si provvede per i medesimi esercizi finanziari, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2004, parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero medesimo».
ARTICOLI 11, 12 E 13 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
ART. 11.
Approvato
1. È autorizzata la partecipazione dell’Italia alla prima ricostituzione delle risorse del Trust Fund per l’Iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries), con un contributo di dollari 31.000.000 per il periodo 2003-2004.
Art. 12.
Approvato
1. All’onere derivante dall’articolo 11, valutato in euro 19.818.671 per l’anno 2003 ed in euro 8.181.329 per l’anno 2004, si provvede, per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero; per l’anno 2004, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell’attuazione del comma 1, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti adottati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, numero 2), della medesima legge n. 468 del 1978.
Art. 13.
Approvato
1. Le somme di cui agli articoli 2, 4, 6 e 8 sono versate su un apposito conto corrente infruttifero, istituito presso la Tesoreria centrale, intestato al Dipartimento del tesoro e denominato «Partecipazione italiana a banche, fondi ed organismi internazionali», dal quale saranno prelevate per provvedere all’erogazione dei contributi autorizzati dalla presente legge.
2. In relazione a quanto disposto dagli articoli 2, 4, 6, 8, 10 e 12 il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 13
13.0.100
MARTONE, BRUNALE, SALVI, BRUTTI PAOLO, MARINO, FLAMMIA, DI SIENA, PAGLIARULO, BEDIN, DE ZULUETA, RIPAMONTI, FALOMI, DE PETRIS, CORTIANA, DONATI, PETERLINI, LONGHI, ZANCAN, TURRONI, MANZIONE, ACCIARINI, MALABARBA, BOCO, GIARETTA, DANIELI FRANCO
V. testo 2
Dopo l’articolo 13, inserire il seguente:
«Art. 13-bis.
1-bis. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede ad includere nel rapporto annuale sulla partecipazione italiana alle Banche Multilaterali di Sviluppo uno schema programmatico triennale contenente gli indirizzi politici e strategici relativi alla partecipazione italiana presso le istituzioni finanziarie internazionali, insieme ad una valutazione dell’efficacia delle loro attività, e se possibile, un resoconto delle posizioni assunte dai rappresentanti italiani presso tali istituzioni.
13.0.100 (testo 2)
MARTONE, BRUNALE, SALVI, BRUTTI PAOLO, MARINO, FLAMMIA, DI SIENA, PAGLIARULO, BEDIN, DE ZULUETA, RIPAMONTI, FALOMI, DE PETRIS, CORTIANA, DONATI, PETERLINI, LONGHI, ZANCAN, TURRONI, MANZIONE, ACCIARINI, MALABARBA, BOCO, GIARETTA, DANIELI FRANCO
Approvato
Dopo l’articolo 13, inserire il seguente:
«Art. 13-bis.
1-bis. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede ad includere nel rapporto annuale sulla partecipazione italiana alle Banche Multilaterali di Sviluppo uno schema programmatico triennale contenente gli indirizzi politici e strategici relativi alla partecipazione italiana presso le istituzioni finanziarie internazionali, insieme ad una valutazione dell’efficacia delle loro attività, e se possibile, un resoconto delle posizioni assunte dai rappresentanti italiani con le modalità e nelle forme consentite da tali istituzioni .
[1] Il Senato ha emendato il disegno di legge originario che prevedeva una copertura finanziaria – di pari importo – riferita al biennio 2003-2004.
[2] Si segnala che sarebbe opportuno operare l’aggiornamento della copertura finanziaria, che dovrebbe decorrere a partire dall’esercizio 2004.
[3] Nel corso dell’esame al Senato, è stata evidenziata con apposito emendamento la ripartizione per ciascuno dei due anni, mentre l’originaria formulazione dell’articolo 7 prevedeva l’indicazione della somma complessiva per il biennio 2003-2004, demandandone la suddivisione al successivo articolo 8 recante la norma di copertura (anch’esso emendato, in quanto non reca più la ripartizione per ciascuno dei due anni, divenuta superflua, e inoltre imputa la copertura per il 2003 al bilancio triennale 2003-2005, e quella per il 2004 al bilancio triennale 2004-2006.
[4] Nel corso dell’esame al Senato, specifici emendamenti hanno provveduto alla quantificazione annua del contributo, precedentemente riportato in maniera cumulativa, nonché all’aggiornamento dell’imputazione triennale dell’erogazione e di quella della copertura - di cui al successivo articolo 10 - al bilancio triennale 2004-2006.
[5] L’emendamento ha provveduto anzitutto ad imputare la copertura per il 2003 al bilancio triennale 2003-2005, e quella per il 2004 al bilancio triennale 2004-2006, mentre il testo originario poneva entrambe le annualità a carico del bilancio triennale 2003-2005. Inoltre, è stata aggiunto un secondo comma all’articolo 12.
[6] Il comma 7 richiamato concerne il caso in cui nel corso dell'attuazione di leggi si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di spesa o di entrata indicate dalle medesime leggi al fine della copertura finanziaria: in tal caso, il Ministro dell'economia e delle finanze – anche in carenza della prevista segnalazione da parte del Ministro competente - riferisce al Parlamento e assume le conseguenti iniziative legislative. “La relazione individua le cause che hanno determinato gli scostamenti, anche ai fini della revisione dei dati e dei metodi utilizzati per la quantificazione degli oneri autorizzati dalle predette leggi”. Il Ministro dell'economia e delle finanze può attivare la descritta procedura anche qualora riscontri che l'attuazione di leggi, o l’applicazione di sentenze definitive di organi giurisdizionali e della Corte costituzionale, rechino pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica indicati dal Documento di programmazione economico-finanziaria.