XIV Legislatura - Dossier di documentazione
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: Partecipazione dell'Italia alle missioni militari internazionali - Sesta edizione
Serie: Quaderni    Numero: 3
Data: 19/10/04
Abstract:    Nota introduttiva; tabelle; grafici; schede delle missioni in corso e concluse.
Descrittori:
FORZE ARMATE   MISSIONI INTERNAZIONALI DI PACE
Organi della Camera: IV-Difesa

Servizio studi

 

quaderni

Partecipazione dell’Italia alle missioni militari

internazionali

 

 

n. 3

Sesta edizione

 

 

 

xiv legislatura

19 ottobre 2004

 

 

Camera dei deputati


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Difesa

 

SIWEB

 

I dossier del Servizio studi sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 

File: Di0246


INDICE

Nota introduttiva

1. Lo strumento militare nel contesto internazionale  1

§      1.1. Il sistema delle Nazioni Unite  1

§      1.2. Le operazioni per il mantenimento della pace  3

§      1.3. Il sistema dell’Alleanza Atlantica  4

§      1.4. Il quadro delle missioni militari dell’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi6

2. La partecipazione del Parlamento al processo decisionale sull’uso dello strumento militare  13

§      2.1. Operazioni decise dagli Organi costituzionali in una fase di “affievolimento” dei loro poteri20

Tabelle

§      Cronologia delle missioni27

§      Il quadro internazionale delle missioni31

§      Le missioni per tipologia  33

§      Oneri annuali delle missioni indicati da interventi legislativi36

Grafici

§      Figura 1: Missioni in corso dal Dopoguerra ad oggi39

§      Figura 2: Oneri annuali delle missioni indicati da interventi legislativi40

§      Figura 3: Mappa dell’attuale presenza militare italiana all’estero  41

Schede delle missioni

Missioni in corso

§      Active Endeavour47

§      Albania 2  49

§      Antica Babilonia  52

§      Bilaterale Interni56

§      Cessate il fuoco sui Monti Nuba  59

§      DIE   62

§      Enduring Freedom   65

§      EUMM   69

§      EUPM   72

§      ISAF  74

§      KFOR   77

§      MFO   80

§      MIATM   83

§      MINURSO   84

§      MSU   85

§      NATO HQ Skopje  88

§      NATO HQ Tirana  90

§      Processo di pace in Somalia  92

§      Processo di pace in Sudan  94

§      Proxima  97

§      SFOR   99

§      TIPH II103

§      UNIFIL  106

§      UNMEE   107

§      UNMIK   110

§      UNMOGIP   113

§      UNTSO   114

Missioni concluse

§      AFOR   117

§      ALBA  119

§      Albit121

§      Allied For123

§      Allied Harmony  125

§      Allied Harvest126

§      Amber Fox  127

§      Artemis  129

§      Coherent Behaviour130

§      COMMZW    131

§      Deliberate Force  133

§      Deny fligh  134

§      Determined Falcon  135

§      DIATM   136

§      Distinguished Games  137

§      Eagle Eye  138

§      Entebbe  139

§      Essential Harvest140

§      Golfo 2  142

§      IFOR   145

§      INTERFET  147

§      Ippocampo Rwanda  149

§      IPTF  150

§      Joint Guarantor153

§      KVM   155

§      Laos 1959  156

§      Libano I157

§      Libano II159

§      Mandato fiduciario ONU in Somalia  161

§      MAPE   163

§      Maritime Guard (poi Sharp Guard)165

§      MIF  167

§      Mine nel Mar Rosso  168

§      MINUGUA  169

§      MONUC   170

§      ONUSAL  171

§      Operazione Concordia  172

§      Operazione Danu  174

§      Operazione Locusta  177

§      Pellicano  180

§      Protezione delle navi mercantili nel Golfo Persico  182

§      Provide Comfort I184

§      Provide Comfort II186

§      Restore Hope  188

§      Sharp Fence (poi Sharp Guard)190

§      TIPH I192

§      UNAVEM III193

§      UNEF  194

§      UNIIMOG   195

§      UNIKOM   196

§      United Shield  197

§      UNMIL  198

§      UNOC  199

§      UNOCA  200

§      UNOGIL  201

§      UNOMOZ  202

§      UNOSGI205

§      UNOSOM II206

§      UNSCOM   209

§      UNSMA  210

§      UNTAC  211

§      UNTAG   212

§      UNYOM   213

§      UPFM   214

§      WEUDAM   216

 

 


Nota introduttiva

 


1. Lo strumento militare nel contesto internazionale

1.1. Il sistema delle Nazioni Unite

Nel sistema delineato dalla Carta delle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza è attribuita (articolo 24) la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, da esercitarsi mediante l’esercizio dei poteri attribuiti dai capitoli VI, VII, VIII e XII della Carta medesima.

Il capitolo VI della Carta, dedicato alla soluzione pacifica delle controversie internazionali, disciplina quella che può essere definita, in senso lato, la funzione conciliativa del Consiglio di Sicurezza.

Il capitolo VII attribuisce al Consiglio di Sicurezza la competenza a reagire alle situazioni di minaccia alla pace, violazione della pace ed aggressione (articolo 39), in primo luogo attraverso misure non implicanti l'uso della forza, quali le sanzioni economiche e l'interruzione delle relazioni diplomatiche (articolo 41) e, successivamente, in caso di inadeguatezza di queste, mediante "azioni di polizia internazionale" implicanti l'uso della forza per il ristabilimento della pace (articolo 42). Per le azioni previste dall'articolo 42 il Consiglio può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione necessaria per ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. A tal fine gli articoli 43 e 47 prevedono l'impegno degli Stati membri di mettere a disposizione del Consiglio – in conformità ad un accordo o ad accordi speciali - le forze armate, l’assistenza e le facilitazioni necessarie.

L’articolo 48, comma 2, prevede poi che le decisioni del Consiglio di Sicurezza per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale sono eseguite dagli Stati membri dell’ONU direttamente o mediante la loro azione nelle organizzazioni internazionali competenti di cui siano membri.

L’articolo 51 della Carta riconosce altresì, nel caso di attacco armato contro uno Stato membro dell’ONU, il diritto di autotutela individuale o collettiva, fino a quando il Consiglio di Sicurezza non abbia adottato le misure necessarie per il mantenimento della pace. Le misure prese nell’esercizio di tale diritto devono essere immediatamente comunicate al Consiglio di Sicurezza e non pregiudicano i suoi poteri in ordine alle azioni per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale.

Il contrasto tra i due blocchi in cui si divise il mondo dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la conseguente mancanza di unanimità all'interno del Consiglio di Sicurezza, rese di fatto inutilizzabile il capitolo VII della Carta, con la sua previsione di dotare l’ONU di una specifica Forza armata. A questa situazione l’ONU ha reagito attraverso una prassi di intervento che ha visto il Consiglio di Sicurezza decidere l’utilizzo di forze militari appartenenti agli Stati membri al fine di contribuire al mantenimento della pace, o, più raramente, per agire coercitivamente nei confronti di uno Stato membro reo di aver violato norme di diritto internazionale consuetudinario e/o obblighi derivanti dal Trattato.

In sostanza, e in prima approssimazione, si possono enucleare due tipologie d'intervento adottate dal Consiglio di sicurezza:

a) creazione di Forze delle Nazioni Unite incaricate, con compiti per lo più limitati, di operare per il mantenimento della pace, con delega di poteri al Segretario Generale che, a sua volta, conclude gli accordi con gli Stati membri per il reperimento dei contingenti armati (caschi blu) e assume il comando delle operazioni che si svolgono direttamente sotto l'egida dell'ONU;

b) autorizzazione ad uno o più Stati membri o ad Organizzazioni regionali ad usare la forza per il ripristino della pace. Tale seconda tipologia, che consiste in una delega a questi Paesi ed Organizzazioni dell'esercizio del diritto di usare la forza proprio del Consiglio di Sicurezza, viene adottata in quei casi in cui la complessità e l'ampiezza dei compiti operativi sconsiglia l'impegno diretto delle strutture dell'ONU.

1.2. Le operazioni per il mantenimento della pace

Le operazioni per il mantenimento della pacesono state caratterizzate nel corso degli anni da una rilevante evoluzione qualitativa e quantitativa. Si possono individuare sinteticamente differenti tipologie di operazioni di pace, pur nella consapevolezza sia della relatività delle classificazioni, sia della compresenza di differenti tipologie all'interno delle operazioni realizzate:

a) operazioni di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making): sono utilizzate in presenza di una controversia che determina un conflitto. Si tratta, perciò, di attività volte prevalentemente alla soluzione pacifica delle controversie attraverso il ricorso ai mezzi diplomatici tipici del diritto internazionale per la soluzione dei conflitti;

b) operazioni di peace-keeping: si tratta di operazioni militari volte a prevenire, limitare od eliminare situazioni di conflitto tra Stati o all'interno di Stati, al fine di mantenere o ristabilire la pace. In particolare, le funzioni cui assolvono tali operazioni hanno un contenuto variabile che va dai compiti di osservazione e verifica (che comprendono il controllo del cessate il fuoco, della liberazione del territorio e del conseguente ritiro delle forze di occupazione) a quelli di interposizione (che comporta l'assunzione di un ruolo di mera presenza tra le due parti in conflitto, allo scopo di ridurre la tensione tra le stesse e di prevenire gli scontri) e a quelli di mantenimento dell'ordine e del rispetto del diritto;

c) operazioni di imposizione della pace (peace-enforcing): si tratta di operazioni militari volte ad imporre con la forza alle parti in conflitto o al soggetto individuato come aggressore, l'attuazione delle misure di controllo e riduzione della situazione di conflittualità decise dall'organizzazione internazionale che invia o autorizza l'operazione. Ciò implica la possibilità di vere e proprie azioni di combattimento;

d) operazioni di assistenza internazionale: si tratta di attività volte a realizzare le condizioni per una pace duratura poste in essere al termine di un conflitto o di una guerra civile, al fine di evitare che sorgano nuove controversie e si determinino altre situazioni di conflittualità. Rientrano in tale categoria tutte le attività che consentono la ripresa delle condizioni di vita ordinaria e comprendono programmi di aiuto e ricostruzione economica, sociale, sanitaria, soprattutto nella fase successiva alla cessazione delle operazioni militari.

1.3. Il sistema dell’Alleanza Atlantica

Nel sistema dell’Alleanza Atlantica sono centrali gli articoli 4, 5 e 6 del Trattato Nord-atlantico, fatto a Washington il 4 aprile 1949 e ratificato dall’Italia con la legge 1° agosto 1949, n. 465.

L’articolo 4 prevede che le parti si consultino ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una di esse siano minacciate. Si tratta, quindi, di una disposizione procedurale relativa ai casi in cui nessuna delle parti abbia ritenuto di aver subito un attacco armato.

L’articolo 5 costituisce invece la chiave di volta dell’Alleanza militare prevedendo infatti l’impegno reciproco delle parti a considerare un attacco armato contro una o più di esse come un attacco diretto contro tutte. Ciascuna delle parti, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto del citato articolo 51 dello Statuto dell’ONU assisterà la parte o le parti attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che riterrà necessaria, compreso l’impiego della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. La norma in esame prosegue disponendo che ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente segnalati al Consiglio di sicurezza (delle Nazioni Unite) e che tali misure saranno sospese quando il Consiglio di sicurezza avrà adottato le disposizioni necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.

Le disposizioni dell’articolo 5 hanno peraltro subìto un’evoluzione interpretativa a seguito delle determinazioni assunte dai Capi di Stato e di Governo all’incontro del Consiglio del Nord Atlantico di Washington del 23 e 24 aprile 1999 che hanno definito le linee di sviluppo dell’Alleanza atlantica per il XXI secolo, mediante l’approvazione di un nuovo concetto strategico[1].

In estrema sintesi il nuovo concetto strategico individua nuovi rischi per la sicurezza, tra i quali: la diffusione globale di una tecnologia che può essere impiegata nella introduzione di armi; la circostanza che avversari, siano o meno Stati, possano sfruttare l’utilizzazione di strumenti informatici; il terrorismo internazionale; il sabotaggio e la criminalità organizzata.

Il nuovo concetto strategico ha ampliato il novero degli aggressori ex articolo 5: il punto 24 del concetto strategico dell’Alleanza Atlantica come sopra approvato dichiara, infatti, che “Ogni attacco armato sul territorio di Alleati, proveniente da qualsiasi direzione, darà luogo all’applicazione degli articoli 5 e 6 del Trattato di Washington”. Inoltre, il punto 42 del comunicato del Summit del citato Consiglio del Nord-Atlantico espressamente prevede che il terrorismo costituisce una seria minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, che può minacciare l’integrità territoriale degli Stati.

L’articolo 5 ha trovato applicazione per la prima volta nella riunione del Consiglio atlantico di mercoledì 12 settembre 2001, il giorno successivo agli attentati terroristici di New York e Washington.

L’articolo 6 del Trattato individua, invece, la direzione dell’attacco armato suscettibile di rendere applicabile l’articolo 5 appena commentato. La norma, infatti, precisa che per attacco armato contro una o più parti si intende un attacco armato contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America settentrionale, contro il territorio della Turchia o contro le isole situate sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro. E’ altresì attacco armato quello rivolto contro le navi o gli aereomobili di una delle parti che si trovino su detti territori o in qualsiasi altra regione d’Europa nella quale, alla data di entrata in vigore del trattato siano stazionate forze di occupazione di una delle parti, o che si trovino nel mare Mediterraneo o nella zona dell’Atlantico a nord del Tropico del Cancro, o al di sopra di essi.

1.4. Il quadro delle missioni militari dell’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi

Dal secondo dopoguerra ad oggi l’Italia ha partecipato a 92 missioni militari fuori dai confini nazionali e, di queste, 27 sono tuttora in corso[2].

La prima missione ha riguardato la presenza di contingenti italiani in Somalia nell’ambito dell’esercizio del mandato fiduciario conferito all’Italia dall’ONU nel 1950, e si è conclusa nel 1960 con l’indipendenza di quel Paese.

Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad un netto incremento del numero delle missioni militari internazionali cui l’Italia ha preso parte. Fino alla fine degli anni Ottanta tali operazioni hanno comportato l’impiego di una ridotta quantità di uomini (se si eccettuano le operazioni di pace in Libano tra il 1982 e il 1984), anche in considerazione del fatto che la media delle missioni in corso nei singoli anni è stata costantemente inferiore a 4; nella seconda metà degli anni Ottanta la media delle missioni in corso ha raggiunto progressivamente quota 9-10.

Negli anni Novanta, la presenza internazionale italiana è cresciuta in particolare attraverso la partecipazione alle operazioni conseguenti alla crisi del Golfo Persico (1990-1991) e alle vicende dei Balcani (in particolare nel 1995 e nel 1999) ed il numero di missioni svolte in ciascun anno ha superato mediamente le 20, fino a raggiungere quota 30 nel 1999.

Per una ricostruzione grafica dell’andamento sopra descritto si veda la figura 1 a pagina 39.

Delle 92 missioni a cui hanno preso parte contingenti italiani, quelle condotte dalle Organizzazioni internazionali alle quali l’Italia appartiene sono 62, così ripartite:

ONU

29

NATO

21

UE[3]

5

UEO

3

NATO e UEO

2

OSCE

1

UE e UEO

1

La figura seguente rappresenta graficamente i valori percentuali di tale ripartizione:


Le missioni cui l’Italia ha partecipato e che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene sono, invece, 30: di queste, 9 sono state svolte in attuazione di risoluzioni ONU o sono comunque ad esse collegate.


Per quanto riguarda le aree geografiche interessate dalle missioni, emerge che il nostro Paese si è maggiormente impegnato nei territori tradizionalmente strategici e delicati per la sua sicurezza: Europa e area mediterranea. Si evidenziano, infatti, i dati seguenti:

Sotto il profilo della tipologia, le missioni si possono suddividere secondo il seguente prospetto:

operazioni di mantenimento della pace

(peace-keeping)

41

operazioni di assistenza internazionale

25

operazioni di imposizione della pace

(peace-enforcing)

20

operazioni di formazione della pace e

prevenzione del conflitto (peace-making)

6

 

ll grafico seguente rappresenta la ripartizione in percentuale:

 


Delle 20 missioni di peace enforcing 4 sono consistite in attività sostanzialmente riconducibile a quella bellica.

Le 25missioni di assistenza internazionalepossono essere così ulteriormente suddivise:

operazioni con mandato fiduciario ONU

1

operazioni di polizia locale

6

operazioni di assistenza tecnica e

di addestramento

9

operazioni di assistenza umanitaria

9

Per quanto riguarda le27 missioni in corso, la metà circa si sta svolgendo in Europa (12 in quella extracomunitaria – Balcani - e 1 in quella UE –Malta), mentre le altre sono presenti in Medio Oriente (6), in Africa (1 nel Nord Africa e 4 nell’Africa subsahariana) e in Asia (3).


Le missioni vedono attualmente impegnato il nostro Paese con10.072 uomini così ripartiti tra Forze armate e Corpi di polizia:

 

Il personale militare che partecipa alle operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali è pari a 3.928 unità, mentre quello che partecipa alle missioni condotte dalle Organizzazioni internazionali (6.144) è ripartito tra i seguenti
organismi: NATO (5.893), ONU (176) UE (75).

Se si analizza, infine, la distribuzione dei contingenti italiani tra le diverse aree geografiche, risulta prevalente l’impiego delle nostre Forze armate nei Balcani:

Paesi europei non comunitari

di cui 7.426 nei Balcani

5.056

Paesi dell'Asia centrale e meridionale

3.641

Paesi del Medio oriente

1.265

Paesi dell’Unione europea

56

Paesi dell'Africa Subsahariana

49

Paesi del Nord Africa

5

 

Dall’analisi degli oneri derivanti dalle missioni, osservati a partire dagli anni Ottanta - decennio in cui si registra un consistente aumento del loro numero - emerge un costante incremento delle spese, soprattutto a partire dagli anni Novanta.

In particolare, rilevanti aumenti della spesa si sono registrati in occasione della crisi libanese del 1983 e dell’intervento per lo sminamento del Mar Rosso nel 1988, in seguito alla guerra Iran-Iraq. Successivamente, il costante intensificarsi dell’impegno italiano nelle missioni internazionali in relazione alla guerra del Golfo, alla crisi in Somalia e alla grave destabilizzazione dell’area balcanica ha determinato un significativo aumento delle spese. Un ulteriore aumento si è recentemente registrato con l’impegno italiano nella guerra al terrorismo internazionale e nelle operazioni in Afghanistan e in Iraq.

La tabella 4 a pagina 36 ed il grafico 2 a pagina 40contengono i dati analitici relativi all’evoluzione degli oneri.


2. La partecipazione del Parlamento al processo decisionale sull’uso dello strumento militare

Nell’ambito dei principi costituzionali concernenti la partecipazione alle missioni militari internazionali, il Parlamento svolge un ruolo rilevante nella procedura di decisione dell’intervento, in linea con il rapporto fiduciario con il Governo. Questo ruolo si estrinseca attraverso strumenti e procedure diverse, che vanno dall’esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge o di disegni di legge ordinaria allo svolgimento di attività di indirizzo, controllo e informazione, in una o in entrambe le Camere[4].

In base ai dati rilevati, il coinvolgimento del Parlamento nel processo decisionale sulla partecipazione a missioni militari internazionali si è verificato in 64 casi.

L’intervento parlamentare è stato in 35 casi precedente all’inizio della missione, in 9 casi contemporaneo e negli altri 20 successivo. A tal fine si è preso in considerazione solo il primo intervento parlamentare in ordine cronologico, fermo restando che, il più delle volte, le Camere sono ripetutamente intervenute, a diverso titolo, in merito alla stessa missione. Per 28 missioni non vi è stato alcun intervento diretto delle Camere.

Per quanto riguarda la forma, il primo intervento da parte del Parlamento si è realizzato attraverso gli strumenti o nelle sedi indicate nella tabella seguente:

 

Legge

in 3 casi la presentazione del disegno di legge è stata precedente all’inizio della missione

in 1 caso contemporanea

4

Decreto-legge

in 15 casi precedente all’inizio della missione

in 1 caso contemporaneo

in 9 casi successivo

25

Approvazione di mozioni

in entrambi i casi le sedute sono state precedenti all’inizio della missione

2

Approvazione di risoluzioni

in 6 casi l’approvazione è stata precedente all’inizio della missione

in 2 casi contemporanea

in 2 casi successiva

10

Approvazione di un ordine del giorno

approvato successivamente all’inizio della missione

1

Sindacato ispettivo

in 1 caso la seduta è stata precedente

in 1 caso contemporanea

in 2 casi successiva all’inizio della missione

4

Procedure informative

in 8 casi precedenti all’inizio della missione

in 4 casi contemporanee

in 6 casi successive

18

 

 

Per quanto riguarda le leggi originate da disegni di legge governativi, ai fini della determinazione del momento dell’intervento parlamentare, si è scelto di far coincidere quest’ultimo con la data della loro presentazione alle Camere.

Nell’ambito di 55 missioni sono stati comunque adottati uno o più provvedimenti legislativi:

×            in 23casi è stato utilizzato esclusivamente il decreto-legge, successivamente convertito;

×            in 3casi è stata approvata una legge ordinaria di iniziativa del Governo (prevalentemente ratifiche di accordi internazionali relativi alla missione);

×            in 29casi nel corso della missione si è registrata sia l’adozione di decreti-legge, poi convertiti, sia l’approvazione di leggi ordinarie (in taluni casi contenenti la sanatoria dei decreti-legge decaduti, in altri casi contenenti disposizioni integrative[5]).

 

In caso di operazioni condotte dalle Organizzazioni internazionali cui l’Italia appartiene, la prassi che si è registrata dal dopoguerra ad oggi, mostra 19 casi di intervento parlamentare precedente all’inizio delle missioni, 5 di intervento contemporaneo e 16 di intervento successivo, mentre in 22casi non si è avuto alcun intervento del Parlamento.

In questi casi si riscontra generalmente un’iniziativa volta ad aprire un dibattito in Parlamento, che si conclude, secondo la prassi che si è instaurata, con un atto di indirizzo politico.

La prassi in ordine a questo passaggio parlamentare non è tuttavia costante: non si è verificata, infatti, nei casi in cui si è ritenuto che la partecipazione alla missione godesse di ampio e unanime supporto delle Camere; oppure, in caso di modesta entità della missione stessa, il Governo si è limitato ad informare le Commissioni parlamentari competenti (Esteri e Difesa).

In alcuni casi, infine, il Governo ha portato a conoscenza del Parlamento la propria decisione direttamente con la presentazione del disegno di legge relativo alla copertura finanziaria dell'operazione, ovvero con la presentazione del decreto-legge, qualora la necessità e l'urgenza di partecipare alla missione impongano l'adozione di tale strumento normativo (talvolta emanato dopo che la missione è già iniziata).

 

 

Nello schema che segue si segnalano alcuni dei casi più rilevanti, rinviando per i dati di dettaglio alle rispettive schede.


Schema n. 1 – Alcuni esempi di intervento delle Camere nel caso di partecipazione dell’Italia ad operazioni condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene

Intervento precedente l’inizio della missione

Per la partecipazione alla missione IFOR nella ex Jugoslavia, nel dicembre 1995, realizzata in ambito NATO, alla missione INTERFET, costituita dall’ONU nel settembre 1999 a Timor Est, il Governo ha preventivamente verificato il sostegno delle Camere, aprendo un dibattito concluso con un atto di indirizzo politico.

Intervento contemporaneo all’inizio della missione

Nel caso della missione di pace UNMEE, in Etiopia ed Eritrea, l’intervento parlamentare sulla missione ONU (iniziata nel novembre 2000) si sono svolte, congiuntamente all’inizio della missione stessa (il 15 novembre), comunicazioni del Governo presso la Camera e successivamente (il 28 novembre) presso il Senato. Nel caso dell’intervento della Nato in Kosovo, l’attacco militare iniziò il 24 marzo 1999. Lo stesso giorno il Vicepresidente del Consiglio rese un’informativa urgente alla Camera e Comunicazioni del Governo al Senato sugli sviluppi della crisi. Il 26 marzo si svolse un dibattito in entrambi i rami del Parlamento con l’approvazione di due mozioni da parte del Senato e di tre risoluzioni da parte della Camera.

Intervento successivo all’inizio della missione

Nel caso della missione umanitaria NATO AFOR (o Allied Harbour) svoltasi in Albania dall’8 aprile 1999, contestualmente alle operazioni di guerra nel Kosovo l’intervento parlamentare si è svolto successivamente all’inizio della missione attraverso l’approvazione di risoluzioni.

In altri casi, infine, il Governo si è limitato ad informare le Commissioni parlamentari competenti (come nell’operazione militare Deliberate Force realizzata dalla NATO in territorio bosniaco nel 1995)

Nessun intervento

A questa tipologia appartengono missioni quali UNMOGIP (gennaio 1959) in India e Pakistan, UNIIMOG (agosto 1988) in Iran e Iraq, UNIFIL (luglio 1979) in Libano, UNTAC (luglio 1992) in Cambogia, MINUGUA (luglio 1995) in Guatemala, fino alle più recenti missioni MONUC (dicembre 1999) in Congo, UNMIL (ottobre 2003) in Liberia e Distinguished Games (luglio 2004) in Grecia. Si tratta prevalentemente di missioni svolte per adempiere agli obblighi derivanti dall’adesione alle organizzazioni internazionali.


Per quanto attiene, invece, alla partecipazione dell’Italia alle operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene, si sono registrati 16 casi di intervento parlamentare precedente all’inizio delle missioni, 4 di intervento contemporaneo e 4 di intervento successivo, mentre in 6casi non si è avuto alcun intervento del Parlamento.

Sotto il profilo dell’ordinamento interno la prassi registra sia il caso in cui il Governo decide di inserire nel disegno di legge di autorizzazione alla ratifica le norme relative al reperimento della copertura finanziaria, sia il caso, più frequente, in cui i due momenti sono separati e la copertura finanziaria viene assicurata tramite un disegno di legge ordinaria o, in caso di necessità ed urgenza, con un decreto-legge. Vi sono tuttavia anche casi in cui il Governo non ha presentato alle Camere il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, emanando invece unicamente il decreto-legge contenente la disciplina economico-giuridica della missione e la sua “autorizzazione”.

 

 

Anche in relazione a queste ipotesi segnaliamo nello schema che segue i casi più rilevanti, rinviando per i dati di dettaglio alle rispettive schede.


Schema n. 2 - Alcuni esempi di intervento delle Camere nel caso di partecipazione dell’Italia ad operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene

 

Intervento precedente l’inizio della missione

E’ il caso più frequente tra le missioni svolte fuori dall’ambito delle organizzazioni internazionali. In questi casi l’esecutivo ha proceduto sia sulla base di intese internazionali, che sulla scorta di atti di indirizzo parlamentare. E’ il caso, ad esempio, della prima missione in Libano (agosto 1982), delle missioni umanitarie Pellicano (settembre 1991) e Alba (aprile 1997) in Albania e della missione Antica Babilonia (2003)

Intervento contemporaneo all’inizio della missione

Tra i casi di intervento parlamentare contestuale all’inizio della missione si possono ricordare: la seconda missione di pace in Libano (settembre 1982) e l’operazione Restore hope (dicembre 1992) in Somalia.

Intervento successivo all’inizio della missione

Il coinvolgimento parlamentare in queste fase risulta meno frequente. A titolo di esempio si possono: citare l’operazione MFO (marzo 1982) per il pattugliamento dello stretto di Tiran nel Sinai tra Egitto e Israele e la missione umanitaria Provide comfort I (aprile 1991) per il soccorso alle popolazioni curde in Iraq.

Nessun intervento

In altre occasioni, il Parlamento non è stato coinvolto, come, ad esempio, nella missione MIF (settembre 1995) per il rispetto dell’embargo verso l’Iraq o la missione Ippocampo Rwanda (aprile 1994) per il recupero e l'evacuazione dei cittadini stranieri durante in conflitto tra etnie in Rwanda.


2.1. Operazioni decise dagli Organi costituzionali in una fase di “affievolimento” dei loro poteri

La prassi parlamentare in ordine al processo decisionale relativo all’invio di contingenti militari all’estero, presenta alcuni precedenti di un certo rilievo con riferimento a quelle ipotesi in cui il processo è stato attivato quando uno o entrambi gli attori principali, Governo e Parlamento, si trovavano in una situazione di “affievolimento” dei loro poteri. Le ipotesi sono sostanzialmente tre, variamente combinabili: a) Parlamento in regime di prorogatio; b) Governo dimissionario; c) Governo che non ha ancora ricevuto la fiducia dal Parlamento.

 

a) Parlamento in regime di prorogatio

Il decreto-legge26 marzo 1992, n. 243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico Persico, è stato deliberato dal Governo Andreotti VII, dimissionario, e pubblicato il 27 marzo 1992, in regime di prorogatio delle Camere dopo il loro scioglimento, avvenuto il 2 febbraio 1992. In questo caso, in cui si è disposta la prosecuzione di missioni che erano già state precedentemente deliberate, e cioè: Provide comfort I e II, Operazione Locusta e Golfo 2, oltre alla prorogatio delle Camere siamo anche in presenza della fattispecie del Governo dimissionario.

Il decreto-legge 26 febbraio 1994, n.134, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative, è stato deliberato dal Governo Ciampi, dimissionario, in regime di prorogatio delle Camere dopo il loro scioglimento, avvenuto il 16 gennaio 1994. Le elezioni politiche hanno avuto poi luogo il 27 e 28 marzo 1994. Il D.L. citato reiterava il D.L. n. 542/1993 che autorizzava, tra l'altro, la proroga della partecipazione dell'Italia alle operazioni di polizia doganale sul Danubio per l'embargo contro la Serbia nei territori di Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Il decreto-legge 1° marzo 1996, n. 99, concernente la partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia, è stato deliberato dal Governo Dini, dimissionario, in regime di prorogatio delle Camere dopo il loro scioglimento, avvenuto il 16 febbraio 1996. Le elezioni politiche hanno poi avuto luogo il 21 aprile 1996. Anche in questo caso il D.L. citato disponeva una reiterazione, quella del D.L. n. 1/1996 che recava, tra l'altro, l'autorizzazione alla missione IFOR e disposizioni relative alle missioni EUMM e UPFM. Lo stesso giorno 1°marzo 1996 il Governo Dini ha emanato il D.L. n. 100 recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali, con cui ha reiterato il D.L. n. 2/1996 che recava, tra l’altro, l’autorizzazione alla missione EUMM e la proroga della missione UPFM e delle operazioni di embargo sul Danubio.

 

b) Governo dimissionario

Il decreto-legge 14 aprile 1994, n. 238, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città di Hebron, è stato deliberato dal Governo Ciampi ormai dimissionario ed è entrato in vigore il 18 aprile 1994, dopo l'insediamento delle nuove Camere della XII legislatura, iniziata il 15 aprile 1994.

Nel caso della missione United Shield in Somalia, il 17 gennaio 1995 il Ministro della Difesa del Governo Berlusconi I, ormai dimissionario, ha riferito alle Commissioni riunite Esteri e Difesa del Senato sulla decisione di partecipare alla missione militare lo stesso giorno della nomina del nuovo Governo Dini. Durante la seduta il Ministro ha annunciato l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un apposito decreto-legge. Il D.L. 17 gennaio 1995, n. 11, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione in Somalia, è entrato in vigore il giorno dopo, mentre il nuovo Governo Dini ha ricevuto la fiducia delle Camere il 1° febbraio.

Si segnala che in entrambi i casi non ci troviamo davanti alla semplice prosecuzione di precedenti missioni, come nella fattispecie precedente, ma alla più impegnativa decisione di prendere parte ad una nuova missione, assunta da un Governo ormai dimissionario.

Nei casi seguenti ci troviamo invece davanti ad ipotesi di reiterazione di precedenti decreti-legge che autorizzavano le missioni. Spesso anche i decreti reiterati sono a loro volta decaduti.

Il decreto-legge 26 maggio 1992, n. 297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico Persico, è stato deliberato dal Governo Andreotti VII, dimissionario, dopo l'insediamento delle nuove Camere (l'XI legislatura è iniziata il 23 aprile 1992), in attesa della formazione del nuovo Governo. Il D.L. citato reiterava il D.L. 26 marzo 1992, n. 243, decaduto per decorrenza dei termini costituzionali per la conversione, che a sua volta reiterava il D.L. 45/1992. Il D.L. n. 297/1992 è poi decaduto e i suoi effetti sono stati sanati dalla legge 2 febbraio 1993, n.23.

Il decreto-legge 11 gennaio 1994, n.16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 151, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico è stato deliberato dal Governo Ciampi il 7 gennaio 1994 ma è entrato in vigore il giorno delle dimissioni del Governo stesso (13 gennaio). Si trattava della reiterazione del D.L. 450/1993, ultimo di una catena di D.L. reiterati, relativi alla disciplina del trattamento economico ed assicurativo del personale facente parte della missione militare inviata in Somalia e Mozambico.

Il decreto-legge 29 aprile 1994, n. 257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative è stato deliberato dal Governo Ciampi, dimissionario, dopo l'insediamento delle nuove Camere (la XII legislatura è iniziata il 15 aprile 1994), in attesa della formazione del nuovo Governo. Il D.L. citato reiterava il D.L. n. 134/1994 che autorizzava, tra l'altro, la proroga della partecipazione dell'Italia alle operazioni di polizia doganale per l'embargo sul Danubio nei territori di Bulgaria, Romania ed Ungheria. L'articolo 78 del D.L. n. 257/1994 ha prorogato, inoltre, fino al 31 maggio 1994, la partecipazione italiana alle missioni umanitarie in Somalia e Mozambico, la cui permanenza era autorizzata e finanziata per tutto il 1993. Il D.L. n. 257/1994 è poi decaduto e i suoi effetti sono stati sanati dalla legge 13 luglio 1995, n. 295.

Il decreto-legge 28 dicembre 1994, n.723, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative è stato deliberato dal Governo Berlusconi I, dimissionario. Si trattava della reiterazione del D.L. n. 601/1994 che autorizzava, tra l'altro, la proroga della partecipazione dell'Italia alle operazioni di polizia doganale per l'embargo sul Danubio nei territori della Bulgaria, Romania e Ungheria, nonché la proroga della partecipazione italiana alle missioni umanitarie in Somalia e Mozambico. Il D.L. n. 723/1994 è poi decaduto e i suoi effetti sono stati sanati dalla legge 13 luglio 1995, n. 295.

Il decreto legge 29 aprile 1996, n. 236, recante partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia, è stato deliberato dal Governo Dini dimissionario, in attesa dell’insediamento delle nuove Camere (la XIII legislatura è iniziata il 9 maggio 1996). Si trattava della reiterazione del D.L. n. 99/1996 che recava, tra l'altro, l’autorizzazione alla missione IFOR e disposizioni relative alle missioni EUMM e UPFM. Il D.L. n. 236/1996 è poi decaduto e i suoi effetti sono stati sanati dalla legge 8 agosto 1996, n. 428. Lo stesso 29 aprile 1996 il Governo Dini ha emanato anche il decreto-legge n. 237, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali. Si trattava della reiterazione del D.L. 100/1996 che recava, tra l'altro, la proroga delle missioni EUMM e UPFM e delle operazioni di embargo sul Danubio. Anche il D.L. n. 237/1996 è successivamente decaduto e i suoi effetti sono stati sanati dalla medesima legge n. 428/1996.

 

 

 

c) Governo che non ha ancora ricevuto la fiducia dal Parlamento

In questa tipologia rientra il caso storico della legge 8 febbraio 1950, n. 12, recante provvedimenti per l'assunzione dell'Ammini-strazione fiduciaria in Somalia. Il disegno di legge è stato presentato infatti dal Governo De Gasperi VI (nominato il 27 gennaio 1950) il 2 febbraio 1950 ed è stato approvato l’8 febbraio successivo, quando il Governo non aveva ancora ottenuto la fiducia delle Camere, poi votata il 14 febbraio 1950. Anche in questo caso si trattava di deliberare per la prima volta l’intervento internazionale.

 

 

 

 

 


Tabelle

 


Dal 1948 al 1979

 

Missione

 

 

 

Primo intervento parlamentare

 

 

 

Data di inizio

 

P

C

S

1

Mandato fiduciario ONU in Somalia

ONU

2 febbraio 1950

conclusa

 

4

 

2

UNEF

ONU

21 novembre 1956

conclusa

 

4

 

3

UNTSO

ONU

5 giugno 1958

in corso

 

 

 

4

UNOGIL

ONU

19 giugno 1958

conclusa

 

 

 

5

UNMOGIP

ONU

3 gennaio 1959

in corso

 

 

 

6

Laos 1959

ONU

7 ottobre 1959

conclusa

 

 

 

7

UNOC

ONU

11 luglio 1960

conclusa

 

 

 

8

UNYOM

ONU

20 dicembre 1963

conclusa

 

 

 

9

DIATM

-------

3 settembre 1969

conclusa

 

 

 

10

UNIFIL

ONU

3 luglio 1979

in corso

 

 

 

Dal 1980 al 1989

 

Missione

 

 

 

Primo intervento parlamentare

 

 

 

 

Data di inizio

 

P

C

S

 

 

11

MFO

-------

10 marzo 1982

in corso

 

 

4

 

12

Libano I

-------

21 agosto 1982

conclusa

4

 

 

 

13

Libano II

-------

23 settembre 1982

conclusa

 

4

 

 

14

Mine nel Mar Rosso

-------

22 agosto 1984

conclusa

 

4

 

 

15

Protezione delle navi mercantili nel Golfo Persico

-------

15 settembre 1987

conclusa

4

 

 

 

16

MIATM

-------

14 luglio 1988

in corso

 

 

17

UNIIMOG

ONU

15 agosto 1988

conclusa

 

 

18

UNTAG

ONU

13 marzo 1989

conclusa

 

 

4

 

19

UNOCA

ONU

30 marzo 1989

conclusa

 

 

 

 

P= precedente all’inizio della missione

C=contemporaneo all’inizio della missione

S= successivo all’inizio della missione


 

Dal 1990 al 1999

 

 

Missione

 

 

 

Primo intervento parlamentare

 

 

 

 

Data di inizio

 

P

C

S

 

20

Golfo 2

-------

16 agosto 1990

conclusa

4

 

 

 

 

21

Operazione Locusta

-------

25 settembre 1990                                                                                                             

conclusa

4

 

 

 

 

22

UNOSGI

ONU

1 marzo 1991

conclusa

 

 

 

 

 

23

UNIKOM

ONU

18 aprile 1991

in corso

 

 

 

 

 

24

Provide comfort I

-------

20 aprile 1991

conclusa

 

 

4

 

 

25

UNSCOM

ONU

23 giugno 1991

conclusa

 

 

 

26

Provide comfort II

-------

15 luglio 1991

conclusa

4

 

 

 

 

27

EUMM

UE

20 luglio 1991

in corso

 

 

4

 

 

28

ONUSAL

ONU

26 luglio 1991

conclusa

 

 

 

29

Pellicano

-------

16 settembre 1991

conclusa

4

 

 

 

 

30

MINURSO

ONU

27 settembre 1991

in corso

 

 

4

 

 

31

Sharp Fence (poi Sharp Guard)

NATO e UEO

10 luglio 1992

conclusa

 

 

4

 

 

32

Maritime Guard (poi Sharp Guard)

NATO e UEO

10 luglio 1992

conclusa

 

 

4

 

33

UNTAC

ONU

23 luglio 1992

conclusa

 

 

34

Restore hope

-------

11 dicembre 1992

conclusa

 

4

 

 

35

UNOMOZ

ONU

22 febbraio 1993

conclusa

4

 

 

 

36

Deny flight

NATO

12 aprile 1993

conclusa

4

 

 

 

37

UNOSOM II

ONU

4 maggio 1993

conclusa

4

 

 

 

38

Operazione Danubio

UEO

26 maggio 1993

conclusa

 

 

4

 

39

Ippocampo Rwanda

-------

10 aprile 1994

conclusa

 

 

40

TIPH I

-------

8 maggio 1994

conclusa

4

 

 

 

41

Entebbe

-------

3 giugno 1994

conclusa

 

 

42

United Shield

-------

10 gennaio 1995

conclusa

 

 

4

 

43

UPFM

UEO

8 marzo 1995

conclusa

4

 

 

 

44

MINUGUA

ONU

17 luglio 1995

conclusa

 

 

45

UNAVEM III

ONU

24 agosto 1995

conclusa

 

 

46

Deliberate Force

NATO

4 settembre 1995

conclusa

 

 

4

 

47

MIF

-------

14 settembre 1995

conclusa

 

 

 

48

IFOR

NATO

28 dicembre 1995

conclusa

4

 

 

 

 

 

P= precedente all’inizio della missione

C= contemporaneo all’inizio della missione

S= successivo all’inizio della missione


Dal 1990 al 1999 (segue)

 

 

 

Missione

 

 

 

Primo intervento parlamentare

 

 

 

 

Data di inizio

 

P

C

S

49

SFOR

NATO

20 dicembre 1996

in corso

4

 

 

 

50

TIPH II

-------

29 gennaio 1997

in corso

 

4

 

 

51

ALBA

-------

13 aprile 1997

conclusa

4

 

 

 

52

Albania 2

-------

15 aprile 1997

in corso

4

 

 

 

53

MAPE

UEO

12 maggio 1997

conclusa

 

 

4

 

54

IPTF

ONU

27 maggio 1997

conclusa

 

 

4

 

55

DIE

-------

11 ottobre 1997

in corso

4

 

 

 

56

Bilaterale Interni

-------

16 ottobre 1997

in corso

 

 

4

 

 

57

Determined Falcon

NATO

15 giugno 1998

conclusa

 

 

4

 

 

58

UNSMA

ONU

18 luglio 1998

conclusa

 

 

 

59

MSU

NATO

1 agosto 1998

in corso

4

 

 

 

 

60

KVM

OSCE

20 ottobre 1998

conclusa

 

 

4

 

 

61

Eagle Eye

NATO

27 novembre 1998

conclusa

 

 

4

 

 

62

Joint Guarantor

NATO

9 dicembre 1998

conclusa

 

 

4

 

 

63

Allied Force

NATO

24 marzo 1999

conclusa

 

4

 

 

 

64

AFOR

NATO

8 aprile 1999

conclusa

 

 

4

 

 

65

WEUDAM

UE e UEO

10 maggio 1999

conclusa

 

 

 

 

 

66

Allied Harvest

NATO

17 maggio 1999

conclusa

 

 

4

 

 

67

KFOR

NATO

13 giugno 1999

in corso

4

 

 

 

 

68

UNMIK

ONU

30 giugno 1999

in corso

4

 

 

 

 

69

COMMZW

NATO

1 settembre 1999

conclusa

4

 

 

 

 

70

INTERFET

ONU

20 settembre 1999

conclusa

4

 

 

 

 

71

MONUC

ONU

15 dicembre 1999

conclusa

 

 

 

 

 

 

 

P= precedente all’inizio della missione

C= contemporaneo all’inizio della missione

S= successivo all’inizio della missione


Dal 2000 ad oggi

 

 

 

Missione

 

 

 

Primo intervento parlamentare

 

 

 

 

Data di inizio

 

P

C

S

 

72

Albit

-------

6 aprile 2000

in corso

4

 

 

 

 

73

UNMEE

ONU

15 novembre 2000

in corso

 

4

 

 

 

74

Essential Harvest

NATO

27 agosto 2001

conclusa

4

 

 

 

 

75

Amber Fox

NATO

23 settembre 2001

conclusa

 

 

4

 

 

76

Active Endeavour

NATO

9 ottobre 2001

in corso

 

4

 

 

77

Enduring Freedom

-------

18 novembre 2001

in corso

4

 

 

 

78

ISAF (a)

NATO

10 gennaio 2002

in corso

4

 

 

 

79

NATO HQ Skopje

NATO

17 giugno 2002

in corso

4

 

 

 

80

NATO HQ Tirana

NATO

17 giugno 2002

in corso

4

 

 

 

81

Coherent Behaviour

-------

4 ottobre 2002

conclusa

 

 

 

 

82

Allied Harmony

NATO

16 dicembre 2002

conclusa

4

 

 

 

83

EUPM

UE

1 gennaio 2003

in corso

4

 

 

 

84

Operazione Concordia

UE

31 marzo 2003

conclusa

4

 

 

 

85

Processo di pace in Sudan

-------

3 aprile 2003

in corso

4

 

 

 

86

Cessate il fuoco sui Monti Nuba

-------

3 aprile 2003

in corso

4

 

 

 

87

Antica Babilonia

-------

9 maggio 2003

in corso

4

 

 

 

88

Processo di pace in Somalia

-------

20 maggio 2003

in corso

4

 

 

 

89

Artemis

UE

12 giugno 2003

conclusa

 

 

 

 

90

UNMIL

ONU

30 ottobre 2003

conclusa

 

 

 

 

91

Proxima

UE

1° maggio 2004

in corso

4

 

 

 

92

Distinguished Games

NATO

29 luglio 2004

conclusa

 

 

 

 

 

(a) La NATO ha assunto la guida della missione l'11 agosto 2003

 

 

 

P= precedente all’inizio della missione

C= contemporaneo all’inizio della missione

S= successivo all’inizio della missione


 

 

Partecipazione alle missioni che sono condotte dalle Organizzazioni internazionali (62)

 

Missioni in corso  (16)

Missioni concluse  (46)

 

 

Data di inizio

 

 

UNTSO

ONU

5 giugno 1958

Mandato fiduciario ONU in Somalia

ONU

UNMOGIP

 

3 gennaio 1959

UNEF

 

UNIFIL

 

3 luglio 1979

UNOGIL

 

MINURSO

 

27 settembre 1991

Laos 1959

 

UNMIK

 

30 giugno 1999

UNOC

 

UNMEE

 

15 novembre 2000

UNYOM

 

SFOR

NATO

20 dicembre 1996

UNIIMOG

 

MSU

 

1 agosto 1998

UNTAG

 

KFOR

 

13 giugno 1999

UNOCA

 

Active Endeavour

 

9 ottobre 2001

UNOSGI

 

ISAF (a)

 

10 gennaio 2002

UNIKOM

 

NATO HQ Skopje

 

17 giugno 2002

UNSCOM

 

NATO HQ Tirana

 

17 giugno 2002

ONUSAL

 

EUMM

UE

20 luglio 1991

UNTAC

 

EUPM

 

1 gennaio 2003

UNOMOZ

 

Proxima

 

31 marzo 2003

UNOSOM II

 

 

 

 

MINUGUA

 

 

 

 

UNAVEM III

 

 

 

 

IPTF

 

 

 

 

UNSMA

 

 

 

 

INTERFET

 

 

 

 

MONUC

 

 

 

 

UNMIL

 

 

 

 

Deny flight

NATO

 

 

 

Deliberate Force

 

 

 

 

IFOR

 

 

 

 

Determined Falcon

 

(a) La NATO ha assunto la guida della missione l'11 agosto 2003

Eagle Eye

 

 

 

 

Joint Guarantor

 

 

 

 

Allied Force

 

 

 

 

AFOR

 

 

 

 

Allied Harvest

 

 

 

 

COMMZW

 

 

 

 

Essential Harvest

 

 

 

 

Amber Fox

 

 

 

 

Allied Harmony

 

 

 

 

Distinguished Games

 

 

 

 

Operazione Concordia

UE

 

 

 

Artemis

 

 

 

 

Partecipazione alle missioni che sono condotte dalle Organizzazioni internazionali

 

 

Missioni concluse  (segue)

 

 

 

Operazione Danubio

UEO

 

 

 

UPFM

 

 

 

 

MAPE

 

 

 

 

Sharp Fence (poi Sharp Guard)

NATO e UEO

 

 

 

Maritime Guard (poi Sharp Guard)

 

 

 

 

KVM

OSCE

 

 

 

WEUDAM

UE e UEO

 

 

Partecipazione alle missioni che non sono condotte dalle Organizzazioni internazionali (30)

Missioni in corso (11)

Missioni concluse (19)

 

Data di inizio

 

MFO

10 marzo 1982

DIATM

MIATM

14 luglio 1988

Libano I

TIPH II

29 gennaio 1997

Libano II

Albania 2

15 aprile 1997

Mine nel Mar Rosso

DIE

11 ottobre 1997

Protezione delle navi mercantili nel Golfo

Bilaterale Interni

16 ottobre 1997

Golfo 2

Enduring Freedom

18 novembre 2001

Operazione Locusta

Processo di pace in Sudan

3 aprile 2003

Provide comfort I

Cessate il fuoco sui Monti Nuba

3 aprile 2003

Provide comfort II

Antica Babilonia

9 maggio 2003

Pellicano

Processo di pace in Somalia

20 maggio 2003

Restore hope

 

 

Ippocampo Rwanda

 

 

TIPH I

 

 

Entebbe

 

 

United Shield

 

 

MIF

 

 

ALBA

 

 

Albit

 

 

Coherent Behaviour

 


Operazioni di peace-keeping (41)

Missioniin corso   (10)

Missioni concluse   (31)

 

 

Data di inizio

 

 

UNTSO

ONU

5 giugno 1958

UNEF

ONU

UNMOGIP

 

3 gennaio 1959

UNOGIL

 

UNIFIL

 

3 luglio 1979

UNOC

 

MINURSO

 

27 settembre 1991

UNYOM

 

UNMIK

 

30 giugno 1999

UNIIMOG

 

UNMEE

 

15 novembre 2000

UNTAG

 

NATO HQ Skopje

NATO

17 giugno 2002

UNOSGI

 

EUMM

UE

20 luglio 1991

UNIKOM

 

MFO

-------

10 marzo 1982

UNSCOM

 

TIPH II

 

29 gennaio 1997

ONUSAL

 

 

 

 

UNTAC

 

 

 

 

UNOMOZ

 

 

 

 

MINUGUA

 

 

 

 

UNAVEM III

 

 

 

 

INTERFET

 

 

 

 

MONUC

 

 

 

 

UNMIL

 

 

 

 

Eagle Eye

NATO

 

 

 

Allied Harvest

 

 

 

 

Essential Harvest

 

 

 

 

Amber Fox

 

 

 

 

Allied Harmony

 

 

 

 

KVM

OSCE

 

 

 

Libano I

-------

 

 

 

Libano II

 

 

 

 

Mine nel Mar Rosso

 

 

 

 

Restore hope

 

 

 

 

TIPH I

 

 

 

 

United Shield

 

 

 

 

Operazione Concordia

UE

 

 

 

Artemis

 


 

Operazioni di peace-making (6 )

Missioniin corso  (3)

Missioni concluse  (3)

 

 

Data di inizio

 

 

Processo di pace in Sudan

-------

3 aprile 2003

Laos 1959

ONU

Cessate il fuoco sui Monti Nuba

 

3 aprile 2003

UNSMA

 

Processo di pace in Somalia

 

20 maggio 2003

Determined Falcon

NATO

 

 

Operazioni di peace-enforcing(20)

Missioni in corso   (6)

Missioni concluse   (14)

 

 

Data di inizio

 

 

SFOR

NATO

20 dicembre 1996

Deny flight

NATO

KFOR

 

13 giugno 1999

Deliberate Force

 

Active Endeavour

 

9 ottobre 2001

IFOR

 

ISAF (a)

 

10 gennaio 2002

Joint Guarantor

 

NATO HQ Tirana

 

17 giugno 2002

Allied Force

 

Enduring Freedom

-------

18 novembre 2001

COMMZW

 

 

 

 

Operazione Danubio

UEO

 

 

 

Maritime Guard (poi Sharp Guard)

NATO e UEO

 

 

 

Sharp Fence (poi Sharp Guard)

 

 

 

 

Protezione delle navi mercantili nel Golfo

-------

(a) La NATO ha assunto la guida della missione l'11 agosto 2003

Golfo 2

 

 

 

 

Operazione Locusta

 

 

 

 

MIF

 

 

 

 

Coherent Behaviour

 

 


Operazioni di assistenza internazionale (25)

 

Missioni in corso  (8)

Missioni concluse  (17)

 

 

Data di inizio

 

 

MSU

NATO

1 agosto 1998

Mandato fiduciario ONU in Somalia

ONU

EUPM

UE

1 gennaio 2003

UNOCA

 

Proxima

 

1 maggio 2004

UNOSOM II

 

MIATM

-------

14 luglio 1988

IPTF

 

Albania 2

 

15 aprile 1997

AFOR

NATO

DIE

 

11 ottobre 1997

Distinguished Games

 

Bilaterale Interni

 

16 ottobre 1997

UPFM

UEO

Antica Babilonia

 

9 maggio 2003

MAPE

 

 

 

 

DIATM

-------

 

 

 

Provide comfort I

 

 

 

 

Provide comfort II

 

 

 

 

Pellicano

 

 

 

 

Ippocampo Randa

 

 

 

 

Entebbe

 

 

 

 

ALBA

 

 

 

 

Albit

 

 

 

 

WEUDAM

UE e UEO


 

 

Anno

Miliardi di lire*

Milioni di euro*

1982

17,270

8,919

1983

382,990

197,798

1984

0,000

0,000

1985

2,501

1,292

1986

0,000

0,000

1987

95,773

49,463

1988

323,863

167,261

1989

0,000

0,000

1990

79,090

40,847

1991

898,682

464,131

1992

43,578

22,506

1993

282,376

145,835

1994

414,159

213,895

1995

120,990

62,486

1996

325,316

168,012

1997

345,960

178,673

1998

221,062

114,169

1999

914,882

472,497

2000

1.201,852

620,705

2001

1.356,301

700,471

2002

1.803,035

931,190

2003

1.942,183

1.026,325

2004

2.249,182

1.161,606

 

*In valori reali (coefficienti ISTAT settembre 2004)

 

 


Grafici

 


Figura 1


Casella di testo: 45


Figura 2

 



Mappa dell’attuale presenza militare italiana all’estero




Schede delle missioni

 


Missioni in corso

 


Missione Active Endeavour       (In corso)

Rischieramento della flotta NATO nel Mediterraneo orientale nell'ambito dell'operazione Enduring freedom

Partecipazione italiana dal 9 ottobre 2001

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

 

Il dispiegamento nel Mediterraneo orientale, a partire dal 9 ottobre 2001, della Forza Navale Permanente della NATO nel Mediterraneo (STANAVFORMED) è stato effettuato a seguito della decisione del Consiglio del Nord Atlantico del 3 ottobre 2001, relativa all’applicazione dell’articolo 5 del Trattato di Washington, in conseguenza degli avvenimenti dell’11 settembre. Compito della missione è quello di monitorare il flusso del traffico delle merci via mare nella regione, stabilendo contatti con le navi mercantili che vi transitano (oltre 41.000 al 1° marzo 2004). La STANAVFORMED è una delle forze NATO di reazione immediata, che si caratterizza per la capacità di schierarsi rapidamente in aree di tensione o di crisi. Essa costituisce, inoltre, un nucleo (che comprende otto unità, tra le quali una fregata della Marina Militare italiana) attorno al quale è possibile, se necessario, costruire una forza navale ancor più versatile e potente. Successivamente, si sono alternate nella zona delle operazioni, unità della flotta NATO appartenenti alla STANAVFORLANT, la forza navale permanente della Nato nell'Atlantico. Attualmente la missione è affidata alle unità navali della STANAVFORLANT; l'Italia è presente con la fregata "Espero". L’operazione è effettuata nel contesto della lotta al terrorismo internazionale svolta dalla missione “Enduring Freedom”. Dal 16 marzo 2004 la NATO ha esteso a tutto il Mediterraneo l'area di pattugliamento.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                        225    unitàdi cui:

                                              Marina                                     225

Riferimenti normativi

Decreto-legge 1° dicembre 2001, n.421, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 gennaio 2002, n. 6, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione multinazionale denominata "Enduring Freedom"

Il D.L. 421/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 ottobre 2001 Senato                               Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni Schifani ed altri 6-00008 e Angius ed altri 6-00009

9 ottobre 2001Camera                             Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni Vito ed altri 6-00004 e Rutelli ed altri 6-00006


Missione Albania 2               (In corso)

Sorveglianza nelle acque territoriali ed interne albanesi per prevenire l'immigrazione illegale

Partecipazione italiana dal 15 aprile 1997

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)

L’operazione consiste nello svolgimento di un'attività di sorveglianza nelle acque territoriali e interne albanesi, in collegamento con i competenti organismi locali, al fine di prevenire e contenere il fenomeno dell’emigrazione illegale dall’Albania verso l’Italia.

Tale attività è prevista, nell’ambito dell’accordo italo-albanese del 13 ottobre 1995 sulla cooperazione nel campo della difesa, dal relativo protocollo tecnico del 2 aprile 1997 e dal protocollo d'intesa del 28 agosto 1997.

L’attività è svolta dal 28° Gruppo Navale che conduce, unitamente alla Marina albanese, attività di pattugliamento nelle aree maggiormente interessate dalle partenze di imbarcazioni verso le coste italiane, come la baia di Valona, Capo Pali e Capo Laghi. La sede del comando del 28° Gruppo Navale è a Durazzo; il Gruppo, variabile in relazione alla situazione, comprende uomini del Reggimento San Marco e un Gruppo Incursori della Marina, di naviglio da trasporto costiero, mezzi vari di supporto logistico e una decina di motovedette del Corpo delle Capitanerie di Porto. Nel basso Adriatico è inoltre previsto l'impiego, non attivo dal novembre 2002, di un dispositivo, cosiddetto "d’altura", composto da unità maggiori, del tipo fregata o pattugliatore di squadra. A tali dispositivi è inoltre collegato il dispositivo costiero nazionale anti-immigrazione che opera nelle acque territoriali con mezzi aeronavali delle Forze di Polizia.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                                    145  unità di cui:

                                              Marina                                   145

Riferimenti normativi

Legge 21 maggio 1998, n. 170, recante ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e collaborazione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, con scambio di lettere esplicativo dell'articolo 19, fatto a Roma il 13 ottobre 1995 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 3 dicembre 1996)

La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia

Decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron

Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 gennaio 1998

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha integrato il trattamento economico dei militari impiegati

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

1 aprile 1997 Senato           Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sui recenti sviluppi della situazione albanese


Missione Antica Babilonia                                     (In corso)

Missione per garantire la sicurezza degli interventi umanitari in Iraq

Partecipazione italiana dal 9 maggio 2003

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

L'operazione "Antica Babilonia" si inquadra nella Forza di stabilizzazione internazionale costituita da più di venti Paesi dopo la conclusione del conflitto in Iraq.

I compiti e l'organizzazione della Forza di stabilizzazione internazionale sono stati definiti in un incontro tra i Ministri della difesa dei Paesi partecipanti svoltosi a Londra il 15 aprile e in una successiva riunione tecnica dell'8 maggio.

Il 22 maggio 2003, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la risoluzione 1483, che, tra l’altro, "fa appello agli Stati membri (...) affinché assistano il popolo iracheno nello sforzo per riformare le proprie istituzioni e ricostruire il proprio Paese e perché contribuiscano alle condizioni di stabilità e di sicurezza in Iraq”.

Successivamente il Consiglio di Sicurezza ha approvato, il 16 ottobre 2003, la risoluzione 1511, che "autorizza una forza multinazionale sotto comando unificato a prendere tutte le necessarie misure per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq" e "fa urgenza agli Stati membri perché forniscano assistenza, ivi comprese forze militari, nell'ambito del mandato delle Nazioni Unite," a tale forza multinazionale, richiedendo agli Stati Uniti di riferire al Consiglio di Sicurezza, quando opportuno ed almeno ogni sei mesi, circa gli sforzi ed i progressi da essa compiuti.

Con la successiva risoluzione 1546 dell’8 giugno 2004, il Consiglio di sicurezza, nel definire le procedure e i tempi per il passaggio dei poteri ad un Governo sovrano ad interim dell’Iraq, ha ribadito l'autorizzazione alla presenza di una forza multinazionale ed ha stabilito che tale forza “avrà l'autorità di prendere tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq, conformemente alle lettere” del nuovo premier iracheno e del segretario di Stato statunitense, allegate alla risoluzione, in cui viene espressa, fra l’altro, “la richiesta irachena che continui la presenza della forza multinazionale e ne vengono esposti i compiti, compresi la prevenzione e la dissuasione dal terrorismo”.

Il Consiglio di sicurezza richiede altresì “agli Stati membri e alle organizzazioni regionali e internazionali di contribuire all'assistenza della forza multinazionale, comprese le forze militari, come stabilito in accordo con il governo dell'Iraq, per andare incontro ai bisogni della popolazione irachena di sicurezza e di stabilità, di assistenza umanitaria e per la ricostruzione, e di appoggiare gli sforzi dell'UNAMI, la missione ONU di assistenza all'Iraq”.

La presenza italiana è diretta a garantire la cornice di sicurezza essenziale per consentire l’arrivo degli aiuti ed a contribuire con capacità specifiche alle attività di intervento più urgente nel ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali. Tra i compiti del contingente militare vi sono: la creazione e il mantenimento di un ambiente sicuro; il concorso al mantenimento dell’ordine pubblico; funzioni di polizia militare; il supporto alle attività di sminamento; le rilevazioni biologiche e chimiche; l'assistenza sanitaria; la gestione aeroportuale; il supporto alle attività dell’ORHA (Office of Riabilitation and Humanitarian Assistance).

Il contingente militare italiano, assegnato alla regione meridionale dell'Iraq, posta sotto il comando britannico, è formato da unità e reparti appartenenti alle quattro forze armate ed opera sul territorio iracheno nella provincia di Dhigar (area di Nassirya).

Nell'ambito della componente interforze opera, dal 28 luglio, un contingente rumeno di circa 500 uomini, composto da un battaglione di fanteria e da una compagnia di Polizia militare.

Nell'ambito della missione ha operato, dal 9 maggio all'8 ottobre 2003, un contingente di circa 30 carabinieri, con il compito di fornire il supporto di sicurezza all'ospedale da campo inviato a Baghdad dalla CRI. Attualmente 66 unità del Corpo Militare e delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, contribuiscono all’operazione con assetti sanitari di varia natura e che sono, tra l'altro, inseriti all’interno dell’ospedale da campo dell’Esercito, già in funzione in Nassirya.

E' presente inoltre un Nucleo di Carabinieri appartenenti al Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, che operano nello specifico settore al fine di recuperare i beni andati dispersi.

Dal 15 luglio 2003, con il "transfer of authority" (TOA), il contingente militare italiano è stato posto sotto il controllo operativo della Divisione Multinazionale Sud Est, a guida britannica.

L'impiego delle forze militari italiane è strettamente connesso alla realizzazione del piano operativo di emergenza messo a punto dalla Task Force coordinata dal Ministero degli esteri, con l'apporto del Ministero della difesa e di altri dicasteri. L’intervento riguarda la fornitura di aiuti di prima necessità alla popolazione irachena, l'assistenza tecnica per la realizzazione delle opere urgenti di ripristino delle infrastrutture e dei servizi.

In tale quadro si colloca la presenza a Bagdad, presso l'Autorità provvisoria che amministra il Paese (OCPA), di un Inviato Straordinario, assistito da un consigliere militare, che è anche il rappresentante dell'autorità militare nazionale presso tale Autorità e dal relativo staff.

Il 12 novembre 2003, un attentato terroristico alla base dei Carabinieri di Nassirya ha provocato 19 morti e 21 feriti. Hanno perso la vita: 12 carabinieri: Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana, Andrea Filippa; 5 soldati dell'Esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi, Pietro Petrucci, e 2 civili: Stefano Rolla e Marco Beci.

Nel periodo tra marzo e maggio 2004 sono rimasti feriti, durante aggressioni o incidenti accaduti a Nassirya, 20 militari del contingente italiano.

Il 17 maggio 2004, in seguito alle ferite riportate durante un attacco di guerriglieri iracheni alla base italiana "Libeccio", ha perso la vita il lagunare Matteo Vanzan.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                                    3.264    unità di cui:

                                               Esercito                           2.446

                                              Carabinieri                          433

                                              Aeronautica                  220

                                              Marina                                    165

Riferimenti normativi

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004.

 

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

15 aprile 2003 Camera                              Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) in merito ad un intervento di emergenza umanitaria in Iraq e approvazione delle risoluzioni Arrighi ed altri 6-00060, Grignaffini ed altri 6-00061, Violante ed altri 6-00063, Colasio ed altri 6-00064 e Vito ed altri 6-00065

15 aprile 2003 Senato                               Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) sulla crisi internazionale e connesse mozioni nelle sedute del 9 e del 15 aprile e approvazione delle risoluzioni Andreotti ed altri 6-00045 e Schifani ed altri 6-00046

8 maggio 2003Camera                     Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione Deiana ed altri 3-02283 (Question time ministri) sull'invio in Iraq di una delegazione della Croce rossa scortata dai carabinieri

8 maggio 2003Camera                     Assemblea

Svolgimento dell'interpellanza urgente Deiana ed altri 2-00735 sui compiti operativi e regole di ingaggio del contingente militare italiano che sarà inviato in Iraq

14 maggio 2003Commissioni congiunte Camera e Senato        Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'impiego di un contingente militare italiano nell'ambito dell'intervento umanitario in Iraq

19 giugno 2003Camera                     Assemblea

Svolgimento dell'interpellanza urgente Deiana ed altri 2-00804 sull'evoluzione della situazione in Iraq

5 novembre 2003Camera                  Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione Bulgarelli 3-02830 (Question time ministri) sul ruolo del contingente italiano in Iraq

12 novembre 2003Camera                Assemblea

Informativa urgente del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro della difesa) sull'attentato al contingente militare italiano di stanza a Nassiriya in Iraq

12 novembre 2003Senato                  Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro della difesa) sull'attentato al contingente militare italiano in Iraq

17 dicembre 2003Commissioni congiunte Camera e Senato     Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'aggiornamento delle missioni internazionali

17 dicembre 2003Commissioni congiunte Camera e Senato     Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'aggiornamento delle missioni internazionali in corso

22 gennaio 2004Senato                    Assemblea

Svolgimento dell’interpellanza Malabarba ed altri 2-00477, con procedimento abbreviato ai sensi dell’articolo 156-bis del Regolamento, sulla presenza del contingente militare italiano in Iraq

7 aprile 2004 Camera                        Assemblea

Informativa urgente del Governo (Ministro degli Esteri) sull'attuale situazione in Iraq

7 aprile 2004Commissioni congiunte Camera e Senato             Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della Difesa) sui più recenti eventi della missione militare nazionale in Iraq

14 aprile 2004Commissioni congiunte Camera e Senato           Esteri e Difesa

Audizione del Ministro degli esteri sulla situazione in Iraq

21 aprile 2004 Camera                      Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione Deiana 3-03274 (Question time ministri) sulla natura della missione           italiana in Iraq

18 maggio 2004Commissioni congiunte Camera e Senato        Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della Difesa) sui più recenti eventi militari a Nassiriya

20 maggio 2004 Camera                    Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio dei Ministri) sulla situazione in Iraq ed approvazione della risoluzione Vito ed altri 6-00095

20 maggio 2004Senato                     Assemblea

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sui più recenti sviluppi della situazione in Iraq e conseguente discussione con le connesse mozioni ed approvazione, con modificazioni, della mozione Andreotti ed altri 1-00276, e della risoluzione Schifani ed altri 6-00062

17 giugno 2004Camera                     Assemblea

Svolgimento dell'interpellanza urgente Stradiotto ed altri 2-01203 sull'organizzazione sanitaria dei militari italiani in Iraq


Missione Bilaterale Interni                         (In corso)

Missione finalizzata all'opera di addestramento delle Forze di polizia albanesi

Partecipazione italiana dal 16 ottobre 1997

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

Il protocollo d'intesa firmato a Roma il 17 settembre 1997 dai Ministri degli interni italiano e albanese, prevede l'impegno italiano ad affiancare i vertici delle amministrazioni albanesi con esperti delle Forze di polizia nazionali, per cooperare nella riorganizzazione delle strutture di polizia albanesi. Il compito è affidato ad una missione, composta da nuclei distinti: uno centrale, uno di frontiera marittima, e da nuclei territoriali. Le aree di intervento sono state individuate nelle province di Tirana, Durazzo, e Valona, con possibilità di successiva estensione ad altre zone. La durata della missione era fissata in 180 giorni, salva la possibilità di un prolungamento, deciso in relazione allo stato di attuazione del Protocollo. La collaborazione è proseguita in base ai protocolli bilaterali siglati nel 1998 e il 5 luglio 2000 e prorogata al 31 dicembre 2001 dal protocollo d'intesa sottoscritto il 13 febbraio 2001. Il 12 novembre 2002 è stato sottoscritto il settimo Protocollo d'Intesa con il quale, oltre a confermare i principi espressi nei Protocolli precedenti, si è provveduto ad aggiornare il dispositivo funzionante lungo le coste dell'Albania. In particolare, si è previsto: un più diretto coinvolgimento della Polizia di confine albanese nel controllo delle proprie coste e l'assistenza, fino al 31 dicembre 2003, di unità navali delle Forze di polizia italiane; il perfezionamento delle modalità tecnico-operative per il contrasto dei traffici illeciti tra l'Italia e l'Albania; il coordinamento, da parte albanese, di tali attività con quelle previste dagli accordi bilaterali e multilaterali riguardanti il controllo dei propri confini terrestri e marittimi.

Il D.L. 451/2001 ha istituito un ufficio di collegamento interforze in Albania ed ha previsto la presentazione di una relazione annuale al Parlamento, da parte del Ministro dell'interno, che dia conto della realizzazione degli obiettivi fissati, dei risultati raggiunti e dell'efficacia degli interventi effettuati.


Consistenza del contingente italiano al 23/01/04

                        109                unità di cui:

                                              Carabinieri                             20

                                              Guardia di Finanza            41

                                              Polizia di Stato                     48

Riferimenti normativi

Decreto-legge 27 ottobre 1997, n. 362, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1997, n. 437, recante finanziamento della missione italiana in Albania per riorganizzare le Forze di polizia albanesi e dell'assistenza ai profughi della ex Jugoslavia

Il D.L. 362/1997 ha autorizzato la missione in base all'apposito protocollo d'intesa Italia-Albania senza fissare un termine di durata

Legge 3 agosto 1998, n. 300, recante finanziamento dei progetti di intervento coordinati dal commissario straordinario del Governo per la prosecuzione del processo di ricostruzione dell'Albania (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 28 aprile 1998)

La legge 300/1998 ha integrato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 28 agosto 2000, n. 239, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2000, n. 305, recante disposizioni urgenti in materia di finanziamenti per lo sviluppo ed il completamento dei programmi italiani a sostegno delle Forze di polizia albanesi

Il D.L. 239/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2004.

 


Missione per il cessate il fuoco sui Monti Nuba                                                      (In corso)

Monitoraggio sul cessate il fuoco sui Monti Nuba

Partecipazione italiana dal 3 aprile 2003

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making)

 

E' in corso dal 1985 sulle montagne Nuba, in Sudan una sanguinosa guerra che contrappone le milizie nazionali sudanesi all'esercito del Sudan People’s Liberation Movement/Nuba (SPLM/Nuba).

I Nuba, popolo africano in prevalenza di religione islamica moderata, abitano una delle aree agricole più fertili del Sudan, nella zona settentrionale. La politica di discriminazione del Governo di Karthoum verso queste popolazioni, per costringerle ad abbandonare le loro terre, si è intensificata, a partire dal 1983, con l'imposizione della legge islamica all'intero Paese.

Il 19 gennaio 2002 è stato firmato sul Bürgenstock (Svizzera) l’accordo di cessate il fuoco nella regione dei Monti Nuba, negoziato fra il Governo centrale e il SPLM/Nuba con la mediazione congiunta degli Stati Uniti e della Svizzera.

L’accordo, entrato in vigore il 22 gennaio 2002, prevede non solo una tregua, rinnovabile, di sei mesi, ma anche un importante disimpiego militare per facilitare il ritorno e il ristabilimento della popolazione e la ripresa dell’attività agricola nelle regioni fertili dei Monti Nuba. L'accordo, che ha anche un fine umanitario, mirando a facilitare l’invio dell’aiuto d’urgenza, a garantire lo sminamento della regione e a ripristinare le infrastrutture, è stato prorogato fino al 19 gennaio 2004.

L'accordo istituisce inoltre una Commissione per la supervisione del cessate il fuoco “Joint Military Commission” (JMC) che riunisce rappresentanti delle due Parti nel conflitto e osservatori internazionali. Questi ultimi, a loro volta, sono riuniti in seno a una Missione congiunta di supervisione “Joint Monitoring Mission” (JMM). Gli osservatori internazionali sono stati messi a disposizione da alcuni Paesi appartenenti a un gruppo informale di “Paesi amici dei Monti Nuba” (Norvegia, Stati Uniti, Svizzera, Svezia, Francia, Italia, Regno Unito e Paesi Bassi).

La Commissione militare congiunta, di cui fa parte anche un ufficiale italiano, ha il compito di monitorare eventuali violazioni dell'accordo di cessate il fuoco, di controllare la smobilitazione delle truppe nella misura concordata, di assistere le Parti nella risoluzione pacifica di eventuali controversie inerenti l'accordo e di garantire l'accesso degli aiuti umanitari in tutta l'area dei Monti Nuba, attraverso la creazione di appositi corridoi.

Il cessate il fuoco nei Monti Nuba riveste una grande importanza per il processo di pace nel Sudan. Il 7 gennaio 2004 è stato firmato un accordo tra i leader delle parti in conflitto e il ministro degli esteri keniota (paese che da oltre un anno ospita i negoziati) che ha definito l'intesa sui proventi petroliferi sudanesi. Successivamente.

Il 26 maggio 2004, nell’ambito dei protocolli di pace firmati tra le parti, a Naivasha (Kenia), è stato raggiunto un accordo sullo statuto speciale per la provincia dei Monti Nuba.

Il 5 giugno il vice presidente sudanese Alì Osman Taha e il capo dello SPLA John Garang hanno firmato a Nairobi la dichiarazione sulla fase finale per la pace in Sudan, che conferma i protocolli già firmati il 26 maggio ed avvia i negoziati per definire le modalità di applicazione degli accordi. Le trattative realizzazione della fase finale sono state avviate il 27 giugno e sono ancora in corso.

Negli ultimi mesi si è contemporaneamente riacutizzata la crisi umanitaria nel Darfur (area occidentale del Paese) dove è in corso il massacro della popolazione civile da parte di miliziani arabi e la conseguente fuga di centinaia di migliaia di profughi nella regioni circostanti.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                           1       unità di cui:

                                              Esercito                                      1

Riferimenti normativi

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003..

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

8 maggio 2003 Camera                     Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione Volontè ed altri 3-02284 (Question time ministri) sulle iniziative volte a favorire il processo di pace in Sudan


Missione DIE                                                                                           (In corso)

Delegazione italiana di esperti che collaborano con i militari albanesi per la riorganizzazione delle loro Forze armate

Partecipazione italiana dal 11 ottobre 1997

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

La DIE (Delegazione italiana di esperti) ha il compito di sostenere le Forze Armate albanesi nel processo di trasformazione per adeguare le proprie strutture a modelli NATO-compatibili. La cooperazione è regolata dal Protocollo firmato a Roma, dai Ministri della Difesa italiano e albanese, il 28 agosto 1997, a distanza di pochi giorni dal ritiro delle forze di Alba e dall’insediamento del nuovo Governo albanese. L’accordo, che prevedeva la costituzione di un Gruppo Italiano di Esperti (Gie), dette l’avvio subito dopo alla Delegazione Italiana di Esperti (Die), costituita da un Comando e da un Gie. La DIE, che dipende direttamente dallo Stato Maggiore della Difesa, ha sede nella città di Tirana. Gli interventi (consulenza, assistenza tecnica, addestramento e istruzione, esercitazioni, addestramento per arrivo e forniture di materiali ed equipaggiamenti), si svolgono nei settori più importanti, tra cui la riorganizzazione delle Forze armate, la difesa aerea, la comunicazione e i trasporti; la bonifica di mine e ordigni esplosivi.

Tra le attività svolte dalla DIE si registrano: 31 corsi di addestramento in Albania e in Italia; 17 seminari e conferenze; 14 visite presso infrastrutture ed enti italiani; 40 ricognizioni svolte dai componenti della Delegazione. In supporto all'attività concettuale ed addestrativa sono stati inoltre ceduti alle Forze Armate albanesi numerosi materiali e mezzi tra cui dotazioni per la bonifica di zone minate, materiale sanitario, automezzi, motocicli e parti di ricambio. Inoltre sono state ristrutturate 26 unità navali ed è stato fornito l’equipaggiamento individuale per 5000 militari entrati a far parte dell’Esercito albanese. Nell’ambito delle attività promosse dalla DIE, si segnala, infine, la ristrutturazione della Scuola di Volo a Valona, che costituisce l’oggetto della missione Albit svolta dall’Aeronautica Militare. Il 9 febbraio 1998, il sottotenente Lorenzo Lazzareschi ha perso la vita durante un'immersione nelle acque del porto di San Nicolò, a causa di un malore. L'ufficiale lavorava al ripristino delle strutture portuali dell'isola di Saseno, affidato alla Marina militare italiana.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   31     unità di cui:

                                        Esercito                                   12

                              Carabinieri                      19

Riferimenti normativi

Legge 21 maggio 1998, n. 170, recante ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e collaborazione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, con scambio di lettere esplicativo dell'articolo 19, fatto a Roma il 13 ottobre 1995 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 3 dicembre 1996)

La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia

Decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron

Il D.L. 1/1998 ha costituito la Die definendone i compiti senza fissarne un termine di durata

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha disposto la cooperazione con il Dipartimento della protezione civile

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha finanziato ulteriormente il programma della missione

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha finanziato ulteriormente il programma della missione

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata      successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2004

 


Missione Enduring Freedom                            (In corso)

Missione di sostegno alle operazioni militari degli Stati Uniti in Afghanistan

Partecipazione italiana dal 18 novembre 2001

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

L’operazione “Enduring Freedom” (Libertà duratura) è stata avviata, in Afghanistan, a seguito degli attentati contro gli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, con l'obiettivo di combattere il terrorismo internazionale ed i regimi nazionali che lo sostengono. All'operazione partecipano sia Paesi dell'Alleanza Atlantica che Paesi non facenti parte della NATO. Dopo gli attentati di New York e Washington, il Consiglio atlantico, il 3 ottobre 2001, ha riconosciuto, per la prima volta nella storia dell'Alleanza, le condizioni per l'applicazione dell’articolo 5 del Trattato. Contestualmente il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato due risoluzioni in materia di lotta al terrorismo internazionale: la risoluzione n. 1368 del 12 settembre 2001, che condanna gli attacchi terroristici ed esprime la disponibilità a prendere tutte le misure necessarie per rispondere a tali attacchi; la risoluzione n. 1373 del 28 settembre 2001, che riafferma, tra l’altro, il diritto all’autodifesa. Le operazioni militari, iniziate il 7 ottobre con una serie di attacchi aerei contro obiettivi militari e basi terroristiche in territorio afgano, sono proseguite nei due mesi successivi provocando la caduta del regime talebano e la costituzione, a seguito della Conferenza di Bonn, svoltasi sotto il patrocinio dell'ONU, di un governo ad interim, che ha governato il paese per i primi sei mesi del 2002. Il 13 giugno 2002 la Loya Jirga (l'Assemblea tradizionale) ha eletto il premier Hamid Karzai alla guida del governo per i prossimi due anni, fino allo svolgimento delle elezioni generali.

Alla missione partecipa inoltre la forza marittima europea EUROMARFOR che, con l’operazione “Resolute Behaviour”, svolge nella zona del Corno d’Africa e del Golfo Arabico compiti di ISR (Identificazione, Sorveglianza e Riconoscimento), eventualmente di MIO (Operazioni di Interdizione Marittima) e LIO (Operazioni di Interdizione della Leadership), nonché di monitorizzazione di eventuali traffici illeciti. L’Italia partecipa con 225 uomini imbarcati sulla fregata "Zeffiro".

Dal 15 marzo al 15 settembre 2003 è stato operativa in Afghanistan la Task Force "Nibbio", costituita dal circa 1.000 unità dell'Esercito, con il compito di effettuare attività di intedizione d'area nella zona di Khowst, al confine tra Afghanistan e Pakistan, impedendo infiltrazioni di talebani e di terroristi. Si sono alternati nell'area gli alpini della Brigata "Taurinense" ed i paracadutisti della Brigata "Folgore".

 

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                  233    unità di cui:

                                        Marina                                   225

                                        Esercito                                      8

Riferimenti normativi

Decreto-legge 1° dicembre 2001, n.421, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 gennaio 2002, n. 6, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione multinazionale denominata "Enduring Freedom"

Il D.L. 421/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 

 

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 ottobre 2001 Camera                             Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni Vito ed altri 6-00004 e Rutelli ed altri 6-00006

9 ottobre 2001 Senato                               Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni Schifani ed altri 6-00008 e Angius ed altri 6-00009

23 ottobre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato           Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi della crisi internazionale

7 novembre 2001 Camera                        Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'impiego di contingenti militari italiani all'estero in relazione alla crisi internazionale in atto e approvazione delle risoluzioni Vito ed altri 6-00009 e Rutelli ed altri 6-00010

7 novembre 2001Senato                          Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sull'impiego di contingenti militari italiani all'estero in relazione alla crisi internazionale in atto e approvazione delle risoluzioni Schifani ed altri 6-00011 e Angius ed altri 6-00012

29 novembre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato      Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro degli affari esteri) sugli sviluppi della crisi internazionale

20 dicembre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato       Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo sugli sviluppi della crisi internazionale (Ministro della difesa)

19 marzo 2002 Camera                   Commissione difesa

Audizione del ministro della difesa sulla situazione della politica di difesa

17 aprile 2002 Senato                       Commissione difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sui programmi di sviluppo e di organizzazione del Dicastero alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica internazionale

9 luglio 2002 Camera                       Commissione Difesa

Audizione del Ministro della difesa sulle principali problematiche di settore

3 ottobre 2002 Camera                             Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'impegno italiano in Afghanistan nelle sedute del 2 e del 3 ottobre 2002 e approvazione delle risoluzioni Ramponi ed altri 6-00033, Pisicchio ed altri 6-00035 e Castagnetti ed altri 6-00037

3 ottobre 2002 Senato                               Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'impegno italiano in Afghanistan nelle sedute del 2 e del 3 ottobre 2002 e approvazione delle risoluzioni Contestabile ed altri 6-00021, Fabris ed altri 6-00024 e Bordon ed altri 6-00026

17 dicembre 2002 Commissioni congiunte Camera e Senato       Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull'aggiornamento degli impegni internazionali della difesa

15 gennaio 2003 Camera                         Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata Deiana 3-01793 sull'invio di un contingente di alpini in Afghanistan

25 marzo 2003 Senato                     Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei contingenti militari in Afghanistan

26 marzo 2003 Camera      Commissioni riunite esteri e difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei contingenti militari italiani in Afghanistan


Missione EUMM                                                                                              (In corso)

Missione dell'Unione europea di monitoraggio nella ex Jugoslavia

Partecipazione italiana dal 20 luglio 1991

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                UE

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

La missione, originariamente denominata ECMM (European Community Monitor Mission), ha ricevuto l'autorizzazione ad operare nel territorio della ex Yugoslavia a seguito degli accordi di Brioni del 7 luglio 1991. Successivi accordi con le Parti interessate hanno esteso l'attività di osservazione della missione. Attualmente la EUMM è schierata nei seguenti Stati: Bosnia, Croazia, Macedonia, Albania e, prima dell'inizio dei bombardamenti, anche nella Repubblica Federale iugoslava (FRY). Il personale dislocato nella Repubblica di Yugoslavia, all'inizio dei bombardamenti è defluito in Croazia e Macedonia. La missione ha quali compiti principali la monitorizzazione degli sviluppi relativi alla sicurezza, all'economia, agli aspetti umanitari e a quelli politici, per consentire all'Unione europea di formulare una politica comune verso i Balcani. Attualmente il funzionamento della missione EUMM è disciplinato dall’Accordo tra l’UE e la Repubblica federale di Iugoslavia, approvato con la Decisione del 9 aprile 2001 e dall’Accordo tra l’UE e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, approvato con la Decisione del 30 agosto 2001, nonché da memorandum d’intesa e scambi di lettere con le altre parti ospitanti dei Balcani occidentali.

Il 7 gennaio 1992 quattro militari italiani - un ufficiale e tre sottufficiali - e un ufficiale francese, hanno perso la vita per l'abbattimento in volo dell'elicottero a bordo del quale viaggiavano, in Croazia, a circa 40 km a nord-est di Zagabria.

Dal 1° gennaio 2001, la missione è denominata EUMM (European Union Monitoring Mission) e rappresenta lo strumento di Politica Estera e di Sicurezza dell’Unione Europea nei Balcani. La missione ha sede a Sarajevo.

Il mandato della missione è stato prorogato fino al 31 dicembre 2004 (Azione comune del Consiglio del 5 dicembre 2003).

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   15     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   15

Riferimenti normativi

Decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 2, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)

Il D.L. 2/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 1, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 1/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 1° marzo 1996, n. 99, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 99/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 1° marzo 1996, n. 100, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)

Il D.L. 100/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 29 aprile 1996, n. 237, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)

Il D.L. 237/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 29 aprile 1996, n. 236, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 236/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 1° luglio 1996, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 426, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali ed alla cooperazione allo sviluppo

Il D.L. 347/1996 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 1° luglio 1996, n. 346, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 428, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia

Il D.L. 346/1996 ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Legge 31 dicembre 1996, n. 667, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 28 ottobre 1996)

La legge 667/1996 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1998

Legge 26 maggio 2000, n. 147, recante proroga dell'efficacia di talune disposizioni connesse ad impegni internazionali e misure riguardanti l'organizzazione del Ministero degli affari esteri (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 19 novembre 1998)

La legge 147/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 


Missione EUPM                                           (In corso)

Missione dell'Unione europea di assistenza e riorganizzazione delle Forze di Polizia della Bosnia-Erzegovina operante a Brcko

Partecipazione italiana dal 1° gennaio 2003

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                UE

Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)

La missione EUPM (European Union Police Mission), iniziata il 1° gennaio 2003, prosegue le attività condotte dalla missione IPTF, operante nell'ambito della missione ONU UNMIBH, in Bosnia-Erzegovina, con il compito di fornire sostegno alla Polizia locale tramite attività addestrativa e cooperazione investigativa ed informativa.

L'EUPM è stata istituita con una decisione del Consiglio dell'11 marzo 2002. La missione è stata approvata sia dal Comitato direttivo del Consiglio per l'attuazione della pace (PIC) che dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Risoluzione 1396/2002). Alla missione, che ha una durata di tre anni, parteciperanno circa 500 funzionari di polizia provenienti dai 15 Paesi dell'UE e da altri 18 Paesi. Il costo annuale previsto è di 38 milioni di euro, di cui 20 milioni provenienti dal bilancio comunitario.

Il 20 novembre 2003 ha perso la vita in un incidente stradale nei pressi di Foca, nell'Est della Bosnia, il sovrintendente capo Francesco Nijutta, della Polizia di Stato, mentre altri due poliziotti sono rimasti feriti..

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   48     unitàdi cui:

                                        Polizia di Stato                     25

                                        Carabinieri                             23

Riferimenti normativi

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

19 maggio 2002 Senato                   Commissione Difesa

Seguito del dibattito sulle comunicazioni del Ministro della difesa, rese nella seduta del 17 aprile 2002, sui programmi di sviluppo e di organizzazione del dicastero alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica internazionale


Missione ISAF                                                                                     (In corso)

Missione multinazionale di assistenza all'Autorità afghana ad interim

Partecipazione italiana dal 10 gennaio 2002

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

L'ISAF (International Security Assistance Force) è stata costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1386/2001 che, come previsto nell'Allegato 1 all'Accordo di Bonn, ha autorizzato la costituzione di una forza di intervento internazionale con il compito di garantire, nell'area di Kabul, un ambiente sicuro a tutela dell'allora Autorità provvisoria afghana, guidata da Hamid Karzai (ora nuovo Governo di transizione), che si è insediata il 22 dicembre 2001 e del personale delle Nazioni Unite. Il 13 giugno 2002 la Loya Jirga (l'Assemblea tradizionale) ha eletto il premier Hamid Karzai alla guida del governo per due anni, fino allo svolgimento delle elezioni generali.

Il mandato iniziale, di sei mesi, è stato successivamente rinnovato dalle risoluzioni 1413/2002, 1444/2002 e 1510/2003. La risoluzione 1510 del 13 ottobre 2003, oltre a prorogare il mandato per un periodo di dodici mesi, autorizza l'espansione delle attività di ISAF anche al di fuori dell'area di Kabul. Alla missione prendono parte circa 5.500 uomini di trentuno nazioni diverse, il 95% dei quali provenienti da Paesi NATO. Il contingente italiano ha il compito di provvedere alla sicurezza del Comando della missione e alle attività di bonifica da ordigni esplosivi o da armi chimiche. Esso è costituito, oltre che da unità dell'Esercito e dei Carabinieri di stanza a Kabul, anche da un nucleo dell'Aeronautica Militare presente ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti).

Il 16 aprile 2003 il Consiglio Nord Atlantico (NAC) ha deciso l'assunzione, da parte della NATO, del comando, del coordinamento e della pianificazione dell’operazione ISAF, senza modificarne nome, bandiera e missione. La decisione è stata resa operativa l'11 agosto 2003, con l'assunzione della guida della prima missione militare extraeuropea dell'Alleanza Atlantica.

La guida politica è esercitata dal NAC , in stretto coordinamento con i Paesi non NATO che contribuiscono all’operazione.Il vertice NATO di Istambul di giugno 2004 ha deciso il rafforzamento della presenza militare in Afghanistan, in occasione delle elezioni presidenziali che si sono tenute il 9 ottobre 2004. L'Italia ha potenziato il proprio contingente con l'invio, a metà settembre, di 500 alpini del battaglione Susa, di cui è prevista la permanenza nell'area per circa otto settimane.

 

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                1.025  unitàdi cui:

                                        Esercito                                944

                                        Aeronautica                           75

                                        Carabinieri                                6

Riferimenti normativi

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

20 dicembre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato       Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo sugli sviluppi della crisi internazionale (Ministro della difesa)

19 marzo 2002 Camera                   Commissione difesa

Audizione del ministro della difesa sulla situazione della politica di difesa

17 aprile 2002 Senato                       Commissione difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sui programmi di sviluppo e di organizzazione del Dicastero alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica internazionale

9 luglio 2002 Camera                  Commissione Difesa

Audizione del Ministro della difesa sulle principali problematiche di settore

25 marzo 2003 Senato               Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei contingenti militari in Afghanistan

26 marzo 2003 CameraCommissioni riunite esteri e difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei contingenti militari italiani in Afghanistan


Missione KFOR                                            (In corso)

Missione NATO per il rispetto degli accordi di cessate il fuoco tra Macedonia, Serbia e Albania

Partecipazione italiana dal 13 giugno 1999

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

Al termine dell’operazione “Allied Force" (guerra del Kosovo), e sulla base alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999, è stata costituita dalla NATO la KFOR (Kosovo Force), la forza multinazionale che opera nell’ambito dell’operazione “Joint Guardian”, avviata il 9 giugno 1999 dal Consiglio Atlantico della NATO. La missione è stata avviata al momento del ritiro dell’esercito serbo dal Kosovo (20 giugno 1999) e alla contestuale sospensione dei raid aerei da parte della Nato, per

  ristabilire e mantenere la sicurezza nel Kosovo. A tal fine, la regione è stata divisa in 5 zone sotto il controllo di diversi contingenti nazionali: Pristina (Inglesi); Pec (Italiani); Prizen (Tedeschi); Urosevac (Americani); Mitrovica (Francesi).

All’operazione partecipano anche Paesi non appartenenti alla NATO, tra i quali la Russia. La direzione politica spetta al Consiglio Atlantico in consultazione con quello russo-alleato, formato a Bruxelles nel 1997.

Compito della missione è quello di attuare e, se necessario, far rispettare gli accordi del cessate il fuoco o dell’"Interim Agreement”, allo scopo di fornire assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili, agevolando il processo di pace e stabilità. Il contingente italiano ha effettuato attività di ordine pubblico, controllo del territorio, sequestro di armi e munizionamento, soccorso alla popolazione civile, sminamento e spegnimento incendi. Collegata all’operazione “Joint Guardian” era la missione NATO COMMZ-W (Communication Zone West) che aveva lo scopo di assicurare le vie di comunicazione per i rifornimenti logistici a KFOR e mantenere i necessari contatti con le organizzazioni internazionali presenti. Dal giugno 2002 COMMZ-W è stata rilevata dalla missione NHQT, con il compito di contribuire al coordinamento tra le Autorità albanesi, la NATO e le Organizzazioni della Comunità Internazionale, nonché di svolgere funzioni di supporto a KFOR ed alle missioni in Fyrom e di assicurare il monitoraggio delle linee di collegamento necessarie per le operazioni a guida NATO nell’area. Tre sono le vittime che si sono registrate nel corso della missione KFOR: il caporal maggiore Pasquale Dragano, appartenente al Corpo dei Bersaglieri, morto il 24 giugno 1999 a Djakovica, il caporalmaggiore Samuele Utzeri, che ha perso la vita il 2 aprile 2000 a Pec e, il 2 agosto 2000 il caporal maggiore Luigi Nardone.

Il contingente di KFOR è attualmente inserito nella Multinational Brigade Southwest (MNB-SW) costituita, nell’ambito del processo di ricostituzione delle forze a guida NATO nei Balcani, il 12 novembre 2002, per accorpamento delle MNB WEST e SOUTH. La MNB-SW, che ha sede a Prizren, è posta sotto Comando italiano dal 19 maggio 2004.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                2.845  unitàdi cui:

                                        Esercito                            2.605

                                        Aeronautica                        200

                                        Carabinieri                             40

Riferimenti normativi

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n.             228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

26 marzo 1999 Senato                              Assemblea

Discussione di mozioni sulla crisi del Kosovo e approvazione delle mozioni Salvi ed altri n. 1-00378 e Meluzzi ed altri n. 1-00379

26 marzo 1999 Camera                            Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio), e discussione di mozioni sulla crisi in Kosovo e approvazione delle risoluzioni Mussi ed altri 6-00078, Sbarbati ed altri 6-00079 e Volonté ed altri 6-00081

13 aprile 1999 Camera                              Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri) ed approvazione delle risoluzioni Mussi ed altri 6-00083 e Pisanu ed altri 6-00082 sugli sviluppi della crisi nei Balcani

13 aprile 1999 Senato                               Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri) sulla crisi balcanica e approvazione della risoluzione Salvi ed altri 6-00037

24 marzo 2004 Camera    Commissioni riunite esteri e difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) sulla situazione in Kosovo


Missione MFO                                              (In corso)

Forza multinazionale di interposizione che pattuglia lo stretto di Tiran nel Sinai tra Egitto e Israele

Partecipazione italiana dal 10 marzo 1982

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'MFO (Multinational Force and Observer) è un'organizzazione internazionale indipendente per il mantenimento della pace tra la Repubblica Araba d'Egitto e lo Stato d' Israele, sancita dal Trattato di Pace di Camp David del 1979, con l'obiettivo di assicurare la libertà di navigazione nello stretto di Tiran (Mar Rosso), nel rispetto dell'art. 5 del Trattato. La MFO è stata istituita con contingenti di 11 Paesi (Fiji, Norvegia, Colombia, USA, Gran Bretagna, Uruguay, Francia, Australia, Olanda, Nuova Zelanda e Italia) a seguito degli accordi trilaterali di Camp David del 26 maggio 1979 (USA, Egitto, Israele); con tale intesa Israele restituiva all’Egitto il territorio della penisola del Sinai, occupato nella guerra del 1967, a condizione che l’intera area fosse demilitarizzata e sorvegliata da una forza multinazionale, che doveva garantire il rispetto delle clausole del Trattato da parte degli Stati contraenti. Successivamente, sono entrate a far parte della MFO l’Ungheria e il Canada mentre hanno cessato la propria partecipazione l’Olanda e la Gran Bretagna. La partecipazione dell'Italia è stata stabilita con l'accordo del 16 marzo 1982 tra il Governo della Repubblica italiana e il direttore generale della Forza multinazionale e di osservatori. Secondo tale accordo il Governo italiano fornisce alla MFO un contingente navale che ha una responsabilità primaria nell'effettuare pattugliamenti navali nello Stretto di Tiran e nelle sue vicinanze.

Il contingente navale che effettua la missione è composto da tre dragamine e può impiegare fino a 90 unità di personale. Lo Scambio di Note, effettuato a Roma il 6 e il 25 marzo 2002, proroga la partecipazione italiana ad MFO fino al 25 marzo 2007.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   78     unitàdi cui:

                                        Marina                                      78

Riferimenti normativi

Legge 29 dicembre 1982, n. 968, recante ratifica ed esecuzione dell'accordo di sede tra il Governo della Repubblica italiana e la Forza multinazionale e osservatori (MFO) per lo stabilimento in Italia del quartiere generale dell'Organizzazione, firmato a Roma il 12 giugno 1982 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 7 agosto 1982)

La legge 968/1982 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO per lo stabilimento in Italia del Quartier generale

Legge 29 dicembre 1982, n. 967 recante ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il direttore generale della Forza multinazionale e di osservatori, effettuato con scambio di lettere, con due allegati, a Roma, il 16 marzo 1982, per la partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale e di osservatori nel Sinai (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 23 settembre 1982)

La legge 967/1982 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1984

Legge 28 novembre 1985, n. 721 recante ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra l'Italia e la MFO concernente l'estensione della partecipazione dell'Italia nella MFO, effettuato a Roma il 16 marzo 1984 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 17 settembre 1984)

La legge 721/1985 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1986

Legge 25 marzo 1988, n. 102 recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note tra l'Italia e la MFO concernente la proroga della partecipazione italiana nella MFO, effettuato a Roma il 24 marzo 1986 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 12 novembre 1987)

La legge 102/1988 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1988

Legge 1 dicembre 1989, n. 397 recante ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana e la MFO (Forza multinazionale ed osservatori), concernente la proroga della partecipazione italiana alla MFO, effettuato a Roma il 25 marzo 1988 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 9 novembre 1988)

La legge 397/1989 ha ratificato il rinnovo dell'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1990

Legge 5 ottobre 1991, n. 328 recante ratifica ed esecuzione dell'accordo, effettuato mediante scambio di lettere, tra il Governo della Repubblica italiana e la MFO (Forza multinazionale ed osservatori), concernente la proroga della partecipazione italiana alla MFO, firmato a Roma il 12 marzo 1990 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 17 ottobre 1990)

La legge 328/1991 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1992

Legge 2 gennaio 1995, n.12 recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note relativo all'estensione della partecipazione italiana alla Forza multinazionale e osservatori (MFO), con allegato addendum, effettuato a Roma il 17 e 24 marzo 1992 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 6 luglio 1994)

La legge 12/1995 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1997

Legge 23 aprile 1998, n. 132 recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note relativo al rinnovo dell'accordo per la partecipazione italiana alla Forza multinazionale ed osservatori (FMO), effettuato a Roma il 16 dicembre 1996 e il 21 marzo 1997 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 31 ottobre 1997)

La legge 132/1998 ha ratificato il rinnovo dell'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 2002

Legge 19 agosto 2003, n. 249 recante ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note relativo al rinnovo dell'accordo per la partecipazione italiana alla Forza multinazionale ed osservatori (MFO), effettuato a Roma il 6 ed il 25 marzo 2002 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 15 gennaio 2003)

La legge 249/2003 ha ratificato il rinnovo dell'Accordo tra l'Italia e il direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 2007

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

19 marzo 1982 Camera     Commissioni riunite esteri e difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale del Sinai: viene sostenuta da una dichiarazione di un rappresentante della maggioranza, di contenuto analogo alla risoluzione votata dal Senato

19 marzo 1982 Senato       Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale del Sinai ed approvazione della risoluzione Orlando


Missione MIATM                                                                            (In corso)

Missione italiana di assistenza tecnico militare a Malta

Partecipazione italiana dal 14 luglio 1988

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

Il 14 luglio del 1988 è stato firmato un Memorandum di intesa tra il Ministero della difesa italiano ed il Ministero degli esteri maltese in seguito al quale è stata istituita la MIATM (Missione di assistenza tecnico militare), che opera oggi con lo scopo di fornire assistenza all'addestramento militare di personale maltese in vari settori d'impiego e di assicurare un servizio di ricerca e soccorso (SAR). La missione è composta da Ufficiali e Sottufficiali dell'Esercito, della Marina Militare e dell'Aeronautica Militare e impiega 2 elicotteri AB-212 e 50 automezzi vari.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   49     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   26

                                        Aeronautica                           18

                                        Marina                                        5


Missione MINURSO                                     (In corso)

Missione delle Nazioni Unite per il referendum sull’autodeterminazione del popolo Sahrawi (Sahara occidentale)

Partecipazione italiana dal 27 settembre 1991

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                   ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

MINURSO (Mission des Nations Unies pour le Referendoum dans le Sahara Occidentale) è stata costituita con risoluzione dell'ONU n. 690 del 29 aprile 1991, in conformità con le “proposte di accordo” accettate il 30 agosto 1988 dal Marocco e dal Frente Popular para la Liberaciòn de Saguia el-Hamra y de Rio de Oro (Frente POLISARlO).

Scopo principale della missione era quello di controllare lo svolgimento del referendum, programmato entro il termine di 29 settimane dall’entrata in vigore dell’accordo sul cessate il fuoco, sottoscritto il 6 settembre 1991. Il referendum doveva decidere sull’indipendenza della ex colonia spagnola annessa di fatto dal Marocco nel 1975. Tuttavia, a causa della divergenza tra le parti su alcuni degli elementi chiave del progetto di accordo, in particolare per quanto concerneva i criteri necessari ad ottenere il diritto di voto, non è stato possibile attuare il piano, anche se le scadenze previste sono state ripetutamente modificate. La principale funzione di MINURSO nel suo attuale limitato spiegamento è pertanto ristretta a completare il processo di identificazione, a verificare il cessate il fuoco e l'interruzione delle ostilità, a vigilare sulla polizia locale e a garantire sicurezza e ordine negli uffici per l'identificazione e la registrazione nelle liste elettorali.Il mandato di MINURSO è stato da ultimo prorogato fino al 31 ottobre 2004 dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1541/2004.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                     5       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      5

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

21 novembre 1991 Camera             Commissione Esteri

Discussione e approvazione all'unanimità della risoluzione Crippa 7-00482, concernente il piano di pace ONU per il Sahara occidentale


Missione MSU                                              (In corso)

Missione militare nell’ambito della Forza internazionale per l’applicazione degli Accordi di Dayton (Bosnia)

Partecipazione italiana dal 1 agosto 1998

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)

L'istituzione della Multinational Specialized Unit (MSU), è stata decisa dai Ministri degli affari esteri del Gruppo di contatto allargato all'Italia che fanno parte del Consiglio Direttivo per l'Attuazione della Pace (Steering Board of the Peace Implementation), nella riunione tenutasi a Lussemburgo il 9 giugno 1998. La dichiarazione resa in tale data da detto Consiglio è stata fatta propria dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1174 del 15 giugno 1998, che ha dato il consenso alla creazione dell'Unità specializzata. La MSU svolge compiti di mantenimento dell'ordine pubblico e di sicurezza pubblica, con possibilità di effettuare anche limitate azioni investigative, a supporto delle autorità locali, per il mantenimento dell'ordine e per il reinsediamento dei rifugiati e dei dispersi. Un contingente della MSU è stato successivamente dislocato in Kosovo nell’ambito dell’operazione “Joint Guardian” e collabora con la Forza multinazionale KFOR, istituita nel giugno 1999 dal Consiglio Atlantico della NATO.

Il 3 giugno 1999 due carabinieri hanno perso la vita in uno scontro tra la vettura della MSU su cui viaggiavano e un autocarro bosniaco.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                  580    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                          580

Riferimenti normativi

Decreto-legge 30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)

Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Legge 3 agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 30 giugno 1998)

La legge 270/1998 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 


Missione NATO HQ Skopje                        (In corso)

NATO Headquarters Skopje per il coordinamento delle attività in Macedonia

Partecipazione italiana dal 17 giugno 2002

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

NATO Headquarters Skopje è stato costituito il 17 giugno 2002 nell'ambito della riconfigurazione della presenza dell'Alleanza Atlantica nei Balcani. NHQS ha la responsabilità delle attività NATO in Fyrom ed ha assunto i compiti in precedenza assegnati a KFOR REAR, NCCC (NATO Cooperation and Coordination Centre), Senior Military Representative (SMR) e Amber Fox (conclusa nel dicembre 2002 e sostituita da Allied Harmony, a sua volta conclusa nel marzo 2003). L'impegno principale assunto dalla NATO in Macedonia è quello di rendere le strutture di quel paese pienamente integrate in quelle euroatlantiche.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   18     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   18

Riferimenti normativi

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha disposto la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 


Missione NATO HQ Tirana                                     (In corso)

NATO Headquarters Tirana per il coordinamento tra Autorità albanesi, NATO e Organizzazioni Internazionali ed il supporto di KFOR e delle missioni in Fyrom

Partecipazione italiana dal 17 giugno 2002

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

NATO Headquarters Tirana è stato costituito il 17 giugno 2002 nell'ambito della riconfigurazione della presenza dell'Alleanza Atlantica nei Balcani. NHQT, a guida italiana, ha rilevato i compiti di COMMZ-W ed è comandato da un Senior Military Representative (SMR) in Tirana, che dipende dal CINCSOUTH (Commander-in-Chief Allied Forces Southern Europe). Compito del SMR è quello di contribuire al coordinamento tra le Autorità albanesi, la NATO e le Organizzazioni della Comunità internazionale. Inoltre svolge funzioni di supporto al Comandante di KFOR ed al SMR in Fyrom, assicura il monitoraggio delle linee di collegamento necessarie per le operazioni a guida NATO nell’area, e, allo stesso fine, coordina con le Autorità albanesi la disponibilità dell’aeroporto di Tirana-Rinas e del porto di Durazzo; il comando ha sede attualmente a Durazzo, ma ne è previsto il trasferimento a Tirana.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                  360    unitàdi cui:

                                        Esercito                                348

                                        Carabinieri                             12

Riferimenti normativi

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha disposto la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 


Missione Processo di pace in Somalia  (In corso)

Partecipazione di ufficiali delle Forze armate ai negoziati per la pace in Somalia

Partecipazione italiana dal 20 maggio 2003

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making)

La Somalia è attualmente priva di un assetto statuale in senso proprio: infatti il  governo nazionale di transizione controlla Mogadiscio e il tratto costiero nei dintorni della capitale; il Somaliland si è dichiarato indipendente nel maggio 1991, dando origine alla crisi degli anni novanta. Successivamente sono sorte altre entità, come il Puntland e lo Giubaland, che rivendicano sostanzialmente una loro autonomia statuale.

Dopo 11 anni di guerra, sono iniziati il 15 ottobre 2002 ad Eldoret (Kenya), i lavori della Conferenza di riconciliazione nazionale, con la mediazione dell’Intergovernmental Authority on Development (IGAD) e sotto l'impulso di Italia e Stati Uniti.

Alla Conferenza di Eldoret hanno preso parte circa 300 delegati, in rappresentanza delle Parti in conflitto e dei Paesi coinvolti. Oltre ai presidenti del Kenya, del Sudan e dell'Uganda, erano presenti il segretario generale della Lega Araba, il presidente ad interim della Commissione dell'Unione Africana e i rappresentanti delle etnie. L'Italia era l'unico Paese occidentale presente con un suo rappresentante politico. Era assente il Governo nazionale di transizione somalo di Mogadiscio.

I negoziati hanno portato, il 27 ottobre 2002, alla firma dell’intesa per la cessazione delle ostilità e dell’accordo sui principi del processo nazionale di riconciliazione.

Dopo un’interruzione delle trattative e la ripresa delle ostilità, i colloqui di pace sono stati riaperti a Nairobi, il 25 febbraio 2003, con la partecipazione, questa volta, anche dei rappresentanti del Governo nazionale di transizione somalo di Mogadiscio e dei capi delle principali fazioni di opposizione.

Ai lavori della Conferenza hanno preso parte, per l’Italia, oltre al Delegato speciale per la Somalia, un ufficiale delle Forze armate, per seguire gli aspetti militari del processo di pace, quali il disarmo e la smobilitazione delle milizie somale e l'attuazione dell'embargo sul traffico di armi.

Il 29 gennaio 2004 è stato firmato l’accordo tra tutte le componenti somale che hanno partecipato ai negoziati di pace. Successivamente, il 22 agosto, è stato inaugurato a Nairobi il nuovo Parlamento somalo, di cui fanno parte 275 deputati, equamente ripartiti tra i diversi clan del paese e la cui autorità viene riconosciuta dai principali “signori della guerra” che si contendono il territorio.

A questa prima tappa per la ricostruzione di un'autorità centrale rappresentativa, dotata di potere reale, non hanno comunque partecipato i rappresentanti del Somaliland.

Frutto ufficialmente della mediazione dell’IGAD, e sotto la presidenza del Kenya, l’accordo, che ha visto il forte impegno di Gran Bretagna, Italia e Norvegia, appare solido soprattutto perché Gibuti ed Etiopia, capofila storici dei gruppi contrapposti, sembrano aver raggiunto un' intesa molto strutturata.

In base all'itinerario di pace tracciato dalla comunità internazionale, il Parlamento ha innanzitutto eletto, il 16 settembre, il proprio presidente. Successivamente, dopo il fallimento del tentativo di occupare il Giuba meridionale e di detenere il controllo dello strategico porto di Kismayu, vi è stata la resa, il 26 settembre, del più importante “signore della guerra” contrario alla riconciliazione.

Il 10 ottobre, il Parlamento ha eletto il nuovo Presidente della Repubblica Abdullahi Yusuf Ahmed (già presidente del Puntland), che dovrà, sulla base di accordi tra i clan, nominare il premier e quindi il governo di unità nazionale, che dovrebbe restare in carica cinque anni, fino ad elezioni democratiche. Intanto si prevede di dar vita ad una costituzione fortemente federale.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1

Riferimenti normativi

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004


Missione Processo di pace in Sudan          

                                                                                                                                             (In corso)

Partecipazione di ufficiali delle Forze armate ai negoziati per la pace in Sudan e monitoraggio sul cessate il fuoco sui Monti Nuba

Partecipazione italiana dal 3 aprile 2003

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making)

E' in corso in Sudan, dal 1983, una sanguinosa guerra che contrappone il Governo settentrionale di Karthoum e il Sudan People’s Liberation Movement/Army (SPLM/A), che rivendica l’indipendenza delle regioni meridionali del Paese. Le profonde differenze etniche, sociali e religiose esistenti tra il Nord nazionalista, arabo e islamico e il Sud, africano e cristiano o animista, rappresentano una delle principali motivazioni alla base del conflitto, soprattutto dopo l'imposizione della legge coranica a tutto il Paese avvenuta nel 1983. A ciò si aggiunge la questione della spartizione dei proventi del petrolio, estratto nel Sud del Paese ma sfruttato dal Governo nazionale.

I negoziati di pace tra il Governo di Karthoum e il Movimento di liberazione sono ripresi in Kenya sotto gli auspici dell’Intergovernmental Authority on Development (IGAD), nell’estate del 2002.

La prima fase delle trattative, durata dal 17 giugno al 20 luglio 2002, si è conclusa con un accordo (Protocollo di Machakos) sul diritto all’autodeterminazione per le popolazioni del Sud e sui rapporti tra Stato e religione. Successivamente, nell’ottobre 2002, sono stati firmati due Memorandum d’intesa sulla cessazione delle ostilità e sulle strutture di governo nel periodo interinale. Nel gennaio 2003, a Nairobi, durante una ulteriore sessione di negoziati, è stata trattata la questione della ridistribuzione degli introiti petroliferi e della definizione di accordi di sicurezza. Il 4 febbraio 2003 le Parti hanno convenuto di costituire un Comitato per il monitoraggio della tregua decisa nell’ottobre del 2002, che comprende i rappresentanti del gruppo dei quattro Paesi osservatori (Stati Uniti, Regno Unito, Norvegia e Italia).

I delegati delle Parti in conflitto si sono riuniti nuovamente dal 7 al 16 aprile 2003 per discutere di accordi militari e di sicurezza, della composizione delle forze armate sudanesi e della politica militare del nuovo Sudan. Un’ulteriore fase dei colloqui si è svolta a Machakos, dal 9 al 21 maggio 2003, con riunioni, di carattere principalmente tecnico, mentre, nelle settimane successive, è stata siglata una proroga del cessate il fuoco fino alla fine del 2003.

Nell’estate 2003 il negoziato è proseguito, fino a protare, il 25 settembre, a un primo accordo sul problema della sicurezza. Successivamente, il 7 gennaio 2004 è stato firmato un accordo tra i leader delle parti in conflitto e il ministro degli esteri keniota (paese che da oltre un anno ospita i negoziati) che ha definito l'intesa sui proventi petroliferi sudanesi.

Il 26 maggio 2004 sono stati firmati tra le parti, a Naivasha (Kenia), i protocolli di pace relativi alla divisione del potere, agli statuti speciali per le provincie di Abyei, del Nilo Blu e dei Monti Nuba.

Il 5 giugno il vice presidente sudanese Alì Osman Taha e il capo dello SPLA John Garang hanno firmato a Nairobi la dichiarazione sulla fase finale per la pace in Sudan, che conferma i protocolli già firmati il 26 maggio ed avvia i negoziati per definire le modalità di applicazione degli accordi. Le trattative per la realizzazione della fase finale sono state avviate il 27 giugno e sono ancora in corso.

Negli ultimi mesi si è contemporaneamente riacutizzata la crisi umanitaria nel Darfur (area occidentale del Paese) dove è in corso il massacro della popolazione civile da parte di miliziani arabi e la conseguente fuga di centinaia di migliaia di profughi nella regioni circostanti.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                     2       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      2

Riferimenti normativi

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

8 maggio 2003 Camera                     Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione Volontè ed altri 3-02284 (Question time ministri) sulle iniziative volte a favorire il processo di pace in Sudan


Missione Proxima                                                             (In corso)

Missione di polizia dell'Unione europea nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia

Partecipazione italiana dal 1 maggio 2004

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali     Unione europea

Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)

La missione Proxima è stata istituita con l'Azione Comune del Consiglio dell'Unione europea del 29 settembre 2003, dopo la richiesta del Primo Ministro della FYROM, all'Unione europea, di assumersi la responsabilità di rafforzare il suo ruolo nelle attività di polizia, anche attraverso il dispiegamento di una missione di polizia.

L'operazione si svolge in ottemperanza dell'Accordo di Ohrid, firmato il 13 agosto 2001, dai rappresentanti dei partiti macedoni e quelli della minoranza albanese, con la mediazione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, che prevedeva una serie di riforme miranti ad affrontare il problema della discriminazione contro la minoranza albanese, in cambio della consegna delle armi da parte dei guerriglieri dell'UCK (con l’assistenza di una forza della Nato denominata Essential Harvest).

Gli obiettivi della missione sono: il consolidamento dell'ordine pubblico, inclusa la lotta alla criminalità organizzata; l'attuazione concreta della riforma globale del ministero degli interni, compresa la polizia; l'operativa transizione verso una polizia di frontiera e la creazione della stessa come parte dell'impegno più generale dell'UE destinato a promuovere la gestione integrata delle frontiere; la polizia locale nell'opera di rafforzamento della fiducia tra la popolazione; il rafforzamento della cooperazione con gli Stati limitrofi nel settore della polizia.

Per la missione, che è stata avviata il 15 dicembre 2003, al termine dell'Operazione Concordia, è prevista una durata iniziale di un anno. Essa è guidata da un Commissario Capo belga, e si svolge in stretto coordinamento con le autorità locali e con l'OSCE. E' prevista la partecipazione, a regime, di circa 200 unità tra personale di polizia e personale civile, provenienti dagli Stati membri dell'UE e da altri Paesi, dispiegati a Skopje, Tetovo, Kumanovo, Gostivar e Ohrid.

Consistenza del contingente italiano al    12/10/2004

                   12    unità  di cui:

                                   Polizia di Stato                   7

                                   Carabinieri                          5

Riferimenti normativi

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 

 


Missione SFOR                                                                                 (In corso)

Prosecuzione della missione militare internazionale di pace IFOR per il                 rispetto degli Accordi di Dayton e per il consolidamento della pace in Bosnia

Partecipazione italiana dal 20 dicembre 1996

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

La missione affidata alla SFOR (Stabilization Force), nell'ambito dell'operazione "Joint Guard" condotta dalla NATO nei territori della Bosnia-Erzegovina, è stata avviata in attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1088, del 12 dicembre 1996.

Essa costituisce la prosecuzione della precedente missione IFOR, realizzata in ambito NATO per garantire l'attuazione degli accordi di Dayton del novembre 1995 fra Serbia, Bosnia-Erzegovina e Croazia. Tale missione persegue obiettivi di consolidamento della pace, di sostegno delle attività civili e di rafforzamento delle istituzioni democratiche, oltre che quella di garantire la libera circolazione di tutte le etnie nella zona assegnata e di cooperare con la popolazione per aiuti sociali.

Per l'operazione "Joint Guard" era stato stabilito un termine di diciotto mesi. Dal 20 giugno 1998, terminato il mandato di "Joint Guard", è in corso la nuova operazione denominata "Joint Forge", che non prevede mutamenti di sostanza rispetto ai compiti della precedente, salvo il fatto che il mandato della nuova Forza di pace non ha scadenza temporale.

Nel quadro della revisione delle forze NATO dislocate nei Balcani, il contingente italiano (Italian Battle Group) è stato unificato con le unità tedesche presenti in Sarajevo; e ne è scaturito un raggruppamento denominato German-Italian Battle Group, su due battaglioni, uno tedesco ed uno italiano. Il contingente italo-tedesco realizza, tra l'altro, il "Programma Harvest" che prevede la consegna spontanea alla SFOR di armi e munizioni da parte della popolazione della Bosnia-Erzegovina.

Il 4 marzo 1997, il caporalmaggiore Carmine Cerza, ha perso la vita mentre si trovava alla guida di un camion militare che trasportava viveri di una associazione umanitaria, precipitato in una scarpata.

Il 28 giugno 2004 il Vertice NATO di Istambul decide la conclusione della missione SFOR alla fine dell’anno in corso, prendendo contemporaneamente atto della disponibilità dell’Unione europea a intraprendere, sempre dal dicembre 2004, una nuova missione militare in Bosnia che rilevi i compiti della SFOR..

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, su sollecitazione dell’Unione europea, ha consentito sul passaggio di consegne tra la missione SFOR della NATO e la nuova missione dell’UE, con la risoluzione 1551 del Consiglio di sicurezza dell'ONU del 9 luglio 2004. Successivamente il Consiglio affari generali dell’UE ha adottato un’azione comune con cui ha definito la struttura e i compiti della nuova missione a guida europea, denominata “Althea”.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                  840    unitàdi cui:

                                        Esercito                                840

Riferimenti normativi

Decreto-legge 31 gennaio 1997, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla leggge 25 marzo 1997, n. 72, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città di Hebron. Proroga della partecipazione italiana alla missione in Bosnia-Erzegovina

Il D.L. 12/1997 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1997

Decreto-legge 28 febbraio 1997, n. 33, recante prosecuzione della partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti D.L. 12/1997)

Il D.L. 33/1997 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1997

Decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron

Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 29 giugno 1998

Legge 3 agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 30 giugno 1998)

La legge 270/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)

Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

18 settembre 1996 Camera                     Assemblea

Comunicazioni del Governo (Sottosegretario agli Esteri) sulla situazione in Bosnia

15 ottobre 1996 Camera                           Assemblea

Svolgimento dell'interpellanza Pezzoni 2-00153 sulla situazione in Bosnia

9 luglio 2002 Camera                       Commissione Difesa

Audizione del Ministro della difesa sulle principali problematiche di settore


Missione TIPH II                                                                             (In corso)

Missione di monitoraggio svolta in base all'Accordo israelo-palestinese del 15 gennaio 1997 (Hebron)

Partecipazione italiana dal 29 gennaio 1997

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Il protocollo del 15 gennaio 1997 sottoscritto da Israele e Autorità palestinese, concernente il ritiro di Israele dalla zona di Hebron, prevede, all'art. 17, la costituzione della Temporary International Presence in Hebron (TIPH 2), forza multilaterale costituita da contingenti di Italia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera e Turchia, con il compito di contribuire alla sicurezza del territorio, mediante un'opera di monitoraggio e osservazione.

All’accordo, sottoscritto tra le due parti il 21 gennaio 1997, ha fatto seguito un Memorandum siglato dai sei Paesi che partecipano alla missione, che hanno successivamente inviato una lettera congiunta ai governi israeliano e palestinese, perfezionando in tal modo la costituzione della forza multilaterale, chiamata ad operare - a partire dal 1° febbraio 1997 - con un mandato rinnovabile, con l'accordo delle due parti, ogni tre mesi.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   15     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             15

Riferimenti normativi

Decreto-legge 31 gennaio 1997, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla leggge 25 marzo 1997, n. 72, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città di Hebron. Proroga della partecipazione italiana alla missione in Bosnia-Erzegovina

Il D.L. 12/1997 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 1° agosto 1997

Legge 18 dicembre 1997, n. 439, recante proroga di termini relativi ad impegni internazionali del Ministero degli affari esteri e norme in materia di personale militare impegnato in missioni all'estero (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 31 luglio 1997)

La legge 439/1997 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 gennaio 1998

Decreto-legge 29 settembre 1997, n.327, recante proroga di termini relativi ad impegni internazionali del Ministero degli affari esteri (decaduto - sanati effetti L. 439/1997)

Il D.L. 327/1997 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 gennaio 1998

Decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron

Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 luglio 1998

Legge 3 agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 30 giugno 1998)

La legge 270/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)

Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

 


Missione UNIFIL                                                                             (In corso)

Forza Temporanea delle Nazioni Unite in Libano

Partecipazione italiana dal 3 luglio 1979

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

In risposta all’aggressione di un commando palestinese avvenuta in territorio israeliano, le forze armate di Israele hanno invaso, nel marzo 1978, il sud del Libano dove si trovavano numerosi campi di rifugiati palestinesi. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha invitato Israele a ritirare le proprie truppe e, su richiesta del governo libanese, ha costituito, con la risoluzione 425/1978, la United Nations Interim Force In Lebanon (UNIFIL) con il compito, appunto, di verificare il ritiro delle truppe israeliane, oltre a quello di ristabilire la pace e la sicurezza internazionale e di assistere il Governo del Libano a ripristinare la sua effettiva autorità nella zona.

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU aveva deliberato l'invio di un contingente militare di 4.000 uomini con il compito di interporsi tra le forze palestinesi e le forze israeliane che arretrarono successivamente nei propri confini. Il mandato dell'UNIFIL, viene rinnovato ogni sei mesi sin da quando venne stabilito nel 1978. A seguito del ritiro delle truppe israeliane avvenuto nel giugno 2001 e del conseguente esaurimento di una parte del mandato, l’UNIFIL ha subito una graduale trasformazione, configurandosi ora come una missione di osservatori ed impiegando un minor numero di uomini (circa 2.000 nel settembre 2004).

Il contingente italiano, su base interforze, è operante in Libano dal luglio 1979 con compiti di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento.

Nel corso degli anni, l'area delle operazioni è stata teatro di scontri tra le opposte fazioni in cui sono rimasti uccisi 170 caschi blu. Il 6 agosto 1997 un elicottero dell’Unifil è precipitato vicino Naqoura. Nella sciagura, quasi certamente provocata da problemi tecnici, hanno perso la vita cinque caschi blu, di cui quattro italiani e un irlandese.

Il Consiglio di sicurezza ha recentemente prorogato fino al 31 gennaio 2005 il mandato di UNIFIL, con la risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1553/2004.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   52     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   50

                                        Carabinieri                                2


Missione UNMEE                                                                          (In corso)

Missione militare internazionale di pace in Etiopia ed Eritrea

Partecipazione italiana dal 15 novembre 2000

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

La crisi tra fra Etiopia ed Eritrea, scoppiata nel maggio 1998 a causa della controversia sulla fissazione delle frontiere, ha trovato una soluzione con l’accordo di cessazione delle ostilità firmato ad Algeri il 18 giugno 2000 con il quale le parti si impegnavano ad un’immediata cessazione delle ostilità. Sulla base di questo accordo, le parti hanno chiesto alle Nazioni Unite, in cooperazione con l’OUA (Organizzazione dell'unità africana), di istituire un’operazione di peacekeeping per dare supporto all’implementazione dell’accordo stesso. È stato così messo a punto un piano di pace che prevedeva il ripristino della situazione antecedente l'inizio delle ostilità, lo schieramento di osservatori internazionali e poi, con il ricorso all'arbitrato, la soluzione della disputa relativa al tracciato dei confini, avvenuta sulla base dei trattati coloniali e delle norme di diritto internazionale. L’accordo prevedeva, tra l’altro, il dispiegamento in una zona di sicurezza frontaliera, di una forza di monitoraggio e peace-keeping dell'ONU, «sotto gli auspici dell'OUA». Con la risoluzione 1312 del 31 luglio 2000 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, conseguente all’accordo, è stata istituita la missione UNMEE (United Nations Mission in Ethiopia and Eritrea), il cui mandato era inizialmente autorizzato per sei mesi. Il 15 settembre 2000, il Consiglio di Sicurezza, con la risoluzione 1320, ha approvato il rapporto del Segretario Generale e autorizzato l’impiego di 4200 militari fino al 15 marzo 2001. Con successive risoluzioni il Consiglio di sicurezza ha ulteriormente prorogato la missione di semestre in semestre; la risoluzione 1560/2004 ha, da ultimo, fissato il termine della missione UNMEE al 15 marzo 2005. I compiti di UNMEE consistono nel verificare l'effettiva cessazione delle ostilità, nell'assistere le due parti nel rispetto delle intese stabilite e nel verificare il rischieramento delle forze militari dei due contendenti al di fuori della zona di sicurezza temporanea (TSZ) nell'area di frontiera. Il mandato dell'ONU prevede anche il coordinamento delle attività per lo sminamento, la verifica e il controllo del ritiro delle forze etiopi dalle posizioni conquistate, il controllo del riposizionamento delle forze eritree, il controllo del mantenimento della zona di separazione. L'Italia è stata attivamente impegnata, negli ultimi anni, per favorire la soluzione del conflitto tra i due Paesi, partecipando alle iniziative coordinate, condotte dall'OUA, dalle Nazioni Unite, dagli Stati Uniti e dall'Unione europea. Il contingente italiano è stato originariamente costituito da due aerei da trasporto G-222, due velivoli da ricognizione aerofotogrammetrici P-166 e due elicotteri NH-500 con circa settantacinque persone tra equipaggio e sostegno tecnico; una componente ufficiali di staff da inserire nel comando della forza multinazionale ONU; personale medico e paramedico del Corpo militare della Croce rossa; un'aliquota di dieci osservatori militari; un'aliquota di personale specialistico per il rilievo cartografico della linea di frontiera contesa; un'aliquota di cinquanta autocarri leggeri ACL 75, con un piccolo nucleo di supporto tecnico-logistico per l'addestramento alla manutenzione dei mezzi. Dopo la riconfigurazione attuata nel dicembre 2002 il contingente è stato sensibilmente ridotto con il rientro della componente dell'Aeronautica Militare.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   52     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             47

                              Esercito                            5

Riferimenti normativi

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

15 novembre 2000 Camera             Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo in ordine alla partecipazione militare italiana alla missione delle Nazioni Unite in Corno d'Africa, denominata UNMEE

28 novembre 2000 Senato                       Assemblea

Comunicazioni del Ministro della difesa sul contributo italiano alle iniziative dell'ONU per la risoluzione del conflitto Etiopia-Eritrea

29 novembre 2000 Camera             Commissione Difesa

Approvazione della risoluzione Spini 7-01000 sulla partecipazione di un contingente militare italiano nel quadro della missione di pace ONU denominato UNMEE


Missione UNMIK                                          (In corso)

Forza di polizia civile internazionale dell'Onu delegata all'amministrazione civile del Kosovo

Partecipazione italiana dal 30 giugno 1999

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

UNMIK (United Nations Mission In Kosovo) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 che ha autorizzato la costituzione di una amministrazione civile provvisoria guidata dalle Nazioni unite per favorire un progressivo recupero di autonomia nella provincia del Kosovo, devastata dalla guerra. La missione, che lavora a stretto contatto con i leader politici locali e con la popolazione, svolge un ruolo molto ampio, coprendo settori che vanno dalla sanità all’istruzione, banche e finanza, poste e telecomunicazioni, ecc.

L'Italia partecipa alla missione con un contingente composto da unità dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di stanza a Pristina. In seno alla missione è costituita un'unità di "intelligence" contro la criminalità (Criminal Intelligence Unit-C.I.U.), a guida inglese, di supporto alla Amministrazione Provvisoria, anche per quanto riguarda i conflitti interetnici. La CIU ha, tra l'altro, il compito di mantenere un collegamento diretto con l’Ufficio italiano Interpol, in modo da snellire le procedure di trasmissione delle informazioni relative ai traffici criminali tra l’Italia e il Kosovo.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                   53     unitàdi cui:

                                        Polizia di Stato                     42

                                        Guardia di Finanza            10

                                        Carabinieri                                1

Riferimenti normativi

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

Decreto-legge 24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali

Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.

Legge 30 Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)

La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

26 marzo 2004 Camera    Commissioni riunite esteri e difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri) sulla situazione in Kosovo

 


Missione UNMOGIP                                    (In corso)

Missione costituita per supervisionare il cessate il fuoco tra India e Pakistan nello Stato di Jammu e Kashmir a seguito dell'accordo India-Pakistan del 1972

Partecipazione italiana dal 3 gennaio 1959

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNMOGIP (United Nations Military Observer Group in India and Pakistan) è stato costituito nel luglio 1949 a seguito della risoluzione 39/1948 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'attività del Gruppo degli Osservatori Militari trae origine dall'accordo tra i rappresentanti militari dell'India e del Pakistan, noto come trattato di Karachi, che determinò la tregua d'armi nel conflitto indo-pakistano nato per la questione Jammu-Kashmir risalente alla spartizione dell'ex India britannica nel 1947 e successivamente perfezionato nel 1972 con il Trattato di Simla.

I compiti affidati all'UNMOGIP consistono nel vigilare e riferire alle Nazioni Unite sull'osservanza del mantenimento dello "status quo" lungo la linea del cessate il fuoco, chiamata dal 1971 linea di controllo, del rispetto delle clausole del trattato di Karachi.

A seguito dell'accordo India-Pakistan del 1972, che stabiliva una frontiera nel Kashmir, l'India ha assunto una posizione in base alla quale il mandato dell'UNMOGlP sarebbe caduto in prescrizione. Il Pakistan, tuttavia, non accettò questa posizione e, data l'esistenza di tale disaccordo, la posizione del Segretario Generale è stata quella di decidere che la missione dell'UNMOGlP possa terminare solo a seguito di una decisione del Consiglio di Sicurezza. Non essendo stata presa tale deliberazione, l'UNMOGIP è stata mantenuta in vita, con il medesimo mandato e le stesse funzioni del passato. La missione ha il suo Quartier Generale per sei mesi l'anno nella città di Rawalpindi in Pakistan e per gli altri sei nella città di Srinagar in India. La missione è guidata da un generale italiano dal 30 agosto 2004.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                     7       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      7


Missione UNTSO                                                                           (In corso)

Assistenza del Mediatore e della Commissione per il Controllo della Tregua per il rispetto dell'armistizio in Palestina

Partecipazione italiana dal 5 giugno 1958

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Alla costituzione dello Stato di Israele, proclamata il 14 maggio 1948, fece seguito immediatamente lo scoppio di feroci scontri tra la comunità israeliana e quella araba cui si erano unite truppe regolari provenienti dai vicini Stati arabi. I combattimenti, che durarono molte settimane, furono interrotti da una tregua decisa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 29 maggio, ma diventata effettiva solo l’11 giugno. L'UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization) è stata costituita con la risoluzione 50/1948 del Consiglio di sicurezza dell'ONU allo scopo di assistere il Mediatore e la Commissione per il Controllo della Tregua nella verifica del rispetto dell'armistizio in Palestina. Da allora, l'UNTSO ha eseguito diversi compiti affidatigli dal Consiglio di Sicurezza, tra cui la supervisione degli Accordi Generali sull'Armistizio del 1949 e il controllo del cessate il fuoco stabilito nella zona del Canale di Suez e sulle Alture del Golan a seguito della guerra arabo-israeliana del giugno 1967. Attualmente, sulle Alture del Golan, l'UNTSO coopera ed assiste l'UNDOF nel settore Israele-Siria, e l'UNIFIL nel settore Israele-Libano. L'UNTSO è anche presente nel Sinai, all'interno del settore Egitto-lsraele. Inoltre, essa mantiene uffici a Beirut e Gaza.

L'Italia, il cui contingente è costituito da sette unità, partecipa alla missione dal 1958. Nel 1973 uno degli osservatori italiani nella zona di Suez ha perso la vita a causa di una mina.

Consistenza del contingente italiano al 12/10/04

                     7       unitàdi cui:

                                               Esercito                       7

 


Missioni concluse

 


Missione AFOR                                   (Conclusa)

Missione NATO di solidarietà e assistenza umanitaria in Albania

Partecipazione italiana dal 8 aprile 1999

La missione è durata cinque mesi             

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

La forza multinazionale denominata Albanian Force (AFOR), che operava nell'ambito dell'operazione “Allied Harbour”, è stata costituita dal Consiglio Atlantico con prevalenti compiti di soccorso umanitario, durante lo svolgimento dell’operazione “Determined Force” (guerra del Kosovo). Essa ha visto l'impiego in Albania di circa 8.000 uomini di 25 diverse nazionalità. L'Italia, che stava già assistendo il Governo albanese con personale e mezzi della Missione Arcobaleno, ha fornito un contributo, basato essenzialmente sulle unità della Brigata Alpina Taurinense, alle quali si sono aggiunti i fanti del Reggimento San Marco e un contingente di Carabinieri. Tale contributo è stato il più consistente tra quelli forniti dagli alleati ed ha permesso all'Italia di avere un ruolo di rilievo nella struttura di Comando di AFOR con l'assegnazione, in particolare, dell'incarico di Deputy COMAFOR. Il dispiegamento delle Forze NATO in Kosovo, con il successivo e conseguente rientro dei profughi Kosovari-Albanesi, ha determinato la fine della missione "Allied Harbour" il 31 agosto 1999 e la contemporanea costituzione del Comando della Zona delle Comunicazioni WEST (COMMZ W) nell'ambito dell'Operazione “Joint Guardian”.

Consistenza del contingente italiano al 21/04/99

                2.500  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                          150

                                        Esercito                            2.350

Riferimenti normativi

Decreto-legge 21 aprile 1999, n. 110, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 giugno 1999, n. 186, recante autorizzazione all’invio in Albania ed in Macedonia di contingenti italiani nell’ambito della missione NATO per compiti umanitari e di protezione militare, nonché rifinanziamento del programma italiano di aiuti all’Albania e di assistenza ai profughi

Il D.L. 110/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

13 aprile 1999 Camera                              Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri) ed approvazione delle risoluzioni Mussi ed altri 6-00083 e Pisanu ed altri 6-00082 sugli sviluppi della crisi nei Balcani

13 aprile 1999 Senato                               Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri) sulla crisi balcanica e approvazione della risoluzione Salvi ed altri 6-00037


Missione ALBA                                                                                        (Conclusa)

Missione per la distribuzione di aiuti umanitari in Albania

Partecipazione italiana dal 13 aprile 1997

La missione è durata quattro mesi            

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

La missione è stata avviata a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1101/1997, adottata su sollecitazione dell’OSCE, che autorizzava la partecipazione di un contingente militare italiano alla Forza multinazionale di protezione (FMP) in Albania. In seguito, la risoluzione 1114 del 19 giugno 1997 ne ha autorizzato l'ulteriore prosecuzione. “Alba” è stata la prima forma di intervento multinazionale promossa e guidata dall'Italia, ed ha avuto, al di là del compito ufficiale di consentire la distribuzione di aiuti umanitari, l’obiettivo di impedire la guerra civile e consentire di avviare a soluzione la crisi politica albanese.

La FMP, schierata in prevalenza nella fascia costiera del paese, si è spinta all’interno ai primi di giugno per incrementare il controllo nelle aree popolate, in modo da favorire le elezioni in programma alla fine dello stesso mese, nell’ambito delle quali la FMP era chiamata a fornire protezione ai team di osservatori dell’OSCE.

Durante la missione, che ha visto la partecipazione di 7.000 uomini di 11 Paesi, sono state effettuate circa 1.700 azioni operative, in massima parte per la scorta a convogli, che hanno consentito alle Organizzazioni umanitarie di distribuire oltre 5.700 tonnellate di viveri, medicinali, sementi e vestiario.

L'Esercito italiano ha contribuito con circa 2.800 uomini, dei quali circa 1.800 di truppa (in massima parte volontari in ferma breve, affiancati da 400 giovani in servizio di leva che hanno espresso la propria disponibilità a partecipare alla missione ed ai quali sono stati affidati in prevalenza compiti tecnico-logistici), schierati a Tirana, Durazzo, Valona e Fier.

Il 9 luglio 1997 il militare Diego Vaira ha perso la vita a Valona a seguito di un’esplosione accidentale di un ordigno.

Consistenza del contingente italiano al 24/04/97

                2.710  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                          112

                                        Aeronautica                        120

                                        Marina                                   375

                                        Esercito                            2.103

Riferimenti normativi

Decreto-legge 24 aprile 1997, n. 108, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 giugno 1997, n. 174, recante partecipazione italiana alle iniziative internazionali in favore dell'Albania

Il D.L. 108/1997 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 10 luglio 1997

Decreto-legge 14 luglio 1997, n. 214, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 1997, n. 260, recante prosecuzione della partecipazione italiana alle iniziative internazionali in favore dell'Albania.

Il D.L. 214/1997 ha prorogato la partecipazione italiana al 12 agosto 1997

Legge 24 febbraio 1999, n. 49, recante ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Governo della Repubblica di Albania ed i Governi delle Nazioni facenti parte della Forza multinazionale di protezione relativo allo status di detta Forza, fatto a Roma il 21 aprile 1997 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 21 novembre 1997)

La legge 24/1999 ha ratificato l'Accordo italo-albanese per la costituzione della FMP

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

8 aprile 1997 Senato                                  Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio) sulla questione albanese e approvazione della risoluzione Salvi ed altri 6-00014

9 aprile 1997 Camera                                Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio), discussione delle mozioni sulla missione multinazionale di pace in Albania e approvazione della risoluzione Mussi ed altri 6-00017


Missione Albit                                                                                     (Conclusa)

Cooperazione con l'Aeronautica albanese per la ristrutturazione della scuola di volo di Valona

Partecipazione italiana dal 6 aprile 2000

La missione è durata tre anni e undici mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

La missione Albit ha avuto il compito di ristrutturare la Scuola di Volo di Valona e la pista di volo di Pishporo, oltre che di garantire la sicurezza del personale italiano dell'A.M. e dei relativi mezzi impegnati nel progetto. Alla missione hanno preso parte uomini dell’Aeronautica militare di stanza a Valona.

La missione è stata promossa dagli accordi bilaterali sottoscritti il 28 agosto 1997 dai Ministri della Difesa italiano e albanese (nel cui ambito è stata, tra l’altro, costituita la DIE), relativi alla riorganizzazione ed al consolidamento delle Forze armate albanesi, ed è terminata nel febbraio 2004, dopo la consegna, all'Aeronautica albanese, delle strutture realizzate.

Consistenza del contingente italiano al 25/02/04

                   50     unità di cui:

                                        Aeronautica                           50

Riferimenti normativi

Legge 21 maggio 1998, n. 170, recante ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e collaborazione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, con scambio di lettere esplicativo dell'articolo 19, fatto a Roma il 13 ottobre 1995 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 3 dicembre 1996)

La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003

Decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali

Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2004.

 


Missione Allied Force                                                              (Conclusa)

Operazioni militari per il ristabilimento della pace in Kosovo

Partecipazione italiana dal 24 marzo 1999

La missione è durata tre mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di ristabilimento della pace (peace-enforcing)

In seguito all’acuirsi, all’interno della Federazione della Repubblica Yugoslava (FRY), del conflitto tra gli insorti dell’UCK che rivendicavano l’indipendenza del Kosovo e la polizia serba supportata dall'Esercito, il Consiglio di sicurezza dell’ONU, con le risoluzioni 1160 del 31 marzo 1998 e 1199 del 23 settembre 1998, si era espresso per una risoluzione pacifica del problema Kosovo che tenesse conto sia dell'integrità della FRY, sia delle aspettative di larga autonomia ed autodeterminazione della regione, imponendo la cessazione delle ostilità ed il rientro dei profughi kosovari nel loro territorio.

A seguito del perdurare di continui e violenti combattimenti e visti gli inutili tentativi di risolvere politicamente la crisi, la NATO aveva avviato, il 24 settembre 1998, l'operazione "Determined Force" che prevedeva un graduale intervento militare aereo. La minaccia dell'intervento aereo aveva portato all’accettazione della presenza di verificatori OSCE nel Kosovo, sancita dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU 1203 del 24 ottobre 1998. Dopo il fallimento dei negoziati di Rambouillet, nel febbraio-marzo 1999, è iniziata, il 24 marzo 1999 l’operazione “Allied Force”, con attacchi aerei e missilistici contro gli obiettivi militari serbi in Kosovo, estesisi rapidamente ad una serie di obiettivi strategici in tutta la Federazione iugoslava. Nei giorni successivi, la guerra ha provocato la fuga di centinaia di migliaia di profughi kosovari verso le frontiere di Albania e Macedonia.

Nonostante il 3 giugno 1999 Belgrado avesse accettato ufficialmente il piano di pace dei G8, la NATO ha deciso la prosecuzione dei bombardamenti finché l'esercito iugoslavo non si fosse ritirato. Il 9 giugno veniva raggiunto l'accordo tecnico-militare per il ritiro delle truppe serbe e l'ingresso delle truppe NATO e russe della KFOR (Kosovo Force). Il giorno successivo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 1244, concordata dal G8. Le truppe serbe hanno cominciato il ritiro, e la NATO ha sospeso i bombardamenti, entrando nel Kosovo il 13 giugno 1999.

L'Italia ha partecipato sin dall'inizio all'operazione con 42 velivoli, passati successivamente a 54 (Tornado, F-104, AMX, B-707/T dell'Aeronautica Militare, oltre a 4 Harrier II AV-8B della Marina Militare, imbarcati sull'incrociatore "Giuseppe Garibaldi").

Nell'ambito delle operazioni militari l’Italia ha avviato altresì l'operazione Dinak, per la difesa nazionale inerente la guerra del Kosovo.

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

24 marzo 1999 Camera                            Assemblea

Informativa urgente del Governo (Vice Presidente del Consiglio) sull'intervento della NATO in Kosovo

24 marzo 1999 Senato                              Assemblea

Comunicazioni del Governo (Vice Presidente del Consiglio), nelle sedute dell'Assemblea del 24 e 25 marzo 1999, sugli ultimi sviluppi della crisi nel Kosovo

26 marzo 1999 Senato                              Assemblea

Discussione di mozioni sulla crisi del Kosovo e approvazione delle mozioni Salvi ed altri n. 1-00378 e Meluzzi ed altri n. 1-00379

26 marzo 1999 Camera                            Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio), e discussione di mozioni sulla crisi in Kosovo e approvazione delle risoluzioni Mussi ed altri 6-00078, Sbarbati ed altri 6-00079 e Volonté ed altri 6-00081


Missione Allied Harmony                                                (Conclusa)

Supporto agli osservatori internazionali e assistenza al Governo per garantire le sicurezza nel Paese

Partecipazione italiana dal 16 dicembre 2002

La missione è durata tre mesi e mezzo  

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'operazione Allied Harmony è stata decisa dal Consiglio Nord Atlantico sulla base della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1371 del 26 settembre 2001, per garantire la continuità della presenza internazionale in Macedonia - che faceva seguito ad una richiesta del Presidente Trajkovski - al fine di minimizzare i rischi di destabilizzazione. Allied Harmony ha avuto compiti operativi di sostegno agli osservatori dell'OSCE e dell'UE, nonché compiti di assistenza al governo in materia di sicurezza; ha condotto altresì operazioni di collegamento e monitoraggio nelle FCA (Former Crisis Areas), mantenendo collegamenti con le Forze locali, la popolazione e le organizzazioni delle comunità internazionale.

L'operazione Allied Harmony è stata sostituita, il 31 marzo 2003, da "Concordia", la prima operazione militare dell'Unione europea.

Consistenza del contingente italiano al 23/03/03

                   30     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   30

Riferimenti normativi

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003


Missione Allied Harvest                                                      (Conclusa)

Bonifica delle "jettisons areas" in Adriatico (ordigni inesplosi)

Partecipazione italiana dal 17 maggio 1999

La missione è durata tre mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L’operazione “Allied Harvest” per la bonifica dell’Adriatico, è stata avviata il 12 giugno 1999 in seguito agli incidenti occorsi ad alcuni pescherecci a causa della permanenza nei fondali di ordigni rilasciati da parte di velivoli NATO impiegati durante il conflitto nei Balcani.

Nei 73 giorni di durata della missione, sono state ritrovate 93, coprendo 1.041 miglia nautiche quadrate. Alle ricerche hanno preso parte due formazioni NATO: la “Forza contromisure mine per l'Europa occidentale” (Mcmfornorth) e la “Forza contromisure mine per il mediterraneo” (Mcmformed). Sono stati impiegati 11 cacciamine e una nave di supporto, messi a disposizione da diversi Paesi NATO. L’Italia ha assicurato l'attività continuativa di cinque unità al giorno.

Consistenza del contingente italiano al 30/06/99

                  550    unitàdi cui:

                                        Marina                                   550

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

20 maggio 1999 Camera                          Assemblea

Svolgimento dell'interpellanza urgente Vito 2-01804 sulle misure relative agli ordigni sganciati in Adriatico da aerei della NATO


Missione Amber Fox                                                                   (Conclusa)

Missione per contribuire alla protezione degli osservatori internazionali incaricati di vigilare sulla realizzazione del piano di pace in Macedonia

Partecipazione italiana dal 23 settembre 2001

La missione è durata quattordici mesi          

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Dopo la conclusione, il 22 settembre 2001, della missione “Essential Harvest” incaricata della raccolta delle armi dei ribelli albanesi in Macedonia, ed in seguito alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1371 del 26 settembre 2001 che ha appoggiato l'invio di una forza multinazionale per la tutela degli osservatori presenti sul territorio, una parte dei contingenti già impegnati nell'operazione "Essential Harvest" è rimasta in Macedonia nell’ambito dell’operazione “Amber Fox". La missione era finalizzata a garantire la sicurezza dei 120 osservatori dell’OSCE e dell’UE presenti nell’area con il compito di vigilare sulla realizzazione del piano di pace. La missione, la cui durata era inizialmente prevista per tre mesi, è stata più volte prorogata; il termine da ultimo fissato, su richiesta del Presidente macedone, era il 15 dicembre 2002. Il 17 giugno 2002 è stato costituito, nell'ambito della riconfigurazione della presenza dell'Alleanza Atlantica nei Balcani, il NATO Headquarters Skopje che, tra l'altro, assumerà le responsabilità ed i compiti di Amber Fox. Nel corso della missione Amber Fox, l'8 maggio 2002, ha perso la vita, a causa dell'esplosione di una mina, il capitano Stefano Rugge.

Consistenza del contingente italiano al 15/12/02

                  140    unitàdi cui:

                                        Esercito                                140

Riferimenti normativi

Decreto-legge 18 settembre 2001, n. 348, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 406, recante disposizioni urgenti per la partecipazione militare italiana alla missione internazionale di pace in Macedonia

La legge 406/2001, modificando in sede di conversione il D.L. 348/2001, ha autorizzato la partecipazione italiana alla missione fino al 31 dicembre 2001. Il D.L. autorizzava inizialmente la partecipazione a Essential Harvest fino al 30 settembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

4 ottobre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato              Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri, della Difesa e per i rapporti con il Parlamento) sui più recenti sviluppi della situazione internazionale

20 dicembre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato       Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo sugli sviluppi della crisi internazionale (Ministro della difesa)

19 marzo 2002 Camera                   Commissione difesa

Audizione del ministro della difesa sulla situazione della politica di difesa

17 aprile 2002 Senato                       Commissione difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sui programmi di sviluppo e di organizzazione del Dicastero alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica internazionale


 

Missione Artemis                                                                                (Conclusa)

Missione di stabilizzazione in Bumia (Repubblica democratica del Congo)

Partecipazione italiana dal 12 giugno 2003

La missione è durata tre mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                UE

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Con la risoluzione 1484/2003 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, è stato autorizzato lo schieramento di una forza di emergenza interinale in Bunia (regione di Ituri nella parte settentrionale della Repubblica democratica del Congo) fino al 1° settembre 2003. I compiti della missione, che si è svolta in stretto coordinamento con la missione MONUC, erano: a) migliorare la situazione umanitaria in Bunia; b) contribuire alla stabilizzazione delle condizioni di sicurezza; c) assicurare la protezione nei campi-profughi; d) garantire la sicurezza dell'aeroporto. La risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU n.1501 del 26 agosto 2003 ha inoltre autorizzato gli Stati membri della Forza di emergenza interinale a fornire assistenza al contingente MONUC dispiegato a Bunia e nell’area circostante, su richiesta di quest’ultimo.

L'Unione europea, rispondendo alle sollecitazioni dell'ONU, ha avviato, con la decisione comune adottata dal Consiglio della UE il 5 giugno 2003, la missione Artemis.

Il comando della missione, iniziata il 12 giugno, è stato affidato alla Francia, che ha agito in qualità di "Nazione quadro" (Framework Nation) per l'operazione, cui hanno partecipato, oltre a unità della Legione Straniera, anche reparti britannici, svedesi, belgi, tedeschi, irlandesi, italiani (ufficiali di staff), canadesi, sudaficani, senegalesi, nigeriani e pakistani.

Consistenza del contingente italiano al 31/08/03

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1

 


Missione Coherent Behaviour                             (Conclusa)

Missione di EUROMARFOR per la sorveglianza e monitorizzazione del                 traffico mercantile al fine di prevenire attività illegali in alto mare

Partecipazione italiana dal 4 ottobre 2002

La missione è durata due mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

Il 1° ottobre 2002, nella base navale di Taranto, è stato attivato il Gruppo Navale EUROMARFOR, composto dal cacciatorpediniere italiano Francesco Mimbelli, da un cacciatorpediniere francese ed una corvetta spagnola, per l'impiego della Forza nell'operazione "Coherent Behaviour" nel Mar Mediterraneo Orientale. L'operazione "Coherent Behaviour", a guida italiana, ha rappresentato il primo impiego di EUROMARFOR in attività operative da quando è stata creata, inquadrandosi nell'insieme delle iniziative intraprese dopo l'11 settembre 2001 per contribuire alla lotta contro il terrorismo internazionale. E' stata la prima missione promossa da una coalizione formata unicamente da Paesi europei.

Il Gruppo Navale è stato impiegato in operazioni di sorveglianza e monitorizzazione del traffico mercantile tese a prevenire attività illegali in alto mare, ed ha cooperato con le Forze Navali Statunitensi e della NATO impegnate in simili attività nel Mediterraneo Orientale.

L'EUROMARFOR (EMF) è una Forza Navale creata nel 1995 dai quattro Paesi membri - Francia, Italia, Portogallo e Spagna - per l'assolvimento di tutte quelle missioni, dette di Supporto alla Pace, che vanno al di fuori del concetto dell'autodifesa collettiva. Questa Forza Navale, che riunisce sotto la stessa bandiera circa 700 uomini e donne, è posta a rotazione sotto i Comandanti Navali dei quattro Paesi della EMF ed opera attualmente sotto il controllo operativo italiano.

L'operazione si è conclusa il 30 novembre 2002.

Consistenza del contingente italiano al 02/12/02

                  400    unitàdi cui:

                                        Marina                                   400


Missione COMMZW                                                                      (Conclusa)

Missione NATO per garantire le vie di accesso per i rifornimenti logistici alle truppe della KFOR presenti in Kosovo

Partecipazione italiana dal 1 settembre 1999

La missione è durata due anni e nove mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

La missione NATO COMMZ W (Communication Zone West) ha avuto inizio il 1° settembre 1999, con il compito di assicurare le vie di comunicazione per i rifornimenti logistici a KFOR e mantenere i necessari contatti con le organizzazioni internazionali presenti.

L’Italia ha partecipato all’operazione, di cui ha assunto il comando, con un contingente che comprendeva, oltre a circa 1000 uomini dell’Esercito, un ospedale da campo, una componente elicotteristica dell’Esercito su AB-205, 40 Carabinieri come Polizia Militare e 30 uomini del 72° stormo AMI su elicotteri NH-500 idonei anche per soddisfare esigenze sanitarie. La missione ha avuto sede a Durazzo, Tirana, Ure e Puke. Nell’ambito della riconfigurazione della presenza NATO nei Balcani, il 17 giugno 2002 sono stati costituiti il NATO Headquarters in Tirana (NHQT) ed il NATO Headquarters in Skopje (NHQS). NHQT ha assunto le funzioni svolte da COMMZ-W. Di conseguenza, il Comandante di COMMZ-W è diventato NATO Senior Military Representative (SMR) in Tirana.

Consistenza del contingente italiano al 09/06/02

                1.080  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             40

                                        Esercito                            1.040

Riferimenti normativi

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002


Missione Deliberate Force                                             (Conclusa)

Attacchi NATO ai serbo-bosniaci

Partecipazione italiana dal 4 settembre 1995

La missione è durata dieci giorni            

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di ristabilimento della pace (peace-enforcing)

In seguito al bombardamento di Sarajevo avvenuto il 29 agosto 1995 ad opera dei serbo-bosniaci, che provocò più di trenta morti, la NATO decideva di procedere ad una serie di attacchi aerei in territorio bosniaco per dissuadere la Serbia dalla prosecuzione delle ostilità.

L’intervento era basato principalmente sulle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU 816 e la 836 del 1993. La prima vieta i voli militari nel cielo della Bosnia-Erzegovina, mentre la seconda autorizza l’uso della forza a difesa delle sei “zone protette” musulmane in Bosnia: Sarajevo, Srbrenica, Goradze, Tuzla, Bihac e Zepa. La risoluzione 836 prevede tra l'altro: l’estensione del mandato della Forza di protezione delle Nazioni Unite (Unprofor) per consentirle, nelle zone di sicurezza, di dissuadere gli attacchi, controllare il cessate il fuoco e favorire il ritiro delle unità non bosniache. Le operazioni, iniziate il 30 agosto 1995, si sono svolte con l’assenso del rappresentante del Segretario generale dell’ONU. Nella fase iniziale l’Italia ha messo a disposizione le 12 basi militari dalle quali sono decollati gli aerei che hanno condotto i raid in territorio bosniaco. Successivamente si è registrata la partecipazione di velivoli italiani alle operazioni militari.

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

13 settembre 1995 Camera            Commissione Esteri

Comunicazioni del Governo (Ministro degli Esteri) sullo sviluppo della situazione nella ex Iugoslavia

14 settembre 1995 Camera            Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della Difesa) sulla partecipazione italiana alle operazioni NATO in Bosnia Erzegovina

21 settembre 1995 Senato              Commissione Esteri

Comunicazioni del Governo (Ministro degli Esteri) sugli sviluppi della situazione nella ex Iugoslavia

21 settembre 1995 Senato          Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sull'evoluzione della crisi nella ex Iugoslavia


Missione Deny flight                                                                   (Conclusa)

Pattugliamento NATO della zona no fly in Bosnia decretata dall'ONU

Partecipazione italiana dal 12 aprile 1993

La missione è durata due anni e otto mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

L’operazione Deny Flight è stata avviata dalla NATO per far rispettare la zona di interdizione al volo sopra la Bosnia decretata dalle Nazioni Unite con la risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 816 del 31 marzo 1993. E’ stata la prima operazione NATO al di fuori della propria tradizionale sfera di azione.

L’Italia, che non ha partecipato con propri velivoli in quanto paese limitrofo alla ex Yugoslavia, ha però messo a disposizione le basi aeree sul proprio territorio il 2 aprile 1993, fornendo il supporto necessario all’effettuazione delle operazioni.

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 marzo 1993 Camera                      Commissione Difesa

Svolgimento delle interrogazioni Ingrao 5-00757 e Calzolaio 5-00797, concernenti il rafforzamento della presenza militare nell’Adriatico e le richieste dell’uso di basi aere italiane in relazione alla crisi in Bosnia

13 ottobre 1993 Camera                  Commissione Difesa

Svolgimento dell’interrogazione Fragassi 5-01141, concernente i rischi del preponderante ruolo delle truppe USA nell’operazione “Deny Flight” nella ex Jugoslavia


Missione Determined Falcon                                  (Conclusa)

Manovre aeree NATO al confine tra Albania e Macedonia per dissuadere le iniziative serbe nel Kosovo

Partecipazione italiana dal 15 giugno 1998

La missione è durata un giorno              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making)

Le manovre aeree, decise dai vertici NATO, svolte nella giornata del 15 giugno 1998, avevano lo scopo di dissuadere le iniziative serbe nel Kosovo, dimostrando le capacità dell’Alleanza di organizzare rapidi attacchi aerei nei Balcani.

Nella missione sono stati impegnati 85 aerei di tredici nazioni, di cui 68 caccia e cacciabombardieri e 17 i velivoli di supporto (aerei radar e per rifornimento in volo) che hanno sorvolato i cieli albanesi e macedoni parallelamente al confine aereo del Kosovo.

L’Italia ha partecipato con 6 aerei: 2 Tornado, 2 AMX e 2 F3.

La maggior parte dei velivoli impiegati nelle manovre sono decollati dalle basi italiane di Aviano, Istrana, Ghedi, Villafranca, Piacenza, Gioia del Colle e Trapani. 4 Harrier Usa si sono levati dalla portaelicotteri “Wasp” trasferita in Adriatico dalla Turchia, mentre altri caccia sono giunti dalla Francia, dalla Grecia, dall’Olanda, dalla Gran Bretagna e dalla Germania.

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

17 giugno 1998 Camera                   Assemblea

Svolgimento dell'interrogazione Ranieri 3-02511 (Premier question time) sulla situazione in Kosovo


Missione DIATM                                                                                    (Conclusa)

Delegazione italiana di assistenza tecnico militare in Marocco

Partecipazione italiana dal 3 settembre 1969

La missione è durata trenta anni e quattro mesi     

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

La cooperazione tecnico-militare tra l'Italia ed il Regno del Marocco ha avuto inizio il 3 settembre 1969.

Il compito era quello di assistere il personale militare marocchino sia in campo tecnico che addestrativo, per mantenere efficienti ed operativi gli elicotteri venduti dall'Italia alle Forze armate di quel paese.

Successivamente, un Accordo firmato il 10 gennaio 1977 ha previsto la continuazione della cooperazione e il suo rinnovo tacito biennale . La delegazione italiana, dislocata a Rabat, ha svolto assistenza all'Aeronautica Militare marocchina nella fase avanzata dell'addestramento sugli elicotteri e sulla manutenzione degli stessi.

Consistenza del contingente italiano al 31/12/00

                     5       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      5


Missione Distinguished Games             (Conclusa)

Assistenza al Governo greco per concorrere alla sicurezza di Giochi Olimpici 2004

Partecipazione italiana dal 29 luglio 2004

La missione è durata due mesi                             

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                        NATO

Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)

La missione Distinguished Games è stata avviata dalla NATO in occasione dei Giochi Olimpici 2004 che si sono svolti in Grecia.

Il principale compito della missione è consistito nell’assistere il Governo greco per concorrere alla sicurezza dei Giochi, attraverso: a) la sorveglianza aerea con l'impiego di velivoli AWACS; b) la sorveglianza marittima tramite le unità impegnate nell'operazione “Active Endeavour"; c) il rischieramento di una task force tratta dal Battaglione NATO Multinazionale per la difesa CBRN (Chemical Biological Radiological Nuclear) - NATO MN CBRN Defense Battalion; d) la condivisione di informazioni.

L'Italia ha partecipato con 21 uomini del 7° Reggimento NBC "Cremona" e con personale dell'Aeronautica facente parte della componente AWACS NATO. L’operazione si è conclusa il 30 settembre 2004.

Consistenza del contingente italiano 27/09/2004

               21    unità  di cui:

                       Esercito                    21


Missione Eagle Eye                                                                        (Conclusa)

Missione della NATO per il controllo aereo del Kosovo

Partecipazione italiana dal 27 novembre 1998

  La missione è durata quattro mesi            

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L’operazione “Eagle Eye” è consistita nel controllo aereo della NATO nel Kosovo, accettato dalla Repubblica federale jugoslava con un accordo siglato a Belgrado il 15 ottobre 1998. Sull'operazione, che ha supportato la missione KVM di verifica del cessate il fuoco nel Kosovo ed è stata diretta dal comandante in capo delle forze alleate del Sud Europa, è intervenuta anche la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1203 del 24 ottobre 1998 .

A "Eagle Eye" hanno preso parte aerei NATO da ricognizione non armati e velivoli da ricognizione teleguidati, con il compito di verificare il rispetto della risoluzione 1199/1998 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che chiedeva la cessazione delle ostilità tra le parti.

L’Italia ha partecipato con 2 Breguet Atlantique ed un G222 per attività di sorveglianza elettronica.

Riferimenti normativi

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1999


Missione Entebbe                                                                              (Conclusa)

Missione di soccorso alle popolazioni del Rwanda

Partecipazione italiana dal 3 giugno 1994

La missione è durata sette giorni            

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

E' stata la seconda missione di soccorso alle popolazioni del Rwanda avviata dal Governo italiano, dopo la missione "Ippocampo Rwanda". La missione è consistita nell'effettuare il trasporto sanitario d'emergenza in Italia di cento profughi ruandesi, per la maggior parte bambini, raccolti nei campi profughi dall’organizzazione 'Insieme per la pace' e trasportati all’aeroporto di Entebbe (Uganda).

Per il trasporto in Italia sono stati impiegati tre velivoli C.130 ed un G.222 della 46/ma Brigata aerea. E' stato inoltre assicurato il trasporto dall'Italia di generi di prima necessità e la realizzazione a Entebbe di un posto di primo soccorso per assistere i bambini in precarie condizioni di salute.

Il comando dell'operazione è stato affidato a un ufficiale dell'Aeronautica Militare, mentre il contingente interforze era costituito da 18 elementi della brigata "Folgore", incaricati della protezione della componente sanitaria composta da 6 medici (4 dell'Esercito e due della Marina Militare), 3 sottufficiali e 6 infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. Un centinaio di profughi ruandesi, in prevalenza bambini, giunti via terra a Entebbe su convogli dell'UNAMIR, della Croce Rossa Internazionale e dell'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), sono stati successivamente imbarcati sugli aerei per l'Italia.

Consistenza del contingente italiano al 03/06/94

                   24     unitàdi cui:

                                        Marina                                        2

                                        Esercito                                   22


Missione Essential Harvest                                        (Conclusa)

Missione per la raccolta delle armi dei guerriglieri dell'UCK in Macedonia

Partecipazione italiana dal 27 agosto 2001

La missione è durata un mese               

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

In seguito alla richiesta del Presidente della Repubblica macedone, formulata il 14 giugno 2001, e all’accordo che metteva fine ai combattimenti interetnici durati circa sei mesi, firmato a Skopje il successivo 13 agosto dai principali leader macedoni e albanesi ed accettato anche dai guerriglieri esclusi dai negoziati, il Consiglio atlantico, il 22 agosto 2001, ha autorizzato l'avvio della missione Nato Essential Harvest (Raccolta essenziale) per la raccolta delle armi dei ribelli albanesi in Macedonia. La missione aveva una durata prevista di 30 giorni e ha coinvolto 4.500 militari di quattordici paesi. Il ruolo guida è stato svolto dalla Gran Bretagna, mentre gli altri tre battaglioni in cui si articolava la forza Nato sono stati affidati a Italia, Francia e Grecia. La missione ha assunto un connotato prevalentemente europeo, essendo stata caratterizzata dalla virtuale assenza degli Usa: per la prima volta nelle missioni balcaniche della Nato, Washington ha inviato solo mezzi di supporto logistico, guidati da una settantina di suoi militari già presenti nella regione. L’unico contributo extra-europeo alla missione è stato rappresentato da 200 militari canadesi. La missione è terminata il 22 settembre 2001 e ad essa ha fatto seguito una nuova missione denominata Amber Fox.

Consistenza del contingente italiano al 27/08/01

                  740    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             32

                                        Esercito                                708

Riferimenti normativi

Decreto-legge 18 settembre 2001, n. 348, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 406, recante disposizioni urgenti per la partecipazione militare italiana alla missione internazionale di pace in Macedonia

Il D.L. 348/2001 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

1 agosto 2001 Camera                     Commissione Difesa

Audizione del sottosegretario di Stato per la difesa sull'eventuale impiego di militari italiani nell'ambito di possibili iniziative connesse alla situazione in Macedonia

21 agosto 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato       Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) in ordine alla partecipazione di un contingente militare italiano alla missione NATO Essential Harvest in Macedonia


Missione Golfo 2                                                                           (Conclusa)

Missione militare navale nel Golfo Persico

Partecipazione italiana dal 16 agosto 1990

La missione è durata un anno               

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di ristabilimento della pace (peace-enforcing)

In seguito all'invasione irachena del Kuwait avvenuta il 2 agosto 1990, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato le risoluzioni 660 con la quale esigeva il ritiro immediato di tutte le forze irachene, e 661 con cui varava sanzioni economiche e imponeva l’embargo verso l’Iraq. A queste seguiva un’ennesima risoluzione che autorizzava l’uso della forza per garantire il rispetto dell’embargo. Il 16 agosto 1990 tre unità navali della Marina Militare sono state inviate nel Golfo Persico, nell’ambito dell’operazione Golfo 2, istituita per garantire l’applicazione dell’embargo. Si tattava di 2 corvette, cui si sono successivamente aggiunte 2 fregate e una nave appoggio.

L’operazione è avvenuta nell’ambito del collegamento operativo deciso dai Paesi UEO, impegnati, in collaborazione con gli Stati Uniti e altri Paesi dell’area mediorientale, nella predisposizione di una Forza multinazionale per imporre all’Iraq il rispetto delle risoluzioni ONU.

Inoltre, dal 25 settembre, dopo la decisione del Consiglio di sicurezza di varare l’embargo aereo verso l’Iraq, sono stati schierati presso la base militare di Al Dahfra, negli Emirati Arabi Uniti, 8 Tornado dell’Aeronautica Militare italiana, all’interno dell’operazione Locusta.

In applicazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 678/1990, che ha autorizzato la Forza multinazionale ad usare i mezzi necessari nel caso in cui l'Iraq non avesse accettato le risoluzioni precedenti che prevedevano, tra l'altro, il ritiro dal Kuwait entro il 15 gennaio 1991, è stata avviata, il 17 gennaio, l’operazione militare “Desert Storm”. Ad essa, che era inizialmente costituita da un’offensiva aerea e missilistica contro l’Iraq, hanno preso parte anche velivoli dell’Aeronautica Militare.

Successivamente, il 16 febbraio, ha avuto inizio l’offensiva terrestre che si è conclusa il 28 febbraio con la liberazione del Kuwait e l’accettazione da parte dell’Iraq di tutte le risoluzioni ONU.

Le unità navali della forza multinazionale continuano il pattugliamento nel Golfo e il controllo dell’applicazione dell’embargo.

Nei mesi di marzo e aprile 1991 il gruppo navale italiano ha assunto la nuova configurazione operativa idonea per le operazioni di bonifica dalle numerose mine presenti nel Golfo. I cacciamine sono stati supportati da una nave appoggio e protetti da una fregata. Nell'agosto 1991 il 20° Gruppo Navale, dopo aver ultimato il compito affidatogli, è rientrato in Italia.

Consistenza del contingente italiano al 15/09/90

                  760    unitàdi cui:

                                        Marina                                   760

Consistenza del contingente italiano al      5/04/91

                  418    unitàdi cui:

                                        Marina                                   418

Riferimenti normativi

Decreto-legge 23 agosto 1990, n. 247, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 ottobre 1990, n. 298, recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nel Golfo Persico

Il D.L. 247/1990 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1990

Decreto-legge 19 gennaio 1991, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1991, n. 88, recante ulteriori provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nell'area del Golfo Persico

Il D.L. 17/1991 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 1991

Decreto-legge 31 gennaio 1992, n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 marzo 1992, n. 243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 maggio 1992, n. 297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 24 luglio 1992, n. 347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 347/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 29 settembre 1992, n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 392/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 4 dicembre 1992, n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico

Il D.L. 469/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

11 agosto 1990 Commissioni congiunte Camera e Senato Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione nel Golfo Persico

22 agosto 1990 Senato                    Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00033

23 agosto 1990 Camera                  Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e approvazione della risoluzione Scotti ed altri 6-00143

16 gennaio 1991 Camera                Assemblea

Discussione di mozioni e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00151

17 gennaio 1991 Senato                  Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 16 e 17 gennaio 1991, e approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00043

22 febbraio 1991 Camera                Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 21 e   22 febbraio 1991, e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00165


Missione IFOR                                                                                           (Conclusa)

Missione militare internazionale di pace per il rispetto degli Accordi di Dayton (Bosnia)

Partecipazione italiana dal 28 dicembre 1995

La missione è durata un anno               

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

Dopo la firma degli Accordi di Dayton, avvenuta a Parigi il 14 dicembre 1995, il Consiglio di sicurezza dell'ONU, con la risoluzione 1031 del 15 dicembre, ha autorizzato la costituzione dell’IFOR (Implementation Force), con il compito di garantire il rispetto degli Accordi di pace, la libera circolazione di tutte le etnie nella zona assegnata e la cooperazione con la popolazione per aiuti sociali.

L’attività dell’IFOR è stata avviata il 20 dicembre 1995, con l’operazione “Joint Endeavour”, condotta dalla NATO nei territori della Bosnia-Erzegovina.

Il 24 gennaio 1996 il caporalmaggiore Gerardo Antonucci e due soldati portoghesi hanno perso la vita in un'esplosione accidentale avvenuta all'interno di una camerata nell'ex ospedale pediatrico di Sarajevo che ospitava il contingente italiano e quello portoghese. Nell'esplosione sono rimasti feriti altri sei militari italiani.

Consistenza del contingente italiano al 01/07/96

                2.566  unitàdi cui:

                                        Esercito                            2.566

Riferimenti normativi

Decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 1, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 1/1996 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 1° marzo 1996, n. 99, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 99/1996 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 29 aprile 1996, n. 236, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 236/1996 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Decreto-legge 1° luglio 1996, n. 346, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 428, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia

Il D.L. 346/1996 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1996

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

16 novembre 1995 Camera             Commissione Difesa

Discussione e approvazione della risoluzione conclusiva Bampo 8-00011 sulla disponibilità alla partecipazione italiana ad un iniziativa internazionale di mantenimento della pace nell'ex Jugoslavia

16 novembre 1995 Camera             Commissione Esteri

Discussione e approvazione della risoluzione Tremaglia 7-00501 sulla disponibilità alla partecipazione italiana ad un iniziativa internazionale di mantenimento della pace nell'ex Jugoslavia

15 dicembre 1995 Camera                      Assemblea

Comunicazioni del Governo all'Assemblea nelle sedute del 14 e 15 dicembre 1995, con approvazione della risoluzione Tremaglia ed altri 6-00038 (nuovo testo)


Missione INTERFET                                                                    (Conclusa)

Missione per il ristabilimento della pace e della sicurezza a Timor Est

Partecipazione italiana dal 20 settembre 1999

La missione è durata cinque mesi             

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

A seguito dell'accordo fra Portogallo e Indonesia, sanzionato dal Segretario Generale ONU (5 maggio 1999), in Timor Est è stato indetto un referendum al fine di stabilire la volontà popolare circa l'indipendenza della regione dalla Repubblica di Indonesia. Per verificare il regolare svolgimento del referendum e la validità dei risultati, è stata costituita (in ottemperanza a quanto previsto dalle risoluzioni 1246 e 1257) una missione ONU denominata UNAMET (United Nation Mission in East-Timor). Il referendum, tenutosi il 30 agosto 1999, ha fatto riscontrare una percentuale altissima di voti favorevoli all'indipendenza di Timor-Est. Il risultato elettorale ha determinato violente tensioni nell’isola, costringendo il Presidente indonesiano ad accettare l’intervento di una Forza multinazionale. Tale Forza multinazionale, denominata INTERFET (International Force in East Timor), è stata costituita con la risoluzione 1264/1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con il compito di ristabilire la pace e la sicurezza in Timor Est, garantire protezione e sostegno al personale della Missione ONU (UNAMET) e, compatibilmente con le capacità della forza, facilitare le operazioni di assistenza umanitaria.. L'operazione prevedeva, ove necessario, l'uso della forza.

Alla missione ha partecipato un contingente italiano, nell’ambito dell’operazione Stabilise, costituito da unità della Marina militare, dell’Esercito e dell'Aeronautica, nonché dell'Arma dei carabinieri.

Consistenza del contingente italiano al 01/01/01

                  600    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             33

                                        Aeronautica                           42

                                        Esercito                                267

                                        Marina                                   258

Riferimenti normativi

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2000

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

15 settembre 1999 Senato                      Assemblea

Discussione di mozioni sugli sviluppi della situazione a Timor Est nelle sedute dell'Assemblea del 14 e 15 settembre 1999 e approvazione delle mozioni 1-00432, 1-00433, 1-00434, 1-00436, 1-00438.

23 settembre 1999 Camera                     Assemblea

Informativa urgente del Governo (Vicepresidente del Consiglio dei ministri) sugli sviluppi della situazione a Timor Est

29 settembre 1999 Camera                     Assemblea

Discussione di mozioni sugli sviluppi della situazione a Timor Est e approvazione delle mozioni Mussi 1-00391; Bertinotti 1-00392; Soro 1-00398; Manzione 1-00399; Pagliarini 1-00400 e Danieli 1-00401.


Missione Ippocampo Rwanda                              (Conclusa)

Missione svolta nell'ambito dell'operazione "Silver back" per il recupero e           l'evacuazione dei cittadini stranieri residenti nel Rwanda

Partecipazione italiana dal 10 aprile 1994

La missione è durata sette giorni            

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

Quando nella primavera del 1994 il dilagare del conflitto tra le due maggiori etnie del Rwanda (Tutsi e Hutu) rischiava di coinvolgere anche i cittadini stranieri residenti nel Paese, dopo una serie di consultazioni a livello internazionale, è stata varata l'operazione "Silver Back", volta al loro recupero e rimpatrio. All'operazione ha partecipato anche l'Italia con un contingente formato da 112 uomini della Brigata "Folgore", 65 uomini del Comando Subacquei Incursori "Teseo Tesei" della Marina e 3 velivoli da trasporto della 46^ Brigata Aerea. Le forze italiane hanno operato congiuntamente con i reparti francesi, americani e belgi e con le forze dell'UNAMIR già presenti in Rwanda. Durante l'operazione, denominata "Ippocampo Rwanda", il contingente italiano ha provveduto al recupero e al rimpatrio di 279 cittadini.

Consistenza del contingente italiano al 10/03/94

                  255    unitàdi cui:

                                        Aeronautica                           78

                                        Marina                                      65

                                        Esercito                                112


Missione IPTF                                                                                             (Conclusa)

Missione ONU di assistenza e riorganizzazione delle Forze di Polizia della Bosnia-Erzegovina (UNMIBH) operante a Brcko

Partecipazione italiana dal 27 maggio 1997

La missione è durata cinque anni e sette mesi      

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)

La missione IPTF (Task Force Internazionale di Polizia delle Nazioni Unite) è stata costituita il 21 dicembre 1995, con la risoluzione 1035 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in conformità con quanto stabilito nell'Accordo di pace sottoscritto a Dayton il 14 dicembre 1995 dai leader di Bosnia-Erzegovina, Croazia, e della Repubblica Federale di Yugoslavia (Serbia e Montenegro). I compiti dell'lPTF consistono nel ristrutturare e riformare la polizia locale per creare una Forza che sia multi-etnica, efficace, trasparente e imparziale, all'altezza degli standard internazionali, nonché nel facilitare il ritorno dei rifugiati. Con il mandato conferito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1088/1996, la Task Force investiga su casi di abuso di diritti umani, perpetrati da personale avente il compito di far rispettare le leggi. Il Coordinatore delle Nazioni Unite, operante sotto l'autorità del Segretario Generale, esercita la propria autorità sul Commissario dell'IPTF e coordina le altre attività delle Nazioni Unite in Bosnia-Erzegovina relativamente agli aiuti umanitari ed ai rifugiati, allo sminamento, ai diritti umani, alle elezioni, al ripristino delle infrastrutture ed alla ricostruzione economica.

Tale operazione costituisce, insieme al JSAP (Judical System Assessment Program) e ad una serie di Uffici civili ed amministrativi, uno dei principali componenti dell’UNMIBH (United Nations Mission in Bosnia and Herzegovina) che ha il compito di contribuire alla creazione di norme di legge in Bosnia Erzegovina assistendo alla riorganizzazione e ristrutturazione della polizia locale. UNMIBH coopera con la Forza di Attuazione multinazionale guidata dalla NATO (IFOR). In seguito all'incremento del contingente IPTF, deciso dal Consiglio di sicurezza dell'ONU con la risoluzione 1103 del 31 marzo 1997, l'Italia ha inviato un nucleo di 22 carabinieri. L'11 marzo 2002, il Consiglio dell'Unione europea ha adottato l'azione comune 2002/210/PESC con la quale ha istituito la missione EUPM per garantire il proseguimento delle attività della forza di polizia internazionale IPTF, a partire dal 1° gennaio 2003. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato, il 5 marzo 2002, la risoluzione 1396 in cui dichiarava che avrebbe accolto favorevolmente tale iniziativa dell'Unione europea.

 

Consistenza del contingente italiano al 15/12/02

                   13     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             13

Riferimenti normativi

Decreto-legge 5 giugno 1997, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla L. 25 luglio 1997, n. 239, recante autorizzazione alla partecipazione di un contingente dell'Arma dei carabinieri alla Forza di polizia internazionale (IPTF) in Bosnia

Il D.L. 144/1997 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 23 novembre 1997

Decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron

Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 19 maggio 1998

Decreto-legge 30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)

Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Legge 3 agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 30 giugno 1998)

La legge 270/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

Decreto-legge 19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2001

Decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002

Decreto-legge 16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2002


Missione Joint Guarantor                                               (Conclusa)

Missione NATO a sostegno degli osservatori OSCE in Kosovo

Partecipazione italiana dal 9 dicembre 1998

La missione è durata tre mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                NATO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

Il Consiglio del Nord Atlantico aveva autorizzato il 4 dicembre l’esecuzione dell’operazione “Joint Guarantor", che prevedeva la costituzione della “Extraction Force”, con lo scopo di provvedere all'eventuale evacuazione dal Kosovo degli ispettori dell’OSCE, impegnati nella regione con l'incarico, tra l'altro, di verificare l'attuazione della risoluzione 1199/1998.

La forza di intervento della NATO a sostegno della missione di verifica per il Kosovo, è stata attivata il 10 dicembre 1998 a Kumanovo, in Macedonia. I contingenti che costituivano la forza di intervento provenivano da diversi Paesi NATO. L’Italia ha partecipato con circa 250 uomini.

II 20 marzo 1999, a seguito del deteriorarsi della situazione in Kosovo e in previsione della campagna aerea NATO (iniziata il 24 marzo), il personale OSCE della KVM (Kosovo Verification Mission) è stato evacuato in Macedonia e successivamente fatto rientrare in Patria. Tale operazione veniva realizzata attraverso la Self Defence Force Protection.

Consistenza del contingente italiano al 28/01/99

                  250    unitàdi cui:

                                        Esercito                                250

Consistenza del contingente italiano al 21/04/99

                1.050  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                                7

                                        Esercito                            1.043

Riferimenti normativi

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 21 aprile 1999, n. 110, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 giugno 1999, n. 186, recante autorizzazione all’invio in Albania ed in Macedonia di contingenti italiani nell’ambito della missione NATO per compiti umanitari e di protezione militare, nonché rifinanziamento del programma italiano di aiuti all’Albania e di assistenza ai profughi

Il D.L. 110/1999 ha integrato il contingente italiano confermando il termine al 31 dicembre 1999

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

14 gennaio 1999 Senato    Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni dei Ministri degli affari esteri e della difesa sulla situazione nel Kossovo e sulla partecipazione italiana alla "extraction force" in territorio macedone


Missione KVM                                                                                             (Conclusa)

Missione OSCE per la verifica del cessate il fuoco e la promozione dei diritti umani

Partecipazione italiana dal 20 ottobre 1998

La missione è durata nove mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                OSCE

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

In seguito all'Accordo, stipulato il 16 ottobre 1998, tra la Repubblica federale jugoslava e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), è stata costituita la missione di osservatori OSCE in Kosovo denominata KVM (Kosovo Verification Mission), a sostegno della quale è intervenuta anche la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1203 del 24 ottobre 1998.

Ai 2000 “verificatori” è stato affidato il compito di controllare l'attuazione della risoluzione 1199/1998 - che chiedeva la cessazione delle ostilità tra le parti e il rispetto del cessate il fuoco- di osservare il ritiro delle forze speciali serbe dal Kosovo, il rientro dei profughi e il corretto svolgimento entro l'autunno del 1999 di elezioni locali.

La missione è stata coadiuvata da voli di ricognizione da parte della NATO (Operazione "Eagle Eye). Alle fasi del ritiro degli uomini impegnati nella missione ha provveduto la "Extraction Force" della NATO costituita, nell'ambito dell'operazione "Joint Guarantor", a sostegno della missione OSCE.

Consistenza del contingente italiano al 28/01/99

                  150    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             17

                                        Esercito                                133

Riferimenti normativi

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1999


Missione Laos 1959                                                              (Conclusa)

Missione di osservatori in merito all'infiltrazione di guerriglieri nel Laos

Partecipazione italiana dal 7 ottobre 1959

La missione è durata quaranta giorni           

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making)

Missione svolta nell'ambito della costituzione di una sottocommissione d'indagine prevista dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 132 del 7 settembre 1959, di cui hanno fatto parte, oltre all'Italia, l'Argentina, il Giappone e la Tunisia.


Missione Libano I                                                                            (Conclusa)

Forza multinazionale di pace per garantire il ritiro da Beirut delle forze palestinesi

Partecipazione italiana dal 21 agosto 1982

La missione è durata un mese               

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

La forza multinazionale di pace con il dispiegamento di contingenti militari a Beirut è stata costituita in seguito alla richiesta del Governo libanese a Italia, Francia e Stati Uniti.

Gli accordi bilaterali tra il Libano ed i tre Paesi hanno reso possibile il dispiegamento dei contingenti multinazionali sulla linea del cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi a Beirut ovest e l’attuazione del piano di Philip Habib, il mediatore americano, che prevedeva l'evacuazione dalla capitale libanese di oltre 7000 tra “fedayin” e dirigenti dell’OLP, nonché la tutela dell’incolumità degli abitanti della regione ed il ristabilimento della sovranità e delle autorità del Governo libanese.

La missione è stata affidata al 2° battaglione bersaglieri “Governolo”, composto da 1 Compagnia Comando, 2 Compagnie meccanizzate, 1 plotone genio e 1 plotone carabinieri, per un totale di 519 uomini (40 Ufficiali, 81 Sottufficiali e 389 militari di truppa) con al seguito circa 200 mezzi tra ruotati e cingolati. La missione è stata effettuata senza alcun incidente ed è terminata l’11 settembre 1982.

Consistenza del contingente italiano al 31/08/82

                1.217  unitàdi cui:

                                        Marina                                   708

                                        Esercito                                479

                                        Carabinieri                             40

Riferimenti normativi

Legge 29 dicembre 1982, n. 969 recante ratifica ed esecuzione dell'accordo effettuato mediante scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica libanese per la partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale di pace a Beirut (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 4 settembre 1982)

La legge 969/1982 ha ratificato lo scambio di lettere italo-libanese che fissa il termine della partecipazione italiana entro il 26 settembre 1982

Decreto-legge 27 settembre 1982, n. 686, convertito dalla legge 8 novembre 1982, n. 820, recante norme in materia di trattamento economico del personale facente parte della forza militare italiana impiegata in Libano.

La legge 686/1982 ha finanziato la missione per il 1982

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

7 luglio 1982 Camera                                Assemblea

Discussione e approvazione della mozione Bonalumi 1-00208 che impegna il Governo ad operare per il disimpegno militare delle forze in campo e la neutralizzazione di Beirut ovest garantita dall'esercito libanese e da contingenti di caschi blu dell'ONU

4 agosto 1982 Senato                      Commissione Esteri

Svolgimento delle interrogazioni Bufalini 3-02108 e Pozzo 3-02113: durante la seduta il Governo ha manifestato disponibilità a partecipare ad una forza multinazionale

5 agosto 1982 Camera                     Commissione Esteri

Discussione e approvazione della risoluzione Bianco 7-00222


Missione Libano II                                                                            (Conclusa)

Forza multinazionale di interposizione per la tutela della popolazione della zona di Beirut

Partecipazione italiana dal 23 settembre 1982

La missione è durata un anno e sei mesi         

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

A seguito dei tragici avvenimenti accaduti il 18 settembre 1982 nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, alla periferia ovest di Beirut, ed alle consultazioni tra il Governo libanese ed il Segretario Generale delle Nazioni Unite, in applicazione della risoluzione 521/1982 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il Governo libanese ha chiesto a Italia, Francia e Stati Uniti di ripristinare una Forza multinazionale di pace (come già avvenuto il mese precedente con l'operazione Libano I) da interporre in località concordate della città di Beirut. Alla Forza multinazionale sono stati assegnati i compiti di presidiare il territorio, di proteggere le popolazioni e innanzitutto i campi palestinesi, di garantire alcuni punti strategici (in particolare il porto e l’aeroporto), di facilitare il processo di affermazione e rafforzamento dell’autorità del governo libanese. La forza media del contingente italiano è stata di circa 2.300 uomini di cui 1.550 destinati alle attività operative e 750 a quelle logistiche. Essi disponevano di 319 mezzi ruotati, 52 mezzi speciali, 20 cucine rotabili, 97 veicoli di trasporto cingolati e 6 autoblindo. A seguito di un attentato ai danni di una pattuglia di militari italiani in servizio di perlustrazione nei pressi dell’aeroporto di Beirut, avvenuto il 15 marzo 1983, ha perso la vita il marò Filippo Montesi e altri 75 militari sono rimasti feriti.

Consistenza del contingente italiano al 31/12/83

                5.662  unitàdi cui:

                                        Marina                               3.344

                                        Esercito                            2.044

                                        Carabinieri                          274

Riferimenti normativi

Decreto-legge 27 settembre 1982, n. 686, convertito dalla legge 8 novembre 1982, n. 820, recante norme in materia di trattamento economico del personale facente parte della forza militare italiana impiegata in Libano.

La legge 686/1982 ha finanziato la missione per il 1982

Legge 29 dicembre 1982, n. 970 recante ratifica ed esecuzione dell'accordo effettuato mediante scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica libanese per la partecipazione dell'Italia alla nuova Forza multinazionale di pace per Beirut, firmato a Beirut il 29 settembre 1982 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 16 ottobre 1982)

La legge 970/1982 ha ratificato lo scambio di lettere italo-libanese che non fissa il termine della partecipazione italiana

Legge 20 febbraio 1984, n. 11 recante copertura finanziaria delle spese relative alla forza militare italiana impiegata in Libano (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 14 ottobre 1983)

La legge 11/1984 ha finanziato la missione per il 1983 e 1984

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

22 settembre 1982 Senato              Commissione Esteri

Svolgimento di interrogazioni sulla situazione in Libano e sul ritiro anticipato dalla zona di Beirut della forza di pace e del contingente italiano

23 settembre 1982 Camera Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione in Libano


Missione Mandato fiduciario ONU in Somalia         (Conclusa)

Corpo di sicurezza in Somalia con l'incarico di svolgere il mandato fiduciario affidato all'Italia dall'ONU

Partecipazione italiana dal 2 febbraio 1950

La missione è durata dieci anni e quattro mesi      

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di assistenza internazionale (mandato fiduciario ONU)

Nel 1950 l'Assemblea delle Nazioni Unite affidò all'Italia, con l’Accordo di Tutela concluso a Ginevra il 27 gennaio 1950, l'amministrazione fiduciaria della Somalia. Nel febbraio dello stesso anno venne inviato in Somalia il "Corpo di Sicurezza" italiano, cui si aggiunsero contingenti dell’Arma dei Carabinieri               e della Guardia di finanza con il compito di assicurare nell'ex colonia la sicurezza, l'ordine e la riorganizzazione della "Somalia Police Force”.

I contingenti italiani lasciarono la Somalia il 30 giugno 1960, il giorno precedente alla proclamazione dell’indipendenza del Paese.

Nel corso della missione, il 1° agosto 1952, a Chisimaio, sono stati aggrediti ed uccisi il maresciallo maggiore Flavio Salacone e il carabiniere Luciano Fosci, mentre espletavano servizio d’ordine pubblico.

Consistenza del contingente italiano al 02/04/50

                5.819  unitàdi cui:

                                        Guardia di Finanza            35

                                        Aeronautica                        581

                                        Marina                                   155

                                        Esercito                            4.534

                                        Carabinieri                          514

Riferimenti normativi

Legge 8 febbraio 1950, n. 12, recante provvedimenti per l'assunzione dell'Amministrazione fiduciaria in Somalia (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 2 febbraio 1950)

Legge 17 novembre 1950, n. 921 recante autorizzazione della spesa di lire 4.380.000.000 per il funzionamento dell'Amministrazione fiduciaria della Somalia (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 8 luglio 1950)

Legge 4 novembre 1951, n. 1301 recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo di tutela per il territorio della Somalia sotto amministrazione italiana, concluso a Ginevra con il Consiglio per l'Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite il 27 gennaio 1950 ed approvato dall'Assemblea generale delle Nazioni unite il 2 dicembre 1950 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 15 giugno 1951)

Legge 9 dicembre 1952, n. 2461, recante autorizzazione della spesa di lire 7.800.000.000 per il funzionamento dell'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia per l'esercizio finanziario 1950-51 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 9 ottobre 1951)

Legge 29 aprile 1953, n. 430, recante soppressione del Ministero dell'Africa Italiana (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 15 febbraio 1952)

Legge 30 giugno 1954, n. 677, recante approvazione ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo italiano ed il Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e d’Irlanda del Nord sulle disposizioni di carattere finanziario ed economico riferentesi alla consegna della Somalia all'Italia e conseguente alla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite con la quale l'Italia è stata invitata ad accettare l’Amministrazione fiduciaria della Somalia, concluso a Londra, mediante scambio di Note, il 20 marzo 1950 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 14 ottobre 1953)

Legge 28 giugno 1960, n. 643, recante cessazione dell'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 4 giugno 1960)


Missione MAPE                                                                                       (Conclusa)

Missione UEO per la riorganizzazione delle forze di polizia albanesi

Partecipazione italiana dal 12 maggio 1997

La missione è durata quattro anni e un mese       

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                UEO

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

All’inizio del 1997, a causa dei fallimenti a catena delle “piramidi finanziarie”, l’Albania piombava in una gravissima crisi interna per risolvere la quale il governo di Tirana chiedeva aiuto alla comunità internazionale.

La MAPE (Multinational Advisory Police Element) è stata costituita con la deliberazione del Consiglio permanente dell'Unione dell'Europa Occidentale (UEO) in data 2 maggio 1997, nel quadro delle attività di cooperazione ed assistenza in Albania. Inizialmente formata da 24 ufficiali e funzionari di polizia provenienti da quattordici nazioni, tra cui l’Italia, aveva il mandato di fornire alla polizia albanese informazioni e consulenza nei settori dell’organizzazione, del mantenimento dell’ordine pubblico e del controllo delle frontiere. In seguito, le unità assegnate a MAPE salirono a sessanta e poi a cento e la sua azione veniva indirizzata principalmente all’addestramento delle Forze di polizia locali. Il suo mandato é stato prorogato fino al 12 aprile 1999 con successive deliberazioni dello stesso Consiglio permanente. Nel luglio 1999 la UEO ha deciso la separazione della MAPE dalla “Planning Cell” dalla quale dipendeva direttamente, operando così una separazione della componente militare da quella di polizia. La UEO decideva di espandere l’area di cooperazione trasformando di conseguenza, con il quinto mandato, il nome da MAPE in MAPEXT (MAPE Extended). La missione si è definitivamente conclusa il 30 giugno 2001.

Consistenza del contingente italiano al 31/12/00

                   17     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             17

Riferimenti normativi

Decreto-legge 30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)

Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Legge 3 agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 30 giugno 1998)

La legge 270/1998 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 26 dicembre 1998

Decreto-legge 28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace

Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999

Decreto-legge 17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo

Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre 1999

Decreto-legge 25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est

Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1999

Decreto-legge 7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000

Decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace

Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2000

Decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania

Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2001

 

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

10 luglio 1997 Senato                       Commissione Esteri

Comunicazioni del Ministro degli affari esteri sulla situazione in Albania, con particolare riferimento alle recenti elezioni

10 luglio 1997 Senato                       Commissione Esteri

Svolgimento dell'interrogazione Squarcialupi 3-01164 relativa all'attività dell'UEO per la riorganizzazione della Polizia albanese


Missione Maritime Guard (poi Sharp Guard) (Conclusa)

Missione congiunta UEO-NATO per il controllo dell’embargo sull’Adriatico

Partecipazione italiana dal 10 luglio 1992

La missione è durata tre anni e undici mesi       

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                          NATO e

                                                                                           UEO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

L'operazione Sharp Fence è stata avviata per attuare l’embargo imposto dall’ONU alla federazione Serbo-Montenegrina con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 713 del 25 settembre 1991 e n. 757 del 30 maggio 1992.

L'embargo riguardava tutti gli armamenti ed equipaggiamenti destinati in Yugoslavia (quindi in tutti gli Stati che facevano parte dell'ex Repubblica Yugoslava) e l’importazione e l’esportazione di qualsiasi genere, ad eccezione dei beni necessari a scopi umanitari, nella Serbia e nel Montenegro.

L’operazione Maritime Guard ha impegnato le navi della Stanavformed (Forza Navale Permanente del Mediterraneo) della NATO nel pattugliamento dell'area del basso Adriatico. L’Italia ha partecipato con una unità (una fregata o un cacciatorpediniere) e ha inoltre provveduto al supporto logistico rendendo disponibili le proprie basi navali, porti, aeroporti, arsenali marittimi più vicine alle zone di operazione.

Il gruppo navale ha inizialmente operato in stretto coordinamento con quello impiegato nell’operazione Sharp Fence, impegnato nel basso Adriatico. Successivamente, dal 15 giugno 1993, le operazioni Maritime Guard e Sharp Fence sono state unificate con la costituzione dell'operazione Sharp Guard, coordinata dall’Italia, cui ha preso parte anche l’incrociatore portaelicotteri “Garibaldi”.

L’operazione è stata sospesa il 19 giugno 1996, all’indomani della revoca dell'embargo Onu con la risoluzione 1074/1996 del Consiglio di sicurezza.

Il 16 dicembre 1992 il capo incursore Nicola Fele, imbarcato sulla nave ''Audace'', ha perso la vita in mare, nel corso di una immersione, effettuata insieme ad un altro incursore, per un controllo della carena dell'unità.

 

Consistenza del contingente italiano al 01/09/92

                  230    unitàdi cui:

                                        Marina                                   230

Riferimenti normativi

Decreto-legge 15 maggio 1993, n.144 , convertito, con modificazioni, dalla legge 16 luglio 1993, n. 230, recante embargo nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia

Il D.L. 144/1993 ha definito le modalità di applicazione dell'embargo

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 giugno 1993 Camera                              Assemblea

Discussione ed approvazione della mozione Fracanzani 1-00182


Missione MIF                                                                                                 (Conclusa)

Forza di intercettazione multinazionale per l'applicazione dell'embargo all'Iraq

Partecipazione italiana dal 14 settembre 1995

La missione è durata tre mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

La MIF (Multinational Interception Force) è stata costituita con il compito di far rispettare l'embargo marittimo verso l'Iraq deciso con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 661/1990 ed opera ai sensi della risoluzione 665/1990.

L’operazione è posta sotto il comando degli Stati Uniti e vi partecipano, a turno, unità navali di diversi Paesi.

L'Italia ha partecipato alla missione con la fregata "Grecale", che ha cooperato con le unità statunitensi, inglesi, francesi e canadesi.

Consistenza del contingente italiano al 30/09/95

                  224    unitàdi cui:

                                        Marina                                   224


Missione Mine nel Mar Rosso                              (Conclusa)

Missione navale multinazionale di sminamento nel Mar Rosso e nel Canale di Suez

Partecipazione italiana dal 22 agosto 1984

La missione è durata due mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Nell’agosto 1984, in seguito alla scoperta del fatto che numerose mine erano state collocate nel Canale di Suez e nel tratto del Mar Rosso che arriva fino agli stretti dello Yemen del Nord, l’Egitto ha chiesto a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia e Olanda l’invio di dragamine e cacciamine per la bonifica dell’area. L’Italia ha inviato tre cacciamime, una nave di appoggio e 4 dragamine di riserva che, conclusa la missione, sono rientrati in Italia il successivo 19 ottobre.

Consistenza del contingente italiano al 01/09/84

                  305    unitàdi cui:

                                        Marina                                   305

Riferimenti normativi

Legge 10 giugno 1985, n. 303, recante ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Repubblica araba d'Egitto per l'assistenza dell'Italia l'Egitto ai fini dello sminamento del Canale e del Golfo di Suez, effettuato a Roma il 25 agosto 1984 e al Cairo il 28 agosto 1984 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 8 settembre 1984)

La legge 303/1985 ha ratificato lo scambio di lettere italo-egiziano che non fissa il termine della partecipazione italiana

Legge 5 dicembre 1985, n. 726, recante norme in materia di trattamento economico del personale impiegato per le operazioni di sminamento delle acque del Mar Rosso e del Canale di Suez (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 12 gennaio 1985)

La legge 726/1985 ha finanziato la prosecuzione della missione per il 1985

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

21 agosto 1984 Senato      Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa)

21 agosto 1984 Camera    Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa)


Missione MINUGUA                                                                  (Conclusa)

Missione di osservazione sui diritti umani e di verifica degli accordi del marzo 1994 tra Governo del Guatemala e movimento UNRG

Partecipazione italiana dal 17 luglio 1995

La missione è durata sei anni e un mese         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

MINUGUA (Missione di verifica internazionale delle Nazioni Unite per il Guatemala) è stata costituita il 19 settembre 1994 con la risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU 48/267, allo scopo di verificare il rispetto dell’Accordo globale sui diritti umani firmato tra governo e Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemala (URNG) il 29 marzo 1994 a Città del Messico.

Dal novembre 1994 sono operativi 250 osservatori ed esperti facenti parte di MINUGUA, cui sono attribuite, tra l'altro, le seguenti funzioni: ricevere, vagliare e dare seguito alle denunce di violazioni dei diritti umani; sorvegliare che gli organismi nazionali competenti effettuino le investigazioni necessarie; pronunciarsi sullo stato dei diritti umani nel paese; promuovere iniziative per assicurare la piena osservanza dei diritti umani e l'applicazione integrale del Accordo Globale.

Con la risoluzione del Consiglio di sicurezza 1094 del 20 gennaio 1997, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha costituito, all’interno dell’operazione MINUGUA, una missione per la verifica dell’Accordo di cessate il fuoco, firmato Oslo il 4 dicembre 1996, tra il Governo del Guatemala e l’URNG (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca). Tale missione, denominata anch’essa MINUGUA, si è conclusa il 27 maggio 1997.

La presenza militare italiana si è conclusa il 30 agosto 2001.

Consistenza del contingente italiano al 30/08/01

                     1       unitàdi cui:

                                        Carabinieri                                1


Missione MONUC                                 (Conclusa)

Missione di osservatori ONU in Congo

Partecipazione italiana dal 15 dicembre 1999

La missione è durata tre anni e nove mesi         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

A partire dall'agosto 1998, nella Repubblica Democratica del Congo si è sviluppata una insurrezione armata appoggiata da Rwanda, Uganda e Burundi, mentre il governo di Kinshasa, aiutato da Angola, Namibia, Zimbabwe e Ciad tentava di riprendere il controllo della situazione. Il 10 luglio 1999 veniva siglato l'accordo di Lusaka sul cessate il fuoco firmato da Congo, Namibia, Rwanda, Uganda, Zambia, Zimbabwe e uno dei due movimenti ribelli congolesi. Le parti si erano così accordate per l’avvio di un processo di pace che prevedeva: lo schieramento di una forza internazionale; il ritiro delle forze straniere; il disarmo delle formazioni dell’opposizione; la promulgazione di una nuova costituzione.

A seguito della risoluzione 1258/1999 del Consiglio di sicurezza, l'ONU ha inviato 90 osservatori militari, in preparazione di un più largo impegno e per partecipare alla Joint Military Commission, l’organismo per la supervisione della tregua con sede a Lusaka (Zambia). Con la risoluzione 1279 del 30 novembre 1999 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, è stata costituita la missione MONUC (Mission de l´Organisation des Nations Unies en Republique Democratique du Congo), la cui consistenza è stata ampliata, nel febbraio 2000, dal Consiglio di sicurezza con la risoluzione 1291/2000. La risoluzione 1493/2003 ha prorogato il mandato fino al 30 luglio 2004.

MONUC, che conta 500 osservatori militari protetti da una forza di oltre 5.500 uomini, ha, tra l'altro, i compiti di vigilare sull'osservazione dell'accordo, di mantenere contatti con gli Stati maggiori dei Paesi coinvolti e di effettuare operazioni di assistenza umanitaria.

Dal giugno al settembre 2003, ha operato in stretto coordinamento con MONUC la missione dell'Unione europea Artemis, che si è svolta in Bunia (regione settentrionale del Congo) con lo scopo principale di migliorare la situazione umanitaria e di contribuire alla stabilizzazione delle condizioni di sicurezza.

La partecipazione italiana alla missione è cessata nel settembre 2003.

Consistenza del contingente italiano al 14/09/03

                     2       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      2


Missione ONUSAL                                                                          (Conclusa)

Forza di pace ONU per porre fine alla guerra civile in El Salvador

Partecipazione italiana dal 26 luglio 1991

La missione è durata quattro anni e tre mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'ONUSAL (United Nations Observer Mission in El Salvador) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 693/1991 per verificare l'attuazione di tutti gli accordi tra il Governo di El Salvador ed il Frente Farabundo Marti para la Liberacion Nacional intesi a porre fine ad una guerra civile durata dieci anni. Questi accordi prevedevano: un cessate il fuoco con relative misure accessorie; la riforma e la riduzione delle forze armate; la creazione di una nuova forza di polizia; la riforma del sistema giudiziario ed elettorale e trattavano di diritti umani, proprietà terriera e di altri temi economici e sociali. Dopo che il conflitto armato aveva formalmente avuto termine nel dicembre 1992, l'ONUSAL ha controllato le elezioni che si sono svolte con successo tra il marzo e l'aprile 1994. Dopo il 30 aprile 1995, quando l'ONUSAL aveva già concluso il suo mandato, un piccolo gruppo di personale civile delle Nazioni Unite - noto come la Missione delle Nazioni Unite in El Salvador (MINUSAL) - si è comunque   trattenuto in El Salvador per fornire i suoi buoni uffici alle parti, verificare l'attuazione dei punti principali dell'accordo e fornire un flusso continuativo di informazioni accurate ed affidabili.

Consistenza del contingente italiano al 26/07/91

                     3       unitàdi cui:

                                        Carabinieri                                3


Missione Operazione Concordia             (Conclusa)

Supporto agli osservatori internazionali e assistenza al Governo per garantire le sicurezza nel Paese

Partecipazione italiana dal 31 marzo 2003

La missione è durata otto mesi e mezzo         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                UE

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Il 31 marzo 2003 ha preso avvio l'operazione militare dell'Unione europea nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, in sostituzione della missione “Allied Harmony” condotta dalla NATO. Il passaggio di consegne è stato possibile grazie all'accordo tra la NATO e l'UE circa la possibilità di fare ricorso, da parte di quest'ultima, alle capacità della NATO nelle operazioni condotte dall'UE.

Anche l’operazione Concordia, come le precedenti missioni in Macedonia, ha fatto seguito a una richiesta del Presidente Trajkovski Ed è stata conseguente alla risoluzione 1371/2001 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il 21 luglio il Consiglio dell’Unione ha convenuto di prorogare la durata dell’operazione, inizialmente prevista per sei mesi, fino al 15 dicembre 2003, secondo la richiesta del governo della FYROM.

Alla missione, in cui sono stati impegnati complessivamente circa 350 militari, hanno partecipato 14 paesi non UE a fianco di 13 Stati membri dell'Unione. A copertura dei costi comuni dell'operazione è stato fatto ricorso con uno stanziamento di 6,2 milioni di euro, gestito mediante un meccanismo di finanziamento specifico, mentre gli altri costi sono stati sostenuti direttamente dai paesi partecipanti. Su esplicita richiesta del governo dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la finalità fondamentale dell'operazione è stata quella di apportare un ulteriore contributo alla creazione di un contesto di stabilità e sicurezza che consentisse al governo della FYROM di attuare l'accordo quadro di Ohrid dell'agosto 2001.

Il personale e i mezzi italiani sono stati in gran parte gli stessi già impegnati nell’operazione “Allied Harmony”. L’Italia ha ricoperto, nell’ambito dell’European Force Headquarters, di stanza a Skopjie, l’incarico di Chief of Staff (COS).

Consistenza del contingente italiano al 8/12/03

                   50     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   50

Riferimenti normativi

Decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali

Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2003

Decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena

Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.

Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)

La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2003


Missione Operazione Danubio         (Conclusa)

Missione internazionale, in collaborazione con la NATO, per l'attuazione dell'embargo contro la Serbia

Partecipazione italiana dal 26 maggio 1993

La missione è durata tre anni e un mese         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                      UEO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

Il 5 aprile 1993 l’UEO ha approvato l’operazione Danubio, con compiti di “polizia doganale", per l'attuazione dell’embargo contro la federazione Serbo-Montenegrina deciso dall’ONU con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 787 del 16 novembre 1992, al fine di impedire l’arrivo nella Serbia di parte del petrolio e delle armi che alimentavano il conflitto che durava già da un anno nel territorio bosniaco. Le operazioni di embargo furono sospese il 19 giugno 1996, all’indomani della revoca da parte dell'ONU, deliberata con la risoluzione 1074/1996 del Consiglio di sicurezza.

L’operazione prevedeva il pattugliamento del fiume Danubio, effettuato da un contingente di 250 uomini imbarcato su sette motovedette. Il comando dell’operazione è stato affidato all’Italia.

Consistenza del contingente italiano al 30/06/93

                  416    unitàdi cui:

                                        Guardia di Finanza         416

Riferimenti normativi

Decreto-legge 1° giugno 1993, n. 167, convertito dalla legge 30 luglio 1993, n. 261, recante partecipazione dell'Italia all'embargo sul Danubio nei confronti dei Paesi della ex Jugoslavia

Il D.L. 167/1993 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 28 dicembre 1993, n.542, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 542/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1994

Decreto-legge 26 febbraio 1994, n.134, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 134/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1994

Decreto-legge 29 aprile 1994, n. 257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 257/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1994

Decreto-legge 27 giugno 1994, n.414, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 414/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1994

Decreto-legge 27 agosto 1994, n.514, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 514/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1994

Decreto-legge 28 ottobre 1994, n.601, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 601/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1994

Legge 13 luglio 1995, n. 295, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di affari esteri e di difesa (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 19 dicembre 1994)

La legge 295/1995 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1995

Decreto-legge 28 dicembre 1994, n.723, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 723/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1995

Decreto-legge 25 febbraio 1995, n.55, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 55/1995 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1995

Decreto-legge 29 aprile 1995, n.142, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di rapporti internazionali (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 142/1995 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1995

Decreto-legge 28 giugno 1995, n.258, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di rapporti internazionali (decaduto - sanati effetti L. 437/1995)

Il D.L. 258/1995 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1995

Decreto-legge 28 agosto 1995, n. 361, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 1995, n. 437, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di interventi concernenti la pubblica amministrazione

Il D.L. 361/1995 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1995

Decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 2, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)

Il D.L. 2/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1996

Decreto-legge 1° marzo 1996, n. 100, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)

Il D.L. 100/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1996

Decreto-legge 29 aprile 1996, n. 237, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)

Il D.L. 237/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1996

Decreto-legge 1° luglio 1996, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 426, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali ed alla cooperazione allo sviluppo

Il D.L. 347/1996 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1996

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 giugno 1993 Camera                              Assemblea

Discussione ed approvazione della mozione Fracanzani 1-00182


Missione Operazione Locusta                              (Conclusa)

Forza multinazionale per il ristabilimento dello status quo ante dopo l’invasione irachena del Kuwait (poi Desert Storm)

Partecipazione italiana dal 25 settembre 1990

La missione è durata sei mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di ristabilimento della pace (peace-enforcing)

In seguito all'invasione irachena del Kuwait del 2 agosto 1990, il Consiglio di sicurezza dell’ONU adottava le risoluzioni 660 con la quale esigeva il ritiro immediato di tutte le forze irachene, e 661 con cui varava sanzioni economiche e quindi imponeva l’embargo verso l’Iraq. A queste seguiva un’ennesima risoluzione che autorizzava l’uso della forza per garantire il rispetto dell’embargo. Il 16 agosto 1990 tre unità navali della Marina Militare sono state inviate nel Golfo Persico, nell’ambito dell’operazione Golfo 2, per garantire l’applicazione dell’embargo. L’operazione è avvenuta nell’ambito del collegamento operativo deciso dai Paesi UEO, impegnati, in collaborazione con gli Stati Uniti e altri Paesi dell’area mediorientale, nella predisposizione di una Forza multinazionale per imporre all’Iraq il rispetto delle risoluzioni ONU.

Inoltre, dal 25 settembre, dopo la decisione del Consiglio di sicurezza di varare l’embargo aereo verso l’Iraq, sono stati schierati presso la base militare di Al Dahfra, negli Emirati Arabi Uniti, 8 Tornado dell’Aeronautica Militare italiana, all'interno dell’operazione Locusta.

In applicazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 678/1990, che ha autorizzato la Forza multinazionale ad usare i mezzi necessari nel caso in cui l'Iraq non avesse accettato le risoluzioni precedenti, ritirandosi dal Kuwait entro il 15 gennaio 1991, è stata avviata, il 17 gennaio, l’operazione militare “Desert Storm”, inizialmente costituita da un’offensiva aerea e missilistica contro l’Iraq. Alle operazioni militari hanno preso parte anche i velivoli dell’Aeronautica Militare.

Successivamente, il 16 febbraio, ha avuto inizio l’offensiva terrestre che si è conclusa il 28 febbraio con la liberazione del Kuwait e l’accettazione da parte dell’Iraq di tutte le risoluzioni ONU.

Il 13 febbraio 1991, a Dubai, ha perso la vita il marinaio Cosimo Carlino. L’accoltellamento, di cui il militare è rimasto vittima mentre era in libera uscita, è stato molto probabilmente opera di un terrorista.

 

Consistenza del contingente italiano al 18/01/91

                  314    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             12

                                        Aeronautica                        302

Riferimenti normativi

Decreto-legge 23 agosto 1990, n. 247, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 ottobre 1990, n. 298, recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nel Golfo Persico

Il D.L. 247/1990 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1990

Decreto-legge 19 gennaio 1991, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1991, n. 88, recante ulteriori provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nell'area del Golfo Persico

Il D.L. 17/1991 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 1991

Decreto-legge 31 gennaio 1992, n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 marzo 1992, n. 243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 maggio 1992, n. 297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 24 luglio 1992, n. 347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 347/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 29 settembre 1992, n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 392/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 4 dicembre 1992, n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico

Il D.L. 469/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

11 agosto 1990 Commissioni congiunte Camera e Senato            Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione nel Golfo Persico

22 agosto 1990 Senato                             Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00033

23 agosto 1990 Camera                           Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e approvazione della risoluzione Scotti ed altri 6-00143

16 gennaio 1991 Camera                         Assemblea

Discussione di mozioni e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00151

17 gennaio 1991 Senato                           Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 16 e   17 gennaio 1991, e approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00043

22 febbraio 1991 Camera                         Assemblea

Comunicazioni del Governo (Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 21 e   22 febbraio 1991, e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00165


Missione Pellicano                                                                          (Conclusa)

Distribuzione viveri, assistenza sanitaria e controllo delle coste in Albania

Partecipazione italiana dal 16 settembre 1991

La missione è durata due anni e due mesi         

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

Le grandi difficoltà economiche e sociali che attraversavano l'Albania, diedero il via ad un esodo che, nel 1991 rischiava di assumere gravissime proporzioni. La minaccia di un ulteriore esodo di grandi masse verso le coste italiane, spinse il Governo italiano ad attuare una serie di provvedimenti. Tra di essi, il Memorandum d’intesa con il governo albanese firmato a Tirana il 26 agosto 1991 per la sorveglianza delle acque albanesi e per la distribuzione di aiuti umanitari. Sulla base di tale Memorandum è stata avviata l’operazione “Pellicano” con i compiti di: scoraggiare l'immigrazione e rimpatriare quanti illegalmente avevano raggiunto le coste italiane; distribuire ai magazzini di Stato albanesi gli aiuti di emergenza inviati dall'Italia ai porti di Durazzo e di Valona; assicurare l'assistenza sanitaria generica nonché la distribuzione di farmaci alla popolazione albanese delle due città.

Nella prima fase di svolgimento (settembre 1991- marzo 1992), i mezzi dell'operazione “Pellicano” hanno assicurato il trasporto di 90.659 tonnellate di generi vari inviati dall'Italia.

La seconda fase della missione è consistita nella distribuzione di aiuti inviati dalla Comunità Economica Europea (marzo-settembre 1993), seguiti da una ulteriore tranche di aiuti italiani (Pellicano 3 settembre - 3 dicembre 1993).

In conformità ad una specifica clausola del MoU, il personale militare italiano ha operato disarmato. La sicurezza veniva garantita dalla polizia locale e da un reparto di polizia militare costituito da Carabinieri. A fianco dell'operazione Pellicano ha operato il 22° Gruppo navale con la nave Pantelleria e 4 motovedette.

Consistenza del contingente italiano al 31/12/91

                  940    unitàdi cui:

                                        Marina                                   125

                                        Esercito                                770

                                        Carabinieri                             45

 

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

11 settembre 1991 Senato             Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sull’impiego di militari italiani in Albania in attuazione dei recenti accordi intercorsi tra i due paesi

30 gennaio 1992 Camera                Commissione Difesa

Discussione e approvazione della risoluzione La Valle 7-00526, concernente la prosecuzione della missione Pellicano in Albania


Missione Protezione delle navi mercantili nel Golfo Persico (Conclusa)

Missione internazionale coordinata in parte dall'UEO per la protezione di navi mercantili e lo sminamento del Golfo Persico in seguito alla guerra Iran-Iraq

Partecipazione italiana dal 15 settembre 1987

La missione è durata un anno e tre mesi         

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

Durante la guerra Iran-Iraq si verificarono continui e crescenti attacchi, nella regione del Golfo Persico, contro navi mercantili di paesi non coinvolti nel conflitto, da parte di entrambi i Paesi in conflitto. Dopo il cannoneggiamento della nave mercantile italiana "Jolly rubino", il Governo italiano decise di fare scortare i convogli di navi mercantili italiane da unità della Marina militare, che provvedevano altresì allo sminamento dell'area. Furono impiegate 3 fregate, 3 cacciamine, una unità logistica e una nave appoggio.

L’iniziativa veniva assunta in sintonia con le decisioni degli altri Paesi dell’UEO che, escluso il Lussemburgo (che non ha sbocchi sul mare) e la Germania (per divieto costituzionale), provvedevano infatti all’invio di unità militari nel Golfo Persico allo scopo di garantire la libertà di navigazione.

Consistenza del contingente italiano al 30/09/87

                1.010  unitàdi cui:

                                        Marina                               1.010

Riferimenti normativi

Decreto-legge 21 settembre 1987, n. 388, recante norme in materia di copertura finanziaria delle spese relative alle operazioni di tutela del naviglio di bandiera e di sminamento nelle acque del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 74/1988)

Il D.L. 388/1987 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1987

Decreto-legge 20 novembre 1987, n. 473, recante copertura degli oneri finanziari conseguenti alla missione navale nel Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 74/1988)

Il D.L 473/1987 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 1987

Decreto-legge 22 gennaio 1988, n. 13, convertito dalla legge 11 marzo 1988, n. 74, recante copertura degli oneri finanziari conseguenti alla missione navale nel Golfo Persico

Il D.L 13/1988 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 1988

Decreto-legge 28 giugno 1988, n. 238, convertito dalla legge 5 agosto 1988, n. 332, recante copertura degli oneri finanziari conseguenti alla missione navale nel Golfo Persico

Il D.L. 238/1988 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1988

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 settembre 1987 Senato                         Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa), nelle sedute dell'8 e 9 settembre 1987, sulla situazione nel Golfo persico e approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00006, previa posizione della fiducia, a favore dell’invio della flotta nel Golfo Persico

12 settembre 1987 Camera                     Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa), nelle sedute dell'11 e 12 settembre 1987, sulla situazione nel Golfo Persico e approvazione della mozione Martinazzoli 1-00021, previa posizione di fiducia, a favore dell’invio della flotta nel Golfo Persico

8 ottobre 1987 Camera                             Assemblea

Discussione di mozioni e approvazione della risoluzione Martinazzoli ed altri 6-00004 che esprime solidarietà ai partecipanti alla missione nel Golfo Persico


Missione Provide Comfort I                                   (Conclusa)

Soccorso alle popolazioni curde rifugiatesi in Turchia per sottrarsi alla repressione irachena

Partecipazione italiana dal 20 aprile 1991

La missione è durata tre mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

L'operazione Provide comfort I è stata avviata in seguito alla risoluzione n. 688 del 5 aprile 1991 con la quale il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva intimato all’Iraq di cessare la repressione in atto verso i curdi e di agevolare gli interventi di organizzazioni umanitarie internazionali ovunque necessario.

La missione, di carattere umanitario, è consistita inizialmente nel paracadutare viveri, farmaci e coperte alle masse di curdi in fuga e vi hanno partecipato 4 velivoli G222. Ha fatto poi seguito l’ingresso di truppe nel territorio nord-occidentale dell’Iraq al fine di creare una cornice di sicurezza che consentisse il rientro dei profughi.

Il contingente italiano, denominato Airone, è stato strutturato nelle tre componenti: sicurezza, realizzazione delle tendopoli, assistenza sanitaria. Sono state montate 646 tende, mentre il Reparto di Sanità ha effettuato complessivamente 22.700 visite e cure, 235 ricoveri e oltre 150 interventi chirurgici. I Nuclei mobili di paracadutisti con medico e ambulanza hanno effettuato interventi sanitari nei villaggi della zona di responsabilità che è stata assegnata ad Airone, in un territorio ampio fino a 1.400 kmq. A partire dal 9 luglio, con la costituzione in Turchia di una forza di rapido intervento alleata e con il completamento della zona di sicurezza per i curdi nel Nord dell'Iraq, è iniziato il disimpegno delle unità. Gli italiani hanno ceduto materiali ed attrezzature dell’ospedale da campo all'ospedale civile di Zakho e, il 17 luglio l’ultima aliquota del contingente Airone ha lasciato l’Iraq.

Consistenza del contingente italiano al 30/06/91

                1.121  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             14

                                        Aeronautica                           43

                                        Esercito                            1.064

Riferimenti normativi

Decreto-legge 31 gennaio 1992, n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 marzo 1992, n. 243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 maggio 1992, n. 297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 24 luglio 1992, n. 347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 347/1992 ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 29 settembre 1992, n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 392/1992 ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 4 dicembre 1992, n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico

Il D.L. 469/1992 ha finanziato gli oneri della missione

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

24 aprile 1991 Camera       Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione della popolazione curda e sugli assetti dell'area medio-orientale dopo la crisi

2 maggio 1991 Senato                              Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sulla questione dei curdi e sull’aiuto umanitario che le forze armate italiane si apprestano a fornire al popolo curdo e approvazione all’unanimità della risoluzione Achilli ed altri 6-00045


Missione Provide Comfort II                                    (Conclusa)

Soccorso alle popolazioni curde rifugiatesi in Turchia per sottrarsi alla repressione irachena

Partecipazione italiana dal 15 luglio 1991

La missione è durata tre mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

Dopo la conclusione della missione Provide Comfort I, nel luglio 1991, in seguito all’aggravarsi della situazione politica, è stata avviata l’operazione Provide Comfort II, con il compito di consentire alle popolazioni curde di rientrare con sicurezza nei propri villaggi. La missione ha avuto luogo in territorio turco (Silopi) ed ha impegnato complessivamente circa 2.500 uomini. Per l'Italia sono rimasti fino al 9 ottobre 1991 oltre 200 uomini del contingente denominato Airone 2.

Consistenza del contingente italiano al 31/07/91

                  213    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             13

                                        Esercito                                200

Riferimenti normativi

Decreto-legge 31 gennaio 1992, n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 marzo 1992, n. 243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 26 maggio 1992, n. 297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 24 luglio 1992, n. 347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 347/1992 ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 29 settembre 1992, n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)

Il D.L. 392/1992 ha finanziato gli oneri della missione

Decreto-legge 4 dicembre 1992, n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico

Il D.L. 469/1992 ha finanziato gli oneri della missione

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

24 aprile 1991 Camera       Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione della popolazione curda e sugli assetti dell'area medio-orientale dopo la crisi

2 maggio 1991 Senato                              Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sulla questione dei curdi e sull’aiuto umanitario che le forze armate italiane si apprestano a fornire al popolo curdo e approvazione all’unanimità della risoluzione Achilli ed altri 6-00045


Missione Restore Hope                                                        (Conclusa)

Missione multinazionale in Somalia (poi UNOSOM II)

Partecipazione italiana dal 11 dicembre 1992

La missione è durata cinque mesi             

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Dopo aver disposto nel marzo 1992, l'avvio di UNOSOM I (United Nations Operation in Somalia) per tentare di fronteggiare la situazione nel Paese del Corno d'Africa stremato da anni di guerra civile, di carestia e di pestilenze, il Consiglio di sicurezza dell'ONU, con la risoluzione 794/1992, ha autorizzato l'uso di "tutti i mezzi necessari" al fine di ricreare un ambiente sicuro per le operazioni di assistenza umanitaria in Somalia. E' stata costituita pertanto l'UNITAF (Unified Task Force), una forza multinazionale composta da personale militare di venti Paesi.

Il contingente interforze italiano, denominato "ITALFOR-IBIS", era costituito dalla Brigata Paracadutisti "Folgore" e comprendeva anche personale della Marina e dell'Aeronautica. A partire dal 4 maggio 1993, la missione multinazionale "Restore Hope" ha assunto la fisionomia di missione ONU e le forze schierate sono state poste sotto il controllo operativo del Comando UNOSOM II. Il 6 settembre 1993, la Brigata Paracadutisti "Folgore" è stata sostituita dalla Brigata meccanizzata "Legnano". Il 16 gennaio 1994 è iniziato il ripiegamento del contingente italiano, con la graduale cessione dei settori di responsabilità. L'operazione si è conclusa il 21 marzo 1994. Le unità dell'Esercito hanno operato in un settore di responsabilità profondo circa 360 chilometri e largo 150 chilometri, da Mogadiscio fino al confine con l'Etiopia. Il 13 maggio 1993 il paracadutista Giovanni Strambelli è morto in seguito alle ferite provocate da un colpo partito accidentalmente dall'arma in dotazione ad un commilitone.

Consistenza del contingente italiano al 31/12/92

                3.890  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             66

                                        Aeronautica                           92

                                        Marina                               1.490

                                        Esercito                            2.242

Riferimenti normativi

Decreto-legge 1 febbraio 1993, n.21, recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi in Somalia e Mozambico (respinto - cessa gli effetti il 24 febbraio 1993)

Il D.L. 21/1993 (respinto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 1993

Decreto-legge 10 marzo 1993, n. 56, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 56/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1993

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

10 dicembre 1992 Senato                        Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sull'invio di Forze armate italiane in Somalia e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00007

10 dicembre 1992 Camera                      Assemblea

Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sull'invio di Forze armate italiane in Somalia e approvazione delle risoluzioni Rutelli ed altri 6-00010, D'Alema ed altri 6-00011, Bonino ed altri 6-00012 e Bianco ed altri 6-00013


Missione Sharp Fence (poi Sharp Guard)

  (Conclusa)

Missione congiunta UEO-NATO per il controllo dell’embargo sull’Adriatico

Partecipazione italiana dal 10 luglio 1992

La missione è durata tre anni e undici mesi       

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                          NATO e

                                                                                           UEO

Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)

L'operazione Sharp Fence è stata avviata per attuare l’embargo imposto dall’ONU alla federazione Serbo-Montenegrina con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 713 del 25 settembre 1991 e n. 757 del 30 maggio 1992.

L'embargo riguardava tutti gli armamenti ed equipaggiamenti destinati in Yugoslavia (quindi in tutti gli Stati che facevano parte dell'ex Repubblica Yugoslava) e l’importazione e l’esportazione qualsiasi genere, ad eccezione dei beni necessari a scopi umanitari, nella Serbia e nel Montenegro.

La missione, guidata dall’Italia, ha visto impegnate in stretto coordinamento unità navali UEO e NATO, ed è consistita nel pattugliamento del canale di Otranto. Sono state ispezionate tutte le navi in entrata e in uscita dalle acque territoriali della ex Yugoslavia per verificare il carico e la destinazione. Il contingente italiano era costituito da una fregata ed una corvetta. L'Italia ha inoltre provveduto al supporto logistico, a tal fine rendendo disponibili le proprie basi navali, porti, aeroporti, arsenali marittimi più vicine alle zone di operazione.

Il gruppo navale ha inizialmente operato in stretto coordinamento con quello impiegato nell’operazione Maritime Guard, impegnato nel basso Adriatico. Successivamente, dal 15 giugno 1993, le operazioni Maritime Guard e Sharp Fence sono state unificate con la costituzione dell'operazione Sharp Guard, coordinata dall’Italia, cui ha preso parte anche l’incrociatore portaelicotteri “Garibaldi”.

L’operazione è stata sospesa il 19 giugno 1996, all’indomani della revoca dell'embargo Onu con la risoluzione 1074/1996 del Consiglio di sicurezza.

Consistenza del contingente italiano al 01/09/92

                        355    unitàdi cui:

                                              Marina                                   355

Riferimenti normativi

Decreto-legge 15 maggio 1993, n.144 , convertito, con modificazioni, dalla legge 16 luglio 1993, n. 230, recante embargo nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia

Il D.L. 144/1993 ha definito le modalità di applicazione dell'embargo

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

9 giugno 1993 Camera                              Assemblea

Discussione ed approvazione della mozione Fracanzani 1-00182


Missione TIPH I                                                                                       (Conclusa)

Presenza internazionale temporanea a Hebron per il passaggio della città ad amministrazione palestinese

Partecipazione italiana dal 8 maggio 1994

La missione è durata tre mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

In seguito all’accordo firmato il 31 marzo 1994 al Cairo dalle delegazioni israeliana e palestinese, è stato costituito un contingente di osservatori, denominato TIPH (Temporary International Presence in Hebron), composto da effettivi forniti da Norvegia, Italia e Danimarca.

Tale “Presenza temporanea internazionale” è stata dispiegata nella citta' di Hebron, nella Cisgiordania occupata, con il compito di fornire assistenza nel processo di ristabilizzazione e di ripristino della normalità.

La TIPH, che non ha svolto compiti militari o di polizia ed stata composta da 160 persone (90 norvegesi, 35 italiani ed altrettanti danesi), ha avuto incarico di sorvegliare la sicurezza, il rispetto dei diritti civili e umani, e i rapporti tra la popolazione araba e i coloni insediati ad Hebron .

Consistenza del contingente italiano al 10/05/94

                   33     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             33

Riferimenti normativi

Decreto legge 14 aprile 1994, n. 238, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città di Hebron (decaduto - sanati effetti L. 3 agosto 1994, n. 482)

Il D.L. 238/1994 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 7 agosto 1994

Decreto-legge 20 giugno 1994, n. 397, convertito dalla legge 3 agosto 1994, n. 482, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città di Hebron

Il D.L. 238/1994 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 7 agosto 1994


Missione UNAVEM III                                                                (Conclusa)

Terza Missione di Verifica delle Nazioni Unite in Angola

Partecipazione italiana dal 24 agosto 1995

La missione è durata un anno e quattro mesi       

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

UNAVEM III (United Nations Angola Verification Mission) è stata costituita per assistere il Governo angolano e l'UNITA (Uniao Nacional para a Independencia Total de Angola) a ristabilire la pace ed a raggiungere la riconciliazione nazionale sulla base degli “Accordos de Paz” sottoscritti il 31 Maqgio 1991, del Protocollo di Lusaka ratificato il 20 Novembre 1994 e della risoluzione 976/1995 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. I principali compiti affidati all’UNAVEM III sono stati quelli di: supervisionare, controllare e verificare il disimpegno delle forze; monitorare il cessate il fuoco; verificare il ritiro, l'acquartieramento, la smobilitazione e il disarmo delle forze dell'UNITA; coordinare, facilitare e sostenere le attività umanitarie direttamente collegate al Processo di pace, come pure la partecipazione alle attività di sminamento.


Missione UNEF                                                                                         (Conclusa)

Forza di emergenza ONU per assicurare e sovrintendere alla cessazione delle ostilità e per fungere da cuscinetto tra le forze egiziane ed israeliane

Partecipazione italiana dal 21 novembre 1956

La missione è durata un anno e cinque mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNEF I (First United Nations Emergency Force) è stata costituita con la risoluzione 1000/1956 dell'Assemblea generale dell'ONU, a seguito del conflitto tra Israele ed Egitto originato, in una situazione già incandescente, dalla nazionalizzazione del canale di Suez, avvenuta nel luglio 1956. E’ stata la prima missione di peace-keeping delle Nazioni Unite ed ha avuto il compito di assicurare e soprintendere alla cessazione delle ostilità, incluso il ritiro delle forze armate francesi, israeliane e britanniche dal territorio egiziano e, dopo il loro ritiro, di fungere da cuscinetto tra le forze egiziane ed israeliane. Nel maggio 1967, l'Egitto ha obbligato UNEF I a ritirarsi.

Nell’ambito dell’UNEF l’Italia ha realizzato, dal 21 novembre 1956 al 3 maggio 1958, il ponte aereo Capodichino-Abu Sueir (Egitto) per il trasferimento del personale ONU impiegato nella missione. Successivamente, dall’11 al 31 ottobre 1964, l’Italia ha partecipato all’organizzazione di un ponte aereo da Stoccolma per il trasferimento di personale della UNEF a Cipro.

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

29 novembre 1956 Senato                       Assemblea

Comunicazioni del Governo sugli avvenimenti in Ungheria ed Egitto, nelle sedute del 27, 28 e 29 novembre, ed approvazione dell'ordine del giorno Ceschi di sostegno alle dichiarazioni del Governo


Missione UNIIMOG                                                                         (Conclusa)

Missione ONU di verifica e supervisione del cessate il fuoco Iran-Iraq

Partecipazione italiana dal 15 agosto 1988

La missione è durata due anni e sette mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNIIMOG (United Nations Iran-Iraq Military Observer Group) è stata istituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 619 del 9 agosto 1988 al termine della guerra fra Iran ed Iraq, durata circa otto anni. Lo scopo della missione era quello di verificare, confermare e supervisionare il cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze entro i confini internazionalmente riconosciuti da un accordo generale.

L'UNIIMOG ha avuto termine, nel febbraio 1991, dopo che Iran ed Iraq hanno completamente ritirato le proprie forze all'interno dei confini stabiliti. Successivamente sono stati aperti a Teheran e Baghdad dei piccoli uffici per portare a termine i compiti rimasti, di natura essenzialmente politica; alla fine del 1992 anche quegli uffici sono stati chiusi.

La missione era composta da osservatori militari provenienti da oltre venti Paesi.

Consistenza del contingente italiano al 30/08/88

                   12     unitàdi cui:

                                        Esercito                                   12


Missione UNIKOM                                       (Conclusa)

Controllo della zona smilitarizzata al confine tra Kuwait e Iraq dopo la fine della Guerra del Golfo

Partecipazione italiana dal 18 aprile 1991

La missione è durata dodici anni e sei mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNIKOM (United Nations Iraq-Kuwait Observation Mission) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU n.689 del 9 aprile 1991, a seguito del ritiro delle forze irachene dal territorio del Kuwait. Concepita originariamente come una missione non armata di osservatori, UNIKOM aveva il compito di controllare una zona smilitarizzata (DMZ) lungo il confine tra Iraq e Kuwait e tra il Kuwait ed il fiume Khawr 'Abd Allah, per scoraggiare violazioni dei confini ed osservare eventuali azioni ostili reciprocamente messe in atto tra i due Paesi.

Nel febbraio 1993, a seguito di una serie di incidenti lungo il confine, il Consiglio di Sicurezza, con la risoluzione 806, ha deciso di aumentare le forze dell'UNlKOM e di estendere le facoltà ad essa concesse sino ad includervi la possibilità di compiere azioni di forza per prevenire violazioni della DMZ e della frontiera tra Iraq e Kuwait.

I circa 300 osservatori appartenenti a 33 nazioni svolgono attività quali il controllo e il ritiro di tutte le unità presenti nella zona smilitarizzata che si estende lungo la frontiera dei due Stati per una profondità di 10 km in territorio irakeno e 5 km in territorio kuwaitiano, attraverso la presenza in punti di osservazione, sorveglianza a terra, pattugliamenti aerei e fluviali, check-points, blocchi stradali lungo le principali rotabili che collegano la zona smilitarizzata.

Il Quartier Generale di UNIKOM è situato in UmmQasr, in territorio irakeno.

La missione UNIKOM è stata sospesa il 17 marzo 2003, per l'approssimarsi dell'attacco della coalizione anglo-americana nei confronti dell'Iraq e gli osservatori che ne facevano parte hanno abbandonato i territori.

Dopo la cessazione del conflitto, il Segretario Generale dell'ONU ha raccomandato al Consiglio di Sicurezza di autorizzare la ripresa della missione. Con la risoluzione 1490/2003 del Consiglio di Sicurezza, il mandato della missione UNIKOM è stato prorogato al 6 ottobre 2003, data in cui la missione si è definitivamente conclusa.

Consistenza del contingente italiano al 29/09/03

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1


Missione United Shield                                                        (Conclusa)

Forza multinazionale costituita per garantire il rientro dei caschi blu dell'ONU impegnati in Somalia nell'operazione UNOSOM II

Partecipazione italiana dal 10 gennaio 1995

La missione è durata due mesi              

Operazioni non condotte da Organizzazioni internazionali

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L’operazione United Shield (Somalia 3) è stata avviata, nel gennaio 1995, per consentire il disimpegno dei caschi blu dell’ONU dalla Somalia. All’operazione, guidata dagli Stati Uniti, hanno preso parte sei Paesi, tra i quali l’Italia, il cui contingente era costituito da circa 2000 uomini.

Consistenza del contingente italiano al 28/02/95

                2.106  unitàdi cui:

                                        Marina                               1.909

                                        Esercito                                197

Riferimenti normativi

Decreto-legge 17 gennaio 1995, n. 11, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione in Somalia (decaduto - sanati effetti L. 285/1995)

Il D.L. 11/1995 (decaduto) ha autorizzato e finanziato la missione senza fissarne un termine di durata

Decreto-legge 17 marzo 1995, n. 81 , recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione in Somalia (decaduto - sanati effetti L. 285/1995)

Il D.L. 81/1995 (decaduto) ha autorizzato e finanziato la missione senza fissarne un termine di durata

Decreto-legge 19 maggio 1995, n. 180, convertito dalla legge 13 luglio 1995, n. 285, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione in Somalia

Il D.L. 180/1995 ha autorizzato e finanziato la missione senza fissarne un termine di durata

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

17 gennaio 1995 Senato    Commissioni riunite Esteri e Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sul concorso delle forze armate italiane alle operazioni di ritiro della missione UNOSOM II dalla Somalia


MissioneUNMIL                                                                                     (Conclusa)

Missione per garantire il cessate il fuoco in Liberia e per favorire il processo di pace

Partecipazione italiana dal 30 ottobre 2003

La missione è durata cinquanta giorni         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Dopo le dimissioni e la partenza per l'esilio, l'11 agosto 2003, del Presidente della Liberia Charles Taylor, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, è stato firmato, il successivo 18 agosto, ad Accra (Ghana), un trattato di pace che dovrebbe porre termine a una guerra civile che affligge quel Paese da 14 anni. L'intesa prevede la formazione di un governo di transizione, entrato in carica il 14 ottobre sotto la guida di Gyude Bryant, con il principale compito di assicurare il difficile processo di pacificazione liberiano fino al gennaio 2006, quando dovrebbero svolgersi libere elezioni sotto la supervisione di osservatori internazionali.

L'accordo di pace contiene anche la richiesta formale alle Nazioni Unite dell'impiego di una forza multinazionale di stabilizzazione che, insieme ai circa 800 uomini dell'Ecomil, la forza di pace inviata dai paesi dell'Africa occidentale, dovrà mantenere la pace in Liberia.

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato, su richiesta del Segretario generale, la risoluzione 1509 del 19 settembre 2003, che, tra l'altro, istituisce la missione UNMIL (United Nations Mission in Liberia), con il compito di fornire supporto per l'attuazione dell'accordo per il cessate il fuoco e per il processo di pace; proteggere il personale e le strutture dell'ONU; fornire supporto all'assistenza umanitaria e all'assistenza per i diritti umani; fornire supporto per le riforme relative alla sicurezza.

La missione, autorizzata per 12 mesi, è iniziata il 1° ottobre. L'Italia ha partecipato con una unità tra l'ottobre e il dicembre 2003.

Consistenza del contingente italiano al 15/12/03

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1


Missione UNOC                                                                                       (Conclusa)

Missione Onu per mantenere l'integrità territoriale e l'indipendenza politica del Congo e per prevenire lo scoppio di una guerra civile

Partecipazione italiana dal 11 luglio 1960

La missione è durata tre anni e sei mesi         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

UNOC (United Nations Operation in the Congo) è stata inizialmente costituita con la risoluzione 143/1960 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, per assicurare il ritiro delle forze belghe, assistere il Governo nel mantenimento della legge e dell'ordine e per fornire assistenza tecnica. Successivamente, con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza 161 e 169 del 1960, la sua funzione è stata modificata includendo nel suo mandato i seguenti compiti: mantenere l'integrità territoriale e l'indipendenza politica del Congo; prevenire lo scoppio di una guerra civile; assicurare l'allontanamento dal paese di tutto il personale militare, paramilitare e consultivo che non fosse sotto il comando delle Nazioni Unite, oltre che di tutti i mercenari.

L’Italia ha partecipato con un ospedale da campo della Croce rossa e un contingente di militari dell'Aeronautica. Tredici di essi sono stati barbaramente uccisi a Kindu l'11 novembre 1961 mentre portavano aiuti alimentari alla popolazione, e altri sette hanno perso la vita in due incidenti aerei.


Missione UNOCA                                                                                (Conclusa)

Missione di addestramento di istruttori e personale per lo sminamento in Afghanistan

Partecipazione italiana dal 30 marzo 1989

La missione è durata un anno e sei mesi         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

Il programma di aiuti all'Afghanistan coordinato dallUNOCA (United Nations Office for Coordinating Relief in Afghanistan, "Operation Salaam") prevedeva, tra l'altro, la bonifica di quel territorio dalla presenza di circa cinquanta milioni di mine lasciate sul terreno in circa 10 anni di attività bellica.

Il 30 marzo 1989 l'Italia inviò otto ufficiali del genio con il compito di addestrare istruttori che avrebbero a loro volta formato personale capace di disattivare e far brillare le mine in condizioni di sicurezza. Tali ordigni, disseminati in tutto il territorio, rendevano pericoloso il rientro dei profughi, che avevano abbandonato il paese per rifugiarsi in Pakistan nelle zone di Quetta e Peshawar.

L'Italia ha partecipato a questa attività dal 30 marzo al 14 ottobre 1989. Una seconda missione è iniziata il 1° maggio 1990 e si è conclusa il 14 ottobre 1990 nel campo di addestramento di Quetta con le stesse finalità della prima ed era composta da quattro ufficiali e due sottufficiali del genio che hanno costituito due squadre di addestramento con lo status di "esperti dell'ONU quali consulenti civili in servizio temporaneo".

Le missioni italiane si sono inserite in un programma analogo a quello svolto da nuclei del genio degli eserciti di Australia, Canada, Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Turchia.


Missione UNOGIL                                                                              (Conclusa)

Missione di osservatori ONU in Libano per impedire l'infiltrazione illegale            di persone, armamenti o di altri materiali attraverso i confini libanesi

Partecipazione italiana dal 19 giugno 1958

La missione è durata sei mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNOGIL (United Nations Observation Group In Lebanon) è stata costituita con la risoluzione 128/1958 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, per assicurare che non si verificasse alcuna infiltrazione illegale di persone, forniture di armamenti, o di altri materiali, attraverso i confini libanesi. Dopo che il conflitto si è concluso, le tensioni si sono placate e l'UNOGIL è stata ritirata.


Missione UNOMOZ                                                                         (Conclusa)

Missione per il ritorno alla normalità del Mozambico

Partecipazione italiana dal 22 febbraio 1993

La missione è durata un anno e dieci mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

UNOMOZ (United Nations Operation In Mozambico) è stata costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 797/1992 per facilitare l'attuazione dell'Accordo Generale di Pace firmato il 4 ottobre 1992 a Roma dal Presidente della Repubblica del Mozambico e dal Presidente della Resistencia Nacional Mocambicana (RENAMO).

Il suo mandato consisteva, tra l'altro: nel facilitare l'attuazione dell'Accordo; nel controllare e verificare il rispetto del cessate il fuoco, lo stato di separazione e concentrazione delle forze la loro smobilitazione, oltre che la raccolta, lo stoccaggio e la distruzione degli armamenti; nel vigilare e constatare il completo ritiro delle forze straniere e garantire la sicurezza dei corridoi di trasporto; nel sorvegliare e accertare lo scioglimento dei gruppi armati privati ed irregolari; nel coordinare e verificare le operazioni di assistenza umanitaria.

l mandato dell'ONUMOZ è venuto formalmente a cessare alla mezzanotte del 9 dicembre 1994, dopo il successo delle elezioni presidenziali e legislative tenute nell'ottobre 1994, seguite dall'insediamento del nuovo Parlamento del Mozambico agli inizi di dicembre. La missione è ufficialmente terminata alla fine di gennaio 1995.

L'Italia ha contribuito alla missione sino all'aprile 1994 con un contingente (denominato Albatros) di 1.030 uomini, fornito prima dalla Brigata "Taurinense" prima e successivamente dalla "Julia". Il contingente italiano ha inizialmente assunto la responsabilità operativa del Corridoio di Beira, svolgendo il ruolo di "forza di riferimento" e di supporto logistico e sanitario a favore di tutte le Forze ONU presenti nella regione. Altri 21 ufficiali sono stati dislocati presso i comandi multinazionali ONU di Maputo e Beira.

Dal 2 maggio 1994, concluso il ripiegamento della maggior parte dei reparti, il contingente, forte di 230 uomini uomini e formato dal Reparto di Sanità e da un'Unità di sostegno, ha assunto il nome di "Albatros 2" ed è stato ridislocato a Beira con il compito di continuare ad assicurare il sostegno sanitario a favore del personale ONU operante nella Regione Centro nonchè delle popolazioni locali.

Il 25 novembre 1993 hanno perso la vita due piloti di un aereo militare italiano durante un volo di ricognizione.

 

Consistenza del contingente italiano al 28/02/93

                1.053  unitàdi cui:

                                        Carabinieri                                5

                                        Esercito                            1.048

Consistenza del contingente italiano al 31/05/94

                  220    unitàdi cui:

                                        Esercito                                220

Riferimenti normativi

Decreto-legge 1 febbraio 1993, n.21, recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi in Somalia e Mozambico (respinto - cessa gli effetti il 24 febbraio 1993)

Il D.L. 21/1993 (respinto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 marzo 1993

Decreto-legge 10 marzo 1993, n. 56, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 56/1993 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 1993

Decreto-legge 14 maggio 1993, n.141, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 141/1993 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 1993

Decreto-legge 13 luglio 1993, n.223, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 223/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 1993

Decreto-legge 10 settembre 1993, n.354, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 354/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 1993

Decreto-legge 12 novembre 1993, n.450, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 450/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 551, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 125, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico

Il D.L. 551/1993 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 aprile 1994

Decreto-legge 11 gennaio 1994, n.16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 151, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico

Il D.L. 16/1994 ha finanziato la missione umanitaria in Somalia e Mozambico fino al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 29 aprile 1994, n. 257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 257/1994 (decaduto) ha finanziato la missione umanitaria in Mozambico fino al 31 maggio 1994

Decreto-legge 30 maggio 1994, n.324, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 luglio 1994, n. 472, recante attuazione dell'embargo deliberato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nei confronti della Libia, nonche' disposizioni procedurali in materia di embargo nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia e per la missione umanitaria in Mozambico

Il D.L. 324/1994 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1994

Decreto-legge 27 giugno 1994, n.414, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 414/1994 (decaduto) ha finanziato la missione umanitaria in Somalia e Mozambico fino al 31 maggio 1994

Decreto-legge 30 giugno 1994, n.422 , recante disposizioni urgenti per l'impiego delle Forze armate in attività di controllo del territorio nazionale, nonché in missioni umanitarie all'estero (decaduto - sanati effetti L. 599/1994)

Il D.L. 422/1994 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre 1994

Decreto-legge 29 agosto 1994, n.521, convertito dalla legge 27 ottobre 1994, n. 599, recante disposizioni urgenti per l'impiego delle Forze armate in attività di controllo del territorio nazionale, nonché in missioni umanitarie all'estero

Il D.L. 521/1994 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1994

Legge 13 luglio 1995, n. 295, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di affari esteri e di difesa (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 19 dicembre 1994)

La legge 295/1995 ha sanato gli effetti dei D.L. decaduti che recavano norme relative alla missione

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

24 febbraio 1993 Camera                Commissione Difesa

Audizione del Ministro della difesa sull'invio di reparti militari italiani in Mozambico in attuazione della risoluzione 797 delle Nazioni Unite

25 febbraio 1993 Camera                Commissione Difesa

Seguito dell'audizione del Ministro della difesa sull'invio di reparti militari italiani in Mozambico in attuazione della risoluzione 797 delle Nazioni Unite (iniziata il 24 febbraio 1993)

24 marzo 1993 Camera                   Commissione Esteri

Discussione e approvazione della risoluzione Ciabarri 7-00171, concernente la situazione in Mozambico


Missione UNOSGI                                                                              (Conclusa)

Ufficio della Segreteria generale dell’ONU in Iran

Partecipazione italiana dal 1 marzo 1991

La missione è durata dieci mesi             

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

Nel febbraio 1991 è stato istituito l’UNOSGI, l’Ufficio della Segreteria generale dell’ONU costituito nel febbraio 1991 in Iran, che svolgeva – oltre ai compiti generali di rappresentanza della segreteria generale ONU – funzioni legate alle conseguenze del conflitto Iran-Iraq e, in particolare, relative allo scambio dei prigionieri di guerra, alla ricostruzione in Iran, alla sicurezza della regione, e all’accertamento delle responsabilità dell’avvio del conflitto. Il 14 novembre 1992 è stata decisa la chiusura dell’UNOSGI.

Consistenza del contingente italiano al 30/06/91

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1


Missione UNOSOM II                                                                 (Conclusa)

Forza multinazionale per garantire le operazioni di assistenza umanitaria in Somalia

Partecipazione italiana dal 4 maggio 1993

La missione è durata un anno e dieci mesi        

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)

UNOSOM II (United Nations Operation In Somalia II) è stata costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 814/1993 per subentrare alla Task Force Unificata (UNITAF), una forza multinazionale organizzata e guidata dagli Stati Uniti che, nel dicembre 1992, era stata autorizzata dal Consiglio di Sicurezza ad usare "tutti i mezzi necessari" al fine di ricreare un ambiente sicuro per le operazioni di assistenza umanitaria in Somalia. Tale forza multinazionale aveva agito nell'ambito dell'operazione "Restore hope".

Il mandato di UNOSOM II consentiva di assumere le iniziative appropriate, comprese misure costrittive, per stabilire in tutta la Somalia un ambiente sicuro per l'assistenza umanitaria. A tale scopo, UNOSOM II ha cercato di completare, mediante il disarmo e la riconciliazione, il compito iniziato dall'UNlTAF. I principali compiti della missione comprendevano: la verifica della cessazione delle ostilità; la prevenzione della ripresa delle violenze; la confisca delle armi non autorizzate; il mantenimento della sicurezza di porti, aeroporti, e delle vie di comunicazione necessarie per la consegna degli aiuti umanitari; la continuazione delle operazioni di sminamento e l'assistenza al rimpatrio in Somalia dei rifugiati.

Ad UNOSOM II era anche affidato il compito di assistere la popolazione somala, di ristabilire la struttura istituzionale del paese, di raggiungere una riconciliazione politica nazionale, di ricreare uno Stato somalo basato su un governo democratico e ripristinare l'economia e le infrastrutture.

Nel febbraio 1994, dopo numerosi attacchi ai soldati delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza ha rivisto il mandato di UNOSOM II escludendo l'utilizzo di metodi coercitivi. UNOSOM II si è conclusa agli inizi di marzo 1995 ed il rientro dei contingenti è stato garantito con l'operazione "United Shield".

Numerosi sono stati i militari caduti nel corso della missione in Somalia. Il 2 luglio 1993 tre militari hanno perso la vita e altri 22 sono rimasti feriti a Mogadiscio a causa di uno scontro a fuoco, causato da cecchini somali, durante un’operazione di rastrellamento di un'area dove si presumeva fosse installato un deposito di armi. Il 3 agosto una raffica partita dal suo fucile mitragliatore ha causato la morte di un paracadutista di leva. Il 15 settembre anche due paracadutisti della Folgore hanno perso la vita a Mogadiscio, uccisi da cecchini somali nella zona del Porto Nuovo, durante la libera uscita, in una zona non interessata da combattimenti. Il 31 ottobre è morto a Roma un militare italiano che aveva contratto la malaria in Somalia. Vicino Balad, il 12 novembre, a seguito di un tentativo di rapinare di un autocarro da parte di banditi somali, è rimasto ucciso il maresciallo Li Causi che stava transitando su un veicolo militare italiano. Anche una crocerossina è rimasta uccisa da un somalo armato, entrato sparando all’impazzata in un ambulatorio vicino all'ambasciata italiana di Mogadiscio. Il 30 dicembre un altro militare italiano è morto a Mogadiscio in seguito al capovolgimento del mezzo blindato a bordo del quale si trovava con altri soldati italiani. Il 6 febbraio 1994 una colonna del contingente italiano diretta a Balad per caricarvi dei viveri, è stata fatta segno a colpi d'arma da fuoco in seguito ai quali è morto il tenente Giulio Ruzzi e un altro militare è rimasto ferito. Anche tre civili, due giornalisti e un operatore della Rai, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin e Marcello Palmisano, sono caduti nella zona delle operazioni.

Consistenza del contingente italiano al 01/07/93

                2.472  unitàdi cui:

                                        Esercito                            2.402

                                        Carabinieri                             40

                                        Aeronautica                           30

Riferimenti normativi

Decreto-legge 10 marzo 1993, n. 56, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 56/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1993

Decreto-legge 14 maggio 1993, n.141, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 141/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 1993

Decreto-legge 13 luglio 1993, n.223, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 141/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 10 settembre 1993, n.354, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 354/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 12 novembre 1993, n.450, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)

Il D.L. 450/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 551, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 125, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico

Il D.L. 551/1993 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 aprile 1994

Decreto-legge 11 gennaio 1994, n.16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 151, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e in Mozambico

Il D.L. 16/1994 ha finanziato la missione umanitaria in Somalia e Mozambico fino al 31 dicembre 1993

Decreto-legge 29 aprile 1994, n. 257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 257/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato nell'addestramento della polizia somala

Decreto-legge 27 giugno 1994, n.414, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 414/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato nell'addestramento della polizia somala

Decreto-legge 27 agosto 1994, n.514, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 514/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato nell'addestramento della polizia somala

Decreto-legge 28 ottobre 1994, n.601, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 601/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato nell'addestramento della polizia somala

Legge 13 luglio 1995, n. 295, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di affari esteri e di difesa (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 19 dicembre 1994)

La legge 295/1995 ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato nell'addestramento della polizia somala

Decreto-legge 28 dicembre 1994, n.723, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)

Il D.L. 723/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato nell'addestramento della polizia somala

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

5 luglio 1993 Senato                                  Assemblea

Svolgimento di interrogazioni sulla uccisione di militari italiani e sugli sviluppi della situazione in Somalia

5 luglio 1993 Camera                                Assemblea

Svolgimento di interrogazioni urgenti sugli sviluppi della situazione in Somalia e sull'uccisione di militari italiani

13 gennaio 1994 Camera                Commissione Difesa

Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa) sui problemi connessi al rimpatrio del nostro contingente dalla Somalia


Missione UNSCOM                                                                         (Conclusa)

Controllo sulla distruzione di armamenti iracheni dopo la Guerra del Golfo

Partecipazione italiana dal 23 giugno 1991

La missione è durata sette anni e cinque mesi      

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNSCOM (Commissione speciale delle Nazioni Unite per il disarmo degli arsenali iracheni) è stata costituita in attuazione della risoluzione 687/1991 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per verificare le condizioni del cessate il fuoco nella guerra del Golfo. Il mandato dell'UNSCOM, ai sensi di tale risoluzione, prevedeva che l'Iraq fosse obbligato ad accettare la distruzione o la rimozione delle armi nucleari, chimiche e biologiche e dei missili balistici con gittata superiore ai 150 chilometri, nonché degli impianti per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di tali armi. L'Iraq dovette inoltre impegnarsi a non realizzare tali impianti e a non produrre le armi in questione per il futuro. La supervisione delle operazioni di eliminazione delle installazioni nucleari era affidata all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). Era richiesto altresì all'Iraq di fornire piena collaborazione e, in particolare, di consentire accesso immediato e senza limitazione a qualsiasi sito l'UNSCOM ritenesse di dover ispezionare. Gli ispettori in Iraq, grazie al potere loro conferito, avevano la possibilità di ispezionare qualsiasi sito sospetto, sequestrare documenti, fare fotografie e interrogare persone. Le ispezioni dell’Onu furono a più riprese ostacolate dal governo iracheno. Dopo l’ennesima violazione degli accordi e l’approvazione della risoluzione 1205 con cui il Consiglio di Sicurezza condannava l’atteggiamento dell’Iraq, i membri dell’Unscom furono costretti ad abbandonare il Paese nel novembre 1998.

Consistenza del contingente italiano al 31/12/91

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1


Missione UNSMA                                                                               (Conclusa)

Missione speciale ONU per favorire negoziati tra i Taleban e l’opposizione armata in Afghanistan

Partecipazione italiana dal 18 luglio 1998

La missione è durata un mese               

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making)

L’UNSMA (United Nations Special Mission to Afghanistan) è stata costituita con la risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU 48/208 del 21 dicembre 1993, per facilitare il processo di riconciliazione nazionale in Afghanistan, promuovendo i negoziati tre le parti in conflitto.

L'ufficiale italiano incaricato della missione, ten. col. Carmine Calò, ha perso la vita il 22 agosto1998, in seguito alle ferite riportate in un agguato avvenuto il giorno precedente.

Consistenza del contingente italiano al 18/07/98

                     1       unitàdi cui:

                                        Esercito                                      1


Missione UNTAC                                                                                  (Conclusa)

Autorità ONU per la favorire una soluzione politica del conflitto in Cambogia

Partecipazione italiana dal 23 luglio 1992

La missione è durata un anno               

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNTAC (United Nations Transitional Authority In Cambogia) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 745/1992 per garantire la realizzazione degli Accordi sulla soluzione politica complessiva del conflitto cambogiano, sottoscritti a Parigi il 23 ottobre 1993. In base all'Accordo, il Supremo Consiglio Nazionale della Cambogia (SNC) era "l'unico organo legittimo e fonte di autorità all'interno del quale sono racchiuse, durante il periodo di transizione, la sovranità, l'indipendenza e l'unità della Cambogia". L'SNC, che era composto dalle quattro fazioni cambogiane, delegò alle Nazioni Unite "tutti i poteri necessari" alla realizzazione degli Accordi.

Il mandato rilasciato all'UNTAC comprendeva: aspetti relativi ai diritti umani; l'organizzazione e la gestione di elezioni generali libere ed eque; intese militari; amministrazione civile; difesa della legge e dell'ordine; rimpatrio e risistemazione dei rifugiati cambogiani e dei profughi; ripristino delle infrastrutture essenziali del paese da effettuarsi durante il periodo di transizione.

Il 15 marzo 1992, dopo essere divenuta operativa, l'UNTAC assorbiva l'UNAMIC, che era stata costituita immediatamente dopo la firma degli Accordi nell'ottobre 1991. Il mandato dell'UNTAC ha avuto termine nel settembre 1993 con la promulgazione della Costituzione per il Regno di Cambogia e la formazione del nuovo Governo.

Consistenza del contingente italiano al 23/07/92

                   76     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             76


Missione UNTAG                                                                                (Conclusa)

Missione ONU di assistenza per la transizione all’autonomia della Namibia

Partecipazione italiana dal 13 marzo 1989

La missione è durata un anno               

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

L'UNTAG (United Nations Transition Assistance Group) è stato costituito, in attuazione della risoluzione 435/1978 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, per assistere il Rappresentante Speciale del Segretario Generale al fine di assicurare la prima fase dell'indipendenza della Namibia attraverso libere elezioni svolte sotto la supervisione e il controllo delle Nazioni Unite; obiettivo dell'UNTAG era anche quello di coadiuvare il Rappresentante Speciale nei compiti di por fine a tutti gli atti ostili, nel controllo del confino delle truppe nelle proprie basi e del ritiro definitivo dei sudafricani dalla Namibia. La Namibia è stata teatro di una lunga guerriglia condotta dallo SWAPO (organizzazione del popolo dell'Africa del Sud-Ovest) sostenuta dal regime dell'Angola, a sua volta aiutata da cubani, sovietici e tedeschi dell'Est. Il 13 dicembre 1988 dopo lunghe trattative, i governi di Pretoria, Luanda e l'Avana sottoscrivevano un accordo per il ritiro dei cubani dall'Angola, la successiva smilitarizzazione della Namibia da parte dei sudafricani e la proclamazione dell'indipendenza dello Stato.

L'UNTAG, con un effettivo di 8.000 persone, aveva il Quartier Generale a Windhoek ed era suddivisa in tre componenti: militare, di polizia e civile. La missione ha avuto 19 caduti.

A seguito dell'attività dell'UNTAG, tutte le leggi discriminatorie vennero abrogate, i prigionieri politici rilasciati, ai namibiani rifugiati fu concesso di rientrare in patria, furono prevenute le intimidazioni di qualunque genere e la legge e l'ordine vennero difesi in modo imparziale. La Namibia indipendente è entrata a far parte delle Nazioni Unite nell'Aprile 1990.

Consistenza del contingente italiano al 30/04/89

                  120    unitàdi cui:

                                        Carabinieri                                8

                                        Esercito                                112

Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione

11 luglio 1990 Camera                     Commissione Difesa

Svolgimento dell’interrogazione Trabacchini 5-01513, concernente il contingente italiano inviato in Namibia


Missione UNYOM                                                                            (Conclusa)

Missione di Osservazione delle Nazioni Unite nello Yemen

Partecipazione italiana dal 20 dicembre 1963

La missione è durata tre mesi              

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                ONU

Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)

La missione UNYOM (United Nations Yemen Observation Mission) è stata costituita a seguito della risoluzione 179/1963 del Consiglio di sicurezza dell'ONU per osservare e certificare il rispetto dell'accordo di richiamo delle truppe stipulato fra l'Arabia Saudita e la Repubblica Araba Unita. Ha impegnato complessivamente 25 osservatori militari, 164 militari appartenenti ad unità di ricognizione ed aeree, oltre a personale civile di supporto assunto internazionalmente e localmente.


Missione UPFM                                                                                    (Conclusa)

Addestramento della costituenda forza di polizia unificata croato-musulmana a Mostar

Partecipazione italiana dal 8 marzo 1995

La missione è durata un anno e otto mesi         

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                                UEO

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

La missione UPFM (United Police Force of Mostar) è stata istituita a seguito di un “Memorandum d'intesa” firmato a Ginevra il 5 luglio 1994, che ha posto sotto l'amministrazione dell'Unione europea, per due anni, la città bosniaca di Mostar, teatro di un violento conflitto tra croati e musulmani durato circa un anno.

La missione, nota anche con il nome di Weupol, era coordinata dalla UEO che ha realizzato un programma per la creazione e l’addestramento di una forza di polizia unificata composta da croati e musulmani. Essa era composta da circa 150 ufficiali e sottufficiali appartenenti a forze di polizia di vari Paesi appartenenti alla UE prevalentemente a ''status'' militare. Il contingente italiano comprendeva tre ufficiali e 14 sottufficiali dell’Arma dei carabinieri.

Il 27 dicembre 1995 il maggiore Ermanno Fenoglietti, comandante del contingente, ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto a causa del maltempo mentre percorreva, a bordo della Land Rover in dotazione al contingente europeo, la strada che collega Mostar a Sarajevo.

Consistenza del contingente italiano al 08/03/95

                   20     unitàdi cui:

                                        Carabinieri                             20

Riferimenti normativi

Decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 34, recante attuazione delle risoluzioni ONU numeri 942 e 944 del 1994, relative all'embargo nei confronti della Bosnia Erzegovina ed alla revoca dell'embargo nei confronti di Haiti, nonché autorizzazione alla partecipazione italiana alla missione di polizia civile della U.E.O a Mostar (decaduto - sanati effetti L. 222/1995)

Il D.L. 34/1995 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 22 luglio 1996

Decreto-legge 7 aprile 1995, n. 107, convertito dalla legge 7 giugno 1995, n. 222, recante attuazione delle risoluzioni ONU numeri 942 e 944 del 1994, relative all'embargo nei confronti della Bosnia-Erzegovina ed alla revoca dell'embargo nei confronti di Haiti, nonché autorizzazione alla partecipazione italiana alla missione di polizia civile della U.E.O. a Mostar

Il D.L. 107/1995 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 22 luglio 1996

Decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 1, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 1/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 1° marzo 1996, n. 99, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 99/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 29 aprile 1996, n. 236, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)

Il D.L. 236/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato

Decreto-legge 1° luglio 1996, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 426, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali ed alla cooperazione allo sviluppo

Il D.L. 347/1996 ha prorogato la partecipazione italiana al 22 gennaio 1997

Decreto-legge 1° luglio 1996, n. 346, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 428, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia

Il D.L. 346/1996 ha disciplinato il trattamento economico del personale impiegato


Missione WEUDAM                                                                        (Conclusa)

Missione UEO di assistenza allo sminamento in Croazia

Partecipazione italiana dal 10 maggio 1999

La missione è durata diciotto mesi            

Operazioni condotte da Organizzazioni internazionali                          UE e UEO

Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)

Con la decisione del Consiglio 1998/628 del 9 novembre 1998, l’Unione europea ha demandato all’Unione dell’Europa Occidentale l’attuazione dell’azione specifica decisa dall’Unione stessa nel settore dell’assistenza allo sminamento in Croazia, fornendo i finanziamenti necessari. L’azione consisteva nel coordinamento, nella supervisione e nella formazione di esperti e di istruttori locali nel campo dello sminamento. La UEO ha fornito un gruppo di esperti che hanno collaborato con il CROMAC (Centro Croato d’Azione Contro le Mine), al fine di fornire assistenza nei seguenti compiti: pianificazione delle operazioni; controllo delle operazioni a livello nazionale e locale; formazione, in particolare per quanto concerne l’impiego di equipaggiamenti pesanti di sminamento e dei materiali di posizionamento geografico.

 

 

 



[1]    Da segnalare che il paragrafo 65 del Nuovo concetto strategico precisa (quarto periodo) che “il Concetto strategico regolerà la politica della sicurezza e della difesa dell’Alleanza, i suoi concetti operativi, il posizionamento delle forze convenzionali e nucleari e i suoi accordi collettivi di difesa, e sarà tenuto sotto osservazione nell’eventualità di mutamenti che avvengano nel contesto della sicurezza”.

[2]   Oltre alle missioni elencate nei singoli allegati, si segnalano gli interventi operati dal Corpo militare della Croce rossa in Corea e in Congo. Il 16 ottobre 1951 fu inviato con le Forze delle Nazioni Unite in Corea l’Ospedale da campo n. 68, che vi è rimasto fino al 10 gennaio 1955, inquadrato nell'8a Armata U.S.A.  Nel settembre 1960 l’Ospedale di emergenza n. 10, da 100 letti, venne inviato nel Katanga per l'assistenza sanitaria alle Forze dell’O.N.U. operanti nel Congo. Tale operazione fu affiancata da personale dell’Aeronautica utilizzato fino al giugno 1962 per operazioni di trasporto. Nel corso di questa missione tredici militari dell’Aeronautica della 46/a aerobrigata furono massacrati a Kindu.

 

[3]   Il contributo dell'Unione europea nella gestione delle crisi internazionali, ha avuto un sensibile sviluppo dopo il raggiungimento dell'accordo UE-NATO del 16 dicembre 2002 per l'utilizzo di assetti e risorse. A partire dai primi mesi del 2003, l'Unione ha infatti dato avvio a proprie Operazioni di CMO (Crisis Management Operations) assumendo, a partire dal 1° gennaio 2003, la responsabilità della missione di polizia internazionale in Bosnia Erzegovina (EUPM) rilevando la precedente missione IPTF dell'ONU. L'Unione ha inoltre rilevato la NATO, dal 31 marzo 2003, nella gestione della operazione di mantenimento della pace in FYROM (Operazione Concordia) e, successivamente, ha dato avvio, sempre in FYROM, a partire dal 15 dicembre 2003, alla missione Proxima. Nel giugno del 2003, in seguito alla richiesta del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (risoluzione 1484/2003), l'Unione ha inoltre condotto l'operazione Artemis, con un proprio contingente militare, a guida francese, nella Repubblica Democratica del Congo. A partire dal dicembre 2004, l’UE subentrerà infine alla NATO in Bosnia, con una missione che svolgerà i compiti dell’attuale missione SFOR.

[4]   Si segnala che nella scorsa legislatura è stata approvata la risoluzione n. 7-01007, da parte della Commissione Difesa della Camera, il 16 gennaio 2001, diretta a dare seguito parlamentare alla norma contenuta nell’articolo 1, comma 1, lettera a), della legge 18 febbraio 1997, n. 25, recante “Attribuzioni del Ministro della difesa, ristrutturazione dei vertici delle forze armate e dell’Amministrazione della difesa”. Tale norma prevede che il Ministro della difesa attui le deliberazioni in materia di difesa e sicurezza adottate dal Governo, sottoposte all’esame del Consiglio supremo di difesa e approvate dal Parlamento.

La risoluzione prospettava la seguente procedura:

il Governo deve porre il Presidente della Repubblica in condizione di conoscere e valutare tempestivamente ogni determinazione relativa all’impiego delle Forze armate all’estero;

il Governo adotta le deliberazioni in ordine alla partecipazione a missioni di pace all’estero in sede di Consiglio dei ministri, informandone tempestivamente le Camere;

entrambe le Camere, una di esse, oppure le Commissioni parlamentari competenti, secondo il regime costituzionale di autonomia degli organi parlamentari, approvano le determinazioni assunte dal Governo sulla base delle comunicazioni da questo fornite in merito all’andamento della crisi ed alle iniziative intraprese;

acquisita la posizione del Parlamento, il Governo può emanare un decreto-legge contenente la copertura finanziaria ed amministrativa delle misure deliberate, oppure presentare un disegno di legge di contenuto analogo;

il Ministro della difesa, quindi, provvederà ad attuare le deliberazioni adottate dal Governo, dando le necessarie direttive al Capo di Stato maggiore della difesa.

 

[5]     Il numero delle missioni per le quali si è verificato un intervento parlamentare sia con D.L. che con legge, è sensibilmente aumentato dopo che, durante l'esame del D.L. 165/2003 di proroga delle missioni, si è proceduto a convertire il D.L. per la parte relativa agli interventi urgenti a favore della popolazione irachena ed a sopprimerne le disposizioni relative alle altre missioni. Tali disposizioni sono state trasposte in un disegno di legge ordinario, di iniziativa parlamentare, successivamente approvato (legge 231/2003).