XIV Legislatura - Dossier di documentazione | |||
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento bilancio | ||
Titolo: | Finanziaria 2006 - Lavori preparatori al Senato - A.S. 3613 - Parte III - Esame in sede referente | ||
Serie: | Progetti di legge Numero: 835 Progressivo: 2 | ||
Data: | 21/11/05 | ||
Riferimenti: |
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Servizio studi |
progetti di legge |
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Finanziaria 2006 Lavori preparatori al Senato A.S. 3613 Esame in sede referente |
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n. 835/2 Parte III |
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xiv legislatura 21 novembre 2005 |
Camera dei deputati
Dipartimento Bilancio e politica economica
SIWEB
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File: BI0892c.doc
Volume III
§ Seduta del 19 ottobre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 19 ottobre 2005 (notturna)
§ Seduta del 20 ottobre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 20 ottobre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 26 ottobre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 26 ottobre 2005 (notturna)
§ Seduta del 27 ottobre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 27 ottobre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 27 ottobre 2005 (notturna)
§ Seduta del 31 ottobre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 31 ottobre 2005 (notturna)
§ Seduta del 1° novembre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 1° novembre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 1° novembre 2005 (notturna)
§ Seduta del 2 novembre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 2 novembre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 2 novembre 2005 (notturna)
§ Seduta del 3 novembre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 3 novembre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 4 novembre 2005 (antimeridiana)
§ Seduta del 4 novembre 2005 (pomeridiana)
§ Seduta del 4 novembre 2005 (notturna)
BILANCIO (5ª)
giovedì 13 ottobre 2005
755ª Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
La seduta inizia alle ore 15,15.
Il senatore MORANDO (DS-U), in relazione all’esame congiunto del disegno di legge finanziaria 2006 (Atto Senato n. 3613) e del disegno di legge di bilancio (Atto Senato n. 3614), sottolinea l’opportunità di definire fin da ora il calendario dei lavori, con particolare riguardo al termine per la presentazione dei relativi emendamenti, che potrebbe essere fissato a sabato 22 ottobre, in modo da assicurare comunque alla Commissione tempi congrui per l’esame dei citati provvedimenti. Ciò anche in relazione all’eventualità che venga confermata l’ipotesi, prospettata da alcuni organi di stampa, secondo cui il Governo potrebbe decidere di presentare un maxiemendamento al disegno di legge finanziaria, sul quale verrebbe poi posta la questione di fiducia, imponendo un’accelerazione ai lavori della Commissione stessa, che peraltro rischierebbero di venire in tal modo vanificati.
Il presidente AZZOLLINI fornisce ampie rassicurazioni circa il fatto che la Commissione disporrà di tempi adeguati per l’esame dei disegni di legge nn. 3613 e 3614. A tal fine, propone di avviare la discussione generale sui due provvedimenti a partire dalla seduta antimeridiana di mercoledì 19 ottobre 2005, essendo prevista la conclusione delle audizioni preliminari delle Commissioni bilancio di Camera e Senato congiunte per martedì 18 ottobre, nonché di fissare a sabato 22 ottobre, alle ore 14, il termine per la presentazione dei relativi emendamenti, il cui esame potrebbe avere inizio con la seduta antimeridiana di mercoledì 26 ottobre.
La Commissione conviene, infine, con la proposta del Presidente in ordine al calendario di massima dei lavori nonché alla fissazione del termine per la presentazione degli emendamenti relativi ai citati disegni di legge.
BILANCIO (5ª)
mercoledì 19 ottobre 2005
757ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
La seduta inizia alle ore 15,30.
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Esame congiunto e rinvio)
Il senatore CICCANTI (UDC), relatore sul disegno di legge n. 3614, illustra il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2006, ricordando che lo stesso, predisposto sulla base della legislazione vigente, non tiene conto degli effetti delle disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria, che saranno invece inseriti nel prosieguo dell'esame parlamentare attraverso la nota di variazione.
In particolare, il bilancio a legislazione vigente evidenzia, al netto delle regolazioni contabili e debitorie per il 2006, un peggioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali del 2005 (risultando peraltro in linea rispetto alle previsioni assestate). Tale peggioramento è dovuto al duplice effetto della riduzione delle entrate, per 1,2 miliardi di euro, e dell’incremento delle spese finali, per 1,2 miliardi di euro. Il saldo netto da finanziare si attesta quindi su livelli più elevati, 2,4 miliardi di euro, rispetto a quelli dell'anno precedente.
Con riferimento alla evoluzione della spesa, si nota un incremento molto contenuto rispetto alle previsioni iniziali dell'anno precedente, pari allo 0,3 per cento, ed un decremento rispetto alle previsioni assestate, pari all’1,55 per cento. Il dato deve essere considerato positivamente, se si considera che le previsioni relative alla spesa per interessi per il 2006 registrano un leggero incremento rispetto all'anno precedente.
Per la determinazione degli stanziamenti delle spese obbligatorie si è tenuto conto di quanto previsto dalla legge n. 246 del 2002, che non consente l'integrazione di quei capitoli che presentano una evoluzione della spesa eccedente le previsioni quantificate nelle relative norme di autorizzazione. Per le spese non obbligatorie si è considerata poi la necessità di assicurare l'operatività dei vari servizi delle Amministrazioni. Per quanto riguarda la spesa per interessi, le ipotesi assunte fanno riferimento alla struttura del debito conseguente alle emissioni di titoli effettuate nel primo semestre 2005 e a quelle programmate per il secondo, alle ipotesi sull’evoluzione dei tassi contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) 2006-2009 e allo scenario tendenziale del fabbisogno del settore statale previsto dallo stesso DPEF.
Fa poi presente che sul peggioramento relativo al versante della spesa ha inciso il mutato rapporto tra amministrazioni centrali e periferiche in attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione: l’attuazione del federalismo fiscale non è stata purtroppo accompagnata dalla introduzione di strumenti finanziari idonei alla pianificazione ed al controllo della spesa delle amministrazioni locali. Si sofferma, quindi, ad analizzare alcuni elementi che hanno determinato una dinamica incontrollata della crescita della spesa, sottolineando, in particolare, che la spesa corrente degli enti locali è cresciuta - nel periodo 1999-2004 - del 41 per cento, contro una crescita pari al 18 per cento per le amministrazioni centrali. Il costo del lavoro è inoltre cresciuto del 28 per cento a causa della crescita del numero dei dipendenti degli enti locali e dell’innalzamento delle loro retribuzioni medie.
Illustra quindi i principali dati relativi ai parametri economici alla base dell’unione monetaria, rilevando che la flessione delle entrate ed il contenimento della spesa per il 2006 hanno tuttavia permesso di invertire la tendenza negativa dell’avanzo primario, con una stima di mezzo punto percentuale rispetto al 2005. Per quanto concerne, poi, la stima del rapporto debito-PIL, dopo l’aumento registrato nel 2005, è prevista una riduzione dal 108,2 per cento al 107,4 per cento nel 2006, nonostante un aumento dello 0,2 per cento della spesa per interessi. Le previsioni sul tasso d’inflazione indicano per l’anno a venire un valore del 2,2 per cento, leggermente al di sopra rispetto al valore segnato nel terzo trimestre di quest’anno, nonostante le tensioni sui mercati delle fonti energetiche e delle materie prime.
Procede poi ad analizzare alcuni dati relativi alla situazione dei conti pubblici durante i governi Amato e Ciampi, sottolineando le condizioni critiche del bilancio dello Stato conseguenti alla ultima legge finanziaria varata dal governo di centrosinistra. La finanziaria per il 2001 aveva previsto infatti svariati benefici per famiglie ed imprese senza tener conto delle necessarie coperture di bilancio, scaricando pertanto gli oneri conseguenti sul governo di centrodestra. Sottolinea, quindi, il forte senso di responsabilità con cui la Casa delle libertà ha varato la manovra finanziaria che il Parlamento si appresta a discutere, asseverata, tra l’altro, dall’intervento in Parlamento del Governatore della Banca d’Italia. La volontà alla base dell’azione del Governo e della maggioranza nel redigere la manovra finanziaria per l’anno 2006 è stata quindi quella di rispettare i vincoli derivanti dall’appartenenza all’Unione monetaria senza innescare spinte recessive attraverso il cosiddetto "sentiero stretto" della politica economica. Gli interventi correttivi posti in essere devono essere però realizzati senza deprimere l’andamento dell’economia. Non si può, d’altro canto, dimenticare che con l’adozione dell’Euro i fattori di debolezza strutturale del nostro sistema economico si sono manifestati con maggiore evidenza rispetto al passato. Il declino italiano ha infatti radici strutturali che affondano nel passato ed il Paese non è stato ancora in grado di adattarsi al mutato scenario mondiale.
Conclude, infine, criticando le argomentazioni addotte da certo liberalismo di sinistra che, nonostante siano affascinanti dal punto vista teorico, risultano improbabili sotto il profilo pratico.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore del disegno di legge finanziaria, si sofferma preliminarmente sul contesto all'interno del quale è collocata l'attuale manovra finanziaria osservando che il quadro macroeconomico generale, per quanto concerne i profili dell'economia reale, sta registrando una positiva inversione di tendenza che la manovra varata dal Governo punta a consolidare. In ogni caso, il disegno di legge finanziaria deve rispettare i margini di indebitamento che sono stati concordati dal Governo in sede europea. In tal senso, si spiega la necessità di varare una manovra di rientro dell'importo di circa 11,5 miliardi di euro, pari allo 0,8 per cento del PIL.
L'entità delle cifre menzionate induce poi ad effettuare ulteriori considerazioni: finora nel dibattito pubblico che ha preceduto la discussione parlamentare del disegno di legge finanziaria sono emerse due posizioni, entrambe legittime, che risultano però contraddittorie se valutate insieme; si sostiene da parte di alcuni che la manovra di rientro varata dal Governo non sarebbe sufficiente, salvo poi sottolineare l'esigenza di maggiori erogazioni e quindi di maggiori spese. Tuttavia, nel momento in cui si chiedono maggiori erogazioni, bisognerebbe in primo luogo preoccuparsi di ricercare le risorse che sono necessarie a coprire queste maggiori spese. Pertanto, con l'attuale manovra di rientro, il Governo ha preferito operare attraverso un contenimento delle uscite, senza agire sul piano delle entrare fiscali e parafiscali.
Del resto, la serietà del disegno di legge finanziaria è confermata anche da altri indicatori, a cominciare dal fatto che si prevede di ricavare dalle disposizioni relative alla lotta contro l'evasione fiscale risorse per un ammontare di circa 300 milioni di euro. Inoltre, si continua a percorrere giustamente la strada che conduce ad una riduzione delle spese correnti in modo da dare consistenza all'avanzo primario, così consolidando l'impegno per il risanamento dei conti pubblici. Si deve dare atto che il Governo si muove assai coraggiosamente attraverso questa linea di intervento, peraltro confermata dalla riduzione dei trasferimenti in favore degli enti locali, dalla modifica di alcune regole relative al Patto di stabilità interno, nonché dalla riproposizione del blocco delle assunzioni per la pubblica amministrazione. Si tratta di un complesso di misure che è già oggetto di resistenze comprensibili da parte di chi ne è colpito; tuttavia, bisogna riconoscere che il Governo ha effettuato delle scelte precise, assumendosene la relativa responsabilità, anche a costo di apparire impopolare.
Anche sul piano dello sviluppo, il disegno di legge finanziaria merita senz'altro un giudizio positivo. Infatti, il Governo aveva di fronte due opzioni: da una parte incidere sull'IRAP; dall'altra, invece, operare attraverso una riduzione del cuneo contributivo. Si è deciso di agire su quest'ultimo fronte, dal quale si prevede di ricavare circa 2 miliardi di euro. In questo modo, peraltro, risultano infondate le critiche di coloro che sostenevano che l'Esecutivo avrebbe varato una manovra finanziaria di stampo elettorale. Nonostante la soppressione dell'IRAP rimanga una misura oggetto di studio - tenuto conto che tale imposta ha di certo un effetto negativo sullo sviluppo - il Governo ha preferito concentrarsi unicamente sulla riduzione del cuneo contributivo che costituisce un ulteriore fattore di distorsione dell'economia italiana rispetto a quella degli altri paesi. Inoltre, non si può trascurare l'ulteriore misura volta a costituire un fondo a sostegno delle famiglie attraverso la disponibilità di più di un miliardo di euro. Pertanto, complessivamente, con la riduzione del cuneo contributivo e con l'istituzione del citato fondo per la famiglia il Governo mette a disposizione oltre 3 miliardi di euro per rilanciare lo sviluppo, fermo restando che l'economia italiana potrà veramente ripartire solo grazie all'impulso di milioni di imprenditori e lavoratori.
Un altro profilo che testimonia la serietà dell'azione dell'Esecutivo è rappresentato dal fatto che attraverso la riduzione dei trasferimenti verso gli enti locali non si incide affatto sul livello delle spese sociali. A tale riguardo, basterebbe citare come esempio l'ulteriore aumento di cui è oggetto la spesa sanitaria che, nell'ultimo quinquennio, risulta aumentata di oltre 20 miliardi di euro, passando dal 5,1 al 5,9 per cento del PIL. Tuttavia, aver messo a disposizione queste ulteriori risorse per garantire migliori livelli di assistenza sanitaria per i cittadini non esime dal ricercare, insieme agli enti locali, forme e modalità idonee a garantire una maggiore oculatezza nell'uso delle risorse pubbliche, anche completando il processo verso il federalismo fiscale e la responsabilizzazione delle regioni e degli altri enti locali. D'altro canto, il coinvolgimento degli enti locali risulta determinante nella lotta all'evasione fiscale, come pure in merito al funzionamento del Patto di stabilità interno sul quale il Governo ha comunque proposto una modifica volta ad assicurare una maggiore flessibilità in relazione alla gestione delle spese di investimento.
Inoltre, ulteriori misure contenute nel disegno di legge finanziaria meritano attenzione: in primo luogo, sono presenti disposizioni aventi l'obiettivo di sostenere la ricerca, l'innovazione e il volontariato attraverso l'istituzione di un apposito fondo dove confluirà una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, sulla falsariga del meccanismo di entrata utilizzato dall'8 per mille che ha avuto una esperienza positiva. In secondo luogo, si sottolinea la rilevanza della detassazione delle erogazioni liberali a favore della ricerca poiché si tratta di un ulteriore intervento volto a rilanciare un settore cruciale per il recupero di competitività da parte del Paese. Sono analogamente significative le disposizioni dedicate ai cosiddetti distretti produttivi, con l'obiettivo di affrontare finalmente il problema delle dimensioni delle imprese. Infatti, bisogna in qualche modo conciliare una delle peculiarità dell'economia italiana, rappresentata dalla presenza di un numero assai rilevante di piccole e medie imprese, con le esigenze che derivano dal mercato globale. A tale proposito, bisogna ricordare che in Italia l'unico precedente positivo relativo all'ingrandimento delle aziende è quello concernente il sistema bancario, per effetto della normativa introdotta negli anni Novanta. Tuttavia, è difficile estendere tale sistema normativo anche alle imprese dal momento che non sono sufficienti le sole agevolazioni fiscali per costituire fusioni ed aggregazioni da un punto di vista giuridico, senza dimenticare poi che vi sono profonde differenze tra i bilanci delle piccole e medie imprese rispetto a quelli delle banche. Sulla base di tali considerazioni, quindi, il Governo ha preferito introdurre delle misure che favoriscono l'aggregazione delle imprese al fine di accrescere la competitività di un dato settore, fermo restando che bisogna preservare la specificità del sistema imprenditoriale italiano.
Il Presidente relatore si sofferma altresì sugli interventi per il Mezzogiorno, esprimendo soddisfazione per il bonus occupazionale, nonché per il rafforzamento delle misure relative al credito d’imposta. Quanto a quest’ultimo aspetto, giudica condivisibile che le risorse derivanti da rinunce o da revoche dei contributi siano riassegnate per accogliere altre richieste di finanziamento. Al riguardo, sollecita il Governo a fornire dati in merito, onde apprezzare la portata dell’intervento.
Inoltre, giudica importante il rifinanziamento dei contratti di localizzazione, tanto più che essi sono risultati efficaci. Coglie peraltro l’occasione per sollecitare lo snellimento degli adempimenti burocratici, che riducono l’efficacia delle misure agevolative. In proposito, richiama all’esperienza dei Patti territoriali, in riferimento ai quali stigmatizza la creazione di organi, assimilabili a veri e propri consigli di amministrazione, che hanno frenato più che promosso lo sviluppo locale. Si tratta peraltro, egli rileva, di un fenomeno generalizzato derivante dalla circostanza che come conseguenza di nuove funzioni (cui peraltro non sempre corrispondono adeguate risorse aggiuntive) vengono creati appositi organi, che determinano oneri insopprimibili ed inderogabili, con evidente ripercussione sulla spesa pubblica.
Esprime poi perplessità in merito alla perpetuazione della scelta, già adottata dai Governi di Centro-sinistra, di concentrare le risorse di riferimento della manovra economica in favore del Sud al terzo anno finanziario, ciò che determina effetti meno cogenti. Pur comprendendo che determinati interventi richiedono sovente tempi lunghi di realizzazione, egli avverte che in questo modo si determinano effetti distorsivi a danno del sistema imprenditoriale.
Il Presidente relatore giudica poi importante la scelta di accrescere il ricorso a contributi in conto interessi (che sarebbe peraltro a suo avviso opportuno associare ad un maggiore snellimento delle relative procedure) in luogo dei finanziamenti a fondo perduto.
Ciò premesso, egli ritiene dunque che le risorse destinate al Mezzogiorno siano adeguate, non tanto sotto il profilo della quantità, quanto sotto quello della loro effettiva spendibilità.
Sottolinea infine l’esigenza di assecondare e rafforzare lo sforzo dell’Esecutivo nel settore agricolo, che è a suo avviso strategico per l’economia italiana, tanto più che esso è stato colpito più di altri comparti dalla globalizzazione.
Ha quindi la parola il senatore MORANDO (DS-U), relatore di minoranza, sul disegno di legge n. 3613, il quale sottolinea anzitutto che il disegno di legge finanziaria, che giunge al termine della legislatura, rappresenta per le forze di opposizione l’occasione, da un lato, per fare il bilancio della politica economica del Governo di Centro-destra dal 2001 e, all’altro, per presentare le linee di fondo per la successiva legislatura.
Quanto al bilancio di fine legislatura, si sofferma su quello che definisce un triplice fallimento dell’Esecutivo, con riguardo alla gestione della finanza pubblica, allo sviluppo dell’economia reale, nonché al progetto politico-economico fondato sull’assunto che una riduzione dell’imposizione fiscale, nonché un minor ruolo dello Stato e dei sindacati avrebbero liberato le energie del Paese per assicurare uno sviluppo intenso e duraturo. Al riguardo, ribadisce l’opportunità di considerare il disegno di legge finanziaria in connessione con l’attività dell’Esecutivo dall’inizio della legislatura e non nella sua contingenza, come è invece accaduto nel corso di talune audizioni svolte sulla manovra finanziaria.
Relativamente all’inefficace gestione della finanza pubblica, il senatore Morando ritiene che la critica fondamentale non debba essere rivolta esclusivamente all’eccessivo ricorso ai condoni fiscali e alle misure una tantum. In proposito, coglie l’occasione per rammentare che il ministro Tremonti, da un lato, giustificò a suo tempo il ricorso a tali misure rilevando che interventi strutturali avrebbero ulteriormente depresso il ciclo economico, e, dall’altro, ritenne che i condoni non avrebbero determinato effetti negativi sull’entrata (mentre, egli rileva, ciò contrasta con i dati forniti dall’ISTAT con riferimento all’andamento del gettito relativo all’imposizione diretta).
La ragione principale del fallimento del Governo riguarda invece la crescita della spesa corrente primaria (ovvero al netto della spesa per interessi). Ciò, lamenta, è tanto più grave in considerazione della circostanza che tale voce di spesa è direttamente controllabile dal Governo, a differenza, ad esempio, della spesa per interessi (che dipende dal volume del debito pubblico pregresso e dal livello del tasso di interesse di mercato). Al riguardo, richiama l’attenzione sulla circostanza che nel 2001 il volume della spesa corrente primaria (così come ridefinita a seguito delle riclassificazioni e correzioni apportate da EUROSTAT), che peraltro il ministro Tremonti stigmatizzò per la sua entità, era pari al 37,9 per cento del PIL e quindi persino inferiore a quanto aveva ereditato il Governo di Centro-sinistra nel 1996.
Tale rapporto, egli prosegue, - già cresciuto al 39,3 per cento dopo i primi tre anni della legislatura - è ora pari al 40,2 per cento, con un incremento pari al 2,3 per cento rispetto al 2001. In termini assoluti, dal 2001 la spesa corrente primaria è dunque cresciuta di 30 miliardi di euro.
A conferma della gravità delle scelte adottate dall’attuale compagine governativa, afferma che, se tale tipologia di spesa fosse cresciuta al ritmo del PIL, sarebbe stato possibile rispettare i parametri del Patto di stabilità europeo e disporre di risorse adeguate da investire in politiche per lo sviluppo.
In proposito, tiene inoltre a precisare che a fronte di tale critica nei confronti del Governo in carica, corrisponde un impegno da parte del futuro Esecutivo di Centro-sinistra ad un contenimento della spesa corrente primaria, atteso che altrimenti non saranno disponibili risorse per lo sviluppo. Si tratta peraltro di un’inversione di tendenza che richiede un programma di legislatura, basato su scelte restrittive, sulla promozione di processi di mobilità nella pubblica amministrazione e sull’effettiva attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.
A fronte di tali necessità, egli deplora che il disegno di legge finanziaria, da un lato, operi tagli di spesa indiscriminati e, dall’altro, intenda comprimere spese correnti caratterizzate da rigidità non sopprimibili, almeno in una prospettiva annuale. Quanto a quest’ultimo aspetto, lamenta il contenimento delle spese per consumi intermedi e delle dotazioni dei fondi di riserva, che irrigidiscono il bilancio.
In particolare, stigmatizza la rideterminazione delle dotazioni del Fondo di riserva per le spese obbligatorie, ridotto al 60 per cento rispetto all’anno precedente, a fronte del livello di utilizzo rilevato nel 2002 compreso fra il 75 e l’80 per cento. Analoga critica rivolge con riguardo alla compressione del fondo per le spese impreviste (ora pari al 40 per cento rispetto allo scorso anno), che giudica intollerabile, tanto più a fronte di livelli medi di utilizzo pari al 50 per cento.
Non vanno poi dimenticati i tagli dei trasferimenti agli enti locali, che risultano a suo giudizio del tutto eccessivi, soprattutto con riferimento alle spese sociali. Al riguardo, critica le rassicurazioni rese dal ministro Tremonti in merito all’esclusione da tale decurtazione delle spese sociali, secondo il quale essa riguarda solo spese superflue, come ad esempio il ricorso ad autovetture pubbliche. Di contro, egli sottolinea che l’articolo 22, comma 4, del disegno di legge finanziaria esclude dal taglio, con riferimento agli interventi di carattere sociale, le spese risultanti dalla classificazione per funzioni prevista dal Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 194 del 1996. Fra queste ultime, fa presente che sono infatti, fra l’altro, escluse le spese sociali effettuate dagli enti locali per le scuole, quali il servizio mensa e di trasporto. Né, egli tiene a precisare, dal taglio vengono esclusi gli interventi di carattere sociale degli enti locali, realizzati attraverso detrazioni o riduzioni di imposte.
Con riferimento alla spesa decentrata degli enti locali, l’oratore sottolinea l’esigenza di introdurre meccanismi di riduzione delle spese mediante l’istituzione di una precisa correlazione con le entrate, dando piena attuazione all’articolo 119 della Costituzione così come da ultimo modificato. Ritiene, infatti, che la predisposizione di un Patto di stabilità interno per gli enti locali ispirato, diversamente da quanto previsto in relazione al Patto di stabilità europeo, al criterio dell’imposizione di un tetto di spesa risulti lesivo dell’autonomia degli enti medesimi, oltre a non operare alcuna selezione tra enti virtuosi e non, sotto il profilo della spesa pubblica; al contrario, giudica preferibile l’imposizione di un vincolo alla spesa decentrata imperniato su di un sistema premiante ovvero penalizzante dei comportamenti degli enti locali.
Venendo poi all’analisi dei dati dell’economia reale, rileva una scarsa chiarezza sul complesso degli interventi di finanza pubblica predisposti dall’Esecutivo: accanto all’incertezza sull’andamento tendenziale dell’economia viene in rilievo il sovrapporsi di contestuali misure sulle entrate, mediante il decreto-legge attualmente in corso di esame presso la Commissione finanze e tesoro, nonché sulle spese, tramite un ulteriore provvedimento d’urgenza che verrà esaminato dalla Camera dei deputati.
Sottolinea che i principali indicatori economici, costituiti essenzialmente dalle quote di commercio mondiale detenute dal Paese e dalla produttività complessiva dei fattori e, in particolare, del fattore lavoro, delineano il sostanziale fallimento della politica economica sinora posta in essere dal Governo nel rilanciare lo sviluppo economico. Paragonando, infatti, l’andamento dei citati indici dall’inizio degli anni Novanta ad oggi, evidenzia una costante riduzione del tasso di crescita della produttività del lavoro e un notevole decremento della produttività totale del sistema, con la conseguente consistente perdita di quote nel commercio mondiale: la responsabilità di tale tendenza è da attribuirsi all’inefficacia della politica economica del centro-destra che non ha utilmente contrastato il progressivo declino del sistema produttivo. Rileva inoltre che gli interventi previsti dalla manovra di finanza pubblica per il prossimo anno, differenziandosi dalle misure previste negli anni scorsi, costituiscono una riprova della sostanziale presa d’atto da parte del Governo della necessità di un cambiamento di rotta onde fronteggiare la difficile congiuntura; a proprio avviso sarebbe stato invece necessario intervenire con maggiore tempestività già dal momento dell’adozione della moneta unica europea la quale, se da un lato ha evidenziato i profili di criticità da affrontare, dall’altro ha creato le condizioni di base che avrebbero reso possibile l’attuazione di incisivi interventi di politica economica.
Passando poi ad analizzare i contenuti del disegno di legge finanziaria, giudica positivamente l’elemento di novità costituito dalla prevista riduzione del costo del lavoro, che si muove nell’ottica di un rilancio dell’economia incentivando la competitività delle imprese. Fa tuttavia presente che occorrerebbe da parte dell’Esecutivo, oltre all’ammissione del sostanziale fallimento del secondo modulo della riforma fiscale - che mediante una riduzione della pressione tributaria avrebbe dovuto generare una ripresa dei consumi e degli investimenti che non si è in concreto verificata - una rimodulazione dell’intervento sul cuneo contributivo rendendolo maggiormente incisivo nell’entità e concentrato in un breve arco temporale; in particolare, suggerisce una riduzione pari a tre punti percentuali da ripartirsi equamente a favore del settore del lavoro e delle imprese, onde consentire di risolvere le problematiche salariali e favorire un recupero di competitività dei prodotti italiani sui mercati esteri. Le relative risorse di copertura, al riguardo, avrebbero potuto essere ricavate dalla rinuncia al secondo modulo della riforma dall’imposizione diretta, che non ha prodotto i risultati sperati in termini di incidenza sulla domanda aggregata.
Commenta poi i risultati ottenuti dagli interventi di privatizzazione e liberalizzazione dei mercati posti in essere dall’Esecutivo. A tale proposito, richiama i dati forniti dall’ISTAT, i quali evidenziano come una significativa riduzione dei prezzi si sia verificata principalmente nel settore delle telecomunicazioni, ove la privatizzazione ha consentito un effettivo instaurarsi di un sistema competitivo, mentre la stessa dinamica non si è riprodotta in altri ambiti, laddove il passaggio in mano privata delle imprese monopolistiche ha coinvolto le grandi imprese private che hanno marginalizzato il loro settore principale di attività, apportato situazioni di indebitamento e ridotto drasticamente le risorse investite nei settori della ricerca e dello sviluppo. Alla luce di tali considerazioni, fa osservare che la scarsa efficacia delle operazioni di liberalizzazione attuate dal Governo non ha prodotto una migliore concorrenza e ha determinato un’ingente diminuzione degli investimenti in ricerca e innovazione.
Formulando poi osservazioni conclusive sulla manovra di finanza pubblica nel suo complesso, l’oratore ribadisce come essa fornisca la riprova del fallimento e l’esplicita sconfessione di una delle impostazioni di fondo del programma di politica economica del centro-destra, costituita dalla programmata riduzione della pressione fiscale; prende atto con soddisfazione del mancato inserimento nella manovra per il prossimo anno di interventi sull’imposizione sulle persone fisiche ovvero sulle imprese, a favore della riduzione del costo del lavoro da tempo sollecitata dalla propria parte politica.
Riepiloga infine quali misure sarebbe opportuno introdurre nella manovra in esame. Dopo aver richiamato quanto già esposto relativamente alla gestione dei conti pubblici, alla disciplina del cuneo fiscale e alla necessità di una maggiore liberalizzazione, si sofferma sulla tematica delle politiche sociali. Auspica, in tale ambito, l’introduzione di un organico sistema di ammortizzatori sociali in un contesto di ristrutturazione complessiva dei comparti produttivi. Con riferimento al rinvenimento di risorse finanziarie per far fronte a tale riassetto, sottolinea l’esigenza di porre rimedio a talune discrasie dal punto di vista della tassazione, operando un riequilibrio dell’imposizione sui fondi immobiliari rispetto all’imposizione che grava sui canoni di locazione, nonché riallineando il trattamento delle rendite di capitale, rispetto all’attuale favore riservato ai capital gain, operazioni dalle quali potrebbero essere tratte risorse adeguate per la copertura finanziaria dei citati interventi di politica sociale.
BILANCIO (5ª)
mercoledì 19 ottobre 2005
759ª Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.
Il presidente relatore AZZOLLINI ricorda che nella precedente seduta sono state svolte le esposizioni preliminari e che in apertura della discussione generale è intervenuto il senatore Morando, preannunciando la presentazione di una relazione di minoranza al disegno di legge n. 3613.
Interviene il senatore NOCCO (FI), esprimendo apprezzamento per l’operato del Governo che, nonostante la congiuntura sfavorevole e le previsioni pessimistiche da più parti formulate, ha presentato una manovra rigorosa e di taglio non elettoralistico, nel solco dei precedenti provvedimenti già adottati dall’esecutivo. A suo avviso, infatti, il Governo ha il merito di aver arginato i processi di crisi economico-produttiva, mantenendo al contempo elevati standard dei servizi ai cittadini, senza peraltro inasprire il carico fiscale. Ciò risulta tanto più apprezzabile ove si consideri il particolare momento storico, durante il quale, a suo avviso, sarebbe stato estremamente arduo fare di più, anche per la resistenza, spesso aprioristica posta in essere da gruppi di pressione quali i sindacati.
Si sofferma quindi analiticamente sul contenuto dei documenti di bilancio, volti ad arginare in modo deciso i processi di dispendio improduttivo di denaro pubblico, fissando al contempo aumenti di spesa in settori particolarmente delicati, come dimostrano le misure di sostegno alle famiglie, gli oneri connessi ai rinnovi contrattuali e alla riforma previdenziale.
Permane tuttavia - prosegue l’oratore - una forte esigenza di riordino dei conti pubblici, per stimolare in modo efficace i processi di crescita e correggere la grave anomalia che caratterizza l’Italia nella continua proliferazione di spese improduttive: ritiene infatti che attualmente la pubblica amministrazione, sia statale che locale, costi al cittadino più di quanto sia in grado di fornire in termini di servizi ed efficienza, come dimostrano le crescenti spese per consulenze, assunzioni, ed altre operazioni economicamente non razionali. È davvero singolare, a suo avviso, che i presidenti delle Regioni, a maggioranza di centro-sinistra, gridino allo scandalo paventando lo scadimento dei servizi sociali, nonostante la proliferazione di spese improduttive proprio a scapito di servizi di pubblica utilità.
Al riguardo, auspica in futuro l’instaurarsi di un approfondito dibattito tra tutte le forze politiche e la pronta adozione di provvedimenti di maggior rigore.
Sottolinea poi la rilevanza dei provvedimenti adottati dal Governo in favore del Mezzogiorno, mediante una destinazione di risorse che ritiene ben più razionale di quella posta in essere dai precedenti Governi di centro-sinistra, per poi soffermarsi analiticamente sugli interventi in materia di riduzione del costo del lavoro, dei quali sottolinea l’importanza. Esprime inoltre un vivo apprezzamento per le disposizioni in materia di distretti produttivi, per la prima volta affrontati in un’ottica funzionale e non meramente territoriale: lo snellimento degli adempimenti burocratici, la previsione di agevolazioni fiscali e finanziarie e la previsione di misure di contenimento del rischio creditizio saranno, a suo avviso, misure decisive per promuovere ulteriore sviluppo e ovviare ai problemi derivanti dalla polverizzazione del tessuto produttivo nazionale, anche con riguardo alle croniche difficoltà di accesso al credito, specie per le imprese del Mezzogiorno.
La manovra in esame - prosegue il senatore Nocco - ha il merito di affrontare alcune questioni di rilievo primario: in primo luogo, l’introduzione di una banca per il Mezzogiorno, che potrà rappresentare un importante strumento di rilancio dell’economia del Meridione, senza comportare finanziamenti a pioggia da parte dello Stato, a patto che la proprietà di tale istituto sia effettivamente diffusa tra gli operatori locali. In secondo luogo, la previsione di importanti misure in favore del mondo agricolo; a tale ultimo riguardo, sottolinea peraltro la necessità di adottare tempestivamente misure per risolvere l’annosa questione del riordino dei contributi previdenziali in agricoltura.
Ribadisce pertanto il proprio apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra varata dal Governo, rilevando peraltro che gli effetti favorevoli sui processi di sviluppo e crescita saranno ancora più evidenti se vi sarà la piena cooperazione da parte delle istituzioni, degli enti pubblici periferici e degli operatori economici, nell’utilizzare le risorse disponibili nel modo più razionale e creando le condizioni idonee al rilancio produttivo, anche attraverso l’incremento degli investimenti nella ricerca.
Il senatore IZZO (FI) esprime un convinto apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra varata dal Governo, caratterizzata da una particolare concretezza e dalla rinuncia a tentazioni di carattere elettoralistico, a differenza della manovra per il 2001, che portò all’introduzione di misure estremamente discutibili come il credito d’imposta per il Mezzogiorno, il cui utilizzo nei fatti non fu finalizzato alla crescita ed al mantenimento dei livelli occupazionali. Il disegno di legge finanziaria in esame coniuga invece efficacemente le esigenze di rigore e di sviluppo; ciò risulta tanto più apprezzabile ove si consideri l’estrema difficoltà della congiuntura economica europea, nella quale il Governo si è trovato a dover operare, cercando di arginare le spese improduttive.
Pur rilevando la mancanza di provvedimenti di riduzione dell’IRAP - che considera un grave errore compiuto nella precedente legislatura, in quanto non si tenne conto degli effetti distorsivi di tale imposta a scapito delle imprese che creano occupazione - ritiene comunque che il riordino del regime di tale imposta e la eliminazione dei suoi effetti distorsivi potranno essere efficacemente affrontati già nella prossima manovra di finanza pubblica.
Si sofferma quindi analiticamente sulle rilevanti novità introdotte dal disegno di legge finanziaria, particolarmente attento alle esigenze delle imprese: è in tale ottica che va valutata con favore la riduzione del costo del lavoro, che instaura per la prima volta una fondamentale inversione di tendenza.
Considera inoltre particolarmente importanti le misure per favorire l’accesso al credito attraverso un fondo di garanzia, la detassazione degli utili reinvestiti e la eliminazione della tassa sui brevetti. Tali misure, a suo avviso, hanno il merito di eliminare forti ostacoli al recupero di competitività delle imprese italiane, ed hanno inoltre quello di incentivare maggiormente gli investimenti in ricerca e sviluppo, che risultano un volano fondamentale per il recupero e il mantenimento di posizioni di eccellenza nel contesto internazionale.
Si sofferma quindi sulle altre misure introdotte dal disegno di legge finanziaria, ribadendo il proprio pieno apprezzamento. In primo luogo, infatti, ritiene giustificata l’introduzione di una tassa sulle grandi reti infrastrutturali, atteso che i soggetti gestori operano in regime di sostanziale monopolio. In secondo luogo, considera di fondamentale importanza le disposizioni relative ai distretti industriali per rafforzare il potere contrattuale delle imprese, con particolare riguardo all’accesso al credito, per il quale, a suo avviso, sussiste attualmente una eccessiva disparità di condizioni tra Nord e Sud del Paese. Ritiene inoltre che l’istituzione di una Banca per il "Mezzogiorno" costituirà un importante strumento per attrarre nuovi investimenti, senza cadere nella tentazione di costruire un nuovo apparato statale.
Nel sottolineare quindi il rilievo delle misure a favore delle famiglie, quali l’aumento delle pensioni minime ed i bonus previsti per l’allargamento del nucleo familiare nonché per le spese da sostenere per i libri scolastici, esprime tuttavia il proprio rammarico per la mancata riforma del sistema del notariato e delle farmacie, che ritiene sarà senz’altro affrontata nel prossimo futuro.
Esprime poi apprezzamento per gli stanziamenti in favore delle Forze dell’ordine e delle Forze Armate, nonché per l’istituzione di un apposito fondo per le frodi ai risparmiatori, facendo osservare, al riguardo, che l’attuale contrazione della spesa per consumi ed investimenti è anche dovuto ad un progressivo decremento della redditività del risparmio rispetto al passato. Rileva poi che gli apparenti tagli alla spesa sanitaria sono in realtà compensati da un utilizzo ben più razionale delle risorse disponibili: al riguardo sarebbe a suo avviso necessario effettuare approfondimenti sulle modalità di gestione della spesa sanitaria da parte delle Regioni, stigmatizzando fortemente l’esempio della Regione Campania che ha determinato forti danni in termini di economicità ed efficienza dei servizi per seguire talvolta modalità gestionali di carattere a suo avviso clientelare.
Ritiene pertanto ingiustificate le contestazioni in ordine alle disposizioni per il controllo della spesa, in quanto sono sin troppi gli esempi di una malaccorta gestione del pubblico danaro: ad ulteriore riprova di ciò, cita il caso della Provincia di Benevento che, in occasione del Columbus Day, ha affrontato una spesa complessiva pari a circa 170.000 euro per finalità di dubbia rilevanza istituzionale.
Si sofferma quindi sulle disposizioni ispirate alla cosiddetta riduzione dei costi della politica, che ritiene importanti non tanto sotto il profilo quantitativo, quanto per il preciso segnale che in tal modo viene offerto ai cittadini, che non possono a suo avviso vedersi gravati da un continuo incremento delle spese; al riguardo, ritiene inoltre opportuno un approfondimento sull’entità complessiva degli oneri dei gettoni di presenza degli Enti locali.
Dopo aver trattato i profili inerenti alle ulteriori privatizzazioni di ENEL ed ENI ed alle nuove forme di cartolarizzazione, ribadisce il proprio convinto apprezzamento per l’operato del Governo.
Dichiara infine di esprimere il proprio ringraziamento per il lavoro svolto dal Presidente Azzollini, che ha assunto le vesti di relatore su precisa insistenza di numerosi esponenti delle forze di maggioranza, nonché per il consueto contributo assicurato dagli Uffici del Senato in occasione della sessione di bilancio.
Il seguito dell’esame congiunto viene quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 22,30.
BILANCIO (5ª)
giovedì 20 ottobre 2005
759ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
indi del Vice Presidente
MORANDO
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il senatore MICHELINI (Aut), intervenendo in discussione generale, dichiara preliminarmente di riconoscersi nella relazione di minoranza svolta dal senatore Morando e per tale ragione limiterà il suo intervento esclusivamente ad alcuni aspetti a suo avviso problematici della manovra finanziaria. Dopo aver rappresentato le difficoltà incontrate nell’analisi dei dati, anche in considerazione del fatto che il Governo non ha messo a disposizione tutta la necessaria documentazione (in particolare la II parte della Relazione previsionale e programmatica), fa presente che la manovra di finanza pubblica per l’anno 2006 ammonta a 12.370 milioni di euro, se si considerano gli effetti del disegno di legge finanziaria combinati con quelli determinati dal decreto legge n. 203 del 2005 (atto Senato n. 3617) sul saldo relativo all’indebitamento netto e mettendo quindi a confronto tutte le variazioni di entrata e di spesa quali risultano, per la legge finanziaria dall’allegato 7 e dalle tabelle da A ad F e, per il decreto legge n. 203, dalla tabella allegata alla relazione tecnica. Evidenzia quindi come nel valutare la manovra si debba pensare non tanto all’insieme delle variazioni apportate alle entrate ed alle spese come totale delle risorse da impiegare, ma agli effetti sui saldi. Conseguentemente rileva che la manovra si compone di maggiori entrate finali per 11.356 milioni di euro, con un incremento dello 0,2 per cento rispetto al 2005, e di minori spese finali per un ammontare di 11.007 milioni di euro, con un incremento dell’1,5 per cento sempre rispetto allo stesso anno. Ne deriva che rispetto al 2005 le entrate finali aumentano di 8.715 milioni di euro (+1,4 per cento) mentre le spese finali conoscono un incremento pari a 3.966 milioni di euro (+0,6 per cento). Sottolinea quindi che le entrate tributarie aumentano di 1.290 milioni, pari allo 0,1 per cento del PIL, con un incremento quindi della pressione fiscale dal 40,3 al 40,4 per cento rispetto al 2005.
La riduzione delle spese è stata operata con interventi nella misura del 19 per cento sulla spesa corrente e dell’81 per cento su quella in conto capitale, dato questo che evidenzia come la manovra si caratterizzi soprattutto per un forte intervento sulle spese in conto capitale. Sottolinea quindi la presenza di alcune criticità nella politica economica del Governo che risultano con evidenza dalla lettura dei dati e dall’analisi degli interventi proposti, in particolare per quanto attiene ai fondi di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine e per le spese impreviste ed al fondo sanitario nazionale. Sui fondi di riserva sussistono incertezze, anche alla luce dei parametri posti dalla legge di contabilità di Stato, in ordine alla possibilità di verifica del presunto risparmio, derivante dalla rideterminazione dei fondi, pari a 1.700 milioni di euro, scontato nell’Allegato 7 al disegno di legge finanziaria. Poiché infatti non si conosce l’ammontare dei due fondi di riserva nel bilancio 2006 a legislazione vigente, si potrebbe ad esempio ipotizzare un minore risparmio che risulterebbe di soli 700 milioni di euro circa, tenendo a base il dato relativo al bilancio 2005, o addirittura un incremento della spesa in misura corrispondente per il caso in cui i fondi, essendo ricostituiti ex novo di anno in anno, risultassero pari a zero.
Con riferimento al fondo sanitario nazionale, ritiene di difficile verificazione il dato, risultante dall’allegato 7 al disegno di legge finanziaria, di un risparmio pari a circa 2.500 milioni di euro: da alcune simulazioni possibili che sottopone all’attenzione della Commissione, infatti, il disegno di legge finanziaria determinerebbe un valore del fondo sanitario nazionale pari a 93.173 milioni di euro, contro i 95.610 previsti nel bilancio a legislazione vigente indicato nel DPEF 2006-2009, per cui vi sarebbe effettivamente un risparmio di 2.437 milioni di euro. Sennonché, la relazione tecnica al disegno di legge finanziaria, a pagina 266 afferma che "a fronte dell’incremento del livello di finanziamento a cui concorre lo Stato, rispetto a quanto stabilito con la legge finanziaria 2005, si richiede alle regioni una manovra di circa 2.500 milioni di euro". Evidenzia come, in pratica, con tale operazione il predetto risparmio diviene una spesa aggiuntiva che lo Stato pone interamente a carico delle regioni. Pertanto, sommando il minor risparmio di 1.000 milioni di euro derivante dal taglio ai fondi di riserva, e il mancato risparmio di 2.500 milioni sul fondo sanitario nazionale, rileva come la finanziaria per il 2006 proposta dal Governo comporti risparmi inferiori a quanto stimato, per ben 3.500 milioni di euro. Tale differenza dovrà trovare compensazione nel margine complessivo di 3.907 milioni derivante dalla manovra, come indicato nel prospetto di copertura della legge finanziaria, che non potrà quindi più essere utilizzato, perdendosi di flessibilità nella gestione del bilancio.
Esprime conseguentemente preoccupazione per il modo con cui sono esplicitate le grandezze di carattere finanziario nei documenti messi a disposizione dal Governo, che fa dubitare dell’attendibilità delle cifre fornite. Una riprova è costituita dalla manovra per l’anno 2005 che avrebbe dovuto ridurre il saldo dell’indebitamento netto di circa 24 miliardi di euro, quando invece si sono a consuntivo registrati circa 10 miliardi di maggiori spese ed altrettanti di minore entrate che hanno di fatto annullato l’efficacia della manovra stessa.
Evidenzia quindi come la legge finanziaria contiene numerose disposizioni che istituiscono fondi da ripartire sulla base di determinazioni del Ministero dell’economia e delle finanze. Si tratta di disposizioni che, oltre a porsi in contrasto con i principi contabili, in particolare per ciò che attiene al profilo della trasparenza, determineranno una concentrazione eccessiva di poteri in capo al Ministero dell’economia da un lato e, dall’altro, deluderanno certamente le aspettative dei cittadini in conseguenza dei ritardi burocratici che ne deriveranno e della prevedibile carenza di risorse che si potrebbe determinare per alcune finalità di spesa. Analoghe considerazioni svolge sulle norme che riassegnano entrate a capitoli di spesa di vari dicasteri. L’ampia autonomia riconosciuta alle suddette amministrazioni di aumentare le tariffe dei servizi forniti agli utenti o di istituirne di nuove per finanziare le proprie spese, costituisce una strada molto pericolosa che non va certo nella direzione di assicurare elasticità al bilancio come invece si vorrebbe.
Si sofferma poi su quelle disposizioni del disegno di legge finanziaria che realizzano interventi di perequazione sociale ed affrontano le problematiche della crescita e della concorrenzialità. Pur trattandosi di interventi astrattamente condivisibili, dalla lettura delle disposizioni si ha l’impressione che il Governo non abbia un progetto ben definito, risultandone un quadro di interventi generici non sorretti da un disegno unitario e perciò prevedibilmente di difficile incisività. Giudica inoltre insufficiente la riduzione di un punto percentuale del costo del lavoro per effetto delle misure sul cosiddetto "cuneo contributivo"; più in generale, esprime il sospetto che le disposizioni della manovra siano state concepite non già per fronteggiare concretamente i problemi del Paese quanto piuttosto per acquisire consenso presso l’opinione pubblica anche in vista dell’ormai prossimo appuntamento elettorale.
Con riferimento alle disposizioni in materia del patto di stabilità interno, nel criticare particolarmente il perdurante del ricorso all’imposizione di un tetto alle spese degli enti, anziché concentrarsi su obiettivi di saldo complessivo tra entrate e uscite, esprime rammarico per le modalità con le quali ancora una volta il Governo interviene nei confronti degli enti locali, anche perché non ha tenuto in alcun conto il contributo e le analisi svolte dall’Alta Commissione di studio per la definizione dei meccanismi strutturali del federalismo fiscale, che avrebbero permesso di affrontare in maniera costruttiva il rapporto con gli enti locali. Sul punto, lamenta peraltro la difficoltà di reperire la relazione conclusiva sui lavori svolti dall’Alta Commissione.
Dopo un intervento del vice ministro VEGAS, volto a precisare che la relazione finale sull’attività svolta dall’Alta Commissione per il federalismo fiscale è ormai pubblica e disponibile anche sui siti Internet istituzionali, prende la parola il senatore Paolo FRANCO (LP), il quale, intervenendo in discussione generale, dichiara preliminarmente di riconoscersi nelle considerazioni svolte dal Presidente relatore che ha apprezzabilmente evidenziato gli interventi più significativi della legge finanziaria. Si tratta di una manovra che, contrariamente a quanto affermato, contiene scelte consapevoli e ben precise non certo di tipo elettorale, anche alla luce di alcune scelte dal carattere talora impopolare. Si sofferma quindi sui principali interventi contenuti nella manovra economica, richiamando l’attenzione sulle disposizioni in materia di lotta all’evasione fiscale - che dovrebbe consentire un recupero importante del gettito – sulle modifiche apportate al cosiddetto "patto di stabilità interno", sulle disposizioni che realizzano la riduzione della spesa pubblica con l’obiettivo del risanamento dei conti. Altri significativi interventi riguardano la riduzione del cuneo contributivo; aspetto questo che non è stato a suo avviso sufficientemente apprezzato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali audite, fatta eccezione per il segretario generale della CISL che ha riconosciuto l’importanza dell’intervento come strumento per favorire nuove opportunità di impiego in conseguenza dell’incremento delle risorse finanziarie delle imprese che esso determina. Altro aspetto apprezzabile – peraltro adeguatamente evidenziato dal Presidente relatore – e che si pone in linea di continuità con l’azione già avviata nel corso dell’ultima finanziaria, è costituito, nel settore degli incentivi alle imprese, dall’abbandono delle contribuzioni a fondo perduto in favore di un sistema più attento alla qualità degli investimenti.
Si tratta poi – continua l’oratore - di una finanziaria che si preoccupa non soltanto di ridurre la spesa pubblica ma anche di favorire la crescita economica. L’obiettivo della manovra è infatti quello di coniugare la stabilizzazione dei conti pubblici con lo sviluppo dell’economia non soltanto alla luce degli impegni assunti in sede europea, ma soprattutto per offrire una risposta adeguata ad una esigenza da tempo espressa dai cittadini. Evidenzia i segni di ripresa dell’economia italiana, ricordando il dato della crescita dello 0,7 per cento relativa al periodo aprile-giugno del corrente anno; un dato questo che interrompe una sequenza negativa che si spera possa restare un ricordo nelle prossime rilevazioni. Non condivide le analisi che sono state fatte, anche sulla stampa, sul presunto carattere innovativo della manovra rispetto alla passata politica economica del Governo con cui si porrebbe in contrasto. Non si tratta infatti di una manovra avulsa da quelle che la maggioranza ha posto in essere nel corso della legislatura, ma semplicemente della individuazione di ulteriori strumenti tra quelli possibili in coerenza con l’evoluzione delle criticità poste dalla realtà economica del Paese. Per un sistema economico complesso come quello italiano sono infatti necessari interventi diversificati quali sono quelli che il Governo ha posto in essere nel corso della legislatura. Ricorda in proposito la riduzione del carico tributario, anche attraverso un aumento delle detrazioni e l’attuazione dei primi due moduli della riforma fiscale, l’incremento delle pensioni minime, le provvidenze in favore delle imprese e della ricerca, oltre ad interventi una tantum come ad esempio il condono.
Si sofferma poi sulle disposizioni in favore dei distretti, che giudica importanti in quanto valorizzano una realtà tipicamente italiana anche nell’ottica di favorire la competizione sui mercati internazionali. Apprezzabili sono poi le disposizioni in favore del settore no-profit che costituisce una realtà molto significativa, sia per il personale impiegato, che per i risultati ottenuti. Dopo aver espresso alcune perplessità sulle disposizioni in materia di trasferimento di autoveicoli, sulle quali fa riserva di ritornare nel prosieguo dell’esame, sottolinea inoltre l’incremento delle risorse finanziarie per favorire la tutela dell’ordine pubblico. Ritiene altresì molto importante il fondo destinato ad indennizzare i risparmiatori vittime di frodi, sottolineando comunque l’esigenza di coniugare tali misure con l’adozione di una legislazione moderna ed efficiente in materia di risparmio, anche per evitare il ripetersi di tali fenomeni speculativi. Manifesta apprezzamento per gli interventi diretti alla lotta all’evasione pur auspicando in proposito che, nella concreta attuazione delle disposizioni, l’azione di contrasto sia effettivamente mirata nei confronti di quelle aree in cui il fenomeno è maggiormente evidente.
Giudica quindi positivamente le disposizioni che riducono i costi della politica, anche se al riguardo preannuncia un emendamento diretto a evitare che possano determinarsi riduzioni ingiuste, come ad esempio quelle nei confronti di amministratori dei comuni più piccoli rispetto ai quali il taglio proposto risulterebbe eccessivamente penalizzante. In tal senso, propone l’introduzione di una franchigia che esenti dall’intervento di riduzione quegli amministratori locali che percepiscono le indennità più contenute.
Preannuncia altresì altri emendamenti sul tema delle risorse da destinare in favore della famiglia. Al riguardo ritiene opportuno che il Parlamento si esprima con chiarezza, indicando le specifiche destinazioni dei fondi tra quelle astrattamente possibili. A tal fine gli interventi dovrebbero essere diretti in particolare a fronteggiare il fenomeno della scarsa natalità e ad agevolare quei nuclei familiari all’interno dei quali vi sono persone diversamente abili. In altri termini non dovrà trattarsi di risorse distribuite a pioggia, ma utilizzate sulla base di scelte ben precise, che proprio perché tali contribuiranno senza dubbio a incrementare l’efficacia dell’intervento.
Quanto poi al patto di stabilità, le proposte emendative della sua parte politica che sin da ora preannuncia andranno nella direzione di favorire quegli enti locali che hanno amministrato bene, attraverso l’introduzione di un apposito indicatore di autonomia finanziaria, basato sul rapporto tra i titoli dell’entrata e della spesa, così come classificati nei bilanci degli enti locali, al fine di ricavare una misura, per quanto possibile precisa, della capacità degli enti di coprire con le proprie risorse una determinata quota delle spese. Ovviamente, gli enti con più alta autonomia finanziaria dovrebbero essere incentivati mediante un corrispettivo alleggerimento dei vincoli del patto di stabilità, sul fronte delle spese effettuabili. Quanto poi al ripiano dei disavanzi regionali nel settore della sanità di cui all’articolo 39 del disegno di legge finanziaria, si dice contrario ad un intervento generico, che finisca per premiare anche quelle regioni che hanno i deficit più alti, mentre occorrerebbe una maggiore selettività negli aiuti per il ripiano, con l’obiettivo di favorire quelle amministrazioni regionali che hanno amministrato meglio. In tal senso richiama anche l’articolo 40 del medesimo disegno di legge, che reca modifiche al decreto legislativo n. 56 del 2000, recante disposizioni in materia di federalismo fiscale. Auspicando che gli attuali meccanismi di trasferimento delle risorse tra lo Stato e le Regioni non vengano stravolti e che la ripartizione delle risorse sia basata sempre su parametri oggettivi che tengano conto delle specifiche situazioni territoriali, così da premiare gli enti più virtuosi e meglio amministrati, chiede pertanto chiarimenti sul punto al rappresentante del Governo.
Si sofferma poi sul comma 12 dell’articolo 31, sul quale ritiene opportuno un chiarimento del Governo, ponendosi il dubbio se i tagli previsti possano riguardare o meno anche il personale militare o civile che abbia contratto malattie in occasione di missioni svolte all’estero. Dopo aver ricordato in proposito l’attività della Commissione parlamentare d'inchiesta di cui è Presidente, sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano impiegato nelle missioni internazionali di pace, sulle condizioni della conservazione e sull'eventuale utilizzo di uranio impoverito nelle esercitazioni militari sul territorio nazionale, preannuncia quindi un emendamento diretto a evitare che il personale civile o militare impiegato in missioni all’estero che abbia contratto malattie per cause di servizio possa risentire della riduzione di spesa introdotta con la disposizione richiamata.
Il senatore FASOLINO (FI), premesso il proprio apprezzamento per la dettagliata e realistica relazione del presidente Azzollini sul disegno di legge finanziaria in esame, commenta taluni dei rilievi critici emersi nel corso delle audizioni in merito alle disposizioni contenute nel suddetto provvedimento. Per quanto concerne, in particolare, le osservazioni svolte dalle organizzazioni sindacali, sottolinea la contradditorietà delle critiche rivolte, da un lato, contro le misure di contenimento della spesa, in quanto insufficienti al risanamento dei conti pubblici e, dall’altro, nei confronti delle eccessive riduzioni degli stanziamenti in determinati settori. Reputa pertanto che l’atteggiamento dei sindacati risulti aprioristicamente critico nei confronti dell’attuale maggioranza. Con riferimento, poi, alle audizioni di Confindustria e della Banca d’Italia, ricorda che la prima ha giudicato positivamente l’impianto della manovra di bilancio in un’ottica di rilancio della produttività del sistema imprenditoriale, pur auspicando un intervento riduttivo dell’IRAP, mentre la seconda ha a sua volta evidenziato che, nonostante la tendenza all’aumento del disavanzo pubblico, la manovra finanziaria si muove in direzione di un risanamento dei conti pubblici e non appare ispirata a intenti elettoralistici.
Rileva poi che la correttezza dell’operato dell’Esecutivo pur nell’imminenza della prossima scadenza elettorale risulta ulteriormente confermata dal raffronto rispetto all’ultima manovra di finanza pubblica posta in essere durante la scorsa legislatura dal Governo di centro-sinistra, il quale determinò, attraverso la soppressione o riduzione dei ticket un ingente incremento della spesa sanitaria senza che si producesse un correlativo miglioramento del livello delle prestazioni. Al contrario, la politica di rigore del Governo Berlusconi risulta, in particolare, dalle misure concernenti il blocco delle assunzioni pubbliche e il contrasto all’evasione fiscale; in particolare, il mancato aumento della pressione fiscale risulta essere una delle direttrici fondamentali del programma governativo e un fondamentale elemento distintivo rispetto al precedente Esecutivo.
L’oratore osserva poi che, considerando la manovra in commento nell’ambito degli interventi attuati nel corso della legislatura, risulta chiaramente che il contenimento delle spese degli enti locali è avvenuto senza incidere sulle spese essenziali ma operando esclusivamente mediante la limitazione degli esborsi superflui legati, ad esempio, a manifestazioni ovvero alla stipula di convenzioni relative a professionalità già rinvenibili nelle strutture di organico degli enti locali, citando al riguardo l’esempio a suo avviso negativo della Regione Campania. D’altro canto, un’analisi complessiva dell’intervento finanziario evidenzia l’attenzione dedicata dal Governo alla salvaguardia dei delicati settori della solidarietà e dell’assistenza, come dimostrato dal progressivo aumento della spesa sanitaria rispetto alla precedente legislatura, passata nell’ultimo quinquennio dal 5,1 al 5,5 per cento del PIL, pur permanendo il relativo livello inferiore rispetto agli altri Paesi europei. Per quanto concerne, inoltre, l’istituzione del fondo famiglia e solidarietà, sottolinea l’esigenza che gli interventi finanziati siano rivolti effettivamente al sostegno delle realtà particolarmente bisognose.
Si sofferma quindi ad analizzare gli interventi attuati dall’Esecutivo in favore del Mezzogiorno, esprimendo una complessiva soddisfazione per quanto sinora svolto e sottolineando la necessità, al di là dei lusinghieri risultati già ottenuti, di continuare a dedicare un’adeguata attenzione alla problematica dello sviluppo della rete delle infrastrutture e dei trasporti, con particolare riguardo al finanziamento di attività di riqualificazione del sistema portuale: il combinato disposto di tali interventi consentirebbe al Sud del Paese di offrire un sistema avanzato di collegamenti che favorirebbe lo sviluppo economico. Dopo aver apprezzato le disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria in materia di distretti produttivi, ispirate al sostegno della competitività delle imprese sul mercato, formula l’auspicio che tali misure, coniugate ad un miglioramento della rete infrastrutturale, possano esplicare i positivi effetti anche in termini di nuova occupazione nel Mezzogiorno. Un ulteriore profilo degno di attenzione al fine di favorire lo sviluppo di tale area è costituito dal sostegno al sistema bancario affinché effettui investimenti: l’istituzione della Banca per il Sud appare muoversi nella giusta direzione, poiché aperta alla fattiva partecipazione degli azionisti privati, ma sarebbe altresì auspicabile l’introduzione della possibilità di praticare tassi di interesse differenziati, evitando comunque il ripetersi di gestioni inefficienti o clientelari.
In conclusione, sottopone alla valutazione del rappresentante del Governo la problematica concernente la gestione di Sviluppo Italia, sollecitando che i compiti affidati a tale agenzia per lo sviluppo delle imprese e l’attrazione degli investimenti vengano svolti nel rispetto dei termini delle convenzioni già stipulate con le imprese ai fini dell’accesso alle agevolazioni, in un’ottica di chiarezza e di migliore efficienza, senza indebite modifiche delle condizioni già pattuite che potrebbero mettere in difficoltà le imprese stesse.
Su proposta del presidente MORANDO, la Commissione conviene di sospendere brevemente la seduta, al fine di consentire ai senatori di seguire le comunicazioni del ministro dell’interno Pisanu in Assemblea sul tragico omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, per poi riprendere al termine dell’intervento del Ministro.
La seduta, sospesa alle ore 11,25, riprende alle ore 11,55.
Interviene il senatore CADDEO (DS-U) che esprime un giudizio complessivamente critico sulle proposte di politica economica formulate dall’Esecutivo nell’ambito della manovra di finanza pubblica in discorso e, più in generale, nel corso della legislatura. Osserva preliminarmente la difficile congiuntura attraversata dal Paese, caratterizzata da una crescita economica insoddisfacente e nettamente inferiore alla media comunitaria, nonché da un significativo calo in termini di competitività nel contesto internazionale. Tali esiti ritiene derivino da problematiche strutturali a fronte delle quali l’attuale Governo non ha operato efficacemente: in particolare, le responsabilità si appuntano sul mancato controllo della crescita della spesa corrente, il cui livello, cresciuto del 37,9 per cento del PIL del 2001 al 40 per cento del 2005, ha condizionato e tuttora incide significativamente sulle possibili misure da attuare per rilanciare la crescita economica. In tale contesto, evidenzia come la manovra di finanza pubblica per il prossimo anno appare improntata ad interventi in sé condivisibili e da tempo sollecitati anche dalla propria parte politica, quali la riduzione del costo del lavoro, il sostegno alla ricerca e innovazione, l’istituzione di distretti produttivi, che sono tuttavia di portata insufficiente per produrre effetti incisivi. Inoltre, la previsione di aumento del PIL non risulta realistica in quanto correlata ad una prefigurata ripresa delle esportazioni, degli investimenti e delle spese delle famiglie e della Pubblica Amministrazione connotata da elementi di aleatorietà; al contrario, le riduzioni di spesa imposte dall’esigenza di rispetto dei parametri comunitari potrebbero produrre effetti depressivi sull’economia. La situazione risulta ulteriormente aggravata dall’incertezza circa l’andamento del deficit tendenziale e dalla scarsa efficacia riscontrata dalle misure contenute nella legge finanziaria dello scorso anno.
Passa quindi ad analizzare le disposizioni concernenti gli enti locali. Osserva criticamente che la consistente riduzione degli stanziamenti per le spese decentrate inciderà necessariamente sul livello di prestazione dei servizi sociali e di assistenza. Inoltre, desta preoccupazione l’evidente contrasto che sussiste tra la prospettiva di istituzione di un federalismo fiscale in un’ottica di lungo periodo e il tendenziale accentramento da parte delle imprese dei sistemi contabili e gestionali, che rischia di ostacolare l’effettiva istituzione di una fiscalità decentrata, posto che, con tale impostazione, le imprese versano al centro tutte le imposte e i contributi previdenziali relativi alla ricchezza prodotta nelle varie regioni del Paese, che sono perciò escluse in tutto o in parte dal relativo gettito. A proprio avviso, prosegue l’oratore, le autonomie locali dovrebbero invece essere sostenute poiché l’efficienza delle stesse si ripercuote sulla competitività soprattutto delle piccole e medie imprese; d’altro canto, le misure previste nella manovra di bilancio di riduzione delle spese decentrate e il coinvolgimento dei Comuni nell’attività di contrasto all’evasione fiscale potrebbero non produrre i risultati sperati poiché potrebbero determinare per i Comuni la necessità di predisporre adeguate strutture deputate ai nuovi compiti assegnati in campo tributario, con l’ulteriore rischio di una frammentazione dell’attività di controllo sull’evasione. A tale ultimo proposito, ritiene che sarebbe stato maggiormente utile limitare il ruolo dei Comuni alla verifica dei parametri degli studi di settore.
Si sofferma poi in particolare sulle disposizioni concernenti l’istituzione del Fondo per l’innovazione, la crescita e l’occupazione destinato a finanziare i progetti individuati dal Piano elaborato nel quadro del rilancio della Strategia di Lisbona. Rileva anzitutto il mancato coinvolgimento del Parlamento nell’elaborazione del citato Piano e rappresenta il rischio di una scarsa efficacia degli interventi poiché la copertura finanziaria degli stessi è correlata agli incerti esiti di future operazioni di dismissione o alienazione di beni dello Stato, mentre l’effettiva fruizione degli stanziamenti non sarà immediata ma rinviata ai prossimi anni. Ritiene che tale osservazione fornisca un’ulteriore riprova della sostanziale presa d’atto da parte del Governo della necessità di intervenire a sostegno dell’economia ma dell’effettiva impossibilità di operare in modo concreto ed efficace.
Passa quindi a descrivere ulteriori profili di criticità della manovra di bilancio, soffermandosi sulla mancata previsione di interventi nei settori riguardati dalla normativa comunitaria in tema di liberalizzazione della prestazione dei servizi, nonché sul dichiarato intento del Governo di ridurre gli oneri amministrativi accompagnato da misure che invece incrementano la struttura e gli adempimenti burocratici. Ulteriori rilievi critici riguardano la contradditorietà tra il dichiarato sostegno alle attività di istruzione e i contenuti della riforma del settore elaborata dal Governo, nonché le misure a favore del Mezzogiorno. A tale ultimo proposito, fa presente che, a fronte delle stime che evidenziano un aumento del tasso di povertà nel Sud del Paese, le misure individuate dal Governo nel disegno di legge finanziaria appaiono insufficienti: in particolare, la previsione di una Banca per il Sud (peraltro con uno stanziamento limitato e senza indicazioni su come aggregare i futuri azionisti pubblici e privati) risulta ultronea poiché il problema fondamentale è costituito non tanto da un razionamento del credito da parte delle banche locali quanto da una inidonea offerta bancaria rispetto alle peculiarità dei soggetti destinatari delle erogazioni di linee di credito. A proprio avviso, sarebbe stato preferibile il ricorso a politiche di coesione e, quindi, a stanziamenti specifici per il Mezzogiorno, mentre il disallineamento dei tempi di erogazione dei sostegni statali rispetto a quelli per la fruizione dei finanziamenti comunitari rischia di vanificare i contestuali interventi. In definitiva, auspica un chiarimento da parte del rappresentante del Governo sulla posizione che l’Esecutivo intende assumere nei confronti delle problematiche del Mezzogiorno, al fine di scongiurare il pericolo di un blocco totale degli investimenti in tale ambito e di un declino economico che impedirebbe al Sud del Paese di divenire un’area strategica nel Mediterraneo, facendo esplicito riferimento al progetto di rafforzare la rete portuale e consentire al Mezzogiorno di divenire una piattaforma logistica di approdo per il traffico commerciale marittimo, in particolare di quello proveniente dall’oriente.
In conclusione, riepiloga taluni suggerimenti per il rilancio dell’economia del Paese: da un lato, la riduzione della spesa corrente, dall’altro il coinvolgimento delle categorie nell’azione di contrasto all’evasione fiscale, nonché il riassetto dell’imposizione fiscale prevista per le rendite finanziarie e immobiliari e un’impostazione di politica sociale che tenda all’introduzione di un sistema complessivo di ammortizzatori sociali.
Ha quindi la parola il senatore GIARETTA (Mar-DL-U), il quale rinvia agli interventi già svolti dai senatori dell’opposizione per le considerazioni di ordine generale sulla manovra di finanza pubblica, evidenziando tuttavia come anche dalle audizioni preliminari svolte nei giorni precedenti sia emersa con chiarezza la previsione del mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati per l’esercizio finanziario 2006, rendendo in tal modo necessaria l’adozione di una manovra correttiva.
Si sofferma quindi in particolare sulla problematica concernente la spesa nel comparto degli enti locali, facendo presente che dalle stime fornite dalla Corte dei Conti e dall’ISTAT si evidenzia un limitato livello di crescita delle spese ed un sostanziale rispetto del patto di stabilità interno, specie da parte dei comuni, ragion per cui appare non condivisibile la scelta di ridurre le spese delle amministrazioni locali per porre rimedio all’eccesso di spesa da parte delle amministrazioni centrali. Rileva altresì che la programmata contrazione della spesa decentrata contrasta con l’esigenza da parte degli enti locali di programmazione dell’erogazione dei servizi pubblici.
Passa poi ad analizzare le politiche per lo sviluppo, rilevando in premessa come esse costituiscano una sostanziale novità rispetto agli interventi attuati dall’Esecutivo nel corso della legislatura, che si sono rivelati gravemente carenti sul punto, ragion per cui l’Italia ha continuato a perdere posizioni in tutte le classifiche internazionali sulla competitività: giudica comunque condivisibile il riparto effettuato tra le misure di sostegno alle imprese mediante la riduzione del costo del lavoro e gli aiuti alle famiglie. Fa peraltro presente che la difficile congiuntura economica attraversata dal Paese, da cui deriva l’esigenza di limitare gli stanziamenti destinati ad incentivare le famiglie, la ricerca e lo sviluppo, è stata determinata dall’inefficacia degli interventi sinora attuati dal Governo, anche al fine di ridurre la spesa pubblica. Rileva inoltre come, in ogni caso, le misure individuate dal disegno di legge finanziaria non possano in realtà considerarsi un primo passo onde avviare interventi strutturali e di lungo periodo per fronteggiare la consistente perdita di competitività del sistema Paese, in quanto si tratta di misure generiche ed insufficienti. Infatti, se la riduzione del costo del lavoro appare in astratto pienamente condivisibile, sarebbe stato preferibile adottare misure maggiormente incisive, soprattutto con riferimento ai salari più bassi, ripartendo equamente gli effetti vantaggiosi tra imprese e lavoratori, eventualmente destinandovi quelle risorse finanziarie che invece sono state indirizzate all’attuazione del secondo modulo della riforma fiscale. Inoltre, la possibilità di destinare il 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno della ricerca risulta scarsamente incisiva poiché tale devoluzione è prevista in via alternativa rispetto ad altre finalità di carattere sociale, oltre a poter essere effettivamente fruita a partire dal 2007. Esprime poi dubbi circa la significatività delle disposizioni sulla detassazione della ricerca mentre, con riferimento all’istituito Fondo per l’innovazione, la crescita e l’occupazione, segnala l’insufficienza dei relativi stanziamenti, la dilazione nel tempo della fruizione degli stessi e la limitatezza del periodo di erogazione rispetto all’ottica di lungo periodo della Strategia di Lisbona. Per quanto concerne, poi, l’eliminazione della tassa sui brevetti, fa presente che il Governo ha posto rimedio ad una criticabile norma precedentemente introdotta, sottolineando altresì il rischio di una proliferazione di registrazioni che potrebbero ostacolare lo sviluppo della ricerca.
Con riferimento alle disposizioni sul credito di imposta per il Sud, ritiene preferibile la previsione di un riconoscimento automatico e, comunque, non limitato al solo Mezzogiorno, di una agevolazione agli investimenti in ricerca e sviluppo, mentre riguardo alla normativa sui distretti produttivi esprime dubbi sull’utilità della costituzione dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, manifestando perplessità sull’effettiva funzionalità del medesimo modello delle agenzie pubbliche. Ritiene comunque che la disciplina sui distretti sarebbe meritevole di ulteriore approfondimento, rilevando peraltro la scarsità delle risorse destinate e le differenze che si riscontrano rispetto ad analoghe esperienze poste in essere con soddisfacenti risultati in altri Paesi europei.
Relativamente alle disposizioni sul fondo per il sostegno alle famiglie e alla solidarietà, reputa opportuno attendere di conoscere i contenuti della proposta emendativa preannunciata dal Governo sul disegno di legge finanziaria prima di esprimere un giudizio, anticipando tuttavia sin d’ora che gli interventi prefigurati, con uno stanziamento di risorse inspiegabilmente limitato al solo anno 2006. non appaiono essere di portata significativa e strutturale, assumendo soprattutto rilevanza in termini di annuncio politico, a fronte peraltro dell’intervenuta effettiva riduzione degli stanziamenti per le politiche sociali.
Infine, con riferimento alla normativa sui giochi, ritiene che il previsto aumento delle postazioni e l’incremento del costo della giocata minima con la contestuale riduzione della durata delle partite, configurino una serie di incentivi alla crescita del fenomeno del gioco d’azzardo e auspica, pertanto, l’introduzione di opportuni correttivi.
In conclusione, pur con le limitate eccezioni già citate, esprime un giudizio nel complesso nettamente contrario sulla manovra di finanza pubblica per il prossimo anno.
Su proposta del presidente AZZOLLINI, la Commissione conviene infine di rinviare il seguito dell’esame congiunto.
BILANCIO (5ª)
giovedì 20 ottobre 2005
760ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana.
Il PRESIDENTE avverte che sarà possibile disporre in via immediata delle bozze non corrette dei resoconti stenografici relativi alla discussione generale.
Prende atto la Commissione.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) interviene in discussione generale e, dopo aver dichiarato di condividere le considerazioni introduttive espresse dal senatore Morando, evidenzia che le politiche economiche promosse dal Governo nell’ultimo quinquennio sono risultate fallimentari, determinando un incremento dell’avanzo primario, suscettibile di aumentare il debito pubblico dell’Italia.
Tale situazione potrà cagionare un aumento dei tassi di interesse, che si ripercuoterà negativamente soprattutto sulle giovani coppie, molte delle quali hanno stipulato per l’acquisto della prima casa contratti di mutuo a tasso variabile.
Sul piano metodologico - prosegue l’oratore – il decreto-legge in materia fiscale è stato adottato dal Governo contestualmente alla presentazione del disegno di legge finanziaria e comunque tale modulo procedimentale si pone in contraddizione con la previsione costituzionale inerente ai presupposti di necessità ed urgenza dei decreti-legge. In particolare osserva che in materia fiscale, qualora si ravvisino situazioni specifiche di urgenza, può essere ipotizzata l’emanazione di un decreto-legge al termine dell’anno finanziario, ma non è sicuramente legittima la scelta di adottare tale tipologia di provvedimento contestualmente al disegno di legge finanziaria, come è invece avvenuto nel caso di specie.
L’oratore si sofferma poi sulle questioni attinenti al "tendenziale" per l’anno 2006, evidenziando che, relativamente all’anno finanziario in corso, sono riscontrabili diversi nodi problematici, attinenti in particolare alla revisione degli studi di settore ed alle dismissioni immobiliari. Anche il tetto all’incremento di spesa delle pubbliche amministrazioni, pari al 2 per cento, non ha sortito alcun effetto positivo.
Quindi, relativamente ai profili attinenti al tendenziale per l’anno 2006, occorre che il Governo fornisca tutti i chiarimenti necessari, in una prospettiva di massima trasparenza.
Il taglio dei trasferimenti agli enti locali – prosegue l’oratore - è suscettibile di compromettere l’autonomia finanziaria degli stessi, diminuendo altresì le spese sociali sostenute dai comuni per il comparto scuola, per le politiche tariffarie e per il trasporto pubblico locale.
Per quel che concerne il contenimento delle spese della pubblica amministrazione, effettuata attraverso una riduzione dei consumi intermedi, il senatore Ripamonti sottolinea che tale intervento riveste un carattere meramente virtuale, in quanto taluni consumi intermedi non sono suscettibili di ulteriori compressioni.
Dopo aver sottolineato il carattere demagogico delle misure volte alla riduzione delle consulenze nel settore pubblico, l’oratore si sofferma sugli interventi di riduzione del personale a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni, rilevando che tale disciplina non è sostenibile sul piano sociale, in quanto nei prossimi mesi cesseranno i rapporti lavorativi di molti giovani impiegati nel settore pubblico.
Per quel che concerne gli interventi a favore della famiglia, rileva che il fondo per la famiglia previsto in finanziaria appare insufficiente ed incongruo, atteso che l’operatività dello stesso è circoscritta al solo 2006, mentre in tale settore sarebbe stato necessario prospettare interventi di tipo strutturale.
Dopo aver criticato le dichiarazioni di taluni esponenti della Lega Nord, volte a prefigurare l’introduzione di una tassa a carico degli immigrati che rinnovano il permesso di soggiorno – che finirà per gravare soprattutto sui pensionati, atteso che molti degli immigrati regolarizzati esercitano le attività di colf e di badanti – il senatore Ripamonti si sofferma sulle tematiche attinenti al conseguimento degli obiettivi di Lisbona, valutando incongrue le misure previste a tal fine.
Riguardo ai distretti industriali, sarebbe stato opportuno introdurre moduli selettivi, in grado di consentire un utilizzo mirato delle risorse finanziarie disponibili, da destinare soprattutto ai distretti di eccellenza.
Dopo aver espresso forti perplessità sulla creazione di una Banca del Sud, l’oratore si sofferma sui profili attinenti ai finanziamenti delle authority, evidenziando che tali interventi sono suscettibili di sminuire l’autonomia finanziaria di tali organismi.
Riguardo ai profili attinenti al protocollo di Kyoto, il senatore Ripamonti sottolinea preliminarmente la particolare importanza di tale tematica, evidenziando in senso critico gli ingiustificati ritardi ravvisabili in tale settore ed altresì prospettando la necessità di ridurre le emissioni inquinanti.
Relativamente alla materia delle bonifiche, l’oratore rileva che le continue modifiche normative introdotte negli ultimi anni rendono estremamente complesso e mutevole il quadro normativo di riferimento.
Osserva poi in senso critico che, in materia di risanamento ambientale, non si è tenuto conto dei principi contemplati nella direttiva comunitaria n. 35 del 2004 ed altresì che non sono previsti poteri autorizzativi delle autorità pubbliche competenti rispetto a tali attività.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) sottolinea che l’accelerazione dei processi di globalizzazione, verificatasi negli ultimi anni, ha determinato l’esigenza di incrementare gli standard di competitività del Paese, rispetto alla quale tuttavia le politiche del Governo sono risultate fallimentari. In particolare si registra, relativamente alla situazione economica italiana, una significativa diminuzione della competitività ed altresì una notevole riduzione della produttività del lavoro.
Per rilanciare la produttività del lavoro occorre promuovere idonee politiche orientate nella direzione dell’incremento dei rapporti di lavoro stabili, in una prospettiva di rafforzamento dei processi di "inclusione sociale". Le scelte effettuate a tal proposito dal Governo e la disciplina di riforma del mercato del lavoro introdotta con la legge n. 30 del 2003 hanno invece comportato un aumento della precarietà, soprattutto nelle giovani generazioni di lavoratori, determinando una consistente riduzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. In conseguenza di tali erronee ed incongrue politiche del lavoro, attualmente circa il 60 per cento dei lavoratori di età compresa tra i 18 ed i 32 anni sono impiegati attraverso rapporti lavorativi non stabili.
Per quel che concerne i lavoratori di età tra i 50 ed i 65 anni, va rilevato che i processi di ristrutturazione aziendale hanno comportato l’espulsione di oltre settecentomila lavoratori anziani dal mercato del lavoro, e peraltro l’Italia è attualmente il paese europeo con il più basso tasso di occupazione di tale categoria di lavoratori svantaggiati (fatta eccezione per la Grecia).
Va inoltre rilevato che il sopra descritto processo di espulsione di lavoratori anziani riguarda soprattutto le qualifiche dirigenziali, per le quali non sono applicabili gli ordinari strumenti degli ammortizzatori sociali.
Sotto il profilo della promozione dei processi di "coesione sociale", va evidenziato che le politiche proposte dal Governo negli ultimi cinque anni hanno prodotto risultati del tutto negativi, riducendo il reddito reale dei lavoratori dipendenti, sia nel settore privato che nel settore pubblico (per il quale il rinvio dei rinnovi contrattuali ha ingenerato problemi rilevanti).
Anche la scelta dell’Esecutivo di non completare l’iter del disegno di legge n. 848-bis, relativo alla riforma degli ammortizzatori sociali, risulta del tutto incongrua e non condivisibile, in quanto la flessibilizzazione dei rapporti di lavoro rende necessaria una estensione degli ammortizzatori sociali anche alle nuove tipologie lavoristiche previste dalla legge n. 30 del 2003.
Le politiche di contrasto al lavoro sommerso, promosse dal Governo – prosegue l’oratore - risultano del tutto inefficaci ed altresì non viene effettuata nemmeno la restituzione del drenaggio fiscale, come sarebbe stato invece opportuno.
La sfida della competitività, conseguente alla globalizzazione dei mercati, rende opportuna l’introduzione di nuovi moduli organizzativi del lavoro, incentrati sulla partecipazione e "condivisione", senza i quali non potranno essere conseguiti idonei risultati sotto il profilo dell’incremento degli standard di produttività. Va peraltro evidenziato, prosegue l’oratore, che il rafforzamento dei processi di partecipazione e condivisione postula anche una congrua diffusione dei moduli di concertazione nelle relazioni industriali.
E’ inoltre necessario promuovere idonee politiche atte a favorire l’accorpamento delle piccole e medie imprese, necessario al fine di potenziare le attività di ricerca, di innovazione, senza le quali la sfida della competitività con i paesi economicamente emergenti non potrà essere vinta. In tale ottica è opportuno che vengano coinvolte anche le regioni nelle scelte finalizzate a consolidare i distretti produttivi presenti nei vari ambiti territoriali.
Il senatore Pizzinato si sofferma poi sui problemi degli anziani non autosufficienti, che possono essere risolti solamente innovando i moduli di assistenza sociale, sottolineando in senso critico la scelta del Governo di operare una decurtazione dei trasferimenti finanziari agli enti locali, che finirà inevitabilmente per comprimere i servizi sociali erogati.
Per quel che concerne la riduzione dei costi della politica, va evidenziato che la disciplina prefigurata nell’ambito del disegno di legge finanziaria risulta parziale ed incompleta, in quanto non involge le posizioni economiche dei direttori generali e dei manager posti al vertice di taluni enti ed istituti pubblici – fra i quali cita, a titolo di esempio, il direttore generale dell’INAIL – che a volte percepiscono compensi annuali milionari.
Il senatore LEGNINI (DS-U) interviene in discussione generale dichiarando preliminarmente di condividere la posizione espressa dal senatore Morando nel suo intervento e sottolineando l’inadeguatezza e l’inefficacia della manovra finanziaria predisposta dal Governo per il prossimo anno. La manovra infatti non sembra consentire all’Italia di rispettare gli obblighi previsti dall’adesione all’unione monetaria, né tantomeno di svolgere un’azione di impulso sull’economia nazionale. Si sofferma poi sulla questione relativa alla sottrazione di risorse alle Regioni. E’ un intervento che, oltre ad incidere sulla spesa di tali enti, disorientandone la capacità di pianificazione, si ripercuote anche sulle famiglie attraverso una riduzione della spesa sociale. Ritiene inoltre che i meccanismi utilizzati per il calcolo dei limiti di spesa siano grossolani ed iniqui e finiscano per generare una sperequazione diffusa. Al riguardo, fa presente che tra le spese considerate ai fini del raggiungimento dei limiti previsti dal disegno di legge finanziaria figurano anche le spese sostenute in caso di dichiarazione dello stato di emergenza e quelle a carico delle amministrazioni per gli oneri derivanti da sentenze passate in giudicato. Ciò comporterà l’impossibilità di rispettare il Patto di stabilità da parte di quelle amministrazioni periferiche che non saranno in grado di gestire eventi indipendenti dalle scelte politiche delle amministrazioni locali. Il disegno di legge finanziaria per il 2006 si rileva insufficiente anche sul versante del sostegno alle imprese e allo sviluppo: le risorse stanziate sono infatti irrisorie e le disposizioni relative sono destinate a rimanere inattuate, come nel caso dei distretti industriali per i quali alla insufficienza delle risorse previste si affianca una normativa evidentemente lacunosa. A tale proposito, sottolinea che il disegno di legge finanziaria nulla dice con riferimento alle modalità di collaborazione tra le associazioni di categoria e le istituzioni per avviare forme di cooperazione negoziata in ambito locale. Esprime inoltre perplessità sulla disposizione prevista dall’articolo 45, comma 1, lettera c), relativa alla destinazione del cosiddetto cinque per mille ad attività di volontariato e di ricerca. Analoghi dubbi esprime sulla riduzione del cuneo fiscale prevista dal disegno di legge in esame. Anche l’iniziativa della banca per il Sud ed il Fondo per le famiglie si rivelano espedienti insufficienti ad assicurare un supporto finanziario alle imprese del Meridione e una reale assistenza alle famiglie italiane. I tagli operati dal disegno di legge finanziaria per il 2006 si estendono inoltre al settore degli investimenti pubblici con grave pregiudizio alla capacità delle amministrazioni pubbliche di erogare servizi efficienti nel prossimo futuro. Conclude infine sottolineando le proprie perplessità sulla manovra finanziaria predisposta dal Governo per il prossimo anno.
Il senatore MARINO (Misto-Com) esprime preliminarmente il proprio apprezzamento sulla posizione espressa dal senatore Morando che dichiara di condividere. Rileva poi la mancanza di senso critico del Governo che attribuisce la responsabilità dello stallo dell’economia nazionale unicamente alla concorrenza del sistema industriale cinese e alla introduzione dell’euro, quando invece dovrebbe riflettere più approfonditamente sulle cause che hanno determinato l’aumento del debito pubblico, l’incremento del divario fra Nord e Sud Italia, il deterioramento dell’indice dello sviluppo umano in Italia. Il Paese è quindi in una situazione di declino e numerosi sono i dati che lo confermano. Per far fronte a questa situazione il Governo intende varare una finanziaria che scarica sulla futura maggioranza politica il peso della gravosa situazione attuale, attraverso una manovra iniqua che pone a carico dei più deboli gli effetti di scelte demagogiche come, ad esempio, la diminuzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Chiede poi maggiore chiarezza sui dati contabili all’esame del Parlamento, sottolineando che la Commissione si trova oggi a discutere una manovra la cui entità complessiva non è ancora certa, in attesa del maxi emendamento su cui il Governo probabilmente porrà la fiducia. Ad accrescere l’incertezza della manovra finanziaria vi è poi la considerazione che le dismissioni immobiliari, che avrebbero dovuto garantire entrate per 7 miliardi di euro, hanno fruttato sinora soltanto 600 milioni di euro. Chiede inoltre al Governo chiarimenti sulla gestione del Fondo per le aree sottoutilizzate e del Fondo per le politiche comunitarie che risultano azzerati nel disegno di legge di bilancio. Condivide poi quanto sostenuto dal senatore Legnini secondo cui il taglio agli enti locali si risolverà in un taglio alla spesa sociale in favore delle famiglie. A tale proposito osserva che il taglio alle spese delle amministrazioni comunali, oltre ad operare indiscriminatamente, colpisce più severamente quelle amministrazioni con una densità di popolazione sul territorio più bassa, penalizzandoli maggiormente nella loro attività di erogazione dei servizi pubblici. Il disegno di legge finanziaria per l’anno 2006 lascia quindi irrisolti i problemi di sempre e, in particolare, quelli relativi al deficit infrastrutturale del Paese, la cui soluzione avrebbe dovuto essere una delle priorità dell’azione di questo Governo. Rileva quindi l’insufficiente stato della legge obiettivo che non ha prodotto gli interventi tanto proclamati ed attesi, come attestato anche dalla Corte dei Conti che ne ha evidenziato i limiti in termini di risorse e di efficacia delle procedure. In tale contesto anche i tagli all’ANAS S.p.a., a cui è assicurato solo un terzo dei fondi necessari per far fronte alle attività di istituto, rappresentano un serio limite alle politiche di recupero sul versante delle infrastrutture. Rileva, pertanto, l’opportunità che il Presidente si faccia carico di valutare l’eventuale attivazione della procedura prevista dall’articolo 133 del Regolamento per la richiesta di elementi informativi alla Corte dei Conti in merito alle attività svolte da Infrastrutture S.p.a., da Patrimonio S.p.a. e dalla Cassa depositi e prestiti, recentemente riformata, ai fini del bilancio infrastrutturale del Paese.
Il sottosegretario Maria Teresa ARMOSINO rassicura il senatore Marino che il Governo si farà carico di fornire i chiarimenti richiesti.
Il senatore GRILLOTTI (AN), nel condividere pienamente la relazione svolta dal presidente Azzollini, rileva peraltro l’opportunità di adottare per il futuro manovre atte a conseguire un maggiore avanzo primario. Dopo essersi soffermato sui possibili rapporti tra deficit e PIL che possono essere ottenuti attraverso opportune scelte di politica economica, fa osservare che i procedimenti di dismissione degli immobili – di per sé apprezzabili – dovrebbero essere a suo avviso destinati maggiormente a ridurre il debito, e non solo a coprire le misure contenute nel disegno di legge finanziaria.
Richiama quindi l’intervento del senatore Morando con il quale dichiara di convenire circa il persistente ritardo che ancora caratterizza i processi di privatizzazione e di liberalizzazione: ciò risulta particolarmente evidente anche per quanto concerne il sistema idrico nazionale, che occorre a suo avviso ripensare profondamente, in quanto gravemente anacronistico e inadeguato.
Con riguardo poi al settore del gas e dell’energia, osserva che l’attuale privatizzazione si è caratterizzata principalmente per la creazione di sovrastrutture aggiuntive, determinando un inevitabile innalzamento delle tariffe. Non vi è stata infatti una reale liberalizzazione che costituisse il naturale corollario dei procedimenti di dismissione e di privatizzazione.
Si sofferma poi in particolare sui documenti di bilancio in esame, esprimendo apprezzamento per il rigore che caratterizza il disegno di legge finanziaria, che presenta alcune misure di particolare importanza come, ad esempio, la riduzione del costo del lavoro. Al riguardo ritiene tuttavia che tale intervento non possa considerarsi risolutivo in quanto lo Stato dovrà promuovere, in futuro, i necessari processi di riconversione in modo da orientare le attività delle imprese alle esigenze del mercato, attraverso un adeguato punto di equilibrio tra domanda e offerta.
Con riguardo poi all’equiparazione del regime fiscale per tutti i capital gains, sollecitata dal senatore Morando, ritiene che tale proposta necessiti di particolari approfondimenti: per quanto infatti sia innegabile che una totale equiparazione corrisponda, in astratto, ad un criterio di maggiore giustizia sociale, occorrerebbe a suo avviso poter distinguere con certezza le plusvalenze realizzate da attività di carattere puramente speculativo, rispetto a tutte le altre.
Ritiene inoltre opportuno, per il futuro, effettuare ulteriori approfondimenti anche per quanto attiene all’applicazione della riforma del mercato del lavoro, in quanto le nuove tipologie contrattuali, certamente più favorevoli alle aziende, potrebbero spingere queste ultime ad indirizzarsi prevalentemente verso l’utilizzo di tali strumenti, in tal modo esorbitando dalle finalità originarie della riforma Biagi.
Si sofferma quindi, in termini generali, sugli stanziamenti previsti per le spese sociali, ricordando che esse costituiscono una sorta di numero chiuso, dal quale occorre distinguere le spese per i cosiddetti servizi a domanda individuale, che pure presentano un innegabile rilievo sociale. A tale proposito, piuttosto che introdurre forme di erogazione dei servizi di utilità sociale che tengano conto della differenziazione del reddito, sarebbe preferibile, a suo parere, che gli enti locali potessero intervenire per far fronte alla situazione dei ceti meno abbienti, che incontrano difficoltà oggettive nella contribuzione alle spese per i servizi resi. Dichiara invece di non condividere la proposta di un intervento generalizzato di riduzione delle tariffe per i servizi sociali, che sarebbe a suo parere improntato ad una logica elettoralistica.
Poiché vi sono numerosi servizi obbligatori per legge e che pertanto non possono essere negati – come peraltro dimostrano alcune recenti circolari prefettizie – il compito principale dei rappresentanti politici deve consistere nel dare priorità a tali servizi ed a gestirli in modo razionale garantendoli a tutti gli aventi diritto.
Si sofferma quindi sul problema della cattiva gestione del servizio di attribuzione delle case popolari, che ritiene di particolare gravità, soffermandosi poi sulla prevista destinazione di una quota pari al 5 per mille del reddito ai Comuni per interventi di carattere sociale esprimendo le proprie perplessità a riguardo. Fa inoltre osservare che le misure di finanziamento per le attività di ricerca potrebbero di fatto rivelarsi assai meno consistenti del previsto, preannunciando altresì la presentazione di alcuni emendamenti per garantire il settore dello spettacolo dai possibili effetti pregiudizievoli di alcune disposizioni in esame.
Pur con tali precisazioni, ritiene tuttavia che la manovra finanziaria per il 2006 costituisca un provvedimento rigoroso ed equilibrato, dichiarando inoltre di non condividere le forti critiche mosse alle misure di riduzione fiscale, che ritiene particolarmente importanti proprio in considerazione della persistenza di un quadro di crescita ancora limitata, che soffre gli effetti della bolla speculativa legata all’introduzione della moneta unica europea.
Nel ribadire il proprio pieno apprezzamento anche per le misure di riduzione del costo del lavoro, fa osservare che la mancata eliminazione o riduzione dell’Irap costituisce una precisa scelta di politica economica: poiché infatti tale imposta era stata introdotta al fine di sostituire l’applicazione di ben sette imposte precedenti, appare quanto mai necessario svolgere alcuni approfondimenti, valutando attentamente le possibili conseguenze che deriverebbero dall’eliminazione di tale imposta o dalla modifica del suo regime.
Ritiene pertanto quanto mai apprezzabile l’impostazione rigorosa e non elettoralistica che caratterizza la manovra in esame, auspicando che il medesimo rigore possa caratterizzare gli eventuali emendamenti che dovessero essere approvati.
Il senatore FERRARA (FI), dopo aver ricordato, in termini generali, lo scopo e le caratteristiche della legge finanziaria, fa osservare che la manovra in esame si colloca nel medesimo solco di provvedimenti varati precedentemente dal Governo, in quanto il tratto comune delle leggi finanziarie per il 2002, il 2003, il 2004 ed il 2005 è rappresentato dalla mancata introduzione di nuove imposte, nell’ottica di un’equilibrata politica di rigore e sviluppo. Solo in tal modo, infatti, risulta possibile adottare provvedimenti in grado di promuovere un effettivo rilancio dell’economia. Al riguardo, rileva che nell’esperienza italiana il momento di maggiore dinamismo si è verificato proprio negli anni 60, quando la presenza di un minor numero di regole e dell’intervento statale aveva determinato una sorta di liberismo spontaneo, particolarmente positivo. Per contro, dopo il 1975 si è assistito ad un’eccessiva statalizzazione di settori cardine dell’economia, che ha determinato una vera e propria crisi strutturale.
Ritiene pertanto che la manovra finanziaria in esame debba essere valutata nel suo complesso, ed inserita in un confronto equilibrato rispetto alle manovre precedenti, senza soffermarsi in maniera eccessivamente analitica e strumentale sulle singole disposizioni. Fa osservare in proposito che nel corso della legislatura il Governo si è caratterizzato per aver adottato manovre espansive, volte a favorire l’ammodernamento delle imprese ed il miglioramento dell’offerta: infatti, dopo quattro anni di legislatura si è assistito ad un aumento del 6 per cento della produzione industriale, al quale di recente è corrisposto anche un aumento dei flussi di esportazione.
Nel ribadire il proprio apprezzamento, ritiene peraltro necessario riconsiderare approfonditamente i meccanismi di controllo delle spese correnti nella Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo agli enti locali (per i quali nel solo 2004 si è assistito ad un aumento di ben il 7,8 per cento) sui quali manifesta le più vive perplessità. Osserva inoltre che anche la spesa sanitaria appare sostanzialmente fuori controllo, anche a seguito degli effetti pregiudizievoli determinati dall’introduzione della legge n. 127 del 1997 e del decreto legislativo n. 265 del 2000. A suo avviso, la forte riduzione delle forme di controllo esterno sugli atti amministrativi, e l’introduzione di un controllo interno di taglio non contabilistico ha determinato la sostanziale incapacità degli enti di controllare i flussi di spesa.
Anche la riforma costituzionale introdotta nel 2001 – prosegue l’oratore – ha posto la Corte dei conti nell’impossibilità di controllare in modo efficace gli atti posti in essere dalle regioni.
Ritiene in ogni caso che la manovra in esame costituisca un provvedimento estremamente positivo, anche in considerazione del fatto che i livelli attuali dei trasferimenti alle imprese dimostrano che lo Stato sta intervenendo in modo efficace per accelerare i processi di ripresa del ciclo economico e di ammodernamento del tessuto produttivo. Sottolinea inoltre con favore la scelta di adottare misure di riduzione del costo del lavoro in luogo della preannunciata riduzione dell’IRAP che avrebbe determinato la necessità di effettuare approfondimenti più precisi sugli effetti per le varie categorie di imprese.
In considerazione delle finalità di rigore e sviluppo che caratterizzano la manovra finanziaria in esame, senza peraltro prevedere nuove imposizioni, ribadisce infine il proprio convinto apprezzamento.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, il presidente AZZOLLINI dichiara conclusa la discussione generale.
Ricorda inoltre che, come convenuto, nella seduta antimeridiana di domani avranno luogo le repliche dei relatori e del rappresentante del Governo.
La Commissione prende atto ed il seguito dell’esame congiunto viene quindi rinviato.
BILANCIO (5ª)
venerdì 21 ottobre 2005
761ª Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.
Prendendo la parola ad integrazione dell’intervento già svolto, il senatore MORANDO (DS-U) contesta anzitutto le affermazioni di molti esponenti della maggioranza in merito all’idoneità della manovra finanziaria, da un lato, di ricondurre la finanza pubblica ad un sentiero di stabilità e, dall’altro, di assicurare interventi per lo sviluppo.
Al riguardo, egli afferma infatti che il centro-sinistra non richiede certo misure aggiuntive rispetto a quelle prefigurate dal Governo, bensì del tutto differenti, come del resto risulterà evidente in sede emendativa.
Ribadisce indi che la ragione del fallimento della gestione finanziaria del Governo nel corso della legislatura è data dall’incremento delle spese correnti primarie pari a 2,5 punti percentuali rispetto a quelle registrate nel 2001, che peraltro già scontavano le riclassificazioni apportate da EUROSTAT.
Senza negare che nel processo di crescita della spesa pubblica anche gli enti territoriali abbiano svolto un ruolo significativo, sottolinea che questo appare diversificato. Se da un lato la dinamica della spesa corrente delle regioni e, seppur in minor misura, anche delle province, è stata particolarmente elevata, dall’altro la dinamica della spesa comunale è stata invece in linea con il tasso di crescita della spesa registrata a livello centrale. In proposito ribadisce la propria contrarietà nei confronti del Patto di stabilità interno basato su tetti di spesa, atteso che esso risulta inefficiente, iniquo e non premia i comportamenti più virtuosi degli enti locali.
Quanto agli interventi alternativi che il centro-sinistra intende proporre, avverte che essi saranno recati in un numero limitato di emendamenti a firma dei Capigruppo dell’Unione, sì da poter concentrare il dibattito sulle questioni principali. In proposito, esprime l’auspicio che anche la maggioranza intenda segnalare sin dall’inizio le proposte emendative che giudica maggiormente significative, assicurando così un trasparente confronto parlamentare.
Passando ad anticipare sin d’ora i principali contenuti delle proposte del centro-sinistra, sofferma anzitutto sugli interventi diretti ad escludere effettivamente la spesa sociale delle autonomie locali dai tagli recati nel disegno di legge finanziaria, atteso che – ribadisce – al momento, parte di tale spesa rientra nella decurtazione. Al riguardo, non si potrà a suo avviso prescindere dalla ridefinizione del Patto di stabilità interno.
Altre proposte emendative saranno dirette a definire un sistema universale di ammortizzatori sociali che consenta di ridurre i costi connessi all’ineludibile processo di ristrutturazione dell’apparato produttivo italiano, imposto dalla globalizzazione. In proposito, afferma, nei prossimi anni sarà compreso fra 700.000 e 1.000.000 il numero dei lavoratori chiamati a passare dalle attività di produzione di beni nei comparti a bassa tecnologia (e quindi a ridotta produttività) al settore dei servizi (soprattutto rivolti al sistema produttivo di beni). Proprio la dimensione del fenomeno rende a suo avviso imprescindibile una rete di protezione per il complesso dei lavoratori, anche al fine di evitare che, altrimenti, l’enorme costo sociale connesso ai processi di ristrutturazione induca pressioni per l’adozione di inopportune politiche protezionistiche.
Ulteriori emendamenti saranno poi volti ad individuare specifiche priorità nella realizzazione di investimenti infrastrutturali, nell’ottica di una netta cesura rispetto alla politica infrastrutturale perseguita non solo nell’attuale legislatura (ad esempio con la decisione di realizzare il ponte sullo stretto di Messina), ma – almeno in parte – anche nella precedente. In particolare, si dovrà a suo avviso puntare sui porti, nonché sulle cosiddette autostrade del mare, in considerazione della collocazione geografica strategica dell’Italia, in grado di intercettare il flusso commerciale tra l’Asia, da un lato, e l’Europa e gli Stati Uniti, dall’altro. Al riguardo, osserva che l’Italia, pur avendo accumulato considerevole ritardo, avrebbe comunque la capacità di competere con i principali concorrenti, quali la Dalmazia e la Spagna, come del resto testimonia la crescente importanza del porto di Gioia Tauro.
Non va peraltro dimenticato che saranno altresì indispensabili investimenti nelle attività retroportuali, nonché nella realizzazione delle connesse infrastrutture. In un’ottica di medio-lungo periodo, priorità dovrà inoltre essere riposta, a suo giudizio, anche nell’accrescimento della quantità di conoscenza presente nei beni e servizi prodotti, che risulta indispensabile per accrescere la competizione a livello internazionale. Tutto ciò presuppone anzitutto risorse da reperire attraverso la riduzione dell’attuale spesa corrente primaria (nell’ordine dei 2 punti percentuali), affinché essa sia ricondotta ai valori registrati alla fine degli anni Novanta.
Inoltre, occorrerà investire, da un lato, in ricerca ed innovazione, anche promuovendo punti di eccellenza nelle università e la diffusione delle tecnologie nel sistema produttivo e, dall’altro, in formazione di base, soprattutto nell’ottica di assicurare la necessaria mobilità sociale.
Oltre alle misure di lungo periodo, occorrono interventi nel breve termine, diretti al pronto recupero della competitività dei prodotti italiani, attraverso la riduzione dei relativi costi. Al riguardo, giudica condivisibile la scelta di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro (scelta del resto a lungo invocata proprio dalle forze di opposizione), che peraltro dovrebbe passare da 1 a 3 punti percentuali. Tale riduzione complessiva dovrebbe poi essere equamente ripartita fra il settore del lavoro e quello delle imprese. Ciò, oltre a favorire un recupero di competitività dei prodotti italiani, consentirebbe peraltro di affrontare la questione salariale, ed in particolare il problema dell’esiguità dei salari di mercato percepiti dai lavoratori nei settori a bassa produttività, che li colloca al di sotto della soglia della povertà.
Non si tratta peraltro di una proposta demagogica, atteso che nei preannunciati emendamenti si fa esplicito riferimento alle modalità con cui reperire idonee risorse. Nello specifico, ritiene anzitutto necessario che i più abbienti rinuncino ai benefici in termini di minori imposte ottenuti con il secondo modulo dell’imposta sulle persone fisiche (IRE). Giudica poi opportuna l’introduzione di un’aliquota unica ai fini del prelievo sulle rendite da capitale, con un valore corrispondente alla media europea (pari al 19 per cento), in modo da assicurare un’efficiente allocazione delle risorse e da porre fine alla discriminazione tra diverse tipologie di rendite da capitale.
Quanto al fondo per gli interventi volti al sostegno delle famiglie, preannuncia proposte emendative dirette ad assegnare priorità alle politiche per la casa in favore delle giovani coppie, in considerazione delle difficoltà in cui versano queste ultime, come del resto confermano gli stessi dati illustrati dall’ISTAT nel corso delle audizioni svolte. In proposito, esprime contrarietà nei confronti delle indicazioni, apparse anche nei mass media, di destinare parte del fondo ad erogazioni una tantum per la nascita del secondo o del terzo figlio, che si inserirebbero in un’ottica elettoralistica.
Ritiene inoltre prioritario assicurare la restituzione dell’effettivo drenaggio fiscale al fine di tener conto del tasso di inflazione sistematicamente superiore al 2 per cento, come del resto prevedono le disposizioni legislative. Se infatti nel 2002,l’introduzione del primo modulo dell’imposta sui redditi delle persone fisiche aveva determinato dei benefici per i contribuenti tali da non rendere indispensabile la restituzione del fiscal-drag, va stigmatizzato che non siano stati adottati provvedimenti di restituzione del drenaggio fiscale per gli anni successivi.
Conclude segnalando l’opportunità di affrontare la questione relativa all’eccesso di prelievo effettuato sulle somme percepite dai lavoratori negli anni 2003-2004 a titolo di trattamento di fine rapporto, a seguito dell’erronea applicazione dell’aliquota pari al 23 per cento in luogo di quella dovuta (pari al 18 per cento). Si tratta infatti di una vera e propria ingiustizia, che riguarda circa 200 mila lavoratori, su cui ritiene che sia possibile una soluzione trasversale.
Il senatore MARINO (Misto-Com) interviene incidentalmente per chiedere ulteriori chiarimenti rispetto a quelli forniti per le vie brevi dal Rappresentante del Governo, in merito alle modalità di gestione contabile del Fondo per le aree sottoutilizzate e del Fondo per le politiche comunitarie, sulla cui trasparenza manifesta le proprie perplessità. Non è, infatti, del tutto condivisibile la prassi in base alla quale, in assenza di elementi certi sulle variazioni di bilancio da apportare entro la fine dell’esercizio, la Ragioneria generale dello Stato non iscrive, in sede previsionale, alcun importo sul conto dei residui. Auspica che su tale questione possano essere svolte riflessioni più meditate.
Viene quindi chiusa la discussione generale.
Intervenendo in replica agli intervenuti nel dibattito, ha la parola il senatore CICCANTI (UDC), relatore sul disegno di legge n. 3614, il quale sottolinea anzitutto che la riduzione degli stanziamenti per consumi intermedi ed investimenti fissi lordi opera un ulteriore ridimensionamento di due categorie di spesa tradizionalmente riferibili a componenti discrezionali del bilancio, che del resto si aggiunge alle manovre correttive degli ultimi esercizi.
Sul complesso della manovra correttiva per le amministrazioni centrali, pari a 7,3 miliardi di euro, la riduzione portata alle due categorie di spesa riguarda per 1,8 miliardi di euro i consumi intermedi e per 0,7 miliardi gli investimenti fissi lordi.
Pertanto, si è scelta la via del miglioramento del saldo primario senza il ricorso ad ulteriori incrementi della pressione fiscale, attraverso recuperi di efficienza nella pubblica amministrazione. In proposito, segnala che, soprattutto nel settore delle amministrazioni locali, negli ultimi anni si è registrata una crescita elevata della spesa primaria corrente, che dallo 0,5 per cento del quinquennio 1993-1997, è passata al 4,1 per cento del 1998-2001. Tale dato è pari quasi al doppio di quello registrato nei restanti comparti ed è rimasto su valori tendenziali elevati anche nel triennio 2002-2004, collocandosi al 3,3 per cento di crescita a fronte del 2,2 per cento registrato complessivamente dalle amministrazioni pubbliche (come del resto confermato dallo stesso Governatore della Banca d’Italia nel corso dell’audizione svolta).
Nel complesso si tratta di misure che, pur facendo salvi gli aggiornamenti contrattuali relativi al biennio 2004-2005 ed il recupero dell'inflazione per il biennio 2006-2007, intervengono solo su voci di spesa riferite a grandezze comunque comprimibili, ovvero ad automatismi previsti dalla legislazione vigente, senza alcun pregiudizio per il servizio pubblico.
Soffermandosi indi sulla questione dell’indebitamento netto tendenziale per il 2006, rileva che il valore indicato nel DPEF, pari al 4,7 per cento, sconta sia entrate da dismissioni per 6 miliardi, sia una crescita dell'1,5 per cento nel nuovo anno. In proposito, pur rilevando le criticità in relazione alle voci di entrata scontate nei tendenziali per il 2005, avverte che esse dovrebbero essere integralmente neutralizzate dal cosiddetto decreto taglia-spese (per un ammontare pari a 2 miliardi) e dall'eventuale slittamento al 2006 di parte degli oneri connessi al rinnovo dei contratti pubblici, il cui effetto peggiorativo sul disavanzo di tale anno potrebbe essere ampiamente bilanciato dalla ripresa della congiuntura in atto. Come infatti certificato dall’ISTAT, nel secondo trimestre di quest’anno l’economia italiana ha segnato un significativo recupero congiunturale che ha posto termine alla fase di contrazione registrata nei due trimestri precedenti. Il PIL è infatti aumentato nel secondo trimestre dello 0,7 per cento in termini congiunturali.
Quanto alla crescita economica, il relatore sottolinea che, a fronte della crescita "nulla" indicata nel DPEF per il 2005, l'economia potrebbe, invece, registrare a consuntivo un valore sensibilmente positivo (compreso fra lo 0,3 e lo 0,4 per cento, come segnalato dal Governatore della Banca d’Italia in sede di audizione). Ciò consentirebbe di proseguire un percorso di crescita economica che ha già segnato valori in netta ripresa rispetto al valore negativo registrato nel primo trimestre dell'anno. D’altronde, il peggioramento dell’indebitamento riferito al primo trimestre del 2005, rispetto allo stesso periodo del 2004, è stato a suo avviso significativamente influenzato dal fatto che nel secondo trimestre 2004 sono stati contabilizzati nelle poste in conto capitale gli introiti dei condoni fiscali, secondo il principio della competenza economica, mentre nel corso del trimestre 2005 nelle poste in conto capitale figurano solo i versamenti relativi al condono edilizio. Al netto dell’effetto dei condoni fiscali, che hanno inciso nel primo semestre 2004 per un punto percentuale di PIL, l’indebitamento netto in rapporto al PIL del primo semestre 2005 risulterebbe più alto di soli 0,5 punti percentuali, rispetto al corrispondente semestre 2004. Ciò rende ancor più credibile il tasso di crescita indicato per il 2006 ed il miglioramento del saldo primario, sì da far ritenere plausibile l’obiettivo del 3,8 per cento dell’indebitamento netto per tale anno.
Sul versante delle privatizzazioni, il relatore sottolinea che, dalla relazione annuale recentemente presentata in Parlamento, emerge – da un lato – che nel 2003 e nel 2004 sono state eseguite in Italia un terzo delle operazioni mondiali e – dall’altro – un'ulteriore crescita del loro volume nel 2005. Mentre nella seconda metà degli anni Novanta l'entità delle privatizzazioni italiane sul totale mondiale è stata pari a circa il 10 per cento annuo, negli ultimi quattro anni essa è stata pari al 15 per cento annuo. Tale valore sembra peraltro destinato ad aumentare ancora nel 2005.
In proposito, rammenta che il Governo ha annunciato denazionalizzazioni per 30 miliardi di euro a breve termine, derivanti dall’ulteriore collocamento di azioni Enel, Eni e Finmeccanica, senza contare, in una prospettiva di più lungo periodo, la privatizzazione della Rai e delle Poste.
All'obiettivo di gettito per contribuire alla riduzione dello stock di debito pubblico, il relatore sottolinea che viene accompagnata una misura (prevista nell'articolo 55 del disegno di legge finanziaria) diretta ad impedire le cosiddette scalate ostili, in merito alla quale egli segnala peraltro l’opportunità di valutarne la compatibilità con le regole comunitarie.
Fa indi presente che il processo di privatizzazioni e liberalizzazioni in Italia negli ultimi quattro anni ha prodotto risultati finanziari più consistenti di quelli riscontrati nello stesso periodo nel resto d'Europa, nonostante le difficoltà in materia di riforme e liberalizzazioni che hanno del resto riguardato anche gli altri Paesi europei. Sottolinea tuttavia che permane irrisolto il nodo della privatizzazione e della liberalizzazione dei servizi pubblici locali, che riguarda anche le realtà territoriali guidate dalle forze di centro-sinistra. Al riguardo, si richiama alle indicazioni recate in una preziosa raccolta di saggi curata dalla Banca d'Italia all’inizio delle legislatura, nonché a quelle di una successiva ricerca del CNR.
Soffermandosi indi sulle eccedenze di bilancio, tiene a precisare che il fenomeno si presenta in fase decrescente, come testimoniano i dati registrati nell’ultimo triennio, con riferimento sia al primo anno, che al secondo e terzo anno del triennio della manovra. Quanto ai fattori che determinano le eccedenze, sottolinea che la difficoltà di elaborare compiutamente previsioni di spesa in relazione a provvedimenti legislativi che riconoscono diritti soggettivi perfetti determina problemi nella stima ex-ante degli stanziamenti di spesa, finendo per generare scostamenti rispetto alle dotazioni dei capitoli che necessitano di regolarizzazione ex- post. In tal senso, si richiama all’orientamento espresso dalla Corte dei conti nel corso delle procedure informative.
Relativamente alla credibilità della manovra nel suo complesso, ricorda poi che essa è stata riconosciuta anche dalla medesima Corte. In particolare, osserva che rispetto ai 650 milioni di euro previsti dalle misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, si stimano, secondo un opportuno criterio prudenziale, riscossioni pari a 300 milioni di euro (ovvero pari al 10 per cento dei 3.000 milioni indicati quale volume di maggiori accertamenti per il 2006).
Quanto al rapporto tra i nuovi incassi stimati per il 2006 ed il condono riguardante gli anni 2003-2004, lo "svuotamento" delle voci riferite ad "accertamenti e controlli" registrate in tali esercizi, dovrebbe, anche ad avviso della Corte dei conti, aver ormai esaurito il proprio effetto, per cui le entrate da accertamento e controllo dovrebbero ritornare progressivamente nella norma. In tal senso, segnala che la voce "accertamenti e controlli" ha registrato a consuntivo nel triennio 2000-2002 un valore compreso tra 3.000 e 3.700 milioni di euro.
Avviandosi a concludere, il relatore dà conto degli esiti delle dismissioni, affermando anzitutto che risultano incassati solo 592 milioni per il 2005 rispetto alle previsioni di gettito pari a 7.000 milioni di euro, sicché, il tendenziale 2006, risulterebbe apparentemente "viziato" di un ammontare pari a 6.400 milioni di euro. In proposito, fa tuttavia presente che detto valore è destinato a ridursi a 5 miliardi di euro, atteso che, come del resto affermato dalla Corte dei conti nel corso delle audizioni, entro la fine dell'anno potrà finalizzarsi l'operazione di Fondo immobiliare promossa da Patrimonio Spa, per un valore pari ad un miliardo di euro.
Inoltre, conclude sottolineando che ulteriori 1,9 miliardi saranno portati in correzione dal cosiddetto decreto-legge taglia-spese.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore per il disegno di legge n. 3613, propone preliminarmente di operare, nella successiva fase dell’esame degli emendamenti, una selezione di quelli di maggior rilievo, al fine di assicurare su di essi un approfondito dibattito. Nel merito delle osservazioni emerse nel corso della discussione generale, fa quindi presente che, se è vero che nel corso di questa legislatura la spesa pubblica è aumentata e i principali indicatori di crescita e di competitività si sono orientati verso il basso, bisogna anche tenere conto del contesto economico mondiale in cui il Governo si è trovato ad operare. Il panorama internazionale è stato infatti caratterizzato dallo sconvolgimento del terrorismo internazionale e, a fronte della imponente crescita economica di alcuni grandi Paesi asiatici, vi è stata una significativa contrazione dell’economia europea, proprio in concomitanza della introduzione della moneta unica. A tali elementi di contesto va inoltre aggiunta la peculiarità dell’ingente debito pubblico italiano. Certamente il Governo non può essere ritenuto responsabile del complesso delle contingenze economiche negative: la situazione italiana avrebbe potuto essere ben più grave, se il Governo non avesse realizzato quegli interventi di sostegno al reddito, a supporto delle fasce più deboli, che hanno permesso di evitare una vera e propria recessione. Al riguardo cita l’esempio della Germania, in cui si è verificata una contrazione dei consumi più forte che in Italia. La riduzione della pressione fiscale ha pertanto sostenuto comunque il potere d’acquisto delle famiglie italiane, evitando così un’ulteriore compressione dei consumi. Nella manovra finanziaria all’esame del Parlamento figurano quindi due interventi che mirano a fronteggiare uno dei momenti più difficili dell’economia mondiale dal secondo dopoguerra ad oggi: la riduzione del cuneo contributivo e gli incentivi alla spesa in ricerca e sviluppo.
Si sofferma poi sulla necessità del rispetto dei vincoli imposti dall’adesione all’Unione economica e monetaria senza un ulteriore aggravio dell’imposizione fiscale, e sottolinea come appaia necessario avviare un confronto costruttivo con il Governo sulla questione relativa ai trasferimenti agli enti locali e sulla privatizzazione e riorganizzazione dei servizi pubblici, approfondendo anche il problema di una più equa tassazione dei fondi immobiliari. Richiama quindi il pensiero del senatore Beniamino Finocchiaro che, già quindici anni fa, segnalava i pericoli di un trasferimento di funzioni dal centro alla periferia e della contestuale abolizione di forme di controllo sugli enti locali. La situazione attuale dimostra che quei rischi paventati sono oggi concreti e bisogna pertanto ripensare alla necessità di reintrodurre i controlli giuridici di legittimità sugli atti posti in essere dal sistema delle autonomie.
Manifesta poi perplessità sulle proposte emendative preannunciate dai senatori dell’opposizione che mirano ad un’ulteriore riduzione del cuneo contributivo finanziata dalla tassazione delle rendite finanziarie. Ritiene infine che l’incremento della spesa corrente della pubblica amministrazione potrà essere corretto alla luce della ripresa economica che appare ormai prossima e che permetterà una minore presenza nell’economia da parte dello Stato.
Il vice ministro VEGAS, in sede di replica, osserva preliminarmente che la manovra finanziaria per il prossimo anno costituisce un momento di valutazione dell’operato del Governo nel corso della presente legislatura e, al tempo stesso, di riflessione sulle prospettive future dell’economia nazionale. Ribadisce quindi l’eccezionalità del contesto storico mondiale nel quale si è trovato ad operare il Governo, sottolineando in particolare il ruolo assunto dagli eventi bellici e dall’apertura al commercio internazionale del continente asiatico. Fa poi presente che l’introduzione della moneta unica non è stata accompagnata da quel processo di liberalizzazione dei servizi che avrebbe permesso di sfruttare appieno i vantaggi offerti dall’Euro. In tale contesto il Governo ha scelto di sostenere l’economia operando con strumenti di politica economica non tradizionali, quali la riduzione dell’imposizione fiscale. L’impiego di tali strumenti non è però collegato al peggioramento della competitività nazionale e degli indici di bilancio. Fa inoltre presente che l’aumento della spesa corrente della pubblica Amministrazione è stata una costante delle ultime legislature e richiama l’attenzione sull’incremento del tasso di occupazione e sulla circostanza che il tasso di crescita dell’economia nazionale è stato, per quanto basso, sempre positivo. Reputa quindi pericoloso un eventuale intervento sul cuneo contributivo finanziato attraverso una maggiore imposizione fiscale, poiché avrebbe un effetto di disorientamento sui mercati finanziari europei e mondiali. A tale riguardo, fa presente che la diminuzione della pressione fiscale rappresenta uno strumento ormai consueto in diversi Paesi europei e in taluni Paesi che in passato avevano un’economia pianificata. Fa poi presente che l’eventuale tassazione delle rendite finanziarie potrebbe determinare una fuga dei capitali all’estero che renderebbe sostanzialmente inutile l’eventuale manovra.
La politica economica del Governo dovrà quindi essere improntata, anche per il futuro, ad un maggior controllo della spesa corrente e ad una più incisiva spinta sulle liberalizzazioni. Per quanto riguarda poi la ripartizione del carico della manovra fra centro e periferia, fa presente che i tagli alla spesa sono stati ripartiti proporzionalmente al peso di ciascun settore della pubblica Amministrazione.
L’eccessiva incidenza dei tagli sulla spesa sociale lamentata dalle Amministrazioni comunali rappresenta poi un falso problema, poiché l’articolo 22 del disegno di legge finanziaria delinea un sistema per il calcolo dei limiti di spesa all’interno del quale gli Enti locali possono intervenire utilizzando l’ampia discrezionalità di cui dispongono nella gestione dei propri bilanci, in particolare attraverso la classificazione delle spese sociali. In merito ai limiti fissati per la spesa sanitaria, sottolinea che i 93 miliardi di euro previsti dalla manovra di bilancio non rappresentano un taglio rispetto ai 95,6 miliardi di euro previsti dal bilancio a legislazione vigente, poiché questo ultimo importo non tiene conto della riduzione ottenute grazie ai meccanismi di controllo della spesa avviati su base regionale nel corso dell’anno. A tale proposito ricorda che rimane ancora aperta la questione della ripartizione di eventuali risorse aggiuntive e cioè se essa debba avvenire tra tutte le regioni o soltanto tra quelle più esposte sotto il profilo finanziario.
Dopo aver sottolineato che la manovra finanziaria per il 2006 non mira ad una ricerca demagogica del consenso elettorale, risponde al senatore Marino, in merito alla cancellazione dei residui relativi al Fondo per le aree sottoutilizzate nel disegno di legge di bilancio, facendo presente che la dotazione di cassa per il prossimo anno risulta comunque incrementata, e dichiara infine di condividere la proposta del relatore di concentrare il dibattito sulle proposte emendative più importanti al fine di raggiungere su di esse la più ampia intesa.
Il PRESIDENTE relatore, ringraziando tutti gli intervenuti, propone di rinviare il seguito dell’esame ad altra seduta, essendo stata conclusa la discussione generale ed essendo state svolte le repliche dei relatori e del Governo. Propone, altresì, di passare all’esame degli emendamenti nella giornata di martedì prossimo.
La Commissione conviene con la proposta del Presidente ed il seguito dell’esame è quindi rinviato.
BILANCIO (5ª)
martedì 25 ottobre 2005
762ª Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 21 ottobre.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che la discussione generale congiunta è stata conclusa e che sono state già svolte le repliche dei relatori e del Governo.
Prende la parola incidentalmente sui lavori della Commissione il senatore MORANDO (DS-U), al fine di riproporre una esigenza già avanzata da parte dei Gruppi di opposizione in merito alla attendibilità dei documenti di bilancio così come licenziati dal Consiglio dei ministri e conseguentemente all'impatto che ne deriverà sull'andamento dei lavori in Commissione. In proposito, il ministro Tremonti aveva dichiarato proprio dinanzi alle Commissioni bilancio che non vi sarebbero state significative variazioni rispetto alle previsioni tendenziali ed invece dopo soli cinque giorni il Governo ha emanato un decreto-legge recante misure urgenti per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica del 2005. Questo provvedimento, peraltro, è stato presentato presso l'altro ramo del Parlamento e non in Senato, ove è iniziata la prima lettura dei documenti di bilancio. E' apparsa inoltre sulla stampa la notizia di un presunto maxi emendamento sostitutivo del disegno di legge finanziaria e nel contempo si sta già avanzando l'ipotesi del ricorso alla questione di fiducia sull'approvazione del nuovo testo predisposto dal Governo. Al riguardo, egli osserva che, pur rientrando nelle prerogative dell'Esecutivo, la predisposizione di una proposta emendativa complessiva volta a sostituire gran parte dei provvedimenti attualmente all'esame del Parlamento, è al tempo stesso diritto della Commissione conoscere le reali intenzioni del Governo e organizzare di conseguenza i propri lavori. Più esattamente, rileva come ci si trovi di fronte a due ipotesi alternative. Da un lato, infatti, il Governo potrebbe elaborare la sua proposta assieme alla sua maggioranza al di fuori della sede parlamentare e poi imporne l'approvazione eventualmente con il ricorso al voto di fiducia; dall'altro lato, viceversa, il maxi emendamento ipotizzato potrebbe recepire il lavoro svolto dalla Commissione accogliendo le principali modifiche introdotte in tale sede e così rispettando la dignità del lavoro dei parlamentari. In questo secondo caso, l'opposizione si potrebbe impegnare a operare una severa selezione degli emendamenti da presentare in Assemblea. Del resto, anche per quanto riguarda il dibattito in Commissione, le forze politiche che si riconoscono nell'Unione hanno già segnalato poche decine di emendamenti su cui si dovrebbe concentrare l'attenzione. La maggioranza, da parte sua, dovrebbe pertanto individuare le proposte che ritiene fondamentali, sulle quali si potrebbe approfondire la discussione.
Riguardo alla ipotesi di un maxi emendamento, il vice ministro VEGAS precisa che il Governo sta effettivamente studiando una riformulazione dell'articolo 44 del disegno di legge finanziaria concernente il Fondo famiglia e solidarietà. Questo nuovo testo sarà predisposto in vista dell'esame in Assemblea, ma ciò non toglie che il dibattito in Commissione mantiene una sua rilevanza di cui si dovrà tenere conto. Chiarisce tuttavia che la manovra finanziaria per il 2006 si muove all'interno di un percorso ben definito di riduzione del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, in linea peraltro con precise determinazioni assunte in sede di Unione europea. Nel riconoscere le prerogative della Commissione bilancio, che può ovviamente introdurre miglioramenti ai provvedimenti in esame, egli sottolinea però che non potranno essere accolte proposte dirette ad incrementare la spesa o ad alterare i cardini essenziali della manovra.
Nel prendere atto delle dichiarazioni del rappresentante del Governo, il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) pone in evidenza l'atteggiamento dell'opposizione che non ha presentato un numero significativamente alto di emendamenti e ha peraltro già indicato i temi principali su cui intende approfondire la discussione. Gioverebbe pertanto alla serietà e all'efficacia dei lavori della Commissione, se anche le forze di maggioranza indicassero esplicitamente le proprie priorità politiche riguardo alla manovra finanziaria.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un), considerando la concreta eventualità che il futuro maxi emendamento presentato dal Governo possa essere sottoposto a voto di fiducia, esprime la preoccupazione che al Parlamento venga sottratto di fatto l'esame dei contenuti della manovra e chiede pertanto al Vice Ministro un'esposizione più puntale circa il testo che sarebbe in corso di elaborazione.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) sottopone al Presidente della Commissione, nonché relatore sul disegno di legge finanziaria, l'esigenza che tutte le proposte emendative siano prese nella giusta considerazione, pur riconoscendo la validità delle argomentazioni avanzate dagli altri senatori in merito alla individuazione delle problematiche più rilevanti.
Il presidente AZZOLLINI (FI) ricorda come egli stesso, in qualità di relatore al disegno di legge finanziaria, si sia limitato alla presentazione di un solo emendamento preannunciando soltanto la presentazione di un’ulteriore proposta concernente il tema dei contributi agricoli unificati. Crede quindi di aver dato un personale contributo al metodo di lavoro testé caldeggiato dall'opposizione, nel senso di concentrare l'esame sulle proposte più significative. In proposito, ritiene fondate le considerazioni svolte dal senatore Giaretta e auspica quindi che anche la maggioranza sia in grado di selezionare in breve tempo le proposte emendative alle quali assegnare una maggiore rilevanza. Nell'assicurare poi il senatore Paolo Franco che si terrà conto di tutti gli emendamenti, osserva tuttavia che la selezione delle principali questioni da approfondire rappresenta un percorso di lavoro sostanzialmente auspicabile. Rileva infine che la mancata sovrapposizione con le sedute dell'Assemblea, a differenza di quanto avvenuto negli anni passati, consentirà alla Commissione di svolgere un lavoro ordinato e approfondito.
Il senatore MORANDO (DS-U) prende atto dell'intenzione della maggioranza di procedere a sua volta all'individuazione degli emendamenti più significativi, nonché della dichiarazione del rappresentante del Governo circa l'elaborazione di un maxi emendamento. In merito a quest'ultimo, chiede peraltro se l'Esecutivo sia orientato a limitarne i contenuti all'impiego della dotazione finanziaria prevista per il Fondo famiglia e solidarietà di cui all’articolo 44.
Il vice ministro VEGAS non esclude che la proposta governativa possa interessare altre questioni di rilievo; ma in ogni caso assicura che non verranno introdotte nuove voci di spesa o di entrata di rilevante entità, né verranno alterati i profili finanziari di una manovra che ha peraltro ottenuto riscontri positivi sia in sede nazionale che internazionale.
Il senatore TAROLLI (UDC), pur riconoscendo che la manovra finanziaria presentata dal Governo ha una sua precisa struttura e segue una sua logica, ritiene che non possa essere accettata in blocco e che in capo al Parlamento rimanga la facoltà di migliorarla ed integrarla. Auspica pertanto che il Governo accolga nel suo maxi emendamento la sintesi delle proposte modificative che la Commissione avrà accolto nel corso dei suoi lavori.
Il senatore IZZO (FI) condivide l'impostazione suggerita dal Presidente su sollecitazione dei senatori dell'opposizione e dichiara che anche la maggioranza procederà a selezionare le proposte più meritevoli di accoglimento da parte della Commissione, al fine di pervenire quanto prima alla definizione di un testo da sottoporre all'esame dell'Assemblea.
Il senatore GRILLOTTI (AN) giudica opportuno concentrare la discussione sui contenuti dell'articolo 44 del disegno di legge n. 3613, attinenti alla realizzazione di interventi volti al sostegno delle famiglie e della solidarietà per lo sviluppo socio-economico. Esprime inoltre la propria perplessità in merito alla decisione di introdurre ulteriori misure per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica ricorrendo ad un decreto-legge, che peraltro è stato presentato alla Camera dei deputati.
Il senatore CADDEO (DS-U), rilevando come il rappresentante del Governo abbia ribadito gli obiettivi che la manovra finanziaria intende perseguire e quindi i limiti assai stretti entro cui potrebbero essere accolte le proposte modificative, paventa il rischio che il ricorso ad un maxi emendamento, con eventuale posizione della questione di fiducia, sottragga al Parlamento l'esame di aspetti significativi della manovra stessa. Chiede pertanto al Governo che le questioni non ancora definite e non ancora formalmente inserite nel medesimo maxi emendamento siano sottoposte preventivamente alla Commissione Bilancio per un opportuno confronto con la minoranza prima di confluire nel nuovo testo da sottoporre all'Assemblea.
Il vice ministro VEGAS ritiene che la richiesta testé avanzata possa essere accolta compatibilmente con l'andamento del dibattito e con i tempi del lavoro parlamentare.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) prende atto delle ulteriori precisazioni avanzate dal rappresentante del Governo e assicura che, nel corso dei lavori, verranno rispettate come sempre le prerogative dei parlamentari. Ribadisce inoltre l'opinione che la maggioranza dovrebbe farsi carico dell'esigenza avanzata dall'opposizione individuando i temi ai quali attribuisce una maggiore importanza. In tale ottica, osserva che il ricorso all'accantonamento di emendamenti dovrebbe essere assai limitato e concentrato eventualmente sulle proposte più degne di interesse.
Avverte quindi che si passa all’esame ed alla votazione degli emendamenti riferiti ai disegni di legge di bilancio e finanziaria, iniziando, conformemente alle prescrizioni del Regolamento del Senato, dagli articoli del disegno di legge di bilancio.
Dichiara poi inammissibili gli emendamenti 5ª-4.Tab.4.3, 5ª.4.Tab.4.2, 5ª.4.Tab.4.4 e 5ª.6.Tab.6.1, in quanto prevedono una copertura di oneri correnti con risorse di conto capitale. Dichiara inoltre improponibili gli emendamenti 5ª.7.Tab.7.1 e 5ª.10.Tab.10.1, atteso che sono relativi a una singola Tabella e pertanto avrebbero dovuto essere oggetto di esame da parte delle Commissioni di merito in sede consultiva.
Si passa all'illustrazione degli emendamenti relativi al disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2006 (pubblicati separatamente nel fascicolo 1).
Il sottosegretario VEGAS illustra l'emendamento 5a- 2.TAB.2.1 con il quale si recepisce all'interno del disegno di legge di bilancio l'articolo 2 del disegno di legge finanziaria che è stato oggetto di stralcio.
Il senatore MARINO (Misto-Com) sottoscrive gli emendamenti 5ª- 4.TAB.4.1 e 5-9.TAB.9.1, rinunciando alla loro illustrazione.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U) sottoscrive gli emendamenti 5ª- 6.TAB.6.2, 5ª- 6.TAB.6.3, 5ª -TAB.6.4 e 5ª- 6.TAB.6.5 e li dà per illustrati.
Il relatore CICCANTI (UDC) illustra la proposta 13.1.
Il presidente AZZOLLINI avverte quindi che i rispettivi firmatari hanno rinunciato a dare illustrazione ai restanti emendamenti relativi al disegno di legge di bilancio in titolo.
Invita quindi il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il loro parere sulle proposte emendative.
Il relatore CICCANTI (UDC) si rimette alle determinazioni del rappresentante del Governo.
Il sottosegretario VEGAS esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione delle proposte 5ª-2.TAB.2.1 e 13.1.
Il presidente AZZOLLINI avverte quindi che si passerà alle dichiarazioni di voto in merito all'emendamento 5ª-2.TAB.2.1.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il proprio voto contrario sull'emendamento, il quale, sebbene collocato correttamente all'interno del disegno di legge di bilancio per via dello stralcio dell'articolo 2 del disegno di legge finanziaria, non si sottrae a forti perplessità con riferimento ai suoi contenuti. Infatti, l'emendamento in questione ha ad oggetto la rideterminazione del fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine e del fondo di riserva per le spese impreviste i quali, finora, sono stati rispettivamente utilizzati per un livello pari a circa il 75-80 per cento e per il 50 per cento. Per effetto di tale emendamento, si verrebbe a determinare quale conseguenza, che le disponibilità dei due fondi sarebbero rideterminate, rispettivamente, al 60 per cento ed al 40 per cento del loro importo originario. Il contenuto di tale proposta, quindi, è oggetto di forte preoccupazione dal momento che determina un irrigidimento del disegno di legge di bilancio, attraverso la rimodulazione dei due menzionati fondi, rimodulazione che, peraltro, è facile supporre che possa essere ulteriormente rivista alla luce di eventi imprevisti che potrebbero richiedere altre spese durante l'anno finanziario. Inoltre, l'emendamento in questione reca mezzi di copertura finanziaria che potrebbero rivelarsi insussistenti a fronte di nuove esigenze di spesa.
Il senatore MICHELINI (Aut), condividendo le argomentazioni espresse dal senatore Morando, dichiara il voto contrario della propria parte politica poiché lasciano perplesse le motivazioni addotte dal rappresentante del Governo a sostegno di tale proposta.
Il senatore FERRARA (FI) annuncia il voto favorevole dei senatori di Forza Italia sull'emendamento in oggetto, condividendo le motivazioni dello stesso che sono state esposte dal rappresentante del Governo. Peraltro, la riduzione delle disponibilità dei fondi menzionati nell'emendamento era già stata anticipata da tempo; pertanto, appare giustificato l'obiettivo dell'emendamento di rideterminare l'ammontare di tali fondi.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) esprime il voto favorevole della propria parte politica in quanto l'emendamento si limita ad introdurre nel disegno di legge del bilancio l'articolo 2 del disegno di legge finanziaria, oggetto di stralcio. Sarebbe pertanto grave se tale emendamento non fosse approvato in quanto con lo stesso si rideterminano in modo congruo sia il fondo di riserva per le spese obbligatorie sia il fondo di riserva per le spese impreviste.
Dopo che il presidente AZZOLLINI ha accertato la sussistenza del prescritto numero legale, l'emendamento 5ª-2.TAB.2.1, posto ai voti, è respinto.
Il vice ministro VEGAS, alla luce di tale deliberazione, chiede la sospensione dell'esame dei provvedimenti in titolo, essendo necessario un chiarimento all'interno della maggioranza.
Il presidente AZZOLLINI, preso atto della richiesta avanzata dal sottosegretario Vegas, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
mercoledì 26 ottobre 2005
763ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame del disegno di legge n. 3614 sospeso nella seduta di ieri, nel corso della quale è stato respinto l’emendamento 5a.2.Tab.2.1.
Il PRESIDENTE avverte che l'esame degli ordini del giorno è stato accantonato per essere ripreso alla fine della trattazione degli emendamenti.
Vengono quindi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 5a.2.Tab.2.2, 5a.4.Tab.4.1, 5a.6.Tab.6.2, 5a.6.Tab.6.3, 5a.6.Tab.6.4, 5a.6.Tab.6.5 e 5a.9.Tab.9.1. Dopo che è stato approvato l’emendamento 13.1, viene inoltre respinto l’emendamento 18.1.
Si passa successivamente all’esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge n. 3613.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dà conto degli emendamenti dichiarati inammissibili fra quelli presentati agli articoli dall’1 al 21 del disegno di legge finanziaria. Dopo aver ricordato che l’articolo 2 del provvedimento in oggetto è stato stralciato dal Presidente del Senato ai sensi dell’articolo 126, commi 3 e 4, del Regolamento, dichiara pertanto inammissibili: quanto all’articolo 3, gli emendamenti 3.8, 3.10, 3.11, 3.12, 3.13, 3.16, 3.17, 3.19, 3.20, 3.21, 3.22 e 3.27 per ragioni di copertura finanziaria; quanto all’articolo 4, gli emendamenti 4.3 e 4.4 per problemi di copertura finanziaria; in merito all’articolo 5, gli emendamenti 5.1, 5.19 e 5.20, sempre per mancanza di copertura finanziaria; relativamente all’articolo 8, l’emendamento 8.5, ancora per copertura finanziaria; quanto all’articolo 9, l’emendamento 9.0.2 (limitatamente al comma 3), ugualmente per copertura finanziaria; con riferimento all’articolo 13, gli emendamenti 13.0.3 (per copertura finanziaria) e 13.0.2 (per materia); quanto all’articolo 14, gli emendamenti 14.1, 14.9, 14.14, 14.0.1 e 14.0.2 (per copertura finanziaria) e 14.20 e 14.30 (per materia); in merito all’articolo 15, l’emendamento 15.0.2 ancora per materia; in relazione all’articolo 16, gli emendamenti 16.21, 16.31, 16.0.2, 16.0.5 (limitatamente al secondo periodo), 16.0.6 (limitatamente al secondo periodo), 16.0.7 (limitatamente al secondo periodo), 16.0.12, 16.0.15 e 16.0.20 (testo 2), tutti per copertura finanziaria, nonché l’emendamento 16.0.25 per materia; quanto all’articolo 17, l’emendamento 17.0.11 per copertura finanziaria; quanto all’articolo 18, l’emendamento 18.1, ugualmente per copertura finanziaria; in merito all’articolo 20, gli emendamenti 20.4, 20.9 e 20.20, ancora per ragioni di copertura finanziaria; infine, quanto all’articolo 21, gli emendamenti 21.1, 21.2, 21.8, 21.10, 21.12, 21.16, 21.18, 21.26, 21.37, 21.38, 21.39, 21.41, 21.47, 21.0.4, 21.0.8 (limitatamente all’ultimo periodo), 21.0.9, 21.0.22, 21.0.34 e 21.0.42, tutti per copertura finanziaria, nonché gli emendamenti 21.30, 21.33, 21.43, 21.0.11 e 21.0.32 per materia.
Il senatore MARINO (Misto-Com) aggiunge la propria firma a tutti gli emendamenti presentati da senatori appartenenti al Gruppo Misto.
Il senatore MORANDO (DS-U) auspica che gli esponenti della maggioranza non diano per illustrati e quindi intervengano effettivamente sulle proposte emendative alle quali attribuiscono particolare importanza e su cui pertanto è opportuno svolgere un esame più approfondito.
Si passa all’esame dell’unico emendamento riferito all’articolo 1.
Prende la parola il senatore TAROLLI (UDC) che, in sede di illustrazione dell’emendamento 1.0.1, evidenzia come esso contempli una proposta già dibattuta in occasione dell’esame della manovra finanziaria dello scorso anno, quando una disposizione analoga venne approvata in sede di Commissione, ma non fu poi ricompresa nel testo finale sottoposto al voto dell’Assemblea. In particolare, l’emendamento – precisa il presentatore – mira a garantire una migliore conoscenza degli andamenti della finanza pubblica, nella considerazione che i flussi di spesa non riguardano solamente lo Stato centrale. Appare pertanto opportuno rivedere i meccanismi di monitoraggio dei conti pubblici, creando un organismo ad hoc, senza nel contempo limitare le prerogative dei soggetti competenti in materia secondo la legislazione vigente.
Il senatore MORANDO (DS-U) ritiene che l’esigenza cui va incontro l’emendamento in esame sia vieppiù rafforzata alla luce delle incertezze concernenti l’andamento della finanza pubblica nel 2005; incertezze peraltro confermate dalla contraddittorietà sia tra le dichiarazioni rese dal Ministro dell’economia e delle finanze dinanzi alla Commissione bilancio del Senato e la successiva adozione del decreto-legge n. 211, recante appunto misure urgenti per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, sia tra le assicurazioni fornite dallo stesso Governo in materia di conti pubblici e i dati invece pubblicati da alcuni istituti di ricerca. Considera pertanto condivisibile la proposta del senatore Tarolli volta a prevedere un meccanismo di monitoraggio che andrebbe a vantaggio del Parlamento e del Governo. Suggerisce tuttavia di modificare il primo periodo dell’emendamento, al fine di rendere chiaro che l’Alta Commissione ivi prevista non ha rilievo politico, né è competente per funzioni proprie degli organi istituzionali, limitandosi invece a svolgere compiti di rilevazione e verifica. Formula pertanto una puntuale proposta di modifica al riguardo.
Anche il senatore CADDEO (DS-U) giudica positivamente la proposta emendativa in oggetto, diretta ad assicurare maggiore certezza a tutte le amministrazioni pubbliche circa gli andamenti della finanza pubblica. Anche gli enti regionali e locali potranno in tal modo avvantaggiarsi di questi dati nel loro confronto con l’Esecutivo centrale; così come ne trarrà giovamento il lavoro del Parlamento, che spesso si trova a discutere la manovra finanziaria senza conoscere con esattezza l’andamento tendenziale dei conti pubblici. L’adozione di questo nuovo strumento di monitoraggio, consentirebbe inoltre all’Italia di adeguarsi ai meccanismi di verifica e controllo in materia di bilancio già esistenti in molti altri Stati occidentali.
Il senatore MICHELINI (Aut) propone anch’egli di modificare il primo comma dell’emendamento 1.0.1, nel senso di aggiungere, al termine, un riferimento agli enti previdenziali.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) propone di accantonare l’emendamento 1.0.1, consentendo così alla Commissione di rivedere con attenzione alcuni passaggi del testo in esame soprattutto con riferimento alle effettive funzioni poste in capo all’Alta Commissione di monitoraggio.
Il vice ministro VEGAS si esprime in senso favorevole all’accantonamento, anche al fine di rivedere l’elenco dei soggetti che andrebbero a comporre la stessa Alta Commissione.
Anche il senatore TAROLLI (UDC), presentatore dell’emendamento, concorda con la proposta di accantonamento dello stesso.
L’emendamento 1.0.1 viene dunque accantonato.
Si passa pertanto all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 3.
Dopo che sono stati dati per illustrati gli emendamenti 3.1, 3.2, 3.3 e 3.4, il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) illustra le ragioni che sono a fondamento dell’emendamento 3.5, recante un aumento di stanziamento a favore del Fondo per il diritto al lavacro dei disabili.
Si danno quindi per illustrati gli emendamenti 3.6, 3.7, 3.9, 3.14, 3.15, 3.18 e 3.23.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) aggiunge la propria firma e illustra l’emendamento 3.24, volto a ridurre le restrizioni imposte alle spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni per mostre di carattere nazionale.
Dopo che è stato dato per illustrato l’emendamento 3.25 e anche rispondendo a una richiesta di chiarimento del senatore GRILLOTTI (AN), il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra gli emendamenti 3.26 e 3.30, auspicandone l’accoglimento da parte del relatore e del Governo.
Vengono successivamente dati per illustrati gli emendamenti 3.28 e 3.29.
Il senatore CICCANTI (UDC) illustra quindi l’emendamento 3.31, che a suo avviso ha carattere virtuoso, essendo diretto a limitare le spese per una serie di manifestazioni di rappresentanza organizzate da corpi di polizia o armi dell’esercito, venendo peraltro incontro a sollecitazioni avanzate dai rispettivi organi di rappresentanza, i quali sarebbero favorevoli a una diversa utilizzazione delle risorse così risparmiate.
Il senatore NOCCO (FI) illustra l’emendamento 3.32, che mira ad escludere gli ordini e i collegi professionali dalle misure di contenimento della spesa di cui all’articolo 3 del disegno di legge. La proposta sarebbe giustificata dal momento che ordini e collegi professionali sono autofinanziati dai propri iscritti e pertanto non gravano sul bilancio dello Stato, né concorrono agli obiettivi di finanza pubblica.
Il senatore MARINO (Misto-Com) illustra infine nel dettaglio le finalità perseguite dall’emendamento 3.0.1, di cui raccomanda l’accoglimento.
Il seguito dell’esame del disegno di legge n. 3613 è quindi rinviato.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
mercoledì 26 ottobre 2005
765ª Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore sull’atto Senato n. 3613, che si riprenderà con la formulazione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti relativi all’articolo 3. Avverte, altresì, che tutte le proposte emendative che verranno esaminate nella presente seduta sono pubblicate a parte nel fascicolo 1.
Si passa all’espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all’articolo 3.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 3 nonché sull’emendamento 3.0.1; in particolare, replicando alle osservazioni svolte nelle scorse sedute dal senatore Giaretta sull’emendamento 3.24 mirante a ridurre le restrizioni alle spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni per mostre di carattere nazionale, ritiene che non dovrebbero sussistere le preoccupazioni dianzi espresse, in quanto il comma 3 dell’articolo 3 non elimina del tutto le risorse disponibili per tali finalità ma si limita ad introdurre un criterio che dovrebbe favorire una maggiore selezione delle iniziative nell’ottica di una migliore gestione della spesa. Quanto poi alle osservazioni svolte in sede di illustrazione dal senatore Paolo Franco con riferimento all’emendamento 3.30, giudica le disposizioni di cui al comma 4 dell’articolo 3 tali da non penalizzare i piccoli comuni, così come invece paventato dal suo proponente.
Il vice ministro VEGAS dichiara un parere conforme al relatore sugli emendamenti all’articolo 3, condividendo in particolare le considerazioni espresse dal presidente Azzollini sull’emendamento 3.24. Riferendosi quindi all’emendamento 3.26, osserva che la proposta di incremento degli stanziamenti relativi all’otto per mille è un tema sul quale si sta lavorando e che potrebbe costituire oggetto di attenzione del Governo nell’ambito dell’esame del decreto-legge n. 203 del 2005. Si sofferma quindi brevemente sul criterio utilizzato da molti emendamenti per la copertura finanziaria - quello cioè di intervenire con una riduzione dell’accantonamento disposto nella tabella C - rappresentando in proposito che, pur trattandosi di un criterio ineccepibile sotto il profilo formale, ben difficilmente potrà essere favorevolmente valutato dal Governo in considerazione degli effetti negativi sulla manovra complessiva che deriverebbero dal loro accoglimento. Quanto poi agli emendamenti, come il 3.31, che propongono una riduzione delle spese per manifestazioni ed altre iniziative ritiene trattasi di proposte interessanti in linea di principio, che potrebbero però essere meglio valutate qualora trasformate in ordini del giorno. Pur giudicando positivamente gli emendamenti 3.14 e 3.32 ritiene comunque necessaria al riguardo una ulteriore riflessione.
Accogliendo la proposta del senatore Paolo FRANCO (LP) la Commissione conviene di accantonare l’emendamento 3.26.
Sono posti ai voti e, in esito a distinte votazioni, risultano respinti gli emendamenti da 3.1 a 3.32, nonché l’emendamento 3.0.1.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 4 che sono dati per illustrati. La Commissione conviene di accantonare l’emendamento 4.0.1, accogliendo una proposta del senatore Paolo FRANCO (LP) in tal senso.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti gli emendamenti relativi all’articolo 4 alla luce di una valutazione complessiva degli stessi nel più generale impianto della manovra finanziaria, anche perché in alcuni casi si provvede alla copertura non già con tagli di spesa ma con nuove imposte e cioè in senso contrario all’orientamento del Governo.
Dopo che anche il Rappresentante del GOVERNO ha dichiarato un parere conforme a quello espresso dal relatore, posti separatamente ai voti, risultano respinti gli emendamenti da 4.1 a 4.8.
Si passa all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 5.
Il senatore PAOLO BRUTTI (DS-U), illustrando gli emendamenti di cui è primo firmatario, si sofferma brevemente sulle disposizioni che rideterminano le dotazioni di bilancio delle spese per trasferimenti correnti alle imprese, evidenziando in particolare l’inopportunità dei tagli proposti per le ferrovie dello Stato alla luce della grave condizione patrimoniale in cui versa Trenitalia S.p.A.. Si tratta di un intervento che avrà riflessi negativi sulle possibilità di accesso al credito della società determinando un peggioramento dei tassi praticati per via dell’inevitabile consequenziale declassamento della società. Giudica quindi negativamente anche l’intervento relativo all’ANAS la cui portata presumibilmente provocherà forti agitazioni del personale in vista di possibili tagli e comunque avrà riflessi negativi sulla minore capacità di assicurare l’ordinaria attività, come ad esempio la manutenzione delle strade, con tutti le possibili implicazioni sulla sicurezza dei cittadini.
Il senatore FERRARA (FI) fa proprio l’emendamento 5.4 e lo illustra.
Il senatore NOCCO (FI), dopo aver chiesto di apporre la firma alla proposta 5.4, ne propone quindi l’accantonamento invitando il Governo ad una ulteriore riflessione sulla materia.
Seguono quindi brevi interventi del senatore MORANDO (DS-U) - che sottolinea come la materia affrontata dall’emendamento 5.4 sia analoga a quella considerata dagli emendamenti di cui il senatore Paolo Brutti è primo firmatario e conseguentemente ritiene opportuno che siano tutti accantonati – del senatore PAOLO BRUTTI (DS-U), che richiama l’attenzione sulle differenze tra le sue proposte e quelle di cui il senatore Cicolani e Grillo sono firmatari, e del senatore MARINO (Misto-Com) che aggiunge la propria firma sugli emendamenti 5.2, 5.3, 5.5 e 5.6.
Il senatore CURTO (AN) illustra poi brevemente l’emendamento 5.10 e ne propone l’accantonamento.
Anche il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra brevemente l’emendamento 5.22 e parimenti chiede che ne venga disposto l’accantonamento.
I restanti emendamenti all’articolo 5 sono quindi dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 5. Riferendosi agli emendamenti da 5.9 a 5.20, vertenti sulla stessa materia, ritiene che si possa addivenire ad una bocciatura tecnica dei medesimi salvo poi riconsiderare la questione nell’ambito dell’esame dell’articolo 66. Si sofferma inoltre brevemente sulle scelte operate dal Governo nell’articolo 5 giudicandole pienamente condivisibili. Riferendosi quindi alle riduzioni di cui all’elenco 3 allegato alla finanziaria ritiene che, pur trattandosi di disposizioni che daranno luogo a difficoltà operative, le stesse vanno valutate nel più ampio quadro delle scelte operate con il disegno di legge finanziaria. Giudica quindi condivisibile la proposta di accantonamento dell’emendamento 5.4 e delle proposte di analogo contenuto, in quanto appare necessaria una ulteriore riflessione sulla materia che interessa il più generale problema della ridefinizione della struttura dell’ANAS nell’ambito della contabilità nazionale. Si tratta di una proposta che peraltro va nella direzione già tracciata nell’ambito dell’esame del decreto-legge decaduto (disegno di legge n. 3587) in materia di infrastrutture con soluzioni normative che già avevano incontrato la positiva valutazione di molte forze politiche.
Dopo che il senatore MORANDO (DS-U) ha ribadito la necessità che venga disposto anche l’accantonamento degli emendamenti 5.2 e 5.5 in quanto, pur con un diverso criterio di copertura, gli stessi affrontano la medesima materia trattata dall’emendamento a firma del senatore Cicolani, la Commissione dispone l’accantonamento degli emendamenti 5.2, 5.3, 5.4, 5.5, 5.6 e 5.22.
Il Vice Ministro VEGAS, dopo aver giudicato favorevolmente l’emendamento 5.28, che contiene un intervento di mera riformulazione, riferendosi alle proposte emendative di cui il senatore Paolo Brutti è primo firmatario, fa presente come gli interventi che interessano le ferrovie e l’ANAS devono essere letti alla luce del quadro delle scelte operate con la finanziaria. Quanto poi all’ANAS ritiene necessaria una ulteriore riflessione per cui giudica favorevolmente l’accantonamento delle citate proposte. Formula quindi un parere conforme a quello del relatore con riferimento ai restanti emendamenti.
Posto ai voti, l’emendamento 5.28 risulta approvato.
Con distinte votazioni, sono altresì respinti gli emendamenti da 5.7 a 5.27.
Si passa all’esame degli emendamenti all’articolo 6 che sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore ed il Rappresentante del GOVERNO dichiarano un parere contrario su tutti gli emendamenti, pur riconoscendo che l’emendamento 6.1 risponde ad una lodevole finalità.
Posti ai voti, gli emendamenti 6.1, 6.2, 6.3 e 6.0.2 non sono approvati. E’ invece disposto l’accantonamento dell’emendamento 6.0.1 affrontando un tema analogo a quello degli emendamenti accantonati all’articolo 5.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti all’articolo 7, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra brevemente l’emendamento 7.3 di cui raccomanda l’approvazione.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) illustra la proposta 7.0.4.
I restanti emendamenti sono dati quindi per illustrati.
Il RELATORE dichiara il suo parere contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 7, ad eccezione del suo emendamento 7.7, di cui raccomanda l’approvazione. Riferendosi quindi all’emendamento 7.0.4 giudica la finalità perseguita apprezzabile anche se ritiene che tali iniziative possono essere già realizzate utilizzando i fondi già stanziati.
Dopo che il senatore PIZZINATO (DS-U) ha ribadito l’opportunità di considerare favorevolmente la proposta in esame in considerazione della bontà delle finalità perseguite e delle difficoltà operative che presenta il quadro vigente.
Il Vice Ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore. In particolare quanto all’emendamento 7.3 ritiene importante non incidere sulle risorse poste in favore del Ministero dell’interno in considerazione dell’importanza della tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza. Condivide inoltre le considerazioni del Presidente relatore relativamente al tema della creazione di asili nido.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 7.1 e 7.2.
Il senatore LEGNINI (DS-U), dopo aver chiesto di poter apporre la propria firma, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 7.3, ricordando come la Commissione giustizia in occasione della espressione del rapporto sulla manovra finanziaria per l’anno 2006 abbia espresso una forte preoccupazione per i tagli che hanno interessato il sistema giudiziario nel suo complesso. Le risorse disponibili non saranno infatti certo sufficienti ad assicurare il funzionamento essenziale della macchina giudiziaria; un quadro questo - continua il senatore LEGNINI (DS-U) - ulteriormente aggravato dalla prossima entrata in vigore dei decreti legislativi di attuazione della riforma dell’ordinamento giudiziario. L’emendamento 7.3 non risolve certamente i problemi del finanziamento del settore ma aiuta a far fronte alle numerose emergenze del settore favorendo altresì il decollo di altre iniziative, come la riforma del codice di procedura civile e quella fallimentare.
Il senatore GRILLOTTI (AN), preso atto dell’avviso contrario e delle motivazioni addotte dal Governo, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta 7.3.
Posti separatamente ai voti, gli emendamenti da 7.3 a 7.6 sono respinti, mentre è approvato l’emendamento 7.7. Sono altresì respinti con separate votazioni gli emendamenti da 7.8 a 7.0.3.
Interviene in dichiarazione di voto favorevole sulla proposta 7.0.4, il senatore PIZZINATO (DS-U).
Con separate votazioni, la Commissione respinge le proposte 7.0.4 e 7.0.5.
Si passa all’esame degli emendamenti all’articolo 8, nonché degli emendamenti aggiuntivi ad esso riferiti.
Il senatore BRUTTI PAOLO (DS-U) illustra l’emendamento 8.1, che ritiene maggiormente equilibrato rispetto all’attuale formulazione dell’articolo 8: poiché, infatti, in tale articolo viene prevista una riduzione degli stanziamenti per le infrastrutture - ed in particolare per l’ANAS - fa osservare che qualora il testo dell’articolo 8 rimanesse invariato, l’ANAS non potrebbe spendere più di 1.700 milioni di euro.
In tal modo, a suo avviso, già nel 2006 si riuscirebbe a stanziare solo la metà delle somme necessarie per i lavori in fase di esecuzione, con i gravi problemi che ne conseguirebbero. Auspica pertanto l’accoglimento dell’emendamento 8.1.
I restanti emendamenti all’articolo 8 sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 8, nonché sull’emendamento aggiuntivo 8.0.1.
Con particolare riguardo all’emendamento 8.1, testé illustrato dal senatore Brutti Paolo, osserva che tale emendamento, per quanto astrattamente condivisibile, appare scarsamente coerente con le scelte di politica economica adottate dal Governo, con particolare riferimento al regime di tassazione delle rendite di capitale.
Il Vice Ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 8.1, facendo osservare l’attuale formulazione dell’articolo 8, lungi dal determinare minori oneri per la finanza pubblica, potrebbe addirittura aggravarli, in quanto la limitazione degli stanziamenti ivi prevista non può certo essere fatta valere nei rapporti interni che legano l’ANAS alle imprese appaltanti, che potranno pertanto rivalersi su detto ente anche in sede giurisdizionale. Ritiene pertanto che nel medio periodo la formulazione dell’articolo 8 potrebbe determinare problemi maggiori di quelli che intende risolvere, in quanto trattasi di un semplice rinvio di spesa a suo avviso fortemente discutibile.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, con separate votazioni sono posti ai voti e respinti tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 8, nonché l’emendamento aggiuntivo 8.0.1.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 9, nonché delle proposte recanti articoli aggiuntivi.
Il senatore MARINO (Misto-Com) aggiunge la propria firma all’emendamento 9.1.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 9.0.2, per la parte ammissibile, esprimendo perplessità circa la dichiarazione di inammissibilità riferita al comma 3 di tale emendamento. Precisa, in particolare, che il riferimento all’accreditamento delle giacenze depositate dalle Camere di commercio nelle contabilità speciali e disposto in cinque annualità, come previsto al citato comma 3, non determina problemi di copertura, in quanto si tratta di annualità che dalla Tesoreria unica devono essere date alle Camere di commercio, e non il contrario.
Segue un breve dibattito, con interventi del Vice Ministro VEGAS, del senatore MORANDO e del senatore FERRARA, al termine del quale il presidente relatore AZZOLLINI, sulla base dei chiarimenti forniti dal senatore Ferrara e delle conferme in tal senso ricevute dal rappresentante del Governo dichiara di revocare l’inammissibilità riferita al comma 3 dell’emendamento 9.0.2.
Propone tuttavia di accantonare l’emendamento 9.0.2 per effettuare ulteriori approfondimenti in merito.
La Commissione conviene poi di accantonare l’emendamento 9.0.2.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti l’emendamento 9.1 e l’emendamento aggiuntivo 9.0.1.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 10.
Gli emendamenti 10.1 e 10.2 sono dati per illustrati.
Dopo che il RELATORE e il GOVERNO hanno espresso avviso contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 10, con separate votazioni, gli emendamenti 10.1 e 10.2 vengono posti ai voti e respinti.
Si passa all’esame degli emendamenti di carattere aggiuntivo riferiti all’articolo 11.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) dopo avervi aggiunto la propria firma, illustra l’emendamento 11.0.2, auspicandone l’accoglimento in quanto consente di utilizzare, cumulandoli, i versamenti contributivi effettuati presso diverse gestioni.
Tutti i restanti emendamenti aggiuntivi all’articolo 11 sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore esprime un parere contrario su tutti gli emendamenti presentati. Con particolare riguardo all’emendamento 11.0.5, esprime perplessità, poiché ritiene che i Comuni abbiano in ogni caso la possibilità di contrattare le condizioni dei mutui. Ritiene pertanto non del tutto chiara la ratio di tale emendamento, esprimendo altresì perplessità circa le modalità di reperimento della copertura finanziaria ivi previste.
Il Rappresentante del GOVERNO esprime parere conforme a quello del relatore. Con riguardo poi all’emendamento 11.0.5, ritiene non condivisibile la scelta di adottare tale soluzione in via legislativa in quanto, in tal modo, si introdurrebbe una garanzia di ultima istanza a carico dello Stato. Invita pertanto al ritiro di tale proposta emendativa.
L’emendamento 11.0.1 viene quindi posto ai voti e respinto.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) preannuncia un voto favorevole sull’emendamento 11.0.2, valutando eventualmente la possibilità di escludere la copertura finanziaria che a suo giudizio è ultronea.
Il sottosegretario VEGAS osserva che, ai sensi dell’articolo 27 della legge di contabilità di Stato, tale emendamento deve considerarsi oneroso, in quanto con il meccanismo della totalizzazione dovrebbero essere considerati anche i periodi nei quali non sono stati versati i contributi, determinando minori entrate per gli enti di previdenza. Pertanto, esso non potrebbe essere neppure posto in votazione senza la relativa copertura finanziaria.
Il senatore MORANDO (DS-U) esprime perplessità sul merito della copertura finanziaria del comma 2, lettera a) dell’emendamento 11.0.2.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, con separate votazioni sono poste ai voti e respinte le proposte da 11.0.2 a 11.0.5.
Si passa all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 12, nonché degli emendamenti aggiuntivi ad esso riferiti.
L’emendamento 12.1, nonché gli emendamenti aggiuntivi 12.0.1 e 12.0.2 sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore esprime un parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 12.
Il rappresentante del GOVERNO esprime parere conforme a quello del relatore.
L’emendamento 12.1 viene posto ai voti e respinto. Sono altresì posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti aggiuntivi 12.0.1 e 12.0.2.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 13, nonché degli emendamenti aggiunti ad esso riferiti.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra la proposta 13.8 e ne chiede l’accantonamento.
La Commissione conviene poi di accantonare la proposta 13.8.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) illustra gli emendamenti 13.21 e 13.22. Ricorda, in proposito, che l’istituzione del fondo per l’assistenza agli anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti, era già stata approvata dalla Commissione affari sociali della Camera dei deputati in un apposito disegno di legge, poi rinviato dall’Assemblea a tale Commissione per problemi di copertura finanziaria.
Ritiene pertanto che tale emendamento consentirebbe di reperire le risorse necessarie per l’attuazione di una scelta oggetto di larga condivisione.
Dopo che il PRESIDENTE relatore si è soffermato brevemente sul contenuto dell’emendamento 13.25, il senatore GRILLOTTI illustra gli emendamenti 13.26 e 13.27 volti, rispettivamente, ad abolire la figura del Presidente del Consiglio per i Comuni e per le Province al di sotto di una certa soglia di abitanti, nonché ad abolire i Consigli circoscrizionali in tutti i Comuni. Ritiene infatti che la condivisibile finalità di operare una netta riduzione dei costi della politica debba tener conto anche dei rilevanti sprechi delle risorse pubbliche che derivano dall’eccessiva proliferazione di soggetti e cariche istituzionali non sempre necessari.
Il senatore MINARDO (FI) aggiunge la propria firma all’emendamento 13.25.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra l’emendamento 13.0.1, volto ad istituire una specifica imposizione fiscale sulla pubblicità televisiva. In particolare, lamenta fortemente le riduzioni subite dal Fondo unico per lo spettacolo, che produrranno danni a suo avviso non sul piano culturale, ma altresì economico. Osserva inoltre che, se pure è vero che tale fondo non finanzia le attività svolte da società con fini di lucro, risulta in ogni caso decisivo nel finanziamento delle attività di formazione artistica.
Ritiene pertanto che tale imposta possa reperire le risorse necessarie, realizzando, al contempo, obiettivi di carattere redistributivo in quanto riferita unicamente alla pubblicità televisiva, poste le note difficoltà in cui attualmente versa il settore pubblicitario della carta stampata.
I senatori MARINO (Misto-Com) e LEGNINI (DS-U) aggiungono la propria firma all’emendamento 13.0.1. Il senatore MARINO chiede di poter aggiungere la propria firma anche alla proposta 13.5.
Tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 13, nonché gli emendamenti aggiuntivi ad esso riferiti sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore esprime un parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 13, ad eccezione degli emendamenti 13.25, 13.26 e 13.27, sui quali si rimette al parere del Governo.
Con particolare riguardo all’emendamento 13.0.1, testé illustrato dal senatore Morando, nel sottolineare l’impegno del Governo nel reperire le risorse necessarie per il Fondo unico per lo spettacolo, esprime peraltro perplessità sull’impianto complessivo di tale emendamento: in primo luogo, in termini generali, per l’introduzione di una nuova imposta; in secondo luogo, in quanto un finanziamento basato su una percentuale sui ricavi risulta inevitabilmente aleatorio, oltre a poter determinare effetti depressivi sul mercato pubblicitario televisivo.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore. Ritiene in particolare che nel perseguire una finalità di moralizzazione delle istituzioni – di per sé certamente condivisibile – è tuttavia necessario non cadere in tentazioni di carattere demagogico. Nel dichiararsi favorevole all’accantonamento dell’emendamento 13.8, sottolinea tuttavia la necessità di reperire adeguati mezzi di copertura finanziaria. Con riguardo all’emendamento 13.13, ritiene che tale proposta possa essere attentamente valutata nel corso dell’esame in Assemblea.
Si sofferma quindi sugli emendamenti 13.21 e 13.22 sui quali, pur condividendone le finalità, esprime perplessità in quanto ritiene che il gettito ricavato dalla riduzione dei costi della politica potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto alle finalità ivi previste. Esprime poi parere contrario sugli emendamenti 13.25 e 13.26, che ritiene comunque apprezzabili in quanto sollevano il problema dell’eccessiva proliferazione di livelli istituzionali.
Esprime infine perplessità sull’impianto complessivo dell’emendamento 13.0.1, in quanto l’imposta ivi prevista verrebbe effettuata sui ricavi e non sugli utili, in tal modo determinando effetti estremamente simili a quelli, a suo avviso deprecabili, prodotti dall’IRAP. Ritiene inoltre che l’introduzione di una imposta sulla pubblicità televisiva determinerebbe effetti distorsivi contrastanti con le dinamiche spontanee del mercato.
Il senatore MORANDO (DS-U) interviene per dichiarazione di voto sull’emendamento 13.1 che ritiene meritevole di attenzione in quanto coniuga la finalità di riduzione dei costi della politica con un’impostazione maggiormente sistematica e rispettosa dell’autonomia delle istituzioni. Osserva infatti che tale emendamento, ove approvato, consentirebbe un risparmio di spesa forse addirittura superiore rispetto all’attuale formulazione dell’articolo 13, ma attraverso una previsione maggiormente rispettosa del principio dell’interna corporis, che dovrebbe più propriamente regolare nel dettaglio la materia dell’indennità spettante ai membri del Parlamento.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l’emendamento 13.1 viene quindi posto ai voti e respinto.
Con separate votazioni, sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 13.2 a 13.18.
L’emendamento 13.19 viene quindi posto ai voti e approvato.
Con separate votazioni, sono posti ai voti e respinti gli emendamenti 13.20 e 13.21.
Il senatore LEGNINI (DS-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 13.22, auspicandone l’accoglimento. Ritiene infatti non convincente quanto sostenuto dal vice ministro Vegas a motivazione della propria contrarietà, in quanto tale proposta emendativa intende fare fronte ad un problema risalente ed in progressivo aggravamento, tanto più nell’attuale quadro di riduzione della spesa per gli enti locali, che si tradurrà inevitabilmente in una riduzione dei servizi anche agli anziani.
Con separate votazioni, sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 13.22 a 13.24.
In dichiarazione di voto favorevole sulla proposta 13.25, interviene il senatore Giovanni BATTAGLIA (DS-U).
Con separate votazioni, la Commissione respinge le proposte da 13.25 a 13.27.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) preannuncia un voto favorevole sull’emendamento 13.0.1.
L’emendamento 13.0.1 viene quindi posto ai voti e respinto.
Il seguito dell’esame congiunto viene quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta notturna del 26 ottobre 2005
5.28
IL RELATORE
Al comma 1, elenco 3, Economia e Finanze, u.p.b. 3.1.2.43, alla voce: «Legge n. 449 del 1997» sostituire le parole: «art. 30, comma 3» con le seguenti: «art. 53, comma 3».
7.7
IL RELATORE
Al comma 2, dopo le parole: «unità previsionali di base» inserire le seguenti: «con decreti del Ministro dell’interno,».
13.19
IL RELATORE
Al comma 11, sostituire le parole: «economie di spesa del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati che», con le seguenti: «economie di spesa che il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
giovedì 27 ottobre 2005
766ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il presidente AZZOLLINI richiama le inammissibilità già pronunciate nella seduta antimeridiana di ieri sugli emendamenti relativi agli articoli da 1 a 21, ovvero recanti articoli aggiuntivi agli stessi. Fa quindi presente che l’esame riprenderà con l’illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 14 del disegno di legge n. 3613, precisando che tutti gli emendamenti all’esame nella seduta odierna sono pubblicati nel fascicolo n. 1.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara preliminarmente di sottoscrivere gli emendamenti presentati da parte del Gruppo Misto all’articolo 14 e seguenti.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) illustra l’emendamento 14.3, evidenziando che i moduli di autofinanziamento integrale delle authorities, prefigurati all’articolo 14 del disegno di legge n. 3613, possono ingenerare in fase applicativa profili problematici, soprattutto per le authorities diverse da quelle di settore, che potrebbero in particolare trovare difficoltà nell’attività di reperimento delle risorse economiche.
Sarebbe quindi opportuno incentrare il finanziamento delle authorities su un modulo misto, che risulterebbe sicuramente maggiormente congruo rispetto a quello previsto all’articolo 14.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U), dopo aver aggiunto la propria firma all’emendamento 14.4, dà conto delle finalità sottese allo stesso, evidenziando in particolare che i profili attinenti al finanziamento delle authorities andrebbero opportunamente inquadrati nella prospettiva, di più ampio respiro, di un’organica riforma di tale settore ordinamentale.
Il senatore TAROLLI (UDC), dopo essersi soffermato sui contenuti dell’emendamento 14.5 evidenzia che, connotandosi l’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici quale un organismo antitrust di settore, sarebbe conseguentemente opportuno prefigurare in relazione alla stessa moduli finanziari analoghi a quelli previsti per l’Autorità garante per la concorrenza e per il mercato.
Relativamente alle disposizioni contemplate nell’articolo 14 del disegno di legge in titolo, prospetta la necessità di preservare una quota, anche minima, di finanziamento pubblico, nella prospettiva di garantire l’autonomia e la terzietà delle authorities, sottolineando altresì aspetti problematici in relazione al finanziamento mediante le risorse previste nell’ambito della Tabella C del disegno di legge in titolo, la cui efficacia è circoscritta esclusivamente a un lasso temporale pari a tre mesi.
Il senatore FERRARA (FI), dopo aver illustrato l’emendamento 14.12 e aver dato conto della disciplina delle finalità sottese allo stesso, procede all’illustrazione dell’emendamento 14.23, il quale prevede uno stanziamento a favore della CONSOB, nelle prospettiva di garantire un’adeguata indipendenza economico-funzionale di tale organismo. Si dichiara comunque disponibile ad accantonare il sopracitato emendamento 14.23, ove ciò possa consentirne una migliore valutazione.
Il senatore NOCCO (FI) illustra gli emendamenti 14.24 e 14.25, delineando i contenuti e le finalità di tali proposte emendative.
Successivamente, il senatore GRILLOTTI (AN) illustra l’emendamento 14.29, dando brevemente conto della disciplina contemplata nell’ambito dello stesso.
I restanti emendamenti presentati in ordine all’articolo 14 vengono dati per illustrati.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 15.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra l’emendamento 15.1, evidenziando che tale proposta emendativa prefigura uno scambio di informazioni in via telematica tra l’Agenzia del territorio e gli enti territoriali, al fine di favorire le attività di contrasto all’evasione fiscale. Peraltro, tale disciplina non comporta oneri significativi sul piano organizzativo, atteso che i Comuni hanno ormai sviluppato un modulo efficiente di gestione dei tributi locali, alla stregua del quale sarà piuttosto agevole lo scambio di dati informatici.
Vengono poi dati per illustrati gli emendamenti 15.0.1, 15.0.3 e 15.0.4.
Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti inerenti all’articolo 14, nonché su quelli relativi all’articolo 15.
Il presidente AZZOLLINI (FI), in veste di relatore sul disegno di legge n. 3613, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti relativi all’articolo 14, fatta eccezione per l’emendamento 14.23 – per il quale si dichiara favorevole all’accantonamento – e per l’emendamento 14.5, per il quale si rimette al Governo.
In merito alle proposte relative all’articolo 15, dopo aver evidenziato che l’emendamento 15.1 merita un approfondimento, atteso che l’attività di contrasto all’evasione fiscale costituisce una delle linee di fondo sottese alla manovra finanziaria in questione, si dichiara disponibile ad un accantonamento della suddetta proposta emendativa.
Formula poi un giudizio negativo sugli emendamenti 15.0.1, 15.0.3 e 15.0.4.
Il Vice Ministro VEGAS precisa preliminarmente che per talune authorities i moduli di autofinanziamento potrebbero in fase applicativa comportare qualche profilo problematico, facendo comunque presente che nell’ambito del preannunciato maxiemendamento governativo verranno individuate idonee soluzioni in ordine a tali aspetti.
Dopo avere espresso parere contrario su tutti gli emendamenti inerenti all’articolo 14, precisa in relazione all’emendamento 15.1, che le finalità sottese allo stesso risultano condivisibili, evidenziando tuttavia che taluni profili di tale disciplina potrebbero non avere una valenza innovativa rispetto all’ordinamento vigente.
Formula poi un giudizio contrario sui restanti emendamenti aggiuntivi, riferiti all’articolo 15.
Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione degli emendamenti relativi all’articolo 14.
Posto ai voti, viene respinto l’emendamento 14.2.
Il senatore MORANDO (DS-U), dopo aver preannunciato, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 14.3, prende atto dell’intendimento espresso dal rappresentante del Governo di tener conto - in fase di elaborazione del maxiemendamento governativo - dei profili problematici attinenti all’autofinanziamento, sottolineando tuttavia la necessità di procedere all’individuazione in Commissione degli indirizzi e delle linee di fondo sottese al sopracitato maxiemendamento, senza la quale l’attività istruttoria svolta in Commissione potrebbe risultare poco proficua, connotandosi come una vera e propria "delega in bianco" all’Esecutivo.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti da 14.3 a 14.8, da 14.10 a 14.13, nonché le proposte 14.15, quelle da 14.17 a 14.19, e gli emendamenti 14.21 e 14.22.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, l’emendamento 14.23 viene accantonato.
Con distinte votazioni vengono quindi respinte le proposte da 14.24 a 14.29.
Si passa alla votazione degli emendamenti relativi all’articolo 15.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, l’emendamento 15.1 viene accantonato.
Con separate votazioni, vengono poi respinti gli emendamenti 15.0.1 e 15.0.3.
Dopo che il senatore FERRARA (FI) ha prospettato l’opportunità di accantonare l’esame dell’emendamento 15.0.4, interviene il vice ministro VEGAS per esprimere avviso favorevole a tale accantonamento, nonché per segnalare l’opportunità di sopprimere nella suddetta proposta emendativa il comma 6.
La Commissione conviene quindi di accantonare l’esame dell’emendamento 15.0.4.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 16.
Il presidente AZZOLLINI invita i senatori che hanno presentato emendamenti all’articolo 16 del disegno di legge finanziaria ad illustrarli.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) illustra l’emendamento 16.1 che prevede la soppressione dell’articolo 16, il quale dispone il rifinanziamento della legge n. 166 del 2001, in materia di realizzazione di opere infrastrutturali di interesse strategico. A tale riguardo, rileva che, sotto un profilo formale, il rifinanziamento delle opere strategiche dovrebbe essere più opportunamente stabilito dalla tabella F, mediante l’utilizzo della tabella D, e non da uno specifico articolo della legge finanziaria. Dal punto di vista sostanziale, rileva poi che la disposizione prevista dall’articolo che l’emendamento intende sopprimere produce una moltiplicazione della spesa pubblica negli anni futuri sui quali l’attuale Governo non è in grado di impegnarsi politicamente.
Il senatore CADDEO (DS-U) illustra l’emendamento 16.4 che triplica gli stanziamenti per la realizzazione delle grandi infrastrutture nazionali di rilevanza strategica, esprimendo la propria perplessità sulle disponibilità di cassa e di competenza attribuite a Ferrovie italiane S.p.A. dalla manovra finanziaria in discussione.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) chiede il temporaneo accantonamento dell’emendamento 16.30, onde procedere alla sua riformulazione. Si riserva quindi di svolgere successivamente la sua illustrazione.
Il senatore CADDEO (DS-U) illustra l’emendamento 16.0.21 che prevede interventi urgenti per l’adeguamento infrastrutturale ed il potenziamento dei servizi dei porti nazionali e per la realizzazione delle cosiddette "autostrade del mare".
Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) interviene per illustrare l’emendamento 16.0.26 che prevede nuove norme in materia di separazione delle fasi di progettazione ed esecuzione nei lavori relativi ad opere ricomprese nel programma di infrastrutture strategiche di interesse nazionale, contestando l’inammissibilità pronunciata sull’emendamento a sua firma 16.0.25. Illustra, poi, l’emendamento 16.0.28 che introduce una nuova normativa in materia di sorveglianza su costi, tempi e qualità delle opere realizzate da parte dei contraenti generali.
Il senatore CICOLANI (FI) dichiara di sottoscrivere l’emendamento 16.0.28.
Essendo stati dai per illustrati i rimanenti emendamenti relativi all’articolo 16, il presidente AZZOLLINI invita i senatori che hanno presentato emendamenti all’articolo 17 ad illustrarli.
Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) illustra quindi l’emendamento 17.7 che prevede la destinazione di una percentuale non inferiore al 20 per cento dei finanziamenti complessivi trasferiti annualmente alle Ferrovie dello Stato, ai fini del potenziamento e della riqualificazione della rete di trasporto ferroviario locale.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra l’emendamento 17.13 che riprende talune questioni relative alla contrattazione degli autoferrotranvieri, già accolte in due distinti ordini del giorno precedentemente approvati, e ne propone il temporaneo accantonamento per un ulteriore approfondimento.
Il senatore FORCIERI (DS-U) dichiara di sottoscrivere l’emendamento 17.0.12 ed illustra l’emendamento 17.0.13 di analogo tenore, volto a consentire la prosecuzione del programma di sviluppo e di acquisizione delle unità navali della classe FREMM (fregata europea multimissione) e delle relative dotazioni operative.
I restanti emendamenti riferiti all’articolo 17 vengono dati per illustrati.
Su proposta del PRESIDENTE, il seguito dell’esame è quindi rinviato.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
giovedì 27 ottobre 2005
767ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore sull’atto Senato n. 3613, avverte che si riprenderà con la formulazione dei pareri sugli emendamenti riferiti agli articoli 16 e 17, già illustrati nella precedente seduta. Avverte, altresì, che gli emendamenti che saranno esaminati nella seduta sono pubblicati separatamente nel fascicolo n. 1, ad eccezione delle proposte 16.30 (testo 2), 16.0.5 (testo 2), 16.0.6 (testo 2), 16.0.7 (testo 2), 17.0.12 (testo 2), 20.6 (testo 2), 21.100 e 21.0.8 (testo 2), che verranno pubblicate nel fascicolo n. 3.
Il presidente relatore formula quindi un parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 16, fatta eccezione per l'emendamento 16.6 a sua firma che propone un condivisibile intervento di mero drafting. Pur comprendendo le ragioni e le finalità sottese a molte delle proposte emendative, giudica opportuno non modificare l'impianto dell'articolo 16 in quanto si tratta del risultato di un'attenta ponderazione effettuata dal Governo tra l'esigenza di proseguire nella politica degli investimenti infrastrutturali e quella del contenimento della spesa pubblica, anche alla luce della non facile situazione economica. Richiama quindi l'attenzione sulla significatività degli interventi finanziati, come in particolare quelli nel settore idrico. In tale contesto giudica apprezzabile l'indicazione del CIPE come organismo deputato ad assumere le determinazioni sul riparto delle risorse, anche nell'ottica di evitare una frammentarietà degli interventi di spesa. Formula quindi un parere contrario anche su tutti gli emendamenti all'articolo 17, richiamando peraltro l'attenzione sugli interventi nel settore ferroviario disposti nella citata norma.
Il vice ministro VEGAS dichiara un parere conforme a quello del relatore sugli emendamenti all'articolo 16 e 17. Dopo aver ricordato le ben note ragioni che sono alla base delle limitazioni di spesa proposte con la manovra finanziaria per il 2006, sottolinea lo sforzo del Governo nel cercare, in tale quadro economico, di dare comunque continuità alla politica degli investimenti infrastrutturali intrapresi nel corso della legislatura. Riferendosi all'emendamento 16.28, ne propone per il momento una bocciatura tecnica per l'esigenza di verificare l'adeguatezza della relativa copertura finanziaria. Una ulteriore riflessione è altresì opportuna per l'emendamento 16.30 (testo 2) rispetto al quale meritano approfondimento i criteri alla base delle scelte di investimento nel settore portuale che dovrebbero essere attentamente valutati nell'ottica di assicurare una maggiore efficacia degli interventi.
Posti ai voti, in esito a distinte votazioni, risultano respinti gli emendamenti da 16.1 a 16.12, mentre l'emendamento 16.6, posto ai voti, è approvato. Sono altresì respinti gli emendamenti da 16.13 a 16.17.
Il senatore PAOLO BRUTTI (DS-U) dichiara il voto favorevole sugli emendamenti 16.18 e 16.19 manifestando perplessità sulle affermazioni del Presidente relatore e del rappresentante del Governo, in particolare circa la presunta adeguatezza degli stanziamenti disposti che consentirebbero - si afferma - di onorare gli impegni già assunti per l'anno 2006 in relazione agli investimenti avviati. Ritiene infatti che ben difficilmente le risorse stanziate risulteranno sufficienti ad assicurare tale copertura e comunque soltanto a partire dal 2007 sarà possibile stipulare nuovi mutui per finanziare ulteriori iniziative. Si tratta inoltre di stanziamenti la cui entità si pone in contrasto con le affermazioni del ministro Lunardi che aveva rappresentato l'esigenza di poter disporre di ben altre e maggiori risorse finanziarie, di per sé comunque inadeguate a consentire il completamento dei progetti avviati. Insufficienti gli appaiono altresì i finanziamenti in favore dell'ANAS con conseguenze negative sull'attività di manutenzione delle strade e sulla sicurezza dei cittadini.
Il senatore CICOLANI(FI), dichiarando il suo voto contrario sull'emendamento 16.18, manifesta, al contrario, apprezzamento per la continuità dell'azione del Governo rispetto all'obiettivo di accrescere gli investimenti infrastrutturali ed in particolare quelli nel settore ferroviario. Ricorda che nel 2001 si era partiti con 2 miliardi di euro stanziati per investimenti sulla rete, elevati, nel 2002 a 5,1 miliardi di euro ed ulteriormente portati nella finanziaria per l'anno 2004 a 6,7 miliardi di euro fino a giungere ai 10,7 miliardi previsti per il corrente anno. Appare evidente quindi dai dati come vi sia stato un notevole incremento degli investimenti nel settore e che quanto avviene con l'attuale manovra finanziaria, a differenza di quanto si afferma, non si pone in controtendenza contraddicendo l'azione del Governo fin qui svolta ma tiene semplicemente conto della non facile situazione economica del Paese.
Il senatore MARINO(Misto-Com), raccomandando l'approvazione dell'emendamento 16.18, manifesta perplessità sui dati esposti dal senatore Cicolani e chiede al Governo la eventuale conferma dei medesimi.
Il vice ministro VEGAS fa quindi riserva di comunicare tempestivamente alla Commissione i dati sul volume degli investimenti in favore della rete ferroviaria nel corso della legislatura.
Sono quindi respinti, con separate votazioni, gli emendamenti da 16.18 a 16.29.
Alla richiesta di chiarimenti del senatore MORANDO (DS-U) sulla copertura dell'emendamento 16.30 (testo 2) segue una breve replica del vice ministro VEGAS che, dopo aver ricordato brevemente come l'emendamento affronti alcune questioni ancora in sospeso legate alla delocalizzazione della frazione di Case Nuove nel comune di Somma lombarda per il completamento dell’hub di Malpensa, ritiene opportuno un approfondimento della materia.
E' disposto conseguentemente l'accantonamento dell'emendamento 16.30 (testo 2).
In esito a distinte votazioni, sono invece respinti gli emendamenti da 16.32 a 16.0.3.
Dopo che il PRESIDENTE relatore ha ricordato che gli emendamenti 16.0.5, 16.0.6 e 16.0.7 sono stati dichiarati parzialmente inammissibili, e conseguentemente riformulati dai rispettivi proponenti, sono quindi posti ai voti separatamente e risultano respinti gli emendamenti 16.0.5 (testo 2), 16.0.6 (testo 2) e 16.0.7 (testo 2), nonché gli emendamenti da 16.0.8 a 16.0.19.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 16.0.21 evidenziando come si tratti di proposte di importanza strategica per il Paese favorendo il potenziamento dei servizi portuali.
Dopo che anche il senatore DETTORI (Mar-DL-U) ha richiesto di aggiungere la propria firma raccomandando l'approvazione dell'emendamento 16.0.21, posti ai voti sono quindi respinti gli emendamenti da 16.0.21 a 16.0.27.
Previa dichiarazione del Vice Ministro VEGAS, il quale auspica una reiezione tecnica dell’emendamento 16.0.28, onde consentirne un approfondimento per la ripresentazione in Assemblea, con successive votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 16.0.28 e 16.0.29.
Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 17, nonché degli aggiuntivi al medesimo articolo.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti dal 17.1 al 17.4.
Il senatore PAOLO BRUTTI (DS-U) interviene in dichiarazione di voto favorevole sugli emendamenti 17.5, 17.8 e 17.9, stigmatizzando il taglio dei finanziamenti diretti alle Ferrovie statali, tanto più che esso è in contrasto con decisioni che lo stesso Governo ha recentemente assunto nel settore. In particolare, lamenta la riduzione degli stanziamenti recati alla tabella D (pari a 2,8 miliardi di euro), nonché alla tabella F (pari a 2,4 miliardi di euro). In questo modo viene meno la possibilità di realizzare investimenti per lo sviluppo e si determina il blocco delle nuove opere ferroviarie.
Né va dimenticato che la gravità di detta decurtazione, che peraltro investe proprio risorse ottenute attraverso il processo di cartolarizzazione, desta imbarazzo anche tra gli esponenti della maggioranza, come testimonia il tenore di taluni emendamenti.
Nel lamentare conclusivamente il mutato atteggiamento dell’Esecutivo nei confronti degli investimenti per lo sviluppo delle Ferrovie dello Stato, nonché la circostanza che gli stanziamenti recati all’articolo 17, comma 1, capoverso 5-bis siano concessi in conto impianti, egli chiede che si proceda all’accantonamento degli emendamenti 17.8 e 17.9, onde assicurare una riflessione approfondita.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti dal 17.5 al 17.12.
La Commissione dispone indi l’accantonamento dell’emendamento 17.13.
Con successive votazioni, sono indi respinti gli emendamenti dal 17.14 al 17.17, nonché gli emendamenti recanti articoli aggiuntivi dal 17.0.1 al 17.0.10.
Il senatore CURTO (AN) dichiara di apporre la firma all’emendamento 17.0.12 (testo 2). In proposito, sottolineando, da un lato, l’opportunità di distinguere l’acquisizione delle unità navali dalla prosecuzione del programma di sviluppo e, dall’altro, che il ritardo nella realizzazione del programma di sviluppo dell’industria per la difesa non è certo imputabile all’Esecutivo.
Il senatore SPECCHIA (AN) chiede di apporre la propria firma alla proposta 17.0.12 (testo 2).
Il senatore FORCIERI (DS-U) dichiara voto favorevole sull’emendamento 17.0.13, auspicandone quantomeno l’accantonamento in considerazione della sua rilevanza e chiedendo di poter apporre la firma sulla proposta 17.0.12 (testo 2). Al riguardo, stigmatizza la costante sottrazione di risorse per lo sviluppo dell’industria della difesa, da ultimo effettuata con il cosiddetto decreto-legge n. 35 del 2005 sulla competitività. In questo modo, è stata ritardata la sottoscrizione dell’accordo sul programma di sviluppo delle unità navali della classe FREMM con la Francia (che peraltro dovrà avvenire entro il prossimo 15 novembre), che rappresenta un’occasione importante per migliorare la competitività del Paese nel settore.
Dopo che il PRESIDENTE ha ricordato che l’emendamento 17.0.11 è inammissibile, la Commissione dispone l’accantonamento degli emendamenti 17.0.12 (testo 2) e 17.0.13.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 18, nonché di quelli aggiuntivi al medesimo articolo, che sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore propone di procedere anche all’illustrazione delle proposte riferite all’articolo successivo.
Conviene la Commissione.
In sede di illustrazione delle proposte emendative riferite all’articolo 19, interviene il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) , il quale raccomanda l’approvazione dell’emendamento soppressivo 19.5. In proposito, egli stigmatizza la circostanza che lo stanziamento destinato al Fondo di riserva per esigenze connesse con la proroga delle missioni di pace sia considerevolmente superiore rispetto, ad esempio, ai fondi destinati alla cooperazione internazionale. Nello specifico, giudica senz’altro eccessivo l’ammontare stanziato per la missione internazionale in Iraq, in ordine alla quale ribadisce viva contrarietà.
Al riguardo, coglie poi l’occasione per ricordare che autorevoli rappresentanti del Governo hanno recentemente prefigurato un graduale disimpegno delle forze militari in Iraq, senza tuttavia dar conto della tempistica, delle relative modalità, nonché dei connessi risparmi di spesa.
Giudica infine grave la previsione recata all’articolo 19, comma 1, secondo periodo, in cui si dispone la mera trasmissione al Parlamento di una copia delle deliberazioni relative all’utilizzo del Fondo di riserva ivi citato. Viene così espropriato il Parlamento stesso da ogni effettivo potere di controllo sulle spese effettuate.
I restanti emendamenti presentati all’articolo 19 sono indi dati per illustrati.
Il presidente relatore AZZOLLINI esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate agli articoli 18 e 19, ribadendo la validità delle disposizioni dirette, da un lato, ad assicurare importanti risorse per l’applicazione del contratto di programma con le Poste Italiane S.p.a. (articolo 18) e, dall’altro, ad onorare gli impegni assunti dal Paese nelle missioni internazionali di pace (articolo 19).
Il Vice Ministro VEGAS esprime parere conforme.
In esito a separate votazioni, la Commissione respinge indi tutti gli emendamenti presentati all’articolo 18, nonché gli emendamenti 19.13, 19.14, 19.1 e 19.2.
Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 19.3, interviene il senatore PIZZINATO (DS-U) , il quale dichiara di aggiungervi la sua firma. Al riguardo, nel ricordare le gravi conseguenze della contaminazione da uranio impoverito nei confronti dei militari esposti, come del resto ha confermato l’attività dell’apposita Commissione d’inchiesta istituita in Senato, raccomanda l’approvazione della proposta emendativa volta ad istituire uno specifico fondo per il risarcimento delle vittime.
Si tratta oltretutto - egli conclude - di uno strumento che prevede una dotazione iniziale, pari a 80 milioni di euro, non certo particolarmente onerosa.
Il senatore MARINO (Misto-Com) interviene per aggiungere la propria firma alla proposta 19.3.
Con successive votazioni, la Commissione respinge indi l’emendamento 19.3, nonché gli emendamenti dal 19.4 al 19.9.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara voto favorevole sull’emendamento 19.10, sottolineando - tra l’altro - l’opportunità di distinguere, in sede di destinazione delle risorse, tra le missioni internazionali di pace sostenute dalle Nazioni Unite e le missioni prive di tale sostegno.
La proposta emendativa in esame, egli prosegue, è diretta nello specifico a dimezzare lo stanziamento destinato alle missioni internazionali, recato all’articolo 19, onde finanziare con il relativo risparmio (pari a 500 milioni di euro) lo sviluppo della cooperazione internazionale e sociale, nonché alla lotta contro la marginalità. A tal fine, l’emendamento, aggiungendo dopo il comma 2 dell’articolo 47 della legge n. 222 del 1985 uno specifico comma, è volto a destinare la metà della quota dell’otto per mille sull’imposta sul reddito delle persone fisiche finalizzata a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario alle richiamate finalità.
Conclusivamente, richiamandosi alle considerazioni svolte dal senatore Ripamonti, egli coglie l’occasione per stigmatizzare il crescente ricorso all’istituzione di fondi, che sminuiscono il ruolo di controllo affidato al Parlamento.
Il vice ministro VEGAS, dopo aver ribadito la sua contrarietà nei confronti dei contenuti dell’emendamento 19.10, ne sottolinea i limiti tecnici, atteso che il gettito derivante dall’applicazione dell’aliquota dell’otto per mille dell’imposta delle persone fisiche destinata alle finalità richiamate nell’emendamento è senz’altro inferiore all’importo, pari a 500 milioni di euro, destinato alle finalità recate nell’emendamento.
Con successive votazioni, la Commissione respinge indi gli emendamenti 19.10, 19.11 e 19.12.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti presentati all’articolo 20, nonché di quelli aggiuntivi al medesimo articolo.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) sottoscrive ed illustra l’emendamento 20.1, soppressivo dell’articolo. Giudica infatti inopportuno prevedere il ricorso a limiti di impegno (pari a 26 milioni di euro annui) per interventi e opere di ricostruzione nei territori colpiti da calamità naturali (per i quali intervenga la dichiarazione dello stato di emergenza), sottolineando che occorrerebbe invece uno strumento che assicuri interventi tempestivi al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza, in presenza di calamità naturali.
Paventa infine il rischio che a seguito di una interpretazione estensiva del potere di ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (a cui peraltro si è sovente fatto ricorso nella presente legislatura) le disposizioni recate all’articolo 20 possano estendersi oltre che alle calamità naturali, anche ai "grandi eventi".
Il senatore LEGNINI (DS-U) illustra gli emendamenti 20.2, 20.6 e 20.7, tesi ad estendere l’ambito di applicazione dell’articolo 20 anche agli eventi calamitosi per i quali la dichiarazione dello stato di emergenza sia già intervenuta. Qualora infatti permanesse l’attuale formulazione, si perderebbe l’occasione per affrontare le difficoltà in cui versano molti dei territori italiani colpiti (quali ad esempio l’Abruzzo ed il Molise) che da tempo attendono l’erogazione di idonee risorse, a seguito di eventi calamitosi. Conclusivamente, egli invita il relatore ed il Governo a sostenere le proposte emendative testé illustrate.
Il senatore GRILLOTTI (AN) interviene brevemente sull’emendamento 20.2, osservando che tale proposta emendativa non sembra tener adeguatamente conto della differenza concettuale sussistente tra stato di emergenza e stato di calamità naturale, che determinano differenti conseguenze sul piano delle competenze e delle procedure amministrative.
Il senatore Paolo FRANCO (LP), dopo averlo dato per illustrato, chiede di accantonare l’emendamento 20.5.
I senatori MORANDO (DS-U) e RIPAMONTI (Verdi-Un) aggiungono la propria firma all’emendamento 20.6.
Il senatore MORANDO (DS-U) fa osservare che, a prescindere dalle disposizioni sulla copertura, il disposto dell’emendamento 20.6 risulta sostanzialmente identico a quello dell’emendamento 20.5.
Il senatore CICCANTI (UDC) chiede l’accantonamento dell’emendamento 20.0.4.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 20.7 e lo illustra, precisando che tale proposta emendativa punta a restituire la centralità che dovrebbe spettare all’archivio storico, in quanto, a suo avviso, il decreto legge n. 115 del 2005 ha determinato un vero e proprio smembramento dell’archivio medesimo.
Si passa all’espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all’articolo 20.
Il PRESIDENTE relatore esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati, riferiti all’articolo 20, ad eccezione di quelli per i quali è stato richiesto l’accantonamento. Si sofferma in particolare sull’emendamento 20.5, che ritiene soddisfare le esigenze prospettate dal senatore Legnini senza tuttavia individuare mezzi di copertura a suo avviso non necessari.
Il senatore LEGNINI (DS-U) presenta quindi una riformulazione dell’emendamento 20.6, di identico tenore della proposta 20.5, chiedendone l’accantonamento.
Gli emendamenti 20.5 e 20.6 (testo 2) vengono quindi accantonati.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore. Si sofferma poi in particolare sull’emendamento aggiuntivo 20.0.7 per il quale, pur comprendendo le finalità testé illustrate dal senatore Dettori, ritiene tuttavia preferibile non tornare indietro rispetto a quanto recentemente stabilito dal decreto legge n. 115 del 2005.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, il presidente AZZOLLINI avverte che si passerà alle votazioni degli emendamenti riferiti all’articolo 20 nonché degli emendamenti di carattere aggiuntivo ad esso relativi.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 20.1 a 20.22. Sono altresì posti distintamente ai voti e respinti gli emendamenti da 20.0.1 a 20.0.7.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 21, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra l’emendamento 21.27, chiedendo, in subordine, l’accantonamento del medesimo qualora il relatore ritenga necessari ulteriori approfondimenti, nonché la proposta 21.29.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra l’emendamento 21.31, volto a prorogare i termini previsti al comma 2 dell’articolo 2 del decreto-legge n. 282 del 2002 precisando, in particolare, che tale proposta intende tener conto in modo equilibrato delle aspettative determinatesi nel corso del tempo.
Il senatore TAROLLI (UDC) illustra l’emendamento 21.32, di identico tenore.
Il senatore MORANDO (DS-U) esprime perplessità sul carattere asseritamente non oneroso degli emendamenti 21.31 e 21. 32
Il senatore PIZZINATO (DS-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 21.34 e lo illustra precisando che tale proposta costituisce l’unico modo di favorire le associazioni popolari musicali e l’organizzazione di manifestazioni sportive di carattere dilettantistico.
Il senatore MARINO (Misto-Com) illustra l’emendamento 21.35 con il quale si vuole riconoscere ai soggetti che hanno sostenuto spese a titolo di tasse e contributi universitari per la frequenza di corsi d’istruzione post universitari all’estero, un credito d’imposta.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra l’emendamento 21.36 auspicandone l’accoglimento in quanto ritiene che tale proposta non susciti alcun problema di copertura finanziaria.
Il senatore EUFEMI (UDC) , preso atto della declaratoria di inammissibilità riferita all’emendamento 21.39, richiama tuttavia fortemente l’attenzione della Commissione sulla necessità di ridefinire in modo stabile e duraturo il regime disciplinare dei buoni pasto.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 21.40 auspicando che su di esso il Governo possa dedicare la massima attenzione, nonché la proposta 21.25. Illustra altresì l’emendamento 21.44 chiedendo al Rappresentante del Governo di pronunciarsi espressamente in merito, nonché l’emendamento 21.48, con il quale si intende prorogare di un ulteriore anno le disposizioni di cui all’articolo 11 comma 1 del regolamento recante norme per la elaborazione della tariffa del Servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani.
Interviene in proposito il senatore GRILLOTTI (AN) esprimendo alcune perplessità al riguardo, in quanto ritiene che i comuni non siano in grado attualmente di offrire un servizio adeguato e che, in ogni caso, ne deriverebbe un aumento dei costi.
Dopo che il PRESIDENTE relatore ha fatto presente che l’emendamento 21.48 risulta di tenore sostanzialmente analogo a quello dell’emendamento 41.0.7, tale ultima proposta emendativa viene riformulata nell’emendamento 21.100, che viene esaminato subito dopo l’emendamento 21.48.
Il senatore FERRARA (FI) illustra quindi l’emendamento 21.0.10 volto a risolvere taluni problemi applicativi che potrebbero determinarsi in capo alla Agenzia delle entrate.
Il senatore CICCANTI (UDC) chiede di accantonare l’emendamento 21.0.16.
Su esplicita richiesta del senatore MORANDO (DS-U), il senatore TAROLLI (UDC) illustra l’emendamento 21.0.16.
Tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 21, nonché gli emendamenti di carattere aggiuntivo ad esso relativi, sono dati per illustrati.
Interviene brevemente il senatore VITALI (DS-U) sull’ordine dei lavori, suggerendo di accantonare gli emendamenti relativi agli articoli 22 e 23 in quanto inerenti ad aspetti che sono necessariamente oggetto degli incontri attualmente in corso tra il Governo e i rappresentanti degli enti locali.
Il vice ministro VEGAS dichiara la propria disponibilità in tal senso.
Il PRESIDENTE relatore avverte che tutti gli emendamenti riferiti agli articoli 22 e 23 verranno temporaneamente accantonati. Propone, altresì, di rinviare l’espressione dei pareri del relatore e del Governo sull’articolo 21 in altra seduta.
Sulla proposta del Presidente, conviene la Commissione ed il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta pomeridiana del 27 ottobre 2005
16.6
IL RELATORE
Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole: «presente articolo » con le seguenti: «presente comma».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
giovedì 27 ottobre 2005
768ª Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che, nel corso della precedente seduta, erano stati illustrati gli emendamenti riferiti all’articolo 21, nonché quelli volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo, i quali, come già indicato, sono pubblicati nel fascicolo n. 1. Gli emendamenti relativi ai successivi articoli che verranno esaminati nel corso dell’odierna seduta, sono invece pubblicati nel fascicolo n. 2.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) conviene con la richiesta dei rispettivi presentatori di accantonare gli emendamenti 21.25, 21.27, 21.36, 21.40, 21.0.1, 21.0.7 e 21.0.16. Espone quindi le ragioni per le quali ritiene particolarmente significativo accantonare altresì gli emendamenti 21.31, 21.32, 21.44 e 21.0.38, peraltro identico agli emendamenti 21.0.39 e 21.0.40. Esprime invece parere contrario su tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo 21 o tendenti a inserire dopo di esso emendamenti aggiuntivi.
Il vice ministro VEGAS, dopo aver espresso parere favorevole sugli emendamenti 21.48 e 21.0.10 e dopo aver convenuto sull’opportunità di accantonare gli emendamenti segnalati dai presentatori e dal relatore, si pronuncia in senso contrario su tutte le altre proposte emendative riferite all’articolo 21.
Vengono quindi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 21.3, 21.4, 21.5, 21.6, 21.7, 21.9, 21.11, 21.13, 21.14, 21.15, 21.17, 21.19, 21.20, 21.21, 21.22, 21.23 e 21.24. Vengono invece accantonati gli emendamenti 21.25 e 21.27 e, successivamente, con distinte votazioni, vengono respinti gli emendamenti 21.28 e 21.29.
Il senatore MORO (LP) dichiara di aggiungere la propria firma agli emendamenti 21.31 e 21.32. Riguardo al primo di essi, peraltro, chiede chiarimenti circa la sua effettiva copertura finanziaria, dal momento che esso tende ad introdurre un beneficio fiscale.
In proposito, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) specifica che si tratterebbe - ove accolta - di una norma virtuosa, dal momento che introduce una riapertura di termini che comporterà un nuovo gettito per lo Stato.
Il senatore MORO (LP) osserva ancora che le maggiori entrate si verificherebbero nell’immediato, ma successivamente la norma diventerebbe onerosa.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara di condividere la valutazione testé espressa.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) precisa ulteriormente che il maggiore gettito sarebbe certo, mentre non sarebbe altrettanto prevedibile l’onerosità futura della disposizione in oggetto.
L’emendamento 21.31, nonché il successivo ed identico 21.32 vengono quindi accantonati. Sono poi messi separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 21.34 e 21.35, mentre viene accantonato l’emendamento 21.36.
Dopo che il senatore GRILLOTTI (AN) si è pronunciato favorevolmente sull’emendamento 21.40, auspicandone l’accoglimento, l’emendamento in oggetto viene anch’esso accantonato.
Posto ai voti, viene respinto l’emendamento 21.42, mentre viene accantonato l’emendamento 21.44.
Con ulteriori, separate votazioni, sono infine respinte le proposte 21.45 e 21.46.
I senatori NOCCO (FI) e IZZO (FI) aggiungono quindi la propria firma all’emendamento 21.48, identico all’emendamento 21.100 (già 41.0.7 e pubblicato nel fascicolo n. 3), che viene posto ai voti e approvato dalla Commissione.
Viene poi votato e respinto l’emendamento 21.49, nonché accantonato l’emendamento 21.0.1. Sono altresì votati separatamente e respinti gli emendamenti 21.0.2, 21.0.3, 21.0.5 e 21.0.6.
Riguardo all’emendamento 21.0.7, il senatore FERRARA (FI) ne auspica l’approvazione e ritiene pertanto opportuno l’accantonamento, ai fini di una migliore valutazione.
L’emendamento 21.0.7 viene pertanto accantonato, mentre viene respinto l’emendamento 21.0.8 (per la parte ammissibile). E’ invece accolto dalla Commissione l’emendamento 21.0.10 e vengono poi distintamente votati e respinti gli emendamenti 21.0.12, 21.0.13, 21.0.14 e 21.0.15.
Viene quindi accantonato l’emendamento 21.0.16 e, con successive, distinte votazioni, risultano respinti gli emendamenti 21.0.17, 21.0.18, 21.0.19, 21.0.20, 21.0.21, 21.0.23, 21.0.24, 21.0.25, 21.0.26, 21.0.27, 21.0.28, 21.0.29, 21.0.30, 21.0.31, 21.0.33, 21.0.35, 21.0.36 e 21.0.37.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) si esprime favorevolmente sulla proposta recata dall’emendamento 21.0.38 che, attraverso una modifica della franchigia IRAP, intende assicurare un maggior sostegno alle piccole e medie imprese particolarmente penalizzate negli anni passati. Del resto, rispetto al momento in cui l’IRAP venne istituita, il contesto economico è ormai mutato e occorre modificare le misure fiscali che hanno colpito le piccole e medie imprese a vantaggio di altre finalità macro economiche. Uguale esigenza, peraltro, si pone anche in relazione alla disciplina degli studi di settore, che ha gravato negativamente sulla crescita delle stesse piccole e medie imprese. Auspicandone l’accoglimento, egli propone pertanto che la proposta emendativa in oggetto venga accantonata.
Viene quindi accantonato l’emendamento 21.0.38, identico ai successivi 21.0.39 e 21.0.40. Viene infine respinto l’emendamento 21.0.41.
Come convenuto nel corso della seduta pomeridiana, viene poi accantonato l’esame degli emendamenti riferiti agli articoli 22 e 23, nonché dei relativi emendamenti volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo i medesimi articoli.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dà poi conto degli emendamenti dichiarati inammissibili fra quelli riferiti agli articoli da 22 a 34. In merito, risultano inammissibili, per copertura finanziaria, gli emendamenti 22.8, 22.11, 22.18, 22.19, 22.22, 22.23, 22.24, 22.28, 22.30, 22.31, 22.32, 22.37, 22.39, 22.42, 22.44, 22.48, 22.47, 22.56, 22.62, 22.66, 22.79, 22.85, 22.87, 22.0.14, 22.0.17, 22.0.22, 22.0.25, 22.0.31, 23.6, 23.0.1, 23.0.2, 23.0.6, 23.0.7, 23.0.16, 23.0.23, 25.3, 25.6, 25.0.3, 25.0.4, 25.0.8, 26.0.1, 27.8, 27.0.3, 28.6, 28.11, 28.12, 28.13, 28.27, 28.15, 28.16, 28.17, 28.19, 28.20, 28.21, 28.23, 28.0.2, 28.0.4, 29.6, 29.11, 30.1, 30.4, 30.6, 30.9, 30.12, 30.13, 30.14, 30.15, 30.24, 30.25, 31.3, 31.4, 31.5, 31.6, 31.9, 31.11, 31.16, 31.21, 31.22, 31.23, 31.28, 31.29, 31.30, 31.31, 31.48, 31.49, 31.50, 31.53, 31.54, 31.0.1, 31.0.2, 32.3, 32.5, 32.0.3, 32.0.4, 32.0.6, 32.0.7, 33.7, 33.8, 33.9, 33.10, 33.12, 33.16, 34.1 (testo 2), 34.2, 34.3, 34.7, 34.8, 34.9, 34.10, 34.12, 34.14, 34.15, 34.16, 34.17, 34.22, 34.23, 34.24, 34.25, 34.31, 34.34, 34.35 e 34.0.7.
Sono invece dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti: 22.16, 22.17, 22.83, 22.0.15, 22.0.16, 22.0.23, 23.0.20, 32.0.14 e 33.13.
Dopo che sono stati dati per illustrati gli emendamenti riferiti all’articolo 24 e quello volto ad inserire dopo di esso un articolo aggiuntivo, il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo sul complesso dell’articolo, chiede al Governo se non sia più ragionevole procedere gradualmente all’attuazione del Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici (SIOPE), al fine di scongiurare il rischio che alcuni piccoli comuni, non essendo in grado di adempiere agli obblighi posti dalla disposizione in oggetto, si trovino in difficoltà e incidano negativamente sull’effettiva realizzazione del Sistema nel suo insieme.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprime parere contrario sugli emendamenti presentati all’articolo 24 e su quello tendente ad inserire un articolo aggiuntivo, sottolineando peraltro come il SIOPE potrà consentire di acquisire le necessarie informazioni per assicurare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica da tutti i soggetti che ne determinano gli andamenti.
Il vice ministro VEGAS si associa al parere del relatore e, in riferimento alle perplessità avanzate dal senatore Morando, assicura che lo Stato ha già messo a disposizione dei comuni i mezzi necessari ad avviare il nuovo Sistema. Dal punto di vista informatico, peraltro, le procedure sono piuttosto semplici e occorre tenere conto dei vantaggi che grazie al SIOPE potranno essere conseguiti attraverso il monitoraggio della spesa e conseguentemente la verifica dei margini di riduzione della stessa e quindi di risparmio. Del resto, a livello sperimentale, il sistema è già stato avviato ed è pertanto giunto il momento di imporne l’attuazione con specifiche disposizioni legislative, affrontando successivamente le eventuali difficoltà applicative.
Vengono pertanto posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti: 24.1, 24.2 e 24.0.1.
Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 25 e di quelli volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il citato articolo.
Dati per illustrati gli emendamenti 25.1 e 25.2, il senatore MORANDO (DS-U) prende la parola in merito all’emendamento 25.4 rilevando come, a suo avviso, la norma proposta nel testo governativo assuma contorni di illegittimità. L’articolo 25 intende infatti modificare l’attuale disciplina dell’imposta sostitutiva sui proventi dei titoli obbligazionari emessi dagli enti territoriali, nel senso di non prevedere più la retrocessione del 50 per cento del gettito dell’imposta che si renderebbe applicabile sull’intero ammontare degli interessi attivi del prestito e quindi anche sulla parte riferibile ai cosiddetti "lordisti", che rappresentano la quasi totalità dei sottoscrittori dei prestiti obbligazionari in questione. Con la norma in questione si stabilisce invece
il versamento agli enti territoriali dell’imposta effettivamente versata dai sottoscrittori. In tal senso, sebbene egli ritenga positiva l’innovazione proposta dal testo in esame, osserva altresì che i comuni hanno predisposto i propri bilanci tenendo conto della legislazione vigente e quindi avendo precise aspettative sulle risorse che in base ad essa spetterebbero loro. La nuova disciplina dunque dovrebbe essere applicata solo per il futuro e non anche sui titoli già emessi. Non appare corretto modificare le regole in corso d’opera e infatti un simile procedimento sarebbe impossibile nei confronti di soggetti privati.
Sono poi dati per illustrati gli emendamenti 25.5, 25.7, 25.0.1, 25.0.2, 25.0.5, 25.0.6 e 25.0.7.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) si pronuncia in senso contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 25, nonché su quelli che mirano ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo. Si rimette peraltro al Governo sull’opportunità dell’applicazione anche ai titoli già emessi della norma recata dall’articolo in esame.
Il vice ministro VEGAS sottolinea gli aspetti positivi della disposizione che l’articolo 25 intende introdurre nell’ordinamento, dal momento che la disciplina vigente si è rivelata causa di pregiudizi finanziari per il bilancio dello Stato. I prestiti obbligazionari in questione sono infatti prevalentemente collocati presso i cosiddetti "lordisti", che sono tenuti ad includere i corrispondenti interessi attivi nella dichiarazione dei redditi. Conseguentemente, la restituzione agli enti emittenti dell’imposta sostitutiva costituisce un costo netto per lo Stato, rispetto al quale è opportuno rendere invece neutre le operazioni che intercorrono tra emettitori dei titoli e sottoscrittori. Quanto all’applicazione ai titoli già emessi, egli rileva che le amministrazioni interessate hanno finora tratto vantaggi finanziari a danno dello Stato e del resto la norma prevista dal disegno di legge finanziaria appare preferibile rispetto a una diversa procedura di contabilizzazione dei profitti e delle perdite realizzati con successive specifiche misure solo a carico di chi abbia conseguito effettivamente un beneficio.
Vengono pertanto posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 25.1, 25.2, 25.4, 25.5, 25.7, 25.0.1, 25.0.2, 25.0.5, 25.0.6 e 25.0.7.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 26 e di quelli volti ad inserire dopo di esso articoli aggiuntivi.
Nessun senatore chiedendo di intervenire, sono dati per illustrati tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 26.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 27, nonché di quelli tendenti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il PRESIDENTE relatore si sofferma sull’emendamento 27.0.2, osservando che lo stesso si propone di includere nel trattamento economico la remunerazione delle funzioni, dei compiti e degli incarichi conferiti in ragione di ufficio, al fine di contenere le spese nell’ambito dei rapporti di lavoro e di impiego presso le pubbliche amministrazioni.
Il senatore IZZO (FI), dopo aver sottoscritto l’emendamento 27.0.2, ne auspica l’approvazione.
I restanti emendamenti riferiti all’articolo 27 vengono quindi dati per illustrati.
Si procede quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 28, nonché di quelli che si propongono di introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) illustra l’emendamento 28.1 – con il quale si propone la soppressione dell’articolo – e si sofferma altresì sugli emendamenti 28.8 e 28.9, i quali, rispettivamente, innalzano il limite al 90 e all’80 per cento della spesa sostenuta dalle pubbliche amministrazioni per avvalersi di personale a tempo determinato. La ratio sottesa a tali proposte nasce dal fatto che se fosse approvato l’articolo 28, nella versione presentata dal Governo, si prevede che circa ottantamila dipendenti presso le pubbliche amministrazioni con rapporto di lavoro a tempo determinato – secondo una stima fornita dalle organizzazioni sindacali – andrebbero incontro alla perdita del posto di lavoro, senza peraltro beneficiare di alcun ammortizzatore sociale. Varie amministrazioni nel corso del tempo hanno avviato attività in campo sociale, impiegando queste particolari categorie di lavoratori; l’articolo 28, così come congegnato, rischierebbe, quindi, di mettere in seria difficoltà tali tipi di attività.
Si sofferma quindi sull’emendamento 28.10 che mira alla stabilizzazione del personale tecnico con contratto a tempo determinato, assegnato dalle regioni ai gruppi consiliari regionali.
Ritiene, infine, opportuno che sugli emendamenti 28.8, 28.9 e 28.10 si possa aprire un utile approfondimento da parte della Commissione, magari valutando la possibilità di un loro accantonamento, al fine di pervenire a soluzioni differenziate in base alle diverse amministrazioni coinvolte.
Il senatore GRILLOTTI (AN) chiede chiarimenti in merito alla pronuncia di inammissibilità avente per oggetto l’emendamento 28.17.
Il PRESIDENTE relatore, fa presente al senatore Grillotti che l’emendamento 28.17 è stato dichiarato inammissibile per profili inerenti la copertura finanziaria e, in ogni caso, in merito ai contenuti di tale emendamento, ricorda che è stato di recente approvato un apposito decreto legge per fronteggiare l’influenza aviaria.
Il senatore FERRARA (FI) illustra gli emendamenti 28.25 e 28.0.5, chiedendo che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore MARINO (Misto-Com) sottoscrive gli emendamenti 28.25 e 28.0.5. Con riguardo a tale ultimo emendamento ritiene necessario che il Relatore ed il Rappresentante del Governo forniscano chiarimenti in relazione al rinvio, contenuto in tale proposta, all’articolo 1, comma 262, della legge n. 311 del 2004, in quanto, più correttamente, tale rinvio dovrebbe essere circoscritto soltanto all’ultimo periodo del comma menzionato.
Il senatore FERRARA (FI) fa presente al senatore Marino che nella precedente legge finanziaria si era prevista un’autorizzazione di spesa per la trasformazione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato dei soggetti per i quali era stata sottoscritta un’apposita convenzione da parte del Ministero dell’interno. Invece, con l’emendamento 28.0.5, si prevede di estendere tale stabilizzazione anche in favore dei lavoratori per i quali è stata sottoscritta una convenzione da parte del Ministero del lavoro.
Il senatore IZZO (FI) aggiunge la propria firma sull’emendamento 28.0.5.
I restanti emendamenti riferiti all’articolo 28 si danno quindi per illustrati.
Si procede poi all’espressione del parere del Relatore e del Rappresentante del Governo sugli emendamenti riferiti agli articoli 26, 27 e 28.
Il PRESIDENTE relatore formula parere contrario su tutti gli emendamenti presentati agli articoli 26, 27 e 28.
Il Vice Ministro VEGAS, in via preliminare, ricorda che con l’articolo 26 si provvede all’adeguamento delle risorse per rinnovi contrattuali del biennio 2004-2005, dando seguito al protocollo di intesa fra Governo e parti sociali del 27 maggio 2002, mentre con l’articolo 27 si dettano disposizioni concernenti i rinnovi contrattuali del pubblico impiego per il biennio 2006-2007. Quanto ai contenuti dell’articolo 28, sottolinea che con il disegno di legge finanziaria il Governo, pur in presenza di una situazione economica difficile, si pone l’obiettivo di procedere ad immissioni in ruolo di circa settemila precari all’interno di vari ministeri, senza dimenticare poi che di recente si è proceduto alla stabilizzazione del personale precario nel comparto della scuola. In ogni caso, le motivazioni a sostegno dell’articolo 28 nascono dal fatto che negli ultimi anni le spese per il personale assunto con contratti a termine era notevolmente aumentata e, pertanto, occorreva ricercare un meccanismo che puntasse al contenimento di tali costi.
Alla luce di tali considerazioni, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti agli articoli 26, 27 e 28, facendo altresì notare che l’obbligo di contenimento delle spese per il personale è stato esteso anche nei confronti degli enti locali, i quali, però, spesso hanno aggirato tale vincolo, procedendo all’assunzione di lavoratori con contratto a termine di cui ora si pretende la stabilizzazione.
Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all’articolo 26, nonché degli emendamenti volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 26.1, 26.2, 26.3 e 26.0.2.
Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all’articolo 27, nonché degli emendamenti volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 27.1, 27.2, 27.3, 27.4, 27.5, 27.6, 27.7, 27.0.1 e 27.0.2.
Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all’articolo 28, nonché degli emendamenti volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Posto ai voti, è respinto l’emendamento 28.1.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) annuncia il proprio voto a favore sull’emendamento 28.2, non condividendo le valutazioni critiche che sono state espresse dal Rappresentante del Governo sull’operato degli enti locali che avrebbero proceduto ad assunzioni, aggirando l’obbligo di contenere le spese per il personale. Infatti, gli enti locali hanno proceduto a tali assunzioni in virtù di un’apposita normativa che consentiva tale possibilità. In ogni caso, si è in presenza di un comportamento schizofrenico da parte dell’Esecutivo che, nell’ambito di vari ministeri e nel comparto della scuola, è intervenuto per la stabilizzazione del personale precario, mentre analoga iniziativa non sembra essere stata adottata in altri settori o comparti della pubblica amministrazione.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 28.2, 28.3, 28.4, 28.5, 28.26, 28.7, 28.8 e 28.9, mentre viene accantonato l’emendamento 28.10.
Sono poste quindi separatamente in votazione le proposte 28.14, 28.18, 28.22 e 28.24, che risultano non accolte, mentre conviene di accantonare la proposta 28.25.
In esito a distinti scrutini sono respinti gli emendamenti 28.01 e 28.03.
Dopo che è stata accantonata la proposta 28.0.5, viene infine respinta la proposta 28.0.6.
Si procede all’esame degli emendamenti presentati all’articolo 29.
Il senatore IZZO (FI), dopo averlo illustrato, chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 29.5.
Il senatore LEGNINI (DS-U), dopo averlo sottoscritto, illustra l’emendamento 29.7, chiedendo che sia accantonato affinché si possa aprire una seria riflessione sulle finalità di tale proposta con la quale si mira a superare un pericoloso contenzioso che rischia di minare la funzionalità degli uffici giudiziari.
I restanti emendamenti riferiti all’articolo 29 si danno quindi per illustrati.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 30.
Il senatore MICHELINI (Aut) si sofferma sull’emendamento 30.18, il quale, analogamente agli emendamenti 30.17, 30.19, 30.20, 30.21 e 30.22 ad esso identici, è diretto a limitare la verifica, circa il rispetto degli obblighi indicati nell’articolo 30, solo alle regioni a statuto ordinario in quanto alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano è riconosciuta, nei rispettivi statuti, una speciale autonomia in materia di ordinamento del personale e degli uffici ad essi addetti. In ogni caso, anche se tali emendamenti fossero approvati, permane per tali autonomie speciali l’assolvimento dell’obbligo di monitoraggio circa la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica previsto nella legge finanziaria per il 2004.
I restanti emendamenti relativi all’articolo 30 si danno quindi per illustrati.
Si procede all’espressione del parere del Relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti presentati agli articolo 29 e 30.
Il PRESIDENTE relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti agli articoli 29 e 30, ad eccezione degli emendamenti 30.17, 30.18, 30.19, 30.21, 30.22 e 30.30 sui quali si rimette alle valutazioni del Rappresentante del Governo.
Il vice ministro VEGAS esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati agli articoli 29 e 30, facendo presente al senatore Michelini che l’articolo 30, comma 7, del disegno di legge finanziaria, così come configurato, non appare lesivo dell’autonomia delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Ritiene poi utile aprire un approfondimento sui contenuti dell’emendamento 30.30 il quale prevede che gli organi di revisione contabile degli enti locali si occupino anche della sostenibilità finanziaria della contrattazione collettiva.
Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all’articolo 29.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 29.1, 29.2, 29.3 e 29.4.
Con l’avviso favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, la Commissione dispone l’accantonamento dell’emendamento 29.5, accogliendo la richiesta in precedenza avanzata dal senatore Izzo.
Con successive, separate votazioni, sono quindi respinti gli emendamenti 29.7, 29.8, 29.9 e 29.10.
Si procede poi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 30.
Posti separatamente ai voti sono respinti gli emendamenti 30.2, 30.3, 30.5, 30.7, 30.8, 30.10, 30.11 e 30.16.
Il senatore MICHELINI (Aut) chiede che sia disposto l’accantonamento degli identici emendamenti 30.17, 30.18, 30.19, 30.20, 30.21 e 30.22 affinché essi siano trattati, per affinità di contenuti, insieme agli emendamenti presentati all’articolo 22, in precedenza accantonati.
Con l’avviso favorevole del RELATORE e del Rappresentante del GOVERNO, la Commissione dispone l’accantonamento degli identici emendamenti 30.17, 30.18, 30.19, 30.20, 30.21 e 30.22, nonché dell’emendamento 30.30.
Posto ai voti, risulta respinto l’emendamento 30.23.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta notturna del 27 ottobre 2005
21.48
FERRARA, NOCCO, IZZO
Dopo il comma 13, aggiungere il seguente:
«13-bis. All’articolo 11, comma 1, lettere a) e b), del regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, come modificato dall’articolo 1, comma 523 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, le parole: "sei anni" sono sostituite dalle seguenti: "sette anni"».
21.0.10
FERRARA, FALCIER
Dopo l’articolo 21, aggiungere il seguente:
«Art. 21-bis.
1. A decorrere dal 1º gennaio 2006, in sede di dichiarazione dei redditi e riferito alla singola imposta o addizionale, non si esegue il versamento del debito o al rimborso del credito di imposta se l’importo risultante della dichiarazione non supera il limite di 12 euro (oggi 10,33). La disposizione si applica anche alle dichiarazioni eseguite con il modello "730". Se la dichiarazione modello "730" viene comunque presentata non è dovuto, ai soggetti che prestano assistenza fiscale o al sostituto dell’imposta alcun compenso a carico del bilancio dello Stato».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
venerdì 28 ottobre 2005
769ª Seduta
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il presidente AZZOLLINI, relatore sull’Atto Senato n. 3613, richiama le inammissibilità già pronunciate nella seduta notturna di ieri sugli emendamenti relativi agli articoli da 31 a 34, ovvero recanti articoli aggiuntivi agli stessi integrando la declaratoria già svolta con l’inammissibilità della proposta 31.70. Fa quindi presente che si passa all’esame degli emendamenti inerenti all’articolo 31 del disegno di legge n. 3613, precisando che tutti gli emendamenti all’esame nella seduta odierna sono pubblicati nel fascicolo n. 1 ad eccezione delle proposte 33.0.5 (testo 2), 34.1 (testo 2), 34.9 (testo 2), 34.24 (testo 2), 35.32 (testo 2), 35.36 (testo 2), 35.43 (testo 2), 35.51 (testo 2), 35.100 (già 63.0.86), 35.76 (testo 2), 35.77 (testo 2), 35.0.34 (testo 2) e 35.0.45 (testo 3) pubblicate, a parte, nel fascicolo n. 4.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara preliminarmente di sottoscrivere gli emendamenti presentati da parte del Gruppo Misto agli articoli 31 e seguenti.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) aggiunge la propria firma e illustra l’emendamento 31.20, concernente la problematica dell’eliminazione dei rimborsi previsti per le spese sostenute per le cure termali a favore del personale militare. Formula un invito al Rappresentante del Governo a valutare attentamente tale tema, rilevando l’importanza dal punto di vista occupazionale e turistico delle imprese operanti nel settore termale, peraltro già interessate da una diminuzione della clientela straniera, ragion per cui riterrebbe opportuno un adeguato sostegno alla domanda nazionale. Chiede, poi, ai presentatori di poter sottoscrivere l’emendamento 31.27 in quanto di tenore analogo alla proposta 31.20.
Il senatore CICCANTI (UDC) condivide le considerazioni svolte dal senatore Giaretta sulla proposta 31.20, sottolineando a sua volta l’opportunità di non adottare interventi non preannunciati ed incisivi sull’economia degli ambiti territoriali in cui operano le imprese del settore termale, anche al fine di salvaguardare i diritti dei cittadini alla fruizione delle cure.
Il senatore FASOLINO (FI) esprime apprezzamento per i contenuti dell’emendamento 31.20, rilevando come un’adeguata assistenza della salute e dell’integrità psicofisica degli appartenenti alle Forze armate si renda ancor più opportuna nell’attuale fase di impiego di numeroso personale in missioni internazionali. Sottolinea inoltre l’importanza economica del settore termale in numerosi ambiti territoriali del Mezzogiorno. Aggiunge infine la propria firma alla proposta 31.27.
Il senatore MORO (LP) condivide le considerazioni svolte dai senatori Giaretta e Ciccanti sull’emendamento 31.20, evidenziando che lo sviluppo economico del settore termale è legato in misura significativa al mantenimento di convenzioni stipulate con le Forze armate. Dà poi per illustrata la proposta 31.33 e ne chiede l’accantonamento.
Anche il senatore IZZO (FI) condivide le considerazioni testé svolte sulla proposta 31.20 e auspica che il Rappresentante del Governo valuti attentamente la tematica delle imprese operanti nel settore termale, anche alla luce della rilevanza delle stesse sotto il profilo dell’occupazione. Di seguito chiede, poi, di poter aggiungere la firma alle proposte 31.27, in quanto di tenore analogo all’emendamento 31.20, e 31.33. Dopo aver dato per illustrata la proposta 31.34, ne chiede l’accantonamento.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) sottolinea l’esigenza di operare una distinzione tra il personale militare in quiescenza ovvero in servizio attivo, oltre a rilevare la notevole incidenza del mantenimento delle convenzioni per numerose imprese termali.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 31.0.3, al quale aggiungono la propria firma i senatori PIZZINATO (DS-U) e IZZO (FI) .
I restanti emendamenti presentati in ordine all’articolo 31, nonché quelli aggiuntivi al medesimo articolo vengono quindi dati per illustrati.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di passare all’illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 32, nonché delle proposte recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il senatore MORO (LP) illustra l’emendamento a propria firma 32.0.5, volto a specificare la disciplina contributiva applicabile all’esecuzione di lavori agricoli di breve durata, stagionali o a carattere saltuario, sottolineando le specifiche esigenze che caratterizzano il settore vitivinicolo e l’attività di vendemmia. Propone l’accantonamento di tale proposta emendativa onde consentirne un’analisi approfondita.
Dopo che il senatore PIZZINATO (DS-U) ha rilevato che il testo dell’emendamento non reca uno specifico riferimento alle attività di vendemmia, il senatore MORO (LP) presenta una nuova formulazione 32.0.5 (testo 2).
I restanti emendamenti presentati in ordine all’articolo 32 vengono dati per illustrati.
Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti inerenti all’articolo 31, nonché su quelli relativi all’articolo 32.
Il presidente AZZOLLINI, in veste di relatore sul disegno di legge n. 3613, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti relativi all’articolo 31, fatta eccezione degli emendamenti 31.33, 31.34, 31.0.3 e 32.0.5 per i quali si dichiara favorevole all’accantonamento. Con riferimento agli emendamenti concernenti il rimborso delle spese sostenute per le cure termali da parte del personale militare, sottolinea che il parere è contrario poiché l’intervento normativo attuato dal disegno di legge finanziaria si inquadra in una politica di rigore e risulta quindi necessario.
Esprime poi parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 32, osservando che gli stanziamenti previsti relativamente alla vicedirigenza appaiono adeguati, non ritenendo opportuno introdurre modifiche nella fase attuale.
Il vice ministro VEGAS esprime, analogamente al Presidente relatore, parere contrario su tutte le proposte emendative relative agli articoli 31 e 32, eccezion fatta per l’emendamento 31.57 presentato dal Relatore e concernente modifiche di tecnica legislativa. Con riferimento agli emendamenti relativi alle imprese operanti nel settore termale, fa osservare che esse risultano estremamente onerose dal punto di vista della copertura finanziaria e, pertanto, non si conciliano con l’impianto di una manovra di finanza pubblica rigorosa. Rileva peraltro che le cure termali non possono essere ricomprese tra le prestazioni assistenziali essenziali poste a carico del Servizio sanitario nazionale e che occorre evitare di creare una disparità di trattamento tra lavoratori appartenenti alle Forze armate o meno.
Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione degli emendamenti relativi all’articolo 31.
Posti separatamente ai voti, vengono respinti gli emendamenti da 31.1 a 31.32.
Con successiva votazione viene poi approvato l’emendamento 31.57.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, gli emendamenti 31.33 e 31.34 vengono accantonati.
Con distinte votazioni vengono quindi respinte le proposte da 31.35 a 31.56.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 31.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, l’emendamento 31.0.3 viene accantonato.
Si passa, quindi, alla votazione degli emendamenti relativi all’articolo 32.
Posti separatamente ai voti sono respinti gli emendamenti da 32.1 a 32.7.
Si passa quindi alla votazione degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 32.
Con separate votazioni sono respinti gli emendamenti 32.0.1 e 32.0.2.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di accantonare l’emendamento 32.0.5 (testo 2), come riformulato dal proponente per tener conto delle considerazioni emerse nel dibattito.
Con distinta votazione è poi respinto l’emendamento 32.0.8.
Con successiva votazione viene altresì respinto l’emendamento 32.0.9 del quale il presentatore, senatore IZZO (FI) , preannuncia la ripresentazione in sede di esame da parte dell’Assemblea, auspicando nel contempo un approfondimento delle tematiche ivi trattate.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti da 32.0.10 a 32.0.13.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 33.
Il senatore FERRARA (FI) illustra gli emendamenti 33.17 e 33.0.5, chiedendone l’accantonamento.
I restanti emendamenti presentati in ordine all’articolo 33 vengono dati per illustrati.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di passare all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 34.
Il senatore EUFEMI(UDC), preso atto della dichiarazione di inammissibilità dell’emendamento a propria firma 34.1 (testo 2), esprime tuttavia l’auspicio che la problematica del trattamento del personale appartenente ad enti di ricerca riceva una specifica attenzione al fine di individuare le soluzioni maggiormente idonee a sostenere lo sviluppo del settore.
Il senatore FERRARA (FI) illustra e sollecita l’approvazione dell’emendamento 34.26. Alle richieste di chiarimenti sulla portata di tale proposta emendativa da parte dei senatori CICCANTI (UDC) e MORO (LP), il senatore FERRARA (FI) e il vice ministro VEGAS replicano precisando le distinte nozioni di Ministero delle finanze e Amministrazione finanziaria sotto il profilo dell’inclusione o meno delle Agenzie.
Il senatore LEGNINI (DS-U) illustra l’emendamento 34.0.2 e ne richiede l’accantonamento onde consentire un’ulteriore riflessione sulla tematica dei lavoratori socialmente utili.
I restanti emendamenti presentati in ordine all’articolo 34 vengono dati per illustrati.
Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti inerenti agli articoli 33 e 34 nonché su quelli aggiuntivi rispetto ai medesimi articoli.
Il PRESIDENTE relatore esprime parere contrario su tutti gli emendamenti relativi all’articolo 33, fatta eccezione per gli emendamenti 33.17 e 33.0.5, sui quali il parere è favorevole all’accantonamento. Con particolare riferimento all’emendamento 33.0.5, precisa che esso reca misure in materia di incentivi per favorire la mobilità e l’incremento dell’occupazione meritevoli di un’approfondita valutazione. Alle richieste di chiarimenti dei senatori MORO (LP), MORANDO (DS-U) e CICCANTI (UDC), fa presente che gli interventi di cui all’emendamento in discorso si presentano come organicamente delineati ma devono essere considerati attentamente anche sotto il profilo della copertura finanziaria.
Esprime poi parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 34, facendo presente che le proposte volte a prorogare i contratti a tempo determinato dei dipendenti degli enti di ricerca appaiono coerenti con l’impianto complessivo della manovra di bilancio, che già include significativi interventi di carattere fiscale a favore del settore dell’innovazione e della ricerca, e meritano di essere sottoposte all’attenzione del Rappresentante del Governo in vista dell’esame da parte dell’Assemblea.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore sugli emendamenti riferiti all’articolo 33, rilevando a sua volta la necessità di approfondire i contenuti dell’emendamento 33.0.5 dal punto di vista dell’onerosità della copertura finanziaria delle misure ivi previste per favorire la mobilità e l’incremento dell’occupazione.
Con riferimento agli emendamenti relativi all’articolo 34, esprime, conformemente al Presidente relatore, parere contrario su tutte le proposte, facendo presente che il disegno di legge finanziaria già contiene significative misure a sostegno dello sviluppo della ricerca scientifica. Rileva inoltre che, anche alla luce delle linee direttrici della riforma del settore dell’istruzione, appare preferibile non operare interventi di stabilizzazione del personale impiegato nell’attività di ricerca.
Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 33.
Con separate votazioni sono respinti gli emendamenti da 33.1 a 33.15.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, l’emendamento 33.17 viene accantonato.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 33.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti da 33.0.1 a 33.0.4.
Interviene poi in sede di dichiarazione di voto sull’emendamento 33.0.5 il senatore MORANDO (DS-U), il quale giudica di estrema rilevanza l’ipotesi di un accantonamento e di una approfondita valutazione di tale proposta emendativa.
Con riferimento ai contenuti dell’emendamento, giudica particolarmente condivisibile la previsione di cui al comma 2 relativa al riconoscimento di un credito di imposta di misura superiore per le imprese che assumono personale di sesso femminile con contratto di lavoro a tempo indeterminato, ritenendo che tale misura potrebbe produrre positivi effetti in termini di sviluppo del settore dei servizi. Esprime apprezzamento, inoltre, anche per le norme di cui al comma 1, facendo tuttavia notare come il riconoscimento ivi operato di un credito di imposta automatico ai datori di lavoro che effettuino nuove assunzioni di soggetti residenti in regioni comprese nelle aree obiettivo 1 dell’Unione europea, configurando un diritto soggettivo nei confronti dei destinatari, mal si concili con la previsione di cui al comma 7 di un limite massimo di spesa. Soffermandosi poi sul comma 9, manifesta perplessità sull’idoneità delle misure ivi previste nel settore dei giochi pubblici a fornire un’adeguata copertura finanziaria.
Il senatore CICCANTI (FI) sottopone all’attenzione del Rappresentante del Governo l’opportunità di valutare un’estensione degli incentivi previsti dall’emendamento 33.0.5 anche alle regioni comprese nelle aree obiettivo 2 dell’Unione europea, anch’esse meritevoli di sostegno per favorire l’occupazione.
Il PRESIDENTE relatore condivide l’esigenza manifestata dal senatore Morando di valutare attentamente possibili modifiche al combinato disposto dei commi 1 e 7 dell’emendamento in discorso e il senatore MICHELINI (Aut) sottolinea l’esigenza di non introdurre elementi di discrezionalità nella misura del credito di imposta riconosciuto ai datori di lavoro.
A seguito degli ulteriori interventi del senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) e del vice ministro VEGAS, su proposta del PRESIDENTE relatore, l’emendamento 33.0.5 viene accantonato dopo che il senatore NOCCO (FI) lo ha fatto proprio proponendone una riformulazione 33.0.5 (testo 2), sottoscritta anche dal senatore FERRARA (FI), idonea a risolvere i profili finanziari sollevati.
Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 34.
Dopo che i senatori IZZO (FI), BONATESTA (AN) e CURTO (AN) hanno aggiunto la propria firma all’emendamento 34.4, il senatore TOFANI (AN) ne propone l’accantonamento.
Il senatore IZZO (FI) fa presente che tale proposta emendativa affronta la problematica dell’assunzione da parte del Ministero della giustizia degli idonei all’ultimo concorso pubblico per la copertura di posti di ufficiale giudiziario, da tempo dibattuta e sottoposta all’attenzione dell’Esecutivo. Nell’auspicio della positiva soluzione della questione, si associa alla proposta di accantonamento dell’emendamento 34.4.
Il senatore NOCCO (FI) sottolinea l’urgenza di una sollecita immissione in servizio di nuovi ufficiali giudiziari nell’ottica di una maggiore efficienza dell’amministrazione della giustizia facendo presente che il numero massimo di nuovi assunti dal Ministero della giustizia dovrebbe essere quello dei posti messi a concorso.
Il senatore LEGNINI (DS-U) sottolinea che la formulazione dell’emendamento 34.4 non appare univocamente interpretabile nel senso indicato dal senatore Nocco e il senatore CADDEO (DS-U) evidenzia il rischio che possano effettuarsi assunzioni secondo criteri non imparziali, anche dal punto di vista della provenienza geografica degli assunti.
Dopo un ulteriore intervento del senatore IZZO (FI), che ricorda gli impegni già assunti dal Governo nell’ambito riguardato dall’emendamento, su proposta del PRESIDENTE relatore, l’emendamento 34.4 viene accantonato. Vengono altresì accantonati gli emendamenti 34.5, identico all’emendamento 34.4, nonché 34.6, di contenuto parzialmente identico al citato emendamento 34.4.
Con separate votazioni sono poi respinti gli emendamenti 34.9 (testo 2) e 34.11.
Il senatore CICCANTI (UDC) interviene poi in dichiarazione di voto favorevole per proporre l’eventuale accantonamento dell’emendamento 34.13, sottolineandone la rilevanza in termini di efficienza della giustizia civile.
Il senatore LEGNINI (DS-U) aggiunge la propria firma e si associa alla proposta di accantonamento dell’emendamento 34.13 formulata dal senatore Ciccanti.
La Commissione conviene infine di accantonare la proposta 34.13.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 34.18 a 34.21. La Commissione conviene poi di accantonare le proposte 34.24 (testo 2) su richiesta del senatore IZZO (FI).
Interviene poi in dichiarazione di voto favorevole il senatore FERRARA (FI) che chiede l’accantonamento della proposta 34.26. La Commissione conviene.
Con successive e separate votazioni vengono poi respinti gli emendamenti da 34.27 a 34.0.1.
La Commissione conviene, quindi, di accantonare la proposta 34.0.2 su richiesta del senatore LEGNINI (DS-U).
Poste separatamente ai voti, vengono poi respinte le proposte da 34.0.3 a 34.0.8.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di sospendere la seduta per riprendere l’esame degli emendamenti riferiti agli articoli successivi, previa declaratoria delle inammissibilità.
La seduta, sospesa alle ore 10,30 riprende alle ore 11.20.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dichiara le inammissibilità con riguardo agli emendamenti riferiti agli articoli da 35 a 38. In particolare dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 35.1, 35.17, 35.18, 35.22, 35.26, 35.30, 35.32 (limitatamente all’ultimo periodo), 35.34, 35.35, 35.37, 35.40, 35.42, 35.49, 35.44, 35.45, 35.52, 35.53, 35.54, 35.55, 35.56, 35.58, 35.60, 35.61, 35.64, 35.65, 35.66, 35.68, 35.80, 35.0.3, 35.0.9, 35.0.12, 35.0.16, 35.0.28, 35.0.29, 35.0.30, 35.0.31, 35.0.32, 35.0.34, 35.0.37, 35.0.39, 35.0.40, 35.0.45 (testo 2) (limitatamente ai commi 1 e 2) e 35.0.50.
Sono altresì inammissibili per materia gli emendamenti 35.20, 35.73, 35.0.4, 35.0.5, 35.0.8, 35.0.10, 35.0.35, 35.0.46, 35.0.47, 35.0.48 e 35.0.49.
Con riguardo all’articolo 36 dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 36.2, 36.7, 36.10, 36.6, 36.0.1, 36.0.23, 36.0.24, 36.0.34, 36.0.40, 36.0.41, 36.0.42, 36.0.43, 36.0.44, 36.0.47, 36.0.48, 36.0.49, 36.0.50, 36.0.76, 36.0.80, 36.0.82, 36.0.83, 36.0.84, 36.0.92, 36.0.110, 36.0.128 e 36.0.130, nonché, per materia gli emendamenti 36.0.3 e 36.0.152.
Con riguardo poi all’articolo 37 dichiara inammissibili, per copertura finanziaria gli emendamenti 37.5, 37.0.2, 37.0.5 e 37.0.6.
Infine, relativamente all’articolo 38, dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 38.2, 38.9 (limitatamente al secondo periodo), 38.21 e 38.30.
Informa altresì che sono state presentate alcune riformulazioni relative ad emendamenti all’articolo 35: in particolare sono stati presentati l’emendamento 35.76 (testo 2), l’emendamento 35.77 (testo 2), nonché, l’emendamento aggiuntivo 35.0.34 (testo 2).
Si passa all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 35, nonché di quelli aggiuntivi al medesimo articolo.
Il vice ministro VEGAS dichiara di ritirare la proposta 35.43 (testo 2).
Interviene il senatore FERRARA (FI), chiedendo chiarimenti circa l’attuale formulazione dell’articolo 35, che ritiene non pienamente coerente: in particolare, fa osservare che il comma 5 dovrebbe più correttamente fare riferimento al comma 2 del medesimo articolo, concernente i piani di assunzione, e non al comma 1. Diversamente, ritiene che il complesso degli emendamenti riferiti all’articolo 35 risulterebbe privo di concreta utilità. A tale proposito, richiama l’attenzione del relatore e del rappresentante del Governo sull’emendamento 35.37, presentato a sua firma, che mira a correggere il riferimento a suo avviso erroneo di cui al citato comma 5.
Il vice ministro VEGAS, preso atto delle precisazioni testé formulate dal senatore Ferrara, ritiene che il comma 5 contenga probabilmente un errore materiale.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), alla luce dei chiarimenti forniti dal senatore Ferrara, revoca la dichiarazione di inammissibilità riferito all’emendamento 35.37 ed il senatore FERRARA (FI) interviene per proporne l’accantonamento.
Il senatore PEDRAZZINI(LP), illustra l’emendamento 35.5 sottolineando la rilevanza delle questioni ivi affrontate e proponendone, infine l’accantonamento.
Il senatore IZZO (FI) illustra l’emendamento 35.7, preannunciando di volerlo riformulare in un nuovo testo che preveda, in aggiunta, le parole "comunque sino alla spesa già stanziata nel disegno di legge finanziaria". Illustra altresì le proposte 35.0.6 di tenore analogo agli emendamenti 35.54 e 35.55.
Il senatore LEGNINI (DS-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 35.13, proponendone l’accantonamento, unitamente all’identico emendamento 35.14.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 35.51 (testo 2) volto a sopprimere una ingiusta sperequazione cui vengono soggetti i dipendenti di pubbliche amministrazioni, vincitori di dottorato di ricerca, proponendone infine l’accantonamento. Illustra poi l’emendamento 35.70, proponendone l’accantonamento, nonché la proposta 35.0.11.
Il senatore TOFANI (AN) illustra l’emendamento 35.59, facendo presente che il contenuto di tale proposta è stato già approvato pochi giorni fa dall’Assemblea, con il parere favorevole della Commissione bilancio in occasione dell’esame del disegno di legge n. 3587 in materia di infrastrutture.
Rispondendo al senatore Legnini, che faceva osservare come tale proposta risulti di tenore simile al contenuto dell’emendamento 21.44 e 68.0.5, suggerisce ai presentatori di tali proposte di aggiungere la propria firma all’emendamento 35.59 proponendone, in subordine, l’accantonamento.
Il senatore CICCANTI (UDC) interviene sugli emendamenti 35.76 (testo 2) e 35.77 (testo 2), proponendone l’accantonamento.
Il senatore GRILLOTTI (AN) propone di accantonare l’emendamento 35.0.42 e l’identico emendamento 35.0.44.
Il senatore BONATESTA (AN) illustra poi brevemente gli emendamenti 35.46 e 35.67 e chiede che ne venga disposto l'accantonamento.
Tutti i restanti emendamenti all'articolo 35 sono dati per illustrati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dichiara un parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 35, facendo riserva di esprimere nel corso dell'esame la sua valutazione sugli emendamenti accantonati. Nel complesso ritiene che le proposte di modificazione introducano per lo più deroghe alle limitazioni in ordine all'assunzione di personale nella pubblica amministrazione che, sia pure dopo attenta e non facile valutazione, non possono essere condivise in quanto contraddicono l'esigenza di contenimento della spesa pubblica nell'ottica di assicurare una più sana e corretta gestione dei conti.
Il vice ministro VEGAS dichiara un parere conforme a quello del relatore, sottolineando come la spesa per il personale costituisca una delle voci di costo più rilevanti in relazione alla quale non è stato possibile non intervenire in senso restrittivo, richiamando l'attenzione sulla possibilità in ogni caso di procedere a nuove assunzioni nel settore della sicurezza. Riferendosi quindi all'emendamento 35.37 si dichiara favorevole alla sua approvazione proponendosi la correzione di un errore di tipo formale.
Posti ai voti, in esito a distinte votazioni, risultano respinti gli emendamenti da 35.1 a 35.4.
La Commissione conviene poi di accantonare l’emendamento 35.5. Posto ai voti viene invece respinto l’emendamento 35.6 (testo 2).
Il senatore IZZO (FI) ribadisce la sua richiesta di accantonamento dell'emendamento 35.7 anche al fine di consentire una verifica sull'adeguatezza della copertura.
Dopo un breve intervento del vice ministro VEGAS che giudica favorevolmente la proposta, il senatore MORANDO (DS-U), pur riconoscendo che l'emendamento 35.7 è sorretto da positive finalità, richiama l'attenzione sulla circostanza che l'Italia, da uno studio approfondito, risulta essere, in Europa, il Paese che più degli altri spende ed ha personale nei comparti della sicurezza e della giustizia. Si tratta di un dato che dovrebbe far riflettere sulla qualità della organizzazione di questi due servizi fondamentali per la società, invece di continuare a destinare nel settore acriticamente notevoli risorse che, con molta probabilità, sono mal impiegate.
E' quindi disposto l'accantonamento dell'emendamento 35.7.
Posti ai voti, sono respinti con distinte votazioni gli emendamenti da 35.8 a 35.12.
I senatori GRILLOTTI (AN) ed EUFEMI (UDC) chiedono che sia disposto l'accantonamento dell'emendamento 35.13.
Seguono brevi interventi del vice ministro VEGAS - per il quale le esigenze espresse con l'emendamento in esame potrebbero risultare soddisfatte dalle disposizioni di cui al sesto comma dell'articolo 35 - e del PRESIDENTE relatore che invita a trasformare l'emendamento in un ordine del giorno.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti da 35.13 a 35.21 mentre è approvato l'emendamento 35.23 del relatore inerente a profili meramente redazionali. Sono altresì respinti gli emendamenti da 35.24 a 35.31.
Dopo che il senatore FERRARA (FI) ha riformulato la proposta 35.32 (testo 2) per mantenere la parte ammissibile, la Commissione lo pone ai voti e lo respinge.
Con separate votazioni, vengono poi respinte le proposte da 35.33 a 35.36 (testo 2).
Dopo brevi interventi del vice ministro VEGAS, per il quale l'emendamento 35.37 andrebbe approvato poiché corregge un mero errore materiale, e del senatore MORANDO (DS-U), che dichiara di condividere pienamente la valutazione del Rappresentante del Governo, l'emendamento 35.37, messo ai voti, risulta approvato.
Sono quindi respinti gli emendamenti da 35.38 a 35.41.
Su proposta del PRESIDENTE relatore è disposto invece l'accantonamento degli emendamenti 35.46 e 35.47.
Risultano quindi respinte, con distinte votazioni, le proposte, 35.48 e 35.50 mentre, su indicazione del PRESIDENTE relatore, risulta accantonato l’emendamento 35.51 (testo 2).
E’ altresì respinto l’emendamento 35.57.
Il senatore LEGNINI (DS-U) chiede che sia disposto l'accantonamento degli emendamenti 35.59 e 63.0.86 - di analogo contenuto - al fine di poter consentire al Governo la verifica della relativa copertura. Modifica quindi l'emendamento 63.0.86 riformulandolo nell'emendamento 35.100. Con l'occasione invita altresì a considerare favorevolmente le proposte di cui agli emendamenti 63.0.83 e 63.0.85 per analogia di materia, recando iniziative in favore di altri parchi abruzzesi.
Dopo brevi interventi dei senatori TOFANI (AN), PEDRAZZINI (LP), BOLDI (LP) ed IZZO (FI), è disposto l'accantonamento degli emendamenti 35.59 e 35.100 (già 63.0.86).
In esito a separate votazioni risultano poi respinti gli emendamenti da 35.62 a 35.69.
La Commissione conviene poi di accantonare la proposta 35.70.
Con separate votazioni vengono poi respinte le proposte da 35.71 (testo 2) a 35.75. E’ disposto poi l’accantonamento delle proposte 35.76 (testo 2) e 35.77 (testo 2).
Con separate votazioni, vengono poi respinte le proposte da 35.78 a 35.83.
Dopo che il senatore LEGNINI (DS-U) ha aggiunto la sua firma, è disposto l'accantonamento dell'emendamento 35.84.
Posti separatamente ai voti, gli emendamenti da 35.85 a 35.0.2 non sono approvati.
Il senatore IZZO (FI) chiede che sia disposto l'accantonamento dell'emendamento 35.0.6.
Interviene, quindi, il senatore MORANDO (DS-U) per chiedere che la Commissione si pronunci espressamente sulla proposta di accantonamento, manifestando forti perplessità sul merito della medesima che, ove presa in considerazione, si porrebbe in senso contrario ad altre determinazioni assunte dalla Commissione in materia.
Posta ai voti, la proposta di disporre l'accantonamento dell'emendamento 35.0.6 non è approvata. Risultano inoltre respinti gli emendamenti 35.0.6 e 35.0.7.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) interviene incidentalmente sull’ordine dei lavori per manifestare sconcerto sul fatto che si continua a discutere su una manovra finanziaria che deve ritenersi ormai falsata dopo che il Governo, come si apprende dalle agenzie di stampa, si accingerebbe a varare un'ulteriore manovra correttiva.
Il senatore MORANDO (DS-U) chiede che, anche alla luce di questa ulteriore iniziativa, il Governo fornisca al più presto al Parlamento la seconda sezione della Relazione previsionale e programmatica che, pur con grande ritardo, permetterebbe finalmente al Parlamento di poter effettuare una corretta valutazione del complesso della manovra finanziaria.
Sollecita, infine, il Governo a fornire gli andamenti tendenziali dei saldi di finanza pubblica sia per il 2005 che per il 2006.
Anche il senatore MICHELINI (Aut) si associa alla richiesta del senatore Morando, oggetto di una sollecitazione che ha già rivolto al Governo in precedenti occasioni.
Il vice ministro VEGAS fa presente che le nuove misure che il Governo si accinge a varare non muteranno la struttura della manovra né le sue finalità.
Il senatore EUFEMI (UDC), pur riconoscendo l'importanza del documento richiesto, ai fini di una corretta valutazione della manovra, ricorda come già in passato, anche nel corso della scorsa legislatura, lo stesso sia stato generalmente prodotto con ritardo.
Il PRESIDENTE relatore, premesso che occorre attendere che il Governo adotti formalmente iniziative legislative per la correzione dei conti, rassicura che rappresenterà al Governo l’emergenza di riferire in Parlamento sulle questioni testé sollevate.
Riprendendo l’esame degli emendamenti, la Commissione dispone poi l'accantonamento dell'emendamento 35.0.11 in accoglimento della proposta del senatore FERRARA (FI).
Posto ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti da 35.0.13 a 35.0.33. Risulta altresì non approvata la proposta di accantonare l'esame dell'emendamento 35.0.34 (testo 2), che risulta respinto. Sono altresì respinti, con distinte votazioni, gli emendamenti da 35.0.36 a 35.0.41, mentre è disposto l'accantonamento degli emendamenti 35.0.42 e 35.0.43 su proposta del senatore FERRARA (FI).
Si passa quindi all'esame degli emendamenti all'articolo 36, nonché di quelli aggiuntivi al medesimo articolo.
Il senatore PEDRAZZINI (LP) illustra brevemente l'emendamento 36.0.9 di cui chiede l'accantonamento.
Il vice ministro VEGAS esprime la sua contrarietà alla proposta, invitando a verificare la relativa copertura.
Il senatore FERRARA (FI) illustra brevemente l'emendamento 36.0.68 nonché l'emendamento 36.0.115 che, in particolare, meriterebbe sostegno in quanto risponde ad un esigenza di equità.
Il senatore BONATESTA (AN) illustra brevemente gli emendamenti 36.0.78, 36.0.79, 36.0.120 e 36.0.121 chiedendo che ne sia disposto l'accantonamento per favorire una riflessione alla luce della meritevolezza degli interessi coinvolti.
Il senatore TAROLLI (UDC), dopo aver richiamato l'attenzione sulle proposte espresse dagli emendamenti 36.0.149, 36.0.150 e 36.0.151, chiede che anche per essi sia disposto l'accantonamento per consentire al Governo una verifica delle relative coperture.
Il senatore EUFEMI (UDC) illustra e raccomanda l'approvazione degli emendamenti 36.0.77, 36.0.137, 36.0.138, 36.0.139 e 36.0.140 in quanto si tratta di proposte che vanno nella direzione del miglioramento dell'efficienza e della qualità dell'azione della pubblica amministrazione.
Il senatore MICHELINI (Aut) illustra brevemente l'emendamento 36.0.141, che dovrebbe essere attentamente valutato in quanto mira a risolvere una palese ingiustizia perpetrata nei confronti di taluni percettori del trattamento di fine rapporto in conseguenza della intervenuta riforma delle aliquote fiscali.
Tutti i restanti emendamenti all'articolo 36 sono quindi dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 36. Con l'occasione si dichiara peraltro favorevole a molte delle proposte di accantonamento in considerazione della rilevanza delle questioni affrontate, come ad esempio quelle relative al cosiddetto condono previdenziale o ancora le proposte di semplificazione dell'azione amministrativa nell'ottica di favorire un miglior rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione.
Il vice ministro VEGAS dichiara un parere conforme a quello del relatore e, riferendosi ad alcune delle proposte emendative di cui il senatore Eufemi è firmatario invita ad una migliore formulazione delle stesse anche alla luce di possibili rilievi di natura tecnica.
E' quindi disposto l'accantonamento dell'emendamento 36.1.
Posti ai voti sono respinti, con distinte votazioni, gli emendamenti da 36.3 a 36.0.27.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il suo voto favorevole sull'emendamento 36.0.28, evidenziando come l'apparato produttivo nazionale necessiti di una ristrutturazione profonda se si vorrà che lo stesso possa continuare ad essere competitivo. In tale direzione è indispensabile una riconsiderazione del sistema degli ammortizzatori sociali anche in considerazione dei rilevanti effetti che possono determinarsi sullo sviluppo economico del Paese.
Posti separatamente ai voti sono quindi respinti gli emendamenti da 36.0.28 a 36.0.75.
La Commissione conviene poi di accantonare gli emendamenti 36.0.77 e 36.0.79. Posto ai voti, viene invece respinto l’emendamento 36.0.78.
In esito a distinte votazioni vengono poi respinti gli emendamenti da 36.0.81 a 36.0.99. Viene, quindi, disposto l’accantonamento della proposta 36.0.100. Con separate votazioni sono poi respinti gli emendamenti da 36.0.101 a 36.0.114 (testo 2), mentre la Commissione dispone di accantonare l’emendamento 36.0.115. Vengono poi respinte, in esito a distinte votazioni, le proposte da 36.0.116 a 36.0.119. Viene disposto, quindi, l’accantonamento degli emendamenti 36.0.120 e 36.0.121, mentre vengono respinte con distinte votazioni le proposte da 36.0.122 a 36.0.131.
Dopo che la Commissione ha convenuto di accantonare la proposta 36.0.132, previa proposta in tal senso del senatore MICHELINI (Aut), con separate votazioni sono respinte le proposte 36.0.133 e 36.0.134.
Su proposta del PRESIDENTE relatore viene, poi, disposto l’accantonamento degli emendamenti 36.0.135, 36.0.137, 36.0.138, 36.0.139 e 36.0.140, mentre la proposta 36.0.136, posta ai voti, risulta respinta.
Segue quindi un breve intervento del senatore MORANDO (DS-U) il quale, riferendosi all'emendamento 36.0.141 ne raccomanda l'approvazione o comunque in subordine l'accantonamento in quanto si propone di eliminare una ingiustizia che la riforma fiscale - contrariamente a quanto solitamente si afferma - ha prodotto nei confronti di circa 120 mila lavoratori che hanno percepito il trattamento di fine rapporto in costanza dell'applicazione della riforma delle aliquote fiscali, in senso per loro fortemente peggiorativo.
E' quindi disposto l'accantonamento anche dell'emendamento 36.0.141 mentre risultano respinti gli emendamenti da 36.0.142 a 36.0.148.
La Commissione conviene poi di accantonare le proposte 36.0.149, 36.0.150 e 36.0.151, mentre respinge la proposta 36.0.153.
Apprezzate le circostanze, il PRESIDENTE relatore propone di rinviare l’esame congiunto per riprendere dall’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 37 nella prossima seduta che verrà convocata per la prossima settimana.
Sulla proposta del Presidente, conviene la Commissione ed il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta del 28 ottobre 2005
31.57
IL RELATORE
Al comma 12, dopo le parole: «nonché alle forze» inserire le seguenti: «di polizia».
35.23
IL RELATORE
Al comma 2, nel primo periodo, sostituire le parole: «articolo 34, commi 1 e 6,» con le seguenti: «articolo 34, commi da 1 a 6, della presente legge».
35.37
FERRARA
Al comma 5, sostituire le parole: «nel limite del contingente complessivo di cui al comma 1» con le seguenti: «nel limite del contingente complessivo di cui al comma 2».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
lunedì 31ottobre 2005
770ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 28 ottobre scorso con la trattazione degli emendamenti al disegno di legge finanziaria.
Prende la parola il vice ministro VEGAS, evidenziando che il Consiglio dei ministri ha trasmesso al Parlamento la sezione II della Relazione previsionale e programmatica, e che, nella riunione di venerdì scorso, il Consiglio stesso ha approvato taluni emendamenti concernenti la manovra finanziaria, orientati in una prospettiva di rigore e di trasparenza, ed avulsi da qualsivoglia strumentalizzazione di tipo elettoralistico.
Gli emendamenti in questione corroborano gli obiettivi di finanza pubblica per il 2006, lasciando inalterato il tendenziale e incrementando altresì il grado di realizzabilità dello stesso. In relazione a quest’ultimo profilo va sottolineato che il rischio di mancata realizzazione degli introiti derivanti dalle dismissioni immobiliari è stato eliminato attraverso una serie di misure, previste dall’Esecutivo, sulle quali il vice ministro Vegas si sofferma, delineando per ciascuna di esse contenuti e finalità.
In conclusione del proprio intervento l’oratore evidenzia che la manovra per il 2006 acquista un maggior vigore a seguito dei sopradescritti interventi disposti dal Governo, rimanendo tuttavia ancorata agli stessi obiettivi prefigurati nell’ambito del DPEF.
Sulle dichiarazioni del Vice Ministro si apre il dibattito.
Il senatore MORANDO (DS-U) evidenzia che l’approvazione da parte del Governo della sezione II della Relazione previsionale e programmatica costituisce un elemento di rilievo, obbligando l’Esecutivo ad individuare con chiarezza gli andamenti tendenziali inerenti al 2005 nonché ad effettuare le opportune previsioni in merito agli andamenti previsti per il 2006. Peraltro le forze politiche di opposizione avevano in più occasioni chiesto l’effettuazione di tale importante valutazione, finora del tutto assente nell’ambito della manovra finanziaria in questione.
Osserva, poi, che la sopraccitata Relazione sottolinea l’esistenza, nell’ambito del tendenziale per il 2006, di entrate pari a circa 6 miliardi di euro a seguito delle dismissioni immobiliari prefigurate in base alle leggi attualmente in vigore. Tale rinvio alla vigente normativa risulta, tuttavia, del tutto contraddittorio e irragionevole, atteso che non è riscontrabile alcuna disposizione idonea ad assurgere a fondamento di tali operazioni di alienazione.
A conferma di tale incongruità, si rileva che nel bilancio pluriennale per il biennio 2005 – 2007 si prevedeva un introito per le dismissioni immobiliari pari a 4 miliardi per il solo anno 2005 (e non quindi a 6 miliardi) e nessun provento per gli anni 2006 e 2007 e conseguentemente il rinvio alla legislazione vigente contenuto nella Relazione in riferimento ai 6 miliardi di euro derivanti dalle dismissioni immobiliari risulta privo di qualsivoglia fondamento.
Alla luce delle considerazioni fin qui espresse appare evidente che il Governo nel caso di specie ha violato il criterio contabile in base al quale il bilancio va parametrato in riferimento alla legislazione vigente, omettendo di elaborare, come invece sarebbe stato necessario, una nota di aggiornamento al DPEF.
Va peraltro precisato che anche l’atteggiamento assunto dal ministro dell’economia Tremonti in ordine alla problematica delle dismissioni immobiliari, atto a delineare una sua terzietà rispetto alla manovra finanziaria 2005 ed all’operato del suo predecessore, non è condivisibile in quanto un cambiamento dei soggetti al vertice di un dicastero non costituisce sicuramente un elemento idoneo a circoscrivere la responsabilità del Governo.
Per quel che concerne i proventi derivanti da extra dividendi, pari a circa 1 miliardo, non inclusi nel tendenziale – inerenti in particolare ai maggiori dividendi dell’ENI e dell’ENEL - va evidenziato che gli stessi si configurano quali rendite da monopolio e peraltro appare sicuramente singolare che in appena due mesi dalla presentazione del bilancio si registri una così ampia variazione dei dividendi rispetto a quelli inizialmente previsti, che in realtà non può che essere imputata ad un errore di previsione macroscopico commesso dall’Esecutivo.
Alla luce dei rilievi critici fin qui prospettati in ordine a profili metodologico-formali, l’oratore chiede alla Presidenza di valutare l’ammissibilità degli emendamenti con grande attenzione, ricordando peraltro che quando le forze politiche di opposizione espressero dubbi, in fase di discussione del DPEF, in ordine al grado di realizzabilità della manovra finanziaria, il Rappresentante del Governo fornì rassicurazioni, che attualmente, alla luce degli interventi approvati dall’Esecutivo, risultano destituite di fondamento.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) sottolinea che la trasparenza ed il rigore, richiamati dal vice ministro Vegas, non caratterizzano in alcun modo la manovra finanziaria in questione, che si è articolata - in maniera frammentaria - attraverso un decreto legge in materia fiscale assegnato in sede referente alla 6a Commissione (per il quale le forze politiche di opposizione avevano invece chiesto un’assegnazione alle Commissioni bilancio e finanze riunite), nonché attraverso un decreto di correzione dei conti pubblici per il 2005 presentato alla Camera dei Deputati, ed ancora attraverso un maxi emendamento, preannunciato dal Governo, ed infine attraverso una correzione del tendenziale per il 2006. Il quadro complessivo che emerge da tale impostazione metodologica complessiva, risulta del tutto incompatibile con una prospettiva incentrata sulla trasparenza e sul rigore ed è suscettibile altresì di ledere le prerogative della Commissione bilancio.
Peraltro non viene chiarito se il miliardo di introiti, conseguente alle dismissioni immobiliari, citato nella sezione II della Relazione previsionale e programmatica trasmessa al Parlamento, sia finalizzato a correggere il deficit della finanza pubblica o viceversa se sia destinato al fondo per gli obiettivi di Lisbona (anch’esso finanziato attraverso i proventi delle dismissioni immobiliari).
Il senatore MARINO (Misto-Com) esprime un giudizio negativo sulla disciplina contenuta nell’emendamento - presentato dal Governo - atto a ridurre i trasferimenti a favore di ANAS e ferrovie dello Stato, sottolineando la necessità di potenziare la rete infrastrutturale soprattutto nel Mezzogiorno, anche alla luce del ruolo strategico espletato da tale area territoriale nell’ambito degli scambi commerciali internazionali.
Esprime poi forti perplessità in merito alla quantificazione dei maggiori utili realizzati dall’ENEL e dall’ENI, indicata dal Governo, sottolineando che tale ricognizione può essere effettuata solo alla chiusura dell’esercizio finanziario del 2005. Peraltro, l’eventuale destinazione a miglioramento dei saldi di fatto, comprometterebbe la destinazione sancita da una norma vigente, dato che, a legislazione vigente, è previsto che i dividendi distribuiti a consuntivo da tali società, eccedenti le previsioni iniziali, siano destinati al Fondo per l’occupazione. Analoghi rilievi critici possono essere mossi in relazione alla quantificazione degli utili inerenti alla Cassa depositi e prestiti Spa, atteso che riguardo agli stessi non è riscontrabile alcuna disposizione normativa di supporto.
Il senatore GRILLOTTI (AN) dichiara invece di condividere le scelte effettuate dal Governo in merito ai profili precedentemente evidenziati dal vice ministro Vegas, sottolineando l’importanza e la congruità delle misure prospettate dall’Esecutivo, finalizzate a conferire maggiore certezza alle entrate attinenti alla manovra finanziaria in questione.
Il senatore ANGIUS (DS-U) rileva preliminarmente che le misure prefigurate dal Governo sono incentrate esclusivamente sull’esigenza di porre rimedio ai "buchi" riscontrabili nella finanza pubblica, anziché – come sarebbe invece auspicabile – sull’individuazione delle strategie, idonee a migliorare la situazione del paese e dei cittadini.
Peraltro le affermazioni di taluni esponenti delle forze politiche di maggioranza, volte a prospettare il carattere "neutro" della manovra finanziaria, risultano non veritiere in quanto i tagli all’ENEL, all’ANAS ed alle Ferrovie dello Stato sono suscettibili di incidere negativamente sulla situazione economico-finanziaria dei singoli cittadini, comportando il concreto rischio di un aumento delle tariffe connesse a tali importanti servizi pubblici.
Sul piano procedurale, rileva che l’Esecutivo per la terza volta in trenta giorni ha apportato correzioni alla manovra finanziaria originariamente presentata in Parlamento, confermando con tale atteggiamento che i conti pubblici risultano attualmente "fuori controllo". Un ulteriore elemento a sostegno di tale assunto è che il Governo si è attivato per eseguire l’ultima delle correzioni soltanto a seguito delle verifiche intraprese dal Fondo monetario internazionale, nonché dalla Commissione europea, ad esito delle quali sta emergendo una falsità dei dati contabili originari, suscettibile di ledere la credibilità del paese in ambito internazionale ed in ambito comunitario.
Lo stesso sottosegretario Baldassarri prospetta l’opportunità dell’istituzione di un’apposita autorità indipendente per il controllo della spesa pubblica, manifestando con tale proposta un atteggiamento di sfiducia e di diffidenza nei confronti del Governo, a cui spetta l’onere di verificare gli andamenti della spesa pubblica.
Alla luce delle circostanze fin qui evidenziate, l’oratore chiede un intervento in Commissione del ministro Tremonti, volto a chiarire la reale situazione dei conti pubblici, in una prospettiva di massima trasparenza e correttezza. Fa peraltro presente che ha provveduto ad inviare una lettera al Presidente del Senato, atta a sottolineare in senso critico l’atteggiamento assunto dall’Esecutivo riguardo la manovra finanziaria in questione, suscettibile di ledere le prerogative del Senato della Repubblica.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) rileva che l’intervento correttivo effettuato dal Governo costituisce una conferma indiretta della cattiva gestione dei conti pubblici effettuata nella legislatura in corso, non improntata - come sarebbe stato invece necessario - ad una prospettiva di rigore.
Il decreto correttivo del tendenziale per il 2005, presentato alla Camera dei deputati, preclude alla Commissione bilancio del Senato la possibilità di esaminare i profili contenuti nello stesso, al fine di valutarne la congruità nel contesto complessivo della manovra finanziaria.
La riduzione dei trasferimenti all’ANAS ed alle Ferrovie dello Stato rischia di incrementare le tariffe di tali servizi pubblici, mentre la mancata considerazione - nell’ambito dell’intervento correttivo contenuto nella sezione II della Relazione previsionale e programmatica - delle coperture inerenti al fondo di Lisbona dimostra la fittizietà di tali stanziamenti.
Occorre inoltre che il Governo chiarisca tutti i risvolti attinenti al cosiddetto Fondo famiglia e solidarietà (articolo 44) e che fornisca tutte le informazioni in ordine alle altre misure che intende introdurre attraverso nuove proposte emendative.
L’oratore conclude il proprio intervento prospettando l’opportunità di individuare una nuova calendarizzazione dei lavori della Commissione, volta ad evitare che l’attività istruttoria espletata dalla stessa risulti inutile e priva di rilievo.
Il senatore SALERNO (AN) manifesta apprezzamento per le considerazioni formulate dal vice ministro Vegas, che testimoniano la correttezza dell’approccio seguito dall’Esecutivo rispetto alla manovra finanziaria in questione, improntato a rigore e a responsabilità ed avulso - a differenza di quanto avvenne in occasione della manovra approvata alla fine della scorsa legislatura - da qualsivoglia strumentalizzazione elettoralistica. Dichiara inoltre di non condividere le considerazioni critiche, espresse da taluni esponenti dell’opposizione, atte a prospettare una supposta lesione delle prerogative della Commissione.
Il senatore CADDEO (DS-U) sottolinea le difficoltà con cui la maggioranza affronta l’esame della manovra finanziaria dovendo fronteggiare questioni interne ancora irrisolte e, al contempo, manifestare la compattezza della coalizione. Fa inoltre presente che quello di cui oggi si discute è il terzo intervento correttivo sui conti pubblici, nel volgere di pochi giorni, con una evidente dispersione dei provvedimenti che costituiscono la manovra finanziaria e la conseguente impossibilità di stabilire un quadro complessivo dell’intera manovra. Tale circostanza è aggravata dal fatto che la struttura della manovra finanziaria è stata definita in modo frammentario, con una inopportuna ripartizione di competenze tra la Commissione bilancio e la Commissione finanze, nell’affannosa rincorsa alla copertura dei buchi di bilancio che sono stati progressivamente scoperti grazie alla supervisione di organismi di controllo sovranazionali. Giudica poi paradossale la richiesta contenuta in uno degli emendamenti presentati dal Gruppo dell’UDC, relativo alla creazione di una Commissione per la verifica dei conti pubblici, che sembra attestare l’incapacità della maggioranza parlamentare di verificare la tenuta dei conti del proprio Governo. Fa inoltre presente che il disegno di legge finanziaria per il 2006 contiene misure una tantum che rinviano ai prossimi anni talune spese comunque incomprimibili: fa riferimento in particolare alla regolazione dei flussi di tesoreria relativi all’ANAS Spa, ai fondi per l’innovazione tecnologica e agli stanziamenti previsti nell’ambito degli interventi inseriti nel Quadro comunitario di sostegno. Conclude infine richiamando la necessità di un intervento chiarificatore da parte del Ministro dell’economia e delle finanze, al fine di consentire una verifica complessiva della manovra finanziaria predisposta dal Governo per gli anni 2006-2008.
Il rappresentante del Governo, vice ministro VEGAS, in replica al dibattito svolto, fa preliminarmente presente l’onestà intellettuale dimostrata dal Governo che ha inteso portare in Parlamento la discussione relativa alla correzione della struttura della manovra finanziaria per gli anni 2006-2008. Certamente tali azioni correttive traggono spunto anche, ma non solo, dalle indicazioni fornite dal Fondo monetario internazionale, il cui giudizio assevera la correttezza dell’agire del Governo. Per quanto riguarda poi la ripartizione dell’esame tecnico della manovra finanziaria tra due Commissioni con competenze economiche, osserva che ciò non pregiudica che l’esame di sintesi venga, in fine, effettuato da parte della Commissione bilancio. In merito agli extra-dividendi delle società operanti nel settore dell’energia, ricorda che questi sono stati quantificati in maniera certa solo dopo l’approvazione dei bilanci consuntivi da parte dei rispettivi consigli di amministrazione: non era pertanto possibile tenerne conto prima ai fini della manovra finanziaria. Fa quindi presente al senatore Morando che il disposto dei commi 343 e seguenti dell’articolo unico della legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311 del 2004) prevedeva che i proventi delle dismissioni immobiliari non realizzati nel corso del 2005 avrebbero potuto essere inseriti nel bilancio dello Stato per l’anno successivo: risulta così giustificato il fatto che la sostituzione con una corrispondente voce di provento sia avvenuta nella manovra finanziaria in esame. Chiarisce poi al senatore Ripamonti che il miliardo di euro previsto dalla correzione alla manovra finanziaria è specificamente indirizzato al miglioramento dei saldi. In merito alle limitazioni di spesa dell’ANAS e delle Ferrovie dello Stato, risponde al senatore Marino che il Governo intende varare disposizioni che prevedano, almeno nel caso dell’ANAS, forme di entrate sostitutive. Ribatte inoltre al senatore Angius che il controllo del bilancio dello Stato è ancora saldamente nelle mani del Governo e che la manovra finanziaria non persegue pratiche clientelari che ne possano alterare l’equilibrio. Risponde infine ai rilievi dei senatori Giaretta e Caddeo facendo presente che la calendarizzazione dei lavori sarà effettuata tenendo conto delle necessità informative del Parlamento e che i provvedimenti una tantum previsti dal disegno di legge finanziaria hanno comunque un peso limitato nell’ambito complessivo della manovra.
Il senatore TAROLLI (UDC) interviene incidentalmente per ribadire le motivazioni alla base della proposta introduzione di un organismo di controllo e di monitoraggio della spesa pubblica, quale strumento di supporto all’azione del Governo e del Parlamento.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore sull’Atto Senato n. 3613, avverte che il Governo ha presentato l’emendamento 67.tab.E.3 (pubblicato separatamente nel fascicolo n. 5) di cui invita a valutarne i contenuti ed a tenere conto, ai fini di una valutazione complessiva, dell’emendamento al disegno di legge di bilancio che il Governo presenterà in Assemblea per aggiornare le previsioni di entrata e quelle relative alle dismissioni. Ritiene poi che la discussione svolta in Commissione abbia consentito di chiarire taluni aspetti dirimenti relativi agli emendamenti più importanti, permettendo altresì un approfondimento dei contenuti della Relazione previsionale e programmatica. Si impegna quindi a rappresentare al Ministro dell’economia e delle finanze la richiesta di intervento in Commissione avanzata dal senatore Angius.
Il senatore FASOLINO (FI) auspica che l’intervento del Ministro dell’economia e delle finanze possa ulteriormente chiarire gli argomenti già affrontati nel corso dell’esaustivo dibattito svoltosi in Commissione.
Prima di passare all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 37, su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di sospendere la seduta.
La seduta, sospesa alle ore 18,10, riprende alle ore 19.
Il presidente AZZOLLINI (FI) comunica di aver informato il Ministro dell’economia e delle finanze della richiesta di un suo intervento in Commissione e che questi ha assicurato la sua presenza in una delle sedute che avrà luogo mercoledì 2 novembre prossimo, salva la necessità di chiedere l’autorizzazione al Presidente del Senato a continuare a svolgere i lavori.
La Commissione procede quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 37.
Il PRESIDENTE relatore invita i senatori che hanno presentato proposte emendative alla loro illustrazione. Avverte, altresì, che gli emendamenti trattati nella seduta pomeridiana sono pubblicati, a parte, nei fascicoli nn. 1 e 2, ad eccezione delle proposte 38.9 (testo 2), 38.19, 39.1 (testo 2), 39.16 (testo 2), 39.33 (testo 2) e 67.tab.E.3 che verranno pubblicati separatamente nel fascicolo n. 5.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara di sottoscrivere gli emendamenti proposti dai componenti di opposizione appartenenti al Gruppo Misto.
Dopo che tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 37, nonché quelli aggiuntivi, sono stati dati per illustrati, su proposta del PRESIDENTE, la Commissione conviene di proseguire con l’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 38, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra l’emendamento 38.6 del quale propone il temporaneo accantonamento.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra la proposta 38.10 e ne chiede l’accantonamento.
Il senatore IZZO (FI), dopo aver illustrato l’emendamento 38.11 in materia di concorso dello Stato ai disavanzi finanziari delle regioni, propone di accantonarlo.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) illustra l’emendamento 38.13.
Il senatore MICHELINI (Aut) illustra gli emendamenti 38.15, 38.22 e 38.26, relativi al concorso dello Stato al ripiano dei disavanzi finanziari delle regioni.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara di sottoscrivere l’emendamento 38.26.
Si passa all’espressione dei pareri sugli emendamenti relativi agli articoli 37 e 38, nonché su quelli aggiuntivi ai medesimi articoli.
Il relatore, presidente AZZOLLINI (FI), esprime parere contrario su tutti gli emendamenti agli articoli 37 e 38, ad eccezione dell’emendamento 38.19 a sua firma, riservandosi di esprimersi successivamente sugli emendamenti 38.6, 38.10 e 38.11, dei quali è stato richiesto l’accantonamento.
Il rappresentante del Governo, vice ministro VEGAS, esprime il medesimo parere del relatore.
Sono quindi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti da 37.1 a 37.0.7.
In esito a distinte votazione sono poi respinti gli emendamenti da 38.1 a 38.5. La Commissione conviene poi di accantonare la proposta 38.6. Posti separatamente ai voti risultano in seguito respinti gli emendamenti 38.7 e 38.8. L’emendamento 38.9 (testo 2), concernente la riformulazione dell’emendamento 38.9 per la parte ammissibile, è quindi posto ai voti e respinto.
Su proposta, rispettivamente, dei senatori GRILLOTTI (AN) e IZZO (FI) sono accantonate le proposte 38.10 e 38.11.
Con distinte votazioni, sono quindi respinti gli emendamenti da 38.12 a 38.14.
Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore MICHELINI (Aut), l’emendamento 38.15 è posto ai voti e quindi respinto.
A seguito di distinte votazioni sono inoltre respinti gli emendamenti da 38.16 a 38.18, mentre l’emendamento 38.19 risulta approvato.
Con separate votazioni sono poi respinti gli emendamenti da 38.20 a 38.0.2.
Prima di passare all’esame degli emendamenti riferiti agli articoli successivi, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dà conto degli emendamenti dichiarati inammissibili fra quelli riferiti agli articoli da 39 a 46. In merito, risultano inammissibili gli emendamenti 39.1 (limitatamente alla soppressione del comma 8), 39.18, 39.19, 39.30, 39.33 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 39.49, 39.50, 39.51, 39.52, 39.53, 39.54, 39.55, 39.56, 39.57, 39.58, 39.75, 39.76, 39.77, 39.0.15, 39.0.17, 39.0.23, 39.0.24, 39.0.25, 39.0.36, 39.0.37, 40.0.5, 40.0.7, 40.0.8, 41.0.5, 42.2, 42.3, 42.4, 42.5, 42.6, 42.7, 42.0.17, 43.0.11, 43.0.12, 43.0.13, 43.0.15, 43.0.16, 43.0.21, 43.0.22, 43.0.23, 43.0.24, 43.0.25, 43.0.31, 43.0.33, 43.0.34, 43.0.36, 43.0.37, 43.0.38, 43.0.39, 43.0.40, 43.0.41, 43.0.42, 43.0.43, 43.0.45, 43.0.46, 43.0.51, 43.0.52, 44.3 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.4, 44.10, 44.13 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.14 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.15 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.17 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.19, 44.21 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.22 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.0.4, 44.0.7, 44.0.10, 44.0.11, 44.0.12, 44.0.13, 44.0.15, 44.0.16, 44.0.23 (limitatamente al 2008), 44.0.51, 44.0.52, 44.0.54, 44.0.57 (limitatamente al comma 3-quinquies, per la parte in cui sopprime i commi 4 e 5 dell’articolo 40, della legge n. 289 del 2002), 44.0.60, 44.0.63 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.0.66 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.0.75 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.0.76, 44.0.78, 44.0.83 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 44.0.86, 45.11 (limitatamente alla parola "annualmente" e all’ultimo capoverso), 45.12 (limitatamente alla parola "annualmente" e all’ultimo capoverso), 45.26 (limitatamente agli anni 2006, 2008 e successivi), 45.0.3, 45.0.11, 45.0.14, 45.0.15 (limitatamente agli anni 2007 e successivi), 46.11 (limitatamente al secondo capoverso).
Sono invece dichiarati inammissibili perché estranei al contenuto proprio del disegno di legge finanziaria, gli emendamenti 39.90, 39.59, 39.72, 39.73, 39.0.16, 39.0.26, 39.0.27, 39.0.28, 39.0.30, 42.10, 42.0.13, 42.0.14, 46.8, 46.0.1, 46.0.2, 46.0.3.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 39.
Il senatore GRILLOTTI (AN) sottolinea il rilievo degli emendamenti a propria firma 39.5 e 39.6 (testo 2) auspicandone l’accantonamento.
Dopo che il senatore PIZZINATO (DS-U) ha illustrato l’emendamento 39.9, il senatore FERRARA (FI) aggiunge la propria firma all’emendamento 39.15, sottoponendo alla valutazione del relatore e del rappresentante del Governo la rilevanza delle tematiche ivi trattate.
Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) illustra quindi l’emendamento 39.16 (testo 2), evidenziando come tale proposta sia finalizzata a consentire un efficace controllo sull’effettiva funzionalità della gestione degli istituti ospedalieri.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) illustra poi l’emendamento 39.21, volto ad escludere dall’applicazione del tetto massimo regionale di rimborsabilità delle spese sanitarie le cure termali. Dopo aver fatto osservare che gli stabilimenti termali non sono localizzati in tutte le regioni italiane, auspica l’accantonamento della proposta emendativa a propria firma onde consentirne un’attenta valutazione.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 39.21 e ne auspica un positivo giudizio da parte del rappresentante del Governo. Rileva, infatti, l’esigenza di tenere in adeguata considerazione le peculiarità di ciascuna azienda termale nonché il diritto di scelta dei cittadini, oltre alla modesta entità della copertura finanziaria della proposta.
Illustra poi l’emendamento a propria firma 39.22, recante agevolazioni per persone affette da una rara malattia, sottolineando il numero ridotto di cittadini interessati. Auspica l’accantonamento di tale proposta emendativa.
Il senatore CICCANTI (UDC) illustra poi l’emendamento 39.47, in materia di esenzione dall’applicazione del tetto massimo regionale di rimborsabilità delle prestazioni sanitarie delle cure termali, facendo esplicito riferimento alla normativa vigente e agli impegni di contenimento dei costi assunti tra aziende termali e amministrazione sanitaria.
Dopo aver rilevato l’importanza di garantire la libera scelta dei cittadini di avvalersi di cure termali anche in ambiti territoriali diversi da quelli di appartenenza, considera tali cure incluse nella nozione di prestazioni essenziali di assistenza.
Il senatore FASOLINO (FI) si associa alle considerazioni svolte dal senatore Ciccanti e rimarca a sua volta la necessità di assicurare ai cittadini la libertà di individuare stabilimenti e cure adatti alle proprie esigenze.
Il senatore IZZO (FI) fa presente che le proposte emendative da 39.42 a 39.48 hanno il medesimo contenuto, salve le diverse modalità di copertura finanziaria, mentre gli emendamenti di identica portata normativa da 39.49 a 39.58 sono stati dichiarati inammissibili per difetto di copertura finanziaria. Propone quindi di accantonare tutti gli emendamenti ammissibili, al fine di approfondirne la rilevanza, suggerendo ai presentatori degli emendamenti dichiarati inammissibili di aggiungere la propria firma agli stessi.
I senatori DETTORI (Mar-DL-U), BONATESTA (AN), NOCCO (FI), FASOLINO (FI), FERRARA (FI), TOFANI (AN), PIZZINATO (DS-U) e GIARETTA (Mar-DL-U) aggiungono la propria firma all’emendamento 39.42, che il PRESIDENTE relatore giudica più equilibrato dal punto di vista della copertura finanziaria.
Il senatore IZZO (FI) aggiunge poi la propria firma all’emendamento 39.60 e ne illustra i contenuti. Giudicando le finalità di tale proposta emendativa a favore della ricerca oncologica meritevoli della massima attenzione, auspica l’accantonamento della stessa, unitamente all’identico emendamento 39.61.
Il senatore FERRARA (FI), dopo aver sottoscritto e dato per illustrato la proposta 39.62, formula poi una proposta di accantonamento degli emendamenti 39.62 e 39.63.
Il senatore IZZO (FI) sottopone all’attenzione del rappresentante del Governo la rilevanza dell’emendamento 39.64, concernente il confezionamento dei farmaci di automedicazione, suggerendone l’accantonamento, unitamente agli emendamenti da 39.65 a 39.71 di analogo tenore.
Sono quindi dati per illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 39.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 20,10.
Emendamenti approvati nella seduta pomeridiana del 31 ottobre 2005
38.19
IL RELATORE
Al comma 4, nel primo periodo, sostituire le parole: «prescrizioni medesime» con le seguenti: «prescrizioni delle medesime prestazioni».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
lunedì 31ottobre 2005
771 Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana, nel corso della quale sono stati illustrati gli emendamenti riferiti all’articolo 39 del disegno di legge finanziaria.
Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti esaminati nella presente seduta sono pubblicati nel fascicolo n. 2, ad eccezione delle proposte 39.1 (testo 2), 39.16 (testo 2), 39.33 (testo 2), che saranno pubblicate nel fascicolo n. 5, nonché delle proposte 39.6 (testo 2), 39.0.14 (testo 2), 39.0.18 (testo 2), 39.0.21 (testo 2), 39.0.22 (testo 2) e 39.0.31 (testo 2), pubblicate nel fascicolo n. 6.
Si passa quindi all’illustrazione delle proposte emendative volte ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo 39.
Dopo che sono stati dati per illustrati gli emendamenti 39.0.1 (testo 2), 39.0.2 e 39.0.3, il senatore PIZZINATO(DS-U) illustra gli emendamenti 39.0.4, 39.0.5 e 39.0.8. Riguardo a quest’ultimo in particolare, egli sottolinea come risulti in aumento il numero dei decessi causati dall’amianto e ritiene si debba superare l’attuale assetto normativo che non riconosce – e quindi non prevede in tal caso l’assistenza sanitaria gratuita – la posizione del lavoratore esposto all’amianto, al quale non sia stata ancora diagnosticata una forma tumorale. Peraltro, l’onerosità delle cure spinge molti lavoratori a non sottoporsi a un monitoraggio costante, né tanto meno a un’operazione chirurgica, unico intervento che sembra in grado di ridurre le sofferenze e di aumentare nel contempo gli anni di vita. Puntualizza, inoltre, che la proposta in oggetto non comporta eccessivi oneri finanziari, essendo limitata a 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2006-2008.
Il senatore illustra infine gli emendamenti 39.0.9 e 39.0.11, che mira a garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) anche nel settore della medicina penitenziaria a fronte di un aumento della percentuale dei detenuti ammalati. Se infatti il carcere deve essere inteso soprattutto come luogo di recupero, lo Stato deve allora assicurare le necessarie cure agli ammalati che stanno scontando delle pene.
Sull’emendamento 39.0.8, dianzi illustrato, prende la parola il senatore CURTO (AN) , il quale giudica insufficienti i 20 milioni di euro annui ivi previsti. Di conseguenza, propone che se ne riscriva il testo individuando stanziamenti di maggiore entità e quindi una diversa e più adeguata copertura finanziaria. Ma egli ritiene anche che si debba mutare l’approccio alla richiamata problematica, nel senso di procedere a verifiche più puntuali circa il rispetto da parte delle aziende della normativa vigente, garantendo al tempo stesso che il flusso di risorse vada a vantaggio dei soli lavoratori che siano stati effettivamente esposti all’amianto.
Sullo stesso tema interviene il senatore SALERNO (AN) che, pur apprezzando la proposta del senatore Pizzinato, non crede che le disposizioni recate dall’emendamento in esame possano rappresentare la soluzione per tutti i danni causati dall’amianto e ritiene che, in ogni caso, il Servizio sanitario nazionale stia già facendo tutto il possibile per sostenere i lavoratori affetti da malattie professionali causate dall’amianto.
Dopo che il senatore MARINO (Misto-Com) ha aggiunto la propria firma all’emendamento 39.0.8, il senatore GRILLOTTI (AN) illustra gli emendamenti 39.0.14 (testo 2), 39.0.18 (testo 2), 39.0.21 (testo 2) e 39.0.22 (testo 2), dei quali propone l’accantonamento.
Avendo il vice ministro VEGAS avanzato perplessità in merito all’effettiva portata normativa dell’emendamento 39.0.31 (testo 2), il senatore GRILLOTTI (AN) lo illustra ribadendone la validità e proponendo anche per esso l’accantonamento.
Vengono quindi considerati illustrati gli emendamenti 39.0.6, 39.0.7, 39.0.10, 39.0.12, 39.0.13, 39.0.19, 39.0.20, 39.0.29, 39.0.32, 39.0.33, 39.0.34, 39.0.35 e 39.0.38.
Riguardo al complesso degli emendamenti riferiti all’articolo 39 o tendenti ad inserire dopo di esso articoli aggiuntivi, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dichiara di essere disponibile ad accogliere le specifiche richieste di accantonamento avanzate dai rispettivi presentatori. Nel dichiararsi naturalmente favorevole agli emendamenti di mera correzione formale da lui stesso presentati, si pronuncia invece in senso contrario su tutte le restanti proposte emendative. In particolare, si sofferma sugli emendamenti attinenti alla problematica delle cure termali e su quelli illustrati dal senatore Pizzinato, che ritiene socialmente rilevanti. Afferma, tuttavia, che le citate proposte debbono essere valutate alla luce delle compatibilità finanziarie previste dalla manovra. Ricorda peraltro che il Governo ha assegnato risorse importanti al Servizio sanitario nazionale e che dunque in quell’ambito dovrebbero essere reperiti i mezzi per affrontare anche le questioni delle malattie professionali derivanti dall’esposizione all’amianto o delle cure mediche da assicurare ai detenuti.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) prende nuovamente la parola per precisare che numerose aziende sono state già condannate dall’Autorità giudiziaria per mancato rispetto della normativa vigente relativa all’esposizione all’amianto.
Il vice ministro VEGAS concorda con il parere espresso dal relatore. In dettaglio, si sofferma sulla problematica dei rimborsi delle cure termali, evidenziando come essi non siano previsti da tutte le regioni e quindi come una disciplina unica a livello nazionale possa ingenerare confusione. Sembra pertanto opportuno porre dei limiti al cosiddetto turismo sanitario e fissare dei tetti ai trasferimenti di risorse da una regione all’altra, in considerazione del fatto che gli stabilimenti termali non sono presenti in tutte le regioni. Condivide infine la posizione del relatore circa l’accoglimento delle proposte di accantonamento, riaffermando tuttavia le perplessità già espresse poc’anzi sul contenuto dell’emendamento 39.0.31 (testo 2).
Si passa alle votazioni, nel corso delle quali sono innanzitutto posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 39.1 (testo 2), 39.2, 39.3 e 39.4.
Quanto all’emendamento 39.5, il senatore MICHELINI (Aut) rende noto che la proposta in oggetto potrebbe recare nocumento a quelle regioni che, in base ad Accordi di Programma già stipulati, sono in attesa di ricevere le corrispondenti risorse. La disposizione in esame, pertanto, dovrebbe essere riferita – a suo avviso – ai soli Accordi di Programma futuri e non a quelli già in essere.
L’emendamento 39.5 viene quindi accantonato.
Sull’emendamento 39.6 (testo 2) si svolge poi una breve discussione, osservando il presidente relatore AZZOLLINI (FI) che la cifra di 20 milioni di euro per l’edilizia sanitaria appare poco significativa.
In proposito, il senatore GRILLOTTI (AN), nell’evidenziare come il testo originario dell’emendamento prevedesse la ben più consistente somma di 20 miliardi di euro da destinare all’edilizia sanitaria, ricorda altresì che quella formulazione sarebbe stata ritenuta inammissibile per mancanza di copertura finanziaria. Insiste pertanto sul nuovo testo dell’emendamento e ne chiede altresì l’accantonamento.
L’emendamento 39.6 (testo 2) viene dunque accantonato.
Dopo che è stato respinto l’emendamento 39.7, il senatore CADDEO (DS-U) dichiara di votare a favore dell’emendamento 39.8, che viene a sua volta respinto, come anche il successivo 39.9, con separata votazione.
La Commissione approva quindi l’emendamento 39.10, mentre vengono separatamente votati e respinti gli emendamenti 39.11 e 39.12. Viene inoltre approvato l’emendamento 39.13.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 39.14 ed esprime in merito il proprio voto favorevole sulla proposta in oggetto, che mira a potenziare gli organici degli istituti zooprofilattici.
L’emendamento 39.14 viene quindi respinto.
In risposta ad una richiesta di chiarimenti del senatore FERRARA (FI), il vice ministro VEGAS prende poi brevemente la parola per motivare le ragioni che lo inducono ad accogliere la richiesta di accantonamento relativa all’emendamento 39.15, che viene pertanto accantonato.
Aggiungono quindi la propria firma all’emendamento 39.16 (testo 2) i senatori GIARETTA (Mar-DL-U) e MORANDO (DS-U), il quale ne modifica nuovamente il testo secondo una formulazione che egli giudica più precisa e, al tempo stesso, idonea a conseguire i medesimi obiettivi. Nell’esprimere poi il proprio voto favorevole sul nuovo testo dell’emendamento in esame, ne considera inopportuno l’accantonamento e propone di passare direttamente alla votazione.
Il vice ministro VEGAS concorda sulla finalità di ripristinare un effettivo controllo sulla spesa delle aziende sanitarie locali, ma ritiene utile un ulteriore approfondimento circa le modalità attraverso le quali perseguire tale scopo. Insiste, pertanto, sulla proposta di accantonamento.
L’emendamento 39.16 (testo 3) (che sarà pubblicato nel fascicolo n. 6) viene dunque accantonato.
Posto ai voti, l’emendamento 39.17 è approvato. Con separate votazioni, viene invece respinta la proposta 39.20, mentre è accantonato l’emendamento 39.21.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 39.22, 39.23, 39.24, 39.25, 39.26, 39.27, 39.28, 39.29 e 39.31.
Posto ai voti, è quindi approvato l’emendamento 39.32.
Posti separatamente ai voti, sono successivamente respinti gli emendamenti 39.33 (testo 2), 39.34, 39.35, 39.36, 39.37, 39.38, 39.39, 39.40 e 39.41.
La Commissione dispone l’accantonamento degli emendamenti 39.42. (identico o analogo a 39.43, 39.44, 39.45, 39.46, 39.47 e 39.48), 39.60 (identico a 39.61), 39.62, 39.63, 39.64 (identico a 39.65, 39.66, 39.67, 39.68, 39.69, 39.70 e 39.71).
Con distinte votazioni, sono poi respinti gli emendamenti 39.74, 39.78, 39.79, 39.0.1 (testo 2), 39.0.2, 39.0.3, 39.0.4, 39.0.5, 39.0.6 e 39.0.7.
Previa richiesta del senatore MORANDO (DS-U) e con l’avviso favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 39.0.8.
Posti ai voti, sono respinti gli emendamenti 39.0.9 e 39.0.10.
Previa richiesta del senatore PIZZINATO (DS-U) e con l’avviso favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 39.0.11.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 39.0.12 e 39.0.13.
È poi disposto l’accantonamento degli emendamenti 39.0.14 (testo 2) e 39.0.18 (testo 2).
Posti separatamente ai voti, la Commissione respinge gli emendamenti 39.0.19 e 39.0.20.
Viene quindi disposto l’accantonamento degli emendamenti 39.0.21 (testo 2) e 39.0.22 (testo 2).
Posto ai voti, è successivamente respinto l’emendamento 39.0.29.
La Commissione dispone poi l’accantonamento dell’emendamento 39.0.31 (testo 2).
Con distinte votazioni, sono respinti gli emendamenti 39.0.32, 39.0.33, 39.0.34 e 39.0.35.
Previa richiesta del senatore GRILLOTTI (AN) e con l’avviso favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 39.0.38.
Si procede quindi all’esame degli emendamenti presentati all’articolo 40, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra l’emendamento 40.1 con il quale ci si propone di intervenire sul calcolo delle quote di distribuzione delle risorse finanziarie, tenendo conto dei parametri della popolazione residente, della dimensione geografica e della complessità strutturale dell’offerta sanitaria. Poiché, peraltro, appare opportuno aprire una seria riflessione su tale proposta – che si inserisce nella tematica relativa all’attuazione del federalismo fiscale previsto dal decreto legislativo n. 56 del 2000 – chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento in questione.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, si sofferma sull’emendamento 40.8, dichiarandosi disponibile a valutarne l’eventuale accantonamento, nonché sulla proposta 40.7, di cui raccomanda l’approvazione in quanto di mera correzione formale. Presenta e illustra poi l’emendamento 40.100 (pubblicato nel fascicolo n. 6), volto a sopprimere il comma 5 dell’articolo 40, affinché si possa far coincidere l’attuazione del federalismo fiscale previsto dal decreto legislativo n. 56 del 2000 con l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.
Ritira quindi l’emendamento 40.5.
Il senatore GRILLOTTI (AN), dopo aver illustrato l’emendamento 40.0.1, il quale, analogamente agli identici emendamenti 40.0.2 e 40.0.3, mira ad introdurre una riduzione del prezzo di vendita al pubblico dei farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale, chiede che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 40.0.6, con il quale si pone l’obiettivo di avviare il cosiddetto federalismo amministrativo.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) segnala all’attenzione della Commissione l’emendamento 40.0.9, diretto a riconoscere la sindrome post-polio quale malattia cronica ed invalidante. Affinché tale proposta possa essere seriamente approfondita chiede che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore FASOLINO (FI) sottoscrive l’emendamento 40.0.9, ritenendo assai opportuna tale proposta in quanto la sindrome post-polio, sebbene causi handicap assai gravi, è ancora tra quelle meno conosciute.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara di apporre la propria firma sull’emendamento 40.0.9.
Il senatore IZZO (FI), dopo averlo illustrato, chiede l’accantonamento dell’emendamento 40.0.10.
I restanti emendamenti si danno per illustrati.
Si procede quindi all’espressione del parere del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti riferiti all’articolo 40, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione degli emendamenti 40.8, 40.7 e 40.100 sui quali formula avviso favorevole.
Il vice ministro VEGAS, dopo aver espresso parere conforme a quello del relatore, ricorda la genesi del decreto legislativo n. 56 del 2000 con il quale, attraverso parametri ed equazioni complesse, si è introdotto un federalismo fiscale di tipo solidale, attraverso una distribuzione delle risorse finanziarie che in origine prevedeva una differenza del 10 per cento a favore delle regioni più ricche rispetto a quelle più povere. Tuttavia, questa impostazione iniziale del citato decreto legislativo è andata incontro ad alcune difficoltà applicative che hanno indotto le stesse regioni a ricercare un diverso accordo con il quale si è stabilito che la differenza nella distribuzione delle risorse tra regioni ricche e regioni povere si riducesse al 5 per cento. L’articolo 40 si inserisce all’interno delle tematiche richiamate, ponendosi l’obiettivo di dare attuazione all’accordo stipulato il 21 luglio 2005 fra i Presidenti delle regioni affinché siano superate le difficoltà applicative sorte in relazione al riparto delle risorse da destinare alla perequazione interregionale. Anche per tali considerazioni, condivide l’emendamento 40.100, presentato dal relatore, poiché appare opportuno ancorare l’effettiva entrata in vigore del decreto legislativo n. 56 del 2000 all’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.
Il senatore MARINO (Misto-Com) chiede incidentalmente alcuni chiarimenti sull’emendamento 40.8, nella parte in cui si propone di sopprimere un tavolo tecnico, previo accordo in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, fa presente al senatore Marino che, indipendentemente dalla soppressione del secondo periodo del comma 1 – contenuta nell’emendamento 40.8 – resta inalterata la disposizione di cui al comma 4 del medesimo articolo 40 nel quale si prevede ugualmente il coinvolgimento della Conferenza permanente Stato-Regioni.
Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 40, nonché di quelli diretti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
La Commissione dispone l’accantonamento dell’emendamento 40.1.
Il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo in merito all’emendamento 40.8, sottolinea come le disposizioni in esso proposte, come, più in generale, quelle di cui all’articolo 40 dimostrano il sostanziale fallimento delle politiche avviate dall’Esecutivo per la realizzazione del cosiddetto federalismo fiscale. Difatti, all’inizio dell’attuale legislatura si era in presenza di una riforma del titolo V della parte II della Costituzione che, anche per effetto della modifica dell’articolo 119 della Costituzione, ha rallentato l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 56 del 2000. Ora, al termine della legislatura, ci si trova nella medesima situazione di paralisi, sebbene con la nuova riforma costituzionale, avanzata dalla maggioranza di centro-destra, non si sono proposte ulteriori modifiche all’articolo 119 della Costituzione. Pertanto, la lettura combinata dell’emendamento 40.8 con l’emendamento 40.100 dimostra la volontà del Governo di rinviare alla prossima legislatura l’attuazione del federalismo fiscale.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, fa presente al senatore Morando che gli emendamenti 40.8 e 40.100 non registrano alcun fallimento in ordine all’attuazione del federalismo fiscale, ma si pongono l’obiettivo di armonizzarlo con l’effettiva attuazione dell’articolo 119 della Costituzione. In ogni caso, poiché, si riserva di riformulare in modo più preciso i contenuti degli emendamenti 40.8 e 40.100, chiede che ne sia disposto l’accantonamento.
Con l’avviso favorevole del rappresentante del GOVERNO, la Commissione dispone l’accantonamento dell’emendamento 40.8.
In esito a distinte votazioni, sono respinti gli emendamenti 40.2, 40.3, 40.4 e 40.6.
Posto ai voti, è invece approvato l’emendamento 40.7.
Previo parere favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è successivamente disposto l’accantonamento degli emendamenti 40.100, nonché 40.0.1 (identico a 40.0.2 e 40.0.3).
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 40.0.4 e 40.0.6.
Previo parere favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è successivamente disposto l’accantonamento degli identici emendamenti 40.0.9 e 40.0.10.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 23,10.
Emendamenti approvati nella seduta notturna del 31 ottobre 2005
39.10
IL RELATORE
Al comma 2, dopo le parole: «Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico», inserire le seguenti: «di diritto pubblico».
39.13
IL RELATORE
Al comma 4, ultimo periodo, e al comma 7, sostituire la parola: «adottare» con la seguente: «emanare».
39.17
IL RELATORE
Al comma 7, dopo le parole: «istituti di ricovero e cura a carattere scientifico», inserire le seguenti: «di diritto pubblico».
39.32
IL RELATORE
Al comma 14, nel secondo periodo, sostituire le parole: «articoli 6, comma 2» con le seguenti: «articoli 6, comma 3» e la parola: «numero» con la seguente: «capoverso
40.7
IL RELATORE
Al comma 6, sopprimere, ovunque ricorrano, le parole: «ai fini».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
martedì 1° novembre 2005
772ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008
- (Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore sul disegno di legge finanziaria in titolo, dopo aver informato la Commissione della presentazione di un emendamento a propria firma, il 47.0.200, fissa il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti, riferiti al sopracitato emendamento, per le ore 15 della giornata odierna.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) chiede che l'emendamento sia illustrato e il PRESIDENTE relatore assicura che si procederà all’illustrazione quando si giungerà all’esame degli emendamenti inerenti all’articolo 47 e comunque nel corso della presente seduta.
Prospetta quindi l’opportunità di procedere all’illustrazione degli emendamenti riferiti agli articoli 41 e 42, ricordando che le inammissibilità relative a tali emendamenti sono state pronunciate nella seduta pomeridiana di ieri. Avverte, altresì, che le proposte esaminate nella seduta sono pubblicate, a parte, nel fascicolo n. 2, ad eccezione degli emendamenti 41.0.10 (testo 2), 42.0.1 (testo 2), 44.3 (testo 2), 44.200, 44.13 (testo 2), 44.14 (testo 2), 44.15 (testo 2), 44.16 (testo 2), 44.17 (testo 2), 44.21 (testo 2), 44.22 (testo 2), 44.0.23 (testo 2), 44.0.57 (testo 2), 44.0.63 (testo 2), 44.0.66 (testo 2), 44.0.83 (testo 2), che verranno pubblicati nel fascicolo n. 6.
Il senatore MORANDO (DS-U), posto che il Governo ha manifestato la volontà di sopprimere la "tassa sul tubo", ritiene opportuno sospendere l’esame delle proposte emendative riferite all’articolo 42 affinché possa essere effettuata un’adeguata istruttoria in ordine a tale tematica.
Sarebbe infatti inutile che la Commissione proceda ad esaminare le proposte emendative riferite all’articolo 42, senza conoscere l’effettiva portata delle modifiche preannunciate in proposito dall’Esecutivo.
Dopo che il vice ministro VEGAS ha confermato la volontà del Governo di introdurre una disciplina sostitutiva di quella prevista nell’articolo 42 in esame, il PRESIDENTE relatore fa preliminarmente presente che la disciplina contemplata nell’articolo 42 del disegno di legge finanziaria in titolo deve intendersi sostituita da quella prevista all’articolo 2 del decreto-legge n. 211 del 2005, attualmente in itinere presso la Camera dei deputati (Atto Camera n. 6139). È opportuno quindi che il Governo fornisca chiarimenti in ordine alla portata della disposizione contenuta nel sopracitato articolo 2.
Il vice ministro VEGAS, dopo aver evidenziato che la disciplina contemplata all’articolo 2 del decreto-legge n. 211 del 2005 è finalizzata a sostituire quella prevista nel sopracitato articolo 42, precisa che il meccanismo individuato in tale decreto-legge produce effetti finanziari equivalenti a quelli attinenti all’articolo 42. In tale prospettiva il suddetto decreto-legge assume, sul piano funzionale, la valenza di collegato alla manovra finanziaria, con conseguente possibilità di sopprimere l’articolo 42 della finanziaria, senza procedere alla individuazione delle coperture.
Il senatore MORANDO (DS-U) sottolinea in senso critico che, a fronte di tre differenti strumenti atti ad incidere sui tendenziali della finanza pubblica- ossia il disegno di legge finanziaria, il decreto-legge "taglia spese", in itinere alla Camera e il decreto- legge in materia fiscale - il Governo prospetta manovre correttive di tali tendenziali esclusivamente in riferimento al disegno di legge finanziaria, con tutte le criticità conseguenti a tale incongrua e caotica impostazione metodologica complessiva.
L’oratore si sofferma poi sulla circostanza della entrata in vigore, per l’anno 2005, della rimodulazione dell’imposizione sugli ammortamenti, in base a quanto previsto nel sopracitato articolo 2 del decreto-legge n. 211 del 2005, sottolineando i nodi problematici relativi a tale situazione, atteso che la manovra finanziaria in esame espleta i propri effetti a partire dall’anno 2006.
Riguardo all’articolo 42, va sottolineata la necessità di individuare un’apposita disposizione di copertura relativa ad un eventuale emendamento soppressivo dello stesso, a meno che il Governo non recepisca la disciplina di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 211 del 2005 in un apposito emendamento riferito al decreto-legge in materia fiscale in itinere al Senato. Qualora l’Esecutivo opti per tale soluzione, il gettito in questione potrebbe essere inquadrabile nell’ambito del prospetto di copertura della finanziaria e in tale caso la soppressione dell’articolo 42 potrebbe risultare legittima anche senza l’individuazione di un’apposita copertura.
In tale prospettiva, potrebbe essere valutato l’effettivo gettito di tale imposizione, nonché l’incidenza della stessa sul sistema economico (che a giudizio dell’oratore risulta inevitabilmente negativo, favorendo tale disciplina una riduzione degli investimenti da parte delle società del settore) soltanto attraverso una relazione tecnica.
Prospetta infine l’opportunità di effettuare una discussione in Commissione su tali profili, nel corso dell’iter inerente al disegno di legge finanziaria. Ritiene altresì necessaria l’acquisizione di una specifica quantificazione in ordine alla circostanza dell’effettiva sussistenza o meno degli extra dividendi, anche ai fini degli emendamenti correttivi approvati nell’ultima riunione del Consiglio dei ministri, nel caso in cui venga introdotta l’imposizione prefigurata dall’Esecutivo.
Il PRESIDENTE sottolinea l’opportunità che il Governo individui una soluzione idonea a coordinare, in relazione all’articolo 42 in esame, i tre strumenti normativi utilizzati in ordine alla manovra finanziaria, ossia il disegno di legge finanziaria, il decreto-legge n. 211 del 2005, in itinere presso la Camera dei deputati, ed infine il decreto-legge fiscale. Dopo aver dichiarato di condividere l’opportunità di discutere in Commissione i profili attinenti alla tematica in questione, invita infine il Governo a predisporre un’apposita relazione tecnica in merito alla questione attinente agli extra dividendi, sollevata dal senatore Morando.
Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 41.
Il senatore FERRARA (FI) evidenzia che la tematica del dividend washing, contenuta nell’emendamento 41.1 a sua firma, sarà recepita dal Governo nell’ambito di un apposito emendamento relativo al decreto-legge fiscale, come ha preannunciato il vice ministro Vegas.
Il vice ministro VEGAS conferma l’intendimento di presentare un’apposita proposta emendativa governativa, riferita al decreto-legge fiscale, con valenza integralmente sostitutiva dell’articolo 41.
Alla luce di tale circostanza il senatore FERRARA (FI) dichiara di ritirare l’emendamento 41.1.
Il PRESIDENTE fa presente che non appena il Governo formalizzerà il preannunciato emendamento sostitutivo dell’articolo 41, verrà svolta in Commissione una discussione in ordine a tali profili, inerenti in particolare al dividend washing.
Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 41.
Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 41.0.2, evidenziando che la disciplina contenuta nello stesso è finalizzata ad allineare la tassazione delle rendite da capitale alle aliquote previste dagli altri Paesi europei, in una prospettiva di perequazione tributaria volta a premiare l’imprenditorialità (attraverso misure riduttive del cuneo fiscale) rispetto alle rendite.
Illustra poi l’emendamento 41.0.6 soffermandosi sui profili attinenti alla cosiddetta "bolla immobiliare" e sottolineando in particolare le speculazioni, frequenti soprattutto nei grandi centri, che rendono difficile l’acquisto di un immobile da parte dei cittadini.
Il senatore SALERNO (AN) dichiara di aggiungere la propria firma all’emendamento 41.0.2.
Il senatore MORANDO (DS-U) ritiene che la proposta emendativa 41.0.2 risulti di particolare rilievo, prospettando quindi la necessità che il Governo elabori un’apposita relazione tecnica, atta ad individuare il gettito conseguente all’eventuale adozione di tale misura. Dopo aver formulato analoga richiesta per quanto concerne l’emendamento 41.0.6, prospetta l’opportunità di accantonare l’esame delle sopracitate proposte emendative. Relativamente all’emendamento 41.0.10, osserva che la disciplina in questione potrebbe favorire pratiche elusive, soprattutto per gli impianti sportivi collocati a ridosso di strade o in altri punti ad elevata frequentazione.
Il senatore EUFEMI (UDC) dichiara di condividere la proposta di accantonamento testé formulata dal senatore Morando.
Il senatore IZZO (FI), dopo aver aggiunto la propria firma all’emendamento 41.0.10, chiede l’accantonamento di tale proposta emendativa.
Tutti i restanti emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 41 vengono dati per illustrati.
Si passa quindi all’espressione dei pareri da parte del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti aggiuntivi all’articolo 41.
Il RELATORE esprime parere contrario su tutti gli emendamenti aggiuntivi all’articolo 41, fatta eccezione per gli emendamenti 41.0.2, 41.0.6 e 41.0.10, per i quali propone l’accantonamento.
Il Rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi al parere espresso dal relatore.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 41.
Con apposita votazione, viene respinto l’emendamento 41.0.1.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, viene accantonato l’esame dell’emendamento 41.0.2.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 41.0.3 e 41.0.4.
Il PRESIDENTE propone quindi di accantonare l’emendamento 41.0.6.
Conviene la Commissione su tale proposta.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 41.0.7, 41.0.8 e 41.0.9.
Il senatore PIZZINATO (DS-U), dopo aver rilevato che la disciplina contenuta nell’emendamento 41.0.10 risulta identica a quella dell’emendamento 21.46, a propria firma, si duole del fatto che le valutazioni del relatore e del rappresentante del Governo furono in sede di esame dell’emendamento 21.46 negative (a differenza di quanto è avvenuto in relazione alla proposta emendativa 41.0.10, di analogo tenore). Dichiara di aggiungere la propria firma all’emendamento 41.0.10.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara di aggiungere la propria firma all’emendamento 41.0.10, anche a nome dei senatore Muzio e Pagliarulo.
Il senatore SALERNO (AN), dopo aver ricordato che durante l’iter della legge finanziaria dello scorso anno presentò un emendamento a propria firma simile alla proposta emendativa 41.0.10, rileva che i nodi problematici prospettati dal senatore Morando risultano infondati in quanto, alla stregua di tale disciplina, la pubblicità può essere esposta esclusivamente all’interno degli stadi. Aggiunge inoltre la propria firma all’emendamento 41.0.10.
Il senatore CICCANTI (UDC) ritiene effettivo il rischio di pratiche elusive, sottolineato dal senatore Morando, e prospetta pertanto l’opportunità di riformulare l’emendamento 41.0.10, al fine di chiarire che lo stesso si riferisce esclusivamente alle forme pubblicitarie esposte all’interno degli impianti sportivi.
Il senatore IZZO (FI), dopo aver sottoscritto la proposta in questione, dichiara di riformulare l’emendamento 41.0.10, nel testo 2, chiedendone l’accantonamento, nella nuova versione conseguente alla riformulazione.
La Commissione conviene di accantonare l’emendamento 41.0.10 (testo 2).
Si passa all’esame degli emendamenti inerenti all’articolo 42.
Il PRESIDENTE relatore propone di accantonare tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 42, ad eccezione degli emendamenti aggiuntivi.
Conviene la Commissione su tale proposta.
Si passa, quindi, all’illustrazione delle proposte aggiuntive all’articolo 42.
Il senatore TAROLLI (UDC) illustra l’emendamento 42.0.7, soffermandosi sul contenzioso insorto in relazione alla data di scadenza dei rapporti concessori, relativi alla gestione della rete di distribuzione del gas, e precisando che la norma in questione tende a superare tali nodi problematici. Peraltro, qualora tale disciplina venisse approvata, i comuni avrebbero la possibilità di incassare i canoni concessori, a differenza di quanto avviene attualmente in numerose situazioni.
L’oratore illustra poi l’emendamento 42.0.8, evidenziando che lo stesso consente ai comuni proprietari di impianti di distribuzione del gas di costituire, insieme a soggetti privati, società per azioni.
Prospetta infine l’opportunità di accantonare entrambe le proposte emendative testé illustrate.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 42.0.9, dando conto della disciplina contenuta nello stesso e chiedendone l’accantonamento.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra l’emendamento 42.0.16, rilevando che lo stesso è finalizzato ad istituire una tassa per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno, i cui proventi saranno destinati al controllo e contrasto dell’immigrazione clandestina.
Chiede infine l’accantonamento di tale proposta emendativa.
Tutti gli altri emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 42 vengono dati per illustrati.
Si passa all’espressione dei pareri sugli emendamenti aggiuntivi all’articolo 42.
Il PRESIDENTE relatore esprime parere contrario su tutti gli emendamenti aggiuntivi all’articolo 42, ad eccezione degli emendamenti 42.0.7, 42.0.8, 42.0.9 e 42.0.16, per i quali è stato chiesto dai rispettivi firmatari l’accantonamento.
Il Rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi al parere testé espresso dal relatore.
Dopo che il senatore IZZO (FI) ha evidenziato che per un mero errore materiale sono state indicate nell’ambito dell’emendamento 42.0.1 le cifre "0,46" anziché 0,046 e "0,56" anziché 0,056, la proposta emendativa 42.0.1 (testo 2) viene respinta dalla Commissione con apposita votazione.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinte le proposte emendative da 42.0.2 a 42.0.6.
In dichiarazione di voto sulla proposta 42.0.7, il senatore MORANDO (DS-U) ritiene significative e meritevoli di approfondimento le proposte emendative testé illustrate dal senatore Tarolli, evidenziando in senso critico che nel corso dell’attuale legislatura si è arrestato il processo di liberalizzazione, avviato dai Governi di centro-sinistra nel corso della precedente legislatura.
Il senatore GRILLOTTI (AN) prospetta l’opportunità di individuare una soluzione unitaria rispetto ai vari profili attinenti alla tematica in questione.
Il PRESIDENTE relatore propone di accantonare l’esame degli emendamenti 42.0.7, 42.0.8 e 42.0.9.
Conviene la Commissione su tale proposta.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti da 42.0.10 a 42.0.12.
Dopo che il senatore PIZZINATO (DS-U) ha manifestato la propria indignazione per la disciplina contenuta nell’emendamento 42.0.16, sottolineandone altresì l’incostituzionalità alla stregua del principio di uguaglianza, su proposta del senatore Paolo FRANCO (LP), la Commissione conviene di accantonarne l’esame.
Si passa all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 43, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi al citato articolo.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara di aggiungere la propria firma a tutti gli emendamenti riferiti al sopraccitato articolo presentati dai senatori appartenenti alla componente di rifondazione comunista del Gruppo misto.
Dopo che l’emendamento 43.1 e tutte le proposte recanti articoli aggiuntivi sono stati dati per illustrati, si passa all’espressione dei pareri del Relatore e del Rappresentante del Governo.
Dopo che il PRESIDENTE ha espresso parere contrario su tutti gli emendamenti relativi all’articolo 43, compresi gli aggiuntivi, il rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi al parere espresso dal Relatore.
Posta in votazione viene respinta la proposta 43.1.
Con separate votazioni vengono poi respinti gli emendamenti da 43.0.1 a 43.0.30.
Interviene in dichiarazione di voto sulla proposta 43.0.32, il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) per rilevare che la proposta è di analogo tenore ad un’altra già oggetto di accantonamento. Per evidenti ragioni di coerenza ne chiede pertanto l’accantonamento.
La Commissione conviene quindi di accantonare la proposta 43.0.32. Con successive e distinte votazioni vengono poi respinti gli emendamenti da 43.0.36 a 43.0.55.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 44, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il senatore MARINO (Misto-Com) dichiara di aggiungere la propria firma a tutti gli emendamenti riferiti al sopraccitato articolo presentati dai senatori appartenenti alla componente di rifondazione comunista del Gruppo misto.
Prima di procedere all’esame degli emendamenti, il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) sottolinea l’opportunità che il Governo chiarisca i propri intendimenti in ordine al Fondo famiglia, previsto all’articolo in esame, precisando altresì se tale materia verrà trattata nel corso dell’ esame del disegno di legge finanziaria in titolo o viceversa nel corso dell’iter del decreto-legge "taglia spese" presentato alla Camera.
Il PRESIDENTE rileva che la discussione in Commissione dei profili attinenti all’articolo 44, in questa sede, può fornire utili elementi istruttori, volti all’approfondimento della tematica in questione.
Il vice ministro VEGAS precisa brevemente che il Governo è orientato a definire integralmente i profili attinenti a tale tematica nel corso della discussione in Assemblea.
Prospetta inoltre l’opportunità che il dibattito in ordine agli impegni del Fondo citato venga svolto in una prospettiva più ampia, anche a prescindere dal riferimento a singole proposte emendative. Propone, pertanto, di passare comunque all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 44.
Il senatore MORANDO (DS-U) rileva che la disciplina contenuta nell’emendamento 44.1 appare connessa a quella di cui all’emendamento 41.0.6, precedentemente accantonato. Alla luce di tale circostanza propone di accantonare anche l’esame dell’emendamento 44.1.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) illustra brevemente gli emendamenti a sua firma. Richiama in particolare l’attenzione sull’emendamento 44.2 (testo 2) che propone di utilizzare le risorse del fondo per la famiglia e la solidarietà in modo esclusivo in favore delle persone non autosufficienti. Si realizzerebbe così un impiego del fondo più efficace e diretto alla tutela di tali soggetti, tenendo anche conto della ridotta entità delle risorse disponibili. Invita quindi a valutare favorevolmente anche l’emendamento 44.14 (testo 2) che propone di utilizzare una quota del predetto fondo per dare un sostegno alle giovani coppie per l’acquisto di unità immobiliari da adibire ad abitazione principale. Si tratta di un intervento che mira a far fronte alle notevoli difficoltà che i giovani incontrano nel reperire alloggi, anche a causa del notevole incremento dei prezzi di acquisto degli immobili.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra brevemente l’emendamento 44.13 (testo 2) raccomandandone l’approvazione. Aggiunge quindi la sua firma sull’emendamento 44.0.46 e chiede che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore EUFEMI (UDC) illustra brevemente gli emendamenti a sua firma. L’emendamento 44.17 (testo 2) propone di dare sostegno alle giovani coppie prevedendo in loro favore una detrazione fiscale. Nella medesima direzione si pone anche l’emendamento 44.20 che, a tutela del risparmio delle nuove famiglie e di quelle numerose, istituisce un apposito fondo a garanzia dei mutui contratti per l’acquisto della casa di abitazione. Dopo aver ricordato che delle circa duecentotrentamila coppie che ogni anno contraggono matrimonio soltanto il 10 per cento è in grado di accedere ad un mutuo, raccomanda l’approvazione del suo emendamento che merita convinto sostegno in quanto dà una concreta risposta alle difficoltà che i giovani incontrano nel ricevere finanziamenti anche per via della precarietà lavorativa che in molti casi contraddistingue la loro condizione.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra brevemente l’emendamento 44.15 che, al pari di altre proposte emendative dell’opposizione, individua una diversa e più efficace finalizzazione delle risorse stanziate per la famiglia attraverso la valorizzazione degli assegni familiari. Si tratta di un ben noto strumento di politica economica che ha il pregio di dare un concreto sostegno alle famiglie più bisognose rispetto alle quali non trovano applicazione altri strumenti, come ad esempio le detrazioni e le deduzioni fiscali – pur validi sotto altri profili – in considerazione della scarsa se non del tutto assente "capienza" fiscale di tali famiglie.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) modifica l’emendamento 44.16 riformulandolo nell’emendamento 44.16 (testo 2) e lo illustra brevemente, evidenziando l’importanza di contrastare il fenomeno della scarsa natalità. Richiama quindi l’attenzione sulle proposte contenute nell’emendamento 44.21 che individua specifiche finalizzazioni delle risorse tra cui la previsione di un contributo per le spese dei libri scolastici per la scuola dell’obbligo ed un aumento delle deduzioni fiscali per nuclei familiari con figli portatori di handicap. Chiede quindi che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore MICHELINI (Aut) illustra brevemente gli emendamenti a sua firma. Riferendosi all’emendamento 44.0.1, evidenzia come con la proposta in esso contenuta si cerca di porre finalmente rimedio ad una ben nota questione: quella della ingiusta disparità di trattamento che la rideterminazione delle aliquote fiscali ha prodotto nei confronti di taluni percettori del trattamento di fine rapporto. Propone quindi che ne venga disposto l’accantonamento in coerenza con le determinazioni assunte per l’emendamento 36.0.41 che affronta la medesima questione. Si sofferma poi sull’emendamento 44.0.82 che incrementa l’indennità speciale dei ciechi parziali. Auspica che di tali proposte il Governo possa tenere conto nella predisposizione del già preannunciato emendamento diretto a dare maggiore concretezza alle disposizioni per la famiglia e la solidarietà, invitando anche a porre specifica attenzione alle competenze regionali al fine di evitare inutili sovrapposizioni negli interventi in materia.
Il senatore TAROLLI (UDC) illustra brevemente l’emendamento 44.0.84 e con l’occasione chiede che il Governo faccia una volta per tutte chiarezza prendendo posizione sulla questione affrontata dall’emendamento 44.0.1.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un), dopo breve illustrazione, chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 44.0.43.
Il senatore SALERNO (AN) richiama l’attenzione sull’emendamento 44.0.85 a sua firma, invitando a sostenere la proposta di incremento della indennità di comunicazione concessa ai sordomuti. Chiede quindi che, in considerazione della meritevolezza degli interessi perseguiti, l’emendamento venga accantonato.
I senatori CURTO (AN), TAROLLI (UDC), NOCCO (FI), CICCANTI (UDC) e BARELLI (FI) aggiungono la loro firma sull’emendamento 44.0.85.
Tutti i restanti emendamenti sono dati per illustrati.
Prima di passare all’espressione dei pareri del relatore e del Governo, su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di sospendere la seduta.
La seduta, sospesa alle ore 11,35, riprende alle ore 12.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), alla luce di una più attenta analisi, revoca la dichiarazione di inammissibilità dell’emendamento 44.0.7 che è dato quindi per illustrato.
Si passa all’espressione dei pareri.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 44. Pur riconoscendo la validità di molte delle proposte formulate, come ad esempio quelle in favore delle giovani coppie o miranti a sostenere il reddito dei soggetti più deboli, ritiene opportuno attendere l’emendamento del Governo che, come annunciato, darà più puntuale finalizzazione al fondo per la famiglia e la solidarietà per una compiuta valutazione. Propone quindi di addivenire per il momento ad una reiezione tecnica degli emendamenti, ribadendo l’invito a riconsiderare le proposte di accantonamento formulate, in attesa di verificare le determinazioni del Governo che non potranno non tenere conto di quanto emerso dalla discussione.
Anche il vice ministro VEGAS dichiara la sua contrarietà a tutti gli emendamenti all’articolo 44 che, ricorda, contiene disposizioni significative anche perché si inseriscono in un quadro di generale contenimento della spesa pubblica. Evidenzia quindi l’importanza della discussione fin qui svolta che ha consentito di far emergere le questioni sulle quali maggiore è l’interesse del Parlamento e su cui appaiono possibili delle convergenze. Non si potrà non tenere conto delle proposte formulate che esprimono un’attenzione e una sensibilità che è anche del Governo al quale compete ora la difficile sintesi tra i diversi suggerimenti offerti, alcuni dei quali pienamente condivisibili. Ritiene comunque importante non polverizzare gli interventi di sostegno ma più utile concentrare le risorse in favore delle situazioni più bisognose.
Si passa alla votazione delle proposte riferite all’articolo 44, nonché di quelle recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo.
Posto ai voti l’emendamento 44.1 non è approvato.
Il senatore CADDEO (DS-U) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 44.2 (testo 2), richiamando l’attenzione su una proposta che, a differenza di quelle del Governo e della maggioranza, non risponde certo a finalità elettorali.
In esito a distinte votazioni gli emendamenti da 44.2 (testo 2) a 44.24 non sono approvati.
Su richiesta del senatore FERRARA (FI), la Commissione accantona l’esame della proposta 44.200 (già 45.0.16) dopo che i senatori TAROLLI (UDC), CICCANTI (UDC), BARELLI (FI) e FASOLINO (FI) hanno chiesto di aggiungere la propria firma. In esito a distinte votazioni vengono, poi, respinte le proposte da 44.7 a 44.15 (testo 2).
Il senatore Paolo FRANCO (LP) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 44.16, che riformula al fine di limitarne la portata al 2006, e, con l’occasione, accoglie l’invito del Presidente di desistere dalla proposta di accantonamento degli emendamenti a sua firma, sottolineando con disagio l’esigenza di emendare l’articolo 44 soprattutto a ragione dell’eccessiva genericità delle relative disposizioni.
Anche il senatore EUFEMI (UDC) rinuncia alla richiesta di accantonamento degli emendamenti a sua firma invitando comunque il Governo a tenere conto delle proposte formulate.
Il senatore IZZO (FI) e il senatore GRILLOTTI (AN) intervengono per invitare il rappresentante del Governo a considerare con attenzione le proposte contenute nei loro emendamenti, rinunciando alla richiesta di accantonamento dei medesimi.
Posti separatamente ai voti gli emendamenti da 44.16 (testo 2) a 44.21 (testo 2) sono respinti.
È quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 44.0.1.
Sono altresì respinti gli emendamenti da 44.0.2 a 44.0.71.
Il senatore MARINO (Misto-Com) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 44.0.72 che merita sostegno in quanto reca interventi miranti a difendere il potere di acquisto delle famiglie.
Con distinte votazioni, gli emendamenti da 44.0.72 a 44.0.85 sono respinti.
Su richiesta del senatore RIPAMONTI (Verdi-Un), la Commissione conviene di passare all’esame dell’emendamento 47.0.200 che il PRESIDENTE relatore illustra. L’emendamento affronta la questione degli oneri contributivi in agricoltura con l’obiettivo di ridare competitività al settore ed evitare il ricorso ad interventi di carattere assistenziale. L’emendamento aumenta le riduzioni contributive agevolate sia per i territori montani sia per le zone svantaggiate e al tempo stesso consente di sanare le situazioni pregresse. Altri interventi permetteranno di far emergere il lavoro sommerso e daranno più efficienza all’azione amministrativa nel settore.
Seguono brevi interventi del senatore MORANDO (DS-U) e del senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) i quali chiedono che al più presto si possa disporre di una relazione tecnica per verificare l’adeguatezza delle coperture finanziarie dell’emendamento anche in considerazione della portata dell’intervento.
Dopo una breve richiesta di chiarimenti del senatore PIZZINATO(DS-U), il PRESIDENTE relatore richiama l’attenzione sulle disposizioni che dovrebbero favorire la gestione dei dati, grazie anche alla riduzione dei tempi di comunicazione e al ricorso a strumenti telematici.
Seguono brevi interventi del senatore IZZO(FI), del senatore TAROLLI (UDC) e del senatore GRILLOTTI (AN) che, a nome dei rispettivi Gruppi, preannunciano un voto favorevole salutando con favore una iniziativa attesa da molto tempo.
Anche il senatore FASOLINO (FI) sottolinea l’importanza della proposta del relatore che affronta un problema che interessa tutto il Paese e non soltanto alcune aree svantaggiate nelle quali certo il problema è di maggiore rilievo.
Il senatore CURTO (AN) preannuncia un voto favorevole sull’emendamento che dà un segnale di grande importanza politica e costituisce un primo passo verso la soluzione dei molti problemi che affliggono il settore agricolo.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) invita quindi il relatore e il Governo a fare chiarezza sui riflessi che potrebbero derivare dall’approvazione dell’emendamento sul trattamento pensionistico dei lavoratori del settore.
Il PRESIDENTE relatore, non essendovi ulteriori richieste di intervento, propone di accantonare la proposta 47.0.200, per passare all’esame degli emendamenti riferiti agli articoli 45 e 46.
La Commissione conviene con la proposta testé formulata.
Il senatore FERRARA (FI) illustra brevemente gli emendamenti a sua firma e chiede l’accantonamento in particolare dell’emendamento 45.0.6.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra e raccomanda l’approvazione degli emendamenti 45.5 e 45.25.
Il senatore CICCANTI (UDC) illustra brevemente l’emendamento 45.7 che, analogamente agli emendamenti di cui il senatore Ferrara è firmatario, mira a definire la platea dei soggetti interessati dall’intervento, sopperendo anche ad una eccessiva genericità delle disposizioni dell’articolo 45.
Il senatore MICHELINI (Aut) aggiunge la sua firma ed illustra brevemente l’emendamento 45.8.
Il senatore MORANDO (DS-U) richiama l’attenzione sull’emendamento 45.10 che propone di indirizzare le risorse disponibili ai sensi dell’articolo 45 non già nei confronti di tutti i comuni, ma soltanto in favore di quelli delle aree svantaggiate.
Il senatore MARINO (Misto-Com) illustra brevemente l’emendamento 45.0.15 (testo 2) raccomandandone l’approvazione in considerazione della significatività del tema affrontato.
Tutti i restanti emendamenti all’articolo 45, inclusi gli aggiuntivi, sono dati per illustrati.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di passare all’illustrazione delle proposte riferite all’articolo 46, incluse quelle recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo.
Dopo breve illustrazione, il senatore EUFEMI (UDC) chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 46.2.
Il senatore MORANDO (DS-U) aggiunge la sua firma ed illustra brevemente l’emendamento 46.3, sottolineando come il modo migliore per tutelare i risparmiatori sarebbe stato quello di approvare una legge sulla tutela del risparmio da molto tempo necessaria che, però a questo punto della legislatura, ben difficilmente la maggioranza sarà in grado di varare.
Il senatore MICHELINI (Aut) illustra brevemente l’emendamento 46.10.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) richiama l’attenzione sull’emendamento 46.0.5 (testo 2) che mira, tra l’altro, a superare l’eccessiva genericità delle disposizioni dell’articolo 46 dalla quale non potranno non derivare incertezze applicative.
Il senatore TAROLLI (UDC) illustra brevemente l’emendamento 46.0.6 che persegue l’obiettivo della semplificazione delle procedure in accordo anche ad una esigenza di trasparenza.
Tutti i restanti emendamenti all’articolo 46, inclusi quelli aggiuntivi, sono dati per illustrati.
Apprezzate le circostanze, il PRESIDENTE relatore propone di rinviare il seguito dell’esame congiunto ad altra seduta riprendendo dall’espressione dei pareri del relatore e del Governo sugli emendamenti riferiti agli articoli 45 e 46, nonché su quelli recanti articoli aggiuntivi ai medesimi articoli.
La Commissione conviene con la proposta del Presidente ed il seguito dell’esame congiunto viene, quindi, rinviato.
La seduta termina alle ore 13,40.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
martedì 1° novembre 2005
773ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella odierna seduta antimeridiana, nel corso della quale si è conclusa l’illustrazione degli emendamenti riferiti agli articoli 45 e 46 del disegno di legge finanziaria, nonché degli emendamenti diretti ad inserire articoli aggiuntivi dopo gli articoli sopra citati.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che gli emendamenti esaminati nel corso della presente seduta sono pubblicati, a parte, nel fascicolo n. 2, ad eccezione delle proposte 45.26 (testo 2), 45.11 (testo 2), 45.0.15 (testo 2), 46.11 (testo 2), 47.0.12 (testo 2), 47.0.200, 48.0.5 (testo 2), 48.0.11 (testo 2), 48.0.12 (testo 2), 49.9 (testo 2), 50.0.20 (testo 2), 50.0.21 (testo 2) e 50.0.29 (testo 2), che saranno pubblicate nel fascicolo n. 6.
Si passa quindi all’espressione dei pareri del Presidente relatore e del rappresentante del Governo sui citati emendamenti relativi agli articoli 45 e 46, ovvero volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo i medesimi articoli.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) osserva che gli articoli 45 e 46 rappresentano aspetti particolarmente qualificanti del disegno di legge n. 3613 e dell’intera manovra. Riguardo al primo dei due articoli menzionati, nel dichiararsi disponibile ad accogliere le richieste di accantonamento avanzate dai presentatori degli emendamenti, esprime nel contempo parere contrario su tutte le altre proposte emendative. Più specificamente, ritiene si debba scongiurare il rischio di un aumento della platea dei destinatari del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche tale da riprodurre gli inconvenienti già verificatisi per quanto concerne l’utilizzazione delle risorse derivanti dalle scelte dei contribuenti sull’8 per mille della stessa IRPEF. Occorre cioè evitare una eccessiva frammentazione nell’attribuzione delle risorse, anche considerando che la manovra finanziaria in esame intende viceversa caratterizzarsi per il sostegno assicurato ai settori del volontariato e della ricerca. Quanto all’articolo 46, la sua rilevanza è dimostrata anche dal concomitante impegno dell’Esecutivo sulla strada della riforma del risparmio, al fine di rafforzare la capacità dello Stato in ordine alla prevenzione delle frodi finanziarie – e quindi non solo alla loro repressione – a tutela dei risparmiatori. Anche in questo caso, il Presidente relatore formula parere contrario su tutti gli emendamenti presentati, a parte quelli per i quali è stata avanzata esplicita richiesta di accantonamento.
Il vice ministro VEGAS dichiara di associarsi al parere testé espresso dal relatore. In merito all’articolo 45, peraltro, evidenzia come il meccanismo del 5 per mille dell’IRPEF sia radicalmente diverso dalla disciplina dell’8 per mille, atteso che vengono conteggiate solo le scelte espresse dei contribuenti. Appare quindi ancora più opportuno non frammentare la destinazione delle relative risorse. Ricorda inoltre che, ove la norma venisse approvata, si tratterebbe di avviare una prima applicazione sperimentale della stessa e conseguentemente sarebbe preferibile non specificare mediante disposizioni legislative l’elenco dei beneficiari, i quali potrebbero essere più utilmente individuati ricorrendo ad un apposito ordine del giorno.
In merito poi all’articolo 46, il vice Ministro auspica in primo luogo che il disegno di legge di riforma della disciplina del risparmio possa concludere il suo iter entro la fine dell’anno. Esplicita quindi le ragioni che lo inducono ad essere disponibile nei confronti delle proposte formulate attraverso gli emendamenti 46.1 e 46.2, per i quali è stato proposto l’accantonamento. Si sofferma infine sui motivi della sua contrarietà all’emendamento 46.10, che a suo avviso avrebbe l’effetto di dare vita a una rilevante quantità di procedure contenziose.
Il senatore GRILLOTTI (AN) interviene per puntualizzare che l’emendamento 45.25 afferisce alla disciplina dell’8 per mille dell’IRPEF, per cui non sarebbero riconducibili a tale proposta le considerazioni svolte dal rappresentante del Governo.
Nel riconoscere il fraintendimento, il vice ministro VEGAS si dichiara comunque perplesso nei confronti di un emendamento che intende, in sede di esame del disegno di legge finanziaria, modificare un decreto attuativo della disciplina legislativa vigente in materia di scelta e destinazione dell’8 per mille dell’IRPEF. Sarebbe infatti preferibile intervenire più direttamente nel senso di un riassetto complessivo dei meccanismi previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ritiene in proposito che sarebbe intanto più utile accantonare l’emendamento in questione.
Si passa quindi alle votazioni.
La Commissione pone distintamente in votazione e respinge gli emendamenti 45.1 e 45.2.
Avendo il senatore FERRARA (FI) ritirato la proposta di accantonamento avanzata nella precedente seduta, viene quindi votato e respinto l’emendamento 45.3, come anche, con separato scrutinio, il successivo 45.4.
Il senatore GRILLOTTI (AN) ritira a sua volta la proposta di accantonamento relativa all’emendamento 45.5, che viene dunque posto ai voti e respinto.
Intervenendo in sede di dichiarazione di voto sull’emendamento 45.6, il senatore MORANDO (DS-U) manifesta il proprio sconcerto per una scelta legislativa che appare del tutto illogica. Giudica infatti inaccettabile la discrezionalità posta dal comma 4 dell’articolo 45 in capo al Presidente del Consiglio circa l’individuazione – peraltro con decreto di natura non regolamentare - dei soggetti ammessi al riparto del 5 per mille dell’IRPEF; né si porrebbe rimedio a tale procedura prevedendo il parere delle Commissioni parlamentari sul relativo atto del Governo. Deve essere invece il Parlamento, con specifiche norme di rango legislativo, a individuare le categorie interessate al riparto stesso, anche ricorrendo a definizioni già esistenti nell’ordinamento, come nel caso delle organizzazioni non governative.
Il senatore FERRARA (FI) rileva che ci si trova di fronte a due contrapposte esigenze, dovendosi da un lato evitare di ampliare eccessivamente la platea dei destinatari, come richiamato dal rappresentante del Governo, e dall’altro lato condurre a efficacia nel più breve tempo possibile la norma in oggetto. Un utile compromesso, a suo avviso, potrebbe essere rappresentato dalla espressa previsione di un parere delle competenti Commissioni parlamentari sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che stabilisce soggetti interessati e modalità per il riparto del 5 per mille.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) prende la parola per richiedere l’accantonamento degli emendamenti 45.6 e 45.7.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) concorda con la proposta di accantonamento testé avanzata e rimette al Governo il compito di rivedere la norma in questione, procedendo ad una più specifica individuazione delle categorie interessate e prevedendo nel contempo il parere delle Commissioni parlamentari sull’atto non regolamentare dell’Esecutivo che dovrà attuare le disposizioni di cui all’articolo 45 del disegno di legge finanziaria.
Il vice ministro VEGAS rileva che, mentre il parere delle competenti Commissioni parlamentari potrebbe essere inserito nel testo in esame già in sede di Commissione bilancio, viceversa sarebbe preferibile procedere alla specificazione dei soggetti interessati al riparto nel corso dell’esame in Assemblea. In tal senso, suggerisce di non accantonare gli emendamenti 45.6 e 45.7, ma di respingerli onde consentirne la presentazione in Aula in un testo eventualmente riformulato.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) consente quindi ai senatori Ciccanti e Tarolli di presentare l’emendamento 45.100 (pubblicato nel fascicolo n. 6), in base al quale dovranno essere sentite le Commissioni parlamentari competenti ai fini dell’assegnazione del 5 per mille dell’IRPEF a sostegno del volontariato.
Vengono quindi distintamente votati e respinti gli emendamenti 45.6 e 45.7.
Dopo che il senatore MORANDO (DS-U) ha dichiarato, a nome del suo Gruppo, di astenersi sull’emendamento 45.100, quest’ultimo viene approvato dalla Commissione.
Posti separatamente ai voti, vengono poi respinti gli emendamenti 45.8, 45.9, 45.10, 45.11 (testo 2), 45.12 (testo 2), 45.13, 45.14, 45.15, 45.16, 45.17, 45.18, 45.19, 45.20, 45.21, 45.22, 45.23 e 45.24.
Viene quindi accantonato l’emendamento 45.25 e, con successive, separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 45.26 (testo 2), 45.0.1, 45.0.2, 45.0.4, 45.0.5, 45.0.6, 45.0.7, 45.0.8, 45.0.9, 45.0.10, 45.0.12 e 45.0.13.
In merito all’emendamento 45.0.15 (testo 2), il vice ministro VEGAS, nel richiamare il debito morale che la Repubblica ha nei confronti dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, non ritiene tuttavia significativo il compenso simbolico indicato nella proposta in esame, né peraltro sembra possibile reperire maggiori risorse nell’ambito dell’attuale manovra finanziaria.
Posto ai voti, l’emendamento 45.0.15 (testo 2) risulta infine respinto.
Il senatore FASOLINO (FI) aggiunge la propria firma all’emendamento 45.0.16, che viene accantonato con la nuova numerazione 44.200, prevedendo esso una copertura finanziaria riferito al Fondo famiglie e solidarietà di cui all’articolo 44.
Si passa quindi alle votazioni sugli emendamenti relativi all’articolo 46 ovvero volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo di esso.
Il senatore MORANDO (DS-U) prende la parola in sede di dichiarazione di voto sull’emendamento 46.1. In proposito, egli considera inaccettabile il margine di discrezionalità assicurato al Governo dal comma 3 dell’articolo 46, in base al quale la definizione di conti correnti o rapporti bancari dormienti è rimessa ad una norma di rango regolamentare. La questione è di assoluta delicatezza, dal momento che attiene al diritto soggettivo dei cittadini di decidere come gestire le proprie risorse finanziarie, e quindi di lasciare inattivo per un lungo periodo di tempo il proprio conto corrente. Se pertanto è condivisibile l’utilizzazione delle risorse derivanti dai rapporti bancari dormienti al fine di indennizzare i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, è al tempo stesso impensabile lasciare al Governo la corrispondente definizione oltre che l’individuazione dei meccanismi procedurali attraverso i quali le banche possono intervenire sui cosiddetti conti correnti dormienti. In questo modo, infatti, si determina un’alterazione della stessa divisione dei poteri tra Legislativo ed Esecutivo. Auspica pertanto che l’intera Commissione, nel decidere l’accantonamento degli emendamenti 46.1 e 46.2, ponga con forza l’esigenza di precisare in sede legislativa le caratteristiche che contraddistinguono i conti correnti dormienti.
Nel condividere l’opinione testé esposta, il senatore EUFEMI (UDC) propone di non accantonare le proposte in oggetto, bensì di procedere alla loro approvazione, salvo un successivo ed ulteriore affinamento del testo nel corso dell’esame in Assemblea.
Ad avviso del senatore CURTO (AN) i conti correnti dormienti non rappresentano più un problema in presenza dell’obbligo di nominatività di tutti i rapporti creditizi. Possono pertanto definirsi dormienti tutti quei rapporti bancari che, in base alla normativa previgente che lo consentiva, non sono riconducibili a uno specifico intestatario. Del resto, le banche hanno già provveduto a rimuovere questa anomalia ed ad incamerare le risorse corrispondenti ai vecchi rapporti creditizi non nominativi.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ritiene invece che, anche a seguito delle considerazioni espresse dal senatore Curto, si affermi l’esigenza di una caratterizzazione normativa dei cosiddetti rapporti bancari dormienti. Occorre infatti tenere conto sia delle difficoltà che gli istituti creditizi incontrerebbero nel procedere concretamente alla movimentazione unilaterale di tutti i conti correnti rimasti inattivi, sia dell’impossibilità ad adottare tali misure unilaterali nei casi in cui il titolare del rapporto non risponda alle sollecitazioni della banca.
Il senatore GRILLOTTI (AN) osserva che i conti correnti dormienti sono già definiti dai rispettivi regolamenti degli istituti di credito.
Il senatore LEGNINI (DS-U) si associa alle valutazioni formulate dal senatore Morando. La riformulazione del testo dell’articolo 46 si rende necessaria anche al fine di evitare l’ennesima delusione ai cittadini rimaste vittime di frodi finanziarie. Al riguardo, non crede che con regolamento governativo si possa sopprimere il diritto soggettivo di un depositante a mantenere il proprio conto corrente, ancorché dormiente. Solo una norma di rango primario potrebbe infatti dettare la disciplina relativa ai tempi e alle modalità di estinzione di tali rapporti creditizi.
Gli emendamenti 46.1 e 46.2 vengono conseguentemente accantonati.
Il senatore MORANDO (DS-U), nel proporre l’accantonamento dell’emendamento 46.3, sottolinea come la norma recata dall’articolo 46 appaia eccessivamente generica anche rispetto ai soggetti che dovrebbero beneficiare degli indennizzi. Come avviene al comma 2 in cui si richiama espressamente il default dei titoli obbligazionari della Repubblica argentina, si dovrebbe ugualmente esplicitare un elenco delle frodi finanziarie le cui vittime siano ammesse agli indennizzi.
Il vice ministro VEGAS condivide l’esigenza testé esposta ed evidenzia l’opportunità di precisare anche i limiti temporali entro i quali debbono essersi verificate le frodi finanziarie che comportano il conseguente indennizzo.
Il senatore LEGNINI (DS-U) osserva che le disposizioni dell’articolo 46 potrebbero rimanere inattuate, in quanto si richiede ai risparmiatori danneggiati la dimostrazione che il danno ingiusto da loro sofferto non sia stato altrimenti risarcito.
L’emendamento 46.3 viene quindi accantonato. Vengono inoltre posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 46.4, 46.5, 46.6, 46.7, 46.9, 46.10 e 46.11 (testo 2).
Quanto all’emendamento 46.0.3, già dichiarato inammissibile, il presidente relatore AZZOLLINI precisa che è prassi costante della Commissione bilancio procedere alla dichiarazione di inammissibilità nei confronti di proposte che intervengano sul codice penale in sede di manovra finanziaria.
Il senatore CURTO (AN), auspicando che la Commissione convenga comunque sull’opportunità di un’intensificazione della lotta alla contraffazione, preannuncia la presentazione di un apposito ordine del giorno in Assemblea.
Dopo che è stato respinto l’emendamento 46.0.4, il senatore FASOLINO (FI) aggiunge la propria firma all’emendamento 46.0.5 (testo 2), richiamando nel dettaglio le motivazioni sottese a tale proposta, volta ad assicurare uno specifico sostegno alle imprese italiane rimpatriate dalla Libia che ancora attendono la piena attuazione degli accordi bilaterali fra l’Italia e la stessa Libia e i cui diritti sono stati riconosciuti anche da sentenze giudiziarie ormai passate in giudicato.
Posto ai voti, l’emendamento 46.0.5 (testo 2) viene respinto, mentre viene accantonato il successivo 46.0.6.
Il PRESIDENTE relatore, dichiara l’inammissibilità, relativamente agli emendamenti presentati dall’articolo 47 all’articolo 51, nonché relativamente a quelli volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo i suddetti articoli. In particolare, sono inammissibili, per copertura finanziaria gli emendamenti 47.0.4, 47.0.29, 47.0.33, 48.0.5 (limitatamente al comma 3), 48.0.6, 48.0.7, 48.0.9, 48.0.11 (limitatamente al comma 7), 48.0.12 (limitatamente al comma 7). Risulta invece inammissibile, per materia, l’emendamento 48.0.4.
Sono dichiarati inammissibili, per copertura finanziaria, gli emendamenti 49.2, 49.3, 49.4, 49.5, 49.6, 49.0.4, 49.0.5, 49.0.6, nonché gli emendamenti 50.0.6, 50.0.13, 50.0.20 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 50.0.21 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 50.0.22, 50.0.23, 50.0.24, 50.0.25, 50.0.26, 50.0.27, 50.0.28 e 50.0.38.
Sono altresì dichiarati inammissibili, per copertura finanziaria, gli emendamenti 51.8, 51.9, 51.10, 51.12, 51.0.6, 51.0.28, 51.0.54, 51.0.57, 51.0.58, 51.0.59, 51.0.60. Sono infine dichiarati inammissibili, per materia, gli emendamenti 51.0.9, 51.0.10, 51.0.11, 51.0.55, 51.0.56 e 51.0.62.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo l’articolo 47.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), ritiene utile che sia disposto l’accantonamento degli emendamenti 47.0.1 e 47.0.200 affinché essi siano riformulati per una più esatta quantificazione degli eventuali oneri finanziari che comportano.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 47.0.3, facendo presente che il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, costituite come società per azioni, sta incontrando alcune difficoltà applicative.
Fa indi suo l’emendamento 47.0.13 e lo illustra, chiedendone l’accantonamento, ai fini di una migliore valutazione.
Il senatore IZZO (FI), dopo essersi soffermato sull’emendamento 47.0.8 - con il quale si propone che il Ministero del welfare, il Ministero dell’istruzione e il Ministero della salute siano autorizzati a partecipare all’Istituto nazionale per la longevità attiva e la non autosufficienza - ne chiede l’accantonamento.
Illustra altresì l’emendamento 47.0.9, volto alla disciplina del divieto per gli amministratori di ricoprire cariche sociali in società ed amministrazioni sportive. Affinché si svolga un serio approfondimento sulle tematiche insite in tale proposta, chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 47.0.9.
Infine, segnala all’attenzione della Commissione l’emendamento 47.0.36, diretto al riconoscimento da parte dell’INPS del trattamento normativo ed economico al personale medico titolare di incarico per l’esecuzione di visite mediche.
Il senatore MICHELINI (Aut) si sofferma sull’emendamento 47.0.11, diretto ad assicurare agli internati militari italiani un apposito indennizzo. A tale riguardo, ricorda che nel corso dell’esame del disegno di legge finanziaria per il 2004 fu approvato un ordine del giorno su tali problematiche, al quale però non è stato dato alcun seguito.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un), condividendone le finalità, sottoscrive l’emendamento 47.0.11.
Nessun altro senatore chiedendo d’intervenire, i restanti emendamenti si danno per illustrati.
Si procede quindi all’espressione dei pareri da parte del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo l’articolo 47.
Il PRESIDENTE relatore esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione degli emendamenti 47.0.1, 47.0.3, 47.0.8, 47.0.9, 47.0.11, 47.0.13, 47.0.36 e 47.0.200 per i quali è stato richiesto l’accantonamento.
Il vice ministro VEGAS esprime avviso conforme a quello del relatore.
Dopo che il senatore MARINO (Misto-Com) ed il senatore PIZZINATO (DS-U) dichiarano di condividere lo spirito dell’emendamento 47.0.1, tale proposta risulta accantonata.
Posto ai voti, risulta invece respinto l’emendamento 47.0.2.
La Commissione dispone poi l’accantonamento dell’emendamento 47.0.3.
In esito a distinte votazioni, sono respinti gli emendamenti 47.0.5, 47.0.6 e 47.0.7.
È quindi disposto l’accantonamento degli emendamenti 47.0.8 e 47.0.9.
Posto ai voti, risulta respinto l’emendamento 47.0.10.
Viene poi disposto l’accantonamento dell’emendamento 47.0.11 e, successivamente, viene posto ai voti e respinto l’emendamento 47.0.12 (testo 2).
La Commissione dispone quindi l’accantonamento dell’emendamento 47.0.13.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 47.0.14, 47.0.15, 47.0.16, 47.0.17, 47.0.18, 47.0.19, 47.0.20, 47.0.21, 47.0.22, 47.0.23, 47.0.24, 47.0.25, 47.0.26, 47.0.27, 47.0.28, 47.0.30, 47.0.31, 47.0.32, 47.0.34 e 47.0.35.
La Commissione procede poi all’accantonamento degli emendamenti 47.0.36 e 47.0.200.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 48, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 48.0.1 - volto ad introdurre disposizioni in materia di imposta comunale sulla pubblicità - nonché l’emendamento 48.0.2, con il quale si mira a considerare compresi negli usi industriali gli impieghi del gas metano.
Il senatore GRILLOTTI (AN) si sofferma sull’emendamento 48.0.13, in materia di incentivo alla progettazione.
I restanti emendamenti si danno quindi per illustrati.
Si procede quindi all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti riferiti all’articolo 48.
Il PRESIDENTE relatore esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, salvo le proposte 48.0.1 e 48.0.2, per le quali si può eventualmente valutare la possibilità di un loro accantonamento.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore, facendo presente che gli emendamenti 48.0.1 e 48.0.2 comportano un impegno di spesa di circa 60 milioni di euro. Con riferimento all’emendamento 48.0.13, gli effetti di tale proposta non sono precisamente quantificabili.
Si passa quindi alle votazioni.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 48.1, 48.2, 48.3, 48.4, 48.0.1, 48.0.2, 48.0.3, 48.0.5 (testo 2), 48.0.8, 48.0.10, 48.0.11 (testo 2), 48.0.12 (testo 2) e 48.0.13.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 49, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il senatore MICHELINI (Aut) richiama l’attenzione della Commissione sull’emendamento 49.11, diretto ad escludere dall’imposizione del reddito di impresa il 20 per cento del volume degli investimenti effettuati nella ricerca e nello sviluppo innovativo.
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) illustra l’emendamento 49.0.2, il quale, come altre proposte di analogo tenore, parte dal presupposto che l’articolo 49, così come configurato appare inadeguato; del resto, la stessa relazione tecnica riconosce che tale articolo comporta soltanto una riformulazione di disposizioni esistenti. Pertanto, con l’emendamento 49.0.2 si mira ad introdurre un vantaggio fiscale per le piccole e medie imprese che si contraddistinguono per investimenti nel settore della ricerca.
Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sull’emendamento 49.0.7, nonché sull’emendamento 49.0.8, diretto a prevedere contributi sui finanziamenti bancari da parte del Fondo per l’innovazione tecnologica.
Illustra, altresì, l’emendamento 49.0.9, volto ad introdurre un innalzamento della quota di copertura del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese su finanziamenti in favore della ricerca industriale. Segnala all’attenzione della Commissione gli emendamenti 49.0.10 - che mira ad introdurre misure per lo sviluppo delle piccole e medie imprese - 49.0.11 - con il quale si propone che le risorse del Fondo centrale di garanzia per il credito navale siano destinate in parte al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese - e 49.0.12, in materia di trasferimento di risorse finanziarie alle Regioni.
Il senatore IZZO (FI), dopo aver illustrato l’emendamento 49.0.13, con il quale si propone di riconoscere alle imprese un credito di imposta pari al 50 per cento dei trasferimenti agli istituti pubblici di ricerca, chiede che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra l’emendamento 49.0.15, condividendo quanto affermato in precedenza dal senatore Giaretta circa l’inadeguatezza e la scarsa efficacia dell’articolo 49. Di conseguenza, con l’emendamento in esame, si mira a prevedere effettive agevolazioni fiscali in favore delle piccole e medie imprese, riconoscendo un credito di imposta pari al 60 per cento dei costi sostenuti per il finanziamento dei nuovi contratti stipulati dalle università per nuove assunzioni di ricercatori.
Il senatore CADDEO (DS-U) si sofferma sull’emendamento 49.0.21, diretto a riconoscere agevolazioni a favore delle imprese del Mezzogiorno per gli investimenti in ricerca e sviluppo.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U) dichiara di apporre la propria firma sull’emendamento 49.0.21.
I restanti emendamenti si danno quindi per illustrati.
Si procede all’espressione del parere del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti presentati all’articolo 49, nonché su quelli miranti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il PRESIDENTE relatore, in via preliminare, sottolinea come l’articolo 49, come del resto l’articolo 45, rivesta un’importanza particolare all’interno del disegno di legge finanziaria in titolo per la particolare attenzione rivolta nei confronti dei soggetti che investono in attività di ricerca. Alla luce di tali considerazioni, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 49, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso, in quanto tali proposte rischiano di vanificare il raggiungimento dei rilevanti obiettivi sottesi all’articolo menzionato.
Il vice ministro VEGAS esprime avviso conforme a quello del relatore, facendo presente che alcune proposte - come gli emendamenti 49.0.13, 49.0.14, 49.0.15 e 49.0.21 - pur lodevoli nel loro intento, comportano problemi di copertura finanziaria che potranno essere eventualmente approfonditi nel corso del prosieguo dell’iter del disegno di legge in titolo.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 49.1 (testo 2), 49.7 e 49.8.
Previa richiesta del senatore GRILLOTTI (AN) ed avviso favorevole del PRESIDENTE relatore e del rappresentante del GOVERNO, la Commissione dispone l’accantonamento dell’emendamento 49.9 (testo 2).
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 49.10 (testo 2), 49.11, 49.0.2, 49.0.3, 49.0.7, 49.0.8, 49.0.9, 49.0.10, 49.0.11, 49.0.12, 49.0.13 e 49.0.14.
Il senatore CADDEO (DS-U) annuncia il proprio voto a favore dell’emendamento 49.0.15.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge quindi gli emendamenti 49.0.15, 49.0.16, 49.0.17, 49.0.18, 49.0.19 e 49.0.20.
Il senatore CADDEO (DS-U) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 49.0.21, il quale, non comportando alcun problema di copertura finanziaria, consentirebbe una più equa redistribuzione del reddito.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 49.0.21, 49.0.22, 49.0.23, 49.0.24 e 49.0.25.
Si procede quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 50, nonché di quelli diretti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il senatore MORANDO (DS-U), in via preliminare, ritiene indispensabile che il rappresentante del Governo fornisca chiarimenti circa la portata normativa dell’articolo 50, in particolare soffermandosi sul comma 2 dello stesso, allorché si prevede che le erogazioni operate dal Fondo per l’innovazione si basino esclusivamente sul presupposto dei maggiori proventi rispetto alle previsioni di bilancio per il 2006, derivanti da operazioni di dismissione o alienazione di beni dello Stato.
Tale chiarimento risulta tanto più rilevante alla luce del recente annuncio circa la modifica che il Governo si appresterebbe ad apportare al bilancio di previsione, che risulta proprio determinata dal mancato introito dei proventi attesi dalle dismissioni immobiliari.
Il vice ministro VEGAS fa presente al senatore Morando che l’Esecutivo aveva previsto di ricavare dalle politiche di dismissione o alienazione di beni dello Stato introiti per circa 6 miliardi di euro che, ora, sono stati quantificati in 1 miliardo di euro. Appare tuttavia significativo che si prevede che introiti eccedenti rispetto a quelli ora rideterminati saranno destinati per l’attuazione delle politiche contenute nella cosiddetta "agenda di Lisbona".
Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sull’emendamento 50.0.3, con il quale si propongono una serie di interventi con riferimento alla Simest S.p.A..
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) fa presente che gli emendamenti 50.0.2 e 50.0.3 sono identici ad altri accolti dalla Commissione finanze nel corso dell’esame del decreto legge n. 203 del 2005 (atto Senato n. 3617). Ne auspica pertanto una reiezione tecnica.
Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 50.0.11, raccomandandone sin d’ora l’approvazione. In particolare, richiama l’attenzione sul comma 1 dell’emendamento in esame, secondo cui, in caso di revoca delle agevolazioni, l’importo del contributo a fondo perduto in conto investimenti che l’impresa beneficiaria deve restituire è ridotto in modo proporzionale all’attività effettivamente esercitata.
Inoltre, giudica importante l’autorizzazione, prevista nel successivo comma 2 a favore di Sviluppo Italia S.p.A., al fine di rinegoziare i mutui in essere rideterminando la durata complessiva del rimborso.
Coglie infine l’occasione per esprimere perplessità sulla declaratoria di inammissibilità dell’emendamento 50.0.13, da lui sottoscritto, atteso che esso reca idonea copertura. In questo modo viene meno la possibilità di mettere ai voti una proposta che, autorizzando assunzioni di personale da parte degli enti di ricerca, sarebbe stata utile a promuovere gli obiettivi di Lisbona ed evitare la fuga dei cervelli, tanto più che l’attività di ricerca si inserisce in un’ottica di lungo termine e di accordi internazionali sottoscritti, di cui occorrerebbe tener conto.
Il senatore CADDEO (DS-U) illustra l’emendamento 50.0.32, sottolineando l’importanza di istituire un fondo per lo sviluppo di reti di telecomunicazione a banda larga, soprattutto nei territori con insufficienti infrastrutture telematiche.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 50.0.33, che innova la disciplina vigente, stabilendo che il Fondo speciale per l’innovazione tecnologica può essere diretto a concedere agevolazioni anche nella forma del contributo in conto interessi su finanziamenti bancari.
Il senatore LEGNINI (DS-U) illustra l’emendamento 50.0.42, sollecitandone quanto meno l’accantonamento. In particolare, giudica importante che, dopo anni di continue riduzioni del Fondo nazionale per la montagna, si accrescano i finanziamenti destinati ai territori montani, tanto più in considerazione delle loro difficoltà croniche, come l’accentuazione del fenomeno dello spopolamento.
L’emendamento in esame reca poi un contenuto innovativo, atteso che – a differenza del vigente Fondo nazionale per la montagna (di cui egli auspica comunque un opportuno rifinanziamento) – esso stabilisce meccanismi automatici di alimentazione del Fondo, come ad esempio la previsione di quote dei canoni e delle tariffe derivanti da risorse idriche e da fonti energetiche provenienti dalle zone montane (comma 2, lettera b)).
Il senatore FERRARA (FI) dà indi conto dell’emendamento 50.0.52, diretto a favorire i processi di adeguamento tecnologico delle piccole e medie imprese e il trasferimento delle tecnologie, nonché dell’emendamento 50.0.53, volto a consentire la deduzione dell’imposta sul valore aggiunto da parte delle agenzie di viaggio in specifiche circostanze. In proposito, in considerazione dell’aggravio degli oneri che deriverebbero dall’approvazione di detti emendamenti, preannuncia fin d’ora la propria disponibilità a ritirare entrambe le proposte emendative in presenza di un orientamento contrario del Governo.
I restanti emendamenti riferiti all’articolo 50 vengono quindi dati per illustrati.
Si procede indi all’espressione del parere del Presidente relatore e del rappresentante del Governo.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) si pronuncia in senso contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 50, atteso che essi sono diretti a modificare uno dei cardini della manovra finanziaria, volta ad accrescere la competitività del Paese nei settori a più alto valore aggiunto. Anche per quanto concerne gli emendamenti che mirano ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo, l’orientamento è contrario poiché, pur prefigurando iniziative spesso condivisibili, non si inseriscono nel contesto programmatico definito dal Piano per l’innovazione, la crescita e l’occupazione.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme al Presidente relatore, sottolineando peraltro che taluni degli interventi recati in proposte emendative potranno ricevere attenzione nell’ambito delle delibere che il CIPE adotterà in attuazione del piano per l’innovazione.
Quanto in particolare all’emendamento 50.0.42, argomenta la sua contrarietà affermando che esso reca disposizioni dirette ad accrescere in modo non condivisibile la spesa pubblica e che pertanto si pone in un ottica senz’altro differente rispetto alla proposta di mero ripristino dell’ammontare previsto per il Fondo per la montagna.
Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all’articolo 50, nonché degli emendamenti volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Vengono indi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 50.1, 50.2, 50.3 e 50.4.
Previe dichiarazioni di voto del senatore GRILLOTTI (AN) (favorevole) e del senatore MORANDO (DS-U) (contrario) sull’emendamento 50.5, quest’ultimo è posto ai voti e respinto, così come, in esito a successive votazioni, l’emendamento 50.6, nonché gli emendamenti dal 50.0.1 al 50.0.5.
Dopo che il PRESIDENTE ha ricordato che l’emendamento 50.0.6 è stato precedentemente dichiarato inammissibile, la Commissione pone distintamente ai voti e respinge gli emendamenti 50.0.7, 50.0.8, 50.0.9 e 50.0.10.
Il senatore EUFEMI (UDC) dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 50.0.11.
In esito a successive, separate votazioni sono indi respinti gli emendamenti 50.0.12, 50.0.14, 50.0.15, 50.0.16, 50.0.17, 50.0.18, 50.0.19, 50.0.20 (testo 2) e 50.0.21 (testo 2).
Il PRESIDENTE ricorda indi che gli emendamenti 50.0.22, 50.0.23, 50.0.24, 50.0.25, 50.0.26, 50.0.27 e 50.0.28 sono stati precedentemente dichiarati inammissibili.
Con successive, distinte votazioni la Commissione respinge indi gli emendamenti 50.0.29 (testo 2), 50.0.30, 50.0.31 e 50.0.32.
Su proposta del senatore FERRARA (FI), è indi accantonato l’emendamento 50.0.33.
In esito a separate votazioni, sono respinti gli emendamenti 50.0.34, 50.0.35, 50.0.36 e 50.0.37.
Dopo che il PRESIDENTE ha ricordato che l’emendamento 50.0.38 è inammissibile, la Commissione, con separate votazioni, pone ai voti e respinge i successivi emendamenti da 50.0.39 a 50.0.41, mentre conviene di accantonare la proposta 50.0.42.
Infine, con ulteriori, distinte votazioni sono respinti i restanti emendamenti recanti articoli aggiuntivi all’articolo 50, da 50.0.43 a 50.0.56.
Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 51 e di quelli volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra il complesso delle proposte emendative sottoscritte dai Capigruppo delle forze politiche dell’Unione, dando anzitutto conto dell’emendamento 51.1, diretto a ridurre il cuneo contributivo sul lavoro. Nel richiamarsi peraltro alle considerazioni già svolte nel corso della discussione generale, ribadisce di condividere la scelta del Governo di individuare come principale misura dello sviluppo la riduzione del costo del lavoro. In questo modo, è possibile perseguire il duplice obiettivo, da un lato, di accrescere la competitività dell’economia italiana a livello internazionale, attraverso la riduzione del prezzo dei beni e servizi prodotti e, dall’altro, di affrontare la questione dell’inadeguatezza dei salari percepiti dai lavoratori rispetto invece al costo del lavoro complessivamente posto a carico delle imprese.
Proprio in considerazione della priorità da accordare a tale misura, le proposte emendative in esame sono dirette ad accrescere la riduzione del costo del lavoro sino a 3 punti percentuali, rispetto al solo punto percentuale contemplato all’articolo 51.
Tenendo conto della stima degli oneri finanziari recati nella relazione tecnica, secondo cui occorrono 0,9 miliardi di euro per coprire la riduzione di un punto percentuale, l’emendamento 51.1 e gli altri recanti contenuto analogo individuano la copertura del maggiore onere complessivo connesso con la riduzione del costo del lavoro (pari a 2,7 miliardi di euro), attraverso l’abolizione del secondo modulo della riforma dell’IRE, approvato nella legge finanziaria per il 2005. Al riguardo, osserva infatti che tale misura non ha avuto alcun impatto positivo sul versante del recupero della competitività del Paese, come del resto confermato anche nel corso delle audizioni svolte sugli atti in titolo.
Né va dimenticato, egli prosegue, che a differenza di quanto erroneamente affermato l’intervento prospettato non accrescerebbe la pressione fiscale, atteso che l’abolizione del secondo modulo della riforma dell’IRE sarebbe controbilanciata dalla maggiore riduzione della pressione fiscale che grava sul fattore lavoro.
Infine, a differenza della disposizione recata all’articolo 51, volta a ridurre il costo del lavoro a carico dei datori di lavoro, l’emendamento in esame (così come del resto, se pur con qualche differenza, anche le altre proposte emendative dell’Unione) è diretto ad assicurare una equiripartizione dei benefici fra imprese e lavoratori.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) dichiara di ritirare la propria firma dall’emendamento 51.7.
I restanti emendamenti riferiti all’articolo 51 vengono quindi dati per illustrati.
Si procede poi all’espressione del parere del Presidente relatore e del rappresentante del Governo.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 51, nonché su quelli che mirano ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo. Giudica infatti inopportune le proposte emendative dirette a modificare l’impianto dell’articolo 51 del disegno di legge finanziaria in esame, che prefigura una delle misure cardine della manovra a sostegno dello sviluppo, come del resto confermato dall’orientamento favorevole sulla riduzione del costo del lavoro anche delle forze di opposizione.
Esprime in particolare la propria contrarietà nei confronti degli emendamenti illustrati dal senatore Morando volti ad accrescere ulteriormente la riduzione del costo del lavoro (di per sé condivisibile) con l’abolizione del secondo modulo della riforma dell’IRE, rilevando che la maggioranza ed il Governo continuano a puntare anche sulla riduzione complessiva della pressione fiscale.
La misura recata all’articolo 51, lungi dall’essere in controtendenza con scelte precedentemente perseguite dall’Esecutivo, si inserisce armonicamente nell’attuale contesto di crescita economica, e pertanto non impone di concentrarsi solo sul versante del sostegno ai consumi. L’Esecutivo punta infatti su un mix di politiche dirette, da un lato, a stimolare i consumi (mediante la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie) e, dall’altro, ad accrescere la domanda di lavoro (attraverso la riduzione del costo del lavoro).
A fronte delle risorse disponibili, sottolinea indi che le scelte adottate sono senz’altro condivisibili, senza peraltro sottacere che su specifiche questioni richiamate in taluni emendamenti, come ad esempio l’IRAP, l’attenzione della maggioranza è senz’altro viva.
Il vice ministro VEGAS si esprime in senso conforme al Presidente relatore, rilevando peraltro che la scelta di operare una riduzione del costo del lavoro risulta senz’altro più neutra rispetto ad un’equivalente riduzione dell’IRAP.
Inoltre, esprime contrarietà nei confronti degli emendamenti illustrati dal senatore Morando che, proponendo la riduzione del secondo modulo della riforma dell’IRE, determinerebbero effetti redistributivi, e non riduttivi, della pressione fiscale. Sottolinea invece che il Governo intende ridurre il cuneo contributivo attraverso la riduzione della spesa pubblica, secondo un’ottica indispensabile per promuovere lo sviluppo del Paese.
Rivendica indi il merito del Governo di aver adottato misure di sostegno alla domanda mediante l’accrescimento della liquidità delle famiglie, che hanno senz’altro favorito l’attuale crescita economica. Piuttosto, ritiene che l’incremento della pressione fiscale registrata nel corso della precedente legislatura, che ha ridotto il reddito disponibile, sia stata una delle cause del ridotto tasso di crescita registrato negli ultimi anni.
Conclude sottolineando l’opportunità di evitare politiche di segno opposto rispetto a quelle sinora adottate, al fine di evitare che gli operatori economici riducano i propri consumi e rinviino le scelte di investimento.
Si passa quindi alla votazione degli emendamenti presentati all’articolo 51, nonché degli emendamenti volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Nel contestare che la manovra economica in esame riduca la pressione fiscale rispetto al 2005, il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 51.1, ribadendo che esso non prefigura una variazione della pressione fiscale complessiva.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti dal 51.1 al 51.7.
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ha ricordato che gli emendamenti 51.8, 51.9, 51.10 e 51.12 sono inammissibili, previa dichiarazione di voto favorevole del senatore GRILLOTTI (AN) sull’emendamento 51.11, quest’ultimo è posto ai voti e respinto, così come – in esito a distinte votazioni – anche gli emendamenti 51.0.1 (identico all’emendamento 51.0.2), 51.0.3 e 51.0.4 (identico all’emendamento 51.0.5).
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ha ricordato che gli emendamenti 51.0.6, 51.0.9, 51.0.10, 51.0.11, 51.0.28, 51.0.54, 51.0.55, 51.0.56, 51.0.57, 51.0.58, 51.0.59, 51.0.60 e 51.0.62 sono stati dichiarati precedentemente inammissibili, in esito a separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti dal 51.0.7 al 51.0.29.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 51.0.30 teso ad assicurare la decontribuzione del salario di secondo livello, rilevando che si tratta di una norma opportuna nell’ottica di assicurare uno stimolo della produttività e, pertanto, della competitività del Paese. Qualora la proposta emendativa non fosse accolta, esprime l’auspicio che tale questione possa essere affrontata quanto prima.
Pur ribadendo la contrarietà sulla proposta emendativa in esame in considerazione dell’esiguità delle risorse pubbliche disponibili, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) conviene che essa reca un contenuto senz’altro meritevole di attenzione.
Con separate votazioni, la Commissione respinge infine tutti i restanti emendamenti recanti articoli aggiuntivi all’articolo 51, da 51.0.30 a 51.0.61.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta pomeridiana del 1° novembre 2005
45.100
CICCANTI, TAROLLI
Al comma 1, lettera a), dopo le parole: «del volontariato», aggiungere le seguenti: «sentite le Commissioni parlamentari competenti».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
martedì 1° novembre 2005
774ª Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di oggi.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) procede preliminarmente alla dichiarazione degli emendamenti inammissibili relativi agli articoli 52, 53, 54 e 55 del disegno di legge finanziaria 2006, nonché degli emendamenti aggiuntivi riferiti ai predetti articoli. In particolare, con riferimento all’articolo 52, sono dichiarati inammissibili per mancanza della relativa copertura finanziaria gli emendamenti 52.3, 52.4, 52.5, 52.6, 52.7, 52.8, 52.10 e 52.12. Sono invece inammissibili per materia gli emendamenti 52.14 e 52.15. Con riferimento all’articolo 53 sono dichiarati inammissibili, per mancanza della relativa copertura finanziaria, gli emendamenti 53.8, 53.9, 53.23, 53.33, 53.56, 53.57, 53.61 e 53.62, nonché gli emendamenti aggiuntivi 53.0.2, 53.0.3, 53.0.4, 53.0.5, 53.0.6, 53.0.7, 53.0.8, 53.0.9, 53.0.10, 53.0.11, 53.0.18, 53.0.22 (testo 2) (limitatamente alla lettera b) del capoverso 53-bis) e 53.0.23. Sono invece inammissibili per materia gli emendamenti aggiuntivi 53.0.19, 53.0.20 e 53.0.21. Con riferimento all’articolo 54 risultano poi inammissibili per mancanza della relativa copertura finanziaria gli emendamenti 54.1 e 54.5. Con riferimento infine all’articolo 55, risulta inammissibile per materia l’emendamento aggiuntivo 55.0.17. Avverte, inoltre, che gli emendamenti trattati nella seduta sono pubblicati, separatamente, nei fascicoli 2 e 3 ad eccezione della proposta 53.0.22 (testo 3) che verrà pubblicata, a parte, nel fascicolo 7.
La Commissione procede quindi all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 52 e degli emendamenti aggiuntivi allo stesso articolo.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) invita i senatori che hanno presentato proposte emendative ad illustrarli.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra l’emendamento 52.2 che mira ad introdurre la riduzione del premio relativo alla componente assicurativa dell’INAIL, e quindi del costo del lavoro, per le imprese che adottano politiche efficaci di sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro.
Tutti i restanti emendamenti sono dati per illustrati dai relativi proponenti.
Il presidente AZZOLLINI (FI), in veste di relatore sull’Atto Senato n. 3613, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 52, nonché sugli emendamenti aggiuntivi riferiti a tale articolo.
Il vice ministro VEGAS esprime il medesimo parere del relatore.
Il presidente AZZOLLINI pone quindi ai voti l’emendamento 52.1 (testo 2) che risulta respinto.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 52.2 sostenendo il diritto delle imprese che investono in sicurezza sui luoghi di lavoro alla riduzione del premio assicurativo versato all’INAIL. Fa presente, inoltre, che esso rafforza la copertura finanziaria dell’articolo 52, che non appare molto verosimile.
Posto ai voti l’emendamento 52.2 risulta respinto.
Sono quindi posti separatamente ai voti gli emendamenti 52.9 e 52.11 che risultano respinti.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) riformula l’emendamento 52.13 nell’emendamento 52.13 (testo 2) e dichiara su questo il proprio voto favorevole.
Posto ai voti l’emendamento 52.13 (testo 2) è respinto.
Sono quindi posti separatamente ai voti gli emendamenti aggiuntivi 52.0.1 e 52.0.2.
La Commissione procede quindi all’esame delle proposte emendative presentate all’articolo 53, nonché degli emendamenti aggiuntivi relativi allo stesso articolo.
Il senatore CADDEO (DS-U) illustra l’emendamento 53.1 che mira al rilancio dei distretti industriali attraverso la realizzazione di società di servizi aventi come oggetto sociale esclusivo la gestione dei servizi d’interesse comune delle imprese operanti nell’ambito dei sistemi produttivi locali e attraverso la realizzazione di società private di partecipazione con oggetto sociale esclusivo l’assunzione di partecipazioni, a carattere temporaneo e prevalentemente di minoranza, al capitale di rischio di piccole e medie imprese, operanti nei sistemi produttivi locali.
Il senatore LEGNINI (DS-U) illustra gli emendamenti 53.6, 53.14, 53.16, 53.17, 53.18 e 53.31 che mirano alla definizione di una strategia industriale, attraverso una concreta definizione dei distretti industriali e un’azione di orientamento dei diversi soggetti coinvolti nella definizione delle politiche industriali, ivi inclusi gli enti locali. Chiede infine l’accantonamento degli emendamenti 53.6, 53.14 e 53.17.
Il senatore IZZO (FI) illustra gli emendamenti 53.10 e 53.13 che intervengono sulle modalità di collaborazione da parte delle associazioni degli imprenditori.
Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 53.32, in materia di procedimento unico per l’accesso a forme di contribuzione alle imprese operanti nei distretti industriali erogate dalle regioni.
Il senatore TAROLLI (UDC) illustra gli emendamenti 53.36 e 53.45 che intervengono sulle modalità di rinnovo delle convenzioni già in essere, previste dall’articolo 3 della legge n. 489 del 1993 e dall’articolo 15 del decreto legislativo n. 112 del 1998.
Il senatore GRILLOTTI (AN) dichiara di sottoscrivere l’emendamento 53.0.16, che illustra, del quale chiede il temporaneo accantonamento. Analoga richiesta è proposta per l’emendamento 53.0.24, dopo che è stato illustrato.
Tutti i restanti emendamenti sono dati per illustrati.
Si passa all’espressione dei pareri sugli emendamenti relativi all’articolo 53, nonché su quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) rileva la particolare importanza dell’articolo 53 nell’impianto complessivo del disegno di legge finanziaria in quanto mira a soddisfare un’esigenza ormai risalente del sistema produttivo italiano. In particolare, osserva che a causa della estrema frammentazione del tessuto produttivo in ambito nazionale, si è determinata la necessità di favorire le forme di aggregazione tra le imprese, al fine di affrontare positivamente la spinta competitiva proveniente dall’estero: in tal modo sarà possibile coniugare i punti di forza che derivano dalle piccole e medie imprese diffuse nel territorio nazionale, con le esigenze connesse al perseguimento di una logica pienamente competitiva. Sotto questo profilo, a suo avviso, risultano particolarmente apprezzabili le disposizioni volte ad introdurre una semplificazione sul piano contabile ed amministrativo.
Fa poi osservare che tutti gli emendamenti presentati in relazione all’articolo 53 hanno il fine di migliorare alcuni aspetti del testo all’esame in Commissione; ritiene tuttavia di dover esprimere parere contrario sugli emendamenti presentati salvo quelli per i quali è stato richiesto l’accantonamento e quelli a propria firma, anche in considerazione della quantità di risorse effettivamente disponibili.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore. Si sofferma poi più analiticamente sull’impianto complessivo dell’articolo 53 del disegno di legge finanziaria, che ritiene di particolare importanza, anche in considerazione delle disposizioni per favorire le aggregazioni tra imprese, contenute nel cosiddetto decreto-legge sulla competitività, delle quali il citato articolo 53 costituisce il naturale complemento. Ritiene peraltro che, almeno nel breve periodo, sussista la necessità di favorire le aggregazioni tra imprese esclusivamente sul piano territoriale e settoriale, tralasciando gli obiettivi di carattere maggiormente ambizioso ma, proprio per questo, più difficilmente realizzabili nel breve periodo.
Si sofferma poi sull’emendamento 53.32, che ritiene in linea generale condivisibile nonché, infine, sull’emendamento 53.36, che ritiene anch’esso apprezzabile, rilevando tuttavia l’opportunità di non allargare eccessivamente il sistema delle cartolarizzazioni.
Si passa, quindi, alle votazioni degli emendamenti riferiti all’articolo 53, inclusi gli aggiuntivi.
Il senatore MORANDO (DS-U) interviene per dichiarazione di voto sull’emendamento 53.1, esprimendo delusione per l’avviso contrario del relatore e del Rappresentante del Governo. A suo avviso, si sarebbe dovuto trarre maggiormente spunto da tale proposta emendativa, che si fonda su tre aspetti fondamentali: in primo luogo, una definizione puntuale della nozione di distretto industriale, sulla base peraltro della normativa già vigente; in secondo luogo la previsione di specifici strumenti operativi per favorire l’aggregazione, quali le società di servizi o le società di partecipazione; in terzo luogo, la previsione di adeguate disposizioni di copertura finanziaria. Ritiene infatti che senza l’esplicita previsione di idonei strumenti quali la società di servizi o le società di partecipazione le finalità previste dall’articolo 53 potranno ben difficilmente essere perseguite.
Non essendovi ulteriori richieste d’intervento l’emendamento 53.1 viene posto ai voti e respinto.
L’emendamento 53.2 viene posto in votazione e approvato.
L’emendamento 53.3 viene quindi posto ai voti e respinto.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) preso atto che gli emendamenti 53.4, 53.5, 53.6, 53.7, 53.10, 53.11 risultano di analogo tenore e volti ad introdurre una condivisibile precisazione al comma 1 dell’articolo 53 ritiene peraltro preferibile la formulazione degli identici emendamenti 53.10 e 53.11. Propone pertanto una bocciatura tecnica per gli emendamenti 53.4, 53.5, 53.6 e 53.7 e rettifica il parere espresso sugli identici emendamenti 53.10 e 53.11, sui quali esprime parere favorevole.
Propone pertanto che i presentatori degli altri emendamenti, salvo diversa indicazione, aggiungano la propria firma all’emendamento 53.10 o all’identico emendamento 53.11.
La Commissione conviene con la proposta del Presidente.
Il senatore CADDEO (DS-U) chiede di aggiungere la propria firma all’emendamento 53.11.
Gli identici emendamenti, 53.4, 53.5, 53.6 e 53.7 sono quindi posti in votazione e respinti.
Posti ai voti gli identici emendamenti 53.10 e 53.11 vengono approvati.
Su proposta, rispettivamente, dei senatori CICCANTI (UDC), IZZO (FI) e LEGNINI (DS-U) la Commissione conviene quindi di accantonare gli emendamenti 53.12, 53.13 e 53.14.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 53.15 a 53.19.
L’emendamento 53.20 viene posto ai voti e approvato. Posto ai voti, viene altresì approvato l’emendamento 53.21.
L’emendamento 53.22 viene invece posto ai voti e respinto.
L’emendamento 53.24 viene posto ai voti e approvato.
Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 53.25, 53.26 e 53.27 vengono respinti.
L’emendamento 53.28 viene quindi posto ai voti ed approvato.
Interviene in dichiarazione di voto il senatore IZZO (FI), auspicando l’accoglimento dell’emendamento 53.40, sul quale, in particolare, richiama l’attenzione del Rappresentante del Governo.
Il vice ministro VEGAS ritiene poco opportuna l’indicazione in una norma di legge di ministri senza portafoglio che potrebbero anche non essere previsti dai governi successivi.
L’emendamento 53.40 viene quindi posto ai voti e respinto. Posti separatamente ai voti sono altresì respinti gli emendamenti 53.29, 53.30 e 53.31.
La Commissione conviene quindi di accantonare gli emendamenti 53.32 e 53.34, sul quale ultimo il senatore GRILLOTTI (AN) dichiara di aggiungere la propria firma.
L’emendamento 53.35 viene posto ai voti e respinto.
La Commissione conviene poi di accantonare gli emendamenti 53.36, 53.37 e 53.38.
L’emendamento 53.39 viene posto ai voti ed approvato.
Posti separatamente ai voti vengono respinti gli emendamenti 53.41, 53.42, 53.43.
L’emendamento 53.44 viene posto in votazione ed approvato.
La Commissione conviene poi di accantonare gli emendamenti 53.45 e 53.46
Gli emendamenti 53.47 e 53.48 vengono separatamente posti ai voti e respinti.
L’emendamento 53.49 viene posto ai voti ed approvato.
Con separate votazioni vengono posti in votazione e respinti gli emendamenti da 53.50 a 53.55, nonché gli emendamenti 53.58 e 53.59.
L’emendamento 53.60 viene posto in votazione ed approvato.
Si passa alla votazione degli emendamenti recanti articoli aggiuntivi dopo l’articolo 53.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 53.0.12 a 53.0.15.
Il senatore GRILLOTTI (AN) aggiunge la propria firma all’emendamento 53.0.16, proponendone l’accantonamento.
La Commissione conviene e l’emendamento 53.0.16 viene accantonato.
L’emendamento 53.0.17 viene posto in votazione e respinto.
L’emendamento 53.0.22 (testo 2) viene posto ai voti per la parte ammissibile e respinto.
Il senatore GRILLOTTI (AN) aggiunge la propria firma all’emendamento 53.0.24, proponendone l’accantonamento.
La Commissione conviene di accantonare l’emendamento 53.0.24.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 21,40.
Emendamenti approvati nella seduta notturna del 1° novembre 2005
53.2
IL RELATORE
Al comma 1, sostituire le parole: «della presente legge» con le seguenti: «del presente articolo».
53.10
IZZO
Al comma 1 aggiungere, in fine, le seguenti parole: «anche individuando modalità di collaborazione con le associazioni imprenditoriali».
53.20
IL RELATORE
Al comma 3, lettera a), numero 6), sostituire le parole: «commi precedenti» con le seguenti: «numeri precedenti».
53.21
IL RELATORE
Al comma 3, lettera a), numero 9), sostituire le parole: «gli elementi obiettivi» con le seguenti: «i parametri oggettivi».
53.24
IL RELATORE
Al comma 3, lettera b), alinea, sopprimere le parole: «contabili e».
53.28
IL RELATORE
Al comma 3, lettera b), numero 1), nel secondo periodo, sostituire le parole: «a questi ultimi» con le seguenti: «a quest’ultimo» e, nell’ultimo periodo, sostituire le parole: «presente comma» con le seguenti: «presente numero».
53.39
IL RELATORE
Al comma 3, lettera c), numeri 2) e 3), sostituire, ovunque ricorrano, le parole: «comma 1» con le seguenti: «numero 1)»
53.44
IL RELATORE
Al comma 3, lettera c), numero 5), lettera d), sostituire le parole: «delle piattaforme» con le seguenti: «dei distretti».
53.49
IL RELATORE
Al comma 4, sostituire le parole: «delle piattaforme produttive» con le seguenti: «dei distretti industriali» e le parole: «relative piattaforme produttive» con le seguenti: «relative applicazioni industriali».
53.60
IL RELATORE
Al comma 9, dopo la parola: «compatibilità» inserire le seguenti: «con la normativa».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
mercoledì 2 novembre 2005
775ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri, nel corso della quale si è concluso l’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 53 del disegno di legge n. 3613, nonché di quelli volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il suddetto articolo.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che gli emendamenti che saranno esaminati nel corso della presente seduta sono pubblicati nel fascicolo n. 3, ad eccezione delle seguenti proposte, che saranno invece pubblicate nel fascicolo n. 7: 57.3 (testo 2), 57.0.1 (testo 2), 57.0.20 (testo 2), 57.0.66 (testo 2) e 58.0.63 (testo 2).
Si passa quindi all’esame degli emendamenti riferiti agli articoli 54 e 55, nonché delle proposte emendative volte ad inserire articoli aggiuntivi dopo i due predetti articoli.
Il presidente relatore AZZOLLINI, integrando la dichiarazione di inammissibilità già comunicata nella seduta notturna di ieri, rende noto che deve essere considerato inammissibile anche l’emendamento 54.0.1.
Il senatore CADDEO (DS-U) illustra gli emendamenti 54.2 e 54.3, criticando l’impostazione prescelta dal Governo relativamente alla costituzione di una banca per il Mezzogiorno. Ritiene infatti che dal testo del disegno di legge non si evincano chiaramente il ruolo e le funzioni della cosiddetta Banca del Sud e giudica al tempo stesso insufficiente l’apporto al capitale della banca stessa, da parte dello Stato.
Il senatore FASOLINO (FI), considerando perfezionabile il testo adottato dal Governo, afferma di condividere l’attenzione per il Mezzogiorno che emerge dalla manovra finanziaria, laddove si intende intervenire anche sulla disciplina del credito che attualmente – attraverso l’adozione di differenti tassi di interesse – risulta svantaggiosa per il Sud. Una particolare riflessione dovrà peraltro essere svolta in merito ai partner che dovranno dare vita al nuovo istituto di credito, sembrando opportuno coinvolgere non solo gli enti locali, ma anche le altre banche.
Il senatore MARINO (Misto-Com) aggiunge la propria firma all’emendamento 54.3 e osserva che l’istituzione di una nuova banca non modifica le linee di fondo della politica governativa tendenti a penalizzare il Meridione, ove si tenga conto dello stanziamento complessivo delle risorse ad esso assegnate nel disegno di legge finanziaria 2006. Sono stati infatti seriamente decurtati sia il Fondo per le politiche comunitarie che il Fondo per le aree sottoutilizzate. Nello stesso senso, si è andati anche con le misure introdotte dal decreto legge n. 211 del 2005, concernente gli interventi urgenti per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.
Ad avviso del senatore GRILLOTTI (AN), l’articolo 54 non deve essere valutato sulla base del limitato stanziamento di 5 milioni di euro di cui al comma 3.
La sua rilevanza sta invece nell’obiettivo di incentivare la crescita dell’attività creditizia nel Sud come apporto al processo di sviluppo economico del Meridione.
Alle considerazioni testé espresse si associa il senatore CURTO (AN), per il quale è preferibile mantenere il testo presentato dal Governo. In sede di esame della manovra finanziaria, infatti, si intende affermare un principio e quindi l’apporto di capitale previsto da parte dello Stato è sufficiente come punto di partenza. Il progetto della Banca del Sud dovrà poi prendere corpo successivamente, nell’auspicio che possa essere un utile strumento anche per prevenire quelle malversazioni che si sono verificate in passato e hanno condotto alla crisi dei più importanti banchi meridionali e insulari, con il conseguente trasferimento al Nord del momento decisionale nell’ambito dell’attività creditizia e finanziaria.
Anche il senatore IZZO (FI) manifesta l’opinione che la formulazione dell’articolo in esame assume significato non per la sua esaustività, bensì per il segnale di attenzione rivolto alle esigenze dell’economia meridionale. Sottolinea, pertanto, l’esigenza di modificare un sistema che ha provocato la crisi di importanti istituti di credito meridionali e insulari. Quanto alle risorse stanziate per l’avvio del nuovo istituto di credito, non crede ci si debba soffermare sulla somma di 5 milioni di euro, dovendosi piuttosto valutare positivamente il richiamo al capitale privato e all’azionariato popolare diffuso.
Illustrando poi l’emendamento 54.4, il senatore ne annuncia la modifica, in quanto intende limitarlo alla prima parte relativa all’istituzione, nella città di Napoli, della sede legale e della direzione generale della Banca del Sud. Riformula pertanto la parte iniziale della proposta come 54.4 (testo 2) (pubblicato nel fascicolo n. 7), chiedendone l’accantonamento, mentre trasforma la seconda parte del testo originario dell’emendamento nell’ordine del giorno n. 0/3613/40/5ª.
Dati per illustrati gli emendamenti 54.0.2, 54.0.3, 54.0.5, 54.0.6, 54.0.7 e 54.0.8, il senatore FERRARA (FI) ricorda che l’emendamento 54.0.9 a sua firma è stato diversamente numerato come emendamento 44.23.
Viene quindi dato per illustrato l’emendamento 54.0.10.
Passando agli emendamenti riferiti all’articolo 55, il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 55.1, mentre vengono considerati illustrati gli emendamenti 55.2, 55.3, 55.4 e 55.0.1.
Il senatore GRILLOTTI (AN) illustra l’emendamento 55.0.5 (identico alle proposte 55.0.2, 55.0.3, 55.0.4, 55.0.6, 55.0.7 e 55.0.8), di cui chiede l’accantonamento.
Il senatore EUFEMI (UDC) considera a sua volta opportuno l’accoglimento dell’emendamento 55.0.5 e degli altri ad esso identici, le cui previsioni sono peraltro già contemplate dal provvedimento sulla competitività licenziato dalla Camera dei deputati.
Vengono poi dati per illustrati gli emendamenti 55.0.9 (identico al 55.0.10 e al 55.0.11), 55.0.12 (testo 2), 55.0.13 (testo 2) e 55.0.14 (testo 2).
Il senatore FERRARA (FI) illustra poi l’emendamento 55.0.15, sottolineando come tale proposta non comporti oneri ulteriori per la finanza pubblica e sia il frutto di un accordo tra il Governo, le associazioni imprenditoriali e i sindacati interessati. Ne chiede pertanto l’accantonamento.
Dopo che il senatore IZZO (FI) ha aggiunto la propria firma all’emendamento 55.0.15, il senatore FERRARA (FI) illustra anche l’emendamento 55.0.16.
Il senatore NOCCO (FI) si sofferma quindi sull’emendamento 55.0.18, volto ad agevolare il recupero dei crediti per danno erariale vantati dallo Stato o dagli enti pubblici e derivanti da sentenze della Corte dei Conti. Nel rendere note le ragioni che ostacolano attualmente il recupero dei predetti crediti e l’esecuzione delle sentenze di condanna della magistratura contabile, rileva inoltre che l’entità delle somme non recuperate sta conoscendo una significativa crescita, anche a causa della inadeguatezza delle risorse e degli organici assegnati alla Corte dei Conti. La proposta emendativa in oggetto rappresenta pertanto un possibile rimedio al fenomeno segnalato, la cui gravità sta anche nella lunghezza dei tempi che intercorrono tra le sentenze di condanna e il corrispondente recupero dei crediti. Il presentatore si dichiara peraltro disponibile a modificare l’emendamento, ove ciò ne faciliti l’accoglimento, anche eliminando la previsione di un tetto minimo e massimo dell’importo oggetto di accordo transattivo tra l’amministrazione creditrice e il debitore.
Il senatore FASOLINO (FI) aggiunge la propria firma all’emendamento 55.0.18.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) formula l’auspicio che la realizzazione della Banca del Sud possa avvenire secondo modalità serie e positive, osservando come il problema principale delle condizioni del credito nel Meridione non sia rappresentato dai costi e dalle differenze dei tassi di interesse, né possa essere risolto dalla mera creazione di una nuova banca. Infatti, a seguito della integrazione monetaria a livello europeo e della crisi delle banche storiche meridionali, la conseguenza più grave si è concretizzata nell’allontanamento dal territorio del Mezzogiorno del momento decisionale in merito alla concessione di credito alle imprese. Egli sottolinea, quindi, come la rilevanza di una banca stia nella sua capacità di concedere crediti e di instaurare un rapporto di fiducia e di affidamento con il mondo imprenditoriale. Proprio la positiva relazione intercorsa tra la dirigenza degli istituti di credito e le imprese ha consentito lo sviluppo di regioni settentrionali quali il Veneto e l’Emilia Romagna. Nel contempo, deve essere chiaro che l’affidamento rappresenta un concetto opposto rispetto al credito clientelare e alla concessione dei prestiti a seguito di pressioni dall’esterno. L’articolo 54 assume pertanto un particolare significato perseguendo l’obiettivo di riavvicinare al territorio delle regioni meridionali il comando e il controllo dell’attività creditizia, così da poter valutare con cognizione di causa le iniziative imprenditoriali innovative e meritevoli di capitalizzazione e così da costituire le basi per una futura espansione economica.
Per le ragioni ora esposte, il PRESIDENTE relatore si pronuncia in senso contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 54 e su quelli diretti ad inserire, dopo di esso, articoli aggiuntivi, salvo per quelli sui quali è stato richiesto l’accantonamento. Analoga valutazione esprime poi in merito agli emendamenti presentati all’articolo 55 e a quelli tendenti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo 55. Si rimette tuttavia al parere del Governo per quanto concerne gli emendamenti dal 55.0.1 fino al 55.0.8, in materia di interventi a favore delle imprese artigiane.
Il vice ministro VEGAS concorda con il parere espresso dal Presidente relatore, ponendo in evidenza l’incisività che il Governo attribuisce all’articolo 54, nell’ottica dello sviluppo del Mezzogiorno. Più specificamente, si esprime in senso favorevole sugli emendamenti dal 55.0.1 al 55.0.8, nonché sull’emendamento 55.1 ove la previsione del concerto venisse limitata al Ministro dell’economia e delle finanze. Valuta invece opportuno l’accantonamento per gli emendamenti 54.4 (Testo 2), 55.0.15 e 55.0.18.
Si passa alle votazioni.
Vengono pertanto distintamente votati e respinti gli emendamenti 54.2 e 54.3.
Essendo stato accantonato l’emendamento 54.4 (testo 2), vengono successivamente posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti dal 54.0.2 fino al 54.0.8. L’emendamento 54.0.10 viene invece accantonato.
Il senatore EUFEMI (UDC), accogliendo l’invito del vice ministro Vegas, modifica l’emendamento 55.1, nel senso di prevedere il concerto del solo Ministro dell’economia e delle finanze.
L’emendamento 55.1 (testo 2) così riformulato (pubblicato nel fascicolo n. 7) viene quindi approvato dalla Commissione. Sono invece posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 55.2, 55.3 e 55.4.
Dopo che il senatore CADDEO (DS-U) ha modificato l’emendamento 55.0.1, sopprimendo la seconda parte relativa alla copertura, la Commissione approva il conseguente emendamento 55.0.1 (Testo 2) (pubblicato nel fascicolo n. 7), identico ai successivi emendamenti dal 55.0.2 al 55.0.8.
Vengono poi separatamente votati e respinti gli emendamenti dal 55.0.9 al 55.0.14 (testo 2), mentre viene accantonato l’emendamento 55.0.15.
Dopo che è stato respinto l’emendamento 55.0.17, viene infine accantonato l’emendamento 55.0.18, in ordine al quale il senatore MICHELINI (Aut) evidenzia la necessità di acquisire una idonea quantificazione degli oneri.
Si passa ad esaminare gli emendamenti relativi all’articolo 56 nonché quelli volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) si sofferma sull’emendamento 56.5, diretto a ripristinare la disposizione contenuta nel decreto legge n. 35 del 2005 relativa al passaggio di proprietà dei veicoli usati e allo snellimento degli adempimenti per l’iscrizione al Pubblico registro automobilistico (PRA) di veicoli nuovi. In tal modo, si mira a reintrodurre la gratuità degli atti d’acquisto dei veicoli usati, prevedendo anche un ampliamento della sfera dei soggetti che possono effettuare l’autenticazione degli stessi.
Il senatore CICCANTI (UDC), intervenendo sul complesso degli emendamenti da lui presentati all’articolo 56, esprime, in via preliminare, le proprie perplessità in merito agli emendamenti volti a sopprimere l’articolo richiamato. Infatti bisogna riconoscere che il decreto legge n. 35 del 2005 – di cui peraltro il comma 3 dell’articolo 56 propone di sopprimere l’articolo 3, limitatamente ai commi 2, 3, 4, 5 e 6 - ha giocato un ruolo importante nella semplificazione amministrativa. Inoltre, la previsione del comma 1 dell’articolo 56 amplia l’insieme dei soggetti che possono procedere all’autenticazione degli atti, fermo restando che tra gli stessi soggetti restano inalterate le funzioni attribuite ai notai. Alla luce di queste considerazioni, pertanto, qualsiasi ipotesi di reintroduzione della disciplina vigente potrebbe costituire un irrigidimento di procedure che, invece, come detto, sono state oggetto di semplificazione. Inoltre, analoghe perplessità suscita anche l’emendamento 56.0.2, volto a riconoscere soltanto ai notai la facoltà di regolamentare il servizio inerente l’autenticazione di atti relativi ad autoveicoli .
Si sofferma quindi sull’emendamento 56.8, il quale, nella prima parte reca una correzione di mera forma, sostituendo la parola "autoveicoli" con quella "veicoli", mentre nella seconda parte è diretto ad includere tra i soggetti chiamati all’autenticazione degli atti anche i funzionari degli uffici del pubblico registro automobilistico, gestito dall’ACI.
Si sofferma, infine, anche sugli emendamenti 56.12, 56.15 e 56.17.
Il senatore FERRARA (FI), dopo averlo sottoscritto, illustra l’emendamento 56.9, nonché l’emendamento 56.0.13 con il quale, se approvato, si consentirebbe l’assegnazione di risorse finanziarie per 10 milioni di euro per il triennio 2006-2008 per garantire la prosecuzione degli interventi per la continuità territoriale per Trapani, Pantelleria e Lampedusa.
Si sofferma, infine, sull’emendamento 56.0.16, che si propone di intervenire in merito alla disciplina dell’esercizio dei trasporti pubblici locali, mediante autovettura con conducente, anche al fine di consentire che tali veicoli possano transitare nelle apposite corsie preferenziali.
Il senatore FASOLINO (FI), condividendo le valutazioni espresse dal senatore Ciccanti e dal senatore Ferrara, sottoscrive gli emendamenti 56.8 e 56.9.
Il senatore IZZO (FI), dopo averlo illustrato, chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 56.0.12, diretto al recupero del potere di acquisto per i trattamenti pensionistici dei lavoratori dipendenti. Dopo aver apposto la propria firma agli emendamenti 56.0.13 e 56.0.15, chiede che la Commissione disponga l’accantonamento dell’emendamento 56.0.78 (testo 2).
Il senatore CADDEO (DS-U) richiama l’attenzione della Commissione sull’emendamento 56.0.14, volto a prevedere ulteriori finanziamenti a favore della continuità territoriale per la Sardegna e per le isole minori; tale proposta, se approvata, permetterebbe di stanziare 15 milioni di euro a decorrere dall’anno 2006, risorse che consentirebbero di cominciare a risolvere un problema delicato.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U), condividendone le finalità, aggiunge la propria firma all’emendamento 56.0.14.
Il senatore MARINO (Misto-Com) aggiunge la propria firma all’emendamento 56.0.14.
Il senatore GRILLOTTI (AN), intervenendo in merito all’emendamento 56.0.14, ritiene che sarebbe utile in via preliminare pervenire ad un’esatta definizione giuridica di isole minori.
Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, i restanti emendamenti presentati all’articolo 56, nonché quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso si danno tutti per illustrati.
Il senatore MORANDO (DS-U), prima che si proceda all’espressione del parere sugli emendamenti in esame, invita il relatore e il rappresentante del Governo a fornire chiarimenti in via preliminare sulla portata normativa dell’articolo 56, precisando, in particolare, il quadro delle disposizioni attualmente vigenti, nonché gli elementi su cui si fonderebbe la gratuità o la non gratuità delle prestazioni che sono individuate nell’articolo richiamato. Tali delucidazioni sarebbero peraltro opportune anche per comprendere i reali effetti di talune proposte, ad iniziare dall’emendamento 56.5.
Il presidente AZZOLLINI(FI), nelle vesti di relatore, fa presente al senatore Morando che l’articolo 56 mira a snellire ulteriormente alcune procedure riguardanti il trasferimento degli autoveicoli. In particolare, il comma 1 prevede che l’autenticazione degli atti e delle dichiarazioni relative alla alienazione e alla costituzione di diritti di garanzia sugli autoveicoli sia effettuata da una serie di soggetti, tra cui anche i notai iscritti all’albo. Inoltre il comma 3 dell’articolo citato reca la soppressione di alcuni commi dell’articolo 3 del decreto legge n. 35 del 2005, recante interventi proprio in tema di semplificazione amministrativa, tra cui in particolare il comma 4. Tale ultima disposizione stabilisce che, nei casi in cui per gli atti e le dichiarazioni relative alla alienazione di beni mobili registrati e rimorchi di valore non inferiore a 25.000 euro è necessaria l’autenticazione della relativa sottoscrizione, essa può essere effettuata gratuitamente.
Quanto all’emendamento 56.5, occorre precisare che con tale proposta si mira a stabilire che l’autenticazione degli atti e delle dichiarazioni relative alla alienazione di veicoli registrati nel P.R.A. torni ad essere effettuata gratuitamente.
Il vice ministro VEGAS, ad integrazione delle delucidazioni fornite dal Presidente relatore, precisa che con l’articolo 56 il Governo ha inteso non riprodurre più la gratuità della autenticazione di alcuni atti, ampliando, nel contempo, l’insieme dei soggetti che possono procedere alla medesima autenticazione. Peraltro, l’onerosità che verrebbe a introdursi in merito alla autenticazione non sarebbe tale da produrre un notevole impatto finanziario sui possibili destinatari.
In merito alla portata normativa dell’emendamento 56.5 si apre un dibattito nel corso del quale intervengono il senatore IZZO (FI) ed il senatore Paolo FRANCO (LP) – i quali ribadiscono che l’intento dell’emendamento è quello di ripristinare la normativa vigente, consentendo che l’autenticazione degli atti sia gratuita – il senatore CICCANTI (UDC) - il quale ritiene condivisibili le analisi prospettate dai senatori intervenuti – nonché il senatore MARINO (Misto-Com), il quale solleva dei dubbi circa la copertura finanziaria dell’emendamento in questione, anche perché tale proposta ridurrebbe le risorse destinate in favore dei Paesi in via di sviluppo.
Si procede quindi all’espressione del parere del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti presentati all’articolo 56, nonché su quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nella veste di relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, ritenendo altresì necessario procedere all’accantonamento dell’emendamento 56.5 e delle altre proposte che incidono sui commi 1 e 3 dell’articolo 56.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del Relatore.
Si passa alle votazioni.
Con distinti scrutini la Commissione respinge gli emendamenti dal 56.1 al 56.4.
Previo avviso favorevole del RELATORE e del rappresentate del GOVERNO, la Commissione dispone l’accantonamento degli emendamenti dal 56.5 al 56.10.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti dal 56.11 al 56.13.
Previo avviso favorevole del RELATORE e del Rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto l’accantonamento degli emendamenti 56.14, 56.15, 56.16, 56.17 (identico a 56.18 e 56.19), 56.21 e 56.0.1.
Posti separatamente ai voti sono quindi respinti gli emendamenti dal 56.0.2 al 56.0.12. Dopo che sono state accantonate le proposte 56.0.13, 56.0.14 e 56.0.15, vengono poi, in esito a separate votazioni, respinti gli emendamenti dal 56.0.16 al 56.0.47.
Previa richiesta del senatore MICHELINI (Aut) – sulla quale esprimono avviso favorevole il RELATORE e il Rappresentante del GOVERNO – è quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 56.0.48.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti dal 56.0.49 al 56.0.77.
Previo avviso favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 56.0.78 (testo 2).
Si passa quindi all’esame degli emendamenti presentati all’articolo 57, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo le stesso.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 57.3 (limitatamente al comma 2), 57.0.20 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 57.0.22, 57.0.45, 57.0.49, 57.0.54 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 57.0.55 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 57.0.57 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 57.0.58, 57.0.59 e 57.0.66 (limitatamente al comma 3).
Sono altresì dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 57.0.40, 57.0.60, 57.0.62, 57.0.63, 57.0.64.
Il senatore CADDEO (DS-U), dopo aver fatto presente che l’articolo 57 è una delle poche disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria in titolo ad occuparsi seriamente del Mezzogiorno, esprime in via preliminare un giudizio fortemente critico sulle politiche attivate dall’Esecutivo negli ultimi anni a sostegno delle regioni dell’Italia meridionale, nei confronti delle quali non si è avuta la dovuta attenzione. Sarebbe pertanto necessaria una svolta, che potrebbe essere realizzata attraverso l’approvazione di talune proposte, come l’emendamento 57.1, volto a riconoscere alle imprese il credito d’imposta per investimenti in tecnologia, brevetti e ricerca applicata. Si sofferma altresì sull’emendamento 57.0.14, volto a prevedere misure per il rilancio del turismo nel Mezzogiorno, attraverso la costituzione di un fondo finalizzato alla riqualificazione e al recupero dei centri storici. Segnala all’attenzione della Commissione anche l’emendamento 57.0.21 con il quale si propone di riportare la società Sviluppo Italia S.p.A. alle sue finalità istituzionali che dovrebbero essere orientate all’attrazione degli investimenti stranieri.
Illustra quindi l’emendamento 57.0.25, il quale, al fine di promuovere lo sviluppo del settore turistico, propone di ridurre l’imposta sul valore aggiunto per le prestazioni alberghiere, i soggiorni turistici e l’organizzazione di viaggi.
In conclusione, mediante le proposte che sono state illustrate, si cerca concretamente di rilanciare l’apparato produttivo e il settore turistico del Mezzogiorno, anche allo scopo di sostenere i consumi interni.
Il senatore MARINO (Misto-Com), dopo aver apposto la propria firma sull’emendamento 57.1, illustra gli emendamenti di cui è primo firmatario, i quali, nel complesso, prevedono una serie di misure – dal credito d’imposta alle agevolazioni fiscali – volte a ridurre il divario esistente fra l’Italia settentrionale e il Mezzogiorno, in termini di prodotto interno lordo, livello occupazionale ed esportazioni. Peraltro, non si può non rilevare che, anche a causa delle politiche attuate dall’Esecutivo negli ultimi anni, questo divario si è pericolosamente accresciuto in quanto ingenti risorse finanziarie sono state sottratte al Mezzogiorno, senza che ciò si fosse accompagnato alla creazione di occupazione o di nuove opportunità di sviluppo. In particolare, il Governo non si è adoperato in misura incisiva affinché le regioni dell’Italia meridionale recuperassero la capacità di attrarre investimenti, senza dimenticare poi che resta inalterata la storica arretratezza concernente le opere infrastrutturali.
Il senatore FERRARA (FI), dopo aver illustrato l’emendamento 57.0.1 (testo 2) – volto a prevedere un contributo di solidarietà per la Regione siciliana – ne chiede l’accantonamento affinché possa aprirsi una seria riflessione sulle tematiche indicate. Chiede inoltre che sia disposto l’accantonamento anche degli emendamenti 57.0.2, 57.0.3, 57.0.5, 57.0.6, 57.0.7 e 57.0.8, tutti volti a introdurre misure a sostegno delle imprese esercenti attività commerciali.
Il senatore IZZO (FI) chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 57.0.4.
Il senatore MORANDO (DS-U) richiama l’attenzione della Commissione sull’emendamento 57.0.9 diretto a rilanciare il settore tessile che negli ultimi tempi sta soffrendo la concorrenza degli altri Paesi, e soprattutto del mercato cinese. Tale proposta, se approvata, consentirebbe alle imprese di poter procedere alla svalutazione delle rimanenze dei prodotti di carattere stagionale o di moda secondo criteri più adeguati degli attuali.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U) appone la propria firma sugli emendamenti 57.0.13, 57.0.14, 57.0.25 e 57.0.26.
Il senatore TAROLLI (UDC) chiede che sia disposto l’accantonamento degli emendamenti 57.0.42, 57.0.43, 57.0.44, 57.0.46 e 57.0.47.
Il senatore NOCCO (FI) illustra l’emendamento 57.0.65 in merito alle competenze sull’assistenza fiscale.
Il senatore GRILLOTTI (AN) si sofferma sull’emendamento 57.0.66 (testo 2), volto a prevedere un programma straordinario di ricerca, innovazione e assistenza tecnica basato sulla integrazione e la sinergia dei fondi esistenti.
Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, i restanti emendamenti riferiti all’articolo 57 e quelli volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso si danno per illustrati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ribadisce la propria valutazione positiva delle previsioni normative contemplate dall’articolo 57 ed esprime conseguentemente parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 57 e su quelli tendenti ad inserire dopo di esso articoli aggiuntivi, con l’eccezione delle proposte oggetto di specifica richiesta di accantonamento. In particolare, ritiene meritevoli di attenzione le proposte concernenti il sostegno alla ricerca applicata e il rimedio alle sofferenze del settore tessile, temi puntualmente affrontati da alcuni degli emendamenti in esame. Osserva tuttavia che appare più opportuno procedere ad interventi specifici sui settori richiamati in sede diversa dalla manovra finanziaria.
Il vice ministro VEGAS concorda con il parere espresso dal relatore, non senza sottolineare come le proposte dell’opposizione non siano nettamente alternative al testo proposto dal Governo in materia di credito di imposta del Sud.
Si passa alle votazioni.
Intervenendo in dichiarazione di voto favorevole riguardo all’emendamento 57.1, il senatore MORANDO (DS-U) rende noto che con tale proposta si cerca di porre rimedio all’abolizione dell’automaticità dei crediti d’imposta e delle assunzioni nel Mezzogiorno, misura deliberata ad inizio legislatura dal Governo di Centro-destra, contestualmente alla introduzione della cosiddetta legge Tremonti-bis, che comportò un mancato gettito per l’erario di ingenti risorse e determinò il rilancio della speculazione sugli immobili. Le risorse così distolte dagli investimenti nel Sud vennero utilizzate per sostenere le imprese del Centro-Nord. Dichiara pertanto di votare a favore dell’emendamento, che ripristina tendenzialmente la situazione esistente nel 2001, e per gli stessi motivi auspica anche l’accoglimento dei due emendamenti immediatamente successivi. Quanto alla osservazione del rappresentante del Governo, circa la non radicale alternatività delle proposte dell’opposizione, afferma che essa deriva dal fatto che con l’articolo 57 l’Esecutivo manifesta una sorta di consapevolezza dei danni compiuti ad inizio legislatura.
Posto ai voti, l’emendamento 57.1 risulta respinto, come anche, con separato scrutinio, gli emendamenti 57.2, 57.3 (testo 2) e 57.4. Sono invece accantonati gli emendamenti 57.0.1 (testo 2), 57.0.2 e 57.0.3.
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ha avvertito che è pervenuta la richiesta di aggiungere la firma del senatore Montagnino all’emendamento 57.0.4, i senatori Giovanni BATTAGLIA (DS-U) e FASOLINO (FI) aggiungono a loro volta la firma agli emendamenti 57.0.4 e 57.0.5, che risultano entrambi accantonati.
Vengono successivamente posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti dal 57.0.6 al 57.0.41. Indi, accantonati gli emendamenti dal 57.0.42 al 57.0.46 (con esclusione del 57.0.45, già dichiarato inammissibile), vengono poi respinti, dopo distinte votazioni, gli emendamenti dal 57.0.47 al 57.0.65. Risulta infine accantonato l’emendamento 57.0.66 (testo 2).
La seduta, sospesa alle ore 12,30, riprende alle ore 12,45.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 58 e a quelli tendenti a inserire articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo 58.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 58.13, 58.14, 58.15, 58.22, 58.23, 58.34, 58.56, 58.0.4, 58.0.8, 58.0.37, 58.0.53, 58.0.60, 58.0.63 (limitatamente ai commi 3, 4 e 5, punto 4), 58.0.68, 58.0.70 (limitatamente agli anni 2005 e 2007). Dichiara invece inammissibili per materia gli emendamenti 58.0.18 e 58.0.61.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) illustra l’emendamento 58.1, che si propone di assicurare effettivamente alle imprese agricole i benefici previsti dall’articolo in esame. Quanto all’emendamento 58.8, la senatrice precisa che intende riportare il contingente di produzioni agricole defiscalizzato alla quantità prevista dalla normativa vigente nel 2001, rendendo altresì l’individuazione di tale contingente obbligatoria e non facoltativa.
Illustra poi gli emendamenti 58.51 e 58.0.16, rilevando come l’individuazione di nuove fonti di energia provenienti dal settore agricolo possa rappresentare un nuovo sbocco per il comparto e un elemento di sviluppo per l’economia nel suo complesso. Si sofferma infine sull’emendamento 58.40, ritenendo opportuno che anche per il settore agricolo e della pesca le aliquote fiscali vengano stabilizzate.
Il senatore EUFEMI (UDC) illustra quindi l’emendamento 58.2, di tenore analogo al precedente, nonché il 58.0.59, del quale chiede l’accantonamento.
Il senatore GRILLOTTI (AN) aggiunge la propria firma agli emendamenti 58.55, 58.0.23 e 58.0.25, per i quali propone l’accantonamento.
L’emendamento 58.0.45 viene illustrato dal senatore LEGNINI (DS-U), il quale sottolinea che l’attività di recupero edilizio di borghi ed edifici storici rappresenta ormai una fonte di sviluppo su tutto il territorio nazionale e in particolare nel Mezzogiorno, dove però la situazione dei titoli di proprietà degli immobili spesso non appare chiara e costituisce ostacolo allo svolgimento della predetta attività. L’emendamento intende pertanto colmare il vuoto normativo esistente in materia, attribuendo ai Comuni il potere di accertare la proprietà degli immobili interessati ed eventualmente di attuare procedure espropriative a vantaggio dei soggetti titolari dell’iniziativa di recupero edilizio che abbiano avanzato apposita istanza. Auspica pertanto che la proposta possa essere accolta o, in caso contrario, ne chiede l’accantonamento.
Il senatore AGONI (LP) illustra gli emendamenti 58.0.57 e 58.0.58, dei quali chiede l’accantonamento.
Il senatore NOCCO (FI) aggiunge la propria firma all’emendamento 58.0.67.
Il senatore CURTO (AN) illustra l’emendamento 58.0.69, chiedendone altresì l’accantonamento.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 58 e su quelli tendenti ad inserire dopo di esso articoli aggiuntivi, tranne che sugli emendamenti per i quali è stato richiesto l’accantonamento.
Il vice ministro VEGAS si associa al parere testé espresso dal relatore.
Si passa alle votazioni.
Posti separatamente ai voti, vengono respinti gli emendamenti dal 58.1 al 58.46.
Intervenendo in sede di dichiarazione di voto sull’emendamento 58.47, la senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) si pronuncia in senso favorevole ed esprime stupore per il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, atteso che la proposta emendativa è volta ad esaltare la produzione di qualità del comparto agricolo italiano, che rappresenta un settore di punta della competitività del Paese.
Posto ai voti l’emendamento 58.47 viene quindi respinto.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 58.48, al quale, sebbene esso non abbia grande portata finanziaria, assegna un particolare significato alla luce dell’esperienza degli anni passati che ha dimostrato come siano state finora insufficienti le risorse dislocate per il Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica.
L’emendamento 58.48 viene pertanto messo ai voti e respinto, così come risultano respinti, dopo distinte votazioni, gli emendamenti dal 58.49 al 58.52.
Dopo che il senatore FASOLINO (FI) ha aggiunto la propria firma all’emendamento 58.53, il senatore MARINO (Misto-Com) interviene per una dichiarazione di voto favorevole sulla medesima proposta. Osserva infatti che non si giustificano le ragioni per cui, in materia di divise e di vestiario, la disciplina prevista per il Corpo forestale dello Stato debba essere diversa da quella degli altri corpi.
L’emendamento 58.53 viene quindi messo ai voti e respinto. Con separata votazione, viene poi ugualmente respinto l’emendamento 58.54, mentre risulta accantonato l’emendamento 58.55.
Posti separatamente ai voti, risultano successivamente respinti gli emendamenti dal 58.0.1 al 58.0.22. Sono invece accantonati gli emendamenti 58.0.23, 58.0.24 e 58.0.25.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) ritira peraltro la propria firma dall’emendamento 58.0.24.
La Commissione vota quindi separatamente e respinge gli emendamenti dal 58.0.26 al 58.0.44.
Il senatore MARINO (Misto-Com) aggiunge la propria firma all’emendamento 58.0.45, che viene accantonato.
Sono invece respinti, a seguito di distinte votazioni, gli emendamenti dal 58.0.46 al 58.0.56. Accantonati risultano poi gli emendamenti 58.0.57, 58.0.58 e 58.0.59. Sono quindi separatamente votati e respinti gli emendamenti dal 58.0.62 al 58.0.66.
Dopo che sono stati accantonati gli emendamenti 58.0.67 e 58.0.69, vengono invece posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti dal 58.0.70 (testo 2) al 58.0.77.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 59 e di quelli diretti a inserire, dopo l’articolo stesso, articoli aggiuntivi.
Il presidente AZZOLLINI dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 59.2, 59.0.5, 59.0.9 e 59.0.17. Dichiara inoltre inammissibili per materia gli emendamenti 59.0.15, 59.0.16, 59.0.18 e 59.0.19.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) illustra l’emendamento 59.1.
Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sugli emendamenti 59.0.1 – diretto a prevedere norme per la semplificazione delle procedure di iscrizione al registro delle imprese – e 59.0.3, volto ad autorizzare la spesa di 150.000 euro per il prossimo triennio per il funzionamento del Comitato atlantico italiano.
Il senatore GRILLOTTI (AN) chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 59.0.22, diretto a introdurre alcune modifiche alla normativa vigente in materia di cooperative.
Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, i restanti emendamenti riferiti all’articolo 59 e quelli volti a introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso si danno per illustrati.
Si procede all’espressione dei pareri del relatore e dei rappresentanti del Governo.
Il presidente AZZOLLINI(FI), nelle vesti di relatore, esprime parere contrario sui tutti gli emendamenti, ad eccezione degli emendamenti 59.0.3 e 59.0.22 per i quali si può valutare la possibilità di un accantonamento.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del Relatore.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 59.1, 59.0.1 e 59.0.2.
È quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 59.0.3.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti dal 59.0.4 al 59.0.21.
La Commissione procede quindi all’accantonamento dell’emendamento 59.0.22.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti dal 59.0.23 al 59.0.26.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta antimeridiana del 2 novembre 2005
55.1 (testo 2)
EUFEMI
Accolto dalla 5ª Commissione (2 ottobre 2005)
Al comma 1 dopo le parole: «decreto del Ministro della giustizia» aggiungere le seguenti: «di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze».
55.0.1 (testo 2)
MACONI, GARRAFFA, BARATELLA, CHIUSOLI, CADDEO
Accolto dalla 5ª Commissione (2 novembre 2005)
Dopo l’articolo 55, inserire il seguente:
«Art. 55-bis.
(Convenzioni per la gestione di interventi a favore delle imprese artigiane)
1. Le convenzioni di cui all’articolo 3, primo comma, della legge 26 novembre 1993, n. 489, ed all’articolo 15 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, possono essere prorogate, con atti integrativi delle convenzioni stesse, per una sola volta e per un periodo di tempo non superiore alla metà dell’originaria durata, con una riduzione di almeno il 5 per cento delle relative commissioni».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
mercoledì 2 novembre 2005
776ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.
Il presidente relatore AZZOLLINI ricorda che nella precedente seduta la Commissione ha esaminato le proposte emendative riferite all’articolo 59, nonché alcuni emendamenti aggiuntivi a tale articolo. Avverte, pertanto, che si passerà all’illustrazione delle proposte riferite all’articolo 60, nonché a quelle aggiuntive al medesimo articolo. Avverte, inoltre, che gli emendamenti trattati nella presente seduta sono pubblicati, a parte, nei fascicoli 3 e 4, ad eccezione delle proposte 60.10 (testo 2), 60.0.89 (testo 2), 60.0.169, 63.4 (testo 2), 63.7 (testo 2), 63.15 (testo 2), 63.20 (testo 2) e 63.21 (testo 2) che verranno pubblicate, separatamente, nel fascicolo n. 7. Dichiara preliminarmente le inammissibilità relative agli emendamenti presentati all’articolo 60 ed agli emendamenti aggiuntivi a questo riferiti. Sono pertanto dichiarati inammissibili per mancanza della relativa copertura finanziaria gli emendamenti 60.39, 60.40, 60.0.2, 60.0.3, 60.0.10, 60.0.11, 60.0.12, 60.0.13, 60.0.14, 60.0.15, 60.0.18, 60.0.19, 60.0.21, 60.0.22, 60.0.24, 60.0.25, 60.0.27, 60.0.28, 60.0.44, 60.0.45, 60.0.47, 60.0.58, 60.0.60, 60.0.61, 60.0.65, 60.0.67, 60.0.68, 60.069, 60.0.70, 60.0.71, 60.0.72, 60.0.83, 60.0.84, 60.0.85, 60.0.87, 60.0.110, 60.0.126, 60.0.128, 60.0.129, 60.0.130, 60.0.131, 60.0.151, 60.0.156, 60.0.157. 60.0.157a e 60.0.168. Sono inoltre dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 60.45, 60.0.1, 60.0.46, 60.0.47, 60.0.48, 60.0.89 limitatamente al comma 2, lettere a) e b), 60.0.100, 60.0.101, 60.0.102, 60.0.103, 60.0.104, 60.0.105, 60.0.106, 60.0.119, 60.0.120, 60.0.121, 60.0.122, 60.0.123, 60.0.124, 60.0.125, 60.0.127, 60.0.143, 60.0.152, 60.0.153, 60.0.154, 60.0.155, 60.0.158, 60.0.164, 60.0.165 e 60.0.167.
Invita quindi i senatori che hanno presentato proposte emendative alla loro illustrazione.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra l’emendamento 60.2 del quale chiede l’accantonamento.
Il senatore GIOVANELLI (DS-U) dichiara preliminarmente di riformulare l’emendamento 60.10 nell’emendamento 60.10 (testo 2) che procede ad illustrare congiuntamente agli emendamenti 60.6 e 60.7. Tali emendamenti mirano, nel loro complesso, a realizzare una politica ambientale coerente con le linee guida indicate nel Protocollo di Kyoto. In particolare, si prevede di raddoppiare la somma stanziata per consentire al nostro Paese di rispettare gli obiettivi di politica ambientale stabiliti nel predetto accordo. Le proposte emendative mirano inoltre ad assicurare un efficiente impiego delle risorse energetiche agevolando gli investimenti privati finalizzati al risparmio energetico attraverso l’impiego di forme di incentivazione fiscale. Illustra infine l’emendamento 60.14 che sopprime i commi da 6 a 17 dell’articolo 60, sottolineando la lacunosità e l’incertezza delle disposizioni citate.
I senatori GIARETTA (Mar-DL-U), DETTORI(Mar-DL-U), RIPAMONTI (Verdi-Un) e MARINO (Misto-Com) dichiarano di sottoscrivere l’emendamento 60.10 (testo 2) testé riformulato dal proponente.
Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 60.8 che destina all’ENEA il 5 per cento del fondo previsto dall’articolo 60 del disegno di legge finanziaria per le attività di promozione e sperimentazione a livello locale delle misure antinquinamento previste dal Protocollo di Kyoto.
Il senatore CICCANTI (UDC) illustra l’emendamento 60.28 che prevede la soppressione dei commi da 12 a 16 dell’articolo 60, paventando i problemi inerenti al riparto di giurisdizione relativo ai ricorsi in materia ambientale che tali disposizioni rischiano di generare.
Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) illustra gli emendamenti 60.0.1, 60.0.7, 60.0.17, 60.0.23, 60.0.31, 60.0.36, 60.0.46, 60.0.54, 60.0.63, 60.0.66, 60.0.77, 60.0.86, 60.0.92, 60.0.94 e 60.0.138. Tra gli obiettivi perseguiti dalle proposte emendative del Gruppo dei DS, sottolinea in particolare quelli finalizzati all’incremento del Fondo per il risanamento del trasporto pubblico locale, al miglioramento delle condizioni di accesso ai mercati del trasporto pubblico locale per le imprese prive di materiale rotabile, all’indicizzazione dei fondi regionali per il trasporto pubblico locale, al rifinanziamento della legge per l’incentivazione del trasporto rapido di massa e dell’uso dei mezzi che utilizzano combustibile metano o gpl.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) illustra gli emendamenti 60.0.113, 60.0.145 e 60.0.146 che prevedono agevolazioni tributarie per l’eliminazione dell’amianto dagli edifici privati e l’istituzione di un fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici.
Tutti i restanti emendamenti sono dati per illustrati.
Poiché non vi sono altri interventi in sede di illustrazione delle proposte emendative, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 60 nonché sugli emendamenti aggiuntivi riferiti allo stesso articolo, ad eccezione degli emendamenti accantonati.
Il rappresentante del Governo, vice ministro VEGAS, chiede il temporaneo accantonamento dell’emendamento 60.0.150 ed esprime il medesimo parere del relatore.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) avverte che si passerà alle votazioni sugli emendamenti all’articolo 60, nonché su quelli volti ad aggiungere un articolo dopo il medesimo.
L’emendamento 60.1 viene posto ai voti e respinto.
La Commissione conviene poi di accantonare l’emendamento 60.2.
Con separate votazioni vengono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.3 a 60.9.
Il senatore GIOVANELLI (DS-U) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 60.10 (testo 2). In particolare, ritiene che tale proposta emendativa si caratterizzi per un impianto maggiormente organico in quanto, a suo avviso, l’attuale formulazione dell’articolo 60 non persegue una precisa logica di riassetto ma tiene conto in maniera eccessivamente rigida della situazione contingente.
Dichiara inoltre di non condividere le considerazioni critiche sulla sottoscrizione italiana dei protocolli di Kyoto, motivata dalla supposta mancata considerazione dei maggiori margini di efficienza che caratterizzano la produzione nazionale: ricorda infatti che di tali aspetti si tenne adeguatamente conto in sede di sottoscrizione di tali accordi e che, semmai, le difficoltà applicative sono derivate dal fatto che non si è agito conseguentemente al fine di colmare tali margini.
Con riguardo poi ai problemi di copertura finanziaria, ritiene che il meccanismo proposto risulti particolarmente opportuno in quanto consente di "fare cassa" in tempi rapidi, senza deprimere il sistema produttivo attraverso un’eccessiva imposizione fiscale.
Per tali ragioni auspica fortemente l’accoglimento dell’emendamento 60.10 (testo 2).
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l’emendamento 60.10 (testo 2) ore sono i da 60.28 a 60.36 voto favorevole srati.
sto 2), 63.20 (testo 2) e 63.21 (testo 2) che verranno pubblicate, separviene posto ai voti e respinto. Con separate votazioni sono altresì posti ai voti e respinti gli emendamenti 60.11, 60.12 e 60.13.
Il senatore MORANDO (DS-U) interviene in dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 60.14 in quanto ritiene che la formulazione dei commi da 6 a 17 dell’articolo 60 risulti estremamente farraginosa ed in grado di determinare in futuro notevoli difficoltà applicative.
L’emendamento 60.14 viene posto ai voti e respinto.
Con separate votazioni, sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.15 a 60.27.
Il senatore CICCANTI (UDC) chiede di accantonare l’emendamento 60.28.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), preso atto che l’emendamento 60.28 risulta di tenore analogo o simile a quello dei successivi emendamenti da 60.29 a 60.35, propone, al fine di non incrementare eccessivamente il numero degli emendamenti accantonati, di bocciare tecnicamente gli emendamenti da 60.28 a 60.35, invitando tuttavia il Governo a valutare con attenzione le questioni ivi sottese, anche in occasione dell’eventuale riproposizione di tali emendamenti per l’esame in Assemblea.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti da 60.28 a 60.0.30.
Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) interviene per dichiarazioni di voto sull’emendamento 60.0.31 auspicandone l’accoglimento, in quanto ritiene che non vi sia altra via per attuare una gestione realmente efficiente dei servizi ferroviari se non attraverso quella dell’apertura alla concorrenza attraverso l’espletamento di gare ad evidenza pubblica. Sarebbe pertanto necessario, a suo avviso, muovere i primi passi per l’avvio di tale apertura almeno a partire dall’anno 2006.
Il senatore FASOLINO (FI) ritiene che le proposte di apertura testé illustrate dal senatore Paolo Brutti siano condivise da gran parte del Paese, stante la necessità di migliorare prontamente il livello di efficienza il sistema del trasporto pubblico locale. Al riguardo, ricorda la sua esperienza in qualità di assessore ai trasporti per la Regione Campania, richiamando l’attenzione del rappresentante del Governo su tali delicati aspetti.
Su proposta del presidente relatore AZZOLLINI (FI), in considerazione dell’omogeneità di contenuto, la Commissione conviene quindi di accantonare gli emendamenti da 60.0.31 a 60.0.43.
L’emendamento 60.0.46 viene quindi posto ai voti e respinto. Con separate votazioni, sono altresì posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.0.48 a 60.0.73.
La Commissione conviene poi di accantonare gli emendamenti da 60.0.74 a 60.0.78.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.0.79 a 60.0.97.
La Commissione conviene poi di accantonare l’emendamento 60.0.98.
L’emendamento 60.0.99 viene posto in votazione e respinto.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.0.107 a 60.0.144.
La Commissione conviene poi di accantonare l’emendamento 60.0.145.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.0.146 a 60.0.149 (testo 2).
La Commissione conviene poi di accantonare l’emendamento 60.0.150.
Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 60.0.159 a 60.0.163.
La Commissione conviene di accantonare l’emendamento 60.0.166.
L’emendamento 60.0.169 viene posto in votazione e respinto.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 63, nonché di quelli volti ad aggiungere un ulteriore articolo dopo il medesimo.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dichiara le inammissibilità riferite all’articolo 63. In particolare, dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 63.1, 63.2, 63.3, 63.12, 63.13, 63.14, 63.15, 63.18, 63.25, 63.26, 63.29, 63.52, 63.53, 63.56, 63.59, 63.0.7, 63.0.8, 63.0.9, 63.0.10, 63.0.20, 63.0.21, 63.0.22, 63.0.23, 63.0.24, 63.0.25, 63.0.26, 63.0.35, 63.0.43, 63.0.44, 63.0.56, 63.0.63, 63.0.66, 63.0.75, 63.0.91, 63.0.107, 63.0.135, 63.0.153, 63.0.159, 63.0.166, 63.0.169, 63.0.171, 63.0.174, 63.0.177, 63.0.186, 63.0.199, 63.0.201, 63.0.205, 63.0.206, 63.0.211, 63.0.215, 63.0.218, 63.0.220, 63.0.334, 63.0.335, 63.0.337, 63.0.338, 63.0.339, 63.0.340, 63.0.341, 63.0.342, 63.0.343, 63.0.344, 63.0.345, 63.0.346, 63.0.347, 63.0.348, 63.0.602 e 63.0.603 (limitatamente al 2006 e 2007). Dichiara altresì inammissibili per materia gli emendamenti 63.0.4, 63.0.12, 63.0.17, 63.0.19, 63.0.31, 63.0.32, 63.0.40, 63.0.41, 63.0.42, 63.0.47, 63.0.54, 63.0.59, 63.0.89, 63.0.90, 63.0.115, 63.0.120, 63.0.123, 63.0.130, 63.0.142, 63.0.148, 63.0.149, 63.0.155, 63.0.156, 63.0.163, 63.0.167, 63.0.170, 63.0.179, 63.0.178, 63.0.182, 63.0.184, 63.0.187, 63.0.188, 63.0.189, 63.0.190, 63.0.191, 63.0.192, 63.0.193, 63.0.194, 63.0.195, 63.0.196, 63.0.197, 63.0.198, 63.0.213, 63.0.214, 63.0.219, 63.0.225, 63.0.226, 63.0.228, 63.0.351, 63.0.353 e 63.0.601.
Si passa all’illustrazione delle proposte riferite all’articolo 63.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) ritiene che, con particolare riguardo all’articolo 63, le questioni di maggior rilievo siano quelle relative al contenuto dei commi 1 e 7, oggetto di numerosi emendamenti sia da parte di esponenti della maggioranza, che dell’opposizione. Chiede pertanto al rappresentante del Governo di poter preannunciare il proprio orientamento in merito.
Il vice ministro VEGAS ritiene preferibile mantenere l’articolo 63 nella formulazione originaria.
Il senatore CICCANTI (UDC) illustra l’emendamento 63.4, riformulandolo in un nuovo emendamento 63.4 (testo 2), che privilegia unicamente il riferimento al comma 4 dell’articolo 63, ed in particolare la proposta di sostituire il termine previsto al 2004, con il 2005.
Propone infine l’accantonamento di tale proposta emendativa.
Il senatore SALERNO (AN) dichiara di aggiungere la propria firma all’emendamento 63.26.
Il senatore MARINO (Misto-Com) illustra dettagliatamente gli emendamenti 63.7 (testo 2), 63.21, 63.39 e 63.50.
Il senatore PAOLO BRUTTI (DS-U) illustra l’emendamento 63.6, auspicandone l’accoglimento. Propone a sua volta l’accantonamento, oltre che dell’emendamento testé illustrato 63.6, anche della proposta emendativa 63.17.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) propone l’accantonamento degli emendamenti 63.10, 63.30, 63.43 e 63.62.
Alla luce dei chiarimenti offerti dal Governo, il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) propone l’accantonamento degli emendamenti 63.11 e 63.34.
Sono quindi dati per illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 63, ad esclusione degli emendamenti aggiuntivi.
Il PRESIDENTE relatore propone di sospendere l’esame delle proposte aggiuntive all’articolo 63 per procedere all’intervento del Ministro dell’economia e delle finanze sui provvedimenti in esame.
La Commissione conviene con la proposta del Presidente e l’esame degli emendamenti al disegno di legge finanziaria viene sospeso.
Il PRESIDENTE ricorda che nelle precedenti sedute è stata richiesta la presenza del Ministro dell’economia e delle finanze al fine di illustrare il complesso di misure che concorrono ad attuare la manovra per l’anno 2006.
Il ministro TREMONTI illustra le linee fondamentali della manovra di bilancio in corso di attuazione, anche alla luce delle più recenti determinazioni assunte in sede di Consiglio dei ministri. Fa presente che le misure programmate dall’Esecutivo si articolano essenzialmente in tre tipologie di intervento: in primo luogo, la predisposizione di un disegno di legge finanziaria che appare coerente con gli obiettivi definiti nel Documento di programmazione economico finanziaria e nelle risoluzioni approvate dal Parlamento; in secondo luogo, un aggiustamento dell’andamento dei conti pubblici per l’esercizio 2005; in terzo luogo, una serie di emendamenti volti a trasferire talune misure dalla prevista correzione dell’andamento tendenziale dei saldi per il 2006 nell’ambito della manovra di bilancio in esame.
Fa quindi osservare che l’intervento sull’andamento dei conti pubblici per l’anno 2005 si inquadra in una consolidata prassi di riassetto dei saldi nell’imminenza del termine dell’esercizio finanziario, anche alla luce dell’esigenza di rispettare i vincoli derivanti dall’appartenenza all’Unione europea.
Con specifico riferimento, poi, alle citate proposte emendative che inseriscono già nella manovra di bilancio per il presente anno gli interventi originariamente volti a correggere l’andamento tendenziale dell’economia, rileva che tali ultimi configurano nel complesso misure nell’ordine dei sei miliardi di euro e includono una serie di introiti derivanti dalle dismissioni immobiliari valutati complessivamente in un miliardo di euro. A questo ultimo proposito, fa presente che tale stima risulta sensibilmente inferiore rispetto all’iniziale prospettazione, oltre ad essere stata giudicata come prudenziale anche da parte del Fondo monetario internazionale nel recente rapporto sull’Italia. Fa poi osservare che ulteriori interventi valutabili in circa un miliardo di euro sono ricompresi nell’ambito delle privatizzazioni in corso nel settore energetico, secondo stime che appaiono congrue, mentre i residui quattro miliardi di euro sono previsti derivare in parte da misure di riduzione dei trasferimenti e, in parte, da operazioni di contrasto all’erosione della base imponibile e all’elusione fiscale, nonché da interventi relativi alla Banca d’Italia.
Il Ministro si sofferma poi a descrivere i passaggi principali della relazione che il Fondo monetario internazionale ha recentemente redatto relativamente all’Italia, dalla quale emerge un giudizio sostanzialmente positivo della manovra di bilancio in via di predisposizione per il prossimo anno. Evidenzia come in tale sede sia stato riscontrato un andamento dell’economia migliore rispetto alle stime contenute nel disegno di legge finanziaria e siano state ritenute realistiche le previsioni ivi formulate circa una positiva evoluzione dei conti pubblici. In particolare, sottolinea che il Fondo monetario internazionale ha giudicato realizzabile l’obiettivo di un rapporto tra deficit e PIL pari al 4,3 per cento per il 2005 e ha considerato la manovra di bilancio improntata al rigore, pur formulando talune sottolineature concernenti la riduzione dei trasferimenti e la necessità di mantenere sotto controllo la spesa sanitaria, valutando peraltro positivamente, a tale ultimo proposito, il ricorso allo strumento della tessera sanitaria; un ulteriore rilievo concerne l’invito a proseguire nella ristrutturazione in senso societario dell’ANAS. Inoltre, ritiene che l’impostazione della manovra di bilancio esplicherà positive conseguenze anche nel 2006, all’indomani della scadenza elettorale, consentendo di attuare una politica di rigore che dovrebbe permettere il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del deficit al 3,8% del PIL. Ribadisce quindi conclusivamente la propria soddisfazione per i contenuti della relazione stilata dal Fondo monetario internazionale.
Il senatore PEDRIZZI (AN) esprime apprezzamento per l’esposizione del Ministro, il quale ha riferito circa il positivo giudizio formulato dal Fondo monetario internazionale sulla manovra di bilancio in corso di attuazione, nella cui relazione sono state reputate realistiche le stime correlate anche all’intervento da ultimo deliberato dal Consiglio dei ministri. Ritiene analogamente sostenibili e ispirate a criteri prudenziali le ulteriori misure concernenti la Banca d’Italia e il settore delle infrastrutture. Nel complesso, giudica la manovra di bilancio idonea a consentire il rispetto degli impegni contratti nelle sedi comunitarie e a venire incontro alle esigenze da un lato, delle imprese e, dall’altro, delle famiglie, in un’ottica di rilancio della crescita economica e di ricostituzione di un clima di fiducia nel Paese.
Il senatore MORANDO (DS-U) esprime anzitutto un giudizio estremamente critico sull’emendamento al disegno di legge di bilancio che il Governo ha preannunciato di voler presentare in Assemblea. Fa presente che una proposta emendativa peggiorativa dei saldi finanziari a legislazione vigente dovrebbe essere considerata inammissibile alla luce della normativa di contabilità pubblica vigente, il cui rispetto costituisce una garanzia imprescindibile per tutte le parti politiche.
Fa notare che una proposta emendativa quale quella ventilata dall’Esecutivo potrebbe essere giudicata ammissibile solamente qualora il Governo medesimo procedesse, autonomamente ovvero su invito della Presidenza del Senato, alla presentazione al Parlamento di una Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria, la quale desse conto del mutato contesto economico che esplica i propri effetti sul bilancio a legislazione vigente e impone pertanto una modifica e un aggiornamento del quadro tendenziale. In tal modo, verrebbe scongiurato il rischio di un intervento discrezionale da parte dell’Esecutivo che modificasse il bilancio a legislazione vigente, che costituisce il termine di riferimento per l’elaborazione della manovra di finanza pubblica.
L’oratore osserva poi che le linee fondamentali di intervento contenute nel disegno di legge finanziaria, tanto sul versante della riduzione delle spese quanto sotto il profilo dell’entrata, risultano sostanzialmente analoghe a quelle che hanno caratterizzato la manovra di finanza pubblica per l’anno in corso. Dopo aver rilevato che gli interventi prefigurati nella legge finanziaria dello scorso anno sono stati realizzati solo in minima parte e, comunque, si sono rivelati insufficienti, come dimostrato dalla necessità di adottare interventi d’urgenza per correggere l’andamento tendenziale dei conti pubblici nel 2005, rappresenta il rischio che anche le misure contenute nel disegno di legge finanziaria in esame risultino altrettanto inidonee a sostenere la crescita economica del Paese.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-Un) osserva anzitutto come le affermazioni del ministro Tremonti sul positivo andamento dei conti pubblici nel 2005, svolte durante le audizioni presso le Commissioni bilancio delle Camere prima dell’inizio dell’esame della manovra siano state mendaci. Ciò è dimostrato dall’adozione di interventi correttivi poche ore dopo aver dichiarato al Parlamento che ogni misura sul 2005 era priva di fondamento. Sottolinea altresì criticamente la presentazione del provvedimento d’urgenza recante dette misure alla Camera dei deputati in prima lettura, in tal modo precludendo la possibilità di un esame congiunto con i disegni di legge finanziaria e di bilancio da parte del Senato.
Ritiene che lo scostamento tra le previsioni e l’effettivo andamento dei conti pubblici nel 2005 sia stato determinato dall’inefficacia degli interventi prefigurati nel settore dell’entrata e del pubblico impiego, non considerando fisiologica la necessità di un intervento correttivo dei conti pubblici al termine dell’esercizio finanziario: fa infatti presente che numerosi istituti di ricerca avevano da tempo evidenziato il rischio del mancato rispetto delle previsioni economiche per il 2005, sussistendo quindi la possibilità di poter intervenire in anticipo rispetto all’elaborazione della manovra di finanza pubblica.
Conclude esprimendo un giudizio complessivamente critico nei confronti dei contenuti del disegno di legge finanziaria, in particolare per quanto concerne l’effettiva realizzabilità degli interventi di riduzone delle spese delle pubbliche amministrazioni, paventando il rischio che si determini una difficile situazione dei conti pubblici, la cui soluzione verrà affidata alla maggioranza che emergerà dalle prossime consultazioni elettorali.
Il senatore MARINO (Misto-Com) esprime in premessa perplessità circa le stime sull’andamento delle entrate contenute nel recente intervento sui conti pubblici deliberato dall’Esecutivo. Soffermandosi poi, in particolare, sugli interventi relativi al settore energetico, sottolinea l’esigenza di tenere in adeguata considerazione oltre agli utili prodotti in tale ambito, anche il livello delle tariffe praticate ai cittadini; dopo aver sottolineato l’importanza strategica del settore, giudica negativamente l’intento di procedere ad ulteriori privatizzazioni in tale ambito.
Con riferimento, invece, agli interventi previsti in relazione a Ferrovie e ANAS, fa presente che l’introduzione di ulteriori riduzioni di stanziamenti rischia di incidere sulla realizzazione di opere già programmate e affidate in esecuzione.
Per quanto concerne, infine, le misure di dismissione di beni immobili pubblici contenute nel decreto-legge n. 211 del 2005, recante misure urgenti per il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica, giudica negativamente la possibilità di escludere il diritto di prelazione spettante agli enti pubblici locali e chiede al Ministro chiarimenti in proposito.
Il senatore PAOLO BRUTTI (DS-U) esprime in premessa estrema preoccupazione per il pericolo esistente che la riduzione delle risorse spettanti a Ferrovie ed ANAS possa incidere significativamente sull’efficienza e l’operatività delle stesse. Dopo aver richiamato le cifre che evidenziano l’ingente misura della diminuzione delle assegnazioni spettanti a tali società, fa presente che la mancata proporzione tra risorse da un lato e compiti e funzioni dall’altro rischia di compromettere lo stesso svolgimento delle ordinarie attività di manutenzione delle reti infrastrutturali, con negative ripercussioni in termini di sicurezza dei viaggiatori.
In conclusione, giudica assolutamente non condivisibile l’impostazione di fondo seguita dall’Esecutivo nel settore dei trasporti, laddove le maggiori risorse vengono destinate a nuove reti di collegamento strategico e a progetti innovativi, a scapito della rete ordinaria attualmente utilizzata dai cittadini.
Il senatore EUFEMI (UDC) riepiloga l’atteggiamento sinora tenuto dal Ministro dell’economia nei confronti del Parlamento, apprezzandone il comportamento improntato a correttezza e trasparenza delle scelte.
Rispetto al contenuto della manovra di finanza pubblica, condivide le misure ivi incluse, in quanto necessarie per il riassetto dei saldi finanziari, sottolineando peraltro come le stime indicate siano improntate ad un criterio prudenziale.
Ritiene pertanto che l’intervento dell’Esecutivo sui flussi finanziari, tanto sotto il profilo della cassa, quanto dal punto di vista della competenza, sia idoneo ad incidere positivamente sull’andamento dell’economia ed esprime un giudizio complessivamente positivo sulla manovra di bilancio.
Il senatore MICHELINI (Aut) evidenzia la scarsa trasparenza delle scelte di politica economica attuata dall’Esecutivo nel definire le linee direttrici della manovra di finanza pubblica per il prossimo anno. Infatti, fa presente che le proposte emendative ai disegni di legge finanziaria e di bilancio risultano incisive, mentre parte degli interventi sono contenuti in un provvedimento attualmente esaminato dalla Camera dei deputati.
Con p articolare riferimento alle previsioni di entrata relative alle operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, evidenzia criticamente le stime notevolmente diverse effettuate dapprima nei prefigurati interventi sull’andamento tendenziale dei conti pubblici per il 2006 e, successivamente, nella proposta emendativa preannunciata da ultimo dal Governo.
In conclusione, giudica opportuna un’approfondita valutazione dei saldi di finanza pubblica onde analizzare compiutamente l’impatto dei prefigurati interventi sul versante dell’entrata e dell’uscita.
Il senatore FASOLINO (FI) esprime apprezzamento per i contenuti della manovra di finanza pubblica, che giudica improntata a serietà e rigore, tanto più se considerata alla luce dell’imminente scadenza elettorale, come attestato anche nel corso delle audizioni svolte.
Con specifico riferimento alla norma istitutiva della Banca per il Sud, inclusa nel disegno di legge finanziaria, chiede al Ministro una previsione sulle ripercussioni che tale nuova istituzione avrà sull’economia del Mezzogiorno.
Il ministro TREMONTI replica ai rilievi emersi nel corso del dibattito.
Dopo aver ribadito che, come riconosciuto anche dal Fondo monetario internazionale, le stime recate dalla manovra di finanza pubblica risultano ispirate a criteri prudenziali e che il riassetto dei conti pubblici è previsto avvenga mediante rimodulazioni della spesa pubblica attuate tramite interventi strutturali e non una tantum, riafferma il rigore degli interventi prefigurati, pur nell’imminenza della scadenza elettorale. Con riferimento, poi, all’esigenza di monitoraggio dell’andamento della spesa sanitaria, richiama i soddisfacenti risultati che la progressiva introduzione del sistema della tessera sanitaria sta producendo, come risulta anche dai dati forniti dalla SOGEI, che gestisce tale strumento.
Per quanto concerne la problematica relativa alla funzionalità dell’ANAS, ritiene che un positivo impulso possa derivare dalla ristrutturazione della stessa in veste societaria e dall’operatività sotto la nuova forma giuridica.
Rispetto alle osservazioni svolte dal senatore Morando, richiama, relativamente agli interventi operati sul bilancio pubblico, le positive opinioni espresse dai senatori di maggioranza, non giudicando poi possibile effettuare una precisa valutazione comparativa tra i contenuti della manovra di finanza pubblica dello scorso anno e di quella attuale. A tale ultimo proposito, fa infatti presente la differenza quantitativa tra gli interventi prefigurati in tema di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, nonché in tema di contrasto all’evasione fiscale, ai quali nella manovra attuale, rispetto all’anno precedente, sono associati realistiche stime di recupero di gettito. Quanto al contenimento della spesa pubblica, ribadisce il realismo cui si ispirano le riduzioni di stanziamenti incluse nella manovra.
Per quanto concerne le opinioni espresse dal senatore Ripamonti, riafferma la tempestività degli interventi urgenti sui conti pubblici attuati nell’ambito della manovra di finanza pubblica e l’esistenza di una consolidata prassi in tal senso.
Con riferimento ai rilievi del senatore Marino, fa presente che la stima dei dividendi derivanti dalle aziende operanti nel settore energetico è prudenziale e che un intervento di calmieramento delle tariffe elettriche non appare condivisibile, dovendosi escludere peraltro una diretta incidenza dell’assetto privatistico dell’ENEL sul livello delle condizioni praticate. Relativamente alla problematica dell’ANAS, richiama la rilevanza dell’intervento di ristrutturazione della stessa, mentre con riferimento a Ferrovie, fa osservare che gli interventi contenuti nei provvedimenti in esame riguardano il capitale della società e non i contratti di servizio e l’operatività della stessa. Per quanto concerne, infine, la problematica dell’esclusione del diritto di prelazione spettante agli enti pubblici locali nell’ambito delle operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, dopo un ulteriore intervento del senatore MARINO (Misto-Com), rimarca la conformità delle procedure rispetto all’ordinamento giuridico e il sostanziale rispetto delle esigenze degli enti locali.
Relativamente alle osservazioni svolte dal senatore Paolo Brutti su ANAS e Ferrovie, ribadisce quanto già in precedenza affermato circa il prevedibile incremento di efficienza che deriverà all’ANAS dalla riforma in corso di attuazione e richiama le rassicurazioni fornite da Ferrovie sulla non incidenza delle misure recate dalla manovra di bilancio sulla funzionalità della stessa.
Dopo aver apprezzato le considerazioni svolte dal senatore Eufemi, ritiene che quanto affermato replicando alle affermazioni del senatore Morando, fornisca adeguata risposta anche ai rilievi mossi dal senatore Michelini.
Con riferimento, infine, all’intervento del senatore Fasolino, si dichiara convinto della positiva influenza che l’istituzione della Banca per il Sud potrà esplicare, facendo peraltro presente che una effettiva efficacia dell’azione della stessa potrà derivare solo dalla cooperazione del tessuto economico e civile meridionale.
Il presidente AZZOLLINI dopo aver ringraziato il ministro Tremonti per il suo intervento in Commissione propone una breve sospensione della seduta.
La Commissione conviene.
La seduta sospesa alle ore 18,50 riprende alle ore 19,20.
Il presidente AZZOLLINI, apprezzate le circostanze, propone di concludere la seduta pomeridiana e di anticipare l’inizio dei lavori della seduta notturna di oggi alle ore 20,30 al fine di poter disporre del tempo necessario a proseguire l’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 63.
La Commissione conviene ed il seguito dell’esame congiunto.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
mercoledì 2 novembre 2005
777ª Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che nella precedente seduta è stata dichiarata l’inammissibilità per quanto concerne gli emendamenti relativi all’articolo 63, ovvero quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo. Sono state, inoltre, illustrate le proposte emendative riferite all’articolo 63. Fa infine presente che gli emendamenti che verranno esaminati durante la presente seduta sono pubblicati, a parte, nel fascicolo n. 4, ad eccezione delle proposte 63.4 (testo 2), 63.7 (testo 2), 63.16 (testo 2), 63.20 (testo 2), 63.21 (testo 2), 63.22 (testo 2), 63.23 (testo 2), 63.24 (testo 2), 63.31 (testo 2), 63.35 (testo 2), 63.39 (testo 2), 63.50 (testo 2), 63.0.504, 63.0.511, 63.0.521, 63.0.601, 63.0.602, 63.0.603 che verranno pubblicate nel fascicolo n. 7, nonché della proposta 63.100 (già 63.0.118), che sarà pubblicata nel fascicolo n. 8.
Il senatore MORANDO (DS-U), prende la parola per esprimere la propria perplessità circa l’inammissibilità per estraneità di materia dichiarata nella precedente seduta in ordine all’emendamento 63.0.90. Tale proposta, infatti, mira a favorire la liberalizzazione del comparto dei servizi, attraverso l’emersione e la valorizzazione di nuove attività professionali, concedendo il riconoscimento giuridico alle associazioni professionali di natura privata costituite da esercenti attività non riservate a professioni disciplinate ai sensi dell’articolo 2229 del Codice civile. Dato l’evidente rilievo sull’economia nazionale di tale riforma, ritiene che l’emendamento non possa considerarsi meramente ordinamentale e che, pertanto, debba essere considerato ammissibile.
Il presidente AZZOLLINI, condividendo le argomentazioni svolte dal senatore Morando, revoca la dichiarazione di inammissibilità precedentemente resa sull’emendamento 63.0.90.
Il senatore LEGNINI (DS-U) chiede a sua volta chiarimenti sulla dichiarazione di inammissibilità formulata, nella precedente seduta, sull’emendamento 63.0.178, relativo ad interventi urgenti per i Giochi del Mediterraneo "Pescara 2009". In base alle informazioni in suo possesso, infatti, tale manifestazione è stata dichiarata grande evento di interesse nazionale (al pari, ad esempio, dei Giochi olimpici invernali "Torino 2006"), per cui l’emendamento non potrebbe essere considerato di interesse meramente localistico. Chiede, in tal senso, conferma al rappresentante del Governo.
Avendo il vice ministro VEGAS confermato che la manifestazione dei Giochi del Mediterraneo "Pescara 2009" riveste interesse di livello nazionale (pur dovendosi ancora definire modalità ed entità di un eventuale contributo finanziario dello Stato), il presidente AZZOLLINI revoca l’inammissibilità già dichiarata sull’emendamento 63.0.178.
Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti recanti articoli aggiuntivi dopo l’articolo 63.
Il senatore CURTO (AN) illustra gli emendamenti 63.0.1, 63.0.2 e 63.0.3, evidenziando che tali proposte emendative prefigurano un intervento di sostegno a favore del settore aeronautico, che riveste un’importanza significativa per l’economia nazionale, attesa l’alta valenza tecnologica di tale comparto. La crisi che ha investito tale settore comporta il rischio di una perdita di circa mille posti di lavoro e conseguentemente occorre porre rimedio a tale situazione.
Il senatore MORO (LP) , dopo aver illustrato gli emendamenti 63.0.29, 63.0.34, 63.0.34a, 63.0.58, 63.0.172, 63.0.173 e 63.0.180, chiede l’accantonamento di tutte le sopracitate proposte emendative.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra l’emendamento 63.0.79 (testo 2), evidenziando che le normative a tutela dei diritti d’autore hanno introdotto forme di tassazione in cifra fissa, che hanno finito per favorire la diffusione del sommerso nel settore della produzione di supporti digitali idonei alla registrazione di fonogrammi e videogrammi. Dopo aver sottolineato che la proposta emendativa in questione è volta a porre rimedio a tale situazione, mediante la prospettazione di forme di prelievo fiscale in percentuale, l’oratore chiede l’accantonamento della stessa.
Illustra poi l’emendamento 63.0.104, precisando che lo stesso inerisce alla tematica della tassazione del trattamento di fine rapporto.
Il senatore LEGNINI(DS-U), dopo essersi soffermato sui contenuti e sulle finalità sottese agli emendamenti 63.0.83, 63.0.84, 63.0.85 e 63.0.88, chiede l’accantonamento di tali proposte emendative.
Si sofferma poi sull’emendamento 63.0.178 già citato, evidenziando l’importanza di predisporre adeguate misure per favorire lo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo "Pescara 2009" e chiedendo quindi l’accantonamento dello stesso.
La senatrice STANISCI (DS-U) illustra l’emendamento 63.0.95, precisando che la crisi del settore aeronautico mette a rischio circa ottocento posti di lavoro ed evidenziando altresì che il Ministero delle attività produttive - d’intesa con il Ministero della difesa - ha manifestato l’intendimento di individuare congrue soluzioni a tale problema.
Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sull’emendamento 63.0.160, rilevando che lo stesso consente ai comuni la gestione, l’accertamento e la riscossione delle sanzioni pecuniarie conseguenti all’uso illecito dell’amianto nei luoghi di lavoro.
Illustra poi l’emendamento 63.0.161, precisando che tale proposta emendativa reca una nuova disciplina in materia di qualità e tariffazione dei servizi ferroviari di media e di lunga percorrenza.
L’emendamento 63.0.504 – prosegue l’oratore - riguarda i dipendenti dell’ente minerario siciliano.
Il senatore Ferrara chiede infine l’accantonamento di tutte le proposte emendative testé illustrate.
Il senatore PIZZINATO (DS-U) dopo aver evidenziato che l’emendamento 63.0.181 inerisce alla tematica della promozione dello sport sociale, chiede l’accantonamento dello stesso.
Il senatore GRILLOTTI (AN), dopo aver illustrato la proposta emendativa 63.0.352, chiede l’accantonamento della stessa.
Tutti i restanti emendamenti aggiuntivi inerenti all’articolo 63 vengono dati per illustrati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) formula un parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 63, ovvero volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo, ad eccezione di quelli per i quali verrà disposto l'accantonamento sui quali fa riserva di esprimere le sue valutazioni nel corso dell'esame.
Il vice ministro VEGAS dichiara un parere conforme a quello del relatore. Ritiene suscettibili di approfondimento le questioni poste con riferimento al comma 4 dell'articolo 63, mentre, circa le perplessità sollevate nei confronti del meccanismo della riduzione proporzionale degli stanziamenti di cui al comma 1, ritiene che la disposizione debba essere letta nell'ottica del contenimento della spesa pubblica, pur nella consapevolezza di possibili difficoltà applicative. Manifesta quindi la disponibilità del Governo a valutare con attenzione le proposte di accantonamento.
Si passa quindi alle votazioni.
Dopo brevi interventi del PRESIDENTE relatore e del senatore CICCANTI(UDC), l'emendamento 63.4 (testo 2) è ritirato.
E' poi disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.5.
Il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo in dichiarazione di voto, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 63.6. Osserva in proposito che, da approfondimenti effettuati circa i probabili effetti della disposizione, se il meccanismo di riparto previsto dall'articolo 63 non verrà riconsiderato, così come sembrerebbe dalle intenzioni del Governo, molte testate editoriali interessate, già oggi in molti casi in difficoltà, saranno costrette a chiudere ed in tal caso certamente si otterranno quei risparmi di spesa previsti per il fatto che la norma con il suo rigore avrà prodotto una riduzione della platea dei soggetti beneficiari. Pur comprendendo l'esigenza di contenimento della spesa pubblica sottesa alla disposizione, invita il governo a riconsiderare la sua posizione, modificando il meccanismo previsto perché eccessivamente penalizzante per i soggetti interessati.
E' quindi disposto l'accantonamento degli emendamenti 63.6 e 63.7 (testo 2).
Posti separatamente ai voti risultano invece respinti gli emendamenti 63.8 e 63.9.
Dopo che sono stati accantonati gli emendamenti 63.10 e 63.11, posto ai voti, non è approvato l'emendamento 63.16 (testo 2). E' altresì disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.17. Sono quindi respinti, con separata votazione, gli emendamenti 63.19 e 63.20 (testo 2).
Dopo che è stato disposto l'accantonamento degli emendamenti 63.21 (testo 2) e 63.22 (testo 2), con distinte votazioni, gli emendamenti da 63.23 (testo 2) a 63.28 risultano respinti. L'emendamento 63.30 è quindi accantonato, mentre non è approvato l'emendamento 63.31. Posto ai voti è invece approvato l'emendamento 63.32.
Dopo che l'emendamento 63.33 (testo 2) non è stato approvato, viene accantonata la proposta 63.34, mentre gli emendamenti da 63.35 (testo 2) a 63.38 risultano respinti in esito a distinte votazioni. E' quindi disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.39 (testo 2). Posti separatamente ai voti, sono invece respinti gli emendamenti da 63.40 a 63.42.
Dopo che è stato disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.43, è approvato l'emendamento 63.44, mentre risultano respinti con separati scrutini gli emendamenti da 63.45 a 63.49.
E' quindi accantonato l'emendamento 63.50 (testo 2). Con distinte votazioni sono invece respinti gli emendamenti da 63.51 a 63.61. E' disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.62.
L'emendamento 63.63 non è approvato.
Dopo che è stato disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.0.1, in esito a separate votazioni sono respinti gli emendamenti da 63.0.2 a 63.0.27.
Essendo stato in precedenza ritirato l’emendamento 63.0.28, la Commissione dispone l’accantonamento dell’emendamento 63.0.29. Sono quindi respinti con separati scrutini gli emendamenti 63.0.30 e 63.0.33. E' invece disposto l'accantonamento degli emendamenti 63.0.34 e 63.0.34a.
In esito a distinte votazioni risultano infine respinti gli emendamenti da 63.0.36 a 63.0.57.
Dopo che il senatore MORANDO (DS-U) ha richiesto che la Commissione si pronunci sulla proposta di accantonamento dell'emendamento 63.0.58, dichiarando in proposito il suo voto contrario, la Commissione dispone l’accantonamento del suddetto emendamento.
Sono quindi respinti gli emendamenti da 63.0.60 a 63.0.78, con separato scrutinio, mentre è disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.0.79 (testo 2). Gli emendamenti da 63.360 a 63.0.82, posti separatamente ai voti, non sono approvati. Sono invece accantonati gli emendamenti 63.0.83, 63.0.84 e 63.0.85.
Posti distintamente in votazione, sono altresì respinti gli emendamenti 63.0.86 e 63.0.87, mentre vengono accantonate le proposte 63.0.88 e 63.0.90.
Risultano poi respinti con separati scrutini gli emendamenti da 63.0.92 a 63.0.95, mentre è disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.0.96.
In esito a distinte votazioni sono respinti gli emendamenti da 63.0.97 a 63.0.130.
Dopo che il senatore IZZO (FI) ha aggiunto la sua firma sugli emendamenti 63.0.131 e 63.0.132, posti separatamente ai voti sono respinti gli emendamenti da 63.0.131 a 63.0.145 (identico a 63.0.146 e 63.0.147).
Sono quindi, con distinte votazioni, respinti gli emendamenti da 63.0.150 a 63.0.158. Sono invece accantonati gli emendamenti 63.0.160 e 63.0.161.
In esito a distinte votazioni, risultano poi non approvate le proposte da 63.0.162 a 63.0.165, mentre viene accantonato l’emendamento 63.0.504.
Poste separatamente ai voti, risultano non approvate le proposte 63.0.501 e 63.0.168. È quindi disposto l'accantonamento degli emendamenti 63.0.172 e 63.0.173.
Sono poi respinti con separate votazioni gli emendamenti 63.0.175 e 63.0.176, mentre viene accantonato l’emendamento 63.0.178.
Il senatore IZZO (FI) aggiunge la sua firma all'emendamento 63.0.180.
Accogliendo la richiesta del senatore MORO (LP), è disposto l'accantonamento dell'emendamento 63.0.180 nonché dell'emendamento 63.0.181. Sono invece votati separatamente e respinti gli emendamenti da 63.0.183 a 63.0.350.
E' disposto poi l'accantonamento degli emendamenti 63.0.352 e 63.0.500.
Viene indi respinto l’emendamento 63.0.501 e accantonata la proposta 63.0.502.
Infine, posto ai voti, viene respinto l’emendamento 63.0.521.
Il seguito dell’esame congiunto viene quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 22,20.
Emendamenti approvati nella seduta notturna del 2 novembre 2005
63.32
IL RELATORE
Al comma 6, sostituire le parole: «predetti contributi» con le seguenti: «contributi di cui al medesimo comma 2-bis».
63.44
IL RELATORE
Al comma 7, lettera b), sostituire le parole: «In tal caso» con le seguenti: «In caso contrario».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
giovedì 3 novembre 2005
778ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
indi del Vice Presidente
CURTO
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ricorda che nella scorsa seduta è stato concluso l’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 63, nonché di quelli aggiuntivi al medesimo articolo.
Su richiesta del senatore VITALI (DS-U) e su proposta del presidente relatore AZZOLLINI (FI), la Commissione conviene di riprendere l’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 22 e 23, nonché degli emendamenti recanti articoli aggiuntivi ai medesimi articoli, il cui esame era stato precedentemente accantonato nella seduta pomeridiana del 27 ottobre scorso.
Si passa, quindi, all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 22, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo.
Su richiesta dei senatori MORANDO (DS-U) e IZZO (FI), il presidente CURTO (AN) ricorda poi le inammissibilità relative agli emendamenti riferiti all’articolo 22, nonché a quelli volti ad aggiungere un ulteriore articolo dopo il medesimo, già pronunciate nella seduta notturna del 27 ottobre scorso. Avverte, altresì, che le proposte in esame e quelle riferite all’articolo 23 sono pubblicate, separatamente, nel fascicolo n. 1.
Il senatore VITALI (DS-U) illustra le proposte a sua firma all’articolo 22 ricordando che l’accantonamento dei suddetti emendamenti era stato disposto al fine di procedere all’esame degli stessi dopo aver valutato gli esiti dell’incontro tra il Governo ed i rappresentanti delle autonomie locali tenutosi poi venerdì scorso. Sebbene sarebbe stato auspicabile il raggiungimento di un accordo in quella sede, il Governo ha invece confermato il taglio di 504 milioni di euro del Fondo per le politiche sociali per il 2006 e tagli ulteriori negli anni successivi. Prende atto peraltro che il Governo insiste nel mantenere un patto di stabilità interno applicato sui tetti di spesa, in luogo di un vincolo sui saldi, quale quello scelto in ambito europeo. Tale scelta, come già segnalato durante la discussione generale, viola il principio dell’autonomia parificando il sistema delle autonomie agli enti delle amministrazioni centrali, enti questi per i quali l’imposizione di tetti di spesa appare più coerente.
Fa presente poi che le proposte dell’opposizione sono complessivamente indicate nell’ordine del giorno 0/3613/1/5a sul quale richiama l’attenzione del Governo e della maggioranza. La proposta alternativa è quella di costruire un patto di stabilità interno basato sulla concertazione con gli enti locali e con le Regioni, basato poi sul saldo piuttosto che sui tetti alle spese e con valenza triennale al fine di conferire certezza di risorse. Infine, si può anche ipotizzare, per venire incontro alle esigenze più volte addotte dal Governo, di addivenire ad un patto sulla pressione fiscale tra Governo e autonomie locali. Prosegue il senatore VITALI (DS-U) dichiarando di non condividere le considerazioni fatte a più riprese dai Rappresentanti del Governo circa la cosiddetta comprimibilità delle spese: in particolare ritiene inesatto sostenere che vengono salvaguardate le spese dei Comuni per finalità sociale in quanto quelle indicate nel DPR n. 194 del 1996, citato nell’articolo 22, ne comprende solo una parte. Si sofferma poi in particolare sugli emendamenti 22.9, 22.7 e 22.20, che illustra dettagliatamente auspicandone l’accoglimento, in quanto, a suo avviso, di carattere maggiormente organico nel definire i contenuti e le modalità di rispetto del patto di stabilità interno.
Illustra, infine, sia gli emendamenti 22.21, 22.27 e 22.55, che ritiene comunque migliorativi rispetto all’attuale formulazione dell’articolo 22, sia l’emendamento 22.0.11.
Il senatore MICHELINI (Aut) illustra, poi, gli emendamenti 22.3, 22.12 e 22.59, dichiarando di condividere pienamente le considerazioni testé svolte dal senatore Vitali in ordine alla necessità di definire meglio i criteri del patto di stabilità interno. Precisa poi che i citati emendamenti tengono particolarmente conto delle esigenze delle Regioni a statuto speciale, non per sottrarle ai criteri generali del patto di stabilità interno, ma per operare un più preciso riferimento al rapporto programmatico che le lega allo Stato, al fine di concordare misure sia strutturali che correttive dell’andamento tendenziale della spesa corrente.
Si sofferma poi approfonditamente sull’emendamento 22.59 che tiene conto dei mancati riferimenti al personale; al riguardo, domanda chiarimenti al rappresentante del Governo. Precisa infine di richiedere l’accantonamento degli emendamenti illustrati.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra gli emendamenti presentati con riguardo all’articolo 22, proponendone sin d’ora l’accantonamento. In particolare, illustra dettagliatamente l’emendamento 22.33, volto ad aggiungere, al comma 4 dell’articolo 22, riferimenti ad ulteriori categorie di spese: in primo luogo le spese correlate alle funzioni di istruzione pubblica, quali quelle per la refezione e il trasporto locale scolastico; in secondo luogo, le spese correlate alla gestione delle farmacie comunali nonché, infine, le spese correlate ai consumi di gas metano, energia elettrica ed acqua.
Si sofferma poi sugli emendamenti 22.43, 22.53 e 22.54, che sono ispirati al principio del riconoscimento della massima autonomia finanziaria dei Comuni, attraverso la possibilità di escludere dalle rigide prescrizioni del patto di stabilità talune tipologie di Comuni ivi indicate, al fine di incentivare tali amministrazioni al perseguimento del più alto indice possibile di autonomia finanziaria.
Illustra infine l’emendamento 22.81, che prevede un incremento nella dotazione finanziaria per talune categorie di Enti.
Interviene brevemente il senatore GRILLOTTI (AN) per richiedere al rappresentante del Governo, in sede di espressione del parere, alcuni chiarimenti circa l’entità dei tagli subiti dalle spese per la scuola fissate da specifiche previsioni normative.
Il senatore LEGNINI (DS-U) aggiunge la propria firma agli emendamenti 22.38, 22.41, 22.51 e 22.55, richiamando alcune considerazioni già svolte in discussione generale.
Osserva poi che l’attuale formulazione dell’articolo 22 porterebbe alla conseguenza, a suo avviso deprecabile, di determinare il superamento dei limiti previsti nel patto di stabilità interno a seguito di incrementi di spesa non previsti e collegati alle cause più disparate, come ad esempio una calamità naturale.
Conseguentemente – prosegue l’oratore – si corre il rischio per migliaia di Comuni di superare tali limiti, con il pericolo di un conseguente dissesto di carattere finanziario, stanti le rigorose previsioni normative previste in merito.
Tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 22 sono dati per illustrati.
Il presidente CURTO(AN) propone di passare all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 23 nonché a quelli volti ad aggiungere un ulteriore articolo dopo il medesimo.
La Commissione conviene con la proposta testé avanzata, sebbene il senatore MORANDO (DS-U) rilevi che un eventuale prolungamento dell’assenza del relatore al disegno di legge finanziaria, renderebbe impossibile procedere tempestivamente alle votazioni degli emendamenti già illustrati.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 23, inclusi quelli aggiuntivi.
Il senatore VITALI (DS-U) illustra quindi gli emendamenti presentati all’articolo 23, richiamando l’attenzione sul contenuto dell’ordine del giorno n. 0/3613/1/5a, che riassume il complesso delle indicazioni suggerite dal suo Gruppo.
Si sofferma in particolare sugli emendamenti 23.2, 23.3 e 23.5, che prevedono, rispettivamente, l’erogazione di contributi in favore delle unioni di Comuni e delle comunità montane, nonché disposizioni per la compartecipazione locale all’IRPEF e trasferimenti per gli Enti locali.
Al riguardo, richiama l’attenzione sull’importante manifestazione promossa dall’UNCEM il 27 ottobre scorso, per lamentare il sostanziale azzeramento delle risorse previste nel Fondo nazionale per la montagna, ricordando inoltre che, a tale proposito, è stato presentato un apposito emendamento, attualmente accantonato. Illustra poi gli emendamenti 23.11, 23.05 e 23.13, i quali ultimi si basano in particolare su un incremento del grado di autonomia fiscale e tributaria dei Comuni.
Il senatore CADDEO (DS-U) illustra dettagliatamente l’emendamento 23.0.21, che prevede la definizione, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria per il 2006, di un’intesa tra Governo e Regione Sardegna circa l’ammontare delle risorse spettanti a quest’ultima in applicazione della normativa vigente. In particolare, fa presente che nel corso del quinquennio 1998-2003 il PIL della Regione Sardegna è aumentato di circa il 18 per cento (contro un incremento di quello nazionale del 20 per cento), rilevando tuttavia che mentre il gettito dell’IRPEF ha registrato un aumento del 36 per cento, la quota regionale corrispondente è aumentata di appena l’1,95 per cento. Ritiene pertanto che da tali dati emerga chiaramente che lo Stato ha trattenuto indebitamente quote crescenti del gettito IRPEF spettante alla Regione correlate alle aziende con sede legale in Sardegna.
Con riguardo poi all’IVA, rileva che dal 1991 al 2003 gli introiti statali hanno registrato un incremento di circa l’81 per cento, mentre la quota riferita alla Regione Sardegna è diminuita dell’11,1 per cento. Ne deriva – prosegue l’oratore – che ogni anno la Regione Sardegna riceve circa 900 milioni di euro in meno rispetto al dovuto.
Poiché, inoltre, la procedura attualmente in vigore prevede il raggiungimento di un’intesa per riottenere quanto dovuto, in assenza della quale la decisione ultima spetta al Governo, ritiene doveroso rivedere tale procedura, al fine di tener conto maggiormente delle esigenze delle Regioni.
Considera poi assolutamente inconferente qualunque riferimento alla situazione apparentemente simile verificatasi per la Regione Sicilia, in quanto tale Regione ha ricevuto la somma di circa due miliardi di euro a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, che ha consentito di chiarire le basi del suo rapporto con lo Stato anche per il futuro.
Precisa peraltro che la finalità principale dell’emendamento 23.0.21 è incentrata principalmente sulla necessità di definire i rapporti pregressi.
Per tali ragioni auspica un’adeguata riflessione su tale proposta emendativa.
Il senatore MORANDO (DS-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 23.0.21 testé illustrato dal senatore Caddeo, condividendo, a nome dello schieramento di centro-sinistra, la rilevanza delle tematiche ivi trattate che coinvolgono l’equità di trattamento della regione Sardegna.
Anche i senatori ZANDA (Mar-DL-U) e MICHELINI (Aut) aggiungono la propria firma all’emendamento 23.0.21.
Interviene poi incidentalmente il senatore GRILLOTTI (AN) per sottolineare, con riferimento alla tematica della finanza locale, l’opportunità di prorogare l’assetto attualmente vigente relativamente alla TARSU, nonché di chiarire il trattamento riservato alle comunità montane e alle unioni di comuni.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) illustra poi l’emendamento a propria firma 23.0.19, recante disposizioni in materia di determinazione dell’indicatore della situazione economica equivalente. Sottolinea che tale proposta emendativa tratta un rilevante aspetto della finanza degli enti locali correlato al differente costo della vita nei diversi ambiti territoriali del Paese, che rende necessaria una diversificazione degli interventi.
Più in generale, ritiene che la problematica dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali debba essere rimeditata anche mediante l’attribuzione di tributi propri, pur tenendo presente l’esigenza di salvaguardare l’interesse nazionale tramite idonee misure perequative, richiamando peraltro la positiva esperienza delle Regioni ad autonomia speciale.
Conclude sottoponendo all’attenzione del rappresentante del Governo gli emendamenti presentati dalla propria parte politica riguardanti tale materia.
Il senatore MICHELINI (Aut) condivide la rilevanza delle tematiche trattate dal senatore Paolo Franco, ritenendole meritevoli di una valutazione approfondita. Evidenzia tuttavia come le problematiche che riguardano le Regioni a statuto speciale debbano essere tenute distinte da quelle delle altri Regioni, per le quali, tuttavia, è altresì necessario ipotizzare migliori forme di autonomia finanziaria, onde consentire alle autonomie locali di amministrare risorse, tenendo conto delle esigenze unitarie del Paese.
Dopo che il senatore DETTORI (Mar-DL-U) ha aggiunto la propria firma agli emendamenti 23.0.21 e 23.0.22, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) avverte che sono dati per illustrati tutti gli emendamenti sinora accantonati riferiti agli articoli 22 e 23 e che si passa all’espressione dei pareri del Relatore e del rappresentante del Governo.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) fa presente, con riferimento alle proposte emendative riferite all’articolo 22, in materia di Patto di stabilità interno degli enti locali, che il rispetto di tale Patto viene perseguito nell’ambito della manovra di finanza pubblica mediante la riduzione della spesa corrente e l’aumento degli stanziamenti in conto capitale; in tal modo, l’Esecutivo tende a garantire la compartecipazione delle autonomie territoriali all’impegno complessivo del Paese per rispettare i vincoli derivanti dall’appartenenza all’Unione europea, tramite una politica rigorosa che è stata positivamente valutata nelle sedi internazionali.
Fa quindi presente che gli emendamenti proposti tendono ad affievolire le conseguenze sugli enti locali dei vincoli imposti dal rispetto del Patto di stabilità interno, ribadendo come il Governo abbia già individuato un idoneo punto di equilibrio laddove ha operato riduzioni soltanto sulla spesa corrente e non sugli stanziamenti in conto capitale. Esprimendo apprezzamento per la coerenza delle misure delineate dall’Esecutivo, formula un parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 22.
Analoghe considerazioni ritiene valgano relativamente alle proposte emendative riferite all’articolo 23, sulle quali formula pertanto un parere contrario, eccezion fatta per gli emendamenti di cui è stato proposto l’accantonamento, in relazione ai quali fa peraltro presente l’esigenza di non alterare la strategia complessiva che impronta gli articoli 22 e 23 del disegno di legge finanziaria.
Svolge quindi il proprio intervento di replica il vice ministro VEGAS, il quale rileva in premessa che le tematiche trattate dagli articoli 22 e 23, concernenti la finanza locale, costituiscono un aspetto fondamentale della manovra di finanza pubblica.
Con specifico riferimento agli emendamenti presentati all’articolo 22, ai rilievi del senatore Caddeo relativi all’esigenza di tutelare le prerogative della regione Sardegna, risponde facendo presente che la garanzia di un corretto ed equilibrato assetto della finanza locale non può prescindere da una leale collaborazione tra tutti gli organismi regionali e lo Stato nello svolgimento delle rispettive funzioni.
Riguardo poi alla problematica di carattere generale dell’andamento dei conti pubblici, rileva che la rimodulazione di entrate e spese in un’ottica di rispetto dei programmati saldi finanziari non può prescindere da un contestuale intervento di determinazione del livello massimo delle spese e che l’introduzione del Patto di stabilità interno si inquadra proprio in tale ultimo ambito e risulta coerente con i meccanismi vigenti nelle sedi comunitarie: la riduzione della spesa pubblica in tal modo garantita consente il mancato aumento della pressione fiscale e, in conseguenza, il sostegno alla crescita economica del Paese. Quanto alla paventata penalizzazione dell’autonomia finanziaria degli enti locali, fa osservare che anche le autonomie territoriali fanno parte dei soggetti che compartecipano alla spesa pubblica complessiva e che detta inclusione è imprescindibile in vista del rispetto dei parametri comunitari. Fa peraltro presente che il comma 4 dell’articolo 23 esclude dall’applicazione del Patto di stabilità interno le spese ritenute inderogabili, quali quelle per il personale, per la sanità delle Regioni e per le prestazioni di carattere sociale. A tale ultimo proposito, sottolinea che le spese sociali devono essere delimitate con precisione al fine di non vanificare l’efficacia della previsione del Patto medesimo. Non giudica altresì condivisibile l’opinione di chi ritiene che le riduzioni di spesa per gli enti locali possano essere interamente ascritte a determinati settori quali le spese di rappresentanza e di funzionamento. In conclusione, si dichiara disponibile a valutare attentamente le proposte emendative concernenti le spese escluse dall’applicazione del Patto di stabilità interno, pur giudicando difficoltosa l’individuazione di un nuovo accordo in tale materia.
Per quanto concerne gli emendamenti volti ad innalzare la soglia dimensionale dei Comuni ai fini dell’applicazione del Patto di stabilità interno, fa presente che essi risultano onerosi dal punto di vista finanziario. Riafferma poi la validità delle disposizioni relative alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome, richiamando l’accordo in materia di personale e di contenimento delle spese già raggiunto tra tali ultime ed il Governo.
Dopo aver manifestato disponibilità rispetto all’ipotesi di accantonamento delle proposte emendative riferite alle spese in conto capitale, si sofferma sulle osservazioni svolte dal senatore Paolo Franco, facendo presente che l’introduzione di un sistema che privilegi gli enti locali virtuosi sotto il profilo della spesa pubblica è resa difficoltosa dalla mancata formulazione da parte delle autonomie locali medesime di una proposta unitaria in tal senso e dalla difficile individuazione dei correlativi meccanismi sanzionatori che dovrebbero riferirsi agli enti locali che non hanno esplicato efficacemente il controllo sulle spese.
Con riferimento alla problematica dei finanziamenti alle Comunità montane, ritiene che l’eventuale assegnazione di risorse specifiche possa essere valutata solamente in una fase successiva, mentre relativamente alla normativa sulla TARSU assicura l’attenzione del Governo per individuare la soluzione maggiormente idonea, che dovrebbe comunque essere affidata preferibilmente ad una legge ordinaria rispetto ad un provvedimento di urgenza.
Il Vice Ministro si sofferma poi sugli emendamenti riferiti all’articolo 23.
Giudica la prospettata introduzione di una tassa di soggiorno non condivisibile in quanto idonea ad incidere sul settore turistico, che sta già attraversando un periodo di crisi.
Ai rilievi svolti dal senatore Caddeo in sede di illustrazione dell’emendamento 23.0.21, pur manifestando disponibilità rispetto all’ipotesi di accantonamento, replica facendo presente che la problematica del trasferimento di risorse alla regione Sardegna si riferisce ad un ampio arco temporale ma è emersa solo di recente ed occorre pertanto un’approfondita valutazione degli elementi fattuali e normativi da parte del Governo, sia in collaborazione con la Conferenza Stato-Regioni, sia con la regione interessata.
Il PRESIDENTE relatore avverte che si passa alla votazione degli emendamenti sinora accantonati riferiti all’articolo 22.
Posto ai voti, l’emendamento 22.1 viene respinto.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene poi di accantonare nuovamente gli emendamenti 22.2, 22.3, 22.4 e 22.5, di analogo tenore.
Con successive votazioni sono poi respinti gli emendamenti da 22.6, 22.9, 22.10 e 22.7.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene quindi di accantonare nuovamente gli emendamenti 22.12, 22.13, 22.14 e 22.15, di identico contenuto.
Il senatore MORANDO (DS-U) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 22.20 (testo 2).
Fa anzitutto presente di non condividere le considerazioni svolte dal Rappresentante del Governo sugli emendamenti volti a modificare la disciplina del Patto di stabilità interno per gli enti locali: ritiene, infatti, che tale normativa risulti penalizzante nei confronti delle autonomie locali che meglio hanno amministrato le risorse assegnate, mentre l’imposizione di limiti massimi alla spesa degli enti locali non è da considerarsi l’unica via percorribile, poiché potrebbe condurre a conseguenze indesiderate, in virtù del collegamento effettuato con le spese sostenute nell’esercizio finanziario precedente. Rileva poi che la mancata introduzione di un meccanismo premiale delle autonomie territoriali determina contrasti tra i singoli enti, che risultano quindi in difficoltà nell’elaborare un’iniziativa comune e nei rapporti con lo Stato centrale. In definitiva, ritiene che l’assenza di un approfondito confronto circa una possibile ridefinizione delle caratteristiche del Patto di stabilità rischi di aggravare ancor più il problema delle spese degli enti locali.
Per quanto concerne specificamente il contenuto della proposta emendativa, fa osservare che essa reca una serie di disposizioni per una riforma organica del Patto di stabilità interno, assistite da un’idonea copertura finanziaria. Sottolinea inoltre la necessità di escludere dall’applicazione del Patto spese certamente da considerarsi di carattere sociale quali quelle connesse all’istruzione pubblica, che costituiscono un aspetto essenziale del welfare degli enti locali a favore degli studenti meno abbienti.
Posto ai voti, è respinto l'emendamento 22.20 (testo 2).
Il senatore VITALI (DS-U) preannuncia il voto favorevole della propria parte politica sull'emendamento 22.21, diretto a stabilire che il complesso delle spese correnti in conto capitale per ogni provincia e comune con popolazione di oltre 3 mila abitanti non può essere superiore alla somma dell'ammontare della spesa corrente dell'anno 2004 diminuito del 6,7% e delle spese in conto capitale del 2004 aumentato del 10%.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 22.21, 22.25, 22.27 e 22.29.
Previo parere favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto di nuovo l'accantonamento dell'emendamento 22.33.
Posti separatamente ai voti, sono poi respinti gli emendamenti da 22.34 a 22.41.
La Commissione conviene di accantonare nuovamente l’esame dell'emendamento 22.43.
Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 22.45, 22.49, 22.50, 22.51, 22.46 e 22.52 (testo 2).
La Commissione procede quindi di accantonare nuovamente degli emendamenti 22.53 (testo 2) e 22.54.
Con distinte votazioni, sono quindi respinti gli emendamenti 22.55, 22.57 e 22.58.
E' quindi disposto di nuovo l'accantonamento degli emendamenti 22.59 e 22.60.
Posti separatamente ai voti, sono invece respinti gli emendamenti 22.61 e 22.63.
La Commissione dispone poi di nuovo l'accantonamento dell'emendamento 22.64.
Il senatore CICCANTI (UDC) insiste affinché la Commissione valuti la possibilità di accantonare nuovamente l'esame dell'emendamento 22.65, il quale, analogamente ad altre proposte, come quelle contenute negli emendamenti 22.71 e 22.0.6, mira a prevedere deroghe all'indebitamento delle Regioni per le spese di investimento finalizzate a sostegno della ricerca e dell'innovazione.
Previo avviso favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è quindi disposto l'accantonamento degli emendamenti 22.65, 22.67, 22.68, 22.69, 22.70 e 22.71.
Posti separatamente ai voti, sono invece respinti gli emendamenti 22.72, 22.73, 22.74 e 22.75.
Il senatore IZZO (FI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 22.76.
Previo parere favorevole del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, la Commissione approva l'emendamento 22.76.
In esito a distinte votazioni, sono quindi respinti gli emendamenti 22.77, 22.78 e 22.80.
La Commissione dispone poi l'accantonamento dell'emendamento 22.81.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 22.82, 22.84, 22.86, 22.0.1 e 22.0.2.
La Commissione procede quindi ad un nuovo accantonamento degli emendamenti 22.0.3, 22.0.4, 22.0.5, 22.0.6, 22.0.7, 22.0.8 e 22.0.9.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti da 22.0.10 a 22.0.32.
Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all'articolo 23, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti da 23.1 a 23.11.
Previa richiesta avanzata dal senatore IZZO (FI) - sulla quale esprimono avviso favorevole il RELATORE e il rappresentante del GOVERNO - è disposto nuovamente l'accantonamento dell'emendamento 23.12.
Posti separatamente ai voti sono quindi respinti gli emendamenti da 23.13 a 23.0.18.
Previa richiesta avanzata dal senatore Paolo FRANCO (LP) - sulla quale esprimono avviso favorevole il RELATORE e il rappresentante del GOVERNO - è disposto l'accantonamento dell'emendamento 23.0.19.
Il senatore CADDEO (DS-U), intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 23.0.21, esprime le proprie perplessità in merito alle valutazioni espresse dal rappresentante del Governo circa i profili concernenti la compartecipazione all'IRPEF da parte delle Regioni. Infatti, in tale delicata materia, bisognerebbe ripristinare la procedura normale che prevede, in primo luogo, una discussione tra il Governo e le Regioni interessate affinché si possa raggiungere un'intesa. E', pertanto, inaccettabile che l'Esecutivo suggerisca in qualche modo alle medesime Regioni di avanzare apposito ricorso presso la Corte costituzionale, in quanto un contenzioso di tale natura si rivelerebbe assai dannoso per le istituzioni coinvolte.
Alla luce di tali valutazioni, l'emendamento 23.0.21 è volto a far sì che il Governo, d'intesa con la regione Sardegna, definisca l'ammontare delle risorse spettanti alla stessa Regione, ferma restando la necessità di una verifica in relazione agli esercizi finanziari precedenti. Tuttavia, almeno in via transitoria, risulta indispensabile, in attesa che si definisca tale verifica, prevedere a titolo di acconto l'autorizzazione in favore della Regione di un apposito contributo annuale. Se tale emendamento fosse approvato, la regione Sardegna disporrebbe quindi di un volume di risorse adeguate, senza il quale sarebbe assai ardua la realizzazione di rilevanti politiche sociali e di sviluppo.
Il vice ministro VEGAS, intervendo in via incidentale, fa presente che, pur comprendendo le valutazioni espresse dal senatore Caddeo, la questione da lui richiamata è attualmente oggetto di discussione tra lo Stato e le Regioni.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nella veste di relatore, aderisce ai chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, anche in considerazione del fatto che la Commissione non può che rimettersi alle determinazioni che, sulle tematiche richiamate dall'emendamento in esame, si adotteranno all'interno delle sedi competenti.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 23.0.21 e 23.0.22.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, sulla quale conviene la Commissione, si procede quindi all'esame degli emendamenti presentati all'articolo 64, nonché di quelli diretti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il presidente AZZOLLINI dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 64.1, 64.2, 64.3, 64.4, 64.0.2, 64.0.4, 64.0.6, 64.0.8, 64.0.10, 64.0.11, 64.0.14, 64.0.18, 64.0.20, 64.0.21, 64.0.22, 64.0.23, 64.0.26, 64.0.27, 64.0.33 e 64.0.37 (limitatamente al comma 9).
Sono altresì dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 64.0.17 e 64.0.40. Avverte, poi, che le proposte che verranno esaminate nel corso della seduta sono pubblicate nel fascicolo n. 4, ad eccezione delle proposte 64.0.37 (testo 2), 65.1 (testo 2) che verranno pubblicati separatamente nel fascicolo n. 8.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) si sofferma sull'emendamento 64.6, avente ad oggetto la rideterminazione dei valori dei terreni edificabili e con destinazione agricola. Affinché possano essere approfondite le tematiche sottese a tale proposta, chiede che si valuti eventualmente la possibilità di un suo accantonamento.
Il senatore GRILLOTTI(AN), dopo aver illustrato l'emendamento 64.0.1 - diretto ad incrementare l'aliquota dell'imposta di consumo sugli oli lubrificanti affinché con tale incremento possa costituirsi un fondo per migliorare le prestazioni ambientali degli insediamenti produttivi - ne chiede l'accantonamento.
Il senatore TAROLLI (UDC) richiama l'attenzione della Commissione sugli emendamenti 64.0.13 e 64.0.19 i quali, nell'ottica di consentire una più equa redistribuzione dei redditi, sono finalizzati ad introdurre misure a sostegno dei risparmiatori, misure di cui si sente la necessità soprattutto in una fase economica difficile qual è quella attuale. Inoltre, la ratio di queste proposte si giustifica anche alla luce dei differenti livelli di prelievo sulle rendite presenti nell'ordinamento interno rispetto a quello degli altri Paesi dell'Unione europea.
Alla luce di tali argomentazioni, quindi, l'emendamento 64.0.13 se approvato consentirebbe di escludere dalla base imponibile i redditi derivanti da obbligazioni e da altri titoli sino ad un importo di 800 euro. Il minor gettito che deriverebbe da tale disposizione sarebbe compensato attraverso un aumento delle aliquote delle ritenute sulle obbligazioni e sui titoli in possesso di soggetti aventi redditi superiori.
In senso analogo, l'emendamento 64.0.19 interviene sulle cosiddette stock options, prevedendo, tra l'altro, una esenzione fiscale per i guadagni relativi al cosiddetto azionariato popolare.
In conclusione, auspica che la Commissione possa affrontare senza alcuno spirito ideologico le tematiche richiamate dai due emendamenti illustrati, i quali potrebbero essere eventualmente accantonati per permettere una più ampia riflessione degli argomenti evidenziati.
Il senatore GRILLOTTI(AN), dopo averlo sottoscritto, chiede alcuni chiarimenti in merito ai contenuti dell'emendamento 64.0.28, il quale, analogamente agli emendamenti 64.0.29 e 64.0.30, potrebbe essere stato già oggetto di esame e di approvazione nel corso dell'iter del decreto-legge n. 203 del 2005, recante misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria.
I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.
Si procede quindi all'espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti presentati all'articolo 64, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il presidente AZZOLLINI(FI), in qualità di relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione di quelli sui quali è stata avanzata una richiesta di accantonamento.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore.
Posto ai voti, è respinto l'emendamento 64.5.
La Commissione dispone poi l'accantonamento dell'emendamento 64.6.
Posto ai voti, è respinto l'emendamento 64.7.
E' quindi disposto l'accantonamento dell'emendamento 64.0.1.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 64.0.3, 64.0.5 e 64.0.7.
Si procede quindi all'accantonamento dell'emendamento 64.0.9.
Posto ai voti, è respinto l'emendamento 64.0.12.
Si procede quindi all'accantonamento dell'emendamento 64.0.13.
Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 64.0.15 e 64.0.16.
E' quindi disposto l'accantonamento dell'emendamento 64.0.19.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 64.0.24 e 64.0.25.
La Commissione dispone poi l'accantonamento degli emendamenti 64.0.28, 64.0.29 e 64.0.30, di analogo tenore.
In esito a distinte votazioni, sono invece respinti gli emendamenti da 64.0.31 a 64.0.47.
Si procede quindi all'esame degli emendamenti presentati all'articolo 65, nonché di quelli diretti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il presidente AZZOLLINI dichiara inammissibili per copertura finanziaria gli emendamenti 65.0.2, 65.0.5, 65.0.6, 65.0.7, 65.0.9, 65.0.10, 65.0.11, 65.0.12, 65.0.13, 65.0.14, 65.0.15, 65.0.16, 65.0.20, 65.0.24, 65.0.25, 65.0.27, 65.0.28 e 65.0.30.
Sono altresì dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 65.0.4 e 65.0.31.
Il senatore LEGNINI (DS-U) si sofferma sull'emendamento 65.1, volto ad evitare che dalla applicazione del comma 1 dell'articolo 65 si possano innescare dei problemi a carico delle pubbliche amministrazioni. Infatti, così come configurato, l'articolo menzionato esclude che le pubbliche amministrazioni possano valutare di recedere dai contratti conclusi, anche se hanno la possibilità di avere ipotesi allocative più convenienti. La proroga dei contratti di locazione, previsti nel comma 1 dell'articolo 65, rischierebbe quindi di creare un automatismo che imporrebbe alle amministrazioni pubbliche interessate di rimanere vincolate agli stessi contratti per molti anni. Allo scopo di superare questa eventualità negativa, l'emendamento 65.1 consente, anziché la proroga, il rinnovo dei contratti di locazione.
In senso analogo, l'emendamento 65.2, se approvato, consentirebbe alle amministrazioni dello Stato di richiedere il rinnovo del contratto sei mesi prima della scadenza, salva la facoltà di valutare ipotesi allocative più convenienti.
I restanti emendamenti si danno per illustrati.
Si procede quindi all'espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti presentati all'articolo 65, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.
Il presidente AZZOLLINI(FI), nelle vesti di relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, salvo l'emendamento 65.1 sul quale si rimette alle determinazioni del rappresentante del Governo.
Il vice ministro VEGAS esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione dell'emendamento 65.1 sul quale formula avviso favorevole, purché tale proposta venga riformulata nel senso di espungere la disposizione relativa alla copertura finanziaria.
Il senatore LEGNINI (DS-U) riformula l'emendamento 65.1 nell'emendamento 65.1 (testo 2), nel senso suggerito dal rappresentante del Governo.
Posto ai voti, l'emendamento 65.1 (testo 2) è approvato.
Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti da 65.2 a 65.0.29.
Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta antimeridiana del 3 novembre 2005
22.76
IZZO
Al comma 11, dopo le parole: «con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze», aggiungere le seguenti parole: «di concerto con il Ministro dell’interno e».
65.1 (testo 2)
LEGNINI
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Al comma 1, sostituire la parola: "prorogati" con le seguenti: "sono rinnovabili".
Conseguentemente, all’articolo 67, Tabella C, ridurre le dotazioni di parte corrente relative alla rubrica Ministero delle finanze, per il triennio, in misura pari al 10 per cento.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
giovedì 3 novembre 2005
779ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) presenta ed illustra l’ulteriore emendamento 31.500. Ne chiede poi l’accantonamento osservando l’opportunità di riprenderne l’esame congiuntamente alle altre proposte emendative riferite all’articolo 31, già accantonate nel corso delle precedenti sedute.
La Commissione dispone, quindi, l’accantonamento della proposta 31.500.
Il presidente AZZOLLINI, con riferimento all’emendamento 64.3, dichiarato inammissibile in una precedente seduta per inadeguata copertura finanziaria, preannuncia che procederà a revocare la suddetta dichiarazione di inammissibilità, avendo riscontrato, a seguito di ulteriori approfondimenti, che tale emendamento reca un contenuto analogo ad altri già dichiarati ammissibili.
Essendo stato dichiarato nuovamente ammissibile, su richiesta del proponente FERRARA (FI), il citato emendamento 64.3 viene quindi accantonato.
Il presidente AZZOLLINI (FI) ricorda che, come dianzi convenuto, nella presente seduta verranno esaminate le proposte relative agli articoli da 66 a 68, nonché quelle volte ad inserire articoli aggiuntivi dopo i suddetti articoli. Ricorda, altresì, che tali emendamenti sono pubblicati, a parte, nel fascicolo n. 4, ad eccezione delle seguenti proposte, pubblicate invece nel fascicolo n. 8: 31.500, 66.18 (testo 2), 66.34 (testo 2), 66.36 (testo 2), 66.41 (testo 3), 66.41 (testo 2), 66.52 (testo 2), 66.0.40 (testo 2), 66.0.100, 66.0.89 (testo 2), 66.0.96, 66.0.97, 66.0.98 e 66.0.99. Nel medesimo fascicolo n. 8 verranno infine ripubblicate le riformulazioni (testi 2) degli emendamenti all’articolo 67 relativi alle tabelle A, B, C ed E, connesse a precisazioni riguardanti eventuali finalizzazioni ovvero, in ossequio alla prassi finora seguita, le riformulazioni delle medesime proposte emendative che si siano rese necessarie in seguito a dichiarazioni di parziale inammissibilità precedentemente formulate.
Il Presidente dichiara indi inammissibili per carenza di copertura finanziaria gli emendamenti 66.1, 66.11, 66.12, 66.14, 66.15, 66.22, 66.23, 66.33, 66.37, 66.42, 66.44, 66.46, 66.54, 66.0.15, 66.0.20, 66.0.26, 66.0.74, 66.0.75, 66.0.78, 66.0.89 (limitatamente agli anni 2007 e 2008); per materia le proposte 66.0.53, 66.0.54, 66.0.58, 66.0.59, 66.0.61, 66.0.62; per copertura finanziaria gli emendamenti 67.3, 67.Tab.A.1, 67.Tab.A.63, 67.Tab.A.64 (limitatamente al 2007 e 2008), 67.Tab.B.3 (limitatamente al 2007 e 2008), 67.Tab.B.16 (limitatamente al 2007 e 2008), 67.Tab.B.29 (limitatamente alla voce decreto-legge n. 201 del 2002), 67.Tab.B.52 (limitatamente al 2007 e 2008), 67.Tab.B.66 (limitatamente al 2007 e 2008), 67.Tab.B.92, 67.Tab.C.11 (limitatamente alla voce legge n. 225 del 1992), 67.Tab.C.24, 67.Tab.C.35 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 67.Tab.C.36 (limitatamente agli anni 2007 e 2008), 67.Tab.C.37 (limitatamente agli anni 2007 e 2008). Dichiara, infine, improponibili le proposte 67.Tab.B.100 e 67.Tab.C.39.
Si passa all’illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 66.
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra l’emendamento 66.3, evidenziando, relativamente alla tematica inerente agli apparecchi da gioco, che la legislazione vigente prefigura il collegamento in rete di tali macchine ed altresì individua le caratteristiche delle stesse, al fine di preservare una componente di abilità nel gioco, in modo tale da ridurre l’aleatorietà dello stesso.
Le innovazioni introdotte in relazione a tale materia dall’articolo 66 del disegno di legge finanziaria 2006 risultano incongrue e non condivisibili, modificando in senso peggiorativo i sopradescritti caratteri delle macchine da gioco, e finendo in tal modo per trasformare le stesse in vere e proprie slot machine, presenti in quasi tutti i bar.
Qualora le forze politiche di maggioranza intendano diffondere tali apparecchiature sul territorio, sarebbe preferibile l’introduzione di un casinò in ogni regione, atteso che tali strutture sono soggette a maggiori controlli (ad esempio nei casinò, a differenza dei bar, non possono entrare i minori).
Il senatore SALERNO (AN) fa presente, relativamente alla tematica citata dal senatore Morando, che le macchinette da gioco non vanno confuse con le slot machine e che la normativa introdotta in proposito nel maggio del 2004 regolamenta in modo congruo tale settore, allineando sotto tale profilo l’Italia agli altri Paesi europei. È stato poi introdotto un collegamento telematico delle macchinette da gioco, volto a prevenire l’illegale utilizzo delle stesse.
L’oratore ritiene inoltre incostituzionale il divieto di apporre tali apparecchiature nelle "sale bingo", atteso che è invece consentita la presenza delle stesse nei bar.
Si rammarica, infine, dell’inammissibilità pronunciata riguardo all’emendamento 66.14.
Il presidente AZZOLLINI (FI) precisa brevemente, in relazione a tale ultimo profilo, che la dichiarazione di inammissibilità in questione si è resa necessaria alla luce della soppressione, operata dalla proposta emendativa 66.14, dell’articolo 66, comma 6, lettera b), del testo, relativa all’obbligo dei concessionari delle macchine da gioco di pagare un canone allo Stato.
Il senatore SALERNO (AN), continuando nell’illustrazione degli emendamenti a propria firma, evidenzia che l’emendamento 66.18 (testo 2) riduce il prelievo erariale nel settore del gioco regolare, atteso che in tale comparto si registra una crisi di redditività.
L’oratore chiede infine l’accantonamento dell’emendamento 66.18 (testo 2), nonché, dopo averlo illustrato, dell’emendamento 66.52 (testo 2).
Il senatore GIARETTA (Mar-DL-U) illustra l’emendamento 66.8, sottolineando che la materia in questione, per la sua complessità e per i suoi delicati risvolti sul piano sociale e sul piano penale, andrebbe affrontata organicamente. Il succedersi nel corso degli anni di frammentarie discipline (relativamente al settore del gioco), inserite nell’ambito delle leggi finanziarie, crea un’incertezza e una precarietà del quadro normativo. Peraltro, come ha rilevato anche la Guardia di Finanza, è estremamente diffuso il fenomeno del gioco illegale, che rende sempre più difficile per gli operatori che operano legalmente competere con tali forme illecite di esercizio.
Occorre quindi tutelare gli operatori regolari, effettuando contemporaneamente una consistente attività repressiva del gioco illecito.
Il senatore EUFEMI (UDC) si duole della dichiarazione di inammissibilità relativamente all’emendamento 66.15, esponendo le ragioni di tale doglianza.
Il presidente AZZOLLINI precisa brevemente che l’inammissibilità in questione riveste una valenza meramente tecnica, risultando avulsa da qualsivoglia valutazione di merito.
Il senatore PEDRIZZI (AN) sottolinea preliminarmente la congruità della strategia adottata dal Governo nella materia inerente al gioco, volta in particolare ad ampliare il perimetro del gioco legale, restringendo contemporaneamente l’area della illegalità. Dopo aver sottolineato l’esigenza di rafforzare le misure sanzionatorie, al fine di contrastare il gioco illecito, l’oratore fa presente che nell’ambito del disegno di legge finanziaria occorre incentrare l’attenzione sui soli profili attinenti al gettito, mentre tutti i risvolti ordinamentali di tale complessa materia dovrebbero essere esaminati organicamente nell’ambito di un apposito disegno di legge, volto a razionalizzare il settore in questione.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un), dopo aver aggiunto la propria firma all’emendamento 66.9, lo illustra, sottolineando la necessità che l’approccio alla materia in questione non venga incentrato sulle sole finalità di gettito, atteso il rilevante impatto sociale e etico di tale tematica. Ritiene, in tal senso, del tutto non condivisibile la disciplina contenuta nell’articolo 66 del disegno di legge finanziaria.
Il senatore FERRARA (FI) illustra le proposte emendative 66.34 (testo 2), 66.36 (testo 2) nonché, dopo avervi aggiunto la firma, 66.38, chiedendo poi l’accantonamento di tutti i suddetti emendamenti, e 66.41 (testo 3).
Il senatore Paolo FRANCO (LP), dopo aver dato per illustrato l’emendamento 66.51, chiede l’accantonamento dello stesso.
Il senatore CICCANTI (UDC) illustra l’emendamento 66.56, sottolineando l’esigenza di garantire una tracciabilità delle giocate, nella prospettiva di prevenire il pericolo di infiltrazione di forme di gioco illecito, specie per via telematica. Chiede quindi l’accantonamento della proposta emendativa sopracitata.
Tutti i restanti emendamenti all’articolo 66 vengono dati per illustrati. Si passa quindi all’illustrazione di quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il suddetto articolo.
Il senatore SALERNO (AN) dà per illustrato l’emendamento 66.0.1e chiede che ne venga disposto l’accantonamento.
Il senatore CURTO (AN) illustra brevemente l’emendamento 66.0.10. Ricorda in proposito che la nuova disciplina per l’esercizio del cosiddetto gioco lecito ha imposto ai concessionari una forte innovazione tecnologica con l’evidente obiettivo di prevenire comportamenti fraudolenti. Tutto ciò ha comportato però grandi difficoltà applicative, in particolare per la realizzazione delle reti telematiche con i conseguenti ritardi ed inadempimenti che ora espongono i concessionari a possibili sanzioni. L’amministrazione dei monopoli, pur nella consapevolezza che sono stati fatti tutti gli sforzi per ottemperare, nel rispetto dei termini, alle nuove prescrizioni, si trova costretta a perseguire gli inadempimenti nonostante che gli stessi siano stati determinati in molti casi da motivi oggettivi non imputabili ai concessionari. Si propone con l’emendamento in esame di porre rimedio alla situazione che si è determinata indicando nel concordato per adesione lo strumento per definire una volta per tutte gli inadempimenti e le pendenze, eliminando in tal modo incertezze interpretative anche nell’ottica di una esigenza di equità. Chiede pertanto che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento in esame.
Il senatore CICCANTI (UDC) ritira gli emendamenti 66.0.8 e 66.0.12. Dà quindi per illustrati gli emendamenti 66.0.13 e 66.0.14 proponendone l’accantonamento. Richiama brevemente l’attenzione sull’emendamento 66.0.41 che affronta una questione ben nota al Senato, costituendo oggetto del disegno di legge n. 1300 recante modifiche alla tabella A allegata alla legge del 26 luglio 1975 n. 354, con riferimento alla sede dell’ufficio di sorveglianza per adulti di Macerata, di cui la Commissione giustizia ha concluso l’esame in sede referente. Si tratta di una proposta che risponde ad una esigenza di razionalizzazione della organizzazione degli uffici di sorveglianza sulla quale anche il Governo ricorda aveva avuto modo di esprimersi favorevolmente. Chiede quindi che ne sia disposto l’accantonamento.
Il senatore FERRARA (FI) dà per illustrato e chiede che sia disposto l’accantonamento dell’emendamento 66.0.9.
Il senatore MICHELINI (Aut) aggiunge la sua firma ed illustra brevemente l’emendamento 66.0.18. La promozione della creazione di asili nido nei luoghi di lavoro merita, a suo avviso, il sostegno della Commissione trattandosi di una proposta che, nel rispetto delle competenze regionali, ove accolta valorizzerebbe la manovra finanziaria nell’ottica della tutela della famiglia.
Tutti i restanti emendamenti aggiuntivi all’articolo 66 sono dati per illustrati.
La seduta, sospesa alle ore 18,20, riprende alle ore 19,30.
Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del Governo sugli emendamenti riferiti all’articolo 66, nonché su quelli recanti articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti i suddetti emendamenti, ad eccezione di quelli per i quali è stato richiesto l’accantonamento, facendo riserva di esprimere in proposito la sua valutazione nel corso dell’esame.
Il vice ministro VEGAS esprime un parere conforme a quello del relatore. Manifesta quindi apprezzamento per la discussione svolta sulla materia dei giochi, precisando che il Governo non ha alcuna intenzione di trasformare il Paese in un casinò ma semplicemente si propone di regolamentare un fenomeno complesso e dagli aspetti variegati che presenta anche connessioni con la criminalità organizzata. Si tratta inoltre di una realtà in continua e rapida evoluzione che chiama il legislatore a dare sempre nuove risposte, finalizzate alla individuazione di strumenti più efficaci di prevenzione e lotta delle illegalità e delle frodi. Ritiene quindi migliorabili alcuni aspetti della disciplina proposta, come ad esempio la questione della durata dei giochi, senza che da ciò possano derivare conseguenze negative sotto il profilo del gettito finanziario. Manifesta poi la disponibilità del Governo ad una riflessione sul complesso delle disposizioni in materia con l’obiettivo di fugare le preoccupazioni da più parti sollevate.
Segue un breve intervento del senatore SALERNO (AN) il quale, dopo aver espresso il suo apprezzamento per le dichiarazioni del rappresentante del Governo, manifesta la sua contrarietà alla proposta di consentire l’introduzione di giochi negli esercizi commerciali anche per i possibili effetti diseducativi sui minori, che avrebbero libero accesso a tali luoghi.
Riprende quindi il vice ministro VEGAS il quale ritiene meritevoli di attenzione quelle proposte che hanno per obiettivo la tutela dei bambini.
Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 66, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo il citato articolo.
Posti separatamente ai voti sono respinti gli emendamenti da 66.2 a 66.17.
Dopo che il senatore SALERNO (AN) ha ribadito la proposta di accantonamento dell’emendamento 66.18 (testo 2), il senatore MICHELINI (Aut) dichiara la sua contrarietà sia sulla proposta, per profili di copertura, sia, più in generale, sul merito della disciplina di cui all’articolo 66 che, permettendo l’attivazione di giochi in luoghi normalmente frequentati dalle famiglie, non potrà non avere implicazioni negative, anche per i possibili effetti diseducativi sui minori.
E’ quindi disposto l’accantonamento dell’emendamento 66.18 (testo 2).
In esito a distinte votazioni sono respinti gli emendamenti da 66.19 a 66.27, mentre l’emendamento 66.28 è approvato. Con ulteriori, separate votazioni, sono quindi respinti gli emendamenti da 66.29 a 66.32. L’emendamento 66.34 (testo 2) è accantonato.
Posto ai voti, risulta approvato l’emendamento 66.35, mentre è disposto l’accantonamento degli emendamenti 66.36 (testo 2) e 66.38. Sono quindi respinti, dopo distinti scrutini, gli emendamenti 66.39 e 66.40. E’ disposto l’accantonamento dell’emendamento 66.41 (testo 3), mentre l’emendamento 66.43 non è approvato. E’ quindi accantonato anche l’emendamento 66.45.
Risultano poi respinti, in esito a distinte votazioni, gli emendamenti da 66.47 a 66.50. Gli emendamenti 66.51 e 66.52 (testo 2) sono accantonati. Gli emendamenti 66.53 e 66.55 con distinte votazioni non sono approvati. E’ poi disposto l’accantonamento dell’emendamento 66.0.1.
Sono invece respinti, a seguito di distinti scrutini, gli emendamenti da 66.0.2 a 66.0.7, mentre gli emendamenti 66.0.9 e 66.0.10 sono accantonati. Dopo che l’emendamento 66.0.11 è stato respinto, viene altresì disposto l’accantonamento degli emendamenti 66.0.13 e 66.0.14.
Sono quindi separatamente respinti gli emendamenti 66.0.16 e 66.0.17, mentre l’emendamento 66.0.18 è accantonato. Non sono altresì approvati, sempre con distinti scrutini, gli emendamenti da 66.0.21 a 66.0.40 (testo 2).
Dopo che l’emendamento 66.0.41 è accantonato, sono separatamente respinti gli emendamenti da 66.0.42 a 66.0.50. E’ altresì disposto l’accantonamento dell’emendamento 66.0.100, mentre con successive, distinte votazioni sono respinti gli emendamenti da 66.0.51 a 66.0.96..
Viene quindi accantonata la proposta 66.0.97, mentre risulta respinta la 66.0.98. Infine, è disposto l’accantonamento dell’emendamento 66.0.99.
La Commissione procede quindi all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 67 e degli emendamenti aggiuntivi allo stesso articolo, ad eccezione di quelli riferiti alle tabelle.
Poiché nessun senatore chiede la parola, si danno per illustrate le proposte emendative riferite ovvero aggiuntive al medesimo articolo 67 e si passa indi all’espressione dei pareri del relatore e del Governo.
Il presidente AZZOLLINI (FI), relatore sull’Atto Senato n. 3613, si pronuncia in senso contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 67, ad eccezione delle proposte emendative a sua firma (67.1 e 67.2).
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme al Presidente relatore.
Si passa, quindi, alle votazioni degli emendamenti riferiti all’articolo 67, inclusi gli aggiuntivi.
Con successive e distinte votazioni la Commissione accoglie gli emendamenti 67.1 e 67.2 e respinge il 67.4, nonché gli aggiuntivi 67.0.1 e 67.0.2.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti riferiti alle tabelle di cui all’articolo 67 i quali, su proposta del presidente relatore AZZOLLINI (FI), sono successivamente accantonati.
Si procede pertanto all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 68, che – nessun senatore chiedendo di intervenire – sono dati per illustrati.
Si passa indi all’espressione dei pareri.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il vice ministro VEGAS si pronunciano in senso contrario su tutti gli emendamenti presentati.
Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 68.1 (identico agli emendamenti 68.2, 68.3 e 68.4), interviene il senatore MICHELINI (Aut), il quale giudica senz’altro opportuno stabilire, del resto come per un’analoga disposizione recata nella legge finanziaria per il 2005, che la disciplina contemplata nel disegno di legge n. 3613 è applicabile alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome compatibilmente con le norme recate nei rispettivi statuti.
Il vice ministro VEGAS giudica preferibile la formulazione accolta nella precedente legge finanziaria, ritenendo che l’attuale versione dell’emendamento 68.1 sia eccepibile dal punto di vista costituzionale. Essa risulta infatti a suo avviso contraddittoria nei casi in cui le norme recate dal nuovo Titolo V della Costituzione assegnino maggiore autonomia rispetto a quanto previsto negli statuti degli enti territoriali in esame.
Il senatore MORANDO (DS-U) prende atto con soddisfazione delle affermazioni del rappresentante del Governo in merito all’ampiezza delle forme di autonomia assicurate dal nuovo Titolo V della Costituzione alle Regioni.
Il senatore TAROLLI (UDC), in sede di dichiarazione favorevole sull’emendamento 68.4 (identico agli emendamenti 68.1, 68.2 e 68.3), manifesta la propria disponibilità a una sua riformulazione nel medesimo testo accolto nella precedente legge finanziaria, qualora ciò consenta un’ampia convergenza sul testo.
Il senatore MICHELINI (Aut) conviene con la proposta testé avanzata, pur affermando che si tratta di una scelta riduttiva rispetto all’attuale formulazione.
Il vice ministro VEGAS suggerisce di riformulare le identiche proposte emendative da 68.1 a 68.4 sostituendo le parole "e delle relative norme di attuazione" sino alla fine del periodo con le seguenti: "laddove non diversamente specificato".
Il senatore MICHELINI (Aut) riformula pertanto l’emendamento 68.1 (testo 2) nel senso indicato dal rappresentante del Governo.
Il senatore MORO (LP) riformula a sua volta l’emendamento 68.3 (testo 2) nel medesimo senso.
Il senatore TAROLLI (UDC) aggiunge la sua firma all’emendamento 68.2, che riformula come 68.2 (testo 2), così come l’identico emendamento 68.4 (testo 2), secondo le indicazioni del Vice Ministro.
Sono indi posti congiuntamente ai voti gli identici emendamenti da 68.1 (testo 2) a 68.4 (testo 2), che risultano accolti all’unanimità.
Si passa indi all’esame degli emendamenti riferiti alle tabelle di cui all’articolo 67, precedentemente accantonati.
Il vice ministro VEGAS, richiamando anche le considerazioni svolte in proposito dal ministro Tremonti nel corso della seduta pomeridiana di ieri, illustra l’emendamento 67.Tab.E.3 (testo 2) del Governo, raccomandandone l’approvazione.
Essendo dati per illustrati i rimanenti emendamenti riferiti alle tabelle, si passa all’espressione dei pareri del relatore e del Governo.
Ha indi la parola il presidente relatore AZZOLLINI (FI), il quale esprime parere contrario sul complesso degli emendamenti riferiti alle tabelle di cui all’articolo 67, ad eccezione dell’emendamento 67.Tab.E.3 (testo 2) del Governo, per il quale si esprime in senso favorevole.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme.
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ha richiamato gli emendamenti inammissibili, in esito a successive e separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti da 67.Tab.A.2 a 67.Tab.A.111, da 67.Tab.B.1 a 67.Tab.B.101, da 67.Tab.C.1 a 67.Tab.C.38, nonché 67.Tab.D.1.
È invece approvato l’emendamento 67.Tab.E.3 (testo 2), mentre – in esito a distinte e successive votazioni – sono respinti gli emendamenti 67.Tab.E.1 e 67.Tab.E.2.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta pomeridiana del 3 novembre 2005
66.28
IL RELATORE
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Al comma 21, capoverso 10, sostituire le parole: «ovvero di licenza» con le seguenti: «ovvero di autorizzazione», le parole: «le licenze» con le seguenti: «le licenze o autorizzazioni» e la parola: «Analoghi» con le seguenti: «I medesimi».
66.35
IL RELATORE
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Sostituire il comma 25 con il seguente: «All’articolo 8, comma 14, del decreto-legge 24 giugno 2003, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 1º agosto 2003, n. 200, sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel primo periodo le parole: "31 dicembre 2005" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2007";
b) dopo il primo periodo è inserito il seguente: "La disposizione di cui al primo periodo non si applica nei trecentosessantacinque giorni antecedenti la scadenza della convenzione di concessione";
c) al quarto periodo le parole: "di cui al secondo e terzo periodo" sono sostituite dalle seguenti: "di cui al terzo e quarto periodo"».
67.1
IL RELATORE
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Al comma 7, allegato 1, Ministero dell’economia e delle finanze, al punto 5, sostituire le parole: «Legge 31 dicembre 1991, n. 416 (3.1.2.5 – cap. 1501)» con le seguenti: «Legge 5 agosto 1981, n. 416 (3.1.2.4 – cap. 1501)».
67.2
IL RELATORE
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Al comma 7, allegato 1, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al punto 1, dopo le parole: «artt. 19 e 20» inserire le seguenti: «,e legge 5 febbraio 1992, n. 104, art. 33».
67.Tab.E.3 (testo 2)
IL GOVERNO
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Nella Tabella E, alla voce Ministero dell’economia e delle finanze, decreto-legge n. 138 del 2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 178 del 2002, interventi urgenti in materia tributaria, di privatizzazioni, di contenimento della spesa farmaceutica e per il sostegno dell’economia nelle aree svantaggiate, articolo 7: apporto al capitale sociale dell’ANAS S.p.A. (settore n. 16) (3.2.3.48 – ANAS – cap. 7372), apportare la seguente variazione:
2006: – 300.000.
Nella medesima Tabella E, voce: Ministero dell’economia e delle finanze, legge 662 del 1996, articolo 2, comma 14: apporto al Capitale sociale delle Ferrovie dello Stato S.p.A. (settore n. 11) (3.2.3.15 – Ferrovie dello Stato – cap. 7122), inserire la seguente autorizzazione di spesa:
2006: – 1.200.000;
2007: – 1.200.000;
2008: – 1.200.000 (1).
68.1 (testo 2)
THALER HAUSSERHOFER, MICHELINI, ANDREOTTI, BETTA, COSSIGA, FRAU, KOFLER, PEDRINI, PETERLINI, ROLLANDIN
Accolto dalla 5ª Commissione (3 novembre 2005)
Dopo il comma 1, inserire il seguente:
«1-bis. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
venerdì 4 novembre 2005
780ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il presidente AZZOLLINI(FI), relatore sul disegno di legge finanziaria in titolo, preannuncia la presentazione, per le ore 14 della giornata odierna, di un emendamento a propria firma, con valenza complessiva e riassuntiva. Ricorda che nella scorsa seduta è stato ultimato l’esame di tutti gli emendamenti, ad eccezione delle proposte precedentemente accantonate. Avverte, altresì, che gli emendamenti trattati nella seduta sono pubblicati separatamente nel fascicolo n. 9.
Il senatore SALERNO (AN) invita a porre particolare attenzione su talune proposte emendative, di carattere ordinamentale e attinenti in particolare a determinate realtà sociali, professionali ed economiche.
Il presidente AZZOLLINI precisa ch le esigenze di carattere sociale, professionale ed economico precedentemente citate dal senatore Salerno, vanno rafforzate con l’impostazione di rigore, sottesa alla manovra finanziaria in questione, evidenziando altresì che anche nella ulteriore fase di esame in Assemblea potranno essere assunte decisioni in merito.
Il senatore MORANDO(DS-U), dopo aver espresso le proprie perplessità sulla prassi di accantonamento di centinaia di proposte emendative, suscettibile di comprimere nella fase finale il dibattito e il confronto, chiede la fissazione di un termine per la presentazione dei subemendamenti all’emendamento preannunciato dal Presidente relatore. L’oratore prospetta inoltre la necessità di acquisire una relazione tecnica in ordine a tale proposta emendativa, attesa la valenza complessiva della stessa.
Il presidente AZZOLLINI manifesta la propria disponibilità a fissare un termine per la presentazione dei subemendamenti, rinviando l’individuazione dello stesso al momento della presentazione del preannunciato emendamento a propria firma.
Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del Rappresentante del Governo sull’emendamento 1.0.1 e sui subemendamenti ad esso inerenti, precedentemente accantonati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprime parere contrario sui subemendamenti 1.0.1/1 e 1.0.1/2, nonché sull’emendamento 1.0.1, evidenziando che la creazione di nuovi organismi di controllo non costituisce la misura più idonea a migliorare gli standard di trasparenza dei conti pubblici.
Il rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi al parere espresso dal relatore.
Il senatore MORANDO(DS-U), dopo aver evidenziato che il Fondo monetario internazionale ha ravvisato una scarsa trasparenza dei conti pubblici italiani, dovuta soprattutto alla scarsa chiarezza sulle modalità di costruzione degli andamenti tendenziali a legislazione vigente delle entrate e delle spese, preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sul subemendamento 1.0.1/1. Ritiene preferibile, in realtà, che il Parlamento esprima un indirizzo univoco, anche attraverso un ordine del giorno, sull’istituzione di un Servizio del bilancio, auspicabilmente unificato tra la Camera dei deputati ed il Senato al fine di rafforzarne l’indipendenza, analogo, per funzioni e per risorse umane e strumentali, al Congressional Budget Office (CBO) americano. Infatti, le valutazioni del Fondo monetario internazionale e l’esperienza della manovra in esame, dimostrano che l’esigenza di trasparenza in materia di conti pubblici – da sempre considerata un patrimonio comune di qualsiasi maggioranza e di qualsiasi opposizione – non ha superato la prova del sistema maggioritario bipolare. Decadono, pertanto, tutte le riserve a rafforzare gli Uffici di documentazione del Parlamento sollevate nel passato, quando il sistema politico non era basato su un forte bipolarismo. In quella occasione, fu sostenuta la tesi che stante il rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo – differente dal sistema istituzionale statunitense – non fosse necessario un investimento cospicuo di risorse in questo settore. Si tratterebbe, quindi, in tale ottica di costituire un Servizio del bilancio in grado di disporre delle stesse informazioni di cui è in possesso la Ragioneria generale dello Stato e dotato di professionalità prevalentemente specializzate nel campo economico, anziché giuridico. L’oratore ritiene, peraltro, che una proposta di questo tipo potrebbe essere facilmente condivisa dall’attuale maggioranza stante l’imminente conclusione della legislatura.
Prospetta quindi l’opportunità che venga approvato un ordine del giorno largamente condiviso, in ordine alla tematica in esame, mentre comunque dichiara il voto favorevole alla proposta 1.0.1/1 che va nella direzione dichiarata.
Con separate votazioni sono poi respinti i subemendamenti 1.0.1/1 e 1.0.1/2.
Il senatore CICCANTI(UDC), intervenendo in dichiarazione di voto sull’emendamento 1.0.1, pur sottolineando il rilievo e la congruità della disciplina contenuta nello stesso (non suscettibile di interferire con le prerogative del Governo), prospetta tuttavia l’opportunità di rinviare un approfondimento di tale tematica alla prossima legislatura.
Posto ai voti, l’emendamento 1.0.1 viene respinto.
Dopo che il PRESIDENTE relatore il rappresentante del GOVERNO hanno espresso parere contrario sull’emendamento 3.26 (precedentemente accantonato), lo stesso, posto ai voti, viene respinto dalla Commissione.
Il PRESIDENTE relatore, riguardo all’emendamento 4.0.1 (precedentemente accantonato), fa presente che lo stesso sarà recepito nell’ambito del preannunciato emendamento a propria firma.
Dopo che il senatore Paolo FRANCO (LP) ha prospettato l’opportunità che l’emendamento in questione resti accantonato, il PRESIDENTE concorda con l’esigenza di accantonamento testé espressa, sottoponendo la stessa alla valutazione della Commissione.
La Commissione conviene di accantonare nuovamente l’emendamento 4.0.1.
Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti, precedentemente accantonati, relativi all’articolo 5.
Dopo che il PRESIDENTE relatore ha espresso parere contrario sugli emendamenti 5.2, 5.3, 5.4, 5.5, 5.6 e 5.22, valutando l’opportunità che su taluni venga operata un’ulteriore riflessione per l’Assemblea, il Rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi a tale avviso.
Con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 5.2 e 5.3.
Il senatore MORANDO (DS-U) interviene per dichiarazione di voto sull’emendamento 5.4, evidenziando che i profili attinenti all’ANAS nonché alla Cassa depositi e prestiti costituiscono elementi di opacità e di scarsa trasparenza della gestione della finanza pubblica da parte dell’Esecutivo. In particolare, per quel che concerne l’ANAS, i tagli effettuati risultano fittizi, in quanto gli stessi non sono sostenibili – giacché vertono su impegni contrattuali in corso di esecuzione – nel corso dell’intero anno finanziario e, conseguentemente, determineranno un’incidenza negativa sui saldi della finanza pubblica.
Con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 5.4, 5.5, 5.6 e 5.22.
Si passa all’espressione dei pareri sull’emendamento 6.0.1.
Previo parere contrario del presidente relatore AZZOLLINI (FI) e del Vice Ministro VEGAS, la Commissione respinge l’emendamento 6.0.1.
Si passa quindi all’esame dell’emendamento 9.0.2.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di accantonare nuovamente l’emendamento 9.0.2.
Si passa all’esame degli emendamenti accantonati riferiti agli articoli da 13 a 15 precedentemente accantonati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il Vice Ministro VEGAS esprimono parere contrario sugli emendamenti 13.8, 14.23, 15.1 e 15.0.4, che, in esito a successive e distinte votazioni, sono respinti.
Si passa all’esame delle proposte 16.30 (testo 2) e degli emendamenti riferiti all’articolo 17, inclusi gli aggiuntivi, precedentemente accantonati.
Gli emendamenti 16.30 (testo 2) e 17.13 sono indi nuovamente accantonati, così come gli emendamenti 17.0.12 (testo 2) e 17.0.13, sui quali il presidente relatore AZZOLLINI (FI) ed il GOVERNO preannunciano sin d’ora un orientamento complessivamente favorevole.
Con riferimento agli identici emendamenti 20.5 e 20.6 (testo 2), il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il Vice Ministro VEGAS esprimono parere favorevole.
Si passa all’esame delle proposte accantonate riferite all’articolo 20, incluse quelle recanti articoli aggiuntivi.
Per dichiarazione di voto favorevole su tali proposte emendative, intervengono il senatore LEGNINI(DS-U), che ribadisce l’opportunità di estendere i contributi recati dall’articolo 20 in favore dei territori colpiti da calamità naturali anche a quelli per i quali sia già intervenuta la dichiarazione di stato di emergenza.
Dopo aver sottoscritto l’emendamento 20.5, dichiarano altresì voto favorevole sulle identiche proposte emendative il senatore CICCANTI (UDC) e il senatore IZZO(FI), il quale avrebbe giudicato preferibile non circoscrivere l’ambito di applicabilità delle disposizioni alle situazioni per le quali la dichiarazione di stato di emergenza sia intervenuta solo nell’ultimo decennio.
Anche la senatrice BOLDI (LP) dichiara il voto favorevole sulle identiche proposte emendative, ritenendo peraltro particolarmente opportuno il limite decennale.
Sono indi posti congiuntamente ai voti gli identici emendamenti 20.5 e 20.6 (Testo 2), che risultano accolti.
La proposta emendativa 20.0.4 è nuovamente accantonata.
Si passa indi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 21, precedentemente accantonati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprime parere contrario sull’emendamento 21.25, auspicando tuttavia che - in considerazione del rilievo dell’attività svolta dalla scuola Jean Monnet - nel prosieguo dell’iter del disegno di legge n. 3613 sia possibile assicurare ad essa il necessario sostegno finanziario.
Il parere è altresì contrario sugli emendamenti 21.27, 21.36, 21.40, 21.0.1 (che affronta un tema per il quale sarebbe preferibile uno specifico esame da parte della Commissione di merito), 21.0.7 e 21.0.16 (che meriterebbe un particolare approfondimento sulla sua copertura finanziaria).
Quanto agli identici emendamenti 21.0.38, 21.0.39 e 21.0.40, sottolinea che pur che se va riconosciuto che essi affrontano una questione senz’altro rilevante e ribadendo l’auspicio che si giunga quanto prima ad una riconsiderazione dell’IRAP, l’orientamento non può essere favorevole, attesa la priorità accordata nella manovra ad altre misure, come la riduzione del cuneo contributivo.
Propone infine di accantonare nuovamente gli identici emendamenti 21.31 e 21.32, per i quali ribadisce la perplessità in merito alla loro sostenibilità economica in una prospettiva di medio-lungo termine nonché l’emendamento 21.44, che giudica preferibile esaminare congiuntamente ad altre proposte emendative vertenti su analoga materia.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme.
Si passa indi alle votazioni degli emendamenti precedentemente accantonati riferiti all’articolo 21.
Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 21.25, hanno la parola il senatore MORANDO(DS-U), nonché il senatore IZZO(FI), il quale vi appone la firma.
In esito a successive e separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 21.25 e 21.27.
Gli identici emendamenti 21.31 e 21.32 sono nuovamente accantonati.
Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 21.36, interviene la senatrice BOLDI (LP), la quale richiama l’attenzione sull’opportunità di prorogare sino al 31 luglio 2006 il termine di presentazione delle domande di cui all’articolo 4, comma 90, della legge finanziaria per il 2004.
Sono indi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 21.36 e 21.40.
L’emendamento 21.44 è indi nuovamente accantonato.
In esito a successive e distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 21.0.1 e 21.0.7.
Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 21.0.16, ha la parola il senatore CICCANTI(UDC), il quale sottolinea l’importanza di assicurare l’adeguato sostegno economico alle amministrazioni provinciali chiamate a sostenere i costi derivanti dalla recente istituzione di nuove province, con particolare riferimento agli oneri relativi al personale.
Il senatore MORANDO (DS-U) giudica fondate le argomentazioni testé esposte, che del resto confermano le critiche già mosse dal Centro-sinistra proprio nel corso dell’esame della legge istitutiva delle nuove province circa la sua inadeguata copertura finanziaria.
Il vice ministro VEGAS tiene a precisare che le difficoltà finanziarie richiamate nella proposta emendativa derivano dai trattamenti previdenziali di favore concessi al personale delle province interessato dalle misure di mobilità e non certo dall’inadeguata copertura della legge istitutiva delle nuove province.
La Commissione respinge indi l’emendamento 21.0.16.
Il senatore MORANDO(DS-U), intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sugli identici emendamenti 21.0.38, 21.0.39 e 21.0.40, sottolinea che i pareri contrari espressi dal Presidente relatore e dal Rappresentante del Governo confermano l’incapacità della maggioranza ad assolvere all’impegno assunto di sopprimere l’IRAP. Al riguardo, coglie peraltro l’occasione di ricordare che il Centro-sinistra, in considerazione dell’oggettiva difficoltà ad individuare uno strumento fiscale alternativo in grado di assicurare il medesimo gettito, senza proporre la soppressione dell’imposta, giudica invece preferibile operare specifici interventi sulla base imponibile, onde ridurne gli effetti negativi.
Non vanno del resto dimenticati gli aspetti positivi dell’IRAP che, da un lato, è stata istituita in sostituzione di numerose imposte e contributi, alcuni dei quali di ostacolo allo sviluppo economico, e, dall’altro, caratterizzandosi per l’ampiezza della base imponibile e per ridotte aliquote, disincentiva i fenomeni di evasione e di elusione.
Pur affermando che gli identici emendamenti in esame – nel prevedere un mero aumento della franchigia ai fini dell’IRAP per le micro imprese – affrontano solo parzialmente la questione, auspica conclusivamente un’intesa trasversale finalizzata al loro accoglimento.
La Commissione respinge quindi, con un’unica votazione, gli emendamenti 21.0.38, al 21.0.39 e 21.0.40.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 22 o tendenti ad inserire articoli aggiuntivi dopo il predetto articolo, precedentemente accantonati.
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI (FI) si è espresso in senso contrario su tutte le proposte riferite all’articolo 22, ad eccezione della proposta 22.12 per la quale si rimette al Governo, il vice ministro VEGAS prende la parola per esprimere avviso conforme al relatore ricordando, altresì, che la problematica oggetto della proposta 22.12 è stata già affrontata e risolta in sede di esame dell’articolo 68.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 22.2, 22.3 e 22.5, mentre l’emendamento 22.4 viene ritirato dal senatore MORO (LP).
Posti distintamente ai voti, vengono poi respinti gli emendamenti 22.12, 22.13, 22.14 e 22.15.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), riguardo all’emendamento 22.33, ribadisce le motivazioni già espresse in occasione della discussione sulle proposte concernenti il Patto di stabilità ed esprime pertanto parere contrario.
Il vice ministro VEGAS concorda con il parere del relatore.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara che voterà a favore dell’emendamento in esame, soprattutto laddove i presentatori ne limitassero la formulazione alla sola lettera e), che rappresenta l’aspetto politicamente e culturalmente più significativo della proposta. Sottolinea infatti come il Governo abbia sempre sostenuto che la spesa sociale sarebbe stata esclusa dai tetti e dai vincoli finanziari posti alle pubbliche amministrazioni dalla manovra per il 2006. E’ tuttavia inoppugnabile, ad avviso dell’oratore, che le voci richiamate dalla lettera e) dell’emendamento, vale a dire la refezione scolastica, la scuola materna e gli scuolabus, rientrino a pieno titolo nella spesa sociale e andrebbero pertanto escluse dai limiti previsti dal disegno di legge finanziaria.
Posto ai voti, l’emendamento 22.33 viene respinto dalla Commissione.
Con il parere contrario del relatore e del Governo, vengono inoltre separatamente posti ai voti e respinti gli emendamenti 22.43, 22.53 (testo 2), 22.54, 22.59, identico al 22.60, e 22.64, identico al 22.65.
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il vice ministro VEGAS si sono espressi in senso contrario sull’emendamento 22.67, identico ai successivi emendamenti fino al 22.71 compreso, il senatore CICCANTI (UDC) conferma le ragioni che, anche in merito ad altre proposte da lui firmate, lo hanno indotto a chiedere di escludere dai vincoli di spesa le regioni, e più complessivamente gli enti territoriali, in caso di investimenti a favore della ricerca o del risanamento ambientale. Non ritiene infatti che una tale misura possa alterare significatamene i saldi finanziari, che peraltro potrebbero essere compensati per altra via.
Anche il senatore CADDEO (DS-U) si dichiara favorevole alle proposte in votazione, sollecitando l’esclusione dai tetti di spesa per gli investimenti cofinanziati a livello comunitario. Al tempo stesso, queste risorse rischiano di essere conteggiate due volte, vale a dire sia a livello della spesa regionale che in riferimento alle spese dei comuni. Auspica pertanto che il Governo, almeno in occasione dell’esame in Assemblea, possa accogliere una deroga nei confronti delle spese per investimento dei comuni che risultino cofinanziate per programmi comunitari.
Il senatore MORANDO (DS-U) presenta quindi il subemendamento 22.67/1, tendente a sopprimere la lettera c) della proposta emendativa in oggetto, al fine che, almeno per la parte restante, si possa approvare un miglioramento al testo in esame.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il vice ministro VEGAS confermano il parere contrario anche sul subemendamento 22.67/1.
La Commissione respinge quindi, a seguito di distinte votazioni, il subemendamento 22.67/1 e l’emendamento 22.67, identico agli emendamenti 22.68, 22.69, 22.70 e 22.71.
Con il parere contrario del relatore e del Governo, vengono altresì messi separatamente ai voti e respinti, gli emendamenti 22.81 e 22.0.3, identico agli emendamenti 22.0.4, 22.0.5, 22.0.6, 22.0.7 e 22.0.9, mentre resta precluso l’emendamento 22.0.8.
Si passa all’esame dell’emendamento riferito all’articolo 23 e di quello tendente ad inserire dopo di esso un articolo aggiuntivo, precedentemente accantonati.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il vice ministro VEGAS si pronunciano in senso contrario sull’emendamento 23.12.
Dopo una breve dichiarazione di voto favorevole del senatore IZZO (FI), l’emendamento 23.12 risulta respinto, come anche il successivo 23.0.19.
Si passa quindi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 28 e di quello volto ad inserire un articolo aggiuntivo dopo il medesimo articolo, precedentemente accantonati, e sui quali il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il vice ministro VEGAS esprimono parere contrario.
Posto ai voti, l’emendamento 28.10 viene respinto.
Intervenendo in sede di dichiarazione di voto sull’emendamento 28.25, il senatore LEGNINI (DS-U) chiede di conoscere l’orientamento del Governo sulle problematiche attinenti ai lavoratori socialmente utili, la cui situazione appare ormai drammatica coinvolgendo migliaia di soggetti.
Il vice ministro VEGAS precisa che, in sede di esame da parte della Commissione bilancio della manovra finanziaria, il Governo non intende adottare misure particolari riguardo ai lavoratori socialmente utili.
L’emendamento 28.25 viene pertanto respinto, come anche il successivo 28.0.5.
La Commissione passa inoltre ad esaminare l’emendamento 29.5, precedentemente accantonato, il quale, con il parere contrario del relatore e del Governo, viene posto ai voti e respinto.
Su proposta del PRESIDENTE relatore, la Commissione conviene di proseguire l’esame delle restanti proposte accantonate in una nuova seduta da convocare per le ore 14,30.
Il seguito dell’esame congiunto viene, quindi, rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta antimeridiana del 4 novembre
20.5
BRIGNONE, FRANCO PAOLO, MORO, AGONI, BOLDI, PEDRAZZINI
Al comma 1, dopo le parole: «territori colpiti da calamità naturali per i quali» aggiungere le seguenti: «sia intervenuta negli ultimi 10 anni ovvero».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
venerdì 4 novembre 2005
781ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, propone di sospendere la seduta, tenuto conto dell'esigenza di disporre di ulteriore tempo per la predisposizione dell'emendamento da lui preannunciato nel corso della precedente seduta, con il quale si è riservato di recepire i contenuti di alcune proposte il cui esame è stato finora accantonato da parte della Commissione.
La Commissione conviene.
La seduta, sospesa alle ore 16,55, riprende alle ore 18,20.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, fa presente che, come preannunciato, sta per essere distribuito l’ulteriore emendamento 4.1000 a sua firma, il quale, senza introdurre contenuti estranei rispetto agli emendamenti presentati, è volto a recepire alcune delle proposte il cui esame è stato accantonato. Coglie quindi l’occasione per precisare che appare auspicabile che su alcuni emendamenti diretti a prevedere contributi in favore di organizzazioni a fini sociali - pur se non recepiti nell’emendamento 4.1000 – possa aprirsi una seria riflessione durante l’esame in Assemblea dei disegni di legge in titolo.
Inoltre, in relazione alla presentazione di questo nuovo emendamento, si riserva di proporre la fissazione di un termine per la presentazione di eventuali subemendamenti, al fine di dare la possibilità a tutti i Commissari di valutare adeguatamente quanto proposto nell’emendamento menzionato.
Informa quindi la Commissione che il Presidente del Senato gli ha testé inviato una lettera, nella quale esprime rammarico per il fatto che la 5a Commissione permanente, nonostante le due proroghe già concesse su esplicita richiesta della Commissione stessa, non ha ancora concluso l’esame del disegno di legge finanziaria 2006 e del disegno di legge di bilancio, pur avendo avuto da ultimo a disposizione due intere settimane senza concomitanti lavori di Assemblea. Il Presidente del Senato lo ha pertanto invitato a far sì che la Commissione concluda i lavori in sede referente entro la giornata di oggi, affinché, come già stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, l’esame in Assemblea possa iniziare nella seduta antimeridiana di lunedì 7 novembre nella piena disponibilità di tutti i testi necessari.
Al fine di ottemperare all’invito del Presidente del Senato a concludere i lavori nella giornata odierna, il Presidente propone di dedicare la presente seduta all’esame delle proposte accantonate in precedenza relative agli articoli da 30 a 36, nonché degli emendamenti 4.0.1, 9.0.2, 16.30 (testo 2), 17.13, 17.0.12 (testo 2), 17.0.13, 20.0.4 (testo 2), 21.31, 21.32 e 21.44, rimasti accantonati nella precedente seduta. Propone altresì di convocare un’ulteriore seduta notturna della Commissione, nella quale concludere quindi i lavori con l’esame sia delle rimanenti proposte già accantonate, sia dell’ulteriore emendamento 4.1000 testé presentato e degli eventuali subemendamenti, sia degli ordini del giorno relativi al disegno di legge finanziaria 2006. Al riguardo, si riserva pertanto di fissare l’orario della ulteriore seduta notturna nonché del termine per la presentazione dei subemendamenti alla conclusione della seduta in corso.
La Commissione conviene con la proposta del Presidente.
Il presidente AZZOLLINI ricorda che gli emendamenti che verranno esaminati nel corso della presente seduta saranno pubblicati, a parte, nel fascicolo n. 9.
Si passa pertanto all’esame dei restanti emendamenti accantonati relativi agli articoli da 30 a 36, nonché di quelli relativi ad articoli anteriori, rimasti accantonati nella scorsa seduta.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, esprime parere contrario sui suddetti emendamenti accantonati ad eccezione degli emendamenti 17.0.12 (testo 2) e 17.0.13 sui quali formula, invece, avviso favorevole.
Il vice ministro VEGAS esprime parere conforme a quello del relatore.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 30.17, 30.18 - identico agli emendamenti 30.19, 30.20, 30.21 e 30.22 - 30.30 e 31.500.
Il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo a favore dell'emendamento 31.33, auspica che la proposta in esso contenuta - volta ad affrontare la delicata questione relativa ai militari che hanno contratto malattie o infermità nel corso di missioni compiute all'estero - sia stata recepita nell'emendamento 4.1000 presentato dal relatore.
Il senatore Paolo FRANCO (LP), dopo aver ringraziato il senatore Morando, nel ribadire la rilevanza dell'emendamento 31.33 dianzi citato, auspica che tale proposta possa essere inserita nell'emendamento 4.1000.
Su proposta del presidente AZZOLLINI, la Commissione conviene che l'emendamento 31.33 resti momentaneamente accantonato.
Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 31.34 e 31.0.3.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 32.0.5 (testo 2), il quale, se approvato, consentirebbe agli imprenditori agricoli di poter assumere, durante l'esecuzione delle vendemmie, lavoratori saltuari ed occasionali, come studenti e pensionati.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 32.0.5 (testo 2) e 33.17.
Il senatore CADDEO (DS-U) annuncia il proprio voto a sostegno dell'emendamento 33.0.5 (testo 2), diretto a prevedere incentivi per favorire la mobilità e l'incremento dell'occupazione.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, intervenendo in via incidentale fa presente al senatore Caddeo che l'emendamento 33.0.5 (testo 2), pur apprezzabile nel merito, comporta una serie di problemi in ordine alla verifica degli oneri finanziari.
Posto ai voti, l'emendamento 33.0.5 (testo 2) è respinto.
Il senatore CADDEO (DS-U) annuncia il voto favorevole sull'emendamento 34.4 che è stato presentato in relazione alla circostanza che, in relazione ad alcuni concorsi presso l'amministrazione giudiziaria, si è proceduto all'assunzione dei relativi vincitori soltanto in alcune regioni dell'Italia settentrionale, mettendo così a repentaglio il buon funzionamento degli uffici giudiziari di altre parti del territorio nazionale.
Il senatore IZZO (FI) fa presente al senatore Caddeo che da parte del Ministero della giustizia sono in corso di definizione le procedure che dovrebbero consentire, in tempi ragionevolmente brevi, di poter assumere i vincitori di concorso anche nelle restanti regioni dell'Italia. In ogni caso, preannuncia la presentazione di un ordine del giorno, nel corso dell'esame in Assemblea, sulle tematiche richiamate.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 34.4, 34.5 e 34.6.
Avendo il presidente AZZOLLINI comunicato l’avvenuta distribuzione del testo dell’emendamento 4.1000 già preannunciato, il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo in merito al prosieguo dei lavori della Commissione, sottolinea l’opportunità che la Commissione disponga del tempo necessario per prendere cognizione del contenuto del suddetto emendamento 4.1000, fissando altresì un termine congruo per la presentazione di eventuali subemendamenti, termine che dovrebbe a suo avviso scadere almeno due ore dopo la conclusione della seduta in corso.
Il presidente AZZOLLINI conferma che, al termine della presente seduta, verrà fissato il termine per la presentazione dei submendamenti al citato emendamento 4.1000, garantendo comunque tempi adeguati a tutti i senatori interessati.
Il senatore CICCANTI (UDC) annuncia il proprio favorevole sull'emendamento 34.13, volto a prorogare i compiti conferiti ai giudici onorari aggregati, la cui attività rischia di essere sospesa a fine anno, a causa del mancato rinnovo dei relativi contratti. Tale situazione sta già creando notevoli difficoltà agli uffici giudiziari nei quali si sta verificando un sovraccarico di lavoro per i giudici ordinari, senza trascurare poi i gravi effetti negativi che si avrebbero sul corretto e tempestivo adempimento delle funzioni giudiziarie.
Il senatore LEGNINI (DS-U), aderendo alle valutazioni espresse dal senatore Ciccanti, esprime il proprio sostegno sull'emendamento 34.13, rilevando che i giudici onorari aggregati hanno fin qui assolto i compiti loro attribuiti, soprattutto agevolando la chiusura dei numerosi processi pendenti.
Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 34.13, 34.24 (testo 2) e 34.26.
Il senatore CADDEO (DS-U) annuncia il voto favorevole sull'emendamento 34.0.2, volto a prorogare le convenzioni stipulate relative ai lavori socialmente utili.
Posto ai voti, l'emendamento 34.0.2 è respinto.
Il senatore CADDEO (DS-U) esprime la propria contrarietà all'emendamento 35.5, poiché esso introdurrebbe un'ulteriore imposta che penalizzerebbe le famiglie.
In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge quindi gli emendamenti 35.5, 35.7, 35.46, 35.47 e 35.51 (testo 2).
Il senatore LEGNINI (DS-U) annuncia il voto favorevole sull'emendamento 35.59 e sull’analogo 35.100, finalizzati a consentire la stabilizzazione dei lavoratori precari nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) dichiara che voterà a favore degli emendamenti 35.59 e 35.100, in quanto tali proposte consentirebbero di far proseguire i progetti di sviluppo e di tutela ambientale promossi dalle Regioni richiamate.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 35.59, 35.100, 35.70 e 35.76 (testo 2).
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, fa presente, in via incidentale, che i contenuti dell'emendamento 35.77 (testo 2), come quelli di proposte di analogo tenore, sono stati recepiti nell'emendamento 4.1000.
Posto ai voti, è respinto dalla Commissione l'emendamento 35.77 (testo 2).
Con distinte votazioni, sono altresì respinti gli emendamenti 35.84, 35.0.11, 35.0.42, 35.0.43, 36.1, 36.0.77, 36.0.79, 36.0.100, 36.0.115, 36.0.120, 36.0.121, 36.0.132, 36.0.135, 36.0.137, 36.0.138, 36.0.139 e 36.0.140.
Il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 36.0.141, rileva che tale proposta è rivolta a porre rimedio al prelievo aggiuntivo che è stato applicato sul trattamento di fine rapporto di alcuni lavoratori. È auspicabile quindi che si possa finalmente superare questo problema, anche perché da parte dell'altro ramo del Parlamento è stata approvata una disposizione diretta proprio a restituire a questi lavoratori quanto risulta essere stato loro prelevato indebitamente. Qualora la maggioranza e l'Esecutivo si dimostrassero contrari a tale proposta, si assumerebbero una grave responsabilità nei confronti dei lavoratori interessati.
Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 36.0.141, 36.0.149, 36.0.150 e 36.0.151.
Passando alle proposte rimaste accantonate nella precedente seduta, con distinte votazioni, sono altresì respinti gli emendamenti 4.0.1, 9.0.2 e 16.30 (testo 2), i cui contenuti sono stati sostanzialmente recepiti nell'emendamento 4.1000.
Posto ai voti, risulta respinto anche l'emendamento 17.13.
Il presidente AZZOLLINI (FI), nelle vesti di relatore, richiama il parere favorevole già espresso sugli emendamenti 17.0.12 (testo 2) e 17.0.13.
Il vice ministro VEGAS precisa che l'emendamento 17.0.13 dovrebbe essere riformulato in modo da contenere la medesima copertura finanziaria dell'emendamento 17.0.12 (testo 2).
Il senatore MORANDO (DS-U), accogliendo l’invito del rappresentante del Governo, riformula l’emendamento 17.0.13 nella nuova proposta 17.0.13 (testo 2), identica alla 17.0.12 (testo 2).
Il senatore IZZO (FI) sottoscrive l'emendamento 17.0.12 (testo 2).
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) esprime il proprio voto contrario sugli identici emendamenti 17.0.12 (testo 2) e 17.0.13 (testo 2).
Posti congiuntamente ai voti, gli identici emendamenti 17.0.12 (testo 2) e 17.0.13 (testo 2) sono approvati.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge quindi gli emendamenti 20.0.4, 21.31, 21.32, 21.44 e 31.33, i cui contenuti sono sostanzialmente recepiti nell'emendamento 4.1000.
Il presidente AZZOLLINI propone poi di fissare il termine di presentazione dei subemendamenti all'emendamento 4.1000 entro le ore 21,30 e di rinviare il seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge in titolo alla seduta notturna, da convocarsi con il medesimo orario.
La Commissione conviene e il seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge in titolo è quindi rinviato.
Emendamenti approvati nella seduta pomeridiana del 4 novembre
17.0.12 (testo 2)
MANFREDI, NOCCO, FERRARA, CURTO, SPECCHIA, FORCIERI, IZZO
Accolto dalla 5ª Commissione (4 novembre)
Dopo l’articolo 17, aggiungere il seguente:
«Art. 17-bis.
(Sviluppo dell’industria per la difesa)
1. Sono autorizzati contributi quindicennali di 30 milioni di euro a decorrere dal 2006, di 30 milioni di euro a decorrere dal 2007 e di ulteriori 75 milioni di euro a decorrere dal 2008 per consentire la prosecuzione del programma di sviluppo e di acquisizione delle unità navali della classe FREMM (fregata europea multimissione) e delle relative dotazioni operative».
Conseguentemente:
alla tabella A, voce Ministero dell’economia e delle finanze, apportare la seguente variazione:
2008: – 30.000;
alla tabella B, voce Ministero dell’economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:
2006: + 30.000;
2008: – 105.000.
alla tabella E, voce Ministero delle attività produttive, gli importi relativi all’autorizzazione di spesa di cui al decreto-legge n. 35 del 2005, articolo 6-bis, comma 1 (Disposizioni per l’incentivazione e lo sviluppo dell’industria per la difesa), sono così sostituiti:
Decreto-legge n. 35 del 2005: Disposizioni urgenti nell’ambito del piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale - Art. 6-bis, comma 1: Disposizioni per l’incentivazione e lo sviluppo dell’industria per la difesa (settore n. 2) (3.2.3.16 - Sviluppo industria difesa - cap. 7485):
2006: – 100.000;
2007: – 170.000.
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf
BILANCIO (5ª)
venerdì 4 novembre 2005
782ª Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
IN SEDE REFERENTE
(3614) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006 - 2008, -
(Tabb. 1 e 2) Stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006
(3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.
Il presidente AZZOLLINI, relatore sull’Atto Senato n. 3613, ricorda che nelle precedenti sedute si è proceduto alla votazione degli emendamenti già accantonati relativi agli articoli da 1 a 37, salvo l’ulteriore emendamento 4.1000 di cui è proponente, del quale è stato disposto l’accantonamento, e, non essendovi proposte accantonate riferite all’articolo 37, avverte che si passa all’esame degli emendamenti accantonati relativi agli articoli da 38 a 53. Avverte, altresì, che le proposte trattate nella seduta sono pubblicate, separatamente, nel fascicolo n. 9 e nell’annesso al suddetto fascicolo.
In qualità di relatore, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative, ad eccezione dell’emendamento a propria firma 4.1000, specificando che il parere contrario sugli emendamenti il cui disposto è conforme a singole parti della proposta riassuntiva da lui presentata è motivato dall’esigenza, anche ai fini della copertura finanziaria, di mantenere un’unitarietà complessiva di contenuti della proposta 4.1000. Fa presente, inoltre, che l’avviso contrario su molte proposte accantonate, dipende in parte dalle incompatibilità finanziarie rispetto al rigore della manovra e, per altri versi, dall’esigenza di procedere ad una reiezione tecnica che non esclude una loro approvazione in una fase successiva dell’iter del provvedimento.
Sebbene taluni degli emendamenti accantonati potrebbero essere considerati parzialmente assorbiti dall’emendamento 4.1000 avverte altresì che gli stessi saranno comunque posti in votazione al fine di non pregiudicarne la riproposizione in Assemblea.
Conviene la Commissione sui criteri procedurali indicati dal Presidente relatore.
Il vice ministro VEGAS esprime avviso contrario su tutte le proposte accantonate ad eccezione delle proposte 4.1000 del relatore.
Con separate votazioni sono respinti gli emendamenti 38.6, 38.10, 38.11, 39.5, 39.6 (testo 2), 39.15 e 39.16 (testo 3).
Il senatore CADDEO (DS-U), intervenendo in dichiarazione di voto, chiede di aggiungere poi la propria firma all’emendamento 39.21. Osserva che tale proposta emendativa è finalizzata ad escludere l’applicazione del tetto massimo regionale di rimborsabilità delle spese sanitarie relativamente al personale militare che abbia usufruito di cure termali. Fa presente, infatti, l’esigenza di scongiurare le gravi ripercussioni che il disposto di cui all’articolo 39 del disegno di legge finanziaria potrebbe produrre relativamente alle imprese operanti nel settore termale, anche dal punto di vista turistico; l’intervento normativo del testo proposto dal Governo appare peraltro incisivo e da attuarsi senza assicurare agli operatori interessati un tempo sufficiente per un’eventuale graduale riconversione imprenditoriale. In conclusione, auspica l’approvazione dell’emendamento e, in ogni caso, sottopone all’attenzione del rappresentante del Governo la rilevanza della tematica del settore termale per il prosieguo dei lavori parlamentari.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) aggiunge a sua volta la propria firma all’emendamento 39.21, esprimendo considerazioni critiche rispetto alla limitazione dei rimborsi di prestazioni sanitarie erogate in una Regione diversa da quella di appartenenza prevista dall’articolo 39 del disegno di legge finanziaria. Con specifico riferimento alle cure termali, sottolinea l’importanza di garantire la libera scelta dei cittadini di avvalersi delle strutture maggiormente idonee alle proprie esigenze, ricordando peraltro come in tale ambito già siano in vigore accordi per il contenimento della spesa. Dopo aver evidenziato la necessità di non aggravare la condizione di un settore imprenditoriale che già attraversa un periodo di crisi, invita il relatore e il rappresentante del Governo a rivedere la propria posizione e a valutare positivamente la proposta emendativa in discorso.
Il senatore FASOLINO (FI) sollecita poi l’approvazione dell’emendamento a propria firma 39.42, anch’esso relativo alla problematica dei rimborsi delle cure termali per il personale militare. Fa presente che tali cure rilevano anche quale fattore di prevenzione, che nel lungo periodo consente risparmi sulla spesa sanitaria, sottolineando altresì la necessità di garantire la libertà di scelta degli utenti.
Il senatore IZZO (FI) condivide nel merito le proposte emendative concernenti la disciplina delle cure termali per il personale militare, rilevando tuttavia l’esigenza di valutare attentamente i profili di copertura finanziaria. Preannuncia quindi la presentazione di un ordine del giorno finalizzato a sollecitare un’attenta valutazione della problematica da parte del Governo, onde individuare un’idonea soluzione per l’esame della manovra di bilancio da parte dell’Assemblea.
Il viceministro VEGAS esprime parere contrario sulle proposte emendative concernenti la disciplina dei rimborsi delle cure termali, dichiarandosi peraltro disponibile a valutare positivamente l’ordine del giorno preannunciato dal senatore Izzo.
Posti poi separatamente ai voti, vengono respinti gli emendamenti 39.21, 39.42, 39.43, 39.44, 39.46, 39.47, 39.48 e 39.45.
Relativamente agli identici emendamenti 39.60 e 39.61, nonché, in generale, alle proposte emendative che prevedono stanziamenti a favore di istituzioni che operano in settori di particolare valenza sociale, come il successivo emendamento 39.62, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) fa presente che il proprio parere contrario è determinato esclusivamente da considerazioni attinenti alla copertura finanziaria, ferma restando la propria disponibilità a sottoporre al rappresentante del Governo l’opportunità di un’attenta valutazione onde individuare soluzioni idonee in sede di esame da parte dell’Assemblea.
Posti congiuntamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 39.60 e 39.61 di identico contenuto, e con successive votazioni sono altresì respinti gli emendamenti 39.62 e 39.63.
Il senatore CICCANTI (UDC) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 39.64 e sulla proposta 39.66, di identico contenuto, a propria firma, in materia di confezionamento dei farmaci di automedicazione.
Il senatore IZZO, invitando il rappresentante del Governo ad una positiva valutazione dell’emendamento a propria firma 39.64, prospetta la possibilità di presentare un ordine del giorno che ne recepisca i contenuti.
Dopo che il senatore FASOLINO ha sottolineato che l’emendamento 39.64 non comporta oneri dal punto di vista finanziario, il senatore Paolo FRANCO (LP) ritira l’emendamento 39.70.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), modificando il proprio precedente orientamento, si rimette al parere del rappresentante del Governo.
Il vice ministro VEGAS, rettificando il parere precedentemente reso, esprime parere favorevole sull’emendamento 39.64 e sulle identiche proposte emendative.
Posti quindi congiuntamente ai voti, vengono approvati gli identici emendamenti 39.64, 39.65, 39.66, 39.67, 39.68, 39.69 e 39.71.
Il senatore MORANDO (DS-U) aggiunge poi la propria firma all’emendamento 39.0.8 e preannuncia il voto favorevole sullo stesso. Richiama le considerazioni già svolte dal senatore Pizzinato, primo firmatario della proposta emendativa, sottolineando la necessità di affrontare la problematica delle prestazioni sanitarie per i lavoratori esposti all’amianto. Infatti, secondo la normativa attuale i lavoratori affetti da malattie professionali causate dall’amianto possono fruire gratuitamente dell’assistenza sanitaria solo quando l’insorgere della patologia si è già manifestato, mentre l’emendamento stabilisce che detti lavoratori possano ricevere gratuitamente prestazioni diagnostiche e di monitoraggio in via preventiva, consentendo cure maggiormente tempestive. Dopo aver sottolineato, quindi, che la proposta emendativa risulta di limitata portata finanziaria, poiché concerne attività ordinariamente svolte dal servizio sanitario nazionale, auspica il positivo impegno del relatore e del rappresentante del Governo per il prosieguo dei lavori parlamentari.
Dopo che il presidente relatore AZZOLLINI si è riservato di intervenire successivamente sulla materia dei lavoratori esposti all’amianto, confermando nello specifico l’avviso contrario per i profili di copertura finanziaria, il senatore SALERNO (AN) rimarca l’impegno posto in essere in tale ambito dalla Regione Piemonte in collaborazione con il sistema sanitario nazionale.
Posto poi in votazione, l’emendamento 39.0.8 viene respinto. Con successive votazioni sono altresì respinti gli emendamenti 39.0.11, 39.0.14 (testo 2), 39.0.18 (testo 2), 39.0.21 (testo 2), 39.0.22 (testo 2), 39.0.31 (testo 2) e 39.0.38.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) interviene in dichiarazione di voto all’emendamento 40.1 a propria firma, sollecitandone la positiva valutazione da parte del relatore e del rappresentante del Governo.
Il presidente relatore AZZOLLINI, nel condividere la rilevanza della tematica trattata nella proposta emendativa, assicura l’attenta valutazione della stessa in sede di esame da parte dell’Assemblea, prospettando la possibilità che il contenuto dell’emendamento possa essere trasfuso in un ordine del giorno.
Il rappresentante del GOVERNO ribadisce l’avviso conforme a quello del relatore.
Dopo la dichiarazione di voto contraria del senatore CADDEO, posto ai voti, l’emendamento 40.1 viene respinto.
Con successiva votazione viene poi accolto l’emendamento 40.8, presentato dal RELATORE, che rileva come lo stesso rechi interventi di migliore tecnica legislativa.
Il presidente relatore AZZOLLINI non insiste poi per l’accoglimento dell’emendamento a propria firma 40.100, ritenendo che la tematica del riparto delle risorse sanitarie tra le Regioni debba essere approfondita in sede di esame da parte dell’Assemblea.
Il vice ministro VEGAS condivide le valutazioni del presidente relatore, nel senso di una reiezione tecnica.
Posto ai voti, l’emendamento 40.100 viene respinto.
Il senatore GRILLOTTI (AN) e il senatore IZZO (FI) segnalano al relatore e al rappresentante del Governo la rilevanza dei rispettivi emendamenti 40.0.1 e 40.0.3, di identico contenuto, e il presidente relatore AZZOLLINI e il vice ministro VEGAS assicurano un’attenta valutazione di tale proposta emendativa in sede di esame da parte dell’Assemblea.
Posti congiuntamente ai voti, sono respinti gli identici emendamenti 40.0.1, 40.0.2 e 40.0.3.
Con separate votazioni sono altresì respinti gli emendamenti 40.0.9, 40.0.10 e 41.0.2.
Il senatore MORANDO (DS-U) prende quindi la parola per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 41.0.6. Fa osservare che tale proposta emendativa interviene sulla problematica da tempo dibattuta del trattamento fiscale delle operazioni speculative concernenti l’acquisto e la successiva rivendita di immobili. Ritiene che le dimensioni del fenomeno abbiano contribuito alla crescita dei prezzi nel settore immobiliare e che gli ingenti guadagni che possono essere realizzati in tale ambito debbano essere sottoposti ad una forma di prelievo fiscale. Pur ritenendo l’aliquota prevista dall’emendamento eccessivamente alta, ne apprezza la finalità di affrontare una tematica rilevante e ribadisce quindi il proprio voto favorevole.
Dopo che il vice ministro VEGAS ha fatto presente che talune misure predisposte dal Consiglio dei Ministri ed in via di formalizzazione ineriscono alla materia della tassazione dell’acquisto di unità immobiliari, l’emendamento 41.0.6 viene respinto con apposita votazione.
Il senatore IZZO (FI) preannuncia il proprio voto favorevole sull’emendamento 41.0.10 (testo 2).
Il vice ministro VEGAS precisa che il Governo effettuerà un’ulteriore riflessione sulla tematica, contenuta nella proposta emendativa testé citata, nella successiva fase dell’esame in Assemblea.
Posto ai voti, l’emendamento 41.0.10 (testo 2) viene respinto.
Il presidente relatore AZZOLLINI ricorda che tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 42 sono stati precedentemente accantonati, ivi inclusi quelli già dichiarati inammissibili in quanto era stata prospettata la presentazione da parte del Governo di una nuova formulazione dell’articolo stesso ovvero l’introduzione di misure alternative recanti, a copertura della manovra finanziaria in esame, delle risorse diverse. Non essendo state tuttavia formalizzate, nel frattempo, le suddette misure restano da ritenersi inammissibili gli emendamenti soppressivi dell’articolo non corredati da apposita copertura da 42.2 a 42.7 nonché la proposta 42.10 e conferma l’avviso contrario sulle restanti proposte riferite al suddetto articolo.
Il vice ministro VEGAS esprime avviso conforme a quello del relatore .
Il senatore MORANDO (DS-U), dopo aver fatto proprio l’emendamento 42.1, dichiara di ritirare lo stesso.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 42.8, 42.9 e 42.11.
Il senatore MORANDO (DS-U) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull’emendamento 42.0.7, in quanto il periodo transitorio in esso contemplato risulta eccessivamente ristretto.
Posti separatamente ai voti, vengono respinti gli emendamenti 42.0.7, 42.0.8, 42.0.9 e 42.0.16.
Dopo che l’emendamento 43.0.32 è stato respinto dalla Commissione, si passa alla votazione degli emendamenti inerenti all’articolo 44.
Il senatore MORANDO (DS-U) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 44.200.
Il senatore IZZO (FI) fa presente che la tematica sottesa all’emendamento, ossia le risorse del Fondo nazionale per la montagna, saranno trattate in un disegno di legge all’esame del Parlamento.
Posto ai voti, l’emendamento 44.200 viene respinto. Successivamente, con apposita votazione, viene respinto l’emendamento aggiuntivo 44.0.1. Dopo che l’emendamento 45.25 è stato respinto, si passa alla votazione delle proposte emendative precedentemente accantonate riferite all’articolo 46 (comprese quelle aggiuntive).
Posto ai voti, l’emendamento 46.1 viene respinto dalla Commissione.
Il senatore MORANDO (DS-U) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 46.2 in quanto volto a definire più puntualmente la nozione di depositi giacenti.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinte le proposte emendative 46.2, 46.3 e 46.0.6. Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 47 precedentemente accantonati.
Il PRESIDENTE prospetta l’opportunità di una bocciatura tecnica dell’emendamento 47.0.1, di cui è proponente, concernente misure per i lavoratori marittimi esposti all’amianto, precisando che è in corso di effettuazione una verifica in ordine alle disposizioni di copertura inerenti allo stesso. Il problema oggetto dell’emendamento in questione riveste comunque una particolare importanza, ed è conseguentemente opportuno che il Governo si adoperi per trovare congrue soluzioni a tali questioni.
Il vice ministro VEGAS precisa che il Governo cercherà di individuare le soluzioni più idonee ai nodi problematici inerenti ai lavoratori esposti all’amianto.
Il senatore MORANDO (DS-U) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 47.0.1, soffermandosi sull’importanza della tematica dell’esposizione dei lavoratori all’amianto.
Il senatore IZZO (FI) precisa, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, che il voto contrario sull’emendamento 47.0.1, è motivato da ragioni meramente tecniche, essendo invece pienamente condivisibile la sostanza della disciplina prospettata dalla proposta emendativa in questione.
Il senatore GRILLOTTI (AN), intervenendo a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza sull’emendamento 47.0.1, manifesta tuttavia qualche perplessità sulla soluzione della bocciatura tecnica prospettata dal Presidente.
Successivamente con separate votazioni vengono respinti vengono respinti gli emendamenti 47.0.1, 47.0.3, 47.0.8, 47.0.9, 47.0.11, 47.0.13 e 47.0.36.
Il PRESIDENTE propone di confermare temporaneamente l’accantonamento dell’esame dell’emendamento 47.0.200.
Conviene la Commissione su tale proposta.
Dopo che è stato respinto con apposita votazione l’emendamento 49.9 (testo 2), si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 50 precedentemente accantonati.
Con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 50.0.33 e 50.0.42.
Si passa alla votazione degli emendamenti inerenti all’articolo 53 precedentemente accantonati.
Il senatore MORANDO (DS-U), intervenendo in dichiarazione di voto sulla proposta 53.12, sottolinea l’esigenza di una definizione più puntuale del concetto di distretto industriale.
Con votazione congiunta vengono respinti gli emendamenti 53.12 e 53.13, di identico tenore.
Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 53.14, 53.32 e 53.34.
Con votazione congiunta vengono poi respinte le proposte emendative 53.36, 53.37 e 53.38, di identico tenore.
Successivamente, con votazione congiunta vengono poi respinti gli emendamenti 53.45 e 53.46 di identico tenore.
Il senatore SALERNO (AN) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 53.0.16, sottolineando che lo stesso è finalizzato a tutelare l’italianità del prodotto.
Il senatore CURTO (AN) appone la propria firma alla proposta 53.0.16.
Dopo una richiesta di chiarimento del senatore MORANDO (DS-U), interviene il PRESIDENTE relatore per rilevare che la questione è stata già affrontata durante l’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 35 del 2005 sulla competitività (A.S. 3344) e che, in quella sede, erano state espresse alcune riserve sulla bontà delle proposte in esame anche alla luce di elementi informativi ulteriori resi dai rappresentanti dei dicasteri interessati.
Il vice ministro VEGAS conferma il proprio avviso contrario.
La proposta emendativa 53.0.16, viene quindi respinta con apposita votazione.
Il senatore SALERNO (AN) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 53.0.24, sottolineando che lo stesso impone il rispetto delle regole previste a tutela del consumatore vigenti in Italia anche per i prodotti importati dall’estero.
Il senatore Paolo FRANCO (LP) precisa che la problematica in questione inerisce alla tematica della tracciabilità dei prodotti nostrani, che vanno difesi anche in contrasto con le limitazioni, spesso eccessive, imposte dall’Unione europea.
Dopo che il senatore CURTO (AN) ha posto la propria firma all’emendamento 53.0.24, lo stesso viene respinto dalla Commissione con apposita votazione.
Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 54 precedentemente accantonati.
Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore IZZO (FI) sulla proposta 54.4 (testo 2), con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 54.4 (testo 2) e 54.0.10.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 55 precedentemente accantonati.
Con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 55.0.15 e 55.0.18.
Si passa alla votazione degli emendamenti, precedentemente accantonati, relativi all’articolo 56.
Con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 56.5, 56.6 e 56.7.
Il senatore CICCANTI (UDC) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 56.8.
Vengono quindi respinti gli emendamenti 56.8, 56.9 e 56.10, di identico tenore, nonché le proposte 56.14, 56.15 e 56.16, di identico contenuto.
Successivamente, posti congiuntamente ai voti, vengono respinti gli emendamenti 56.17, 56.18 e 56.19, di identico tenore.
Successivamente, posto ai voti, viene respinto l’emendamento 56.21.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi inerenti all’articolo 56 precedentemente accantonati.
Con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 56.0.1 e 56.0.13.
Il senatore CADDEO (DS-U) preannuncia il proprio voto favorevole sull’emendamento 56.0.14.
Con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 56.0.14, 56.0.15, 56.0.48 e 56.0.78 (testo 2), in relazione al quale il senatore BARELLI (FI) preannuncia la presentazione di un ordine del giorno.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi inerenti all’articolo 57 precedentemente accantonati.
Con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 57.0.1 (testo 2), 57.0.2, 57.0.3, 57.0.4, 57.0.5, 57.0.42, 57.0.43, 57.0.44, 57.0.46, 57.0.66 (testo 2, riformulato limitatamente alle parti considerate ammissibili).
Si passa alla votazione degli emendamenti inerenti all’articolo 58 precedentemente accantonati.
Dopo che, con apposita votazione, è stato respinto l’emendamento 58.55, la Commissione respinge con separate votazioni, gli emendamenti aggiuntivi 58.0.23, 58.0.24, 58.0.25, 58.0.45, 58.0.57, 58.0.58, 58.0.59 e 58.0.67.
Il senatore CURTO (AN) preannuncia il voto favorevole sull’emendamento 58.0.69.
Posto ai voti, l’emendamento 58.0.69 viene respinto dalla Commissione.
Si passa alla votazione degli emendamenti aggiuntivi riferiti all’articolo 59 precedentemente accantonati.
Con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 59.0.3 e 59.0.22.
Si passa alla votazione degli emendamenti inerenti all’articolo 60, inclusi gli aggiuntivi, precedentemente accantonati.
Dopo che è stato respinto con apposita votazione l’emendamento 60.2, posti congiuntamente ai voti, vengono respinti gli emendamenti aggiuntivi 60.0.31, 60.0.32 e 60.0.33, di identico tenore.
Successivamente, posti congiuntamente ai voti, vengono altresì, respinti gli emendamenti 60.0.34, 60.0.35, 60.0.36, 60.0.37, 60.0.38 e 60.0.39, di identico tenore.
Posti congiuntamente ai voti, vengono poi respinti gli emendamenti 60.0.40, 60.0.41, 60.0.42 e 60.0.43, di identico tenore.
Con votazione congiunta sono poi respinti gli emendamenti 60.0.74, 60.0.75, 60.0.76, 60.0.77 e 60.0.78, di identico tenore.
Con distinte votazioni sono altresì respinti gli emendamenti 60.0.98, 60.0.145, 60.0.150 e 60.0.166.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 63, nonché degli emendamenti recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo, il cui esame era stato precedentemente accantonato.
Il senatore CICCANTI (UDC) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 63.5, sottolineando l’opportunità di modificare l’attuale formulazione del comma 4 dell’articolo 63. Esprime peraltro rammarico per il parere contrario reso dal Presidente relatore e dal rappresentante del Governo, tanto più in considerazione dell’esplicito impegno di quest’ultimo ad individuare possibili soluzioni.
Posto ai voti l'emendamento 63.5 è quindi respinto.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 63.6, paventando il rischio che senza il suo accoglimento l’articolo 63 rechi grave nocumento al settore dell’editoria ed in particolare alle testate minori.
Nello specifico, stigmatizza l’attuale formulazione del comma 1 che, nel generare un’area di aleatorietà sull’ammontare delle risorse effettivamente disponibili, ha conseguenze negative con specifico riferimento ai rapporti con le banche.
Auspica conclusivamente che il Governo affronti quanto prima la questione anche perché un mancato segnale in tal senso, aggraverebbe gli effetti sopra citati.
Il vice ministro VEGAS dà assicurazioni in tal senso, affermando che è in via di definizione un’apposita riformulazione concordata con il Dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, diretta a riformulare l’articolo nel senso auspicato dal senatore Morando, che sarà presentata nel successivo corso dell’iter.
Il senatore TAROLLI (UDC) ed il presidente relatore AZZOLLINI (FI) esprimono soddisfazione per le assicurazioni fornite dal rappresentate del Governo.
È indi posto ai voti l’emendamento 63.6, che risulta respinto, così come, con separate votazioni, gli emendamenti 63.7 (testo 2), 63.10, 63.11, 63.17, 63.21 (testo 2), 63.22 (testo 2), 63.30, 63.34, 63.39 (testo 2), 63.43, 63.50 (testo 2) e 63.62.
Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 63.0.1 ha la parola il senatore CURTO (AN), il quale sollecita il Governo ad individuare prontamente una soluzione all’annosa questione che coinvolge oltre mille lavoratori dello stabilimento Avio di Brindisi.
Il senatore LEGNINI (DS-U) dichiara a sua volta il proprio voto favorevole sulla proposta emendativa in esame, che del resto è analoga all’emendamento 63.0.96, presentato dal suo Gruppo.
In esito a distinte e successive votazioni sono indi respinti gli emendamenti 63.0.1, 63.0.29, 63.0.34, 63.0.34a, 63.0.58 e 63.0.79 (testo 2).
Il senatore LEGNINI (DS-U) preannuncia il proprio voto favorevole sull’emendamento 63.0.83, così come del resto sul successivo 63.0.85, avvertendo che giudicherebbe del tutto discriminatoria un’eventuale scelta da parte del Governo - qualora intendesse procedere alla stabilizzazione del personale operante in taluni Parchi nazionali – di non tener conto anche dei lavoratori del Parco nazionale d’Abruzzo e del Parco nazionale della Maiella.
È indi posto ai voti l’emendamento 63.0.83, che risulta respinto, così come – con separate e successive votazioni – gli emendamenti 63.0.84 e 63.0.85.
Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore LEGNINI (DS-U), la Commissione respinge altresì l’emendamento 63.0.88.
Il senatore MORANDO (DS-U) preannuncia il proprio voto favorevole sull’emendamento 63.0.90, sottolineando che esso, senza peraltro intaccare le prerogative spettanti agli ordini professionali, è diretto a promuovere le attività professionali organizzate secondo la logica dell’associazionismo.
In proposito, lamenta che ancora una volta l’attuale maggioranza, pur proclamandosi liberista, sostenga una decisa chiusura corporativa.
L’emendamento 63.0.90 è indi posto in votazione e respinto.
In esito a separate e successive votazioni, la Commissione respinge altresì gli emendamenti 63.0.96, 63.0.160, 63.0.161, 63.0.172, 63.0.173, 63.0.178, 63.0.180, 63.0.181, 63.0.352, 63.0.500. 63.0.502 e 63.0.504.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 64, nonché degli emendamenti recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo, il cui esame era stato precedentemente accantonato.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge le proposte 64.3, 64.6, 64.0.1, 64.0.9 e 64.0.13.
Il senatore MORANDO (DS-U) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 63.0.19, che giudica senz’altro interessante atteso che esso è volto a risolvere una lacuna presente nell’ordinamento fiscale, che non prevede un’imposizione connessa alle stock options assegnate ai propri dipendenti da parte delle società. Giudica inoltre congrua e in linea con la media europea la previsione di un’aliquota pari al 25 per cento.
L’emendamento 64.0.19 è indi posto ai voti e respinto, così come – in esito a separate votazioni – gli emendamenti 64.0.28, 64.0.29 e 64.0.30.
Si passa indi all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 66, nonché degli emendamenti recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo, il cui esame era stato precedentemente accantonato.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI) e il vice ministro VEGAS confermano parere contrario sul complesso delle proposte emendative riferite all’articolo 66.
Il senatore CURTO (AN) dichiara di sottoscrivere l’emendamento 66.18 (testo 2).
La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 66.18 (testo 2), 66.34 (testo 2), 66.36 (testo 2), 66.38, 66.41 (testo 3), 66.45, 66.51, 66.52 (testo2), 66.56, 66.0.1, 66.0.9, 66.0.10, 66.0.13, 66.0.14, 66.0.18, 66.0.41, 66.0.97, 66.0.99 e 66.0.100.
Il PRESIDENTE relatore avverte che sono stati presentati subemendamenti alla proposta 4.1000.
Si passa all’esame dell’emendamento 4.1000 nonché dei relativi subemendamenti, con cui il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dichiara di aver inteso recepire le principali esigenze emerse nel dibattito e in sede di esame delle altre proposte emendative.
Il senatore TAROLLI (UDC), a nome del suo Gruppo, subordina il voto favorevole ad una modifica della norma di copertura dell’emendamento che riduce lo stanziamento recato alla Tabella C allegata al disegno di legge finanziaria, diretto ai Paesi in via di sviluppo.
Il vice ministro VEGAS tiene a precisare che l’attuale copertura è del tutto provvisoria e assicura che nel corso dell’esame in Aula sarà individuata una soluzione alternativa.
Anche il presidente relatore AZZOLLINI (FI) dà assicurazioni in tal senso.
Sulla base delle precisazioni testé formulate, il senatore TAROLLI (UDC) preannuncia il proprio voto favorevole.
Il senatore MORO (LP) chiede al Presidente relatore una riformulazione dell’emendamento 4.1000, nel senso di espungere il riferimento allo stanziamento, pari a 1,5 milioni di euro, diretto agli interventi previsti dall’articolo 1, comma 278, della legge finanziaria per il 2005.
Accedendo all’invito testé formulato, il presidente relatore AZZOLLINI (FI) riformula l’emendamento in tal senso nella proposta 4.1000 (testo 2), senza peraltro escludere sin d’ora una proposta emendativa in Aula diretta a riassegnare tale stanziamento qualora ciò si rendesse opportuno in esito ad ulteriori approfondimenti. Avverte altresì che i suddetti subemendamenti si intendono riferiti alla proposta 4.1000 (testo 2).
Il senatore MORO (LP) ed il senatore IZZO (FI) convengono con il Presidente relatore.
Per dichiarazione di voto contrario sull’emendamento 4.1000 (testo 2), ha la parola il senatore MORANDO (DS-U), il quale giudica del tutto insoddisfacenti i contenuti da esso recati, tanto più a fronte dei molteplici elementi di criticità presenti nel disegno di legge finanziaria, come testimoniano i numerosi emendamenti, presentati anche dalla maggioranza, inizialmente accantonati e infine respinti.
In proposito, ricorda che essi affrontavano importanti questioni, quali l’istituzione dell’Alta commissione per il controllo della finanza pubblica, l’esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni per le scuole dell’infanzia ed i trasporti scolastici, l’incremento della franchigia dell’IRAP in favore delle imprese di minori dimensioni, gli incentivi per la mobilità e l’occupazione, la revisione della tassazione del trattamento di fine rapporto (TFR), l’esigenza di rendere graduale i tagli al settore termale, nonché il trattamento di favore da accordare ai lavoratori nel settore marittimo esposti all’amianto.
Coglie poi l’occasione per stigmatizzare che a ragione della modalità con la quale la maggioranza ha inteso procedere rispetto al passato, la Commissione bilancio non è riuscita ad apportare modifiche sostanziali al testo presentato dal Governo. In questo modo si determina, a suo avviso, un vero e proprio vulnus delle prerogative parlamentari, tanto più che neanche l’Assemblea sarà verosimilmente in grado di apportare modifiche al disegno di legge finanziaria in esame, in considerazione del ventilato voto di fiducia.
In proposito, ricorda che lo scorso anno, nonostante le critiche allora sollevate, la Commissione aveva comunque svolto un lavoro approfondito ed incisivo, che almeno in parte era stato successivamente recepito nel maxi-emendamento dell’Esecutivo, sul quale venne poi posta la questione di fiducia.
Si passa quindi all'illustrazione dei subemendamenti all'emendamento 4.1000 (testo 2) (pubblicati, a parte, nel fascicolo n. 9).
Il senatore MORANDO (DS-U) illustra brevemente il subemendamento 4.1000 (testo 2)/1 che, allo scopo di armonizzare sul territorio nazionale il prezzo base delle gare d'appalto per il funzionamento e la gestione dei centri di accoglienza e di quelli di permanenza temporanea ed assistenza, propone l'applicazione della direttiva ministeriale 14 aprile 2000 in materia di principi comuni e di standard qualitativi per il trattamento di persone ospitate nei predetti centri.
Il senatore CADDEO (DS-U) richiama l'attenzione sul subemendamento 4.1000 (testo 2)/5 nel quale si prevede un incremento delle risorse per ammodernare e potenziare i porti di Taranto, Gioia Tauro e Cagliari. Si tratta di una proposta che, oltre a perseguire l'obiettivo di potenziare le infrastrutture dei predetti centri, ricorda al Governo che l'Italia è costituita non soltanto dalle Regioni settentrionali.
Riferendosi quindi al subemendamento 4.1000 (testo 2)/8 a sua firma, evidenzia l'assenza di giustificazioni della scelta di privilegiare alcune località e gruppi di lavoratori, non comprendendosi perché non si sia voluto estendere invece a tutti i lavoratori dell'industria mineraria i benefici proposti. Conclude il suo intervento chiedendo al Relatore ed al rappresentante del Governo gli opportuni chiarimenti al riguardo.
Il senatore LEGNINI (DS-U), dopo aver chiesto di potervi apporre la firma, illustra brevemente il subemendamento 4.1000 (testo 2)/6. La proposta del Relatore di intervenire sull'articolo 22 appare incomprensibile in quanto contraddice le scelte normative fin qui assunte in materia di servizi pubblici nel senso cioè che la proprietà delle reti debba rimanere in mano pubblica. Pur sottolineando l'importanza di dare una spinta alle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali, ritiene che si dovrebbe intervenire esclusivamente sui profili della gestione e non su quelli della proprietà che è bene rimanga in mano pubblica. La proposta del Relatore incide su una materia delicata intervenendovi in modo disorganico con una norma dagli effetti distorsivi anche sotto il profilo del rispetto dei vincoli del Patto di stabilità.
Viene poi ritirato dai proponenti il subemendamento 4.1000 (testo 2)/7.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) illustra brevemente il subemendamento 4.1000 (testo 2)/13. Dopo aver evidenziato che l'intervento che si propone di realizzare con il comma 3-opties dell'emendamento del relatore costituisce uno dei pochi impegni rispettati dalla maggioranza, sottolinea l'importanza di far riferimento anche ai veterinari chimici e farmacisti impegnati negli istituti zooprofilattici apparendogli questa, una dimenticanza non comprensibile alla luce dell'importanza del lavoro svolto anche da tali soggetti nella prevenzione e lotta contro l'influenza aviaria e altre emergenze connesse alle malattie degli animali.
Dopo che il senatore DETTORI (Mar-DL-U) ha aggiunto la sua firma al subemendamento 4.1000 (testo 2)/13, tutti i restanti subemendamenti all'emendamento 4.1000 (testo 2) sono dati per illustrati.
Il PRESIDENTE relatore formula un parere contrario su tutti i subemendamenti. Anche il rappresentante del GOVERNO dichiara un parere conforme a quello del relatore. Si dichiara invece favorevole all'approvazione dell'emendamento 4.1000 (testo 2).
Posti ai voti, in esito a distinte votazioni sono respinti i subemendamenti da 4.1000 (testo 2)/1 a 4.1000 (testo 2)/14.
Si passa alle dichiarazioni di voto sulla proposta 4.100 (testo 2).
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un), dichiarando il suo voto contrario all'emendamento 4.1000 (testo 2), ritiene pienamente condivisibili il giudizio e le valutazioni svolte dal senatore Morando in proposito. Si tratta infatti di un emendamento di scarsa portata anche perché inspiegabilmente non affronta le questioni molto serie che sono state a lungo dibattute nel corso dell'esame. Oltre che per il merito non condivide il metodo seguito dal Governo, che ha determinato uno svilimento dell'esame e del lavoro svolto dalla Commissione. Si tratta di una considerazione che non riguarda evidentemente soltanto i senatori dell'opposizione ma che dovrebbe indurre tutti ad una attenta riflessione anche alla luce di quello che appare, a questo punto, il prevedibile andamento dei lavori in Assemblea. Conclude il suo intervento esprimendo il suo rammarico per aver perso una occasione importante che avrebbe permesso di dare al Paese un segnale che attende da molto tempo.
Il senatore SALERNO (AN), dopo aver espresso il suo disappunto nei confronti del rappresentante del Governo per non aver preso in considerazione le significative questioni poste all'attenzione della Commissione con gli emendamenti a sua firma che, sottolinea, peraltro in molti casi non avrebbero comportato oneri, annuncia pur tuttavia un voto favorevole all'emendamento 4.1000 (testo 2) dettato però esclusivamente da spirito di disciplina, auspicando in ogni caso che una risposta alle proposte formulate possa essere contenuta nel preannunciato emendamento del Governo.
Il PRESIDENTE relatore sottolinea come il suo emendamento recepisca soltanto quelle proposte per le quali si è registrato l'accordo convinto della maggioranza.
Il senatore DETTORI (Mar-DL-U) dichiara il voto contrario all'emendamento del relatore anche in considerazione della sua inadeguatezza alla luce della rilevanza delle questioni affrontate nel corso dell'esame e del dibattito svolto, non apparendo convincente la giustificazione, addotta dal Governo, quella cioè della ristrettezza delle risorse finanziarie disponibili.
Posto ai voti, l'emendamento 4.1000 (testo 2) è approvato.
Si passa quindi all'esame dell'emendamento 47.0.200, dianzi accantonato.
Il PRESIDENTE relatore propone che si addivenga ad una bocciatura tecnica dell'emendamento al fine di consentire un ulteriore approfondimento della materia, in particolare per gli aspetti connessi alla copertura finanziaria. Richiama quindi l'attenzione sull'importanza della questione affrontata dall'emendamento - quella cioè del regime di alcuni aspetti della contribuzione previdenziale nel settore agricolo - evidenziando l'importanza dell'obiettivo di ridare competitività al settore anche facendo chiarezza una volta per tutte sulle situazioni pregresse. Invita quindi il rappresentate del Governo a porre nella dovuta considerazione la questione che attende ormai da molto tempo una risposta non ulteriormente differibile.
Il vice ministro VEGAS sottolinea l’impegno del Governo per pervenire nei tempi più solleciti alla positiva soluzione delle questioni affrontate dall’emendamento 47.0.200.
Il senatore IZZO (FI), condividendo la proposta del relatore, sottolinea il rilievo della questione affrontata dall'emendamento, auspicando che si possa giungere al più presto alla sua approvazione.
La senatrice DE PETRIS (Verdi-Un) condivide le preoccupazioni e gli auspici espressi dal relatore, augurandosi che si possa ridare al più presto competitività al settore agricolo. Dopo aver ricordato, tra l'altro, che chi non è in regola con il versamento degli oneri contributivi non può accedere ai finanziamenti europei, auspica che nell'affrontare la questione si possa anche risolvere una volta per tutte l'ulteriore problematica della previsione di indennità di disoccupazione e di maternità che attende da tempo una sua definizione.
Prende quindi la parola il senatore MORANDO (DS-U) il quale invita il Governo a porre una particolare attenzione a predisporre una relazione tecnica, già richiesta ma mai pervenuta, sulla proposta 47.0.200 nonché a fornire una quantificazione debitamente verificata, anche nel prosieguo dei lavori, di alcune norme contenute nell’emendamento 4.1000 (testo 2).
Il senatore FASOLINO (FI) manifesta apprezzamento per la volontà di risolvere una questione che risponde ad un'esigenza di giustizia che contribuirà al rilancio del settore agricolo. Per tali considerazioni si dichiara favorevole alla proposta del Presidente di addivenire ad una bocciatura tecnica del emendamento 47.0.200 nell'ottica di una migliore definizione dello stesso.
Il senatore GRILLOTTI (AN), pur condividendo la proposta del relatore, coglie l'occasione per esprimere la sua delusione per le scarse opportunità offerte alla Commissione di dare un contributo significativo alla manovra finanziaria.
Il senatore Paolo FRANCO (LP), pur condividendo le considerazioni del senatore Grillotti, manifesta a nome del suo Gruppo apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore e dal rappresentante del Governo, sottolineando come anche la manovra finanziaria in esame non si discosti per l'impostazione da quelle che l'hanno preceduta nel corso della legislatura, perseguendo tutte, anche se con diversi strumenti, l'obiettivo della riduzione del carico fiscale e del risanamento della finanza pubblica.
Il senatore TAROLLI (UDC) giudica quella in esame una manovra finanziaria non certo elettorale ma responsabile in quanto ha cercato di contemperare per quanto possibile l'esigenza di rigore nei conti pubblici con quella di offrire una risposta convincente ai più significativi problemi del Paese, anche nell'ottica di ridare competitività e contrastare il fenomeno della perdita del potere d'acquisto delle famiglie italiane. Fa presente che, in questa sessione, nonostante gli sforzi del relatore, non sia stata trovata la sintesi tra istanze del Governo e contributo del Parlamento. Esprime peraltro il suo rammarico per il metodo seguito che ha finito in molti casi per incidere negativamente su quella che dovrebbe essere la corretta dialettica tra Parlamento e Governo. E' infatti indubbio che, nonostante l’impegno profuso dal Presidente relatore, una lesione del rapporto costruttivo con il Parlamento vi sia stata, pur auspicando che la stessa non costituisca in alcun modo un precedente, e sottolineando come il Parlamento rappresenti una ricchezza per il Paese. Conclude il suo intervento, manifestando apprezzamento per il lavoro svolto dal rappresentante del Governo e preannunciando un voto favorevole della sua parte politica sulla manovra finanziaria nel suo complesso.
Posto ai voti l'emendamento 47.0.200 non è approvato.
Si passa quindi all'esame degli ordini del giorno precedentemente accantonati (pubblicati separatamente nel fascicolo n. 9).
Il senatore MORANDO (DS-U) raccomanda l'approvazione dell'ordine del giorno 0/3613/41/5a in considerazione dell'importanza della materia da esso affrontata, quella cioè di garantire la trasparenza dei conti pubblici. Si tratta di una questione di rilevanza decisiva per il nostro Paese che, come è noto, ha un debito pubblico elevatissimo. La trasparenza dei conti è infatti motivo di fiducia ed essa, per un Paese indebitato, significa merito di credito elevato e conseguentemente buon andamento dei tassi di interesse e più agevoli possibilità di uscire dalla crisi. L'opacità dei conti pubblici italiani è una realtà evidente anche per gli esperti del Fondo monetario internazionale ed è risultata palese anche nel corso dell'esame della manovra finanziaria, in particolare per quanto attiene la ricostruzione del tendenziale a legislazione vigente. Con l'ordine del giorno si impegna il Governo a predisporre strumenti di analisi e verifica del bilancio nell'ottica di una maggiore trasparenza ed un migliore informazione del Parlamento.
Il senatore IZZO (FI) segnala all’attenzione del Governo gli ordini del giorno 0/3613/42/5a, 0/3613/32/5a, 0/3613/40/5a, 0/3613/44/5a, 0/3613/46/5a, 0/3613/47/5a, 0/3613/49/5a, 0/3613/50/5a, 0/3613/51/5a e 0/3613/52/5a, al quale appone la firma.
Dopo che tutti i restanti ordini del giorno sono dati per illustrati, il RELATORE, riferendosi all'ordine del giorno 0/3613/41/5a, si dichiara favorevole all'accoglimento della sola parte dispositiva e invece contrario su tutti gli altri.
Il vice ministro VEGAS ritiene che l'ordine del giorno del senatore Morando possa essere accolto soltanto qualora siano dallo stesso espunte le premesse di cui al secondo capoverso il cui contenuto appare inaccettabile. Dichiara poi di accogliere come raccomandazioni gli ordini del giorno 0/3613/42/5a, 0/3613/32/5a, 0/3613/40/5a, 0/3613/44/5a, 0/3613/46/5a, 0/3613/47/5a, 0/3613/49/5a, 0/3613/50/5a, 0/3613/51/5a e 0/3613/52/5a.
Si passa alla votazione degli ordini del giorno.
Seguono brevi interventi del senatore MORANDO (DS-U) - che insiste per la votazione dell'ordine del giorno - e del senatore TAROLLI (UDC) che chiede che l'ordine del giorno sia posto in votazione per parti separate in relazione non soltanto al dispositivo ma anche ai due capoversi della premessa.
Dopo che il rappresentante del GOVERNO ed il PRESIDENTE relatore si sono dichiarati favorevoli alla proposta nonché all'approvazione del primo capoverso della premessa, è posto ai voti e risulta approvata la prima parte dell'ordine del giorno 0/3613/41/5a fino alle parole "in sede di esame parlamentare".
Non è approvato invece il secondo capoverso della premessa dell'ordine del giorno dalle parole "osservato che" fino alle parole "per carenza di informazioni".
E' infine approvata la restante parte dell'ordine del giorno 0/3613/41/5a (0/3613/41 (testo 2)/ 5a pubblicato nell’annesso al fascicolo n. 9).
In esito a distinte votazioni sono invece respinti tutti i restanti ordini del giorno.
Su proposta dei rispettivi RELATORI, si passa alla votazione delle proposte di coordinamento coord. 1 al disegno di legge n. 3613 e coord. 2 al disegno di legge n. 3614 (pubblicate a parte nell’annesso al fascicolo n. 9).
Sono quindi approvate con distinte votazioni le suddette proposte di coordinamento ai disegni di legge finanziaria e di bilancio.
Si passa alle dichiarazioni di voto finali.
Il rappresentante del GOVERNO manifesta apprezzamento per lo sforzo compiuto e per la coesione della maggioranza in un passaggio difficile quale quello dell'esame della manovra finanziaria per l'anno 2006 che presenta un carattere di eccezionalità per serietà e rigore nonostante la prossima scadenza elettorale.
Il presidente relatore AZZOLLINI (FI), prima di procedere alla votazione del mandato ai relatori, desidera esprimere un sentito ringraziamento ai Commissari, soprattutto dell’opposizione che hanno dato un fattivo contributo ai lavori, con la loro costante presenza, insieme agli esponenti della maggioranza. Ringrazia in particolare il vice ministro Vegas. Indirizza, infine, un ulteriore sentito ringraziamento al personale del Servizio delle Commissioni, del Bilancio, degli Studi, della Qualità degli atti normativi, agli stenografi nonché al personale di tutti gli altri Servizi dell’Amministrazione che ha fornito assistenza vigile e continua.
Il senatore MORANDO (DS-U), nel dichiarare il voto contrario della propria parte politica, preannuncia la presentazione di una relazione di minoranza.
Con distinte votazioni, la Commissione conferisce infine mandato ai relatori a riferire favorevolmente all’Assemblea sui disegni di legge in titolo (A.S. 3614 e A.S. 3613), come modificati, autorizzandoli ad apportare le correzioni di coordinamento formale che si rendessero eventualmente necessarie.
Emendamenti approvati nella seduta notturna del 4 novembre
39.64
IZZO
Accolto dalla 5ª Commissione (4 novembre 2005)
Dopo il comma 15, aggiungere il seguente:
«15-bis. Considerato che i farmaci di automedicazione già dispongono di confezioni di dimensioni appropriate ai fini terapeutici, al comma 1 dell’articolo 1-ter del decreto legge 27 maggio 2005, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 149, aggiungere, in fine, le seguenti parole: "ad esclusione dei farmaci di automedicazione"».
4.1000 (testo 2)
IL RELATORE
Accolto dalla 5ª Commissione (4 novembre 2005)
All’articolo 4, aggiungere, in fine, il seguente comma:
«1-bis. AI fine di conseguire un contenimento degli oneri di spesa per i Centri di accoglienza e per i Centri di permanenza temporanea e assistenza, il Ministro dell’interno, con proprio decreto, stabilisce annualmente, entro il mese di marzo, uno schema di capitolato di gara d’appalto unico per il funzionamento e la gestione delle strutture di cui al presente comma, con lo scopo di armonizzare sul territorio nazionale il prezzo base delle relative gare d’appalto».
Conseguentemente:
All’articolo 9, aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«3-bis. Dal 1º gennaio 2006 sono soppressi i trasferimenti dello Stato per l’esercizio delle funzioni esercitate dagli uffici metrici provinciali e trasferite alle Camere di commercio ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Sono altresì soppresse le tariffe relative alla verificazione degli strumenti di misura fissate in base all’articolo 16 della legge 8 dicembre 1973, n. 836.
3-ter. Al finanziamento di tali funzioni si provvede ai sensi della lettera c), comma 1, dell’articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, sulla base di criteri stabiliti con decreto del Ministro delle attività produttive d’intesa con il Ministro dell’economia.
3-quater. Alle Camere di commercio ed alle aziende speciali ad esse collegate non si applica a decorrere dal 1º gennaio 2006 la legge 29 ottobre 1984, n. 720. L’accreditamento delle giacenze depositate dalle Camere di commercio nelle contabilità speciali di tesoreria unica disposto in cinque annualità entro il 30 giugno di ciascuno degli anni dal 2006 al 2010».
Conseguentemente:
All’articolo 16, aggiungere, in fine, il seguente comma:
«2-bis. All’articolo 43, comma 1 della legge 17 maggio 1999, n. 144, dopo le parole: "residenti da almeno cinque anni in tali centri abitati", aggiungere le seguenti: "ovvero di acquisizione di immobili ad uso residenziale purché con titolo di edificazione anteriore al 17 aprile 1999 e ricadenti anche in zona A delle curve isofoniche, di cui alla legge regionale della regione Lombardia n. 10 del 12 aprile 1999, nei limiti di metri 400 dal perimetro del sedime aeroportuale."».
Conseguentemente:
All’articolo 20, dopo il comma 1, inserire i seguenti:
«1-bis. Il comma 3, dell’articolo 2, della legge 2 maggio 1990, n. 102, è sostituito dal seguente:
"Gli stralci dello schema previsionale e programmatico di cui all’articolo 3 e il piano di ricostruzione e sviluppo di cui all’articolo 5 possono essere sottoposti a revisione annuale secondo le procedure disciplinate dalla normativa della regione Lombardia, nel quadro delle medesime disponibilità finanziarie. Le regione Lombardia è tenuta a comunicare alla Presidenza del Consiglio dei ministri l’assetto del Piano aggiornato".
1-ter. Sono abrogati i commi 38, 39, 40 e 41 dell’articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350.».
Conseguentemente:
All’articolo 21, dopo il comma 13 aggiungere i seguenti:
«13-bis. Per la valorizzazione delle attività di ricerca avanzata, alta formazione, interscambio culturale e scientifico tra istituzioni universitarie di alta formazione europea ed internazionale e applicazione dei risultati acquisiti dai consorzi interuniversitari di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 8 agosto 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 29 agosto 2003, n. 200, e al decreto del medesimo Ministro del 30 gennaio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 13 febbraio 2003, n. 36, per ciascuna delle due destinazioni sopra indicate è autorizzata l’ulteriore spesa di 1,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2006, impregiudicata l’attuazione di quanto previsto negli accordi di programma in data 23 giugno 2004 e 25 giugno 2004 con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
13-ter. Per la prosecuzione ed il completamento degli interventi di cui all’articolo 52, comma 21, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2006.
13-quater. Per garantire il completamento delle opere infrastrutturali di accessibilità al Polo esterno della fiera di Milano, ricomprese nell’ambito "Accessibilità Fiera di Milano" previsto dalla deliberazione CIPE del 21 dicembre 2001, sono autorizzate le seguenti spese a favore dell’ ANAS, per le opere di viabilità per l’importo di 2,5 milioni di euro per l’anno 2006, 5 milioni di euro per l’anno 2007 e 5 milioni di euro per l’anno 2008, nonché a favore del comune di Milano, per la realizzazione dei collegamenti pubblici e delle opere di interscambio a servizio del Polo esterno per l’importo di 2,5 milioni di euro per l’anno 2006, 5 milioni di euro per l’anno 2007 e 5 milioni di euro per l’anno 2008.
Conseguentemente:
All’articolo 22, aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«11-bis. Al comma 1 dell’articolo 113 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, all’ultimo periodo sono aggiunte le seguenti parole: "fatta salva l’applicazione dei commi 2 e 13 in materia di proprietà delle reti".
11-ter. Al comma 13 dell’articolo 113 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, le parole: "che è incedibile" sono sostituite dalle seguenti: "o a società a capitale pubblico necessariamente maggioritario i cui soci privati portatori del capitale di minoranza siano scelti con procedure di gara ad evidenza pubblica".
11-quater. All’ultimo periodo del comma 13 dell’articolo 113 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la parola: "suddetta" è sostituita dalle seguenti: "a capitale interamente pubblico"».
Conseguentemente:
All’articolo 31, apportare le seguenti modificazioni:
a) al comma 12, dopo le parole: «Forze Armate», inserire il periodo seguente: «Rimangono impregiudicate le prestazioni dovute dall’Amministrazione della difesa al personale delle Forze armate o appartenente ai Corpi di polizia che abbia contratto malattia o infermità nel corso di missioni compiute al di fuori del territorio nazionale»;
b) dopo il comma 12, inserire il seguente:
«12-bis. Alla legge 22 luglio 1961, n. 628, sono apportate le seguenti modificazioni:
"a) all’articolo 3, la lettera a) è sostituita dalla seguente:
‘a) ispettorati regionali, con sede in ogni capoluogo di regione od in città sede di Corte di appello’;
b) all’articolo 11, comma 1, il numero 1) è sostituito dal seguente:
‘1) uffici regionali del lavoro e della massima occupazione, con sede in ogni capoluogo di regione od in città sede di Corte di appello’"»;
Conseguentemente:
All’articolo 35, aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«7-bis. All’articolo 76 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel comma 1 dopo la lettera c) aggiungere la seguente:
"d) il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale per la Tutela delle condizioni di lavoro – esclusivamente nei casi in cui il datore di lavoro abbia le proprie sedi di lavoro in almeno due Province, anche di Regioni diverse ovvero per quei datori di lavoro con unica sede di lavoro associati ad organizzazioni imprenditoriali che abbiano predisposto a livello nazionale schemi di convenzioni certificati dalla commissione di certificazione istituita presso il Ministero lavoro e delle politiche sociali";
b) dopo il comma 1 è inserito il seguente:
"1-bis. Nel solo caso di cui al comma 1 lettera d) le commissioni di certificazione istituite presso le direzioni provinciali del lavoro e le province limitano la loro funzione alla ratifica di quanto certificato dalla commissione di certificazione istituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali".
7-ter. A valere sul fondo di cui all’articolo 1, comma 96, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, sono considerate prioritarie le assunzioni del personale della polizia penitenziaria, con le modalità previste dal comma 97 dello stesso articolo 1.»
Conseguentemente:
All’articolo 36, aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«5-bis. Per i lavoratori dell’industria mineraria siciliana e degli annessi stabilimenti, ammessi ai benefici di cui alla legge della Regione siciliana 6 giugno 1975, n. 42, e successive modificazioni, la base di calcolo per la prosecuzione volontaria dell’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti è determinata dall’importo dell’indennità mensile effettivamente liquidata all’interessato, ai sensi della richiamata legge della Regione siciliana n. 42 del 1975, e successive modificazioni, come previsto dalle leggi 26 aprile 1982, n. 214, e 28 marzo 1991, n. 105. La disposizione del presente comma ha valore di interpretazione autentica quanto ai destinatari del primo comma della legge 26 aprile 1982, n. 214, e del comma 1 della legge 28 marzo 1991, n. 105.
5-ter. A favore degli eredi delle vittime dell’evento occorso ad Ustica il 27 giugno 1980 è riconosciuta una indennità nel limite di spesa complessivo di 11 milioni di euro per l’anno 2006. Con decreto del Ministro dell’interno sono stabilite le modalità per l’attuazione del presente comma.»
Conseguentemente:
All’articolo 38, comma 2, lettera c), alla fine della lettera, dopo le parole: «tempi stabiliti» aggiungere le seguenti: «, senza oneri a carico degli assistiti, se non quelli dovuti come partecipazione alla spesa in base alla normativa vigente;».
Conseguentemente:
All’articolo 39, dopo il comma 15 inserire i seguenti:
«15-bis. Per consentire all’ Agenzia per i servizi sanitari regionali di far fronte, tempestivamente e compiutamente, ai compiti previsti dall’articolo 38 in materia di liste di attesa, e in particolare per l’attività di supporto al Ministero della salute nel monitoraggio dei tempi di attesa, nonché ai compiti fissati dall’ articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dall’Intesa Stato-Regioni del 23 maggio 2005, il Ministro della salute può disporre presso l’Agenzia medesima, su richiesta della stessa, il distacco fino a dieci unità di personale di ruolo del Ministero della salute, senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato. Il programma annuale di attività dell’Agenzia prevede, negli anni 2006, 2007 e 2008 uno specifico piano di lavoro per la realizzazione dei compiti di cui al presente comma, senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato.».
Conseguentemente:
All’articolo 45, sostituire il comma 1, con il seguente:
«1. Per l’anno finanziario 2006, ed a titolo iniziale e sperimentale, fermo quanto già dovuto dai contribuenti a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche, una quota pari al 5 per mille dell’imposta stessa è destinata in base alla scelta del contribuente alle seguenti finalità:
a) sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all’articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, nonché delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali previsti dall’articolo 7, commi 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460;
b) finanziamento della ricerca, scientifica e sanitaria, e dell’università;
c) attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente».
Conseguentemente:
All’articolo 46, aggiungere, in fine, il seguente comma:
«3-bis. Al decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180, sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 1, dopo il comma 5, è aggiunto il seguente: "Le cessioni degli stipendi, salari, pensioni ed altri emolumenti di cui al presente testo unico hanno effetto dal momento della loro notifica nei confronti dei debitori ceduti. Tale comunicazione può essere effettuata attraverso qualsiasi forma purché recante data certa. Nel caso delle pensioni e degli altri trattamenti previsti nel quarto comma è fatto salvo l’importo corrispondente al trattamento minimo";
b) all’articolo 5, comma 1, dopo le parole: "del presente testo unico" è inserito il seguente periodo: "Le operazioni di prestito concesse ai sensi del presente testo unico devono essere conformi a quanto previsto dalla delibera CICR del 4 marzo 2003 e dalla vigente disciplina in materia di trasparenza delle condizioni contrattuali per i servizi bancari, finanziari ed assicurativi";
c) all’articolo 5, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: "Qualora il debitore ceduto sia una delle amministrazioni di cui all’articolo 1, secondo comma, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, trova applicazione il decreto legislativo 5 marzo 2005, n. 82, per gli atti relativi ai prestiti e alle operazioni di cessione degli stipendi, salari pensioni e altri emolumenti, secondo le modalità individuate dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di cui articolo 13-bis della legge n. 80 del 2005, da emanarsi entro dieci mesi dall’entrata in vigore della stessa legge";
d) all’articolo 28, comma 2, le parole: "a decorrere dal primo del mese successivo a quello in cui ha avuto luogo la comunicazione" sono sostitute dalle seguenti: "nei termini di cui all’articolo 1, sesto comma, del titolo 1";
e) all’articolo 52, comma 2, le parole: "di cui al presente comma" sono sostituite dalle seguenti: "di cui al precedente e al presente comma";
f) all’articolo 55, comma 1, sono eliminate le parole: "38, primo e secondo comma,"».
Conseguentemente:
All’articolo 53, comma 3, lettera b), dopo il numero 1), inserire il seguente:
«1-bis) Al fine di facilitare l’accesso ai contributi erogati a qualunque titolo sulla base di leggi regionali, nazionali o comunitarie le imprese che aderiscono ai distretti di cui al comma 1, possono presentare le relative istanze ed avviare i relativi procedimenti amministrativi, anche mediante un unico procedimento collettivo, per il tramite dei distretti medesimi che forniscono consulenza ed assistenza alle imprese stesse e che possono, qualora le imprese siano in possesso dei requisiti per l’accesso ai citati contributi, certificarne il diritto. I distretti possono altresì provvedere, ove necessario, a stipulare apposite convenzioni. anche di tipo collettivo con gli Istituti di credito ed intermediari finanziari iscritti nell’elenco di cui all’articolo 106 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 385, volte alla prestazione della garanzia per l’ammontare della quota dei contributi soggetti a rimborso. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’economia e delle finanze sono stabilite le modalità applicative della presente disposizione».
Conseguentemente:
All’articolo 56, aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«3-bis. Al comma 55 dell’articolo 13 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni, sono sostituite le parole: "fino a non oltre tre anni dalla stessa data" con le seguenti: "fino a non oltre cinque anni dalla stessa data".
3-ter. Al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 143, all’articolo 22, comma 1, dopo le parole: "delle piccole e medie imprese", sono aggiunte le seguenti: "nonché le attività relative alla promozione commerciale all’estero del settore turistico al fine di incrementare i flussi turistici verso l’Italia".
3-quater. Al decreto-legge 28 maggio 1981, n. 251, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 1981, n. 394, all’articolo 2, comma 1, sono aggiunte alla fine del comma le seguenti parole: "nonché a fronte di attività relative alla promozione commerciale all’estero del settore turistico al fine di acquisire i flussi turistici verso l’Italia".
3-quinquies. Al testo unico di cui al regio decreto 28 aprile 1938, n. 1165, sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 95, primo comma, primo periodo, dopo le parole:
"da cooperative" sono inserite le seguenti: ", oltre quelli prescritti dall’articolo 31";
b) all’articolo 95, primo comma, la lettera b) è sostituita dalla seguente: "b) la residenza anagrafica o attività lavorativa esclusiva o principale nel comune o in uno dei comuni nell’ambito territoriale ove è localizzato l’alloggio, ove per ambito territoriale si prende a riferimento quello individuato dalle delibere regionali di programmazione";
3-sexies. L’articolo 39 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 68, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente: "Art. 39. – 1. Il compenso di cui all’articolo 71-septies della legge 22 aprile 1941, n. 633 è fissato fino al 31 dicembre 2008 nelle seguenti misure:
a) supporti digitali ed analogici idonei alla registrazione di fonogrammi e videogrammi (audio cassette, videocassette, CD, DVD e altri supporti audio e video): 10 per cento dei relativi prezzi di cessione al distributore o rivenditore;
b) memorie digitali non dedicate, idonee per audio o video, fisse o trasferibili, quali flash memory, USB Flash e analoghe, ad eccezione di quelle residenti in apparecchi polifunzionali in grado di ricevere e decodificare segnali televisivi criptati: 3 per cento dei prezzi di cessione al distributore o rivenditore;
c) apparecchi in grado di effettuare registrazione analogica o digitale, audio o video, ad eccezione di quelli polifunzionali in grado di ricevere e decodificare segnali televisivi criptati: 3 per cento dei prezzi di cessione al distributore o rivenditore.".
3-septies. La limitazione di cui al comma 1 dell’articolo 28, non si applica al personale impiegato per far fronte alle emergenze sanitarie ed in particolare, a quello previsto dall’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 8 agosto 1996, n. 429, convertito dalla legge 21 ottobre 1996, n. 532 e all’articolo 1, comma 4, del decreto-legge 1º ottobre 2005, n. 202.
3-octies. Per garantire lo svolgimento dei compiti connessi alla prevenzione e alla lotta contro l’influenza aviaria e le emergenze connesse alle malattie degli animali, il Ministero della salute è autorizzato a convertire in rapporti di lavoro a tempo determinato di durata triennale, gli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa, conferiti, ai sensi del decreto- legge 8 agosto 1996, n. 429, convertito dalla legge 2 ottobre 1996, n. 532, ai veterinari, chimici e farmacisti attualmente impegnati nei Posti di Ispezione Frontaliera (PIF), negli uffici veterinari adempimenti comunitari (UVAC) e presso gli uffici centrali del Ministero della salute, previo superamento di un’apposita prova per l’accertamento di idoneità».
Conseguentemente, alla tabella C, alla voce: «Ministero degli affari esteri» apportare le seguenti modificazioni: legge n. 7 del 1981 e legge n. 49 del 1987, stanziamenti aggiuntivi per l’aiuto pubblico a favore dei Paesi in via di sviluppo, apportare le seguenti modificazioni:
2006: – 54.600;
2007: – 68.800;
2008: – 74.500.
40.8
IL RELATORE
Al comma 1, è soppresso il secondo periodo.
«al comma 2, terzo periodo, dopo le parole: «ai sensi dell’articolo 1 del medesimo decreto», sono aggiunte le seguenti: «, al netto del gettito dell’addizionale regionale all’IRPEF e dell’accisa sulle benzine di cui agli articoli 3 e 4 del richiamato decreto,».
al comma 3, la lettera d) è sostituita dalla seguente:
«d) all’articolo 13, comma 4, le parole: "relativi al periodo 2001-2004", sono sostituite dalle seguenti: "relativi al periodo di cui al comma 3" e dopo le parole: "addizionale regionale all’IRPEF commisurata all’aliquota dello 0,5 per cento" sono inserite le seguenti: "per il periodo 2001-2003 e dello 0,9 per cento per gli anni 2004 e 2005"».
Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul sito del Senato al seguente indirizzo:
www.senato.it/finanziaria2006/Emend-comm-finanziaria2006.pdf