Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 14,30.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, del colonnello del Comando dei carabinieri per la tutela delle norme comunitarie e agroalimentari, dottor Luigi Curatoli, sull'attività dell'ente.
Quella odierna è la seconda di un ciclo di audizioni che la Commissione intende svolgere con i vertici degli organismi cui sono affidati poteri di controllo sulle imprese agricole ed agroalimentari.
Saluto il colonnello Curatoli al quale rivolgo un ringraziamento per avere accettato l'invito della Commissione.
Vorrei domandare al colonnello in che cosa consiste il nucleo dei carabinieri che è attualmente presente presso il Ministero delle politiche agricole e quali sono le funzioni e i controlli che state effettuando in materia, anche in ossequio alle direttive comunitarie vigenti sul nostro territorio.
LUIGI CURATOLI, Colonnello del Comando dei carabinieri per la tutela delle norme comunitarie e agroalimentari. Signor presidente, onorevoli deputati, desidero innanzitutto esprimere il mio più vivo ringraziamento per questa audizione, che mi consente di illustrare in maniera completa il ruolo, nonché le attività, del mio Comando presso il Ministero delle politiche agricole.
I Carabinieri sono entrati all'interno del Ministero delle politiche agricole nel 1982 quando, il 1o marzo, con decreto dell'allora ministro segretario di Stato per l'agricoltura e le foreste, venne istituito con effetto immediato, alle dipendenze dei funzionari del suddetto dicastero, un nucleo carabinieri per la prevenzione delle infrazioni ai regolamenti riguardanti la legge del 24 marzo 1942 - relativa all'ippicoltura - nonché la prevenzione degli illeciti del settore agricolo-alimentare.
Successivamente, gli articoli 8 e 9 del comma 3 della legge n. 491 del 1993 definì meglio i compiti del Comando (ho allegato tale legge al fascicolo che lascio a vostra disposizione), tuttavia, con il voto referendario che determinò la soppressione del dicastero delle risorse agricole alimentari, la norma fu abrogata con decreto legislativo n. 143 del 1997, con cui, invece, si istituiva il Ministero delle politiche agricole e forestali.
Nel 1994, un decreto del ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali ribadì, ancora una volta, i compiti del Comando e ne mutò, per la prima volta, il nome in Comando carabinieri tutela norme comunitarie e agroalimentari, fissando l'organico di quel reparto a 63 militari, al Comando di un colonnello.
Nel 1997, un ulteriore decreto confermò le dipendenze del Comando e ne ampliò e specificò ulteriormente i compiti. Questa norma si rese necessaria in ragione della soppressione del Ministero dell'agricoltura e foreste, che soppresse anche l'articolo che prevedeva il Comando.
Quindi, fu reiterata da questa norma la presenza del Comando carabinieri presso il Ministero delle politiche agricole.
Nel 1998, un nuovo decreto ministeriale estese i compiti del Comando anche ai controlli straordinari sull'erogazione e il percepimento degli aiuti comunitari nel settore della pesca e della acquacoltura.
Nel 2000, l'articolo 6, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica n.450 definì ancora i compiti e le dipendenze del Comando. Giungiamo, così, al 2001, quando il decreto del ministro difesa, di concerto con il ministro dell'interno e su proposta del ministro per delle politiche agricole, l'8 giugno 2001, mutò la denominazione del Comando, che assunse l'attuale denominazione quale Comando carabinieri politiche agricole. Ne accrebbe, inoltre, la consistenza organica fino a 83 militari - sempre sotto il Comando di un colonnello - e determinò l'istituzione di tre articolazioni periferiche, che abbiamo chiamato NAC - nucleo antifrodi carabinieri - una a Parma, uno a Roma e uno a Salerno. Felice fu la scelta di Parma dell'epoca, anche in ragione dell'istituzione dell'Autorità europea agroalimentare. Questi tre nuclei furono istituiti per una maggiore aderenza dei controlli sul territorio.
Nel comitato interministeriale per la lotta alle frodi comunitarie, per decreto del ministro delle politiche agricole, è inserito, tra gli altri membri, anche il comandante dei carabinieri politiche agricole. Quindi, il Comando dipende funzionalmente dal ministro delle politiche agricole ed è ordinativamente inquadrato nella divisione unità specializzate dell'Arma dei carabinieri che ne coordina l'attività con quella di altri reparti - specializzati - dei carabinieri, come il NAS, il NOE, che sono i più noti, o il nucleo ispettorato del lavoro o, ancora, il raggruppamento elicotteri. Tutto questo serve a dare una migliore sinergia tra le varie professionalità del Comando e, per quanto riguarda l'attività operativa, abbiamo svolto qualche compito insieme quando ci si trova al limite delle competenze dell'uno o dell'altro ramo.
Come attività operativa i controlli negli ultimi anni (sono allegati dei grafici al fascicolo che è vostra disposizione) sono aumentati anche in ragione dell'istituzione dei NAC, che hanno incrementato il numero del personale addetto ai controlli.
Tuttavia, la maggiore vocazione dell'Arma dei carabinieri nella lotta al crimine, rispetto a tutti gli altri organi di controllo del Ministero, suggerisce di indirizzare il nostro Comando verso le forme più gravi di illecite percezioni di fondi comunitari, cioè, quelle che costituiscono un reato e per la cui individuazione si richiede, dunque, un'attività investigativa più strutturata.
Le norme del codice penale cui noi facciamo riferimento - soprattutto - sono l'articolo 316-ter, che titola «Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato» e l'articolo 640-bis, che titola «Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche». A questi possono aggiungersi, ovviamente, come reati di mezzo, altre fattispecie che, partendo dai falsi documentali, possono giungere fino all'associazione per delinquere e, in alcuni casi, anche di tipo mafioso.
I fondi dell'Unione europea, in effetti, non sono esigui, tuttavia, sono anche limitati e, quindi, l'illecita percezione di questi fondi costituisce un concreto danno per un agricoltore onesto che, in ragione dell'attività truffaldina di persone meno oneste, può vedere decrescere il livello di fondi messi a sua disposizione.
Peraltro, questo tipo di reato può costituire anche un modo, per le forme criminali organizzate, per riciclare denaro proveniente da altri comportamenti illeciti o, addirittura, per finanziare questi medesimi. Proprio per questo motivo, riteniamo che questi fenomeni debbano essere individuati rapidamente e perseguiti.
Il nostro impegno è sostenuto e supportato dalla capillare presenza sul territorio dell'Arma dei carabinieri - che chiamiamo Arma territoriale - fino all'ultima unità operativa di base che è il Comando di stazione. Pertanto, ogni qual volta il nostro personale agisce sul territorio, si appoggia ai reparti competenti che ci forniscono un significativo e spesso determinante contributo in termini di uomini, mezzi e conoscenza - ovviamente - del territorio perché sono inseriti nel tessuto sociale in cui operano.
Per quanto riguarda poi la subordinazione e la divisione in unità specializzate questo ci consente di essere coordinati e, quindi, di interagire con gli altri reparti specializzati, dipendenti dallo stesso Comando, evitando con essi margini di sovrapposizione, promuovendo, al contrario, la sinergia tra le professionalità dei vari reparti per operare, ognuno, nelle sfere di propria competenza.
Se ci si trova, quindi, di fronte alla percezione di illecite contribuzioni per il miglioramento della qualità del prodotto e, nel contempo, alla sofisticazione dello stesso, ovviamente, si affiancheranno i carabinieri del Comando politiche agricole e quelli del NAS.
Ancora, il nucleo elicotteri costituisce per noi un supporto determinante per le ricognizioni aree atte a verificare la reale coltura su campi per i quali sono stati richiesti dei fondi comunitari.
Per questo motivo, ci siamo posti come punto di riferimento nel tempo non solo e non tanto per l'Arma territoriale quanto per tutte le articolazioni e l'organizzazione della stessa.
Collaboriamo in maniera fattiva anche con gli altri organi collegati al Ministero delle politiche agricole come l'AGEA, l'Agecontrol, il Corpo forestale dello Stato, l'ispettorato centrale repressione frodi.
Noi dipendiamo direttamente dal ministro e quindi agiamo anche sulle direttive da questi tracciate per il mantenimento della legalità e per l'individuazione di ogni forma di criminalità che possa turbare il regolare svolgersi delle attività nel settore agricolo.
Siamo anche diventati referenti specializzati e qualificati per l'autorità giudiziaria, che opera in campi che sono di nostro interesse come l'agricoltura. Non di rado siamo stati coinvolti direttamente dall'autorità giudiziaria che ha chiesto, imbattendosi durante lo svolgimento di altre indagini in propaggini che riguardano l'illecita percezione di fondi in agricoltura, il nostro contributo specializzato.
Svolgiamo un'intensa attività di collaborazione con l'OLAF, un acronimo francese per indicare l'ufficio europeo di lotta antifrode, che dipende dalla Commissione europea. Manteniamo rapporti sia per chiedere l'estensione di indagini in ambito comunitario sia per riceverne attivazioni sul territorio nazionale. Proprio per raggiungere una migliore sinergia con l'ufficio antifrode europeo stiamo per distaccare come esperto nazionale un ufficiale del comando, che sarà il nostro punto di riferimento. L'ufficiale sarà distaccato nella divisione operazioni ed investigazioni e segnatamente nell'area di competenza dell'agricoltura.
Il personale ammesso al reparto, per avere una migliore professionalità specifica nel settore di interesse, ha seguito corsi di specializzazione sulle materie di competenza del Ministero delle politiche agricole. Dall'8 novembre abbiamo iniziato un corso di specializzazione al quale sta partecipando il personale che andrà a completare i ranghi dei NAC di Salerno e Parma, che - come ho già detto - sono stati recentemente costituiti. Il programma che abbiamo disegnato prevede l'insegnamento di materie universitarie con professori di rango universitario e docenti presso varie università, di materie tecniche insegnate da funzionari del Ministero e, per lo specifico tecnico, come indagini tecniche all'interno di ciascun settore agricolo, anche da personale nostro che riversa ai nuovi assegnati l'esperienza maturata negli anni.
Periodicamente seguiamo anche corsi in collaborazione con l'ispettorato centrale repressione frodi o con altri istituti del Ministero delle politiche agricole e forestali. Vi sono militari che hanno seguito corsi di agricoltura biologica o sulla zootecnia. Quando vi è stata l'emergenza della BSE, alcuni nostri militari si specializzarono in classificatori di carcasse bovine in modo da essere sempre più professionali nello svolgimento dell'attività di nostra competenza. Abbiamo anche pensato di concludere accordi bilaterali con alcuni atenei (al momento siamo in contatto con La Sapienza di Roma e con l'università di Perugia) per lo scambio di docenze e consentire di approfondire l'argomento anche al di fuori dei corsi indetti dal comando, al fine di dare una maggiore competenza al personale dell'Arma in questo specifico settore e farli operare al massimo della loro professionalità.
Abbiamo anche istituito un numero verde (800020320) non tanto per le segnalazioni di illeciti (per non farlo diventare un surrettizio 112) quanto per mettere a disposizione del cittadino la nostra esperienza qualora avesse bisogno di suggerimenti o indicazioni. Ci siamo rivolti esclusivamente all'interesse del cittadino consumatore e del cittadino agricoltore per fornire sempre più un sostegno e consentire loro di avere un prodotto di qualità, che rappresenta il fine prefisso dal Ministero nel suo complesso. Il nostro motto, contro le frodi al servizio del cittadino, costituisce la sintesi felice dell'attività che ci proponiamo.
Resto a disposizione per eventuali domande.
PRESIDENTE. Ringrazio il colonnello, al quale pongo due rapide domande. Vorrei sapere quali siano i regolamenti comunitari oggetto di controllo da parte vostra e quali reati vengano maggiormente rilevati.
LUIGI CURATOLI, Colonnello del Comando dei carabinieri per la tutela delle norme comunitarie e agroalimentari. I regolamenti comunitari sono quelli che intervengono nei vari settori della produzione agricola, dal settore ittico a quello cerealicolo, all'ortofrutta. La normativa comunitaria al riguardo è abbastanza articolata. La ringrazio della sua domanda, signor presidente, perché mi permette di precisare meglio che è proprio per questo motivo che i nostri marescialli si specializzano ulteriormente. Il maresciallo che si occupa del settore ortofrutta farà ciò per tutto il periodo che sta presso il reparto, proprio per conoscere al meglio l'articolazione della normativa di quel determinato settore.
I maggiori reati investono tutti i settori. Ho portato una statistica da cui emerge che, nel primo semestre 2004, i reati maggiormente rilevati hanno riguardato il settore cerealicolo, mentre nei quattro mesi successivi la zootecnia. Il panorama non è mai omogeneo. La sinergia con altri reparti dell'Arma è indicata per il periodo da luglio ad ottobre 2004, quando figurano 191 denunce presso altri. Si tratta di un lavoro che abbiamo svolto con il Comando dei carabinieri ispettorato del lavoro.
ALDO PREDA. La prima questione, da me già sollevata in altre audizioni, riguarda il coordinamento dei controlli, che per l'utente rappresenterebbe un modo per evitare di subire quattro o cinque accertamenti sulla stessa infrazione o reato (quando questi vi sono) e per avere punti di riferimento precisi su norme che non sono chiare e su cui non vi è la possibilità di un approfondimento tecnico. Mi riferisco ad alcuni controlli, che molte volte sono contraddittori e non coordinati, su normative comunitarie in alcuni settori particolari, come il vino e gli arricchimenti che vi si verificano. Dobbiamo favorire, come ha già detto lei, colonnello, il massimo di coordinamento dei controlli.
La seconda questione che pongo riguarda le cosiddette triangolazioni, da lei citate per i cereali, che sono legate al controllo sulle importazioni e, a volte, a frodi comunitarie abbastanza elevate. Molte nostre produzioni soffrono di queste triangolazioni irregolari.
Il terzo problema riguarda le importazioni e quale tipo di controllo sia effettuato, sapendo che spesso le importazioni sono commercializzate come produzioni italiane, frodando a volte anche l'Unione europea.
LUIGI CURATOLI, Colonnello del Comando dei carabinieri per la tutela delle norme comunitarie e agroalimentari. Per quanto riguarda il coordinamento dei controlli cerchiamo di specializzarci in indagini di polizia giudiziaria con controlli che investono fattispecie di reato.
Questo fatto ci specializza un po' ponendoci, per così dire, in un'area diversa da quella delle altre strutture del Ministero che pure svolgono dei controlli. Ciò nondimeno, spesso, operiamo congiuntamente con gli altri organi del Ministero. Esiste anche un tavolo di coordinamento che vorrebbe investire il coordinamento di tutti i controlli dal respiro amministrativo, compresi quelli di primo e secondo livello. Sediamo a questo tavolo ma la nostra attività tende ad indirizzarsi, soprattutto, a quei controlli di carattere, innanzitutto straordinari, che richiedono
un'attività di polizia giudiziaria. Quindi, in questo senso, non ritengo che possano esservi sovrapposizioni.
Non possono esservi sovrapposizioni, così come ricordavo già prima, neanche con gli altri reparti specializzati dell'Arma proprio in ragione del coordinamento svolto dalla divisione unità specializzate che ci affianca quando l'attività di controllo è in borderline, cioè tra le competenze di due o più reparti.
Per quanto riguarda le triangolazioni di importazioni e le importazioni più in generale, noi svolgiamo gli interventi e i controlli presso le aziende agricole e, dal materiale che troviamo, cerchiamo di risalire alla provenienza. Il problema delle triangolazioni è tenuto presente per cui, nel corso dei vari controlli, cerchiamo anche di dare uno sguardo a questa possibilità, nel caso trovassimo merce di provenienza non chiara e dimostrata.
Questo discorso investe anche il settore penale e ci vede quindi un po' più impegnati in quanto, per potere illecitamente importare, o per fare quelle da lei denominate triangolazioni, ci sono dei reati di mezzo, come le falsificazioni delle bolle di accompagnamento o delle fatture, che costituiscono tutte fattispecie di reato a cui porgiamo grande attenzione.
FILIPPO MISURACA. Signor presidente, ho l'impressione che siamo sulla strada giusta rispetto al compito che ci siamo prefissi.
Vorrei ringraziare il colonnello Curatoli per la sua relazione e ammetto che mi ha meglio chiarito le idee sulla funzione del NAC. Infatti, sapevamo dell'esistenza in seno al Ministero di questo nucleo, però, sapevamo - almeno per quanto mi riguarda - poco della sua articolazione.
Lei ha parlato di tre nuclei: Parma, Roma e Salerno. Ha parlato anche della nascita e dell'evoluzione del Comando dal 1982, con i successivi interventi di carattere legislativo. Non riesco però a capire il perché della permanenza di questi tre nuclei, considerato che siete alle dirette dipendenze del Ministero. Si tratta, probabilmente, di una valutazione più di carattere politico, magari legata alla necessità di una presenza sul territorio, tuttavia, questa era la filosofia del 1982. Adesso, c'è stata anche un'evoluzione in questo senso, tanto è vero che poi sono nati nell'Arma dei carabinieri i NOE - a disposizione del Ministero dell'ambiente in modo particolare - poi i NAS e di seguito gli altri.
Dai compiti che successivamente sono stati evidenziati, deriva - l'onorevole Preda ed io entrambi condividiamo questo punto e lo abbiamo evidenziato anche al responsabile dell'ufficio repressione frodi - un discorso relativo alla competenza e il coordinamento. Ricordo che l'ispettore generale dell'ufficio per la repressione frodi, nella sua esposizione, ci parlava anche di una presenza territoriale più capillare rispetto alla vostra e di laboratori presenti sul territorio, quindi, con un maggior controllo sugli alimenti.
Mi pare di capire che voi siate più specializzati nelle cosiddette frodi comunitarie. A proposito di queste ultime, siete vicini al Ministero delle politiche agricole ma - credo - anche all'AGEA e a tutti gli altri organismi, a caduta, controllati dal Ministero. Ci sono altri organismi che svolgono lo stesso compito?
Per esempio, quali sono i rapporti con la Guardia di finanza, che dovremmo audire prossimamente (questa può essere considerata una richiesta ufficiale poiché, anche alla luce di quanto ascoltato dal colonnello, dobbiamo capire meglio questo discorso)?
Posto che siamo qui soltanto per ascoltare - non è nostro compito stravolgere - per fornire indirizzi alla politica e al Governo ed essere il più vicini possibile all'utente e a voi (che spesso e volentieri vi ritrovate, così come ci siamo sentiti dire, davanti ad aziende che magari hanno già ricevuto tre o quattro controlli) qual è il vostro rapporto con il gruppo repressione frodi? Insomma, se fosse possibile circoscrivere meglio con dei paletti le vostre competenze, non sarebbe male.
Su questo punto, vorrei sapere se, per voi, nell'ottica di una nostra ipotesi legislativa, sarebbe più congeniale una maggiore attenzione e un lavoro più specifico sulle frodi comunitarie piuttosto che sulle triangolazioni delle importazioni, cui faceva riferimento
l'onorevole Preda. La mia è una provocazione, nel senso che vorrei sentire da lei su quale attività, effettivamente, voi siete più preparati perché il fatto che lei affermi l'esistenza di carabinieri che si preparano a fare i valutatori delle carcasse o a specializzarsi in qualche altro settore o comparto dell'agricoltura è lodevole, però, ho la sensazione che tutto questo potrebbe non essere congeniale con la vostra vera attività istitutiva.
Infine, vorrei sapere se gli uomini presenti al comando sono 83 e come sono essi dislocati sul territorio.
LUIGI CURATOLI, Colonnello del comando dei carabinieri per la tutela delle norme comunitarie e agroalimentari. La ringrazio per avermi offerto l'occasione di essere più preciso. Per quanto riguarda l'estensione sul territorio, la nostra presenza sul territorio cerca di dare una maggiore aderenza ai controlli. Recentemente, si stanno istituendo - alcune regioni lo hanno già fatto - gli OPR (gli organismi pagatori regionali). La nostra presenza e aderenza vicino a tali organismi per controllare la liceità delle istanze e dell'impiego che questi organismi hanno erogato è importante.
Per quanto riguarda le nostre competenze, rispondendo all'onorevole Preda, quando andiamo ad effettuare un'ispezione in un'azienda, vediamo un po' tutto, quindi, anche le triangolazioni. Tuttavia, la nostra attività parte sempre dal controllo della liceità dell'impiego dei fondi strutturali e delle domande avanzate.
In altre parole, se si domandano dei fondi comunitari per i seminativi, ci aspettiamo di trovare in quell'azienda dei campi coltivati a seminativo, non a viti. Poi, una volta che siamo sull'azienda, a quel punto, il controllo viene effettuato in un certo modo e se troviamo tracce di triangolazioni porgiamo attenzione anche a questo. Questa, però, non è una nostra priorità.
Lo stesso discorso vale per l'ispettorato repressione frodi, perché essi hanno una vocazione diversa dalla nostra. Noi cerchiamo di indirizzare le attività sulle indagini di polizia giudiziaria, da carabinieri quali siamo, quindi, sulle indagini che si rivolgono alla illecita percezione dei fondi da parte anche di organizzazioni criminali: insomma, si tratta di uno spettro ampio.
Per quanto riguarda la duplicazione dei controlli, spero che questo non accada. Io sono al Comando da un anno e mezzo e, finora, per fortuna non mi è accaduto di sentirmi riferire dal maresciallo accertatore che in una certa azienda oggetto di ispezione erano già stati poco prima i NAS o l'Icrf. Questo ancora non è un accaduto.
Non dubito che possa essere capitato in passato, però, da un lato, con la divisione per quanto riguarda i reparti dell'Arma, dall'altro, su un tavolo istituito presso il Ministero, cerchiamo di evitare con impegno che questo possa accadere, ognuno ritagliandosi quegli aspetti di più specifica competenza.
PRESIDENTE. Ringrazio il colonnello Curatoli per la sua disponibilità a rispondere alle domande dei colleghi. Faremo tesoro anche del suggerimento del collega Misuraca nel senso di convocare in una prossima audizione il nucleo della Guardia di finanza e il comandante del Corpo forestale, posto che le nostre audizioni sono a tutto campo.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.