COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 25 gennaio 2006


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RENZO PATRIA

La seduta comincia alle 15,10.

Audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate sulle tematiche relative alla riforma del settore della riscossione dei tributi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, l'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, dottor Raffaele Ferrara, sulle tematiche relative alla riforma del settore della riscossione dei tributi.
Prima di dare la parola al dottor Raffaele Ferrara, interverrò per una rapida considerazione. Siamo di ritorno da una missione in Piemonte e vorrei cogliere questa occasione per esprimere la nostra sorpresa e il rammarico per la sostituzione del dottor Miceli. Di ciò, non chiederemo spiegazioni: lasceremo però agli atti la sensazione che abbiamo avuto non solo in seguito all'incontro, ma per considerazioni e valutazioni di natura generale. Ci saranno ragioni organizzative, in termini di razionalità, o comunque motivazioni che avranno portato il direttore generale ad assumere una decisione simile. Abbiamo comunque constatato la serenità con cui il dottor Miceli ha accolto la notizia; durante la nostra audizione ci ha dato la sensazione di essere un egregio servitore dello Stato, anche per la disponibilità al nuovo incarico che ha assicurato di avere.
Diamo, quindi, formalmente inizio all'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, dottor Raffaele Ferrara. Lo accompagnano il direttore centrale amministrativo, dottor Attilio Befera, e il direttore centrale del personale dell'Agenzia, dottor Girolamo Pastorello, che salutiamo affettuosamente.

RAFFAELE FERRARA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Signor Presidente, onorevoli deputati, faremo il punto sullo stato di avanzamento dei lavori circa il progetto di riforma della riscossione dei tributi. Nel mese di ottobre, abbiamo già svolto un'audizione, nel corso della quale sono state illustrate le linee direttrici su cui ci saremmo mossi. Abbiamo portato avanti il progetto e, in questo momento, siamo a un punto particolarmente delicato: l'elemento di maggiore sensibilità riguarda i rapporti con le attuali società concessionarie, tenuto conto che la legge prevede dei termini stringenti per la cessazione dell'attuale regime di concessione, fissando la data definitiva al 1o ottobre 2006. La legge, infatti, prevede che entro il 30 settembre ci sia una piena operatività della nuova società di riscossione.
La società Riscossione Spa - fulcro della nuova riforma, quantomeno sul piano soggettivo - è stata costituita, se non ricordo male, a fine ottobre 2005. Il consiglio di amministrazione, composto - ai sensi di legge - in maggioranza da dirigenti di vertice dell'Agenzia delle entrate e dell'INPS, ha nominato, nella seduta successiva a quella di insediamento, il dottor Attilio Befera amministratore delegato della società.
Stiamo lavorando - con una accelerazione dei tempi nelle ultime ore - per definire l'aspetto più significativo e delicato del processo di acquisizione delle società che oggi operano in materia di riscossione. Si tratta di acquisizioni che dovrebbero riguardare 39 soggetti privati - vado a memoria, se sbaglio il dottor


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Befera mi correggerà - prevalentemente appartenenti alle banche. Secondo le indicazioni della legge, abbiamo proceduto in base ad alcuni step che ci sembrano fondamentali. Uno è l'individuazione dei criteri generali, in base ai quali dovrà essere valutato il prezzo da offrire per l'acquisizione delle partecipazioni nelle società concessionarie. Il decreto legge n. 203 del 2005 ha previsto che la selezione del soggetto a cui affidare l'individuazione dei criteri avvenga secondo procedure competitive. L'importo da mettere a gara per individuare tale soggetto non richiedeva, o avrebbe richiesto, la licitazione privata o la gara: al di sotto di certe soglie è prevista la normativa comunitaria. Però, per rispondere alle indicazioni del decreto, abbiamo previsto che il soggetto venga individuato con licitazione privata. La soglia comunitaria non era superata: l'importo messo a gara - vado a memoria - è di 10 mila euro. Si tratta di una prima gara che individua solo il criterio di carattere generale. Diversamente da come è stato riportato sui mezzi di informazione, in cui si parlava di trattativa privata, abbiamo due elementi fondamentali: primo, non si parla di trattativa ma di licitazione privata; secondo, l'oggetto della gara non è la valutazione delle società concessionarie, collocata in una fase successiva, ma la fissazione del criterio generale di individuazione, preliminare alla valutazione stessa. I criteri possono essere patrimoniali, reddituali e misti. Abbiamo pensato di procedere per tappe, per rendere più trasparente la procedura, di modo che sul territorio ci sia una valutazione omogenea, cioè che i soggetti chiamati a valutare le concessionarie sul territorio nazionale abbiano un unico criterio a cui ispirarsi.
Mi sembra che oggi scada il termine per la presentazione delle domande; determinato il criterio e a seguito di licitazione privata affidato l'incarico al soggetto che lo accerterà, si procederà poi alla valutazione delle società concessionarie. Quindi, la proposta, l'offerta da formulare alle banche proprietarie dovrà essere fatta sulla base di valutazioni di due diligence, che saranno affidate ad un advisor vincolato al criterio generale fissato con la prima gara.
Stiamo poi valutando come rendere snella e, al tempo stesso, più partecipativa la presenza dei soggetti. Vi è qualche problema, nel senso che dobbiamo rendere restrittivi alcuni criteri, evitando che partecipino alla seconda gara, quella per la valutazione dei prezzi, solo soggetti che non abbiano avuto rapporti con le banche per altre ragioni. Da un lato, quindi, vi è l'esigenza che non siano possibili conflitti di interesse; dall'altro, vi è l'esigenza di rendere più ampia possibile la partecipazione dei soggetti interessati. Questo è il quadro nel quale e per il quale ci stiamo muovendo.
La seconda gara avrà una portata molto più significativa, per cui stiamo ragionando sui criteri più idonei da seguire. Ad esempio, nei prossimi giorni, dovremo scegliere se individuare per aree territoriali, quindi fare valutazioni per gruppi di società concessionarie, oppure fare un'unica gara, distinta per lotti, in quanto le concessionarie sono distribuite sul territorio.
Vi è un'ulteriore particolarità, che rende ancora più tecnica la valutazione su alcuni soggetti, in particolare il Monte dei Paschi e la Banca di Roma, che in alcune aree territoriali hanno la gestione diretta. Non si tratta di valutare le società concessionarie, ma i rami di azienda destinati a questo tipo di attività. Quindi, si rende ancora più articolata e complessa l'individuazione intanto del perimetro aziendale da prendere a valutazione e poi la formulazione della valutazione stessa. Comunque, ci stiamo muovendo secondo i parametri più oggettivi e concreti.
Nel frattempo, abbiamo costituito un gruppo di lavoro a cui partecipa l'Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza e l'INPS: una commissione di studio, per verificare se sia il caso di predisporre e sottoporre alla valutazione dell'organo legislativo, per il tramite dell'autorità di Governo, modifiche al tessuto normativo attuale in materia di riscossione. Cambia


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la tipologia soggettiva: forse è il caso di adeguare anche le norme che regolano i processi di riscossione.
Vorrei informarvi, inoltre, che il consorzio dei concessionari si sta organizzando per trasformarsi in società per azioni, come previsto dalla legge.
Questo è il quadro nel quale ci stiamo muovendo; pensiamo, ad ogni modo, di accelerare i tempi: abbiamo rinforzato la struttura che si occupa di questa materia e che fa capo al dottor Befera, per cercare di avere una nicchia dedicata a quello che ritengo essere uno dei passaggi più importanti nella riforma dell'amministrazione finanziaria.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai colleghi affinché pongano eventuali domande, vorrei porre una questione di mero carattere procedurale: la costituzione della società è avvenuta prima della conversione del decreto o a valle della stessa?

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. È stata registrata con atto pubblico del notaio il 27 ottobre ed è stata iscritta nel registro delle imprese il 31 ottobre.

PRESIDENTE. E la conversione del decreto quando è intervenuta?

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. Esattamente, la società doveva essere costituita per decreto entro trenta giorni dall'entrata in vigore del decreto. Non ha compiuto atti fino alla conversione dello stesso.

RAFFAELE FERRARA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Peraltro, i tempi sono cogenti: la scadenza è al 30 settembre e il progetto doveva essere compiuto in un arco temporale inferiore ad un anno. I tempi erano quelli: la norma prevedeva che la società si costituisse entro trenta giorni. Ci siamo guardati bene, ovviamente, dal prendere provvedimenti di carattere operativo, però nelle more della conversione abbiamo proceduto almeno alla costituzione della società.

PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti per questi chiarimenti preliminari, do immediatamente la parola ai colleghi che intendano intervenire.

MARIO LETTIERI. Ringrazio il dottor Ferrara, il dottor Befera e il dottor Pastorello per la loro presenza e per l'informativa, che credo sia opportuna al fine della conoscenza da parte del Parlamento di ciò che avviene, anche alla luce di un'esigenza di tempestività. Indubbiamente, il Governo è stato molto più tempestivo - ma loro non c'entrano - e ha costituito la società prima della conversione del decreto.

PRESIDENTE. Non il Governo, onorevole! Semmai, il Governo ha inserito la norma dei trenta giorni...

MARIO LETTIERI. Presidente, non difenda l'indifendibile! Lei lo sta facendo spesso: lo ha fatto anche questa mattina, in occasione della discussione di un'interrogazione riguardante un argomento molto delicato, su cui il dottor Ferrara mi consentirà una piccola annotazione. Sono rimasto un poco sconcertato dalla risposta del sottosegretario circa la scelta dell'Agenzia delle entrate su una vicenda delicata, quella del dottor Gnutti e delle sue società, in merito al pagamento di plusvalenze per un ammontare complessivo di circa 700 milioni di euro, derivanti dalla nota vendita, nell'ambito della vicenda delle società Bell, Olivetti e Telecom. A tale riguardo, ho notato una discrasia tra il comportamento abbastanza limpido della Guardia di finanza e quello dell'Agenzia delle entrate, che mi è sembrata un po' rinunciataria.

RAFFAELE FERRARA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. È un'informazione parziale questa, onorevole...


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MARIO LETTIERI. Poiché stimo molto e apprezzo l'attività dell'Agenzia delle entrate - non ho avuto difficoltà a dirlo apertis verbis nell'Aula di Montecitorio - questa situazione oggettivamente mi è sembrata non rispondente a quello che era, e continua a essere, il mio giudizio positivo. Ho la sensazione che nel nostro paese le tasse continuino a pagarle i normali cittadini, mentre i grandi speculatori (ho presentato interrogazioni su Ricucci, Statuto, Coppola, Consorte) hanno utilizzato il condono oppure le plusvalenze, e con questi meccanismi non vengono tassati. La ritengo una situazione intollerabile, non perché sono all'opposizione, ma perché sono un parlamentare di questo paese e un cittadino che ritiene doverosa l'esistenza di una giustizia fiscale.

MAURIZIO LEO. Forse, dovremmo prendercela con l'Olanda e il Lussemburgo...!

PRESIDENTE. Prego i colleghi di non interrompere l'onorevole Lettieri.

MARIO LETTIERI. La polemica con il ministro la faccio in altra sede. Ho approfittato di questa occasione solo perché stimo molto e apprezzo il lavoro dell'Agenzia delle entrate.
Parliamo di riscossioni. Mi rendo conto che i tempi per la messa in funzione sono stretti: l'operatività deve avvenire entro settembre 2006. Il percorso delineato mi sembra abbastanza razionale e trasparente. Però, alcune questioni mi premono: una riguarda le banche. Se non ho capito male, il dottor Ferrara dice che dobbiamo fare in modo che chi fa la valutazione del valore dei rami dell'azienda non abbia avuto rapporti con le banche. È una scelta rigorosa, che io condivido. Non so chi sarà scelto: non è facile individuare chi non ha avuto rapporti con il sistema bancario in questo paese! Tutto si tiene, se facciamo altri discorsi: in questo caso, il conflitto di interessi è sempre da prevenire. Questa mattina, aprendo il giornale, Il Sole 24 Ore, ho scoperto che il dottor Manzitti, che prima stava al Ministero, faceva parte del consiglio di amministrazione di una società del dottor Gnutti. Il sistema è così intrecciato e perverso che può anche non esserci nulla, ma è legittimo che in ogni persona normale sorga qualche dubbio inquietante. Mettere prima dei paletti è cosa saggia e giusta e do atto di questa vostra volontà.
Per quanto riguarda la modifica del testo normativo sulle procedure di riscossione, probabilmente, una rivisitazione dell'intero sistema sarà una conseguenza naturale, ovviamente tenendo conto delle storture che si sono verificate nel corso degli anni. È vero, a fronte dell'accertato la riscossione è stata irrisoria; però, è altrettanto vero che, a volte, nei confronti dei cittadini sono state compiute delle angherie intollerabili, che ancora oggi si verificano per quanto riguarda il ricorso all'ipoteca sugli immobili. Prima c'erano le ganasce fiscali; ora si ricorre all'ipoteca anche per una somma di 5 milioni di vecchie lire! Se non ricordo male, ultimamente, nella legge finanziaria l'importo è stato elevato a 8 mila euro...

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. È per la vendita, onorevole...

MARIO LETTIERI. Capisco, la ringrazio. Comunque, dobbiamo fare in modo che il fisco funzioni senza vessazioni. È necessario tenere conto anche di questo dato nelle proposte che porrete all'attenzione del futuro Governo e del Parlamento.
Mi consenta anche una piccola osservazione «localistica», dottor Ferrara; non ho il piacere di incontrarla tutti i giorni, quindi ne approfitto. È in corso un gemellaggio tra la Basilicata, regione da cui io provengo, e il Piemonte e il presidente Patria ha sollevato una questione che riguarda quel territorio.

PRESIDENTE. Quella sollevata da noi, per la verità, è una questione di interesse nazionale. Tuttavia, lo è anche la questione della Basilicata, onorevole.


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MARIO LETTIERI. In questo concordo con lei, presidente. Può stare tranquillo: tutto quello che riguarda la Basilicata riguarda l'interesse nazionale.

PRESIDENTE. Però, dovete prendere coscienza del fatto che nel Molise e nella Basilicata ci sono le condizioni per mantenere aperto uno zuccherificio e che, nel quadro della ristrutturazione decisa dalla Comunità europea, lì ci sarebbe un bacino agricolo e bieticolo sufficiente per essere competitivo con un altro zuccherificio allocato al Nord, che serve due grande regioni. Lei capisce, è una cosa pazzesca!

MARIO LETTIERI. Presidente, è fuori tempo massimo: lo zuccherificio in Basilicata fu chiuso molti anni fa.

PRESIDENTE. Mi riferivo soprattutto al Molise, onorevole.

MARIO LETTIERI. Dottor Ferrara, vorrei fare due osservazioni. Innanzitutto, so che il dottor Palumbo è stato trasferito in Lombardia. Testimonio e sono certo che si tratta di una persona e di un funzionario che, per il lasso di tempo che è stato in Basilicata, ha lasciato una buona nomea. Ne ho sentito parlare benissimo; perciò mi dispiace che sia andato via (Commenti).
In secondo luogo, a Maratea c'era l'ufficio informazione...

RAFFAELE FERRARA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Lo sportello.

MARIO LETTIERI. Esattamente, lo sportello. Francamente, la chiusura di qualche giorno fa è incomprensibile.

GIORGIO BENVENUTO. Mi limito a fare alcune osservazioni e a porre qualche domanda.
Innanzitutto, sono convinto che con la costituzione di Riscossione Spa sia stata fatta un'operazione importante. Del resto, questa Commissione, con due risoluzioni, aveva sollecitato il Governo a prendere una decisione. Devo dare atto che anche l'Agenzia, in più di un'occasione, aveva sollecitato il mondo politico a realizzare questa operazione di riappropriazione della riscossione, superando un'anomalia che in Europa credo sia solamente italiana. So benissimo che il meglio è nemico del bene; quindi, è importante che tale determinazione sia stata assunta: supera queste anomalie, che abbiamo denunciato più volte e che sono presenti nella relazione della Corte dei conti, oltre che nelle dichiarazioni rese da voi e dal ministro dell'economia. Quindi, la ritengo un'occasione di grande potenzialità.
La costituzione, la definizione di Riscossione Spa può produrre due conseguenze importanti. Anzitutto, si potrebbe rendere più flessibile il sistema, superando la separatezza tra accertamento e riscossione, con tutti i difetti che abbiamo constatato. Si dovrebbe fare della riscossione uno strumento che riguardi tutti i tributi, anche quelli locali; dovrebbe essere immaginata come una soluzione che abbia questa potenzialità e che - la novità importante è l'accordo con l'INPS - si riferisca anche alla riscossione di altri contributi a carattere parafiscale. Si tratta, quindi, di una grande risorsa con cui riconfigurare l'intero sistema di riscossione, inteso in senso ampio.
Il secondo aspetto da considerare, a mio avviso, è che il sistema di riscossione, una volta potenziato e definito, può funzionare anche come sistema di credito nei confronti degli enti locali e, forse, delle aziende. Al momento, esistono delle evidenti anomalie, una delle quali è il ritardo nella restituzione dei tributi. Il problema dell'IVA è pesante per la nostra economia; i comuni hanno delle difficoltà. Se si realizza questa realtà con una sua autonomia, la riscossione può funzionare come strumento di anticipo. Quindi, la soluzione individuata è importante.
So che si tratta di valutazioni che fate anche al vostro interno: sono proposte innovative, che ho avuto modo di approfondire io stesso. Penso che sarà importante affrontare tale problema con il mondo delle imprese, guardando all'esperienza fatta in Spagna, dove hanno anticipato


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la dichiarazione fatta dalle aziende. Da noi viene presentata in ritardo: siamo sempre in ritardo. Questo meccanismo pone certamente maggiori vincoli al contribuente, ma accorcia la fase fondamentale tra il momento del pagamento e del controllo.
Vengo ora alle domande. In primo luogo, come si affronta il problema con gli enti locali? Adesso, negli organismi vi è una fase di rodaggio, quindi sono necessarie delle presenze. Come si immagina un allargamento nella gestione di Riscossione Spa che coinvolga le autonomie e gli enti locali, ad esempio l'INAIL, settore importantissimo, come l'INPS, che però ha difficoltà nelle riscossioni? Insomma, come si affronta il problema dell'allargamento di Riscossione Spa e del coinvolgimento degli enti locali?
Le indiscrezioni apparse su alcuni giornali sono state chiarite: ci aveva colpito il fatto che questa attività fosse apparentemente svolta in una maniera molto approssimativa. Per questo, volevamo avere qualche elemento in più sull'advisor e sulle fasi individuate. Sarebbe anche utile, però, sapere quante società di riscossione passeranno o se alcune rimarranno fuori, cosa che potrebbe causare qualche inconveniente. Avete effettuato qualche monitoraggio a tale riguardo, di modo che sia possibile valutare il processo in atto? Si riscontrano delle difficoltà? Occorre rimettere ordine nella fase iniziale? Rispetto al modello attuale e al processo di acquisizione bisognerà apportare qualche modifica? Per esempio, penso al Monte dei Paschi per come è strutturato e per come sono state scritte le norme: ci sono delle difficoltà sulle quali è interessante che da parte del Parlamento, più che la critica, ci sia un sostegno per individuare soluzioni?
Per quanto concerne il problema del personale, do atto che la soluzione adottata per risolvere tale questione è stata importante. Non ho condiviso i giudizi espressi in Parlamento e sugli organi di stampa, quasi a dire che si pubblicizza, si assume e si ingolfa la pubblica amministrazione: ci saranno anche delle pecore nere, ma i lavoratori esattoriali hanno una propria professionalità. Preferisco che in questo settore venga utilizzato chi sta nelle esattorie. Abbiamo avuto modo di sapere che le diverse organizzazioni sindacali hanno grande professionalità e quindi hanno dato un considerevole contributo. Critico le consulenze e le altre assunzioni, ma la soluzione che avete trovato per il personale è corretta, nell'ambito di quel disegno strategico. Riguardo al contratto, mi chiedo se l'area rimarrà quella del credito oppure no. Adesso rimane, ma nel futuro cosa accadrà? Faccio notare che essa diventa fondamentale ai fini dell'impostazione che viene data.
Da ultimo, cosa succede in merito alla CNC, al consorzio?

MAURIZIO LEO. Anch'io desidero associarmi ai colleghi che mi hanno preceduto nel ringraziare il direttore Ferrara: ha fatto chiarezza sulla polemica, forse un po' troppo affrettata, sorta a livello giornalistico. Bisognava capire la portata applicativa del bando: il direttore Ferrara dice chiaramente che si tratta di un bando che fissa i criteri generali, alla luce dei quali si dovranno azionare ulteriori procedure. Mi sembra che la sua chiara risposta non lasci ulteriori equivoci sull'argomento.
Vorrei richiamare l'attenzione su alcuni passaggi successivi. Nel momento in cui si dovranno fare le acquisizioni delle concessionarie, bisognerà valutare l'entità patrimoniale, reddituale e finanziaria delle stesse. Penso che nell'individuare i criteri occorra capire se debba prevalere l'entità degli asset patrimoniali rispetto alla componente reddituale, ovvero finanziaria. Teniamo presente che queste concessionarie sono società controllate da banche. La valutazione dovrà essere fatta alla luce dei dati del 2005 e, verosimilmente, queste società avranno già adottato i princìpi contabili internazionali: si tratta infatti di meccanismi che quasi tutte le banche italiane, avendone la facoltà, hanno adottato a partire da quella data. Dunque, le banche adottano i princìpi contabili internazionali, che si discostano dai costi storici


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e dai dati contabili, andando a riscontrare qual è il valore patrimoniale, cioè l'entità, il valore di mercato. Questo è un dato molto importante: una concessionaria può avere un dato contabile pari a cento ma valere mille. Quindi, nell'individuazione dei criteri, anche se le concessionarie non avessero seguito un'impostazione contabile secondo i princìpi contabili internazionali, si deve fare ricorso a queste nuove metodologie, in modo da apprezzare l'entità effettiva delle concessionarie, come soggetti controllati dalle banche.
Per quanto riguarda la gestione diretta - in particolare Monte dei Paschi, come diceva il direttore Ferrara - penso che potranno esserci ulteriori difficoltà: nel complesso aziendale Monte dei Paschi vi è anche il ramo di azienda concessionaria. A questo punto, o c'è un patrimonio destinato, come previsto dalla riforma del diritto societario (articolo 2447-ter del codice civile), per cui la banca ha separato l'attività del concessionario rispetto alle altre, oppure sorgeranno dei problemi di non poco conto. Anche in questo caso, si pongono, dunque, aspetti critici, alla luce dei quali ritengo opportuno lavorare in stretta sintonia con il Monte dei Paschi o con gli altri istituti che effettuano la gestione diretta per individuare dei criteri.
Per quanto riguarda il personale, mi associo a quello che ha detto il collega Benvenuto. In particolare, Alleanza nazionale ha sempre avuto molto a cuore i problemi del personale delle concessionarie e le difficoltà che potrebbero generarsi a seguito dell'assunzione di questi comparti nell'ambito della Riscossione Spa. Ritengo brillante la soluzione adottata dall'Agenzia, nelle procedure che verranno poste in essere. Occorrerà comunque salvaguardare il trattamento economico di provenienza di tali soggetti; mi sembra che mantenere il trattamento specifico dell'area credito sia un atto dovuto, per evitare trattamenti differenziati. Sono queste le indicazioni che ci sentiamo di fornire come Alleanza nazionale; valuteremo complessivamente gli ulteriori passaggi della vicenda in corso.
Mi permetterò un'ultima annotazione: purtroppo, non lo si potrà fare in questa legislatura per mancanza di tempo, ma, accanto alla revisione dell'organizzazione, dovremmo mettere sotto i riflettori la disciplina sostanziale della riscossione. Oggi, il sistema è molto frastagliato: la riscossione spontanea è disciplinata dalla normativa del 1997, quella a mezzo ruolo è regolata in parte dal decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 e in parte dal decreto legislativo n. 46 del 1999; infine, la riscossione coattiva fa parte del decreto n. 602. Forse, i tempi sono maturi per unificare la disciplina della riscossione, in modo da renderla più intelligibile a tutti (utenti e amministrazione finanziaria), redigendo un testo unico organico, composto da una prima (riscossione spontanea), una seconda (riscossione a mezzo ruolo) e una terza parte (riscossione coattiva).

GABRIELLA PISTONE. Vorrei fare qualche osservazione presidente. Siamo arrivati all'approvazione di un percorso, al raggiungimento di un obiettivo che ci si prefiggeva da tanti anni, ponendo mano ad un sistema nel quale si riscontravano carenze, difetti e problematicità. Credo che la Commissione si sia occupata molto del tema, in tutti i sensi: dal punto di vista sia dello Stato, quindi del beneficio che deve derivare dall'esercizio della riscossione per quanto riguarda le casse erariali, sia dei lavoratori nel loro insieme, con particolare riferimento agli aspetti legati alla professionalità e alla valorizzazione dei lavoratori stessi, sparsi sul territorio nazionale e - a fasi continuate più che alterne - mortificati nelle loro aspettative.
Penso che quando si fa una riforma o si arriva a un traguardo, bisogna vedere che strada si prende. Non è detto che il fare una riforma sia di per sé positivo: potrebbe trattarsi di una riforma in peius, non necessariamente migliorativa. Più che a farci gli auguri per il cammino futuro, ho interesse a mettere il dito nella piaga, domandandovi come intendiate muovervi sui vari temi e problemi che esistono e che sono davanti a noi. Non basta cambiare


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nome a una società o riorganizzarla, per far sì che essa funzioni. I problemi sono tanti, e lo sappiamo.
Condivido le osservazioni del collega Benvenuto; partirò dall'argomento di coda: il personale. Penso che qualunque riforma vada fatta motivando molto il personale con il quale si deve lavorare. Se ciò viene a mancare, manca metà dell'obiettivo che si voleva raggiungere: una delle molle centrali di questa operazione è la forza lavoro, che aveva e avrà un contratto bancario, ma che ritengo debba avere rassicurazioni di più lungo respiro. Soprattutto, rispetto ai tempi morti fra l'attuale stato e il trasferimento attraverso l'advisor alla società Riscossione Spa, mi chiedo quali siano le conseguenze nei confronti dei problemi esistenti: promozioni, scatti di anzianità e altro.
Il tempo che avete davanti è molto importante: la continuità non deve venire meno. Rispetto a questo, ci sono dei problemi: alcuni finanziamenti vengono meno; certe attività di accertamento sono rallentate, se non addirittura bloccate; vi è poi la fase della riscossione. Quindi, mi domando come si colmi il gap tra accertamento e riscossione, che probabilmente rappresenta un momento di difficoltà in questa prima fase; non dico per sempre: prima o poi dovrà andare a regime.
Vi è anche un problema che ritengo di più grande respiro: non è dovuto solo al cambio della titolarità, ma deriva dalla rivisitazione dell'attività, in modo da andare incontro ai bisogni dei cittadini e alle necessità degli enti impositori di recuperare quanto dovuto al più presto possibile. Fisco e riscossione debbono ritrovare una propria funzione, di modo che tali attività non siano vessatorie, ma neppure inefficaci. Tale funzione dovrà passare - questo è il mio punto di vista politico - attraverso lo stop ai condoni. Non è solo un problema di riscossione: si tratta di un'impostazione diversa della centralità del fisco, che dovrebbe derivare da una visione non distorta, ma benefica per il cittadino e lo Stato.
Un altro punto che ritengo fondamentale è la capacità di dialogo e di integrazione con l'INPS. È un aspetto centrale di questa partita: ci deve essere una forma molto forte di dialogo con l'INPS, dove c'è un bacino abnorme di evasione contributiva che sappiamo essere una piaga per il nostro paese e per i lavoratori. Tale evasione deve essere certamente recuperata in termini virtuosi.
In conclusione, credo che la riforma sia utile e importante; a tale riguardo, faccio i miei migliori auguri al dottor Befera e al dottor Ferrara.

PRESIDENTE. E a tutto lo staff.

GABRIELLA PISTONE. Ovviamente, presidente, con particolare riferimento al dottor Pastorello, il quale si occupa di una gestione difficile: quando si tratta del settore del personale, la posizione è sempre estremamente delicata. L'augurio è sincero. Qualora ne abbiate bisogno, mi auguro che ci diate indicazioni utili per apportare eventuali modifiche.

PRESIDENTE. Svolgerò anch'io alcune brevissime considerazioni.
Intanto, sono convinto che la missione affidata dal Governo a Riscossione Spa porterà il management a considerare un intervento sulla normativa, come è stato annunciato. Il Governo, in particolare, ha affidato al management che ha voluto questa operazione la missione di recuperare, in termini percentuali, il rapporto tra livello di riscossione e livello di accertamento. Non ho dubbi che, in tempo utile e con gli strumenti necessari, ci sarà un intervento sulla normativa, sulla falsariga che ricordava l'onorevole Leo, e avverrà sicuramente in misura pregnante, per mettere Riscossione Spa nelle condizioni di avere un'efficienza maggiore. Su questo credo che possiamo dormire sonni tranquilli: è un giocattolo voluto e assegnato con una missione, e non vi è dubbio che, nell'interesse dell'Erario, saranno raggiunti alcuni obiettivi positivi.
Anch'io prendo atto che il primo advisor è stato scelto con la procedura - per coloro che abbiano un minimo di conoscenza in materia - della licitazione privata.


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È stata fatta un'opzione che comporta una comparazione delle offerte presentate secondo un criterio di libertà di scelta necessario per questa materia: il dato di riferimento non può essere il prezzo, ma un mix di attitudini a compiere il servizio affidato.
Per quanto concerne il secondo advisor, credo che nella sua scelta dobbiate trovare una procedura che tenga conto anche dei compiti che alla fine dovrete affidargli. Il primo advisor ha fissato i criteri generali; il secondo ha certi compiti: ad esempio - nell'ipotesi che un ramo di azienda continui a vivere per i tributi locali - capire cosa accade al valore di quella concessionaria, nella misura in cui essa trattiene un ramo di azienda che continuerà ad occuparsi della riscossione per i tributi locali. Si tratta di un dato che ha una sua rilevanza.
Rispetto all'ipotesi formulata dal dottor Ferrara, avete presente quanto me che il sistema è raggruppato in un nucleo di operatori. Conosciamo bene L'Esatri, il San Paolo Riscossioni, la CRT Riscossione; poi vi sono quelli che operano in proprio, come Monte dei Paschi e Capitalia. A mio avviso, un criterio che può essere preso come base è quello del «gruppo». Ritengo, infatti, che all'interno del gruppo possa esservi la coniugazione di un dato di territorio con uno di redditualità e uno di patrimonialità. Nessun'altra ipotesi consentirebbe di conseguire identico grado di esemplificazione. Se l'advisor riuscisse a individuare dei criteri di garanzia, sul piano dell'obiettività, sarebbe questa la strada più concreta e operativa per arrivare alla conclusione auspicata. Agendo diversamente, tra gli operatori potrebbero nascere delle disomogeneità nella valutazione, nonostante l'obiettività avuta nel fissare i criteri. Ad esempio, nascerebbero se paragonassimo la Caralt - che cito perché ne sono stato presidente - alla grande Esatri; si eviterebbero problemi simili qualora al centro dell'impostazione adottata vi fosse, appunto, l'idea di procedere «per gruppo».
Benché la legge disponga al riguardo, ritengo più semplice porre a voi la domanda su un punto: cosa accade agli iscritti ai ruoli? Per capirci, direttore Befera, mi riferisco ai ruoli dei riscuotitori, all'albo. Che fine fanno costoro sul fronte di una compatibilità dell'attività con Riscossioni Spa?
A mio avviso, le cose più importanti sono due. Una ha già la sua risoluzione: farete delle norme che miglioreranno la questione. Inoltre - sono molto interessato, per cui mi permetto di dare questo suggerimento - la scelta del secondo advisor è più delicata; quindi, vi rivolgerete a persone o a grandi società di certificazione, che comunque non hanno avuto incidenti di percorso. Sarebbe una mancanza di rispetto alla vostra intelligenza, se si dubitasse della vostra volontà di non stabilire rapporti capaci di complicarvi la vita. Però, come mission è importante ipotizzare l'attività per gruppo.

ALFIERO GRANDI. Faccio molti auguri al dottor Ferrara e al dottor Befera, innanzitutto per una ragione ovvia e poi per un'altra che capirete tra qualche istante. Difatti, sono molto meno ottimista di alcuni miei colleghi sulla validità dell'operazione di cui stiamo parlando; quindi, è giusto fare gli auguri del caso a persone che si mettono alla prova in operazioni in cui non ripongo fiducia.

MAURIZIO LEO. È un diffidente, l'onorevole Grandi.

ALFIERO GRANDI. Non diffidente, ma ragionevolmente perplesso.
La prima questione su cui vorrei muovere un'osservazione è la seguente: il Governo, seppure in una logica discutibile, poteva pubblicizzare le strutture tout court. Ha scelto, invece, un meccanismo molto complesso e farraginoso, che vi costringe a fare valutazioni su quello che dovrete assorbire, sull'opportunità e sulla facoltà di farlo o meno, e via dicendo. Inoltre, c'è una data in cui si ritiene che la struttura dovrebbe diventare operativa, funzionare e produrre dei risultati, su cui tornerò tra un attimo. Questo va bene se tutti sono d'accordo,


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vale a dire se nessuno eccepisce su un passaggio qualunque di questo delicatissimo meccanismo, sollevando obiezioni su un mancato o un avvenuto assorbimento, o sulle condizioni che sono state poste. Poiché stiamo parlando di rami di aziende, spesso appartenenti alle banche, società che tengono molto al loro patrimonio e al ruolo, temo che il meccanismo prescelto porterà a una condizione di contestazioni che renderà difficile realizzare l'obiettivo, sopratutto in quei tempi. Temo, cioè, che possiamo cadere in una selva giuridica di contestazioni difficilmente regolabile e risolvibile, che renderebbe paralizzata o monca l'attività della società e dei suoi collegamenti. Questa è la prima questione che ritengo essenziale affrontare. Si poteva tranquillamente pubblicizzare il tutto, almeno dopo ci sarebbe stata una riorganizzazione; oppure, si sarebbero potute riassorbire soltanto le funzioni e costruire ex novo. Ma la modalità scelta a me pare la peggiore tra quelle possibili. Sono molto preoccupato del futuro del sistema della riscossione; lo dico in questa sede, in modo tale da averlo già detto nel momento in cui si verificherà il problema.
Passiamo alla seconda questione. Il sistema di riscossione è stato motivato, anche nelle sue ragioni di urgenza e nel mancato ascolto delle osservazioni fatte durante il cammino parlamentare, sia con le maggiori entrate sia con le minori uscite. Non dimentichiamo che, in alcuni campi, il meccanismo del non riscosso, del come riscosso e delle relative restituzioni si configura - non a caso, secondo una valutazione abbastanza astratta di cosa vuol dire restituire ai concessionari quello che hanno anticipato, in particolare a partire da una certa data - da un lato, come un debito occulto, nascosto dal Governo per occultare una parte del deficit pubblico e, dall'altro, come la possibilità di aver sbagliato previsione e conti. Faccio notare che un conto è averci preso e aver messo sotto al tappeto un po' di deficit pubblico; altro è averci preso nei conti. Temo che la previsione di intervento sulla differenza non sia esattamente il risultato che ci possiamo attendere.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di contenere entro limiti ristretti i tempi dei vostri interventi, affinché siano compatibili con la ripresa dei lavori assembleari fissata alle ore 16 di questo pomeriggio.

ALFIERO GRANDI. Mi permetta di concludere, presidente.
Nella norma della legge finanziaria, un famoso 30 per cento va alle autonomie locali e ai comuni quando danno un contributo all'accertamento e alla riscossione. Atteso che discutendo delle agenzie abbiamo sempre immaginato che lavorassero per il sistema istituzionale, non solo per il Governo centrale, in coerenza con il principio del decentramento dei poteri, mi chiedo in che modo si intenda far funzionare tutto ciò. È un meccanismo misterioso. Se il comune decidesse di dare una mano ad accertare, a chi si rivolgerebbe? In quale sede e a quale livello? L'Agenzia delle entrate è articolata anche a livello regionale, al quale possiamo immaginare che intervenga. Ma tutto ciò in che rapporto sta con il sistema dei comuni? E con la Guardia di finanza? Mi pare che abbiamo ampliato le competenze di quattro soggetti che non comunicano tra di loro: come faranno a far funzionare il complesso meccanismo che è stato immaginato? O quel meccanismo era soltanto una dichiarazione? Non credo, o almeno spero di no. Se non lo era, francamente sfugge come possa funzionare il rapporto tra l'Agenzia delle entrate, il suo sistema di riscossione, la Guardia di finanza e i comuni per migliorare l'accertamento e la riscossione.

PRESIDENTE. Nel ringraziare i colleghi intervenuti, do la parola al dottor Ferrara per la replica.

RAFFAELE FERRARA, Direttore dell'Agenzia delle entrate. Gli enti locali rappresentano una grande potenzialità, come


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diceva correttamente l'onorevole Benvenuto, e ne siamo consapevoli. Abbiamo qualche perplessità sull'assetto dei rapporti esistenti - almeno a legislazione attuale - tra la riscossione e gli enti locali. Vorremmo porci nei loro confronti come un'opportunità per migliorarne il sistema di riscossione. Vorrei ricordare, per esempio, che quando agli enti locali abbiamo offerto il sistema di introito con i modelli F24, abbiamo illustrato a molti comuni - e devo dire che non tutti sono stati sensibili al problema, immagino per rapporti interni al territorio - i grandi vantaggi che tale meccanismo offriva loro in termini di conoscenza, nel giro di pochi giorni, dei soggetti in materia di ICI, di quelli individuati al momento del pagamento e, soprattutto, in termini di disponibilità degli introiti per i comuni stessi.
Secondo me, si deve cogliere l'opportunità della Riscossione Spa a livello normativo, per offrire agli enti locali un'opportunità di migliorare i sistemi di autofinanziamento e di finanziamento attraverso la fiscalità locale. Non vorremmo avere - e lo diciamo formalmente in questa sede - preclusioni nell'offrire i servizi di Riscossione Spa agli enti locali. Nelle norme attuali, invece, mi pare che qualche problema si pone, almeno a livello di offerta del servizio. Peraltro, come immagino dirà Attilio Befera, ciò creerà dei problemi ai comuni, che avranno l'esigenza di fare immediatamente le gare per affidare la riscossione a terzi, non potendola affidare direttamente, e quindi si troveranno in difficoltà non sapendo come orientarsi nell'ambito della riscossione locale.
Per quanto riguarda il personale, lo dissi in tempi non sospetti e la Commissione fu d'accordo, per questo ringrazio ancora una volta i singoli componenti della Commissione: tutto si fa nel rispetto delle posizioni soggettive e oggettive del personale. Il contratto deve restare; non è una novità nel mondo della pubblica amministrazione. Sogei è partecipata al 100 per cento e non è inquadrata, essendo nel settore di normale appartenenza; lo stesso sarà per il suo personale.
Sono d'accordo con l'onorevole Pistone circa l'esigenza della riqualificazione e, soprattutto, della motivazione del personale. Non sono io l'artefice, ma solamente il continuatore di un'opera iniziata da altri, a cui va il mio ringraziamento, ma il grande elemento che ha portato, o sta portando, alla trasformazione dell'amministrazione finanziaria - della quale, l'onorevole Benvenuto ha seguito da sempre le evoluzioni - quindi al passaggio dal dipartimento all'Agenzia delle entrate, è stato un'opera di trasformazione culturale e di motivazione del personale delle agenzie in generale e dell'Agenzia delle entrate in particolare. Se si è fatto quel che si è fatto e si sta facendo quel che si sta facendo, è perché la gente è stata motivata, è stata resa partecipe e consapevole del progetto, dei processi, dei miglioramenti e dei servizi che potevano essere offerti. Questo per noi è un passaggio fondamentale.
Vorrei ricordare che il vecchio sistema prevedeva l'obbligo entro il 2001 - se non ricordo male - di completare i processi di riconversione professionale del personale: dovevano fare corsi di riqualificazione, ma non ve n'è stato neanche uno. Questo è un obiettivo che ci siamo dati. Oggi il dottor Pastorello è qui con noi per dare un significato all'elemento del personale e, più in generale, della risorsa umana.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici delle valutazioni, si terrà conto dei princìpi internazionali e degli asset a cui sono ancorati. Staremo molto attenti affinché non ci siano enfatizzazioni a danno dell'Erario: come dicevano anche altri membri della Commissione, il rischio è che ci siano valutazioni che portino a sperpero. Quindi, staremo molto attenti affinché non ci siano regali.
Vorrei ricordare che, sul piano generale, fare meglio di quel che si è fatto non mi pare molto difficile: i numeri lo dicono chiaramente. Vorrei dirlo all'onorevole Grandi: ci saranno pure dei problemi di contestazione da parte degli attuali concessionari,


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ma il problema è che la legge fissa un termine. Il regime attuale cessa il 1o ottobre: non penso che soggetti consapevoli di dover cessare una certa attività abbiano interesse a creare ostacoli in un passaggio che deve essere fisiologico. Non vogliamo regalare niente a nessuno, però vogliamo che ci sia un passaggio che tenga conto anche delle posizioni degli operatori che oggi gestiscono la concessione e la riscossione.
Sul piano del modello organizzativo, cosa accadrà nei tempi morti? Intanto, cercheremo di stringerli al massimo: stiamo accelerando, in modo che non ve ne siano. Stiamo lavorando - per la verità il direttore Befera ci sta lavorando già da un po' di mesi, prima ancora che la questione avesse il via formale - per individuare i modelli organizzativi più efficienti. Bisogna riconoscere che, nell'attuale panorama dei concessionari, non tutto è negativo: alcuni soggetti hanno dato delle buone prestazioni e, comunque, avevano una tendenza a migliorare le proprie performance. Stiamo guardando a quei modelli organizzativi, alle pratiche migliori - oggi si usa un termine inglese che non richiamo perché mi piace parlare italiano - e le stiamo ponendo fin da ora, poiché il rapporto di concessione opererà fino al 1o ottobre. Nell'ambito della vigilanza che compete all'Agenzia delle entrate sulle concessionarie, cercheremo in tutti i modi previsti dalla legge di far rispettare i modelli da parte dei concessionari, fino a definizione del processo di acquisizione. Sotto questo profilo, è necessario ridurre i tempi e non fare nulla che possa consentire di abbassare la guardia a chi svolge la gestione. Staremo attenti: la remunerazione del servizio è ancorata alle prestazioni, che saranno rese fino al 30 settembre; quindi, entro quella data si dovranno realizzare i risultati.

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. Mi limiterò a svolgere alcune precisazioni.
Per quanto riguarda gli enti locali, attualmente la norma prevede che la loro attività di riscossione possa essere svolta solo a seguito di gara. Ciò significa che, al 30 settembre 2006, con la cessazione del servizio nazionale di riscossione mediante concessionario, i comuni che non hanno proceduto alla gara non avranno la possibilità di esercitare la riscossione coattiva mediante ruolo. Mi spiego meglio: il decreto legislativo n. 446 del 1997 prevedeva la piena autonomia dei comuni per le attività di accertamento, liquidazione e riscossione dei tributi. Tale autonomia veniva espletata attraverso un regolamento, che il comune doveva emanare, il quale poteva prevedere la gestione diretta oppure l'affidamento a terzi di queste attività, o di alcune di esse, mediante gara.
Una norma di chiusura disponeva che, qualora il comune non avesse fatto la gara, per la riscossione sarebbe intervenuto il servizio nazionale dei concessionari. Venendo quest'ultimo a cessare al 30 settembre, la norma di chiusura non ha più validità. Per questo motivo, proporremmo una variazione, in modo che per un tempo limitato - un paio d'anni - la Riscossione Spa possa continuare a svolgere questo servizio per gli enti locali, non costringendoli a fare ricorso a una gara, tra l'altro con tempi difficilmente rispettabili: fare una gara, oggi, per avviare il sistema al 30 settembre è pressoché impossibile.
La seconda considerazione è che Riscossione Spa deve mantenere il capitale pubblico per il 51 per cento, per ovvi motivi. Attualmente, il capitale pubblico è dell'INPS e dell'Agenzia delle entrate; non è escluso che si possa allargare ad altri enti di natura pubblica, così come non è escluso che i concessionari che acquisiranno il 49 per cento e che, decorsi 24 mesi, potranno cedere la partecipazione e comunque usciranno nel 2010, vengano sostituiti da enti locali o da altre strutture pubbliche. Anzi, mano a mano sarebbe opportuno che ciò avvenisse.


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Per quanto riguarda le segnalazioni su quali concessionari venderanno e quali no, attualmente abbiamo segnalazioni di vendita. Al momento, riteniamo che una decina di concessionari - ma si tratta di una stima - faranno la scissione del ramo d'azienda per la fiscalità locale. L'advisor che fisserà il criterio generale per la valutazione dovrà anche fornire il criterio generale per la valutazione della scissione del valore del ramo d'azienda.
Per quanto concerne il CNC, sta procedendo autonomamente alla trasformazione in Spa. Ciò significa che l'attuale contributo che i consorziati versano al CNC dovrà terminare. Dunque, da parte loro - ma ci tengono informati - è in corso uno studio per verificare quali siano attualmente le attività non fatturate ai consorziati che eventualmente verranno fatturate agli azionisti e non più ai primi.
Uno dei grandi problemi è stato sollevato dall'onorevole Leo: mi riferisco non tanto al criterio generale quanto alla valutazione. Tra l'altro, queste società hanno un oggetto sociale esclusivo: la riscossione dei tributi. Venendo questa a cadere, vedo poco plausibile adottare il criterio dei redditi futuri atteso che l'avviamento è pari a zero; probabilmente, sarà adottato il criterio patrimoniale, ma ci rimetteremo a loro. Il problema è la valutazione, il fair value: mentre per le società già costituite non credo sia un grosso problema, lo è per due realtà, di cui una molto grande (Monte dei Paschi) che riguarda cinque province, tra cui Roma, Siena e Grosseto. Tuttavia, siamo agevolati dal fatto che, dovendo fare la scissione del ramo d'azienda, queste avranno bisogno del CTU nominato dal presidente del tribunale, il quale valuterà il ramo per le esigenze della banca. In questo aspetto, in parte dovremmo essere avvantaggiati.
La procedura, comunque, è complessa. Riteniamo che nell'individuazione mediante procedura di gara - ancora in fase di studio - del secondo advisor, anzi della società che faccia la due diligence, quella per Monte dei Paschi e Banca di Roma (relativamente alla provincia di Frosinone) rappresenti una gara a sé stante: vi è dunque una particolare complessità nella dinamica al nostro esame.
Sempre per quanto riguarda l'individuazione dei soggetti che faranno la due diligence, si pone un considerevole problema di conflitto di interessi: sostanzialmente, le due diligence competono alle società di certificazione o similari, le quali probabilmente stanno certificando i bilanci di tutte le banche che partecipano.

MARIO LETTIERI. Ovviamente, non inviteremo chi ha certificato i bilanci della Parmalat!

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. Vedremo chi risponderà alla licitazione privata: saranno invitati solo coloro che risponderanno all'invito. Comunque, probabilmente la gara dovrà essere fatta per gruppo bancario, in modo da escludere per una banca la sua società di certificazione e farne partecipare altre. Nel dire questo, non nascondo, però, alcune perplessità: essendo le società di certificazione pochissime, dubito che in un gruppo bancario siano tutte presenti. Sarà un problema molto serio da affrontare. Comunque, vi sono studi professionali molto buoni e potremmo...

PRESIDENTE. Ad ogni modo, ritengo opportuno procedere per gruppo; diversamente, sarà arduo superare questa difficoltà.

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. Per quanto riguarda il personale, vorrei dare un'informazione. Si leggono vari numeri, ma attualmente il personale dipendente delle società concessionarie - esclusa la Sicilia che, come sapete, è totalmente autonoma - è pari a 8.500 unità.
Ne stiamo valutando una parte - stimata intorno alle 500 unità - che dispone di una lettera di opzione, una garanzia di rientro in banca in caso di cambiamento


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della proprietà, e ha la possibilità di esercitarla o meno. In queste unità, rientra anche un certo numero di distaccati dalla banca alla società concessionaria che, cambiando proprietà, non potranno rimanere tali, in quanto non faranno più parte del gruppo, e sui quali occorrerà perlomeno una prima trattativa.
Inoltre, il fondo esuberi è teoricamente attivabile - in quanto volontario - per un migliaio di persone.
I numeri sono molto inferiori a quelli riportati, che parlavano di 12 o 14 mila unità: lo ripeto, partiamo da 8.500 persone. Il contratto è di tipo esattoriale; il contratto nazionale è stato rinnovato molto di recente. Sono in corso le trattative per i contratti integrativi: poiché i concessionari già si sentono un po' legati a Riscossione Spa, ci hanno richiesto informazioni su tali contratti; abbiamo risposto di comportarsi come hanno fatto ordinariamente per le attività di contrattazione sindacale.
Per quanto riguarda il personale, stiamo già cominciando a ipotizzare quello che è stato fatto - come diceva l'avvocato Ferrara - per l'Agenzia delle entrate: creare una motivazione. E vi è un aggravante in più: mentre prima si trattava di trasportare il personale inquadrato nel dipartimento all'Agenzia, in questo caso si tratta di rendere omogenee 41 mentalità diverse. Quindi, il piano di formazione è ridare motivazioni e obiettivi, ma soprattutto omogeneità di comportamenti e di obiettivi a persone che hanno origini completamente diverse. Su questo stiamo già lavorando.
Per quanto riguarda l'albo dei riscuotitori, non vi è alcun problema: la legge prevede che chi scinde i rami d'azienda è iscritto, purché abbia i requisiti di capitale previsti.
Per quanto riguarda l'idea dell'onorevole Grandi di pubblicizzare la funzione e di fare tutto ex novo, vorrei far presente che questa era una delle nostre ipotesi: ripubblicizzare la gestione ricostituendo qualcosa all'interno dell'Agenzia, facendo una nuova Riscossione Spa. Tuttavia, c'erano due problemi: in primo luogo, la continuità dell'attività, nel senso che non accompagnare le vecchie strutture in quella nuova significava interrompere il servizio. Bisognava costituire una nuova struttura, fare un nuovo sistema informativo, assumere il personale necessario, addestrarlo e farlo ripartire. In secondo luogo, c'era un problema sociale di 8.500 persone che probabilmente sarebbero rientrate nel sistema bancario per esserne immediatamente espulse: non credo che il sistema bancario sarebbe in grado di assorbirle.
Per quanto riguarda l'anticipazione del non riscosso, da sempre ne è stato previsto il rimborso in un apposito capitolo del bilancio dello Stato. Quindi, è un debito noto, non occulto. Abbiamo soltanto rateizzato in dieci anni quello che prima doveva essere pagato secondo una previsione triennale. Mi chiedo se in tutti i bilanci di tutti i comuni esistano le anticipazioni fatte loro; ma sicuramente non ho perplessità su quelle erariali, il cui capitolo di bilancio mi pare sia il 3575.

ALFIERO GRANDI. Quello dello Stato?

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. Sì, erano 375 milioni l'anno - vado a memoria - per un triennio.

ALFIERO GRANDI. Siamo sicuri che siano quelli i soldi da restituire?

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. Sì. Il dato è concordato con i bilanci delle 42 società concessionarie e ovviamente sono iscritti in bilancio come credito.

ROLANDO NANNICINI. In che modo sono ripartite dal punto di vista territoriale le 8.500 unità?

ATTILIO BEFERA, Direttore della direzione centrale dell'amministrazione dell'Agenzia delle entrate. C'è una distribuzione


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per provincia: attualmente, il sistema funziona secondo un'articolazione provinciale. Sappiamo che ci sono delle distribuzioni non perfettamente omogenee, ma attualmente la norma non ci consente una mobilità extra provinciale. Ricordo i dati che vi ho fornito: vi sono 8.500 persone, un fondo esuberi attivabile, un problema di distacchi e opzioni. La nostra valutazione iniziale era di avere tra le 5 mila e le 6 mila persone: si consideri che mille sono attivabili con il fondo esuberi, c'è un distacco di personale che rientra, c'è un'opzione. Quindi, saremo di poco superiori, ma riusciremo a recuperare con il normale turn over.

PRESIDENTE. Nel ringraziare ancora i nostri ospiti per la loro disponibilità, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,55.